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RESISTERE ALLE CARTOGRAFIE VIOLENTE

Introduzione

ANTONIO DI CAMPLI CAMILLO BOANO

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Inquesto volume si è provato a ragionare sulla nozione di ruralità intesa come processo ontologico. I vari saggi presenti in questo volume, contengono riflessioni su soggetti, istituzioni, spazi e strutture del rurale, identificando alcune delle condizioni all’interno delle quali alcuni spazi rurali italiani oggi si definiscono e si modificano.

La ruralità è una condizione al tempo stesso delimitata e sconfinata, attiva e ricettiva, prodotta e produttiva. Rendere esplicita la consistenza politica e ontologica del rurale significa ridefinire il campo dall’interno del quale, come architetti e urbanisti operiamo, attraverso politiche, piani e progetti. Tale ridefinizione agisce, indirettamente, nella costruzione stessa del rurale, un “luogo” sistematicamente concepito come spazio da addomesticare, da proteggere o da sfruttare: uno spazio subalterno. Il rurale è luogo della consolazione, delle radici, della possibile innovazione ecologica. Oppure è una piattaforma produttiva, un’infrastruttura ambientale, produttiva, uno spazio del leisure. Quasi sempre è un oggetto inerte1.

Tale concezione dominante del rurale “cosifica” le relazioni e i processi di produzione e di riproduzione, astraendoli. Questa, a sua volta, permette al rurale di essere utilizzato per promuovere e giustificare particolari ideologie, politiche, progetti.

William Reynolds (2017) descriverebbe tutto ciò l’esito di concettualizzazioni cartografiche violente del rurale2. La cartografia qui non è intesa come una mappatura neutra ma come pratica che esercita pressioni reali sullo spazio, sui soggetti, fin sulla carne dei suoi abitanti, modellando esperienze, relazioni, immaginari, forme dei corpi. Reynolds definisce le cartografie violente come veri e propri “diagrammi” attraverso i quali si controllano oggetti e situazioni non addomesticate. Questa dinamica è violenta nella misura in cui i processi vengono osservati e ridefiniti come entità statiche. Il rurale diventa così una cosa, uno spazio solido e delimitato. Qualcosa che contiene ed esclude. Si può dire

1. Si veda in particolare: Mörtenböck Pieter, Mooshamer Helge, Platform Urbanism and Its Discontents. nao 101 publishers. 2021 e Evans David S., Schmalensee Richard, The New Economics of Multi-Sided Platforms: A Guide to the Vocabulary (June 9, 2016). SSRN Electronic Journal, Disponibile in: https://ssrn.com/abstract=2793021. Accesso il 23 settembre 2022.

2. Reynolds William, Rural place: Media, violent cartographies, and chaotic disruptions. In Reynolds W.R. (Ed.), Forgotten places: Critical studies in rural education (pp. 31-43). Peter Lang, 2017.

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