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Il sistema ambientale del Promontorio del Gargano

È d’obbligo pensando e lavorando in Gargano, penisola protesa per 30 km nell’area adriatica verso la penisola balcanica con caratteristiche peculiari1, ritornare ad un libro straordinario come Pellegrino di Puglia (1960), di Cesare Brandi meritoriamente riedito dagli Editori Riuniti nel 2004 e all’attualità del suo pensiero, in particolare nei nessi tra ambiente ed espressioni artistiche della Puglia. In questo territorio è esposta con una certa insistenza quell’interpretazione del paesaggio che emerge dalla lettura del volume, quale contesto dell’opera d’arte, dei monumenti e degli insediamenti urbani. Quella “natura umanizzata”, come il cane da caccia o il gatto che fa le fusa, a cui Brandi associa le grandi «ulivete distese al sole viste in Maremma, a Creta, in Puglia», nella bellissima descrizione del capitolo i Cedri dell’altro suo libro straordinario Città del deserto (Brandi, 2006) e qui la mente non può non andare alle piantate olivetate, del Gargano come quella di Mattinata, incastonate tra due promontori e affacciate sul Mare Adriatico.

Il Gargano ritorna nella descrizione di un “luogo naturale” come la Foresta Umbra – visitata quasi per forza e insistenza degli amici di viaggio – Brandi in questo caso ci parla di «Tronchi di Faggio lisci e dritti come ciminiere… Dolce foresta silenziosa, altissima nel cielo e profonda dentro la terra, e piena di luce aperta, mediterranea…», contrapponendo questa foresta, solare e protesa nel mare, alla wilderness «delle orride foreste del Settentrione…».

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Natura addomesticata e mediterraneità emergono dalle significative pagine del Pellegrino di Puglia come grandi costanti del paesaggio garganico e queste narrazioni come sempre costituiscono sottolineature molto rilevanti per la lettura delle questioni emergenti nei contesti di indagine (Chiapperino, Annese, infra) e per il lavoro sviluppato nella Summer School.

Già all’epoca della ricerca Itaten negli anni Novanta (Borri, 1996) emergevano alcune ricorrenze della struttura insediativa e ambientale del promontorio del Gargano, che il sistema dei diciotto centri abitati che lo costituiscono, confermano ancora oggi: un robusto sistema policentrico, senza primazie urbane, costituito da centri di crinale interni e centri costieri che mostrano una più spiccata tendenza alla crescita; un territorio interno indenne dai processi della diffusione e dispersione insediativa. Complementare a tale sistema insediativo è una permanenza di grandi vuoti insediativi della natura e della campagna.

I grandi vuoti insediativi della natura rappresentano ancora le eccellenze di questo territorio che nel sistema dell’Offerta Turistica (Gunn, 1993) rappresentano quel segmento definito Attrazioni: un insieme di aspetti ecologici determinanti per una scelta turistica consapevole e orientata da fattori culturali ed ambientali.

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