VEGAN - etica e alimentazione

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VEGAN

uno stile di vita nel rispetto degli animali



ETICA E ALIMENTAZIONE VEGAN: uno stile di vita nel rispetto degli animali

Francesco Olivieri Leonardo Pozzi Debora Veschi



Indice Cos’è vegan?

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Allevamenti intensivi

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Vantaggi indiretti

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Mangiar vegano

pag. 42

Vegan in Italia

pag. 48

Bibliografia e sitografia

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COS’È VEGAN? Partendo dalla nascita e dalla storia di questa filosofia di vita, vengono affrontate le tematiche principali e indagate le ragioni etiche che spingono i vegani a rifiutare i prodotti di orgine animale.

"Vivere vegan non vuol dire privarsi di qualcosa ma piuttosto restituire agli altri, in questo caso gli animali, una vita libera dalla schiavitù. Ogni scelta filosofica è completa se messa in pratica, perché la vita è insieme pensiero e azione" Dora Grieco, fondatrice dell’associazione Progetto Vivere Vegan Onlus


La nascita del veganismo

Il veganismo è un movimento recente, nato da una scelta basata sui concetti di equità e rispetto di tutti gli altri animali. La parola vegan è la contrazione della parola inglese vegetarian (veg-etari-an): in modo simbolico, la parola è stata ridotta per indicare una diminuzione dello sfruttamento e quindi della sofferenza causata dall'uomo. Il termine fu coniato da Donald Watson e da Elsie Shrigley, il 1 novembre 1944, quando a Londra fondarono la Vegan Society. Nell’agosto dello stesso anno Watson e la Shrigley avevano provato a creare un gruppo interno alla Vegetarian Society, raccogliendo quanti avevano deciso come loro di eliminare latte vaccino e prodotti caseari dalla propria dieta. L’associazione rigettò la loro richiesta e allora decisero, con altri cinque membri, di fondare una nuova realtà. Il veganismo fu presentato da Watson come uno stile di vita non violento, che elimina

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COS’È VEGAN?

lo sfruttamento, la sofferenza e l’uccisione degli animali. I vegan mangiano infatti vegetali e non carne, uova o latte, indossano indumenti di cotone e sintetici, e non pelle, seta, lana o pellicce, usano prodotti vegetali e sintetici ma non di origine animale né testati su di loro. Spettò proprio a Donald Watson scrivere a macchina il programma della nascente associazione in quel novembre del 1944, in una piccola stanza di Evesham Road. Quel programma venne poi stampato e diffuso come il primo numero di Vegan News. Il fondatore presiedette la Vegan Society fino al novembre 2005, quando morì all'eta di 95 anni. Da allora molti avvenimenti hanno rafforzato il movimento sulla questione animale. La pratica quotidiana, il dibattito filosofico e qualche passo legislativo (anche se limitato ad alcune specie) hanno contribuito alla maturazione dell'attivismo vegan fino ai nostri giorni, dimostrando a tutti che gli altri animali sono portatori di diritti. Ben presto il veganismo iniziò a diffondersi nel mondo grazie all'adesione di personaggi autorevoli. Più di recente è stato ulteriormente sviluppato, e la sua filosofia

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è stata approfondita e ampliata dal contributo di studiosi di fama internazionale come Peter Singer e Tom Regan, due docenti di filosofia le cui pubblicazioni hanno avuto eco in tutto il mondo, favorendo la nascita di nuovi movimenti che chiedono la promulgazione di leggi per il riconoscimento dell'animale come essere senziente e portatore di diritti (da notare che la legislazione in materia è tuttora schizofrenica: afferma da una parte e nega dall'altra). Sempre più persone aderiscono al movimento antispecista, che va di pari passo con quello vegan. Specismo è il termine coniato nel 1970 dallo psicologo inglese Richard D. Ryder per definire l'attitudine dell'essere umane a sentirsi superiore rispetto agli altri animali. Il fatto di appartenere a una specie diversa non dà il diritto di prevaricare e di disporre della libertà e della vita di un altro essere vivente; lo specismo invece accorda ai soli animali umani uno status privilegiato. Oggi sono tante le nuove organizzazioni e i gruppi che hanno come obiettivo la diffusione del veganismo e dell’antispecismo, e molte associazioni storiche, già da tempo attive sulle tematiche animaliste, stanno final-

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COSâ€™Ăˆ VEGAN?

mente affiancando ad esse la questione del veganismo. I vegan considerano la liberazione animale una battaglia in corso, dura ma non invincibile: bisogna ancora sradicare l'idea che gli animali esistano su questo pianeta allo scopo di servirci. Per alcuni continuano ad essere invisibili, altri hanno aperto gli occhi e vogliono guardare la realtĂ decidendo di agire e di non voltarsi dall'altra parte.

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1881

1812

A Parigi, Anna Kingsford pubblica la sua tesi in medicina sui benefici della dieta vegetariana.

Pubblicazione negli Usa del primo libro di ricette vegetariane.

1820

1830

I PRIMI PASSI

1810

1840

1850

1860

1847

1870

1880

1890

In Gran Bretagna viene coniata la parola vegetarian e fondata la Vegetarian Society. Joseph Brotherton presiedeva l'incontro storico che ha trovato l'adesione immediata di 150 membri.

1900

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1944

In Inghilterra, Donald Watson, con altri attivisti, fonda la prima associazione vegan, la Vegan Society.

1989

A New York, Lorri e Gene Bauston fondano il primo rifugio(conosciuto) di animali salvati dal processo produttivo del cibo, il Farm Sanctuary.

1910

1920

1930

1940

1950

1960

1970

1990

2000

2001

1947

In Usa, Catherine Nimmo (1887-1985) di Oceano (California) e Rubin Abramowitz di Los Angeles fondano la Vegan Society americana.

1980

1970

In Inghilterra, Richard D. Ryder conia il termine specismo.

In Italia, il 7 febbraio viene fondata la prima associazione nazionale che si definisce vegan: Progetto Vivere Vegan Onlus.


Le ragioni etiche

Le ragioni che spingono le persone a fare la scelta vegan sono diverse, ma uno dei motivi principali è quello di salvare gli animali dalla morte e dalla sofferenza. Pertanto essere vegan non significa fare una scelta alimentare, ma cambiare il proprio stile di vita, dall'abbigliamento al vivere quotidiano. Da quando il naturalista inglese Charles Darwin (18091882) ha affermato che gli uomini derivano dall’evoluzione delle scimmie, è apparso chiaro a tutti che gli esseri umani sono animali come gli altri. Non solo i recenti studi etologici, ma anche la semplice osservazione dei documentari e dei nostri compagni domestici, dimostrano che gli animali sono simili a noi: soffrono, provano emozioni e sentimenti, hanno una vita interiore e un’organizzazione familiare e sociale. Se è ingiusto uccidere un essere umano, allora è ingiusto uccidere un animale. Non solo, prendendo in esame una qualunque capacità (l'intelligenza, la consapevolezza di sé, il linguaggio, ma possiamo sceglierne una qualunque), ci sarà sempre un nutrito gruppo di animali che la possiede in misura maggiore rispetto a determinati esseri umani. Per esem-

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COS’È VEGAN?

pio uno scimpanzé, che condivide con noi più del 98% del patrimonio genetico (Diamond, 1994), un cane o un delfino hanno un’intelligenza paragonabile a quella di un bambino di quattro anni (Wise, 2003). Ma anche se tutti gli esseri umani fossero più intelligenti di tutti gli animali, il problema non cambierebbe. Come già notava due secoli fa il filosofo inglese Jeremy Bentham (1748-1832) la questione non è se gli animali possono ragionare, ma solo se possono soffrire. E se soffrono (e nessuno può negare che un maiale torturato provi dolore) non c’è nessun motivo etico e razionale per rifiutarsi di prendere in considerazione questa sofferenza. I vegani pertanto abbracciano l'antispecismo, quel movimento filosofico, politico e culturale che

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afferma l'assoluta uguaglianza tra specie e che l’uomo non è il più importante tra gli animali, esattamente come l’antirazzismo rifiuta la discriminazione basata sulla razza e l'antisessismo quella basata sul genere sessuale. L'approccio antispecista ritiene che le capacità di sentire, di provare sensazioni come piacere e dolore, di interagire con l’esterno, di manifestare una volontà, di intrattenere rapporti sociali, non siano prerogative unicamente della specie umana, ma che l'attribuzione di tali capacità agli animali di specie non umana comporti un cambiamento essenziale del loro status etico, da equiparare a quello normalmente riconosciuto all’uomo. Da ciò ne consegue una trasformazione profonda dei rapporti tra individui umani e non umani. L'antispecismo, in sostanza, si oppone allo specismo come pensiero unico dominante nell’attuale società umana, basata sul diritto del più forte e sulla repressione del più debole. Per gli antispecisti il veganismo non viene considerato un obiettivo, ma un mezzo per il raggiungimento del loro fine ultimo: una nuova società umana capace di ri-

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COS’È VEGAN?

spettare e di vivere in armonia con le altre specie viventi e tale fine è possibile solo attraverso la lotta per la liberazione animale.

"Perchè dovremmo considerare di minor valore la sofferenza inflitta ad altre creature per il semplice fatto che queste appartengono ad una specie diversa dalla nostra?" Jean Claude Wolf, (1953) professore

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ALLEVAMENTI INTENSIVI

"Non rifiutarti di guardare queste immagini. Se non puoi sopportare di vederle, immagina: quanta sarĂ la sofferenza degli animali che subiscono le torture che le immagini rappresentano?" Frances Power Cobbe, (1822-1904) scrittrice/filantropa "Auschwitz inizia quando si guarda a un mattatoio e si pensa: sono solo animali." Theodor Adorno, (1903-1969) - filosofo e sociologo


I conigli

I conigli vengono allevati in piccole gabbie di rete metallica. In ogni gabbia vi sono più animali, tanto che sono solitamente impossibilitati a muoversi, anche di poco. Non hanno la possibilità di nascondersi in tane, e quindi vivono in uno stato di continuo terrore. Affinché possano sopravvivere allo stress senza morire prima del tempo, vengono loro somministrate varie sostanze chimiche, come antibiotici, anabolizzanti e stimolanti. Gli stimolanti sono necessari perché in questa situazione i conigli possono diventare apatici, perdendo l'appetito. Al macello, i conigli vengono agguantati per una qualsiasi parte del corpo, appesi ai ganci a testa in giù e storditi, ma almeno nel 20% dei casi gli animali non raggiungono uno stato di incoscienza. Gli viene poi tagliata la carotide e la giugulare e vengono lasciati dissanguare. Dopo il dissanguamento, vengono loro tagliate le orecchie e le estremità posteriori per strappargli via la pelle. Vengono poi spellati con una macchina, il loro corpo verrà fatto a pezzi e venduto in macelleria e la loro pelliccia andrà a "decorare" giubbini e cappotti. In un macello si uccidono tipicamente 15.000 conigli ogni settimana.

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Suini da ingrasso

In Italia si producono all’anno circa dodici milioni di capi di suini da macello. La maggior parte dei suini allevati nell’Unione Europea proviene da allevamenti intensivi ed è tenuta in condizioni di terribile sovraffollamento. Oggi una scrofa in allevamento intensivo è in grado di produrre ventidue maialini all’anno. I suini da ingrasso, all’età di tre mesi vengono portati nei box dove chiuderanno il loro ciclo in meno di dodici mesi. La loro aspettativa di vita dipende solo dal peso che devono raggiungere. I box, in cemento, sono in grado di ospitare 10-15 maiali. Da piccoli vengono castrati, operazione spesso svolta da personale non specializzato e senza anestesia. La loro breve esistenza si svolge in condizioni igieniche precarie e quindi anche per loro è necessaria una massiccia somministrazione di farmaci per evitare l’insorgere di malattie. Alla fine vengono macellati, a ciclo industriale, anche migliaia, in una sola giornata. L’uccisione avviene per sgozzamento dopo un preliminare stordimento, ma spesso accade, data la massiccia mole di lavoro, che le cose vengano fatte con leggerezza e che passino alla fase successiva ancora coscienti.

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COS’È VEGAN?

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Polli in batteria

Il 98% dei polli da carne viene allevato in grandi capannoni chiusi, senza vedere la luce del giorno, spesso in spazi angusti. Ogni metro quadrato ospita fino a quattordici polli; gli spazi sono illuminati artificialmente, notte e giorno, per accelerare il ritmo della crescita. Gli animali, che non riescono a muoversi, vengono nutriti con mangimi arricchiti da integratori e antibiotici per evitare che si ammalino. Il 50% degli antibiotici prodotti in Europa è utilizzato dagli animali e il 15% viene immesso nei mangimi a scopo preventivo o per accelerare la crescita. L’allevamento intensivo avicolo ha un ciclo produttivo velocissimo: nell’arco di sei settimane il pulcino destinato alla produzione di carne viene portato ad un peso utile alla commercializzazione. Tassi di crescita così elevati portano a scompensi cardiaci e difficoltà a reggersi sulle zampe. Molti animali muoiono prima del tempo a causa dello stress. Al momento della macellazione vengono appesi a testa in giù, storditi con una carica elettrica e poi fatti dissanguare. Anche in questo caso però accade che spesso qualcosa non funzioni e arrivino allo spiumaggio ancora vivi.

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COS’È VEGAN?

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Manzi, vitelloni e vitelli

La produzione delle carni bovine in Italia rappresenta un settore rilevante dell'agroalimentare. Nel 2007 sono state consumate nel nostro paese 1.470.000 tonnellate di carne e ne sono state esportate 138.000. Indicativamente il 74% delle carni proveniente da bovini macellati nel paese è costituito da vitelloni, il 13% da Vitelli di razze da latte, il 12% sono vacche da latte a fine carriera. Milioni di animali. Vitelli di razze da latte, ad esempio, sono i figli di quelle vacche da latte fatti nascere ogni anno per mantenere la produzione di latte ai massimi livelli. La loro carne bianca, così ricercata, si ottiene perché, tolti subito alle madri, non assumono il colostro, il primo latte, ricco di anticorpi. Vengono fatti ingrassare con dei beveroni a base di acqua e latte in polvere, con dosi minime di ferro, quel tanto che basta per stare in piedi, ma non per prendere colore. Quando le loro madri non sono più produttive vengono uccise a loro volta. I bovini da carne hanno un’aspettativa di vita di 1 o 2 anni, rispetto ai 25 potenziali. La loro morte avviene per dissanguamento, dopo essere stati storditi. Sono quindi ancora vivi. Spesso accade che siano anche coscienti.

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COS’È VEGAN?

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Pecore e agnelli

Quando le pecore non sono piĂš buone per la produzione di lana e le capre producono poco latte, devono essere sostituite con animali piĂš giovani. Vengono quindi macellati e la loro carne venduta. Gli agnellini vengono strappati alla madre a poche settimane di vita, caricati su un camion, e dopo un viaggio estenuante arrivano nei macelli. LĂŹ vengono presi, appesi a un gancio per una zampa posteriore, e storditi con la corrente. Data la scarsa efficacia con cui si dosa la scossa elettrica prima del dissanguamento, accade spesso che gli agnelli siano accoltellati e ancora coscienti si dissanguino nonostante i loro vani sforzi per scappare, sotto lo sguardo degli altri animali che attendono. Ogni anno a Pasqua vengono uccisi in Italia 900 mila tra agnelli, capre e pecore. Animali che arrivano quasi tutti dai paesi dell'est, con lunghi "viaggi della morte", stipati in camion in condizioni insostenibili - molti arrivano al macello piĂš morti che vivi - e mai sottoposti a controlli.

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VANTAGGI INDIRETTI

La scelta vegan si pone come un movimento a tutto tondo, che partecipa attivamente alla soluzione di numerosi problemi sociali, per trasformare la Terra in un luogo bello da vivere per tutti, dove i rapporti si basano sull'empatia, sulla pace, sul rispetto per tutti gli esseri viventi e sull'attenzione verso il pianeta. Praticando il veganismo, contribuiscono a salvaguardare l'ambiente, a rendere disponibile più cibo per tutti, a migliorare la nostra salute fisica e mentale. "Mangiare è anche un gesto ecologico e politico. Nonostante tutti i tentavi di occultare questa semplice verità, il nostro modo di alimentarci determina in larga misura l'uso che noi facciamo del mondo, e ciò che sarà di esso." MIchael Pollan, giornalista


Per l’ambiente

Il cibo che consumiamo è uno dei fattori quantitativamente maggiori nella valutazione del nostro impatto ambientale e i prodotti animali sono fra le cause maggiori di speco di risorse e inquinamento. Gli animali d’allevamento consumano infatti molte più calorie, ricavate dai mangimi vegetali, di quante ne producano sotto forma di carne, latte e uova e come “macchine” che convertono proteine vegetali in proteine animali, sono del tutto inefficienti. D’altronde basta pensare che mentre ci si potrebbe nutrire direttamente con le risorse vegetali coltivate nei campi, si preferisce invece coltivare gli stessi campi per produrre cibo per gli animali chiusi negli allevamenti, per i quali bisogna poi “sprecare” una enorme quantità di risorse energetiche e di acqua. Consumo di acqua ll consumo d’acqua di una dieta che includa carne o latticini è decisamente maggiore di una dieta vegan; per esempio, si pensi che per produrre un kg di manzo possono occorrere fino a 100.000 litri d’acqua, mentre per

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VANTAGGI INDIRETTI

un chilo di frumento ne occorrono solo 900 e per un chilo di soia 2000. Infatti, per un chilo di frumento è necessario in totale utilizzare circa 900 litri di acqua; ma per produrre una bistecca, bisognerà prima di tutto coltivare molto più frumento per nutrire dei bovini per svariato tempo; tempo nel quale andrà dato loro da bere e utilizzata molta acqua per tenere pulite le stalle; ed infine bisogna anche considerare l’acqua utilizzata all’interno dei macelli. In totale, mangiando carne, si consuma circa cento volte più acqua che non mangiando vegan. Tutto ciò è vero anche per gli altri alimenti animali: ad esempio, per la produzione di latte, oltre ai valori della considerazione precedente, si deve considerare anche l’impiego di acqua, non indifferente, necessario per tenere pulite le sale di mungitura e soprattutto i macchinari per mungere. Si arriva così facilmente ad un fabbisogno di circa 100 litri al metro quadro per giorno. Decidendo semplicemente di essere vegan si possono risparmiare più di 5 milioni di acqua ogni anno, equivalenti a lasciare aperta la doccia 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno.

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Effetto serra Un altro aspetto fortemente negativo dell’allevamento è la sua incidenza sull’effetto serra. il contributo della produzione di alimenti animali al totale dei gas serra sia molto rilevante. Questo a causa del metano prodotto dal sistema digerente degli animali con l’emissione di gas intestinali, senza contare che le deiezioni degli animali diffondono nell’ambiente sostanze acidificanti ed eutrofizzanti (che compromettono quindi l’ambiente e rischiano di contaminare l’acqua potabile, come già accaduto in America). Inoltre l’allevamento implica una maggiore serie di attività inquinanti rispetto al coltivare vegetali destinati direttamente all’alimentazione umana, come ad esempio il trasporto di vegetali e la loro trasformazione in cibo per animali.

9%

andride carbonica

35-40% metano

65%

ossido di azoto

Emissioni di gas serra prodotte dal bestiame

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VANTAGGI INDIRETTI

Le emissioni totali di gas serra causate dal settore zootecnico sono pari al 18% del totale dovuto alle attività umane; una percentuale simile a quella da addebitare all’industria e maggiore di quella dovuta all’intero settore dei trasporti.

CO2 prodotta in un anno seguendo diversi tipi di alimentazione. Il raffronto è stato esplicitato in termini di km equivalenti percorsi in auto.

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Deforestazione Gli allevamenti assumono un certo peso anche rispetto alla deforestazione: le foreste pluviali vengono abbattute non tanto per predarne il legname, ma sopratutto per ottenere pascoli per l’allevamento di bovini destinati a fornire carne all’Occidente. Il problema consiste ancora una volta nella necessità di produrre grandi quantità di vegetali non per nutrire direttamente l’uomo ma per sostenere l’allevamento, per poi produrre cibo per una quantità molto minore di esseri umani. Ad esempio, i dati riportano che la maggior parte della deforestazione della Foresta Amazzonica è dovuta all’allevamento di bovini (la cui carne verrà poi principalmente esportata), circa il 60%. Solo circa il 30% è dovuta all’agricoltura di sussistenza o di piccola scala. Una ulteriore riflessione importante: anche per quanto riguarda l’agricoltura c’è un problema causato dall’allevamento; infatti una grossa fetta di risorse vegetali, soprattutto la soia, vengono coltivate per diventare foraggio per gli animali. Quindi, semplificando al massimo: si abbattono grandi aree di foresta per fare campi di soia

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VANTAGGI INDIRETTI

e cereali, che invece di essere usati per nutrire gli uomini (magari di quelle stesse zone), sono usati per sostenere l’allevamento e produrre carne da esportare nei paesi piÚ industrializzati. Ancora un aspetto dal quale emerge lo spreco e il grave impatto ambientale del consumo di carne e altri alimenti animali.

Alberi abbuttuti della Foresta Amazzonica

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Per le persone

Uno tra i motivi per cui le persone hanno effettuato la scelta vegan è il fatto che essa possa essere una soluzione più accessibile, sicura e sostenibile al problema della fame nel mondo. È ormai scientificamente provato che, se tutti scegliessero un'alimentazione a base vegetale, le risorse del pianeta sarebbero sufficienti a sfamare tutta l'umanità, e questo diminuirebbe lo squilibrio nutrizionale tra i grassi popoli del nord e i popoli alla fame del terzo mondo. Questo perché i vegetali in quel caso non dovrebbero nutrire gli animali allevati ma servirebbero direttamente a cibare noi umani, e con un grande risparmio. Gli allevamenti consumano enormi quantità di vegetali che gli animali convertono in carne, latte e uova. Ma questo processo di trasformazione comporta una grande perdita delle proteine e dell’energia contenute nei vegetali: la maggior parte serve semplicemente a sostenere il metabolismo degli animali e non si converte in tessuti commestibili. Un ettaro di terra destinato all’allevamento bovino rende in un anno 66 Kg di proteine; se invece ci si coltiva ad

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VANTAGGI INDIRETTI

esempio la soia (per nutrire esseri umani) abbiamo un raccolto di 1848 Kg di proteine: 28 volte di piĂš.

790 kg

50 kg

di proteine

di proteine

500 cal

100 cal

400 cal

100 cal

Lo schema mostra come la quantitĂ di proteine (o calorie) si riduca con la trasformazione del vegetale in prodotto animale

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Potrebbero esserci risorse per tutti purché equamente distribuite; quindi, occorre soprattutto la volontà politica di agire a favore dei popoli svantaggiati. E per questo il veganismo può rappresentare la giusta risposta all’ingiustizia sociale. Bisogna aggiungere che nelle nazioni economicamente emergenti, dove abita la maggior parte della popolazione mondiale, inevitabilmente cresce la richiesta di uno stile di vita analogo a quello occidentale, comprese le abitudini alimentari. È impensabile che si possa nutrire con carne, pesce e derivati nella stessa quantità tutte le persone che abitano il pianeta (abbiamo raggiunto i 7 miliardi): è sempre più necessario un cambio di rotta, ed è questo ciò in cui credono i vegani. Tutto è collegato. Le scelte che facciamo non influenzano solo la nostra vita, ma anche quella degli altri.

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VANTAGGI INDIRETTI

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Per la salute

La salute delle persone dipende da diversi fattori, ed è certamente influenzata in modo significativo dal nostro stile di vita. I dati epidemiologici parlano chiaro: i vegan godono di una salute migliore rispetto agli onnivori. Una dieta senza prodotti animali riduce l’incidenza di numerose patologie, in particolare quelle cardiocircolatorie e tumorali, che sono le prime cause di morte nei paesi industrializzati e le più difficili da curare. Secondo i nutrizionisti della American Dietetic Association e i Dietitians of Canada, “le diete vegane ben bilanciate e altri tipi di diete vegetariane risultano appropriate per tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia e adolescenza. Le diete vegetariane offrono molteplici vantaggi sul piano nutrizionale, compreso un ridotto contenuto di acidi grassi saturi, colesterolo e proteine animali, a fronte di un più elevato contenuto di carboidrati, fibre, magnesio, potassio, acido folico e antiossidanti, quali ad esempio le vitamine C ed E e le sostanze fitochimiche”.

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COS’È VEGAN?

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MANGIAR VEGANO

"La gente mangia carne e pensa che diventerà forte come un bue. Dimenticando che il bue mangia l'erba." Pino caruso, (1934) attore e scrittore I vegani eliminano completamente ogni tipo di prodotto di derivazione animale, pertanto si cibano esclusivamente di vegetali. Ciò può comportare all'insorgere di carenze alimentari che tuttavia possono essere eliminate attraverso una corretta dieta vegana.


La dieta vegana

I vegani , per poter seguire i propri ideali, si nutrono esclusivamente di vegetali. Tuttavia la loro dieta è molto articolata e tutto sommato varia. I cibi che occorrono sono quelli di stagione, non trattati chimicamente, possibilmente non raffinati o confezionati e meglio se a chilometro zero. Gli alimenti indispensabili, che si trovano praticamente ovunque, sono: cereali (sia in chicchi che lavorati come la pasta), legumi, verdure di stagione, frutta fresca, frutta secca. Ăˆ poi utile aggiungere semi, alghe, germogli, ovvero alimenti ricchi di nutrienti. Altri cibi non indispensabili, ma che aiutano a variare il menĂš, sono oli vegetali, malti, sciroppi e zucchero di canna a cui si aggiungono prodotti alimentari particolari, che ricordano cibi di origine animale sia nell'aspetto che nel gusto. Ad esempio si possono trovare wurstel, hamburger, panna da montare e persino alimenti confezionati che vogliono imitare il sapore del pesce (finti gamberetti, anelli di totano o tranci di tonno). Questi prodotti generalmente sono alimenti derivati dalla soia e ne esistono diversi tipi, come ad esempio Tofu e Tempeh.

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MANGIAR VEGANO

I prodotti alimentari "speciali"

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La dieta vegana è attenta a fornire il necessario apporto di sostanze indispensabili per il nostro organismo: infatti bisogna prestare attenzione a integrare tutte quelle molecole che non vengono assunte per via dell'eliminazione dei prodotti animali.

Nella tabella vengono messi a confronto 3 differenti tipi di latte: umano, vaccino e di mandorle. Ne risulta una forte somiglianza tra il latte umano e quello di mandorle, pertanto si può intuire come il latte vegetale possa essere altrettanto nutritivo quanto quello che assumiamo nella fase in cui il metabolismo è piÚ attivo in senso anabolico (di costruzione).

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MANGIAR VEGANO

OLII E DOLCI NOCI E SEMI

TOFU E SEITAN

LEGUMI

ORTAGGI

FRUTTA

VERDURA

PANE

FRUTTA SECCA

PASTA

CEREALI

Piramide alimentare vegana

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VEGAN IN ITALIA

Lo stile di vita vegano si è diffuso anche in Italia da diversi anni. Nonostante la forte impronta nutrizionistica data dalla tradizione culinaria italiana, diverse persone hanno abbracciato il veganismo, soprattutto per una motivazione di tipo etico.


Diffusione in Italia

In Italia, la prima associazione dichiaratamente vegan, Progetto Vivere Vegan (Onlus), è stata fondata nel 2001 da Dora Grieco, Merry Orling e Roberto Politi a Firenze. Nata con l'obbiettivo di diffondere il veganismo e l’antispecismo, coniuga informazione teorica e pratica, ritenendo che solo le scelte concrete di ognuno possano fare veramente la differenza. Secondo il Rapporto Eurispes 2011 vegetariani e vegani in Italia sono il 6,7%. L’amore e il rispetto per gli animali a volte finiscono per influenzare anche le abitudini alimentari dei soggetti che, per tutelare l’ambiente e proteggere la biodiversità, rinunciano a carne, pesce e talvolta anche a uova e latte. Che si chiamino vegetariani o, nell’accezione più estrema, vegani, essi costituiscono ormai anche nel nostro Paese un fenomeno sociale sul quale è opportuno soffermarsi ad indagare. Mangiare esclusivamente vegetali è un’abitudine per il 6,3% della popolazione che ha eliminato dalla propria dieta carne e pesce, lo 0,4% ha optato per una decisione ancora più drastica che prevede l’esclusione anche del latte e delle uova: il veganismo. A preferire uno stile alimen-

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VEGAN IN ITALIA

tare di tipo vegetariano o vegano sono in prevalenza le donne (rispettivamente 7,2% vs 5,3% degli uomini; 0,5% vs 0,3%), i giovanissimi tra i 18 e i 24 anni (13,5%) e, a sorpresa, tra gli over 65 (9,3%). Molto alta appare, poi, la percentuale di coloro che sono mossi in tal senso da ideologie animaliste (44%) che mal sopportano l’uccisione di animali per la macellazione delle carni. A questo risultato si associa la parte degli intervistati che scelgono la via del vegetarismo per ragioni di tipo ambientalista (2%).

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Vegan e cucina tradizionale

Ricette senza alimenti di origine animale, buone e sfiziose, per fortuna oggi se ne trovano in abbondanza; tuttavia spesso in chi si accosta alla cucina vegan subentra il timore di non essere in grado di cucinare ingredienti nuovi come tofu, seitan, muscolo di grano (e recentemente i vegformaggi), per non parlare delle preoccupazioni riguardo al loro costo e alla loro facilità di reperimento. Inoltre, poiché il vegetarismo in generale si ispira alla cucina mediorientale o asiatica, perde la sua attrattiva, soprattutto per un popolo come quello italiano, che va fiero della sua tradizione culinaria, la dieta mediterranea. Ma è proprio in essa che i vegani vedono la soluzione: deriva inffatti da una storia dinamica, aperta agli scambi e alle novità; ed è così che si può attingere alle ricette italiane tradizionalmente vegane o modificare quelle più classiche, sostituendo gli ingriedenti di origine animale con altri veg.

Nella pagina accanto: lasagne e spiedini vegani.

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Bibliografia e sitografia Guida al vivere vegan D. Grieco, J. Ceccarelli, Terra Nuova, 2013 Il veganismo Stefano Momentè, Xenia, 2011 Vegan Progetto Vivere Vegan Onlus, Giunti, 2005 La cucina etica regionale Nives Arosio, Sonda, 2012 Vegan Italia http://www.veganitalia.com Progetto Vivere Vegan Onlus http://www.viverevegan.org Dalla fabbrica alla forchetta: sai Cosa Mangi? http://www.saicosamangi.info

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