Licia Troisi, "La ragazza drago - l'ultima battaglia"

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icia Troisi, nata a Roma nel 1980, è l’autrice fantasy italiana più venduta nel mondo, grazie allo straordinario successo delle saghe del “Mondo Emerso”, della “Ragazza Drago” e della nuova saga “I Regni di Nashira”. Laureata con una tesi sulle galassie nane, lavora come astrofisica.

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Un’esplosione d’acqua ruppe la superficie del lago, e la viverna fu fuori, all’aria aperta. Si innalzò nel cielo con un urlo lacerante e si diresse verso la sua antica dimora. V

Era tornato. Nidhoggr era tornato.

www.liciatroisi.it

L ’ ULTIMA BATTAGLIA

e

book

Lo scontro finale ha inizio: riuscirà Sofia a salvare l’Albero del Mondo?

- L’ ULTIMA

BATTAGLIA

idhoggr, la malvagia viverna che un tempo cercò di distruggere l’equilibrio della natura, è tornato. Il sigillo che lo teneva imprigionato è stato infranto e il suo potere ha soggiogato la Terra intera, trasformando tutti gli uomini in mostri disposti a qualunque sacrificio per sconfiggere Sofia e gli altri Draconiani. La loro missione è trovare il frutto di Thuban, l’ultimo e il più importante dei cinque globi magici che faranno risplendere di nuova vita l’Albero del Mondo e riporteranno sulla Terra il regno di Draconia. Ma Ofnir, il nuovo alleato delle viverne, ha frantumato il frutto contro il sigillo per liberare il suo padrone, e i frammenti sono nascosti in tre luoghi misteriosi sparsi per l’Italia. Nell’ultima, fatale battaglia che Sofia dovrà combattere, ostacoli imprevisti si opporranno alla vittoria: i draghi che hanno sempre vissuto nel cuore dei suoi compagni rischieranno di svanire per sempre, e con loro il regno di Draconia…

disponibile

€ 17,00

ART DIRECTOR: FERNANDO AMBROSI GRAPHIC DESIGNER: SILVIA BOVO

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In sovraccoperta: illustrazione di Paolo Barbieri logo di Michele Frigo

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v - l’ultima battaglia

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Illustrazioni interne di Paolo Barbieri www.ragazzi.mondadori.it © 2012 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano “La Ragazza Drago” e il relativo logo sono un marchio registrato da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Prima edizione maggio 2012 Stampato presso Mondadori Printing S.p.A. Stabilimento N.S.M., Cles (TN) Printed in Italy ISBN 978-88-04-61669-6

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Prologo

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utto era buio e silenzio. Una notte nera era scesa sul lago di Albano, e sotto la sua superficie gelida non filtrava la luce della luna. La creatura avrebbe rabbrividito, se il suo corpo metallico fosse stato in grado di provare freddo. Ma non c’era carne a rivestire i suoi meccanismi, non c’erano nervi intorno alle sue ossa d’acciaio. «Sono stanco di questo buio. Fai luce» disse. L’uomo, dietro di lui, schioccò le dita. Una fiaccola fluttuante comparve tra le sue mani e accese una luce opaca sulla distesa che li circondava. Era una piana brulla e dilavata, arsa dal fuoco di un’antica catastrofe. In alto, sulle loro teste, il guscio d’acqua che li racchiudeva rifletteva quel fioco bagliore. Erano immersi nelle profondità del lago, eppure potevano respirare. La creatura avanzò per prima, con passo lento e trascinato. Uno stridio di meccanismi imperfetti, il gemito del metallo

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La Ragazza Drago che tagliava il silenzio. Ormai abitava quel corpo meccanico da settimane, ma ancora non si era abituato. I suoi movimenti erano lenti e scattosi. «Volete che vi aiuti?» si offrì l’uomo, tendendo una mano. La creatura lo respinse con un gesto sprezzante. Odiava sentirsi debole. L’uomo abbassò gli occhi e si ritrasse. Avanzarono piano, finché non giunsero sull’orlo di un profondo avvallamento. Laggiù, nel punto più basso, si ergeva una costruzione appena distinguibile nella penombra. Una fila di colonne sgretolate dal tempo sorreggeva una cupola fatiscente: un tempio in rovina. «Non ricordo questo posto» disse l’uomo. «Non puoi» gracchiò la creatura. «Eravate tutti già morti quando venne costruito da Lung, il primo dei Draconiani.» L’uomo fece una smorfia di disgusto, quindi sputò a terra. «Io ero già sepolto nelle viscere della terra, allora» continuò la creatura «ma dall’oscurità della mia prigione li sentivo muoversi, ripopolare la superficie e invaderla con le loro orribili costruzioni… Stirpe maledetta, traditori! Loro erano miei, miei!» «Lo saranno di nuovo» disse l’uomo. Scese per primo lungo il dirupo, e questa volta l’essere non rifiutò il suo aiuto. Gli sarebbe stato impossibile percorrere una discesa tanto ripida con quell’umiliante caricatura di corpo che era costretto ad abitare.

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Prologo Giunti sul fondo, entrarono nel tempio. L’oscurità oltre la soglia era rischiarata da una luce pulsante. L’uomo rabbrividì. La creatura non poteva dargli torto: il potere che promanava da quel luogo era così intenso e puro che faceva persino scricchiolare le giunture del suo misero corpo. Lo assaporò fino in fondo. «Vai» sussurrò. L’uomo avanzò. Al centro del piccolo tempio si ergeva una lastra di pietra larga una decina di centimetri, lucida e calda. Dalla sua superficie trasudava un sangue nero, violaceo, la fonte di quella tetra luminosità. Lento e viscoso, scorreva a rivoli per il pavimento, scoppiando di tanto in tanto in pigre bolle. L’uomo evitò accuratamente di calpestarlo e, giunto vicino alla pietra, si accovacciò. Indossò un paio di guanti di pelle, poi estrasse qualcosa da una sacca di velluto: era un globo luminoso, che brillava di una guizzante luce verde. «Aspetta!» L’uomo si fermò. L’essere ripercorse in un istante tutto quel che era accaduto dal momento in cui era stato imprigionato nel sigillo. I secoli, i millenni consumati al buio e al freddo, il rancore come unico compagno e il desiderio di vendetta così urgente da farlo impazzire. Ma adesso tutto stava per finire. Erano gli ultimi istanti di schiavitù. «Il tuo sacrificio non è servito a nulla, Thuban» sibilò con

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La Ragazza Drago disprezzo. «E nemmeno la tua progenie ti è stata d’aiuto… È stato così facile sopraffarla! I tuoi sforzi sono stati inutili.» Guardò l’uomo, quindi annuì. Quello sollevò il globo e lo sbatté con violenza contro la pietra nera. La sfera si ruppe in tre pezzi, e per un istante la sua luce si diffuse tutt’intorno. Ma fu soltanto un attimo. La pietra iniziò a creparsi, prima quasi impercettibilmente, poi sempre più a fondo. Il sangue eruppe violento, un terremoto squassò il tempio fino alle fondamenta. Infine la pietra venne divelta del tutto dalla sua sede, e sopra il frastuono si alzò una risata raggelante. Il tempio si sgretolò, la piana fu invasa da un’accecante luce violacea. L’uomo fu costretto a coprirsi il volto, mentre gli occhi cominciavano a lacrimargli. Una sagoma immensa emerse dal pavimento. Il profilo di un corpo lungo e sinuoso come quello di un serpente distese le sue spire oltre lo squarcio nella cupola, ali mastodontiche e membranose si spalancarono di scatto, sferzando la superficie in un unico, possente battito. Il rosso di un ghigno irto di zanne baluginò nel buio, e due occhi accesi di una malvagità senza pari scintillarono feroci. L’uomo si prostrò fronte a terra. «Mio Signore, mio Signore, mio Signore!» urlò. La viverna si erse in tutta la sua vertiginosa altezza: il capo, sul collo coperto di spine, sfiorava il tetto d’acqua. Mosse ancora le ali, quindi ruggì al cielo. Da ultimo, guardò il

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Prologo corpo metallico, abbandonato in un canto come un involucro vuoto. Lo incenerì con un’unica, densa fiammata. Quando ebbe finito, rimase solo una pozza di metallo fuso. «Mio Signore!» urlò ancora l’uomo. La viverna lo guardò con alterigia. «Sì, sono il tuo Signore, di nuovo nel pieno del suo vigore, proprio come un tempo.» Mosse gli artigli piano, quasi a saggiarne la forza. «È come se non fosse passato neppure un istante da quando ancora regnavo su questo mondo, da quando questo corpo era un perfetto strumento di morte» tuonò. L’uomo sorrise, commosso. «E per te, che non mi hai mai tradito, che mi hai atteso per tutti questi anni, il più prezioso dei doni.» Allungò un artiglio e incise a fondo il petto dell’uomo, che urlò di dolore. Il suo sangue si mescolò a quello della viverna, e dalla ferita eruppe una sostanza scura e metallica, simile a mercurio. Un istante, e guizzò fino a coagularsi in un’armatura nera come la notte, che avvolse completamente il suo corpo. «Nessun uomo ha mai ottenuto in dono il mio sangue» disse la viverna. «Solo a te spetta questo privilegio, Ofnir, solo al mio leale servo.» Ofnir chinò il capo. «Non vi deluderò.» «No» mormorò la viverna, e la sua voce fece tremare la terra. «Non lo farai.» «E ora, mio Signore?»

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La Ragazza Drago Le fauci della viverna si aprirono in un ghigno malizioso. «E ora ci riprenderemo ciò che ci appartiene.» Ruggì al cielo, e l’acqua che li sovrastava ribollì, trasformandosi in un’immensa nube di vapore nero. Poi tracimò dalla caldera del lago, ne percorse rapida le pendici e si diffuse su tutta Roma, e giù ancora, oltre la città, oltre il mare e i suoi confini, inarrestabile. La viverna rise, e rise ancora, di una risata folle e selvaggia. Poi batté le ali, pronta per il grande balzo. «È tempo di tornare a casa.» Un’esplosione d’acqua ruppe la superficie del lago, e la viverna fu fuori, all’aria aperta. Si innalzò nel cielo con un urlo lacerante e si diresse verso la sua antica dimora. Era tornato. Nidhoggr era tornato.

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icia Troisi, nata a Roma nel 1980, è l’autrice fantasy italiana più venduta nel mondo, grazie allo straordinario successo delle saghe del “Mondo Emerso”, della “Ragazza Drago” e della nuova saga “I Regni di Nashira”. Laureata con una tesi sulle galassie nane, lavora come astrofisica.

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Un’esplosione d’acqua ruppe la superficie del lago, e la viverna fu fuori, all’aria aperta. Si innalzò nel cielo con un urlo lacerante e si diresse verso la sua antica dimora. V

Era tornato. Nidhoggr era tornato.

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Lo scontro finale ha inizio: riuscirà Sofia a salvare l’Albero del Mondo?

- L’ ULTIMA

BATTAGLIA

idhoggr, la malvagia viverna che un tempo cercò di distruggere l’equilibrio della natura, è tornato. Il sigillo che lo teneva imprigionato è stato infranto e il suo potere ha soggiogato la Terra intera, trasformando tutti gli uomini in mostri disposti a qualunque sacrificio per sconfiggere Sofia e gli altri Draconiani. La loro missione è trovare il frutto di Thuban, l’ultimo e il più importante dei cinque globi magici che faranno risplendere di nuova vita l’Albero del Mondo e riporteranno sulla Terra il regno di Draconia. Ma Ofnir, il nuovo alleato delle viverne, ha frantumato il frutto contro il sigillo per liberare il suo padrone, e i frammenti sono nascosti in tre luoghi misteriosi sparsi per l’Italia. Nell’ultima, fatale battaglia che Sofia dovrà combattere, ostacoli imprevisti si opporranno alla vittoria: i draghi che hanno sempre vissuto nel cuore dei suoi compagni rischieranno di svanire per sempre, e con loro il regno di Draconia…

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