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COPRA NORDMECCANICA CAMPIONI D’ITALIA
LIBERTÀ
IL GIORNO DOPO - L’allenatore del Copra Nordmeccanica campione d’Italia di pallavolo,ci racconta la sua stagione più bella.«Adesso vado in vacanza»
«Ma questo è speciale»
Lorenzetti dei miracoli PIACENZA - Angelo Lorenzetti,
secondo anno a Piacenza, due finali scudetto con il tricolore portato a casa poche ore fa. E una finale di Champions League. Lui, di Fano, è al secondo tricolore della carriera. Il giorno dopo è nella sua casa di Modena. Con la famiglia. Buongiorno mister, dormito bene con la medaglia d’oro al collo? «Beh, dormito... Abbiamo fatto le ore piccoli, poi ci ha pensato mia figlia Manuela a svegliarmi presto». Sa che il papà ha vinto lo scudetto? «L’altro pomeriggio era a casa con la nonna e l’ha fatta diventare matta. La nonna voleva vedere la partita, Manuela i cartoni animati, non so chi abbia vinto, entrambe hanno un carattere tosto». A mente fredda, quali le sensazioni dopo questo scudetto? «La felicità è rimasta intatta. A volte dopo grandi eventi ti viene un senso di vuoto dentro, stavolta no. I tanti messaggi che ho ricevuto in queste ore, mi fanno capire che i ragazzi in campo hanno saputo trasmettere molto emotività, hanno colpito chi era davanti alla televisione». A proposito, due set sotto: e poi? «Quando tutto sembrava perso, i ragazzi hanno continuato a lottare, ma sono anche riusciti a concentrarsi di più su alcuni aspetti tecnici, tipo la battuta e l’attacco. Fortunatamente questo è avvenuto subito in avviì di terzo set, ha dato i risultati sperati e ha fatto capire che eravamo sulla strada giusta». Tre ace consecutivi subiti in avvìo di quarto set, avrebbero abbattuto un toro, lei ha chiamato subito time out: cosa ha detto alla squadra? «Semplicemente che quel break era stato meglio subirlo subito, piuttosto che più avanti. Che il nostro obiettivo era avvicinarci a Trento a quota 16 e soprattutto di sfruttare la meglio il
Il presidente Molinaroli (a sinistra) e l’allenatore Lorenzetti in piazza con la Coppa.A destra:momenti della festa (foto Cravedi)
cambio palla in certe rotazioni». Cosa significa per lei questo scudetto? «Tantissimo, ed è già il secondo... Domenica è stata una gioia immensa, al primo scudetto a Modena quando ero meno maturo, stavolta c’è stato qualcosa di più, è stato un traguardo raggiunto con tanta condivisione». Che voto dà alla squadra? «L’inizio è stato da 6, abbiamo perso strada rispetto alle avversarie, poi è aumentato. Abbiamo passato un momentaccio subito dopo la Coppa Italia, in Champions League in Polonia obiettivamente era difficile potere fare di più, troppe
cose ci erano capitate addosso tutte insieme e c’era poco tempo non solo per studiare alternative, ma pure per parlarne. Subito dopo i ragazzi hanno messo la testa dentro lo scatolone e hanno pensato esclusivamente alla crescita della squadra, piano piano abbiamo recuperato tutti gli infortunati e la squadra ad inizio play off è stata brava a non soffrire l’incertezza dei tanti rientri». La squadra ha dimostrato il massimo della maturità dopo Gara 1 delle semifinali: è d’accordo? «Lì abbiamo avuto il secondo scatto della stagione. Abbiamo
deciso di cambiare modo di giocare e i ragazzi, oltre ad avere accettato la novità, l’hanno metabolizzata nel migliore dei modi. È stato un periodo molto bello, si è lavorato in palestra tantissimo e anche chi non aveva tutte la mia attenzione, non ha staccato la spina, anzi ha spinto ancora di più e ha dato un contributo tecnico e morale altissimo». Trento più forte di Macerata? «Diciamo che Macerata l’abbiamo affrontata fin da subito con grande umiltà, temevamo la loro battuta e la loro pressione. Con Trento ci aspettavamo lo stesso trattamento, ma ci sia-
La squadra è migliorata nelle difficoltà.La sorpresa più grande? Meoni» Angelo Lorenzetti Allenatore Copra Nordmeccanica
mo trovati a fare meno fatica e questo non ci ha allenato ad uscire dalle difficoltà. I cinque set persi tra Gara 4 e Gara 5 ne sono la prova».
La sorpresa più grande? «Marco Meoni. Credo che abbia fatto un salto di qualità in tutto, sia da un punto di vista fisico che di gestione della squadra in campo, soprattutto con i primi tempi. Durante l’assenza di Zlatanov, ha capito di essere punto di riferimento per tutti gli altri, lo vedevo da come si approcciava all’allenamento». Zlatanov capitano. «È stata la scelta giusta, è stato un buon capitano. Per lui è stato uno stimolo incredibile, quando è tornato dalle Olimpiadi cotto e un po’ demoralizzato. Poi, quando è stato fuori due mesi ha sofferto, ha frugato dentro di sé, ha detto tutto ai compagni. Da vero capitano». Bravo in nazionale brasiliana: è anche merito suo, mister... «Era già un buon giocatore, ha avuto modo di fare veder quanto vale. Per me vale molto di più, a volte però è troppo umile. È stato bravo chi lo ha portato anni fa a Piacenza». Durante libero: scommessa vinta? «Deve migliorare ancora in tante cose. Non era facile sostituire Sergio, non volevamo mezze misure e abbiamo quindi deciso di rischiare al massimo. Una stagione così gli ha fatto capire tante cose, soprattutto che adesso diventerà un vero professionista, perché stare a questi livelli non è facile. Per lui saranno importanti i mesi di giugno e luglio, quando dovrà lavorare tantissimo fisicamente». Squadra esperta, ma c’erano anche tanti giovani al primo anno in A1. «Era il giusto mix. Tanta gioventù ci è servita nei momenti più difficili per lavorare sodo in palestra». E adesso? «Di questo bisogna parlare con il presidente. Ci eravamo imposti di non parlare di mercato fino alla fine ed è stato così, anche perché pensare all’anno dopo spesso rovina quello in corso. Certo, questa vittoria va metabolizzata nel giusto modo perché a volte lo scudetto abbaglia e noi non dobbiamo correre questo rischio». Le vacanze di Lorenzetti. «A luglio con la famiglia, ho promesso a mia moglie il viaggio di nozze che non abbiamo mai fatto, devo mantenere la promessa». E la ripresa dei lavori? «Ad inizio agosto, intorno al 6, ma io vorrei anche il 1°, visto che dovremo giocare la Supercoppa. Decideremo con il capitano». Vincenzo Bosco
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LIBERTÀ Martedì 19 maggio 2009
Il presidente «La nostra vittoria è il risultato di un progetto studiato e portato a termine in otto anni»
VOLLEY SERIE A1 LO SCUDETTO DEL COPRA NORDMECCANICA
TRENTO - Sopra la pazza gioia di Paolo Maffi,Giovanni Rossi e Umberto de Joannon;sotto,il presidente Guido Molinaroli in...versione bionda
L’euforia di Molinaroli: dedicato alla mia città «Questo scudetto può aiutare Piacenza a crescere» PIACENZA - Buona la quarta. Il Copra Nordmeccanica al quarto assalto allo scudetto ha vinto. È campione d’Italia, per un anno sulle maglie farà bella mostra di se il triangolino tricolore. Quella che la formazione biancorossa ha giocato l’altro pomeriggio era la nona finale tra campionato e coppe. Nove finali in sette anni di A1, un record. Fino all’altro giorno solo un primo posto, per il resto secondo gradino del podio. Tutto cancellato in un magnifico pomeriggio di metà maggio. Lo scudetto numero 64 da domenica sera trova posto nella bacheca della società piacentina. Una vittoria ricca di primati. Mai una formazione quinta classificata al termine della stagione regolare ha vinto lo scudetto. Tabellone dei play off ribaltato, turno dopo turno, fattore campo saltato. Prima con la migliore squadra del girone di ritorno, la Rpa Perugia, in tre gare, poi con la regina della regular season, la Lube Banca Marche Macerata in cinque gare e infine con i Campioni d’Europa in carica, l’Itas Diatec Trentino, in 5 gare. Solo Angelo Lorenzetti e Dante Boninfante avevano già vinto uno scudetto, per gli altri è il primo. Guido Molinaroli, il presidentissimo, ha la voce rauca, segno di una notte insonne, passata a festeggiare. «Il momento è magnifico - sottolinea sorridendo positivo, da vivere. C’è da correre dietro a tutti quelli che vogliono fare sentire la loro vicinanza, che ti fanno i complimenti, che ti dicono “te l’avevo detto”. E’ il momento, viviamolo fino in fondo come è giusto che sia. Tanti sul carro dei vincitori? Diciamo che tanti salgono sul carro». L’altroieri a Trento ha mai pensato che si ripetesse la solita storia, che arrivasse ancora un secondo posto? «Ai secondi posti siamo abituati, sapevamo come sarebbe stato, quale sarebbe stato il magone almeno per alcuni giorni. Non sapevamo però cosa volesse dire arrivare primi, ora sappiamo, so anche questo. Ed è una sensazione bellissima». A parlare otto anni di scudet-
to si rischiava che qualcuno ri- viso, ora Piacenza deve mettere a desse di gusto. frutto questa vittoria, tutto deve «E’ vero, ma questa è la vittoria essere un gioco di squadra tra aanche di un progetto che abbia- ziende e società sportive che somo portato avanti senza mai in- no pure delle aziende». dietreggiare di un passo anche Si aspettava Piazza Cavalli conei momenti più difficili. Lo scu- sì gremita l’altra notte? detto è una cosa importante, non «No, vista l’ora tarda no. Mi riè sentito solo a Piacenza ma in cordo una piazza così piena in tutta Italia, è sentito più di una rare occasioni, forse per la vittocoppa europea ria dei mondiali dove arrivi neldi Spagna o la l’anonimato fi- Emozione a Trento promozione in no alla Final «Cosa ho pensato A del Piacenza. Four. Me ne acNon si riusciva a corgo forse solo alla fine della gara? scendere dal adesso che vin- Svegliati, è un sogno» pullman per cere uno scudetraggiungere il to è più imporpalco, una cosa tante di avere vinto o vincere una incredibile, difficile raccontare le coppa europea». emozioni di quei momenti». Cosa ha pensato l’altra sera Feste, euforia, scudetto: ma si subito dopo la vittoria? deve pensare al futuro, c’è un «Sto dormendo, adesso mi sve- tricolore da difendere, una glio e vado al palasport perché i- Champions League da giocare. nizia la partita». «Di futuro si parlerà tra una A chi dedica questo scudetto? settimana o poco più. Ora pen«Alla città di Piacenza, alla mia siamo solo a festeggiare e godere città. Vincere uno scudetto qui questo momento. E’ stato un non è certo come vincerlo a Tre- campionato magnifico, un play
off da incorniciare, reso ancora più bello perché si giocava al meglio delle cinque partite e il pathos ogni volta aumentava». A Trento ha avuto anche un battibecco con la curva locale. «Ci sono delle regole del gioco che vanno rispettate ma ci sono anche delle regole etiche che vanno rispettate. A Trento vengono usati dal pubblico senza che nessuno dica nulla i fischietti che distraggono i giocatori e poi l’operazione di velo che gli avversai mettono in atto ogni volta che un nostro giocatore va in battuta. Quel sistematico portarsi le mani sul capo… è un comportamento antisportivo. I campioni d’Italia dovevano dare un esempio ben diverso». Cosa le ha detto Mosna? «Nulla di particolare, gli è toccato il compito più ingrato del suo ruolo, premiare la squadra avversaria. E tutto questo quando già a Trento credevano di avere bissato lo scudetto. Bellissimo».
Sopra una fase di Gara 5 con Bjelica che prova la schiacciata; a destra Antonio Cerciello,presidente di Nordmeccanica,tra i figli Alfredo e Vincenzo
Vincenzo Bosco
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LIBERTÀ Martedì 19 maggio 2009
Il futuro è già adesso «Rifaremo la Champions League ma adesso godiamoci il momento»
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L’omaggio del rivale «Mosna? Non mi ha detto nulla Bello essere premiati da lui»
La festa dei tifosi biancorossi in piazza Cavalli; a destra Angelo Lorenzetti con Giorgio Varacca e Paolo Maffi (foto Cravedi)
Immagini di un trionfo atteso otto anni
Il motivo
C’è anche la ricerca del consenso di PAOLO GENTILOTTI
’è un filo conduttore nello scudetto del Copra. Il capo è nelle mani del presidente, lo zoccolo duro in quei collaboratori che lo affiancano fin dal primo giorno dell’avventura.Molinaroli ha avuto sempre e innanzitutto lungimiranza (un palasport ristrutturato, uno costruito ex-novo a tempo di record, per fare gli esempi più eclatanti), poi una perseveranza a prova di bomba atomica, in più la capacità di trovare sponsor, “bruciarne” alcuni, trovarne sempre altri. anzi, sempre di più. Ogni volta che lo si dava ad un passo dalla chiusura, eccolo pronto a rilanciare, senza tanti fronzoli,badando al sodo,fino allo sfiorare l’incostanza. Non c’è bisogno di gentleman, gli obiettivi vanno perseguiti guardando in faccia nessuno. Alla fine conta solo vincere: i fatti gli danno ragione al cento per cento. *** Molinaroli ha dato vita a una specie di dirigenza nuova per Piacenza: quella del presidentecalamita, che invece di agire con patrimonio personale, lo crea e lo investe. Passaggio che costa ancora più fatica, che stimola creatività e spirito di iniziativa, che il Nostro condisce, quando è in vena, con un’ironia che farebbe ridere anche una guardia della regina. Accentratore al limite dell’assolutismo, ha avuto anche la fortuna di avere intorno a sé collaboratori storici di provatissima fiducia, gente che ha messo una passionaccia infinita al servizio del progetto, gente che tiene acceso il cellulare 24 ore su 24, pronta alla chiamata del “capo”. *** Ma c’è un altro aspetto, tenendo l’occhio di bue sul presidente, che lo caratterizza, quello che mi piace di più in assoluto: la sua attenzione per la ricerca del consenso. Non quello dei potenti o presunti tali,ma quello della gente. Molinaroli ha sempre avuto grande attenzione per il pubblico, per i tifosi, la gente senza la quale il fenomeno Copra non avrebbe senso. Ha vissuto in mezzo a loro, si è fatto fotografare con loro, li ha coccolati, li ha fatti sentire importanti, ha fatto sempre capire a tutti che la passione principale nasceva da lui,ha sempre esultato o si è incavolato come e più di loro, ha messo in palio biglietti e maglie: tutto quello che caratterizza il presidente ideale al posto dei tifosi. Ora si è anche levato di dosso l’etichetta dell’eterno secondo,la gente lo ama anche di più. L’importante adesso è non tradirla.
C
PIACENZA - Antonio Cerciello, ovvero Nordmeccanica. Un amore con il volley sbocciato tre stagioni fa, cresciuto nella scorsa quando il nome di Nordmeccanica ha affiancato quello di Copra nella grande avventura. E’ apparso sulla maglia, nel nome della squadra. Un amore che vuole ancora crescere. Quanto forse è presto per capirlo. Forse tra qualche giorno, tra qualche settimana. Vedremo, ora c’è da festeggiare uno scudetto. Il primo scudetto del Copra Nordmeccanica che arriva alla quarta finale, terza consecutiva giocata dalla formazione piacentina. Che arriva all’ultimo respiro, al tie break di Gara 5. Bellissima, da vedere e rivedere per le emozioni che ha fatto vivere, in sette giorni Trento sconfitta due volte in casa. Non era mai accaduto negli ultimi anni, men che meno nei play off dove i trentini in casa nelle ultime due stagioni hanno perso solo due volte (con Piacenza).
Cerciello,sponsor portafortuna «Vogliamo fare ancora di più» Il titolare della Nordmeccanica a Napoli ha sofferto davanti alla tv Antonio Cerciello non era a Trento l’altro pomeriggio. Non era seduto nello stesso posto in cui solo una settimana prima aveva applaudito la vittoria della squadra. La partita l’ha vista in televisione dalla sua Napoli dove è rimasto qualche giorno in concomitanza delle nozze del figlio Vincenzo (auguri di cuore). «Questo è uno scudetto - esordisce Antonio Cerciello - che io e miei figli vogliamo regalare a tutta Piacenza, a questa città diven-
tata ormai la nostra. Nordmeccanica vuole fare questo regalo ed è contenta di farlo più che mai in questo momento difficile». Cerciello è contento, pensa allo scudetto, alle parole dette subito dopo Gara 3, quella che aveva portato proprio sul campo di Trento al Copra Nordmeccanica il match point poi non sfruttato in casa pochi giorni dopo. «Noi siamo abituati a vincere - aveva detto - e vinceremo anche stavolta». E’ stato buon profeta, non c’è
che dire: «Io a questo scudetto ho sempre creduto, anche se la strada in più di un’occasione è diventata una grande salita da affrontare. Ci credevo ma nello stesso tempo non me lo aspettavo, troppe volte la squadra è arrivata ad un passo dal traguardo, poteva capitare anche questa volta. Voglio ringraziare pubblicamente i giocatori, l’allenatore per quanto fatto, vincere uno scudetto non è certo cosa facile, il merito va tutto a loro. Si sono
soddisfatto e contento perché abbiamo fatto un grande regalo alla città di Piacenza». Tre anni nel volley, due in prima persona: «Noi siamo fatti così, quando ci impegniamo in qualcosa cerchiamo di farlo nel migliore modo possibile. Vogliamo fare ancora di più per Piacenza e per questa squadra, ma ci devono essere i presupposti. Parlerò con il resto della società e vedremo cosa ne uscirà». v. b.
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La rosa al completo del Copra Nordmeccanica 2008-2009 campione d’Italia.Da sinistra,in piedi:Bjelica,Zlatanov,Rak,Dunnes,Meoni,Marshall,Falasca.Seduti:Bravo,Insalata,Durante,Zingaro,Grassano e Boninfante.Completa l’organico
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Pampel,ingaggiato dopo l’inizio della stagione.Il Copra Nordmeccanica ha sconfitto in finale Trento al termine di cinque tiratissime partite,l’ultima delle quali vinta proprio sul campo dei rivali
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Nuovi festeggiamenti In tarda mattinata in Municipio. In serata, l’abbraccio della cittadinanza
VOLLEY SERIE A1 LO SCUDETTO DEL COPRA NORDMECCANICA PIACENZA - In occasione del-
In piazza Cavalli
la vittoria dello scudetto, oggi alle 12 il sindaco Roberto Reggi riceverà il presidente, l’allenatore, lo staff tecnico e i giocatori del Copra Nordmeccanica presso la sala del Consiglio comunale. In serata, a partire dalle 20.30, avrà luogo una festa aperta a tutta la cittadinanza in piazza Cavalli, per tributare ai campioni d’Italia l’omaggio dei piacentini. Per l’occasione, è previsto un buffet per coloro che interverranno. La serata, cui sarà presente, oltre ai protagonisti di questo successo, anche il sindaco di Piacenza Roberto Reggi, sarà animata da un gruppo musicale. Per consentire lo svolgimento della festa dedicata al Copra Nordmeccanica, dalle 17 alle ore 1 di domani sarà istituito il divieto di circolazione e il divieto di sosta con rimozione forzata lungo l’intero perimetro di piazza Cavalli, nonchè il divieto di sosta con rimozione forzata in piazzetta Grida. Inoltre, via Cittadella, nel tratto da largo Matteotti a via Mazzini, sarà percorribile dai residenti con preclusione di accesso a piazza Cavalli.
Ore 12:il sindaco riceve la squadra In serata grande festa
Il sindaco Roberto Reggi indossa la maglia celebrativa per lo scudetto del Copra Nordmeccanica (foto Cravedi)
E a mezzanotte la piazza diventa una vera bolgia Di ritorno da Trento la squadra ha festeggiato coi tifosi PIACENZA - «Un sogno diventato
realtà: grazie ragazzi». E’ questo lo striscione che ha accolto i neo campioni d’Italia al loro arrivo in Piazza Cavalli. Subito dopo la conclusione della finale scudetto, il popolo biancorosso è uscito dalle case e dai bar (dove erano stati allestiti diversi maxi schermi) per festeggiare la vittoria di Zlatanov e compagni con caroselli di auto per tutta la città. E verso le 23, tutti in Piazza Cavalli, a dare inizio alla festa vera e propria in attesa dell’arrivo degli “eroi di Trento”. In pochi minuti si contano migliaia di tifosi, moltissimi i bambini, tutti quanti avvolti nelle bandiere biancorosse: qualcuno, alla faccia della scaramanzia, indossa già una maglietta con la scritta campioni d’Italia, e naturalmente con tanto di scudetto in bella vista. Una di queste magliette è indossata anche dal sindaco di Piacenza, Roberto Reggi, mescolato in mezzo alla folla come un tifoso qualsiasi. Nell’attesa partono i primi cori ad inneggiare all’impresa compiuta e qualche sfottò rivolto agli avversari di Trento. Il clima è caldissimo, qualcuno annuncia l’arrivo a Piacenza del pullman biancorosso, ma si tratta di un falso allarme. Alle 23.45 i fari di un pullman colpiscono la folla e subito scattano gli applausi, i cori, le bandiere iniziano a sventolare sempre più alte. Il pullman si ferma in mezzo alla Piazza e una volta aperte le porte, ne scende una signora piuttosto sorpresa, come sorprese rimangono le migliaia di tifosi davanti a lei: insomma, un altro falso allarme. Risata generale e via a contattare telefonicamente qualcuno che sia in grado di dare informazioni sui tempi d’arrivo della truppa di Lorenzetti. Ormai Piazza Cavalli è diventata una bolgia biancorossa: tutti a ripetere che la squadra ce l’avrebbe fatta, nonostante Gara 5 si giocasse in trasferta, nonostante la sparuta rappresentanza dei tifosi biancorossi al seguito (sono stati concessi solo 150 biglietti, ndc), e nonostante il 2-0 iniziale a favore dei padroni di casa.
La mezzanotte è ormai abbondantemente trascorsa e stavolta i fari del pullman che sembrano strizzare l’occhio alla folla biancorossa sono finalmente quelli che annunciano l’arrivo dei neo campioni d’Italia. La ressa è indescrivibile, come mai si era potuto vedere a Piacenza, ma d’altra parte uno scudetto non lo si vince tutti i giorni. Il primo a scendere è il capitano, Zlatanov, con in mano la coppa che sta a testimoniare le parole scritte sullo striscione: non è un sogno, Piacenza è davvero campione d’Italia. Zlatanov e compagni raggiungono un palco appositamente allestito per abbracciare idealmente la folla. Con loro ci sono pure tutti i componenti dello staff tecnico e dirigenziale, con il presidente Molinaroli evidentemente stravolto dalla fatica e dalla gioia. Come le migliaia di tifosi piacentini assiepati sotto al palco. E’ un susseguirsi di cori, di canti e dal palco vengono lanciate decine di magliette, mentre qualcuno s’in-
carica di stappare le tradizionali bottiglie di spumante per innaffiare tutti quanti. «E’ una serata indimenticabile – urla Michal Rak - ed è una grandissima gioia poterla condividere con i nostri tifosi e con la città». Dante Boninfante saltella per il palco come un grillo, abbracciando tutti quelli che gli si parano davanti. «Che soddisfazione fantastica: vincere lo scudetto al tie break nella partita decisiva, oltretutto fuori casa. Se ci credevo? Tutti noi ci abbiamo creduto, anche quando ci siamo trovati ad inseguire sul 2-0. Complimenti anche a Trento, per averci provato fino in fondo... ma i campioni d’Italia siamo noi». E via a saltellare insieme ai compagni. Christian Pampel viene centrato dallo spumante: colpa di Zlatanov, il capitano si ripeterà con la Coppa, riempita fino all’orlo, e versata sui tifosi. «Una partita durissima per intensità – spiega il giocatore tede-
sco – in cui abbiamo speso tantissimo in energie fisiche e mentali. E’ bellissimo vedere l’accoglienza che ci hanno riservato i nostri tifosi: se lo meritano anche loro questo scudetto». Il più meravigliato di tutti è proprio Zlatanov, il capitano. «Mi aspettavo i festeggiamenti, ma non questo spettacolo: è una sensazione bellissima e ringrazio tutti i tifosi che ci hanno seguito e incitato, anche da casa, specie in occasione di quest’ultima sfida. Se pensavo di farcela? Ci eravamo promessi di non mollare, di lottare e quando ci siamo trovati a rincorrere Trento, sotto di due set, ci siamo guardati in faccia e in quel momento ho capito che ce l’avremmo fatta». I festeggiamenti proseguono, mentre i dirigenti cercano di chiamare a raccolta i giocatori per andare a cena, ma loro non ne vogliono sapere: d’altra parte uno scudetto non lo si vince tutti i giorni. Leonardo Piriti
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LIBERTÀ Martedì 19 maggio 2009
La festa di domenica Una marea di gente ha abbracciato dirigenti, tecnici e giocatori
Le marce forzate di Bravo: dal Tricolore alla Nazionale Il brasiliano punta alla World League PIACENZA - Già stasera salirà sul-
l’aereo con destinazione Brasile. Lui con la famiglia. Giusto qualche giorno di riposo perché poi domenica sarà nuovamente su un aereo, questa volta da solo, per raggiungere Rio De Janeiro e aggregarsi alla nazionale brasiliana. Estate di lavoro per Joao Paolo Bravo che, dopo aver festeggiato la sua prima convocazione in Nazionale, festeggia il suo primo scudetto. «E’ stata una gioia bellissima – sottolinea – fare parte della storia di questa società mi riempie di orgoglio, io c’ero an-
PIACENZA - I tre dell’Ave Maria. In-
sieme dall’inizio, insieme da quando otto fa in A2 partì il progetto. Sono piacentini. Paolo Maffi, team manager, che per sposare la “causa” Copra ha appeso la sua tessera da allenatore al chiodo, Giovanni Rossi vice allenatore e preparatore atletico, Umberto De Joannon medico sociale. «L’emozione – sottolinea Paolo Maffi – è indescrivibile e anche adesso che sono passate parecchie ore dalla vittoria dello scudetto non accenna diminuire. Ho pensato a tante cose in queste ore, mi viene spesso in mente ciò che ha sempre detto negli ultimi tempi Lorenzetti, “Testa dura” e queste due parole fanno parte della mia carriera pallavolistica. Fin da quando facevo l’allenatore e ho cambiato magari società, fin da quando ho deciso di abbandonare le vesti di allenatore e vestirne altre, sempre nella pallavolo, ma maschile. Testa dura
che quando è stata vinta la Top Teams Cup, momenti bellissimi e indimenticabili». Il 13 pari nel tie break è stato segnato dal brasiliano. Una bomba da posto 2. «Zlatanov batteva benissimo, Durante ha fatto una difesa eccezionale e la palla mi è arrivata giusta giusta. Sì, in quel momento ho capito che avremmo potuto farcela, ce la siamo vista brutta a un certo punto, ma in tutti noi sono tornate in mente le parole che Lorenzetti ha continuato a dirci dopo Gara 4. Eravamo sotto, ma dentro di noi c’era la giusta
La firma piacentina Maffi, Rossi, De Joannon: il segreto del successo ha radici locali
fiammella». Per Joao Paolo Bravo ora si apre una nuova avventura, quella con la Nazionale. In attesa di tornare tra qualche mese per la ripresa della preparazione. Lui ha un altro anno di contratto con il Copra Nordmeccanica. «Ad affrontare cose non facili ci sono abituato – dice ridendo – e anche in Nazionale non sarà facile trovare posto. Mi auguro di essere tra quelli che giocheranno la World League, ma so che non sarà facile. Però io ci sono e questo scudetto è solo una molla per continuare a fare meglio. Da quando sono a Piacenza la società ha fatto tanto per vincere lo scudetto, sono felice di essere stato un protagonista di questa splendida impresa». v. b.
I complimenti dei politici per il trionfo biancorosso Trespidi, Parma, Errani, Bersani e Squeri PIACENZA - Massimo Trespidi si è complimentato con Guido Molinaroli, presidente del Copra Nordmeccanica. «Come piacentino sono orgoglioso e come sportivo ritengo che la squadra abbia dato un enorme esempio di forza, correttezza, agonismo e tenacia, regalando uno dei momenti sportivi più entusiasmanti per questa città» ha detto Trespidi. «Uno sbalorditivo successo. Complimenti all'amico Guido Molinaroli, a tutta la società, agli atleti e a coach Angelo Lorenzetti. Questo scudetto onora Piacenza e premia l'eccellenza del team biancorosso».
Così il capogruppo in Regione della Lega Nord, Maurizio Parma dagli spalti del PalaTrento. «Una prestazione eccellente ha aggiunto il consigliere regionale del Carroccio - Siamo fieri dei nostri atleti e li ringraziamo per averci regalato grandi emozioni». Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha inviato un messaggio a Guido Molinaroli. «Gentile presidente - scrive Errani - voglio complimentarmi con lei e con tutta la dirigenza per il titolo di campioni d’Italia, voluto e meritato. Particolari congratula-
Una vittoria made in Piacenza: «E’una gioia indescrivibile» L’emozione per lo scudetto di Maffi, Rossi e De Joannon quella del Copra, che da anni ha sbattuto contro teste più dure. In queste ore mi sono venuti in mente i tanti ritorni tristi dalle trasferte in cui si era perso qualcosa d’importante. Noi dello staff e i giocatori, pochi dirigenti». E’ emozionato Maffi: «A questo scudetto ci tenevamo particolarmente e devo dire che ce lo siamo proprio meritato. Il mio primo pensiero? Non ho vergogna a dirlo, io sono molto devoto alla Madonna e il mio primo
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pensiero è stato quello di ringraziare Lei. Poi ho pensato a mio padre e a quanto siamo stati bravi. Confesso, prima di partire per l’ultima trasferta a Trento sono passato al santuario di Rivergaro». Adrenalina che fatica ad andare a riposare anche per Giovanni Rossi, vice di Lorenzetti, preparatore atletico. Il suo contratto è in scadenza. «Questo scudetto – sottolinea Rossi – lo abbiamo vinto nelle
condizioni più difficili, in questa stagione le abbiamo passate tutte, ci mancava solo rimontare da un 2-0 in fatto di set. E’ arrivato anche questo, la gioia è immensa e difficile da raccontare. E’ tanto che lavoriamo per raggiungere questo traguardo, questo scudetto è il coronamento di tanto lavoro, di un sogno». Sguardo al futuro d’obbligo. Soprattutto se si è in scadenza di contratto. «Si, lo ammetto, mi dispiace-
rebbe andare da un’altra parte, parlerò con la società e vedremo cosa fare. Difendere uno scudetto è ancora più difficile che vincerlo, noi abbiamo sempre cercato di migliorare per ripeterci, partendo dai problemi da risolvere e riguardando le cose che non sono andate proprio benissimo. Sarà così anche il prossimo anno». Umberto De Joannon è il responsabile dello staff medico. «Sono rimasto allibito – sotto-
zioni, anche a nome della Giunta che rappresento, al tecnico Angelo Lorenzetti ed ai giovani fuoriclasse che hanno saputo regalare lo scudetto a Piacenza ed all’intera Regione». «Una vittoria sofferta fino all'ultimo punto, ma anche per questo bellissima. Una grande soddisfazione che regala finalmente a Piacenza uno scudetto meritato». Così Pier Luigi Bersani. Che aggiunge: «Alla società, allo staff tecnico e a tutti i giocatori meritevoli di aver costruito un grande gruppo, vanno i miei complimenti». Complimenti anche da Alberto Squeri, candidato alla Provincia: «Questa vittoria - dice - onora e dà lustro a Piacenza. Questo è il premio per anni di sfozi e sacrifici della società del presidente Molinaroli».
linea il dottore – nel vedere tanta gente in piazza Cavalli, non pensavo davvero potesse accadere. Per me questo scudetto è stata una liberazione». Parole lasciate lì da De Joannon. Che subito dopo sottolinea: «Il grosso merito di questo scudetto va dato a Lorenzetti bravo a tirare fuori da ogni giocatore ciò che gli altri non hanno saputo tirare fuori e poi, vero e proprio collante di tutto il gruppo. Sono molto contento soprattutto perché questo scudetto ripaga i sacrifici di tanta gente che non appare ma lavora tantissimo». Sul suo futuro De Joannon puntualizza. «Scambierò due chiacchiere con presidente e allenatore e poi valuterò. Io lo faccio per passione e pretendo determinate cose, voglio chiarezza e garanzie su determinate situazioni. E’ giusto che si critichi, ma a ragion veduta». v. b.
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LIBERTÀ
Martedì 19 maggio 2009