NewsCinema Magazine - Febbraio 2016

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NewsCinema.it

Testata Giornalistica di Cinema e Serie Tv Mensile Febbraio 2016 ANNO III - N. 12 Registrazione Tribunale di Roma n.203/11 del 17 Giugno 2011 redazione@newscinema.it www.newscinema.it

Direttore Responsabile Giuseppe Rogolino

Capo Redattore/Capo Servizio Letizia Rogolino

Redattore/Responsabile Serie Tv Carlo Andriani

Hanno collaborato a questo numero: Carlo Andriani Letizia Rogolino Rosa Maiuccaro Francesca Coppola Alexia Altieri Davide Sette Leila Cimarelli Carlo Lanna

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ave,cesarE!

un viaggio nella hollywood anni ’50 con i fratelli coen di Carlo Andriani

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Ave, Cesare!, oltre ad essere il nuovo attesissimo film impossibile dimenticare Fargo e Il grande Lebowski, di Ethan e Joel Coen, è anche un plausibile cult cult del cinema mondiale rimasti impressi nelle menti degli anni Cinquanta. Questo perché i registi di degli spettatori per la loro inarrivabile unicità. Ma una Fargo hanno inserito di tutto in questa ultima fatica, formula vincente non sempre si rivela efficace. In dall’omaggio a generi cinematografici come il Ave, Cesare! infatti l’ego dei registi prende il peplum, il western e il musical, fino allo sguardo sopravvento sulla narrazione e il prodotto finale dietro le quinte di una Hollywood che oramai non c’è risente di uno script che relega i bravi protagonisti ai più. Interpretato da un cast stellare composto da soliti cliché: Channing Tatum è ancora una volta un George Clooney, Scarlett Johansson, Channing “ballerino”, George Clooney è lo “sciocco” della Tatum, Josh Brolin e Tilda Swinton, Ave, Cesare! situazione e Scarlett Johansson è una diva che racconta la storia del divo di Hollywood Baird ricordiamo solo per l’elegante omaggio ad Ester Whitlock (George Clooney) che, durante la Williams. Ma lo stesso non si può dire di Josh lavorazione del peplum che dà il titolo al film, viene Brolin che eccelle nel ruolo rivisto e corretto di Eddie r a p i t o d a u n g r u p p o d i c o m u n i s t i . N e l Mannix, Ralph Fiennes che stupisce nei panni di frattempo Eddie Mannix (Josh Brolin), il fixer più Laurence Laurentz (la sua gag è la più riuscita rinomato di sempre, viene incaricato di ritrovarlo, ma dell’intero film) e Frances McDormand che diverte una serie di strani eventi e di bizzarri personaggi con un cameo follemente comico. Inoltre la fragilità renderanno la missione più difficile del previsto. Il principale dell’opera sta nella struttura frammentata pregio dei fratelli Coen è la libertà creativa che li che dà l’impressione allo spettatore di vedere più un contraddistingue che, unita ad un pizzico di insieme di gag che un film vero e proprio. L’assenza originalità, è quasi sempre garanzia di qualità; è di regole, l’anarchia narrativa e l’elegante mix tra

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generi diversi e talvolta opposti (il musical, il noir e il western solo per citarne alcuni) sono invece i punti di forza di Ave, Cesare!; un pastiche metacinematografico visivamente splendido ma debole nei contenuti che, con eleganza e un pizzico di saccenza, omaggia e beffeggia il cinema degli anni ’50. Ave, Cesare! verrà distribuito dalla Universal Pictures in tutti i cinema italiani il 10 Marzo 2016.

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Tom

HARDY il modello britannico alla conquista di hollywood di L.C.

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NEWSCINEMA Il britannico Tom Hardy, uno degli attori più Passato il momento che io chiamo, da brutto apprezzati degli ultimi anni sarà protagonista nella anatroccolo, il suo fascino è sbocciato ottenendo un sera più importante per chi fa e ama il cinema: la contratto come modello all’agenzia Models One, Notte degli Oscar. Alto, sguardo da duro, vari dopo aver partecipato ad un concorso. Conclusi gli tatuaggi sul corpo ognuno con un proprio studi di recitazione viene scelto per interpretare un significato, dopo aver ammesso alcune esperienze soldato per una miniserie della HBO, Band of omosessuali e uso di alcol e crack, nel 2003 è Brothers – Fratelli al fronte, mentre nel 2001 riesce a riuscito ad uscire dal tunnel della dipendenza. lavorare con un grande regista, Ridley Scott, con il Contrariamente a quanto si possa pensare, è un film Black Hawk Down. Il suo vero successo però ragazzo che non ama stare al centro dell’attenzione, avviene l’anno successivo, quando si cimenta nei anche adesso che sta ottenendo grandiosi panni del pretore romano Shinzon, clone del riconoscimenti. Ma di Tom Hardy, conoscete

capitano Jean-Luc Picard nel capitolo di Star Trek: davvero tutto? Se la risposta è no…potete leggere La Nemesi. Ormai il bel Tom si divide tra il cinema e questo speciale! La sua carriera, come anche quella il teatro con estrema facilità. In particolar modo gli di Mark Ruffalo, non è stata subito di successo. Il spettacoli teatrali ai quali partecipa, lo riempiono di loro talento o meglio il loro pregio più grande, a mio orgoglio, visti i numerosi riconoscimenti. Nel biennio parere, è quello che nonostante le porte in faccia del 2005 e 2006 inizia ad essere coinvolto sempre ricevute e le difficoltà che hanno incontrato sul loro più frequentemente in progetti americani, come la cammino artistico, non si sono mai abbattuti e con miniserie per la BBC, The Virgin Queen, nella quale caparbietà sono arrivati ad essere tra i migliori attori interpreta Robert Dudley, il conte di Leicester in circolazione di Hollywood. La formazione di un favorito per lungo tempo dalla Regina Elisabetta I giovanissimo Tom Hardy è avvenuta per lo più nelle d’Inghilterra e successivamente recita in alcuni scuole di arte drammatica più note di Londra. episodi della serie Cape Wrath – Fuga dal passato.

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Nel 2006 prende parte ad una grande produzione cinematografica, ricordata oltre che per i costumi

Independent Film Awards come migliore attore

color pastello disegnati dalla costumista italiana Premio Oscar Milena Canonero, anche per la

diventa l’attore che tutti stimiamo e che conosciamo, prendendo parte a pellicole di

bellissima Kirsten Dunst rappresentata così

successo non solo in termini di critica, ma anche in

delicata e candida. Sicuramente avrete capito che il

termini di boxoffice. Lavorare al fianco di attori

film in questione è Marie Antoinette diretto da Sofia

come Morgan Freeman ed Antonio Banderas è

Coppola. Ormai la sua carriera sta prendendo il

un privilegio di pochi, un sogno… Diventato realtà

largo tra i registi americani che sono incuriositi ed

per Tom Hardy nel 2009 quando ha recitato nel film

affascinati da questo ragazzo acqua e sapone, dalla recitazione naturale apprezzata anche da Guy

The Code diretto da Mimi Leder. Tra tutte queste

Ritchie che lo sceglie per il film Rock ‘n Rolla, nel

professionalmente, il 2010 si potrebbe definire

quale interpreta un gangster gay Bob il bello. L’occasione che stava aspettando da sempre

come l’anno chiave della sua carriera. Molto probabilmente la maggior parte di voi, avranno

arriva ad inizio 2007 dimostrando quanto vale, fu

notato Tom nel ruolo di Eames nel film

con il film Bronson, la cui storia narra del prigioniero

fantascientifico Inception diretto da Christopher

Charles Bronson, il quale trascorse gran parte

Nolan con Leonardo DiCaprio, Ellen Page,

della sua vita da adulto in isolamento. Questa prova

Joseph Gordon-Levitt e Marion

d’attore lo obbligò a cambiare notevolmente il suo fisico, aumentando notevolmente la sua massa

Cotillard, vincitore di ben 4 Premi Oscar come

muscolare e a rasarsi a zero la testa. Sforzo che lo

sonoro e migliori effetti speciali (meritatissimi!). Nel

portò a vincere il prestigioso premio British

film interpreta un falsario in grado di cambiare

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protagonista. Tom Hardy da questo momento

esperienze che lo hanno fatto crescere

Miglior fotografia, miglior sonoro, miglior montaggio


aspetto all’interno dei sogni e con cui Cobb (DiCaprio) già aveva collaborato in passato. La bravura di Hardy sta nel fatto anche di cambiare genere repentinamente, senza trovare grosse difficoltà come si è visto in passato e come continuerà a fare fino ad oggi e per sempre. Il film La Talpa (2001) è un’altra grande occasione per avere l’opportunità di lavorare con attori come Gary Oldman, Colin Firth, Mark Strong, Benedict Cumberbatch e tanti altri. Il genere di appartenenza è quello di spionaggio diretto da Tomas Alfredson, interpretando tra l’altro una pedina importante nella trama, poiché l’agente Ricki Tarr è l’agente che in una telefonata a Lacon (Simon McBurney) riferisce di avere delle prove circa la presenza di una “talpa” , che lavorava per i sovietici. Molto interessante come film qualora non lo abbiate visto. Fin ora di Tom Hardy ho elogiato solo la bravura come interprete, ma della sua bellezza ne vogliamo parlare? Inutile nascondere la testa o fare finta di niente, anche l’occhio vuole la sua parte! Sicuramente se c’è un esempio che avvalora questa mia dichiarazione è il film Warrior (2011) di Gavin O’Connor accanto a Nick Nolte. In 140 minuti vi assicuro che viene data giustizia alla sua fisicità nel ruolo di Tommy Conlon, un ragazzo che con problemi di natura familiare decide di tornare ad allenarsi per cimentarsi nella lotta MMA e partecipare ad un concorso chiamato Sparta, per risolvere gran parte dei suoi problemi, poiché il vincitore si aggiudicherà un premio in denaro molto consistente. Christopher Nolan dopo Inception decise di prenderlo con se, nel nuovo capitolo di Batman con Il Cavaliere Oscuro – il ritorno (2012) con Christian Bale come protagonista. In questa nuova avventura dell’uomo pipistrello, interpreta Bane uno spietato mercenario con una maschera che fa rapire il detective Gordon dai suoi scagnozzi, il quale entra in possesso del discorso del capo della polizia. Piccola nota, anche in questo caso dovette aumentare la sua massa muscolare, come previsto dalla sceneggiatura.

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È davvero un periodo d’oro per Tom Hardy, neanche il tempo di godersi il successo del film di Nolan, che

Sto parlando di The Revenant – Redivivo diretto dal

si è trovato al Festival di Cannes a presentare

film diventato ormai il protagonista delle prossime

ufficialmente il film Lawless, ambientato durante il

premiazioni agli Oscar, portando a casa ben 12

proibizionismo, raccontando la storia di tre fratelli che aveva fondato i loro guadagni nella vendita di

nomination, tra le quali compare proprio il bel Tom, come Migliore attore non protagonista, Hardy è un

contrabbando di alcolici. Una cosa è certa, alcuni

cacciatore senza scrupoli, avido di denaro che non

prodotti cinematografici candidati agli Oscar che sono usciti in questo periodo o in fase di rilascio nel

ci pensa due volte a lasciare il suo compagno di

nostro Paese, spesso hanno il suo nome nei titoli di

almeno per il momento, non ci resta che ammirarlo

coda. Il ragazzo dall’animo profondamente british, è

nel film Legend, un thriller biografico, nel Tom Hardy

diventato un divo di Hollywood, a tutti gli effetti.

fa una grande prova d’attore interpretando due

Alcuni titoli? Iniziamo con il thriller fantascientifico

gemelli Ronald e Reginald Kravy, due gangster della

Mad Max: Fury Road con Charlize Theron

malavita britannica negli anni ’50-’60 diretto da

presentato nell’ultima edizione del Festival di

Brian Helgeland, in uscita nelle sale italiane a

Cannes. Nel quale interpreta Max Rockatansky, un ex poliziotto che viene rapito dai Figli della Guerra

partire dal 3 marzo 2016. Tra la fine del 2016 ed inizio 2017 i progetti di Hardy tra le conferme ufficiali

comandati da Immortan Joe, solo per il suo

e quelli ipotetici ha l’agenda piena di impegni. Tra la

sangue universale utile a rimettere in piedi l’esercito

miniserie Taboo, come protagonista, che racconta la

di Joe. Questo film che è una rivisitazione della saga e non un remake, concorrerà ai Premi Oscar con

storia di un uomo che torna a Londra dopo aver

ben 10 nomination. Volete un altro esempio? Non

l’ereditò del padre che non ebbe mai modo di

possiamo fare a meno che porre l’attenzione

conoscere; e in secondi, uscirà il secondo capitolo

sull’ultimo film che lo vede recitare insieme al

di Mad Max: The Wasteland.

collega Leonardo DiCaprio.

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bravissimo Alejandro González Iñárritu. In questo

avventura in fin di vita, Leonardo DiCaprio. Ed infine,

trascorso in Africa ben 10 anni, solo per riscuotere


LEGEND

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NEWSCINEMA

Tom Hardy si sdoppia per il gangster movie di Brian Helgeland di C.A.

Tra i film più attesi alla decima edizione della Festa del boss della Londra degli anni ’50 e ’60 dove, tra celebri Cinema di Roma c’era sicuramente Legend, nightclub, giochi di potere e giri sporchi, sono delle l’adattamento cinematografico del libro The celebrità. Una storia sicuramente affascinante quella Profession of Violence: The Rise and Fall of the Kray dei gemelli Kray che Helgelandsviluppa dal punto di Twins di John Pearson, scritto e diretto da Brian vista della dolce Frances Shea (Emily Browning), Helgeland e interpretato da Tom Hardy, Emily moglie di Reggie e narratrice onnisciente della storia. Browning, David Thewlis e Chazz Palminteri. Un film che, sin dall’inizio delle riprese, ha subito

La ragazza racconta l’ascesa e la conseguente

caduta di due dei gangster più temuti dell’East End di Londra catapultando lo spettatore in un mondo tanto

incuriosito pubblico e critica per l’interpretazione di corrotto quanto patinato; come è patinata la regia Tom Hardy, che veste qui i doppi panni dei gemelli diHelgeland che si concentra più nel confezionare nel Kray, già approdati sul grande schermo nel 1990 nel migliore dei modi l’opera piuttosto che darle un senso debole The Krays di Peter Medak. Due fratelli tanto vero e proprio. Lo script sospendendo il film tra il noir, simili nell’aspetto quanto diversi nel carattere, nella il gangster-movie e il dramma familiare, lo priva di una espressività e perfino nella stabilità mentale. Se direzione precisa; da una parte abbiamo la Reggie è elegante, affascinante e impeccabile, Ronnie relazione d’amore tra Reggie e Frances e dall’altra il è instabile, confuso e a tratti spaventoso. La cosa che rapporto conflittuale tra Reggie e Ronnie, due storie li accomuna è il potere: i due gangster sono infatti i

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troppo ampie per essere raccontate nello stesso film. L’errore di Helgeland è infatti quello di sviluppare un’opera che, pur partendo nel migliore dei modi, naufraga in 130 minuti di azione, violenza e atmosfere noir. L’ironia e l’interpretazione di Tom Hardy sono poi due aspetti strettamente legati tra di loro che lasciano scettici. Se Hardy è convincente nei panni di Reggie, lo è un po’ meno in quelli di Ronnie dove l’interpretazione a tratti caricaturale porta lo spettatore a sorridere anche davanti situazioni di violenza estrema che dovrebbero suscitare sensazioni opposte. Il risultato è così un film divertente e bizzarro ma anche caotico e confuso che, non potendo essere attribuito a un genere cinematografico preciso, risulta riuscito solo in parte. La 01 Distribution distribuirà Legend in tutti i cinema italiani il 3 Marzo 2016.

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Gerard

BUTLER

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Un talento tra blockbuster e commedie romantiche di Davide Sette

Il 25 febbraio arriva nelle nostre sale Gods of Egypt,

saga Attacco al potere - London has fallen. Butler

pellicola di stampo mitologico diretta da Alex tornerà a vestire i panni di Mike Banning, capo Proyas. La sopravvivenza del genere umano è della sicurezza della Casa Bianca e membro della minacciata da forze sovrannaturali e divine in grado scorta personale del presidente USA. A seguito di provocare la totale estinzione della razza, ma un della morte del Primo Ministro inglese, avvenuta in giovane guerriero chiederà aiuto al potente Horus circostanze misteriose, i maggiori leader mondiali si per fermare le veloce e inesorabile avanzata delle riuniscono per commemorare il defunto. Ben presto tenebre e poter così salvare il mondo e l’amore della però, quello che sarebbe dovuto essere un evento sua vita. Il ragazzo, con il favore degli dei, cercherà blindato, si rivelerà palcoscenico di un feroce in tutti i modi di contrastare Seth, lo spietato Dio attacco terroristico mirato al sovvertimento dello dell'oscurità, che ha usurpato il trono d’Egitto e scenario politico mondiale. Il film si colloca gettato un regno un tempo pacifico in una

temporalmente dopo il primo capitolo del 2013,

condizione di caos e instabilità. Il malefico

Olympus has fallen, in cui Banning si trovò a

personaggio è interpretato dallo scozzese Gerard sventare un attacco nordcoreano rivolto al governo Butler che, dopo un periodo di assenza dal grande degli Stati Uniti. Attacco al potere si rivelò un ottimo schermo, torna in questo 2016 con una serie di successo al botteghino, riuscendo a rilanciare il importanti blockbuster. Il prossimo 3 marzo uscirà nome di Gerard Butler dopo una serie di progetti infatti nel nostro Paese il secondo capitolo della minori come Chasing Mavericks e Comic Movie.

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Il performer scozzese è sicuramente conosciuto per i suoi progetti più “esplosivi” e “testosteronici”, ma il primo grande ruolo arriva però sotto la regia di Joel Schumacher nel suo Il fantasma dell’opera, trasposizione cinematografica del musical teatrale omonimo composto da Andrew Lloyd Webber, e tratto a sua volta dal romanzo di Gaston Leroux. Il film, arrivato nelle sale nel 2004 dopo una gestione particolarmente travagliata, è riuscito a conquistare consensi particolarmente positivi tra la critica americana. Nonostante ciò, la scelta di un “belloccio” come Butler nel ruolo di protagonista fece storcere il naso a gran parte del pubblico, che si trovò davanti un Fantasma decisamente meno raccapricciante del personaggio originale ideato da Leroux. Alcuni critici, tra i quali Roger Ebert, Premio Pulitzer per la critica nel 1975, sottolinearono addirittura come le maschere utilizzate dal protagonista fossero “più un accessorio di moda che un tentativo di nascondere la sua deformità”. Ma il ruolo che consacra definitivamente la carriera del performer scozzese è sicuramente quello di Leonida nel tanto discusso 300 di Zack Snyder. Nonostante la pellicola sui guerrieri spartani abbia completamente diviso critica e pubblico tra appassionati e feroci detrattori, tra chi grida al cult e chi invece bolla il film come vuoto, se non addirittura reazionario, la prova attoriale di Butler è riuscita a convincere gran parte delle giurie americane, ricevendo candidature come “miglior attore” per gli Empire Awards, gli MTV Awards e i Saturn Awards. Dopo una breve parentesi nel mondo della commedia romantica, con P.S. I Love You e Il cacciatore di ex (al fianco della bella Jennifer Aniston), Butler torna al suo genere di appartenenza: quello degli action testosteronici. Nel 2009 arrivano nelle sale due pellicole da cassetta come Gamer e Giustizia privata, ben accolte dal punto di vista commerciale, tanto da riportare all’attenzione del pubblico il nome dell’attore scozzese. In Gamer, diretto da Mark Neveldine e

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Brian Taylor, Butler veste i panni del detenuto Kable, tra i protagonisti di un videogioco chiamato Slayers. Il gioco permette ai giocatori di telecomandare tramite controller le azioni di alcuni detenuti condannati a morte, i quali si sfidano gli uni contro gli altri in sanguinosi combattimenti nella speranza di raggiungere la quota delle trenta vittorie consecutive, dopo le quali vengono scarcerati e liberati da tutte le accuse. Nel 2012 Butler finisce per collaborare anche con il nostro connazionale Gabriele Muccino nel (non particolarmente fortunato) Quello che so sull’amore, pellicola romantica dal cast di ampio respiro, da Jessica Biel a Uma Thurman, passando per Dennis Quaid e Catherine Zeta-Jones. Butler interpreta George Dryer, ex calciatore professionista che ha subito un grave infortunio che lo ha costretto al ritiro. Il suo matrimonio con Stacie sta naufragando e i rapporti con il figlio continuano a incrinarsi sempre di piÚ. Per questo, dopo essere divenuto allenatore della squadra di calcio del proprio bambino, decide di rimettersi in gioco e riconquistare la fiducia della propria famiglia.

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i mille volti di londra al cinema a cura di Alexia Altieri

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NEWSCINEMA I primi di marzo esce al cinema Attacco al Potere – London has fallen. Se il primo capitolo Attacco al Potere Olympus Has Fallen, vedeva la Casa Bianca presa d'assalto da estremisti nord-coreani decisi a colpire al cuore del potere a stelle e strisce, questa volta tocca alla capitale britannica essere nel centro del mirino. Londra è stata spesso letta e riletta dagli occhi del cinema – location privilegiata di film dei generi più disparati. È stata nido d'amore, epicentro magico, palcoscenico di efferati omicidi e di impenetrabili misteri, ma soprattutto cuore pulsante dell'epoca vittoriana – in tutti i suoi sontuosi cambi d'abito: dal panciotto del diabolico barbiere di Fleet Street alla sfarzosa stoffa celeste che adorna l'abito vittoriano di Alice in Wonderland. Londra romantica – Notting Hill, Roger Michell, 1999 Londra fa da sfondo all'appassionante storia d'amore tra l'elegante star hollywoodiana in trasferta e il libraio inglese, affascinante e anonimo, oltre che squattrinato. Julia Roberts e Hugh Grant si amano sul grande schermo e fanno sognare. Portobello Road è il cuore di Notting Hill – il caratteristico mercatino delle pulci e il negozio di libri di William Thacker, ne rappresentano l'attrazione principale. La città si fa teatro di un amore inedito: due mondi diversi quelli di Anna Scott e William, che si incontrano e scontrano in un'accecante e inaspettata passionalità dal retrogusto clandestino – i due si amano avvolti nell'oscurità dei giardini di Rosmead Gardens, al di là della recinzione che scavalcano senza remore e mano nella mano per le strade londinesi. Londra è amori intensi e cuori spezzati. Alla Waterloo Station, Gwyneth Paltrow da corpo al suo bivio, un macchinoso “what if” che ha seguito i moti del cuore della protagonista di Sliding Doors, tra le vie della città, per poi ritrovarla tradita, ferita – dalle schegge di una voce rotta dal pianto. All'8 di Bedale Street si trova il pub di fronte al quale lo stesso Hugh Grant prende parte a una rissa con Colin Firth – contendenti al cuore di Renée Zellweger, nei panni della goffa trentenne single-non-per-scelta Bridget Jones.

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I due volti della Londra vittoriana burtoniana: Londra aristocratica, superficiale e di facciata – Alice in Wonderland, Tim Burton, 2010 L'Alice burtoniana non è in sintonia con l'ambiente che la circonda: le regole imposte dall'etichetta e i cliché di buon costume le stanno stretti. La Londra vittoriana viene traslata a sinonimo di spazio claustrofobico, di una mentalità ristretta e sterile, che lascia ben poco spazio all'immaginazione. Londra plumbea, vendicativa e sanguinolenta – Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street, Tim Burton, 2007 Siamo completamente immersi nella foschia della Londra gotica della scenografia di Dante Ferretti, che si riversa nel nero fotografico di Dariusz Wolski – riflesso architettonico della favola nera abilmente inscenata e fatta propria dal regista. Burton deforma consapevolmente la messa in scena: viviseziona il corpo del film, inghiotte e rigurgita una società malata, incline al tradimento e al cannibalismo, e chiama a rapporto il suo attore feticcio – Johnny Depp. Per interpretare Benjamin Baker, l'attore deve muoversi sul registro espressivo del tormento: azzera ogni ombra di civiltà e sprofonda nell'anima inquieta del diabolico barbiere – squarcia le tenebre di quell'abisso con la lama del proprio rasoio e lascia che fiotti di sangue scorrano nelle fenditure. Londra brutalmente violata – La vera storia di Jack Lo Squartatore, F.lli Allen e Albert Hughes, 2001 “Sotto l'epidermide della storia, pulsano le vene di Londra. Questi simboli, la squadra, il pentacolo; anche un individuo profondamente ignorante e depravato come voi, avverte che essi sono pregni di energia e di significato. Quel significato sono io, sono io quell'energia. Un giorno gli uomini diranno, guardandosi indietro, che sono stato il precursore del XX secolo” - Jack Lo Squartatore. Il quartiere di Whitechapel è passato alla storia – ma non nel modo per cui avrebbe voluto essere ricordato. Ci troviamo di fronte all'ennesima rappresentazione di Londra, quella torbida e profanata del 1888 – cuore della rivoluzione industriale, disseminata di pub frequentati da persone poco raccomandabili; viva nello scalpitio degli zoccoli di cavalli al traino di carrozze invisibili, immerse nella nebbia, e nel rumore molesto di violente scazzottate nei vicoli bui. Non solo scazzottate. A quei tempi, nell'oscurità della città si muoveva furtivo l'efferato omicida, più noto sotto l'inquietante pseudonimo di Jack The Ripper. Il primo corpo viene rinvenuto in Buck's Row: una delle strade del triste quartiere dilaniato dalla povertà e dal degrado, teatro dei selvaggi assassinii di cinque prostitute. Il corpo viene a stento identificato: si tratta di Mary Ann Nichols. Le pagine più macabre della storia londinese sono racchiuse idealmente nel London Dungeon Museum: dove vengono riprodotte teatralmente alcune tra le più micidiali scene del crimine che hanno marchiato a sangue la cultura popolare britannica – inutile dire che quelle relative a Jack Lo Squartatore sono tra le più richieste dai visitatori. Il lato oscuro di Londra e le sue perversioni – Dorian Gray, Oliver Parker, 2009 La Londra del XIX secolo era un adorabile paradiso dei contrasti, dei vizi e delle virtù: una faccia della medaglia riluceva dei primi quartieri residenziali, delle prime classi benestanti, dei benpensanti e degli artisti di quell'epoca; il rovescio della medaglia vedeva invece una consistente fetta di popolazione riversata nelle baraccopoli, o vittima del degrado sociale e della perdizione– illegalità, prostituzione, oppio e alcol erano lo scomodo contraltare di un ostentato

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puritanesimo di facciata. Dorian Gray nasce dalla penna di Oscar Wilde e diviene manifesto di un estetismo decadente: il ritratto di Dorian Gray è il ritratto della stessa Londra – poiché sotto l'immortale bellezza e il satinato splendore si cela un'anima sudicia, sfigurata, diabolica. Londra misteriosa – Sherlock Holmes, Guy Ritchie, 2009 Siamo nuovamente nell'Ottocento e Londra ha conservato quell'aurea di mistero che le conferisce un fascino fatale. Anche Guy Ritchie gioca sulla logica del contrasto, trasportandoci nell'azione – in una sorta di braccio di ferro tra potere, forza fisica e acume – dipingendo deliziosi quadretti fatti di enigmi e metodica violenza a mani nude, seppur mantenendo sullo sfondo i fastosi palazzi delle istituzioni, accanto ai cantieri – testimoni della rivoluzione industriale, del progresso edile e tecnologico. E poi c'è il seducente richiamo dell'occulto, di ciò che non si può spiegare: un irresistibile Sherlock bohémien, che è solito rifugiarsi nel suo appartamento, al celebre 221B di Baker Street, per fare congetture e testare – stordito dai fumi dell'oppio ma pur sempre geniale – strane sostanze miracolose, con il suo fidato Watson al seguito, striscia per i labirintici cunicoli fognari dell'East End londinese, scova malfattori e sventa pericoli. Londra magica – la saga di Harry Potter La saga dedicata al maghetto più famoso di sempre ha dato ulteriore linfa vitale alla fama cinematografica internazionale della capitale britannica. Un giro di bacchetta, un incantesimo ed ecco che Londra si cambia d'abito e indossa il cappello a punta – anzi, il Cappello Parlante! La Gringotts Bank, la sede del Ministero della Magia, Diagon Alley, il Millennium Bridge e più di tutti la stazione di King's Cross sono entrati ufficialmente nell'immaginario collettivo di chi ama la saga di Harry Potter e – di conseguenza – ha amplificato il proprio amore per Londra. Il binario 9 ¾ di King's Cross Station a Euston Road è stato addirittura ricreato, attraverso una targa e un carrello portavaligie idealmente incastrato nel muro, a metà tra il mondo reale e quello magico. Tutti i film di Harry Potter sono stati girati ai Leavesden Film Studios – i set sono oggi visitabili e quindi tappa fondamentale per tutti gli appassionati di Hogwarts.

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Londra vendicata – V per Vendetta, James McTeigue, 2005 Londra è chiamata a prender parte all'ennesimo gioco di ruolo: McTeigue la prende tra le mani, la stropiccia, la deforma e le conferisce natura distopica. L'immagine che ne deriva è quella di un mondo futuristico in cui vige un regime totalitario, che si contrappone alla più radicale anarchia personificata nell'enigmatico Mr. V. “Buona sera, Londra. Prima di tutto vi chiedo di scusarmi per questa interruzione”: afferma V, apparendo sullo schermo principale della celebre piazza londinese, Piccadilly Circus. La sua lotta per la libertà si articola tra Trafalgar Square, la Central Criminal Court, la stazione abbandonata della metropolitana – Aldwych Station e il Parlamento, per poi prorompere in un'esplosiva tabula rasa del centro dell'assolutismo britannico. Londra cade in ginocchio, e tutti stanno a guardare. Londra action – saga di James Bond Impossibile non pensare a Londra quando si parla dell'agente segreto più fascinoso di sempre. Basti parlare degli uffici della Universal Exports, o a Pierce Brosnan che cade da una mongolfiera e atterra sul tetto dell'Arena O2 nell'episodio “Il mondo non basta”, o il più recente Daniel Craig che corre a perdifiato per le strade di Whitehall in Skyfall. La città stessa sembra prender parte all'azione, le rive del Tamigi sembrano correre fianco a fianco all'agente 007. Si può dire che Londra rifletta esattamente la saga: non a caso, Ian Fleming, autore di James Bond, era solito frequentare il Dukes Bar – luogo di nascita del celebre Vesper Martini. James Bond: “Un Vodka Martini”. Barista: “Agitato o mescolato?” James Bond: “Che vuole che me ne freghi?” James Bond: “Penso che lo chiamerò Vesper” Vesper Lynd: “Per via del retrogusto un po' amaro?” James Bond: “, perché una volta che lo hai assaggiato, non puoi più bere altro” - Casinò Royale. Attacco al potere – London has fallen, Babak Najafi, 2016 Ancora una volta Londra è stata scelta per presenziare una pellicola hollywoodiana. Quale maschera dovrà indossare? Quale ruolo sarà chiamata ad interpretare? Il film uscirà nelle sale il 3 marzo – alla pellicola prenderanno parte Gerard Butler, Aaron Eckhart, Morgan Freeman, Angela Bassett e Radha Mitchell.

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il caso SPOTLIGHT 26


NEWSCINEMA

Thomas McCarthy racconta la più grande inchiesta del Boston Globe di L.R.

Adam Sandler, il regista Thomas McCarhty ha

per portare sullo schermo un caso di cronaca scomodo e avvolto nella promiscuità e

realizzato Il Caso Spotlight, nelle sale italiane dal 18

nell’ipocrisia della società e dell’ istituzione

Febbraio 2016. Il film racconta un’inchiesta di

religiosa. McCarthy ha accettato la sfida di

portata globale che ha investito la città di Boston

affrontare un tema difficile che richiede delicatezza

una ventina di anni fa, quando un team di reporter

e sensibilità senza scadere nel più convenzionale thriller sopra le righe. Riscoprendo l’eleganza e la

A solo un anno di distanza da The Cobbler con

del Boston Globe ha portato alla luce un’inquietante verità: la complicità della Chiesa locale in una serie di abusi sui minori. La denuncia

2007 l’emozionante L’Ospite Inatteso, il regista

dell’arcivescovo Bernard Francis Law ha portato

dona nuova vita ad una storia vera con un film che

alla scoperta di molti altri personaggi della Chiesa

segue un ritmo dinamico e punta tutto su una

coinvolti in questo scandalo e l’indagine accurata

sceneggiatura puntuale ed efficace. La

ed efficace del giornale gli valse il Premio Pulitzer

ricostruzione giornalistica capillare e coinvolgente cede ad uno stile di racconto vicino al linguaggio

nel 2003. Scritto dallo stesso McCarthy con l’aiuto di Josh Singer, Spotlight conta su un cast formidabile composto da Rachel McAdams, Michael Keaton, Mark Ruffalo e Stanley Tucci,

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linearità del suo stile con cui aveva realizzato nel

cinematografico, romanzando la vicenda e lasciando spazio ai vari personaggi, tutti necessari ed indispensabili alla struttura narrativa. Lo


spettatore segue con piacere i vari step con cui la squadra del Boston Globe si avvicina sempre di più alla verità, senza uscire dagli uffici e ambienti istituzionali. McCarthy non pensa ad introdurre flashback o repliche di quanto accaduto alle numerose vittime degli abusi denunciati, ma si limita a sentire le varie voci del coro, registrando le loro emozioni e le conseguenze di quanto subito, come se li osservasse da lontano e sentisse il loro racconto da un telefono indiscreto. Il caso Spotlight è un film da vedere costruito sul dialogo, fra thriller e il legal drama, in cui il giornalismo appassionato si affaccia al mondo del crimine e della giustizia, ottenendo ampi consensi. Dopo essere stato presentato in anteprima alla 72° edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, Il Caso Spotlight è arrivato nelle sale italiane il 18 Febbraio 2016.

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Mark

RUFFALO

il re mida di hollywood ha superato sfide difficili di Leila Cimarelli

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NEWSCINEMA pubblico con l’interpretazione dell’eroe Marvel

sempre a testa alta. Bastarono pochi mesi, prima che Ruffalo venne scritturato per ruoli via via,

tutto verde, l’incredibile Hulk. Se dovessi definire

sempre più importanti. In particolar modo Safe

Ruffalo, lo paragonerei a Re Mida, perché ogni

Men di John Hamburg, ha rappresentato una

film che lo vede protagonista e non, resta indelebile nel cuore e nella mente della gente,

pietra miliare della sua carriera, poiché, merito

Mark Alan Ruffalo ha conquistato il grande

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indipendentemente dal genere. Il pluricandidato

della sua interpretazione riuscì a farsi conoscere anche fuori dai confini degli Stati Uniti. Appena un

agli Oscar, nel corso della sua carriera non si è

anno dopo il bel Mark è tornato indietro nel

limitato solo ad interpretare, ma si è cimentato

tempo, precisamente allo Studio 54 di Mark

anche nella regia, nella produzione e nella sceneggiatura di molte pellicole, mettendo a

Christopher nel quale veniva raccontata la storia

segno ogni punto. Ma dietro a questo nome di

caduta, ponendo i riflettori su alcuni grandi

origine italiana, cosa nascondono quel viso

personaggi di quegli anni, ed assidui frequentatori

simpatico e quel sorriso irresistibile? Ruffalo,

del locale, come Andy Warhol e Truman Capote.

definito da molti l’erede di Marlon Brando, è nato

Sesso e droga sono i principali ingredienti di

nel Winsonsin da ben 49 primavere, e dopo aver

questo film ambientato negli anni ’70 e ’80 ed

recitato in piccole rappresentazioni scolastiche in età adolescenziale, inizia a fare la gavetta come

interpretato insieme a Ryan Philippe.

molti altri colleghi coetanei. Mark Ruffalo fa parte di quella schiera di attori che si è formato sul

per il meglio, è successo uno strano avvenimento degno di una sceneggiatura di un film di

campo, prendendo successi ed insuccessi

Hollywood. Una notte del 2002, Mark sognò di

del celebre locale, dalle origini del successo alla

Improvvisamente, quando tutto stava andando


avere qualcosa che non andava nel suo cervello. Il sogno fu così realistico, tanto da spingere l’attore a sottoporsi a controlli approfonditi. Questi esami si rivelarono provvidenziali, visto che gli fu diagnosticato un tumore al cervello, fortunatamente benigno, che gli venne asportato chirurgicamente in dieci ore di intervento. Il tempismo si rivelò, ancora una volta, la chiave del successo per Mark Ruffalo. Tra i vari inconvenienti dovuti all’operazione oltre all’eccesiva magrezza, ebbe una paresi facciali momentanea, guarendo completamente nel giro di sei mesi. Ancora oggi per lui è difficile parlare di questo argomento, seppur sia solo un ricordo ormai molto lontano. Forse non tutti sanno che a causa di questo stop forzato dal mondo del cinema, dovette rinunciare anche ad interpretare il co protagonista del film Signs con Mel Gibson, ruolo andato poi a Joaquin Phoenix. L’incredibile Mark, rubando il titolo di un suo film, in meno di un anno riuscì a rimettersi in sesto, riprendendo la sua carriera a pieno regime. Tra i film, post operazione, nel quale si è fatto amare dal pubblico ci sono titoli come Se mi lasci ti cancello, Collateral, Vizi di famiglia e Tutti gli uomini del re. A parte va citato il film Zodiac di David Fincher, nel quale interpreta Dave Toschi. Il 2010 ha rappresentato per lui, un anno grandioso perché per la prima volta ha svolto il ruolo di regista in Sympathhy For Delicious, vincitore del primo della giuria al Sundance Film Festival. Come esordio non fu davvero niente male, visto il budget ridotto e il cast che prese parte a questo progetto, da Orlando Bloom, Juliette Lewis e Laura Linney giusto per citare qualcuno. Come se non bastasse, il signor Ruffalo prese parte anche alla pellicola

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NEWSCINEMA Leonardo DiCaprio, interpretazione che tra

della Arcidiocesi di Boston, ed ovviamente insabbiati dalle autorità ecclesiastiche, in

l’altro le è valsa una candidatura ai Premi Oscar

particolare dall’arcivescovo Bernard Francis

come Miglio Attore Non Protagonista. Ed

Law. Il team di giornalisti, capitanati da Mark

interpreta un padre misterioso nel film I ragazzi stanno bene con Julianne Moore e Annette

Ruffalo, volenterosi di voler far luce e giustizia per queste povere vittime. Consapevoli del

Bening. Negli ultimi anni però il bel Mark si è

rischio che avrebbero corso mettendosi contro la

fatto strada soprattutto tra i più piccoli, per aver

Chiesa cattolica, la paura e le minacce non li

interpretato Hulk nella saga Marvel di The

hanno spaventati, riuscendo a portare a termine

di Martin Scorsese, Shutter Island al fianco di

Avengers. È stato anche un produttore scapestrato nel film Begin Again con Keira Knightley e Adam Levine. Insomma non si è fatto mancare nulla. Ed è stato anche un giornalista d’inchiesta. E dulcis infundo, in questi giorni potrete ammirarlo al cinema nel film Il caso Spotlight di Tom McCarthy, nel ruolo di protagonista insieme ad altri attori come, Michael Keaton, Rachael McAdams, Liev

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la loro missione e facendo vincere addirittura al The Boston Globe, il meritatissimo Premio Pulitzer di pubblico servizio nel 2003. Inoltre, questo film agli ultimi Oscar è in corsa con ben 6 candidature. Tornando al focus su Mark Ruffalo, attori come lui sono delle rarità. Qualsiasi sia il genere nel quale si cimenta riesce sempre ad eccellere e ad essere assolutamente credibile. Scoprendo la sua vita, vi lascio con una domanda…Se circa 14 anni fa non avesse fatto

Schreiber e tanti altri. La trama è tratta da una

quel sogno premonitore circa il tumore che aveva

storia realmente accaduta, riguardo alcuni casi di

al cervello, come avremmo fatto senza un attore

pedofilia perpetrati da poco più di 70 sacerdoti

brillante come lui? God bless you, Mark!


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room

il film viscerale ed emotivo di lenny abrahamson di Letizia Rogolino

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Dopo aver vinto il premio del pubblico come miglior film al Toronto Film Festival, Room, il nuovo film

procedono lente e monotone, tra faccende domestiche, giochi rimediati, letture di fiabe

diretto da Lenny Abrahamson è stato presentato

classiche e la visita quotidiana di Old Nick, il loro

alla decima edizione della Festa del Cinema di

carceriere, che si approfitta della donna mentre il

Roma. Il regista irlandese, che ha sorpreso critica e pubblico lo scorso anno con il provocatorio ed

piccolo cerca di dormire chiuso nell’armadio. Uno

ironico Frank in cui Michael Fassbender recitava

anche grazie alla regia attenta e ad uno stile

nascosto dietro una maschera gigante, torna sul grande schermo con un’intensa ed emozionante

cinematografico capace di coinvolgere il pubblico dall’inizio alla fine. Abrahamson riesce a descrivere

storia di una madre e un figlio rinchiusi fuori dal

la forza dell’amore di una madre per il proprio figlio

mondo. Rapita all’età di 17 anni, la protagonista

e l’estremo senso di protezione finalizzato alla

interpretata da Brie Larson, da sette anni è

semplice sopravvivenza. La sceneggiatura di

trattenuta contro la sua volontà in un piccolo e

Emma Donoughe, autrice del romanzo Stanza,

sporco capanno della provincia americana. Mentre

letto, armadio, specchio (Room) pubblicato nel

all’inizio è da sola a cercare la forza di andare avanti e resistere al suo carnefice, dopo due anni di

2010 a cui è ispirato il film, è lineare e ricca di punti

prigionia dà alla luce Jack, un bambino coraggioso

dai vari personaggi. Dal piccolo Jacob Tremblay

ed intelligente che non conosce altro mondo al di

che regala un’ottima interpretazione alla stessa Brie

fuori di quella piccola stanza. La prima parte del film

Larson, oltre a Joan Allen e William H.Macy, ogni

infatti si mantiene claustrofobica ed inquietante,

membro del cast ha il suo ruolo fondamentale e

svolgendosi esclusivamente all’interno di quattro

disponibile ad un’evoluzione emotiva e personale

mura strette e luride, presentando la convivenza obbligatoria e triste di Jack e Ma. Le loro giornate

che cattura. Dal momento in cui la giovane madre assume la consapevolezza del futuro e

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scenario spaventoso e viscerale che tocca il cuore,

di vista ed interessanti visioni del dramma vissuto


comprende che suo figlio merita una vita diversa immersa nel mondo vero, il film vive una svolta e l’azione esce dal cupo ambiente senza speranza della “Stanza”, per esplorare l’esterno e segnare un ritorno di entrambi alla vita. Jack scopre il mondo per la prima volta a cinque anni, provando a distinguere il reale dall’immaginario e imparando a relazionarsi con altre persone. Il cordone ombelicale per cui è cresciuto in simbiosi con la donna per quattro anni, all’interno di un ambiente chiuso e sicuro dai disturbi esterni, si rompe dando vita ad un secondo film con un ritmo più dinamico ed esaustivo. Room è un dramma indie intenso, tenero e dirompente che vive dell’ottima alchimia tra i due protagonisti e di una narrazione che sa quali corde toccare per emozionare un pubblico di ogni genere. Difficile non tirare fuori i fazzoletti almeno una volta fino alla fine del film. Vi consigliamo di non perderlo dal 3 Marzo nelle sale italiane.

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Lenny

ABRAHAMSON

“In room ho trovato la bellezza nell’inferno” di Rosa Maiuccaro

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Photograph: Jeff Vespa/WireImage


NEWSCINEMA Se andate al cinema perché siete alla ricerca di un’esperienza ad alto tasso emozionale dal 3 marzo non potrete perdere Room. Il nuovo film di Lenny Abrahamson (già regista del bellissimo Frank con Michael Fassbender), ispirato all’omonimo romanzo della scrittrice irlandese Emma Donoghue, vi catapulterà nella vita di una giovane mamma, Ma, e del suo figlioletto Jack, rinchiusi in una stanza dalla quale viaggiano solo attraverso la fantasia. La reclusione, l’abuso, la mancanza di libertà e il traumatico ritorno alla realtà: a sorreggere il peso di un’opera cinematografica così corposa sono i due promettenti interpreti protagonisti: l’attrice californiana Brie Larson, 27 anni ancora da compiere, e il canadese Jacob Tremblay che a soli 9 anni ha incantato il mondo con la sua bravura. A Londra abbiamo incontrato il regista irlandese per capire com’è riuscito a rappresentare una storia così agghiacciante senza scadere nel patetismo o cedere alla tentazione del melodramma. Com’è nata la sua collaborazione con Emma Donoghue? Il libro di Emma è splendido. Dopo averlo letto le ho subito scritto una lettera implorandola di affidarmi la regia del film (ride, ndr). A parte gli scherzi, le ho raccontato quanto il suo romanzo ha significato per me, come genitore e come artista, sottolineando che sarei stato onorato di curarne la trasposizione cinematografica. Perché ha sentito l’esigenza di raccontare questa storia? Credo sia stata una combinazione di cose. Innanzitutto mi ha coinvolto a livello personale essendo padre di un bambino di quattro anni. Dopodiché mi ha colpito molto la capacità di Emma di trovare la bellezza nell’inferno, di esplorare l’aspetto funzionale di una tragedia e di non giocare sul catastrofismo. Il suo sguardo fanciullesco, affidato a Jack, mi ha profondamente commosso. Guardando il film viene subito in mente il caso Fritzl (la storia di una donna austriaca imprigionata in un bunker dal padre per ben 24 anni durante i quali si sono susseguiti vari abusi sessuali e sette parti, ndr). L’avete tenuto in considerazione? Quel caso ha sicuramente ispirato Emma. Mi ha raccontato di aver scritto il libro immaginando i sentimenti

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del bambino più piccolo che entrava in contatto per la prima volta con il mondo esterno dopo la liberazione.


È stata molto attenta a non far coincidere nessun dettaglio della storia con i fatti realmente accaduti. Ho ammirato la sua scelta di coglierne gli aspetti più universali. Fondamentalmente è la storia di Emma, è lei ad aver scritto sia il romanzo che la sceneggiatura del film. Com’è riuscito a renderla anche sua? Da regista ho lavorato molto sul linguaggio cinematografico rendendo più specifica la relazione madre-figlio, che nel libro viene raccontata sullo attraverso la voce fuori campo di Jack. Quali sono stati i suoi dilemmi durante la lavorazione del film? Non volevo in alcun modo risultare intrusivo. Prima di me alcuni registi avevano proposto ad Emma degli espedienti per rendere più efficace la voce di Jack, come ad esempio l’inserimento di immagini d’animazione. A mio parere una trasposizione di questo tipo sarebbe stata eccessiva e inappropriata, in un film del genere l’artificio deve scomparire ed è più giusto lavorare in sottrazione per rispetto alla storia. In questo modo abbiamo rifuggito anche la strada più facile che era quella del melodramma.

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NEWSCINEMA

Sembra che uno dei temi che le stanno più a cuore sia l’esclusione sociale… In generale sicuramente ma in questo caso, oltre alla terribile vicenda che segue, il film esplora il lato oscuro dell’essere genitori. Talvolta la nostra relazione con i figli più essere sana e insostituibile, altre diventare talmente claustrofobica da trasformarsi in un incubo, come una gabbia senza via d’uscita. La protagonista Ma non è solo vittima di una lunga prigionia ma deve anche confrontarsi con il doloroso percorso di crescita. Da teenager qual era si vede catapultata bruscamente nel mondo degli adulti. Nel film ho letto anche una forte critica all’approccio cinico dei media quando esplodono casi di questo genere. La scena della prima intervista dopo la prigionia non era presente nel libro, perché inserirla? Per quella scena mi sono ispirato ad un’intervista rilasciata da una donna vittima dello stesso tipo di abuso andata in onda sulla tv americana. Ricordo che rimasi attonito dinanzi all’ipocrisia della giornalista che le rivolse una domanda sull’abuso sessuale non precedentemente concordata. Era come se quella donna continuasse ad essere molestata. Brie Larson è stata candidata all’Oscar per il suo ruolo da protagonista in Room. Questo riconoscimento ha avuto ripercussioni anche su di lei? Sì, Room è senz’altro il film più importante della mia carriera, il progetto più ambizioso. Mi ha aperto molte porte facendomi ottenere la fiducia dei produttori. Credo che d’ora in poi le mie idee saranno prese più in considerazione, basterà solo avere le motivazioni giuste per portarle sul grande schermo.

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Truth

cate blanchett sfida bush nel film di james vanderbilt di C.A.

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NEWSCINEMA Ha aperto la decima edizione della Festa del Cinema di Roma Truth, il film scritto e diretto da

team della Mapes. Dopo essere stato presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film

James Vanderbilt ed interpretato da Cate

Festival arriva il 18 Marzo 2016 nelle sale italiane

Blanchett, Robert Redford, Topher Grace e

Truth, un film che tenta con qualche difficoltà di

Dennis Quaid. Tratto dal romanzo Truth and Duty:

raccontare la verità sul caso di Mary Mapes: “Una

The Press, The President And The Privilege Of

storia come questa è caratterizzata da una

Power di Mary Mapes, Truth racconta la storia di

molteplicità di opinioni – ha rivelato il regista James

uno dei casi più controversi nella storia della

Vanderbilt – ho passato molto tempo con Dan e

televisione americana. Cate Blanchett e Robert Redford interpretano rispettivamente la produttrice

Mary per presentare la storia nel modo più

del programma TV 60 minutes Mary Mapes e il

minuziosamente la nascita del caso, é il punto di

conduttore Dan Rather, due brillanti giornalisti

forza di Truth, non si può dire lo stesso del senso

che, alla vigilia delle elezioni presidenziali del 2004, mandarono in onda un reportage in grado di

dell’opera, che rimane incerto come la tanto

dimostrare il trattamento preferenziale che, nei

questo film perché sono rimasto affascinato da

primi anni ’70, aveva consentito a Bush di

questa donna – ha continuato Vanderbilt – non ho

scampare alla sanguinosa guerra del Vietnam. Il

voluto dare risposte per lasciare nel pubblico

servizio fu un successo stratosferico di pubblico

qualche interrogativo”. Il controsenso di Truth é

per la CBS ma alcuni blogger, mettendo in dubbio la veridicità delle fonti, trasformarono il caso dell’anno in una truffa che costò la carriera a tutto il

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realistico possibile”. Se la narrazione, seguendo

chiacchierata veridicità delle fonti: “Ho realizzato

l’effettiva impossibilità di Vanderbilt di dare una risposta alle tante domande che lo spettatore si pone; una debolezza che, caratterizzando


un’opera intitolata proprio Truth, porta il film a non dimostrare nessuna verità: “Era impossibile fare contenti tutti. Ho cercato di raccontare con onestà la drammatica sfida di una donna che ha sacrificato la carriera per qualcosa in cui credeva”. Nonostante il film risulti poco riuscito dal punto di vista contenutistico, l’eccellente cast (Cate Blanchett compensa l’indefinitezza di un personaggio solo abbozzato regalando una performance straordinaria) e l’ottima regia di Vanderbilt rendono Truth un’opera elegante e da vedere.

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anomalisa

il delicato ed emozionante film d’animazione di charlie kaufman di Carlo Andriani

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NEWSCINEMA Tra i film più romantici ed eleganti della 72° edizione orchidee e Se mi lasci ti cancello sono solo alcuni della Mostra del Cinema di Venezia c’è sicuramente dei grandi film scritti da Charlie Kaufman, il brillante Anomalisa, il brillante film in stop-motion diretto da sceneggiatore di registi del calibro di Michael Charlie Kaufman e Duke Johnson. Interpretato da Gondry, Spike Jonze e George Clooney. Uno David Thewlis, Jennifer Jason Leigh e Tom sceneggiatore che, dopo il notevole ed incompreso Noonan, Anomalisa racconta la storia di Michael Synecdoche, torna dietro la macchina da presa per (David Thewlis), un operatore motivazionale che, realizzare Anomalisa, un emozionante film che viaggiando in giro per il mondo per presentare i suoi rinnova una volta per tutte un genere nostalgico libri, tenta di scappare dall’apatia che infetta la sua come lo stop-motion. A differenza delle precedenti vita. Nonostante abbia una bella famiglia ed una opere di Tim Burton, Henry Selick e Wes carriera di successo, Michael vede le persone che lo Anderson, Charlie Kaufman confeziona un film in circondano identiche tra di loro. Almeno fino a

cui i personaggi hanno l’aspetto di esseri umani e le quando non incontra Lisa (Jennifer Jason Leigh), una locations, l’atmosfera e la storia non hanno nulla di ragazza di cui finalmente riesce a distinguere il volto astratto. Il realismo, reso concreto da crepe ben

e la voce. Spaventato che qualcuno o qualcosa visibili sulle marionette che svelano l’artificio dello possa rovinare la magia, Michael cerca di stop-motion, é infatti l’approccio scelto dal regista. combattere quella paura di amare che lo ha portato Un autore che, attraverso il personaggio di Michael, più volte a perdere l’amore. Ma riuscirà a cambiare sottolinea l’apatia, la carenza di emozioni e le in tempo o quella splendida anomalia di nome Lisa difficoltà di amare che affliggono la nostra vita. La diventerà l’ennesimo volto che affligge la sua perdita del contatto umano e l’insoddisfazione di esistenza? Essere John Malkovich, Il ladro di

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NEWSCINEMA

“Charlie Kaufman sottolinea l’apatia, la carenza di emozioni e la difficoltà di amare”

non avere mai qualcuno alla nostra altezza ci portano a sopravvivere senza godere della unicità delle persone che ci circondano e dei rapporti che instauriamo con esse. Un tema forte e drammatico che, tra brillanti chicche di sceneggiatura ed un finale commovente, Kaufman affronta con una delicatezza, un’intelligenza ed una classe fuori dal comune. Dopo lo splendido Beasts of No Nation, Anomalisa é così una perla che inserisce Charlie Kaufman tra i più brillanti, complessi ed originali sceneggiatori e registi della storia del cinema.

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Charlie

KAUFMAN “il PREMIO OSCAR, SOLO UN BEL TROFEO” di Rosa Maiuccaro

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Foto by Amanda Demme


Tra i filmmakers più anticonformisti d’America Charlie Kaufman ha sempre goduto di una posizione privilegiata. Ha collaborato con alcuni dei più grandi talenti contemporanei (Spike Jonze, John Malkovich, Michel Gondry) e vinto un Oscar (con Se mi lasci ti cancello) senza mai rinunciare all’unicità del suo stile e all’insistenza con cui indaga la natura dell’animo umano. Ma la crisi dell’industria cinematografica ha danneggiato perfino un genio come lui che per finanziare il suo ultimo lavoro è ricorso al sito di crowdfunding Kickstarter. Tramite questa iniziativa nel 2012 ha raccolto la cifra record di 400.000 dollari impiegata per la realizzazione di Anomalisa, un film d’animazione in stop motion di rara bellezza. Le marionette di Kaufman sono più umane degli umani: soffrono di solitudine ma trovano conforto nell’amore, rifiutando un presente ad una sola dimensione. Per quanto tempo ha lavorato a questo progetto? «Anomalisa è frutto di un lavoro durato tre anni. Nel 2005 un mio amico vide la mia opera teatrale a cui ci siamo ispirati e mi suggerì l’idea di trasformarla in un film. Poi aprì il suo studio di animazione e mi propose di dirigerlo in stop motion». Come mai proprio in stop motion? «È quello di cui si occupa principalmente lo studio di animazione con cui abbiamo lavorato. Ho incontrato Duke (Johnson, il co-regista, ndr), ne abbiamo parlato e mi è sembrata una scelta molto pertinente nonostante sia stata del tutto casuale. Non era il mio piano». È un fan del cinema d’ animazione? «Guardo i cartoni animati il sabato mattina (ride, n.d.r.) ma, a parte gli scherzi, farei volentieri un altro film d’animazione».

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Da dove nasce l’idea di rendere Michael Stone (il protagonista, ndr) un professionista del servizio clienti? «Dopo il college ho aspettato ben dieci anni prima che qualcuno accettasse di produrre un mio copione. In quel lasso di tempo sono diventato quasi uno specialista del customer service. Ho lavorato in vari call center ed ero principalmente addetto alle vendite di biglietti. E’ stato il mio pane quotidiano per circa un decennio». Non crede che ci sia un passaggio fondamentale dal mondo immaginifico dei suoi primi film al realismo di Anomalisa? «Da un certo punto di vista sicuramente. Dall’altro tutti i personaggi secondari hanno la stessa faccia e la stessa voce e questo elemento inficia il principio di realismo. Tutti i miei film sono radicati nella realtà perché il mio obiettivo è mostrare qualcosa di vero al pubblico, perfino tramite la fantasia». Anomalisa pone una dilemma: nella vita è meglio combattere o adattarsi a ciò che ci viene offerto? «Michael Stone prova ad assumersi dei rischi e stabilisce una connessione con l’altro. Non è detto che mantenga fede al suo volere ma non è nemmeno detto che non ritenterà mai più».

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Lo ritiene un film politico? «Certo. Anomalisa riguarda il modo in cui le persone

costava troppo e non siamo riusciti ad ottenere i diritti».

si guardano e, in un momento storico in cui le persone non sono più capaci di vedersi, il film

Si sente più libero creativamente da quando ha

assume, nel suo piccolo, una connotazione politica.

per altri registi?

Se le persone smettessero di trattarsi come oggetti e

«Il mio modo di lavorare non è cambiato perché, per

tornassero a relazionarsi il mondo sarebbe un posto migliore».

fortuna, ho sempre riscontrato una grande apertura da parte dei registi con cui ho collaborato. Mi hanno

La scena di sesso è una delle più impressionanti,

sempre reso partecipe e mai tagliato fuori dai

estremamente realistica pur vedendo

progetti. Ovviamente sono felice di avere io il

protagoniste due marionette. L’aveva subito

controllo su tutto e poter avere un rapporto diretto

immaginata come un momento cruciale?

con gli attori».

«Era importante che il momento di intimità risultasse il

Quanto tempo impiega per scrivere una

più realistico possibile. Non volevo che lo spettatore

sceneggiatura?

ridesse di fronte a due marionette che fanno sesso

«Ne ho già alcune pronte se si offre di produrle! Dal

ma che, tramite la vulnerabilità dei due protagonisti, entrasse in empatia con loro».

2008 ad oggi l’economia ha influito negativamente sull’industria del cinema americano e gli studios sono

Come mai la scelta di “Girls Just Want to Have

sempre più riluttanti ad investire in un cinema non

Fun” di Cyndi Lauper come colonna sonora?

omologato e perciò rischioso. Le faccio un esempio:

«Ad essere onesti il grande sogno era My Heart Will Go On di Celine Dion, la soundtrack di Titanic, ma

nessuno ha accettato di produrre Anomalisa e per

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cominciato a scrivere per se stesso e non solo

questo ci siamo affidati al crowdfunding, la


NEWSCINEMA Paramount si è convinta a darci fiducia solo dopo averlo visto». E un progetto per la tv lo considererebbe? «Mi piacerebbe molto. Ho scritto tre puntate pilota fantastiche ma non hanno avuto fortuna. Le posso assicurare che spaccano ma al momento sono progetti morti e sepolti». Come telespettatore cosa le piace guardare? «The Knick e Breaking Bad ad esempio sono delle ottime serie ma non credo nella teoria della Golden Age della tv americana. Se così fosse ci sarebbe molta più voglia di sperimentare come avviene in altri paesi. Nel nostro difficilmente avremo modo di vedere un prodotto irriverente come Black Mirror». Un’ultima curiosità: la vittoria dell’Oscar è stata determinante per la sua carriera? «Non direi. Non credo che per gli sceneggiatori abbia lo stesso peso che ha per gli attori. E’ stato un bel momento ma per me è solo un bel trofeo».

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lo chiamavano jeeg robot il supereroe di tor bella monaca di L.R.

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NEWSCINEMA Dopo un bagno nel Tevere o prendi l’epatite o diventi carismatica del cast che dona il giusto spessore a dei un supereroe. La decima edizione della Festa del personaggi intriganti e ricchi di interessanti sfumature. Cinema di Roma è stata travolta dall’originalità e Santamaria nel ruolo di un bizzarro ma verosimile freschezza del film Lo Chiamavano Jeeg Robot, opera

supereroe di Tor Bella Monaca costituisce l’intensa

prima di Gabriele Mainetti con Claudio Santamaria, controparte di Luca Marinelli, perfetto nei panni del Luca Marinelli ed Ilenia Pastorelli. Enzo Ceccotti, un villain principale, un criminale della periferia romana criminale fallito e sfortunato di Tor Bella Monaca entra che ha sete di fama, potere e successo. La storia in contatto con una sostanza radioattiva a causa di un procede con una ricca dose di azione, effetti speciali e bagno accidentale nelle acque del Tevere. Il giorno scontri corpo a corpo conditi da una carica di ironia

dopo scopre di avere dei superpoteri. Ombroso, che rende il film una commedia action pienamente introverso e chiuso in se stesso, Enzo accoglie il dono fruibile e riuscita. Mainetti riesce a proporre un speciale come una benedizione per la sua carriera di Avengers romanesco sullo sfondo di una Roma delinquente. Ma tutto cambia quando incontra Alessia, apocalittica e metallica in cui si muovono equilibri tra convinta che lui sia l’eroe del famoso cartone animato bene e male e la minaccia è sempre dietro l’angolo. Lo giapponese Jeeg Robot d’acciaio. Nessuno avrebbe stile fumettistico e moderno della regia e della mai sperato di vedere una produzione italiana fotografia rende il film esteticamente accattivante e il avvicinarsi ad un genere così internazionale adatto ad ritmo è in continua evoluzione e costante dinamismo un mercato ampio e moderno, ma Lo Chiamavano narrativo. Non si può resistere al confronto finale tra eroe e villain degno del più celebre cinema americano Jeeg Robot, che sarà prossimamente distribuito al del genere. Un esperimento riuscito di Mainetti che cinema grazie alla Lucky Red, ha dimostrato che la poteva facilmente scadere nel ridicolo, invece realtà può superare la fantasia. Mainetti è riuscito a mantiene una sua dignità e disegna le basi per una portare sul grande schermo una storia divertente e ben nuova identità del cinema italiano. Da non perdere! costruita, dalla sceneggiatura lineare all’interpretazione

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allegiant IL PENULTIMO CAPITOLO DELLA SAGA divergent di Davide Sette

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NEWSCINEMA

“In fuga dall’unico mondo che conoscono verso una nuova realtà”

Lo spunto da cui parte la narrazione è quanto mai interessante e geniale nella sua semplicità. In un imprecisato futuro la società si è divisa in cinque fazioni: Abneganti (conducono una vita semplice e altruista; funzionari del governo), Pacifici (credono nella felicità e l'armonia; si occupano di produrre cibo per la popolazione), Candidi (perseguono onestà e ordine; funzionari di tribunale e uomini di legge), Intrepidi (protettori, soldati, polizia) ed Eruditi (perseguono la logica e la conoscenza). Gli abitanti sono invitati a scegliere la propria fazione in base alle preferenze personali, ma, per essere definitivamente ammessi in una delle cerchie, è Se fino a qualche anno fa i prodotti young adult si necessario passare un test attitudinale. In questo limitavano ad isolate e non sempre felici eccezioni, contesto vi sono anche i “divergenti”, ovvero negli ultimi anni i film per adolescenti hanno individui che non possono essere collocati in cominciato a farsi sempre più strada nel fin troppo nessuna delle cinque categorie a causa delle loro affollato panorama cinematografico, grazie a peculiarità che li rendono del tutto unici e speciali. esprimenti riusciti sia dal punto di vista commerciale Tris Prior, la protagonista del racconto, scopre nel che artistico, e grazie alla quantità infinita di fonti primo capitolo della serie Divergent, una cospirazione letterarie da cui prendere ispirazione. Uno degli in atto per eliminare definitivamente tutti i esempi più virtuosi è sicuramente quello di The “divergenti”. Accompagnata dal misterioso Four, la Divergent series, saga nata dalla trilogia di romanzi giovane ragazza dovrà scoprire cosa rende i scritta da Veronica Roth e ambientata in un futuro “divergenti” così pericolosi, e cercare di fermare la distopico in cui la società si è ricostruita per seguire cospirazione prima che sia troppo tardi. In Insurgent i nuovi modelli di esistenza e comportamento. Come due si ritrovano invece inseguiti dal leader degli spesso accade, i tre libri originali sono stati tradotti in Eruditi, Jeanine Matthews, interpretata da Kate un progetto cinematografico di più ampio respiro, Winslet. Tris e Four cercano a questo punto di con il capitolo finale diviso in due pellicole differenti: capire cosa abbia spinto gli Abneganti a sacrificare Allegiant, previsto in anteprima mondiale per il 9 parte della loro vita per il bene altrui, e perché, dalla marzo, e Ascendant, che seguirà il prossimo anno.

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parte opposta, gli Eruditi cercano in ogni modo di fermarli. Perseguitata dalle difficili scelte compiute nel proprio passato, ma ostinata nel voler proteggere le persone che ama, Tris affronta una serie di prove impossibili fino a comprendere le misteriose leggi che governano il suo mondo. Rivelazioni che saranno nuovamente messe a dura prova dalle altre “verità” che i due protagonisti apprenderanno in questo nuovo capitolo in uscita. Per la prima volta Tris e Four scapperanno dalla loro città natale, abbandonando famiglia e affetti per affrontare la vera battaglia per la sopravvivenza del mondo, la quale si gioca tutta al di fuori del muro che isola Chicago. Nonostante una qualità abbastanza costante, la serie ha subito un percorso di produzione piuttosto travagliato, con diversi importanti collaboratori che hanno deciso di abbondare la lavorazione in corso d’opera. Il regista del primo capitolo Neil Burger, per esempio, decise di abbandonare il progetto sul secondo film in quanto i tempi imposti dalla casa di produzione si rivelarono essere troppo soffocanti e inadatti per poter realizzare un film che non fosse un totale fallimento. È notizia di questi giorni, inoltre, che Shailene Woodley, regista che ha contribuito al secondo e al terzo film della serie, Insurgent e Allegiant, non prenderà più parte al progetto riguardante il quarto capitolo della saga (Ascendant) per la necessità di “riprendere fiato” dopo aver realizzato due pellicole in tempi particolarmente stretti. Anche dal punto di vista della sceneggiatura le cose non sono andate meglio. Il primo capitolo è infatti scritto da Evan Daugherty (Biancaneve e il cacciatore) e Vanessa Taylor (Hope springs), mentre il secondo da Akiva Goldsman e Mark Bomback, ingaggiati dopo l’addio del regista originale e l’abbandono dei due precedenti sceneggiatore. Gli ultimi due capitoli, infine, sono invece scritti da un team ancora diverso, composto da Noah Oppenheim, Adam Cooper, Bill Collage, e Stephen Chbosky.

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COMICSPREVIEW

batman v superman l’epico scontro dc comics di A.A.

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NEWSCINEMA In attesa di assistere al super rendez-vous dell'anno, vi proponiamo un excursus sulle origini

è Robert Kane – all'età di quindici anni è stato

e trasformazioni delle due iconiche celebrità dei fumetti: Batman e Superman. I fiori all'occhiello

tornava a casa dopo una lezione di musica. Ne uscì salvo, ma non illeso: numerose cicatrici, denti

della DC Comics s'incontreranno (e scontreranno)

scheggiati e un braccio spezzato, oltre ad un

prossimamente nella pellicola diretta da Zack

indelebile shock psicologico. Kane ha più volte

Snyder, dal titolo Batman v Superman: Dawn of

ammesso l'esistenza di una connessione tra sé

Justice.

stesso e il suo doppio fumettistico, che descrive in

Origini: Il personaggio di Batman nasce negli anni

questi termini: “Batman dovrebbe essere

Trenta, dall'estro del celebre connubio artistico

rappresentato come una persona eccentrica e con

formato dal disegnatore Bob Kane e dallo

disturbi psicologici, che non è mai del tutto

sceneggiatore Bill Finger, e debutta nel marzo

concentrata, tranne quando si occupa di

1939 sulla rivista Detective Comics #27. Solo sei

combattere il crimine”. Superman fa la sua prima

mesi dopo, nel numero #33 della stessa collana

apparizione nel giugno del 1938, sul Volume I di Action Comics. Nato dalla penna del disegnatore

vengono svelate le misteriosi origini di questo enigmatico, e già molto affascinante, vigilante

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aggredito da una banda di malviventi, mentre

Joe Shuster e dalla fervida immaginazione di

mascherato. Ancor più interessante risulta il

Jeremy Siegel, l'alieno risulta essere fin da subito

parallelismo tra una tragica parentesi della vita di Bob Kane e l'esordio dell'Uomo Pipistrello, a

un ibrido, risultato da una commistione di generi e ispirazioni, personalità fittizie e reali. Gli autori si

seguito del trauma infantile vissuto dal piccolo

rifanno in primis alle serie a fumetti che vedono

Bruce Wayne, il tormentato playboy, filantropo,

come protagonisti personaggi epici come Doc

alter-ego di Batman. Il fumettista – il cui vero nome

Savage, Flash Gordon e Buck Rogers; tuttavia il


cinema rimane un'importante persuasione. Superman nasce con il volto e il fisico di Douglas Fairbanks Sr, mentre il suo alter-ego Clark Kent nasce (fin dal nome) dalla fusione di due celebrità dell'epoca: Clark Gable e Kent Taylor. Le origini di Lois Lane, invece, sono più romantiche e meno “stellari” - Shuster prende in prestito il nome dell'amore impossibile della sua vita e si da un'altra chance, attraverso la fittizia esistenza della propria creatura fumettistica. L'approdo di Superman sui fumetti è stato non poco travagliato: dopo svariati rifiuti da parte di diversi quotidiani, la coppia artistica riceve finalmente il consenso a pubblicare le loro storie da parte di una neonata rivista della DC Comics – la Detective Comics Inc. I due cedono i diritti del proprio lavoro per dieci anni e firmano per un compenso minimo. Inutile dire che lo strabiliante (e inatteso) successo riscosso dal nuovo supereroe portò tutti in tribunale. Nonostante le numerose revisioni attuate alla storia dell'uomo d'acciaio durante gli anni, ad opera di autori diversi, la mitologia di Superman è nota a tutti: l'appena nato Kal-El, nativo di Krypton, viene spedito sulla Terra dai suoi genitori per salvarlo dalla distruzione imminente del pianeta natale. Dai frammenti planetari, a seguito dell'esplosione, deriva la kryptonite, sostanza radioattiva letale per tutti i kryptoniani. La navicella spaziale in cui viene custodito il piccolo alieno arriva in Kansas, dove una famiglia di umili origini lo trova e sceglie di prendersi cura di lui. Una volta adulto, Clark Kent alterna la propria professione ufficiale, di giornalista del Daily Planet di Metropolis, alla propria missione per così dire ufficiosa di Superman, indulgente protettore dell'amato pianeta Terra e dei suoi abitanti. Se inizialmente i due creatori avevano immaginato che l'eroe kryptoniano avesse una personalità cupa e spietata – il che non lo rendeva molto distante dal personaggio di Batman – negli anni Quaranta l'editore capo della DC ha optato per una sorta di svolta morale, che ha dato vita all'incarnazione di moralità, umanitarismo e giustizia quale è oggi Superman. Icona multimediale: Nel corso degli anni il personaggio ha assunto sempre di più una connotazione trasmediale, trasposto dal fumetto al cartone animato, da personaggio bidimensionale dei videogame, a protagonista di una serie televisiva in costume, per poi approdare alla versione cinematografica in carne ed ossa e celluloide. Il fascinoso Cavaliere Oscuro è stato anche spesso oggetto di svariati cambi di registro e di tono. Nasce come simil-poliziotto che mantiene l'ordine a colpi di arma da fuoco, assume poi sfumature noir che ne sottolineano ed esaltano la natura introspettiva, per poi “sdoppiarlo”, affiancandogli l'ambiguo personaggio di Robin, espediente narrativo volto a verbalizzare il movente di ogni sua azione, per introdurre i lettori alla sua complessità psicologica. Negli anni Cinquanta Batman vive una parentesi fantascientifica, con l'introduzione di nuovi personaggi come Asso il Bat-segugio e il Bat-mito, oltre ad alieni vari. Un ventennio più tardi abbandona le atmosfere alienoidi per tornare all'oscurità, più oscura di prima. Denny O'Neil e Neal Adams intingono il pennello nei toni del blu, del nero e del porpora. Attingono dalla stessa paletta per sancire anche il ritorno, nel numero #395 di Detective Comics dell'antagonista batmaniano per eccellenza – il Joker, la cui eccentricità e dissennatezza vengono esasperate. Negli anni Ottanta è la volta di Frank Miller, l'autore famoso per aver riportato Batman alla sua essenza originale – che ne permeerà, da quel momento in avanti, tutti gli adattamenti a venire. Come Batman anche Superman si conferma un'icona multimediale: il mito di Superman parte dalle pagine di un fumetto, per poi approdare (ovviamente in volo, nella celebre posa) alla televisione e al cinema. Dal fumetto alla prima volta sul piccolo schermo nel 1952 con Adventures of Superman, con George Reeves nei panni (e con mantello rosso) del protagonista. Sicuramente la serie televisiva più celebre e di successo rimane Smallville (2001-2011) con Tom Welling – lo stesso Reeve ha dimostrato di apprezzare la trama, che tratta l'eroe in maniera inedita, nei toni young adult di un Superman ai tempi del liceo. “Ero un po' scettico quando ho sentito parlarne per la prima volta – sostiene Reeve – ma devo dire che la sceneggiatura, gli attori e gli effetti speciali sono davvero notevoli. Hanno fatto un buon

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lavoro con la mitologia del personaggio e Tom sta

pipistrello”. Inizialmente il costume di Batman si

facendo un ottimo lavoro seguendo la tradizione”. Si

limitava ad un paio di mutandoni sopra una

passa poi al videogame creato dalla Atari nel 1978 che inaugura l'avvento della versione sintetizzata e

calzamaglia e un pipistrello ricamato sul petto, mantello e mascherina di stoffa, e stivaletti. A

tecnologica dell'alieno. Superman and the Mole-Men

quell'epoca era il 1943 e gli autori volevano dare

rappresenta il primo stand-alone cinematografico

maggior risalto alla forza dello spirito di Bruce

dedicato al supereroe, il film fu girato in 12 giorni e la pellicola è realizzata in bianco e nero.

Wayne, piuttosto che alla prestanza e al vigore fisico.

Restyling: Leonardo da Vinci è stato la principale fonte d'ispirazione per la creazione dell'iconico

le cose: traccia il profilo del personaggio nelle sfumature gotiche che contraddistinguono il suo

costume del vendicatore della notte, Bob Kane ha

tratto autoriale – il costume diventa una vera e

affermato: “Durante il weekend disegnai una sorta di

propria armatura che aderisce a un fisico aitante e

supereroe nudo, che assomigliava a un incrocio tra

tonico; il nero diviene colore dominante, intervallato

Superman e Flash Gordon. Misi sopra la figura di

al giallo vivo di logo e cinturone. Nell'ultima versione

Batman un foglio di carta da lucido in modo da poter disegnare dei costumi adatti al personaggio. Poi, POW! Mi è venuto in mente in un attimo, come la lampadina che appare sopra i personaggi dei cartoni animati quando fanno un brainstorming. Mi ricordai del disegno in cui Leonardo da Vinci aveva rappresentato una macchina volante simile a un

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Negli anni Novanta Tim Burton cambia radicalmente

cinematografica di Christopher Nolan l'armatura del Cavaliere Oscuro si è inspessita, incupita ed è stata irrorata di aggressività e fierezza, sotto di essa il corpo muscoloso di Bruce Wayne pulsa di energia. Nel corso degli anni, dal 1938 ai giorni nostri, Superman ha vissuto una vera e propria evoluzione, sia a livello iconografico che superoistico. Il costume


NEWSCINEMA

era in origine composto da mantello, mutandoni e Tutti i volti di un Supereroe: Il primo volto stivali di un rosso fuoco, maglia e calzamaglia cinematografico dell'eroe mascherato è stato quello bluette, con l'aggiunta di dettagli gialli, e un'iconica di Lewis Wilson – protagonista di Batman, il serial S stampata sul petto come marchio di fabbrica, un cinematografico del 1943 composto da 15 episodi singolare e accecante accostamento di colori e diretto da Lambert Hillye. Nel 1949 una nuova vivaci, volto a farsi notare e ricordare soprattutto da serie cinematografica dal titolo Batman e Robin quei sabotatori dell'ordine contro cui combatte, per vede Robert Lowery indossare calzamaglia e preservare l'incolumità dei suoi amati terrestri. Con il mascherina. Il testimone passerà poi a Adam West passare degli anni il costume acquista sempre più i che prende parte alla fortunata serie televisiva connotati di una vera e propria corazza, senza più Batman, del 1960. Nel 1989 tocca a Tim Burton gli audaci mutandoni dal colore fosforescente, il prendere in mano le sorti del personaggio, Batman mantello diviene più lungo e il tutto si opacizza, torna ad essere un eroe solitario e tormentato, viene coperto da un'autorevole patina dai toni Robin viene eliso dalla narrazione e tutto si tinge a bluastri che conferisce al super-uomo un'aria tinte dark. Da Burton in poi i supereroi assumeranno minacciosa, ben lontana dal ragazzone bonario che fattezze sempre più realistiche, l'autore si discosta salvava i più deboli, ricorrendo a poteri primordiali, dalla fantascienza e sprofonda nel thriller. Il regista raffazzonati e talvolta anche ridicoli. Nel corso della sceglie Michael Keaton per il ruolo del sua storia fumettistica, sono stati affidati all'alieno protagonista, seppur questi non abbia esattamente dei super poteri anche al limite della plausibilità, le physique du role, Burton viene attratto dal suo sfiorando pericolosamente la frontiera del sguardo: occhi grandi che parlano per un nonsense. Tra questi sono da citare la super ugola e personaggio perlopiù taciturno. L'attore, che è la super danza: in linea con i migliori talent show, il solito interpretare ruoli da commediante e muoversi Super-uomo d'acciaio annovera tra le sue extrasu registri comici, sorprende e convince pubblico e ordinarie capacità anche un'innata dote canora e critica con la sua interpretazione. Durante una letale capacità di smantellare, tra un plié e un un'intervista Keaton ha affermato: “Ora posso dire grand jeté, un armamento nucleare – in una storia ideata da Grant Morrison, ritroviamo il nostro una cosa che per varie ragioni non mi è stato beniamino intento a intonare una melodia per permesso dire: per me, non si è mai trattato di sconfiggere Darkseid. Altri poteri ai limiti Batman, ma di Bruce Wayne. È divertente! È fuori di dell'assurdo sono stati il super bacio, con il quale testa! Quell'uomo è il bastardo più cool che ci sia ed cancella la memoria di Lois, il super ventriloquismo, è pieno di problemi. Per l'altra metà: basta solo far il super appetito e, in particolare, la super torta e la lavorare il costume che si indossa”. In Batman super tessitura. Insomma un Super uomo a 360°.

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Forever (1995) l'eroe viene interpretato da Val


NEWSCINEMA Kilmer e in Batman & Robin (1997) diventa George Reeve è stato Superman dal 1978 al 1984, in Clooney – quest'ultima pellicola si rivelò essere un Superman, Superman II, Superman III e Superman vero flop. Nel 2005 Nolan da inizio alla sua trilogia, IV. Il franchise passò poi nelle mani di Bryan Singer, riuscendo a ridare lustro al personaggio, grazie al timone di Superman Returns, con Brandon Routh anche all'apporto di un perfetto interprete, Christian nei mutandoni (di un rosso finalmente più tenue) del Bale. Batman Begins, Il Cavaliere Oscuro e Il protagonista. La pellicola ha ottenuto un discreto Cavaliere Oscuro – Il Ritorno hanno fatto tornare in successo al botteghino ed è stata definita dalla auge l'epicità dell'Uomo Pipistrello ed ora che il critica: “un perfetto adattamento di Superman per il mantello passerà, per l'ennesima volta, ad un nuovo pubblico odierno”. Tuttavia la Warner Bros., non interprete sarà dura non guardarlo con occhio soddisfatta ha abbandonato l'idea di realizzarne il critico. Tuttavia Ben Affleck ha tutte le carte in sequel. L'uomo d'acciaio ottiene nuovi consensi nel regola per fare un ottimo lavoro e mantenere alta la reboot firmato da Zack Snyder, con un prestante reputazione del guardiano di Gotham City. Il volto di Henri Cavill nel ruolo dell'affascinante alieno, dal Kirk Alyn segna il debutto di Superman al cinema cuore buono. Con questa saga Snyder sceglie di nel 1948, con l'omonima serie di 15 episodi, in cui le ripartire da zero, ci mostra nuovamente le origini del scene del volo sono state realizzate in versione semidio, l'approdo sul nostro pianeta e gli albori del animata per risparmiare sui costi di produzione. Nel suo super alter-ego. Cavill tornerà a tenere alto il 1951 è la volta di George Reeves nel già citato baluardo di Superman nella nuova pellicola di Superman and the Mole-Men; l'attore continua a Snyder, in cui si scontrerà con l'uomo pipistrello e interpretare l'alieno dall'animo gentile finchè non dovrà dimostrare a lui e al mondo che nonostante la passa il testimone a Christopher Reeve. propria natura aliena, è ancora il più titolato a Appartiene a quest'ultimo il volto più noto, che il difendere il Pianeta che, da sempre, gli sta tanto a pubblico più facilmente associa al Supereroe, cuore.

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brooklyn il melodramma con saoirse ronan candidato a 3 premi oscar di D.S.

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Candidato a sorpresa come miglior film nell' imminente corsa agli Oscar, oltre che nelle

un giovane idraulico italiano, Tony, con cui condividerà una appassionata storia di amore. La

categorie di "miglior attrice protagonista” e “miglior

felicità della relazione spinge Ellis a lasciarsi il

sceneggiatura non originale”, Brooklyn è il nuovo

passato alle spalle, a concentrarsi sul futuro e darsi

film melodrammatico diretta da John Crowley, in

da fare con lo studio e con il lavoro per poter

arrivo nelle nostre sale dal prossimo 17 marzo. Eilis Lacey, giovane ragazza irlandese, è

diventare un giorno una stimata contabile. Il passato, però, cerca in tutti i modi di trattenerla, e

ingabbiata in una vita che non le da soddisfazioni,

così la giovane ragazza sarà costretta a ritornare in

costretta a vivere in un piccolo paesino di provincia

patria a causa di un tragico avvenimento. La storia,

e a lavorare la domenica mattina come commessa

adattata per il grande schermo dal noto scrittore e

nel negozio di una vecchia strega, pettegola e

sceneggiatore britannico Nick Hornby, prosegue

rancorosa. Le uniche cose che la trattengono sono gli affetti più cari, di sua sorella Rose e della sua

liscia e senza particolare guizzi, in un' elegia delle

apprensiva madre. Quando però le viene offerto un

proprie tradizioni e delle proprie origini, attraverso una struttura decisamente classica da

visto per gli Stati Uniti, assieme ad un lavoro

melodramma anni ’50. Nonostante non manchino

retribuito nella grande città di Brooklyn, la ragazza

momenti particolarmente divertenti, come quasi

non perde tempo a fare le valigie e a salpare verso una nuova vita, con le difficoltà e gli impedimenti

tutte le scene ambientate in casa di Miss Kehoe

che una scelta così grande può comportare,

pensionato che ospita la protagonista, Brooklyn

specialmente in giovane età. Dopo alcuni mesi

mette al centro della narrazione il sentimento

difficili in cui la nostalgia di casa prevale e tutto

amoroso, in una pellicola di formazione in cui la

sembra andare per il verso sbagliato, Ellis incontra

giovane Ellis, attraverso la forza delle proprie

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(Julie Walters), la signora proprietaria del


emozioni, riuscirà a districarsi in un ambiente dinamico e complesso come quello americano, vincendo goffaggine ed insicurezza. I circa 110 minuti della pellicola scorrono via velocemente e con leggerezza, grazie alla credibile interpretazione della giovane Saoirse Ronan e ad un ritmo mai particolarmente lento o blando. Il vero merito del film è però quello di rimanere ben distante dagli eccessi del genere, senza cadere mai nel pietismo o in un eccesso di melò spesso stucchevole e fuori luogo. La nostalgia, tema principale, non prevale mai sul desiderio di poter modellare il proprio futuro. È per questo che quando Tony mostra alla sua amata la campagna dove un giorno andranno a vivere, dove sarà costruito un grande e pulsante quartiere residenziale, Ellis dimentica per un momento le ansie del proprio passato e della propria famiglia, tornando a vivere il presente con una nuova coscienza e vitalità. Per citare Nathaniel Hawthorne, “il passato giace sul presente come il corpo morto di un gigante”. Brooklyn ci racconta proprio questo, ci parla di una giovane ragazza che prendendo in mano la propria esistenza riesce a scostare dal proprio petto il gigantesco cadavere che la soffoca, per poter permettere alla "farfalla della felicità", per dirla ancora una volta con Hawthorne, di posarsi nuovamente sulla sua spalla.

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fuocoammare la lampedusa di gianfranco rosi: “dopo l’olocausto la tragedia più grande” di L.R.

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NEWSCINEMA “Si tratta della più grande tragedia dopo l’olocausto e estrema naturalezza e quotidianità dona ritmo al film, mentre parallelamente il dottor Pietro Bartolo ne siamo tutti responsabili”. Così Gianfranco Rosi ha introdotto il suo nuovo ci racconta da vicino la situazione dell’isola siciliana film Fuocoammare alla conferenza stampa toccata dal fenomeno degli sbarchi sempre più della Berlinale 2016. Dopo il Leone d’Oro alla numerosi dalla Siria, Eritrea, Sudan e altre parti del Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con mondo vittime di una guerra implacabile. Un Sacro G.R.A. il regista italiano ha presentato in problema che ha colpito non solo l’Italia ma il cuore anteprima a Berlino questo documentario intimo ed dell’Europa con immagini forti e dirompenti, che onesto sul problema dell’immigrazione che sarà “lasciano un buco nello stomaco ed alimentano i nelle sale italiane a partire dal 18 Febbraio. “E’ un peggiori incubi” come ha dichiarato lo stesso film politico a prescindere da tutto. Siamo

Bartolo visivamente commosso. “Dal 1991 mi

bombardati da immagini e notizie sull’argomento e la occupo di immigrazione e ne ho viste di tutti i colori. politica deve assumersi la responsabilità di queste Tanti bambini morti e donne violentate. Ricordare è persone che muoiono attraversando il mare per brutto, ma spero che in questo modo con i film e gli fuggire da una guerra, e trasformano il mare articoli, si possa sensibilizzare qualcuno che può fare in una tomba. Noi siamo consapevoli e colpevoli di qualcosa per questo problema di portata epocale per un crimine” ha aggiunto richiamando gli applausi l’Europa. Un muro o un filo spinato non ferma della numerosa stampa internazionale presente. Il questa gente, le cinte si mettono solo agli animali. piccolo Samuele Pucillo vive a Lampedusa. Va a Nessuno vuole lasciare la propria terra se non è scuola, esce in barca con il padre e gioca con la costretto. La responsabilità non è soltanto dell’Italia fionda, la sua grande “passione”. Con la sua

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o dell’Europa, ma delle potenze che gestiscono


questo a livello mondiale”. Il racconto di Rosi risulta regia di Gianfranco Rosi appare più definita e inedito nonostante le numerose visioni di questo convincente. La telecamera resta ipnotizzata problema sociale e politico nel corso degli anni (basti dagli sguardi profondi ed irrimediabilmente feriti degli ricordare Terraferma di Emanuele Crialese), grazie ad immigrati, tormentati dal passato e spaventati una narrazione che profuma di realismo e abbraccia dal futuro. L’ottima fotografia regala momenti di una dimensione intimista ed emotivamente riflessione e poesia per un film “girato per coinvolgente, senza entrare nel dettaglio delle autofecondazione, senza una riga di sceneggiatura” dolorose storie dei protagonisti di quel viaggio sullo sfondo di una Lampedusa nuvolosa e rurale con terribile. I sogni e le speranze di molti uomini, donne e echi d’Irlanda. Ogni scena prende vita con intimità bambini sono stati inghiottiti dal mare senza alcuna e totale libertà senza farsi sedurre da scontati pietismi, pietà, mentre i più fortunati sono riusciti a raggiungere raccontando una vera e propria tragedia con gli occhi le coste italiane in condizioni critiche. Questo film di un bambino. “Il mondo non vuole confrontarsi documentario riunisce diversi punti di vista per un fine direttamente con quello che succede fuori dall’acqua” unico e fondamentale: arricchire la riflessione sul mentre migliaia di corpi spariscono per sempre in quel fenomeno migratorio, un tema su cui le politiche blu tanto piacevole da guardare quanto spietato nelle nazionali europee si interrogano senza trovare una sue profondità. vera soluzione. Rispetto all’ultimo Sacro G.R.A. la

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THE DANISH

GIRL

il dolore e la consapevolezza della trasformazione di L.R.

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NEWSCINEMA Se provate a cercare su Google notizie su Einar tenta di effettuare il primo intervento di conversione Wegener, Wikipedia vi dirotterà sulla pagina di una sessuale, ma questa decisione avrà grosse certa Lili Elbe. Un errore informatico? Uno scambio ripercussioni sul suo matrimonio e sulla sua identità. di persona? No, si tratta del nome di un artista La mente creativa e sensibile dell’uomo innamorato danese degli anni ’20 identificato come il primo e apparentemente felice, viene inghiottita da un transessuale della storia, che ha ispirato il nuovo film desiderio ingovernabile che lo trasforma gradualmente in qualcosa di diverso. Un conflitto di Tom Hooper, The Danish Girl, nelle sale italiane violento con se stesso e con la società in cui vive lo da Febbraio 2016. Il regista de Il Discorso del Re e consuma psicologicamente e il dolore investe anche Les Miserables lo ha presentato in Concorso alla 72° i suoi cari, dall’innamorata moglie Gerda all’amico Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, fraterno Hans che lo accompagnano nelle sue confermando nuovamente lo straordinario talento scelte con rispetto e puro amore disinteressato. Nel del giovane Eddie Redmayne, vincitore del Premio 1930 l’intervento di riassegnazione sessuale era Oscar lo scorso anno per l’ interpretazione di ancora in fase di sperimentazione e non si era Stephen Hawking ne La Teoria del Tutto. Nella registrato alcun caso di successo che facesse ben Copenhagen dei primi anni ‘20, l’artista danese sperare per le future generazioni. Infatti, dopo pochi Gerda Wegener, interpretata nel film da Alicia mesi dall’operazione Lili Elbe è morta per Vikander (Ex Machina e Operazione UNCLE) complicazioni, ma il suo nome è rimasto nella storia dipinge un ritratto del marito Einar vestito da donna. diventando “icona della comunità transgender”, Il dipinto raggiunge grande popolarità ed Einar inizia come ha sottolineato Eddie Redmayne in a mantenere in modo permanente un’apparenza conferenza stampa. Hooper ha affrontato una storia femminile, mutando il suo nome in Lili Elbe. Spinto di vita intensa e segnata da scelte difficili e da ideali femministi e supportato dalla moglie, Lili sentimenti contrastanti con eleganza e delicatezza,

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portando sullo schermo un ritratto intrigante ed intimista di un personaggio reso magistralmente da Redmayne, in ogni piccolo movimento ed espressione. La squadra del make up e i costumisti hanno sicuramente avuto un ruolo fondamentale nella produzione e nella resa finale di questa figura così fragile e determinata allo stesso tempo, che si affida al cuore mettendo da parte l’apparenza ed inseguendo le sensazioni, i movimenti e i richiami della natura che già dall’infanzia aveva sbagliato orientamento. Einar è benestante e realizzato nel suo lavoro e dal punto di vista sentimentale, legato ad una moglie bella ed innamorata che lo sostiene mentre cerca di trovare una sua posizione nel panorama artistico internazionale. Ma il suo corpo si rivela imprigionato da convenzioni e tratti a lui indifferenti, mentre la sua vera identità è protesa verso il mondo femminile. Questo conflitto tra interno ed esterno costruisce in lui un sentimento di depressione e disagio, che lo spinge verso una ricerca violenta di se stesso e una tremenda confusione emotiva. Una volta compresa la sua natura e il suo posto nel mondo, il suo coraggio e la sua intelligenza lo sostengono nella scelta drammatica e rischiosa di cambiare per sempre il suo corpo attraverso la chirurgia, accettandone gli importanti rischi irreversibili. Non avevamo dubbi che Redmayne potesse regalare un’ottima interpretazione con questo ruolo duale che scopre gradualmente una femminilità repressa, ma la vera sorpresa è la co-protagonista Alicia Vikander nei panni della moglie Gerda, che emoziona nei panni di una donna forte e all’avanguardia, padrona del suo dolore e del suo amore per Einar e per Lili come due volti di una stessa passione. La sceneggiatura di Lucinda Coxon si unisce in modo fluido all’estetica del film, arricchita anche dalla presenza dell’arte nella narrazione come compagna fedele dei protagonisti in ogni fase della storia. The Danish Girl non è solo una storia di amore e di amicizia intorno ad un argomento legato alla sessualità con venature sociali e politiche, ma è una riflessione sull’amore per se stessi, molto più difficile da provare rispetto a quel sentimento che ci lega ad un’altra persona, più o meno intensamente. Dell’altra persona si accettano infatti pregi e difetti, almeno nella prima fase, mentre spesso è impossibile fare i conti con le proprie fragilità, paure, idee e ambizioni. Tom Hooper mantiene il suo registro stilistico che lo ha distinto nei suoi progetti precedenti e realizza un film commovente, personale e toccante, ma anche poetico e suggestivo, prima da sentire e poi da vedere.

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the gift regali da uno sconosciuto di C.A.

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NEWSCINEMA

Joel Edgerton debutta alla regia con un

“gioiello di suspance” secondo Stephen King di C.A.

La Blumhouse Productions non è sempre incontro con Gordo (Joel Edgerton), un ex sinonimo di film di qualità. Se capolavori come compagno di scuola di Simon disposto a tutto Insidious, Sinister e The Visit si contano sulle dita per diventare amico della coppia; ma qualcosa di una mano, non si può dire lo stesso di Ouija, nel suo comportamento inquieta Robyn che inizia dei sequel di Paranormal Activity e di tutte quelle

a chiedersi chi sia veramente e soprattutto quale

mediocri pellicole che ogni anno incassano milioni vendetta stia meditando contro la sua famiglia… di dollari al box office mondiale. Eppure Joel Joel Edgerton, dopo aver preso parte a grandi Edgerton, con Regali da uno sconosciuto – The

film come Warrior, Il grande Gatsby e Black Mass,

Gift, scrive e dirige un thriller definito dallo stesso debutta dietro la macchina da presa con Regali Stephen King “un gioiello di suspance”. da uno sconosciuto – The Gift, un thriller che Interpretato da Jason Bateman, Rebecca Hall e lo stesso Edgerton, il film parte da un

abbandona le tematiche soprannaturali per affrontare gli effetti, talvolta devastanti, che

il dubbio può avere sulle persone; un’idea presupposto tanto semplice quanto efficace, ovvero che cosa accadrebbe se qualcuno a cui in semplice ed efficace su cui Edgerton costruisce quello che è a tutti gli effetti il miglior thriller del passato si è fatto del male ricomparisse 2015. Il punto di forza dell’opera è infatti il brillante improvvisamente nelle nostre vite; una domanda script che, con eleganza e semplicità, intriga e a cui Simon (Jason Bateman) e Robyn (Rebecca manipola lo spettatore svelandogli solo nel gran Hall) sono costretti a rispondere dopo il casuale

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finale il terrificante piano di Gordo. La macchina da presa spia i personaggi attraverso i corridoi vuoi della casa dove è ambientato il film; un luogo in cui Robyn si sente esposta agli sguardi di un uomo tanto reale quanto spaventoso. Stratagemmi che, nonostante siano già stati utilizzati innumerevoli volte in opere dello stesso genere, funzionano grazie ad una regia potente, una fotografia sensuale e un cast eccezionale. Se Jason Bateman stupisce in un ruolo drammatico e controverso, Rebecca Hall emoziona con un’interpretazione toccante e sincera che ne svela finalmente il grande talento. Edgerton realizza così un thriller duro, reale e intelligente che strizza l’occhio alle opere di Hitchcock e Polanski e apre una nuova e interessante parentesi per il cinema di genere. Regali da uno sconosciuto – The Gift verrà distribuito da Koch Media in tutti i cinema italiani il 3 Marzo 2016.

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LUPIN III

il ladro gentiluomo tra fumetto e cinema di Davide Sette

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NEWSCINEMA A distanza di 49 anni dal suo debutto “cartaceo”,

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Lupin, il ladro più amato del mondo, è arrivato nei

grado di incuriosire il pubblico adolescenziale in cerca, anche nel mondo artistico, di segnali di

cinema italiani “in carne e ossa” il 22, 23 e 24

rottura e contestazione. Pur cavalcando il successo

febbraio, con il “live action” diretto da Ryûhei

dei primi film di James Bond, e affondando le

Kitamura, tra i pochi progetti approvati e in parte

proprie radici nella cultura underground degli anni

supervisionati dallo stesso creatore del

’60, il personaggio partorito da Monkey Punch

personaggio. Indissolubile è però il legame con il

nasce come ipotetico nipote dell'Arsene Lupin di

celebre anime, richiamato grazie ai tanti omaggi,

Maurice Leblanc, scrittore francese vissuto a

alle numerose citazioni e alle voci degli stessi doppiatori della versione animata. Il personaggio

cavallo tra ‘800 e ‘900. Lupin è certamente un ladro

fumettistico appare per la prima volta il 10 agosto

similari nel panorama occidentale, come il nostrano

1967 sulle pagine di Weekly Manga Action, una

Diabolik. Se il criminale ideato dalle sorelle

rivista settimanale della Futabasha. Si tratta un

Giussani ha infatti come obiettivi sempre e soltanto

periodo di grande fermento in Giappone. I

soldi e bottino, il furfante giapponese ha come

movimenti studenteschi manifestano un prepotente

scopi ultimi il brivido e l’avventura. Nelle sue

desiderio di cambiamento, in contrapposizione ad un sistema sociale giudicato fin troppo rigido e

avventure Lupin non è mai da solo, ma sempre

oppressivo. È proprio agli universitari, quindi, che

che lo aiutano nei colpi e svolgono una funzione di

Kazuhiko Katō, mangaka che diventerà famoso

contraltare ai suoi numerosi vizi. Jigen Daisuke,

col nome fittizio di Monkey Punch, decide di

taciturno e spietato pistolero modellato sulle

rivolgere le sue storie del “ladro gentiluomo”,

fattezze del James Coburn de I magnifici sette, è

caricandole di non troppo velate allusioni sessuali in

uno dei compagni più fidati del geniale ladro,

più “nobile” rispetto a personaggi fumettistici

accompagnato da fidati compagni di avventura,


nonostante non manchino momenti di incomprensione, specialmente sul fronte delle donne. Sempre munito della sua fidata Smith & Wesson 357 Magnum, e con indosso il suo personale cappello Fedora, Jigen è sicuramente uno dei personaggi maggiormente apprezzati dal pubblico, grazie al suo umorismo sagace e al suo passato avvolto nel mistero. Chi invece nasce come nemico, per poi diventare anche lui fidato collaboratore del ladro, è Goemon Ishikawa XIII, esponente di una gloriosa quanto antica casata di samurai, il cui fondatore, Ishikawa Goemon, è un personaggio storico realmente esistito. Il samurai, dalle fattezze simili all’attore Seiji Miyaguchi, è forse, con il suo caratteristico hakama, uno dei pochi elementi “giapponesi” in un cast prettamente internazionale. Arma caratteristica di questo combattente è la spada Zantetsuken (“taglia-ferro”), che maneggia con particolare destrezza tanto da poter addirittura intercettare i proiettili provenienti da armi da fuoco automatiche. Ma la vera “spalla” di Lupin, la sua musa ispiratrice, è certamente la sensuale e provocante Fujiko Mine (conosciuta nel nostro Paese con il nome di Margot). Il suo seno prosperoso, le cui forme giunoniche richiamano quelle imponenti del monte Fuji (da cui il personaggio prende il nome), la rende una perfetta femme fatale, in grado di ammaliare ma anche di raggirare, il povero e innamorato Arsenio Lupin. Lui è follemente innamorato, ma lei lo utilizza solo per il suo tornaconto personale, facendosi regalare tutti gli oggetti preziosi raccolti durante i diversi colpi. Il background della seducente ladra è però quello di un passato difficile e doloroso, fatto di esperimenti e sevizie, che ha inciso profondamente sul carattere della donna, sempre diffidente e in guardia. Non può però mancare il “nemico giurato”, l’ineffabile Zenigata, poliziotto dell'organizzazione di Polizia Internazione ICPO il cui unico scopo nella vita (un po’ come il Ginko del già citato Diabolik) è quello di catturare Lupin. Un sogno che probabilmente è destinato a rimanere tale. La

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trasposizione cinematografica più celebre del mito di Arsenio Lupin rimane ancora oggi Il castello di

molto curato, a causa della poca importanza riservata in quei tempi al prodotto. A partire dal 1987

Cagliostro, esordio alla regia del genio visionario di

fu invece trasmessa dalle reti Fininvest con un

Hayao Miyazaki, a cui si devono i più grandi

nuovo doppiaggio, in cui vennero migliorati i dialoghi

capolavori dello Studio Ghibli, da Porco Rosso a Il

e gli adattamenti. Nonostante ciò, questa versione,

mio vicino Totoro. La pellicola di Miyazaki fu il primo film nella storia del cinema di animazione a essere presentato a un Festival (quello di Cannes, nel 1980), dove riscosse un grande successo da parte della critica grazie a una sceneggiatura brillante e ricca di spunti interessanti, in grado sia di intrattenere i più piccoli che di catturare quella fetta di pubblico adulto generalmente indifferente al cartone animato. Il grande successo nel nostro Paese lo si deve però in gran parte alla conosciutissima serie animata, divenuta con il passare del tempo un vero e proprio “cult” per chi nato e cresciuto tra gli anni ’80 e gli anni ’90. La prima serie è stata trasmessa dapprima dalle TV locali nel 1979, con un doppiaggio integrale ma non

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che poi è quella che tutti conosciamo, fu edulcorata nei contenuti eliminando vocaboli scurrili e stemperando le forti allusioni sessuali. Ancora oggi, però, come dimostrato dal grande successo di pubblico della nuova stagione andata in onda lo scorso anno nel nostro Paese, la versione televisiva (e cinematografica) di Lupin ha ancora molto da offrire. La camaleonticità del personaggio, la sua essenza mutante, permette ancora di creare una infinità di storie sempre diverse e appassionanti. È così che, ritrovandoci davanti al millesimo travestimento del ladro giapponese, davanti ad un’altra delle sue tante trasformazioni, ci chiediamo ancora stupiti: “ma chissà che faccia ha, chissà chi è”. Tutti sanno che si chiama Lupin.


a lezione di vita da david (foster) wallace di R.M.

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NEWSCINEMA Tra le sorprese più belle che attendono i cinefili nel invidia e un profondo rispetto. L’incontro tra i due mese di Febbraio c’è un gioiellino che risponde al confermerà il talento e la brillantezza di Wallace, ma titolo The End of the Tour. Il tour in questione è del suo idolo Lipsky imparerà soprattutto a quello che nel 1996 intraprese lo scrittore David conoscere i tormenti, le frustrazioni e quell’infelicità Foster Wallace per la promozione del suo libro che dodici anni dopo lo spinse a compiere il gesto Infinite Jest che, di lì a poco, diventerà un romanzo più estremo. Il film rinuncia al sensazionalismo optando per un omaggio sentito e dovuto a David cult, una sorta di Bibbia laica per gli intellettuali del Foster Wallace la cui interpretazione vale a Jason Novecento. Tra i suoi fan c’era anche un giornalista Segel il plauso della critica. Nei giorni che di nome David Lipsky, giornalista di Rolling Stone precedono la consegna dei premi Oscar vale la che fu incaricato di tracciare il profilo di questa pena sottolineare come la sua performance, per nuova icona pop americana. Quell’intervista non fu spessore e originalità, avrebbe senz’altro meritato mai pubblicata ma raccontata in un libro dal titolo qualche riconoscimento. La sua esclusione a Come diventare se stessi, dove Lipsky raccoglie le vantaggio di un Matt Damon o di un Eddie sue conversazioni con Wallace. Da quelle pagine Redmayne, che non hanno fatto meglio in The prende spunto il nuovo film di James Ponsoldt (The Spectacular Now) che orchestra i due attori Martian o nel deleterio The Danish Girl, è l’ennesima protagonisti, Jason Segel e Jesse Eisenberg, nella realizzazione di un imperdibile tête à tête. The End of the Tour è un road movie appassionante e toccante che vede un giornalista a confronto con il suo mito in carne ed ossa per cui nutre una sincera

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discriminazione nei confronti del cinema indie, una delle tante per cui viene criticata l’Academy. Lo stesso Jesse Eisenberg, di cui avevamo conosciuto la vena nervosa in The Social Network, emerge qui

attraverso una recitazione attenta, misurata e toccante. Lipsky non vuole accontentarsi di ciò che


Wallace vuole mostrargli di sé e, andando oltre, costringe lo scrittore a rivelargli tutte le proprie fragilità. Paradossalmente l’uno vorrebbe ciò che l’altro ha in quel momento ma nessuno dei due è pienamente consapevole dei rischi che un cambiamento in entrambi i sensi comporterebbe. La fama non ha reso Wallace un uomo migliore, o più sereno. L’attività da giornalista non è abbastanza per Lipsky per nutre in cuor suo un grande desiderio di rivalsa come scrittore, dopo l’insuccesso del suo primo libro. Il semplice fatto che la fidanzata rimanga sveglia di notte per divorare le 1400 (impegnative) pagine di Infinite Jest gli provoca non solo gelosia ma perfino rabbia e livore. I dialoghi incalzanti e le emozioni che le loro conversazioni sono in grado di suscitare fanno di The End of the Tour non solo un’occasione imperdibile per approfondire la conoscenza della “mente più brillante della sua generazione” ma soprattutto per riflettere sul confine tra arte e realtà, tra artista e uomo ed esplorare i sentimenti e i pensieri più reconditi di entrambi. Una chance che potrete cogliere dall’11 febbraio quando il film approderà finalmente anche nelle sale italiane.

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RISORTO LA SPY STORY A SFONDO BIBLICO CON JOSEPH FIENNES di C.A.

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NEWSCINEMA Dopo il terribile flop di Waterworld e alcune opere livello di suoi capolavori del cinema d’avventura poco apprezzate dal pubblico e dalla critica mondiali come Robin Hood e Rapa Nui, tenta l’impossibile come Montecristo e Tristano & Isotta, Kevin ma il risultato non è diverso dal già citato Tristano & Reynolds tenta di riscattarsi con Risorto, un film che Isotta. Nonostante il cast composto da Joseph racconta l’epica storia a sfondo biblico della Fiennes e Tom Felton, il budget considerevole e Risurrezione attraverso gli occhi del non credente l’apprezzabile tentativo di raccontare in un modo Clavio (Joseph Fiennes), un tribuno militare romano originale la Risurrezione di Cristo, Risorto non incaricato da Ponzio Pilato (Peter Firth) di risolvere il convince del tutto; questo perché i deboli effetti mistero della scomparsa del corpo di Gesù (Cliff speciali, la banalizzazione degli eventi del Nuovo Curtis) nei giorni seguenti alla crocifissione. La Testamento e la caricaturizzazione dei personaggi missione, nata per smentire le voci sulla risurrezione rendono l’opera inspiegabilmente lontana dalla del Messia, dà però l’occasione a Clavio di vivere sulla storia originale. Un po’ perché la sceneggiatura, sua pelle alcune delle vicende più emozionanti del scritta dallo stesso Reynolds, non ha la forza per Nuovo Testamento e di scoprire i miracoli di Gesù. sorreggere la struttura di un film così complicato e Risorto è in assoluto uno dei film rischiosi dell’anno. un po’ perché la messa in scena non è all’altezza di Portare sul grande schermo una storia già un’opera visivamente splendida come La Passione brillantemente raccontata da autori come Martin di Cristo del 2004. Risorto è così un film ambizioso Scorsese e Mel Gibson e tradurla in un’inedita spy- ma approssimativo di cui resteranno allo spettatore story sono due imprese che avrebbero messo in la bellezza dei set di Malta e Almeria e l’azzardo di crisi anche personalità ben più affermate di Kevin mescolare generi totalmente diversi per raccontare Reynolds. Eppure il regista di Fandango, per una delle storie più conosciute di tutti i tempi. risollevarsi da un ventennio di flop e tornare così al Risorto verrà distribuito dalla Warner Bros in tutti i cinema italiani il 17 Marzo 2016.

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Chi-Raq

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NEWSCINEMA

SPIKELEE

Il musical r’n’b di Spike Lee contro l’uso delle armi negli U.S.A. di L.R.

“[La donna], non si può vivere con questo accidente, riferimento al sud di Chicago diventato una vera e né senza!“. Lisistrata, la celebre commedia greca di propria zona di guerra al pari dell’Afghanistan e dell’ Aristofane, si trasferisce a Chicago con il nuovo film Iraq. Chi-raq è un famoso rapper capo di una di Spike Lee, Chi-Raq, presentato in anteprima alla importante gang del quartiere, fidanzato con la Berlinale 2016. Un rap dirompente pulsa sullo sensuale Lysistrata interpretata da Teyonah Parris. schermo per introdurre il film, mentre le armi La morte improvvisa di una bambina innocente per assumono la forma degli Stati Uniti per ricordare le un colpo di pistola sulla via di casa scuote l’intera numerose vittime che ogni giorno perdono la vita in comunità, che decide di attivarsi per una soluzione tutto il paese. Il regista di Malcom X, La 25° Ora e drastica ma efficace. Le donne iniziano uno Fa’ la cosa giusta, questa volta decide di puntare il sciopero del sesso per convincere gli uomini a deporre le armi ed abbracciare la pace. Questi dito sul problema della violenza e della ultimi, scossi da una tale decisione, come gli uomini liberalizzazione delle armi nel paese più potente del delle poleis greche di Aristofane impegnati nella mondo. Il titolo, come il nome del protagonista guerra del Peloponneso, iniziano una rumorosa interpretato da Nick Cannon, fanno infatti

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protesta e mettono in discussione i loro affari. Recitando in versi i personaggi di Spike Lee sembrano prendere parte ad un musical contaminato dal più classico gangster movie, e il risultato è un film di denuncia con un’impronta teatrale, che intrattiene, diverte, e presenta il dramma che si consuma quotidianamente nelle zone più povere dell’America, in cui le strade diventano uno scenario western senza distinzioni. Come altri suoi precedenti lavori, il regista di Atlanta affronta un tema di rilevanza sociale e politica con creatività. La musica hip hop è protagonista, accompagnando rime e passi di danza, mentre un ottimo Samuel L. Jackson interviene per introdurre i vari atti della commedia. Nel cast anche John Cusack nei panni del reverendo di Chi-raq, Angela Bassett, Wesley Snipes e Jennifer Hudson. La telecamera è ammaliata dalle forme femminili sensuali e Spike Lee non nasconde la sua provocazione. La confezione colorata e satirica di Chi-raq racchiude un film ambizioso e potente, che conferma nuovamente la genialità e l’estro di un regista che lascia il segno.

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SERIE TV

american crime

story

la nuova serie di ryan murhy sul caso o.j. simpson di Leila Cimarelli

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NEWSCINEMA

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Sicuramente la maggioranza di voi appena letto il titolo lo ha associato a quello di una serie tra le più

primo episodio si intitola The Juice. Non vi dice

famose e di successo degli ultimi tempi.

Juice” le cui iniziali sono O.J., avete capito? L’ex

Naturalmente sto parlando di American Horror

stella del football americano O.J. Simpson ha

Story. Beh, in fondo non siete andati totalmente fuori strada, perché in questo caso la parola Crime

dato il via a questo ciclo di episodi, andati in onda precisamente e volutamente 31 anni dopo

è il centro di tutta la serie. Lo scorso 2 febbraio

l’anniversario di matrimonio tra lui e la Brown. Gli

2016 è andato in onda il pilot su FX, di questa serie,

sceneggiatori hanno deciso di analizzare e

considerata da tutti tra le più attese del 2016.

ripercorrere la vicenda del 1994. Dal titolo The

Adattamento del libro The Run of His Life

People Vs. O.J. Simpson, racconta il processo

dell’avvocato e analista legale Jeffrey Toobin

uxoricida che lo vide protagonista, quando

uscito nel 1996, è composta da dieci episodi, i

assassinò la moglie, Nicole Brown, dalla quale

quali metteranno i puntini sulle ‘i’ riguardo questa

aveva divorziato due anni prima dell’omicidio e

tragico omicidio passionale. Adorato da pubblico e dalla critica, questo primo approccio andato in

dell’amico Ronald Lyle Goldman nel giardino

onda ad inizio mese, è stato accolto nel migliore

sportivo O.J. infierì dodici coltellate alla donna,

dei modi, anche per come sono state raccontate

mozzandole la testa, mentre al giovane cameriere

queste spinose vicende, tra l’altro realmente accadute. A differenza di American Horror Story,

vennero rinvenute venti coltellate su tutto il corpo. Chi era presente nei primi anni ’80-‘90, in merito a

che solitamente suscita alcune critiche dopo la

questa vicenda, senza dubbio ricorderà

messa in onda, non sembrano appartenere a questa serie che si preannuncia già un successo.

l’inseguimento avvenuto in diretta tv, con un O.J.

Prodotta da Brad Falchuk e Ryan Murphy, il

dopo essere stato accusato dell’omicidio dell’ex

nulla? Se vi dico che The Juice deriva da “Orange

della Brown. Secondo la cronaca nera l’attore e

Simpson inseguito dalle pattuglie della polizia


moglie. Interrompendo addirittura la finale dell’ NBA, totalizzando uno share di circa centomila persone attaccate alla tv per v e d e re l ’ e p i l o g o d i q u e s t a c o r s a automobilistica improvvisata. A tal proposito, più di trattare la vicenda realmente accaduta, mi vorrei soffermare su alcune curiosità da sapere su questa storia tristemente conosciuta. Colonna sonora di questo primo episodio è I Shall Be Released di Nina Simone. In primis, elemento degno di nota è il cast che ha preso parte a questo episodio, composto da nomi di eccellenza come John Travolta nel ruolo di Robert Shapiro, David Schwimmer come Robert Kardashian, Nathan Lane alias F. Lee Bailey, Christian Clemenson come William Hodgman, e il Premio Oscar Cuba Gooding Junior nel ruolo di O.J. Simpson, il quale ha preferito non incontrare l’ex campione in carcere, nonostante potesse tornare utile la sua testimonianza per interpretare al meglio il personaggio. Una vecchia conoscenza di American Horror Story è l’attrice Sarah Paulson, la quale

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NEWSCINEMA avrebbe dovuto interpretare Nicole Brown Simpson, uccisa nel giugno del 1994. Alla fine per lei venne riservato il ruolo del pubblico ministero che si occupò del caso, Marcia Clark. La bellezza di questa serie sta nell’aver deciso di trattare alcuni accadimenti di dominio pubblico, ma mai affrontati con particolare attenzione da produzioni cinematografiche o televisive, dedicandosi al ruolo di ciascuno attore nella storia. Questa serie, definita già cult da molti, è stata motivata anche dalle scelte fatte dai responsabili del casting e da Ryan Murphy, i quali scegliendo l’attrice Kelly Dowdle (non conosciutissima rispetto agli altri membri della storia), sembrano aver riportato in vita la sfortunata Nicole Brown Simpson, vista la notevole somiglianza con la donna. Nonostante la prima stagione sia ancora in fase di messa in onda, si vocifera che la seconda sia ambientata a New Orleans per raccontare le conseguenze dell’Uragano Katrina, magari attraverso le testimonianza dei superstiti, i quali subirono un trattamento a dir poco ingiusto, in quel preciso momento storico definito catastrofico e a suo modo criminale.

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love

l’amore secondo judd apatow di C.A.

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NEWSCINEMA L’amore ai tempi di Netflix. O meglio, l’amore secondo Judd Apatow. Il regista di 40 anni

televisione. La disillusione, il senso di fallimento, l’evasione dalle responsabilità che caratterizzano i

vergine e Molto incinta è il creatore di Love, lo

personaggi appassionano lo spettatore con una

show interpretato da Gillian Jacobs, Paul Rust,

storia che di edulcorato ha solo la parola “Love”:

Claudia O’Doherty e Tracie Thoms che racconta

“Ci è venuto istintivo chiamare lo show Love - ha

con un pizzico di disillusione la storia d’amore tra

raccontato Judd Apatow - è un titolo generico e

Gus (Paul Rust) e Mickey (Gillian Jacobs), due

divertente che racchiude ogni cosa. L’amore in

trentenni che non sanno cosa voglia dire una

Love non è inteso in senso classico ma è lo spunto

relazione di coppia. La fidanzata di Gus è apatica e

narrativo di una storia in cui l’happy ending è tutto

infedele e il compagno di Mickey è sciocco e

fuorché scontato: Quello che mi piace di Netflix è

immaturo; i due rapporti sono destinati a finire nel

che, diversamente dal cinema, la storia non deve

peggiore dei modi ma un giorno, in un bar, avviene l’incontro che li catapulterà in una delle più

avere un happy ending - ha spiegato Apatow -

improbabili storie d’amore viste sul piccolo schermo. Nonostante il titolo strizzi l’occhio alla classica commedia americana, Love è un prodotto diverso da quanto visto finora al cinema e in

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ogni cosa deve concludersi nel modo più sincero possibile senza preoccupazioni tipo “se non finisce bene, non avrà successo al box office”. Il punto di forza di Love è l’estrema soggettività dell’autore, di cui ritroviamo aspetti caratterizzanti le sue opere


come i personaggi sopra le righe, l’ironia irriverente e i tempi dilatati fino all’eccesso; basti pensare che

conquistare il mercato televisivo con uno show semplice e originale che apre una parentesi inedita

nel pilot i due protagonisti si incontrano solo pochi

per Netflix: “La televisione è cambiata. I miei show

secondi prima dei titoli di coda: “I miei film sono

furono cancellati istantaneamente perché le reti

sempre molto lunghi perché ho bisogno di tempo

chiedevano un numero inverosimile di spettatori. È

per esplorare i personaggi. L’idea di sviluppare

un momento speciale, ci sono dei soldi e delle

questo show per Netflix parte dall’esigenza di creare

opportunità per gli artisti”. Alcuni lo ameranno, altri

un film di cinque ore. Quando giri un film devi

forse lo odieranno, ma Love è uno sguardo inedito

metterci attorno un bel nastro dopo solo un’ora e

sull’amore; un sentimento tanto essenziale quanto

mezza mentre la tv offre l’opportunità eccezionale di

legato a variabili che non siamo quasi mai in grado

seguire i personaggi per un periodo più lungo”.

di controllare. Almeno secondo Judd Apatow…

Dopo la cancellazione di Freaks and Geeks e

La prima stagione di Love, composta da dieci

Undeclared, Judd Apatow riprova così a

episodi, è disponibile su Netflix a partire dal 19

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11.22.63

la nuova serie tv con james franco da aprile su fox di Carlo Lanna

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Ormai il web è il nuovo modo per veicolare la

George o’Malley), Sarah Gadon e tanti altri. Il

cultura seriale e, 11.22.63 conferma il concetto.

primo degli otto episodi che costituisce la miniserie-

Questa è la nuova serie tv che il network telematico HULU (rivale di Netflix) ha diffuso sulle sue

evento, racconta la storia di un professore universitario del Maine che, causa forza maggiore,

frequenze dal 15 Febbraio. Lo show che vede in

viene coinvolto in un gioco più grande di lui.

James Franco un iconico protagonista, arriverà in

L’armadio di un’anonima tavola calda nasconde un

Italia sulle frequenze di SKY dalla prossima

portale che conduce Jake Epping (questo il suo

primavera quindi, anche se la serie per ora è

nome) in quei raggianti anni ’60. Non sarà una gita

disponibile solo per il pubblico americano,

di piacere per l’affabile professore dato che, a

prestissimo anche il Bel Paese potrà ammirare questo piccolo gioiello. Basta infatti solo un

quanto pare, Jake potrebbe avere la possibilità di cambiare il suo stesso futuro, salvando da morte

episodio per capire che 11.22.63 è un prodotto

certa il Presidente Kennedy. Una corsa forsennata

invitante, coinvolgente e dedicato a chi è in cerca di

contro il tempo, un’indagine serrata e la ricerca di

vere emozioni. Tratto dall’omonimo romanzo di

una verità sepolta fra le sabbie del tempo, è il

Stephen King (tutt’oggi riconosciuto come uno dei manoscritti più belli e completi del Re del Terrore),

leitmotiv di questa serie tv che, con tanta affabilità e determinatezza, coinvolge lo spettatore in un

la serie è prodotta da JJ. Abrams ed, oltre al

viaggio estenuante fra spie, patti scellerati e

carismatico James Franco (che torna a lavorare in

vendette trasversali. Giocare però con le leggi del

tv dopo tante esperienze cinematografiche), il cast

tempo e della natura porta con sé un grande scotto

si compone di Josh Duhamel, T.R. Knight (che in

da pagare. Se il trailer di 11.22.63 aveva convinto

molti lo ricorderanno in Grey’s Anatomy nel ruolo di

anche i più scettici, dopo la visione del primo

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episodio si arriva alla consapevolezza che la serie


tv riesce, nei limiti del possibile, ad eguagliare la bellezza e la profondità del romanzo di

riprodotte alla perfezione – la musica, i colori, gli amori, gli umori e gli ideali di una realtà distante

riferimento. Con tutte le attenuanti del caso, la

dalla nostra ma che – nella maggior parte dei casi

nuova produzione originale di HULU, è quanto di

– si riflette nel presente. James Franco poi che

più bello l’universo seriale possa regalare al

ammicca e sorride con un fascino da vero divo

grande pubblico televisivo (e telematico). Nel mixare quindi, anche piuttosto audacemente, il

dei giorni nostri, è il collante e l’ingrediente

drama di formazione, il thriller ed un pizzico di fantascienza, 11.22.63 risulta essere una serie tv

l’unico attore che – forse – poteva rendere sexy ed allo tempo stesso tenebroso, un personaggio

dai grandi temi d’interesse comune, un affresco

così sfaccettato come Jake Epping. Poche sono

socio-politico-culturale di un’epoca che fu, ma

le note di demerito perché 11.22.63, a primo

soprattutto un racconto di una bellezza fulminante

impatto, è sì una grande operazione commerciale,

che minuto dopo minuto si arricchisce d’intensità e sfumature. Il merito di tutto questo appeal non è

ma soprattutto è un regalo ai fan di Stephen King

solo dovuto a quel gran background stilistico e

riferimento, con questa serie tv trovano finalmente un prodotto coerente, brillante e mozzafiato.

narrativo lasciato in ‘eredità’ da Stephen King, ma la serie è tale per quelle atmosfere anni ’60 –

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necessario per il successo di questa serie tv,

che, dopo adattamenti poco vicini al romanzo di


FUORISCENA una nuova visione del cinema

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L’Ignoto, l’illustrazione ispirata a 2001: Odissea nello Spazio Alle origini dell’uomo un misterioso monolite compare sulla Terra. La sua presenza attiva

nelle note dell’avvolgente colonna sonora del Danubio Blu, Kubrick mette in scena una storia

l’intelligenza dei primati che comprendono l’uso

ispirata al romanzo La Sentinella di Arthur C.

delle ossa degli animali uccisi quali prolungamenti

Clarke, ponendo al centro di tutto il rapporto tra

delle loro braccia. 2001. Sulla Luna, in prossimità del

civiltà e tecnologia, senza l’uso di effetti speciali

cratere Tyco, viene trovato un monolite la cui esistenza viene tenuta sotto il massimo segreto.

mozzafiato o scene action sullo stile di Star Wars,

Questo strano oggetto improvvisamente lancia un segnale indirizzato verso il pianeta Giove. Diciotto

il mistero e l’ignoto del futuro portano nell’essere umano che si affaccia ad una nuova Era.

mesi dopo l’astronave Discovery si dirige verso il

Nell’illustrazione un primate e un astronauta si

pianeta. 2001, Odissea nello Spazio, il film più discusso e ammirato della storia del cinema, diretto

trovano uno di fronte all’altro, e in mezzo a loro il

dal maestro Stanley Kubrick nel 1968, ha ispirato gli artisti Giovanni Manna e Laura Manaresi per la

unisce nella contemplazione. Entrambi studiano e cercano di interagire con questo oggetto

nuova illustrazione della rubrica FuoriScena.

apparentemente inanimato e inutile, ma che

“Ognuno è libero di speculare a suo gusto sul

rappresenta invece l’ignoto e la sete di conoscenza

significato filosofico del film, io ho tentato di

che attiva silenziosamente il loro intelletto. L’ignoto

rappresentare un’esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto

che avvolge lo spazio, la vita ma anche l’anima di ogni essere vivente, in qualsiasi era si ritrovi a vivere

emotivo direttamente nell’inconscio” dichiarava il

la propria esistenza. La civiltà si raggiunge

regista anni fa. Questa suggestiva illustrazione vuole fare altrettanto, riproponendo una nuova visione di questo film di fama internazionale che ha cambiato l’idea classica della fantascienza, portando sullo schermo una favola apocalittica sul destino dell’umanità e lo sviluppo della tecnologia. In un ambiente spaziale ovattato, sconfinato e sommerso

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ma concentrandosi sull’emotività e le sensazioni che

misterioso monolite che non li separa, bensì li

attraverso la conoscenza e la conoscenza porta allo sviluppo di una popolazione e della tecnologia, ma il primate e l’astronauta hanno la stessa lunga strada davanti a loro, una “siderale distanza” che li attende entrambi, poichè la strada della conoscenza è lunga, soprattutto quella della conoscenza di noi stessi.


NEWSCINEMA

NEWSGAMES Le uscite di Febbraio-Marzo 2016 Playstation, XBox, Nintendo e Wii a cura di Carlo Andriani

Tra Febbraio e Marzo escono quasi sempre alcuni dei videogames più attesi dell’anno. The Walking Dead: Michonne, Hitman GO e Mortal Kombat XL sono solo un assaggio di una lunga serie di videogiochi che qualsiasi amante delle consolle non deve perdersi per nulla al mondo. Ma preferiamo non svelarvi nulla in anticipo e rimandarvi direttamente alla nostra lista delle uscite games:

23 Febbraio: The Walking Dead: Michonne (PS3, PS4, Xbox One, Xbox 360, PC): Telltale Games trasforma in un’imperdibile esperienza di gioco la serie a fumetti creata da Robert Kirkman nel 2003. Il giocatore impersona l’iconica guerriera armata di Katana Michonne e scopre così il mistero dietro l’improvviso abbandono del gruppo di Rick. Sviluppato in tre parti, The Walking Dead: Michonne promette intensi momenti action, grandi dosi di gore e innumerevoli zombie da trucidare. 24 Febbraio: Hitman GO (PS4, PS Vita, PC): Chi ama la saga di Hitman troverà in questo divertente videogame sviluppato da Square Enix pane per i suoi denti. Hitman GO è un gioco strategico a turni ambientato nell’universo del celebre assassino. Il giocatore, per superare i livelli, dovrà muovere la pedina sulla scacchiera senza farsi notare dai nemici. Hitman GO offre così un’alternativa al gameplay classico che appassionerà gli amanti dei rebus.

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25 Febbraio: Plants vs Zombies: Garden Warfare 2 (PS4, Xbox One, PC): In questo divertente videogame non troviamo una guerriera come Michonne combattere contro gli zombie ma un gruppo di variopinte piante. Ebbene sì, questo è il folle concept di Plants vs Zombies: Garden Warfare 2, il simpatico sparatutto prodotto da Electronic Arts che garantisce azione, ironia e anche divertenti modalità co-op a 4 giocatori o in single player. 4 Marzo: Mortal Kombat XL (PS4, Xbox One): Dopo lo straordinario successo di Mortal Kombat X arriva in tutti i negozi di giochi il suo diretto sequel, Mortal Kombat XL. Sviluppato da NetherRealm Studio, il videogame aggiunge all’esperienza di gioco del capitolo precedente nuove Fatality, 4 personaggi scaricabili e un’ambientazione inedita. 8 Marzo: Tom Clancy’s The Division (PS4, Xbox One, PC): Sviluppato da Ubisoft questo appassionante open world è ambientato in una New York devastata da una terribile epidemia. L’acqua, le risorse e le cure mediche scarseggiano e il caos divampa tra le strade. L’unica speranza è The Division, un’unità segreta che ha il compito di riportare in ordine la città e scoprire le cause del virus. 11 Marzo: Hitman: World of Assassination (PS4, Xbox One, PC): Prodotto da Square Enix e sviluppato da Io Interactive, Hitman: World of Assassination è il nuovo attesissimo videogame dedicato all’iconico Agente 47. In questo capitolo ritroviamo alcuni aspetti vincenti della saga come le locations realistiche, gli incredibili travestimenti e i cruenti omicidi da compiere.

24 Marzo: TrackMania Turbo (PS4, Xbox One, PC): Il divertente gioco di corse prodotto da Ubisoft debutta finalmente sulle console di nuova generazione con TrackMania Turbo. Gli oltre 200 tracciati acrobatici, le nuove modalità di gioco e la direzione creativa del premio Oscar Francois Alaux sono i punti di forza di questo imperdibile gioco ad alta velocità.

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31 Marzo: République (PS4): Ambientato in un mondo distopico, République è un action adventure in cui il giocatore prende il controllo di Hope, una giovane hacker che cerca di eludere i sistemi di sicurezza dell’edificio in cui è intrappolata; un incredibile mix tra Tomb Raider e 1984 di George Orwell che promette intensi momenti action e tanta adrenalina. MXGP 2: The Official Motocross Videogame (PS4, Xbox One, PC): Chi non ama le corse fantasiose di TrackMania Turbo può sbizzarrirsi con MXGP 2, il videogioco ufficiale del Campionato Mondiale di Motocross 2015. L’iper-realismo è infatti il punto di forza del videogame che regala un’esperienza di gioco dinamica e coinvolgente. Inoltre le 18 piste ufficiali e le nuove appassionanti modalità di gameplay permettono di scegliere una nazione, correre con i piloti in gara e vivere un’esperienza di gioco senza precedenti.

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www.newscinema.it

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