life people aprile milano

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Restyling del locale By G ARREDAMENTI



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INDEX LIFE PEOPLE N° 37

aprile 2012

Editoriale PHOTOSHOOTING: Burlesque PHOTSHOOTING: Retrosexual CHARME DONNA: Fascino contagioso CHARME UOMO: Naked Man GREEN FASHION: Milk PHOTOSHOOTING: Hippy FOOD FRIEND: Cacao FASHION: The Stylist FASHION: L’ incanto d ‘inverno FASHION: Vintage FASHION: Barboni di Lusso ANTEPRIME: L’ Uomo, un mito! EVENTI: Pitti Bimbo EVENTI: White EVENTI: W Pitti PEOPLE: Giulia Montanarini FASHION JEWELS: Il potere dei gioielli FASHION JEWELS: Bello e preciso FASHION: L’ultima seduzione GRIFFE STORY: Yves Saint Laurent ARTE E MODA: Moda in Italia FASHION: Le Rock STATUS SYMBOL NEW BRAND: Delfrance Ribeiro PEOPLE: Superdry FASHION: Van Gils FASHION ACCESSORI FASHION: Anima di gomma FASHION: Dog dress FASHION: Dress code PEOPLE: Vittoria Schisano PEOPLE: Famous FOLLIE VIP PEOPLE: A.c.a.b. PEOPLE: Sesto potere Truzzi ed Emo PEOPLE: Frankie Pikkia GOLDEN BOY: Vito Lomele ARTE E MODA: Leigh Bowery ARTE: Artemisia PLATINUM: Primavera di Note HIGH TECH: Le cuffie AFA DESIGN HOTEL DI DESIGN HOME DESIGN

Vittoria Schisano

EDEN ROCK DESIGN: I nuovi standard WORLD PROJECT AUTO: Audi A1 Sportback TRAVEL: Carnevale a Rio

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Società proprietaria del marchio LIFE PEOPLE : Nero di Bertulli Giacomo P.I. 02270740414

LA REDAZIONE Direttore Creativo Giacomo Bertulli 328.2005433 Direttore Responsabile Andrea Latini Grafica Claudio Sperindei 347.1651482 Francesco Torelli www.promotioncare.it Direttore Marketing Stefano Marangoni Account Manager Enrico Sanchi Direttore Editoriale Jean-Claude Poderini Account Manager Milano Stefano Pegli 335.7757561 lifepeople.milano@gmail.com facebook: LifePeople Milano Account Manager Brescia Ruggero Caccagni 338.8186990 alteregoservizi@hotmail.it Servizi giornalistici: Andrea Latini Aniello Paturzo Annalisa Perazzini Cecilia Greco Dan Mc Swoord Enrico Sanchi Erika Facciolla Gabriele Nardini Giovanni Franciosi Giovanni Zerba Giulia Sorcinelli Jean-Claude Poderini Kowalski Laura Bruscia Manuela Spadoni Marcello Tosi Marianna Pilato Michela Ricci Michele Scudo Miguel Chimal Sanchez Monica Pucci Roger Samuele Daves Simone Contardi Simone Vegliò Stefano Pegli Teresio Troll Valentino Cristofalo

Fotografi Alessandro Omiccioli - 349.5773620 Enrico Ricciardi - 333.6330025 In Copertina DJ Ringo Foto by Massimo Visconti 347.2942091 Responsabile Franchising Ezio Stazio - 338.9948487 Mediaplan srl PER LA TUA PUBBLICITA’ SU QUESTO MAGAZINE Mediaplan srl 348.8552098 - 335.7757561 milano.lifepeople@gmail.com Distribuzione MEDIA PLAN s.r.l 071.668405 Redazione: Via delle Vele, 10 Fano (Pu) Tel.0721.583041 redazione@lifepeople.it Autorizzazione del Tribunale di Pesaro n°546 del 18/12/2007 Marchio protetto da Copyright


EDITORIALE

IL RITMO

La novità nasce da una riunione di lavoro in cui la redazione ha riflettuto sui nuovi messaggi da lanciare per il prossimo anno. Al primo caffè avevamo già esposto proposte nuove, dibattuto temi e questionato redazionali e reportage di moda aggiungendo nuove proposte e scartandone altre. Alla prima pausa sigaretta, avevamo messo sul tavolo idee, autocritiche, tendenze e parlato di tutto quello che può dare inizio a un nuovo anno pieno di innovazioni. Entusiasti della riunione che andava determinando una nuova musica, siamo arrivati all’ora di pranzo con il nuovo spirito che sarà l’anima del numero di febbraio, dedicato a tematiche che stanno marcando il nuovo anno. Al momento del caffè, riflettiamo e la cosa ci fa vibrare al pensiero di descrivere e anticipare in qualche modo i momenti della nostra vita. Con l’energia in corpo e una forte dose di adrenalina, definiamo le nuove tematiche come: il vintage sempre attuale, la caduta del metrosexual e l’avvento del retrosexual, il web che ha conquistato il sesto potere e l’accattivante mondo del fetish. Comincia lo spettacolo e iniziano le danze in un carosello di fotografie, servizi di moda, articoli e novità del settore moda, design, arte, motori e viaggi. Soddisfatti dell’ entusiasmo, alla fine ci rendiamo conto che il messaggio più importante che vogliamo lanciare è: il ritmo…!

di Jean-Claude Poderini

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a cura di Stefano Pegli

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“Il Burlesque attraverso le foto di Enrico Ricciardi.”

BURLESQUE

PHOTOSHOOTING

E

nrico Ricciardi lavora a Milano nel campo della fotografia pubblicitaria e numerose sono le sue collaborazioni con personaggi molto noti e amati del panorama televisivo. Ricciardi è infatti specializzato in servizi realizzati con celebrity e in servizi fotografici sul Burlesque. Ben prima dell'arrivo del Burlesque in Italia aveva previsto in anticipo il fascino di questo genere di spettacolo e di strip molto elegante che negli ultimi anni è diventato una vera e propria moda, molto gradita anche dalle donne. Le performer fotografate da Ricciardi e ritratte nelle foto di questo articolo sono alcune tra le più richieste artiste di fama nazionale e internazionale e fanno parte del cast di Voodoo De Luxe, considerata l’agenzia di Burlesque più importante in Italia che organizza anche work-shop con le migliori insegnanti del settore offrendo a tutti la possibilità di avvicinarsi a tale arte in modo professionale. Ma come nasce il Burlesque? Si apre il sipario! >>


PHOTOSHOOTING PEOPLE

Dolly Lamour


PHOTOSHOOTING Lo spettacolo ha come protagonista una donna che, con un sottofondo musicale appropriato, vestita di pizzi e merletti, con corsetti di paillettes, boa di struzzo e ventagli di piume, ammiccante e trasgressiva, si cimenta in uno spogliarello. Inteso con una forte dose d’ironia e sensualità, Lo striptease solitamente mai volgare, tende a catturare l’attenzione dei presenti, con un unico leit-motif: la provocazione. Il Burlesque è un ironico spogliarello nato verso la metà dell’Ottocento nell’Inghilterra Vittoriana. Donne comuni si cimentano allegramente in uno spogliarello “vedo e non vedo”, che affascina per la forma semplice dell’esibizione. Si tratta di teatro leggero, d’intrattenimento popolare, dove le performance sono tenute da donne o uomini, non necessariamente professionisti, che per il solo e semplice piacere di superare ogni imbarazzo e per amore dell’arte del nudo decidono di esibirsi con fantasia e dedizione.

Eden Berlin

Nella seconda metà dell’Ottocento negli USA, il Burlesque era uno spettacolo che parodiava il mondo dei ricchi per divertire le classi meno abbienti. C’era una trama esile con canzoni, balli e comicità. Di conseguenza per tenere vivo l’interesse del pubblico, gli impresari non si facevano scrupoli a mettere in scena alcune donne poco vestite. Senza curarsi dello scandalo, i primi burlesque (appositi teatri) americani, fecero numeri da capogiro, divenendo a tutti gli effetti un fenomeno di massa e contribuendo a svezzare il pubblico. La ricetta del successo era infallibile: con il solo contorno dei comici, aumentarono le presenze femminili e si ridussero gli abiti. In questa fase, le artiste del Burlesque erano poco vestite, ma non si spogliavano. La stampa si scagliò contro ma non fece altro che aumentarne la popolarità. La peccaminosa forma di spettacolo si esaurì negli anni ’20. I teatri impiegati per anni nel Burlesque, lentamente, chiusero e i relativi proprietari ebbero seri problemi. In quei tempi praticare lo striptease era rischioso sia per l’artista, sia per l’impresario e il proprietario del teatro, che potevano facilmente essere inquisiti per corruzione della morale pubblica. La liberazione sessuale negli anni ’60 rese i tempi maturi per la pornografia e per la novità dei film a luce rossa. Il Burlesque era considerato troppo casto e fu archiviato come reperto del passato. Poi, col passare degli anni, accadde qualcosa. Per pubblicizzare un museo del Burlesque, una ex-stripteaser istituì nel 1992 il premio “Miss Exotic World”. Possiamo dire che da qui partì la grande rinascita del Burlesque. Cominciò a ricomparire nei locali notturni più esclusivi, in feste private, nelle discoteche, fino a spettacoli e concorsi. Oggi possiamo affermare che il neo-burlesque non è solo una moda. Alcune artiste hanno cercato scambi con culture come il rockabilly, il punk e il gothic con performance all’avanguardia. Tutto questo non è necessario in un mondo che ha già una sua identità: la caratteristica ironica. Oggi, questa forma di spettacolo, è rivolta più a se stessa che al sociale, con un contemporaneo kitsch e camp e lontano dalla satira. Molte artiste di oggi non si esibiscono per professione, bensì per puro divertimento. L’essenza del Burlesque di oggi è quindi diversa da quella del passato. È l’anima di un puro, triviale divertimento.

othy Dor

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Parlando di costumi, l’accessorio principe del Burlesque è il sorriso. Non solo in senso reale, bensì immaginario. Il Burlesque rimane uno spettacolo divertente e sguaiato, simbolico che si beffa del sesso. Le artiste giocano con ammiccamenti sexy; salgono sul palco interpretando un ruolo, e spesso emulando un mito, diventandone la caricatura. Sono dive del cinema, infermiere, streghe, ecc. Le loro mise, a volte esagerate, sempre succinte, arrivano a destare scandalo. Gli abiti base utilizzati per questa forma di spettacolo spinto sono: un abito o una gonna a pannello realizzata in tessuto leggero, in modo che flutti attorno alle gambe della ballerina nei vari movimenti che crea girando su se stessa, reggiseno ricamato con sotto un secondo reggiseno più sottile, lunghi guanti da sera, calze a rete e reggicalze con scarpe con tacco a spillo, stiletti o stivali alti di pelle nera (per un gusto più fetish). Ma i due accessori più importanti del Burlesque che caratterizzano l’immaginario erotico maschile sono: il G-string e la coppia di Pasties. Il G-string è un piccolo tanga che le artiste indossano permettendogli di non rimanere nude. Ricamati e con lustrini appesi che si muovono evidenziavano il bump and grind. I Pasties sono due cerchietti di tessuto con nappine incollati sui capezzoli. Il tipico colpo di busto che fa sobbalzare i seni e di conseguenza roteare le nappine. Questi due tipici elementi, nati per assecondare i requisiti legali, hanno mantenuto integro il fascino del retrò, permettendo di evitare che sia confuso con un immorale spogliarello. I boa e le piume di struzzo usate per i grandi ventagli, gli ostrich fan (di circa 1,5 metri di larghezza), sono i dettagli immancabili che completano il costume delle ballerine. >>


PHOTOSHOOTING

La musica che caratterizza il Burlesque è da sempre il jazz e lo scatenato rhythm & blues suonato da musicisti afroamericani, eseguito dal vivo da piccole orchestre. Quando le produzioni erano più grandi, si potevano ingaggiare le big band che con i potenti strumenti a fiato deviavano il ritmo sullo swing. Nel neo-burlesque la musica che fa da sottofondo alle esibizioni dipende dalle preferenze delle artiste. La scelta è varia, da chi preferisce mantenere la tradizione, a chi gradisce un gusto più esotico, fino a chi opta per dare un tono più aggressivo e sferzante con colonne sonore rockabilly. La libertà musicale, spinge alcune artiste a sperimentare qualunque tipo di musica, dalla classica alla metal, dalla pop alla disco. Due sono le parole fondamentali: to bump e to grind. Significative, indicano il fondamentale rito: il colpo di addome e la rotazione dei fianchi e dei seni. E se la sperimentazione, che a volte non è ben vista, è sostanzialmente un modo per mantenere in vita ed evolvere una forma di spettacolo che potrebbe nuovamente essere dimenticata. >>

Lady Flo

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PHOTOSHOOTING La cultura vintage ha rinnovato il passaporto al Eden Burlesque, Berlin diffondendolo in Europa e in Australia. Dive come Madonna, e Lady Gaga si sono lasciate ispirare per le loro esibizioni a questa cultura, dandogli un respiro globale. Anche il cinema ha riscoperto questo genere con un film musical contemporaneo interpretato da Cher e da Christina Aguilera. “Burlesque”, questo il titolo della pellicola diretta da Steven Antin, cattura il suo tempo incastonando le dinamiche sociali e culturali. Il modello camp di David LaChapelle suggerisce un trash che non evidenzia le polverose difficoltà che ha vissuto questa forma d’arte. La sensualità formata da piume e paillettes, smussa l’erotismo necessario e non fa emergere l’essenza di questo mondo. L’eccessiva sensibilità, un po’ troppo universale non risalta la necessaria e malinconica decadenza. Sipario.

Enrico Ricciardi Photographer www.enricoricciardi.it info@enricoricciardi.it

Voodoo De Luxe www.voodoodeluxe.com >> info@voodoodeluxe.com

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Missy Malone


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FASHION | CHARME

FASCINO CONTAGIOSO D

iafana con il viso bianco luna, trasmette una vitalità eterea. Lo sguardo perso nel ghiaccio, i capelli ondulati e la bocca voluttuosa ispirano una bellezza nordica. Con fare ammiccante indossa i colori della natura d’inverno, freddi e cupi, risvegliati da tocchi di rosso vulcanico. Il color bianco neve è riscaldato da un ricco oro. Il rosso, colore dell’amore, appare tra le righe dello sfarzo. La purezza incontaminata e il fascino gotico ci introducono in un mondo sontuoso. L’indole femminile urla la sua doppia personalità: candore innocente e glamour dark. Il carattere delle cromie cupe creano un immaginario di luoghi lontani. Il temperamento dolce e delicato è contrastato da flash di sex appeal. L’eleganza è la parola chiave di una donna

dall’aspetto fragile ma con un temperamento garbato. Dai suoi occhi trapela un’espressione profonda e teneramente malinconica. Raffinata nei modi e con charme rinascimentale attrae l’attenzione quel suo rock crepuscolare che rivela un fascino bivalente. Charlotte è la cagnolina chihuahua celebre mascotte della collezione Charlottenborg. Il nuovo marchio, che fa della ricerca dello stile e dell’originalità la missione della sua eleganza, entra a far parte del panorama delle griffe italiane per volere di tre giovani donne intraprendenti e dinamiche. Il brand fa il suo ingresso nel mondo della moda con incedere regale e deve il suo nome all’omonimo castello di Copenhagen (oggi sede dell'Accademia Reale di Belle Arti), in stile barocco olandese. Nel barocco

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FASHION | CHARME tutto doveva destare meraviglia e la ricchezza decorativa caratterizzava con linee curve, andamenti sinuosi e motivi che intrecciano tra loro ogni espressione artistica. Così, lo stile Charlottenborg invita a orientarsi nella gamma di modelli e colori con un esercizio piacevole e gratificante per gli occhi e il tatto, in un tourbillon di linee singolari, lavorazioni inusuali e sofisticati mix materici. Il concetto di piumino, sinonimo di comodità e funzionalità, è reinventato per mezzo di un lavoro creativo che consente di non rinunciare alla raffinatezza. Tutti i modelli hanno nomi di regine e principesse e presentano sul retro un motivo a incrocio che ricorda il guinzaglio a pettorina dei cani da compagnia delle moderne donne più glamour. Motivo che diventa un segno riconoscibile del brand presente quasi in ogni capo della collezione. Ogni capo Charlottenborg si fregia di essere stato ideato, progettato e prodotto interamente in Italia. È costruito con tessuti e materiali italiani, provenienti da fornitori leader in qualità. Le creazioni rispettano la tradizione e l’artigianalità sartoriale. Charlottenborg ricerca silhouette femminili in una collezione di capi spalla imbottiti di vera piuma d’oca. Ai suoi ricercatissimi capospalla, affianca un total look davvero irrinunciabile.Per l’Autunno/Inverno 2011-12, il marchio propone smanicati, giacche e cappottini dalle spalle importanti che ricordano, per le sapienti costruzioni, i costumi d’epoca. L’accento è posto su capi che grazie a inserti in velluto, in pelle e ricami in lana aspirano a non far rimpiangere pellicce e montoni. Per stile, ricchezza e calore, presentano piumini effetto pelliccia anche nella morbidezza e smanicati effetto montone in tessuto tecnico e seta pura con bordature e nervature in velluto a contrasto color avorio e carrè in cuoio, da indossare con l’abito a palloncino di lana bouclè. >>

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Itinerari barocchi suggeriti dai tessuti damascati che ricordano le carte da parati, dal piumino in pizzo tecnico di seta jacquard con bordi di velluto in avorio e tortora. Per contrasto, nella collezione si trovano anche piumini più easywear in tessuto tecnico, senza borchie né ricami, realizzati con colori rassicuranti. Per la donna metropolitana, è presentata una serie più minimale di capi non imbottiti, tinta unita coordinata in una sola nuance, in tessuto flanella infeltrito abbinato a velluto e pelle color grigio asfalto da portare con il tubino di pelle effetto corteccia con pennellate bronzee. Il rosso è riservato invece al raso di tubino e top e al frac in stile british equestre rivisitato che ricorda le divise delle guardie di Buckingham Palace.I dettagli, evocativi per chi ama i cani di piccola taglia, presenti in ogni capo della collezione sono il leit-motiv di tutte le collezioni Charlottenborg come l’incrocio sulla schiena, di vera pelle con anello in metallo, che ricorda il guinzaglio a pettorina dei cani. Un mood tra passato e presente dedicato alla donna moderna.Una donna sicura di sé, una dea dei giorni nostri che cerca sempre modelli geniali, di alta qualità e una forte dose d’intelligente ironia per presenziare nei più alti salotti della società.

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radiomontecarlo.net

LE BALENE


FASHION | CHARME

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FASHION | CHARME

NAKED MAN CESARE PACIOTTI UNDERWEAR

I

l nudo maschile ha da sempre ispirato l’arte. Scultori e pittori hanno realizzato opere d’arte di sommo valore prendendo come fondamento il corpo maschile. Leonardo da Vinci e altri artisti filosofi ne hanno ricavato dei trattati di proporzioni mettendolo al centro dell’universo. Oggi il cinema e la fotografia hanno esaltato le fattezze rendendolo accessibile agli occhi di tutti. Tra le altre forme di spettacolo, l’uomo è entrato nella sfera dello spogliarello, del boylesque, ecc. Il nudo maschile quindi ha una sua storia e vanta una platea di tutto rispetto.La moda non ha perso l’occasione per seguire questa corrente e si è subito animata per creare un abbigliamento per l’intimo maschile. Dapprima la moda underwear ha subito puntato sul

comfort, ritenendo questa formula la più apprezzata dall’uomo. È stato sicuramente la carta vincente che ha fatto sì che l’uomo prendesse in considerazione questo comparto dell’abbigliamento e lo facesse suo.Di seguito, si sa, i vari stilisti si sono prodigati nel creare modelli particolari con uno sguardo alla sfera sexy.Disegnare l’intimo maschile, in effetti, non è così semplice. Bisogna tenere conto della mentalità maschile e dei limiti che ne derivano. Per contro lo sforzo dei creativi di moda è davvero grande. Devono innanzitutto conoscere la parte tecnologica di un capo così importante, in seguito devono esprimere la loro fantasia in pochi centimetri quadrati. Naturalmente c’è chi attribuisce a un semplice elastico personalizzato tutto il messaggio

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FASHION | CHARME

trascurando altri aspetti fondamentali dell’intimo, e chi delega al logo tutta la forza di un marchio ignorando la ricerca dei materiali più idonei.Per realizzare una giusta collezione di intimo uomo occorrono una serie di fattori tutti di grande importanza.Bisogna per primo considerare l’aspetto confortevole del capo da indossare, conoscere i materiali più o meno leggeri ed elasticizzati, avere nozione dei vari aspetti tecnologici per scegliere una cucitura o una ribattitura. Tutto questo poi deve soddisfare l’aspetto estetico, pennellando dei modelli che mettano in risalto la seduzione maschile. I codici dell’underwear non devono essere trascurati e le regole vanno prese in seria considerazione.Homme Class è la nuova linea di intimo uomo della Cesare Paciotti Underwear nata pensando al massimo comfort di chi la indosserà, alla sua salute e al rispetto dell’ambiente. È una linea elegante e raffinata che unisce uno stile essenziale e apparentemente minimale a una ricerca tecnologica accurata sulla vestibilità, sul tessuto, sulle cuciture e su ogni minimo dettaglio. Il tessuto impiegato è realizzato con un pregiato cotone Makò a fibra lunga, che dà la massima resistenza di tenuta, misto a una Lycra certificata. La finezza del filato e i telai impiegati per la lavorazione del tessuto danno vita a un prodotto che presenta le migliori qualità della maglieria intima come l’effetto morbidissimo a contatto con la pelle e la vestibilità in ogni stagione.Le cuciture di ogni capo sono realizzate in microfibra anallergica, curate in ogni dettaglio per la salute dell’uomo che lo indossa. La speciale cucitura nelle sgambature è realizzata con una tecnica che non stringe e si adatta perfettamente alla gamba.Homme Class ha uno stile sicuro, anche se discreto, che esprime un nuovo concetto di modernità esaltata nel momento in cui i capi sono indossati.Una cura particolare è stata rivolta alla maglieria Homme Class che è stata pensata non solo per offrire il massimo comfort, ma studiata e curata in ogni dettaglio per essere anche ‘mostrata’, per abbinarsi perfettamente ad un abbigliamento casual, sportivo, ma nello stesso tempo raffinato. Homme Class si affianca alle altre linee di intimo uomo, maglieria intima, pigiameria, homewear e calze della Cesare Paciotti Underwear. La linea è distribuita, nei migliori negozi di intimo e abbigliamento uomo.

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AESTHETIC

DAY SURGERY

Più che la bellezza in sé, con tutti i suoi luoghi comuni, tradurla in seduzione.

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FASHION

CUENCAU BAGS

Stefano Marangoni

na storia che parte da lontano, che si incontra, si scontra, si perde, si ritrova, proprio come tutte le passioni importanti. E per attori due creativi, tanto poco imprenditori da non voler pianificare nessuna strategia, tanto folli da divertirsi come pazzi nel gestire questo nuovo impegno. Per scenario una Rimini che vuole ritrovare il perduto smalto, che si scrolla di dosso il clichè felliniano e strizza l’occhio ai luoghi della nuova creatività, più internazionali, meno impolverati , più easy, dove si respira un’aria leggera, propositiva ed ottimista. Lei, Soledad Ishikawa, alimentata da sangue che trae origini da tutto il mondo. Madre spagnola, padre giapponese, radici argentine. Uno spiccato gusto per il bello, abile gourmet di stili, di forme, di colori. Stilista cresciuta con influenze derivanti da culture diverse e proprio per questo ricca di soluzioni creative imprevedibili. Lui, Ennio Zangheri, pittore affermato, designer prestato alla moda fino dai tempi di Best Company, delle prime felpe floccate e delle T-Shirt che gridavano messaggi anticonvenzionali, creativo dotato di un bagaglio culturale solido vissuto sulle proprie esperienze. Un easy rider affamato di novità e sperimentazioni. Questa la “strana coppia” che ha partorito il Progetto CUENCA. Un brand che si propone di rappresentare idee fresche e vincenti nel sistema del glamour. Una visione a 360 gradi su tutto ciò che fa tendenza,senza perdere di vista gli elementi classici ed i dettami della tradizione. CUENCA BAGS è la linea di borse ed accessori che ha debuttato questa stagione, un campionario di pezzi fatti artigianalmente e che hanno come principale caratteristica l’intervento pittorico, mai uguale, realizzato su una serie di tessuti provenienti da ricerche nel vintage, nei fondi di magazzino, in pezze di tessuti rari, antichi e per questo unici. Serie limitate che rendono l’oggetto prezioso e sempre diverso. Una borsa che si distingue per le fasce di colore sapientemente mixato e che diventano marchio inconfondibile della produzione CUENCA. Borse che ogni cliente si crea scegliendone le tonalità ed i fondi che vanno dal camouflage, ai temi africani, ai coloniali o alle pelli pregiate naturali. Il tutto con la possibilità di personalizzare la propria borsa con le iniziali dipinte a mano. Dove si possono trovare le CUENCA BAGS ? Stiamo cercando di posizionarle in store che ci rappresentano e con i quali condividiamo scelte e gusti. Per ora non abbiamo l’esigenza di “piazzare” il prodotto a tutti i costi in quanto la nostra è comunque un produzione artigianale, per cui abbiamo la grande fortuna di poter scegliere i negozi migliori. Il prossimo campionario ? Usciremo a metà Maggio con nuovi pezzi ed una linea dedicata all’uomo…molto molto originale. Il vostro desiderio ? Continuare così come iniziato, senza perdere la spontaneità di un lavoro che sia anche motivo di divertimento e ricerca e poter spaziare su tanti altri settori della moda. Allora a Sole ed Ennio tanta fortuna!

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GREEN FASHION

MADE WITH MILK Natural-glam. Il nuovo potenziale della fibra al latte, racchiuso in un marchio fashion

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GREEN FASHION

Una bottiglia di latte con un cuore dentro, questo è il logo di una collezione di abbigliamento che ha stupito il pubblico e la stampa, per originalità e genialità.

U

di Jean-Claude Poderini

n forte senso della moda, coltivato negli anni. Una fibra naturale, quella del latte, sviluppata con un’estetica originale.Il successo di “Made With Milk” si fonda su queste due piccole, grandi leve. Emozione e pragmatismo: così, Chiara Pochetti e Vera Facchetti, entrambe di Brescia, trentenni, hanno costruito una collezione capsula capace di raccogliere consensi dalla stampa oltre che ordini già dalla prima stagione. Un esordio effervescente in tempi difficili, a dimostrare che il mercato è sempre sensibile alla giusta miscellanea di prodotto/prezzo/servizio. Per Chiara e Vera, entrambe outsider, provenienti da percorsi professionali diversi ma accomunate da una sincera passione per la moda coltivata con cultura e spirito di osservazione, l’avventura imprenditoriale è iniziata come un gioco. L’incipit è stato la fibra di latte. “Volevamo esprimere la creazione basata sull’amore, sul sentire. Avevamo chiaro il concept, Made with Milk lo abbiamo aggiunto in seconda battuta, dopo aver pensato a decine di altre opzioni”, rivelano le due giovani designer. Però, una volta deciso il percorso creativo, l’interpretazione della fibra di latte mista a seta, modal o lino, è stata sviscerata nel suo dna più incisivo e coerente. ‘Latte’ significa naturale, materno, buono, amorevole, ma nell’ottica fashion diventa cool, sensuale, contemporaneo. L’imprinting creativo è quello della fashion victim dallo spirito edulcorato, romantico e non stucchevole. Con la collezione A/I 2011/2012 le due stiliste si sono ispirate a una donna moderna ed energica che indossa capi dall’attitudine minimalista e pulita ma che ama distinguersi con particolari romantici come pizzi e ruches. I cromatismi restano all’interno di un perimetro estetico tracciato con precisione: quello del latte e dei suoi derivati più dolci e golosi come la variante al cioccolato, latte e menta, crema, burro, milk shake alla vaniglia e sorbetto alla fragola. I tessuti utilizzati sono voile di seta per i morbidi vestiti scivolati al ginocchio con dettagli unici e romantici, seta, crèpe di lana per le maglie dalle maniche importanti, cashmere per avvolgenti mantelle e l’innovativa fibra di latte con cui sono realizzati i capi più importanti della collezione. Per produrre questa fibra innovativa il latte è dapprima disidratato, scremato e poi una volta estratta la proteina, fluidificato fino a ottenere il filato stesso. La fibra del latte è salutare per la pelle poiché ha una maggiore capacità di assorbire l'umidità rispetto alle fibre sintetiche.Di forte impatto anche il logo: una bottiglia di latte stilizzata, con un lettering sottile, rotondo ed eloquente. Il dettaglio che caratterizza ogni capo è l’etichetta, un sacchettino di riso soffiato che profuma di vaniglia con l’immagine delle due stiliste da piccole. Dallo showroom, capace di veicolare lo spirito glam-romantic del marchio nei migliori negozi, le due designer hanno risposto alle nostre domande. Com’è nata l’idea della fibra di latte? Semplicemente dal fatto che tutte le persone vedendo la prima collezione, che non era realizzata in fibra di latte ma semplicemente la parola latte era contenuta nel brand, ci chiedevano se i capi erano stati lavati nel latte! Da lì abbiamo iniziato a ricercare il tessuto. Perché proprio il latte? Perché richiama la purezza proprio come le nostre collezioni. Avete avuto problemi per far realizzare questa idea? No! Abbiamo cercato un fornitore serio, con filati certificati, e abbiamo sviluppato la collezione. In Italia, si può ancora sperare di fare ricerca? L’Italia è un'ottima pista di lancio nonostante siano molti gli stilisti emergenti. C’è molta curiosità! Questo interessante ritorno alle origini cosa vuole suggerire? Di mantenere l’amore per tutto ciò che è sano! In un mondo fatto ormai di tecnologia si rischia di perdere il contatto con le radici pure ed essenziali.

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GREEN FASHION

Ci spiegate il significato del logo? Il logo è una bottiglia di latte con all'interno un cuore per coniugare i valori del brand fatto di fibre naturali e di tanta passione e amore. Quali pregi possiede questa fibra? E qual è la sua qualità più importante? La fibra di latte contiene un agente umettante ricco di proteine naturali che rende la pelle più delicata e liscia, ha proprietà igieniche poiché il suo potere batteriostatico supera il 99,9%. La qualità più importante è che si tratta di una fibra confortevole e soffice al tatto, liscia e lucente come la seta. Quando avete concretizzato questa idea di realizzare una fibra così particolare? Non siamo noi ad avere concretizzato questa idea, la fibra di latte esiste dal periodo dell'autarchia quando uno studioso italiano inventò il Lanital fibra derivato della caseina. Dove si possono trovare in Italia le vostre creazioni? In Italia siamo presenti in Lombardia, Piemonte, Liguria e Umbria. Perché consigliate di indossare capi d’abbigliamento in fibra di latte? Perché i capi in fibra di latte sono confortevoli e perché hanno un'ottima capacità di assorbimento oltre a quella di condurre l’umidità e di conseguenza i capi sono permeabili. Chi è la vostra cliente tipo? Una donna che bilancia la propria esplosione interiore con abiti romantici ma mai banali e con trame che danzano sulla pelle.Oltre a maglioni e abiti, ora proponete anche i jeans in fibra di latte. Quale sarà il prossimo articolo in cantiere? Non abbiamo un capo specifico in cantiere piuttosto l’idea di incrementare le collezioni con altre fibre certificate. Avete intenzione di realizzare una collezione anche per uomo, oppure siamo esclusi da questo progetto? No. Per ora l'uomo non rientra nei piani produttivi, preferiamo rafforzare ancora di più la linea femminile.I capi sono morbidi e piacevoli al tatto. Che effetto fanno sulla pelle? Sulla pelle sono morbidi salutari e traspiranti. Con tutta questa necessità di ecologismo, il pubblico ha risposto bene alle vostre proposte? Si! Con entusiasmo e curiosità.

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Abbiamo riscontrato che molte donne sono attente ai materiali sani e puri.Le vostre creazioni hanno più successo in Italia oppure all’estero? Per ora non siamo presenti, nostro malgrado, sul territorio estero ma ci auguriamo di esserci prossimamente, magari in qualche capitale importante. Chi potrebbe essere la testimonial per una campagna pubblicitaria della vostra collezione? Ce ne sono molte ma una testimonial giusta potrebbe essere: Eleonora Abbagnato, Camilla Filippi o Michelle Hunziker. Che cosa avete in mente per il prossimo futuro? Ci auspichiamo di resistere alla crisi e continuare a far conoscere il nostro marchio in Italia e nel mondo!Il latte ispira candore e purezza. È così che dobbiamo vedere la vostra collezione? Si! Nelle nostre collezioni non introdurremo mai materiali artificiali o capi volgari. I modelli eco-glam al latte, sembrano suggerire il color bianco, i colori chiari o pastello; è così o possono essere visti anche in altri colori? In una collezione abbiamo declinato la cartella colori secondo le bevande di un coffee shop (caramel, moka, cappuccino...); nelle prossime collezioni potremo ispirarci ai colori del bosco per esempio... Ma sempre al passo con la moda. Pensando di realizzare una fibra ispirata al mondo vegetale, a quale fiore vi potreste ispirare? Potrebbe essere la camelia il cui significato è perfetta bellezza e superiorità non esibita e se regalata è un tangibile segno di stima. E il mondo minerale, cosa vi potrebbe suggerire? L’onice! Si ritiene che dalla sua esplosione sia nato l’universo; è la pietra dell’autostima che infonde coraggio a chi la indossa. Oppure la pietra di luna che è strettamente legata all'universo femminile, alla crescita ed è la luce da cui nasce la vita. Il latte che usato per realizzare questa fibra, da quale animale proviene? Latte di mucca! Dopo il latte, ci proporrete una fibra al cioccolato? Potrebbe essere! Siamo sempre alla ricerca di nuove idee! Voi bevete il latte? Si! È la carica per iniziare la giornata!


GREEN FASHION

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Pelliccia di volpe linciata, abito lungo con fantasia floreale, collana con anelli color oro, fascetta di pelle intrecciata con piume. Gli abiti e gli accessori sono vintage anni ’70.

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HIPPY

di Giulia Sorcinelli

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A

nticonformismo e rivoluzione. Anni Sessanta: i beatnik si trasferiscono nel distretto di HaightAshbury di San Francisco. Una nuova travolgente generazione era alle porte. Ci piace chiamarli ‘figli dei fiori’ (in ricordo della “Summer of Love”), anime ribelli che hanno ereditato i valori controculturali della Beat generation. Mossi da una sfrenata ricerca di libertà e dalla voglia di cavalcare onde alternative della coscienza e mondi paralleli, senza perdere di vista i lori ideali, si abbandonavano al rock psichedelico, folk e blues, alla musica popolare, al teatro di strada, all’arte alternativa, agli allucinogeni e alla marijuana, erano vegetariani e ambientalisti e abbracciavano la rivoluzione sessuale in tutta la sua nudità. I Beatles con “All You Need Is Love” ci restituirono pienamente l’ideologia di questi pazzi amanti dell’Estremo Oriente. Disordinati, quasi vagabondi, gli hippy cercavano un nuovo senso della vita e così il loro stile, come quello beat prima di loro e quello punk subito dopo, è immediatamente riconoscibile. Erano i cordoni ombelicali della natura, indossavano abiti autoprodotti o spesso comprati nei mercatini dell’usato: gonna lunga e ‘cut’ per le donne, pantaloni a zampa d’elefante e petto nudo per gli uomini, capelli lunghi sciolti e selvaggi per entrambi. >>

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PHOTOSHOOTING

Pelliccia di volpe linciata, abito lungo a fantasia floreale, collana con anelli color oro, fascetta di pelle intrecciata con piume. Gli abiti e gli accessori sono vintage anni ’70.

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PHOTOSHOOTING

Semplice ma quasi deviante, la loro personalità lasciava intendere gli ideali di pace, amore e fratellanza, principi riassunti nelle fantasie floreali, psichedeliche o con stampe tie-dye, che l’abbigliamento multi-etnico mai si permetteva il lusso di dimenticare. Volevano sentirsi liberi e comodi anche per poter viaggiare nei coloratissimi VW bus, economici ed ecologici, marchiati con l’immortale simbolo della pace. Negli anni ‘70 la moda hippy entrò a contatto con il fashion system e oggi spopola nelle passerelle più prestigiose di tutto il mondo in versione boho-chic, mixandosi alla cultura bohemienne. L’abbigliamento poco curato si coniuga ad accessori preziosi, i tessuti leggeri ora si adattano in maniera naturale a tutte le silhouette, pizzo e strass vengono riadattati su abiti personalizzati Seventy-inspired. La non-curanza si lascia desiderare accanto ai particolari ricercatissimi di abiti e soprabiti (o magari anche pellicce) che sostituiscono il dashiki. E questo è di grandissimo impatto. Anche il nudo è reinterpretato: non è più solo emancipazione sessuale, ora è soprattutto espressione di libertà, di sicurezza, di difesa dei diritti individuali, è una vera e propria “messa a nudo con se stessi”. Gusto e attenzione per un fascino tutto esotico e sempre un pò sfuggente traspare dall’immancabile headband. E la biancheria? Quella sexy non è adeguata, perché impegnativa e quella più casual è troppo poco femminile, meglio evitarla del tutto e lasciare che la magia del vedo-non-vedo, attraverso camicioni svolazzanti, faccia il suo gioco. Gli hippy hanno sempre combattuto contro l’ortodossia politica e ci hanno lasciato un bagaglio di eredità degno d’inchini che sempre più sono manifesti nei diritti degli omosessuali, delle coppie non sposate, dei transessuali, nell’uso di prodotti naturali, perfino nel campo farmaceutico, nel confronto più aperto tra religioni o culture diverse, e persino nella popolarizzazione di Internet che affonda le sue radici nell’ethos anti-autoritario che gli hippy declamavano in ogni occasione. Rincorrere il futuro rimanendo ben attaccati alle proprie origini, questo il loro lifestyle. Sempre pronti a combattere, sempre pronti a commuoversi.

Abitino rosso con fantasia bianco, montone panna con inserti in mongolia, borsa marrone in nappa, fascetta di pelle intrecciata con piume. Gli abiti e gli accessori indossati sono vintage anni ’70.

Creditis Ph: Alessandro Omiccioli Model: Chiara Falcone Stylist: Anna Negusanti, Anita Paoloni Mua and Hair Stylist: Valentina Ricci Location: La Maison Coloniale - V.le Buozzi, 6 - Fano (PU) - tel. 0721 830323 Abiti: MY LOFT Vintage & Second Hand - Via Giordano Bruno, 16 - Fano (PU) - tel. 0721 1820181 www.myloft.it


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FOOD FRIEND

CACAO R

cioccolato d’autore

iemerge il segreto più dolce dei Maya! Da più di tremila anni e attraversando una matassa di percorsi tortuosi, è arrivato con un bagaglio di qualità e pregi sempre maggiori il prodotto che è considerato il massimo del piacere culinario: il cioccolato. L’origine del cioccolato lavorato (il cacao da cui si produce), sembra che sia da attribuire agli Olmechi del sud del Messico. Apprezzato dai Maya e poi dagli Aztechi il cioccolato era considerato dalle popolazioni d'oltreoceano come bevanda sacra offerta agli uomini dal ‘dio’ Quetzalcoatl. A partire da questa origine lontana, la storia dipana il prezioso seme di cacao passando attraverso le corti dei sovrani delle città maya per giungere alla civiltà azteca, periodo nel quale il cioccolato acquistò grande importanza sia come bevanda, nei rituali religiosi, sia come moneta e merce di scambio. Dopo la caduta della civiltà azteca, il consumo del cioccolato fu trasformato e creolizzato dai conquistatori spagnoli. Oltre a essere considerato prezioso come fonte di saggezza, esso conferiva forza ed energia. Era soprattutto usato come afrodisiaco e tonico per incrementare il desiderio sessuale. Sia che venga considerato medicina o pozione magica, bevanda sacra o prezioso alimento, il cioccolato non manca mai di stupire. Quando pensiamo al cioccolato siamo abituati a pensare a un alimento solido e dolce, eppure dalla sua origine fino a pochi secoli fa, il cioccolato si beveva e non si mangiava, inoltre era estremamente amaro. Prezioso e apprezzato privilegio dei popoli di oltreoceano, il Theobroma cacao (questo è il primo nome scientifico attribuito alla pianta) rimase sconosciuto in Europa fino alla metà del Cinquecento. Arrivato in Spagna e sdoganato dai conquistatori come squisita bevanda calda e zuccherata, ci vollero ben due secoli prima che si evolvesse in tavoletta solida e piccoli dolciumi. Con il passaporto di peccato di gola, è entrato dapprima nelle corti di tutta Europa, conciliando l’amicizia e il buonumore. Fino a questo momento, il cioccolato svolse un importante ruolo a livello sociale in tutta Europa e in gran parte del mondo come alimento d'élite. Successivamente, il cioccolato fu utilizzato per >>

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FOOD FRIEND

accompagnare pietanze durante i pasti di aristocratici ed ecclesiastici che elogiarono o dannarono il misterioso brodo indiano. Dopo gli eccessi culinari dei francesi e degli italiani, il cioccolato, divenne un alimento ormai addomesticato, identificando appunto i ceti sociali aristocratici o ecclesiastici. Di seguito sorsero luoghi d’incontro pubblici dediti alla degustazione del cioccolato da mangiare sottoforma di pasticcino o pastiglie o barrette. Divenne presto uno spuntino da consumarsi al chocolate bar, accompagnato da una piacevole conversazione, spesso tra signore acculturate e all'avanguardia. Il film “Chocolat” (2000), di Lasse Hallstrom con Juliette Binoche e Jonny Depp, tratto dall’omonimo romanzo di Joanne Harris, è ambientato proprio in una cioccolateria dove si preparano gustosi miscugli di cioccolato e chile, o di peperoncino e mandorle fino a combinare il cioccolato con nocciole, cereali, cocco e altro. Sia fondente o al latte la produzione artigianale della protagonista riesce a creare e mantenere quella leggenda storica che cacao e cioccolato hanno saputo mantenere fino ai giorni nostri. La pellicola esalta le virtù del prodotto che un anonimo indio messicano aveva trasformato in chicco di cacao, alimentando il fascino di quello che è stato giustamente definito il “cibo degli Dei”.“La vita è come una scatola di cioccolatini non sai mai cosa ti capita...!” diceva, a ragione, Forrest Gump nell’omonimo film. E da quel momento tutti noi ogni volta che ci viene offerto un cioccolatino pensiamo allo spessore che sorge dietro questa affermazione. Una lunga tradizione di gusto tanto che romanzi e pellicole d’autore hanno avuto come protagonista il cioccolato, legando la sua storia a quelle di grandi amori e passioni travolgenti. Sono libri e film da gustare avidamente, in un gioco di seduzione e mistero, assaporando il profumo irresistibile di una tazza di cioccolato bollente. Il cioccolato ha un potere magico, taumaturgico, sono noti i suoi benefici nell’allentare lo stress, conferire buon umore e produrre energia. Anche un film al cioccolato quindi può rinvigorire corpo e anima!Ma un cibo così importante bisogna anche saperlo degustare. C’è un cerimoniale che invita a cogliere gli aromi del cioccolato. Si

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deve, con religioso silenzio, mordere circa metà cioccolatino, o romperlo in due parti con me mani, e poi sminuzzarlo con i denti ripetutamente e lentamente per aumentare l’area di contatto con le papille gustative. La vista del colore marrone rossiccio moganocannella, che è propriodel cacao aromatico e la lucentezza e brillantezza della superficie ci invitano a un piacere intenso. L’aroma che dapprima è delicato e penetrante, diventa in seguito intenso e ricco di toni aromatici, persistendo lungamente per una durata di decine di minuti.Tutto questo lo sanno benissimo i due cioccolatieri-pasticceri del “Cacao-lab” (www.cacao-lab.it) che ci tentano e ci deliziano con le loro dolci specialità. Già dalla vetrina si nota subito una qualcosa di diverso e particolare. L’idea proviene da due persone creative, di cui una con una formazione nel settore del design e l’altra con l’esperienza nel mondo della moda. La grande passione per la cioccolata li ha portati a creare il laboratorio “Cacao” (sito a Milano in via Eustachi, 47). Cacao produce e distribuisce prodotti di cioccolateria artigianali preparati con materie prime di altissima qualità e con immagine ricercata e inedita. Ogni creazione di cacao è frutto di un attento mix fatto di ricerca, innovazione e cura del dettaglio. Le loro proposte spaziano dai temi più tradizionali (Natale, S. Valentino, Pasqua) ai gadget più inaspettati. Eseguono oggetti di cioccolato personalizzabili e su progetto dei clienti, cercando di soddisfare ogni tipo di esigenza e di desiderio. Curiosi modelli di cioccolatini, simbolici cuoricini, simpatiche tazze e originali bomboniere, ma la fantasia maggiore si esprime, oltre le piacevoli composizioni di frutta, fiori e piante, nelle geniali creazioni di borse e scarpe con tacco da donna. Usando cioccolato fondente venezuelano, con maestria realizzano questi curiosi prodotti della fashion-dolce con tanto di ricerca del packaging adeguato, proprio come se fosse un vero articolo di moda. Il cioccolato, cibo afrodisiaco corroborante dell’eros, aumenta l’energia, la concentrazione e la prontezza di riflessi. Fa bene all’organismo creando benefici sull’umore per le sue proprietà antidepressive. Abbandoniamoci quindi alla “cioccolato-mania” che è piacere, amore, estasi e fantasia… in fondo il cioccolato ci rende felici!


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art

ARTE E MODA

“COLLEZIONE MARAMOTTI. La sede storica di MAX MARA: dalla produzione alla raccolta di ARTE CONTEMPORANEA.

fashion a cura di Stefano Pegli

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a Collezione Maramotti, aperta al pubblico dal 2007 nella sede storica di Max Mara, presenta parte della raccolta d’arte contemporanea del fondatore della società, Achille Maramotti. Risale a oltre trent’anni fa il desiderio del collezionista di creare un luogo di fruizione estetica ed intellettuale, per condividere la sua passione con un pubblico di appassionati e interessati all’arte contempoanea. In seguito al trasferimento dell’azienda in un nuovo quartier generale nel 2003, la scelta di dedicare gli spazi originali della fabbrica ad accogliere la collezione d’arte si è configurata come prosecuzione naturale dell’utilizzo dell’edificio, che porta in sé la memoria del luogo e la storia del collezio-

Kaarina Kaikkonen Are We Still Going On? 2012 veduta di mostra, Collezione Maramotti Ph. C. Dario Lasagni

nista. La sede fu progettata nel 1957 dagli architetti Pastorini e Salvarani e venne ampliata due volte dalla Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia nei successivi dieci anni. Si trattava di un disegno radicalmente innovativo per la sua epoca e tuttora costituisce un importante momento per la storia dell’architettura della città, momento in cui si sono sperimentati per la prima volta l’uso del cemento armato gettato a vista e del laterizio pieno in strutture flessibili e versatili. Questa caratteristica di permeabilità tra esterno e interno, la concezione dell’architettura come ‘forma organica’, il rapporto con la luce naturale, l’impianto razionale e minimalista sono stati rispettosamente mantenuti nella


ARTE E MODA ristrutturazione, affidata all’architetto inglese Andrew Hapgood. L’edificio non nega agli occhi del visitatore la sua natura di vecchia fabbrica, anzi la esalta, conferendogli un’anima in cui la memoria è protagonista - molte delle opere esposte erano infatti già visibili quando questa era la sede di Max Mara. La volontà di preservare la storia del luogo e di valorizzarne la ‘personalità’, quindi di non creare un luogo di esposizione asettico, si è legata al desiderio di dare vita a un contenitore ideoneo a valorizzare le opere, non sovrastandole con un’architettura scenograficamente monumentale in cui il contenitore soverchiasse il contenuto. Punti forti della ristrutturazione sono la pulizia, la crudezza degli spazi e il peculiare rapporto con la luce esterna, all’interno di una filosofia di non-sopraffazione del contenitore rispetto al contenuto. Tra gli interventi salienti della conversione da fabbrica a spazio espositivo si segnalano un diverso orientamento dell’ingresso principale, con un nuovo cannocchiale lastricato in porfido che conduce il visitatore all’ingresso della collezione permanente (ubicata al primo e al secondo piano), e la creazione di due nuovi volumi all’interno del corpo di fabbrica, per ospitare le opere di maggiori dimensioni. Il contesto paesaggistico circostante è stato progettato in assoluta continuità con il paesaggio padano di querce, pioppi e alberi da frutto, messi a dimora tra i filari di vite. L’edificio ha una superficie di circa 10.000 m2 e copre tutte le funzioni e le attività tipicamente museali: esposizione, conservazione, archiviazione, organizzazione. Il primo e secondo piano sono dedicati alla collezione permanente, che comprende oltre duecento opere dal 1945 ad oggi e rappresentano un focus sul percorso collezionistico di Achille Maramotti, oggi sviluppato e arricchito dalla famiglia. A piano terra si trovano invece la biblioteca e l’archivio della Collezione, che accompagnano virtualmente con saggi, cataloghi, libri d’artista e documenti la progressiva acquisizione delle opere. Attraverso un’evoluzione ininterrotta, questo luogo di produzione di fashion è stato trasformato in luogo di produzione culturale e artistica. Lo spazio titolato “Pattern room” è il locale dove in passato – quando l’edificio era ancora fabbrica di produzione di moda – venivano realizzati modelli e prototipi; attualmente è destinato all’esposizione di nuovi progetti degli artisti invitati e si pone come luogo di produzione artistica. Fino al 15 aprile è qui esposta la mostra “Players” di Huma Bhabha (artista pakistana che vive e lavora a New York), che comprende recentissimi disegni in dialogo con le sue maschere degli anni Novanta già parte della Collezione permanente. Dimensione progettuale e sperimentazione accomunano dunque la vocazione di questo luogo, dal passato ad oggi. L’architettura si lega strettamente alla progettazione e produzione di opere anche nel caso di Kaarina Kaikkonen, artista finlandese che ha realizzato una grande installazione site-specific per il vecchio ingresso della fabbrica. La sua opera, “Are We Still Going On?”, costituita da due grandi strutture simmetriche formate da oltre cinquecento camicie, sarà in esposizione fino al 28 ottobre, omaggio al concetto di cooperazione collettiva per la determinazione di una storia creativa che ha caratterizzato la nascita del brand Max Mara e che ora diviene modello organizzativo della collezione Maramotti. Un terzo grande spazio espositivo a piano terra presenta fino al 29 aprile la mostra “The Poverty of Riches”, dell’artista tedesca Andrea Büttner, vincitrice della terza edizione del Max Mara Art Prize for Women in collaboration with Whitechapel Gallery, premio biennale rivolto ad artiste emergenti con base nel Regno Unito, cui la Collezione Maramotti collabora dalla sua apertura.

Veduta dell’open space del 2° piano, opere di: Erick Swenson, Barry X Ball, Tom Sachs, Mark Manders, Kiki Smith, Vito Acconci Ph. C. Carlo Vannini

Collezione Maramotti. Biblioteca di arte contemporanea Ph. C. Carlo Vannini

Informazioni: Collezione Maramotti - Via Fratelli Cervi 66, Reggio Emilia Tel. 0522 382484 info@collezionemaramotti.org - www.collezionemaramotti.org Orari di apertura: giovedì – venerdì 14.30 – 18.30 sabato – domenica 10.30 – 18.30 Ingresso gratuito La prenotazione è richiesta per le visite alla collezione permanente, mentre non è necessaria per le mostre temporanee.

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Fano Rimini Torino Civitanova M. Foligno Sassuolo Bergamo Pergine Valsugana


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www fabrizio-srl .com

Fano

Rimini

Via Kennedy, 28/b Chiuduno (Bergamo) - tel.035.8361309 49


FASHION

L’INCANTO D’INVERNO la meraviglia della Romagna

di Samuele Daves samueledaves.com


FASHION

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a Romagna, si sa, è meta prediletta per le vacanze estive dove pullula il bel mondo e si arricchisce di serate interessanti e stravaganti; ogni disco punta a stupire e il turismo nazionale ma non solo ama circondarsi di chiasso roboante, di calore e colore. Eppure per chi, come il sottoscritto, è sempre stato abituato a viverla d’estate, il fascino che essa emana durante il periodo invernale arriva come una bella sorpresa. Cogliendo l’occasione dell’incontro tra moda e design per lo shooting dell’emergente marchio italiano Brian Dales, si è gustato appieno lo spirito romantico così chiaramente espresso nei quadri del pittore tedesco Caspar David Friedrich e ci si è immersi in atmosfere nuove, uniche, evocative, tipiche di quello Sturm und Drang così precisamente descritto dalla letteratura tedesca. >>

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Scenario all’aria aperta meraviglioso e pur tuttavia intimistico, la location era quella di una passeggiata sulla spiaggia o delle riflessioni raccolte in riva al mare oppure circondati dalle scenografiche atmosfere del delizioso porticciolo di Portoverde. Proprio affacciandosi dall’alto sullo stesso, la genialità di Danilo Cognolato, anima creativa di 2D Design, ha partorito un loft dal bianco immacolato, puro spirito e meditazione, con pouf e design-chair e poltrone rigorosamente in total white, unicamente acceso e animato da pennellate di blu che richiamano il colore per eccellenza usato e brevettato da Yves Klein (e nella moda così amato da Claude Montana tanto da farne una fragranza che ancora oggi porta quel nome). Una visione moderna di loft internazionale che l’esperienza del creativo milanese ha trasposto in questa delicata e graziosa struttura a ridosso di Portoverde e dove l’eclettico Cognolato ama rifugiarsi soprattutto in inverno per concentrarsi, rilassarsi e gustare appieno della linfa vitale che il silenzio del mare e delle atmosfere circostanti trasfondono; anzi, proprio qui ha trascorso il Natale nel silenzio e nella poesia di un incanto d’immobilità e di magia, poco comprensibile nell’estate romagnola. A completare lo scenario incantato non poteva mancare Riccione, vera perla della Romagna. Il Grand Hotel des Bains sempre impeccabile nel suo stile lussuoso che rispecchia magnificamente il passato nella sua attualità moderna, completa magistralmente questo percorso particolare. I suoi notturni invernali trasfondono una magia che porta l’attenzione ai dettagli della meraviglia di questa struttura storica (costruita nel 1908 e ristrutturata nel 1989) dove in una nuova luce e visione si riscoprono l’eleganza e il prestigio che l’hanno contraddistinto e ancora oggi lo caratterizzano. Il respirare tutta questa bellezza inedita e inaspettata non può che essere uno stimolo propositivo in questo periodo storico di tanta declamata crisi dove si può lanciare il nuovo trend del riposo meditativo in Romagna d’inverno ricordando la famosa frase di Dostoyevsky ne “I fratelli Karamzov”: “la bellezza salverà il mondo”.

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VINTAGE

LA DOLCE OLD AMERICA NELL'ESTATE ITALIANA

di Giovanni Franciosi

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olci e zuccherose. Nostalgiche e retrò. Tra poche settimane popoleranno le strade delle nostre città creature deliziose e rassicuranti, che forgiano i codici estetici dell'America anni Sessanta e Settanta elaborando un vintage fatto di romanticismo garbato e di fascino lieve. Dalle sfilate milanesi dello scorso settembre abbiamo catturato segnali di eleganza lieve, quasi a esorcizzare la recessione dei mercati e spesso in contrasto con l'imbarbarimento dominante. Tutto è partito da “Mad Men”, la serie televisiva americana di culto che ha catapultato nei salotti di mezza Italia donne dipinte come angeli del focolare. In questi tempi di crisi economica il lavoro è tornato appannaggio esclusivo degli uomini e la donna torna a rivestire il suo ruolo di eroina della casa, con le sue gonne a corolla caratterizzate da colori un po’ malinconici. Non è certo un caso che la sfilata primavera-estate 2012 di Roberto Cavalli si sia aperta con il classico tema per pianoforte di “Flashdance”, con l'icona di Jennifer Beals a materializzarsi tra le stampe botaniche e maculate della casa fiorentina, e i ricami veri o trompe l'oeil a sottolineare la vita. E che dire delle donne farfalla di Missoni, sospese tra balze aeree, macro ruches e

frange di seta lunghe come crine di cavallo? L'immaginario rock'n'roll dei gemelli Dean e Dan Caten di DSquared2, invece, ha riecheggiato le notti dello Studio 54, oltre che la Madonna di “Cercasi Susan Disperatamente”, con tutto quel jeans effetto dirty, gli short brillanti di paillettes e decorati da applicazioni etno-folk e le giacche biker da indossare sopra t-shirt oversize colorate con i motivi dell'american flag. Altre suggestioni vintage dalle sfilate milanesi P/E 2012 arrivano da Ferragamo, che ha imposto come capo chiave il foulard, cinto in vita sugli abiti o sotto le giacche, calato deliziosamente sul collo. E ancora ci ha stupito Pucci, con quei pantaloni a vita alta con pince, così smaccatamente anni Settanta. Poi sono arrivate le ragazze in carriera di Pan Am, le hostess della fiction che ha dominato i palinsesti americani lo scorso autunno, sospese nel limbo tra l'essere pin-up e playmate, desiderose di conquistarsi un ruolo sociale nell'America dominata dai maschi. E a portare ora sugli schermi italiani quello che Miuccia Prada aveva presentato in passerella lo scorso settembre: una femminilità pop, quasi da fumetto. Stampe naif con le automobili e tacchi fanale rubati a una Cadillac.

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Il connubio donne-motori, modelle tutte curve, fa molto “Grease”, o “Happy Days” se preferite. Un salto nei mercati del cibo dell’Italia del sud, il vociare delle piazze meridionali e Sofia Loren che canta “Mambo Italiano”. È questa l'essenza vintage di Dolce&Gabbana, con Bianca Balti che inaugura lo show del duo, fatto di profumi di verdure e frutta siciliana stampata su abiti e top, fino all'esplosione di swarowski su corsetti e costumi da bagno. L'interpretazione più sfacciata e impertinente dei mitici anni Sessanta e Settanta va ricondotta alla passerella di Gucci. Dove Frida Giannini ha insistito sull'opulenza dell'oro e il nero marcato del makeup. Motivi geometrici su costruzioni a palazzo, linee morbide, fragori metallici da red carpet e le solite, imperdibili baguette, stavolta in vetro e frange metalliche.

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cultura gastronomica del luogo arricchita da un tocco di originalità dello chef pizza del tradizionale forno a legna team giovane e dinamico

La riscoperta della tradizione con uno sguardo al futuro

affacciato sul Lago di Garda, a due passi da Salò: Via Domenico Signori 43/D 25077 Tormini di Roè Volciano (BS) Tel. 0365 556229 www.enjoyristo.it


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E’ TEMPO DI

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BARBONI DI

LUSSO F Rossella Terreni

antasioso, eclettico, eccentrico. Coraggioso, innovatore, spumeggiante. Questi sono gli aggettivi calzanti per introdurre Paolo Atti e la sua Weltanschauung. Nato nel mese dei creativi, febbraio, all’epoca delle contestazioni giovanili e delle trasgressioni, ha vissuto tra la provincia padana e il mondo e ha fatto corto circuito delle coordinate temporali e spaziali che lo hanno visto nascere, crescere e che lo hanno influenzato e affascinato: i movimenti generazionali e pacifisti, i figli dei fiori e il rock, l’underground e la pop art, gli yuppie e gli happy hour, Milano e New York. Più dei libri e della scuola, gli sono stati maestri la sua sensibilità, la curiosità, la voglia di godere e di emozionarsi e di trasmettere all’esterno il ricco patrimonio interiore: la scintilla di un’idea come il desiderio di condivisione di un attimo vissuto, di un valore acquisito. Per realizzare un progetto, gli basta aprire il baule dei sogni e mescolare desideri e ricordi. Ogni suo progetto è un grande viaggio, che intraprende non solo per sé, ma per tutti.Non è passato molto tempo da quando Paolo Atti si è presentato a una conferenza sul marketing territoriale indossando una maglietta da lui personalizzata con la scritta “Barboni di lusso”, e non era nemmeno la prima volta che dava sfogo alla sua creatività trasformando una maglietta bianca in qualcosa di più. Il pubblico di studenti rimase entusiasta della trovata ingegnosa e accattivante. Da questo è nata la prima collezione Barboni di lusso dedicata all’uomo.Barboni di lusso come slogan, diktat, ovvero come filosofia di vita di gente un po’ così, disinvolta, fuori dalle righe e dalle regole, self-confident e low profile.Il brand trasferisce nel mondo della moda l’esperienza artistica di buona parte dell’ultimo secolo: il gesto di scrivere su una maglietta col pennarello “Barboni di lusso” e presentarsi a una conferenza universitaria per vedere l’effetto che fa è a cavallo tra Action Painting e happening; le felpe Live cut tagliate dal Barbone Supremo ricordano i tagli nella tela di Lucio Fontana; i tessuti grezzi di borsoni e cappelli rievocano i sacchi di juta di Alberto Burri. Sono queste ascendenze alte a giustificare la legittimità di un gesto altrimenti un po’ sbruffone, spaccone e a volte esibizionista come quello di scrivere >>

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sulla maglietta, oltre a “Barboni di lusso”, anche “C…i miei” o “Gli ostacoli non esistono”. Ecco dunque che i capi apparentemente semplici, da tempo libero, fatti per star comodi, si trasformano, senza darlo a vedere, in pezzi di moda sofisticati e il loro valore aggiunto ne autorizza l’uso in contesti non bassi, ma alti: l’evento, la serata importante, il momento ufficiale.Barboni di lusso è così, conquista e contagia con il suo “clocharme”, il suo fascino da strada; Barboni di lusso con leggerezza e sfrontatezza non si insinua nella moda di oggi, ma fa la moda di oggi.È un universo completo da quando accanto alla collezione uomo è apparsa la donna Barboni di lusso. L’evento, che ha avuto come special guest e testimonial d’eccezione Laura Chiatti con il fidanzato Davide Lamma, è stato festeggiato in occasione della settimana della moda donna a Milano, svoltasi nella terza edizione di “Milano loves fashion” lo scorso settembre. Chi c’era al fashion showroom Studiofinorossi di via Montenapoleone, 1 garantisce che lo champagne corresse a fiumi: bollicine rosé per festeggiare adeguatamente l’arrivo tanto atteso della collezione dedicata a Lei, all’altra metà del cielo, con cui condividere lo stesso stile di vita e lo stesso modo di essere che già caratterizza da qualche tempo l’uomo Barboni di lusso. Alla libertà e all’anticonformismo tipici del brand, i capi della nuova collezione aggiungono la naturale femminilità e sensualità della donna Barboni di lusso per creare un’immagine inedita della donna di oggi: una donna sicura, sensuale e appagata in un look minimal chic e irriverente che vede in “Barboni di lusso” una parola d’ordine e un trend in crescita nella vita di oggi.Animano la collezione caratteristiche analoghe a quelle già viste nell’uomo Barboni di lusso: l’orgoglio di una manifattura la cui filiera sia interamente made in Italy, la cura nella scelta dei materiali, il preziosismo dei dettagli che fa l’occhiolino allo spirito “finto trasandato” di ogni singolo articolo firmato Barboni di lusso. Nella collezione donna, ai capi in felpa che fanno tanto sporty posh, si uniscono le immancabili T-shirt stampate, un vero must nello stile Barboni di lusso, salopette dal taglio vertiginosamente corto e abiti lunghi che accarezzano la caviglia.Barboni di lusso donna estende il modo di essere barboni e garantisce che il contagio si propaghi a tutti quelli che sanno di essere nati un pò clochard ! Sì, …ma di lusso!

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EVENTI

SUMMER

MARATHON “Cuervo Y Sobrinos: una gara e una passerella tra i più leggendari passi d’Italia, dal 14 al 17 Giugno 2012 a Bormio in Valtellina.“ a cura di Roger

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EVENTI

L

a Summer Marathon rappresenta una manifestazione di auto storiche di portata internazionale con sede a Bormio (SO) e un percorso emozionante attraverso i più bei passi alpini: Stelvio, Tonale, Foscagno, Forcola e Bernina. La prima edizione della Summer Marathon – Cuervo Y Sobrinos, si svolgerà dal 14 al 17 Giugno 2012. Il Grande Evento a calendario CSAI è organizzato dalla C.O.S. Centro Organizzazione Servizi in collaborazione con la Scuderia 3T di Cremona e il main partner Cuervo Y Sobrinos. L’edizione rappresenterà uno dei più importanti e rilevanti appuntamenti a livello europeo nel settore. La gara si svolgerà su 550 Km per 70 prove cronometrate con un itinerario che si snoderà tra paesaggi mozzafiato, storici paesi e inviolati passi di montagna. Obiettivo primario dell’evento è promuovere a livello internazionale i territori attraversati dalla gara, evidenziandone il fascino indiscusso, la cultura e le grandi eccellenze che lo animano, da quelle gastronomiche, a quelle artigianali, turistiche e artistiche, come i famosi dipinti di Leonardo Da Vinci a Palazzo Besta. Ma la Summer Marathon sarà, soprattutto, uno straordinario viaggio di ‘opere d’arte a quattro ruote: una carovana di 160 vetture storiche, costruite tra i primi del novecento e il 1971. E, infine, si tratterà di un accattivante viaggio gastronomico tra le ricette e i prodotti tipici di questa attraente parte d’Italia, per gustare al meglio specialità uniche come il pizzocchero di Teglio, presso la cui accademia gli equipaggi gusteranno il prodotto d’eccellenza, innaffiato dai migliori vini locali. Un evento davvero unico, che ha destato molta attenzione anche all’estero, con richieste di partecipazione da tutta Europa e non solo. Tre giorni intensi da vivere in una miscela perfetta di splendide auto, competizione, turismo, gastronomia e relax. L’itinerario si snoderà in Alta Valtellina, percorrendo circa 550 km in tre giorni,

tornando ogni sera a Bormio. Il 15 giugno il percorso va da Bormio a Sondalo, Teglio, Sondrio e ritorno a Bormio. Nella giornata sarà possibile visitare anche il famoso Palazzo Besta, dove sono custoditi alcuni dipinti di Leonardo Da Vinci. Il giorno seguente, 16 giugno, il percorso prevede Bormio, Passo Dello Stelvio, Merano, Passo del Tonale, Val di Sole, Ponte di legno, Passo Gavia, Dal Val Furva arrivo a Bormio. Il giorno 17 la carovana partirà da Bormio in direzione Passo Foscagno, Livigno, passo Bernina, Tirano e arrivo finale a Bormio. È possibile avere un seguito ufficiale, con gli stessi servizi e benefit goduti dai partecipanti (accesso al percorso completo, stessi hotel, serate, cadeaux, ecc.) La manifestazione è patrocinata dal marchio di alta orologeria Cuervo y Sobrinos, che ha sede e centro di produzione in Svizzera. Gli orologi Cuervo y Sobrinos dettano i ritmi latini di un tempo suggerendo uno stile di vita elegante e distinto. Questi i valori che accomunano la marca e le competizioni di auto d’epoca: uno stile senza tempo, passione e precisione. E così Cuervo Y Sobrinos, oltre ad avere un premio dedicato, animerà anche il secondo arrivo di tappa con un Mojito Party. L’organizzazione tecnica è stata affidata alla blasonata e qualificata Scuderia Autostoriche 3T di Cremona, che ha messo a punto un percorso costellato da prove cronometrate di notevole interesse. Tutte le vetture verranno dotate dall’organizzazione di Racelink delle On Board Unit, che permetterà agli equipaggi di avere una maggiore sicurezza per eventuali chiamate di emergenza sanitarie e meccaniche, e che consentirà alla direzione di gara, ma anche agli amici che seguiranno l’evento da casa, di individuare in ogni momento la posizione dei veicoli sul sito www.racelink.it.

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MONTEFIORE CONCA un borgo, un sogno

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Immagine dell'archivio fotografico dell'Assessorato al Turismo della Provincia di Rimini, autore S. Di Bartolo


B&B Il Monticello

Via Val di Ranco, 1140 Montefiore Conca Rimini 0541 980270 - 348 2896451 www.relaisilmonticello.com

B&B Il Rivellino

Piazza della Libertà, 8 Montefiore Conca Rimini 0541 980209 - 335 6955180 www.relaismontefiore.it

Ristorante De Nir

Via Provinciale, 3230 Montefiore Conca Rimini 0541 988370 www.denir.it

Az.Agricola Il Buon Pastore

Via SCà Santino, 1963 Montefiore Conca Rimini 0541 985874 levoland@libero.it

B&B Il Borgo Antico

Via Piana, 150 Montefiore Conca Rimini 0541 980232- 335 8482171 www.borgoanticobeb.it

B&B Panorama Blick

Via S. Maria della Neve, 292 Montefiore Conca Rimini 0541 988934, 338 7863642, 347 6293166 www.panoramablick.it

Osteria del castello

Via Riva, 1 Montefiore Conca Rimini 0541 980211 - 335 1530997

Agriturismo Il Sentiero

Via San Simeone Montefiore Conca Rimini 339 6526942 - 335 8242782

B&B Cà Bianca

Via Monticello, 370 Montefiore Conca Rimini 346 3280660 www.cabiancamontefiore.it

Locanda della Corona

Piazza della Libertà, 12 Montefiore Conca Rimini 0541 980340 - 335 6871770 www.locandadellacorona.it

Enoteca Belfiore

Via XX Settembre, 6/8 Montefiore Conca Rimini 0541 988524 - 347 0687461 www.enotecabelfiore.it

Locanda San Pietro

Via Gemmano, 1050 Montefiore Conca Rimini 0541 985553 www.locandasanpietro.it


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PHOTOSHOOTING

METROSEXUAL ADDIO BENVENUTO RETROSEXUAL di Marco Gasperoni

I

l significato del termine metro-sexual deriva dall’origine della parola metro che indica l’uomo metropolitano con l’abbinamento della parola sexual cioè oggetto del desiderio sessuale. L’uomo metrosexual è l’uomo desiderato, ambito, dal fascino estremamente curato e indiscutibilmente illuminato di glamour. Solitamente questo esemplare di uomo è identificato con i personaggi del mondo dello spettacolo come David Beckham e Justin Timberlake, il primo classico esempio di bellezza greca, perfetta, pelle “liscia” resa quasi plastica dall’aiuto del make-up, il secondo “ragazzo-uomo” con rari accenti di virilità (barba studiata e appena accennata per dare un tocco di mascolinità) ma dal look sempre androgino e perfezionista. Entrambi i modelli hanno una cura maniacale per l’estetica del loro corpo e del loro viso. Non rinuncerebbero per nulla al mondo a una seduta dal loro parrucchiere personale che spesso (vedi il caso di Beckham) è pagato profumatamente per prendere l’aereo e seguire la sua “star” in giro per il globo. >>

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PHOTOSHOOTING

CREDITI: Photo: Bruno Spiezia Model: Roberto Midulla (robertomidulla@live.it; www.modelshoot.net/user/robertomidulla) Styling: Roberto Midulla Trucco: Roberto Midulla

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PHOTOSHOOTING

Non solo capelli dunque, ma anche make-up, creme uniformanti per il colorito del viso, matite per evidenziare lo sguardo, sopracciglia curate e delineate, fino in casi estremi a indossare un gloss sulle labbra per evidenziare il sorriso perfetto (grazie all’ultima seduta di sbiancamento). Il fisico è un altro punto forte: deve essere asciutto ma muscoloso, totalmente depilato e liscio. Grande cura è data alle mani e ai piedi ai quali si riserva un’attenzione quotidiana per la manicure e la pedicure. Pensate che tutto questo possa bastare? Certo che no! L’uomo metrosexual conosce alla perfezione la moda e gli stili. Riesce ad adattarli perfettamente alla sua persona valorizzando tutti i suoi punti di forza. Non lascia mai nulla al caso e il risultato è sempre sorprendente. Decide e studia il suo outfit fin nei minimi dettagli. Gli imperativi sono: look curato e impeccabile. Nel suo guardaroba non possono mancare i pantaloni classici, i jeans dalle tonalità scure e prive di lavorazioni, il blazer con t-shirt a contrasto o camicia e pullover con scollo a V. Ai piedi, perfettamente curati e messi in mostra durante i mesi estivi o nelle vacanze nei luoghi esotici, vengono indossate in inverno scarpe in pelle solitamente dalla punta affusolata o mocassini di pelle scamosciata. Nell’outfit del “desiderio metropolitano” non possono mancare le borse, spesso grandi e a tracolla, ancor più spesso marchiate con i nomi delle griffe più prestigiose della moda italiana (Armani, Gucci e Prada) e di quella francese (Louis Vuitton su tutti). Tocco di eleganza finale è dato dagli accessori, quali orologi bracciali e collane, scelti in base all’evento e all’ora della giornata. Orologi eleganti impreziositi da brillanti per non arrivare tardi a una serata di gala o al contrario sportivi e in acciaio per la palestra e jogging tra i grattacieli della città. Un uomo che non lascia nulla al caso, che ha studiato tutto alla perfezione ma che non poteva prevedere che la sua stella stesse per tramontare. Infatti, un nuovo esemplare di uomo metropolitano si sta affacciando all’orizzonte e sta colonizzando le città: è definito retrosexual e ci si chiede se porterà all’estinzione il nostro metrosexual. Il retrosexual non ama spendere tempo e denaro nella cura estetica. Non ama estenuanti sedute dal parrucchiere al quale preferisce un bel taglio rasato. >>

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PHOTOSHOOTING

CREDITI: Photo: Bruno Spiezia Model: Roberto Midulla (robertomidulla@live.it; www.modelshoot.net/user/robertomidulla) Styling: Roberto Midulla Trucco: Roberto Midulla

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PHOTOSHOOTING

Non si sottopone periodicamente a lampade abbronzanti. Le sue mani non sono certo perfette e curate come quelle del metrosexual ma il suo fascino è ugualmente forte e magnetico. Il suo viso ha la bellezza dei lineamenti maschili: mascella ampia e delineata, naso importante e un sorriso naturale ma bellissimo. Il retrosexual non ama perdere tempo nello shopping, non legge riviste di moda e non ascolta i consigli degli stilisti. Per lui un semplice jeans con una camicia sono sufficienti, sono un passe-partout per qualsiasi occasione. Alla larga accessori e cosmetici. Non vedrete quasi mai il retrosexual indossare bracciali e catene. Il retrosexual è un uomo sportivo che cura il suo corpo grazie allo sport ma non si ammira ore e ore negli spogliatoi della palestra. Il suo fascino è totalmente maschile, non ama indossare profumi o abiti troppo eleganti. L’icona e simbolo di questa nuova tendenza è Hugh Jackman la bellezza tagliente di Wolverine in “X-men”, o Russel Crowe ne “Il Gladiatore”. Alla bellezza greca si oppone quella verace dell’uomo a volte rude ma dal fascino intramontabile. Libero dagli schemi dell’estetica e diritto verso il suo obiettivo. Leader nel gruppo e carismatico nella società. Il suo fascino non è dato solo dall’estetica ma forse e soprattutto da tutti i valori che incarna e rappresenta: sicurezza, virilità e affidabilità.

Giacca di velluto blu con stampa nera maculata (PHONZ SAYS BLACK) camicia bianca (ELEVEN PARIS) Skinny jeans nero (DR DENIM) Scarpe (BOBBIE BURNS)

Ph: Massimiliano Magrini Assistente: Simone Pandolfi Stylist: Anna Negusanti Hair Style & Make Up: Silvia Paolini Model: Tommaso Avitabile (Sir Tom Morvoloson Rifo) Location: “aut-aut” spazio design - Via Pisacane, 55 Senigallia (AN) Tel. 071 60050 www.aut-aut.it Abiti: "Indaco Urbanwear" - Via Mastai, 35 Senigallia (An) tel. 071 65060

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Giacca di velluto verde (PHONZ SAYS BLACK) Camicia bianca (ELEVEN PARIS) Chino lana (UNIFORMS THE DEDICATED) Scarpe (BOBBIE BURNS)

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foto/grafica


MODA GUIDO D

Stefano Marangoni

a un’idea di Vincenzo Polito nasce ‘MODAGUIDO’. Il giovane imprenditore pugliese attualmente residente nel pesarese vuole ad ogni costo farsi breccia nel panorama della moda made in Italy e decide di farlo nel settore maglieria. Una maglieria per uomo e donna creata con cura da un’azienda che produce da oltre cinquant’anni capi pregiati per il mercato mondiale. In virtù della crisi dei mercati nazionali e internazionali Modaguido si presenta agli utenti col suo negozio online abbattendo cosi gran parte degli onerosi costi di gestione e presentando sul mercato capi di ottima manifattura a prezzi veramente competitivi e accessibili al grande pubblico. Contemporaneamente questa giovane azienda presenterà le sue collezioni ai negozianti che vorranno pregiarsi di proporre i propri articoli, non attraverso rappresentanti ma tramite il contratto su web con lo scopo costante di abbattere i costi a favore dell’utente finale. Toccando con mano i capi della collezione Modaguido si nota l’attenzione ai particolari a partire dalle cuciture, ai fregi eleganti e fashion che caratterizzano con il brand articoli di maglieria creati con filati di prima qualità, per arrivare ai riporti in pelle che distinguono ogni capo. (www.modaguido.com; 327 9168435; info@modaguido.com)

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PEOPLE

GIULIA MONTA NARINI IL MIO 2012 E’ impegnata nella moda come testimonial italiana 2012 per Lipsy London. Vuole ritornare a recitare in teatro. E’ felicemente innamorata. L’attività fisica costante tra le sue priorità di quest’anno, dato che non sa dire di no alla pasta con il pesto... Enrico Sanchi


PEOPLE

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renderla popolare al grande pubblico sono stati i reality, La Fattoria prima e Uomini e Donne poi, ma la bella romana Giulia Montanarini vantava già esperienze significative e prestigiose nel mondo dello spettacolo. Showgirl e ballerina in tv, attrice al cinema e in teatro. La sua storia inizia a metà anni ’90 quando, giovanissima, partecipa a numerosi concorsi di bellezza grazie ai quali si apre per lei la porta del piccolo schermo: debutta entrando a far parte del primo gruppo di Letterine di “Passaparola”, al fianco di Gerry Scotti e nello stesso anno fa parte del corpo di ballo di “Ciao Darwin”, sempre su Canale 5. Nel 2000 è una delle spintarelle della trasmissione Mediaset “Beato tra le donne” per passare poi in RAI come elemento del corpo di ballo di “Carramba che fortuna”. Nel 2001 è a teatro con “Tutte pazze per Silvio” fino a quando, l'anno seguente, con il gruppo del “Bagaglino”, diventa una delle prime ballerine accanto a Pamela Prati. Arriva al grande schermo grazie a due pellicole che nel 2003 sono rispettivamente al primo e al quinto posto come incassi al botteghino. Eppure, lontana dai riflettori, Giulia è una ragazza senza grilli per la testa che ama le cose semplici e vere: “Quando vado in vacanza”, racconta “evito sempre le località mondane per prediligere quelle più autentiche…da Sabaudia, alla Versilia, alle Maldive”. La tua carriera è costellata di belle esperienze e successi: c’è ancora posto per un >>

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PEOPLE sogno nel cassetto? Almeno due…Sicuramente lavorare con Fiorello e presentare il Festival di Sanremo, quella famosa scalinata ha sempre il suo appeal nonostante i tempi cambino. È difficile essere un personaggio pubblico?Sì e no, ci sono i lati positivi come ad esempio ricevere conferme continue e quelli invece negativi come dover sempre apparire al meglio, il gossip non perdona. Attualmente, sei anche impegnata nella moda?Dopo tanti anni, perché è con la moda che ho cominciato, torno alla moda in quanto sono il volto di Lipsy London per l’Italia, un marchio inglese che esalta la femminilità e che rappresenta perfettamente il mio stile e la mia personalità. Di recente ho realizzato la campagna fotografica per la nuova collezione e devo dire che mi sono davvero divertita! Mi sento molto bambolina quando indosso capi Lipsy, assolutamente me stessa!Proviamo a conoscerti meglio… Abito o gonna e top? Abito senza dubbi. Tacchi o ballerine? Tacchi sempre, e sopra i 10 cm, irrinunciabili. A tavola, dolce o salato? Salato. Qual è il piatto a cui non sai dire di no? Direi la pasta al pesto ma con la pizza è una bella lotta.Sei pigra? In realtà da ragazzina facevo nuoto a livello agonistico e sono anche riuscita a stabilire un nuovo record mondiale nel 1993 durante i Campionati Europei e i Mondiali di Nuoto per Salvamento. Poi sono stata travolta da mille impegni di lavoro. Quest’anno voglio riprendere la mia forma fisica, è sicuramente uno dei miei obiettivi per il 2012. Altri progetti per questo’anno appena cominciato? Ho diverse proposte che sto valutando, vorrei ritornare sul palco davanti ad un pubblico in platea, il teatro è sempre il teatro. E sul fronte privato? Dopo la recente separazione ho avuto una relazione che si è rivelata un’illusione, pur se mi ha fatto capire altri aspetti di me stessa. Ora sono felicemente fidanzata, sono serena e totalmente appagata. Sto vivendo una storia d’amore intensa, né io né il mio compagno, Denny, amiamo avere i riflettori puntati, quindi mi fermo qui. Un figlio potrebbe essere il vostro progetto per l’anno nuovo? Perché no!

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PEOPLE

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FASHION | JEWELS

IL POTERE DEI

GIOIELLI Il gioiello è il protagonista indiscusso del lusso contemporaneo. Sontuoso giramondo, racconta le culture e le suggestioni dei paesi lontani. Ricco di colori i metalli e le pietre ci trasmettono l’energia della vita. Glamour raccoglie le sfide delle mode e a volte le anticipa. Sfavillante nella sua artigianalità sprigiona tutta l’evoluzione tecnologica che ha in sé. Vibes con un sapore eccentrico, alla ricerca di un design originale, riprende dal passato l’eredità della storia e la proietta nel futuro. E se il lusso, nell’era moderna, è rappresentato dalla libertà, i gioielli ben si adattano a questo nuovo concetto. Impreziositi da nuove pietre che irradiano una luce sofisticata, la materia riacquista il suo posto d’onore nell’oreficeria d’autore. Il gioco dell’eleganza soft è stato riscoperto da molti e adottato con le nuove sfumature della modernità. di Jean-Claude Poderini

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on è solo una questione di vanità o di lusso, non considero i gioielli come una moda o un piacere nel possederli e metterli in mostra, bensì come qualcosa di molto più profondo. Indossate un anello tempestato di pietre preziose o una collana di perle con ciondolo d’oro e pietre e sentirete una forte energia che vi pervade, una grande carica di emozione e benessere. Entusiasmo, calore, energia, vibrazioni, sono sensazioni spontanee che nascono nell’indossare questi gioielli. La natura fa il suo corso, le pietre ricavate dalle viscere del sottosuolo restituiscono l’energia che hanno accumulato per secoli.Gioielli da sogno tra design ed eleganza, fantasia e dettagli che accendono la notte, sono le emozioni che emanano i modelli di Raffaella Manna. Capolavori unici per fascino e qualità che esprimono uno stile originale. Collane, bracciali e anelli ispirati alla natura e al design si mescolano con la moda in una geniale combinazione di colori inediti. Prodotti di forte carica artistica, pensati per >>

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FASHION | JEWELS

Collana con pendente in giada incisa e lapislazzuli, oro giallo, 18 carati 750/000.

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FASHION | JEWELS

un pubblico attento e competente, riscoprono le forme armoniche e sinuose giocando in totale libertà. Le creazioni, frutto di una grande passione per la materia e di una profonda conoscenza tecnica, sono le chiavi che aprono la porta del fashion system. Dal 1982, anno in cui aprì il suo laboratorio orafo, l’attività ha conosciuto un crescente successo. I suoi gioielli in oro 18 carati (750/000) sono pezzi unici, totalmente realizzati a mano utilizzando una vasta gamma di tecniche orafe. L’artista ha partecipato a diverse mostre in tutto il mondo: Parigi, Bruxelles, Londra, New York, Miami, Los Angeles e Kuwait City. Abbiamo incontrato Raffaella Manna che ci ha aperto le porte del suo laboratorio e raccontato la sua passione rispondendo alle nostre domande. Qual è stata la tua formazione professionale? Mi sono formata all’Istituto d’Arte A. Appolloni di Fano (a quel tempo celebre scuola), sezione metalli/oreficeria, e ho proseguito, dopo il diploma, in alcuni laboratori orafi di Fano. Esiste una scuola di pensiero alla quale aderisci? È innegabile l’influenza che ebbero gli insegnanti nel periodo scolastico, specialmente l’influenza che il noto artista Prof. Edgardo Mannucci preside e scultore, lasciò alla scuola. Mi ha sempre ispirato e guidato verso la libertà di pensiero e di espressione. Com’è nata in te la passione per creare gioielli? Direi quasi per caso. Vista la mia predisposizione al disegno, fui orientata, senza dubbi, all’Istituto d’Arte. L’istinto mi aiutò, decisi di iscrivermi alla sezione metalli. Catturò la mia attenzione, il fascino del metallo che si fondeva. Visti gli sviluppi fu la scelta giusta! Quali sono le proposte per la prossima stagione che proponi alle donne? Colore, colore, colore! Ametista, tsavorite, kunzite, cascate di perle australiane gold, bianche e grigie. Il diamante, si sa, è la gemma più apprezzata dalle donne. Com’è cambiato il design nei gioielli, negli ultimi anni? Ha aperto le porte alle pietre semipreziose, non meno belle e preziose, vista la rarità di alcune, ma più accessibili. Queste permettono di creare modelli più vistosi, gemme di grandi carature che il diamante per costo non permette. Esiste un percorso di nuove forme del gioiello? Direi proprio di sì. L’architettura cambia, il look cambia, le idee cambiano, i gioielli sono frutto dell’uomo e con esso cambiano le forme. Dicono che i gioielli trasmettano potere! È per questo motivo che la donna ama tanto i gioielli? Se il gioiello è simbolo di potere allora sì, esso trasmette potere, come lo era nella storia. Non credo che questo sia oggi attuale, oggi un gioiello esprime svariate cose: emozioni, sensazioni, benessere, ricercatezza, buon gusto, ecc. Quali materiali si usano maggiormente nelle ultime stagioni? Personalmente non mi sono spostata dall’oro giallo e bianco, i gioielli importanti devono rimanere nel tempo e non seguire le mode di stagione. Il mercato commerciale ha esigenze diverse, per cui si sono aggiunti metalli non nobili come l’acciaio e le pietre sintetiche Qual è l’elemento più importante che deve trasmettere un gioiello? La soddisfazione e il piacere di indossarlo e catturare l’interesse di chi lo guarda. Che differenza c’è tra un gioiello di produzione industriale e uno d’arte artigianale? La domanda già contiene la risposta: nel particolare. Il

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Collana centrale di perle e oro giallo, 18 carati 750/000.

Collana di crisoprasio e perla rosa, chiusura in oro giallo, 18 carati 750/000.


gioiello industriale è riprodotto in grandi numeri, il design è di linea classica, facile da comprendere e d’impatto immediato sulla massa. Il gioiello artistico è unico, o al massimo a riproduzione limitata. Le sue forme sono più ricercate e non sempre facili da comprendere, interessando un mercato di nicchia. Quale valore trasmette l’arte del fatto a mano? Trasmette interesse ogni volta che la guardi, il valore dell’amore per un mestiere antico, minuzioso e ricercato. Come nell’amore, la persona che lo indossa deve esserne sempre attratta e affascinata. Se saprai leggere fra le forme troverai il cuore dell’artista. Un gioiello ci sopravvive e possiede una storia sua, passa da persona a persona aggiungendo valore e storia. Quando realizzi un gioiello, pensi mai al valore che acquisterà nel suo percorso? Onestamente no. Mentre creo sono presa dalla tecnica che devo usare per arrivare a plasmare il metallo e raggiungere la forma voluta, sono immersa negli equilibri fra materia e pietre. Il percorso del gioiello appartiene a chi lo acquista. Se il mio gioiello trasmette emozioni avrà sicuramente un bel percorso, che io non avrò modo di verificare né di gioirne. A cosa ti ispiri per creare un nuovo gioiello? Gli spunti sono diversi, spesso sono il taglio particolare della pietra che mi guida e ispira, oppure le emozioni di un viaggio oppure le sensazioni di culture diverse. Il confine non è mai definito, ultimamente creo direttamente senza disegnare, libera senza regole e nessuna impostazione. Tutto ciò mi gratifica molto, mi permette di ricercare qualcosa di nuovo senza confini. È come volare! Cosa significa per te il lusso e l’eleganza? Il lusso è il potere d’acquisto, mentre l’eleganza è l’espressione della persona. Nei gioielli qual è il migliore amico della donna? Il mondo direbbe ‘il diamante’ io ti rispondo, un gioiello unico, creato appositamente per te. Oro bianco, oro giallo o altro? Oro giallo, oro bianco, argento, legno, conchiglie, ricordiamoci sempre che deve essere combinato con il look. Un gioiello da potere a chi lo indossa? Sì e no! Difficile dire, ogni acquisto ha una motivazione personale, può gratificare dando sicurezza e potere. Quando un gioiello è portato con classe? La donna di classe sa indossare l’abito, il gioiello, la scarpa e quant’altro con leggerezza e semplicità, senza ostentare. Un gioiello si abbina più a un fiore o a un animale? Il percorso è personale, ognuno di noi cerca forme nuove! Ci si può ispirare alla natura, al mondo animale, all’architettura, a tutto ciò che da sensazione ed emozione. Quanto influisce la tecnologia sulla parte creativa nelle tue creazioni? Mi stimola a nuove forme, a ignote strade da percorrere. La creatività ha la forza di trasmettere emozioni, la tecnologia quella di migliorare e semplificare il lavoro manuale. Si dice che l’uomo regali gioielli quando deve farsi perdonare un tradimento! Questo allora significa che esiste un mercato molto importante? Voglio ancora credere al contrario! Chi acquista di più i gioielli, gli uomini o le donne? Le donne! Dove crei i tuoi capolavori e dove si possono trovare queste bellissime creazioni? Nel mio laboratorio, “ARTE ORO RAFFAELLA”, via Nolfi, 1Fano - 347 2211129

Filo di perle australiane gold con ciondolo in ametista, brillanti, tsavorite e oro giallo, 18 carati 750/000.

Collana di smeraldo e acquamarina con chiusura in oro giallo, 18 carati 750/000.

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Enoteca Champagne -Vini - Liquori Via Piero della Francesca, 56 20154 Milano Tel. e Fax 02.33.60.25.74 piuvino@piuvino.it www.piuvino.it

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BELLO&

MILANO

PRECISO

di Monica Pucci

FASHION | JEWELS

Suggerimenti del passato per progettare un orologio con stile.

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ello & Preciso, nasce e prende forma nel 2001, grazie al suo creatore Sergio Verducci, riconosciuto come un mercante del tempo, il quale pensò e creò guardando verso il futuro ma non dimenticandosi del passato. La realizzazione di questa linea tutta all’italiana, è merito anche di una coppia di imprenditori, Rodolfo Galati e Antonio Fiotta, manager della Lusso Italia, i quali hanno sostenuto il progetto sin da subito. Bello & Preciso è un marchio gestito dalla società Temporeale S.r.l., la quale opera in una parte di mercato ben determinata, selezionando il cliente finale, posizionando i prodotti solo all’interno di gioiellerie di medio alto livello. Con questo nuovo prodotto, oggi l’uomo e la donna, si rivedono nel passato, ricavando ricordi del dopo guerra dove all’epoca si riscoprì il piacere del sorridere, dove ricordiamo l’esplosione del colore, elementi che influenzano le creazioni dei primi orologi Bello & Preciso.

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FASHION | JEWELS

Le collezioni sono composte, da orologi con forme classiche, colorate, ma non troppo stravaganti, quindi non possono essere riconosciute come modaiola; un’altra caratteristica di questo giovane marchio, dal contenuto artistico e artigianale, sono i cinturini di ogni singolo orologio, in alligatore, struzzo, antilope, cuoio, vitello e vernice, tutti prodotti in Italia, in più come esclusività ulteriore riconosciamo i cinturini detti “Sartoriali”, prodotti con le sete italiane che vanno in abbinamento agli orologi della linea Quarantatre, dove motivi decorativi si accostano ai colori dei quadranti. Tutti gli orologi sono dotati di movimenti giapponesi Miyota, automatici. Al quarzo o 24h duel time. Le collezioni si dividono in modello Trentanove, modello Quarantatre, Milano New York, Crono, Vintage, Muletto, Panzero Golf Line, quest’ultimo dedicato al golf con cinturino in pelle pesante con chiusura a strappo simile a quella dei guanti da golf. Nella gamma dei vintage, riconosciamo principalmente modelli con casse 39 mm, alcuni automatici e altri al quarzo con casse acciaio o placcate in oro rosa, tra le ultimissime novità abbiamo il modello Antique White e Asymetrique, con la particolarità di avere il quadrante asimmetrico in varianti di colore di gran classe. Bello & Preciso è un orologio che suscita emozioni, nella sua vasta collezione, in ognuno possiamo riconoscere un modo di essere, uno stile di vita con buon gusto; il suo nome con due aggettivi ci conferma ciò che vuole comunicare.

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STUDIO AMMINISTRATIVO

RAG. PIERLUIGI ROSSI BRUNORI

“ SFATIAMO I LUOGHI COMUNI AVENDO A CUORE…LE PARTI COMUNI ”

L’

obiettivo del Rag. Pierluigi Rossi Brunori, titolare dell’omonimo studio fondato e diretto dal 1976, è da sempre quello di offrire, nell’ambito dell’amministrazione condominiale, un servizio che risponda con professionalità alle esigenze di una clientela sempre più consapevole della realtà condominiale e per questo alla ricerca di professionisti seri e preparati in grado di regolare e migliorare i rapporti di convivenza tra condomini. L’esperienza gestionale maturata in tutto questo lasso di tempo, è divenuta essa stessa garanzia di competenza e sinonimo di costante aggiornamento. Specializzato nella gestione di Supercondomini, Comprensori, piccoli e medi condomini, l’organigramma dello studio si compone di uno staff di 16 tra collaboratrici e collaboratori, ognuno con una specifica competenza al fine di garantire la concreta e mirata risoluzione di qualsivoglia problematica formulata dai condomini. A questo proposito un’addetta alla reception raccoglie e smista le telefonate alle colleghe nei vari settori dell’ufficio. La segreteria è contattabile telefonicamente tutti i giorni ed è aperta al pubblico tutti i pomeriggi e anche i lunedì mattina. È inoltre attivo un indirizzo di posta elettronica giornalmente evasa dall’Amministratore in persona: è infatti cura del Rag. Rossi Brunori essere reperibile e rispondere personalmente ai sig.ri condomini che desiderano interagire direttamente con lui. Secondo necessità avvengono incontri con i consiglieri e sopralluoghi presso il condominio. È poi consuetudine che il pagamento dei fornitori per i vari interventi manutentivi avvenga a seguito del vaglio e del benestare dei consiglieri o dei condomini incaricati dall’Assemblea. Anche decisioni operative per spese non previste o per eventuali emergenze vengono sempre prese in collaborazione con i consiglieri o assunte nel rispetto delle vigenti normative di legge.

L’organizzazione dello studio prevede una suddivisione in settore amministrativo, contabile e tecnico. Nello specifico il settore amministrativo si occupa della tenuta di un conto corrente bancario intestato a nome di ogni Condominio presso istituti bancari che offrono le migliori condizioni; gestisce inoltre i pagamenti delle utenze, delle fatture ai fornitori e delle ritenute d’acconto; provvede al controllo degli incassi con sistema di riscossione delle rate mediante bollettino MAV e all’invio di solleciti di pagamento ai condomini morosi fino all’eventuale apertura di pratiche legali; istruisce pratiche assicurative a seguito del verificarsi di sinistri e invita al rispetto del Regolamento condominiale mediante circolari o richiami mirati. Il settore contabile provvede alla redazione del rendiconto gestionale dettagliato, consuntivo e preventivo con relativo reparto spese di natura ordinaria e/o straordinaria, alla quadratura e allo stato patrimoniale; compila e invia le convocazioni e i verbali di Assemblea ed eventuali circolari per informare correttamente i condomini sulle delibere assembleari. Il settore tecnico opera un continuo aggiornamento e approfondimento delle disposizioni in materia di sicurezza e di norme di legge. Altro servizio fornito dallo studio è quello relativo alla gestione delle locazioni per condomini e per clienti privati offrendo in questo modo la possibilità di sollevare i proprietari dall’incombenza del rapporto diretto con i propri inquilini. In conclusione, l’organizzazione qui presentata si configura come una struttura funzionale che non lascia nulla all’improvvisazione, costituita da autentici professionisti in grado di combinare in modo sinergico una rigorosa attenzione al singolo condomino e al condominio nella sua totalità, il tutto mantenendo un buon rapporto qualità/prezzo.


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L’ULTIMA SEDUZIONE di Enrico Sanchi

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uando si parla di vintage il migliore indirizzo italiano, che ben compete anche a livello europeo, è A.N.G.E.L.O. a Lugo (RA). Un palazzo di tre piani, un vero e proprio tempio della moda e della sua affascinante evoluzione nel tempo dove si rintracciano scampoli della storia del costume. Una volta entrati ci si perde letteralmente tra le migliaia di capi - oltre cinquantamila, tutti immediatamente accessibili, uno diverso dall’altro – che, oggi, raccontano di epoche passate, citandole attraverso gusti, stili ed estetica. Non a caso è infinita la lista di collaborazioni con il mondo della moda, dell’arte e dello spettacolo. Dalle più prestigiose griffe di moda, passando per cantanti e musicisti, produzioni cinematografiche, televisive e pubblicitarie. Le principali riviste patinate gli hanno dedicato servizi di moda ma non solo: oltre alle testate italiane che se ne sono occupate, da Vogue a Marie Claire, Elle, Vanity Fair, si aggiungono gli articoli pubblicati su giornali e riviste di tutto il mondo, tra cui anche l’autorevolissimo New York Times. La storia di A.N.G.E.L.O comincia oltre trenta anni fa dalla passione personale di Angelo Caroli per il recupero, “un’idea che è nata da una passione personale e dal desiderio di non lasciare che valori significativi di altri tempi andassero persi o distrutti”, racconta lui stesso. In fondo quando oggi pensiamo agli anni ’60 come agli ’80, nell’immaginario di tutti noi il primo riferimento sono gli abiti, più che qualsiasi altro simbolo come ad esempio le automobili o addirittura la musica. “Credo fortemente che il passato vada conservato, pur senza smettere mai di guadare al nuovo”. Oggi Caroli vanta uno staff di una ventina di collaboratori nella sede a Lugo, oltre ai vari buyer che fanno ricerca per suo conto in Italia e nel mondo.

Come e quando una semplice passione si è trasformata in business? Direi che abbiamo avuto tanta fortuna, oltre a una sensibilità declinata sull’avanguardia. Allora, negli anni ’70 quando tutto è cominciato, il vecchio era semplicemente vecchio, non c’era una cultura della salvaguardia, mentre oggi il recupero è un valore. Perché acquistare un abito usato? La moda è emozione: chi ha già indossato un capo è difficile che si emozioni di nuovo mentre qualcun altro assolutamente sì. Quali sono i principali bacini per la ricerca di abiti usati? Nel mondo principalmente Stati Uniti, Francia e Inghilterra attraverso le associazioni di beneficenza o commercianti che fanno selezione per me. In Italia ho numerose buyer che collaborano con me, mi occupo personalmente della loro formazione, insegnando loro a riconoscere i tessuti e a essere in grado di valutare lo stato di usura di un capo e le sue caratteristiche. È fondamentale saper selezionare in base alla qualità e ai trend contemporanei. Quali sono le fonti più significative in Italia per il recupero della merce? I guardaroba personali sono senz’altro preziosissimi e molto interessanti. Il mercato della moda contemporaneo offre di tutto e a qualsiasi prezzo, chi acquista abiti usati oggi? Il bello della moda vintage è che la clientela cambia nel tempo in base al prodotto in vendita; all’inizio e per molti anni acquistavano vintage soprattutto i giovani, con una forte attenzione al prezzo. In seguito, parallelamente, si è aggiunta una clientela alla ricerca del lusso e dell’eleganza. >>

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Salendo dal piano terra del Vintage Palace, dove sono in vendita capi uomo, donna e bambino esposti in tre sale, al primo piano la Vintage Room accoglie i capi più preziosi e retrò, veri e propri usati d’annata, dove si possono trovare abiti e accessori originali di firme autorevoli come Hermès, Chanel, Emilio Pucci, YSL, Roberta di Camerino e Dior. Pezzi ancora più importanti e introvabili, infine, all’ultimo piano dove sono raccolte esperienze e storia, tutto scrupolosamente catalogato; qui i capi non sono in vendita, ma destinati a preservare la memoria, e si accede solo su appuntamento. È un archivio di usati d’epoca, un vero e proprio museo della moda a disposizione per il noleggio, per ricerche stilistiche, mostre, produzioni cinematografiche, video, spettacoli teatrali e televisivi, servizi fotografici, pubblicità e redazionali di moda. Alcuni di questi capi sono stati immortalati da grandi fotografi mondiali come Helmut Newton, Paolo Roversi, Bruce Weber, altri sono stati utilizzati recentemente da Laura Pausini per la sua partecipazione alla prima puntata del Chiambretti Muzic Show e nel suo videoclip “Non solo lei”, altri ancora indossati dai Subsonica nella tournèe appena conclusa, da Stefano Accorsi e Violante Placido nel loro debutto cinematografico, tanto per fare qualche nome. Grazie a questo archivio unico e preziosissimo Angelo Caroli e i suoi collaboratori partecipano attivamente all’interno di diverse realtà universitarie italiane come esperti di vintage fornendo interventi formativi in importanti atenei come il Politecnico di Milano, lo IED, il Polimoda di Firenze e l’Accademia della Moda di Roma. “È fondamentale per gli studenti vedere dal vivo e toccare con mano quelle che sono le differenze tra abiti d’epoche diverse”, commenta Caroli, “L’archivio è senz’altro impegnativo per tutti noi, stiamo parlando di sessantamila pezzi, ma è un vero gioiello”. Nel 2011 A.N.G.E.L.O. ha messo in rete un nuovo sito di vendita on-line di Vintage con tantissimi articoli originali (www.shop.angelo.it) che si aggiunge al negozio di Firenze inaugurato nel 2009, “Ora mi sto muovendo su Roma, la città inizia a essere pronta, sarà la mia prossima destinazione”.

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Piazza Bresciani SALO’ - di fronte all’ospedale


FASHION | GRIFFE STORY

YSL

YVES SAINT LAURENT l’esteta contemporaneo L

Michela Ricci www.artemodascuola.it

a moda degli anni Sessanta deve la sua grinta travolgente, la sua voglia di rompere con il passato, a tante menti geniali che hanno condizionato il percorso stesso del costume, e tra queste di certo va menzionato Yves Saint Laurent. Lo stilista talentuoso, fin dall’inizio della sua carriera, ha scolpito profondamente il suo nome nella storia della moda. La parola d’ordine allora era innovare, e così la stessa silhouette femminile è stata rivoluzionata da un flusso creativo incredibile liberandosi da rigore e austerità proprio grazie alla sua matita virtuosa.

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FASHION | GRIFFE STORY

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FASHION | GRIFFE STORY

Una passione assai precoce per l’arte lo porta a iniziare la sua carriera, subito dopo il diploma, alla Maison Dior, dopo la scomparsa del maestro Christian Dior. Una grande responsabilità, considerando che all’epoca Dior era uno tra gli stilisti più apprezzati e famosi ma Yves non si lascia intimorire e con la sua prima collezione “Trapezio” ottiene un tale successo che si parla di lui nei giornali specializzati come di un enfant prodige. Nel ’62, dopo l’interruzione dovuta al servizio militare, che segnerà anche la fine della collaborazione con la Maison Dior, nasce la casa di moda “Yves Saint Laurent” fondata con Pierre Bergè, compagno di vita e di lavoro, che a quel tempo era mercante d’arte. Bergè capì immediatamente il grande talento che aveva di fronte e insieme costruirono un impero d’arte, moda e bellezza. Saint Laurent presenta quindi la prima collezione che porta il suo nome, caratterizzata dalla scelta di linee stilizzate e molto semplici, prive di ornamenti superflui che colpisce soprattutto per la qualità della lavorazione degli abiti, un particolare a cui lo stilista francese dedicherà sempre notevole attenzione. Il suo stile si caratterizza dal contrasto tra il rigore formale e l’utilizzo di tessuti esotici e colori variopinti. Altro elemento distintivo dello stilista è l’inclusione nel guardaroba femminile di capi storicamente maschili, elemento che condivide con Coco Chanel e che solleva numerose discussioni. Una scelta stilistica che lo pone in quel momento fuori da ogni schema. Offre alla donna una nuova dimensione di libertà regalandole camicie, blazer, pantaloni, sahariane, trench e l’indimenticabile smoking, simbolo dell’emancipazione femminile. I suoi modelli non presentano forme rigide o tagli troppo elaborati ma si basano sulla perfezione delle linee e una comprensione di tessuti stampati e materiali costosi. Crea un vestiario chic, raffinato e sofisticato, perfettamente lavorato

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a mano alla maniera dei couturier del passato. Saint Laurent, oltre a essere uno dei padri della moda francese è anche l’uomo che ha fatto dell’haute couture il suo marchio di fabbrica, uno stile di vita che dalle sue boutique si è diffuso in tutto il mondo contagiando migliaia di persone. Legato a icone che hanno fatto la storia dell’eleganza come Grace Kelly, Audrey Hepburn e Jacqueline Kennedy, ha continuato a vestire i nomi del mondo dello spettacolo internazionale come Sienna Miller e Carla Bruni, tra le tante. Nel ’66 finalmente crea una linea di prèt-à-porter, i primi veri passi verso una moda democratica rivolta a tutte le donne e non più solamente a un’élite privilegiata. Gli anni che seguono sono quelli della consacrazione definitiva, con una serie impressionante di creazioni innovative, molte delle quali ispirate dalla sua grande cultura e passione per l’arte. Trasforma il vinile in tessuto per impermeabili ispirandosi ai quadri di Mondrian, crea abiti che richiamano la pop art, abiti in taffetà che si rifanno alle opere di Marcel Proust (suo grande amore letterario), s’ispira ai balletti russi e ad artisti come: Picasso, Delacroix, Braque e Matisse. Nell’83 il Metropolitan Museum di New York dedica una mostra allo stilista e alla maniera in cui ha rivoluzionato il mondo della moda: “Ogni singolo abito è un racconto, una storia del costume e della moda. Ogni manichino è l’incarnazione di una donna unica, eccentrica, elegante, diversa”. Ossessionato dal lavoro e tendenzialmente introverso, se non misantropo, spesso sprofondava in patologici isolamenti. Per via delle precarie condizioni di salute, della depressione e del suo mal di vivere, nel 2002 si ritirò dalle scene. Morirà nel 2008 dopo una lunga malattia. “Aveva l’oro nelle mani ma un brutto tarlo nella testa: era nato con una depressione nervosa. La gloria nulla potè”. Così scrisse su “Le Figaro” Anthony Palou.


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ARTE E MODA

MODA IN ITALIA di Laura Bruscia

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ANNI DI ELEGANZA L’

originalissima Storia della Moda Italiana, che da sempre è sinonimo di grande vanto, orgoglio e identità nazionale, rappresenta uno speciale e unico modus operandi per celebrare il 150° Anniversario dell'unità d'Italia, presso le Sale delle Arti della superba Reggia sabauda di Venaria, fino al 29 Gennaio 2012. L'irripetibile vernissage rappresenta un esplosivo cocktail di elementi teatrali, fotografici e musicali, il cui gioco di rimandi culturali fa da sfondo allo scenario dei duecento abiti, valorizzati da una magica combinazione di specchi, che coinvolgono il visitatore, facendolo diventare co-protagonista. >>

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ARTE E MODA

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ARTE E MODA

La mostra ci accompagna in un suggestivo percorso tra realtà e fantasia, tra cinema, romanzo e attualità, presentandoci gli indumenti personali di Gabriele d’Annunzio, Eleonora Duse, dell'attrice-soprano Lina Cavalieri e di molti altri ancora. Tutti, con il proprio stile, hanno fatto parlare di sè, lasciando tracce indelebili del gusto di un’epoca. Lo scenario si apre con il sontuoso abito scuro da sera, arricchito da pizzi e fiocchi, probabilmente appartenuto alla contessa di Castiglione. Ci sono poi le famose creazioni di Pucci e delle sorelle Fontana, che rappresentano l'affermarsi vero e proprio della moda italiana. Parliamo della haute couture (soprattutto femminile) degli anni sessanta in continua sperimentazione: aumentano infatti le altezze degli orli, mentre i volumi sono ampi e i tagli delle stoffe disegnano il corpo, abbracciando il punto vita per creare busti, corsetti e strascichi. A proposito di strascichi, è esposto anche il bellissimo abito da sposa dalla lunga “coda” di una principessa romana di Casa Altieri, che sembra moderno e fiabesco, sicuramente originale, come le particolari scarpe realizzate da Ferragamo per la grande Marilyn Monroe. Ma ci sono altri colpi di scena che coinvolgono il mondo del cinema: dall’indumento bianco da ballo che Claudia Cardinale ha indossato ne “Il Gattopardo” di Luchino Visconti a quello che ha vestito Alida Valli in “Senso”, fino agli abiti indossati da Silvana Mangano per “Morte a Venezia”. Se la prima sezione del vernissage tratta la moda dalla nascita dello Stato unitario fino a quella degli anni '60, la seconda sezione illustra lo stile “contestatore” del '68, per passare al prêt-à-porter degli anni Ottanta, approdando ai particolarissimi gilet futuristi in panno signées Depero e Balla. La moda Made in Italy è la chicca finale. L'Italian style, infatti, ha trasformato la moda in una delle protagoniste assolute dell’economia italiana e di tutto il globo. Numerose quindi le creazioni artistiche esposte, ideate da stilisti contemporanei come Giorgio Armani, Valentino, Gianni Versace, Gianfranco Ferré e Krizia. Questi, naturalmente, sono soltanto alcuni dei grandi nomi presenti. Certo è, che l'Italia fa parlare di sè, questa volta celebrando il proprio 150° compleanno, all'insegna del colore e delle infinite idee che prendono vita grazie alle forme artistiche della Moda, di cui gli italiani vanno tanto fieri, perché sanno di essere creatori e creativi unici!

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ARTE E MODA

ENRICO RICCIARDI p h o to g ra p h e r

Enrico Ricciardi lavora a Milano nel campo della fotografia pubblicitaria. Parecchie le sue collaborazioni con personaggi molto noti ed amati del panorama televisivo. Ha lavorato con Alena Seredova, Paola Barale, Martina Colombari, Filippa Lagerback, Elisabetta Gregoraci, Moran Atias, Miriana Trevisan, Ainett Stephens, solo per citarne alcune.

Enrico Ricciardi - photographer via Francesco Soave, 15 20135 - Milano tel. 02 26681000 | 010 8692637

www.enricoricciardi.it e-mail: info@enricoricciardi.it

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PEOPLE

WHITE WHITE WEEK Arriva il primo Reality Sci! Intervista a Peppe Quintale

di Roger

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uattro concorrenti allergici alla montagna, una settimana di tempo per imparare a sciare e una gara per decretare il vincitore. Sullo sfondo, le Dolomiti di Auronzo di Cadore. Il nuovo reality de La3, canale 143 di Sky, ha debuttato lunedì 19 Marzo. Il format mescola reality e sport coinvolgendo i concorrenti in un’avventura tutt’altro che facile e riposante: imparare a sciare e sfidare la loro idiosincrasia nei confronti della montagna. I concorrenti Maicol Berti, Rosy Dilettuso, Nando

Colelli e Pasqualina Sanna, saranno costretti ad allenarsi, seguire le lezioni e darsi da fare senza un attimo di tregua. Gioia e dolore, caldo e freddo, sconforto ed esaltazione accompagneranno i protagonisti che avranno come solo punto di riferimento il loto maestro e i propri compagni di viaggio. Di fronte un unico obiettivo ovvero quello di imparare, per la prima volta nella vita, a sciare. Al timone della nuova avventura, l’ex iena Peppe Quintale che abbiamo intervistato.

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FASHION | CHARME PEOPLE

Quando è nato il progetto, e perché? È un'idea che ho avuto tempo fa, maturata durante le mie lezioni di sci. È stata dura imparare da grande ma ci sono riuscito e mi piaceva poter tradurre con un linguaggio televisivo attuale tutte le sensazioni che ho vissuto in prima persona. Grazie poi all'editore de La3 tv che ha intuito le potenzialità di questo reality diverso dai soliti siamo riusciti a renderlo un programma televisivo.

Questo format che unisce il genere del reality allo sport, sembra avere una marcia in più rispetto al altri. Quali sono i suoi punti di forza? Credo che questo programma abbia più punti di forza. Innanzitutto la location, le dolomiti e la montagna hanno il loro fascino, stare all'aria aperta e non in uno studio televisivo ha il suo perché. I concorrenti di un reality, compresi i nostri quattro, sembrano sempre recitare una parte qualunque cosa facciano. In “White White Week” vengono fuori come sono realmente visto che sono sottoposti a stress diversi e soprattutto costretti a imparare uno sport, a misurarsi con le loro paure e fobie e non ad apparire e litigare. Hanno una divisa, degli orari da rispettare, giornate con cadenze precise e degli impegni, anche loro hanno ammesso che è tutto diverso da quello che hanno sempre fatto. Ti rendi conto che esistono altre professioni, altri ritmi e modi di vivere la vita e poi per tutto il resto scopritelo guardandoci in tv o sul web.

Quali sono i meccanismi del gioco? II gioco è semplice. Due coppie hanno le stesse ore di lezione, due al giorno per cinque giorni in cui devono imparare il massimo delle tecniche per sciare o per fare snow board. Alla fine del corso dovranno sfidarsi in una gara a tempo. Il tempo impiegato sarà sommato e la coppia che avrà sciato e surfato nel minor tempo vincerà “White White Week”.

Come sono stati scelti i concorrenti? Avevamo bisogno di persone che non avessero mai messo ai piedi sci o snow board, con tanta voglia di affrontare delle sfide diverse disposte a mettersi a nudo in un campo a loro totalmente sconosciuto. Ovvio che volevamo anche ‘personaggi’ un minimo riconoscibili per poterli mostrare in una veste totalmente diversa.

C’è un motivo nella scelta dello splendido scenario delle Dolomiti di Auronzo di Cadore? La scelta è stata dettata dall’amicizia personale con Ciro di Pietro, napoletano come me, proprietario dell'Hotel Auronzo che ci ha ospitati. È tutto partito dalla sua voglia, dalla sua disponibilità e determinazione, gli è piaciuta l'idea e ha fatto di tutto per realizzarla da lui. Mi ha presentato tutti, dal sindaco alla scuola maestri. Ovviamente la destinazione gioca il suo ruolo, è un posto davvero stupendo e il rapporto che si è instaurato tra la troupe, il cast, la località è stato un punto di forza del programma che traspare anche dalle immagini.

Presupposto per partecipare sembra essere l’astio verso la montagna. È così anche per te? Più che astio per la montagna è una sorta di chiusura verso certi sport e verso la neve. Per un cittadino la neve è vista quasi sempre come un disagio e lo sci come uno sport difficile, impegnativo e ostico. Vi suonerà strano ma per me uomo di mare la montagna ha il suo fascino, adoro sciare e quando non c'è neve camminare. Vi assicuro che quando ci si trova in cima durante una bella giornata di sole e ci si prepara per una discesa si ha la sensazione di avere il mondo ai e nei piedi. La montagna è rilassante tanto quanto il mare. Basta rispettarli.

Dopo questa esperienza, hai già qualche progetto lavorativo che bolle in pentola? Da direttore artistico di questa televisione ne abbiamo di progetti! Tanti programmi del nostro palinsesto sono belli e originali che di questi tempi è oro colato! Personalmente stiamo valutando l'ipotesi di una versione estiva del reality con wind surf e sci nautico e già stiamo lavorando alla seconda edizione di “White White Week”, il primo reality sci! Meglio di così!

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FASHION | STATUS SYMBOL

La più grande fiera italiana su capi e accessori d’epoca

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di Marianna Pilato

acquisto di capi di abbigliamento e di accessori realizzati in epoche più o meno lontane, ma tuttora di alta qualità e in ottimo stato, è divenuto ormai un vero e proprio trend. Di questo fenomeno ne è testimone il salone Next Vintage, il più importante appuntamento nazionale per gli appassionati di questo genere di shopping, ospitato da sempre al Castello di Belgioioso (Pavia). L’ultima edizione si è svolta lo scorso mese di ottobre, confermando una cospicua affluenza di visitatori. La manifestazione è stata istituita allo scopo di rievocare stili e sensazioni del passato, cercando così di arricchire la moda di oggi e il nostro presente in generale. Il vintage, fra l’altro, è stato definito di recente dai professionisti del settore come “un valido aiuto alla sostenibilità delle nostre società consumistiche” e di conseguenza come un ottimo investimento per il futuro. Con la crisi economica in corso, infatti, i prezzi dei capi di abbigliamento di un certo livello si sono quadruplicati, e i vestiti, le borse e le scarpe usate ma rare e di gran pregio sono battute all’asta al pari delle opere d’arte. Non a caso, anche le star dello spettacolo (Jennifer Lopez, Reese Witherspoon, Penelope Cruz, Kirsten Dunst, Dita Von Teese e Julia Roberts) sembrano essersi adeguate a questa particolare tendenza, scegliendo abiti d’annata per sfilare sul red carpet. Tornando alla fiera, all’ultima edizione hanno partecipato circa cinquantacinque espositori provenienti da tutta Italia, e l’obiettivo degli organizzatori è di accrescere ancor più il loro numero. Il salone, poi, non prevede solo il semplice allestimento di stand: ad esempio, Next Vintage ha ospitato, all’interno del suo percorso espositivo, una mostra dedicata agli oggetti che hanno >>

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FASHION | STATUS SYMBOL

accompagnato i viaggiatori dal 1800 al 1980 (es. bauli di Louis Vuitton, cappelliere porta cilindri, trousse da viaggio, borsoni firmati Hermès, ecc…). Sebbene non sia una mera vetrina di capi e oggetti retrò, Next Vintage comunque rimane principalmente un evento fondamentale per scoprire e analizzare le novità di tale settore. Durante l’ultima edizione sono stati presentati diversi abiti femminili contaminati da dettagli e linee maschili, maxi cappotti, completi con pantalone, cravattini e bretelle, tessuti pied de poule, tartan e principe di Galles. In generale ora ci si veste a strati, per il giorno con capi in lana a colori zig-zag che richiamano atmosfere alpine e mete chic anni Sessanta, mentre per la sera primeggiano effetti metallici e bagliori di luce ottenuti con fili di lurex e lamé nelle maglie, negli abiti color argento, oro o bronzo e nei pantaloni ispirati agli anni Quaranta. Per chi volesse al contrario un look più comodo e meno appariscente, può sempre optare per il classico completo d’ufficio giacca e pantaloni, sinonimo di potere negli anni Ottanta, o per un trench come soprabito, unito magari a delle sottili sciarpe da portare come collane. Grande ritorno, infine, per la pelliccia ecologica anche in versione colorata, riproposta sia come capo spalla sia come accessorio. Se volete investire su capi retrò, insomma, ora sapete dove andare: la prossima edizione di Next Vintage è stata programmata per la primavera 2012 (per l’esattezza dal 21 al 25 aprile) sempre nell’imponente Castello di Belgioioso a Pavia.

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FASHION | NEW BRANDS

DELFRANCE RIBEIRO L’astro dell’emozione

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a cura di Michele Scudo

a forma si adegua non tanto alla funzione quanto all’emozione, quella di un sogno. Questa è la regola del design moderno trasmessa dallo stilista, di origine brasiliano, Delfrance Ribeiro. Emozione che ogni oggetto è chiamato a offrire, soprattutto un capo di moda. Eccentrica nei tagli, elegante nelle forme ma con il guizzo originale e squisitamente contemporaneo la donna “Delfrance Ribeiro” si allinea al desiderio diffuso di libertà e stile che emerge altisonante dalle passerelle. Esprime il suo concetto di gusto e di reinterpretazione personale di fogge e stilemi reinventando la vestibilità. Una sferzata di vitalità ma allo stesso tempo di grinta è data dal movimento, spesso difficili da gestire; lo stilista (che ha studiato in Italia e attualmente vive e lavora a Parigi) ha deciso di puntare molto su queste linee innovative e frutto di una ricerca proveniente da un mondo a noi sconosciuto: il Brasile. Ogni capo diventa un pezzo a sé, da costruire e decostruire senza uscire mai, una sola volta, dal territorio della femminilità superlativa. La donna Delfrance è una donna sensuale, eterea e leggera che sceglie forme romantiche come gli abiti mini dress con bustier rovesciati e gonne drappeggiate. Per la sera indossa capi che sembrano quelli di una Dea, lunghi fino ai piedi morbidi e ricchi di plissè, alcuni monospalla altri accessoriati da fiori e ripresi da drappeggi, che sottolineano la femminilità. Abiti incantevoli, che sembrano quasi cuciti e realizzati su misura per donne che non hanno paura di “ostentare”. Lo stilista con la sua collezione Autunno-Inverno 2011/12 affascina, sbalordisce, seduce e incanta, ed esprime le mille sfaccettature dell’anima della donna.

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PEOPLE & BRAND

SUPERDRY il brand amato dalle celebrieties Paolo Ruffini

a cura di Enrico Sanchi

Francesco Totti

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on si ferma Superdry, il casual sportswear inglese che si caratterizza per le sue collezioni ispirate alla passione per il vintage americano abbinato a una grafica Giapponese design e alla tradizione sartoriale britannica. La sua filosofia è offrire prodotti unici, con dettagli esclusivi e prezzi accessibili. Lanciato nel 2003, Superdry è attualmente una delle catene internazionali con la crescita più rapida nel settore della moda giovane che si è saputa guadagnare una fama a livello mondiale e molti clienti nel mondo dei VIP da David Beckham a Zac Efron, da Paul Welsey a Helena Christensen. >>

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PEOPLE & BRAND Bojan

Presente in oltre 85 nazioni tra Europa, Asia, Australia e America, l’espansione del brand è già uno dei case history di maggiore successo contemporaneo: il marchio ha prodotto a Super Group, gruppo anglosassone a cui fa capo il marchio, un aumento delle vendite a livello di retail del 51% pari a 34 milioni di sterline in un solo trimestre nel 2011. Oltre alla vendita diretta attraverso flagship, corner e negozi la politica multi channel, include anche lo shopping on line, che passa per il sito Superdry.com, attraverso cui i prodotti arrivano in oltre 300 paesi nel mondo. La diffusione del brand su territorio nazionale è affidata a Interjeans Group, azienda che si occupa di distribuzione nel comparto abbigliamento e che si distingue, oltre che per l’esperienza ventennale, per la selezione di marchi fashion internazionali ad alto impatto sul cliente finale. La conquista del mercato italiano di Superdry è partita dalla Riviera – a Riccione appena un anno fa l’apertura del primo store - a cui sono rapidamente susseguiti quello di Rimini, in primavera, e quella di Milano, in autunno, con un megastore di 250 mq proprio dietro al Duomo. In seguito le recentissime aperture di Firenze e Roma a cui si aggiungeranno oltre a 50 monomarca a livello mondiale entro il 2012, tra cui altre anche in Italia, prima tra tutte quella di Crema nel mese di Marzo. Il brand a livello nazionale sta già spopolando trasversalmente anche tra vip e celebrità, dallo sport al grande schermo alla musica: da Francesco Totti al compagno di squadra Bojan e al tecnico di squadra Luis Enrique, ma anche agli attori Paolo Ruffini e Alessandro Gassman, fino a J-Ax, Arisa e Cristina Chiabotto. “Rappresentiamo il nuovo nel concetto di moda che evolve” dichiara Massimiliano Alvisi direttore commerciale Italia “uno stile contemporaneo nei volumi e nei colori che attribuisce una forte identità a chi lo indossa. Credo qui risieda il motivo del successo che il brand sta vivendo – continua – scelto anche da campioni e personaggi per vivere il proprio tempo libero con decisa contemporaneità. L’obiettivo di Superdry è creare i classici del futuro, con grande attenzione alla qualità, al valore e al design e ritengo che – soprattutto in uno scenario di un mercato che cambia rapidamente - questa sia una filosofia vincente come peraltro i numeri stanno dimostrando. Anche in italia, come nel resto del mondo – conclude Alvisi Superdry è oggi sinonimo di linee iconiche, vestibilità perfetta, tessuti ed effetti vintage, il tutto con stile e dettagli particolari e di grande appeal”.

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Mattia Pasini con Massimiliano Alvisi


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FASHION | ACCESSORIES

VAN GIL’S O

ggi, più che mai, l'uomo è ambizioso e pretende da sè il massimo per poter dare il massimo in tutti i campi della propria esistenza. Non può quindi che curare anche il dettaglio e la particolarità degli accessori d'abbigliamento, considerandoli i veri protagonisti del proprio look.La collezione di cinture dell’olandese “VAN GIL’S” inverno 2011/2012 testimonia chiaramente questa filosofia. I colori proposti sono forti e luminosi come il grigio antracite, il nero e il blu navy. La tinta cammello, il rosa e il giallo-miele in tessuto scozzese o in flanella creano delle insolite sorprese in perfetta armonia con gli accessori. Si tratta di capi essenziali: tutto ciò che un uomo dovrebbe avere nel guardaroba. Ma l'essenziale contiene anche l'eccellente. VAN GIL’S Forty-Eight è, non a caso, una particolare collezione di lusso straordinaria, in cui l'artigianato artistico fa da padrone.Robert Meyer, dirigente VAN GIL’S di spicco, asserisce: "Gli uomini cercano sempre più un look casual e intelligente, che può adeguarsi anche al lavoro, ma vogliono vestirsi sempre con stile". Il “Nuovo Abito” è la giusta risposta a questa necessità, creando così la tendenza innovativa che bilancia il formale con l'informale, mediante la combinazione di stoffe diverse per i pantaloni, la giacca e il pullover o gilet. Naturalmente grazie all'eccellenza della cintura made in Italy, si esalta la qualità dei materiali e il design raffinato ed essenziale, sottolineando uno dei concetti chiave di questo brand: la versatilità.Non a caso ogni cintura rappresenta l'uomo moderno che la indossa: innovativo, creativo, aperto, informale, ma allo stesso tempo pratico e raffinato. I particolari di questo accessorio made in Italy fanno la differenza.VAN GIL’S, la griffe che crea gli abiti uomo più personalizzati al mondo, inserendo accessori di pregio, sottolinea che la vita è "straordinaria"; quindi, chi veste questo brand ha fiducia nella vita, rendendola davvero speciale. In altre parole, gli uomini che scelgono VAN GIL’S sono “uomini in carne ed ossa che modellano la propria vita, cercando esperienze ricche, storie ed eventi indimenticabili; qualche volta vanno al di là dei binari, cadono, ma sempre con stile, con sorpresa, con orgoglio e con un sorriso, ma sempre sorprendentemente con la certezza di riuscire”.

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di Laura Bruscia

PRENDERE L’UOMO PER LA CINTURA


FASHION | ACCESSORIES

FETISH IL TUO PIACERE

di Michele Scudo

P

er brindare al tuo sogno fetish glamour serve un piccolo dettaglio che esprima un messaggio forte e chiaro.Il fetish (erotismo) è un approccio alla sensualità evidenziato da dei codici che spesso sono attribuiti ad alcuni capi di abbigliamento.Siamo portati a pensare subito agli indumenti intimi, come corsetti, reggiseno, guepiere e reggicalze, ma tutto questo è per pochi intimi.Le donne, per contro, hanno escogitato altri veicoli dell’erotismo che sono più vivibili e alla portata di tutti come pantaloni aderenti, abiti a tubino elasticizzati, guanti, calze a rete e specifiche calzature. Queste ultime sono forse l’elemento preferito dagli uomini che subiscono il fascino di questo dettaglio così accattivante. Non solo i modelli sono importanti ma bensì e soprattutto, è fondamentale il materiale con cui essi sono realizzati, per esempio la gomma, il cuoio, il latex, il PVC, ecc.Il colore preferito è prevalentemente il nero e poi, in minor misura, il rosso e il bianco.Scarpe, polacchini e stivali (alti e fascianti la gamba), specialmente con tacco altissimo, sono tra gli accessori preferiti per l’estetica fetish.Il fetish non si esprime solo in specifiche pratiche sessuali, ma si caratterizza anche per la ricerca di determinati capi d’abbigliamento che corrispondono a un’esagerata attenzione verso la componente estetica. Ma le donne non sono solamente presenza, hanno una capacità di saper attirare l’uomo anche con forme più sottili. Creano determinate situazioni dove la trappola è mortale e l’uomo soccombe inevitabilmente. La donna sa essere sexy anche con sguardi e gesti quasi impercettibili ma di forte efficacia.A volte, l’erotismo si nasconde dietro divise e uniformi, sia quelle militari o da poliziotto, sia dietro a uniformi civili come gli abiti delle infermiere, delle cameriere oppure dei costumi ecclesiastici.Molti esempi di erotismo si possono incontrare in diverse produzioni cinematografiche e anche nelle creazioni pubblicitarie, dove il fetish è diventato sempre più un elemento di attrazione. Sottile esempio di quanto detto sono le décolleté di vernice color nero, con tacco alto e sottile, espressione fetish glamour, nate dalla matita creativa della stilista Nicole Brundage appositamente per sedurre.

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FASHION

UN’ANIMA DI GOMMA M di Teresio Troll

ancava davvero poco al grande cambiamento. Quanti mesi ancora avremmo trascorso con quest’ansia febbrile? Con questo bisogno istintivo di imporre al nostro quartiere, la nostra diversa maniera di vedere il mondo? Noi, ragazzi italiani che agli occhi dei “grandi” si presentavano come piccoli “animali” con velleità ribelli, frequentavamo ancora le pedane delle giostre. Vestivamo con giubbotti di pelle e con pantaloni di velluto con il fondo a tubo e le coste grosse, di colore rigorosamente nero. Tra di noi, l’unica variante possibile del look era visibile nei capelli. Chi aveva genitori più “avanti”, diremmo oggi, poteva portarli con la frangia e lunghi sopra le orecchie. Gli altri dovevano ingannare l’occhio dei genitori bagnandosi i capelli una volta usciti dal barbiere, per farli sembrare più corti. Chi cercava di eludere il barbiere salendo sull’albero fino all’orario di chiusura per salvare il pelo, avrebbe prolungato l’agonia di un dì al massimo. Quindi, sostanzialmente, dipendeva dall’elasticità mentale dei genitori. Si andava dalla frangetta al caschetto, dalla basetta lunga fino al lobo, al capello stirato col phon.Perché tutta questa pena? Perché si voleva somigliare a loro. Perché il sangue nutrito negli anni ’60 a canzoni sparse tra i libri di scuola e i mangiadischi, pulsava stantuffato da un motore dal ritmo incalzante e regolare: il soul che dagli State aveva messo germe nella testa di quattro guys di Liverpool. Loro avevano gavetta da stacanovisti forgiata in Germania e in Inghilterra. Avevano raggiunto il successo, avevano conquistato gli State. Erano gli dei assoluti padroni dei cuori solitari di milioni di ragazze. Le loro canzoni parlavano dei loro brokenhearts nel tepore sognante dei loro letti. Ma nell’autunno del 1965 i loro strumenti avevano recuperato le memorie del soul e avevano tessuto un album straordinario che non era solo una raccolta di crisi amorose, gelosie e tradimenti ma finalmente sesso, a cavalcare un’ondata di follia e non-sense.“Rubber Soul”, il sesto album dei Beatles. In cover c’era una foto deformata, dai colori autunnali. Le prime nostalgie dei borghi di Liverpool in un gioiello intitolato In my life: Lennon è già pronto. Harrison scrive una bella canzone e suona la sitar indiana in Norwegian wood. Ringo fa il suo lavoro anche come autore e Macca dà il ”la” con una graffiante e sexy Drive my car. I tempi stanno cambiando: arriverà la gloria assoluta, il Flower Power, l’era Psychedelica. Gli abiti, i capelli, i colori e soprattutto le idee stanno cambiando, modificando per prima la forma dell’anima … quasi fosse di gomma.

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FASHION | DOG

DRESS

DOG

l’eleganza di una collezione di razza

I

di Michele Scudo

migliori amici dell’uomo sanno bene che vivere addomesticati nelle case degli umani, a un certo punto, li avrebbe condizionati. Si dice che i cani assumano i comportamenti delle persone con cui vivono e nello stesso tempo gli individui si ispirano ai loro animali da compagnia. Lo sapeva bene Walt Disney che mise in risalto la somiglianza che esiste tra cani e padroni nel famoso film “La carica dei 101”. I cani, tra gli animali domestici, sono i più vicini all’uomo e lo accompagnano per tutto l’arco della giornata.Vivono in totale simbiosi con la loro padrona. Si alzano assieme, gli portano il giornale e mangiano con gli stessi orari. Escono per la passeggiata, vanno a fare shopping e partecipano nei salotti più ‘in’. Viaggiano e vanno in vacanza con la loro padrona. Guardano la televisione, si rilassano e dormono assieme. Ma se le giornate sono piene d’impegni e si vive in pubblico sarà bene essere sempre all’altezza delle situazioni per non fare sfigurare la propria padroncina.Qui sorgono le prime esigenze! Per primo si prende in seria considerazione l’igiene e per questo esistono già da anni centri di toelettatura per cani dove, a cadenze settimanali e con appuntamento, i nostri compagni fedeli vanno a lavare il pelo e farsi pettinare e profumare a dovere. Poi siccome l’inverno è sempre più glaciale vediamo di vestirli con qualcosa che li protegga dal freddo e dalla pioggia. Un maglione di lana o di pile va bene per l’autunno ma poi quando arriva l’inverno e la morsa del freddo è maggiore serve un cappottino di lana o un piumino caldo, senza trascurare l’impermeabile quando piove.Ma si sa le occasioni sono tante e diverse e siccome la vanità è contagiosa, giacché ci siamo li vestiamo anche in primavera con t-shirt e altro. Charlottenborg, noto brand dell’abbigliamento femminile, ha creato una vera e propria collezione di moda per cani. Charlotte, la cagnolina chihuahua, è la ormai celebre mascotte del marchio. Da lei, le stiliste hanno preso spunto per realizzare una collezione per cani di piccola taglia. La filosofia del marchio è di vestire nello stesso modo sia la padrona sia il cane.Una trasposizione tra passato e futuro dedicata alla donna metropolitana. Una donna decisa, indipendente e intraprendente, una ‘principessa’ dei nostri giorni che cerca sempre qualcosa di originale per soddisfare creatività e ironia e per vestire in coordinato lei e il suo affezionato cagnolino in tutte le occasioni ‘di corte’. Una vera e propria dog collection degna di cani da compagnia appartenuti a nobili e reali, coordinata perfettamente ai modelli ‘donna’ che si rinnova ogni stagione. Le dame più glamour non rinunciano alla raffinata compagnia e all’amore di cani di piccola taglia che le fanno sembrare più umane e amorevoli.

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Restyling del locale By G ARREDAMENTI


PEOPLE

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PEOPLE

LA MIA VITTORIA tormentatamente serena

I

di Jean Claude Poderini n questo affascinante mondo dello spettacolo un giovane attore ruba la scena del gossip con una scelta sofferta ma necessaria. Tormentato da una vita che non gli apparteneva, e risoluto nel voler vivere il suo sogno, Giuseppe Schisano (Al di là del lago, Io e mio figlio – Nuove storie per il commissario Vivaldi) cambia rotta e decide di intraprendere un percorso che lo porterà a trasformare la sua personalità fisica. Senza nessun intervento chirurgico, e con un cambiamento che viene dall’interno, il corpo ha reagito in maniera spontanea modificando uno sguardo triste in un’espressione di felicità.Finalmente Giuseppe è diventato Vittoria.Un attore bravo e affermato, premiato con diversi riconoscimenti, realizzato nella carriera decide, non senza tanta paura e molti dubbi, di voler con forza e coraggio partorire quella donna rinchiusa nel suo corpo di uomo.Con l’amore della famiglia e di tutti gli amici ci suggerisce come essere felici, sinceri e leali con se stessi.La rinascita appare eccezionale e tutto l’amore che ha riposto in questo messaggio di vita torna indietro alla neonata Vittoria come un boomerang grazie anche al calore delle sue fan, delle tante persone che la apprezzano oggi più di ieri e anche di chi ancora non la conosceva. Il messaggio è di voler vivere un cammino che parte dal cuore per arrivare in fondo e poter dire “ho vinto” in una vita che non va indietro ma sempre avanti. Una domenica, da buona napoletana, Vittoria Schisano ha voluto confidarsi e con molta naturalezza e simpatia, come se ci conoscessimo da tanto tempo, ha risposto alle mie domande. Cosa ti ha convinto a fare questa scelta? La voglia di verità, che si è presentata con una forza violenta e incontrollabile. La consapevolezza che sarebbe cambiato solo il corpo e non la mia anima. La possibilità di poter regalarmi la felicità tanto ricercata ma che non potevo trovare in un corpo che non mi apparteneva.

Sei il primo attore famoso che ha intrapreso il percorso per cambiare il sesso! Pensi che sarà di esempio per tante persone? Sono cosciente che essere un personaggio pubblico significa avere delle responsabilità verso la società. Credo che dopo la mia scelta altre persone si sentiranno stimolate a fare altrettanto. Tanti giovani mi scrivono che mi prendono come modello. A volte la figura di una trans è descritta in modo colorito, oppure raccontata con eccessiva naturalezza. Molti genitori vogliono parlare con me per trovare un aiuto e superare un pregiudizio nei confronti di chi fa delle scelte diverse. A volte non è sufficiente guardare ma serve soffermarsi un attimo e vedere dentro l’anima. Questo vale anche per altri attori? Gli attori devono avere sempre una fidanzata di turno, quello si sa! Tra i miei colleghi, non è una novità, c’è un’alta percentuale gay e tra loro ci sarà anche chi si sente donna! Ma penso che ognuno abbia i propri tempi e se la mia scelta potrà essere di aiuto o di esempio per qualcuno la cosa può farmi solo piacere. C’è da dire che per me è stato tutto molto facile perché io avevo già un corpo femminile. Certo che se uno è alto 1.84, muscoloso e porta il 44 di scarpe il risultato cambia e rischierebbe di sembrare un clown invece che una donna. Quali valori sono alla base della tua vita? L’amore, in cui credo moltissimo. La famiglia, i miei genitori si amano da una vita e sono il mio esempio. L’amicizia, ho degli amici speciali e, poiché abito lontano dai miei, sono loro la mia famiglia. Sono valori semplici ma fondamentali, quelli dell’amore puro. Io sono come Cenerentola e voglio realizzare la mia vita come in una favola. C’è un modello di donna a cui ti ispiri? Guarda molti giornali hanno scritto Julia Roberts, ma è stato travisato da un giornalista. Di lei, ho detto che apprezzo la >>

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PEOPLE

semplicità, il suo sorriso generoso e travolgente. Un modello di donna non c’è, io voglio essere Vittoria! Partorisco me stessa e voglio assomigliare a me. Qual è la cosa più importante che ti ha lasciato in eredità Giuseppe? La famiglia, gli affetti, gli amici e l’amore. Trenta anni di vita e di esperienza. Sei protagonista sulla scena e ora ancora più protagonista nella vita! Dove trovi la forza e il coraggio? Sì, ero un protagonista ma con gli occhi tristi che non godeva del suo successo. La forza e il coraggio mi sono venuti dall’amore delle persone che è stato fondamentale. È l’aiuto migliore di qualsiasi psicologo. C’è un ruolo femminile che vorresti interpretare?Di proposte ne ricevo molte e dovrò essere scrupolosa nelle scelte! Mi piacerebbe interpretare un ruolo femminile di donna forte, napoletana e con tutti gli attributi metaforici. Con quale partner vorresti recitare? Con Daniele Pecci che conosco sia come attore sia come persona. È un bravo attore, è bello, è tenero e dolcissimo. Pare a me o c’è dell’altro? Sì è vero, c’è un forte sentimento nei suoi confronti. Dai suoi occhi traspare la sua anima. È veramente l’uomo che vorrei sposare! Ora sarà più facile per te recitare? Sì, ora potrò veramente interpretare il ruolo di una donna, mentre prima dovevo interpretare un personaggio maschile sentendomi donna. Dovevo entrare nella sfera maschile e interpretare quel determinato personaggio. Il peggio è stato quando ho dovuto interpretare il ruolo di un gay. Ho dovuto immedesimarmi in un doppio ruolo: di maschio e di gay! Giuseppe lavorava il doppio, ora sarà più facile! E quando un attore etero interpreta la parte di un gay? Ci sono molti esempi nel cinema americano e anche italiano. Se l’attore è gay è più difficile perché in parte vuole nascondere la sua vera natura e poi escono le emozioni in un alternarsi di sensazioni contrastanti. Invece se l’attore non è gay risulta tutto più facile perché primo, non deve nascondere nulla, e secondo interpreta il ruolo del personaggio esprimendo il suo talento e nient’altro. Nella vita hai già vinto il tuo Oscar! Pensi di poterne ricevere uno come attrice? Magari, significherebbe essere in debito con il mondo. Credo in Dio e lo ringrazio per l’amore di cui mi ricopre. Credo nelle persone che mi circondano. Ho il corpo che volevo e vivo la vita che desideravo, con gioia e serenità, onestamente e nel mio Paese che mi ha dato tanto. Un Oscar nella mia carriera, sarebbe come chiudere un cerchio immaginario che è la nostra vita. Ma merito tutto ciò? Comunque ti ringrazio, lo accetto come un augurio. Ti sei ascoltata! Pensi che la gente ascolti quello che ha dentro di sé? Sai, non è facile, siamo tutti vulnerabili! Ci sono dei momenti in cui ti senti sola, in un percorso mentale, e bisogna guarire dalla vita

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PEOPLE

che ti propone un’altra storia che non è quella che volevi per te. Penso che il segreto sia nell’accettare il bello della vita. Hai una sorella, ti scambierai i vestiti con lei? Ho una sorella e un fratello, entrambi più grandi di me. Mia sorella Rosaria è fantastica, è la donna che volevo essere, ha una generosità materna. Da piccolo la guardavo e notavo la sua femminilità quando si pettinava e si truccava. Siamo diverse, lei come anche mio fratello somigliano a mio padre, sono mori e hanno gli occhi scuri e profondi, mentre io assomiglio a mia madre. È stata la prima persona della famiglia a cui ho confidato questa mia scelta. In quel momento ero depresso e lei mi diceva “smetti di piangere, io amo la tua anima e non il tuo corpo e voglio che tu sia felice”. Ora quando ti guardi allo specchio vedi la persona che volevi essere? Sì, l’immagine che prima rifletteva non corrispondeva alla mia anima. Ora allo specchio vedo Vittoria, devo ammettere sinceramente che un pochino mi sorprende ma sono me stessa. La tua origine napoletana ha avuto un ruolo in tutto questo?Sì, tantissimo. Pensa che io vengo da un paesino, vicino a Napoli, e le persone che mi conoscono da piccolo non hanno avuto nessun pregiudizio. Hanno apprezzato la mia lealtà e coraggio come modello da seguire. Questa è la testimonianza del cambiamento delle persone intelligenti che mettono davanti il cuore e l’anima. Hai amato come uomo, come gay e ora come donna! Conosci le tre sessualità, pensi che avrai dei vantaggi nella vita per amare un uomo? Sì, certo, sono avvantaggiata perché conosco un uomo da un’altra prospettiva. Ho una sensibilità arricchita dal fatto che ho il meglio di un uomo e di una donna, ho maggior potere. Prima di fare il passo definitivo, pensi di voler avere un figlio nel futuro? Non lo so, per ora non ci penso, ma potrei farlo. Ne sono cosciente e ti dico che potrei congelare il mio seme e adoperarlo al momento opportuno. Penso anche che tutto questo sia troppo artificiale e che debba essere una scelta istintiva e non così calcolata. Per ora ho i miei nipoti che adoro. Poi sono madre di me stessa! Se un giorno avrò l’amore di un uomo, basterà il suo seme! Come hanno reagito le tue fan? La maggior parte delle mie fan sono giovanissime, hanno dai 15 ai 20 anni e se prima mi scrivevano “voglio sposarti”, ora mi scrivono “sogno di essere da grande come te”. Vogliono essere una donna libera, sincera e femminile, io non sono nata donna, ma chi vuol essere femmina lo è due volte! Le mamme invece mi hanno sorpreso, quello che scrivono è meraviglioso. Dopo una serie di apprezzamenti, mi scrivono “ti vorrei come figlia, perché sei bella dentro” oppure “vorrei una nuora come te, sei leale e sincera”. In questi momenti sento veramente di aver vinto!

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GENIO E STILE

RINGO

COVER STORY

Perché il DJ Ringo è un must perpetuo di anno in anno? Come è nata la passione per la musica rock e l’amore per lo sport? Come ha modellato la sua immagine? Di seguito, si racconta in queste risposte!


COVER STORY

L’

energia del rock scorre potente nelle vene di Ringo. E’ uno dei volti più noti, una delle voci più amate del mondo delle radio. Dopo tanti anni in prima fila, è ancora uno dei punti di riferimento del rock in Italia. Tanto che, quando è nata Virgin Radio (12 luglio 2007) è stato chiamato per dare la direzione artistica all’emittente più innovativa del momento. A 105, dove conduce Revolver (dal 2004) è di casa. E’ arrivato negli studi di via Turati nel 1993. Poi ha cambiato famiglia, per poi tornare nella radio che gli ha dato il successo. Ma Ringo è incontenibile e non riesce a stare fermo. Appassionato di motori, non perde mai l’occasione per saltare su una moto e partecipare a qualche folle gara. La sua passione sportiva non si ferma alle due ruote, ma si espande nel territori della pallavolo femminile, dove eccelle la sua fidanzata, Rachele Sangiuliano. Da questa intervista affiora un personaggio inedito, amante della musica, del rock e dello sport ma anche consapevole dei valori della vita e del corpo. Il DJ per eccellenza si confida raccontando la differenza che c’è nella musica e nella moda tra oggi e gli anni ’80 e ’90.

DJ, conduttore radiofonico e personaggio televisivo! In quale dei tre ti identifichi di più? Decisamente come DJ e conduttore radiofonico, in tutto quello che è musica e rock. Come personaggio televisivo sono in prestito mentre dove mi posso esprimere con la musica mi attrae molto. Mi piace il miscuglio tra radio e televisione ed è ciò che faccio con i miei programmi. Ironico, irriverente, simpatico, mattatore, trascinatore, con quale tra questi aggettivi preferisci essere descritto? Da buon DJ, il 20% di tutti questi aggettivi mi si addicono, siamo nell’era del crossover e quindi è interessante essere un po’ di tutto. Comunque tra tutti preferisco e mi piace essere irriverente! Rappresenti il rock! Perché sei tu il riferimento di questa musica in Italia? Credo per l’età che ho, mi considero l’ultimo dei moikani. Da ragazzo ero deejay nelle discoteche, lavoravo all’Hollywood di Milano e >>

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COVER STORY

riempivo i locali negli anni ’80 e ’90. La trasmissione Revolver è da venti anni che esiste. Poi dal 2007 ho iniziato Virgin Radio. Penso che i giovani si fidino di me! Sei molto seguito dai giovani! Qual è il tuo segreto? È il mio lavoro, ma io sono così di nascita e di famiglia! Mio padre e mio zio erano due taddy boy che vivevano tra brillantina e moto, e io da piccolo passavo ore e ore con il mio mangiadischi a pile. Ascoltavo i Beatles e tutta la musica rock. Credo che stia lì il mio segreto, nel mio DNA c’è la fiducia che mi esprimono i giovani da anni. Anche l’amore per lo sport parte da lì? Si mi piace lo sport, tutto lo sport, e in particolare le gare di moto, è il mio hobby preferito. Metterei le ruote in ogni cosa, mi piace il brivido dell’aria sulla pelle e gareggiare nelle competizioni. Ti piace pure il calcio, dove partecipi assiduamente! Si gioco nella squadra artisti TV, siamo tutti personaggi televisivi, pensa che gioco circa quaranta partite l’anno. Ma sai l’importante è partecipare e io do la mia disponibilità per una causa importante. Vorrei lanciare un messaggio e invitare i giovani a scegliere una causa, non importa quale essa sia ma che facciano una scelta per non essere terra del niente e di nessuno. Esprimi energia e vitalità! Sei una persona positiva, ma sei felice? Vedi, in me in fondo c’è un lato hippy, anche se può sembrare un’eresia! Si, mi sento ottimista e quindi una figura positiva. Sono così come mi si vede, vero e diretto, non si può fingere un personaggio che non viene da dentro, sono naturale e spontaneo, e questo mi rende felice perché sono me stesso. Chi ti da tutta questa energia, oltre alla musica? La vita è l’essenza di tutto! L’amore, il sesso mi danno carica ed energia. Io sono un salutista, non bevo alcool e non uso droghe (non l’ho mai fatto). Abbiamo avuto in dono il corpo e penso che dobbiamo preservarlo il meglio possibile. Il rock aiuta a preservare il corpo? Si, certo, emana una forte energia, anche se non tutti la vivono nello stesso modo! Il rock da carica e trasmette forza. Noi amanti del rock viviamo con lo stile di questa musica, chi fa le cazzate sono quelli con la cravatta. Oggi l’abito non fa il monaco, di questi tempi il monaco è incazzato! Che rapporto hai con la moda di oggi? Fino a venti anni fa la moda era bellissima, ora è decaduta, non è più come era negli anni ’80 e ’90. Non ci sono più sfilate belle. La moda è indossata solo da gente famosa nelle grandi occasioni. Io sono legato allo

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stile Andy Warhol factory dove sono emersi personaggi come Lou Reed e David Bowie. Le riunioni e le feste avevano uno sfondo con stile, e lo stile è la moda. Ora è decaduto lo stile. Che differenza c’è tra una notte italiana e una notte in altre capitali del mondo? In Italia la notte non mi interessa e la trovo pericolosa! Dal 2006 non esco la notte e non sono residente in nessun locale. All’estero il vantaggio è che oltre alle Discoteche ci sono Pub e feste interessanti. A Los Angeles, New York e Londra le feste sono piacevoli, mentre qui in Italia le feste sono una presentazione di qualcosa e nient’altro. Non c’è più bella gente. Quando lavoravo a Milano, in discoteca incontravi David Bowie, Prince, Versace, Andy Warhol e Elton John, pensa che persone potevi incontrare nella stessa serata! Ho vissuto sei anni a Los Angeles e conosco bene Parigi e Cannes dove gioca la mia fidanzata. Quando viaggio prendo il meglio di tutto il mondo, quando vedo qualcosa di positivo la rubo, solo che oggi ovunque vai c’è una crisi che si vede nell’aria e cosa peggiore si riflette su una crisi di valori che coinvolgono tutto. La tecnologia oggi è entrata con forza nella nostra vita e nel lavoro! Cosa ne pensi? La tecnologia serve ed è importantissima per ottenere certe cose e per velocizzare la comunicazione. Non mi piace quando diventiamo quasi dei robot! Conta l’uso che se ne fa, non mi piace passare troppo tempo al cellulare e fare di tutto. Il pericolo è che la tecnologia appiattisca l’arte, la creatività. Meglio che un ragazzo si comperi una chitarra e impari a suonare le note piuttosto che realizzi dei suoni con il computer. La misura giusta sarebbe vintage più tecnologia, mi spiego meglio, cercare una musica vera quella degli spartiti coadiuvati dalla tecnologia. Pensa che oggi anche il sesso è tutto un toy! Ma si può!? A me piacciono i veri sapori della vita! Ci fai un telegramma per i giovani? Fate finta che sia il vostro fratello maggiore! Riavviciniamoci allo sport e alla musica! Ritorniamo indietro a essere delle persone vere, più profonde. Quando ero giovane dicevano che ero un angelo con ali bianche e la coda del diavolo! Ai giovani voglio lanciare dei messaggi: che cerchino la qualità in tutte le cose, migliori giornali, buoni dischi e locali convenienti, che scelgano gli amici giusti e che mettano più qualità nelle scelte. Un po’ di trasgressione non fa male e osare è il sale della vita, ci sta, non fa male a se stessi e non danneggia nessuno. In definitiva, preservare la propria vita.


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FOLLIE VIP

LOVE AFFAIR? Totti-Blasi in crisi? Macché! Un mucchio di risate e a seguire finalmente un nuovo amore per Kasia Smutniak. Ghiaccio e gelo invece in casa Pession-Assisi dopo la rottura del lungo fidanzamento e altre notizie piccanti… By Annalisa Perazzini

L’

amore non è bello se non è un po’ litigarello, giusto? E da ogni parte esistono i pregi, i difetti, gli eccessi, i compromessi e c’è chi riesce a superare l’ostacolo, chi ad aggirarlo, smentendo e scansando malintesi e sofferenze e chi invece non resiste e crolla. Ci sono coppie che restano affiatate tutta la vita, come appunto Totti e Blasi i quali, nonostante articoli di gossip pubblicati dai rotocalchi Gente ed Eva 3000 a fine dicembre 2011 su una presunta crisi e allontanamento della coppia dopo una vacanza separata, si sono mantenuti saldi dichiarando fasulla ogni notizia a riguardo. Il tutto sfuma quindi in un mucchio di risate, o pianti da parte dei paparazzi e di chi li voleva divorziati, poiché neanche una settimana dopo l’uscita in anteprima della notizia la coppia viene ribeccata a sbaciucchiarsi, abbracciarsi e ridere allegramente insieme come un marito e una moglie felicissimi e affiatatissimi, fuori da un noto ristorante romano al termine di una cena tra amici intimi e conoscenti di lavoro. La Blasi che parte da sola per un viaggio di una settimana nella Terra di Israele insieme alle amiche ma senza il marito e Totti che resta a casa a pensare alla prole e al calcio, non sembrano dunque necessariamente indici di rottura o incomprensione fra due tra i vip italiani più fotografati e seguiti del momento. Lei temeraria ex velina, fotomodella e conduttrice de “Le Iene”, lui capitano da anni della Roma, non possono non dare il buon esempio ed evitare di fare squadra soprattutto in momenti di recessione come questa, perché si sa, l’unione fa la forza, in amore specialmente. Cioccolatini, fiori e finalmente un po’ di pace e serenità anche per un'altra super modella e attrice polacca da anni in Italia, Kasia Smutniak (vedova del noto gieffino Pietro Taricone, scomparso nel giugno del 2010 dopo un lancio sfortunato con il paracadute, la sua passione), che ritorna in tv dopo una lunga assenza e a far parlare di sé sui giornali ufficializzando finalmente la 2. Trussardi >>

Francesco Totti e Ilary Blasi

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FOLLIE VIP

relazione con Domenico Procacci, produttore cinematografico, proprietario della Fandango Italia e amico del compianto ‘guerriero’. Iniziata dopo la morte del marito come una semplice amicizia, la relazione si è e trasformata nel corso del tempo in vero (pare) amore. Quando la Smutniak si presentò a Venezia 2011 per promuovere il suo ultimo lavoro, la fiction “Baciati dall’Amore” girata l’anno prima insieme allo sfortunato marito, tra lei e Procacci non si parlava, in effetti, ancora di amore ma c’erano solo voci che aleggiavano nell’aria. Poi Diva e Donna pubblica nel Natale 2011 le foto ufficiali della Smutniak e di Procacci a spasso mano nella mano in un parco della capitale romana dove si vedono i due che si baciano appassionatamente seduti su una panchina, ed ecco che il gioco è fatto! Allora che dire? Tanti auguri e speriamo che la storia duri a lungo visto che Procacci pare essere l’unico ad aver portato un po’ di serenità nel cuore di Kasia dopo il grande lutto dei mesi precedenti. Notizia che invece dispiacerebbe molto se fosse vera al cento per cento (ma ormai sono in pochi a smentirlo), è la fine improvvisa della relazione tra la bella Gabriella Pession e il rampante Sergio Assisi. La rottura giungerebbe dopo sette lunghi e appassionati anni di fidanzamento, cominciati anche qui come per molte coppie famose sul set di un film, nello specifico “Ferdinando & Carolina” di Lina Wertmuller del

Kasia Smutniak

Gabriella Pession e Sergio Assisi

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1999. Nel film galeotto la Pession (ora giudicata tra le attrici italiane più affascinanti e gettonate d’Europa e anche scherzosamente la brutta copia di Julia Roberts) interpretava Carolina d’Asburgo mentre ad Assisi vestiva il ruolo del marito Ferdinando IV. Inizialmente la Pession e Assisi hanno coltivato una bella amicizia, esplosa in vera passione solo nel 2004 e, fino all’ottobre del 2011, sono sempre apparsi molto affiatati tanto che nessuno avrebbe mai pensato a un simile epilogo. Ora invece la Pession è tornata a Milano a casa della madre, la scrittrice Laura Pellegrini, e Assisi pare stia dedicando anima e corpo (forse per dimenticare Gabriella?) all’apertura a New York della sua nuova pizzeria/galleria artistica, “PizzArte”. Siccome non è ancora arrivata la conferma ufficiale da parte dei due attori, potrebbe però trattarsi anche qui di una crisi passeggera, la ‘famigerata’ del settimo anno che quasi tutte le coppie affrontano e superano nella maggioranza dei casi…o no?


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Internet costituisce ormai per molti di noi una componente quotidiana della vita. Chi per piacere, chi per interesse e chi per dovere siamo in tanti abituati a rapportarci con questo mondo. Ma quali sono i suoi rapporti con il potere? E in che maniera interferiscono, e quindi noi con loro, sul processo politico?

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PEOPLE

SESTO POTERE O di Simone Vegliò

rson Wells con il suo celebre “Quarto potere” (1941) decretò lo sconfinamento dei tre principali poteri dello Stato moderno, il legislativo, l’esecutivo e il giudiziario, in un quarto altrettanto poderoso: la stampa. Il possesso dei giornali offriva la capacità di interferire attivamente sul pensiero dei cittadini e di entrare nel vivo dell’azione politica. Negli anni successivi, sulla scia del regista statunitense, si decretò l’esistenza di un quinto formidabile potere, la televisione: un mezzo straordinario attraverso il quale perseguire il consenso generale.Specialmente nell’ultimo decennio, l’incedere della tecnologia ha ridisegnato la mappa della comunicazione quotidiana. Ha fatto così irruzione, e da subito a livello globale, un nuovo contenitore e trasportatore d’informazioni: Internet, il sesto potere.In questa sorta di tassonomia che descrive i principali elementi in cui agisce la sovranità contemporanea (ovviamente con provocazione poiché solo i primi tre sono propri della struttura giuridica attraverso cui si esercita il potere statale) è interessante analizzare l’ultimo salto di qualità, quello che ormai ha trasformato molti di noi in navigatori di uno spazio sconfinato, raggiungibile con un oggetto a tutti accessibile e pressoché da qualunque posto, persino dal tepore della nostra camera, internet è definitivamente diventato popolare.Di qui in avanti, a punzecchiare, spingere e condizionare la vita politica quotidiana non ci saranno soltanto la grande stampa e le reti televisive, ma anche la celebrata rete, quell’insieme velocissimo d’informazioni che corrono in lungo e in largo per il mondo. Ciò accade indubbiamente nel cosiddetto mondo occidentale ma non ne sono affatto esclusi quei territori dove è ancora difficile l’accesso su larga scala al World Wide Web, trasformando la rete in una sorta di problema, o meglio di disturbo, con cui i governi devono fare i conti.Si apre quindi una questione molto dibattuta in questi anni, quella propria alle valutazioni più o meno positive riguardo l’insorgere di questo sesto potere. Vanno però considerati due elementi. Primo, il fatto che il nostro paese registra un utilizzo relativamente diffuso di Internet. Solo il 49% della popolazione italiana è utente della rete (Internet World Stats, 2011), cifra di gran lunga inferiore a quella trainante di paesi come Svezia (92%), Paesi Bassi (88%) e Regno Unito (82%), territori dove senza dubbio il suo potere è maggiormente identificato (ma i numeri sono in crescita ovunque). Secondo fatto da ricordare è la diversità strutturale del mondo

internet rispetto a stampa e televisione, nel senso che qui la comunicazione può essere simmetrica, ossia c’è la possibilità di scambiare contenuti, mentre negli altri casi il movimento è necessariamente unidirezionale; poche persone che parlano a milioni di cittadini senza alcuna possibilità di replica. Questo unito alla possibilità di discutere e organizzarsi a distanza, in contemporanea e su qualunque argomento conferisce alla rete una forza con ogni probabilità inedita rispetto ai media tradizionali.Ma tutto ciò è reale? Il dibattito è alquanto agguerrito. C’è chi la considera come eccessivamente rapida e grezza, luogo caratterizzato da messaggi frenetici e poco approfonditi, dispersiva, dove vince lo slogan su tutto; questi critici la vedono come una via pericolosa verso il populismo e l’esempio negativo più citato dai detrattori italiani è quello di Beppe Grillo. Questa critica è piuttosto interessante, c’è poi da considerare il fatto che talvolta sono gli stessi bersagli degli attacchi telematici a denigrare il mezzo, a ritenerlo più accessorio che strutturale alla vita politica, insomma: è la stessa ‘classe politica’ nostrana che si difende da un potere che sfugge al suo controllo, che conosce poco e che non di rado gli procura fastidiose grane da risolvere.Se c’è una data in cui il sesto potere ha dimostrato nel Belpaese la sua forza reale è stata lo scorso 13 giugno, quando un referendum fatto passare in secondo piano dai media tradizionali è riuscito a godere di una vastissima partecipazione proprio grazie al tam-tam degli internauti, dimostrando per la prima volta l’efficacia della rete, specialmente nella forma dei social network, nell’incidere attivamente e con notevole forza nella vita politica dei cittadini.Il sesto sarà quindi il potere fondamentale per il prossimo futuro? Se le osservazioni si spostano di latitudine fino al mondo arabo e alla sua così sorprendente, inaspettata e contagiosa primavera, dove i social network hanno inciso un ruolo determinante, ebbene, c’è molto che porta a pensare che sarà all’interno di tale luogo che si giocherà una fetta importante del conflitto tra le forze presenti nella società. Un luogo peraltro difficilissimo da controllare soddisfacentemente, che offre mille possibilità d’incontro e di fuga, di critica feroce e fulminanti agglomerati di consenso. Tutti elementi che lo fanno entrare a tutti gli effetti, in una forma peraltro anomala e a quanto pare indubbiamente democratica, nella dimensione della genesi del potere, rappresentandone il sesto costituente.

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FASHION

di Sharon Ellen Galasso

TRUZZIEDEMO L

moda dei comportamenti giovanili oggi si distingue in due tendenze: i ‘Truzzi’ e gli ‘Emo’. I truzzi sono i ragazzi che indossano abiti esageratamente fashion e firmati. Queste creature identificano come vere e proprie divinità Domenico Dolce e Stefano Gabbana, gli attuali leader della specie. In genere è la fauna che popola le discoteche (tanto da essere definiti ‘discotecari’), frequentano aree di aggregazione e divertimento in habitat come discopub, discobar e luoghi limitrofi. In questi ambienti si trovano soggetti quali donne dai venti ai quarant’anni che indossano vestitini, hanno acconciature alla ‘Barbie’ con capelli lunghi e trucchi vistosi con accessori no-limit. I ragazzi che seguono questa tendenza della moda, o meglio questo look, associano il tutto con l’amore per la palestra, la pelle abbronzata coperta da tatuaggi e piercing, mentre le giovani ragazze cercano a tutti i costi di mostrarsi perfette con l’abito giusto e abbinata la calzatura idonea. Sono caratterizzati da un aspetto simile e noiosamente ripetitivo, dalle stesse routine all’interno del branco, dall’omologazione del pensiero a livelli paragonabili a quelli di un alveare o di un formicaio e da una serie di simboli tribali identici e ricorrenti. Pur trattandosi di una specie fondamentalmente statica e sedentaria, ricorrono per i loro spostamenti a mezzi sprovvisti di finestrino e aventi impianti stereo dove i bassi la fanno da padrona. Prendersi cura del proprio look non è una cosa negativa, il brutto è che spesso mostrarsi perfetti nasconde un carattere non sempre in linea. L’emo è spesso associato a un certo tipo di moda relativa

all’abbigliamento skate. Trattasi di una moda che riunisce i giovani con tagli di capelli fatti di lunghe frange asimmetriche tanto da coprire i loro volti, occhi truccati di nero, abbigliamento esclusivamente dark. Usano spesso jeans stretti e aderenti, t-shirt raffiguranti le band preferite, cintura con borchie, scarpe da skater nere tipo: Converse o Vans. L’abbigliamento emo trae le sue radici dalla scena hardcore/punk/post-hardcore e straight edge americana degli anni Ottanta (proprio dove l’emo in origine è nato), i cui interpreti seguivano l’abbigliamento skater di quel periodo, che differentemente da quello più recente, si basava su indumenti tendenzialmente stretti e aderenti, tatuaggi, magliette corte e capelli corti rasati; non vi era traccia della caratteristica frangia. Lo stile emo oggi si è quindi distinto dall’originale sia nella musica sia nel look, in quanto, sebbene presenti diversi elementi in comune, ha più affinità con la scena pop punk e melodic hardcore americana riconducibile agli anni ‘90/2000. Preferiscono ambienti scuri tutt’altro che fashion e musiche metalliche. Questi sono i giovani di oggi, è quasi un discorso generale ma fortunatamente in quel quasi precisiamo che esistono alcune eccezioni e soggetti che eludono le tendenze di cui sopra vivendo il proprio essere in modo personale seguendo gli impulsi dell’animo anche nel proporre il proprio look, dimostrando che lo stile si può acquisire negli anni ma anche, da buoni anticonformisti, averlo innato.

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photo by luca rossetti


PEOPLE

FRANKIE

PIKKIA Il primo dj italiano con un fan club al seguito si racconta di Dan Mc Sword

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rankie P. è sinonimo di house music di qualità, come confermano i diversi premi da lui vinti nel corso delle ultime stagioni e le sue residenze in locali di riferimento quali Des Alpes di Madonna di Campiglio, Sali&Tabacchi di Reggio Emilia, Villa Papete di Milano Marittima, Villa delle Rose di Misano Adriatico, Pineta di Milano Marittima. È stato il primo dj italiano ad avere un suo fan club ufficiale, il celebre “Frankie Pikkia”, che lo segue sistematicamente nelle sue evoluzioni musicali. In primavera firmerà la compilation discografica del Des Alpes, così come entro l’estate sarà pronto con i suoi nuovi dischi singoli (in collaborazione con il musicista Davide Ruberto). Frankie P. da sempre sostiene il divertimento ‘sano’, ‘intelligente’ e ‘consapevole’; un concetto che lo accompagna da anni e che è stato ripreso dai media in più circostanze. Ne sono puntuale conferma le sue adesioni alle campagne di Medici Senza Frontiere, a Tremenda/Exodus di Don Antonio Mazzi e a Kaimano In Tour. Nato nel 2005, Kaimano In Tour invita a ballare senza sballarsi, all’insegna della sua campagna sociale “Non spegnere la vita, accendi la musica!”, forte del sostegno e dell’appoggio, insieme a Frankie P, di Don Antonio Mazzi, de I Nomadi e Alex Zanardi. Qual è il tuo genere musicale? House music con sfumature e venature rock, per dare ai miei dj set la giusta energia. Che musica ascolti?Ascolto ogni tipo di musica: italiana, rock e r&b. Sfatiamo un mito: i dj non ascoltano soltanto dance! Il tuo pregio e il tuo difetto? Costanza, e troppa fiducia nei

confronti di chi non la merita. La tua soluzione contro la pirateria musicale, il download selvaggio e illegale attraverso Internet? Sono favorevole a un abbattimento dell’Iva sui dischi, che vanno considerati cultura come i libri. Sono convinto che il problema non sia facilmente risolvibile visto che si vanno a toccare interessi di etichette discografiche, distribuzioni, artisti e molti altri ma finché non ci sarà l’effettiva volontà di affrontare queste problematiche, non si risolverà niente. I tuoi tre dischi top? Sono: “Found a cure” di Ashford e Simpson, “Saturday” di Norman Jean e “I’ve got the next dance” di Denice Williams. Che cosa apprezzi dei locali italiani e di quelli stranieri? I club stranieri conferiscono massima attenzione al sound system, molti hanno impianti degni delle arene da concerti. Da noi invece si punta un po’ troppo spesso sull’immagine e questo non va proprio bene. È ottima invece la cura degli italiani per il design, il servizio, lo stile e l’eleganza. Ci vorrebbe una sintesi dei pregi degli uni e degli altri! Se non fossi diventato un dj, adesso cosa saresti? Un ex calciatore quindi magari un allenatore. I tuoi siti internet? www.frankiep.it, più i vari socials: myspace, facebook, soundcloud. Progetti per questo 2012?Credo che un dj compia un salto di qualità soltanto grazie alle produzioni musicali e ai remix. Per questo motivo so che il 2012 sarà l’anno buono per i miei dischi. Il tuo grido di battaglia? Credere sino in fondo in quello che si fa e non mollare mai.

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VOLA CON AIR DOLOMITI DA MILANO ORIO A FRANCOFORTE E PROSEGUI NEL MONDO CON LUFTHANSA

L’Aeroporto di Milano Orio al Serio è collegato a 96 destinazioni europee, inoltre con 3 voli giornalieri Air Dolomiti vi collega con l’Aeroporto di Francoforte, dal quale è possibile proseguire con voli Lufthansa verso oltre 200 destinazioni in Europa e nel mondo.


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NOTTI ROSA I l mondo della notte si tinge di rosa con deejay-girl e vocalist che conquistano la scena delle più importanti discoteche in Italia e all’estero. Con grande creatività e conoscenza della musica, molte professioniste si fanno apprezzare in locali famosi nel mondo, vincendo premi e collaborando con colleghi di fama internazionale. La passione per la musica e la voglia di divertire il pubblico sono il denominatore comune per queste ragazze di talento che oltre ad essere brave spesso sono anche belle. In veri e propri spettacoli, cantano, ballano, selezionano la musica e animano le serate coinvolgendo migliaia di giovani in un turbinio di vibrante partecipazione. Vi presentiamo alcuni personaggi che animano le notti musicali: Francesca Prati, Giulia Regain, Virginia Galliani e Monica Cima (in arte Nijay).

Francesca Prati classe 1985 di Velletri (RM), è considerata una delle migliori vocalist. Venticinquenne, alta e bionda ha personalità e quel tocco di egocentrismo che la porta ad essere una delle protagoniste nel magico mondo della notte. Giovanissima si fa notare per la sua profonda conoscenza e dedizione nei confronti dell’house music avviando da subito importanti collaborazioni con i più famosi locali della capitale. L’incontro decisivo avviene nel 2008 quando conosce il manager dello spettacolo Stefano Borroni (B. Communication) che rimane folgorato dalle sue doti vocali. Le propone una crescita professionale e un tour nelle migliori discoteche d’Italia. Ed è così che riesce a emergere e dimostrare tutta la sua passione cantando, ballando e animando per ore diventando un tutt’uno con il pubblico. È una vera locomotiva di emozioni e di vibrazioni e con la sua bravura e bellezza travolge il pubblico di locali come: il Piper di Roma, il Pascià di Riccione, la Bussola in Versilia, il Tenax di Firenze e molti altri.

Francesca Prati

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Virginia Galliani Virginia Galliani comincia a studiare violino all'età di sei anni. Diplomatasi brillantemente al conservatorio di Pescara lavora contemporaneamente nel mondo classico e in quello della nigthlife. Inizialmente si esibisce nei maggiori locali della costa pescarese tra i quali Megà, Glass e Tortuga, e poi apprezzata per il suo talento, dal 2010 comincia a lavorare in tutta Italia dalla Lombardia fino alla Basilicata e nelle isole. Quell’anno comincia una collaborazione come deejay del Villapapeete tenendo serate nei migliori locali della capitale come Area Roma e Avenue, sull'argentario al Red Carpet (Port'Ercole), al Beatbox (Orbetello), e al Clu prestigioso locale di Umberto Smaila situato nella marina di Porto Cervo (Sardegna). Da Ottobre 2010 è stata resident per diversi mesi in uno dei locali più importanti a livello nazionale, SPAZIO 900 a Roma, collaborando con artisti di alto livello quali Manuelle, Chiara Robiony, Renè La Bulgara, Davide Ruberto in un format artistico chiamato "Altravida". Lavora sia nel centro-sud che nel nord Italia. In locali prestigiosi delle Marche come il Green Leaves (Porto Recanati) o dell'Emilia Romagna come la Baia Imperiale o ancora del Lazio come La cabala (Roma), della Toscana come Papillon 78 (Siena) a locali del sud Italia come lo Zigurrath (Matera), Pepenero (Potenza), il Fauno e L'artis (Sorrento). Ha lavorato con artisti di alta levatura sia a livello nazionale sia internazionale tra cui: Deborah De Luca, Ravene Volutz, Smoking Jo, Bob Sinclar, Kristal Voice, Jessie Diamond e Chiara Robiony. È nel pieno della sua carriera con date in tutta Italia e all’estero ricevendo sempre un gran numero di consensi e richieste.

Nikaj

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Monica Cima, in arte Nikaj, entra a far parte del mondo della notte grazie alla sua collaborazione con uno dei locali più in vista del panorama viterbese il DiscoFestival dove si occupa dell’organizzazione eventi ed esprime le sue doti canore in consolle. La grande passione che dimostra e la voglia di emergere la fa crescere sempre più in fretta portandola a lavorare lungo tutto lo stivale in club e discoteche come: Il Gilda di Roma, Le Disque di Verona, El Peyote di Porto Cervo, l’Alcatraz di Milano, il Limelight di Milano, l’Azimut di Torino, il Krystal di Torino, il Marilyn di Roma, l’Idroscalo a Milano Marittima, il Paradiso di Rimini, l’Operà di Orbetello e il Chic di Viterbo. In consolle divide il dj set con nomi illustri quali Cristian Marchi, J.T. Vannelli, i Vannelli Bross, Mauro Del Principe (Papeete), Gianluca Argante, Luca Asta (Radio Tam Tam), Alex De Ponti, Luca Martinelli (M2O), Nicola Zucchi, Ruudy Jay (Villa Papeete), Claudio Guerrini (Radio 105), Pippo Palmieri (ZOO 105), Barbara Tucker, Skin, Luca Dorigo Dj, Kenny Karpenter (Studio 54), Tommy Vee e Morgan. Dall'estate 2008 è la voce del Red Carpet locale N°1 della costa d'argento; mentre dal settembre 2010 è protagonista anche al Theatrò di Viterbo. Nel 2009 è la voce ufficiale del tour nazionale J-DJ Jack Daniel’s Tour. Partecipa ai casting di Amici e X-Factor, portandosi sempre avanti nelle varie fasi dei provini, in entrambi i casi come sfidante. Sempre nel 2009 partecipa al programma televisivo Uomini e Donne, in veste di corteggiatrice. È ospite in numerosi eventi come: Party TendaForum di Grasso Telesino (Benevento), Party S.P.Q.R. Palacomunale Orte (VT). Presentatrice della 40° tappa del concorso Miss Teenager Lazio e speaker nonché ideatrice del programma radiofonico Circus Time in onda su Radio Verde.


PEOPLE

Giulia Regain Giulia Regain è Deejay internazionale, Vocalist Virtuale, Producer, Remixer e Cool Unter-Blogger. Le sue performance da dj sono basate sullo show, la femminilità nella danza, l’ottima selezione musicale e l’energia mentre contemporaneamente sugli schermi appare come vocalist virtuale in 3D comunicando con il pubblico! Nel suo stile ci sono vari mix fra ‘Fashion e tendenza’, ‘Sexy e Chic’, ‘Italiano e Americano’. È così che nasce il suo sound ‘Tech Sex House’ caratterizzato da Teconlogia, musica sexy di vari generi musicali come l’House. Per situazioni più ambient, lounge e d’ascolto denomina il suo stile ‘Sensual Chillout’. Attualmente è testimonial Pioneer Dj e ambasciatrice Pioneer Italia per eventi all'estero e la sua immagine si accompagna alla promozione delle autoradio Pioneer. Durante le sue serate utilizza la consolle Pioneer regalando gadget Pioneer. È anche la Dj per molti eventi Campari e Aperol e ha lavorato per diversi marchi importanti come Nastro Azzurro, Martini, Levi's, GoldenPoint e Philip Morrison. Da diversi anni trasmette il suo dj set di un’ora nella radio nazionale di M2O nel programma Soundzrise ogni mercoledì (in replica sul sito di m2o). L'anno 2012 è partito con l'uscita della compilation "Come dance with me" mixata da lei con le hit '90/2000, sue produzioni e come bonus track il remix “Libera” della

cantante cesenate Rosy Velasco. Quest’anno sono previste diverse uscite musicali con la presentazione ufficiale al Winter Music Conference di Miami mentre si possono ascoltare le produzioni degli ultimi cinque anni su I-tunes e Beatport. Con il manager Borroni è la dj della "Consolle Rosa" insieme anche a Francesca Prati, uno show all'insegna della bellezza, femminilità, eleganza. La giusta carica data dall'ottima selezione musicale commerciale che dall'incantevole voce e carisma di Francesca. Il 2009 è stato l’anno che l’ha vista vincitrice di molti premi tra cui ‘miglior dj girl italiana’ per i Trend Awards. In Portogallo ha vinto il Contest Europeo del Pink Armada fra 200 dj donne europee e attualmente è sul sito www.djette.com alla posizione N°3 delle migliori dj donne al mondo. Giulia essendo molto creativa ed eclettica, ama creare tendenze in base alle esigenze del mercato e del divertimento che è sempre in evoluzione. Nel futuro c'è il progetto del "vocalist virtuale 3D" con l'interazione del pubblico grazie ad sms e Facebook. Ogni informazione si può trovare nel suo sito www.giuliaregain.com e nell'applicazione gratuita per Iphone mentre la si può vedere all'opera sul suo canale youtube: "djgiuliaregain" o, ancora meglio, dal vivo. Anche nel battito di ali di una farfalla c'è musica. Basta saperla ascoltare.

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FOOD | FRIEND

ANTICA OSTERIA CAVALLINI A Milano una tradizione che dura da tempo.

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di Stefano Pegli

otto una nuova veste, elegante ma poco formale, l’Antica Osteria Cavallini, rinasce dopo una lunga tradizione familiare. Dalla passione per la cucina e il piacere di condividerla con gli altri, scaturisce l’idea di effettuare un restauro conservativo di quello che era considerato il più tradizionale tra i ristoranti di Milano gestito dalla stessa famiglia nello stesso luogo, mantenendo intatto charme e stile architettonico del vecchio locale anni ‘30. Memoria, passato e innovazione si sposano in un connubio di sapori tra la cucina tradizionale e quella d’avanguardia, prestando attenzione alla ricerca del prodotto e alla genuinità delle materie prime. Abbiamo incontrato il proprietario Joseph Ghapios a cui abbiamo fatto qualche domanda.

Ci racconti un po’ di lei, come ha scoperto questa passione? Sin da bambino sono sempre stato affascinato dalla cucina e mi piaceva ascoltare il rumore dei piatti. Con il passare del tempo mi sono sempre più appassionato al mondo creativo della cucina e ho capito cosa avrei voluto fare da grande. Quali sono le particolarità della sua azienda? Puntiamo molto sulla qualità. In un periodo di forte crisi come quello che stiamo attraversando l’unico modo per combatterla è cercare di offrire un prodotto che si differenzi per qualità e originalità. Che tipo di clientela frequenta il suo ristorante? Abbiamo una clientela trasversale: famiglie, uomini d’affari, personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo. Ci sono dei piatti particolari molto richiesti dalla sua clientela? I nostri clienti apprezzano molto le cruditè di pesce ma anche piatti come la chianina alla griglia.

Quali sono le difficoltà di questo settore? Bisogna essere sempre sul pezzo! Come mangiano secondo lei le persone nella frenesia moderna? Richiedono sempre una cucina semplice e più naturale possibile. Piatti leggeri per non appesantirsi troppo.


PEOPLE | GOLDEN BOY

VITO LOMELE I

L’anima di Jobrapido.it l web è diventato in questi anni il primo canale su cui si ricercano e si diffondono proposte lavorative. Gli strumenti che Internet ha messo a disposizione per aziende e candidati si sono raffinati e sono diventati veri e propri motori di ricerca per il recruiting on-line. In Italia uno dei siti che ‘domina’ il settore delle ricerche di lavoro on-line è Jobrapido.it, fondato da Vito Lomele. L’imprenditore pugliese ha intuito le potenzialità del progetto nel 2006 quando, di ritorno in Italia dopo diverse esperienze di studio e lavoro all’estero, si mise a cercare un lavoro. In quel momento si rese conto della mancanza di un unico sito con tutte le offerte e pensò quindi di creare un aggregatore di siti che in poco tempo divenne popolare tanto da avere oggi trenta milioni di visitatori unici al mese e una presenza capillare in quaranta nazioni. Una diffusione molto rapida che Vito Lomele è riuscito a ottenere senza finanziamenti di venture capital ma forte di tante esperienze accademiche e lavorative. Lomele si è infatti formato al Politecnico di Milano, all’Università di Lund (Svezia) e si è laureato in Ingegneria Informatica alla Technischen Universität di Berlino. Prima di fondare Jobrapido.it Lomelo ha anche collaborato con diverse società del settore web e mobile. Ha lavorato in Germania per “Scout24”, in Gran Bretagna per l’operatore di telefonia mobile “Orange” e in Italia per “MyTv”. Il salto da manager a imprenditore arriva però con Jobrapido.it, il motore di ricerca che ogni giorno scandaglia più di 250mila proposte di lavoro provenienti da diversi siti e che consente una ricerca sulla base della localizzazione, dalla regione, alla provincia alla città, o sulla base della

professione, inserendo la keyword del settore specifico o della mansione. Il motore di ricerca è semplice e flessibile. È un punto di forza molto apprezzato dagli utenti insieme alla rapidità di ricerca. Uno dei vantaggi di Jobrapido consiste inoltre nel fatto che non è necessario effettuare alcuna iscrizione per accedervi anche se è possibile iscriversi alla newsletter del sito. Il sito comprende annunci di lavoro controllati, che consistono in inserzioni pubblicitarie che riportano una o più offerte di lavoro, e banner/pop up, che rappresentano inserzioni pubblicitarie non connesse a offerte di lavoro, nei quali il contenuto è determinato e regolato dall’inserzionista. Jobrapido offre anche il servizio di Job Alert, che consiste nella possibilità di ricevere via mail un aggiornamento degli annunci, semplicemente registrandosi al servizio. Dietro a questa struttura automatizzata per la ricerca del lavoro gravitano oggi i tanti collaboratori che Lomele ha voluto in questa avventura. L’azienda, con sede a Milano, è divisa in tre reparti e conta più di trenta addetti. Il primo è composto da ingegneri informatici che si occupano dello sviluppo del sito; sono il dietro le quinte di tutta la struttura, impegnati a cercare e creare nuove funzionalità. Il secondo comprende persone neolaureate che seguono i vari domini nei diversi Paesi; il loro compito è indicizzare le offerte presenti sui vari siti. Il terzo reparto è quello commerciale per i contatti con le centinaia di aziende coinvolte. Una struttura che fa oggi di Jobrapido una delle migliori web company italiane e che sarà un punto di riferimento per il job recruiting nel corso dei prossimi anni.

di Giovanni Zerba

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GOLD HISTORY

AMERICA i t i f f a gr

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egli anni ‘80 i sogni, le speranze e lo stile di vita rockabilly dell’America del dopo guerra sono stati sdoganati in Italia grazie alla tv commerciale. Uno dei più grandi successi televisivi di quel decennio, che aveva spopolato negli Usa fra il 1974 ed il 1984, fu “Happy Days”. La sit-com aveva incredibilmente conquistato il piccolo schermo nostrano grazie alle avventure della famiglia Cunningham e di un gruppo di ragazzi di Milwaukee capitanati dal mitico Fonzie. Il ritrovo, culinario e non solo, per questi ragazzi era rappresentato dal ristorante Arnold’s, il tipico fast food americano anni ‘50 in cui si avvicendavano peripezie e amori. Gli appassionati e i nostalgici di quel periodo possono oggi ritrovare quell’atmosfera nei ristoranti della catena America Graffiti. Dieci ristoranti e punti vendita, a cavallo fra Romagna e Marche, stanno facendo riscoprire a giovani e meno giovani lo stile di vita, l’abbigliamento, la musica e i cibi degli anni Cinquanta. Uno stile in piena espansione, che ha aperto ora anche a Correggio in provincia di Reggio Emilia e che, grazie alla formula franchising, è destinato a crescere in modo capillare. America Graffiti è senza dubbio una novità nel panorama della ristorazione italiana ed è proprio per la sua originalità che vale la pena di provarla. Il connubio tra l'arredamento anni ‘50 e le vivande tipiche della cucina americana moderna e passata, creano una formula che in tutte le stagioni dell’anno. America Graffiti permette di riscoprire le atmosfere e i sapori dei locali a gestione famigliare tipici dei paesi e delle campagne americane nel format tipico dei diner, caratteristici punti di ristoro che è facile incon-

Le atmosfere rockabilly in tavola

trare lungo le strade extraurbane dell’Arizona, del Nevada o nei pressi di un lago a nord della California, solitamente arredati raccogliendo oggetti d’altri tempi, quasi trovati per caso ‘on the road’. Una collezione di vecchie insegne, pompe di benzina, flipper e juke-box ma anche oggetti che ricordano la vita quotidiana vissuta nelle piccole comunità, nelle cittadine dove sono ancora forti le vecchie e genuine tradizioni. Nei ristoranti America Graffiti non mancano i riferimenti ai più importanti personaggi del rock americano: Elvis è onnipresente e, per chi lo ama, è anche possibile mettersi nei suoi panni affacciandosi sulla riproduzione della sua sagoma. Ma non c’è solo Elvis. Il Rock‘n’Roll è infatti il must di questi ristoranti, l'esclusiva colonna sonora di tutti i locali America Graffiti nei generi country, hillbilly, bluegrass, la musica folk della gente degli Stati Uniti d’America. Il menù, attento e accurato, comprende oltre cento portate che spaziano dalle carni alla griglia, cucina tex-mex, enormi e gustosi hamburger, antipasti e contorni tipici, ma anche primi piatti e insalate. America Graffiti è inoltre un punto di riferimento a 360° per chi ama l’America degli anni ‘50. Nello store di Forlimpopoli si possono infatti trovare anche abbigliamento e accessori. Un nuovo modo per rivivere ogni giorno l’atmosfera rockabilly. Parte di quei colori, di quella musica e di quegli odori, sono oggi tornati di moda grazie anche a festival internazionali come il Summer Jamboree di Senigallia. Un evento fondamentale nell’agenda estiva marchigiana che, a partire dal 2000, porta alla ribalta quel mondo ricreando i mitici anni Cinquanta.

di Giovanni Zerba

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Studio di Architettura Locatelli Via Puricelli Guerra 115 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) Tel. + 39 02 4966 0459 Fax. + 39 02 4966 0458 arch.locatelli@architetturalocatelli.it www.architetturalocatelli.it Morfemaarchitects Via Boccaccio 180 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) Tel. + 39 02 89056899 Fax. + 39 02 89056901 studio@morfemaarchitects.com www. morfemaarchitects.com

Morfemaarchitects ed Architettura Locatelli formano un laboratorio di Progettazione Architettonica ed Urbana dal 2008. I suoi componenti dopo aver intrapreso un intenso percorso progettuale, dal 2008 svolgono attività didattica e di ricerca presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Dal 2008 Morfemaarchitects ed Architettura Locatelli progettano e realizzano interventi di carattere architettonico, progettazione urbana, interior design, grafica, partecipando a numerosi concorsi di progettazione architettonica in ambito sia nazionale che internazionale, raccogliendo numerosi riconoscimenti. Ambiti di ricerca e particolare interesse sono la stratificazione urbana, la riqualificazione dell'esistente, l’ interior design e la sostenibilità ambientale, intesa nella sua accezione più vasta, non solo relativa alle implicazioni tecnologiche in architettura, ma anche inerente le tematiche sociali e compositive. Proprio su questi aspetti si concentra la ricerca progettuale dello studio, sia in termini di incarichi pubblici e privati, dove ottiene importanti riconoscimenti, tra cui la selezione nell’ambito Premio "Rassegna Lombarda di Architettura under 40. Nuove Proposte di architettura”, che in quello accademico, con una proficua attività di ricerca universitaria.

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DESIGN

ARREDAMENTI

ITALIA

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e origini di Arredamenti Italia trovano collocazione nella laboriosa Valle Sabbia, terra di lavoratori in provincia di Brescia. Da qui il signor Eugenio Caccagni intende sviluppare il suo spirito imprenditoriale lavorando il legno, dapprima come terzista per una grande azienda locale, sviluppandosi poi negli anni e proponendo i propri prodotti sul mercato con il marchio Arredamenti Italia . L’azienda fin dalla sua nascita ha saputo far tesoro della tradizione artigianale con le sue regole tramandate ora alla terza generazione. La produzione Arredamenti Italia è frutto di accurato lavoro e costante impegno di un compatto gruppo aziendale che, pur mantenendosi legato alle consuetudini artigiane, affianca le più sofisticate tecnologie della lavorazione del legno con aggiornati investimenti mirando al raggiungimento dei più alti standard qualitativi. I prodotti Arredamenti Italia sono totalmente ed esclusivamente creati nella sede dell’azienda: Bione, Brescia. Il profondo amore nutrito per il legno impone di rispettare l’ambiente; le varie tipologie di legni utilizzati nella realizzazione dei prodotti provengono da zone coltivate con il continuo rimboscamento degli alberi tagliati per mantenere secondo natura l’ambiente. La collezione Arredamenti Italia è realizzata con materiali di alta qualità e processi di produzione accurati, la cura dei particolari e l’alta qualità delle lavorazioni sono ben visibili nella precisione delle finiture. Le tecnologie ed i materiali innovativi combinano benefici funzionali con durata nel tempo e facilità di manutenzione; la fase finale della produzione testa i prodotti nelle condizioni più critiche prima di essere inoltrati sul mercato. Arredamenti Italia con gestione ed efficace disponibilità di magazzino riesce a soddisfare le richieste del mercato in tempi molto brevi. Per arredare i Vostri spazi Arredamenti Italia offre linee sobrie ed eleganti unite da comfort e stile.

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L’AMORE

PER IL GREEN

marotta macchine


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a secoli l’uomo ha sempre voluto catturare l’acqua e piegarla alla fantasia. La fontana ha sempre rappresentato la sintesi tra le conoscenze tecniche e il piacere, unico, della bellezza. Il fascino dell’acqua che obbedisce ai disegni dell’uomo è senza tempo, sempre vivo negli occhi di chi sa ammirare, con uno solo sguardo, la magia del movimento etereo e la scienza delle costruzioni. Oggi, Marotta Macchine continua questo gioco seducente: ripristiniamo fontane storiche, per donare nuova vita e rinnovare gli antichi fasti, creiamo strutture moderne, per arricchire l’incanto di sempre con la meraviglia delle nuove tecnologie. Non realizziamo semplici giochi d’acqua, la facciamo danzare. Ritrovare il rapporto con la natura, tornarea un rapporto privilegiato con la terra non è un lusso da sognare ma un bisogno che si può soddisfare. Il verde – termine in fondo riduttivo che riassume in realtà lo splendore di infinite sfumature e nuances – deve e può essere presente in ogni luogo, sia esso parco

urbano, per il piacere di molti, o giardino privato, per un rifugio più intimo. Vivere in armonia con l’atmosfera naturale significa ritagliarsi un tempo e uno spazioper riassaporare il piacere delle quiete, avere coscienza delle origini, sentirsi parte di un mondo ancora bello, ancora in grado di stupire con la varietà e la magnificenza dei colori e delle forme. Marotta Macchine, con le sue creazioni frutto di inventiva e scienza, è al servizio di chi sa abbandonarsi al gusto della contemplazione. L’idea di un giardino o di un parco pubbliconasce dall’unione di fantasia e competenze. I tecnici di Marotta Macchine affrontano ogni nuova sfida con modalità razionali e spirito creativo. Gli step del percorso prevedono un accurato sopralluogo alla zona da valorizzare, l’ascolto partecipe alle esigenze del cliente, la valutazione delle soluzioni tecniche ed estetiche migliori per trasformare uno spazio vuoto in un ambiente da vivere. Valutiamo tutti i

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parametri e i fattori di criticità - chimica del suolo, clima, estetica delle piante, illuminazione – ascoltiamo e interpretiamo i desideri dei clienti, progettiamo nuove forme di natura da vivere. Il progetto non è che l’intenzione di partire, vpoi viene il viaggio. Le competenze e la pluriennale esperienza di Marotta Macchine garantisce risultati al di sopra di ogni aspettativa. Un giardino, per noi, è la manifestazione di un desiderio, quello del nostro cliente, e l’espressione di una meraviglia, quella della natura. Non si tratta di riempire spazi con piante e fiori, si tratta di capire il gusto di chi si rivolge a noi per vedere concretizzato un sogno e poi concepire la sostanza di quel sogno. Le nostre realizzazioni – dal pubblico al privato – sono vere e proprie architetture di verde. Come l’architettura crea dal nulla forme da vivere, così noi costruiamo ambienti da godere. E come unico materiale, la varietà splendida della terra.

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Marotta Macchine Via I. Asimov, 6/8- Marotta di Fano (PU) 0721.967292-969648

PISCINE E IMPIANTI DI IRRIGAZIONE

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DESIGN

OLTREMATERIA

IL SISTEMA DI SUPERFICI CONTINUE PIU’ PERFORMANTE ED ECOLOGICO SUL MERCATO a cura di Samira Leglib

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DESIGN

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LTREMATERIA è un progetto per il nuovo GREEN LIFE fatto di colori, superfici e servizi che abbina materiali innovativi e contemporanei: le ECOMALTE con diversi materiali naturali e di RICICLO fino al 40% vetro, marmo, cotto, gomma etc. e un enorme quantità di servizi innovativi. Nel campo dell’home design gli ambienti vengono sempre più vissuti come spazi aperti, un insieme armonico senza confini o barriere che ognuno ama creare e personalizzare seguendo le proprie emozioni e la propria creatività. Il progetto OltremateriaLAB di san Giovanni in Marignano ideato da Loris Casalboni Presidente di ECOMAT s.r.l. società specializzata nella ricerca, produzione e distribuzione di superfici continue a basso impatto ambientale è stato portato per la prima volta da Legambiente e MaterialConnexion a “Green Life: costruire città sostenibili”, mostra internazionale sullo sviluppo urbano e l’edilizia compatibile, alla Triennale di Milano del 2010. “Dalla materia che respira, primo slogan scelto per il brand, “siamo passati alle superfici del benessere”, spiega Loris Casalboni, ideatore del progetto. “La superficie è continua, realizzata con un sistema di rivestimento di ECO-MALTA a base d’acqua monocomponente, uno dei pochissimi prodotti di questo tipo in Europa a non contenere cemento, resine epossidiche e altre sostanze nocive per l’uomo e l’ambiente”. Prodotto nella nuova collezione RICICLO impiega inerti naturali e provenienti dal mondo del riciclo certificato come: il vetro delle lampade, delle bottiglie, il cotto del vasellame, la gomma dei pneumatici. OLTREMATERIA incarna il dinamismo, la forza e l’inconfondibile carisma delle metropoli cosmopolite del pianeta. Le nuove superfici in ECO-MALTA OLTREMATERIA sono congeniali all’ideale estetico contemporaneo e hanno raggiunto un livello qualitativo di finitura tale da poter essere impiegate anche nell’architettura civile, residenziale di alta gamma e sono particolarmente amate da Architetti, Progettisti e Interior Designer, nonché da Artisti internazionali. Molti Artisti e Designers le hanno scelte per la creazione di curiosi oggetti, sculture, installazioni allargandone l’uso al di là, del tradizionale campo dell’architettura d’interni. Ad esempio le superfici OLTREMATERIA sono state utilizzate per realizzazioni davvero particolari: come nelle rinnovate sedi di VIABIZZUNO a Rimini, Fano, Senigallia, grazie al concept progettuale di Mario Nanni e dell’Arch. Mariano Mulazzani, nella ristorazione di livello Internazionale di Moreno Cedroni Madonnina del Pescatore a Senigallia, nella nuova sede OltremateriaLAB in provincia di Rimini. Nel 2011 il comune di Misano Adriatico ha voluto dedicare uno spazio all’Arte e alla sostenibilità con la restaurazione del Pattino gigante di 14 metri sulla rotonda di Porto Verde sul lungomare tra Cattolica e Riccione con la texture millerighe dedicata a Paul Smith, commissionando il lavoro a Casalboni. A settembre 2011 OLTREMATERIA è stata invitata dal prestigioso designer Toshiyuki Kita a partecipare all’evento internazionale LIVIG & DESIGN ad OSAKA in Giappone riscuotendo un notevole successo. In questi ultimi anni è stata avviata un’importante collaborazione tenendo seminari sulla comunicazione della sostenibilità e della salvaguardia ambientale in Architettura con L’Università di Urbino. Oltremateria ha inoltre partecipato attivamente nella piazza della sostenibilità organizzata dal GREEN BUILDING COUNCIL Italia (Associazione Italiana dei Leeder che operano verso e per la sostenibilità e la responsabilità ambientale, economica e sociale e promotore della certificazione LEED) al SAIE 2011 di Bologna alla conferenza sul Green Building e sulla sostenibilità in Architettura.

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DESIGN

Abbiamo chiesto direttamente al Presidente di ECOMAT, Loris Casalboni, di raccontarci progetto dalla sua ideazione all’ingresso sui mercati internazionali: Ci può parlare dei passi in avanti che ha fatto l’azienda negli ultimi anni? Loris Casalboni: Nel 1983 vengono prodotte le prime eco-malte mono componenti senza solventi nocivi e le finiture a base acquosa, per questo particolare Oltremateria è tra le prime aziende al mondo che opera con un totale abbandono dei solventi nei suoi prodotti e nelle sue finiture. Tra le altre innovazioni: Fondoflex, speciale fondo monocomponente e promotore d'adesione a base acqua per tutte le superfici, legno metalli marmi ceramica vetro ecc. Poi Ecobico finitura ad altissima resistenza a base acqua senza solventi e resistente al fuoco traspirante, antigraffiti e personalizzabile. Oggi presentiamo le prime eco-malte da pavimento e rivestimento collezione RICICLO prodotte con minerali e inerti derivati dal riciclo del vetro delle bottiglie degli specchi e delle lampadine e la nuova serie di 80 colori esclusivi Oltremateria, a VOC 0 con finitura naturale e laccata. Oggi com’è organizzata l’azienda e quali sono i suoi punti di forza? L. C.: Siamo presenti in tutte le regioni Italiane e stiamo aprendo ai mercati esteri come quello francese, copriamo tutte le esigenze legate alle superfici continue e ai complementi di design esclusivi, ai sistemi si manutenzione e pulizia delle stesse, inoltre offriamo soluzioni ai partner industriali abbracciando quindi l'intera casistica dei trattamenti e di sistemi per superfici continue a base acqua. I punti di forza sono senza dubbio un bacino d'esperienze internazionale da oltre vent’anni nel settore, ricerca e tecnologie di ultima generazione E un'attenzione elevata verso: sicurezza, salubrità, ecologia, innovazione. Chi sono i vostri rivenditori e che cosa fornite loro in più rispetto ad altri? L. C.: I nostri rivenditori sono professionisti e partner qualificati, che aggiorniamo costantemente con corsi formativi sulle tecniche di posa e sulle nuove metodologie di presentazione e vendita dei nostri sistemi e prodotti, sono innamorati del nostro marchio, sinonimo di sicurezza e qualità costanti. Sono persone attente al risultato estetico così come alla salute dei loro clienti che abiteranno i locali nei quali sono stati scelti i prodotti Oltremateria. Ai clienti offriamo prodotti unici, esclusivi, innovativi, rispettosi dell'ambiente e della salute delle persone. Con un servizio completo di chiavi in mano di altissima qualità e quindi i nostri interlocutori non sono mai lasciati soli o peggio ancora a dover assumersi la totalità delle problematiche e delle responsabilità. In cosa si riflette la voglia di design manifestata dal consumatore moderno nella ricerca di nuovi prodotti e finiture da proporre sul mercato? L. C.: In richieste esplicite, crescenti, ai professionisti di una finitura colore o texture particolare, di un risultato estetico più naturale possibile. Alta personalizzazione e superfici per progetti unici ed esclusivi. Le ECOMALTE Oltremateria sono la risposta che soddisfa pienamente i consumatori e i progettisti. Se dovesse dare un consiglio al posatore di pavimenti in resina e al rivenditore? L. C.: Direi loro di pensare alla propria salute e alla sicurezza e semplicità sul lavoro; sono ormai da tempo più che provati gli effetti deleteri per la salute delle inalazione dei vapori di sostanze volatili tossiche o nocive liberate dalle resine o vernici a solvente, e dalla catalisi dei prodotti bicomponenti. Ancora oggi tanti posatori e rivenditori considerano le proprie mani come strumenti di lavoro e quindi soggette a normale usura e danneggiamento, al pari degli utensili che usano: è drammatico vedere spesso importanti reazioni cutanee permanenti. Tutto ciò oggi può essere evitato scegliendo prodotti frutto di ricerca e di sviluppo. Certo la qualità ha un prezzo, ma perché non si valuta anche il prezzo salatissimo da pagare a scapito della nostra salute e dell’impatto sull’ambiente? >>

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DESIGN Come avete chiuso il bilancio del 2011? E quali le aspettative per l’anno in corso? L. C.: Abbiamo chiuso il 2010 e il 2011 con un forte aumento del fatturato e con richiesta sul mercato italiano nonostante il momento storico complicato a livello internazionale, abbiamo grandi aspettative e stiamo preparando altre grandi novità assolutamente innovative per il nostro settore. Per rivolgersi sempre più e meglio a quanti vogliano prodotti facili da utilizzare sicuri per la salute e per l'ambiente e di sicuro effetto estetico per i designer e i progettisti. Come abbiamo menzionato in precedenza, ECOMAT s.r.l. con il brand Oltremateria è membro del Green Building Council Italia che opera per la diffusione dei criteri e delle certificazioni LEED. Tutti i siti produttivi delle Eco-Malte sono certificati ISO 9001. Le superfici continue, in relazione alle caratteristiche e al processo produttivo con cui sono realizzate e alle tecniche e ai sistemi di posa adottati, contribuiscono a ottenere i crediti LEED per il sistema di certificazione energetico – ambientale degli edifici. Tra le aree tematiche nelle quali sono coinvolte le superfici continue in ECOMALTA del sistema Oltremateria vi sono la gestione del calore e ottimizzazione delle performance energetica al fine di ridurre l’impatto ambientale l’utilizzo di materiale riciclato ed è riciclabile, l’impiego di risorse locali/limitrofe la realizzazione di prodotti certificati dalle elevate performance ambientali e tecniche, l’impiego di materiali che abbattano drasticamente i V.O.C . (sostanze organiche volatili) migliorando la qualità dell’aria anche all’interno delle abitazioni.

PROGETTI PER IL FUTURO ? Loris Casalboni Tanti tanti, tanti,: su tutti raggiungere e migliorare gli obiettivi nella distribuzione e nella presentazione creativa dei nostri prodotti all'interno dei punti vendita con esclusiva di zona per i nostri rivenditori, implementare la nuova collezione RICICLO prodotta con inerti e materiali certificati provenienti dal mondo del riciclo dell’industria italiana vetro, specchio, lampadine, gomma e presentare il prima possibile il sistema innovativo per poter riportare col digitale qualsiasi soggetto: foto, disegno, immagine, sulle superfici Oltremateria con la tecnica della decalcomania. Stiamo lavorando a nuove finiture antibatteriche per il settore del mobile e arredo e ancora su rivestimenti continui per pareti senza giunzioni, spessore 5-6 mm. Con eco-malte di nuova generazione che all’interno avranno gomma di riciclo dei pneumatici per insonorizzare e colorare le pareti interne ed esterne degli edifici, con abbattimento acustico e termico in uno spessore bassissimo. Il tutto con un processo facile per gli applicatori e con un ridottissimo impatto ambientale, visto che i nostri prodotti sono senza simboli di rischio sulle confezioni e possono viaggiare in nave e aereo in tutto il mondo senza problemi.

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davidecontidesign.it

ecomalta

tm

per il greenbuilding

oltremateria sostiene

Life CyCLe Assessment

rivenditore autorizzato:

pavimenti e rivestimenti, superfici continue con ecomaLte aLL’ acqua, rivestimenti in porceLLana artigianaLi, cocciopesto, pavimenti in Legno antico, parquet in bamboo, pietre naturaLi, mosaico in cocco, bagni e accessori, schiuma d’aLLuminio a ceLLe aperte, panneLLi compositi, tanti materiaLi tecnici per progettare e arredare ogni tipo di ambiente.

via aL mare, 14 - 47842 san giovanni in marignano (rn) teL. 0541 957697 - www.centrodeLLaceramica.it

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... Sardegna natura, golf e relax per le vacanze

bilocali, trilocali e ville inserite in una pineta a pochi metri dalla spiaggia all’interno del campo da golf un percorso tecnico di 18 buche, “giocabile” tutto l’anno il posto ideale per le vacanze e per clinique di golf

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Pineta di Is Arenas Narbolia (OR)

HOBNOB.it

partner ufficiale “Regionale Golf Lombardia”


DESIGNER

PHILIPPE STARCK

a cura di Erika Facciolla

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Il poeta del design

mo spalancare le porte del cervello umano": è questa la filosofia che da sempre accompagna e caratterizza i lavori di Philippe Starck, designer e architetto insolito e polimorfo, oltre le convenzioni, sempre presente nel nostro quotidiano, creando oggetti "buoni" prima ancora di essere belli e destinazioni iconiche che conducono i membri della sua "tribù culturale" altrove, fuori da essi stessi, e, soprattutto, li guidano alla quintessenza del meglio. Scoprire un oggetto o un luogo concepito da Philippe Starck significa entrare in un mondo d'intensa immaginazione, di fantasmagoriche e fertili sorprese. Da suo padre, inventore e ingegnere aeronautico, egli eredita rapidamente il desiderio di creare e di sognare. Molti anni e molti prototipi più tardi, Philippe Starck riceve l'incarico di lavorare per il Presidente francese François Mitterrand. Nel medesimo periodo inizia a creare mobili per i più grandi e rinomati imprenditori italiani e internazionali. Sono ormai pochi i settori non esplorati dal creatore: dai mobili per privati alle case in vendita per

corrispondenza, dalle motociclette ai super yacht, ed anche la direzione artistica di progetti di viaggi nello spazio. Le convinzioni ecologiche di Starck erano un'evidenza ancor prima che queste divenissero accessibili a tutta l'umanità per il rispetto del futuro del pianeta. Molto presto, crea il catalogo Good Goods, il catalogo dei non prodotti per i non consumatori del futuro mercato morale, la sua società di prodotti alimentari organici, e più recentemente sviluppa il concetto rivoluzionario di "ecologia democratica", creando turbine eoliche personali a prezzi accessibili, che annunciano anche barche solari e veicoli a idrogeno. Questo cittadino del mondo, instancabile e ribelle, considera come suo dovere condividere la sua visione etica e sovversiva di un mondo più giusto e continua a vivere in coerenza e precedere i nostri sogni, desideri e necessità erigendo il suo lavoro ad atto civico e politico ma sempre con amore, poesia e umore.

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MILANO DESIGN

AFA ARREDAMENTI

ARREDAMENTI D’AUTORE

MILANO e dintorni

Ambienti e Ambientazioni di Design AFA Arredamenti traduce ed esprime tutte le competenze e conoscenze acquisite nel tempo, realizzando locali di vero design.

i nostri locali; ambienti e ambientazioni al di fuori della norma all’interno dei quali vivere l’esperienza temporanea che questi possono suscitare.

Ciò avviene grazie alle straordinarie e indispensabili collaborazioni con architetti, designer e progettisti, avvalendosi sempre, di figure professionali altamente qualificate. Le oltre 10.000 realizzazioni sono la tangibile testimonianza, il risultato è la maggiore espressione della nostra professionalità ed esperienza. Sempre di più, le persone hanno bisogno di spazi all’interno dei quali provare emozioni diverse, sognare, evadere o più semplicemente “stare bene”, così vengono ideati, progettati e realizzati

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Nelle foto RELA’ Milano CAFE’ NOIR Saronno Realizzazione: AFA ARREDAMENTI Azienda Showroom e Uffici Via Tavollo 470 47842 San Giovanni in M. (RN) www.afa-arredamenti.com info@afa-arredamenti.com Telefono +39 0541 955207


MILANO DESIGN

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DESIGN | HOME

L’ELEGANZA

E’ DI CASA! A

Pensate a un dolce week end d’inverno che avete deciso di passarlo a casa coccolati dal vostro lui, immersi in una super dose di ozio e di dolce far niente. Dormire, mangiare, stare in pigiama tutto il giorno, spensierata, spettinata e struccata, è il sogno di tutta la settimana. Ora lo state vivendo e volete sentirvi protetti e abbracciati da tanto calore. Sapete che qualcuno ha pensato a voi. Gigliola e Andrea della Pellicceria Dellera (www.dellera.com), hanno realizzato per il freddo inverno eleganti accessori di classe per la casa con la nuova collezione “Home Collection”. Creazioni ad hoc, veri e propri pezzi unici, che portano la pelliccia anche negli ambienti domestici, per creare un'atmosfera accogliente, intima e al tempo stesso raffinata. Cuscini e coperte che rendono i salotti e i soggiorni caldi e con quel tocco di lusso moderno, mai sfacciato. La maison ha scelto per le sue creazioni il morbido calore del lapin e del weasel, talvolta tricot, senza dimenticare le stampe animalier più trendy, come le fantasie giaguaro, zebra, leopardo e tigre, da sempre

protagoniste sofisticate degli accessori casa. Inoltre propone plaid caldi e leggeri (da 1.200 euro), alcuni tricot, morbidi e delicati come piumini di cipria, da avere sempre sul divano o sulla poltrona, per lasciarsi avvolgere in un irresistibile abbraccio nelle più fredde serate invernali. Dellera Pellicce è capace di rendere ogni angolo della casa originale. L’attenzione ai piccoli dettagli, capaci di rendere ogni prodotto unico, è la prerogativa principale del brand che con l'alta qualità dei materiali e la sapiente realizzazione dei manufatti rappresenta il loro il biglietto da visita. Cuscini comodi ed eleganti (da 200 euro), pouf ricoperti in morbido lapin (390 euro): non sono solo elementi decorativi immancabili nell'arredamento di una casa, ma anche accessori capaci di garantire il comfort nei momenti di relax. Il brand che si conferma e si rinnova di generazione in generazione, ognuna delle quali rappresenta un passo in avanti e un ulteriore arricchimento, espone nei suoi show room di Pavia e di Milano. Gabriele Nardini

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HOBNOB.it

Regionale Golf Lombardia con il patrocinio di:

www.regionalegolflombardia.it

MARZO 17 . Golf Club Villa d’Este - Montorfano 18 . Golf Club Zoate - Zoate di Tribiano 24 . Golf Club Milano - Monza 25 . Golf Club dei Laghi - Travedona Monate 31 . Golf Club Ambrosiano - Bubbiano

(CO) (MI) (MB) (VA) (MI)

APRILE 01 . Golf Club l’Albenza - Almenno San Bartolomeo 15 . Franciacorta Golf Club - Nogoline di Corte Franca 21 . Golf Club Le Robinie - Solbiate Olona 22 . Barlassina Country Club - Birago di Camnago 28 . La Pinetina Golf Club - Appiano Gentile 29 . Golf Club Carimate - Carimate

(BG) (BS) (VA) (MB) (CO) (CO)

MAGGIO 05 . Molinetto Country Club - Cernusco sul Naviglio 06 . Golf Club Lecco - Annone Brianza 19 . Gardagolf Country Club - Soiano del Lago 20 . Golf Club Bogliaco - Toscolano Maderno 26 . Golf Crema Resort - Crema 27 . Golf Club Villa Paradiso - Cornate d’Adda

(MI) (LC) (BS) (BS) (CR) (MB)

GIUGNO 10 . Golf Brianza Country Club - Usmate Velate 16 . Chervò Golf San Vigilio - Pozzolengo 17 . Green Club Lainate - Lainate 23 . Golf Club Le Rovedine - Noverasco di Opera

(MB) (BS) (MI) (MI)

LUGLIO 01 . Castello di Tolcinasco Country Club - Pieve Emanuele(MI) 07 . Golf Club Menaggio & Cadenabbia - Grandola ed Uniti (CO) 14 . Valtellina Golf Club - Caiolo (SO) 15 . Golf Club Monticello - Cassina Rizzardi (CO) 21 . Arzaga Golf Club - Carzago di Calvagese (BS) 22 . Golf Club Vigevano Santa Martretta - Vigevano (PV) AGOSTO 04 . Golf Club Varese - Luvinate

(VA)

FINALE 31/08 - 01/09 . Golf Brianza Country Club - Usmate Velate (MB)

media partner

ASSICURAZIONI

PROVINCIA MONZA BRIANZA Provincia di Como

Provincia di Pavia


THE CLUB

REGIONALE

GOLF LOMBARDIA di Stefano Pegli

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THE CLUB

N

asce in Lombardia il primo torneo golfistico che prevede un totale di 28 gare e che vedrà impegnati oltre 4.000 giocatori. Una sfida dedicata agli amatori di questo sport dal fascino indiscusso, che sta riscuotendo sempre più successo e che è in continua crescita, sia nei numeri sia nella qualità dei giocatori di livello nazionale e internazionale. Il “Regionale Golf Lombardia”, che ha preso il via lo scorso 17 marzo presso il Circolo Golf Villa d’Este, è il primo circuito nazionale in grado di coinvolgere tutti i campi da golf di una regione. Il circuito, Patrocinato dalla Federazione Italiana Golf Comitato Lombardo e dalla Regione Lombardia, oltre che da tutte le Province coinvolte, ha registrato fin dalla prima gara un grande successo, con tantissimi giocatori che si sono dati ‘battaglia’ per conquistare i primi tre posti della finalissima, prevista per i giorni 31 agosto e 1 settembre presso il Brianza Country Club di Usmate Velate. Un week-end intenso, considerato che il giorno successivo si è tenuta la seconda qualificazione presso il Golf Zoate. Questo è stato solo l’inizio dei quattro mesi che vedranno la società Hobnob e l’Associazione T.W.O impegnati nell’organizzazione di questo emozionante torneo golfistico. Le gare sono particolarmente apprezzate dai giocatori, sia per il prestigioso titolo in palio, sia per l’elevato numero di premi speciali messi a disposizione dagli sponsor, come ad esempio il “Driving contest”, per chi effettua i tiri più lunghi e il “Nearest to the pin”, per chi si avvicina alla buca con un solo colpo. Ha destato molta curiosità la “Red Bull Final Five”, un’innovativa formula di gara già sperimentata all’estero dalla famosa casa di bibite energetiche; il brand, conosciuto a livello mondiale, ha scelto il “Regionale Golf Lombardia” per fare il proprio ingresso ufficiale nel panorama golfistico italiano delle competizioni (tra i suoi golfisti di punta ricordiamo il giovane Matteo Manassero). Il vincitore di ogni tappa della “Red Bull Final Five” sarà invitato a prendere parte alla finale del 31 agosto, che vedrà dunque salire il numero dei giocatori in campo da 84 a 112. I vincitori di ogni singola gara della “Red Bull Final Five” si aggiudicheranno una sacca personalizzata e concorreranno per un fantastico premio: un week-end al Gran Premio di Formula 1 di Monza. Il circuito può vantare la presenza di sponsor importanti che hanno scelto di legare il proprio nome a quello del “Regionale Golf Lombardia”: UBI – Banca Popolare di Bergamo, Audi e Volkswagen (attraverso la sua rete concessionaria tra cui Pirola S.p.A.) e Solar Green (azienda produttrice di pannelli solari sia per l’industria che per le abitazioni private in Italia). A loro si affiancano diversi partner conosciuti a livello internazionale come Suzuki, Lorenzo Riva, Fedeli Cashmere, Villa Poggio Salvi, Centro Odontoiatrico di A. Giannini, Mosquito Magnet, Is-Arenas Residence sul golf e C-Hotel. La sfida proseguirà sino al 4 agosto per un totale di ventotto tappe che coinvolgeranno tutti i campi della Lombardia con almeno diciotto buche, vale a dire tutti i percorsi dislocati nelle provincie di Monza, Brianza, Milano, Como, Lecco, Varese, Cremona, Sondrio, Pavia, Bergamo e Brescia. Il torneo si >>

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THE CLUB concluderà con una spettacolare finale arricchita da eventi moda e attività collaterali finalizzate a coinvolgere un numero sempre crescente di giocatori e appassionati. Non è difficile immaginare come una novità assoluta di questo calibro sul territorio nazionale possa giocare un ruolo da protagonista nella promozione del turismo golfistico, e non solo, della Regione Lombardia e dei vari territori provinciali. La testimonianza di ciò è data dalle numerose adesioni a patrocinare il progetto da parte delle Istituzioni locali che, impegnate da tempo nel trovare soluzioni sempre più mirate in ambito golfistico, attribuiscono a questo sport un potenziale enorme; il territorio lombardo, con le sue settantuno strutture golfistiche che spaziano da campi pratica a percorsi da ventisette buche, rappresenta infatti un terminale perfetto per i golfisti al di fuori dei confini regionali e nazionali. Grazie alla presenza delle grandi città, agli incantevoli scorci paesaggistici e all’invidiabile offerta enogastronomica, diventa semplice coniugare la pratica del golf a quella di un turismo che soddisfi qualsiasi profilo del viaggiatore. Ed è proprio sulla valorizzazione del territorio e sulle sue potenzialità ancora inespresse da un punto di vista dell’affluenza turistica legata a questo sport, che il “Regionale Golf Lombardia” vuole porre le basi per sviluppare un sistema integrato in grado di soddisfare le esigenze di tutti i golfisti. Riccardo Tagliabue, titolare della Hobnob e organizzatore del circuito, traccia il profilo della manifestazione come “punto di partenza per sviluppare una serie di iniziative volte

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THE CLUB

alla valorizzazione del territorio. Il Regionale” prosegue Tagliabue - “è una chiara dimostrazione di come si possa far dialogare i golf club tra di loro con un programma comune: il golf è una risorsa preziosa per la nostra regione e tutti noi del settore dobbiamo necessariamente rimboccarci le maniche per renderla sempre più un motivo di vanto per il territorio in modo da beneficiare non solo i campi, ma anche e soprattutto tutti gli attori che ruotano attorno a questa tipologia di turismo, vale a dire strutture alberghiere, ristoranti e attrazioni di vario genere. Volevo ringraziare tutte le persone che assieme a me stanno lavorando affinché il gioco del golf possa sempre più diventare un’opportunità di lavoro per il nostro territorio. Ringrazio anche tutte le aziende che ci hanno supportato, perché senza di loro tutto questo non avrebbe potuto esserci e soprattutto non saremmo riusciti a creare un nuovo concetto di business, all’interno del quale potremo creare nuove opportunità di lavoro. Un grazie anche alla Regione Lombardia Ufficio Sport per il prezioso sostegno e al Presidente della Federazione Lombarda di Golf Carlo Borghi e a tutte le provincie lombarde che ci hanno riconosciuto”. L’obbiettivo è senza dubbio ambizioso così come doveva esserlo in fase di ideazione il “Regionale Golf Lombardia”, il risultato ottenuto fa tuttavia ben sperare quelli che credono che il territorio lombardo voglia e soprattutto possa ritagliarsi uno spazio nell’insieme delle mete più ambite dai giocatori di golf di tutto il mondo.

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MONZA e DINTORNI

PEOPLE

“A tu per tu con Andrea Arbizzoni, assessore al turismo di Monza.” di Stefano Pegli

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uali sono i progetti già avviati per la prossima stagione estiva a Monza?

Tra le informazioni turistiche, ci può guidare alla scoperta del patrimonio culturale e artistico in città?

La programmazione dell’Assessorato al Turismo e Spettacolo per l’estate 2012 prevede la realizzazione di una serie di spettacoli e concerti nell’ambito di consolidate rassegne, quali ad esempio il Brianza Open Jazz Festival, nonché appuntamenti dedicati alle tradizioni e alla storia locale, in grado di arricchire le vie della città di Monza con coinvolgenti spettacoli folcloristici. Confermata anche la realizzazione del Cinema sotto le Stelle in Villa Reale, che sarà allestito nel Cortile dell’Istituto d’Arte di Monza, grazie alla disponibilità e collaborazione del Dirigente e di tutta la struttura scolastica, non potendo utilizzare il Cortile d’Onore della Villa come per le passate edizioni, in ragione dei lavori di restauro del complesso recentemente avviati. Come di consueto, in chiusura dell’estate l’appuntamento da non perdere è con MonzaPiù, kermesse di eventi culturali legati al mondo dei motori e non, organizzata in occasione del Gran Premio d’Italia di Formula 1 in programma dal 7 al 9 settembre 2012.

La nostra città presenta due importanti nuclei d’interesse: da una parte il centro storico dove sorge il Duomo, la basilica di San Giovanni; dall’altra la Villa Reale con i relativi giardini e l’adiacente Parco storico. Il punto di partenza ideale per scoprire il patrimonio culturale e artistico di Monza è il Duomo, che al suo interno conserva la famosa Corona del Ferro, e l’annesso Museo e Tesoro del Duomo, con la sua ricca raccolta di reperti longobardi, lavorazioni orafe, dipinti e arazzi. Un itinerario nel nucleo medievale cittadino permette di scoprire le antiche chiese e conventi di San Pietro Martire, Santa Maria in Strada e Santa Maria al Carrobiolo, il medievale palazzo comunale dell’Arengario e i resti del ponte romano d’Arena. A breve distanza dal centro sorge il complesso neoclassico della Villa Reale con gli annessi giardini, primo esempio in Italia di giardino all’inglese, da cui si accede al parco reale, nato nel 1806 per volere di Eugenio de Beaurnais e ora parco pubblico.


PEOPLE PEOPLE Monza ha diversi polmoni verdi meta di passeggiate, spazi per praticare sport, o prendere il sole. Quali sono i luoghi per un turismo alternativo dove poter passeggiare alla scoperta di ambienti incontaminati? Il Parco Reale con i suoi 700 ettari di prati e boschi, costituisce sicuramente la principale risorsa del nostro territorio; esso rappresenta una grande opportunità di sport, svago, benessere e socializzazione a stretto contatto con la natura. Il parco cintato più grande d’Europa offre molteplici spunti per una vita all’aria aperta: aree attrezzate per il gioco dei più piccoli, diversi percorsi salute per l’attività degli sportivi, viali e sentieri ombreggiati per rilassanti passeggiate o tour in bicicletta, nonché percorsi podistici di varie lunghezze, campi da bocce, da golf, maneggio, noleggio biciclette e aree pic-nic. Tutte queste attività si possono svolgere in una splendida cornice costituita da prati, alberi secolari e aree naturali di rara bellezza tra le quali si snoda con anse e cascatelle il fiume Lambro. Il tutto a due passi dal centro della città, con numerose porte d’accesso e orari d’apertura che permettono la massima fruibilità da parte dei visitatori. Un percorso alternativo che permette di fare inaspettate scoperte di scorci naturali nel contesto cittadino è il tratto monzese della Ciclabile del canale Villoresi. Nei dintorni di Monza c’è la possibilità di concedersi piacevoli soste in agriturismi per la riscoperta del territorio naturalistico? Certamente sì, basta spostarsi anche poco fuori Monza, ad esempio a Concorezzo o Burago di Molgora, per trovare ospitalità in agriturismi che permettano la riscoperta delle bellezze naturali e agricole a due passi dalla città, come il Parco della Cavallera o il Parco del Molgora. Allontanandosi invece un po’ di più dal capoluogo della Provincia, penso a Correzzana e Cesano Maderno, si possono per esempio esplorare il Parco della Valle del Lambro e il Parco delle Groane. Gli agriturismi però non sono solo aziende che offrono accoglienza, talvolta sono anche entità radicate sul territorio che funzionano da distributori di prodotti alimentari direttamente dal produttore al consumatore. Parlando di tradizione e buona cucina ci consiglia anche qualche itinerario enogastronomico? Monza regala sorprese anche sotto l’aspetto enogastronomico, con diverse realtà che operano in città per promuovere la tradizione e i prodotti locali: ne è un esempio l’Azienda Zootecnica presente presso il Mulino San Giorgio, all’interno del Parco, che produce e vende direttamente prodotti caseari. Presso il convento di Santa Maria al Carrobiolo i padri Barnabiti producono, seguendo metodi tradizionali, la pregiata e apprezzata Birra del Carrobiolo. Oppure l’azienda agricola “Il nettare degli dei” che produce miele squisito e lo propone in numerose sagre e feste valorizzando la produzione di prodotti naturali e a “Km 0”. La cucina brianzola, risultato dello sviluppo storico-economico di questa parte della Lombardia, si basa sulla semplicità della cultura contadina, e l’ingrediente fondamentale è il maiale, utilizzato per carni, salumi e condimenti, accompagnato in genere dalla polenta: è una gastronomia robusta e di sostanza. Piatto simbolo della città di Monza è il risotto con la luganega, la salsiccia tipica, conosciuto anche come risotto alla monzese, ma si devono ricordare anche altre portate come la nota casoela, che supera i limiti provinciali, e el panmoijaa, una zuppa con lardo pestato. Tra i dolci tradizionali, invece, la torta paesana è sicuramente uno dei più conosciuti, ma meritano di essere citati anche gli oss de mort, biscotti di farina e nocciole, e due antiche ricette legate al compatrono della città, San Gerardo: i biscotti e il pane di San Gerardo. Esiste un portale/sito ufficiale da consultare e che sia d’aiuto e di guida sia per i cittadini che per i turisti che arrivano in città? Esistono diversi strumenti messi a disposizione di tutti coloro, cittadini e turisti, che vogliono informarsi su ciò che Monza offre sia da un punto di vista turistico sia dei servizi; in primis il sito del Comune di Monza (www.comune.monza.it), il portale istituzionale in cui sono costantemente aggiornate le sezioni relative agli eventi in città, alla viabilità e le new; inoltre è possibile iscriversi alla newsletter del sito per ricevere informazioni utili sulle manifestazioni ed eventi cittadini, nonché collegamenti ai vari social network. Per chi vuole conoscere l’offerta turistica di Monza, è presente la sezione “monzadascoprire” con numerose schede che permettono di curiosare tra le particolari attrattive della città fornendo informazioni utili sulle aperture al pubblico di monumenti e musei così da pianificare al meglio una visita alla nostra città. L’Associazione Pro Monza, che gestisce l’ufficio IAT di Monza, ha attivato un proprio sito (www.promonza.it), che fornisce ulteriori >>

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PEOPLE

Monza offre esposizioni dedicate al design? La MIA, Ente Mostre di Monza e Brianza, da sempre promuove e diffonde il valore dell’eccellenza e dell’artigianato locale, nella nostra zona, in Italia e nel mondo. Organizzando mostre riguardanti l’artigianato, l’arredamento e quindi il design, si rende Monza il fulcro centrale di una zona, la Brianza, notoriamente rivolta a questo tipo di attività, basti pensare all’industria e alla lavorazione artigianale in comuni come Meda, Lissone, Seregno, riferimenti mondiali in questi campi. Fiera di Monza e Brianza poi, è la principale vetrina per esposizioni e convegni, dedicati al mondo del turismo, degli affari, dell’energia ma anche della cultura, dell’artigianato e del design, e dal 2010 è ospitata nell’area Paddock dell’Autodromo. Inoltre, ricordiamo che quanto a design e nuovi canoni d’arte, ricerca e progetto, Lissone, sede proprio di un prestigioso Premio dedicato al Design, ospita l’importante Museo di Arte Contemporanea. Quali sono le caratteristiche fondamentali perché un turista possa preferire il vostro territorio? Sicuramente il turista è attratto da uno degli eventi sportivi più importanti a livello internazionale quale il Gran Premio di Formula 1 ma Monza offre anche attrattive culturali grazie al suo prezioso patrimonio artistico, una città che coniuga l’antico e il moderno che si fondono per dare unicità a un territorio ricco di storia e di produttività. Quali sono i passi che si stanno compiendo per dare impulso al Turismo a Monza? L’Assessorato al Turismo e Spettacolo è impegnato nello sviluppo di politiche di valorizzazione e promozione di Monza, in diversi ambiti e secondo diverse strategie, sia direttamente, sia in collaborazione con altri Enti e realtà operanti sul territorio, come il Sistema Turistico di Monza e Brianza, gestito in collaborazione con la Provincia e la Camera di Commercio di Monza e Brianza. Anche per l’anno 2012 si conferma l’adesione al Circuito Città d’Arte della Pianura Padana, insieme alle città di Alessandria, Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Modena, Parma, Pavia, Piacenza, Reggio Emilia, Vercelli. Si confermano anche gli obiettivi perseguiti, ossia la valorizzazione del territorio, in ogni suo aspetto, per costituire insieme un prodotto turistico di grande interesse, in grado di competere con le mete italiane più famose, promuoverne l’immagine in Italia e all’estero e migliorare l’attrattività, l’ospitalità e l’accoglienza. Le attività previste sono: il costante aggiornamento del portale web del Circuito, la realizzazione di materiali di comunicazione aggiornati, la partecipazione a eventi di carattere internazionale, quali Fiere di Settore, Incontri internazionali sul cicloturismo, Festival Culturali ed enogastronomici, organizzati anche nelle varie città aderenti. Nell’ottica del miglioramento dell’ospitalità sarà favorito lo sviluppo di

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positive sinergie con gli operatori locali volti all’erogazione di servizi turistici e sensibilizzando allo sviluppo turistico altri soggetti interessati. Per lo sviluppo di flussi turistici in città si collaborerà all’ideazione di pacchetti e offerte turistiche attraenti e diversificate, sfruttando l’immagine del Circuito per raggiungere operatori stranieri, organizzando altresì iniziative promozionali, commerciali ed educational tour. L’Assessorato sta concludendo in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e altri Settori dell’Amministrazione Comunale, il progetto di segnaletica turistico-culturale unitaria per la città di Monza, con la prossima realizzazione ed installazione di targhe e indicatori di percorsi tematici nel centro storico cittadino, che valorizzeranno la fruizione e la visita dei beni cittadini. Da quest’anno Monza aderisce anche a un altro network per la promozione del territorio: "Città dei Motori", rete che riunisce i Comuni del "Made in Italy" motoristico assieme ai Comuni che ospitano circuiti sportivi, musei, istituzionali culturali. Nata nel 2008 con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo dei territori e la ricerca, mantiene stretto il legame con i temi della sicurezza e della tutela dell'ambiente.


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“NASCE LA PRIMA CATENA ITALIANA DI CAMPI DA GOLF”

INTERNATIONAL

GOLF

CORPORATION

Intervista a Carlo Carozza, patron dell’iniziativa, che spiega come coinvolgere i golfisti in un progetto di gestione integrata di location golfistiche. di Stefano Pegli

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arlare con Carlo Carozza è come parlare con il ‘golf italiano’. Sì perché lui, imprenditore di se stesso prima di tutto, mastica golf dal 1956, quando ha cominciato come caddie al Golf Club Bergamo L’Albenza. Da quel momento è stato un susseguirsi di successi, tutti volti a innovare e rinnovare il gioco del golf, incrementandone lo sviluppo e il prestigio. Dalla fondazione, nel 1994, di International Golf Holding, società di marketing, comunicazione ed eventi che è arrivata a gestire oltre 600 appuntamenti in Italia e all’estero, la strada è stata lunga e variegata. Oggi nella sede centrale di Milano lavora un gruppo di una ventina di professionisti, che si occupano di tutti gli aspetti strategici e gestionali, fornendo soluzioni a 360° nel mondo del golf. La passione per questo sport è il motore propulsivo delle molteplici attività di cui la società si occupa, mirando sempre al raggiungimento dell’eccellenza. Dall’organizzazione di eventi e circuiti, allo sviluppo di servizi per il golfista; dalla consulenza per la progettazione, la costruzione e l’avviamento di nuovi impianti, alla gestione diretta degli stessi; dallo sviluppo del turismo golfistico, alla progettazione di strategie di marketing e comunicazione per aziende, hotel e golf club. Se il core business rimane la gestione dei campi da golf, la grande sfida del 2012 è la creazione della prima catena di campi da golf italiana, International Golf Corporation, che verrà presentata a maggio agli operatori del settore, ai giornalisti e agli opinion leader. Ne parliamo con il titolare, l’imprenditore Carlo Carozza, per approfondire come nascono le idee per innovare l’ambiente golfistico e come si sviluppa un progetto inedito di gestione multipla di location golfistiche. >>


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Innanzi tutto, quali sono i Golf Club che fanno parte di International Golf Corporation? “A oggi, International Golf Corporation annovera nella sua ‘famiglia’ cinque prestigiose realtà affiliate: il Villa Paradiso Golf Club, il Golf Crema Resort, il Golf Club Jesolo, Salsomaggiore Golf & Thermae e il Rimini-Verucchio Golf Club. Percorsi fra loro diversi, che intendiamo gestire in maniera coordinata per garantire ai golfisti varietà di gioco con standard di qualità uniforme”. Quindi è convinto che il golf rappresenti ancora un investimento valido? “Sì, senza dubbio: è un fattore importante per lo sviluppo del settore turistico nazionale. Basti pensare che in Italia il giro d’affari legato al golf, secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero del Turismo nell’aprile 2010, si aggira intorno ai 350 milioni di euro di introito diretto, ovvero prodotto unicamente dalle attività dei circoli. E che su scala europea il business si attesta mediamente sui 50 miliardi di euro. Non solo: oggi nella vecchia Europa si contano oltre sette milioni di giocatori di golf. E in Italia ad amare questo sport sono sempre più persone, le più recenti statistiche parlano di 100.317 giocatori tesserati contro i circa 5.500 del 1999”. Quali strategie suggerisce per dare ulteriore impulso al settore? “Occorre far capire che il golf non è un’attività solo per anziani snob, ma al contrario uno sport per tutti, adatto a ogni età e disponibilità economica. È essenziale pensare a un ricambio generazionale, altrimenti tra pochi anni, invece di crescere, il numero di giocatori diminuirà drasticamente. Bisogna quindi puntare sui giovani, sui bambini, sui flussi internazionali: su tutti quelli che potranno dare un futuro a questo sport”. E come si avvicinano i giovani? “Rinnovando l’ambiente, incrementando i servizi e pensando a formule speciali. Come la Green Pass Card, per esempio, la prima ‘golf utility card’ che garantisce sconti e convenzioni e che ha conquistato 15mila golfisti. O il Golf Club Italia, un circolo virtuale con servizi reali ed esclusivi che funziona bene, dai 500 membri del 2009 stiamo oltrepassando i 1500 nel 2012”. Non si corre il rischio di andare a smuovere una situazione rimasta per anni immutata, facendo storcere il naso a qualcuno? “A mio avviso sono opportunità che vanno colte, perché nascono da esigenze reali dei golfisti che frequentano tutti i campi. È un errore di valutazione che il nostro golf sta facendo, pensare solo a se stessi e non pensare che ogni perso-

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na in più che gioca a golf è un cliente per tutti. Bisogna fare sistema. E bisogna farlo in modo intelligente. Io sono riuscito a recuperare golfisti che si erano disinnamorati di questo sport perché non avevano il ‘prodotto’ giusto o perché si sentivano di serie B. Questi golfisti vanno stimolati, coinvolti, coccolati, devono sentirsi importanti, parte integrante di questo nuovo ‘sistema’. Ecco il mio metodo”. Quali sono questi ‘prodotti’ che voi offrite? “Sopra tutto sta questo nuovo progetto, maturato dalla somma di tutte le esperienze di una vita, la prima catena italiana di campi da golf. Un sistema di gestione coordinata per creare quello che mi piace definire un grande network golfistico, in cui il golfista possa esplorare nuovi percorsi, sentirsi accolto come a casa propria. Per fare un esempio, a Villa Paradiso diamo la possibilità di avere un campo pratica a disposizione con solo 250 euro all’anno, oppure di utilizzare il campo executive di 9 buche e un pacchetto di 12 green fee per giocare sul percorso da campionato con 600 euro all’anno; offriamo delle convenzioni per visitare altri circoli del nostro territorio. Insomma soddisfiamo al cento per cento il nostro cliente, inserendolo, come dicevo prima in un sistema, un network di quattro mila soci (entro il prossimo anno arriveremo a cinque mila) che possono interagire fra loro”. Insomma, a lei piacciono le sfide, non è vero? “A me piace far divertire la gente. Ognuno con le proprie possibilità. Se qualcuno vuole giocare a Gardagolf e può spendere 100 euro per il green fee deve poterlo fare. Per l’immagine del Paese è importante che alcuni Golf Club rimangano un punto di riferimento per un target elitario, ma deve esserci anche la possibilità di divertirsi con 20 euro. Questo è possibile, da un lato, creando prodotti che avvicinino un target finora inesplorato, garantendo al mondo del golf nuovi ed entusiasti giocatori. Dall’altro occorre agire sulla mentalità delle persone che operano in questo campo, insistendo sui benefici derivanti dal fare rete, dalla collaborazione. Mi creda, superano di gran lunga, in termini di entrate e di immagine, ogni timore di concorrenzialità”.


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INTERNAZIONALI monza TENNISebrianza di

“Cresce il grande Tennis Made in Italy.“

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ttime notizie per gli appassionati di tennis, il calendario degli eventi sportivi sulla terra rossa dopo gli Internazionali di Roma si arricchisce di un altro appuntamento per intenditori. Il Circolo Tennis Monza, uno dei più antichi e rinomati sodalizi lombardi si è infatti aggiudicato una data ‘unica’ per ospitare gli Internazionali di Monza e Brianza. Si tratta di un Challenger con montepremi da 100.000 dollari, sicuramente in grado di richiamare i più grandi nomi del circuito ATP, top 100 e anche qualche top 50. La data prescelta è fondamentale, si tratta infatti della settimana che va dal 9 al 17 di giugno, quella immediatamente successiva al Roland Garros. Soprattutto gli amanti del ‘rosso’, che non andranno a giocare i tornei sull’erba del Queen’s o di Halle, avranno quindi proprio in Monza una destinazione quasi scontata. >>

a cura di Stefano Pegli


THE CLUB Una vera e propria impresa, quella del Challenger brianzolo, che ha dovuto superare la concorrenza agguerrita di decine di circoli di tutto il mondo per accaparrarsi questa preziosa data per il proprio torneo. La credibilità del direttore del torneo Giorgio Tarantola, già a capo dello storico torneo di Lugano, e le capacità del Presidente del Comitato Organizzatore Ennio Barbiera, da anni promotori del Challenger brianzolo di primavera sono state le armi che hanno permesso a Monza di ottenere questo importante successo. A fare da cornice al grande evento sportivo una location unica: il circolo è infatti immerso in un contesto storico e naturale impareggiabile all’interno del parco cintato più grande d’Europa. Otto campi in terra battuta, palestra attrezzata, una moderna club house con ristorante, bar, spogliatoi e servizi normalmente riservati ai soci ospiteranno per dieci giorni i giocatori e il numeroso pubblico. A differenza di altri tornei dello stesso livello, anche quest’anno l’ingresso al Challenger sarà gratuito con incontri aperti a tutti. Un grande impegno reso possibile grazie all’aiuto di numerosi sponsor e di centinaia di volontari (raccattapalle, giudici di linea, drivers e molti altri) che credono nella continuità e nell’alto valore sportivo della manifestazione. La citta di Monza, da sempre sinonimo di Formula 1 e motori diventa quindi, insieme a Roma, la capitale del grande Tennis. (www.circolotennismonza.net)

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Situata alle porte di Ancona più precisamente a Falconara Marittima, nei pressi dell’aeroporto, la G. Arredamenti è un’azienda che opera nel settore dell’arredamento su misura e si distingue nel panorama regionale e nazionale come punto di riferimento per ciò che riguarda l’arredamento bar, negozi di ogni genere, abitazioni, allestimenti fieristici e museali, espositori commerciali e non che gli ultimi nati i complementi d’arredo. Nata nel settembre 1997 la G. Arredamenti ha realizzato nel giro di pochi anni un significativo trend di crescita, sia in termini di professionalità e tecnologia, infatti negli ultimi tre anni ha investito in macchinari a controllo numerico, che gli permettono di ottimizzare il lavoro e di realizzare anche lavori in serie come gli espositori commerciali e i complementi d’arredo, che in termini di infrastutture e risorse umane. Specializzata nell’arredamento di qualsiasi ambiente sia pubblico che privato, la G. Arredamenti si propone al cliente finale come partner unico, gestendo tutte le fasi di lavorazione, dalla progettazione grafica alla consegna del locale chiavi in mano. Grazie a tutto ciò l’azienda è in grado di soddisfare in tempi rapidi tutte le esigenze della clientela, attraverso soluzioni uniche e diverse tra loro, ma accumunate da un unico valore: la qualità. Possiamo affermare che ad oggi la G. Arredamenti può competere con le più prestigiose ditte del settore, ed offrire un servizio professionalmente complete


EVENTI

SCUDERIA “Da oltre 50 anni portabandiera dell’automobilismo nella Città del Tricolore.” di Stefano Pegli

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el lontano 1960 nasceva la gloriosa Scuderia Tricolore, naturale evoluzione della Commissione Sportiva dell’Automobile Club di Reggio Emilia. Oggi, a distanza di oltre 50 anni, la Scuderia Tricolore ha trovato nuova linfa grazie a un cuore pulsante costituito da un gruppo di amici appassionati di auto storiche e di auto moderne. Alcuni presi dal virus della regolarità, altri con la velocità nel sangue, ma tutti accomunati dalla grande passione per le automobili e per la storia, la

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cultura, l’ingegno e la passione che contraddistinguono il mondo del motorsport e dell’automobilismo. Un gruppo giovane, ma con radici lontane, un gruppo legato al proprio territorio ma che guarda all’Europa come casa e al mondo come campo di gioco, un gruppo legato alla propria tradizione, tuttavia capace di ricercare sempre nuove dimensioni del proprio operare. E così la Scuderia Tricolore sta riaffermandosi come punto di riferimento nella promozione


EVENTI

TRICOLORE dell’automobilismo storico all’interno della ‘Motor Valley’, quel tratto di Via Emilia che ha visto nascere e tuttora accoglie alcuni dei marchi automobilistici più prestigiosi del mondo. Sono tante le iniziative realizzate dalla Scuderia nell’ambito della propria attività istituzionale di promozione, tutte contraddistinte dal fascino e dalla cura con cui vengono realizzate. Perché, come spiega Luigi Orlandini, Presidente della Scuderia: “Vogliamo che i nostri eventi siano veri

testimoni dell’eccellenza italiana, ed emiliana in particolare, nel fare le cose. Le nostre attività sono rivolte a chi ama il bello, il fascino della nostra millenaria cultura, i panorami mozzafiato che il nostro territorio sa offrire, l’accoglienza e la professionalità che ci contraddistinguono”. I principali eventi promossi dalla Scuderia Tricolore sono il Concorso d’Eleganza Barone Alberto Franchetti, Terre di Canossa International Classic Cars Challenge, Modena Cento Ore.

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EVENTI Il Concorso d’Eleganza Barone Alberto Franchetti si terrà il 6 e 7 ottobre 2012 ed è dedicato ad Alberto Franchetti, pilota e compositore lirico vissuto a Reggio Emilia a cavallo tra ‘800 e ‘900. Il Concorso d’Eleganza si concretizza in una piacevole giornata tra automobili meravigliose, all’interno della tenuta di caccia del Cavazzone, sulle verdi colline dell’Appennino Emiliano. Una manifestazione speciale, esclusivamente su invito, nella meravigliosa cornice dello Chalet Franchetti, fatto costruire verso la fine del 1800 dalla madre di Alberto, la Baronessa Luisa Sara Rothschild. Un’atmosfera magica, dedicata a trenta ‘opere d’arte a quattro ruote’, protagoniste di questo week end fuori dal tempo. Per informazioni: www.concorsoeleganza.it. Terre di Canossa International Classic Cars Challenge si svolgerà dal 12 al 15 Aprile 2012 ed è un ‘Grande Evento’ di regolarità classica internazionale, in programma ogni anno a metà aprile. Uno straordinario viaggio lungo le millenarie strade di Matilde di Canossa, Regina d'Italia nel XII Secolo. Un viaggio che dal Grande Fiume Po arriva al mare attraversando paesaggi meravigliosi, città d’arte come Reggio Emilia e Parma, antichi castelli, dolci e verdi colline, incontaminati passi di montagna, incantevoli borghi, il mare delle Cinque Terre (Patrimonio dell'Umanità). Un emozionante percorso enogastronomico tra le ricette della tradizione e la creatività dei migliori chef stellati, serate esclusive in location uniche, ospitalità emiliana, tempi di guida rilassati per godere al meglio di questa affascinante esperienza. Una gara di regolarità classica internazionale per auto storiche, lungo un percorso di circa 600 km in 3 giorni, con 70 prove a cronometro. Tre giorni intensi da vivere in una miscela perfetta di splendide auto, competizione, turismo, gastronomia e relax.

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Un ‘Grande Evento’, riconosciuto dalla CSAI, curato in ogni dettaglio con la passione e la determinazione della gente dell'Emilia, terra di motori. Per informazioni: www.gpcanossa.it. Modena Cento Ore si svolgerà dal 23 al 26 Giugno 2012. Grazie al supporto della Scuderia Tricolore, quest'anno torna a girare il motore della Modena Cento Ore Classic, il grande evento di velocità e regolarità per auto storiche. Questa XI edizione torna in grande forma, e sarà principalmente dedicata alla ‘Motor Valley’. Dal 23 al 26 Giugno, gli equipaggi potranno sfidarsi in tre autodromi e nove prove speciali in montagna: 4 giorni, 1000 km, 100 ore di adrenalina! Una gara leggendaria, limitata a sole 60 vetture, in gran parte provenienti dall’estero. Per informazioni: www.modenacentooreclassic.it. È Luigi Orlandini, Presidente e ‘motore’ della Scuderia che risponde a qualche nostra domanda. Presidente, ci racconta chi è la Scuderia Tricolore? “La Scuderia Tricolore è un club di amici appassionati di automobilismo. Siamo un’associazione sportiva che dedica le proprie energie alla cultura dell’automobilismo su tre direttrici: promuovere la cultura e la passione per le opere d’arte a quattro ruote, promuovere l’attività sportiva dei propri associati e promuovere eventi e manifestazioni automobilistiche di qualità. Ma soprattutto siamo un gruppo di amici accomunati da una grande passione”. Chi si può iscrivere alla Scuderia? “La Scuderia è aperta a tutti i gentlemen drivers che condividono la nostra passione e i nostri valori”.


EVENTI

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Splendide auto, turismo, cultura, gastronomia e relax: ecco la miscela vincente che ha giĂ meritato al Terre di Canossa, la gara di regolaritĂ classica dal 12 al 15 aprile, un prestigio di respiro internazionale. 188


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TERRE DI

CANOSSA a cura di Stefano Pegli

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er il 2012 il grande evento organizzato dalla Scuderia Tricolore di Reggio Emilia propone una seconda edizione ancora più ricca, con la nuova tappa di Forte dei Marmi, i partner d'eccezione Eberhard, Cantine Ferrari e Maserati, percorsi culturali dalle grandi suggestioni e tre serate esclusive all'insegna della gastronomia di alto livello. Luigi Orlandini, Presidente della Scuderia Tricolore di Reggio Emilia, ci racconta l’evoluzione del “Terre di Canossa”. Presidente, come vanno i preparativi della seconda edizione? Molto bene, siamo molto più avanti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Abbiamo anche messo a punto una serie di imperfezioni della ‘prima’ dello scorso anno e disegnato un percorso ancora migliore,

con un’ospitalità che non teme confronti. Rispetto a un anno fa, ad oggi abbiamo il triplo delle iscrizioni, di cui buona parte dall’estero. Credo che sia un importante riconoscimento del lavoro fatto, e ne sono davvero onorato. Un anno fa avrebbe scommesso sul successo della manifestazione? Assolutamente sì, altrimenti non ci saremmo lanciati in questa avventura. Far partire questo progetto è stata una grande scommessa, ma tutte le persone coinvolte nell’organizzazione hanno dato il massimo per raggiungere l’obiettivo: realizzare una delle più belle manifestazioni in Italia, una manifestazione con un respiro internazionale e con il cuore nella ‘Motor Valley’. Di recente sono nate anche altre manifestazioni importanti... >>

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Splendide auto, turismo, cultura, gastronomia e relax: ecco la miscela vincente che ha giĂ meritato al Terre di Canossa, la gara di regolaritĂ classica dal 12 al 15 aprile, un prestigio di respiro internazionale. 190


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Ben vengano, e a qualcuna di queste ho anche deciso di partecipare. Sono convinto che l’attenzione per questo sport sia in grande crescita, anche tra i giovani, e questo è certamente un fatto positivo. In queste condizioni è normale che nascano nuove proposte e penso sinceramente che chi le porta avanti bene, offrendo proposte di qualità, non sia un ‘concorrente’ ma un amico che condivide una grande passione. L’importante è che la CSAI (Commissione Sportiva Automobilistica Italiana, ndr) continui a vigilare con attenzione sul rispetto delle regole e sulla sicurezza, per mantenere alta la credibilità di questa specialità. 12-15 Aprile 2012. La seconda edizione del Terre di Canossa International Classic Cars Challenge, il grande evento che ospita partecipanti da tutta Europa e non solo, parte all'insegna delle novità e dell'ormai consacrata miscela di splendide auto, turismo, gastronomia e relax. Una gara che ha suscitato un grande entusiasmo da parte dei partecipanti per la capacità unica di coniugare una vacanza di lusso, attraverso scenari mozzafiato, con l’adrenalina di uno sport sempre più di moda. Una delle poche gare che hanno ottenuto dalla CSAI, l’autorità sportiva nazionale, l’ambito titolo di ‘Grande Evento’ e l’unica che nel contempo offre ai concorrenti serate firmate da chef stellati nelle location più esclusive. Il Grande Evento a calendario CSAI, organizzato dalla Scuderia Tricolore di Reggio Emilia, quest'anno inserisce nel programma molte importanti novità, che vanno dalla nuova prestigiosa tappa di Forte dei Marmi, dove i partecipanti saranno accolti nei migliori alberghi di lusso, al coinvolgimento di partner d'eccellenza, quali Eberhard, Cantine Ferrari e Maserati. Un evento giovane e brillante il Terre di Canossa, che già alla sua prima edizione si era meritato il riconoscimento della CSAI e un prestigio di respiro internazionale, grazie ad una programmazione di grande qualità e alla cura e determinazione dei suoi organizzatori: gente d'Emilia, da sempre terra di motori, passione e ospitalità. La ‘Motor Valley’ emiliana, luogo natale di molti dei più prestigiosi creatori di automobili, ha ormai identificato il Terre di Canossa come il proprio evento di riferimento. Relax e turismo ma anche competizione sportiva di comprovata difficoltà: con le sue 70 prove a cronometro, il Terre di Canossa si rivela una dura sfida anche per il migliori top driver, che dovranno percorrere poco meno di 600 Km in 3 giorni, lungo un suggestivo percorso adatto anche alle auto anteguerra. Uno straordinario viaggio lungo le millenarie strade di Matilde di Canossa - Regina d'Italia nel XII Secolo – con un programma che prevede tre serate esclusive affidate alla creatività culinaria dei grandi chef stellati. Quest'anno il Terre di Canossa vanta, nella serata inaugurale, la presenza di Gianni D’Amato, che per i suoi piatti capaci di fondere squisitamente tradizione e innovazione, si è meritato l'ambito riconoscimento di due Stelle Michelin. A completare la programmazione, in calendario anche momenti di arricchimento storico e culturale: nella stesura del percorso l'organizzazione ha infatti dedicato una particolare cura alla selezione di luoghi di grande valore, come il Palazzo della Pilotta, il Castello di Carpineti e la Reggia di Colorno, già residenza estiva di Maria Luigia d’Austria. Nel percorso di accredito dei partecipanti è poi prevista la visita a porte chiuse della Collezione Maramotti, una delle più importanti gallerie di arte contemporanea in Italia. La Collezione comprende infatti diverse centinaia di opere realizzate dal 1945 a oggi, includendo soprattutto dipinti, ma anche sculture e installazioni, che rappresentano in profondità alcune delle principali tendenze artistiche italiane e internazionali degli ultimi cinquant’anni. E per rafforzare il legame con l’arte, anche i premi saranno ‘d’autore’: il celebre scultore toscano Giovanni Maria Manganelli ha infatti realizzato un’opera dedicata alla manifestazione, che sarà presentata al salone Techno Classica in Germania e consegnata come trofeo ai vincitori. La Gara Terre di Canossa è una gara di regolarità classica internazionale con 70 prove a cronometro, lungo un percorso di poco meno di 600 km in 3 giorni. Un viaggio che dal ‘Grande Fiume’ Po conduce fino al mare attraverso paesaggi meravigliosi, città d’arte -fra cui Reggio Emilia e Parma- antichi castelli, dolci pendii e verdi colline, incontaminati passi di montagna e incantevoli borghi, fino ad arrivare al mare della Versilia e delle Cinque Terre, luogo riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio dell'Umanità. Un viaggio che s'intreccia con un emozionante itinerario enogastronomico, che propone una miscela esclusiva di ricette della tradizione e creatività dei migliori chef stellati. Per tutti questi motivi il Terre di Canossa è un evento davvero unico, capace di attirare su di sé l'attenzione internazionale e molte richieste da tutta Europa e dal mondo. Un evento in cui l'attenzione degli organizzatori si concentra anche sui particolari, per non lasciare nulla al caso: vigilanza notturna delle vetture, servizi personalizzati per i club, efficiente servizio bagagli, servizio di assistenza e soccorso stradale. >>

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ENZO

FERRARI Il 10 marzo 2012 ha aperto al pubblico il nuovo Museo Casa Enzo Ferrari: la storia di un mito, la vita di un grande uomo. a cura di Stefano Pegli

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l 10 marzo 2012 ha aperto le sue porte al pubblico il nuovo Museo Casa Enzo Ferrari di Modena. È un museo dedicato a uno dei miti italiani più famosi nel mondo, indiscusso protagonista del ‘900, Enzo Ferrari uomo, pilota e costruttore: la storia dell’automobilismo sportivo. “Se lo puoi sognare, lo puoi fare” è una delle frasi più conosciute di Enzo Ferrari, sicuramente quella che rappresenta meglio la sua filosofia, una vita segnata da passione e creatività, ricerca e innovazione, coraggio e sfida. Un mito che ha reso Modena e Maranello capitali di un sogno realizzato. “Le origini del Mito” ripercorre la storia e l’evoluzione di un territorio unico, che ha dato vita a intuizioni tecniche di portata universale attraverso personaggi, luoghi e competizioni simbolo (dal Circuito di Modena all’Aerautodromo e alla Mille Miglia; da Scaglietti, Fantuzzi, Stanguellini a Maserati, Pagani, De Tomaso fino all’Alfa Romeo). Il nuovo complesso museale, realizzato con un investimento di circa 18 milioni di euro, sorge sull’antica casa in cui nacque Enzo Ferrari nel 1898. Il corpo abitativo originale è stato conservato insieme all’officina e si è fuso con la nuova galleria dal >>

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design avveniristico: un ‘cofano’ in alluminio giallo, il colore della città di Modena, il colore scelto da Enzo Ferrari come sfondo del Cavallino, il marchio dell’azienda che porta il suo nome. Anche il logo che rappresenta l’identità del museo è stato concepito unendo in un solo segno grafico il tratto caratteristico della firma di Enzo Ferrari e il profilo della nuova galleria espositiva, che ha un design ispirato alle più classiche vetture da corsa del passato. Il colore giallo del pittogramma naturalmente è lo stesso della copertura in alluminio del nuovo edificio. Il concorso per la progettazione dell’opera è partito l’8 luglio 2004 e ha visto sfidarsi i più importanti studi di architettura internazionali. Il progetto “Open Hand” così chiamato perché, proprio come una mano aperta, la moderna e futuristica Galleria a forma di cofano d’auto, abbraccia la Casa Natale, in un perfetto connubio tra tradizione e modernità, è stato vinto dallo studio Future Systems di Londra. I lavori di preparazione dell’area di interesse progettuale sono partiti nel novembre 2007, la posa della prima pietra, che è una scultura disegnata dall’architetto Jan Kaplicky, è avvenuta il 20 Aprile 2009. La nuova Galleria coniuga il contesto storico con le più recenti tecnologie di risparmio energetico e alla vista ricorda il linguaggio estetico e le forme delle vetture da competizione. Il restauro e la conversione a Museo della Casa Natale, completa l’offerta culturale della Galleria adiacente. L’architettura contemporanea che caratterizza il museo porta la firma dell’architetto Jan Kaplicky fino al 2009. L’interior design e la direzione artistica sono stati curati dall’architetto Andrea Morgante di Shiro Studio, co-progettista anche dell’opera. Ingegneria, project management e direzione lavori sono stati seguiti dalla Società Politecnica. Nella Casa Natale un percorso multimediale permanente e di forte impatto ripercorre gli eventi più significativi della vita del Drake, raccontata dai testi di Leo Turrini. Nella nuova Galleria, le protagoniste de “Le origini del mito”, l’allestimento a cura di Giovanni Perfetti, sono le automobili esposte come opere d’arte. Le automobili sono espressione dei grandi marchi italiani e patrimonio di collezioni e musei internazionali di grande prestigio, alcune delle quali simbolo della vita di Enzo Ferrari: l’Alfa Romeo 40-60 del 1914, l’Alfa Romeo RL Super Sport Mille Miglia del 1927 e l’Alfa Romeo Bimotore del 1935. La storia e le glorie dell’automobilismo modenese sono celebrate attraverso documenti storici e oggetti selezionati da Adolfo Orsi e Raffaele Gazzi (Historica Selecta) corredati da contributi audio-video inediti. Al vertice del museo il Presidente Onorario Piero Ferrari, il Presidente Mauro Tedeschini e il Direttore Adriana Zini. "Mi fa molto piacere questo tributo a mio padre che amava profondamente Modena – dichiara Piero Ferrari – è un'opportunità per chi vuole conoscere meglio l'uomo, la sua storia e il legame tra la città e il mondo dei motori. Questa nuova struttura è perfettamente complementare con il Museo della Ferrari a Maranello, l'altro luogo fondamentale nella vita di mio padre”. “Il museo è dedicato alla vita di un personaggio che ha contribuito a rendere la cultura italiana famosa in tutto il mondo, un percorso per raccontare l’automobilismo sportivo attraverso personaggi, luoghi e competizioni simbolo – racconta Mauro Tedeschini - un investimento importante per la città di Modena e per il territorio emiliano, confermato ancora una volta come centro della vita e della passione motoristica italiana. Con il Museo Casa Enzo Ferrari vogliamo provare a tracciare il ponte immaginario che esiste tra passato e futuro: il passato raccontato dall’antica casa dove nacque Enzo Ferrari nel 1898, restaurata e conservata nella sua struttura originaria, il futuro rappresentato dall’innovativa struttura architettonica costituita dal ‘cofano’ in alluminio giallo, il nuovo tratto distintivo della città” – conclude Tedeschini.“Il Museo ha le caratteristiche per diventare un dinamico contenitore culturale in grado di suscitare interesse non soltanto tra gli appassionati di motori ma più in generale tra le giovani generazioni – aggiunge Adriana Zini – vorremmo che diventasse un nuovo simbolo della modernità e dell’identità modenese in Italia e nel mondo, capace di divenire un polo di attrazione turistica di livello internazionale.” La superficie di circa 5000 mq del Museo comprende, oltre alla parte espositiva, un’aula per la didattica con centro di documentazione digitale, una conference-room, una saletta per proiezioni cinematografiche, uno store e una caffetteria. Il Museo rimarrà aperto 363 giorni l’anno. Il centro documentazione è intitolato a Sergio Scaglietti, il carrozziere di fiducia di Enzo Ferrari scomparso pochi mesi fa, uno dei personaggi che con la sua inventiva ha contribuito a realizzare alcune tra le Ferrari più belle e famose al mondo.

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IL PAPETEE CONQUISTA

Lunedì 27 febbraio si è svolto un party dedicato agli appassionati dell’Happy Hour sulla spiaggia tra musica e tramonto, tra il mare della riviera romagnola e la sabbia.Il Papeete di Milano Marittima, un sogno che dura da 10 anni, verrà premiato per l'ultimo successo della compilation "Papeete Beach vol.15" già disco d'argento. Una serata che ha visto protagonisti Alessandro Piva direttore e Marco Soldini titolare del Papeete Beach, Claudio Chiappucci che hanno festeggiato in compagnia di amici come l’ex ciclista Gilberto Simoni, Roberto Manfredini, Melita Toniolo, il comico Massimiliano Pipitone (il Tony Manero di Colorado), Giuliano Cimetti accompagnato dalla fidanzata Zaira Barbagallo.

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IL JUST CAVALLI DI MILANO

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BOB SINCLAIR

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ALL’HOLLYWOOD

Restyling del locale By G ARREDAMENTI


PINK PARTY

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HOLLYWOOD MILANO

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SPRING PARTY


ALL’ HOLLYWOOD

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CHIC IN MOVIMENTO


SHOCK - MILANO - BOBINO


L’ APE GOLOSA


SAN MARINO


LIFE PEOPLE PARTY


PETER PAN - RICCIONE


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APRILE 18 CENA BUFFET H.22 DISCO PARTY H. 24 special guest

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Piazza Bresciani SALO’ - di fronte all’ospedale


PLATINUM

HOLLY WOOD RYTHMOTEQUE ‘

“La notte a Milano.”

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il punto di riferimento costante per qualsiasi evento del settore spettacolo, sport e media della città di Milano. L’Hollywood è sicuramente la discoteca Vip di Milano, la più famosa, il club dove tutti gli stranieri di passaggio vogliono assolutamente andare. In venticinque anni di storia, tutte le star della musica, del jet set, della moda, dello sport e dello spettacolo sono passati almeno una volta di qui tanto che il marchio “Hollywood” è presente là dove lo show business è appuntamento mondiale: al Gran Premio di F1 di Montecarlo, al Festival Cinematografico di Cannes, alla premiazione degli Oscar a Los Angeles, agli European MTV Awards, alle sfilate newyorkesi, parigine, londinesi e in tutte le località di grande appeal turistico dove ogni stagione è protagonista con feste dedicate al marchio e con la musica dei suoi Dj internazionali. L’Hollywood apre le sue porte a un target molto ampio dai 18 ai 40 anni con tante serate diverse. Una delle serate più esclusive è quella del mercoledì mentre ogni settimana vengono organizzati special events in collaborazione con l’agenzia di spettacolo Star’s Management.

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a cura di Stefano Pegli


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CAVALLI HOLLYWOOD - MILANO a cura di Stefano Pegli

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ocale creato dall’eclettico stilista toscano Roberto Cavalli e affidato alla gestione del Gruppo Hollywood. Luogo d’incontro selezionato di una clientela trasversale che fa rivivere il milieu della ‘Milano da bere’. Pavimenti in teak, micro-fari in fibre ottiche e sedute che cambiano look ogni sei mesi. Sulle note delle musiche lounge e chill out mixate con noti dj-set e con la complicità dello chef, si compie un rituale che associa il cibo al lifestyle di Roberto Cavalli che non trascura mai la cura e il piacere dell’accoglienza. Suggestivo il giardino esterno “Just Flower Garden” di >>


2000 mq. Divani, cuscini e sedute illuminate da torce, candele e candelabri, luogo estivo ideale per aperitivo, accompagnato da un ricco e vario buffet, per cenare o semplicemente per un after dinner. Si balla con musica commerciale, r&b e fashion house. Estetica e location sono sicuramente i punti forza di questo locale. Immerso nel verde di Parco Sempione, sotto la Torre Branca, vanta un grosso spazio sia interno sia esterno con molte postazioni bar, molte piste da ballo e privé. Il lunedì sera il ‘Just Cavalli’ è uno dei locali più gettonati dai milanesi, sia per l’ambiente molto chic e glamour sia per l’ottimo cibo. Piacevole anche la musica, mixata dai migliori dj del momento.

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