Abitare […] vuol dire: rimanere nella protezione entro ciò che ci è parente e che ha cura di ogni cosa nella sua essenza […] nell’abitare risiede l’essere dell’uomo, inteso come il soggiornare dei mortali sulla terra. Martin Heidegger (1889-1976), filosofo tedesco.
La tradizione, come disciplina, è argine alle licenze fantasiose, alla provvisorietà della moda, ai dannosi errori dei mediocri. Franco Albini (1905-77), architetto italiano.
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Introduzione Origini dell'abitare Scelta del sito: insediarsi Struttura-forma e decoro Ornamento e principio del rivestimento Rapporto interno-esterno Sintassi, geometria, proporzione Conclusioni
Introduzione
Questo libro propone al lettore alcune riflessioni sul concetto dell’abitare e analizza i precetti dell’architettura tradizionale che possono trovare applicazione nel progetto della casa contemporanea. Lo scopo è individuare i fattori fondamentali dell’atto edificatorio, che trascendono la fenomenologia formale e spaziotemporale e si collocano, in modo oggettivo e immutabile, alla base dell’edificazione stessa. Viene pertanto sviluppata un’indagine che cerca nella pratica della costruzione, nella chiarezza e nella condivisione delle scelte insediative un “ordine di metodo” inteso come antidoto e «antitesi nei confronti di una libertà e una creatività fondate esclusivamente sul sentire soggettivo»1. Si tratta di considerazioni elementari che non concedono spazio a ragionamenti di tipo teorico-filosofico, ma che indirizzano questa ricerca verso l’individuazione degli archetipi tradizionali della casa, cioè verso quei fattori della costruzione che non mutano con il tempo e che non possono essere intaccati dai cambiamenti del gusto. È un’indagine che cerca la definizione degli strumenti fondamentali della progettazione architettonica contemporanea nella costruzione della casa primitiva, ovvero, per dirla con Le Corbusier, nel luogo della «nascita fatale dell’architettura»2.
1. Cfr. Massimo Fagioli, L’Architettura razionale tra metodo e stile: le questioni aperte, in Architetture razionali per un metodo condiviso – Scritti teorici, a cura di Cinzia Simioni e Alessandro Tognon, Ed. Aion, Firenze 2012, p.14. 2. Le Corbusier, Verso una Architettura, Ed. Longanesi & C, Milano 2003 p. 51.
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Origini dell'abitare La legge di natura stabilisce le regole a cui ogni essere vivente, che sia animale o vegetale, fa riferimento. Rispetto agli altri animali, tuttavia, gli uomini agiscono all’interno di questa legge in modo molto diverso. E diverse sono le logiche che regolano l’edificazione della dimora dell’uomo, rispetto alle azioni che guidano, ad esempio, la costruzione di un nido o quella di una tana, basate su gestualità prive di coscienza. Gli animali costruiscono sempre la stessa cosa e agiscono sempre nello stesso modo: il tessitore africano (figura 1), ad esempio, crea sempre lo stesso intreccio per il suo nido, e anche la rondine (figura 2) riproduce un modello che non muta mai. Il principio costruttivo che è alla base di queste meravigliose creazioni è connesso all’istinto di sopravvivenza e alla legge del minimo sforzo. La costruzione della casa dell’uomo, invece, segue regole suggerite dalla conoscenza e dall’esperienza che si ha dei luoghi. La natura è ostile alla conformazione fisica dell’uomo: la sua struttura anatomica è tra le più sfortunate nel regno animale soprattutto per la scarsa capacità di far fronte alle intemperie. L’uomo nasce nudo, in balìa degli elementi, ha bisogno di protezioni ai piedi per poter correre, di pellicce per coprirsi e ripararsi dal freddo. Per vivere deve conservare gli alimenti, accatastarli, tenerli al riparo: capacità che ha acquisito durante un
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Figura 12
Figure 18 e 19
… il Papua copre di tatuaggi la propria pelle, la sua barca, il suo remo, in breve ogni cosa che trovi a portata di mano. Non è un delinquente. Ma l’uomo moderno che si tatua è un delinquente o un degenerato42. Il grande contributo dato da Loos alla teoria architettonica contemporanea è stato quello di aver liberato l’architettura dal decorativismo applicato, favorendo la nascita del linguaggio moderno, più essenziale e purista. I suoi lavori sono una chiara esplicitazione di questo contributo: nella Casa Steiner, o nella più celebre Casa Moller (figura 18), Loos concepisce un’architettura fatta di volumi rigorosi e puri. Nonostante questa avversione per il decorativismo, l’architetto austriaco riconosce nell’ornamentazione un’inconscia propensione dell’uomo a esplicitare con l’uso di colori e decori le proprie pulsioni ancestrali. Nelle sue case, infatti, non rinuncia completamente all’uso della decorazione, individuando nell’intimità del focolare domestico il luogo dove dare sfogo a tali pulsioni. Per questo le sue case sono caratterizzate da una dialettica materica fatta di forti contrasti: un esterno (semipubblico) sobrio e silenzioso e un interno (privato) ricco di ornamento e varietà cromatica, la quale, tuttavia, non è ottenuta dall’applicazione di postille decorative, ma dall’uso accorto delle proprietà materiche e dalle qualità espressive dei materiali utilizzati per il rivestimento (figura 19). 42. Adolf Loos, op. cit., p.217.
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Figure 22 e23
Figure 24 e 25
Figura 34
il controllo delle «operazioni di verifica incrociata tra i fondamenti di solidità, funzionalità e bellezza che devono essere risolti all’interno del progetto»66. A quest’ultima categoria appartengono i tracciati regolatori, accorgimenti grafico-geometrici da usare «a garanzia contro l’arbitrio»67. Nonostante ciò, a volte, la contraddizione (controllata) della geometria, generata ad esempio dai salti di scala improvvisi, dagli scarti, dalla ponderazione visiva delle masse non corrisposta dalla commodulatio o più semplicemente da un’interruzione della costruzione che determina un ordine "incompiuto", genera delle tensioni straordinarie che danno forte espressività all'architettura. In questo caso l'equilibrio della forma è determinato da una composizione che trova nelle complessità e nelle contraddizioni logiche la propria bellezza.68 A questa categoria di progetto appartengono, ad esempio, le opere di Alvar Aalto, molte case di Adolf Loos (specie nel trattamento dei prospetti esterni; figura 32) e i più recenti lavori di Alvaro Siza Vieira (figura 34) e di Robert Venturi, originale interprete – quest’ultimo – di un procedimento compositivo che basa la ricerca dell’equilibrio generale dell’opera sulla contrapposizione controllata e ponderata delle masse e degli elementi architettonici (figura 35). 66. Ibidem, Cap.II, p.21. 67. Le Corbusier, op. cit., p. 57. 68. Cfr. Robert Venturi, Complessità e Contraddizioni nell’architettura, Ed. Dedalo 2005.
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