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NewsCinema.it
Testata Giornalistica di Cinema e Serie Tv Mensile Settembre 2015 ANNO II - N. 8 Registrazione Tribunale di Roma n.203/11 del 17 Giugno 2011 redazione@newscinema.it www.newscinema.it
Direttore Responsabile Giuseppe Rogolino
Capo Redattore/Capo Servizio Letizia Rogolino
Redattore/Responsabile Serie Tv Carlo Andriani
Hanno collaborato a questo numero: Carlo Andriani Letizia Rogolino Francesca Coppola Claudio Valeriani Alexia Altieri
Editore ASTUS s.r.l. Tel +39 0692918588 - Fax 0692911910 Roma - Italia
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The Martian l’emozionante sfida di mark watney di L.R.
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MATTDAMON
Ridley Scott torna finalmente alla fantascienza che salvataggio. Nel cast al fianco di Matt lo ha reso grande in passato, rispolverando un Damon troviamo Jessica Chastain, Kristen Wiig, cinema che aveva messo da parte troppo a lungo. Jeff Daniels, Michael Peña, Kate Mara, Sean Dopo il recente Prometheus, il 1° Ottobre arriva nelle Bean, Sebastian Stan, Aksel Hennie, Donald sale italiane The Martian – Sopravvissuto, il film Glover, Mackenzie Davis e Chiwetel Ejiofor. presentato in anteprima al Festival di Toronto basato Cavalcando l’onda del successo dell’ Interstellar di sull’omonimo romanzo di Andy Weir. Matt Damon
Christopher Nolan, Ridley Scott è tornato dietro la
interpreta l’astronauta Mark Watney che, durante
macchina da presa per portare sullo schermo il suo una missione su Marte, viene considerato morto “Cast Away” spaziale in cui la mitica palla Wilson è dopo una forte tempesta e per questo abbandonato sostituita da un Rover indistruttibile che si rivela una dal suo equipaggio. Ma Watney è sopravvissuto e salvezza per il protagonista. ora si ritrova solo sul pianeta ostile. Con scarse “E’ una storia di sopravvivenza estrema” – spiega il provviste, Watney deve attingere al suo ingegno, alla regista – “Mark Watney è isolato e sottoposto a sua arguzia e al suo spirito di sopravvivenza per trovare un modo per segnalare alla Terra che è
stenti inimmaginabili. Il film racconta il modo in cui
deve far fronte a questa situazione. Il suo destino vivo. A milioni di chilometri di distanza, la NASA e un dipende da come reagirà: se si lascerà andare al team di scienziati internazionali lavorano panico e alla disperazione, accettando una fine instancabilmente per cercare di portare “il marziano” a casa, mentre i suoi compagni cercano di tracciare inesorabile, oppure se sfrutterà le risorse a sua un’audace, se non impossibile, missione di disposizione, facendo leva sullesue abilità, il suo
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senso dell’umorismo e la sua capacità di risolvere i
Jones? La formula del confronto tra uomo e
problemi”. L’idea di trasporre un romanzo così
spazio sembra funzionare quando al timone c’è
descrittivo costruito intorno alla solitudine di un
una mente creativa e talentuosa che riesce a costruire un film completo che respira carisma e
uomo abbandonato su un pianeta deserto, poteva sembrare un rischio in un primo momento. L’azione avrebbe potuto essere statica e la
sentimento. Il silenzio dello spazio è rotto da
narrazione graduale e lenta. Ma nelle mani di un
strizzando l’occhio ai Guardiani della Galassia,
Ridley Scott in piena forma, The Martian si rivela
anima i giorni solitari di Mark Watney, minacciato
invece un film di avventura coinvolgente ed
dall’inquietudine di morire da solo circondato dal
emozionante, in cui una buona dose di umorismo
nulla a milioni di chilometri di distanza dalla Terra. Il
fa brillare la sceneggiatura di Drew Goddard,
racconto si muove dal polveroso pianeta rosso agli
autore di Cloverfield e regista di Quella Casa nel
uffici della NASA dove i colleghi dell’astronauta cercano di organizzarsi per andarlo a recuperare, e
Bosco. La sceneggiatura, infatti, è uno dei punti di forza di questo film, insieme ad una regia attenta ai personaggi e inebriata dei suggestivi paesaggi
a bordo della nave spaziale Hermes dove i suoi
alieni. La sabbia rossa di Marte domina per gran
fino alle piazze affollate come Times Square dove
parte sullo schermo, mentre Matt Damon regala
la gente si è riunita per fare il tifo per Watney. Il movimento dell’azione aiuta il ritmo del film a
una delle sue migliori interpretazioni interagendo con semplici macchine spaziali e un piccolo orto rimediato per la sua sopravvivenza. Ricordate Sam Rockwell abbandonato a se stesso nella base lunare di Moon per la regia di Duncan
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un’imperdibile compilation di musica dance che,
compagni della missione stanno tornando a casa,
rimanere dinamico e non si può fare a meno di vivere pienamente la mitica sfida di Mark Watney tra divertimento e commozione.
Banat diretto da Adriano Valerio location Bari
La Puglia è tutta da girare. Puglia, scenes to explore. 8
PADRI E FIGLIE
il nuovo film americano di gabriele muccino di L.R.
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NEWSCINEMA La produzione oltreoceano ha segnato alti e bassi assenza nella sua vita, crescendo come una ragazza nella carriera di Gabriele Muccino dietro la incapace di instaurare una relazione con un uomo e macchina da presa. Dopo il successo de La Ricerca combatte ogni giorno contro i demoni di un’infanzia della Felicità e Sette Anime, il 2012 ha portato sul piena di amore, ma anche di dolore e delusione. Il grande schermo il poco riuscito Quello che so film procede secondo due piani di racconto, uno sull’Amore, un prodotto mediocre che lo stesso contemporaneo e uno ambientato negli anni ’80, regista non ha del tutto riconosciuto. Tuttavia, con il raccontando la storia di un padre e di una figlia che suo ultimo film Padri e Figlie nelle sale italiane dal 1° non hanno avuto la possibilità di essere felici Ottobre, Muccino sembra aver ritrovato il talento e la insieme. La sceneggiatura di Brad Desch dà vita ad
poetica dei suoi primi film, per raccontare un intenso un film emozionante e commovente, in cui rapporto tra padre e figlia segnato da una serie di numerose sottotrame si legano in modo fluido e esperienze drammatiche e dolorose. Russell Crowe lineare per un risultato finale coinvolgente. Questo film stratificato richiede al regista un ampio interpreta Jake Davis, uno scrittore di successo che controllo delle scene e dei personaggi, ma Gabriele sprofonda in una crisi creativa e personale in seguito ad un grave incidente d’auto che gli strappa via la Muccino si rivela all’altezza del compito, realizzando moglie. L’uomo rimane da solo con la figlia di cinque un film delicato ed emotivamente concreto sulla anni, ma andare avanti si rivela più difficile del difficoltà di amare ed essere amati mentre la vita previsto. Infatti, oltre alle conseguenze emotive della procede senza sosta come deve. Russell Crowe è tragedia, Jake sviluppa dei disturbi mentali che gli affiancato dai giovani Aaron Paul e Amanda provocano delle improvvise convulsioni che lo Seyfried che, come nei loro precedenti lavori,
rendono pericoloso per se stesso e per chi gli sta regalano un’interpretazione ricca di espressività e intorno. La piccola Katie risente di questa grande carisma, anche se la vera sorpresa è la piccola Kylie
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NEWSCINEMA
Un cast di premi Oscar per il nuovo film di Muccino sul tema della paternità
Rogers sempre a suo agio nei panni della piccola Katie. Il resto del cast, tuttavia, brilla di nomi da Oscar come Jane Fonda, Octavia Spencer, Diane Kruger e Quvenzhanè Wallis che arricchiscono un film già pienamente convincente e riuscito. Nonostante qualche passo falso, in fondo, Muccino conosce bene la formula per ottenere qualche lacrima dal pubblico e, anche in questa occasione non mancano corse a perdifiato per recuperare una relazione in bilico o una situazione difficile, e confronti verbali accesi e travolgenti che toccano il cuore anche grazie alla suggestiva colonna sonora di Paolo Buonvino. L’elaborazione del lutto, la perdita, l’abbandono, la paura di vivere davvero, sono i temi che rendono Padri e Figlie un film tenero e romantico da vedere, senza inutili sdolcinatezze e scontati clichè.
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GABRIELEMUCCINO “ogni volta che vedo questo film mi commuovo e non so perchè” di Letizia Rogolino
nuovo film realizzato oltreoceano, Padri e Figlie,
splendida ragazza che vive a New York: da anni lontana dal padre, combatte i demoni della sua
che sarà nelle sale italiane dal 1° Ottobre e negli
infanzia tormentata e la sua incapacità di
Stati Uniti il prossimo Dicembre. Una bella
abbandonarsi ad una storia d’amore. “Ogni film ha
sorpresa dopo l’ultimo infelice Quello che So
la sua storia. Qualunque regista in America per
sull’Amore del 2012, con Russell Crowe e
lavorare deve fare un lungo percorso, dal cinema
Amanda Seyfried protagonisti insieme ad un cast
indipendente ai festival e così via…io invece stavo
d’eccezione come Octavia Spencer, Diane
scrivendo un film dopo Ricordati di Me e ho
Kruger, Aaron Paul, Jane Fonda e la piccola
letto un articolo in cui Will Smith parlava di me.
Quvenzhane Wallis. Il film racconta la storia di
Così ci siamo incontrati e ho fatto il primo film con
Jake (Russell Crowe), un romanziere di successo
lui, La Ricerca della Felicità. Quindi ho battuto una
(vincitore di un Pulitzer) rimasto vedovo in seguito a
concorrenza molto forte, sono stato fortunato ma
un grave incidente, che si trova a dover crescere
Smith era convinto che fossi l’unico al mondo a
da solo l’amatissima figlia Katie, a fare i conti con i
poter fare quel film. Una storia assurda però è la
sintomi di un serio disturbo mentale e con la sua altalenante ispirazione. 27 anni dopo, Katie e’ una
mia storia” ha confessato il regista, aggiungendo:
Gabriele Muccino ha presentato a Roma il suo
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“Io voglio raccontare qualcosa di personale e
NEWSCINEMA attinente alla vita. Vorrei essere venuto dalla scuola di rompe la cataratta. Anche io ancora mi commuovo Ettore Scola, Oliver Stone, Woody Allen, Zavattini con questo film e non so perché…forse perchè e fare alcuni film degli anni ’70 come “Un uomo da racconta qualcosa di profondo che sta lì dove non marciapiede”. Oggi invece gli studios fanno film per sappiamo raccontandolo in modo onesto“. Il cast è vendere giocattoli (Twilight, Star Wars, Avengers) o sicuramente il punto di forza del film scritto da Brad che vengono da libri popolari e remake“. Nell’attuale Desch che emoziona e commuove con delicatezza. panorama del cinema contemporaneo, tuttavia, “Il ruolo di Amanda (Seyfried) era molto scivoloso Gabriele Muccino sembra non voler adattarsi e perché la figura di una donna che va a letto con molti seguire le dure regole del mercato: “Io non so fare uomini rischiava di far perdere il pubblico. Non film di questo genere e ho fatto delle scelte volevo che il pubblico non avesse simpatia per lei, discutibili…loro li chiamano film d’arte, difficili da quindi la sfida era quella di empatizzare il mettere insieme ma quando ti capitano sono come il personaggio, comprenderne le ragioni, partecipare al miele per l’orso“. Per l’ultimo film che ha deluso gran suo travaglio di autodistruzione e al rapporto che poi parte della stampa italiana ed internazionale, la salva. Lei ha un grande talento” ha dichiarato Muccino ha confessato di aver avuto le mani legate Muccino parlando della giovane attrice che dalla produzione: “Non potevo mettere mano alla sceneggiatura e il protagonista voleva scriversi le sue
abbiamo visto nel musical Les Miserables o nel romantico Letters to Juliet. Per la scelta di Russell
scene da solo”, mentre con Padri e Figlie ha avuto Crowe invece ha raccontato: “La sua fisicità che piena libertà e lo considera il suo “film più completo conosciamo da Il Gladiatore (conoscendolo vi con cui riesco ad impattare una zona dell’inconscio che risponde ad un’emotività non calcolata, ma è come un’onda che cresce con la fruizione del film e
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garantisco che è Maximus anche nella vita) gli permette di fare molti ruoli. Ho girato prima tutta la parte contemporanea con Amanda e lui è arrivato in
corsa, molto stanco dopo la fine delle riprese di un altro film, la promozione di Noah e altri impegni. Mi sono chiuso con lui due giorni nella sua casa e gli ho fatto vedere due ore di convulsioni su Youtube come benvenuto. Il suo personaggio è un combattente, ma la fisicità gli va contro…c’era il rischio di fare una cosa involontariamente comica”. Al centro del film, tuttavia, c’è l’amore nelle sue varie forme, all’interno della famiglia e tra le strade di una New York accogliente e da cartolina. “Io senza amore non saprei vivere, è ciò che muove il mondo ma credo che le donne abbiano un istinto a cercare l’amore più spiccato degli uomini. Lo vedo anche in mia figlia di 6 anni che ha quasi un atteggiamento materno nei miei confronti” ha concluso Gabriele Muccino, che ritorna in modo convincente dietro la macchina da presa.
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Emozionante storia d’amore di altri tempi ispirata all’omonimo romanzo dell’800 di Letizia Rogolino
Romantici di tutto il mondo unitevi. Dopo il film del solitaria, non sogna un marito e dei figli per sentirsi 1967 di John Schlesinger, il regista danese Thomas realizzata, fino a quando il sergente Frank Troy non Vinterberg riporta sul grande schermo Via dalla riesce a fare breccia nella sua vita e coinvolgerla Pazza Folla, adattamento cinematografico nell’esplorazione dell’amore e della passione. Ma dell’omonimo romanzo di Thomas Hardy. Al posto Gabriel Oak, un pastore che ne è innamorato da di Julie Christie e Alan Bates troviamo Matthias sempre, continua a starle vicino come un angelo Schoenaerts e Carey Mulligan per una storia custode, aspettando il momento in cui Bathsheba si renda conto del suo sentimento nei suoi confronti, d’amore di altri tempi, in cui i protagonisti si mettendo da parte i pregiudizi e congetture fin rincorrono per anni tra desiderio ed orgoglio. Bathsheba Everdene è una giovane donna che, in troppo razionali. David Nicholls firma la
sceneggiatura cercando di condensare in un film di epoca vittoriana, eredita una ricca proprietà terriera dallo zio defunto e ottiene una discreta indipendenza due ore un romanzo intenso e complesso dell’800, sfidando un autore come Hardy che non è molto economica. La sua bellezza e determinazione semplice da riassumere ed interpretare, ma il attirano l’attenzione di tre corteggiatori molto diversi risultato finale è convincente. Il film di Vinterberg che, uno dopo l’altro, la chiedono in sposa senza emoziona, commuove e riporta in auge quei valori successo. A differenza delle altre donne di quel classici di un amore fatto di attese, sguardi e piccoli periodo storico infatti, Bathsheba è indipendente e
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gesti, che i due interpreti principali rappresentano magistralmente. L’eleganza e la delicatezza di Carey Mulligan è centrale nel film, accompagnata da un carismatico Michael Sheen nei panni del più disperato dei pretendenti e dal giovane attore belga Schoenaerts, ormai onnipresente sulla scena hollywoodiana con gran merito. Vinterberg racconta questa storia d’amore con dolcezza ed empatia, utilizzando una regia asciutta e poetica che si nutre di inquadrature ampie e suggestive di paesaggi da sogno e scenografie fiabesche, all’interno delle quali si muovono personaggi intriganti e affascinanti. La musica di Craig Armstrong, compositore di Moulin Rouge, Love Actually e altre perle del cinema internazionale, accompagna il film con melodie romantiche e sinuose con un’eco di antichità e musica tradizionale. La scena in cui la stessa Mulligan intona una canzone accompagnata al pianoforte sembra fermare il tempo e immergere lo spettatore in una dimensione sospesa tra magia e misticismo che è difficile poi lasciar andare. Non serve paragonare il romanzo al film, come spesso si è portati a fare in un primo momento. Via dalla Pazza Folla è un film da vivere e da apprezzare come un’avventura sentimentale classica e nostalgica, sullo stile di Orgoglio e Pregiudizio, Espiazione o il celebre Via Col Vento, film che hanno sicuramente fatto uscire qualche lacrima senza tralasciare del tutto una giusta dose di umorismo british. Consigliato vivamente.
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Jake
GYLLENHAAL un attore dai mille ruoli di Alexia Altieri
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NEWSCINEMA Jacob Benjamin Gyllenhaal nasce a Los Angeles il 19 dicembre 1980. Figlio d'arte con il padre regista, la madre sceneggiatrice e la sorella attrice non si può negare che Jake abbia davvero il
di ermetismo: ciononostante l'allucinatorio mondo,
cinema nel DNA! La sua carriera inizia, infatti, fin da
attraverso la lente della schizofrenia di cui il
bambino, quando all’età di dieci anni appare sul grande schermo nella commedia Scappo dalla
protagonista Donnie è affetto, riesce ad emozionare – giocando sul campo espressivo
città – La vita, l'amore e le vacche (Ron
dell'inconscio. Appartengono a Gyllenhaal quegli
Underwood, 1991). Il debutto vero e proprio
occhi chiari e folli, illuminati della stessa luce
arriverà, però, qualche anno più tardi con il film
sinistra di cui brilla il film. La carriera di Jake
Cielo d'Ottobre (Joe Johnston, 1999) – film basato sull'autobiografia di Homer Hickam Jr, ingegnere spaziale della Nasa. Jake inizia a farsi strada nel mondo di celluloide indossando i sogni
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innumerevoli chiavi di lettura. Un film a cui è impossibile apporre un'etichetta, surreale e pregno volutamente deformato, che il regista
ci mostra
continua tra pellicole indipendenti – come l'ambiguo The Good Girl (Miguel Arteta, 2002) in bilico tra commedia e dramma, al fianco di Jennifer Aniston – a film “pop-corn” come il
e le ambizioni di un ragazzino nato in una piccola
fantascientifico campione d'incassi The Day After
città mineraria della Virginia nel 1957 con una smodata passione per il cielo, che riesce a
Tomorrow (Roland Emmerich, 2004) o Prince of Persia: Le sabbie del tempo (Mike Newell, 2010),
diventare un tecnico spaziale e a lanciare il primo
dalle tinte arcade. Nell'ultimo periodo, l'attore ha
razzo nello spazio. Tuttavia, la porta d'ingresso per far breccia nel cuore degli spettatori è
iniziato a dare sempre meno peso alle previsioni di Box Office e a prender parte a copioni più
rappresentata da Donnie Darko (Richard Kelly,
complessi, tra cui è doveroso citare i due thriller al
2001) – un cult cinematografico il cui significato
cardiopalma diretti da Denis Villeneuve:
non è universale, bensì desumibile attraverso
l'ossessivo Prisoners ed il criptico Enemy. Ma
21 Dal film DONNIE DARKO (2001)
quella che è da definirsi una vera e propria performance degna di nota è senz'altro quella nei panni dell'immorale e perverso paparazzo di cronaca nera Lou ne Lo sciacallo (Dan Gilroy, 2014): un thriller capace di entrare sottopelle e stimolare una triste riflessione sulla società in cui viviamo, in cui il dissoluto consumismo e la totale assenza di scrupoli fanno da sovrani. Jake traccia, con un'interpretazione da Oscar, il profilo di un sociopatico, figlio di una società malata che ha venduto l'anima al diavolo dei mass media in cambio di denaro sporco. Lou si macchia di un perverso voyeurismo che lo spinge a collezionare immagini brutali di sangue e dolore, da riciclare in prima serata per un pubblico che, seppur senza “sporcarsi le mani”, fa il suo gioco. Ed in effetti, è proprio questo il motore che fa funzionare la trama: il pubblico finisce per fare il tifo per quel subdolo antieroe. Lo sciacallo rimarrà per Jake un ricordo incancellabile – letteralmente: “Eravamo nel mezzo di una scena dove c'era uno specchio – ricorda l'attore – e io ho tirato un pugno nello specchio. […] È stata una decisione presa in quel momento”. Se per questa parte l'attore ha dovuto perdere oltre 13 chili, la lavorazione del recentissimo Southpaw – L'ultima sfida (Antoine Fuqua, 2015) gli ha imposto un duro training per poter arrivare ad avere una muscolatura da pugile professionista. Southpaw narra la storia di Billy “The Great” Hope, il campione di pesi massimi mancino – da qui il titolo – la cui vita prende inaspettatamente una piega tragica. Per confezionare questo film, il regista ha scelto la via del realismo: non è stata prevista nessuna controfigura per Jake – il quale aveva chiaro fin dall'inizio a cosa sarebbe andato incontro, come lui stesso afferma:
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NEWSCINEMA “Antoine mi ha avvisato subito: 'C'è solo una parola dell'allenatore che ha il volto di Forest Whitaker. In per spiegarti come fare, ed è sacrificio'. […] Fuqua parallelo, abbiamo visto l'attore alle prese con mi ha detto: 'Non possiamo bluffare come avviene in un'interpretazione diametralmente opposta a quella tanti film sulla boxe. Se vogliamo fare qualcosa di del pugile violento: parlo di Scott Fischer, impavido diverso, dobbiamo girare per davvero, il che vuol dire protagonista di Everest di Baltasar Kormákur – la che non avrai una controfigura e che tutto sarà pellicola a cui è stato concesso l'onore di aprire la ripreso come se stesse accadendo in quel 72° edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Il momento. Quindi dovrai imparare a combattere'. […]
film è basato sulla trama del romanzo di Jon
ero costantemente ossessionato da questa paura: Krakauer, Aria sottile e narra la straordinaria quanto tragica impresa di un gruppo di scalatori che nel sembrerò un'idiota quando salirò là sopra”. In origine 1996 perse la vita nel tentativo di raggiungere la cima la pellicola era stata pensata per essere il sequel di 8 dell'Everest. Jake ne parla in questi termini: “Questa Mile, con Eminem nuovamente nei panni del storia parla di ciò che un essere umano è disposto a protagonista, tuttavia del rapper resta traccia solo in fare nelle peggiori condizioni pur di sopravvivere e un brano della colonna sonora del film. La trama non si discosta eccessivamente dall'immaginario del non arrendersi, soprattutto quando arrendersi mondo della boxe che ormai è ben radicato a livello sarebbe così facile”. L'attore ci mostra due delle cinematografico: plasmato dalle pellicole che hanno infinite ed inesplorate facce a cui lo vedremo fatto la storia del cinema, a cui Jake si è prestare il proprio volto – l'una plasmata dal dichiaratamente ispirato: “Amavo molto Rocky come coraggio, l'altra deformata da un ghigno di rabbiosa tutti i ragazzi degli anni Ottanta, sono diventato attore sete di vendetta: “(Sono) Un amante delle sfide. E anche grazie a Toro Scatenato, ma non ero mai salito non solo al cinema, anche se quelle in Everest e sul ring”. Il film viene costruito sulla falsariga di un Southpark sono state parecchio impegnative”. Jake noto metatesto cinefilo: per risalire dall'abisso della Gyllenhaal è forse il più camaleontico tra le giovani sua sofferenza e tornare a combattere, Billy deve promesse del cinema contemporaneo e promette di imparare a difendersi – a usare l'astuzia e frenare la arrivare in cima alle classifiche, mossa dalla rabbia, avvalendosi anche del prezioso aiuto determinazione di un pugile prima di salire sul ring.
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Il paese dove gli alberi volano Eugenio Barba e i giorni dell’Odin diretto da Davide Barletti e Jacopo Quadri location Salento
La Puglia è tutta da girare. Puglia, scenes to explore. 24
MagicMIKE XXL
l’atteso sequel tra desiderio e bellezza di L.R.
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NEWSCINEMA
Un’elettrizzante esplosione di testoterone. Dopo il discreto successo del primo Magic
in modo sorprendente. E’ facile conquistare il pubblico femminile riunendo nello stesso
Mike diretto da Steven Soderbergh nel
film Joe Manganiello, Channing Tatum,
2012, il 24 Settembre arriva nelle sale italiane
Matt Bomer e Adam Rodriguez, ma come
Magic Mike XXL, l’atteso sequel scritto da
è accaduto per il primo capitolo del franchise, gli addominali e i bicipiti non
Reid Carolin e diretto da Gregory Jacobs che riunisce il gruppo dei Re di Tampa per un ultimo spumeggiante spogliarello a
tolgono spazio ad una storia intrigante e
Myrtle Beach. Mike si è lasciato alle spalle
sceneggiatura non brilla particolarmente per
la vita da spogliarellista ormai da tre anni. Anche gli altri sono pronti a gettare la spugna, ma vogliono farlo a modo loro dando vita ad un ultimo, incandescente spettacolo assieme al leggendario Magic Mike. Durante il viaggio, che passando per Jacksonville e Savannah li porterà sul palco della loro più attesa esibizione, consolideranno vecchie amicizie e ne faranno di nuove, impareranno nuove mosse e si scrolleranno di dosso il passato
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lineare, anche se poco originale. La i dialoghi, a tratti divertenti e a tratti scontati, ma il coro dei personaggi che Jacobs decide di mettere in campo funziona e crea un’alchimia coinvolgente per un film di puro intrattenimento e svago. La trama è quasi assente, ma non è indispensabile per un film come questo che punta tutto sulla spettacolarità dell’inquadratura, accompagnata dalla musica e dal giusto movimento. Ogni personaggio ha il suo momento. Da non perdere la performance
di Manganiello sulle note dei Backstreet Boys all’interno di un super market per conquistare la commessa. Il cast estremamente autoironico e legato da uno spirito di cameratismo naturale coinvolge il pubblico senza freni per un divertimento piccante che segue le regole di una teoria del piacere esplicita e dichiarata. Tuttavia la scelta di una narrazione on the road toglie spazio alle esibizioni dei protagonisti sul palco, piuttosto limitate rispetto al primo film, mentre si fanno strada stereotipi e superflue volgarità nei dialoghi e nella messa in scena. Non si avverte in particolar modo l’assenza di Matthew McConaughey nei panni di Dallas nel primo Magic Mike, ma Amber Heard, Elizabeth Banks e Jada Pinkett Smith offrono una convincente ed utile variante femminile del cast. Magic Mike XXL è una commedia itinerante che diverte ed intrattiene spingendo l’accelleratore sul desiderio e l’eccesso. Non è necessario trovare per forza una morale alla base del film, perchè gli ingredienti sono notti folli, night club, fisici scolpiti, balli compromettenti e muscoli in vista. Un film da vedere senza particolari aspettative, per assaggiare un po’ di piacevole follia e assecondare il detto: “Anche l’occhio vuole la sua parte!”.
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Janis
il ritratto di un artista fuori dagli schemi di L.R.
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La sezione Fuori Concorso della 72° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia ha ospitato
riflessione la Joplin ha combattuto per tutta la sua breve esistenza, scontrandosi con la famiglia e
Janis, il documentario di Amy Berg dedicato alla
sfuggendo alle etichette e alle convenzioni di un
star della musica rock degli anni ’70 Janis Joplin,
mondo corrotto e superficiale. Nata come blues
che sarà nelle sale italiane il prossimo 8 Ottobre distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm
woman inseguendo i suoi miti Bob Dylan e Otis
Collection. La tormentata artista, diversa dagli altri
pubblico con soli quattro album – Big Brother and
fin da piccola, ha conquistato il mondo con la sua
the Holding Company, Cheap Thrills, I Got Dem Of’
voce graffiante e carismatica che ha aperto la
Kozmic Blues Again Mama! e Pearl – che hanno
strada alle successive cantanti che si esprimevano con le stesse tonalità e stile. Il film della Berg alterna
lasciato il segno e hanno gridato alla rivoluzione di
Redding, Janis Joplin ha emozionato e coinvolto il
materiale di repertorio, fotografie, lettere personali
un pensiero e di un modo di vivere fuori dagli schemi. Impossibile non tenere il ritmo quando sullo
ed interviste a familiari e persone che hanno fatto
schermo appare la sua performance dei successi
parte della sua vita, costruendo un ritratto completo
Cry Baby e Piece of my Heart, o commuoversi
e toccante di una mente creativa e sensibile, distrutta dalla droga e dall’insicurezza. Infatti, a soli 27 anni, Janis Joplin è morta lasciando un vuoto nella scena musicale di quel periodo e, quarant’anni dopo quel triste avvenimento, la Berg celebra la sua vita e la sua arte con un documentario che, fortunatamente, ha trovato una distribuzione. Non è sempre facile essere se stessi e con questa
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vedendola sul palco dell’affollatissimo concerto di Woodstock. Janis non è solo un documentario ben confezionato e specchio di un approfondito lavoro di ricerca, ma un omaggio affettuoso ed intenso ad un artista incompresa da pochi e amata da molti, la cui voce dirompente e graffiante fa vibrare ancora oggi il cuore di numerose generazioni.
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Per Amor VOSTRO
Valeria Golino coppa Volpi per il ruolo nel film di Gaudino di L.R.
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NEWSCINEMA Quando tutto sembrava ormai finito, Giuseppe M.
l’insoddisfazione. “Vedo il buio anche di giorno”
Gaudino ha rivoluzionato il concorso della 72°
dichiara Anna in una scena, a sottolineare la sua
Mostra Internazionale del Cinema di Venezia,
condizione in bilico tra bene e male, tra amore e
regalandoci Per Amor Vostro, non solo un film ma
morte. Già dai primi istanti, i colori caldi e
un’esperienza emotiva e sensoriale unica che, come ha sottolineato Valeria Golino “ci trasporta
le immagini evocative accompagnate da ritmi di una musica tradizionale del Sud Italia, immergono
nell’universo di Beppe, in una Napoli astratta e
lo spettatore in un’atmosfera onirica e
recipiente dell’immaginazione“. Dopo La Guerra di
trascendentale in cui si avverte chiaramente il
Mario e La Kryptonite nella Borsa, l’attrice torna alla sua città natale per interpretare Anna, una donna fragile e forte, prigioniera della sua vita che procede velocemente senza tener conto dei suoi desideri e convinzioni. Il marito violento, coinvolto in affari illegali e i tre figli di cui uno sordomuto, mettono alla prova la donna che vede la sua vita spegnersi giorno dopo giorno, sentendosi impotente e sconfitta dal destino e dall’impetuoso susseguirsi degli eventi. La tremenda paura di diventare una “cosa da
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riferimento del regista ad un universo religioso predominante. Gaudino utilizza effetti speciali per esplorare una realtà visiva nuova ed efficace, che rafforza il simbolismo delle varie scene che trasformano in immagini la fantasia e il subconscio di Anna. La sensibilità di quest’ultima risente fortemente delle esperienze vissute all’interno della sua famiglia e nel suo ambiente lavorativo, mentre ricorda momenti della sua infanzia come campanelli di allarme del suo presente. Per Amor Vostro è un film costruito sul contrasto: luci forti e
niente” investe lei e altri personaggi del film, che
paesaggi estesi ma claustrofobici per la
iniziano una discesa libera verso l’oscurità e
protagonista si alternano ad emozioni positive
NEWSCINEMA vissute da Anna con i suoi figli e con l’amante interpretato da Adriano Giannini. L’ombra e la luce giocano sullo schermo nonostante la scelta di Gaudino di girare il film prevalentemente in bianco e nero, lasciando molto spazio alla musica dirompente e alla lingua dei segni per raccontare i sentimenti di personaggi sospesi, e creare qualcosa di impalbabile che arriva a scuotere il pubblico internamente. Un nuovo modo di raccontare quello del regista napoletano con un passato da documentarista, che realizza un film diverso ma bellissimo, ricco di suggestioni antiche e riferimenti cinefili e letterari. Valeria Golino si muove come una eroina in un’apparente proposta di neorealismo moderno, contaminato da un cinema sperimentale e una magica ritualità. Rimaniamo sospesi nella dimensione surreale del “Beppe pensiero” come dichiarano il cast e la troupe lo stile di Gaudino. Dal 17 Settembre al cinema.
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L’ Attesa l’opera prima di piero messina di Carlo Andriani
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NEWSCINEMA Un lutto, una casa isolata e due donne alle prese con una lenta e difficile conoscenza sono gli
protagonista della pellicola, Jeanne, interpretata
elementi portanti de L’Attesa, primo film italiano in
film insieme alla sempre impeccabile Juliette
concorso alla 72° edizione della Mostra del
Binoche. Sono proprio le due attrici e le loro
Cinema di Venezia. Diretto da Piero Messina,
struggenti interpretazioni il cuore dell’esordio di
assistente alla regia in film del calibro di This Must
Piero Messina, un film che pur citando qui e lì il
Be The Place e La grande bellezza, ed interpretato
regista de Le conseguenze dell’amore, prende poi
da Juliette Binoche, Lou De Laage e Giorgio
una direzione tutta sua, introiettando lo spettatore
Colangeli, L’Attesa racconta la storia di Anna (Juliette Binoche), una donna che, dopo aver
in una realtà in cui il tempo e lo spazio sono relativi. La casa, enorme e spoglia, rappresenta il
subito un terribile lutto, trascorre le giornate in
senso di solitudine di Anna, una donna afflitta da
solitudine nella sua grande e spoglia casa siciliana.
un vuoto incolmabile. Un vuoto che Jeanne
Una sera bussa alla sua porta Jeanne (Lou De
riempie con una spensieratezza ed una ingenuità
Laage), la fidanzata del figlio, arrivata da Parigi per conoscere la famiglia del suo ragazzo. Ma Anna
che Anna cerca in tutti i modi di mantenere intatti, pur sapendo che, prima o poi, il castello di bugie
nasconde un segreto che, mano a mano che passeranno i giorni, sarà sempre più difficile
da lei costruito crollerà rovinosamente. Ma l’attesa la aiuta a negare una realtà che non è ancora
rivelare a Jeanne… Vedere il prologo de L’Attesa e
pronta ad accettare. Una realtà fredda e concreta
non pensare a Paolo Sorrentino è pressoché impossibile. Immagini astratte e musica pop caratterizzano la scena che introduce la co-
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dalla bravissima Lou De Laage, asse portante del
che Messina porta sul grande schermo mantenendo l’atmosfera misteriosa e surreale dell’opera pirandelliana da cui prende spunto.
Ed il risultato è un gioco di regia, un prodotto artificioso che però convince. Messina, come
della pellicola, caratterizzate da un ritmo non sempre vincente e da qualche buco di
anche Sorrentino, sfrutta le sue indiscutibili
sceneggiatura. Aspetti che non privano l’ottimo
competenze tecniche regalando movimenti di
esordio di Messina di quella eleganza e quel
camera, immagini e idee di rara bellezza. E lo fa
fascino che solo le grandi opere hanno. L’Attesa
con una classe che intriga lo spettatore al punto da portarlo a sorvolare sulla staticità di alcune parti
verrà distribuito dalla Medusa Film in tutti i cinema
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italiani il 17 settembre 2015.
Inside out il nuovo film disney pixar ricco di emozioni di C.A.
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NEWSCINEMA calibro di Monsters & Co. e Up, Inside Out
che uniscono un alto livello di intrattenimento a momenti di emozione in grado di commuovere e
racconta la storia di Riley, una dolce undicenne alle
toccare il cuore. Ed Inside Out altro non è che
prese con un trasloco che la allontana dall’amato
l’ennesimo esempio di questo fantastico binomio
Minnesota, da tutti gli amici e perfino dal suo sport preferito, l’hockey su ghiaccio. Il trasferimento è
di emozioni, un capolavoro diretto da Pete Docter,
traumatico, la casa è spoglia, i genitori sono presi
delude le altissime aspettative risultando il più
dai problemi del lavoro e le emozioni prendono il
spettacolare film di animazione dai tempi diUp.
sopravvento: Gioia, Disgusto, Paura, Rabbia e
L’attenzione visiva e narrativa al più singolare dei
Tristezza, vere protagoniste della storia. Perché sono proprio queste emozioni a guidare Riley nelle
dettagli e la curiosa spiegazione di ogni meccanismo mentale che avviene nel nostro
sue scelte, nei suoi comportamenti e, ovviamente,
cervello, dalla genesi dei nostri sogni al completo
nei suoi stati di animo. Ma quando Gioia, per colpa
svanire di alcuni ricordi fino alla formazione di quei
di un tragico imprevisto, si trova confinata nel sub-
ricordi primari che ci accompagnano dalla nascita
conscio di Riley insieme a Tristezza (l’unica
fino alla morte, è sviluppata con una semplicità creativa che definire sbalorditiva è poco. Come è
Diretto da Pete Docter, lo stesso di capolavori del
emozione con cui non riesce a convivere), dovrà iniziare un epico viaggio per riportare Riley sulla
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il migliore autore di genere di sempre, che non
sbalorditiva la morale di un film come Inside Out
difficile strada della felicità. La Disney e la Pixar ci
che insegna ai più piccoli, ma anche ai più grandi,
hanno regalato alcuni dei più grandi capolavori
quanto sia difficile nella nostra mente e nel nostro
della storia dell’animazione: Toy Story, Wall-E,
cuore un equilibrio che bilanci con le giuste dosi la
Ratatouille, Monsters & Co., Up e tanti altri. Film
gioia e la tristezza. Perché ogni momento, perfino il
più bello, un giorno sarà un ricordo e magari verrà rivissuto con un pizzico di nostalgia e di ovvia malinconia. Dopotutto non esiste gioia senza tristezza, paura senza incoscienza, disgusto senza piacere, rabbia senza tranquillità; tutte le emozioni sono importanti perché ci contraddistinguono come esseri umani. Ed un film come Inside Out è un imperdibile capolavoro capace di farci ridere e piangere mostrandoci l’importanza di convivere con le nostre emozioni. Inside Out uscirà in tutti i cinema italiani il 16 settembre 2015.
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Loro Chi? diretto da Fabio Bonifacci e Francesco Miccichè location Marina di Melendugno (LE)
La Puglia è tutta da girare. Puglia, scenes to explore. 40
intervista a pete docter
“Inside out è una versione pop della filosofia di jung” di L.R.
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iDopo averci regalato due gioielli dell’animazione come Up e Monsters & Co., il regista Pete
e giustizia e Disgusto che impedisce a Riley di avvelenarsi sia fisicamente che socialmente.
Docter torna al cinema il 16 Settembre con
Tristezza non sa bene quale sia il suo ruolo come
Inside Out, un viaggio colorato e divertente
del resto non è chiaro neanche agli altri. Quando
all’interno della mente umana. “Questa idea mi è
Riley si trasferisce con la sua famiglia in una
v e n u t a o s s e r v a n d o m i a fi g l i a e i l s u o cambiamento prima e dopo l’età di 11 anni. Poi ho cominciato a chiedermi come poter rappresentare questa idea in immagini. Si trattava di qualcosa di rappresentare qualcosa di astratto
nuova metropoli, le Emozioni dentro di lei si mettono subito al lavoro, desiderose di guidarla attraverso la difficile transizione. Tuttavia, Gioia e Tristezza vengono relegate in un angolo remoto della sua mente, lasciando spazio a Paura,
e renderlo poi più concreto. Cercavamo una
Rabbia e Disgusto. Gioia e Tristezza si avventurano in luoghi sconosciuti fra cui la
metafora che potesse rappresentare la mente
Memoria a Lungo Termine, Immagilandia, il
umana e abbiamo lavorato sul film in questo
Pensiero Astratto e la Cineproduzione, nel
senso” ha spiegato Docter durante la conferenza
disperato tentativo di tornare al Quartier Generale
stampa di Roma. Il Centro di controllo della
e da Riley. “Esprimere con il movimento i
mente di Riley, una ragazzina di 11 anni, è
sentimenti avviene in un modo ancora più
localizzato nel Quartier Generale, dove cinque
profondo di quello che si può fare con il corpo
Emozioni sono al lavoro, guidate dalla simpatica
umano. Qualcuno ha scritto online: “se i giocattoli
e ottimista Gioia, la cui missione è di garantire la
avessero sentimenti? Se gli oggetti avessero dei
felicità di Riley. Le altre Emozioni comprendono Paura che garantisce alla ragazza la sicurezza
sentimenti…e se i sentimenti avessero dei
necessaria, Rabbia che assicura il senso di equità
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sentimenti?” e l’ho trovato originale e divertente.
Quando pensiamo a fare un film vogliamo che il azzeccare questo film con questi personaggi pubblico provi emozioni. Questi personaggi
riusciremo a realizzare la nostra versione dei sette
hanno la caratteristica di un cartone animato in nani”… così abbiamo realizzato queste senso molto più ampio. Cerchiamo di fare film personalità caricaturali con le loro idee e opinioni. che sembrano sempre diversi gli uni dagli altri… Tutti vorremmo una vita felice, ma purtroppo non se ci sembra di avvicinarsi troppo ai film è sempre così, ci sono spesso difficoltà e precedenti cerchiamo di allontanarci e fare
problemi e la ragione per cui esistono altre
qualcosa di diverso” ha aggiunto il regista
emozioni oltre la gioia è perchè servono ad
sorridente e disponibile. “Il cortometraggio
affrontare queste difficoltà. Non c’è sempre il lieto
Reason and Emotion è un riferimento al libro fine” ha spiegato Docter analizzano i protagonisti Illusion of Life di Frank Thomas e Holly
di Inside Out, un film che pur essendo un film
Johnson che è un po’ una Bibbia per coloro che d’animazione ha un contenuto adatto a tutte le realizzano cartoni animati. Sono dei personaggi generazioni, grandi e piccoli. “Ci siamo divertiti che sembrano caricature esagerate e il molto studiando Freud, Jung e altri filosofi per produttore mi aveva detto: “se riusciamo ad cercare di saperne di più dell’essere umano.
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NEWSCINEMA Volevamo capire come funzioniamo, anche se in sembrava che cinque fosse il numero giusto, e realtà non lo sa nessuno quindi ci sono molte non c’era bisogno di affolllare la stanza con troppi idee conflittuali tra di loro. Essendo un film personaggi. Speranza per esempio l’abbiamo d’animazione per Inside Out ci siamo concentrati trasferita in Gioia come le altre varie emozioni più sulla parte divertente rispetto all’aspetto positive“. “Tutti noi della Pixar mettiamo qualcosa scientifico. Il ragionamento delle emozioni, come della nostra vita nei film. A me per esempio si ricordano le cose e si dimenticano…inconscio essere un genitore mi ha influenzato moltissimo, è e subconscio come una versione pop di Jung. E’ un’esperienza toccante che mi ha fatto riflettere stato tosto da scrivere, abbiamo provato varie sulla mia crescita e sul fatto di diventar grande versioni e poi ce l’abbiamo fatta“. “Abbiamo che ancora non ho ben elaborato“. Dopo un provato diversi tipi di emozioni prima di lavoro durato cinque anni, la Disney porta al selezionare queste cinque” ha continuato Docter cinema un film d’animazione unico e spiazzante, svelando come sono arrivati a scegliere i cinque che emoziona con delicatezza nei dialoghi e nelle irresistibili personaggi principali del film “Prima situazioni, arricchito da una veste estetica di c’erano anche orgoglio, speranza e altri… poi ci colori forti e sgargianti che attirano l’attenzione e trasmettono allegria.
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transporter legacy 45
NEWSCINEMA
Al cinema il reboot della saga prodotto da Luc Besson di C.A.
Dopo tre film ed una serie tv il 24 settembre compenso, a scappare dopo aver svaligiato arriva in tutti i cinema italiani The una banca. Quella che sembrava così una Transporter Legacy, il reboot della saga che “semplice” corsa in macchina tra le strade ha lanciato nel mondo del cinema action del Principato di Monaco, si trasformerà in Jason Statham. Prodotto da Luc Besson una missione per uccidere Arkady e Mark Gao, diretto da Camille Delamarre Karasov (Radivoje Bukvic), il trafficante ed interpretato da Ed Skrein, Ray che ha costretto Anna e le sue complici a Stevenson, Loan Chabanol e Gabriella prostituirsi quindici anni prima… Wright, The Transporter Legacy racconta la storia di Frank Martin (Ed Skrein), un autista disposto a fare “qualunque” consegna se ben pagato. Le sue regole
Solitamente sono gli americani a
prendere prodotti di successo di diversi paesi e a rielaborarli con grandi star, migliori effetti speciali ed un budget che è
spesso il quadruplo di quello utilizzato per il sono semplici: niente nomi, domande o film originale. Il caso di The Transporter ripensamenti. Ma un giorno si lascia Legacy è però diverso perché sono gli convincere dalla femme-fatale Anna (Loan stessi produttori, sceneggiatori e registi Chabanol) ad aiutarla, dietro un lauto
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NEWSCINEMA della saga con Jason Statham ad aver messo le meno coinvolgenti e, conseguentemente, anche mani su questo inatteso reboot. Un reboot che, meno divertenti. Ed alcune situazioni sono talmente purtroppo però, funziona solo in parte. Nonostante surreali e forzate (il personaggio interpretato da Ray Ed Skrein sia un protagonista più efficace e Stevenson cura una delle ragazze con delle seducente di Statham e The Transporter sia una ragnatele) da portare lo spettatore a ridere di gusto tipologia di film che si presta benissimo a anche quando non dovrebbe. Un aspetto che non è intrattenere, questa versione 2.0 è caratterizzata da però totalmente negativo perché The Transporter una regia di stampo televisivo, una sceneggiatura ricrea quelle “logiche dell’assurdo” alla Charlie’s che in modi improbabili cita I tre moschettieri di Angels che lo rendono un prodotto da non prendere Alexandre Dumas ed una storia ricca di troppe sotto- troppo sul serio. Il risultato è così un’opera modesta trame per risultare efficace. L’azione e le sequenze che, giocando sul fascino del protagonista e sui acrobatiche, punti focali della saga, essendo più panorami mozzafiato della splendida Costa Azzurra, improntati al realismo rispetto ad altre opere dello riavvia una saga probabilmente fin troppo utilizzata stesso genere come i vari Fast and Furious, sono dal cinema e dalla tv negli ultimi dieci anni.
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La Prima Luce diretto da Vincenzo Marra location Bari
La Puglia è tutta da girare. Puglia, scenes to explore. 48
We are your Friends 49
NEWSCINEMA
La commedia musicale con Zac Efron sulle note della musica elettronica di C.A.
“Se sei un DJ tutto quello che ti serve è un laptop, un esplosiva di sempre. A complicare le cose ci sarà po’ di talento ed una traccia”. Con queste parole però Sophie (Emily Ratajkowski), l’assistente e Cole, il giovane DJ interpretato da Zac Efron, apre fidanzata di James, che instaurerà con Cole una We Are Your Friends, il brillante film diretto da Max relazione talmente profonda da portarlo a scegliere Joseph sul mondo della musica elettronica. Ambientato nella vita notturna di Hollywood, We Are Your Friends racconta la lenta ascesa al successo di Cole, un ventitreenne che trascorre le sue giornate a fare progetti con i suoi amici e a lavorare su quella
tra l’amore e la strada per il successo. Nell’epoca moderna non sono più le popstar a dominare il mercato musicale, ma i DJ, una categoria di artisti che, grazie al contributo dei vari David Guetta, Calvin Harris e Skrillex, ha il controllo delle
traccia che un giorno farà ballare il mondo intero. classifiche mondiali. Artisti di cui Max Joseph Un obiettivo reso possibile dal casuale incontro con mette in scena luci e ombre nell’atteso We Are Your James (Wes Bentley), un DJ di fama mondiale che Friends, un film che, seguendo il ritmo della musica gli svela gli ingredienti fondamentali per diventare un da club, ci porta nel misterioso, psichedelico ed a vero artista: uno stile personale e dei suoi suoni tratti estremo mondo dei DJ. Un mondo reali. Cole inizierà così ad ascoltare la musica che lo caratterizzato da party, droga e sregolatezze, ma circonda per dare vita alla traccia elettronica più a n c h e d a t a l e n t o e d e t e r m i n a z i o n e ,
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elementi indispensabili per diventare un nome in un settore estremamente competitivo come quello della musica elettronica. Ed è proprio questo settore, ancora così inedito dal punto di vista cinematografico, il centro dell’esordio dietro la macchina da presa di Joseph, un’opera caratterizzata da interessanti idee di regie che si adattano perfettamente alla soundtrack da urlo composta da hit come Desire degli Years & Years. Le immagini, patinate e ricche di colori, accompagnano perfettamente la musica, trasformando We Are Your Friends in un vero e proprio “trip” di 96 minuti che convince grazie alla originale regia di Max Joseph ed alle buone interpretazioni di Zac Efron e Wes Bentley, più che credibili nel dominare le folle alla consolle. Il risultato è così un film che, pur essendo un prodotto di puro intrattenimento, ha uno stile ricco e personale che lo rende un’opera pop irresistibilmente unica. La Notorious Pictures distribuirà We Are Your Friends in tutti i cinema italiani il 17 settembre 2015.
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Ritorno alla vita 52
NEWSCINEMA
James Franco vittima del senso di colpa nel nuovo film di Wim Wenders di C.A.
É stato presentato fuori concorso alla 65 edizione di solitudine, cerca di ricostruirsi una vita con del Festival Internazionale del Cinema di Berlino il Ann (Marie-Josée Croze), nonostante il peso del nuovo film di Wim Wenders: Ritorno alla Vita. suo fardello non sia mai venuto meno. Sarà Scritto da Bjørn Olaf Johannessen ed Christopher (Robert Naylor), l’altro figlio di Kate interpretato da James Franco, Charlotte ormai adolescente, a riaprire la ferita di Tomas Gainsbourg, Rachel McAdams e Marie-Josée portandolo finalmente sulla strada di una lenta e Croze, Every Thing Will Be Fine é una fiaba post- difficile guarigione. Il regista de Il cielo sopra moderna sul senso di colpa e sulla guarigione, Berlino torna nella capitale tedesca per ricevere che neanche il tempo può sempre assicurare. un meritatissimo Orso d’oro alla carriera e per Tomas (James Franco) ha tutto nella vita. É uno presentare il suo nuovo film, Ritorno alla Vita, scrittore brillante, é fidanzato con la bella Sara secondo esperimento con la tecnologia 3D dopo (Rachel McAdams) ed è amato praticamente da l’apprezzatissimo 3D Pina. Ma l’esperimento si tutti. Ma quando investe uno dei due figli di Kate può definire riuscito solo in parte. L’aspetto (Charlotte Gainsbourg) uccidendolo, la sua vita vincente di Ritorno alla Vita é l’atmosfera cambia radicalmente. Chiude la storia con Sara e sognante che si respira nel freddo ed imploso si rinchiude nel senso di colpa, prendendosi universo di Tomas. Un universo reso dai i fiocchi l’unica libertà di scrivere libri su libri. Gli anni di neve, dal 3D avvolgente e dalle splendide passano veloci e Tomas, dopo un lungo periodo musiche di Alexandre Desplat poetico, quasi
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fiabesco. Come é vincente l’idea di sviluppare il film in un arco temporale lungo 12 anni,
perdere più volte interesse allo spettatore, confuso da tanti elementi messi a caso e poco
stratagemma che consente allo spettatore di
approfonditi. Come i deboli e poco sviluppati
vedere l’evoluzione del lutto in Tomas, Kate e
personaggi di Sara e Kate, che sminuiscono le
Christopher,
tre persone che per una tragica
doti di due attrici del calibro di Rachel McAdams
coincidenza si ritrovano a lottare rispettivamente
e Charlotte Gainsbourgh. O la regia del grande
con il senso di colpa e con la scomparsa di un figlio ed un fratello. Ma se é apprezzabile la
Wenders, qui più volte indeciso sulla direzione da dare al film per poi approdare al più smielato dei
confezione di Ritorno alla Vita, é proprio il
finali. Aspetti che rendono Ritorno alla Vita uno di
contenuto a mancare di spessore. Perché, alla fine del film, non si capisce pienamente il senso
quei pochissimi film che dividono la critica.
dell’opera. E l’interpretazione monocorde di
resto questo é il prezzo da pagare quando si vede
James Franco e il ritmo spesso lento, fanno
un film d’autore.
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Perché un po’ lo si ama e un po’ lo si odia. Ma del
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NEWSCINEMA
LA PRIMALUCE
Riccardo Scamarcio in un’ emozionante lotta per la paternità tra Italia e Argentina di C.A.
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Tra i ritorni più attesi alla 72° edizione della Mostra del Cinema di Venezia c’è sicuramente quello del
intenzione di perdere tutto quello per cui ha lavorato. Il tormento di una vita che non le piace
regista Vincenzo Marra che, a distanza di tre anni
più porta così Martina a compiere il gesto estremo
da Il gemello, presenta il nuovo film interpretato da
di partire con Mateo senza lasciare nessuna
Riccardo Scamarcio, La prima luce. Ambientato
traccia; una decisione che costringerà Marco ad
tra l’Italia e l’America Latina, La prima luce
andare in Cile per impedire a Martina di portagli via
racconta la storia di Marco (Riccardo Scamarcio),
per sempre Mateo. La separazione, le diversità
un giovane avvocato che, preso dal lavoro, trascura il momento di crisi affrontato dalla
culturali/legali e l’affidamento di un minore tra due genitori di differenti origini sono i temi affrontati da
compagna Martina (Daniela Ramirez), decisa ad
Vincenzo Marra ne La prima luce, un film
abbandonare l’Italia per tornare una volta per tutte
coraggioso e complesso che convince grazie alle
in Cile dalla famiglia di origine. Una decisione resa
ottime interpretazioni di Riccardo Scamarcio e
impossibile dalla presenza del piccolo Mateo e dal
Daniela Ramirez ed alla onestà con cui il regista
veto assoluto di Marco che non ha alcuna
diTornando a casa ha deciso di sviluppare il film.
Nonostante la storia avesse tutte le peculiarità per giocare con la lacrima facile, La prima luce presenta un quadro completo e mai banale di una realtà che nella maggior parte dei casi ha un epilogo tragico. Una realtà che Marra analizza concentrando l’attenzione proprio sulla legge che, a causa di una serie di cavilli, finisce con il non garantire i diritti di tutti i componenti di una famiglia. Una questione delicata, rappresentata dal regista attraverso il senso di impotenza di Marco, un uomo che in un batter d’occhio vede la sua famiglia svanire in una città straniera abitata da sei milioni di persone. Una impotenza che però giustifica in parte il comportamento di Martina, una donna che, nonostante l’incuranza del marito, per amore ha rinunciato a tutto, compresa la sua famiglia ed il suo paese d’origine. Il quadro che emerge così da un film come La prima luce non è composto né da eroi né da anti-eroi ma solo da esseri umani, costretti a scontrarsi a causa di quelle differenze culturali e sociali che inevitabilmente ci caratterizzano. Una analisi dura ed interessante che, grazie ad una regia a fuoco, ad un ritmo vincente e ad una serie di interpretazioni eccezionali, prende vita in un’opera che racconta le sempre più grandi difficoltà della nostra quotidianità. La prima luce verrà distribuito dalla Bim in tutti i cinema italiani il 24 settembre 2015.
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IO E LEI
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Margherita Buy e Sabrina Ferilli protagoniste di una storia d’amore omosessuale di L.R.
lavorare con Margherita Buy per il nuovo film Io e
disagio nel dimostrare la sua relazione omosessuale in pubblico. Marina è un’imprenditrice determinata
Lei, nelle sale italiane dal 1° Ottobre. “Volevo tanto
ed ironica, sicura delle sue scelte e di se stessa, fino
lavorare di nuovo con Margherita e a Cannes mi è
a quando la sua dolce metà non entra in crisi
Dopo Viaggio Sola, Maria Sole Tognazzi torna a
capitato poi di incontrare Sabrina (Ferilli). Quando sono tornata a casa ho acceso la tv e ho visto per caso delle scene da Il Vizietto e l’ho interpretato come un consiglio che veniva dall’alto. Credo sia la prima storia d’amore italiana tra due donne
tradendola con un uomo. Federica, infatti, rimane vittima di una confusione personale che la mette alla prova e deve riuscire a capire la sua vera natura e la soluzione che la rende davvero felice. Come qualsiasi altra commedia romantica, Io e Lei ripercorre i passi più classici di una storia d’amore,
contemporanee che io ricordi negli ultimi anni al
dall’innamoramento e la stima reciproca, fino ai
cinema” ha spiegato la regista che, con questo film,
primi segnali di crisi che devono confermare la
racconta un amore diverso con delicatezza e semplicità. Federica e Marina vivono insieme da
solidità della coppia o virare verso l’abbandono e la fine di un sentimento esaurito. Nonostante le
cinque anni, e sono due donne completamente
protagoniste siano due donne e quindi sia inevitabile
diverse che si amano e condividono una normale
la riflessione sul tema dell’omosessualità, Maria
quotidianità. Federica è un architetto affermato, è divorziata e ha un figlio, ma mostra ancora un certo
Sole Tognazzi non sceglie di affrontare le solite
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NEWSCINEMA problematiche socio-politiche dell’argomento, storia per tutti per raccontare questo mondo da limitandosi a disegnare una naturale intimità tra due vicino e non in modo riduttivo” ha sottolineato persone che si vogliono bene e portano avanti la loro Francesca Marciano che ha firmato la vita insieme, tra alti e bassi. Alcune storie d’amore sceneggiatura insieme ad Ivan Cotroneo. omosessuali che sono passate recentemente sul Io e Lei è un film delicato ed elegante, da guardare grande e piccolo schermo con grande successo, anche solo per la coppia Ferilli-Buy che crea come La Vita di Adele e The Normal Heart, hanno un’alchimia irresistibile sulla scena. Il contrasto e le spinto sull’essenza di un rapporto costruito sul loro diversità caratteriali creano un equilibrio dolore o sull’intimità sessuale dei protagonisti. Io e esilarante e carismatico che coinvolge lo spettatore Lei invece segue le linee della commedia in una storia dal ritmo fresco e dinamico, anche sentimentale più classica, puntando molto sulla grazie ad una sceneggiatura lineare e brillante. Il film componente ironica e romantica della situazione, di Maria Sole Tognazzi accende una riflessione in senza trasformare i personaggi in macchiette o punta di piedi sui diritti legati al mondo omosessuale caricature. “Spesso gli omosessuali sono raccontati in tutte le sue sfumature, ma sottolinea anche che come protagonisti di una storia tragica o solo per la non è necessario irrompere nel pensiero collettivo loro diversità, diventando una sorta di macchiette utili con immagini esplicite o drammatiche per lasciare il solo per una situazione comica. Noi abbiamo voluto segno. Qui il sorriso leggero e sincero accompagna dargli una tridimensionalità, metterle in un film come momenti più riflessivi, accendendo comunque una protagonisti con tutte le sfumature del loro mondo. luce su un argomento che in Italia è ancora al centro Per noi era molto importante. Creare quindi una di polemiche e dibattiti in cui vige l’ignoranza.
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WOMAN 62
IN GOLD
Tutti conoscono il celebre Ritratto di Adele Bloch-
tutti i modi di riavere ciò che le è stato
Bauer I, ma non tutti sanno la toccante storia vera
indebitamente portato via… Quando Woman in
celata per oltre sessanta anni dietro questo
Gold inizia, la paura di trovarsi davanti l’ennesimo
capolavoro artistico di Gustav Klimt. Una storia
legal-drama assale lo spettatore. Eppure, dopo
che Simon Curtis, il regista di Marilyn, racconta
una prima parte non del tutto convincente, il
nell’intenso ed emozionante Woman in Gold; un
secondo lungometraggio di Simon Curtis
film interpretato da Helen Mirren, Ryan
incuriosisce ed affascina grazie all’eleganza
Reynolds, Katie Holmes e Daniel Bruhl che
dell’autore di Marilyn, all’emozionante soundtrack
porta sul grande schermo il caso di Maria
di Hans Zimmer ed alla stupefacente
Altmann (Helen Mirren), una donna che scopre,
interpretazione di Helen Mirren. Una formula di
alla morte della sorella, una lettera che testimonia i
successo già utilizzata da Stephen Frears per
tentativi di rientrare in possesso di cinque dipinti di
Philomena, quel piccolo capolavoro che nel 2013
Klimt, in passato appartenuti alla sua famiglia ed
emozionò il pubblico e la critica della 70° edizione
ora custoditi alla galleria Belvedere in Austria.
della Mostra del Cinema di Venezia. Tornano infatti
Aiutata dal giovane avvocato Randy Schoenberg
una protagonista interpretata da una grandissima
(Ryan Reynolds), Maria intraprende una battaglia
attrice del panorama cinematografico
legale che, passando per il cuore dell’establishment austriaco, la costringerà ad
internazionale (lì era Judi Dench, qui Helen
affrontare i ricordi dell’arrivo dei nazisti a Vienna.
Coogan/Ryan Reynolds) ed una ironia che, grazie
Un passato doloroso dal quale Maria cercherà in
ad una serie di irresistibili scambi di battute,
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Mirren), un aitante compagno di avventure (Steve
alleggerisce il tono della pellicola, smorzandone in parte la drammaticità. Nonostante alcune pecche di sceneggiatura portino, nella ricostruzione dell’arrivo dei nazisti, una perdita di tono e qualità nella narrazione, Woman in Gold convince quando concentra l’attenzione sulle emozioni ed i ricordi della protagonista che, inevitabilmente, costituiscono il cuore della pellicola. Una pellicola commovente ed entusiasmante che, citando sul gran finale il Titanic di James Cameron, porta la sua protagonista all’interno di un museo in cui i quadri non sono altro che i ricordi di quelle persone da cui la guerra l’ha costretta a separarsi per sempre. Woman in Gold verrà distribuito dalla Eagle Pictures in tutti i cinema italiani il prossimo 15 ottobre.
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THE PROGRAM il biopic su lance armstrong con ben foster di C.A.
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NEWSCINEMA ciclismo, pensò che non si potesse vincere senza
meccanismo basato sulla menzogna che trasformò quello che era a tutti gli effetti un vero e proprio
doping”. A scrivere queste parole è David Walsh, il
mito della comunità mondiale in un bugiardo
giornalista che, con il best-seller Seven Deadly
disposto a tutto per vincere…
“Lance Armstrong, osservando il mondo del
Sins: My Pursuit of Lance Armstrong, riuscì nell’impresa di distruggere uno dei massimi eroi sportivi della storia del ciclismo. Un'opera su cui Stephen Frears, il regista di capolavori come The Queen e Philomena, ha costruito The Program, un film che ripercorre la vita e la carriera di Lance Armstrong, dagli esordi nel 1993 e la lunga battaglia contro il cancro fino alle vittorie del Tour de France e la disfatta nel 1999 dopo la scoperta da parte di Walsh del cosiddetto “programma”. Il programma infatti, altro non era che un sofisticato sistema di doping che consentiva ad Armstrong di vincere le gare e superare allo stesso tempo tutti i controlli durante le competizioni. Un ingegnoso
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Dopo aver raccontato l’emozionante storia della Regina Elisabetta in The Queen, Stephen Frears torna al biopic con The Program, un film che lo porta su terreni a lui sconosciuti come quelli del cinema sportivo. Un terreno su cui Frears, probabilmente bloccato da uno script di stampo documentaristico, si muove con difficoltà realizzando un’opera che avrebbe avuto bisogno di un autore dinamico come Danny Boyle per risultare veramente efficace. Quello che manca in The Program è infatti proprio l’aspetto emotivo che, nonostante le ottime performances di Ben Foster e Chris O’Dowd, risulta paralizzato in una resa talmente tradizionale da limitarsi a raccontare
NEWSCINEMA per filo e per segno la vita di Lance Armstrong, senza però analizzarne la personalità, le emozioni o, ancor più importante, quei demoni interiori che lo hanno spinto a tradire la fiducia e l’affetto dei milioni di persone per cui era di ispirazione. Una storia indubbiamente affascinante, resa però fredda e impersonale da un regista che, più che trovare un proprio stile, si è limitato a confezionare nel migliore dei modi un film che probabilmente non era nelle sue corde. Nonostante queste indubbie debolezze, The Program resta comunque il frutto di uno dei più grandi autori del cinema inglese; un frutto in parte acerbo che sfrutta il talento di Foster e l’elegante regia di Frears per raccontare una storia che avrebbe avuto bisogno di un briciolo di emozioni in più per risultare veramente convincente. The Program verrà distribuito da Videa in tutti i cinema italiani l'8 ottobre 2015.
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PECORE IN ERBA 68
NEWSCINEMA
Il piccolo esperimento geniale del giovane regista Alberto Caviglia di L.R.
Un piccolo esperimento geniale. Così si potrebbe sua figura un mokumentary, ovvero un finto definire Pecore in Erba, l’opera prima del giovane documentario che inventa un nuovo modo per regista Alberto Caviglia che arriva nelle sale italiane parlare di antisemitismo, pregiudizio e diversità. Il il 24 Settembre distribuito da Bolero Film. Davide registro scelto è quello della satira, che permette al Giordanointerpreta il giovane Leonardo Zuliani, un racconto di giocare e divertire lo spettatore, ragazzo che scompare nel 2006 senza lasciare trattando un tema molto complesso e sempre traccia, dopo aver condotto una vita piena e attuale, nonostante le radici antichissime che hanno tortuosa all’insegna di una lotta personale contro gli sconvolto più volte la storia del mondo e delle varie ebrei. Infatti, fin dalla tenera età, Leonardo sembra popolazioni, divise dall’appartenenza religiosa e da mostrare i sintomi di una vera e propria intolleranza un’ideologia. Alla base di Pecore in Erba risulta antisemita che lo spinge ad alcune scelte di vita che, evidente un intenso lavoro di ricerca e da adolescente, lo portano sotto i riflettori. La notizia documentazione che la produzione ha effettuato per della sua scomparsa diventa un’emergenza trovare il materiale utile a ricostruire la vita del nazionale e, dalle piccole e caratteristiche strade di protagonista e il contesto storico e politico che fa da Trastevere, Leonardo diventa un simbolo di sfondo alla sua impresa originale e folle allo stesso speranza e libertà in tutto il mondo. Caviglia ha tempo. Geniale l’idea di immaginare questo inventato un genio della comunicazione, fumettista, “antisemita puro” che porta avanti un pensiero chiaro stilista, scrittore e attivista per costruire intorno alla e univoco perchè la natura lo ha creato così e non è
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vittima di un lavaggio del cervello o influenze dall’esterno. Il film procede costruendo una storia dalle testimonianze dirette dei familiari e amici di Leonardo, mentre il suo psicoanalista ne delinea un ritratto personale basandosi sulle sedute che ha avuto con il ragazzo. Caviglia tira i fili di un gioco elegante e convincente in cui personaggi immaginari convivono con quelli reali all’interno di contesti realistici come talk show, case, luoghi di ritrovo e vie della città di Roma facilmente riconoscibili. Tra i volti noti che si alternano nel cast appaiono Carolina Crescentini, Francesco Pannofino, Vinicio Marchioni, Vittorio Sgarbi, Gianni Canova, Corrado Augias, Giancarlo Magalli, Enrico Mentana e tante altre personalità della tv e dello spettacolo che interpretano se stessi raccontando la loro opinione su questo ragazzo considerato un po’ il Forrest Gump che ha cambiato la storia. Pecore in Erba è un esperimento divertente e satirico che lancia diversi spunti di riflessione di natura sociale e politica, nonchè culturale e fa sperare in un cinema italiano capace di rinnovarsi ed inventare qualcosa di nuovo, fresco e creativo.
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UN’OCCASIONE DA DIO
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NEWSCINEMA
La commedia con Simon Pegg
e il cane doppiato da Robin Williams di A.A.
Nessuna arca da costruire e nessun Dio in divino di poter far accadere ogni cosa smoking bianco con le sembianze di voglia. In questo modo, qualora le azioni Morgan Freeman: Un’occasione da Dio si dell’uomo in questione fossero ritenute discosta completamente dai precedenti animate da fini nobili, il nostro pianeta Una settimana da Dio e il suo spin-off avrebbe potuto salvarsi dalla Fine. Un’impresa da Dio, portando sul grande Sfortunatamente, l’uomo designato come schermo una comicità old school, senza presunto “salvatore del pianeta” è un alcuna traccia di cinismo o malizia. Il film è insegnante inetto e pasticcione, dalla diretto da Terry Jones, il quale si è proverbiale sfortuna in ogni campo, di
dichiaratamente ispirato al romanzo nome Neil Clark (Simon Pegg). La trama L’uomo che faceva miracoli redatto da scorre leggera attraverso una serie di Herbert George Wells nel 1898. La pellicola si apre su uno scenario
siparietti, alcuni esilaranti, altri macchiati di prevedibilità e cliché già esaurientemente rivisitati in pellicole di questo genere. Così,
fantascientifico con un consiglio Neil, l’uomo nelle cui mani risiede l’enorme intergalattico di bizzarri alieni animati in live responsabilità di salvare il mondo dalla action che discutono sul futuro della Terra: catastrofe, beneficia dei suoi poteri per far prima di annientarla, però, decidono di in modo che i bisogni del suo cane Dennis conferire a un terrestre a caso il potere (Mojo) si auto-puliscano, per far resuscitare
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NEWSCINEMA
i morti o provare l’ebrezza di essere il Presidente di far nascere un sorriso sul viso dello spettatore, degli Stati Uniti per pochi minuti. Tra una ma anche perché la sua voce originale strofinata e l’altra alla sua personalissima appartiene al compianto e indimenticabile Robin Lampada di Aladdin, Neil finisce per trasformare Williams. Un’opera, questa, da gustare tutta d’un il suo collega in una specie di divinità induista, fiato, dove i cattivi non fanno davvero paura e il per aprire una voragine nel soffitto di Catherine mondo sarà salvato nientemeno che dall’astuzia (Kate Beckinsale), la vicina di casa che vorrebbe del simpatico cagnolino, Dennis: insomma, una conquistare, solo per poterla ammirare di sospensione dell’incredulità è necessaria per nascosto, e dà la parola al proprio fedele amico a goderne appieno! Poi, se tornando a casa, vi quattro zampe. Dennis è la vera star del film, non verrà naturale agitare la mano per aprire la porta solo per le brillanti battute che non mancano mai d’ingresso, allora les jeux sont fait!
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EVEREST parlano i protagonisti a cura di Carlo Andriani
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NEWSCINEMA
INTERVISTE
Il regista Baltasar Kormàkur parla del suo nuovo film Everest di C.A.
Ha aperto la 72° Mostra del Cinema di Venezia Everest, il kolossal diretto da Baltasar Kormàkur ed interpretato da un cast stellare composto da Jake Gyllenhaal, Jason Clarke, Emily Watson, John Hawkes, Josh Brolin, Keira Knightley, Robin Wright e tanti altri. Tratto dal saggio Into Thin Air di Jon Krakauer, la stesso autore di Into the Wild, Everest porta sul grande schermo la spedizione che nel 1996 costò la vita a otto persone. Una tragedia che, grazie alla Universal Pictures, Kormàkur rappresenta attraverso un’opera ricca di emozioni. Emozioni che il regista Baltasar Kormakur ha condiviso con noi, raccontandoci l’esperienza sul set, le difficoltà del progetto ed i legami instaurati durante le riprese del film. Che sensazioni ha provato nel dirigere un film come Everest? É stata un’esperienza incredibile, complicata e ricca di responsabilità ma sono soddisfatto del risultato finale perché ho girato il film con grande onestà. Non sono preoccupato se piacerà o meno. Esistono tante opinioni diverse e non credo sia importante se la gente lo ami o lo odi, il giudizio delle persone è una realtà che va al di là del mio controllo. Anche perché il mio obiettivo non era fare un classico film hollywoodiano sulle montagne. Sono molto orgoglioso di aprire questo Festival.
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É stato difficile raccontare questa storia? Molti libri hanno raccontato questa vicenda. Questa è una storia che negli anni ha dato vita a opinioni molto diverse. Ho cercato di prendere gli elementi fondamentali e di rappresentarli sul grande schermo con un certo realismo e senza seguire il classico stereotipo hollywoodiano. Che cosa spinge i protagonisti della pellicola a rischiare la vita per scalare l’Everest? Non mi piace giudicare le persone, non faccio documentari come Michael Moore e credo nel rispetto delle opinioni altrui. Ognuno deve inseguire i propri sogni, anche quelli più personali. Ovviamente i protagonisti di questa vicenda non volevano scalare una montagna per morire. É un discorso che vale per le corse con le macchine e per tutte le realtà pericolose, come anche attraversare l’Atlantico. Non fraintendetemi, non difendo la commercializzazione di questo tipo di realtà, ma neanche critico chi intraprende queste imprese. Chi decide di scalare l’Everest non lo fa per morire ma per mettersi alla prova. Perché ha deciso di utilizzare la tecnologia 3D? Ho usato il 3D per ricreare il volume della montagna. Lo spettatore infatti riesce così a percepire l’altezza, il senso di morte e l’imponenza dell’Everest. Non ho usato il 3D per spaventare il pubblico, ma per fargli percepire la grandezza del tutto. Quali sono i suoi progetti futuri? Ho iniziato come attore ma non ho avuto molto successo. Successivamente ho diretto degli spettacoli teatrali e sono passato al cinema. Mi sento molto fortunato. Ora sto lavorando ad un progetto sui Vichinghi. Mi piacerebbe creare una saga.
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NEWSCINEMA
Intervista a Jake Gyllenhaal e Jason Clarke: “Una realtà che possiamo solo sfiorare!” Ha aperto la 72° Mostra del Cinema di Venezia Everest, il kolossal diretto da Baltasar Kormàkur ed interpretato da un cast stellare composto da Jake Gyllenhaal, Jason Clarke, Emily Watson, John Hawkes, Josh Brolin, Keira Knightley, Robin Wright e tanti altri. Tratto dal saggio Into Thin Air di Jon Krakauer, la stesso autore di Into the Wild, Everest porta sul grande schermo la spedizione che nel 1996 costò la vita a otto persone. Una tragedia che, grazie alla Universal Pictures, Kormakur rappresenta attraverso un’opera ricca di emozioni. Emozioni che gli interpreti Jake Gyllenhaal e Jason Clarke hanno condiviso con noi, raccontandoci l’esperienza sul set, le difficoltà del progetto ed i legami instaurati durante le riprese del film. Come è stato lavorare con un attore australiano come Jason Clarke? Jake Gyllenhaal: Non mi piace fare generalizzazioni e parlare di una persona davanti alla diretta interessata, ma lo farò. Quello che posso dire è che negli australiani c’è una chiarezza e una gentilezza fuori dal comune. Mi è capitato spesso di lavorare con loro ed è sempre stata una esperienza molto gradevole, come sul set di Brokeback Mountain. Noi tendiamo a creare delle gerarchie mentre loro spesso riescono a lavorare e ad instaurare al contempo una forte esperienza di cooperazione e condivisione. Poi vedere la dedizione che Jason ha messo nel ruolo ed il legame che ha creato con la famiglia di Rob è stato travolgente. Parliamo di una realtà che possiamo solo sfiorare senza mai toccarla veramente.
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NEWSCINEMA Quali sfide avete affrontato nelle vostre vite? Jason Clarke: Non lo so, non ho rimorsi, amo la mia vita. Essere un attore è una sfida, è un business duro. Jake Gyllenhaal: E’ una domanda che mi hanno già fatto molte volte. Non penso ci sia una risposta. L’Everest è una metafora, rappresenta le tante sfide della vita, non una in particolare. Personalmente non scalerei l’Everest, sono un attore. Mi piace spingermi al limite nel mio settore e lascio fare la stessa cosa alle persone nei rispettivi campi di competenza. Quale è stato il momento più emozionante durante le riprese? Jason Clarke: Sicuramente vedere la montagna perché quando ti accorgi della grandezza dell’Everest ridimensioni tutto. Quale è il senso di un film come Everest? Jason Clarke: Quando conosci la storia originale apprezzi quello che il regista e gli sceneggiatori hanno fatto anche solo nel selezionare gli eventi da raccontare. Il film sottolinea l’importanza di non farcela pur essendo arrivati lontano. Avete mai vissuto delle esperienze estreme? Jake Gyllenhaal: Non ho mai scalato una montagna come l’Everest ma ho vissuto qualche tempesta di neve e posso dire che è veramente difficile capirci qualcosa in certe situazioni. Jason Clarke: Durante una scalata notturna sono rimasto al buio e senza una corda. In quel momento mi sono sentito impaurito, perso. Rob invece non era spaventato, ma cosciente. E’ incredibile.
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JOSHBROLIN
Intervista all’attore Josh Brolin:
“Faccio film per raccontare storie belle” Quale è stata la scena più difficile da girare? Il regista voleva continuassi a ripetere una scena particolarmente difficile da girare. Non ne potevo più, avevo ormai la faccia piena di neve e mi chiedevo perché dovessi continuare a rifarla. La scena in questione è una di quelle sequenze rischiose che possono veramente venire male. Ma rivedendola sul grande schermo mi sono accorto che effettivamente funziona. La gente si commuove quando la vede. Fare questo film non è stato facile ma mi ha permesso di capire tante cose importanti. Non faccio questo mestiere per fare film che nessuno vuole vedere, ma per raccontare storie bellissime come questa. Che cosa può raccontarci del suo personaggio? Il mio personaggio all’inizio del film non è particolarmente simpatico, ma lentamente emerge la sua vulnerabilità e lo spettatore capisce che sta affrontando delle situazioni molto difficili.
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Ha mai vissuto delle esperienze estreme? Ho scalato alcune montagne in California, ho affrontato il freddo ma non ho provato nulla che si avvicini anche solo lontanamente a quello che ha vissuto Rob. Noi raccontiamo una storia e cerchiamo di simulare il più possibile la realtà per avvicinarci allo spettatore. Nel corso della sua brillante carriera ha mai avuto paura di fallire? So perfettamente cosa voglio. Il mio timore più grande è rendermi conto sul punto di morte di non aver fatto delle cose importanti. La paura di sbagliare c’è sempre. Anche quando ho girato Bush c’erano tante possibilità di fallire. Ero stressatissimo, avevo la faccia paralizzata dall’ansia. A volte ci guardavamo con Oliver Stone e ci chiedevamo “cosa stiamo facendo?”. Ma alla fine è andata bene. Che cosa la gratifica di più come attore? Per me la cosa più bella è lavorare con i fratelli Coen. Loro hanno uno stile particolare, ti mandano il miglior copione della tua carriera e ti invitano ad interpretare una parte con estrema tranquillità. Poi lavori una mezza oretta in cui ti sembra non succeda quasi nulla, ti danno l’ok e alla fine ti accorgi di aver fatto uno dei migliori film mai visti. Sono due registi estremamente intelligenti, girano in modo veloce, non ti fanno complimenti anche se realizzi la migliore scena della tua carriera ma sono unici. Il film è riuscito a rappresentare realisticamente la storia originale? Ci sono tante versioni di questa storia. Queste persone stavano sull’Everest dove le condizioni sono talmente estreme che non riesci più a ragionare. E’ normale che non ci sia una descrizione precisa di quello che accadde.
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tutte lo vogliono
la commedia con enrico brignano e vanessa incontrada di C.A.
Il 17 settembre la 01 Distribution distribuirà in tutti Sessuale), l’esperto di sesso consigliatole dalle i cinema italiani la nuova divertente commedia degli amiche prima rincontrare Raffaello. L’inaspettato equivoci diretta da Alessio Maria Federici, Tutte lo
incontro tra i due creerà una serie infinita di
vogliono. Interpretata da Enrico Brignano, Vanessa tragicomici imprevisti che cambieranno la vita di Incontrada, Giulio Berruti e Ilaria Spada, Tutte lo Chiara insegnandole che, il più delle volte, ciò che si Vogliono racconta la storia di Chiara (Vanessa
pensa di volere non è ciò che si vuole veramente…
Incontrada), una food-designer che, dopo quasi venti C’è un po’ di Harry ti presento Sally in Tutte lo anni, ritrova Raffaello (Giulio Berruti), il suo primo Vogliono, una commedia che, strizzando l’occhio ad amore. Bello come un tempo, e certamente meno una cinematografia di stampo americano, affronta impossibile di allora, Raffaello si interessa a Chiara, con umorismo un argomento inedito per il cinema che dopo una disperata ricerca trova così l’uomo italiano come quello del piacere sessuale femminile: Il della sua vita. Ma il destino ci mette lo zampino. 44% delle italiane finge a letto ed oltre il 50% degli Orazio (Enrico Brignano), uno sciampista per cani italiani non lo sa – racconta il regista Alessio Maria che dopo una serie di relazioni fallimentari preferisce Federici – è un problema di coppia che abbiamo la compagnia degli animali a quella delle donne, viene deciso di affrontare dal punto di vista maschile e scambiato da Chiara per il GPS (Generoso Partner femminile. Il nostro film, pur avendo molti pretesti per essere triviale, è una commedia divertente ed
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NEWSCINEMA elegante grazie all’ottimo lavoro degli
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sceneggiatori. Dopo Stai Lontana da Me, Federici
è il punto di forza di un film che si rivela alla fine una romantica e delicata storia d’amore arricchita da
confeziona un film che, tra citazioni (il camion
una colonna sonora di stampo internazionale e da
ricorda quello utilizzato in Scemo e più Scemo) e
tanti simpatici animali: “Le scene più divertenti da
doppi sensi, convince grazie alle ottime
girare sono state quelle con il maiale vietnamita e lo
interpretazioni di Enrico Brignano e Vanessa
scimpanzé francese – rivela Enrico Brignano –
Incontrada, irresistibili nei panni del falso GPS e
non è stato facile perché in una scena dovevo
della frigida e anorgasmica Chiara: “Nel 2015 è
guidare un pulmino ed allo stesso tempo parlare
importante riuscire a parlare di un argomento
con lo scimpanzé, ma alla fine ce l’ho fatta”.
delicato come il piacere sessuale femminile –
Tutte lo vogliono risulta così una commedia
dichiara Vanessa Incontrada – il film parla di una donna che riesce ad avere un orgasmo solo
raffinata, ironica e leggera che, nonostante alcuni immancabili cliché, diverte proponendo
quando smette di cercarlo”. Il sesso però,
qualcosa di diverso rispetto ai soliti film comici del
affrontato in maniera chiaramente edulcorata, non
cinema tricolore.
the green inferno la follia del nuovo film di eli roth di C.A.
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NEWSCINEMA Il 24 Settembre arriva al cinema il nuovo terrificante Durante la conferenza stampa di presentazione di film del maestro dell’orrore Eli Roth: The Green The Green Inferno Eli Roth ci ha raccontato alcune Inferno. Interpretato da Lorenza Izzo, Ariel chicche sulla lavorazione del film: “Volevo girare un Levy,Daryl Sabara, Kirby Bliss Blanton e Sky film totalmente folle. E’ stato fantastico lavorare in Ferreira, The Green Inferno racconta la storia della Amazzonia, li non c’è praticamente nulla, si vive studentessa modello Justine (Lorenza Izzo) che immersi nella natura. Abbiamo girato tra persone durante il suo primo anno di università conosce il che non avevano mai visto una telecamera e come bello e dannato Alejandro (Ariel Levy) , un ragazzo primo film ho proiettato Cannibal Holocaust che è da sempre impegnato in attività umanitarie di ogni diventato il loro unico modello di cinema”. A tipo. Colpita dal fascino delle iniziative di Alejandro sporcarsi le mani (e non solo) la modella e attrice e dalle terribili e selvagge abitudini di circoncisione italo americana Lorenza Izzo: “Non conoscevo femminile di alcuni popoli indigeni Justine decide di questo genere di film prima di girare The Green imbarcarsi in un pericoloso viaggio in Amazzonia Inferno, è un tipo di opere che ho scoperto grazie per bloccare la distruzione di un villaggio ad opera ad Eli. Ho imparato tantissimo da questa esperienza di una ditta edilizia. Giunti in loco i giovani sul set, queste popolazioni hanno una vita molto più inizieranno le loro attività umanitarie ma un guasto piena della nostra che va al di là della tecnologia e aereo li confinerà nel terribile villaggio degli Yahes (popolo da sempre noto per le abitudini primitive e dei lussi tipicamente occidentali”. Ma perché girare per gli atti di cannibalismo), dove Justine e i suoi un remake o un aggiornamento di un classico del amici scopriranno un nuovo lato dell’Amazzonia, un cinema splatter horror come Cannibal Holocaust? A lato rappresentato da un solo semplice appellativo: rispondere ancora una volta Eli Roth: “Adoro il The Green Inferno.
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cinema italiano, sono cresciuto con i film di
NEWSCINEMA
Argento, Fulci, Bava, registi eccezionali nel coprirsi gli occhi quasi un gesto involontario. I rappresentare la violenza sul grande schermo. cannibali mangiano occhi, strappano pelle a morsi, Ovviamente Cannibal Holocaust e Cannibal Ferox sbudellano e cucinano i poveri malcapitati con la sono stati la mia primaria ispirazione, due film dotati stessa naturalezza con cui trattiamo gli animali e di un realismo eccessivo, due opere talmente ben fatte da risultare quasi reali. Inoltre Deodato ha aperto nuovi generi ancora oggi ripresi dai registi americani come il mockumentary alla Cloverfield o
questo fa riflettere. Inoltre Roth, come nei suoi
precedenti film, rende i suoi protagonisti reali sottolineandone l’umanità attraverso alcuni atti naturali come dare di stomaco, avere problemi
intestinali, smorzare la tensione attraverso atti Paranormal Activity…” Ispirato e dedicato al cult del sessuali o semplicemente avere urgenza di urinare. cinema splatter horror Cannibal Holocaust (il E ovviamente l’impatto emotivo nei confronti dello secondo segmento si intitolava proprio come il film spettatore risulta enfatizzato perché è impossibile di Roth) The Green Inferno è un interessante e non identificarsi nei protagonisti della storia. A provocante esperimento di cinema di genere. Roth caratterizzare positivamente questo The Green ripercorre le vicende del film di Ruggero Deodato Inferno oltre agli ottimi effetti speciali e ad una regia riportandone il tema principale (la critica ai media, volutamente sporca e vicina ai tanto amati b-movie allora erano le tv qui sono i social networks) e l’ovvia o addirittura z-movie, possiamo citare anche truculenza, resa terrena da un uso di effetti speciali l’iconico e sempre funzionale humor nero old school (ottimi i trucchi del maestro Gregory tarantiniano che aiuta a stemperare le immagini Nicotero) e dalla quasi totale assenza della fredda e quasi intollerabili della pellicola. Ironico, violento, cult apatica computer graphica. E’ raro rimanere e divertente The Green Inferno conferma il talento di veramente colpiti dalle scene di un film horror, ma Roth ponendolo una volta e per tutte tra i registi questo The Green Inferno mette a dura prova lo horror piu talentuosi e personali della storia del stomaco dei suoi spettatori rendendo l’atto di cinema di genere.
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SERIE TV
the walking dead 6
anticipazioni e curiosità sull’attesa sesta stagione di A.A.
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NEWSCINEMA televisiva statunitense più vista di tutti i tempi!
Disperazione, gelosia, ossessione e malvagità si mescolano in un cocktail potenzialmente fatale
Creata dal regista de Il miglio verde, Frank
che accomuna tutti i sopravvissuti sotto il segno
Darabont, la serie si basa sull’omonima serie a
di esseri umani fallibili e deboli, in cui il pubblico
fumetti scritta da Robert Kirkman ed illustrata da
non fatica a immedesimarsi. Sullo sfondo di un
The Walking Dead è indubbiamente la serie
Tony Moore e Charlie Adlard. “Non è più la nostra serie, abbiamo delle responsabilità nei confronti dei nostri fan” – dice Andrew Lincoln, interprete del protagonista della serie, Rick Grimes, in occasione del Comic Con di San Diego del 2014. Ed è proprio così, poiché The
limite che li porterà a spogliarsi di etichette ormai futili, e a ritrovare i propri istinti primordiali, uno fra tutti quello di sopravvivenza. Rick Grimes fa da guida a questo gruppo di anime, smarrite in uno scenario che ricorda molto quello di La strada,
Walking Dead si può facilmente definire un
romanzo di Cormac McCarthy, in cui ogni
fenomeno culturale, le cui tematiche vanno ben
riferimento è perso, e ogni forma di quotidianità e
oltre gli zombie e i soliti ben consolidati topoi del cinema horror: la serie di Darabont parla di
“normalità” è andata sgretolandosi sotto i loro piedi. Rick era un poliziotto, questa la sua
emozioni autentiche, di rapporti umani, di istinto
posizione in una società di cui ormai non è
di sopravvivenza e del labile confine che
rimasta traccia dopo la diffusione dell’epidemia
differenzia i buoni dai cattivi. Nonostante la
che ha ridotto la maggior parte della popolazione
presenza di esseri surreali, quali sono gli zombie,
mondiale a creature non-morte, animate unicamente da un insaziabile impulso
in The Walking Dead è tutto molto realistico e
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futuro distopico e apocalittico, i protagonisti della serie sono chiamati a vivere una situazione al
tangibile: negli episodi la parola zombie non viene mai usata – sostituita da appellativi, tipo
cannibalistico. Un uomo dai forti principi morali
“ambulanti” – proprio per infondere una maggiore
strada facendo, qualcosa in lui si spezza, il suo
credibilità alla storia.
spirito vacilla e una parte di lui si smarrisce. Prima
che diviene suo malgrado leader del gruppo ma,
ancora di essere un uomo, Rick è un genitore e il suo unico scopo diventa quello di garantire, giorno per
nuovo stile di vita lo metterà in conflitto non solo con Rick, ma anche con tutta la comunità di Alexandria.
giorno, l’incolumità dei suoi due figli: Judith e Carl. Il
La differenza fondamentale tra lui e Rick è che Rick
leitmotiv di The Walking Dead, e probabilmente
ogni mattina si sveglia pensando ‘Che cosa posso
anche il segreto del suo successo, è che niente e nessuno è intoccabile: tutti possono morire, anche gli
fare per il mio gruppo?’ mentre Morgan, da quando
innocenti. La trama non risparmia nessuno e il
fare per me?’”. Nel corso di queste stagioni di The
pubblico non può che struggersi nel vedere cadere la
Walking Dead, se c’è una cosa che abbiamo
testa del buon Hershel Greene (Scott Wilson) e
imparato è che la tranquillità è un’illusione:
gioire al soccombere la minaccia de Il Governatore
ogniqualvolta i sopravvissuti credevano di aver
(David Morrissey): quando regna il caos è la legge del più forte a prevalere. Ma bando ai convenevoli! Il
trovato un luogo sicuro da cui poter ricominciare, ecco che tutto finiva nuovamente in tragedia. È il
12 ottobre 2015 andrà in onda in Italia il primo
caso della fattoria in cui in origine vivevano Hershel e
episodio della sesta stagione della serie – il cui trailer
le sue figlie, Beth (Emily Kinney) e Maggie (Lauren
anticipa un’amplificazione del pathos e un
Cohan), cui poi è seguita la prigione, che ha visto
moltiplicarsi di contrasti e tensioni. Come figura anche nella locandina ufficiale, la stagione sarà
dimezzarsi il gruppo per via di una grave malattia
incentrata particolarmente sulla contrapposizione tra
regnava una pace apparente, più finta dell’integrità di
Rick e Morgan, due uomini che sono profondamente
chi governava -, il raccapricciante Terminus e infine
cambiati nel corso degli episodi: l’uno vede nel
Alexandria. Alexandria sarà davvero un nuovo punto di partenza? Rick non sembra voler abbassare la
contrattacco l’unica possibilità di sopravvivenza, l’altro è animato da intenti pacifici. Sostanzialmente
ha perso suo figlio Duane, si chiede ‘Che cosa posso
infettiva polmonare, e poi ancora Woodbury – in cui
guardia, e lo vediamo apparire nel trailer con uno
quello che differenzia in modo consistente i due
sguardo acceso di una luce diversa – sinistra, folle.
uomini è, come lo stesso Lennie James (interprete di
C’è un altro grande dubbio sollevato dal trailer: la
Morgan) ha affermato in occasione del Comic Con a
donna che vediamo essere in procinto di essere sbranata dagli zombie è Maggie? Seppure l’episodio
San Diego, che “Morgan ora è in pace […] Il suo
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NEWSCINEMA finale della quinta stagione non abbia presentato un cliffhanger clamoroso, gli interrogativi cui troveremo risposta nella nuova stagione sono davvero tanti. Un mistero da risolvere è quello della W incisa sulla fronte di alcuni cadaveri – sembra sia l’iniziale di Wolves, uno spietato gruppo di assassini di cui Andrew Lincoln parla in questi termini: “È un’enorme minaccia, in un certo senso è la tempesta perfetta”. Manca pochissimo ormai. Gli zombie stanno tornando, pronti a divorare nuovi picchi d’ascolti e, con loro, anche il nostro gruppo preferito di sopravvissuti, al fianco del loro leader (lo sarà ancora?) Rick, la cui promessa rimane sempre valida: “Faccio del mio meglio per restare vivo”.
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SCREAM QUEENS
la nuova serie tv horror di ryan murphy di C.A.
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Se uniamo un cult horror come Scream ed una
a tinte horror che vede come indiscusse
comedy intelligente ed un po’ cattiva come Mean
protagoniste Emma Roberts nei panni di Chanel, la
Girls otteniamo Scream Queens, il nuovo attesissimo
leader della Kappa Sorority e Jamie Lee Curtis in
show di Ryan Murphy e Brad Falchuk. Interpretato
quelli di Cathy Munsch, l’autoritaria preside della
da un cast eccezionale composto dalla storica ed
scuola: “Chanel è tanto divertente quanto spietata -
indiscussa regina dell’urlo della saga di Halloween
ha continuato Ryan Murphy - tutto ciò che vuole di
Jamie Lee Curtis e da grandi interpreti come
più nella vita è essere la leader della Kappa”. Jamie
Emma Roberts, Lea Michele, Abigail Breslin,
Lee Curtis invece è la preside della scuola, una
Oliver Hudson, Ariana Grande, Nick Jonas e tanti altri, Scream Queens racconta la storia della
donna forte costretta ad avere a che fare con le cattive ragazze della confraternita. In un ruolo minore
confraternita femminile Kappa House che, a distanza
ma ricorrente per tutti e 15 gli episodi della prima
di venti anni dalla tragica morte di una studentessa,
stagione c’è anche Lea Michele che interpreta un
viene colpita da una serie di omicidi compiuti da un
personaggio decisamente diverso rispetto
serial killer chiamato Red Devil: “Io e Brad siamo
all’impeccabile Rachel Berry di Glee: “Ryan
ossessionati dagli slasher degli anni ’80/’90 - ha
Murphy per propormi di entrare in Scream Queens
dichiarato il produttore Ryan Murphy - il nostro
mi ha detto solo tre parole, Emma Roberts, Jamie
obiettivo era creare un divertente show in grado di
Lee Curtis e Collare e ho subito accettato anche se
unire Schegge di follia, Venerdì 13, Non entrate in
non avevo idea di cosa stesse parlando - ha svelato
quel collegio e tanti altri classici del genere. Poi molte
Lea Michele - Hester è uno dei personaggi più pazzi
donne mi avevano detto di non poter vedere
che io abbia mai visto, non avere capelli o trucco da
American Horror Story perché è troppo pauroso così
sistemare e fare un tipo di commedia più “fisica” è
mi sono chiesto: come faccio a fare qualcosa di
stato molto divertente”. Nonostante Scream Queens
spaventoso anche per questo tipo di pubblico?” E la
abbia un’indiscutibile vena humour, la parte horror è
risposta è proprio Scream Queens, un brillante show
altrettanto dominante, infatti di ben 25 personaggi ne
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sopravvivranno solo quattro: Solo quattro di loro vivranno. “E sei sei morto, sei morto e basta” ha affermato Murphy, eliminando qualsiasi dubbio su una eventuale ripetizione della struttura narrativa di American Horror Story - la seconda stagione vedrà i quattro personaggi sopravvissuti riunirsi in nuove location ed affrontare nuovi orrori. Come nel capolavoro firmato da Wes Craven ci chiederemo ad ogni delitto chi lo abbia compiuto perché, in un modo o in un altro, tutti potrebbero avere un “buon” motivo per essere Red Devil: È come i misteri di Agatha Christie, ogni settimana vi chiederete chi vivrà e chi morirà. La cosa bella di Scream Queens è che chiunque potrebbe essere Red Devil. La prima stagione di Scream Queens debutterà sulla Fox il 22 settembre 2015.
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Metal Gear Solid V The Phantom Pain 96
NEWSCINEMA
Il capolinea della serie firmata da Hideo Kojima di Claudio Valeriani
Era la fine degli anni ‘90 quando Metal Gear Solid fase di divorzio. Infatti dopo la rottura tra la Konami entrava prepotentemente nei cuori degli e Nakata gli appassionati della serie che da tempo appassionati dei videogiochi, sulla prima console aspettavano il finale di Snake hanno iniziato a della Sony, grazie al contributo di quello che viene temere una sua eventuale cancellazione, definito da molti un “genio” del settore, Hideo specialmente dopo la sparizione temporanea del Kojima. Era il terzo capitolo della serie, ma il primo nome Kojima dai manifesti del gioco e la a passare alla tridimensionalità, vendendo oltre 6 cancellazione del progetto Silent Hills a cui Kojima milioni di copie e ottenendo punteggi altissimi da stava lavorando per conto di Konami assieme al parte dei critici. Dopo oltre 15 anni e vari capitoli regista Guillermo Del Toro. Per chi non sapesse di siamo arrivati all'epilogo della saga, o almeno così che tipo di gioco stiamo parlando, Metal Gear Solid hanno dichiarato i produttori, anche se nell'industria V: The Phantom Pain è un action adventure in stile videoludica non si può mai sapere. E’ uscito infatti militare, la cui serie si contraddistingue per la forte in data 1 Settembre 2015 (dopo una gestazione componente stealth nello svolgimento delle particolarmente lunga e travagliata) The Phantom missioni. Grande novità dell'ultimo titolo è il taglio Pain, un capitolo sviluppato dalla Kojima sandbox dato dal team di Kojima che catapulta il Productions e pubblicato da Konami. Un titolo che giocatore in un mondo open world dove avrà la
ha dato parecchie preoccupazioni ai fan, le stesse piena libertà su come affrontare le missioni (l'ordine, che si hanno per un bambino, i cui genitori sono in gli strumenti da utilizzare, il metodo). Per esempio si
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potrà decidere di eliminare prima le torri radio per tagliare le comunicazioni ai nemici o richiedere diversivi in un punto distante della mappa. Il team di Kojima lascia a briglia sciolta il giocatore non guidandolo più all'interno del gioco con una sorta di copione nel raggiungimento della missione ma lasciandogli la possibilità di dare libero sfogo alla fantasia. Si potrà agire sull'ambiente circostante facendo saltare in aria strutture o ponti, limitando così lo spostamento dei nemici. The Phantom Pain riprende la storia dalla fine del capitolo precedente Ground Zeroes. Snake si risveglia dal coma dopo 9 anni dall'esplosione della vecchia base con il corpo martoriato da frammenti metallici e con un braccio robotico che sostituisce quello perso. Unitosi a Miller e Ocelot e ai Diamond Dogs, Snake fonderà un nuova base operativa e ripartirà alla ricerca di vendetta. Dopo un prologo iniziale di un’ora capace di incollare il giocatore allo schermo grazie a colpi di scena ed a tagli cinematografici carichi di emozioni, la storia lascia spazio all'anima ludica, per tornare solo in alcuni brevi momenti alla conclusione di una missione. L'aspetto game prende il pieno possesso del corpo principale del gioco unendo due aspetti di titoli precedenti: il lato gestionale della Mother Base tratto da Peace Walker e lo stile delle missioni di infiltrazioni rivedute e ampliate già visto in Ground Zeroes. Sarà proprio la Mother Base a ricoprire un ruolo fondamentale in questo epilogo; la sua gestione tramite menù (non sempre troppo semplice) permetterà al giocatore di sbloccare strumenti e aiuti al caro Snake durante le missioni a terra (potenziando il reparto di ricerca si potranno sbloccare nuove armi o un traduttore capace di aiutarlo negli interrogatori). Il potenziamento della base è legato al Sistema Fulton con il quale Snake potrà inviare alla base tutti i materiali e i veicoli recuperati oppure i soldati fatti prigionieri in modo da convertirli in truppe per il proprio gruppo (ciascun prigioniero recuperato avrà delle caratteristiche affinché lo si possa affidare al giusto reparto). Altra novità è la possibilità di scegliere 4 possibili spalle per il nostro Venom Snake: la muta e infallibile Quiet, il cavallo bianco D-Horse, il cane lupo D-Dog e un mini Metal Gear (tutti quanti ovviamente potenziabili con vari miglioramenti).
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Il Binocolo diventerà il migliore amico del nostro protagonista, grazie ad esso si potrà studiare il
missione si trasformi in un enorme scontro a fuoco ogni volta che si viene scoperti. Per quanto riguarda
campo di battaglia, marchiare i nemici in modo da
il compartimento grafico, Metal Gear Solid V: The
tenerne sotto controllo i movimenti e valutare il
Phantom Pain convince grazie all'utilizzo del Fox
m o m e n t o p i ù o p p o r t u n o p e r p ro c e d e re
Engine che garantisce quasi sempre 1080p e 60
all'infiltrazione, se scatenando un inferno di fuoco a colpi di armi automatiche o se optare per un
fps. La prestazione migliore il team di Hideo l'ha
metodo più silenzioso. Ovviamente la reazione e
ottenuta per quanto riguarda la gestione dell'illuminazione e del ciclo giorno-notte. Notevole
l'afflusso delle guardie una volta scoperti dipenderà
anche il comparto musicale che, mischiando tracce
dalle scelte fatte precedentemente; essi potranno
inedite a musiche degli anni '70 e '80, rende
richiedere rinforzi aerei a meno che il nostro Snake non abbia tagliato prima le comunicazioni radio.
evidente la mano e il gusto del genio di Kojima. In
Bisogna ricordarsi però che i nemici tenderanno a modificare il proprio equipaggiamento proprio in base allo stile di combattimento che il giocatore andrà a preferire (se uno ha l'animo del cecchino e predilige le uccisioni head-shot resterà deluso nel ritrovarsi con un elmetto in testa). Per facilitare la giocabilità, oltre alla mira assistita vi è la modalità Riflessi che entra in azione proprio quando si viene scoperti da un singolo nemico, rallentando per un attimo il gioco in modo da dare la possibilità al giocatore di colpirlo prima che dia l'allarme, piccoli compromessi che diminuiscono il realismo a favore però della giocabilità, impedendo così che ogni
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conclusione Metal Gear Solid V: The Phantom Pain è sicuramente un capitolo degno per la conclusione della serie grazie ad un ottimo gameplay ed una longevità strabiliante (più di 60 ore di gioco se si vuole scoprire ogni retroscena). Discutibile invece è la scelta di far ripetere alcune missioni con modalità hardcore per arrivare al vero finale del gioco (con nemici più resistenti o completamente in stealth), che può portare il giocatore all'esasperazione. La storia è in parte trascurata ma il prologo e il finale, degni della firma di Hideo Kojima, faranno discutere ancora a lungo grazie ad uno spettacolare epilogo della saga.
FUORISCENA una nuova visione del cinema
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La Strada, l’illustrazione ispirata al film Elizabethtown A cinque anni dal brillante Quasi Famosi, il regista
assistente di volo Claire (Kirsten Dunst) gli regala un
Cameron Crowe nel 2005, porta sul grande
po’ di serenità e gli permette di cambiare
schermo una storia d’amore on the road con Orlando Bloom, Kirsten Dunst, Jessica Biel e
prospettiva, aprendo gli occhi sulle immense possibilità del futuro e la ricchezza di esperienze che
Susan Sarandon. Parliamo di Elizabethtown, uno di
il mondo può offrire. Elizabethtown è una storia
quei film che raggiungono il successo grazie al
particolare, originale e coinvolgente, in cui
passaparola più che per un efficace distribuzione.
l’umorismo, la dolcezza e la malinconia viaggiano
Dopo un fallimento professionale, Drew Baylor
perfettamente in armonia lungo le immense highway
(Orlando Bloom) torna nella sua città natale per
del continente americano, passando per alcuni dei
essere presente al funerale del padre e sistemare
luoghi più indimenticabili della storia del Sud.
alcune faccende in sospeso che ruotano intorno alla
Giovanni Manna illustra su questa tavola uno dei
sua famiglia. Intraprende così un viaggio nell’ America del Sud che, tra incontri interessanti e
momenti più particolari del film, l’interminabile telefonata tra i due protagonisti che si conclude con
ricordi difficili, diventa un cammino di introspezione per il protagonista che cerca di mettere ordine nella
un incontro a metà strada per contemplare insieme l’alba di un nuovo giorno, mentre le delicate parole
sua vita, così bruscamente scossa da due eventi
di Laura Manaresi sottolineano l’inevitabile
tragici: l’improvviso licenziamento e la perdita di un
susseguirsi degli eventi e l’importanza di quegli
affetto fondamentale. Nel triste panorama che lo
incontri che segnano la strada di ognuno,
avvolge, l’incontro con l’eccentrica e solare
mostrandoci l’unica direzione possibile che è una sola.
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NEWSCINEMA
NEWSGAMES Le uscite di Settembre 2015 Playstation, XBox, Nintendo e Wii a cura di Claudio Valeriani
Arriva il mese di Settembre ed anche i videogiochi rientrano dalle vacanze estive con un cospicuo numero di uscite. E se il protagonista della prima decade del mese è il capolavoro di Hideo Kojima, Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, il resto di settembre è incentrato soprattutto sulle uscite di vari giochi sportivi, pronti a litigarsi le vendite, i premi e il favore degli appassionati per il 2016. Andiamo a vedere nel dettaglio:
1 Settembre: Metal Gear Solid V: The Phantom Pain (PC, PS3, PS4, Xbox360, Xbox One) è il capitolo finale della serie ideata da Hideo Kojima, l’ultima collaborazione tra la casa di sviluppo dell'ideatore e la Konami. Super Time Force Ultra (PC, PsVita, Ps4) è uno sparatutto platform con 50 nuovi livelli e 3 personaggi inediti che riprende la vecchia versione Super Time Force uscita per Xbox360 e One. 3 Settembre: Call of Duty: Advanced Warfare – Reckoning (Dlc – Pc, Ps3, Ps4, Xbox360, XboxOne) è il quarto e ultimo dlc per questo capitolo di Call of Duty con l'epilogo di Exo Zombies e 4 nuove mappe per il multiplayer. Runbow (WiiU) è un platform per Nintendo eShop di WiiU a scorrimento orizzontale in cui è possibile sfidarsi fino ad un massimo di 9 giocatori in simpaticissimi e coloratissimi livelli.
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NEWSCINEMA
Company of Heroes 2: The British Force (Pc) è la nuova pubblicazione della serie strategica COH2 sviluppata da Relic Entertaiment e ambientata nella Seconda Guerra Mondiale. Protagoniste di questo capitolo sono le truppe britanniche. Gunman Clive HD Collection (WiiU) è la versione per WiiU degli action platform in stile indie Gunman Clive 1 & 2 usciti per Nintendo 3DS. 4 Settembre: Mad Max (Pc, Ps4, XboxOne) è il gioco tratto dall'omonima serie di film, un action game post-apocalittico sviluppato da Avalanche Studios ed incentrato sui combattimenti tra veicoli. Nobunaga's Ambition: Sphere of Influence (PC, Ps4, Ps3) è il nuovo capitolo della serie strategica. Little Battle Experience (3DS) è il nuovo gioco di combattimento tra robot per il Nintendo 3DS tratto da una serie animata giapponese dove il giocatore può personalizzare il proprio robot e farlo combattere contro più di 100 altri tipi. Broken Sword V: La maledizione del serpente (Ps4, XboxOne) è l’avventura punta e clicca di George Stobbart e Nicole Collard per le console di next generation. In questo capitolo i due dovranno indagare sul furto di un misterioso dipinto. Rugby World Cup 2015 (Pc, Ps3, Ps4, Psvita, Xbox360, XboxOne) è il gioco ufficiale della Coppa del Mondo di Rugby sviluppato da HB Studios e distribuito da Ubisoft. 8 Settembre: Beyond Eyes (Ps4, Pc, XboxOne) è un gioco d’avventura con protagonista una bambina cieca traumatizzata da un incidente che percepisce il mondo attraverso gli altri sensi. Spaventata dal mondo sarà costretta ad affrontare pericoli di ogni sorta per ritrovare la sua amica gatta Nanì. Warhammer 40.000: Regicide (Pc) è il nuovo gioco strategico tratto dal famoso prodotto di Games Workshop. Leo's Fortune (Pc, Ps4 e XboxOne dall’11 settembre) è un gioco platform con protagonista Leo, un esserino alla ricerca del suo tesoro. Dragon Age: Inquisition – Trespasser (DLC – PC, Ps3, Ps4, Xbox360, XboxOne) 9 Settembre: Lovers in a Dangerous Spacetime (PC, XboxOne) è un action game ad azione cooperativa per un massimo di due giocatori con ambientazione spaziale in cui i giocatori dovranno attivare i vari sistemi difensivi per sopravvivere agli attacchi dei nemici; il tutto lavorando in coppia perché se si gioca da soli, il secondo giocatore verrà utilizzato dall'intelligenza artificiale.
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NEWSCINEMA
Castle Crashers Remastered (XboxOne) è la versione rimasterizzata con texture ad alta definizione del gioco Castle Crashers. 11 Settembre: Super Mario Maker (WiiU) è il nuovo capitolo platform di Super Mario in cui il giocatore avrà la possibilità di modificare e personalizzare i livelli dando sfogo alla personale fantasia. 15 Settembre: Destiny: Il Re dei Corrotti (Ps3, Ps4, Xbox360, XboxOne) è la nuova espansione (non compresa nel season pass) dello sparatutto di Bungie. The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited – Imperial City (Dlc – PC, PS4, XboxOne) 17 Settembre: NHL 16 (Ps3, Ps4, Xbox360, XboxOne) è il nuovo titolo dedicato all'hockey su ghiaccio sviluppato da EA Sports. Pro Evolution Soccer 2016 (PES 2016) (Pc, Ps3, Ps4, Xbox360, XboxOne) è la nuova edizione del gioco calcistico della Konami. World of Warships (PC) 18 Settembre: Forza Motosport 6 (XboxOne) è il nuovo titolo della famosa serie di simulatori automobilistici sviluppato in esclusiva per Microsoft (nata per rivaleggiare con Gran Turismo della Sony). Peculiarità del titolo di quest'anno è la collaborazione con la casa automobilistica Ford. 22 Settembre: Blood Bowl 2 (Pc, Ps4, XboxOne) è il secondo capitolo del gioco di sport ultra-violento basato sull'omonimo gioco da tavolo della Games Workshop che unisce i classici personaggi fantasy in stile Warhammer all'ambiente sportivo. Saint Seya: Soldiers' Soul (Pc, Ps3, Ps4) è il nuovo picchiaduro firmato Bandai Namco con protagonisti i Cavalieri dello Zodiaco. 24 Settembre: FIFA 2016 (Pc, Ps3, Ps4, Xbox360, XboxOne) è il simulatore di calcio dell'Electronic Arts che ha puntato su grandi rinnovamenti per mantenere il primato di gioco sportivo più venduto anche nel 2016. 29 Settembre: Sword Coast Legends (Pc) è il nuovo RPG basato sull'ambientazione Forgotten Realms di Dungeon's Dragons che offre oltre alla possibilità di giocare in singleplayer anche la possibilità multigiocatore (fino ad un massimo di 4 giocatori) che permette di ricoprire anche il ruolo di Dungeon Master (la classica figura del narratore nei giochi di ruolo cartacei), che potrà con una serie di strumenti creare le avventure per i propri compagni. Lego Dimensions (Ps3, Ps4, Xbox360, XboxOne, WiiU) NBA 2K16 (Pc, Ps3, Ps4, Xbox360, XboxOne) è l'edizione 2016 del gioco ufficiale di basket legato al campionato NBA.
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