© 2009 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Prima edizione Mondadori DOC settembre 2009 Questo volume è stato stampato presso Mondadori Printing S.p.A., Stabilimento Nuova Stampa Mondadori – Cles (TN) Stampato in Italia – Printed in Italy ISBN 978-88-04-59450-5
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Indice
p. 13
Premessa
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Prefazione
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Cercare lavoro in tempo di crisi – le quat
tro regole d’oro
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ettersi nella giusta prospettiva, 23 – Le quattro M regole d’oro, 24 – Rischiare ma non troppo, 30 – Quali sono le qualità personali più importanti per chi vorrebbe lavorare nell’innovazione?, 31 – E intanto che si fa?, 32 – Perché chi ha perso il lavoro dovrebbe comunque cercare di pensare positivamente?, 34 – Crisi: un’opportunità da cogliere, 34 – Qual è il consiglio da tenere sempre in mente quando si cerca lavoro in tempi di crisi?, 36
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Prima di partire – la preparazione L e tre domande fondamentali, 37 – “A quale punto del mio percorso professionale mi trovo?” ovvero “Da dove parto?”, 38 – “Quali sono le motivazioni che mi portano a cercare un lavoro?” ovvero “Perché parto?”, 39 – “Cosa voglio fare da grande?” ovvero “Dove voglio arrivare?”, 40 – Quali sono le professioni più ricercate?, 41 – Altre domande a cui devi rispondere, 42 – Come si può fare per capire quali sono i valori di un’azienda prima di entrarci?, 42 – Quali sono i vantaggi di lavorare in una multinazionale? Quali le doti specifiche per farlo?, 44 – Come posso capire se un’azienda è seria in termini di formazione dei propri dipendenti?, 45 – Come si può fare per capire “che aria tira” in una azienda prima di entrarci?, 46 – Non di solo pane vive il lavoratore. Il contratto psicologico tra collaboratore e azienda, 47 – Quali sono le aziende migliori in cui andare a lavorare?, 48 – Great Place to Work, 49 – Employer Branding
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Positioning Survey 2008, 51 – Come posso fare per imparare a “vendermi” bene?, 51 – Il fattore tempo, 52 – “Sono disposto a fare marketing di me stesso?”, 53 – Ma fare “marketing di se stessi” non vuol dire anche snaturare il proprio modo di essere?, 54 – Non mi chiamano mai!, 55
p. 57 Chi cerca trova - i canali Conoscenza diretta, 60 – Quanto contano le
relazioni personali nella ricerca di lavoro, 61 – Cos’è un annuncio di lavoro?, 63 – Come vanno interpretate le offerte di lavoro con pretese assurde, come ad esempio quelle in cui l’azienda dice di voler selezionare giovani appena usciti dall’università con esperienze pregresse?, 65 – Perché negli annunci le posizioni spesso sono scritte in inglese?, 67 – Carta stampata, 68 – Internet, 74 – I siti di ricerca di lavoro, 74 – Come rendere appetibile il mio cv on line?, 76 – Il jobseeker attivo, 79 – Come ricevere esclusivamente le offerte in linea col mio profilo?, 80 – Ho provato a cercare lavoro su Internet, ma nonostante abbia mandato tantissimi CV, non mi hanno richiamato. Come mai?, 81 – Vantaggi, svantaggi, pericoli, 82 – I metamotori di ricerca, le sezioni dedicate alle opportunità di portali generalisti e delle aziende, i career site dedicati, 85 – Siti per la ricerca e l’offerta di lavoro, 86 – Chi trova un amico trova un lavoro: cercare lavoro coi social network, 88 – Come posso sfruttare il Web 2.0 per farmi notare dai selezionatori?, 90 – 1. Il profilo personale, il tuo curriculum allargato on line, 90 – 2. Link, foto, video e applicazioni: ogni cosa a suo posto e un posto per ogni cosa, 93 – Curare la propria identità digitale professionale, 96 – 3. La rete di contatti: se siamo insieme ci sarà un perché, 99 – 4. Gruppi: tutti insieme professionalmente, 102 – 5. Gli eventi: il Web come mezzo e non come fine, 103 – Altri canali innovativi: blog, fiere virtuali del lavoro, case study interattivi, mobile recruiting e net head hunting, 104 – Social Network - Social Media, 106 – Blog, siti personali, 106 – Servizi Utili, 107 – Lavoro on air, 107 – Siti Istituzionali, 108 – Agenzie per il Lavoro, 108 – Ho paura che usando le società di selezione la mia azienda attuale venga
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a sapere che sto cercando un nuovo lavoro. Come posso tutelarmi?, 111 – Head hunting, ovvero quando essere cacciati dall’azienda può essere una fortuna, 112 – Associazioni di Categoria, 115 – Centri per l’impiego, 117 – Eventi dedicati e Uffici Placement, 119
p. 123 A ciascuno il suo – il curriculum Non esiste il CV perfetto, 123 – Quando è meglio
lasciar perdere l’autocandidatura?, 124 – Il titolo, 125 – Questione di misure, 126 – Qual è il tempo medio che un selezionatore dedica alla lettura di un CV?, 127 – Occhio alla forma, 128 – Redigere un curriculum troppo sopra le righe può essere controproducente?, 129 – La struttura, 130 – Quanto conta maturare esperienze di lavoro con le aziende durante lo studio?, 136 – Quanto bene parli una lingua? Gli standard europei di autovalutazione, 143 – Metti il turbo al curriculum ovvero la lettera di presentazione, 154 – Che differenza c’è tra il curriculum cartaceo e quello on line?, 159 – Il curriculum per la carriera internazionale: Europass e il CV in inglese, 161 – Il videocurriculum, 167 – Appendice, 169 – Il diplomato, 170 – Il neolaureato, 172 – Il manager, 174 – La mamma, 176 – L’ultraquarantenne, 178 – Il giovane professionista, in inglese, 181
p. 183 E adesso a noi due - il colloquio “Chi sei? Da dove chiami? Per quale posto mi
chiami?”, 183 – Preparati al colloquio, 185 – Quanto conta l’abbigliamento in sede di colloquio per le figure che avranno rapporto col pubblico?, 187 – Che il colloquio abbia inizio, 188 – Il mio curriculum non è del tutto lineare: cosa mi può chiedere il selezionatore?, 191 – Credo di essere molto motivato, ma questo emerge poco nei colloqui. Cosa posso fare?, 194 – Le dieci domande che ti faranno durante il colloquio, 194 – Come fa un’azienda ad accorgersi se un candidato racconta bugie?, 196 – Le dieci domande da fare durante il colloquio, 198 – Nel corso di un colloquio, qual è il momento migliore per fare delle domande?, 200 – C’è la formula magica per superare un colloquio?,
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201 – Le faremo sapere…, 202 – Quanto tempo passa dalla pubblicazione di un annuncio all’assunzione della persona?, 203 – Il colloquio di gruppo, 204 – Nei colloqui di gruppo meglio mantenere un atteggiamento sobrio o cercare comunque di farsi notare?, 205 – I test, 206
p. 211 Ci metterei la firma - il contratto Prima un po’ di storia (recente), 211 – Il lavoro subordinato, 213 – Il lavoro autonomo, 221 – Altre tipologie: contratto a progetto e tirocini formativi, 222 – Cosa devo assolutamente fare prima di firmare un contratto di lavoro?, 224
p. 225 Cosa faccio se… - soluzioni a problemi concreti … è la prima volta che cerco lavoro?, 225 – Negli
annunci mi sembra cerchino sempre neolaureati con esperienza: non è un controsenso?, 227 – Quali sono le caratteristiche di uno stage che fa curriculum? A cosa devo fare attenzione prima di accettarne uno?, 229 – Sto ancora studiando, inserisco gli esami sostenuti nel CV?, 230 – … intendo proseguire con gli studi invece di cercare lavoro?, 235 – … sono una mamma (o un papà)?, 246 – … ho superato i quarant’anni?, 250 – … ho uno scheletro nell’armadio?, 251 – Ho perso il lavoro, ma temo che facendo lavori temporanei il mio curriculum peggiori ancora di più. Mi sbaglio?, 252 – La mia biografia professionale presenta qualche macchia, come posso giustificare i miei intoppi di carriera?, 252 – … non mi piace il nuovo lavoro?, 253 – Ho ricevuto una proposta di lavoro interessante, ma non voglio accettare. Come devo comportarmi?, 254 – … ho trovato finalmente il lavoro perfetto?, 257 – … devo affrontare la questione stipendio?, 261 – So di valere, ma non ho il coraggio di chiedere un aumento. Come posso fare?, 264 – ... voglio stabilire quanto mi arriverà in busta paga?, 264
p. 269 Le parole sono importanti - il dizionario p. 289 Risorse utili
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CERCARE LAVORO IN TEMPo DI CRISI le quattro regole d’oro
Cercare lavoro è diventato nell’ultimo anno ancora più complicato. Come certamente saprai, il 2009 è stato segnato da una crisi economica internazionale che ha visto, tra l’altro, la perdita di milioni di posti di lavoro su scala globale. In Italia sono stati centinaia di migliaia i lavoratori che hanno perso il proprio posto, o che sono stati sottoposti a regimi di mobilità o di cassa integrazione, o ancora a cui non sono stati rinnovati contratti temporanei. Molte aziende hanno anche bloccato le assunzioni o le hanno limitate al massimo, con un’inversione di tendenza del tasso nazionale di disoccupazione che dopo un periodo di diminuzione è nuovamente aumentato. Proprio per la gravità della congiuntura economica e per la sua estensione a un livello mondiale, fare delle previsioni accurate in termini occupazionali è diventato piuttosto complesso. In fase di crisi i costi del personale sono stati una delle pri-
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Il quadro non è dei più rosei
Quando il gioco si fa duro
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me voci di spesa tagliate delle aziende e anche i piani di inserimento di nuovi collaboratori sono stati rivisti in misura significativa. Per questa situazione di incertezza le direzioni delle risorse umane raramente si sbilanciano con previsioni e anche quando assumono non ne danno grande pubblicità. Alcuni indicatori del mercato del lavoro lasciano talvolta intendere piccoli segnali di ripresa, ma tanto gli istituti di studi economici e statistici quanto i sindacati e le associazioni datoriali che riuniscono le imprese affermano che la crisi c’è e che inevitabilmente ci sono delle ricadute negative anche dal punto di vista dell’occupazione. Il quadro non è quindi dei più rosei. Le aziende assumono meno, i contratti non sempre vengono prorogati, i tagli al personale sono all’ordine del giorno. Proprio perché la situazione si fa più dura e competitiva è fondamentale non perdersi d’animo e mettersi alla ricerca di un’opportunità con i giusti strumenti e, soprattutto, con il giusto atteggiamento. Ma come si cerca lavoro in tempi di crisi? Quali sono le cose importanti da sapere? Quali le armi da usare? Nell’edizione aggiornata di questa Guida vengono riviste tutte le tematiche principali della ricerca di lavoro alla luce della nuova situazione. Ma è nei prossimi paragrafi che si possono trovare alcuni consigli specifici sulle strategie da adottare in tempo di crisi.
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Mettersi nella giusta prospettiva Un messaggio ricorrente di questo libro è che la ricerca di lavoro è un lavoro. Non è una frase fatta, ma una considerazione che va presa alla lettera: la ricerca di un impiego richiede tempo, energie e risorse da dedicare espressamente a questa attività. Questo è tanto più vero quanto più ci si trova in un periodo di stasi del mercato, di immobilismo delle posizioni all’interno delle organizzazioni e, in alcuni casi, di politiche aziendali di ristrutturazione con conseguenti downsizing. Cosa fare allora? Se stai cercando lavoro adesso, la prima regola che devi osservare è concentrarti al massimo su questa attività, cercando di tenere sempre a mente che dall’ultima volta che ti sei trovato in questa situazione il mercato è cambiato radicalmente. Quello che devi fare, in altre parole, è metterti nella giusta prospettiva. Questo comporta due aspetti. Da un lato, cercare lavoro deve diventare a tutti gli effetti una sorta di progetto a cui dedicarsi pienamente, sfruttando tutti gli strumenti a disposizione. Dall’altro, non meno importante, occorre sforzarsi di capire in quale contesto ti stai muovendo. Se hai sempre lavorato per la stessa azienda, se hai sempre avuto contratti regolari, se hai sempre e solo utilizzato il passaparola per cambiare impiego, è più che probabile che il mercato in cui ti trovi oggi ti appaia come un incubo: precarietà, disoccupazione diffusa, complessità della ricer-
Il mercato è cambiato
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ca di un lavoro sono tutti fenomeni recentissimi ed è normale che tu ti trovi disorientato. Non è facile neppure per gli stessi giovani entrati nell’ultimo decennio nel mondo del lavoro, che pure hanno già vissuto sulla propria pelle contratti atipici, diritti negati, stage infiniti.
Le quattro regole d’oro Ridefinisci le aspettative
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Essere consapevoli che il mercato è cambiato è il primo passo, perché aiuta a ridefinire le proprie aspettative. Questo non significa che tu ti debba accontentare o venire meno ai tuoi principi. Ma vuol dire pesare il tuo carico di aspettative rispetto a quanto il mercato può effettivamente proporre in questa fase. Se si assiste quotidianamente alla chiusura di fabbriche o uffici della propria zona come pretendere di trovare lavoro sotto casa? Se amici e colleghi perdono il lavoro, come non ridimensionare le proprie ambizioni in termini di promozioni o aumenti di stipendio? Sia ben chiaro. Non è che in tempi di crisi occorre accettare tutto, meno che mai i soprusi. Quel che conta è avere però un atteggiamento razionale e oggettivo rispetto ai tempi che corrono. Questo ti consentirà di non sprecare tempo ed energie e ti darà qualche possibilità in più di ottenere presto i risultati sperati. Cosa comporta questo nel concreto? Per semplificare al massimo diciamo che ci sono quattro mosse chiave per mettersi nella giusta ottica quando si cerca un lavoro in tempo di crisi.
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La prima è informarsi su quello che sta accadendo nel tuo mercato di lavoro di riferimento. Contrariamente a quello che si pensa, non esiste di fatto un solo mercato del lavoro, ma tanti, lo vedremo anche nel resto della Guida. In che modo capire come è fatto quello che interessa a te? Innanzitutto, devi circoscrivere la zona geografica in cui intendi muoverti, il settore che desideri prendere in considerazione, l’area funzionale (il dipartimento, il reparto) nella quale ti piacerebbe trovare spazio. Come si fa? La lettura dei giornali e degli annunci costituisce una fonte inesauribile di notizie di enorme aiuto per chi, come te, sta cercando attivamente un impiego. Se le pagine di cronaca ti aiutano a capire la situazione economica della tua città o della tua provincia, le offerte ti danno preziose indicazioni su quali sono i settori in maggiore espansione e quali le figure professionali più ricercate (o, viceversa, quali sono le imprese da non considerare per il momento). Nel capitolo dedicato ai canali vengono illustrate nel dettaglio le caratteristiche distintive di stampa e Internet come “luoghi” dove reperire informazioni strategiche per la propria caccia all’impiego. Importantissimo è anche attivare al massimo la propria rete di contatti, estendendo il proprio raggio d’azione con tutte le persone che possono potenzialmente darci una mano. Questo non implica soltanto ampliare il proprio network ma anche coltivarlo. Secondo l’Istat, infatti, più della metà delle posizioni vacanti in Italia viene ricoperta grazie a segnalazioni da parte
1. Prendere informazioni sul proprio mercato di riferimento
Cerca su stampa e web
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2. Predisporsi al cambiamento
La prima flessibilità è quella mentale
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di conoscenti. In periodi di crisi l’importanza dei rapporti personali cresce ancor di più, poiché aumenta il valore dato alle relazioni di fiducia, che rappresentano la base per lo scambio di informazioni critiche come quelle relative al mercato del lavoro. Anche in questo caso, il tema verrà affrontato più estesamente nel capitolo sui canali, con specifico rimando al passaparola e al social networking. La seconda è predisporsi al cambiamento. L’abbiamo già detto molte volte e ancora lo ripeteremo nelle pagine a venire: il mercato del lavoro è cambiato e, cosa ancora più importante, continuerà a farlo. Una volta realizzato questo dato di fatto occorre che tu affini le tue armi per ribattere a questa trasformazione continua, divenendo a tua volta capace di cambiare. Pensare di aggiudicarsi un lavoro e tenerselo tutta una vita è un’utopia, credere che il proprio settore sia al riparo da crisi è una pericolosa bugia che non vale la pena raccontare a se stessi. Occorre sganciarsi dalle logiche comuni, allontanarsi dai modi di pensare tradizionali, se possibile giocare d’anticipo, accettando anche i rischi di ciò che non si conosce. Solo così si entra in ballo veramente nel mercato del lavoro, si impara a negoziare, si affinano capacità trasversali, si diventa interessanti agli occhi delle aziende. La flessibilità su cui molto si è giustamente discusso nell’ultimo decennio non ha solo a che fare con orari e contratti, ma riguarda soprattutto una forma mentis che vede nel cambiamento una carta vincente. Pre-
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disporsi al cambiamento non significa flettersi alle esigenze del mondo esterno, ma diventare sufficientemente flessibili da non spaventarsi per le trasformazioni in corso, anzi da padroneggiarle. La terza è non farsi prendere dallo spirito negativo. Perdere il lavoro in tempi di crisi è un drammavero, che ha conseguenze molto pesanti sia sul singolo individuo sia sulla sua famiglia. Senza voler ricorrere a facili slogan o invocare ottimismo a profusione, vogliamo solo rammentare che avere un atteggiamento rancoroso, negativo o supponente nei confronti dei selezionatori non sortirà di certo buoni effetti sull’esito del colloquio. Di fronte a licenziamenti, porte sbattute in faccia, mobbing, palesi ingiustizie, lamentarsi o arrabbiarsi è umano, ma quasi mai paga. Non si tratta di mentire o di presentarsi all’intervista con un sorriso di plastica, ma di riflettere su un semplice aspetto: se tu fossi un selezionatore vorresti assumere qualcuno che fin dal primo colloquio si presenta in modo aggressivo? Porteresti all’interno dell’azienda (sotto tua responsabilità) una persona che fin da subito non ha un modo di proporsi positivo? Con questo non si vuol dire che nel corso del colloquio non possano emergere gli aspetti critici della tua condizione professionale presente o recente. Lo vedremo anche nei capitoli sul colloquio o sulle problematiche più ricorrenti (“Cosa faccio se…?”): i responsabili delle risorse umane sono assolutamente al corrente (e quasi sempre sono anche al centro) di certe dinamiche e sono perfettamente
3. Non farsi prendere dalla negatività
Lamentarsi non paga
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4. Investire sulla formazione
Investi sul tuo tempo libero
Cosa ti serve di più?
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consapevoli di quel che succede appena fuori dalle sale riunioni. Sanno cosa significa passare attraverso fusioni o acquisizioni, licenziamenti collettivi, accordi sindacali. Di fatto, tutto questo fa parte del loro lavoro. Come conseguenza puoi provare a immaginarli anche come possibili alleati e non solo come belligeranti nemici. La quarta mossa è la formazione. Restare senza lavoro è una situazione frustrante, che di solito ha pesanti conseguenze anche sul piano psicologico, specie in una società come la nostra che considera il successo professionale come una delle più alte forme di realizzazione personale. Invece che ripiegarti su te stesso o arrovellarti sulle origini di quello che ritieni un fallimento (che quasi mai dipende in toto dal solo lavoratore), forse vale la pena investire il tanto tempo libero a tua disposizione per il tuo aggiornamento. Potrebbe aprirti nuove porte sul mercato del lavoro e aiutarti a superare delle giornate altrimenti vuote, davvero difficili da gestire nel lungo periodo. Sono almeno due le domande che devi porti in questo ambito. La prima è capire quali sono le aree che vuoi migliorare attraverso dei momenti di formazione. Ti serve di più ripassare l’inglese o reputi più lungimirante imparare una seconda lingua stra niera? Vuoi finalmente imparare a fare le pivot su Excel o ti potrebbe essere più utile lanciarti in animazioni grafiche per le presentazioni commerciali? E perché non esercitarsi nell’autocontrollo dedicandosi a un’arte marziale o impegnarsi nel-
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le tecniche per fare bella figura in pubblico? Evidentemente la risposta dipende dai tuoi obiettivi personali e professionali e nulla vieta di seguire più lezioni contemporaneamente. Quel che è certo è che impiegherai più proficuamente le tue ore libere e che – cosa da non trascurare – eviterai di avere buchi nel curriculum. Laddove tu volessi potresti anche prendere più tempo e pensare di frequentare un master o studiare all’estero. Per queste ipotesi ti invitiamo a leggere le pagine dedicate a questi argomenti nel capitolo “Cosa faccio se…”. Il secondo punto da prendere in considerazione è naturalmente l’aspetto economico. La preoccupazione è già alta per via del mancato stipendio e potresti non pensare neppure a spendere dei soldi per aumentare il tuo livello di formazione. Se propendi per un master, la segreteria organizzativa saprà consigliarti su borse di studio o altre agevolazioni. Se invece hai in mente di seguire un corso professionalizzante puoi sempre controllare on line oppure puoi chiedere al Centro per l’Impiego o all’Informagiovani della tua zona o al sindacato quali possono essere i corsi finanziati, ad esempio dalla Regione o dalla Comunità Europea, che non richiedono costi di iscrizione. Alcune regioni italiane erogano un contributo economico – il cosiddetto voucher – ai propri cittadini residenti per frequentare un corso di formazione. Ciascuna amministrazione regionale indica all’interno del bando i requisi-
Dove trovare i contributi
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ti necessari per inoltrare la richiesta. Sempre sul meccanismo dei voucher è basata un’altra fonte di finanziamento, espressamente dedicata ai lavoratori temporanei (ovvero i cosiddetti somministrati o ex somministrati). L’iniziativa si chiama “Bonus a Sapersi” ed è del Fondo per la formazione dei lavoratori in somministrazione con contratto a tempo determinato, Forma.Temp. Fra i diversi benefici erogati anche la possibilità di un congedo retribuito a carico di Forma.Temp e la formazione per le lavoratrici madri al rientro dal periodo di maternità. Altri fondi sono stanziati dall’agenzia tecnica del ministero del Lavoro Italia Lavoro per finanziare programmi come P.A.R.I. o FIXO, grazie ai quali si incentiva l’occupazione anche attraverso il sostegno economico alle aziende che nel primo caso aiutano le persone nel loro percorso di reimpiego oppure, nel secondo, inseriscono neolaureati.
Rischiare ma non troppo Crisi = opportunità
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Un altro ritornello molto frequente di questi ultimi mesi è stata l’equazione crisi = opportunità. Senza scadere in facili ottimismi, perché non provare a vederla anche in questa prospettiva? Perché non cogliere l’occasione per cambiare e mettersi alla prova in nuovi scenari lavorativi? Certo, la sfida è rischiosa e va soppesata con grande attenzione, ma se non hai un lavoro o se quello che hai non ti soddisfa e intanto ti viene data una pos-
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sibilità, perché non provare? Di fatto le epoche di grande trasformazione quali quella che stiamo attraversando portano appresso un patrimonio di innovazione che può rivelarsi estremamente interessante. Pensa solo a quante professioni sono nate con l’avvento delle nuove tecnologie soltanto negli ultimi dieci anni. Certo, non tutte hanno avuto egual fortuna e sono sopravvissute, ma molte si sono affermate sostituendo di fatto mestieri più tradizionali che hanno cambiato radicalmente faccia, se non sono addirittura del tutto scomparsi.
Roberto Mastalli
Direttore Risorse Umane Auselda AED Group
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Oltre alle competenze specifiche in ambito tecnico, a una persona che aspiri a lavorare nell’innovazione è richiesta una forte dote di creatività e di elasticità mentale. In funzione del ruolo e della mansione sono considerate qualità fondamentali la capacità di saper lavorare in gruppo e la voglia di misurarsi “fuori dagli schemi”, ma facendo bene attenzione a non perdere il contatto con la realtà.
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SIGLI
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Quali sono le qualità personali più importanti per chi vorrebbe lavorare nell’innovazione?
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