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RADICALIZZARE IL RURALE
To try to understand the experience of another it is necessary to dismantle the world as seen from one’s own place within it, and to reassemble it as seen from his. [...] The world has to be dismantled and re-assembled in order to be able to grasp, however clumsily, the experience of another.
To talk of entering the other’s subjectivity is misleading. The subjectivity of another does not simply constitute a different interior attitude to the same exterior facts. The constellation of facts, of which he is at the centre, is different.
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John Berger, The Seventh Man
Iltitolo di questo capitolo indica la volontà di esercitare un’attenzione specifica nei confronti di quei caratteri così detti radicali che connotano i territori rurali contemporanei. Le riflessioni proposte in questo contributo fanno riferimento, ed è bene specificarlo sin nelle battute di avvio, ai contesti rurali italiani, in particolare del basso meridione.
‘Radicalizzare’ ha la forma di un verbo che ha la forza di guardare in faccia lo spazio prendendosi carico di definire alcune categorie e di renderle esplicite all’interno di una ricerca in campo territoriale.
Opacità, conflitto, alleanze, protezione, produzione, potere, desiderio, soglie, orbite. Queste sono alcune delle categorie che verranno utilizzate in questa riflessione attorno al rurale per descriverne i caratteri e collocare con maggiore precisione l’indirizzo esplicito alla loro radicalizzazione.
Le note che seguono tentano di restituire un percorso concettuale circolare articolato fondamentalmente in tre momenti: Il primo che propone alcune riflessioni sui caratteri di un rurale ‘altro’ rispetto alle narrative tradizionali; il secondo che utilizza il territorio della Provincia di Foggia come strumento attraverso cui mettere in discussione alcune ipotesi costruendo e decostruendo cartografie della divergenza; il terzo che chiude il cerchio del ragionamento aprendo a possibili configurazioni progettuali per una ‘radicalizzazione’ del rurale.
Che cosa significa, dunque, radicale? Che prerogative sottende l’azione di radicalizzare?
L’ipotesi che sostiene le riflessioni di questo contributo è che i territori rurali che compongono il Tavoliere delle Puglie esplicitino con
Organizzazione dei campi coltivati e delle serre in Provincia di Foggia, agosto 2022. Foto: Camilla Rondot
Paesaggi rurali in Provincia di Foggia, agosto 2022. Foto: Camilla Rondot processi speculativi edilizi2. Spazialmente, la sua figura è quella di una grande green belt pensata innanzitutto per proteggere un patrimonio di attività e pratiche agricole che caratterizzavano quei territori da secoli. Il volume di Ferraresi e Rossi3 intitolato, “Il Parco come cura e coltura del territorio. Un percorso di ricerca sull’ipotesi del parco agricolo”, riporta il percorso della progettazione e pianificazione del Parco Agricolo Sud Milano, descritto come prodotto della complessa relazione tra un denso palinsesto produttivo e particolari pattern insediativi diffusi. Il parco, per Ferraresi e Rossi, doveva rendere esplicita, dal punto di vista politico, l’acquisizione di una “coscienza del limite” della città, essere espressione della consapevolezza della limitatezza di risorse ambientali e della finitezza di un territorio che non può essere “ulteriormente consumato, distrutto” ma che “deve essere conservato, bonificato, costruito”4. La creazione del parco ha tentato di “restituire la complessità territoriale” che si era andata perdendo con l’affermazione di pratiche produttive intensive non più attente alla rigenerazione delle ecologie, dei suoli e legata ad un’“agricoltura (che) non produce più il territorio, semplicemente lo usa”5.
Dal punto di vista della riduzione del consumo del suolo agricolo, il Parco Agricolo Sud Milano è riuscito, in diverse situazioni, a contenere l’espansione urbana, ma non a contrastare forme di semplificazione ecologica ed economica che da tempo erano già in atto. Oggi il Parco è uno spazio complesso in cui pratiche produttive e del leisure si intrecciano con conflitti e contestazioni politiche senza un progetto, una visione strategica6. Il Parco Agricolo Sud Milano è molto presente nelle narrative delle amministrazioni milanesi per evocare uno specifico rapporto tra città e campagna e individuato come luogo in cui portare avanti una agenda e politiche dell’alimentazione, o Food Policy7 , spesso presentate come legacy dell’Expo 2015.
2. Il Parco Agricolo Sud Milano è stato legalmente instaurato attraverso la Legge Regionale 23 aprile 1990, n. 24. Istituzione del parco regionale di cintura metropolitana “Parco Agricolo Sud Milano”.
3. Ferraresi Giorgio, Rossi Anna, Il Parco come cura e coltura del territorio. Un percorso di ricerca sull’ipotesi del parco agricolo, Grafo, Brescia, 1993.
4. Ibidem.
5. Ibidem.
6. Vescovi Francesco, Proposte per il Parco Agricolo Sud Milano. Criticità e risorse dell’agricoltura periurbana, Ronca Editore, Cremona, 2021.
7. The Food System in Milan: Five Priorities for a sustainable development, Comune di Milano, 2018. Disponibile in: https://www.foodpolicymilano.org/wp-content/uploads/2015/04/Milan_food_
A. DI CAMPLI, C. NIFOSÌ, A.J. SALVADOR, C. RONDOT una “forma metropoli”13 che, sostengono alcuni autori, è diventata una “negazione della città”14. accesso e lavoro nelle terre collettive e diventarono braccianti a servizio dei proprietari dei grandi latifondi.
A nord di Milano, il territorio della Brianza centrale e meridionale ha assorbito gran parte delle dinamiche espansive della città, riconfigurandosi come un ampio territorio urbanizzato in cui gli spazi aperti sono ridotti a elementi protetti, e dove il territorio agricolo è quasi scomparso. Un esempio è il Parco GruBrià15, simbolo della resistenza all’edificazione di alcuni, pochi ettari, disposti a macchia, circondati con zone urbanizzate a bassa densità16.
La difesa dal consumo del suolo può essere condotta a varie scale. A volte le strategie più visibili sono quelle perseguite attraverso politiche a grande scala, però, spesso, le storie di resistenza più interessanti, nascono entro processi di auto-organizzazione, di mobilitazione civile dal basso. All’interno territorio del Parco Agricolo Sud Milano si trovano alcune realtà che ormai sono diventate vere istituzioni di presidio del territorio come Boscoincittà e il Centro Forestazione Urbana, o il Parco Agricolo Urbano Ticinello e il Comitato per il Parco. Tali enti, per decenni, anche attraverso azioni quotidiane, hanno avviato collaborazioni con attori e gruppi di abitanti locali per contrastare, già a partire fagli anni ’70 e ’80, alcune politiche di urbanizzazione promosse dal Comune di Milano, ad esempio, attraverso il programma “Piano Casa” e da alcuni colossi immobiliari attivi nella zona sud di Milano17-18.
13. Magnaghi Alberto, Il progetto locale, Bollati Boringhieri, Torino, 2000.
14. Idem.
15. Il Parco GruBria è stato creato il 19 dicembre, 2019 dalla aggregazione dei due parchi PLIS (Parchi Locali di Interesse Sovracomunale) Grugnotorto Villoresi e Brianza Centrale. Si tratta di un progetto di 2.062 ettari promosso dai comuni di Bovisio Masciago, Cinisello Balsamo, Cusano Milanino, Desio, Lissone, Muggio, Nova Milanese, Paderno Dugnano, Seregno, e Varedo.
16. Il parco mira a rafforzare le pratiche agroforestali e preservare i vari canali e torrenti che lo attraversano e che fanno parte di un sistema idrico più ampio che parte dalle Alpi e raggiunge i laghi e i fiumi Ticino, Po e Adda e che alimenta un complesso sistema di irrigazione dei campi.
17. Ferraresi Giorgio, Rossi Anna, Il Parco come cura e coltura del territorio. Un percorso di ricerca sull’ipotesi del parco agricolo, Grafo, Brescia, 1993.
18. Comitato Parco del Ticinello. Parco Agricolo Urbano del Ticinello: Ticinello 25 anni di storia, Grafica 3B, 2015.
Residenze, strutture agricole e spazio pubblico. Frazione di Mairano, Comune di Zibido San Giacomo. Foto: Antonio José Salvador.