DIR. EDITORIALE
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REDAZIONE
4 MM DI ABBONDANZ A PER L A PIEGA
4 M M D I A B B O N DA N Z A P E R L A P I EGA
hans keilson Ebreo tedesco nato a Berlino nel 1909, Hans Keilson ha pubblicato il suo primo romanzo nel 1934. Fuggito in Olanda, durante la Seconda guerra mondiale ha partecipato alla resistenza. Successivamente si è dedicato alla psicoanalisi, impegnando l’intera sua vita nella cura dei bambini colpiti dal trauma della guerra e della deportazione. Nel 2008 ha ricevuto il WeltLiteratur Preis. Vive, centunenne, con sua moglie a Bussum, nei dintorni di Amsterdam.
Racconterò tutto e non tacerò nulla, di quel che riguarda il mio Da quando è diventato il mio, comprendo il suo destino in modo
r omanzo
più profondo, più grande di quanto avessi mai pensato. Non racconterò nulla del dolore che a causa sua è disceso su di noi. L’ora della morte non è quella della resa dei conti.
hans keilson la mor te dell’avver sar io
Foto © Jürgen Bauer
ART DIRECTOR: GIACOMO CALLO G R A P H I C D E S I G N E R : nadia morelli
d
19,00
la morte dell’avversario
nemico e me. Quando penso alla sua morte, ricordo la mia vita.
I n s o v raccoperta : J anni s K ounelli s , Senza titolo ( R o s a n e r a ) , 1 9 6 6 M ilano , M u s eo del N o v ecento © P h oto s er v ice E lecta / L uca C arr à s u conce s s ione del M u s eo del N o v ecento © J anni s K ounelli s - b y S I A E 2 0 11
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CARTA: Patinata Lucida - Garda Gloss - gr 130 - PROFILO DI STAMPA: COATED FROGA39 - DIMENSIONE: 145x223 mm - RIFILATO: 140x215 mm
La pubblicazione di questo libro segna la scoperta di uno scrittore ancora inedito in Italia, ma altrove considerato uno dei più grandi del Novecento. Un autore che il “New York Times”, appena un anno fa, non ha esitato a definire un “genio”. E di cui il “Time” ha scritto: “Ciò che fa di Keilson un autore unico fra quanti si sono occupati del nazismo è la profondità con cui riesce a penetrare sia nella mente del persecutore che in quella del perseguitato”. Niente di più vero. Dopo aver letto questo libro, chiunque si renderà conto di essersi confrontato con una pietra miliare della letteratura mondiale, e di non aver mai letto prima un romanzo capace di raccontare con tanta lucidità e tanto vigore narrativo la duplice, contraddittoria, ambigua reazione degli ebrei all’avvento del nazismo. Scritto da Keilson mentre viveva in clandestinità in Olanda e pubblicato per la prima volta nel 1947, La morte dell’avvversario è l’autoritratto di un giovane che sente di non potersi sottrarre al fascino di un anonimo avversario che sta conquistando il potere nella Germania degli anni Trenta. È un sentimento che avverte nascere dentro di sé dal momento in cui, bambino, ascolta di nascosto le preoccupate conversazioni dei genitori su un controverso leader politico chiamato B. che ha iniziato la sua scalata al potere. Giunto alla convinzione che avere un nemico è indispensabile alla propria sopravvivenza, quando finalmente ascolta i discorsi di B. il protagonista, ormai adulto, rimane abbagliato da quelle parole e comincia a capire chi è davvero il suo avversario. Capisce soprattutto che B. ha bisogno di lui tanto quanto lui ha bisogno di B. Ci sono odio e disprezzo, nel suo animo, ma anche un forte senso di superiorità e una sinistra fascinazione. Da questa profonda, spaventosamente lucida riflessione, mossa da un bisogno insaziabile di verità, nasce un racconto sconvolgente non tanto per l’evocazione dei crimini commessi da Hitler, quanto per la capacità di comprendere, da parte del perseguitato, le ragioni che animano il suo persecutore e le proprie reazioni, cercando una logica anche dove essa sembra non esistere.
25/03/11 15:07
CARTONATO