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NewsCinema.it
Testata Giornalistica di Cinema e Serie Tv Mensile Maggio 2016 ANNO III - N. 13 Registrazione Tribunale di Roma n.203/11 del 17 Giugno 2011 redazione@newscinema.it www.newscinema.it
Direttore Responsabile Giuseppe Rogolino
Capo Redattore/Capo Servizio Letizia Rogolino
Redattore/Responsabile Serie Tv Carlo Andriani
Hanno collaborato a questo numero: Carlo Andriani Letizia Rogolino Davide Sette Leila Cimarelli
Editore ASTUS s.r.l. Tel +39 0692918588 - Fax 0692911910 Roma - Italia
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the nice guys
IL folle buddy movie con russell crowe e ryan gosling di Carlo Andriani
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“Sono una persona cattiva? Si“. Con l’esilarante Ryan Gosling e Russell Crowe, omaggia la fine degli scambio di battute tra Holland March (Ryan anni ’70 con una soundtrack a tema e una fotografia Gosling) e Holly (Angourie Rice) introduciamo vintage. L’umorismo dissacrante e l’imprevedibilità l’analisi di The Nice Guys, l’action a tinte noir scritto della storyline sono i punti di forza di una actione diretto da Shane Black, il regista di Kiss Kiss Bang comedy ricca di ritmo, gore alla Quentin Tarantino e brillanti idee di regia. Se Gosling rende il personaggio Bang e Iron Man 3. Interpretato da Russell Crowe, di Holland divertente ma a tratti eccessivo, Crowe Ryan Gosling, Matt Bomer, Kim Basinger e convince nei panni del burbero Jackson; due ruoli Angourie Rice, The Nice Guys vede il picchiatore su che, in un modo o in un altro, si integrano dando una commissione Jackson Healy (Russell Crowe) e il marcia in più al film. Il resto del cast è altrettanto detective Holland March unire le forze per ritrovare sorprendente: Angourie Rice è perfetta nei panni una ragazza coinvolta nel delitto di un’attrice porno. I della furba figlia di Holland e Matt Bomer è due, accomunati da scarso senso di giustizia e memorabile in ruolo diverso dal solito. Di veri metodi risolutivi violenti, si addentreranno nella problemi in The Nice Guys non ce ne sono. La corrotta Los Angeles di fine anni ’70 dove, tra durata eccessiva e alcuni cali di tono sono piccole scazzottate, bagni di sangue e diaboliche femme pecche di un buddy movie unico nel suo genere. Un fatale, sarà difficile sopravvivere. L’esplosivo prologo noir sopra le righe che, seguendo la scia di Arma regala solo un assaggio di quello che vedremo nei Letale (scritto dallo stesso Black), potrebbe dar vita a 120 minuti di The Nice Guys, il film che segna il ritorno di Shane Black al buddy movie dopo la un nuovo irresistibile franchise. The Nice Guys verrà parentesi cinecomics di Iron Man 3; un’operazione distribuito dalla Lucky Red in tutti i cinema italiani il 1 rischiosa che, mettendo insieme due attori come giugno 2016.
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warcraft l’ inizio
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NEWSCINEMA
Il fantasy dal videogioco al cinema per la regia di Duncan Jones di Carlo Andriani
“C’è una guerra tra orchi ed esseri umani sin da problema principale è la sceneggiatura firmata a quando ho memoria ma c’è stato anche un tempo in quattro mani da Jones e Charles Leavitt che ci cui non sapevamo chi fosse il nostro nemico“. Chi catapulta nel regno di Azeroth senza introdurre i parla è Durotan, il protagonista della trasposizione personaggi o l’universo immaginifico che li circonda; cinematografica di uno dei giochi di ruolo più amati sul grande schermo compaiono una serie di dinastie, degli ultimi venti anni, World of Warcraft; un magie e creature familiari per chi conosce il gioco ma
videogame online giocato da oltre 12 milioni di avvolte dal mistero per i semplici fruitori di cinema. persone nel mondo e un fenomeno di culto per i Warcraft – L’inizio nasce da un videogame ma è prima proseliti della Blizzard. Realizzarne un film era una di tutto un film e, come tale, deve poggiare su sfida perché, a differenza di Tomb Raider o Resident fondamenta più solide di quelle erette da Jones Evil, Warcraft strizza l’occhio al fantasy, il genere più rischioso da portare al cinema. Eppure Duncan Jones, il regista degli ottimi Moon e Source Code, firma Warcraft – L’inizio; l’epica battaglia tra due antieroi appartenenti a razze diverse ma uniti dal tentativo di salvare le loro terre dalla distruzione.
“citando” i vari Il signore degli Anelli o Avatar. La
tipologia di gioco, vicina al fantasy, rende la sfida più ardua; basti pensare alla trilogia de Lo Hobbit che, nonostante il coinvolgimento di maestri del genere come Peter Jackson e Guillermo Del Toro, resta povera di contenuti. La sensazione dominante è quella di trovarsi di fronte a un b-movie. L’orchessa
Il blockbuster di Jones non restituisce l’imponenza e interpretata da Paula Patton è la fusione tra la Neitiry la vastità del videogame da cui trae origine. Il di Avatar e la Gamora de I guardiani della galassia,
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entrambe interpretate dalla ben più espressiva Zoe Saldana. Ma del capolavoro di James Cameron torna anche l’eccesso di CGI, una tecnologia che non è (ancora) in grado di conferire umanità alle sue creature; più vicine a un videogame per la playstation 4 che a un film vero e proprio. Chi pensa di trovare qualche brivido nella parte “reale” rimarrà deluso. Tralasciando l’affascinante interpretazione di Ben Foster e l’ottimo (e inaspettato) cameo di Glenn Close, Travis Fimmel e Dominic Cooper restano vittime di personaggi poco sviluppati, di un montaggio inesistente e di un’ironia di fondo che non funziona quasi mai. Il risultato è un videogame a cui solo qualcuno amerà giocare mentre molti altri preferiranno spegnere la consolle. L’unica certezza è che World of Warcraft, nonostante l’ambizioso tentativo di Jones, non ha le carte per diventare una saga cinematografica fantasy. Warcraft – L’inizio verrà distribuito dalla Universal Pictures in
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Money
MONSTER la crisi economica secondo jodie foster di Letizia Rogolino
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NEWSCINEMA Dopo Mr. Beaver Jodie Foster ha diretto alcuni ed intrattenimento. Il programma condotto dal mio episodi delle serie tv House of Cards e Orange is the personaggio dà consigli su come fare soldi e la New Black, per tornare sul grande schermo alla gente gli crede, finendo per perdere tutto” ha regia di Money Monster – L’Altra Faccia del Denaro,
aggiunto Clooney, sottolineando il nucleo narrativo
nelle sale italiane dal 12 Maggio e in anteprima alla del film che, pur essendo un thriller intenso e dinamico, invita lo spettatore a rendersi conto dei 69° edizione del Festival di Cannes. “Jodie è una regista di talento e sa come parlare agli punti deboli dell’epoca attuale soffocata dai media e attori. E’ molto brava nel creare un ambiente dalla tecnologia e con un costante desiderio di piacevole sul set, lavorando comunque in modo professionale, divertendosi” ha dichiarato George Clooney durante la conferenza stampa del festival francese. Quest’ultimo interpreta il protagonista Lee Gates, un conduttore televisivo eccentrico e sopra
ricchezza. La necessità di essere constantemente connessi e vivere una vita “live” sotto gli occhi di tutti spiega il successo dilagante del reality show e denuncia la condizione dell’essere umano sempre più prigioniero di un pericoloso voyeurismo. Dalle
gioie al fallimento, ogni emozione e avvenimento le righe che entra nelle case degli americani con il diventa spettacolo, dai fatti di cronaca nera alla programma Money Monster. Un giorno come tanti celebrazione di eventi di interesse pubblico. Il un ragazzo arriva furtivamente nello studio televisivo giovane Kyle, interpretato magistralmente da John armato, e prende Gates in ostaggio, poichè lo ritiene O’Connell, ha una personalità instabile, diventata responsabile della sua bancarotta. Il mondo segue tale in seguito ad una delusione e all’incapacità di in diretta la vicenda, mentre la producer del poter andare avanti con la sua vita senza essere programma interpretata da Julia Roberts, cerca in distrutto dai problemi finanziari. La sua è una lotta tutti i modi di salvarlo fino a rivelare una scomoda contro il sistema che trova in Gates un capro verità. “E’ un film che riflette sul rapporto tra news
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espiatorio. Si sente in obbligo di fare qualcosa per cambiare la sua vita e di farla in pubblico per ottenere un risultato più efficace. Money Monster – L’Altra faccia del Denaro è un film costruito sulla tensione in cui convivono in perfetto equilibrio il contenuto e l’intrattenimento. Jodie Foster riesce a far riflettere la società americana sull’inconsistenza del dio denaro che molti inseguono ascoltando i consigli di venditori da strapazzo che sanno come usare le parole nel modo giusto, e nello stesso tempo realizza un perfetto film coinvolgente ed emozionante. “Attraverso i personaggi ho esplorato differenti culture del Paese” ha sottolineato l’attrice/regista che porta sullo schermo una storia di persone sotto pressione che devono fare i conti con loro stessi e il prossimo impegnandosi in un contesto psicologico vario ed intrigante. Julia Roberts convince nei panni di una donna forte che mantiene il sangue freddo dall’inizio alla fine, inseguendo una soluzione in modo razionale e stoico, mentre i personaggi maschili sembrano tutti avere una pessima reputazione di se stessi. La storia non si svolge in molte location differenti, ma riesce comunque a trasportare lo spettatore nell’azione ricca di svolte narrative, in un gioco tra giusto e sbagliato che mischia le carte e non celebra un eroe in particolare. Ogni personaggio ha numerose sfumature e regala un suo lato a seconda del confronto con l’altro e della sua storia personale. Quindi vi consigliamo di non perdere Money Monster – L’Altra faccia del denaro, anche solo per i siparietti di Clooney che più di una volta balla al fianco di due vallette su ritmi assurdamente hip pop e con degli outfit assolutamente inediti.
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La pazza GIOIA
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NEWSCINEMA
L’emozionante commedia sulla follia
di Paolo Virzì dopo il noir Il Capitale Umano di C.A.
Virzì torna al dramma comico con La pazza gioia,
Tedeschi e Micaela Ramazzotti. Se la Ramazzotti emoziona nei panni della struggente e disperata
un’opera furba che ruba il cuore dello spettatore.
Donatella, la Tedeschi conquista con la bizzarra follia
L’eco de La prima cosa bella è forte. Tornano
di Beatrice Morandini Valdirana, una sedicente
Micaela Ramazzotti e quell’attenzione alle
contessa, a suo dire, in intimità coi potenti della
Dopo la parentesi thriller de Il capitale umano Paolo
antieroine che caratterizza il suo cinema. Le protagoniste de La pazza gioia sono Beatrice Morandini Valdirana (Valeria Bruni Tedeschi) e Donatella Morelli, due donne fragili e diverse tra di loro ospiti di una comunità terapeutica per disturbi mentali. Neutralizzate le misure di sicurezza, le due iniziano una disperata ricerca della felicità. Ma che cosa nasconde il mondo reale? E soprattutto, qual è il confine tra la follia e la normalità? Il punto di forza de La pazza gioia è il brillante script confezionato a quattro mani da Paolo Virzì e Francesca Archibugi sul talento delle brave Valeria Bruni
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Terra. Le due, opposte per cultura ed estrazione sociale, sono legate da quella “follia” che le convince a fuggire verso il nulla; un espediente che consente a Virzì di riscrivere un genere abusato come il road-movie e di citare “involontariamente” il Thelma & Louise di Ridley Scott. Il dramma è palpabile ma perfettamente calibrato da una parte comica che regala più volte un sorriso nello spettatore. La regia, potente ma mai sopra le righe, si limita a sbirciare (senza giudicare) due donne più sane del mondo che le circonda. Beatrice e Donatella sono inconsapevoli di essere folli ma autentiche; due incomprese che hanno bisogno
l’una dell’altra per sopravvivere. La pazza gioia convince grazie a una sceneggiatura forte, a una regia attenta ai personaggi e a un pizzico di furbizia, mascherata da Virzì con una commistione di generi irresistibile. Il risultato è un film con qualche fragilità che regala due ore di grande intrattenimento e un pizzico di commozione. Non siamo al livello de Il Capitale Umano, ma la La pazza gioia è l’ennesima conferma del talento di Virzì; un autore che rappresenterà, nel migliore dei modi, il cinema tricolore alla Quinzaine di Cannes. La pazza gioia verrà distribuito da 01 Distribution in tutti i cinema italiani il 17 maggio 2016.
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L’ISOLA DEL CINEMA Hollywood sul Tevere è il titolo della ventiduesima cinematografica e agli Studios. Così potrà edizione de L’Isola del Cinema (9 giugno-4 continuare ad offrire ai circa 300.000 visitatori settembre), che dal 1995 ad oggi ha accolto oltre annuali la magia del Cinema sul grande schermo” sei milioni di spettatori nella splendida cornice ha spiegato il direttore artistico de L’Isola, Giorgio dell’isola Tiberina, ormai simbolo per eccellenza Ginori. L’edizione 2016, che si svolgerà da metà di dell’estate romana, che per tre mesi ospiterà giugno alla prima settimana di settembre, potrà proiezioni, incontri, mostre ed eventi esclusivi per contare su quattro sale: l’Arena, grande spazio chi il cinema lo fa e per chi lo apprezza. “L’Isola sotto le stelle in grado di contenere circa 600 verrà trasformata quest’anno in un luminoso set persone; il CineLab, area dedicata alle rassegne di pronto ad ospitare sia il nuovo cinemaitaliano e le film italiani e internazionali d’autore, retrospettive, produzioni indipendenti provenienti da ogni parte tributi, omaggi; lo Schermo Tevere, con affaccio del mondo, sia film recenti legati alla industria sulla Piazza dell’Isola Tiberina; la Sala dell’Assunta,
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NEWSCINEMA situata all’interno dell’Ospedale Fatebenefratelli che accoglie Hospitalis, iniziativa de L’Isola del Cinema dedicata a quanti si trovano costretti a vivere un momento di difficoltà. Tanta qualità e varietà nella selezione delle opere (circa duecento) e curiosità verso tutte le nuove forme di cinematografia. Tra i film della scorsa stagione presentati Lo chiamavano Jeeg Robot, dell’esordiente Gabriele Mainetti reduce dal successo di critica e spettatori e vincitore di sette Premi David di Donatello; Non essere cattivo, capolavoro di Claudio Caligari presentato postumo alla Mostra del Cinema di Venezia; Fuocommare, di Gianfranco Rosi vincitore dell’Orso d’Oro nel corso della 66esima edizione della Berlinale; ed ancora Spectre, ultimo episodio della saga di James Bond girato in parte a Roma, ed i prestigiosi The Hateful Eight di Quentin Tarantino, con le musiche del Premio Oscar® Ennio Morricone, e Revenant - Redivivo, diretto, co-scritto e co-prodotto da Alejandro González Iñárritu ed interpretato dal Premio Oscar® Leonardo Di Caprio. Obiettivo de L’Isola è quello di celebrare il cinema e divenire portavoce di una proposta culturale originale, capace di attrarre un target ampio di spettatori con il solo intento di diffondere e valorizzare la cultura cinematografica nelle sue molteplici sfumature. La programmazione propone al pubblico i migliori film della stagione presentati dai grandi protagonisti del cinema internazionale nelle sezioni dedicate al Cinema Italiano – diviso in Ciak d’Italia, il cui tratto distintivo è l’incontro con celebri autori e attori, e Noi che non siamo Hollywood, categoria legata alla presentazione delle opere italiane indipendenti; CinemaInternazionale – composta da Hollywood Hollywood ed Europa Europa, capolavori mostrati in lingua originale sottotitolata tra quelli premiati agli Oscar e una selezione delle migliori opere europee dell’ultimo anno; ed ancora Isola Mondo, sezione realizzata in collaborazione con le Ambasciate e gli Istituti di Cultura interamente dedicata alla presentazione delle opere inedite provenienti da tutto il mondo. Arricchiscono il programma tre concorsi: Premio Groupama Opera Prima e Seconda, la cui specificità è la promozione e la diffusione delle opere prime e seconde di giovani talenti; lo spazio dedicato all’estro creativo femminile, European Woman Filmmaker; e
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“Mamma Roma e i suoi quartieri”, concorso di cortometraggi prodotto in collaborazione con Biblioteche di Roma e Maiora Film. Tra le iniziative culturali anche I Mestieri e le Professioni del Cinema, una serie di appuntamenti con i professionisti del settore, tra cui sceneggiatori, direttori della fotografia, tecnici degli effetti speciali. “L’Isola è emozione, è visione ed è in special modo esperienza collettiva che è all’origine della settima arte: il cinema, il pubblico, il Tevere, Roma sullo sfondo e in alto le stelle” ha concluso il direttore Ginori. Per la sua ventiduesima edizione L’Isola del Cinema ha scelto come immagine coordinata Liz Taylor: l’indimenticabile diva dall’indefinibile colore degli occhi, nel ritratto fotografico di Gianni Bozzacchi. Proprio il suo sguardo così intenso, riflessivo, attento, incisivo è lo sguardo del cinemae sul cinema, forma d’arte che sarà raccontata nelle sue varie forme nel corso di questa appassionante maratona.
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Stonewall il dramma sulle origini del movimento LGBT di C.A.
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NEWSCINEMA Rigenerazione, Roland Emmerich si prende una
la pretesa documentaristica, Emmerich firma un’opera patinata e impersonale che, nei colori
pausa dai disaster movie con Stonewall, il film
sgargianti e nelle sfumature pop, ricorda il cinema
sulla rivolta LGBT del 28 giugno 1969; un
di Baz Luhrmann. La confezione impeccabile non
importante momento storico portato al cinema nel
crea però la giusta dimensione per raccontare una
1995 da Nigel Finch e aggiornato in chiave pop
storia profondamente drammatica e toccante.
dal regista di 2012 attraverso l’emozionante storia
Emmerich è un regista che sa costruire alcune
di Danny Winters (Jeremy Irvine), un giovane
delle sequenze più complicate della storia del cinema ma è anche un autore freddo e distaccato;
In attesa di lanciare Independence Day –
ragazzo che, ripudiato dalla famiglia perché omosessuale, si ritrova catapultato nel Greenwich Village di New York. Il travestito Ray (Jonny Beauchamp) e l’attivista moderato Trevor (Jonathan Rhys-Meyers), tra omaggi a Judy Garland e ribellioni ai soprusi della polizia, lo introducono nello Stonewall Inn, il celebre locale gay dove avrà inizio la rivolta. “I gay vengono
vicende che avrebbero avuto bisogno di coinvolgimento ed emozioni per risultare convincenti. Il problema principale non è però la regia di Emmerich, ma la sceneggiatura di Jon Robin Baitz, accattivante nel porre le premesse dei moti e introdurre i personaggi ma debole nel
classificati come mentalmente malati”. Con queste
raccontare la rivolta vera e propria, sintetizzata in 20 minuti di puro caos. Secondo una parte della
parole si apre Stonewall, l’incursione nel dramma
critica Stonewall presenta inoltre il problema
di Roland Emmerich che racconta la lotta che ha dato origine al movimento gay; una serie di scontri tra gruppi di omosessuali e la polizia di New York esplosa il 28 giugno del 1969. Abbandonata
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una debolezza che lo rende inadatto a narrare
del whitewashing: nella realtà i protagonisti appartenevano a minoranze etniche mentre nel film è il personaggio immaginario di Danny Winters a scagliare il mattone che darà inizio alla rivolta.
Roland
EMMERICH il re dei blockbuster di Davide Sette
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NEWSCINEMA Ben venti lunghi anni sono passati dallo storico
Roland Emmerich, di una filmografia basata sulla
primo capitolo di Independence Day e milioni di
spettacolarità e sulla magniloquenza, spesso a
fan aspettano ora al varco il nuovo, attesissimo,
scapito di altri aspetti come sceneggiatura e coerenza narrativa. Nonostante ciò, la carriera di
sequel Resurgence. Tra volti noti, nuovi arrivi e clamorosi addii, il mistero circonda ancora gran parte della produzione targata Emmerich.
Emmerich va ben oltre il celebre film di
Nonostante ciò, nel corso degli ultimi mesi molti
costellata di film che, nel bene e nel male, sono
dettagli interessanti sono stati rivelati. Uno fra tutti la pesante assenza del vecchio protagonista, lo
diventati dei veri e propri fenomeni cinematografici. Fin dagli esordi fedele al genere che lo renderà
storico capitano Steven Hiller interpretato da Will
famoso, quello fantascientifico, il primo successo
Smith. Stando a quanto dichiarato dallo stesso
per Roland Emmerich arriva nel 1994 con Stargate,
regista, infatti, un eventuale ingaggio dell’attore
scritto a quattro mani con Dean Devlin e con
statunitense sarebbe stato fin troppo costoso.
protagonisti Kurt Russell e James Spader. Il
Sono passati ormai venti anni da quando Independence Day approdò nelle sale di tutto il
successo della pellicola fu straordinario, tanto da incassare 196 milioni di dollari contro i 55 milioni
mondo, e proprio per questo Resurgence prenderà
spesi per la realizzazione, e vincere un Saturn
luogo esattamente un ventennio dopo gli eventi
Award come miglior film di fantascienza. Stargate
originali del primo film. In parte ispirato al romanzo
ha dato poi il via a un enorme e redditizio
di H.G. Wells La guerra dei mondi, e alla sua
franchise, tra serie televisive live action, una serie animata e due film direct-to-video. Il nome di
trasposizione cinematografica del 1953, Indipendence Day (arrivato in sala nel 1996) è un esempio emblematico della cifra stilistica di
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fantascienza interpretato da Will Smith, ma è
Roland Emmerich è spesso associato, però, alla prima trasposizione americana del "re dei mostri"
Godzilla, arrivata in sala nel 1998. Il film stravolse completamente le origini del lucertolone gigante, immaginando Godzilla come una grossa iguana geneticamente modificata dalle radiazioni prodotte da alcuni esperimenti nucleari francesi. Nella tradizione giapponese, invece, Godzilla è un cosiddetto Gojirasauro (da qui il nome giapponese Gojira), esemplare di una antica razza di dinosauri sopravvissuta alla completa estinzione dei loro simili, e risvegliatasi in seguito a dei test nucleari. Nonostante il buon successo al botteghino, la versione a stelle e strisce di Godzilla non convinse pubblico e critica, che accusarono il regista di aver rubato numerose idee dai ben più celebri episodi di Jurassic Park diretti da Steven Spielberg, specialmente nella caratterizzazione estetica della creatura protagonista. Dopo alcuni anni di inattività, con la realizzazione di un solo film passato in sordina, Il patriota (basato sulla guerra di indipendenza americana e interpretato da Mel Gibson e Heath Ledger), nel 2004 Emmerich ritorna prepotentemente alla ribalta con il film fantascientifico The day after tomorrow. Partendo dalla attualità politica di quegli anni, monopolizzata dal dibattito sul Trattato di Kyoto e sulla resistenza opposta dal vice presidente USA, il cineasta americano mette in scena la propria visione di un conflitto apocalittico tra natura e uomo, ponendo al centro della pellicola il tema ambientalista, come già fatto in passato con la sua prima opera, 1997 - Il principio dell'arca di Noè. Dopo il mezzo passo falso di 10.000 AC, film epico del 2008 ambientato in età preistorica, Emmerich si è fatto conoscere anche dal pubblico più giovane grazie al successo commerciale del blockbuster apocalittico 2012, arrivato in sala nel 2009 cavalcando la grande onda mediatica della profezia Maya sulla fine del mondo. Nonostante la calorosa accoglienza del pubblico, che permise alla produzione di coprire gli ingenti costi della sua realizzazione, 2012 venne attaccato da gran parte della critica specializzata, collezionando un non particolarmente lusinghiero 39/100 come media voti sul noto aggregatore di recensioni RottenTomatoes. Pur avendo dedicato gran parte della sua carriera a film di stampo fantascientifico, Emmerich non ha mai rifiutato incursioni in altri tipi di genere, come quello storico, con Stonewall (basato sulle vicende dei moti di Stonewall avvenuti nel 1969 a New York) e Anonymous (sulla controversa attribuzione delle opere di William Shakespeare) o quello action con Sotto assedio - White House Down, con protagonisti Channing Tatum, Jamie Foxx e Maggie Gyllenhaal.
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La foresta dei sogni un viaggio interiore tra america e giappone di L.R.
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Quando si decide di porre fine alla propria esistenza terrena, è difficile immaginare di avere la freddezza
alla realtà dei suoi sentimenti e della sua vita, fino a condurlo all’altro capo del mondo, in Giappone,
di scegliere persino il posto ideale su internet.
nella foresta fitta e misteriosa di Aokigahara, nota
E p p u re m i g l i a i a d i p e r s o n e o g n i a n n o
come “la foresta dei sogni”, situata alle pendici del
raggiungono Jukai, una fitta foresta alla base nord-
Monte Fuji. Sconvolto dal dolore della perdita,
occidentale del Monte Fuji in Giappone proprio con questo scopo, dopo averlo trovato come primo
egli penetra nella foresta e vi si perde, insieme al
risultato di Google digitando “a perfect place to
che, come lui, sembra aver perso la strada. Il
die”. Chissà come lo ha scoperto Gus Van Sant
regista di Paranoid Park e L’Amore che Resta torna
che ha deciso di costruire intorno a questo luogo il suo ultimo film, La Foresta dei Sogni, presentato in
ad affrontare l’eterno conflitto tra la vita e la morte, analizzando l’amore e la perdita come sentimenti
anteprima al Festival di Cannes del 2015 con
principali che incidono sull’esistenza del
scarso successo e nelle sale italiane dal 28
protagonista. Per gran parte del film si respira
Aprile. Matthew McConaughey è Arthur
un’influenza della cultura orientale, che porta la
Brennan, un professore universitario che da qualche tempo non ha un buon rapporto con se
storia su un piano narrativo sospeso tra la realtà e l’immaginazione, ingannando piacevolmente lo
stesso e con sua moglie, interpretata da Naomi
spettatore. La Foresta dei Sogni risulta un film
Watts. La loro relazione ha subito un duro colpo e sembra un’impresa ardua ritrovare l’armonia e l’amore di un tempo, fino ad una grave malattia diagnosticata alla donna. Questa notizia tristemente inaspettata sconvolge Arthur, mettendolo di fronte
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giapponese Takumi Nakamura (Ken Watanabe),
drammatico che emoziona, commuove e incuriosisce, ma il suo punto debole è la sceneggiatura che spesso propone soluzioni inverosimili e dialoghi poco lineari, che indeboliscono i vari personaggi coinvolti.
Non serve dire che il cast regala ottime interpretazioni, anche se è messo a dura prova da una materia forse troppo complessa da affrontare con il registro stilistico scelto. Il cuore del film è in due relazioni: quella di una coppia in rotta di collisione che prova a ricomporsi in seguito al dolore, e l’interessante confronto tra Arthur e Takumi apparentemente uniti da un destino comune, che combattono insieme per ritrovare la voglia di ricominciare. Un’avventura drammatica profondamente umana che vale la pena di vivere nonostante qualche nota stonata.
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Gus Van
SANT
un cinema impegnato tra autorialitĂ e grande pubblico di Davide Sette
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NEWSCINEMA In un panorama cinematografico sempre più polarizzato, dominato da una (forse inesistente)
di passaggio fra vita e morte (ovvero la fine della giovinezza), così come la chirurgica attenzione
antitesi tra commerciale e autoriale, tra
posta nella filmica rappresentazione spaziale.
blockbuster e sensibilità artistica, è raro imbattersi
Proprio lo spazio, nelle pellicole di Van Sant, si
in registi che sappiano essere tanto versatili da
carica delle tensioni interne dei protagonisti che lo
riuscire a sviluppare un proprio linguaggio e un proprio codice cinematografico, pur non
attraversano, non più semplice cornice dei dati sensibili, bensì prodotto delle nostre percezioni.
rinchiudendosi nella cupola di vetro di una
Immutabile nella forma, sempre uguale a se
escludente visione intellettualistica del cinema. Un
stesso, ma così diverso, spesso antitetico, nelle
fulgido esempio di questa categoria di cineasti è
sensazioni che può suscitare in ognuno di noi. È
sicuramente Gus Van Sant, regista statunitense che da anni prosegue verso un personale percorso
per questo che uno dei momenti più emblematici di tutta la filmografia del regista statunitense è la
artistico di sperimentazione e innovazione
sequenza del corridoio di Elephant. Lo stesso
attraverso pellicole quali Gerry o Elephant, ma che
spazio, il corridoio della scuola, è ripreso
spesso lo ha portato a confezionare prodotti (di qualità) per il grande pubblico, mettendo il proprio
attraverso i differenti punti di vista di personaggi
talento al servizio del mercato e della produzione. I
nuovo e inedito paesaggio emozionale. Per
più attenti, però, nella eterogenea e confusa
Michelle, per esempio, il corridoio diventa un luogo inospitale, che la attrae e la respinge, talmente
filmografia del regista, riusciranno a trovare diversi punti di contatto fra le varie opere, dalle tematiche queer alla riflessione sulla adolescenza come punto
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diversi fra loro, configurandosi ogni volta come un
impraticabile che la costringe a camminare ai margini della scena, lateralmente alla inquadratura.
Uno spazio che ben si presta ad essere incasellato nella ormai celebre definizione di “non luogo” data da Augé. La scuola, intesa sia come ambiente che come momento di vita passata, è presente nella memoria collettiva della nostra società, tanto da riuscire a trasformare la strage narrata nel film da un fatto di cronaca apparentemente isolato al simbolico sterminio di una intera generazione di ragazzi senza bussola. Ma alla folla che riempie, saturandoli, i corridoi della Columbine High School in Elephant, si contrappone il deserto vuoto e desolato di Gerry, spazio fisico e mentale, annichilente in quanto priva i protagonisti di qualsiasi possibilità di orientamento. Ma quando si parla di Van Sant si parla anche di trasfigurazione del reale, di passaggio da empirico a virtuale e viceversa. Particolarmente importante in questo senso è la scena del “videogioco” nella prima opera del regista statunitense, Mala noche. La soggettiva di Johnny alle prese con un simulatore di guida, e la sua successiva sconfitta “virtuale”, è presagio della tragedia (reale) che lo coinvolgerà, insieme al suo compagno Walt, da lì a poco, metafora di un viaggio la cui destinazione ultima, come in Easy Rider, è proprio la morte. Gus Van Sant è stato però anche il regista di scene indimenticabili, di momenti di cinema in grado di commuovere il pubblico e parlare a una larga fetta di popolazione, dallo struggente “dimmi che non mi ami” pronunciato da Minnie Driver a Matt Damon nel celebre Good Will Hunting - Genio Ribelle (che valse una candidatura agli oscar allo stesso Van Sant e la vittoria come “miglior sceneggiatura”), al tragico assassinio di Harvey Milk. Limpido esempio del grande interesse posto dal regista (dichiaratamente omosessuale) verso le tematiche gender, di cui è convinto portabandiera insieme a Xavier Dolan e alle sorelle Wachowski, il proiettile che uccise Milk, sparato dal Dan White interpretato da Josh Brolin, è un proiettile che arriva nel cuore di tutte le minoranze discriminate da una società ancora così tragicamente crudele e razzista.
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NEWSCINEMA Ma Van Sant sarà a lungo ricordato (forse non in maniera particolarmente positiva) anche per il coraggio e la sfacciata audacia con cui decise nel 1998 di dirigere il suo personale “remake” dello Psycho di Alfred Hitchcock. È ormai celebre la scena in cui Norman (Vince Vaughn) si masturba spiando dalla serratura Marion (Anne Heche) in procinto di svestirsi, plastica dimostrazione del gusto provocatorio del regista. Provocazioni che siamo sicuri faranno ancora molto discutere anche in vista del prossimo La foresta dei sogni, in arrivo nelle nostre sale a partire dal prossimo 28 aprile. Il film, interpretato da Matthew McConaughey, Naomi Watts e Ken Watanabe, cela sotto la patina di dramma matrimoniale, una profonda e angosciante riflessione sul desiderio di morte e sulla fine della vita.
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Matthew Mc CONAUGHEY il talento versatile che ci ha sorpreso di Leila Cimarelli
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L’americano più amato tra i divi di Hollywood, in questi ultimi anni ha segnato il cinema internazionale
giorni con Kate Hudson. Il bel Matthew dopo aver
interpretando ruoli in maniera magistrale e spesso
“morbidi”, decide di cambiare totalmente registro,
con dure prove da superare. Il suo esordio, avvenuto circa 20 anni fa, vede un giovanissimo Matthew
forte della grande esperienza acquisita nel corso degli anni, dal suo esordio. A regalargli le prime
prendere parte a film di vario genere, come l’horror
soddisfazioni per aver interpretato ruoli più
movie Non aprite quella porta IV, insieme ad una
impegnati, ci pensa Killer Joe di William Friedkin,
giovanissima e alle prime armi Renée Zellweger.
con il quale riceve vari riconoscimenti in campo
Provini su provini, tengono impegnato il bel
cinematografico. Il dono di passare da personaggi
ragazzone, come quello per la parte di Jack
più seri a quello di spogliarellista con un fisico
Dawson, in veste di protagonista in Titanic, andata
scolpito in Magic Mike insieme a Channing Tatum,
poi a Leonardo DiCaprio. A differenza dei suoi
è un dono che senza dubbio gli appartiene. Fu un
colleghi, le prime esperienze sono state tutte di alto livello, una gavetta come la sua farebbe invidia a
trauma per tutti, in particolar modo per le donzelle, che abituate alla sua fisicità perfetta, hanno dovuto
chiunque. Dividere il set con attori come Jodie
far posto ad un Matthew McConaughey, dallo
Foster ed essere diretti da Steven Spielberg, John
sguardo spento, magrissimo e trasandato, nella
dedicato parte della sua carriera per questi ruoli più
Grisham e Robert Zemekis, è un privilegio di pochi.
pellicola Dallas Buyers Club di Jean-Marc Vallée.
A partire dal 2001 inizia a dedicarsi al filone delle commedie di stampo romantico, molto in voga in
stata l’impresa più ardua che il bell’attore
quegli anni. Alcuni titoli che hanno fatto innamorare nonne, mamme e figlie sono Prima o poi mi sposo con Jennifer Lopez e Come farsi lasciare in 10
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Seguire una dieta drastica e perdere ben 23 chili, è statunitense fino ad ora, ha dovuto affrontare. Portare sul grande schermo un cowboy omofobo e malato di AIDS, è stata una delle sue interpretazioni
più apprezzate, tanto da fargli vincere una valanga di premi. Uno tra tutti, il Premio Oscar come Migliore attore Protagonista nel 2013. Negli ultimi 3 anni, dopo aver vinto l’ambito premio, il mondo del cinema resta affascinato dalla sua bravura, ritenuta da molti “inaspettata”, iniziando a prendere parte ad alcuni film spesso criticati come The Wolf of Wall Street sotto la direzione di Martin Scorsese e la serie tv per la HBO, True Detective. Tra i suoi ultimi lavori che hanno lasciato il segno è impossibile non citare il bellissimo Interstellar del regista Christopher Nolan. Dopo tutti questi riconoscimenti, il 17 novembre 2014 è riuscito ad ottenere la stella sulla Hollywood Walk of Fame. Gli appuntamenti che sono segnati senza dubbio nell’agenda di Matthew McConaughey lo vedono in veste di doppiatore di ben due attesissimi film d’animazione, quali, Sing, insieme a Scarlett Johansson, Reese Witherspoon e tanti altri, e Kubo e la Spada Magica, ma questa volta con Ralph Fiennes, Rooney Mara e Charlize Theron. In qualità di attore, in carne ed ossa, nei prossimi mesi del 2016 e inizio 2017, sarà il protagonista del film Free State of Jones, nel quale è un contadino che si ribella durante la Guerra Civile. Successivamente sarà nella pellicola Gold, basato su una storia vera del 1993, nel quale viene raccontato lo scandalo della Bre-X Minerals Ltd. fondata da David Walsh. A completare la triade ci pensa Billionaire’s Vinegar, nel quale viene ripercorso lo scandalo che riguardava le bottiglie di vino appartenute a Thomas Jefferson. La data certa di queste pellicole, ancora non è stata divulgata, ma portate pazienza! Per ora, per poter ammirare il bel Matthew, in tutta la sua bellezza e bravura, dovete aspettare il 28 aprile 2016 con La Foresta dei Sogni del regista Gus Van Sant.
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Julieta la dualitĂ del dolore nel nuovo film di pedro almodovar di L.R.
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Applausi poco convinti a Cannes per il nuovo film di la donna comincia a scrivere una lunga lettera, Pedro Almodovar, Julieta, che sarà nelle sale ripercorrendo la sua storia familiare dal italiane dal 26 Maggio 2016. La Spagna lo ha visto in concepimento alla separazione. Almodovar è anteprima con scarso successo, anche a causa sempre stato affascinato dall’universo femminile, e dell’influenza della questione dei Panama Papers anche in questa occasione costruisce l’intera storia che ha coinvolto direttamente il regista spagnolo e intorno ad una donna vulnerabile e vittima di una suo fratello. “La stampa spagnola ci ha descritto serie di eventi intensi e dolorosi. L’idea del film viene come protagonisti di questa vicenda, ma in realtà da tre racconti brevi della scrittrice Premio Nobel siamo state solo delle comparse” ha spiegato Alice Munro, adattati per il grande schermo dal Almodovar durante la conferenza stampa del film. regista di capolavori come Tutto su Mia Madre e Adriana Guerte ed Emma Suarez sono due volti Parla con Lei. Ma questa volta il risultato non è della stessa donna, protagonista di un dramma al convincente. La struttura narrativa è sconnessa e più femminile che si sviluppa nell’arco di due filoni simile a quella di una telenovela, anche se El Pais ha temporali tra passato e presente. Julieta è una riconosciuto la sceneggiatura come “una delle professoressa di liceo che ha perso tutti i contatti migliori di Pedro Almodovar”. Il film risulta alquanto con la figlia da molti anni. Quando, per le strade di superficiale e approssimativo, presentando questo Madrid, incontra una vecchia amica della ragazza, rapporto madre-figlia in cui l’amore si trasforma prendono nuovamente vita i ricordi e la nostalgia, e bruscamente in mancanza di fiducia e rancore. La
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protagonista che soffre per il dolore della perdita e una sindrome di abbandono graduale, sembra essere l’unica in grado di emozionarsi ed emozionare, mentre gli altri personaggi sembrano freddi ed impassibili togliendo intensità al film. Il cinema di Almodovar si riconosce nella fotografia accesa di tinte estreme con una predominanza di rosso e blue che sottolinea ancora una volta l’esplicita influenza della cultura pop e degli anni ’70 che hanno formato l’autore. Ma la formula del cosiddetto “almodramma” non trova la sua realizzazione seguendo una serie di regole sbagliate e imperfette. Negli ultimi anni Almodovar sembra aver dimenticato l’intensità e lo spessore di un cinema d’autore riconosciuto, ma speriamo che presto possa ritrovare la creatività e l’ispirazione per tornare al suo stile unico ed irresistibile.
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miami beach il ritorno dei fratelli vanzina di Carlo Andriani
Anche quest’anno i fratelli Vanzina tornano al cinema con una commedia ricca di personaggi sopra le
Brignano e Rupert Everett i registi più prolifici del
righe, modelle da favola e location esotiche. Stiamo parlando di Miami Beach, un’opera raffinata e
Londra, qui ricostruiscono con intelligenza e ironia il mondo tricolore a Miami. Nella assolata città
divertente lontana anni luce dalle volgarità dei
californiana vanno a studiare Luca (Filippo Laganà),
cinepanettoni di Neri Parenti. Ripercorrendo i
figlio di Giovanni (Max Tortora), e Valentina (Camilla
quaranta anni di carriera di Carlo ed Enrico Vanzina
Tedeschi), figlia di Olivia (Paola Minaccioni).
ritroviamo scult come S.P.Q.R. e A Spasso nel
Durante il viaggio in aereo da Roma a Miami Olivia e
Tempo, ma anche piccole perle come Il cielo in una
Giovanni litigano furiosamente ma i loro figli finiscono nella stessa università e si innamorano. Nel
stanza e South Kensington. Se nel film con Enrico
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cinema italiano raccontavano la storia degli italiani a
frattempo Giulia (Neva Leoni) abbandona
Tortora che, tra Alberto Sordi e Christian De
all’aeroporto suo padre Lorenzo (Ricky Memphis)
Sica, trova il giusto equilibrio per regalare
prima di una noiosa vacanza in Bretagna e scappa
divertimento di qualità. Dimenticate il debole La
a Miami per assistere al concerto di deejay più
coppia dei campioni perché in Miami Beach,
importante del mondo. Lorenzo decide così di
supportato dalla esilarante Paola Minaccioni,
riportarla a casa ma si imbatte in Bobo (Emanuele
Tortora aggiorna finalmente il cliché del romano/
Propizio), uno studente fuoricorso che gli
milanese: “Quando la sceneggiatura è perfetta è
insegnerà a sopravvivere nella metropoli.
facile camminare bene – ha affermato Tortora – Da
“Encantada…. So più encantado io”.
romano ho difficoltà a parlare italiano quindi
Tralasciando alcune battute poco brillanti, Miami
continuo a recitare in romano“; più fragile invece è
Beach è una commedia di impronta americana
il duo Memphis/Propizio che diverte poco per via
che racconta gli italiani all’estero: “È la prima volta
di una storyline che abbiamo visto troppe volte sul
che vediamo gli italiani in un campus americano-ha
grande schermo. Nonostante le basse premesse i
dichiarato Carlo Vanzina – mi divertiva l’idea di
figli d’arte Filippo Laganà e Camilla Tedeschi e la
ritrovare gli studenti italiani nei college che
semi-esordiente Neva Leoni danno un sapore
abbiamo visto innumerevoli volte nei film dei
romanticamente inedito all’opera. Miami Beach è
Farrelly”; effettivamente l’influenza da teen USA
così una commedia che, a dispetto del titolo,
come Animal House e American Pie si sente in
regala 88 minuti di quel divertimento e quella ironia
Miami Beach, un’opera garbata e onesta che non
perfetti per inaugurare la stagione cinematografica
cede all’umorismo triviale. La battuta come la
estiva. Miami Beach verrà distribuito da 01
parolaccia non è fine a se stessa ma scritta e pensata sugli interpreti principali guidati da un Max
Distribution in tutti i cinema italiani il 1 giugno 2016.
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SOMNIA l’HORROR DA INCUBO DI MIKE FLANAGAN di C.A.
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“Somnia vuol dire sogni. Cosa è un figlio se non un
Flanagan che, dopo Absentia e Oculus, continua a
sogno?”. Jessie (Kate Bosworth) e Mark
regalare interessanti sorprese per gli amanti del
(Thomas Jane) non sono più gli stessi dopo la
genere. Caratterizzato da tre parti diverse tra di
perdita del piccolo Sean. Non potendo avere altri
loro, Somnia parte come un fantasy per ragazzi, si
bambini, la coppia decide di prenderne uno in
evolve come un horror alla James Wan e finisce
adozione. Arriva così Cody (Jacob Tremblay), un
come un thriller investigativo; tre tipologie di film
bambino dolce e intelligente terrorizzato all’idea di
racchiuse in 90 minuti di fascino, mistero e
addormentarsi. Jessie e Mark non danno peso alla
ambizione. La paura nasce dagli stratagemmi più classici del cinema di genere come i rumori
cosa fino a quando non scoprono la capacità paranormale di Cody di tramutare i sogni in realtà. Le cose si complicano ulteriormente quando Cody,
improvvisi, gli scricchiolii del legno e la tecnica del
dopo aver visto una foto di Sean, lo “riporta in vita”
Sinister e L’evocazione. Flanagan è un autore
durante la fase REM. Commossi dall’evento
abituato a lavorare con budget miseri (il
miracoloso, i due tentano di dare una immagine
cortometraggio Oculus è costato 2000 dollari e
dettagliata del figlio a Cody in modo da condizionarne i sogni e rivedere Sean ancora una
Absentia 70.000 dollari ); un punto di forza che gli
volta. Ma il piccolo Cody nasconde un segreto:
con make-up di effetto e immagini efficaci: “Nelle
anche i suoi incubi diventano realtà… Reale e soprannaturale si intersecano in Somnia, l’horror dalle sfumature sci-fi diretto da Mike
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vedo/non vedo utilizzati in cult come Insidious,
permette di non strafare di CGI ma di spaventare pagine della sceneggiatura abbiamo creato questo mondo di incubi fantasy – ha rivelato Flanagan – siamo stati fortunati perché tutti quelli che hanno
finanziato il film si sono battuti per preservare, proteggere e perfino accrescere l’ambizione delle sue immagini visive“. Ma Somnia non eccelle tanto per la potenza visiva quanto per la capacità di coniugare il cinema fantastico/horror con il lato oscuro dell’umanità. C’è un po’ di Friedkin, Murnau, Craven e Del Toro in Flanagan, un autore che utilizza il sogno per affrontare tematiche forti come il lutto, l’abbandono e la rielaborazione di un ricordo ormai perso per sempre. Il ritmo è inversamente proporzionale alla solidità di un film costruito sul talento di Jacob Tremblay (che abbiamo amato in Room) e sull’ambizione di un regista disposto a rischiare il tutto per tutto per rinnovare il cinema di genere; un obiettivo raggiunto da Somnia, un horror che vi sorprenderà fino alla fine regalandovi una buona dose di spaventi e un pizzico di commozione.
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PREVIEW
GRANDE G
IGANTE
GENTILE
il celebre romanzo di roal dahl al cinema con steven spielberg di Letizia Rogolino
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NEWSCINEMA Sogni ad occhi aperti alla 69° edizione del Festival di dell’immaginazione e della fantasia nel Paese dei Cannes con l’anteprima mondiale de Il GGG – Il Giganti. Dopo la paura iniziale, Sofia instaura Grande Gigante Gentile, il nuovo film di Steven un’amicizia sincera ed affettuosa con l’amico di Spielberg che porta per la prima volta sul grande grandi proporzioni, aiutandolo nello scontro con i schermo il celebre romanzo per ragazzi di Roal giganti cattivi ed affamati di esseri umani che lo tormentano ogni giorno, mettendo in pericolo il Dahl. Intere generazioni sono cresciute con futuro del suo mondo. Riprendendo la tecnologia l’avventura della piccola Sofia e il grande gigante CGI utilizzata per Le Avventure di Tin Tin, Steven gentile, con il desiderio di assaggiare il cetrionzolo o Spielberg realizza il grande gigante gentile sui bere un sorso del verde sciroppio dai bizzarri effetti collaterali. In Italia dovremmo aspettare Gennaio lineamenti del premio Oscar Mark Rylance. Ci si 2017, ma il pubblico del festival francese ha avuto trova davanti alla perfetta versione virtuale del l’onore di vivere in anteprima la nuova avventura personaggio illustrato da Quentin Blake nel libro di scritta da Melissa Methison, e diretta dal maestro Roal Dahl e l’effetto meraviglia trasporta lo della settima arte che ha fatto sognare molte spettatore in un mondo fantastico fatto di luci e generazioni. Il Grande Gigante Gentile è diverso dai colori che insieme danzano ricordando le magiche foreste di Avatar, di notte, e i suggestivi paesaggi de suoi simili, ha un animo buono ed altruista e il suo compito è quello di conservare i sogni per donarli Il Signore degli Anelli, di giorno. La scenografia di ogni notte ai bambini girando furtivamente per le ampio respiro occupa gran parte della scena, in cui strade di Londra. Un giorno porta via con sè la si muovono la piccola Ruby Burnhill e la versione piccola Sofia, una bambina che vive in un digitale di Mark Rylance, affiancati nel finale da orfanotrofio ed inizia così un viaggio sulle ali un’ottima Penelope Wilton nei panni della Regina
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una carriera sui film destinati ad un pubblico di
sceneggiatura che rende giustizia al romanzo. Il vocabolario bizzarro del gigante e il ricevimento di
giovani adulti, collezionando veri capolavori come
quest’ultimo alla Corte inglese sono assolutamente
E.T. – L’Extraterrestre, Incontri Ravvicinati del Terzo
da non perdere, anche se l’umorismo è forse
Tipo, Jurassic Park e Indiana Jones e con Il GGG
spesso soffocato da situazioni eccessivamente
torna ad un cinema sognante e romantico,
leziose. Quindi Il GGG – Il Grande Gigante Gentile
sfruttando la piacevole nostalgia di un’ infanzia anni ’80 e la materia prima letteraria che ha
può considerarsi un esperimento riuscito,
Elisabetta e Rebecca Hall. Spielberg ha costruito
conquistato milioni di lettori in tutto il mondo fin
soprattutto per gli appassionati del cinema firmato Spielberg, che utilizza l’elemento fantastico con
dalla data di pubblicazione nel 1982. Sulle delicate
una potenza emotiva unica che invita tuttavia ad
ed avvolgenti note composte da John Williams, il
una riflessione facilmente legata alla quotidianità.
film procede con un ritmo sostenuto, grazie ad una
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zona d’ombra 49
NEWSCINEMA
La storia vera del medico legale che ha scoperto il lato oscuro del football di D.S.
Dal 21 aprile è nelle sale italiane il nuovo film diretto provocando una serie di decessi tra atleti e sportivi. da Peter Landesman (Parkland, La regola del Le eclatanti rivelazioni di Omalu, basate sul gioco), Zona d’ombra – Una scomoda verità, con certosino studio dei cadaveri e dei loro cervelli, protagonista Will Smith nei panni del neuropatologo scatenarono le ire della National Football League e Bennet Omalu, interpretazione che gli è già valsa di tutti gli affaristi legati per motivi economici o una candidatura come “miglior attore protagonista” personali al grande business dello sport più seguito
agli ultimi Golden Globes. Il film di Landesman, di America. Il caso Spotlight ci ha recentemente tratto da una storia vera, racconta di uno scontro insegnato che trattare argomenti di cronaca in millenario che da sempre caratterizza il mondo della maniera coinvolgente e cinematograficamente ricerca scientifica, quello fra il sapere e il potere adeguata è possibile, puntando non solo su di un costituito, non più ecclesiastico o di natura regia, cast di attori in grado di reggere il peso della bensì quello attuale delle lobby e dei comitati di narrazione, ma curando anche gli aspetti più tecnici affari. La narrazione prende il via dalla scoperta di della produzione, dalla regia alla fotografia. A una patologia che sconvolse nel profondo il mondo spiccare sul resto in questo nuovo Zona d’ombra è dello sport statunitense, e suscitò forti polemiche e sicuramente la lucida e centrata interpretazione di risentimenti nei confronti del medico nigeriano: una Will Smith che, dopo un paio di lavori non proprio malattia degenerativa del cervello che colpiva i memorabili, riesce a ritrovare il giusto equilibro e a giocatori di football vittime di ripetuti traumi a livello mettere in scena un personaggio vivido e credibile, del cranio, e che si diffuse con velocità spaventosa con i suoi tormenti e la sua determinazione, senza
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mai calcare troppo la mano a favore di una recitazione sopra le righe o melodrammatica. Degne di riconoscimento anche le prove di Mbatha-Raw, nei panni della moglie Prema, e del dott. Julian Bailes interpretato dal sempre bravo Alec Baldwin. Nonostante ciò, la regia, seppur buona e funzionale alla narrazione, rimane appiattita sul piano televisivo per tutta la durata della pellicola, senza particolari guizzi o invenzioni, decidendo di mettere la storia raccontata al centro del prodotto. Una scelta determinata anche dal passato professionale dello stesso regista. Landesman è stato infatti per lungo tempo un gior nalista di inchiesta, interessatosi direttamente al caso Omalu, tanto da incontrare personalmente il dottore per una intervista sulle sue ricerche scientifiche. Il lavoro di Landesman è un film in grado di abbracciare una grande fetta di pubblico, grazie alla scelta di una narrazione sempre tesa e coinvolgente (che ricalca le atmosfere del thriller politico) e la presenza di un cast di primo livello, in grado di elevare una pellicola carente invece dal punto di vista prettamente stilistico e artistico. Nonostante ciò, la storia del dott. Omalu merita di essere raccontata e conosciuta anche “solo” per il grande insegnamento che può lasciare in ognuno di noi, quello di un uomo che ha deciso di non piegarsi a poteri più forti e più grandi di lui, e proseguire per la sua strada con dignità e coraggio, arrivando a dimostrare le sue tesi e a validare decenni di studi e ricerche condotti in solitaria. Una storia che, essendo poco conosciuta nel nostro Paese, dove il football è ancora poco diffuso, potrà sicuramente interessare e coinvolgere un grande numero di spettatori, pescando trasversalmente tra giovani e adulti.
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Will
SMITH il principe di bel-air è cresciuto di L.C.
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NEWSCINEMA Williard Carroll Smith Jr, ma conosciuto da tutti con il diminutivo di Will, è uno degli attori più amati
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lancio per il giovanissimo Will, nelle produzioni cinematografiche hollywoodiane. Nel giro di pochi
dal pubblico di ogni età, merito tutti i personaggi che fino ad ora ha interpretato. Comico, rapper e
anni, si divide tra un set ed un altro, come quello di
produttore cinematografico, prima di essere tutte
dividendo la scena con Martin Lawrence.
queste cose,
i primi successi sono arrivati non
Il cinema aveva finalmente trovato una nuova stella
grazie alla recitazione, ma bensì alla musica. A
da poter far rimbalzare da un film ad un altro,
quanto pare l’incontro con Jeff Townes, segnò
mettendo in fila decisione giuste, una dietro l’altra.
l’inizio della carriera di Will Smith, con il duo Jeff and
Tra i suoi ruoli più celebri c’è senza dubbio, il
the Fresh Prince, attraverso il quale iniziò a vedere i primi soldi importanti, tanto da comprare una casa,
capitano dei Marines, Steven Hiller, il quale
una macchina e vari gioielli. Senza dubbio l’anno
nel film Independence Day (1996). Tolti i panni di
della svolta è il 1989, quando conobbe Benny
soldato, continua a tenere sotto controllo la
Medina e l’idea di trasformare la sua vita in una sit-
minaccia aliena con il film Men In Black, nel quale è
com, con protagonista Will Smith. Chi non ha mai
l’agente J, vestito di tutto punto con un completo
visto almeno una puntata o cantato la sigla di Willy:
nero, occhiali da sole ed un oggettino cancella-
il Principe di Bel – Air? Ancora oggi è ricordata
memoria, insieme al suo collega Tommy Lee
come la sit-com anni ’90 più amata dai giovani e dai meno giovani. Il successo derivato da questa
Jones. Memorabile per critica e pubblico fu la sua
idea, fu talmente grandioso che durò per ben 6
ripercorre la vita del pugile Muhammed Alì in
anni, costituendo un vero e proprio trampolino di
maniera magistrale. Due sequel tengono impegnato
6 gradi di separazione (1993) e Bad Boys (1995)
compito era quello di combattere la minaccia aliena
interpretazione nel film Alì nel 2001, nel quale
Smith, con Bad Boys 2 e Men In Black 2, al quale vengono ritagliate parti sempre piĂš importanti. Oltre alle soddisfazioni di tipo artistico, anche la vita privata gli regala grandi soddisfazioni con uno splendido matrimonio e tre bellissimi figli. Successo di pubblico e soldi spingono Will Smith a fondare una compagnia di produzione cinematografica, dandogli modo di realizzare film come Hitch - Lui sĂŹ che capisce le donne e il bellissimo La ricerca della felicitĂ diretto dal regista italiano Gabriele Muccino, al quale Hollywood decide di aprirgli le porte, dopo aver fatto guadagnare la seconda nomination come Miglior Attore Protagonista. Tripletta bella tosta, quella che va dal 2004 al 2008, con alcune pellicole dedicate alla minaccia della tecnologia
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ed aliena, con Io,Robot e Io sono Leggenda. A concludere questo trittico ci pensa il supereroe sempre ubriaco Hancock. Se pensate che Will Smith non abbia sbagliato nulla nella sua carriera, nel 2007 ha vinto il Razzie Awards come Peggiore coppia cinematografica con Kevin Kline e peggiore colonna sonora in Wild Wild West. Tranquilli, anche lui è umano! Nel 2009 torna a lavorare con Gabriele Muccino, nel commovente Sette Anime, per poi far posto nuovamente all’agente J, in Men In Black 3. Il film After Earth è la prima volta che vede la presenza di Smith messa in seconda piano, poiché tutta l’attenzione era su suo figlio Jaden Smith. I prossimi impegni che vedranno impegnato in prima linea Will Smith sono molteplici. In primis c’è Zona d’ombra, in uscita il 21 aprile 2016, nel quale Smith interpreta un dottore pronto a combattere pur di far luce, su alcuni strani decessi avvenuti nel mondo del football americano. Uno dei film più attesi di questo 2016 è senza dubbio, Suicide Squad, nel quale è protagonista insieme a Jared Leto, Ben Affleck e Margot Robbie. L’uscita è prevista per il 18 agosto 2016. Collateral Beauty è un film che vede Smith interpretare un uomo profondamente depresso, ma il quale riesce ad emergere da questo vortice grazie ad un inaspettato piano. Due partner d’eccezione lo accompagnano in questa pellicola, Kate Winslet e Keira Knightley insieme ad Edward Norton. Uscita prevista per il 5 gennaio 2017. A distanza di anni, torna per il terzo capitolo di Bad Boys 3 insieme al collega Martin Lawrence, molto probabilmente a giugno 2017. Ed infine altri due progetti lo terranno occupato per il 2017, in particolare Bright con Joel
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Edgerton, nel quale si troverà ad aver a che fare con fate ed orchi in un’ambientazione completamente fantasy. Bounty è un thriller, nel quale Smith è accusato erroneamente di omicidio, tentando di provare la sua innocenza, dovrà fare i conti con la vedova dell’uomo ucciso, la quale ha messo una taglia da 10 milioni di dollari. Due sono le certezze, che sicuramente avrete pensato anche voi, dopo aver letto questo focus su Will Smith. La prima è che se dovesse esserci una reale minaccia aliena, sicuramente abbiamo in nostro uomo d’oro viste tutte le pellicole che ha interpretato su questo argomento. La seconda è che senza dubbio non si annoierà nel 2017, visti tutti gli impegni cinematografici annunciati fin ora.
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X-MEN APOCALISSE 58
NEWSCINEMA
Il nuovo capitolo del franchise non supera X-Men: Giorni di un Futuro Passato di C.A.
Nel 2000 Bryan Singer, portando sul grande
e critica di Giorni di un futuro passato ha alzato
schermo uno dei fumetti più amati dell’universo
le aspettative di X-Men: Apocalisse, il sesto
Marvel, diede vita a una delle saghe più prolifiche della storia del cinema; eccoci quindi, a distanza di
capitolo di una saga che, fatta eccezione per il
sedici anni dal film che ha reso celebre Hugh
regalato sempre intrattenimento di qualità. Eppure,
Jackman, pronti a recensire il terzo capitolo della
dopo quasi venti anni di X-Men e vari spin-off,
nuova trilogia creata da Matthew Vaughn nel
Bryan Singer compie un passo falso che non ci
2011. X-Men: Apocalisse vede i mutanti del professor Xavier (James McAvoy) affrontare il
saremmo aspettati. La trama, caotica e poco lineare, concentra l’attenzione sui nuovi X-Men
primo e il più potente mutante dell’universo Marvel.
abbandonando l’interessante idea (del capitolo
Venerato fin dall’alba della civiltà come un dio e
precedente) di unire la saga di Vaughn con quella
risvegliatosi dopo molti anni, Apocalisse (Oscar
originale di Singer. Tornano i personaggi interpretati
Isaac) decide di sterminare l’umanità per
debole Conflitto Finale firmato da Brett Ratner, ha
da James McAvoy, Michael Fassbender e
ripopolare il mondo. Mentre il destino della Terra è
Jennifer Lawrence, uniti in questa nuova
in bilico, Raven (Jennifer Lawrence) e il professor
avventura dal tentativo di sconfiggere il poco
X creano un gruppo di giovani X-Men per salvare
interessante villain di Oscar Isaac, rinchiuso in un
l’umanità dalla distruzione. Il successo di pubblico
costume alla Jeepers Creepers che non rende
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onore al suo talento. La sceneggiatura di Simon Kinberg non dà spessore ai vari X-Men confinandoli in una linea temporale oramai incomprensibile. Se nel quinto episodio il futuro e il passato si intrecciano, qui la storia rimane vittima della assenza dei protagonisti originali, indispensabili per mantenere la qualità dei capitoli precedenti. La potenza visiva di Singer, unita all’ irresistibile nuova sequenza di Quicksilver (Evan Peters), sono i punti di forza di un film sviluppato in fretta e furia per bissare il successo dell’impeccabile Giorni di un futuro passato. X-Men: Apocalisse resta così un’opera che, strizzando l’occhio al caos distruttivo dei vari The Avengers, preferisce vincere facile piuttosto che dare nuova linfa a un cinema ormai esautorato di originalità.
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outcast
la nuova serie demoniaca dal creatore di the walking dead di Carlo Andriani
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NEWSCINEMA
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Il 19 aprile l’Auditorium della Conciliazione si è tinto di rosso sangue per la première europea di
(Philip Glenister) affronta il terrificante caso di
Outcast, il nuovo show scritto e prodotto da Robert Kirkman, il creatore di The Walking Dead.
avendo già sconfitto le forze del male in passato, sarà l’unico in grado di affrontare i demoni. Ma
Caratterizzato da una scenografia di stampo
qual è il segreto di Kyle? E soprattutto, perché è
internazionale e da divertenti giochi di luce, l’evento ha ospitato tanti vip del cinema e della
così temuto dal mondo dell’oscuro? La sigla
televisione italiana, i produttori esecutivi della serie Chris Black e Sharon Tal e gli interpreti principali
la brutale sequenza di apertura proiettano lo spettatore in Outcast, l’universo televisivo in cui la
Patrick Fugit, Wrenn Schmidt, Kate Lyn Sheil,
possessione demoniaca è all’ordine del giorno:
Reg E. Cathey e Philip Glenister. Tratto da un
“Le possessioni in Outcast sono un problema
fumetto di Paul Azaceta e Robert Kirkman,
risolvibile – ha dichiarato Robert Kirkman – i
Outcast racconta la storia di Kyle Barns (Patrick
protagonisti dello show cercano di capire come
Fugit), un uomo che, dopo aver vissuto un
fermarle una volta per tutte“. Se il prologo ricorda
momento difficile, decide di riprendere in mano la
la prima efferata stagione di The Walking Dead, il
sua vita. Nel frattempo il reverendo Anderson
pilot prende una direzione diversa mettendo in
possessione di un bambino di dieci anni. Kyle,
caratterizzata da inquietanti immagini rovesciate e
secondo piano l’azione e ponendo l’attenzione sui personaggi e sulla narrazione: “Kyle ha delle abilità diverse dal classico esorcista – ha continuato Kirkman – l’aspetto interessante è che lo vedremo esorcizzare persone diverse tra di loro tra cui anche un bambino, una sequenza che sicuramente farà discutere“. Effettivamente la scena, presente nel pilot, è tanto efferata quanto fedele alle pagine del fumetto; chi pensa però di ritrovare nella serie solo le splendide immagini di Paul Azaceta si sbaglia perché Outcast prende le distanze dalla storyline principale e introduce tanti nuovi spunti: “Quando si realizza uno show da un fumetto è fondamentale espanderne la storia e dare ai personaggi più obiettivi da portare a termine – ha concluso Kirkman – non facciamo altro che prendere il comic-book originale e introdurre aspetti accattivanti“. Outcast, tralasciando l’atmosfera e i personaggi che strizzano l’occhio a The Walking Dead, è qualcosa di nuovo nel panorama televisivo. Nonostante il tema demoniaco sia trito e ritrito, Kirkman riesce a dare una personalità allo show. La troppa carne al fuoco rende difficile capire l’evoluzione della serie ma la sensazione a fine pilot è quella di voler vedere i successivi nove episodi della prima stagione; un punto di forza che rende Outcast non solo uno dei prodotti più attesi del 2016 ma anche una di quelle serie di cui sicuramente sentiremo parlare ancora a lungo. Outcast debutterà il 3 giugno negli Usa su Cinemax e il 6 giugno in Italia su Fox.
Su www.newscinema.it le INTERVISTE AL CAST 63
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scream queens la paura è donna? di L.C.
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NEWSCINEMA Finalmente una delle ultime serie più apprezzate dagli adolescenti (e non solo) di tutto il mondo,
panorama cinematografico internazionale. Parliamo
arriva anche in Italia a partire dalle 21.00 di martedì
Oberlin), Jamie Lee Curtis (la preside Munsch),
24 Maggio sul canale Fox di Sky. Naturalmente sto
Lea Michele (Hester Ulrich), Keke Palmer
parlando di Scream Queens, una serie che ha
(Zayday Williams), Glen Powell (Chad Radwell) e
basato il suo successo sulla trasmissione in
Abigail Breslin, Billie Lourd. Per molti non è una
differita, rispetto alla trasmissione in diretta dei suoi episodi della prima stagione. Il creatore è un vero re Mida delle serie tv americane, autore di successi come Glee, Nip/Tuck e tante altre, Ryan Murphy, che in questo caso ha creato un mix perfetto tra l’amatissimo Pretty Little Liars e il seguitissimo
novità leggere questi nomi, dopo aver visto il teaser rilasciato a marzo dal profilo ufficiale Twitter. Non preoccupatevi, ci saranno molte guest stars anche nel corso di questa seconda stagione, come Patrick Schwarzenegger e i cantanti Ariana Grande e Nick Jonas. Per quanto riguarda la
American Horror Story. Grazie al suo estro e alla
trama, a tenere banco per questi nuovi episodi ci
sua squadra di sceneggiatori, già presenti nella
sarà la ricchissima e viziatissima Chanel Oberlin, a
prima stagione, ha dato una nuova luce al gruppetto di “reginette”, le quali cambieranno radicalmente location nei prossimi episodi. Se nella prima stagione la scenografia era in un college, nella misteriosa ed inquietante second season in onda negli Stati Uniti, ci pensa un istituto psichiatrico a rendere tutto ancora più spaventoso. Inoltre, secondo fonti certe, i medici di questo ospedale di igiene mentale, avranno i riflettori puntati e saranno sotto accusa per alcuni
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di star del calibro di Emma Roberts (Chanel
capo della confraternità Kappa Kappa Tau, la cui missione sarà quella di tutelare e proteggere con qualsiasi mezzo l’esclusività della sua “famiglia”, scegliendo ragazze simili a lei e alla sua estrazione sociale. A sottolineare questo aspetto la decisione di chiamare le fortunate che faranno parte di questo clan, con il suo nome e numero progressivo (Chanel #2, Chanel #3). Una ragazza con gravi problemi di onnipotenza escogiterà dei crudeli riti di iniziazione, finchè un’altra persona le
comportamenti. Il cast di Scream Queens è
ruberà la scena. Un Diavolo Rosso inizierà ad
composto da eccellenti giovani attori del
seminare il panico tra le ragazze, uccidendo
chiunque incontri come in Dieci piccoli indiani, episodio dopo episodio. La cosa ancora più inquietante è il fatto, che vent’anni prima si era già verificato un omicidio in una vasca da bagno ai danni di una povera ragazza sempre della Kappa Kappa Tau. Il bello di questa serie è quello di non dare nulla per scontato. Ogni personaggio ha un lato malvagio nascosto, in fondo, tutti potrebbero essere questo killer spietato che si cela dietro i panni di Red Devil, e tutti potrebbero essere la prossima vittima. I primi 15 episodi che andranno in onda ogni martedì sul canale Fox di Sky per l’Italia, già hanno fatto venire l’acquolina in bocca ai tanti fans italiani, che non vedono l’ora di vedere le nuove vicende delle “reginette” più amate d’ America. Ricordatevi che niente è dato per scontato in questa seconda stagione, tenete gli occhi aperti.
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FUORISCENA una nuova visione del cinema
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L’Ignoto, l’illustrazione ispirata a 2001: Odissea nello Spazio Alle origini dell’uomo un misterioso monolite compare sulla Terra. La sua presenza attiva
nelle note dell’avvolgente colonna sonora del Danubio Blu, Kubrick mette in scena una storia
l’intelligenza dei primati che comprendono l’uso
ispirata al romanzo La Sentinella di Arthur C.
delle ossa degli animali uccisi quali prolungamenti
Clarke, ponendo al centro di tutto il rapporto tra
delle loro braccia. 2001. Sulla Luna, in prossimità del
civiltà e tecnologia, senza l’uso di effetti speciali
cratere Tyco, viene trovato un monolite la cui esistenza viene tenuta sotto il massimo segreto.
mozzafiato o scene action sullo stile di Star Wars,
Questo strano oggetto improvvisamente lancia un segnale indirizzato verso il pianeta Giove. Diciotto
il mistero e l’ignoto del futuro portano nell’essere umano che si affaccia ad una nuova Era.
mesi dopo l’astronave Discovery si dirige verso il
Nell’illustrazione un primate e un astronauta si
pianeta. 2001, Odissea nello Spazio, il film più discusso e ammirato della storia del cinema, diretto
trovano uno di fronte all’altro, e in mezzo a loro il
dal maestro Stanley Kubrick nel 1968, ha ispirato gli artisti Giovanni Manna e Laura Manaresi per la
unisce nella contemplazione. Entrambi studiano e cercano di interagire con questo oggetto
nuova illustrazione della rubrica FuoriScena.
apparentemente inanimato e inutile, ma che
“Ognuno è libero di speculare a suo gusto sul
rappresenta invece l’ignoto e la sete di conoscenza
significato filosofico del film, io ho tentato di
che attiva silenziosamente il loro intelletto. L’ignoto
rappresentare un’esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto
che avvolge lo spazio, la vita ma anche l’anima di ogni essere vivente, in qualsiasi era si ritrovi a vivere
emotivo direttamente nell’inconscio” dichiarava il
la propria esistenza. La civiltà si raggiunge
regista anni fa. Questa suggestiva illustrazione vuole fare altrettanto, riproponendo una nuova visione di questo film di fama internazionale che ha cambiato l’idea classica della fantascienza, portando sullo schermo una favola apocalittica sul destino dell’umanità e lo sviluppo della tecnologia. In un ambiente spaziale ovattato, sconfinato e sommerso
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ma concentrandosi sull’emotività e le sensazioni che
misterioso monolite che non li separa, bensì li
attraverso la conoscenza e la conoscenza porta allo sviluppo di una popolazione e della tecnologia, ma il primate e l’astronauta hanno la stessa lunga strada davanti a loro, una “siderale distanza” che li attende entrambi, poichè la strada della conoscenza è lunga, soprattutto quella della conoscenza di noi stessi.
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NEWSGAMES Le uscite di Maggio 2016
Playstation, XBox, Nintendo e Wii a cura di Carlo Andriani
A maggio iniziano le prime giornate di caldo ma gli amanti delle consolle resisteranno alla tentazione di uscire di casa per giocare ad alcuni dei giochi più attesi dell’anno. Un solo titolo è sufficiente per rendere qualsiasi appassionato di videogame la persona più felice della terra. Stiamo parlando di Uncharted 4: Fine di un Ladro che arriverà in tutti i negozi il prossimo 10 maggio. Ma se state pensando che l’ultima avventura di Nathan Drake sia l’unico gioco degno di nota del mese, vi suggeriamo di dare una sbirciatina alla nostra lista delle uscite games:
3 Maggio: Battleborn (PS4, Xbox One, PC): Prodotto da 2K Games e sviluppato dai creatori di Borderlands, Battleborn vede un gruppo di eroi tentare l’impossibile per proteggere l’ultima stella dell’universo dalle forze del male. La molteplicità di personaggi, le interessanti modalità multigiocatore e l’azione del più classico degli sparatutto rendono Battleborn un’esperienza di gioco assolutamente imperdibile. 5 Maggio : Project Cars: Game of the Year Edition (PS4, Xbox One, PC): Ogni mese arriva nei negozi l’immancabile gioco di corse automobilistiche. Questa volta è il turno di Project Cars, un videogame che rappresenta un passo in avanti nelle simulazioni di guida. Crea un pilota e scegli la tua auto per entrare a suon di sgommate nella Hall of Fame.
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10 Maggio: Uncharted 4: Fine di un Ladro (PS4): L’ultima avventura di Nathan Drake non è solo il videogioco più atteso del mese ma anche degli ultimi anni. A distanza di tempo immemore dalla missione raccontata nel terzo capitolo, Nathan Drake torna nel mondo dei ladri per far luce su una misteriosa cospirazione. Risolvi i misteri e tuffati ancora una volta nell’azione nei panni del cacciatore di tesori più celebre dei videogame. 13 Maggio: DOOM (PS4, Xbox One, PC): Lo sparatutto in prima persona più iconico di sempre torna nei negozi di videogiochi in una veste totalmente rinnovata. Impugna armi distruttive, distruggi famelici demoni in modalità giocatore singolo o multigiocatore e condividi i tuoi contenuti con tutto il mondo grazie all’editor DOOM SnapMap.
20 Maggio Homefront: The Revolution (PS4, Xbox One, PC): Sviluppato da Deep Silver, Homefront: The Revolution racconta un futuro distopico in cui gli Stati Uniti sono stati occupati dalle forze Nord Coreane. Caratterizzato dalla tecnologia CRYENGINE di Crytek e da un ambiente realistico, questo titolo vi regalerà un’esperienza di gioco a dir poco imperdibile. ADR1FT (PS4, Xbox One): Se volete un videogioco al cardiopalma, ADR1FT è la scelta giusta per voi. Indossate i panni di un astronauta disperso nell’universo dopo un evento catastrofico e costretto a sopravvivere con la tuta danneggiata e poco ossigeno. Tornare a casa non sarà facile ma vi permetterà di scoprire i segreti e gli incubi dell’universo.. 24 Maggio: Overwatch (PS4, Xbox One, PC): La crisi globale convinse un gruppo di eroi a creare la task force Overwatch; una organizzazione che, dopo molti anni e innumerevoli missioni, venne improvvisamente sciolta. Ma il mondo è ancora in pericolo quindi non ci resta che indossare i panni dei bizzarri avventurieri di Overwatch per mantenere la pace sulla Terra. 27 Maggio: Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan (PS3, PS4, Xbox One, Xbox 360, PC): Le tartarughe più simpatiche e super-eroiche di tutti i tempi tornano protagoniste in un divertente videogioco in terza persona. Combatti il crimine nella Grande Mela, gioca in modalità cooperativa online a 4 giocatori e sconfiggi boss del calibro di Bebop, Rocksteady e Shredder.
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