2 minute read

Giovanni Multari Interpretare l’esistente Strategie e luoghi possibili

La società proprio come le persone che la compongono, spende l’esistenza alternando fasi di assorbimento ed elaborazione a fasi di cambiamento. Succede spesso di voler aprire un nuovo capitolo della propria esistenza e poco importa se si tratti di esistenza personale o collettiva… il cambiamento al quale partecipiamo… sta nella certezza che il potenziale di ciò che nasce è invariato e completamente a nostra disposizione, la differenza è fatta dalla nostra capacità di interiorizzare ed interpretare l’accaduto, dalle nostre azioni successive1 .

La disponibilità di spazi, edifici ed aree da riconvertire, riutilizzare, completare, è una condizione diffusa, una risorsa importante di cui farsi carico e che prefigura azioni possibili capaci di valorizzare l’esistente, di diversa natura e scala, di recuperare tracce e urbanizzazioni antiche, di ripensare i rapporti tra elementi naturali ed elementi antropici, di conservare materiali e luoghi. Si tratta di riconoscere i territori contemporanei in un’ottica di tutela e risparmio del suolo, di confronto con l’esistente, di conservazione di caratteri materiali e immateriali, di considerare le comunità come patrimonio e autentica memoria.

Advertisement

È necessario in questa condizione immaginare un progetto di lungo periodo che anteponga la dimensione collettiva ed i valori sociali dello spazio pubblico, come principio di cambiamento, attraverso un progetto consapevole dei limiti del nostro ecosistema, dei tempi e degli effetti della loro trasformazione. Lo spazio perde continuità, che non è solo continuità ecologica, ma corrisponde al disegno di relazioni e di forme di accessibilità che divengono ostacoli, barriere infrastrutturali, edilizie, gestionali, segni di una profonda e lacerante discontinuità. La soluzione è una strategia che abbia consapevolezza di quel sistema di relazioni che esiste tra le componenti sociali, economiche ed ambientali di un territorio e che rappresentano “la nuova questione urbana”. Paesaggio e ambiente devono essere spazio dell’abitare, dispositivi per le strategie di progetto, sostenute da una grande consapevolezza e conoscenza dell’esistente, dai valori di una comunità. Ciò corrisponde ad avere cognizione della consistenza materiale e immateriale dei territori e delle città, delle loro potenzialità di trasformazione, della capacità di introdurre azioni e progetti che aumentino le prestazioni dello spazio esistente in termini di qualità, di sviluppo e di resilienza. Una trasformazione e uno sviluppo che agiscono in modalità adattiva, valutando costantemente la trasformabilità dei suoi elementi, l’analisi dei suoi sistemi ecologici, economici e urbani. La complessità dei territori contemporanei impone, dunque, un necessario cambiamento ai modi di osservare e ai modi di acquisire la conoscenza, che produce gli effetti di articolate risposte agli obiettivi dell’indagine e della strategia da mettere in campo. Il tema è innanzitutto la valorizzazione dei rapporti tra metodi disciplinari, dati dell’investigazione e forme della città e del paesaggio per costruire una dimensione della conoscenza condivisa. Si tratta di assumere nuovi paradigmi che vanno dallo spazio pubblico tradizionale alla dimensione dello spazio di relazione, caratterizzato da

Giovanni Multari

Enrico Formato, Maddalena Scalera, Nicola La Vitola

Territori dell’acqua

Il lago di Varano

Il lago di Varano è uno specchio d’acqua separato dal mar Adriatico da uno stretto lembo dunale, che definisce così un ampio anfiteatro naturale alimentato da correnti subacquee e, in parte, provenienti dall’entroterra. Con una superficie di circa 60 kmq, una profondità media delle acque che va dai 3 ai 5 metri, la laguna rappresenta un ambiente umido di particolare pregio naturalistico e faunistico1. Colture orticole a pieno campo disegnano le sponde immediatamente a sud del lago, per lasciare spazio a consistenti areali di frutteti e pascoli arborati e poi a rilievi terrazzati di oliveti man mano che le quote si fanno più alte sino ai centri abitati di Cagnano Varano e Carpino (imgg. 1.1, 1.2, 1.3, 1.4).

DESCRIZIONE DEL TERRITORIO _

Torrenti

Strade Carrabili

Percorsi non asfaltati

Strade Pedonali

Marciapiedi

Aree Pedonali/Piazze

Parcheggi

Parcheggi non pavimentati

Percorso bus

Fermata bus

Accessi

This article is from: