Lessismore autunno 2016

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outdoor stylelife

LESS isMORE fabiomenblog magazine

outdoor sensations oriented

numero #4 autunno 2017

vertical de fully

inizio autunno in costa smeralda

limone extreme

tra i lagi dell’alta engadina

zacup del grignone nel regno dei cavalli

copia gratuita

chiavenna-lagunc



www.nortecsport.com


> RIVISTA CARTACEA > WEB MAGAZINE > APPLICAZIONE

IN USCITA A maggio 2017 www.monferratocasalese365.com - info@monferratocasalese365.com


LA PRIMA RIVISTA CARTACEA DEDICATA AL MONFERRATO CASALESE


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Autunno 2016

indice 67 | Fine setate tra i ghiacciai della Vel Veny

15 | Fully, il tempio del Vertical

73 | Engadina in autunno con Chiara Gianola

33 | Inizio autunno alla scoperta della Costa Smeralda

83 | Pasturo, la Zacup in formato ridotto

45 | Valtellina, nel regno di Maurizio Torri

95 | Portofino, ultima tentazione autunnale

55 | Limone, finale con forza sette

101 | Chiavenna, sul mitico sentiero per Lagunc

59 | World Series, la prima volta di Alexis

119 | Sondrio, fine stagione in vigna


LESS is MORE 365 COMUNICATION S.r.l. Strada Valenza 4/H - 15033 Casale M.to P. IVA 02522050087

Numero Quattro Autunno 2016

DIFFUSIONE GRATUITA a cura di FABIO MENINO www.fabiomenblog.com I testi e le immagini contenuti nel presente documento godono dei diritti contemplati dalla legge sui diritti d’autore E fatto divieto riprodurre, anche se parzialmente, qualsiasi parte del presente documento previo consenso degli autori per qualsiasi richiesta in merito: info@fabiomenblog.com Per inserzioni pubblicitarie info@fabiomenblog.com VUOI DIVENTARE UN COLLABORATORE DI LESSisMORE?

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Autunno 2016

editoriale di Fabio Menino

L’

autunno arriva sempre quando meno te lo aspetti. Meglio ancora, l’autunno arriva sempre inesorabile quando senti il desiderio di vivere ancora un po d’estate. Poi la luce diurna si concede sempre meno fino al momento del cambio dell’ora. Allora ti rendi conto che l’autunno è realmente arrivato e che la tua mente dovrà presto abituarsi ai nuovi ritmi di vita dettati dallo scorrere del tempo. Fin da bambino, ho sempre considerato l’autunno come una stagione diversa da tutte le altre. Penso che questo sia dovuto a tutti i forti contrasti che si porta con se, uno su tutti, sempre tornando indietro nel tempo, il passaggio dagli spensierati mesi estivi al traumatico ritorno sui banchi di scuola. Pensandoci bene, però, se dovessi descrivere l’autunno, specie il suo inizio, mi vengono in mente due fattori su tutti; i colori e le buone intenzioni. Per chi ama la natura, a maggior ragione per chi sente il desiderio d’immortalarla in qualche modo, l’autunno è una continua sorpresa. I lenti colori dalle tinte verdi che caratterizzano l’estate, quasi immobili, si animano improvvisamente offrendo una sorprendente varietà cromatica che cambia di giorno in giorno. Per chi nutre il desiderio d’immortalare la natura, con una fotografia, un dipinto, uno scritto o anche solo nella propria mente, il primo mese d’autunno è un’occasione

imperdibile e all’insegna dell’esplorazione. Penso che questo sia sotto gli occhi di tutti, specie per chi vive al di fuori di un contesto particolarmente urbanizzato o, comunque, per chiunque riesce a concedersi del tempo in mezzo alla natura. Riguardo al fatto dei buoni propositi, invece, il discorso merita qualche spiegazzione in più. Quando ero studente, arrivato settembre, non c’è stato anno che non mi sia ripromesso di migliorare le brutte abitudini dell’anno precedente. Fondamentalmente, i miei due crucci maggiori erano relativi al disordine e alla gestione del tempo. Ecco perchè, in sostanza, almeno per le prime due settimane di scuola, tenevo il diario ordinato e studiavo giorno per giorno. Poi, inesorabilmente, il mio istinto prendeva il sopravvento, le pagine del diario rimanevano bianche come gli anni precedenti e studiavo le lezioni solo alla vigilia di un’interrogazione o di un compito in classe. Con il passare degli anni, quando lo studio si è poi trasformato in lavoro, la sostanza del discorso non è mai più cambiata. Ho sempre considerato l’autunno come una sorta d’inizio anno e ho sempre disatteso i miei buoni propositi. Tutti questi discorsi sull’autunno, ritornano oggi più forti che mai con questo nuovo numero di LESSisMORE, il quarto da quando è incominciata questa avventura editoriale, il primo che racconta del periodo autunnale.


I colori dell’autunno tra le colline del Monferrato

Senza averlo premeditato, direi in modo istintivo, la copertina della pubblicazione si è improvvisamente colorata. E sempre senza averci pensato molto, si tratta di colori che si avvicinano molto a quelli che ho ammirato per settimane intere sulle colline del Monferrato, ovvero il luogo in cui vivo. L’autunno, per gli sport outdoor di montagna, rappresenta un periodo dell’anno, per certi versi, transitorio. Si svolgono le ultime gare di corsa dell’anno, si guarda in alto alla ricerca della prima neve e poi, in trepida attesa, si attendono le prime competizioni di sci alpinismo. Il tutto avviene sempre troppo velocemente, segno evidente che il tempo scorre a una velocità per la quale la nostra mente non strutturata per abituarsi con fsacilità. E quando si è finalmente pronti al cambio di stagione, con le ultime foglie che si lasciano cadere dolcemente dagli alberi e la prima neve che avvolge i pendii degli alpeggi, inevitabilmente arriva anche la malinconia per tutto quello che si è lasciati dietro. Si ripensa a tutto l’anno appena trascorso, prima

con il lungo inverno trascorso sugli sci, poi con le prime corse primaverili, quindi al caldo dell’estate e, infine, proprio allo stesso autunno. Ventisei competizioni a cui ho partecipato come fotografo, altrettante situazioni in cui ho affrontato scelte, a volte giuste, a volte sbagliate, con il solo fine di immortalare nel miglior modo possibile quanto ho avuto il piacere di ammirare. Molti luoghi nuovi esplorati e altrettante nuove conoscenze di persone. Tutto questo, a grandi lineee, è stato il mio anno che sta per volgere al termine. Il tutto raccontato sulle pagine di LESSisMORE con centinaia di fotografie e migliaia di parole. Il tutto, cosa ancora più importante, senza mai aver smarrito anche solo per un istante la passione per quello che faccio. Con la speranza che le pagine di questo quarto numero possano suscitare in tutti i lettori quella dolce malinconia per l’autunno e l’intero anno ormai alle porte, il mio augurio più sincero e che per tutti voi si tratti di un fantastico anno 2017, ovviamente all’insegna degli sport outdoor di montagna.


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LE STATISTICHE DEI PRIMI TRE NUMERI DI LESSisMORE

STATISTICHE ULTIMO NUMERO DI LESSisMORE - Estate 2016 Reads 2.286 - Impressions 4.567 - Read times 5,5 days

LETTURE

Reads 5.113 - Impressions 14.237 - Read times 11,7 days

USCITE

2.286

1.842 985 Primavera 2016

Speciale Alta Valtellina

Estate 2016

quattro copertine di Fabio Menino

La

copertina di LESSisMORE, almeno per me, non è una pagina come tutte le altre, è una pagina speciale. Con il trascorrere dei mesi, infatti, la ricerca dell’immagine di copertina ha sempre più condizionato la mia attività di fotografo. Se per il primo numero, e in parte per lo speciale del secondo numero, si è trattato per lo più di una scelta tra le fotografie scattate, successivamente è diventata una priorità che mi sono imposto ogni qual volta mi trovassi in qualche situazione legata all’ambiente outdoor. L’aspetto affascinante di questo approccio consiste nel fatto che nella mia testa non esiste e non esisterà mai una copertina perfetta. Ogni circostanza, infatti, diventa l’occasione per sognare uno scatto perfetto che sappia rappresentare al meglio la stagionalità e lo stile di LESSisMORE. A riprova di quanto stia dicendo, nel lasso di tempo che intercorre tra un numero e l’altro, l’immagine di copertina del nuovo documento di lavoro cambia ripetutamente ogni qual volta abbia a disposizione uno scatto che reputo più interessante dei precedenti.

A volte, inoltre, mi capita d’immaginare a priori la nuova copertina di LESSisMORE, contemplando ambienti, situazioni e personaggi che vorrei vi comparissero. La copertina, oltre ad essere la pagina più visualizzata di ciascun numero, la considero come un biglietto da visita che sintetizza tutte le esperienze vissute nel corso della stagione. E’ l’immagine che, più di ogni altra, rimane a memoria storica del lavoro fatto, quella che, da sola, deve essere in grado di attirare l’attenzione del maggior numero possibile di lettori e di partner. Ogni qualvolta osservo le quattro copertine finora pubblicate, la mia mente ritorna istintivamente indietro nel tempo facendomi rivivere tutti i momenti trascorsi in giro per i monti. Nello stesso frangente, però, la fantasia corre verso il futuro, verso il sogno della prossima copertina e della sua immagine. Ecco perchè, almeno per me, la copertina di LESSisMORE non è una pagina qualunque, più semplicemente, è una pagina speciale.


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Autunno 2016

social

di Fabio Menino

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Attivita’ sulle pagine Facebook e Instagram

Fabiomenblog - Less is More web magazine

Periodo: autunno 2016

F

acebook rappresenta ad oggi (dati riferiti al periodo Dicembre 2015 – Giugno 2016) l’azienda con la maggiore presenza online per utenti attivi mensili all’interno dei social network e/o servizi di messaggistica istantanea. Non solo Facebook.com con 1 miliardo e 650 milioni di utenti ma anche WhatsApp (1 miliardo di utenti attivi), Facebook Messenger (che ha recentemente superato 1 miliardo di utenti) e ovviamente Instagram (500 milioni di utenti attivi). Nel mondo dei social network e/o servizi di messaggistica istantanea, però, alcuni esperti di settore sono concordi sul fatto che l’inerlocutore con maggiori prospettive di crescita nel breve periodo sia Snapchat che, di fatto, sta “rubando” i millennial users a Facebook e si sta imponendo quale social network preferito dal pubblico di età compresa tra 18 e 24 (46,8%) e tra 18 e 34 (70%). Con una stima di oltre 300 milioni di utenti attivi, la sua caratteristica principale è che i messaggi si auto distruggono nel lasso di pochi minuti e che, per questo motivo, ha dato vita a un nuovo tipo di comunicazione senza troppe remore. Fonte: blog.bufferapp.com

MIGLIORI POST DEL PERIODO 1. FACEBOOK - KILIAN JORNET A FULLY Persone raggiunte: 13.653 Like: 261 Condivisioni: 16 Commenti: 7 2. FACEBOOK - FAMIGLIA DE GASPERI Persone raggiunte: 7.939 Like: 243 Condivisioni: 2 Commenti: 16

ATTIVITA’ COMPLESSIVA DEL PERIODO Pagina Facebook Fabiomenblog Like al 15 Settembre 2016: 4.284 Like al 21 Dicembre 2016: 4.457 Differenza: +173 (+4%)

Pagina Instagram Fabiomenblog Follower al 15 Settembre 2016: 1.111 Follower al 21 Dicembre 2016: 1.256 Differenza: +145 (+13%)

Pagina Facebook Less is More Web Magazine Like al 15 Settembre 2016: 788 Like al 21 Dicembre 2016: 1.207 Differenza: +419 (+53%)


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il come di una fotografia di Fabio Menino

La

scusa ufficiale era quella di andare a far visita alla nuova gelateria di Elisa, Marco e Bruno. Perlomeno, mi pare di ricordare che si sia trattato di questo. In realtà, e questo me lo ricordo bene, sentivo più semplicemente il bisogno di tornare in Valtellina e di trascorrere qualche ora proprio con Elisa e Marco. Non fosse stato altro che era ormai da qualche giorno che la stessa Elisa continuava ad esternare le sue ansie in merito, la mia ultima visita a Bormio ha coinciso anche con il primo giorno di scuola della piccola Lidia. A priori, avevo pensato più di una volta che mi sarebbe piaciuto avere qualche fotografia in grado d’immortalare questo periodo speciale. Mai e poi mai, invece, avrei immaginato di scattare la fotografia in questione. Non lo avrei mai immaginato perchè, considerando la frenesia e i ritardi che contraddistinguono la famiglia De Gasperi durante

le prime ore della giornata, il solo pensiero di vederli tutti e tre insieme, apparentemente tranquilli, all’entrata di scuola, sarebbe stato irrealistico. E invece, proprio quella mattina, sia Elisa che Marco hanno deciso di portare Lidia a scuola. Si è trattato solo di un attimo; quando ho capito che sarebbero entrati tutti e tre nel cortile della scuola, ho corso poco più avanti di loro con l’unica volontà di immortalarli davanti al grosso portone di ferro. A volte le cose capitano per caso, spesso le cose capitate per caso sono quelle che si rivelano poi essere le più importanti. Per i tanti momenti trascorsi insieme negli ultimi tre anni e per tutti i sentimenti che provo nei loro confronti, la fotografia che ritrae Marco, Lidia ed Elisa all’ingresso della Scuola Media di Bormio, la considero, non solo una delle più belle che io abbia mai scattato, ma anche una delle più importanti che custodirò preziosamente tra i miei ricordi.



5 prove per 88 km e 3.660 m D+ da correre sulla neve

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05.02.17

Snow Trail Race

- Montgenèvre (FRA) www.trailenbrianconnais.com 05.03.17

Dolomiti Winter Trail - Cavalese (TN)

www.dolomitiwintertrail.it 12.03.17

Santa Caterina Winter Trail - Santa Caterina Valfurva (SO)

www.valtellinawinetrail.com 18.03.17

Sunset Running Race - Pratonevoso (CN)

www.sunsetrunningrace.it 26.03.17

ELISA Desco

Con almeno tre prove concluse MASCHILE 1° 1.000,00 - 2° 700,00 - 3° 500,00 - 4° 300,00 - 5° 150,00 FEMMINILE 1° 700,00 - 2° 500,00 - 3° 300,00 - 4° 150,00 - 5° 100,00

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LUCA Cagnati

MARCO De Gasperi MARCO Moletto

TADEI Pivk

Tarvisio Winter Trail - Tarvisio (UD)

www.tarvisiowintertrail.com

MONTEPREMI

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fully il tempio

del vertical 22 ottobre 2016

Nadir Maguet vince la storica gara elvetica facendo registrare una delle migliori prestazioni stagionali, e di sempre, nel Vertical Kilometer

shoot Atleta: Kilian Jornet (ESP) Luogo: Fully (SUI) Evento: Vertical de Fully Fotografo: Fabio Menino



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Autunno 2016

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sogni di record e di gloria di Fabio Menino

C

ome ogni anno, le aspettative per il Vertical de Fully erano decisamente forti. Tutti gli appassionati della disciplina, ma non solo, hanno atteso con interesse l’esito del vertical più famoso e più partecipato del Mondo. Quest’anno, però, la prestigiosa lista dei partenti ha aggiunto un tassello importante, quello dello spagnolo Kilian Jornet che ha annunciato la sua presenza pochi giorni prima della manifestazione. Immediatamente, l’immaginario collettivo si è focalizzato sulla sfida tra lo stesso Kilian e l’italiano Urban Zemmer, il Re del Vertical nonchè il Re di Fully. Inevitabilmente, parlando di sfida tra questi due grandi campioni, specie su un terreno di gara come quello costituito dalle vecchie rotaie di Fully, l’attenzione si è spostata sulla possibilità che qualcuno dei due, o entrambi, fossero stati in grado di migliorare il record del percorso, ovvero il record del Mondo nel Vertical Kilometer. Io per primo, non mi sono sottratto a questa suggestiva ipotesi ed ho scritto un articolo sul mio blog dal titolo “Urban e Kilian a Fully, a pochi passi dal record…” che qui ripropongo: “Li immagino concentrati e immersi nella cadenza dei loro respiri. Li immagino con lo sguardo rivolto al basso, consapevoli che la loro fatica si concluderà solo al termine di quelle interminabili rotaie. Infine, li immagino fieri di se stessi per essere riusciti a esprimere quanto di meglio la loro mente e il loro corpo fosse in grado di fare quel giorno. Ecco come mi immagino tutti gli atleti che sabato mattina saranno impegnati lungo la ripida salita che taglia in due le vigne di Fully. Tra di loro, per la prima volta in questo storico teatro naturale del Vertical Kilometer, si incontreranno anche Urban Zemmer e Kilian Jornet. Urban a Fully vanta almeno due primati; ha vinto tutte e quattro le edizioni a cui ha partecipato, le ultime quattro, e detiene il miglior crono di sempre che coincide con il miglior tempo di sempre in un Vertical Kilometer. La sequenza delle sue performance a Fully è decisamente impressionante: 30’11’ nel 2015, 29’42’’ nel 2014, 30’54’’ nel 2013 e 30’26’’ nel 2012.

Nella lista delle 50 migliori prestazioni di sempre a Fully, solo l’italiano Nicola Golinelli è riuscito a inserirsi tra le sue tre migliori prestazioni con un fantastico 30’25’’. Ironia della sorte, tra i tanti atleti che Urban ha affrontato lungo le rotaie di Fully, non compare il nome di Kilian Jornet, il più polivalente di tutti gli atleti dell’outdoor running, in grado di primeggiare dalle corte gare verticali fino alle 100 miglia. La storia di Kilian a Fully, però, segue strade differenti rispetto a quella di Urban. Ha esordito nel 2006 quando, con il tempo di 31’55’’ è riuscito a stabilire il nuovo record tra gli juniors e vincere la classifica generale. L’anno successivo, si è nuovamente imposto con il tempo di 31’52’’. Nel 2008, infine, si è classificato secondo con il tempo di 32’33’’. Poi, nessun’altra partecipazione. Ad oggi, il suo miglior tempo a Fully, è solo il ventunesimo miglior tempo di sempre. Segno evidente che ha un conto in sospeso con questa gara. Sabato ci saranno tutti e due, insieme a molti dei migliori interpreti della disciplina. Urban quest’anno ha corso meno del solito ma, intuendo il suo carattere, se si presenta a Fully è perché sa di poter fare bene, ovvero, tradotto, sa di poter vincere. Anche Kilian quest’anno ha corso meno del solito ma, anche per lui, intuendo il suo carattere, se si presenta a Fully è perché sa di poter fare bene, ovvero, tradotto, sa di poter vincere. E per vincere a Fully, entrambi sanno molto bene che il tempo finale deve gravitare nell’ordine di grandezza della mezz’ora, ovvero, tradotto, pochi passi di differenza dal record”. A conti fatti, per quello che poi è successo effettivamente in gara, anche se Urban e Kilian sono stati due protagonisti indiscussi e anche se effettivamente sono andati a pochi passi dal record, nessuno dei due è riuscito a scrivere il proprio nome nell’albo d’oro della manifestazione. Chi vi è riuscito, invece, è stato Nadir Maguet, quest’anno relativamente assente dal grande circuito internazionale del Vertical Kilometer ma in grado di cogliere un risultato che, da solo, è in grado


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Christel Dewalle (FRA), prima in in 35’57’’

Urban Zemmer (ITA), secondo in 30’28’’



Kilian Jornet (ESP), quarto in 30’33’’




23 di suggellare un’intera carriera. Per comprendere in tutta la sua essenza la portata di questa vittoria, è però necessario fare un passo indietro e analizzare cos’era avvenuto nelle quindici edizioni fino ad allora disputate. Alla vigilia della gara, questi erano i migliori tempi di sempre a Fully: 1. Urban Zemmer 29’42’’ 2. Urban Zemmer 30’11’’ 3. Nicola Golinelli 30’25’’ 4. Urban Zemmer 30’26’’ 5. Manfred Reichegger 30’42’’ 6. Remi Bonnet 30’44’’ 7. Manfred Reichegger 30’46’’ 8. Urban Zemmer 30’54’’ 9. Emmanuel Vaudan 30’56’’ 10. Marco Moletto 30’56’’ 11. Nejc Kuhar 31’00’’ 12. Martin Anthamatten 31’09’’ 13. Marco Moletto 31’26’’ 14. Martin Anthamatten 31’29’’ 15. Pierre Chauvet 31’30’’ 16. Marco De Gasperi 31’37’’ 17. Alexis Sevennec 31’37’’ 18. Marco Moletto 31’39’’ 19. Nicola Golinelli 31’45’’ 20. Martin Anthamatten 31’46’’ 21. Kilian Jornet 31’52’’ 22. Andreas Steindl 31’53’’ 23. Kilian Jornet 31’55’’ 24. Dennis Brunod 31’56’’ 25. Nicola Pedergnana 31’57’’ 26. Marco Facchinelli 31’58’’ 27. Werner Marti 32’04’’ 28. Kevin Arrandel 32’04’’ 29. Werner Marti 32’05’’ 30. Pierre Chauvet 32’06’’ 31. Alexis Sevennec 32’07’’ 32. Emmanuel Vaudan 32’07’’ 33. Manuel Da Col 32’08’’ 34. Pierre Chauvet 32’09’’ 35. Jean-Francois Philipot 32’10’’ 36. Serge Garnier 32’14’’ 37. Werner Marti 32’17’’ 38. Emmanuel Vaudan 32’18’’ 39. Emmanuel Vaudan 32’18’’ 40. Emmanuel Vaudan 32’21’’ 41. Alessandro Follador 32’26’’ 42. Jean-Francois Philipot 32’28’’ 43. Emmanuel Vaudan 32’38’’ 44. Pierre Chauvet 32’32’’ 45. Kilian Jornet 32’33’’ 46. Matheo Jacquemoud 32’44’’ 47. Denis Trento 32’46’’ 48. Pierre Bruchez 32’47’’ 49. Pierre Bruchez 32’48’’ 50. Marco Moletto 32’49’’

Il solo fatto che per entrare nelle migliori cinquanta prestazioni di sempre un atleta debba salire quei 1.000 metri di dislivello positivo in meno di 32 minuti e 50 secondi, è senz’altro uno di quegli elementi che rende il Vertical de Fully una gara unica al Mondo. Poi però, come ogni anno, su quella ripida linea retta ben visibile anche dall’autostrada e che taglia in due, prima le vigne, poi i boschi appena sopra Fully, qualcosa di magico è accaduto e altri dieci atleti sono riusciti ad entrare in questo prestigioso elenco. Dopo la prova di oltre 600 atleti che per comodità di linguaggio, ma non di certo in termini di prestazione, vengono definiti “popolari” il tifo già sostenuto si è trasformato in una vera e propria bolgia fatta di colori, suoni e grida. Negli ultimi metri di gara, infatti, migliaia di tifosi assiepati all’inverosimile hanno atteso il passaggio degli atleti “elite”, ovvero quelli che sulla carta erano dati per favoriti. Prima le donne, con la francese Christel Dewalle che centra l’ennesimo successo nella manifestazione con il tempo finale di 35’57’’. Alle sue spalle, nell’ordine, le italiane Beatrice Deflorian in 38’42’’ e Serena Vittori in 39’04. Un secondo e un terzo posto che, ancor prima di conoscere l’esito della gara maschile, come da molti anni a questa parte, confermano il Team La Sportiva quale il più forte al Mondo nel Vertical Kilometer. Il suono dei molti campanacci si fa sempre più assordante e altro pubblico cerca di ritagliarsi un piccolo spazio lungo i centro metri di binari che precedono l’arrivo. E’ un unico sventolio di bandiere accompagnato da grida d’incitamento sempre più vigorose. La pendenza è decisamente sostenuta e il rischio per gli spettatori e quello di cadere o di far rotolare qualche pietra sul percorso di gara. Passano tutti veloci, troppo veloci. Concentrato nel cercare di scattare più fotografie possibili con una posizione che nulla o quasi ha di comodo, fatico a riconoscere gli atleti. Più facile intuire dal frastuono del pubblico di chi si tratti, su tutti Urban Zemmer e Kilian Jornet. Fatico anche a rendermi conto dell’entità delle loro prestazioni anche se, in cuor mio, sento che anche quest’anno Fully ha saputo regalare, oltre alle emozioni, anche performance straordinarie. Arriva la conferma dai primi tempi forniti dal servizio cronometrico: Nadir Maguet vince la gara in 30’17’’, secondo Urban Zemmer in 30’28’’, terzo Marco Moletto in 30’28’’, quarto Kilian Jornet in 30’33’’ e quinto Patrick Facchini in 30’35’’. Cinque tempi che entrano nella top ten di sempre a Fully, ovvero, anche quest’anno, qualcosa di semplicemente straordinario. Rimane giusto il tempo per parlare con qualche atleta a fine gara, per bere qualche bicchiere di buon vino offerto agli organizzatori in compagnia di Marino, per festeggiare la vittoria di Nadir con i suoi molti tifosi valdostani e poi ritorno a casa per riguardare tutti i momenti di questa fantastica avventura in terra elvetica.


24

Marco Moletto (ITA), terzo in 30’28’’


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Marco De Gasperi (ITA), undicesimo in 32’53’’


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Nicola Pedergnana (ITA), ottavo in 31’22’’

Emmanuel Vaudan (SUI), diciottesimo in 34’47’’


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nel segno di Nadir, Urban e Marco di Fabio Menino

Se

dovessi dare un voto al mio lavoro di fotografo svolto a Fully, senza pensarci troppo, questo sarebbe abbondantemente sotto la sufficienza. Lo sarebbe, essenzialmente, perchè non sono riuscito ad immortalare come avrei voluto i primi tre atleti in classifica, ovvero Nadir Maguet, Urban Zemmer e Marco Moletto. E, visto e considerato che è il risultato finale che conta, appellarsi alla concitazione del momento, al pubblico caotico o alla posizione scomoda in cui mi trovavo, vorrebbe dire aggrapparsi a degli alibi sostanzialmente inutili. Specie per Nadir, che ha vinto la gara con il terzo miglior tempo di sempre e che non avevo ancora avuto il piacere di fotografare nel corso della stagione, il fatto di non essere riuscito ad immortalarlo come avrei voluto si tratta di una circostanza che mi provoca un grosso senso d’incompiuto. In parte, lo stesso discorso vale anche per Urban Zemmer e Marco Moletto perchè, almeno per me, le foto che contano a Fully sono quelle dove si riesce a cogliere quella frazione di secondo in cui gli atleti alzano lo sguardo per scrutare il terreno davanti a loro. Detto questo, venendo alla sostanza dei fatti, quest’anno a Fully è accaduto qualcosa di unico. Il vertical più famoso del Mondo, infatti, ha visto primeggiare tre atleti italiani e, aspetto non trascurabile per quanto è accaduto, si tratta di tre atleti della stessa squadra, ovvero del Team La Sportiva. Dico che si tratta di un aspetto non trascurabile perchè quello di Fully può essere considerato come uno dei tanti traguardi prestigiosi raggiunti dal team italiano nel corso di un bel progetto fatto di sport e di persone iniziato molti anni or sono. Da quando ho incominciato ad appassionarmi di vertical kilometer, guarda caso proprio a Fully nell’edizione del 2012, ho sempre e solo considerato il Team La sportiva quale l’interlocutore più presente e convincente in questa disciplina dello skyrunning. Ecco perchè, tolto il discorso di Urban Zemmer che da solo impersonifica l’intero movimento, quanto sono riusciti a dimostrare Nadir Maguet e Marco Moletto non può fare altro che incutermi un profondo senso

di gioia. Da qualche anno a questa parte, ho sempre sentito parlare di Nadir Maguet come una giovane promessa, tanto della corsa a piedi quanto dello sci alpinismo. Il tutto, ovviamente, al netto dei suoi eccellenti risultati già ottenuti nelle categorie giovanili. Il termine “promessa”, l’ho sempre associato a un discorso di confronto e di risultati in termini di classifica assoluta, ovvero con gli atleti che non appartengono più alle categorie giovanili. Almeno per me, quel suo 30’17’’ fatto registrare a Fully, unitamente al fatto che gli sia valso la vittoria finale, segnano in modo inequivocabile la storia sportiva dello stesso Nadir. Dal 22 ottobre 2016, infatti, in poco più di mezz’ora, Nadir è passato da essere una giovane promessa a un campione a tutti gli effetti. Questo perchè, molto semplicemente, non è possibile vincere questa gara, battere Urban Zemmer su uno dei suoi terreni preferiti e far registrare il terzo miglior tempo di sempre senza essere un campione. Con la dovuta tranquillità e maturità che lo contraddistingue, inoltre, porterà questo risultato in dote nell’imminente stagione invernale dello sci alpinismo. Un discorso molto simile vale anche per Marco. Me lo ricordo come fosse oggi quando concluse Fully nel 2012 in sesta posizione assoluta con il tempo finale di 31’39’’. Il suo allenatore Mauro Riba disse che aveva il talento per arrivare al livello dei primi. Quell’anno vinse Urban Zemmer in 30’29’’ che rappresentò il nuovo record del Mondo della disciplina. A distanza di quattro anni, dopo centinaia di migliaia di metri trascorsi a correre su per le montagne, Marco quei primi li ha poi veramente raggiunti. Il suo 30’28’’, nel 2012, avrebbe voluto dire vittoria di gara e record del Mondo. Oggi come ieri, ancora più semplicemente, vuol dire essere uno dei più forti specialisti della disciplina a livello internazionale. Il tutto senza considerare che alle sue spalle ha messo un’atleta che porta il nome di Kilian Jornet e che è uno che di mestiere, non ama andare a passeggio per i monti. Ecco perchè, per me e per sempre, Fully 2016 è stata nel segno di Nadir, Urban e Marco.


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Da destra, Kilian Jornet (ESP), Nadir MAguet (ITA) e Marco Moletto (ITA)

Nadir Maguet (ITA) festeggiato dai suoi tifosi



Da destra, Emmanuel Vaudan (SUI), Kilian Jornet (ESP) e Urban Zemmer (ITA)


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Autunno 2016

CLASSIFICHE KM VERTICAL DE FULLY CLASSIFICA MASCHILE 2016 1. MAGUET NADIR (ITA) 30:17 2. ZEMMER URBAN (ITA) 30:28 3. MOLETTO MARCO (ITA) 30:28 4. JORNET BURGADA KILIAN (ESP) 30:33 5. FACCHINI PATRICK (ITA) 30:35 6. TERRETTAZ THOMAS (SUI) 30:37 7. DA COL MANUEL (ITA) 30:39 8. PEDERGNANA NICOLA (ITA) 31:22 9. MARTI WERNER (SUI) 32:23 10. PERKMANN HANNES (ITA) 32:25 11. DE GASPERI MARCO (ITA) 32:53 12. BRUNOD DENNIS (ITA) 33:05 13. SERT YOANN (FRA) 33:26 14. STEINDL ANDREAS (SUI) 33:30 15. AYMONOD HENRI (ITA) 33:32 16. GAY AURELIEN (SUI) 34:05 17. METTAN PIERRE (SUI) 34:39 18. VAUDAN EMMANUEL (SUI) 34:47 19. CAILLOT YOANN (FRA) 34:58 20. SCRIMAGLIA MATTIA (ITA) 35:10 21. PIERANTONI DAVIDE (ITA) 35:15 22. BARRANGER DAVID (FRA) 35:20 23. PELLISSIER JEAN (ITA) 35:23 24. CUAZ FABRIZIO (ITA) 35:38 25. SAVARY IVAR (SUI) 35:41 26. EYDALLIN SIMONE (ITA) 35:44 27. PERRIER FLORENT (FRA) 35:52 28. REY MICHAEL (SUI) 35:55 29. GARNIER SERGE (SUI) 36:00 30. BECCARI FILIPPO (ITA) 36:01 31. HENRIET DOMINIQUE (ITA) 36:02 32. PIATTI ANTOINE (SUI) 36:03 33. GUICHARDAZ SEBASTIEN (ITA) 36:08 34. DA PRA OLIVO (ITA) 36:08 35. CANNELLE EDDY (FRA) 36:09 36. PERRET ADRIEN (FRA) 36:11 37. MASSON ALEXANDRE (SUI) 36:19 38. MONTUORI FRANCOIS (FRA) 36:21 39. ODDONE PIERRE-YVES (ITA) 36:22 40. BARBE ARNAUD (FRA) 36:29 41. LAMASTRA GIUSEPPE (ITA) 36:31 42. ROMERI ENZO (ITA) 36:36 43. DUMUSC SVEN (SUI) 36:39 44. CASTAGNERI STEFANO (ITA) 36:42 45. CRISTANI LUIGI (ITA) 36:43

46. MAGUET ROBERTO (ITA) 36:52 47. PESSE MICHAEL (ITA) 36:57 48. RIGHI FILIPO (ITA) 37:01 49. TRIULZI FABRIZIO (ITA) 37:02 50. GUEX BENOIT (SUI) 37:03 51. ROY DIDIER (FRA) 37:05 52. GROSJACQUES HENRI (ITA) 37:11 53. ANSELMET THIBAULT (FRA) 37:16 54. ANCAY EMMANUEL (SUI) 37:21 55. HUG BERNHARD (SUI) 37:24 56. MACCABELLI MICHELE (ITA) 37:25 57. JENNY MARC (SUI) 37:27 58. HARTMANN NICOLAS (FRA) 37:30 59. DONOVAN LLOYD (GBR) 37:30 60. SALVI ALBAN (FRA) 37:32 61. PETTINA’ FABIO (ITA) 37:33 62. DAVID THIBAUD (FRA) 37:39 63. TRIULZI MASSIMO (ITA) 37:42 64. KROEHN NIKLAS (AUT) 37:42 65. AYMONOD ANDRE’ (ITA) 37:44 66. DAVID ERIC (FRA) 37:45 67. BRODARD MAXIME (SUI) 37:54 68. AZZALINI CHRISTIAN (SUI) 38:00 69. FATTON ROMAN (SUI) 38:02 70. BESSON LEO (SUI) 38:04 71. FRACHET VALENTIN (FRA) 38:06 72. CHRIGEL MAURER (SUI) 38:07 73. NEGRONI MANUEL (ITA) 38:08 74. CONSTANCIAS NEIL (ATF) 38:09 75. BELLAGAMBA ALAIN (FRA) 38:13 76. JOGUET MATHIEU (FRA) 38:15 77. DALCOLMO NICO (SUI) 38:22 78. CAROBBIO DANIELE (ITA) 38:30 79. GIUSEPPE ZANON (ITA) 38:31 80. BRODARD DAVID (SUI) 38:32 81. DORIGO ANDREA (ITA) 38:33 82. DUBOIS BAPTISTE (SUI) 38:36 83. CHUC LAURENT (ITA) 38:37 84. MESSERLI ROLF (SUI) 38:40 85. BAZZANA FABIO (ITA) 38:42 86. GUICHARDAZ FABIEN (ITA) 38:45 87. GRANGER KILIAN (SUI) 38:46 88. MICLO DANY (FRA) 38:49 89. BAPST GILLES (SUI) 38:53 90. MARIN LAMELLET ROMAIN (FRA) 38:54

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91. BRUCHEZ PIERRE (SUI) 38:54 92. CRAUSAZ MICHAEL (SUI) 38:57 93. PERLI MATTEO (ITA) 38:59 94. BERNASCONI YANNICK (SUI) 38:59 95. LORET JEREMY (FRA) 38:59 96. MORLET VINCENT (FRA) 39:04 97. CARRON NICOLAS (SUI) 39:05 98. MARTIN NICOLAS (FRA) 39:09 99. FATTON DIDIER (SUI) 39:13 100. RAIBAUT STEPHANE (ATF) 39:20

CLASSIFICA FEMMINILE 2016 1. DEWALLE CHRISTEL (FRA) 35:57 2. DEFLORIAN BEATRICE (ITA) 38:42 3. VITTORI SERENA (ITA) 39:04 4. KREUZER VIKTORIA (SUI) 40:09 5. CHOLLET MAYA (SUI) 40:37 6. GIOVANDO CHIARA (ITA) 40:44 7. RAIBAUT VALERIE (ATF) 40:51 8. CHABBEY ELISE (SUI) 41:36 9. NEX CHRISTIANE (ITA) 42:53 10. PELLISSIER GLORIANA (ITA) 43:38 11. FATTON MARIANNE (SUI) 43:38 12. BONIN CHARLOTTE (ITA) 43:40 13. JUILLAGUET CATHERINE (FRA) 44:10 14. BONNEL LORNA (FRA) 44:43 15. MARZINOTTO NATHALIE (SUI) 45:05 16. BIELER KATRIN (ITA) 45:37 17. MARTINUCCI IVONNE (ITA) 45:45 18. STETTLER CLAUDIA (SUI) 46:05

19. MIRAVALLE RAFFAELLA (ITA) 46:28 20. PHARISA SEVERINE (SUI) 46:35 21. BIELER ANNIE (ITA) 46:44 22. ULRICH-HOLDEN FRANCOISE (SUI) 47:00 23. CHARDIN LAURE (FRA) 47:20 24. JACQUIN ROBERTA (ITA) 47:26 25. VICARI JOELLE HELENE (ITA) 47:45 26. ROY STEPHANIE (FRA) 47:53 27. TRAVI FRANCESCA (ITA) 48:08 28. BERTHOUD MAUDE (SUI) 48:12 29. DUC CAROLINE (SUI) 48:20 30. FATTON ANNA (SUI) 48:28 31. MOERMANN CHARLOTTE (SUI) 48:52 32. CHIARELLO DEBORAH (SUI) 48:57 33. DEAGOSTINI MARGAUX (SUI) 48:58 34. CHARRANCE LORELLA (ITA) 49:18 35. WEE JULIE (SUI) 49:59 36. KROEHN MARITA (AUT) 50:04 37. ULRICH CAROLINE (SUI) 50:43 38. GIANOTTI RAFFAELLA (ITA) 51:03 39. BEAUD JANE (SUI) 51:37 40. PERRIN NATHALIE (FRA) 52:00 41. PAGLIERO NICOLETTA (ITA) 52:08 42. NAUWELAERTS DE AGE’ ANNA (SWE) 52:14 43. CARRON MAGALI (SUI) 52:32 44. SOTTAS LAURENCE (SUI) 52:57 45. CALOZ MELANIE (SUI) 53:25 46. MENARDI SUSANA (ITA) 53:33 47. BAPST MARGAUXL (SUI) 54:03 48. MERCIER SILVIE (FRA) 54:03 49. WERLEN VALERIE (SUI) 54:16 50. FORMAZ CHLOE’ (SUI) 55:13


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inizio autunno alla scoperta della costa smeralda 24-30 settembre 2016

Tra il mito dell’Aga Khan e un territorio che ha saputo preservare angoli di paradiso ancora incontaminati

shoot Atleta: Danda Pagliano Luogo: Sardegna Spiaggia del Principe Fotografo: Fabio Menino


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il mio mal di Sardegna di Fabio Menino

Il

destino ha voluto che uno come me, amante degli ambienti alpini, non sia mai stato contagiato dal “mal” per un luogo di montagna bensì di mare. Ebbene si, proprio questo è successo. Nello specifico, il luogo in questione è quell’angolo di paradiso in terra sarda che è conosciuto con il nome di Costa Smeralda. Il mio “mal di Sardegna”, o meglio di Costa Smeralda, però, ha delle caratteristiche ben precise, direi fuori dal comune visto quanto è solito accadere. Quelle coste frastagliate così ricche di vegetazione a ridosso di specchi d’acqua turchese, infatti, ancora oggi, a distanza di qualche mese, le sogno ad occhi aperti dal mio piccolo ufficio così come le ho visitate per tre volte; fuori stagione e fuori da quella che presumo sia la frenesia estiva. La mia Costa Smeralda è fatta di stradine solitarie, di spiaggie ormai quasi desolate, di persone che hanno riacquisito il tempo per parlare e di tanta libertà. La sensazione che si prova quando si percepisce di avere un “mal” per qualche luogo, è qualcosa di molto particolare, un sentimento altalenante tra il benessere interiore e la malinconia. Volendo entrare meglio nel merito della questione, per quanto mi riguarda, deve trattarsi di un luogo magico che ha il potere di stravolgere lo schema abitudinario della vita comune, un luogo dove si è in pace con se stessi e dove si allontana quella sorta d’insicurezza che porta inevitabilmente alla paura per la solitudine.

Vorrei tanto tornare in Costa smeralda e lo vorrei fare nel pieno dell’inverno, aspettandomi di ammirare le stesse coste sferzate da onde impetuose e la stessa vegetazione scossa da venti virtuosi. Vorrei poter camminare per le strade del Pevero, protetto dal vento con un cappotto pesante, e ammirare ancora una volta quelle meravigliose armonie di colori offerte dalle brevi albe e dagli estenuanti tramonti. Infine, vorrei tanto potermi sedere sotto la veranda del bar di Capriccioli e contemplare quei rossi graniti che sprofondano nel mare molto più a lungo di quanto non abbia mai fatto. Cosa non darei in questo momento per essere seduto ad un tavolino di un ristorante dell’entroterra con mia moglie Danda, bevendo spensierati del sincero vermentino e gustando una sempluce pasta con la bottarga. Cosa non darei anche per essere un bravo fotografo e un bravo paesaggista per riuscire ad immortalare perfettamente tutti i ricordi che affiorano ogni giorno nella mia mente. Eppure, come sempre accade per le cose belle della vita, è proprio la consapevolezza di non poterle avere a disposizione quando più le si desidera che le rende uniche e così preziose. Andando oltre, è addirittura la paura di non averle mai più che le rende addirittura magiche. Ecco cos’è il “mal di Sardegna”, è un sentimento tanto straordinario per intensità che non posso fare altro che ringraziare il destino per averlo offerto proprio a me.


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Nei pressi di Cala di Volpe


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Nei pressi di Cala Liscia Ruja




Prime luci del giorno sulla spiaggia Gemella a Capriccioli



La spiaggia del Principe, tra Capriccioli e Romazzino


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la Costa Smeralda di Fabio Menino

Il

14 marzo 1962, l’Aga Khan e cinque soci fondarono il Consorzio Costa Smeralda dopo aver comprato 1800 ettari a Monti di Mola. Quella mattina, si ritrovarono seduti attorno a un tavolo in un palazzo di corso Umberto, civico 193, a Olbia, con decine di atti di compravendita che in un anno avevano fatto cambiare proprietà a quelle terre, e un notaio, Mario Altea di Tempio, chiamato a suggellare la nascita di un consorzio che avrebbe poi trasformato l’Unfarru dei pastori nel paradiso dei turisti. I soci fondatori di quel progetto furono Karim Aga Khan (principe ismailita), Patrick Guinness (birra Guinness), Felix Bigio (segretario particolare dell’Aga Kan), Andrè Ardoin (Avvocato dell’Aga Kan), John Duncan Miller (banchiere londinese) e René Podbielski (giramondo). Il cammino verso la costruzione della Costa Smeralda, cominciato tre anni prima con la “scoperta” di Capriccioli, era solo all’inizio, e la sua percorrenza si annunciava tortuosa e anche pericolosa. Infatti, si trattava di realizzare un investimento in una zona, Monti di Mola, in cui non c’erano strade, acqua, luce elettrica. I capitali, però, non mancavano; dietro l’Aga Khan e le sue società con sede a Vaduz, c’erano tra le famiglie più ricche d’Europa, dai Rothschild ai Furstenberg. Avevano trovato un’isola così simile ai Caraibi, e così vicina a Londra e Parigi, che potevano permettersi anche il rischio di perderci qualcosa. La politica non poteva, e neppure voleva, dare una grande mano. I finanziamenti della Regione, attraverso la Cassa del Mezzogiorno prima, e il Piano di Rinascita poi, erano destinati tutti all’industria. Il turismo era un oggetto sconosciuto, su cui nessuno voleva scommettere.

La politica non metteva neppure paletti, per la verità. L’Italia e la Sardegna non avevano una legge urbanistica, non esistevano i piani urbanistici comunali. L’Aga Khan avrebbe potuto fare quello che voleva. Legittimamente, avrebbe potuto dire che era terra sua, e che ci avrebbe costruito sopra quello qualsiasi cosa. Decise di non farlo; l’investimento e il suo buon nome nel Mondo ne avrebbero risentito, e, inevitabilmente, la Costa smeralda sarebbe diventato un posto come tanti altri. Il Consorzio, che si rifaceva a una lettera d’intenti tra i proprietari firmata nel settembre del 1961, voleva pianificare un investimento edilizio ed economico, voleva realizzare profitti privati e dare benessere pubblico. E infatti in principio la Costa Smeralda è stata quasi un principato autonomo dentro la Repubblica. Se non un modello, termine su cui la disputa è ancora aperta, la Costa Smeralda divenne un sistema. Dietro lo sviluppo delle ville, arrivò quello degli alberghi, e a ruota le infrastrutture, dalle strade all’acqua all’aeroporto di Olbia. Dopo poco più di cinquant’anni, molte cose sono cambiate in Costa Smeralda ma non quel suo fascino che è in grado di contagiare i turisti provenienti da ogni parte del Mondo. Per i primi pionieri della Costa Smeralda, quel mondo non c’è più, e non rinascerà. Forse l’ultima scommessa sta nell’emiro del Qatar, Al Thani, che dall’americano Tom Barrack ha comprato le grandi infrastrutture, alberghi, golf, e marina. Per il suo passato, per il presente e, speriamo, per il futuro, in ogni caso la Costa Smeralda rimane uno dei più iconici luoghi al Mondo.


Nei pressi del Piccolo Pevero


valtellina nel regno di maurizio torri 07 ottobre 2016

Alla scoperta del regno dei cavalli in libertà e dell’ufficio da dove escono le notizie di Sportdimontagna

shoot Atleta: Maurizio Torri Luogo: Valtellina Fotografo: Fabio Menino



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alpeggi tra i muretti in pietra di Fabio Menino

C

orreva la primavera dell’anno 2012. Per la prima volta in vita mia rilasciai un’intervista video a un giornalista. Ci posizionammo nell’angolo di una terrazza di Moleto, lui mi spiegò a grandi linee cosa aveva intenzione di fare e, dopo pochi minuti, iniziammo a registrare la nostra chiacchierata. Il giornalista in questione era Maurizio Torri e quel giorno, mai avrei potuto immaginare che nel corso dei successivi quattro anni sarebbe diventato un amico tanto speciale. In tutto questo tempo, ci siamo incontrati svariate volte sui campi di gara, sia in inverno che in estate, ci siamo inviati un’infinità di messaggi audio e video e, cosa più importante di tutte, ci siamo sempre divertiti molto. Da un paio d’anni a questa parte, tra i vari contenuti che ci siamo scambiati, la nostra chat si è arricchita di fotografie di splendidi cavalli. Il più delle volte, si è trattato di nuovi nati. Dal canto mio, ho sempre apprezzato molto quelle fotografie senza mai chiedere nel dettaglio di cosa si trattasse. Poi, con il tempo, ho capito che Maurizio possedeva dei cavalli e, dopo il suo ennesimo invito, ho deciso di andare a conoscere questa sua parte di Mondo. A inizio autunno, quindi, mi sono recato nel piccolo paese valtellinese di Traona e, insieme, abbiamo incominciato a salire per le montagne alla volta di alpeggi delimitati dai segni evidenti di un’antica storia fatta di tradizione, sacrifici e che si esterna ancora oggi agli occhi del turista in caratteristici muretti a secco. In una tiepida e piacevole mattinata di sole,

dall’alto di una Valtellina avvolta da una tenue foschia sotto l’azzurro del cielo, ho finalmente scoperto il magico regno di Maurizio. Un regno fatto di libertà e fiducia reciproca, dove i cavalli vivono semplicemente come meriterebbero di vivere tutti i cavalli del Mondo, ovvero in libertà. Arrivano all’improvviso, perchè da lontano hanno sentito dei passi e hanno capito immediatamente che si tratta di quelli di Maurizio. Attendono impazienti una parola, una carezza e un segno d’affetto, certi del fatto che, come ogni volta, tutto questo presto arriverà. Un puledro ha una gamba ferita, forse la conseguenza di una galoppata troppo veloce o in terreno ostile. Maurizio non si mostra particolarmente preoccupato e mi dice che guarirà presto e da solo. Segno evidente dell’esperienza che vanta su questi splendidi animali, la stessa tramandatagli da suo nonno e da suo papà. E ora di salutarli, ignari che del fatto che dopo solo pochi giorni Maurizio dovrà risalire da loro per condurli a fondovalle a causa della prima neve di stagione. Ho sempre pensato che questa mia avventura nel mondo outdoor sia affascinante per la quantità e la qualità di nuove esperienze che mi permette di vivere. Non solo nell’ambito sportivo ma, sopratutto, in quello personale ed emotivo. Quei cavalli in libertà, tra i muretti di pietra che profumano ancora di storia, rappresentano una delle più belle esperienze che ho avuto l’onore di vivere nel corso di questa stagione.


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un uomo solo al comando di Fabio Menino

Se

devo essere sincero, ero molto curioso di vedere come fosse fatto l’ufficio di Maurizio. Lo ero perchè, specie per un giornalista, l’ambiente in cui è solito lavorare può raccontare molte storie che non si conoscono o che non si è avuta la sensibilità di intuire. Nel mio immaginario, l’ufficio di Maurizio doveva essere un posto speciale perchè, fisicamente, è il luogo dove le sue svariate esperienze outdoor si trasformano in scritti per il tramite del suo computer. E doveva essere un posto speciale anche perchè, almeno a mio avviso, Maurizio è l’interlocutore più completo e credibile nel mondo degli sport outdoor di montagna, perlomeno a livello italiano. E’ l’unico professionista di mia conoscenza che vive da dentro l’ambiente delle competizioni, sia che si tratti di corsa a piedi, sia che si tratti di sci alpinismo. Assistere una gara con lui, tradotto in spiccioli, significa convivere con l’ividia per tutti gli incitamenti che propina e per tutti i saluti che riceve dalla gran parte dei concorrenti. Questa sua notorietà, per giunta, travalica addirittura i confini nazionali quando si tratti di sci alpinismo. E in un mondo, quello italiano, nel quale si è soliti scrivere per sentito dire elemosinado fotografie a destra e manca, sempre secondo me, questo è un aspetto da non trascurare. Entrando nel suo ufficio, la prima cosa che ho notato è stata quella finestra priva di tende che si affaccia direttamente sulle montagne della Valtellina. E non poteva essere diversamente

perchè lo immagino intento ad alzare lo sguardo e soffermarsi proprio su quello straordinario panorama quando è in cerca d’ispirazione tra una frase e l’altra. La scrivania di legno, sparsa di molteplici fogli, libri e accessori vari, ma tutti posti in preciso ordine, esprime uno dei caratteri salienti della personalità di Maurizio. Nel suo modo di lavorare e di vivere, infatti, ritengo che sia una persona estremamete perecisa, per intenderci agli antipodi di quello che sono io. Ma forse, come recita il detto, è proprio vero che gli opposti si attraggono. Ed è proprio osservando attentamente ogni angolo del suo ufficio che ho provato ad immaginare come sia nata e come sia continuamente alimentata la sua creatura conosciuta ormai da tutti gli appassionati con il marchio Sportdimontagna. Quel fantastico microcosmo che, spesso e volentieri, cercando invano di farlo innervosire, lo definisco come un blog. Ma Maurizio ha la dote innata di non cadere mai in tentazione. Sotto molti punti di vista, il suo carattere mi ricorda molto quello di mia moglie Danda, ovvero di quelle persone che sanno immediatamente spostarsi dalla dispendiosa quanto inutile strada della polemica. A maggior ragione, quando i fatti gli danno ragione senza possibilità d’appello. Forse non tornerò più nel regno di Maurizio Torri, di cavalli in libertà o di ufficio si tratti. Però di due cose sono sicuro, che il suo regno non lo scorderò mai e che per me, lui è sempre di più l’uomo solo al comando degli sport outdoor di montagna.




Maurizio Torri al lavoro nel suo ufficio di Traona - Valtellina


The Mustang Trail race is a multistage trail running challenge through the wild, spiritually rich landscapes of Upper Mustang in Nepal. It is race of eight stages of around 15 to 30km totaling just under 200 km at altitudes between 2,900-4,300m (9,500-14,100ft) with 8200m (27,000ft) of elevation change.

The next Mustang Trail Race will be held from April 15th to 28th, 2017 Info & entries: http://mustangtrailrace.com info@mustangtrailrace.com



limone finale con forza sette 15 ottobre 2016

Anche quest’anno, la Limone Extreme è stata la finale del circuito internazionale dello skyrunning, tra le imprese degli atleti e le bizze del meteo

shoot Luogo: Limone sul Garda Evento: Limone Extreme Fotografo: Fabio Menino



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la quiete dopo la tempesta di Fabio Menino

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olo un anno prima, tutto ciò che di bello avevamo visto, fotografato e scritto sulla Limone Extreme, sembrava destinato a non avere un futuro se non nel cassetto dei ricordi, anche se di quelli più belli. All’epoca, infatti, voci di corridoio davano la Limone Extreme fuori dal circuito 2016 dello skyrunning internazionale, ovvero le Skyrunner World Series. Tradotto in cifre, questo avrebbe voluto dire che non avremmo più potuto ammirare i corridori del cielo sfidarsi nella tappa conclusiva del circuito sulle splendide montagne del Lago di Garda, quelle che si arrampicano per oltre mille metri sopra l’abitato di Limone sul Garda. Poi, però, la storia ha preso nuovamente il sopravvento, i nuovi predicatori della disciplina sono stati allontanati da questo come da altri templi sacri e il tutto, con non poche difficoltà, è tornato alla solita normalità apparente. Ecco che la Limone Extreme, come il Vertical Crèste de La Mughéra il giorno precedente, per il terzo anno consecutivo, sono state le gare conclusive delle World Series. Se nel 2014 mi ero recato a Limone principalmente per applaudire la vittoria nel circuito di Stevie Kremer, nel 2015 per seguire da vicino la gara di Marco De Gasperi ed Elisa Desco, quest’anno sono tornato per festeggiare la vittoria finale di Tadei Pivk, l’atleta friulano che, primo italiano nella storia, ha vinto due Coppe del Mondo di skyrunning nella disciplina Sky. E peccato per Remì Bonnet e Tadei Pivk, primo e secondo lo scorso anno, che, nonostante fossero

presenti a Limone non hanno potutto correre a causa di malanni e problemi vari. E peccato anche per tutti quegli atleti infortunatisi nel corso della stagione, alcuni poi guariti parzialmente altri ancora fermi. Del resto, proprio per tutti gli infortuni, questo verrà ricordato nella storia dello skyrunning come un terribile anno bisesto. Mi vengono in mente, Emelie Forsberg, Laura Orguè, Mira Rai e Elisa Desco tra le donne e Manuel Merillas, Ionut Zinca e gli stessi Remì Bonnet e Tadei Pivk tra gli uomini. Ma tutto questo, più che altro, è qualcosa che ha toccato e influenzato chi lo skyrunning lo vive e lo conosce dal di dentro. Per tutti gli altri, per le centinaia di spettatori che, come ogni anno si sono accalcati lungo gli ultimi metri di gara sul Lungolago Marconi, poco o nulla è cambiato. Hanno applaudito, forse increduli, tutti i corridori del cielo, su tutti il francese Alexis Sevennec e l’americana Megan Kimmel, ovvero i due vincitori di giornata. E anche quest’anno, osservando dal dietro le quinte la Limone Extreme, ho ritrovato gli stessi e identici colori, lo stesso entusiasmo e la stessa voglia di concludere in allegria una lunga stagione. Lunga vita alla Limone Extreme e lunga vita allo skyrunning che, nonostante la tempesta forza sette che li ha colpiti nel corso della stagione, hanno saputo riproporre e rinnovare la loro lunga tradizione. Ed i solo otto atleti italiani nelle prime sessanta posizioni, sono la dimostrazione più evidente che la Limone Extreme è viva.


Atleti impegnati sulla prima salita di gara


Megan Kimmel (USA), prima classificata in 3h17.35

Laura Orguè (ESP), seconda classificata in 3h18.42


Hector Haines (GBR), secondo classificato in 2h51.41

Aritz Egea (ESP), ottavo classificato in 2h54.29



Atleti impegnati sulla prima salita di gara



Marco Moletto (ITA), quinto classificato ma a lungo in testa alla gara



world series la prima volta di

alexis 15 ottobre 2016

Alexis Sevennec, dotato nella corsa a piedi quanto nello sci alpinismo, coglie la piĂš importante vittoria nella sua carriera di skyrunner

shoot Atleta: Alexis Sevennec (FRA) Luogo: Limone sul Garda Evento: Limone Extreme Fotografo: Fabio Menino


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le pazze discese di Alexis di Fabio Menino

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e non sbaglio, il fatto risale al 2012. Durante il briefing alla vigilia della seconda giornata del Tour Du Rutor, una celebre gara di sci alpinismo, dopo la descrizione del percorso del giorno dopo e dopo i soliti avvertimenti di tipo tecnico e organizzativo, sullo schermo posto al fondo dell’ampio salone, venne proiettato uno splendido video. Ripercorreva tutte le fasi salienti della prima tappa e le immagini furono di una qualità a dir poco eccezionale. Ad un certo punto, venne riproposta la performance dei due atleti che erano stati i più veloci di giornata in discesa. In un tratto sul quale, il giorno precedente l’organizzatore Marco Camandona si era premurato di raccomandare la massima prudenza per le difficoltà ambientali presenti a causa di una recente valanga, i due atleti in questione avevano sfiorato i 90 km/h. Per la cronaca, si trattò dei francesi Valentin Favre e Alexis Sevennec che conclusero quell’edizione, vinta da Matheo Jacquemoud e Kilian Jornet, in quinta posizione assoluta. Da quel giorno, Alexis Sevennec, con quel suo modo d’essere che mi viene da definire come cool, simpatico ed estroverso nello stesso tempo, è entrato di diritto tra la lista dei miei atleti preferiti. Ironia del destino, due anni dopo, mi sono poi ritrovato a cena in un ristorante di Canazei con gli skyrunners francesi presenti alla Dolomites Skyrace, capitanati dall’amica Corinne Favre. Tra di loro, c’era anche Alexis Sevennec e, sempre se mi ricordo bene, è stata la prima volta in cui ci siamo presentati di persona.

Nel corso di questi anni, svariate volte, sia d’inverno che d’estate, ho ammirato in gara lo stesso Alexis. E devo ammettere che la mia stima nei suoi confronti è cresciuta sempre di più. Circoscrivento il discorso al solo skyrunning, Alexis è sempre stato un atleta di alta classifica, sia nelle skyrace sia nei vertical. Quasi tutte le sue partecipazioni l’hanno visto ottenere piazzamenti nelle prime dieci posizioni, spesso e volentieri appena a ridosso del podio. A fine giugno, giusto per citare una delle sue ultime gare in cui io ero presente, era arrivato quarto alla Livigno Skymarathon, a dodici minuti dal vincitore Tadei Pivk e a soli venticinque secondi dal gradino più basso del podio conquistato dall’elvetico Pascal Egli. Direi che fino alla vigilia della Limone Extreme, quello che gli era mancato era proprio un grande risultato che fosse in grado di legittimare una volta per tutte il suo grande talento. Quando sulla prima salita l’ho visto transitare in terza posizione alle spalle del norvegese Stian Angermund e dell’italiano Marco Moletto, mai avrei potuto immaginare che quel grande risultato sarebbe arrivato proprio in questa gara. Invece, proprio nell’ultimo tratto del percorso, Alexis ha dato sfoggio di tutta la sua abilità nell’affrontare la discesa. Questa volta, non con gli sci ma di corsa. La sua vittoria, unitamente alla sua polivalenza, lo proietta inevitabilmente tra i grandi dello skyrunning e tra i candidati alla vittoria finale della Coppa del Mondo per la prossima stagione.


Alexis Sevennec (FRA) sulla prima salita di gara



L’arrivo trionfale di Alexis Sevennec (FRA) sul Lungolago Marconi


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Autunno 2016

CLASSIFICHE LIMONE EXTREME SKYRACE CLASSIFICA MASCHILE 2016 1. SEVENNEC Alexis (FRA) 2h46.49 2. HAINES Hector (GBR) 2h51.41 3. NIKOLOV Kiril (BUL) 2h52.04 4. BRATINA Rok (SLO) 2h52.12 5. MOLETTO Marco (ITA) 2h52.28 6. VILLA Pablo (ESP) 2h53.33 7. ANGERMUND Stian (NOR) 2h53.56 8. EGEA CACERES Aritz (ESP) 2h54.29 9. ANTONIOLI Daniel (ITA) 2h55.12 10. AIT CHAOU Hassan (ESP) 2h55.40 11. MICHAUD Adrien (FRA) 2h56.04 12. GARCIA GOMEZ Dani (ESP) 2h56.16 13. MARTINEZ DE ESTIBARIZ (ESP) 2h57.36 14. ENGDAHL Petter (SWE) 2h57.40 15. CARRARA Luca (ITA) 2h58.13 16. GALASSI Michael (ITA) 2h58.33 17. GRANGIER Germain (FRA) 2h59.05 18. CASAL MIR Oscar (AND) 3h00.48 19. BUCHS Pascal (SUI) 3h01.08 20. DEBIASI Andrea (ITA) 3h02.44 21. HERNANDEZ TEIXIDOR (ESP) 3h03.34 22. PAJUNEN Jere (FIN) 3h04.01 23. PUPPI Francesco (ITA) 3h04.12 24. FEJFAR Ondrej (CZE) 3h04.18 25. REITERER Andreas (ESP) 3h04.36 26. CANIMAS FURCARA Adria (ESP) 3h05.11 27. SAMPERE SALOMO Ferran (ESP) 3h05.15 28. JENSEN Einar Rolf (NOR) 3h05.54 29. BUBLAK Benjamin (GER) 3h06.35 30. PRADES MONFORT David (ESP) 3h08.15 31. RODRIGUEZ I SALVADOR (FRA) 3h08.16 32. ELIASSON Fredrik (SWE) 3h08.31 33. PLEIJTE Tim (NED) 3h09.57 34. ALONSO CORCOSTEGUI Asi (ESP) 3h10.33 35. MOYA RODRIGUEZ Eric (ESP) 3h11.55 36. HERRERA Aragon (ESP) 3h12.32 37. JONSSON Andre (SWE) 3h13.16 38. NICOLAS Lebrun (FRA) 3h13.24 39. MODENA Christian (ITA) 3h13.31 40. ARROYO MAZORRA Diego (ESP) 3h14.23 41. PUJOL GARCIA Albert (ESP) 3h15.30 42. INDGAARD Jo Forseth (NOR) 3h16.02 43. KONRAD Lex (GER) 3h16.26 44. VAN NOORDEN Huub (NED) 3h16.37 45. HAAHEIM Lars Olaf (NOR) 3h17.14

46. LAUTERBACH Christoph (GER) 3h18.08 47. MINGO Markus (GER) 3h19.04 48. SIMONIN Nicolas (SWE) 3h19.40 49. FORCONI Giacomo (ITA) 3h19.53 50. STEINER Simon (AUT) 3h21.28 51. TOCKNER Andreas (AUT) 3h21.50 52. MONSSEN Ketil (NOR) 3h24.14 53. NOVAK David (CZE) 3h24.40 54. GAERTNER Lukas (AUT) 3h25.10 55. VAN DIJK Michel (NED) 3h26.48 56. VIVES BOSCH Sintu (AND) 3h29.30 57. AARVIK Stian (NOR) 3h31.45 58. STEINER Micha (SUI) 3h31.45 59. JEKER David (CAN) 3h31.46 60. VAN DER ZON Peter (CAN) 3h31.59 61. BENOIT Guex (SUI) 3h33.06 62. QUEMERE Tao (FRA) 3h33.15 63. MATTHIAS Dippacher (GER) 3h33.19 64. PHILIPP Anton (GER) 3h33.19 65. KOKOSEK Oldrich (CZE) 3h33.36 66. PASSERINI Giordano (ITA) 3h34.03 67. FABIANO Roccabruna (ITA) 3h34.35 68. BASTIAN Reichart (GER) 3h35.27 69. GEISLER Michael (AUT) 3h35.35 70. LAZZARI Domenico (ITA) 3h36.18 71. DELLI ZOTTI Massimo (ITA) 3h36.35 72. SHIRKHANI Davood (IRI) 3h36.57 73. MELCHIORI Mattia (ITA) 3h37.49 74. BONGOM Bjorn Harald (NOR) 3h38.27 75. ARNAUD Barbe (FRA) 3h39.11 76. CAMILLI Alessio (ITA) 3h39.39 77. MAINO Andrea (ITA) 3h40.15 78. TANARA Francesco (ITA) 3h40.15 79. ADAN Erwin (NED) 3h41.46 80. TOMASONI Stefano (ESP) 3h42.09 81. LONGHI Matteo (ITA) 3h43.02 82. BERTO Samuele (ITA) 3h43.27 83. VERDUIJN Bjorn (NED) 3h43.37 84. THIERRY Marchon (SUI) 3h43.53 85. LONGHI Roberto (ITA) 3h43.54 86. MARCONI Stefano (ITA) 3h43.59 87. VAN DIJK Stefan (NED) 3h44.04 88. CHLOUPEK Adam (CZE) 3h44.24 89. NICOLODI Marco (ITA) 3h45.03 90. VALLARSA Ivan (ITA) 3h45.06

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Megan Kimmel (USA) e Laura Orguè (ESP) 91. PILONI Paolo (ITA) 3h45.29 92. ANDREOLLI Lorenzo (ITA) 3h45.40 93. ZACCHEO Andrea (ITA) 3h46.13 94. BAIKASHEV Shyngys (KAZ) 3h47.00 95. GERRIT Kastenberg (NED) 3h47.30 96. BENVENUTI Fabio (ITA) 3h49.13 97. VARESCO Christian (ITA) 3h49.47 98. ECCHER Mattia (ITA) 3h50.08 99. GIRELLI Manuel (ITA) 3h51.14 100. TRASSERRA PUJOL Marc (ESP) 3h51.42

CLASSIFICA FEMMINILE 2016 1. KIMMEL Megan (USA) 3h17.35 2. ORGUE Laura (ESP) 3h18.42 3. LAFAYE Celine (FRA) 3h19.22 4. CHAVEROT Caroline (FRA) 3h20.03 5. DEBATS Ragna (ESP) 3h20.47 6. MERTOVA Michaela (CZE) 3h25.04 7. CHOLLET Maya (SUI) 3h25.56 8. GERARDI Hillary (USA) 3h26.23 9. ADERS Hilde (NOR) 3h28.59 10. KASPERSEN Yngvild (NOR) 3h32.50 11. MOLIST CODINA Marta (ESP) 3h33.29 12. CHIRON Celia (FRA) 3h37.37 13. SOLA DE MIGUEL Laura (ESP) 3h38.48 14. AVILES CASTANO Sheila (ESP) 3h40.37 15. EL KOTT HELANDER Lina (SWE) 3h41.08 16. FELDERER Annelise (ITA) 3h44.26 17. STAVER Tuva Toftdahl (NOR) 3h44.57 18. EL KOTT HELANDER Sanna (SWE) 3h45.14

19. DOMINGUEZ Nuria (ESP) 3h46.49 20. LOBERA GRAU Paloma (ESP) 3h52.01 21. QUINN Najeeby (USA) 3h52.36 22. ZORROZA IRIONDO Maria (ESP) 3h53.37 23. KOTKA Mimmi (SWE) 3h55.01 24. POMARE Deborah (ITA) 3h55.23 25. THALER Edeltraud (ITA) 3h56.59 26. SCHIDE Katie (USA) 4h00.47 27. HAUSTREIS Stine (NOR) 4h02.42 28. BUZZONI Lisa (ITA) 4h04.46 29. OCEANE Boutarin (FRA) 4h08.17 30. CHIMERA Laura (ITA) 4h10.02 31. DELHEZ Jorien (NED) 4h10.56 32. MERL Magdalena (AUT) 4h11.14 33. SHEPHERD Jo (CAN) 4h12.04 34. HUBER Angelica (ITA) 4h19.35 35. FRANZINI Silvia (ITA) 4h27.59 36. RIZZI Cristina (ITA) 4h33.55 37. PHILIPP Simone (GER) 4h34.07 38. CHMELKOVA Kristyna (CZE) 4h34.49 39. VALENT Linda (NED) 4h35.58 40. MORANDI Flora (ITA) 4h35.59 41. AMADORI Giulia (ITA) 4h36.09 42. ROSENQVIST Kerstin (SWE) 4h38.50 43. BLIEKENDAAL Kirsten (NED) 4h39.55 44. GERVASONI Dalila (ITA) 4h40.29 45. MAGRI Stephania (MLT) 4h42.16 46. VILLUMSEN Katrin (DEN) 4h42.42 47. TERVO Susanna Harald (FIN) 4h42.52 48. PIZZICONI Samantha (ITA) 4h46.37 49. HARRER Anika (GER) 4h47.57 50. CUEVAS MARTI Laia (ESP) 4h48.13



fine estate tra i ghiacciai della val veny 22-23 settembre 2016

Con Francesaca Canepa, in Val Veny, alla ricerca dell’ispirazione per il video perfetto

shoot Atleta: Francesca Canepa Luogo: Courmayeur Evento: Video Ultra Runner Fotografo: Fabio Menino


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per tre giorni da regista di Fabio Menino

Se

a quella strana richiesta avessi risposto di no, molto probabilmente mi sarei sottratto a qualche brutta figura di troppo ma avrei anche perso l’ennesima interessante esperienza di vita nel mondo degli sport outdoor di montagna. Invece, quando Francesca Canepa mi chiese se ero interessato a farle un video da proiettare al Milano Montagna Festival, senza nessun tipo di esitazione risposi di si. Come spesso capita quando l’entusiasmo lascia il posto alla realtà, però, pochi istanti dopo compresi che il compito che mi aspettava non era dei più semplici. In sostanza, questo perchè non ho abbastanza esperienza nel girare i video e perchè quelli che ho prodotto si sono sempre e solo rivelati di bassa qualità e interesse. Il progetto era abbastanza semplice, ovvero programmammo di vederci tre volte nei pressi di Courmayeur alla ricerca di qualche luogo suggestivo. Con la prima uscita, a fine agosto, raggiungemmo il Rigugio Boccalatte, suggestivo avamposto per la parete sud delle Grandes Jorasses, in compagnia di mia moglie Danda e la giornata fu pressochè perfetta. L’arrivo al rifugio, un pasto frugale sdraiati sul piccolo terrazzo a strapiombo sul ghiacciaio e poi la salita sul contrafforte roccioso sovrastante perfettamente levigato dall’antico movimento dei ghiacci. Per la seconda uscita, a fine settembre, optammo invece per la Val Veny. Tra evoluzioni ginniche

improvvisate e interviste improbabili, girammo prima nei pressi dei casolari di Peuterey, dove francesca ha una bellissima baita, poi ci spostammo lungo la strada principale per alcune riprese sull’asfalto. Il terzo e ultimo giorno, invece, ci spostammo nella parte alta della stessa Val Veny, prima nei pressi delle Pyramides Calcaires, poi sul ghiacciaio Lex Blanche. Aiutati da Renato, entrammo in un mondo irreale, fatto di pinnacoli, fessure e pareti di ghiaccio. Una situazione sicuramente anomala, resa ancora più affascinante dalle luci ovattate e dalla desolazione tipica di un giorno infrasettimanale di inizio autunno. Nel durante della settimana successiva, ho poi lavorato assiduamente al montaggio del film, cercando di estrapolare un filo logico dai molti discorsi di Francesca che fosse in linea con le scene in movimento che avevamo girato. Il risultato di tutto questo, è stato visto per la prima volta da qualche centinaio di persone giunte a Milano per partecipare al suo incontro come a quelli di altri atleti della montagna. Con uno stato d’animo a metà strada tra la paura e la vergogna, Francesca mi ha chiamato a sedermi vicino a lei e Renato, proprio davanti alla platea, presentandomi come un regista. Alla fine dei conti, non saprei dire se il lavoro fatto sia piaciuto o meno, però, so con certezza che quei tre giorni trascorsi in montagna a fare il regista di una grande atleta, sono stati semplicemente indimenticabili.


Ghiacciaio Lex Blanche - Val Veny - Courmayeur




engadina in autunno con chiara gianola 08 ottobre 2016

A pocha distanza dalla Val Bregaglia, un paradiso fatto di montagne e altopiani impreziosiati dai laghi

shoot Atleta: Chiara Gianola Luogo: Lago Silsersee Fotografo: Fabio Menino



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a due passi dalla cascata di Fabio Menino

In

primavera, ho avuto il piacere di essere stato invitato al Val Bregaglia Trail dall’organizzatore Nicola Del Curto. Tra le tante cose interessanti di quell’esperienza, una in particolare me la ricordo anora oggi: l’imponente cascata dell’Acqua Fraggia a poca distanza dal centro abitato di Chiavenna. Proprio nelle sue prossimità, ho scattato le fotografie che tutt’oggi considero come le più interessanti di tutta la stagione. In quel fine settimana di fine aprile, però, non mi ero mai posto il problema di dove conducesse la strada principale che percorre la stretta Valle Bregaglia. L’ho scoperto cinque mesi più tardi e ciò è avvenuto grazie ad un’atleta che all’epoca non conoscevo ancora se non di nome, ovvero Chiara Gianola. Quella strada, porta in un luogo tanto affascinante quanto emblematico qual’è l’Engadina e la stessa Chiara, quel territorio, non solo lo conosce molto bene ma per esso prova anche una forte attrazione emotiva. In un freddo sabato d’inizio autunno, infatti, abbiamo deciso di andare a fare alcune fotografie proprio in quel territorio che, in estrema sintesi, si caratterizza da un esteso altopiano, circondato da belle montagne e impreziosito dalla presenza di laghi alpini di ampia dimensione. Nel mezzo di questo territorio, inoltre, si trova l’abitato di St.Moritz, una località turistica che non ha bisogno di molte presentazioni vista la fama di cui gode. L’Alta Engadina, ha alcune peculiarità tipiche di

quelle località che si trovano a poca distanza dal confine italiano ma che sanno stupirti per quanto di diverso possono offrirti. Nel recente passato, un qualcosa di simile mi era già capitato su quella splendida linea di alta montagna che unisce la cresta sud-est del Cervino con Plateau Rosa, ovvero il versante italiano e quello quello svizzero di questa nobile motagna. Il passaggio da quello che a tutti gli effetti è uno scempio edilizio, perdurato negli anni da amministrazioni insensibili e non lungimiranti, da piste da sci trasformate in estate in vere e proprie dicariche con manufatti industriali ormai abbandonati, a un paese come Zermatt, fiore all’occhiello dell’intero arco alpino, e qualcosa che non può che lasciare interdetti. Per quanto riguarda il raffronto tra la Val Bregaglia e l’Engadina, la sorpresa, invece, non riguarda un discorso architettonico o ecologico, bensì ambientale. La stretta valle, infatti, si trasforma in uno straordinario e ampio ambiente fatto di luce e di colori. Arrivando dall’Italia e non conoscendola, l’Alta Engadina è la più tipica delle sorprese inaspettate. Piccoli borghi ben curati, tradizioni contadine attuali e vive, orizzonti lontani che lasciano spazio alla fantasia e all’istinto d’esplorazione, ne sono il perfetto corollario. E poi, c’è St.Moritz, con le luci riflesse sul suo lago che accompagnano intrepiti velisti d’altura. Se fossi andato in Alta Engadina solo un giorno più tardi, avrei trovato un ambiente completamente diverso, ormai imbiancato dalla prima nevicata di stagione. Anche per questo, l’esperienza in questo territorio rimarrà indelebile nei miei ricordi.


St. Moritz - Svizzera


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Cascata dell’Acqua Fraggia - Chiavenna



Cascata dell’Acqua Fraggia - Chiavenna


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l’Alta Engadina di Fabio Menino

L’

Engadina (in romancio Engiadina, tedesco Engadin, letteralmente Valle degli Eniati) è una valle di montagna nel Canton Grigioni, in Svizzera. È una delle valli abitate più alte d’Europa ed è lunga 80 km. Si sviluppa dalle sorgenti del fiume Inn, presso il Passo del Maloggia (1.810 m), fino alla stretta gola di Finstermünz (a circa 1.000 m), dove si trova il confine tra Svizzera e Austria. Traccia la prima parte del percorso del fiume Eno e si divide in due parti molto distinte tra loro (Alta e Bassa Engadina), che sono separate dalla Punt’Ota (ponte alto). L’Alta Engadina è caratterizzata da una vasta zona pianeggiante, dove si trovano quattro laghi: Sils, Silvaplana, Champfer e Sankt Moritz. Intorno a questa piana si sviluppano fitti boschi di cembri e larici, mentre sulle montagne circostanti è rilevante la presenza di ghiacciai. Questa parte dell’Engadina è situata tra i 1.600 ed i 1.800 metri d’altitudine. E’ dominata a sud dalle superbe cime del gruppo del Bernina, a nord da quelle, meno elevate, del Julier e del Piz Ot. L’Alta Engadina alla Val Bregaglia tramite il Passo del Maloja ed alla Val Poschiavo dal passo del Bernina e anche alla Val Sursette dal passo dello Julier. I Comuni dell’Alta Engadina sono, partendo da sud: Sils, Silvaplana, St.Moritz, Celerina, Pontresina, Samedan, Bever, La Punt-Chamues ch, Madulain, Zuoz e S-chanf. La lingua principale in alcune parti dell’Alta Engadina è il romancio. In Alta Engadina viene parlato

l’idioma reto-romanico putér . Il ladino engadinese non è da confondere con la lingua ladina parlata nell’Italia settentrionale. A causa della forte crescita nell’ultimo secolo del turismo e della conseguente crescita economica, l’Engadina è stata luogo di immigrazione di gente che non conosce la lingua romancia. Per questa ragione insieme al romancio in questa regione anche lo svizzero tedesco è un dialetto molto diffuso, al punto che, in alcune parti dell’Alta Engadina, il romancio rischia addirittura di scomparire (vedi St. Moritz e regione). Al passo del Maloja, nel comune di Bregaglia, si parla l’italiano, che comunque è molto diffuso in tutta la valle unitamente ad altre lingue straniere. L’economia engadinese è basata soprattutto sul turismo; tutto ebbe inizio nel XIX secolo, quando venne scoperta una fonte termale a Sankt Moritz e, di conseguenza, venne costruito uno stabilimento termale nel 1831. In seguito iniziò anche il turismo invernale, favorito anche dalla costruzione delle prime funicolari e degli impianti di risalita che permettono di raggiungere le piste innevate; la prima funicolare entrata in funzione fu quella di Muottas Muragl, tra Celerina/Schlarigna e Pontresina, inaugurata il 9 agosto 1907.


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St. Moritz - Svizzera


pasturo la zacup in formato ridotto 18 settembre 2016

Il meteo impedisce di salire in cima al Grignone in sicurezza ma la gara lombarda si conferma una vera Skyrace

shoot Atleta: Denise Dragomir (ROM) Luogo: Pasturo Evento: Zacup Skyrace Fotografo: Fabio Menino



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sognando il Grignone di Fabio Menino

La

Grigna, chiamata anche Grignone, è la vetta più alta del gruppo delle Grigne. Il suo punto culminante, a 2410 m, si trova a cavallo tra il Lago di Como e la Valsassina. Fin dal primo momento in cui Alberto Zaccagni mi ha invitato a partecipare alla sua manifestazione, ho sognato ad occhi aperti di salire in cima a questa montagna così ricca di storia. A dire il vero, ci ho provato già il giorno prima della gara ma la pioggia mi ha poi fatto desistere dall’intento a qualche centinaio di metri dalla meta. Nello specifico, volevo salire sulla Grigna per tre motivi in particolare; perchè non vi ero mai stato, perchè è una montagna che anche nel passato ha scritto pagine importanti nella storia dello skyrunning con il Trofeo Scaccabarozzi e, infine, perchè, ero curioso di vedere il versante di Lecco e del Lago di Como da una prospettiva differente da quella abituale. La Zacup, ovvero la SkyRace del Grignone, si prospettava come la migliore delle occasioni per esaudire questo mio desiderio. I racconti che mi erano stati fatti nei mesi precedenti, unitamente all’entusiasmo trasmessomi dallo stesso Alberto, inoltre, non fecero altro che aumentare le mie aspettative in merito a quella che si preannunciava come una skyrace autentica, con quelle caretteristiche tecniche e ambientali proprie di questa disciplina sportiva. Il destino, bizzarro almeno al pari di altre occasioni accadute nel corso di questa stagione,

invece, non mi ha permesso di esaudirlo. Il meteo avverso e le fitte nubi che hanno avvolto la parte sommitale della montagna impedendo l’eventuale sorvolo dell’elicottero in caso di necessità, infatti, hanno costretto gli organizzatori a scegliere un percorso di ripiego. Di fatto, questa scelta, pur non avendo rovinato una bellissima giornata di sport, ha inevitabilmente stravolto l’anima della Zacup e inesorabilmente infranto il mio sogno. Nonostante questo inconveniente, quello che ho avuto l’onore di vedere e percepire, a partire dal livello e dall’entusiasmo del comitato organizzatore, sono stati elementi sufficienti per farmi entrare definitivamente nell’ambito dell’interesse e dell’ammirazione per una manifestazione sportiva. Ecco perchè, di fatto, sento la necessita di tornare a Pasturo il prossimo anno, di continuare a passeggiare lungo i suoi splendidi alpeggi e di proseguire il mio cammino fino sulla cima del Grignone. Ed ecco perchè, sento anche il desiderio di ammirare i corridori del cielo su quei sentieri che sembrano essere stati disegnati apposta per esaltare le loro qualità e per esaltare quella disciplina sportiva che porta il nobile nome di skyrunning. Sono sicuro che, con non poca nostalgia, la prossima volta che salirò in Valtellina, in auto o in treno che sia, tra una galleria e l’altra alzerò lo sguardo, in cerca di qualcosa d’indefinito, ricordandomi questa bella esperienza vissuta a cavallo tra un’estate frettolosa di scomparire e l’autunno.


Daniel Antonioli primo in in 2h03’33’’



La vista sul Grignone, in parte coperto dalle nubi


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Gyorgy Szabolcs (ROM), terzo in in 2h06’00’’

Mattia Gianola, secondo in in 2h05’30’’


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Katrine Villumsen (DEN), seconda in in 2h28’07’’

Ingrid Mutter (ROM), terza in 2h33’10’’


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Il passaggio degli atleti nella discesa di gara


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Alberto Zaccagni e alcuni atleti durante la cena alla vigilia della gara

albo d’oro 2013 (M) 1° Franco Sancassani 1h47.12 - 2° Paolo Gotti 1h49.56 - 3° Gil Pintarelli 1h48.57 (F) 1° Chiara Gianola 2h17.03 - 2° Chiara Fumagalli 2h19.56 - 3° Martina Brambilla 2h24.06

la zacup in cifre Organizzatore: Team Pasturo Anno prima edizione: 2013 Lunghezza: 27,5Km, Dislivello positivo: 2600mt D+ Pendenza media: 17,5% Pendenza massima positiva: 74,9% Pendenza massima negativa: 56% Finishers 2016: 360 Montepremi in denaro: 2.500 euro

2014 (M) 1° Marco De Gasperi 2h50.24 - Daniel Antonioli 2h58.45 - 3° Franco Sancassani 2h58.57 (F) 1° Elisa Desco 3h28.49 - 2° Debora Cardone 3h41.59 - 3° Emanuela Brizio 3h44.59 2015 (M) 1° Daniel Antonioli 2h56.17 - 2° Mattia Gianola 2h58.45 - 3° Davide Invernizzi 3h07.44 (F) 1° Debora Cardone 3h32.39 - 2° Emanuela Brizio 3h36.17 - 3° Raffaella Rossi 3h45.55


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Autunno 2016

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CLASSIFICHE ZACUP SKYRACE DEL GRIGNONE CLASSIFICA MASCHILE 2016 1. ANTONIOLI DANIEL (ITA) 2h03.33 2. GIANOLA MATTIA (ITA) 2h05.30 3. SZABOLCS ISTVAN GYORGY (ROM) 2h06.00 4. SANCASSANI FRANCO (ITA) 2h07.31 5. VARESCO CHRISTIAN (ITA) 2h07.59 6. INVERNIZZI DAVIDE (ITA) 2h09.24 7. BUTTI STEFANO (ITA) 2h10.49 8. CRISTINI MANUEL (ITA) 2h11.20 9. GIANOLA ERIK (ITA) 2h12.10 10. TRENTIN WALTER (ITA) 2h12.10 11. BONESI ALESSANDRO (ITA) 2h12.17 12. BELINGHIERI CLEMENTE (ITA) 2h12.25 13. TICOZZELLI ADRIANO (ITA) 2h13.06 14. ARTUSI ROBERTO (ITA) 2h14.09 15. RINALDI LIVIO (ITA) 2h14.10 16. MICHA STAINER (SUI) 2h17.18 17. RIZZI FAUSTO (ITA) 2h19.32 18. CORTI CRISTIAN (ITA) 2h19.56 19. RIGONELLI DARIO (ITA) 2h22.47 20. ARDENI ROBERTO (ITA) 2h23.08 21. MOLINARI MATTEO (ITA) 2h23.21 22. LONGHI MATTEO (ITA) 2h23.24 23. BRAMBILLA DANILO (ITA) 2h23.30 24. CALCINATI ANDREA (ITA) 2h23.35 25. TONIOLO MAURO (ITA) 2h23.52 26. BERERA ADRIANO (ITA) 2h24.04 27. GRILLI ANDREA (ITA) 2h27.08 28. FENAROLI MAURIZIO (ITA) 2h27.16 29. TAVOLA STEFANO (ITA) 2h27.24 30. MICHELI GIAMBATTISTA (ITA) 2h27.35 31. TORRES VILLAR VICENT (ESP) 2h27.50 32. RIGAMONTI ALESSANDRO (ITA) 2h27.56 33. CASIRAGHI UMBERTO (ITA) 2h29.44 34. PANZERA LORENZO (ITA) 2h30.54 35. SIMONETTA COSTANTINO (ITA) 2h31.01 36. TAGLIAFERRI CLAUDIO (ITA) 2h31.18 37. RODARI GIAN PIETRO (ITA) 2h31.36 38. SIGISMONDI MAURIZIO (ITA) 2h31.57 39. TOMASONI STEFANO (ITA) 2h32.03 40. MAINETTI GIACOMO (ITA) 2h32.10 41. PERTUSINI MANOLO (ITA) 2h32.25 42. CARGASACCHI SAMUELE (ITA) 2h32.28 43. CIAPONI ALAN (ITA) 2h32.46 44. RIPAMONTI TIZIANO (ITA) 2h32.55 45. POMI CESARE (ITA) 2h33.03

46. FRIGERIO MARCO ERNESTO (ITA) 2h34.19 47. VALSECCHI MICHELE (ITA) 2h35.16 48. CANALI GIUSEPPE (ITA) 2h35.20 49. BONESI MATTIA (ITA) 2h35.36 50. BINDA MASSIMILIANO (ITA) 2h36.20 51. BRUMANA ANDREA (ITA) 2h36.31 52. VIAN ANDREA (ITA) 2h36.41 53. MAGGI ANDREA (ITA) 2h37.03 54. COMPAROLI STEFANO (ITA) 2h37.14 55. PERSICO MICHELE (ITA) 2h37.53 56. ROTTA MASSIMO (ITA) 2h38.07 57. MENEGOLA ATHOS (ITA) 2h38.41 58. MANZONI GIANCARLO (ITA) 2h38.54 59. CHISSOTTI LUCA (ITA) 2h38.59 60. MASCIADRI STEFANO (ITA) 2h41.10 61. PIROVANO PAOLO (ITA) 2h41.33 62. SPREAFICO MATTEO (ITA) 2h41.50 63. PANZERI NICOLA (ITA) 2h42.30 64. RUSCONI FABIO (ITA) 2h42.41 65. CERNUSCHI CLAUDIO (ITA) 2h42.46 66. FANTI ALESSANDRO (ITA) 2h42.47 67. NAVA FABIO (ITA) 2h42.51 68. ZUGNONI DIEGO (ITA) 2h43.08 69. FLAMIA STEFANO (ITA) 2h43.41 70. PARUSCIO NICOLO’ (ITA) 2h43.44 71. CIRESA RICCARDO (ITA) 2h44.00 72. GUGLIELMETTI LUCA (ITA) 2h44.02 73. SCACCABAROZZI MASSIMILIANO (ITA) 2h44.43 74. PIZZOLATO MANUEL (ITA) 2h44.26 75. PATELLI MATTEO (ITA) 2h44.45 76. DE BERNARDI PAOLO (ITA) 2h44.57 77. GEROSA ANGELO (ITA) 2h45.01 78. GRITTI FABRIZIO (ITA) 2h45.13 79. SCHIAVETTI IVAN (ITA) 2h45.16 80. BRAMBILLA MASSIMO (ITA) 2h45.20 81. MAZZINA EGIDIO (ITA) 2h45.32 82. MAXENTI PAOLO (ITA) 2h45.39 83. MANES ANDREA (ITA) 2h46.32 84. GROSSI PAOLO (ITA) 2h46.48 85. GUANELLA GIAMPAOLO (ITA) 2h47.33 86. LOMBARDINI LUCA (ITA) 2h47.33 87. BERETTA EMANUELE (ITA) 2h47.34 88. BOGANI MASSIMILIANO (ITA) 2h47.39 89. MAZZOLENI COSTANTINO (ITA) 2h47.40 90. COFFETTI LUCA (ITA) 2h47.41


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L’abitato di Pasturo con la partenza e arrivo della Zacup visto dall’alto 91. TURBA MARCO (ITA) 32h47.43 92. RATTI MARCO (ITA) 2h47.46 93. RATTI LUCA (ITA) 2h47.48 94. PASINI GUSTAVO (ITA) 2h47.48 95. MARCON STEFANO (ITA) 2h47.50 96. MOLTENI EDOARDO (ITA) 2h47.51 97. FAZZINI OTTAVIO (ITA) 2h47.52 98. FLAUTO VINCENZO (ITA) 2h47.52 99. CAZZANIGA PAOLO (ITA) 2h47.57 100. GIANOLA DANIELE (ITA) 2h48.00

CLASSIFICA FEMMINILE 2016 1. DRAGOMIR DENISE (ROM) 2h24.23 2. VILLUMSEN KATRINE (DEN) 2h28.07 3. MUTTER INGRID (ROM) 2h33.10 4. BRAMBILLA MARTINA (ITA) 2h39.02 5. BENEDETTI DEBORA (ITA) 2h44.22 6. GIANOLA CHIARA (ITA) 2h48.20 7. SCOTI ESTER (ITA) 2h50.06 8. ACQUISTAPACE MONIA (ITA) 2h52.51 9. PEDRONI CECILIA (ITA) 2h52.56 10. BUZZONI LISA (ITA) 2h56.05 11. MANDELLI VITTORIA (ITA) 3h03.07 12. SIBONA GUENDALINA (ITA) 3h04.24 13. BELTRAN ESTEVE LLUNA (ESP) 3h06.05 14. PIGANZOLI SERENA (ITA) 3h06.10 15. MAGRI STEPHANIA (MLT) 3h07.11 16. POLETTI MARIA (ITA) 3h09.47 17. TORRES VILLAR PATRICIA (ESP) 3h13.46 18. ARCARA ELISA (ITA) 3h22.03

19. COLLI NATALIE (ITA) 3h27.09 20. CHIODA OTTAVIA (ITA) 3h28.45 21. CORRADIN SONIA (ITA) 3h36.26 22. DURANTE CRISTINA (ITA) 3h36.51 23. GERVASONI DALILA (ITA) 3h37.37 24. DELL’UTRI MARCELLA (ITA) 3h40.30 25. FIOR MONICA HANSEA (ITA) 3h42.19 26. SIRTORI LAVINIA MARIA (ITA) 3h46.49 27. MARCON SILVIA (ITA) 3h52.18 28. ANDROIC DINA (ITA) 3h59.26 29. CHIAPPA SILVIA (ITA) 4h04.23 30. BERETTA GIORGIA (ITA) 4h08.03 31. QUADRELLI ROSALBA (ITA) 4h13.41



portofino ultima tentazione autunnale 22 ottobre 2016

Nle parco di Portofino, scaldati dal sole, per un’ultima uscita in maniche corte prima dell’inverno.

shoot Atleta: Danda Pagliano Luogo: Punta Chiappa Fotografo: Fabio Menino


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Autunno 2016

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non poteva andare diversamente di Fabio Menino

No

non poteva proprio andare diversamente. Quello che volevo trasmettere con la copertina di questo quarto numero di LESSisMORE, quello che sarà disonoibile per i lettori in prossimità del Natale, era un concetto legato al piacere che è in grado di donare il calore del sole sulla pelle mentre si corre. Per farlo, però, non ho voluto scegliere una delle tante fotografie scattate nel periodo estivo. Ho preferito la realtà dei fatti, ovvero l’ultima corsa sotto il sole di questo lungo anno. E’ successo nel Parco di Portofino, per la precisione a Punta Chiappa, dove io e mia moglie Danda abbiamo trascorso un piacevole fine settimana. Dentro di me sentivo che sarebbe stato l’ultimo tramonto di quel tipo, l’ultimo capitolo di una lunga storia che, insieme a molte altre, era destinata ad essere archiviata nel cassetto dei ricordi. Ho atteso con pazienza e poi, in quei brevi istanti che precedono il calare del sole dietro l’orizzonte, ho semplicemente scattato cercando di raccogliere in quel gesto tutta l’emozione che avevo nell’animo. Quel sole l’ho visto sempre più piccolo, con un tiepido riflesso sull’acqua simile ad una mano intenta a salutarmi, a dirmi arrivederci prima della lunga pausa invernale. Nel corso degli anni, ho imparato che le foto a cui ci tieni maggiormente non escono mai per caso o, come spesso si ritiene, per fortuna. Si tratta più semplicemente di piccole frazioni di

vita in cui si creano tutte le condizioni necessarie affinchè possa essere espressa la propria natura, qualsiasi essa sia, bello o meno il risultato finale che poi si ottiene. Direi che a Portofino, con mia moglie Danda, tutte queste situazioni si sono create e questo è il motivo principale per cui io tengo molto alla fotografia di copertina e alle altre che ho scattato nel durante di quei due giorni. Se per mia moglie il discorso sarebbe relativamente più facile perchè, eventualmente, dovrei scrivere cosa provo per lei da un punto di vista sentimentale, per il luogo, ovvero Punta Chiappa, il discorso è decisamente più complesso perchè si tratta di qualcosa che per me non è ancora ben definito. Sarà, quella lunga scalinata percorribile solo a piedi che porta in un luogo destinato a diventare un tuo angolo segreto, nonostante sia frequentato da molte altre persone. Saranno quegli splendidi sentieri che scendono in una valle abbandonata a se stessa e che poi portano a San Fruttuoso. Sarà la curiosità che prende il sopravvento sulla stanchezza quando incominci a intravedere le lussuose ville di Portofino. Infine, sarà il fatto che su quegli stessi sentieri ho corso varie edizioni di uno dei più bei trail a cui abbia partecipato. Non saprei spiegarne il motivo preciso ma questo angolo di Liguria, come ha segnato molti bei momenti degli ultimi miei anni di vita, rimarrà anche in futuro un punto fermo delle mie evasioni outdoor.


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Nei pressi della Calata degli Inglesi - Parco di Portofino



Punta Chiappa - Camogli - Parco di Portofino


chiavenna sul mitico sentiero per lagunc 09 ottobre 2016

La mia prima volta sugli interminabili gradini che hanno scritto la storia del vertical in Italia

shoot Atleta: Petro Mamu (ERI) Luogo: Chiavenna Evento: chiavenna-Lagunc Fotografo: Fabio Menino



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Autunno 2016

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mille metri in poco più di mezz’ora di Fabio Menino

Se

c’era una gara in particolare che sentivo mancasse nel mio bagaglio d’esperienze legate agli sport outdoor di montagna, questa era proprio il vertical kilometer di Chiavenna. Mancava perchè, per quanto avevo letto, è una gara che nel corso degli anni ha scritto pagine importanti nella storia di questa disciplina. Il fatto che sia uno dei vertical più veloci al Mondo in termini di prestazioni cronometriche, inoltre, ha aumentato il mio interesse e la mia curiosità. Dopo il Val Bregaglia Trail ho accettato molto volentieri l’invito di Nicola Del Curto, ovvero dell’organizzatore di questa manifestazione. Sono quindi tornato a Chiavenna e, per prima cosa, mi sono preso il tempo necessario per rivisitare questo splendido paese con più attenzione. Sinceramente non avevo un’idea precisa del percorso e del luogo dove mi sarei posizionato a scattare le fotografie. Questo perchè, in sostanza, l’unico materiale fotografico che avevo reperito sul web era inerente alla zona d’arrivo. Come spesso mi capita di fare, e come sempre mi piace fare, ho quindi deciso di percorrere il sentiero di gara dal basso, ovvero dalla partenza posta nei pressi della chiesa di Loreto. Una breve pausa a contemplare l’alba dietro ai due caratteristici campanili della chiesa quindi, finalmente, ho incominciato ad affrontare gli antichi gradini di granito che poi, di fatto, hanno

caratterizzato tutta la mia giornata. Dopo pochi minuti, infatti, nella mia testa si è insinuato il forte desiderio di rappresentare questa gara proprio con la particolarità dei gradini. Ed è questo il motivo fondamentale per cui, a circa metà del percdorso, ho deciso di fermarmi in un luogo che metteva in risalto questa peculiarità. In realtà, ho poi scelto di scattare le fotografie alle concorrenti femminili in una zona appena sottostante, nell’unico posto del percorso in cui si riusciva a vedere l’intero abitato di Chiavenna come sfondo. Per gli uomini, invece, sono risalito di qualche metro all’interno del bosco di castagni. Un ambiente decisamente suggestivo, reso ancora più particolare dal colore dorato delle foglie che ricoprivano quasi interamente il sottobosco. Prima del passaggio degli atleti elite, però, mi sono recato nel sovrastante borgo di Pinazzola, un luogo fatto di caratteristiche e curate abitazioni in pietra che sembrano appartenere ad un’altra epoca. E poi, finalmente, sono giunti gli atleti, uno ad uno fino ai più forti, coloro che con la loro progressione a dir poco surreale, hanno trasformato questa mia seconda esperienza in Valchiavenna in qualcosa di realmente unico. Ed i 31 minuti e 42 secondi impiegati da Petro Mamu per salire quei 1.000 metri così ripidi e così carichi di storia, non hanno fatto altro che confermare per quele motivo questo vertical kilometer sia uno dei più famosi al Mondo.


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Valentina Belotti, prima in 38’17’’



La Chiesa di Loreto e, sullo sfondo, la Val Bregaglia


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Bernard Dematteis, secondo in 32’06’’

Michele Boscacci, terzo in 32’46’’


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Alice Gaggi, seconda in 41’29’’

Antonella Confortola, terza in 42’32’’



L’abitato di Chiavenna visto dal percorso di gara


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In queste pagine, passaggi degli atleti nei pressi di Pianazzola



Passaggio nel bosco di castagni


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Arianna Oregioni, quarta in 42’52’’

Sara Bottarelli, quinta in 43’46’’


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Giulia Compagnoni, sesta in 45’15’’

Alba De Silvestro, undicesima in 47’34’’


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Autunno 2016

CLASSIFICHE KILOMETRO VERTICALE LAGUNC CLASSIFICA MASCHILE 2016 1. MAMU PETRO (ERI) 31.42 2. HAINES Hector (ITA) 32.06 3. BOSCACCI MICHELE (ITA) 32.46 4. LENZI DAMIANO (ITA) 33.07 5. WYATT JONATHAN (NZL) 33.36 6. BALDACCINI ALEX (ITA) 34.13 7. MANZI EMANUELE (ITA) 34.15 8. SCRIMAGLIA MATTIA (ITA) 34.15 9. MAGNINI DAVIDE (ITA) 34.16 10. PUPPI FRANCESCO (ITA) 34.38 11. AYMONOD HENRI (ITA) 34.47 12. MILESI VINCENZO (ITA) 35.20 13. DI GIOIA MASSIMILIANO (ITA) 35.31 14. ROVEDATTI GUIDO (ITA) 35.51 15. CAGNATI LUCA (ITA) 36.12 16. CRISTANI LUIGI (ITA) 36.46 17. VITTORI LORENZO (ITA) 36.55 18. TACCHINI GIOVANNI (ITA) 37.00 19. BERERA ADRIANO (ITA) 37.18 20. MARTOCCHI DARIO (ITA) 37.19 21. SILVANI STEFANO (ITA) 37.55 22. LIZZOLI LUCA (ITA) 37.56 23. ALBINI LUCA (ITA) 38.03 24. TORRESANI FRANCO (ITA) 38.11 25. TOGNONI GIOVANNI (ITA) 38.17 26. BERTOLINI MIRKO (ITA) 38.47 27. FAVERIO RICCARDO (ITA) 38.48 28. TRIULZI FABRIZIO (ITA) 38.48 29. TRIULZI MASSIMO (ITA) 39.00 30. CANEVA TOMMASO (ITA) 39.03 31. PANATTI ERIK (ITA) 39.15 32. MEINARDI DAVID (ITA) 39.27 33. CALUFETTI GIACOMO (ITA) 39.30 34. CASTELNUOVO MARCO (ESP) 39.37 35. MANCASSOLA FEDERICO (ITA) 39.48 36. SHKEL VITALY (RUS) 39.49 37. CORAZZA MATTEO (ITA) 39.53 38. BEDOGNETTI VALENTINO (ITA) 39.56 39. ACQUISTAPACE WALTER (ITA) 40.00 40. GIANATI FULVIO (ITA) 40.06 41. LIZZOLI FAUSTO (ITA) 40.09 42. QUADRI MICHAEL MARIO (ITA) 40.22 43. ROSSI FABIO (ITA) 40.27 44. ARTUSI ATTILIO (ITA) 40.45 45. COMPAGNONI VENANZIO (ITA) 41.01

46. BENEDETTI MARIO (ITA) 41.12 47. BOTTARELLI DAVIDE (ITA) 41.31 48. ROVELLI GIORGIO (ITA) 41.34 49. MARTINOLI DIEGO (ITA) 41.35 50. DELLA MINA DAVIDE (ITA) 41.38 51. ROGANTINI MARCO (ITA) 41.41 52. FUMAGALLI GIUSEPPE (ITA) 41.49 53. LEVI CARLO (ITA) 41.54 54. PASINETTI GERMANO (ITA) 41.56 55. GUSMEROLI PAOLO (ITA) 42.16 56. GALLI ROBERTO (ITA) 42.28 57. GALLI ANGELO (ITA) 42.29 58. CARMINATI SIMONE (ITA) 42.44 59. SPEZIALI VALENTINO (ITA) 42.52 60. COMPAGNONI LUCIANO (ITA) 42.58 61. ZANABONI LUIGI (ITA) 43.10 62. FRIGUET BENOIT (FRA) 43.19 63. PILONI MICHELE (ITA) 43.23 64. GATTI ALBERTO (ITA) 43.33 65. BERTOLDINI CLAUDIO (ITA) 43.33 66. GIANOLI LUIGI (ITA) 43.47 67. CAPELLI MARCO LUIGI (ITA) 43.52 68. TASSI PIERALBERTO (ITA) 43.52 69. TAROCCO ROBERTO (ITA) 43.54 70. FAZZINI MAURO (ITA) 44.01 71. GRIGI MARCO (ITA) 44.02 72. ROVELLI EZIO (ITA) 44.03 73. INVERNIZZI DOMENICO (ITA) 44.04 74. ANGELINI SERGIO (ITA) 44.22 75. BELOTTI LUCIANO (ITA) 44.27 76. BIANCHINI OLIVIERO (ITA) 44.30 77. GRECO ADRIANO (ITA) 44.36 78. CIPOLLA PAOLO (ITA) 44.41 79. FRIGERIO FABRIZIO (ITA) 44.43 80. VALADE’ WALTER (ITA) 44.51 81. BERTINI SIMONE (ITA) 44.57 82. SPAGNOLATTI MARCO (ITA) 44.58 83. SPELZINI LORENZO (ITA) 45.01 84. MOSSI PIETRO (ITA) 45.15 85. CACCAMO GERMANO (ITA) 45.18 86. FAGETTI JAMAKO (ITA) 45.32 87. ANDREOLI MAICOL (ITA) 45.32 88. LEONI STEFANO (ITA) 45.33 89. BORLA ENEA (ITA) 45.41 90. MARIOTTI RAFFAELE (ITA) 45.45

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Il passaggio di un atleta nel borgo di Pianazzola 91. MINATTA ROBERTO (ITA) 45.53 92. MARIOTTI GABRIELE (ITA) 46.05 93. CORAZZA ROBERTO (ITA) 46.19 94. MARTINOLI SIMONE (ITA) 46.32 95. LEVI EMANUELE (ITA) 46.34 96. CENDALI ALESSANDRO (ITA) 46.37 97. GUSMEROLI DARIO (ITA) 46.49 98. RAVA DANIELE (ITA) 46.55 99. DELL’AVA PAOLO (ITA) 47.05 100. LEONI CARLO (ITA) 47.08

CLASSIFICA FEMMINILE 2016 1. BELOTTI VALENTINA (ITA) 38.17 2. GAGGI ALICE (ITA) 41.29 3. CONFORTOLA ANTONELLA (ITA) 42.32 4. OREGIONI ARIANNA (ITA) 42.52 5. BOTTARELLI SARA (ITA) 43.46 6. COMPAGNONI GIULIA (ITA) 45.15 7. MARTINUCCI IVONNE (ITA) 45.27 8. VALGOI ALESSANDRA (ITA) 46.12 9. PENSA PATRIZIA (ITA) 46.19 10. ACQUISTAPACE MONIA (ITA) 46.25 11. DE SILVESTRO ALBA (ITA) 47.34 12. FASCENDINI PAOLA (ITA) 48.33 13. DEL GROSSO FABIANA (ITA) 49.07 14. ROSSINI MARIA (ITA) 51.45 15. GIANOLA MARIA (ITA) 51.51 16. UBOLDI MARIA LAURA (ITA) 52.14 17. BONAITI DANIELA (ITA) 52.27 18. CASTELNUOVO TERESA (ITA) 52.31

19. DE AGOSTINI SONIA (ITA) 53.22 20. WILHELM MARIA ELVIRA (ITA) 53.27 21. RUSCONI MARIA TERESA (ITA) 53.28 22. ROVERA CRISTINA (ITA) 53.49 23. BERETTA CHIARA (ITA) 54.41 24. ROTA FEDERICA (ITA) 55.21 25. MARTELLETTI SANDRA (ITA) 55.48 26. CONFORTOLA NATALIA (ITA) 56.08 27. VEZZOLI ENRICA (ITA) 57.47 28. COLLI NATALIE (ITA) 58.18 29. ALBERTI NATALIA (ITA) 59.13 30. CANTONI VITTORIA (ITA) 1h00.09 31. BOTTARELLI VALENTINA (ITA) 1h00.24 32. MULETTA ALESSIA (ITA) 1h06.40 33. SAITO SHIORI (JPN) 1h08.53 34. CIZMESIYA ANGELIKA (ITA) 1h09.51 35. PERLETTI MARIA SUSANNA (ITA) 1h10.08



sondrio fine stagione

in vigna 05 novembre 2016

L’ultima gara della stagione, sotto una fitta pioggia ma immersi negli straordinari colori dei vigneti in autunno

shoot Atleta: Julien Rancon (FRA) Luogo: Sondrio Evento: Valtellina Wine Trail Fotografo: Fabio Menino


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Autunno 2016

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fine stagione sotto la pioggia di Fabio Menino

In

due edizioni di questa gara a cui ho partecipato come fotografgo, non avevo mai visto la prima parte del percorso. Ecco perchè, quando Marco De Gasperi mi ha consigliato di andare nei pressi dell’azienda vitivinicola Triacca, dopo circa 15 km dalla partenza, ho accettato molto volentieri il suo consiglio. Il Valtellina Wine Trial, almeno per me, è una gara molto particolare. In primo luogo, perchè si svolge in un ambiente, quello delle vigne e delle cantine, fuori dai contesti di gara abituali ed è qualcosa che mi affascina particolarmente. In secondo luogo, aspetto altrettanto importante, perchè dalla scorsa stagione l’ho decretata quale mio ultimo appuntamento annuale nel mondo delle corse a piedi. Dico fin da subito che la pioggia, come sempre accade, non ha aiutato. Se in un primo momento ne ero anche felice perchè sapevo che con l’adeguata attenzione sarebbero usciti degli scatti particolari, con il passare delle ore il tutto si è trasformato in qualcosa di estremamente difficile da gestire. Il lavoro svolto all’interno, ovvero dentro le splendide cantine Triacca, direi che non ha riservato inconvenienti particolari. Una volta all’aperto, però, con la pioggia insistente e copiosa, dopo una decina di minuti si è semplicemente trattato di scattare d’istinto, con il piccolo display della mia macchina fotografica completamente appannato e, quindi, con i dati

di scatto non leggibili. Forse per la prima volta da quando mi occupo di fotografia sportiva, ho dovuto far ricorso agli insegnamenti di Claudio Molinaro sulla lettura dell’istogramma sul monitor centrale. Un prezioso strumento che, anche se con risultati non propriamente ottimali, mi ha permesso di portare comunque a casa qualche scatto da custodire tra i ricordi. Nonostante questi piccoli dettagli tecnici, l’ambiente in cui si è svolta quest’edizione del Valtellina Wine Trail è stato, a dir poco, spettacolare. Il più tipico dei paesaggi vitivinicoli autunnali, con i colori ormai sbiaditi e con le ultime foglie rimaste che sfidavano la pioggia per rimanare appese ai loro filari. Questa gara, nata per volontà di un gruppo di amici amanti della Valtellina e delle sue tradizioni, nel corso di poche edizioni è ormai diventata una classica di fine stagione. Ne sono la dimostrazione gli oltre 1600 atleti che vi sono iscritti per assaporare un contesto sportivo fuori dal comune. Stanco, bagnato e infreddolito, entro nella mia automobile e preparo qualche fotografia al volo per i comunicati stampa. Poi, con non poca malinconia, riparto alla volta di casa senza passare da Sondrio per salutare Marco ed Elisa. Non posso fare altro che ripensare velocemente a tutto l’anno che si è concluso con questa gara e ai cinque anni della mia vita in cui ho svolto l’attività di fotografo e blogger. Arrivederci Valtellina, arrivederci Wine Trail.


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Elisa Sortini, prima in 4h03’47’’



Il passaggio degli atleti nei pressi dell’azienda vitivinicola Triacca


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In queste pagine, il passaggio degli atleti nei pressi dell’azienda vitivinicola Triacca


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In queste pagine, il passaggio degli atleti nei pressi dell’azienda vitivinicola Triacca


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Autunno 2016

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CLASSIFICHE VALTELLINA WINE TRAIL 42 km CLASSIFICA MASCHILE 2016 1. RANCON JULIEN (FRA) 3h13.35 2. GALE PHIL (GBR) 3h22.23 3. PIZZATTI CHRISTIAN (ITA) 3h26.22 4. ROVEDATTI GUIDO (ITA) 3h33.30 5. BUTTI STEFANO (ITA) 3h34.51 6. RIZZI FAUSTO (ITA) 3h38.58 7. BONGIO FABIO (ITA) 3h39.36 8. BONESI ALESSANDRO (ITA) 3h40.38 9. COSTA ELIA (ITA) 3h40.41 10. CALCINATI ANDREA (ITA) 3h40.52 11. SCHENATTI LUCA (ITA) 3h42.53 12. BERGAMASCHI FRANCESCO (ITA) 3h44.21 13. STATTI NICOLAS (ITA) 3h48.00 14. DELL’ANDRINO WALTER (ITA) 3h50.14 15. GUSMEROLI ALESSANDRO (ITA) 3h51.20 16. MACCHI ANDREA (ITA) 3h52.21 17. GIANONCELLI ENRICO (ITA) 3h53.41 18. CAVAZZI NICOLA (ITA) 3h54.09 19. GRILLI ANDREA (ITA) 3h58.49 20. MAINETTI MARCO (ITA) 3h59.00 21. COMPAGNONI LUCIANO (ITA) 3h59.06 22. BAGIOTTI MARCO (ITA) 3h59.06 23. RE CRISTIAN (ITA) 4h00.03 24. GUSMERINI ROBERTO (ITA) 4h01.09 25. IGNIZIO GIOVANNI (ITA) 4h01.15 26. TAVERNA MASSIMILIANO (ITA) 4h01.23 27. BONGIO SERGIO (ITA) 4h01.38 28. SONGINI DARIO (ITA) 4h01.41 29. TORRI MAURIZIO (ITA) 4h02.25 30. GOSSI DAVIDE (ITA) 4h03.39 31. PELLEGRINO CRISTIAN (ITA) 4h03.49 32. BELOTTI LUCIANO (ITA) 4h04.04 33. VALENTE JACOPO (ITA) 4h04.09 34. PEDRAZZOLI FRANCESCO (ITA) 4h04.14 35. PIZZOLATO MANUEL (ITA) 4h05.08 36. GIROLA CARLO (RUS) 4h06.17 37. GALLI ANTONELLO (ITA) 4h06.32 38. MONCECCHI DANIELE (ITA) 4h06.37 39. DELLA MINA DAVIDE (ITA) 4h06.58 40. GROSSI PAOLO (ITA) 4h07.11 41. EYDALLIN GIANLUCA (ITA) 4h07.14 42. KOLEHMAINEN MIKKO (FIN) 4h07.20 43. COMPAGNONI GIORGIO (ITA) 4h07.21 44. VANOTTI MARCO (ITA) 4h08.06 45. RUFFONI AMOS (ITA) 4h08.50

46. GIANOLA ENZO (ITA) 4h09.37 47. FAVARO LUCA (ITA) 4h10.13 48. COLOMBO GIUSEPPE (ITA) 4h10.49 49. ZANABONI LUIGI (ITA) 4h12.00 50. FANCHETTI OMAR (ITA) 4h13.05 51. FRANZINI MICHELE (ITA) 4h13.20 52. PEDRAZZOLI VITTORIO (ITA) 4h14.01 53. MILIVINTI LUCA (ITA) 4h15.56 54. DE BIANCHI LUCA (ITA) 4h15.56 55. DUCA FABRIZIO (ITA) 4h16.47 56. SPEZIALI VALENTINO (ITA) 4h17.28 57. MARSETTI LORENZO (ITA) 4h18.08 58. CAPOCCHI ALESSANDRO (ITA) 4h18.26 59. CORLATTI SIMONE (ITA) 4h18.36 60. BIANCHI MARCO (ITA) 4h18.43 61. GEROSA ALFONSO (ITA) 4h18.45 62. FUMAGALLI DAVIDE (FRA) 4h18.51 63. CIABARRI MICHELE (ITA) 4h19.01 64. SPAGNOLATTI MARCO (ITA) 4h19.11 65. GRASSI PIER GILDO (ITA) 4h20.49 66. PLAMONDON MATHIEU (SUI) 4h20.50 67. TOCCHETTI LUCA (ITA) 4h22.43 68. PARUSCIO NICOLO’ (ITA) 4h22.43 69. MUSCETTI TOMAS (ITA) 4h23.58 70. MAZZONI MARCO (ITA) 4h25.23 71. RAMPONI TIZIANO (ITA) 4h26.10 72. MORIONDO PAOLO (ITA) 4h26.34 73. GELOSA PAOLO (ITA) 4h26.35 74. PURICELLI SIMONE (ITA) 4h26.35 75. BOTTA’ MATTEO (ITA) 4h26.36 76. GENTINI MARCO (ITA) 4h27.52 77. FUMASONI LUCA (ITA) 4h28.09 78. FRANCHETTI ROBERTO (ITA) 4h28.28 79. PEDROLI FABIO (ITA) 4h29.05 80. AILI GIOVANNI (ITA) 4h29.09 81. FASOLINO SIMONE (ITA) 4h29.21 82. MASCIADRI ROBERTO (ITA) 4h29.31 83. FRANZI DOMENICO (ITA) 4h29.33 84. PEDRAZZOLI PAOLO (ITA) 4h29.58 85. MOLTONI NICOLA (ITA) 4h30.04 86. PAROLO NICOLA (ITA) 4h30.21 87. DAVERIO MATTEO (ITA) 4h31.11 88. GUGLIELMETTI LUCA (ITA) 4h32.07 89. ROSSINI PAOLO (ITA) 4h32.08 90. FANTI ALESSANDRO (ITA) 4h32.46


130

91. DI GIOIA OMAR (ITA) 4h33.05 92. MENEGOLA ATHOS (ITA) 4h33.06 93. GADDI NICOLA (ITA) 4h33.10 94. BONACINA IVAN (ITA) 4h33.12 95. MELE’ ATTILIO (ITA) 4h33.37 96. SCHIAVETTI MARCO (ITA) 4h33.41 97. ORELLINI MARCO (ITA) 4h34.04 98. KASTENBERG GERRIT JAN (GER) 4h34.07 99. FENTZ JOACHIM (DEN) 4h35.01 100. DEL SIMONE STEFANO (ITA) 4h35.41

CLASSIFICA FEMMINILE 2016 1. SORTINI ELISA (ITA) 4h03.47 2. ROSSI RAFFAELLA (ITA) 4h08.44 3. MORASCHINELLI LUCIA (ITA) 4h36.54 4. MAI FRANCESCA (ITA) 4h43.08 5. PIROLA MILENA (ITA) 4h45.08 6. COLCIAGO LUCIA (ITA) 4h47.01 7. CUSINI MYRIAM (ITA) 4h47.48 8. GALLI FRANCESCA (ITA) 4h49.55 9. PIGANZOLI SERENA (ITA) 4h52.24 10. BESSEGHINI CINZIA (ITA) 4h54.31 11. BESSEGHINI MARTINA (ITA) 4h54.31 12. BORTOLAS ELISABETTA (ITA) 4h56.31 13. VENCO MONICA (ITA) 4h59.34 14. PANIZZA IRMA (ITA) 5h02.51 15. MELES MARIA VITTORIA (ITA) 5h03.16 16. CRUCIFERO ANTONELLA (ITA) 5h06.06 17. PIAZZI ELENA (ITA) 5h09.44 18. TAIOCCHI SARA (ITA) 5h09.45

19. BIANCHI SARA (ITA) 5h10.41 20. CONFORTOLA MONICA (ITA) 5h13.04 21. SCACCABAROZZI BARBARA (ITA) 5h13.22 22. COGLIATI ANNA MARIA (ITA) 5h14.24 23. DANCHENKO ZHANNA (UKR) 5h14.30 24. FERRARINI LUCIA (ITA) 5h14.49 25. COLLI NATALIE (ITA) 5h14.49 26. FONTANA MONIA (ITA) 5h15.13 27. CONFEGGI STEFANIA (ITA) 5h15.15 28. BEONI LETIZIA (ITA) 5h15.58 29. TRABATTONI AMALIA (ITA) 5h18.06 30. BACINELLI SABINA (ITA) 5h18.54 31. ROELANDT MELANIE (ITA) 5h19.02 32. BETEMPS ELENA (ITA) 5h19.32 33. SCAMOZZI SIMONA (ITA) 5h20.10 34. CARPANI DANIELA (ITA) 5h30.25 35. PASQUA EMILIA (ITA) 5h31.05 36. AMBROSI GIORGIA (ITA) 5h33.40 37. CAPELLONI FRANCESCA (ITA) 5h36.42 38. SCAMOZZI DANIA (ITA) 5h37.27 39. CANCLINI FEDERICA (ITA) 5h40.05 40. FAIFER MONICA (ITA) 5h40.59 41. PAREDI ENRICA (ITA) 5h42.44 42. PIANTA LUCIA (ITA) 5h43.18 43. COLOMBO ANNALISA (ITA) 5h54.13 44. COLOMBO ELENA (ITA) 5h54.57 45. DAHLGREN ANNE (ITA) 5h55.51 43. DEL DOSSO STEFANIA (ITA) 5h56.27 44. CIULLO SERENA (ITA) 5h58.54 45. PINTO MARIA (ITA) 5h59.33 44. VARSESCU MONICA (ITA) 5h59.44 55. NERI ANNA (ITA) 6h00.47



Buon inverno e...

arrivederci a Marzo



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