ISBN 978-88-6242-436-3 Prima edizione italiana Maggio 2020 © LetteraVentidue Edizioni © Filippo Lambertucci Per le illustrazioni: © Fondazione Achille Castiglioni, Milano: 12 Fototecnica Fortunati, 44, 45, 60-61, 63, 72, 74 (sopra), 74 (sotto), 76 Fototecnica Fortunati, 88 (sotto), 90 (sopra) Fototecnica Fortunati, 90 (sotto) Fototecnica Fortunati, 106 (sopra) Fototecnica Fortunati, 106,114, 116-117, 119 Fototecnica Fortunati, 120, 158 Luciano Ferri. © CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università di Parma, Fondo Castiglioni, Achille e Pier Giacomo: 42, 48 (sopra), 50 (sotto), 56, 62, 80 (sopra), 80 (sotto), 82, 92, 94-95, 96, 112-113, 115, 118, 124-125. © Fondazione La Triennale di Milano: 48, 50 (sopra) Fototecnica Fortunati, 68 Fototecnica Fortunati, 70 (sopra) Fototecnica Fortunati, 70 (sotto) Fototecnica Fortunati, 88 (sopra). © Archivio Edison, presso il Centro per la cultura d’impresa, Milano: 32-33, 46, 52, 54, 98 (sotto), 100, 101, 104, 122 (sotto), 126, 127. © Archivio Publifoto INTESA SANPAOLO, Milano: 78, foto Tino Petrelli. © Fondazione Franco Albini, Milano: 78 (sotto). © Arts&Architecture, July 1944: 64. © Changing the Art of Inhabitation, London, 1993: 66. © Domus 380, 1961: 84, 85. © Domus 423, 1965: 98 (sopra). Come si sa la riproduzione, anche parziale, è vietata. L'editore si augura che avendo contenuto il costo del volume al minimo i lettori siano stimolati ad acquistare una copia del libro piuttosto che spendere una somma quasi analoga per fare delle fotocopie. Anche perché il formato tascabile della collana è un invito a portare sempre con sé qualcosa da leggere, mentre ci si sposta durante la giornata. Cosa piuttosto scomoda se si pensa a un plico di fotocopie. Nel caso in cui fosse stato commesso qualche errore o omissione riguardo ai copyright delle illustrazioni saremo lieti di correggerlo nella prossima ristampa. Progetto grafico: Francesco Trovato LetteraVentidue Edizioni S.r.l. Via Luigi Spagna 50 P 96100 Siracusa, Italia www.letteraventidue.com
Filippo Lambertucci
Lo spazio dei
Castiglioni
Indice ***
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Introduzione 14
Lo spazio narratore 26
Elementi di una grammatica 40
Racconti Spaziali 128
Costruire Storie, Allestire Spazi 142
Relazioni di Progetto 152
Apparati
Introduzione ***
L'
opera dei fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni si presenta estremamente sfaccettata e complessa nella sua ricchezza, non solo perché a cavallo di diverse discipline, come design, architettura, grafica, ma anche perché sovrapposta a vicende squisitamente umane che hanno complicato il quadro di un'autorialità programmaticamente condivisa ma ineluttabilmente separata dalla scomparsa prematura di Pier Giacomo e dalla successiva affermazione di Achille sempre più radicata nel campo del design di prodotto. In altre parole la letteratura su Achille e Pier Giacomo Castiglioni non ha potuto esimersi dal risentire del predominio di una luminosa e forse accecante parabola nel campo del design che ha attratto a sé una lettura critica prevalentemente incline a lasciare in ombra quella dimensione architettonica del fare progettuale dei Castiglioni che, seppure limitata nel campo della costruzione, ha permeato profondamente la ricerca in quello dell'allestimento. Quest'ultimo però fatica a liberarsi di un pregiudizio che lo condanna a una condizione subalterna o, quantomeno, nelle accezioni più generose, a quella di uno specialismo minore, nonostante l'affermazione di una vera e propria scuola italiana, già a partire dagli anni '30 del Novecento, e la straordinarietà di molte opere degli stessi Castiglioni. A ben guardare invece, molti allestimenti dei due fratelli attengono a una dimensione squisitamente compositiva, soprattutto quando non legati a vincoli intrinseci 9
Lo spazio narratore ***
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Inventare uno spazio non edilizio ma architettonico, cioè uno spazio in relazione al comportamento del visitatore1.
P
uò apparire scontato che un allestimento sia configurato in relazione al comportamento del visitatore proprio in virtù della sua natura di mediatore culturale, ma non lo è affatto se la relazione respinge il visitatore al ruolo passivo di semplice osservatore. Lo spazio che hanno in mente i Castiglioni non deve mostrare sé stesso, ma accompagnare il visitatore in una dimensione in cui questi viene sollecitato su più livelli sensoriali attivandone il senso e misurandolo con la sua presenza fisica. È appunto lo spazio architettonico, che si fa teatro delle azioni e degli effetti e senza di essi si ammutolisce e resta ermetico; l'opera dei Castiglioni sta di fronte a noi in tutta la sua importanza proprio perché realizzata e offerta all'esperienza, ancorché limitata a quanti hanno potuto farla; è per questo che le foto e gli scarni documenti d'archivio non riescono a restituire appieno il portato di un pensiero sull'architettura che non si rinchiude al suo interno e riflette su sé stesso, ma cerca per statuto confronto e conferma attraverso il suo abitatore. 1. Achille Castiglioni (poi AC), note al progetto per lo Stand BTicino a “Intel 87”, Milano 1987.
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APGC, Ambienti rappresentanza XI Triennale, Vista dalla sala congressi verso il ponte sullo scalone. Ambienti rappresentanza XI Triennale, Pianta degli ambienti al primo piano collegati dalla passerella provvisoria, ridisegno.
Dislocazioni luminose Ambienti di rappresentanza “Relazione fra le arti”, XI Triennale, Milano, 1957. Questo grandissimo ambiente riunisce in uno spazio architettonico unitario, il vestibolo di accesso, il locale destinato alle riunioni e piccoli congressi e l'ampia passerella di collegamento sopra il vano dello scalone. Questa architettura è stata creata quasi esclusivamente in funzione dell'esposizione, delle opere d'arte di pittura e di scultura. Ciascuna opera non partecipa quindi della composizione architettonica dell'insieme; si è voluto anzi evitare qualsiasi sintesi delle tre forme espressive (architettura, scultura, pittura) al fine di facilitarne l'acuta analisi sul piano di una comune relazione informatrice valorizzandone così nel modo più efficace l'intento creativo9. Per la XI Triennale i Castiglioni si occupano dell'allestimento dei vuoti o degli spazi “tra” le mostre vere e proprie, incaricati infatti della sistemazione degli ambienti di rappresentanza al piano terra e al piano superiore. Si tratta degli spazi di ingresso e accoglienza e di quelli per riunioni e congressi, per i quali, liberi da specifici obblighi espositivi, i progettisti ricorrono alla luce come strumento di costruzione di percorsi e di spazi, che sono di fatto la materia da mettere in mostra in questo caso. 9. APGC, Relazione di progetto.
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APGC, Padiglione Eni, Sezione e pianta. APGC, Padiglione Eni, Modello di studio del pozzo centrale.
Lo sguardo costruisce Padiglione Eni, XXXVI Fiera di Milano, 1958. L'ingresso è protetto da una grande copertura a gradoni, con una decorazione che varia col mutare del punto di vista; alla distanza di m. 4 sull'asse di ingresso sono leggibili le due grandi sigle del padiglione. L'interesse dell'esposizione è concentrato nel grande pozzo centrale dove si alternano ruotando quattro dischi che illustrano i temi della mostra sincronizzati a un commento sonoro. La luce nel pozzo, diretta sulla superficie dei dischi che hanno ciascuno un colore dominante differente, provoca di riflesso una illuminazione variabile di colore e di intensità sul soffitto dell'ambiente10. Il padiglione Eni, costruito da Mario Bacciocchi nel 1951 su una penalizzata area triangolare, viene reinterpretato dai Castiglioni con una doppia strategia11. All'esterno il semplice volume viene trasfigurato da un elemento aggiuntivo che attua un dispositivo già sperimentato: la sagoma gradonata infatti trasfigura l'edificio esistente con una facciata in cui la composizione grafica, sempre determinante, si rende comprensibile solo a patto di spostarsi in una posizione predeterminata e, al tempo stesso, genera uno spazio speculare, un nuovo interno interstiziale tra il nuovo e il preesistente 10. APGC, Relazione di progetto. 11. Chiara Baglione, “Dalle profondità della terra, energia per il lavoro italiano”. Architetti, artisti e intellettuali per l’Eni alla Fiera di Milano, in «Engramma», n. 169, 2019.
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APGC, Birreria SpluĚˆgen, Vista della sala ristorante senza occupanti.
APGC, Birreria SpluĚˆgen, Vista della sala ristorante con occupanti.
Biografia Pier Giacomo (1913-1968) e Achille (1918-2002) si laureano in Architettura a Milano rispettivamente nel 1937 e nel 1944. Nel dopoguerra lavorano con il fratello Livio fino al 1954 e nel 1962 aprono il loro studio a Milano in Piazza Castello, dedicandosi al design, all’urbanistica e all’architettura, svolgendo un’attività di ricerca sulle forme, le tecniche e i materiali nuovi, tendente alla realizzazione di un processo di progettazione integrale. Nel 1956 sono tra i fondatori dell’ADI, Associazione per il Disegno Industriale. Svolgendo un’attività professionale varia e intensa partecipano attivamente alla vita culturale internazionale mediante convegni, conferenze, tavole rotonde con particolare attenzione all’Industrial Design, in cui si distinguono per una produzione che riceve numerosi riconoscimenti, tra cui Compasso d’Oro – cinque Pier Giacomo (1955, 1960, 1962, 1964, 1967), nove Achille(1955, 1960, 1962, 1964, 1967, 1979 x 2, 1984, 1989 alla carriera) – e Gran Premi della Triennale di Milano, ed è presente nelle collezioni di Musei di tutto il mondo tra cui il MOMA di New York. Particolarmente significativa la produzione nel campo degli allestimenti, che annovera più di 400 realizzazioni. Meno intensa la produzione edilizia, non sempre costruita; si segnalano tra gli altri il Palazzo della Permanente, Milano 1952-53, la chiesa non realizzata di S. Ildefonso, Milano, 1954, quella di S. Michele Arcangelo, Milano 1956, l'intervento di recupero per la sede della Camera di Commercio, Milano 1958, e la scuola di Vimercate, 1960, con Luigi Caccia Dominioni. I fratelli Castiglioni sono impegnati anche nel campo della didattica: Pier Giacomo dal 1958 al 1968 è docente di Composizione Architettonica alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano; Achille dal 1969 al 1993 è docente di “Disegno Industriale ” prima alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino poi di Milano. La morte prematura di Pier Giacomo, nel 1968, fa avvertire la peculiarità del suo contributo all'attitudine spaziale della coppia, ma non interrompe la fortunata carriera di Achille nel campo dell'allestimento e del design, che continuerà a essere celebrata con numerose onorificenze e mostre. 159