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ARMANI COLLEZIONE ARMANI JEANS BACCAGLINI BAGUTTA BELSTAFF BLAUER BRAYAN DAYLE BRANDO CALVIN KLEIN CAMOUFLAGE CATERPILLAR CLAVER CULT D 21 DENNY ROSE DEKKER DIADORA DIESEL DOCKSTEPS GANESH HAVANA

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INDEX LIFE PEOPLE N° 35

dicembre 2011

PHOTOSHOOTING: La nuova Avanguardia PHOTOSHOOTING: Atelier CHARME: Il lusso moderno FASHION: Caterina Balivo PHOTOSHOOTING: La notte è nera... per noi FASHION: Il lusso democratico FASHION: The stylist ANTEPRIMA: Valentino ACCESSORI: Farhad Re ANTEPRIME: Mipel ACCESSORI: I guanti FASHION JEWELS: Giorgio Visconti FASHION JEWELS: Mondo Prezioso EVENTI: Modaprima FASHION GUEST: Olimpia Le-Tan EVENTI: Joshua Fenu FASHION: Fabiana Lippi BEAUTY: Sothys BEAUTY: Go-go Multireflect BEAUTY: Chalet del Brenta PEOPLE: Paolo Sorrentino GOLDEN BOY: Alberto Gasparini GOLDEN BOY: Matteo Manassero GOLD HISTORY: Jimmy Wales FAMOUS: Tobey Maguire FOLLIE VIP PEOPLE: Rem TRIBUTO: Marco Simoncelli PEOPLE: Ben Dj PEOPLE: Stefano Ravara WORLD PROJECT: Centre Pompidou DESIGN: Nusco HOTEL DI DESIGN: Palazzina G DESIGN: Armani Hotel Milano ARTE: Federico Errante PEOPLE: Anja J DESIGNER: Philippe Starck ARTE: Massimo Gurnari MOTO: Ducati 1199 Panigale S AUTO: Audi Q3 AUTO: Nero Notte SPEED: VOLARE TRAVEL: Izmir

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il fashion magazine free-press d’italia

Società proprietaria del marchio LIFE PEOPLE : Nero di Bertulli Giacomo P.I. 02270740414

Concessione per la regione Emilia Romagna PUBBLI7 s.r.l

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LA REDAZIONE Direttore Creativo Giacomo Bertulli 329.2005433 Direttore Responsabile Andrea Latini Life People ADV - www.lifepeople.it

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Claudio Sperindei www.claudiosperindei.it Servizi giornalistici:

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Andrea Latini Annalisa Perazzini Dan Mc Swoord Enrico Sanchi Erika Facciolla Gabriele Nardini Giovanni Franciosa Giovanni Zerba Jean-Claude Poderini Kowalski Laura Bruscia Marcello Tosi Marianna Pilato Maria Teresa Pizzicoli Michela Ricci Michele Scudo Miguel Chimal Sanchez Monica Pucci Samuele Daves Simone Contardi Simone Vegliò Valentino Cristofalo

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Fotografo - Alessandro Omiccioli

Make up - Angela Montrone Stylist Anna Negusanti

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LIFE PEOPLE n.26 LUGLIO 2010

ANNO IV n.

26 LUGLIO 2010

®

Ludmilla Radchenko Pop Art, la mia passione

Redazione editoriale: Via delle Vele, 10 Fano (Pu) Tel.0721.580448 redazione@lifepeople.it

Autorizzazione del Tribunale di Pesaro n°546 del 18/12/2007 Marchio protetto da Copyright


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LA NUOVA AVANGUARDIA Un itinerario contemporaneo nel new concept della moda di Jean-Claude Poderini

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li stili alternativi influenzati da avanguardie di diversi paesi hanno portato il mondo giovanile ad un approccio verso l’abbigliamento che vale la pena analizzare. Vogliamo parlare di Urban-Chic o di Street-Style, la panoramica in sostanza non crea molto stupore. I designer scesi dal piedistallo della moda hanno fatto salire sulle passerelle lo stile di tutti e per tutti. Il concetto simbolo di semplicità, autonomia, energia, personalità e unicità in realtà non è semplice spiegarlo in quanto risulta un modo articolato, vario e vastissimo. E cosa dire del RicicloGlamour e del sempreverde Vintage (ormai dopo anni diventato vintage di se stesso)! Tutti questi stili esprimono dei contrasti notevoli e una incoerenza di fondo.

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Ma ormai impazza questa moda Crossover dove si può mescolare stili presi da generi differenti tra loro. È divertente accavallare, in una sorta di libera interpretazione, capi di look molto distanti tra loro. Questo meccanismo di ricombinazione denota come l’utente sia preparato a creare un suo proprio stile che rappresenta la sua personalità ed esperienza di vita. Ognuno, nel suo mondo, si esprime con dei codici che farebbero la fortuna di un antropologo o di un sociologo per non dire cosa ne pensa lo psicologo. Lo stilista si è trasformato in un provocatore dove attingere e prendere spunti in una totale libertà d’azione. Vediamo quindi donne metropolitane di tutto il Mondo indossare tacchi abbinati ad ogni stile, esibire big orecchini e multi braccialetti e nascondersi dietro grandi lenti scure o grossi occhiali neri (genere nerd). Ogni persona, secondo le proprie possibilità e i propri gusti crea un nuovo look che esprime un mood carico di energia. È una moda democratica che definisce il successo di questo nuovo concept, è nella libertà di esprimersi e di piacersi senza dover seguire una linea o scendere a compromessi.

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La regola è non avere regole e questo piace a tutti. Per strada vedi pantaloni aderenti indossati con top di seta e spencer di pelle. Vedi abiti con stampe fantasie abbinati con legging di lamè e grandi cappelli di lana. Il tutto è corredato con gli immancabili accessori, borse griffate e paraorecchie di pelo, altri look sexy e donne super silhouette o donne nature. L’equilibrio è l’ordine nuovo, alla fine gli accostamenti sono comfort e ricchi di stile e ben si adattano alla persona che con ironia lo ha creato per se. E se la cura del dettaglio, in questa trasformazione, diventa decisamente essenziale è altrettanto vero che dobbiamo ripensare a sdoganare nuovi concetti di accostamenti colori. In un atmosfera isolata dal contemporaneo e distillata dal superfluo, emerge la carica dei pensieri, degli ideali, dei sogni. La moda ha scelto di eliminare il “troppo” e di conservare il “particolare” in un flashback tutto bianco e nero per evidenziare la grinta apollinea dei giovani che vogliono fare del loro futuro la loro arte. E le passioni sono contenute

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nell’abbigliamento essenziale e talvolta trash che lascia al silenzio la più grande opportunità di esprimersi. L’espressività infatti sembra bloccata prima di compiersi, è fotografata appunto, ma altamente comunicativa. La moda ha stravolto in poco tempo i suoi cardini e le sue fondamenta sono ben salde, perché se moda significa sempre in continuo movimento, è questo che i giovani vogliono: la strada sale sulla pedana e la moda prende spunto dalla gente comune. Questa è la moda contemporanea e siamo tutti fieri di esserne parte.

Crediti: Photo: Alessandro Omiccioli Assistente: Nicola Montesi Stylist: Anna Negusanti Make up: Teresa Sanchi Hair Stylist: Fernando Santos Models: Andrea Stefanelli, Tommaso Avitabile (Tom Morvoloson Rifo DJ), Giulia Sorcinelli, Vittoria Belogi, Enrica Ferretti

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Via Emilia a Santo Stefano, 1 42100 REGGIO EMILIA (RE) tel.: 0522439821

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ATELIER di Gabriele Nardini

C Tubino nero in Duchesse elasticizzata modellato da riprese e manichette a fascia piegata. Cintura di vernice nera con fibbia gioiello ricamata a mano con pietre dure (CASTAdiva by Giorgia F).

ome semplice artigiano della parola, nella continua e infinita ricerca della novità, sono andato a esplorare e curiosare in un Atelier di Moda. Una leggiadra figura, quasi eterea, accoglie i clienti mettendoli subito a proprio agio e facendoli sentire importanti. Fanno il possibile per realizzare i desideri dei clienti affinché possano essere perfettamente comodi e sentirsi rassicurati e belli. Pur con una solida tradizione alle spalle, con un’anima che vive di passione per il lavoro e per tutto quello che realizzano sono sempre alla ricerca dell’innovazione e della creatività. Capaci di realizzare abiti suggestivi e con le caratteristiche di una elevata qualità, il segreto sta nel creare abiti su misura e originali, anzi unici. Un team di persone esperte e altamente qualificate, sono pronte a dipingere sul tuo corpo e a spalmare sulla tua personalità quell’abito che vi farà sentire unica. La scelta stilistica coniuga il buon gusto con la raffinatezza e l’eleganza di chi ama i capi su misura. Il continuo aggiornamento dei maestri sarti aiuta la clientela nella scelta dei tessuti pregiati e nell’abbinamento dei colori. >>

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Abito corto a palloncino in taffetas di seta con fusciacca avorio ricamata, guanti bianchi (CASTAdiva by Giorgia F).

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Abito corto a palloncino in taffetas di seta con fusciacca avorio ricamata, guanti bianchi (CASTAdiva by Giorgia F).

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Gonna lunga in raso di seta con teli in chiffon di seta e fusciacca annodata in vita, bustier in raso di seta con coppe inserite e ricamate a uncinetto con pietre dure e strass (CASTAdiva by Giorgia F).

Crediti: Photo: Sergio Serrangeli Modella : Michela Gallerati Stylist: Anna Negusanti Make up: Giulia Conti

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FASHION | CHARME

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IL LUSSO

MODERNO Un nuovo concept di pelliccia

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a pelliccia che tanto fa discutere rimane un indumento di rilievo nella sfera della moda. Se alcuni anni fa era un capo decisamente di alta moda, oggi, dopo aver subito un periodo di disinnamoramento da parte del mercato, è ritornata in auge con formule differenti e più adeguate ai tempi. Amata o odiata, la pelliccia resiste ai tempi e alle mode. Riportata a tutti i ceti sociali, trova una curiosità nelle nuove generazioni che la riscoprono in una vèrve più moderna. Ecco allora che troviamo piccoli accessori, di grande interesse di pubblico, che denotano un certo gusto per un look più eclettico e ironico. In fondo la pelliccia è sempre sinonimo di qualità ed eleganza. Ancora oggi ha il vanto di vestire donne e uomini con capi sempre al passo con i tempi. È una vera gioia portare un modello caldo e soffice di cui ci si innamora subito pazzamente! Si indossano in ogni momento della giornata e la si può abbinare con tutto. È in grado di interpretare qualsiasi look e, con colori brillanti, accendere il più grigio inverno con un guizzo di originalità e unicità.

Si fonda sul nuovo concept di “pelliccia” la collezione pensata dallo storico brand “DELLERA”. È stata lei, la prima maison a proporre nei suoi negozi il prêt-à-porter nella pelliccia. Accanto ai classici che fanno parte della storia di successo della casa milanese, troviamo piccoli pezzi pensati per la donna che ha riportato la pelliccia tra i “must have” dei suo look per l’autunno inverno 2011/2012. Stole, mantelle, poncho, coprispalle, colli, sciarpe, borse, cappelli, colbacchi, scaldamuscoli e guanti nonchè simpatici porta tablet e smartphone “su misura”. E ancora: cinture, portachiavi, collane e fermacapelli. Una scelta di successo cominciato nelle ultime stagioni da Gigliola e Andrea Dellera, al timone dell’azienda di famiglia, che hanno intuito i desideri della nuova tipologia di clientela: capi più pratici e meno impegnativi, da portare sopra a un abito da sera come alla guida del proprio scooter! Divertenti, moderni, duttili, colorati, accessibili, originali e caldi: tanti aggettivi per descrivere una gamma assolutamente trendy in cui le pelli pregiate si accostano alle lane,

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cachemire e pizzi, i tessuti tecno a bordure in pelliccia, poncho e mantelle in pelo diventano capi impalpabili, easy-chic! La palette di colori, per questo inverno freddo, spazia dai naturali tenui (color champagne e tortora) a tinte decise (come il ciclamino) che rallegrano l’inverno con esplosioni cromatiche di voluttuosa pellicceria, arrivando al rassicurante color taupe e nero notturno. Forte dei suoi successi, la pellicceria Dellera, continua a essere un riferimento per chi ricerca il meglio della creatività e del lusso moderno.

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CATERINA BALIVO

COLORA L’INVERNO DI CANNELLA

Elegante e sorridente più che mai, Caterina Balivo ha illuminato la nuova collezione Cannella. Incarna perfettamente lo stile del brand partenopeo. Fresca, spigliata ma soprattutto mediterranea, in perfetta sintonia con la filosofia della griffe: Cannella italiana come me.

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a collezione Autunno-Inverno 2011/12 Cannella rispecchia fedelmente lo stile del brand, pensato per una donna elegante, sofisticata, sobria, ma decisamente moderna ed attuale, che mixa sapientemente i capi per un look adatto da mattina a sera. La palette cromatica abbina le nuance classiche di stagione come nero e grigio a tonalità forti come verde pavone, coccio, arancio, ocra e rosso. Spazia nelle sfumature del marrone, tra cammello, fango, beige, moro ed ecrù, sdrammatizzate da contrasti nuovi e attuali. Pregiati i tessuti di stagione che abbinano doppio crêpe, velluti stampati, canvas di cotone, raso stampato, fustagno, lana mista cachemire e mohair, jersey con fantasie floreali e geometriche, punto Milano e infine pellicce naturali ed ecologiche. La nuova collezione abbraccia tutti i momenti della giornata. Uno stile sobrio e femminile per il giorno con abitini bon ton, anni ’50 e fantasia, dalla linea a tubino o svasata, abbinati a capi spalla curati nella minuzia di preziosi accessori. La maglieria con lavorazione jacquard spazia da mini dress a cardigan e cappottini, per uno stile casual chic che abbina il jeans stone washed e color a preziose e vivaci giacchine Chanel, proposte anche nella versione classica tailleur gonna o pantalone. Maglie da tagli ampi e asimmetrici e maxipull in tinta unita o stampati, sono abbinabili agli ormai irrinunciabili legging come a pantaloni dalla vestibilità skinny. Il classico sapore inglese del trench, capo pass-partout della stagione, è sdrammatizzato e reso più moderno da giochi di

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di Jean-Claude Poderini

volume e inserti gioiello. Per il grande freddo ecco caldi piumini nelle tonalità del grigio, nero, beige e oro, con dettagli di pelliccia ecologica. Immancabile la linea elegante per la sera, è perfetta anche per eventi mondani e cerimonie, caratterizzata da uno stile classico ma informale, giocato con colori di tendenza e fantasie, per una donna femminile, dall’immagine misurata e senza eccessi, caratterizzata dalla consueta qualità ed eleganza Made in Italy del brand. La linea di abbigliamento Cannella è pensata per la donna aggiornata, interessata agli orientamenti della moda e al tempo stesso attenta alle proprie esigenze di eleganza e soprattutto di praticità. Grazie a una gamma di prodotti ampia e differenziata, i capi sono ideali per ogni momento della giornata, da quello più formale a quello più casual, fino alla cerimonia con proposte sobrie ed eleganti. Nei tessuti usati per le sue collezioni, il brand privilegia le fibre naturali e materiali di elevata qualità che donano ai capi un’immagine unica e ricercata. Testimonial d’eccezione è la brava e bellissima Caterina Balivo che tra gli impegni di scrittrice (attualmente è in libreria con il libro "Tutti quanti abbiamo un angelo” edito da Rizzoli) e quelli di conduttrice radiofonica (su Radio Monte Carlo dalla 9 alle 10 all’Alfonso Signorini Show), ci ha regalato un pò del suo prezioso tempo per rispondere alle nostre domande. >>


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Come si trova, una brava e intelligente conduttrice televisiva, nei panni di una testimonial di un brand di Moda? Mi diverte molto giocare come modella, mi porta indietro negli anni quando a 17 anni facevo le prime foto... ah come ero tenera e impacciata! Quale è la tua idea del lusso? Non avere il tempo che ti rincorre. Cosa pensi della nuova idea di eleganza? L'eleganza non ha tempo. Se uno non lo e' di natura deve aiutarsi scegliendo capi donanti come quelli di Cannella. Quando una donna ha classe? Quando non ha bisogno di scollature varie. Quali sono le donne eleganti oggi? Bianca Balti, Afef, Catherine Spaak, la nuova first lady la Signora Monti. Quanta importanza da Caterina Balivo alla Moda? Mi piace seguirla ma non ne sono vittima, se una cosa è alla moda ma non mi sta bene, ci rinuncio. Nella Moda qual’è la migliore amica della donna? Le scarpe! Oggi, nella Moda, quale differenza c’è tra un uomo e una donna? Mah sempre meno, si da peso a entrambi. La moda influenza lo stile di una persona? A volte si e a volte fa anche danni. Nel tuo look, ti piace mescolare diverse firme, oppure preferisci vestire un total-look di un unico brand? No, per carità, mischio e con un po’ di tutto, da una cosa comprata a Portobello a una griffe di grido, ma non mescolo mai bigiotteria e gioielli veri. Pantaloni o gonna? Per la comodità, la gonna. Thè o caffè? Solo thè. Se la moda fosse un animale, quale sarebbe? Un leone. Prêt-a-porter o sartoria su misura? Prêt-a-porter, non ho pazienza per le prove sartoriali. Qual’è il tuo ballo preferito? Il rock and roll. E la tua canzone preferita? Tutte! La moda è una buona cura antidepressiva? Più lo shopping direi … Un bell’abito, dà un pieno di energia? Si, se ti fa sentire figa. Sei più esibizionista o megalomane? Oddio! spero nessuna delle due... Hai un sorriso ammaliante e uno sguardo dolce, quanta della bambina Caterina c’è in te? Ti dirò molto... a volte mi guardo allo specchio e mi dico, ma sembri cresciuta! Pigiama o babydoll? No, a letto sempre sexy. Cosa non manca mai nel guardaroba di Caterina Balivo? Dei vestiti monocolore pronti per l'uso. La Moda è vintage? No è vecchia per chi si veste al buio! Sei più napoletana o italiana? Napoletana... ops! No, italiana e; lo slogan di Cannella ah ah ah

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LA NOTTE E’ NERA… PER NOI di Gabriele Nardini

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a notte è piccola per noi” è il titolo di una fortunata canzone, cantata e ballata dalle sorelle, anzi super gemelle Alice ed Ellen Kessler. Nel lontano 1965 erano venute dalla Germania per dire che la notte era fatta per cantare e per ballare e mentre il giorno era lungo da passare, la notte era piccola e volava. Il suggerimento era giusto ma in Italia già lo sapevano che la notte era fatta per vivere e divertirsi. Non per niente Federico Fellini ci aveva illuminato sulla dolce vita che si consumava Roma nella famosa Via Veneto dove stuoli di paparazzi erano sempre in agguato intenti a carpire chissà quale notizia o segreto delle attricette italiane e americane. E se la notte è tenera, giovane, splendida e bella da morir, (come recita la canzone) si deve seguire questo consiglio e uscire. Ma il problema nasce quando ci si domanda: cosa mi metto? L’idea c’è, ma trovo qualcosa nel guardaroba!? Innanzi tutto diamo un colore alla notte e diciamo che è nera per noi. Adottiamo il colore più profondo, tenebroso, affascinante ed elegante. Con il nero non si sbaglia mai,

certo lo possiamo combinare con altri colori per dare un tocco di originalità o a volte lo possiamo alternare per non essere troppo monotoni e ripetitivi, ma sempre con il nero siamo sicuri e raffinati. “Cosa stiamo ad aspettare, vieni a ballar” (continua il brano), e allora dobbiamo pensare al modello che ci renda liberi nei movimenti e non sia troppo castigato. Va bene un semplice abito lungo con spacco alto di un bel tessuto impreziosito di ricami, come anche una gonna pantalone di chiffon o una piccola giaccha adornata di gioielli. È il momento per abbandonarsi all’amore e quindi vai con il trucco per dare un tocco di colore, e i capelli che durante il giorno erano legati ora splendono nel loro massimo fascino. Con i capelli cotonati, mossi naturale, con un look un pò selvaggio, e una bocca sensualesi è subito pronti per vivere, anche solo una ora, ma che rimarrà nella nostra memoria come mille ore. Ebbene si, il tempo vola ma allo stesso modo si fermerà e tutto resterà splendido così, solo per noi… e per tutti voi! >>

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Giacca nera in Duchesse stretch, cintura bianca a pieghe con accessorio gioiello, coulotte in raso di seta, guanti in organza, (CASTAdiva by Giorgia F).

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Gonna a pantalone trasparente in chiffon di seta, coulotte in raso di seta, giacchina corta ricamata con perline, collana/cintura in metallo con pendenti di perle e pietre dure( CASTAdiva by Giorgia F).

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Abito lungo nero in paillettes con profondo spacco laterale, boa di struzzo (CASTAdiva BY Giorgia F)

Photo: Marco Mezzanotte Stylist: Anna Negusanti Hair Stylist: PourParler Parrucchieri (Ancona 071 203654; Senigallia 071 7923619) Make up: Marcella Montanari Model: Manila Piagnarelli Abiti: Atelier Giorgia F (via Berti, 1 - 60044 Fabriano - AN www.giorgiaf.it tel. 0732 24052, Mob. 320 4056159)

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IL LUSSO DEMOCRATICO di Giovanni Franciosi

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os'hanno in comune H&M, Target, Oviesse e Uniqlo? Sono colossi della grande distribuzione di abbigliamento, alfieri della moda giovane a prezzi competitivi, presentata in grandi Flagship Stores dove le collezioni cambiano e si rinnovano periodicamente, attirando il consumatore con prodotti attuali e, soprattutto, alla portata di ogni tasca. Il tam-tam dei blogger e dei buyer internazionali ha poi trasformato quella che era nata come un'alternativa cheap al prêt-a-porter nel nuovo snobismo della moda, la vera alternativa al vintage: ovvero, mischiare il sacro e il profano, le creazioni degli stilisti con la moda pronta del fast fashion. Così, fuori dalle sfilate di Milano e Parigi, per le strade di New York e Londra, giovani modaiole debuttavano baldanzose con look non proprio ortodossi, tipo pantalone di Zara e giacca di Gucci o cappotto di Prada su legging che, vai a vedere attentamente, sono marchiati H&M. Il primo ad accorgersi della rivoluzione in atto fu, ça va sans dire, Karl Lagerfeld. Proprio lui, il rinnovatore e direttore artistico delle Maison Chanel e Fendi, spiazzò la concorrenza con una mossa a sorpresa, disegnare una capsule collection in edizione limitata per H&M. Ovviamente arrivarono strali di protesta e si levarono scudi ma, come sempre, Kaiser Karl, ci aveva visto giusto. La collezione, posizionata su una fascia prezzo leggermente superiore alla media H&M, ebbe un successo strepitoso. E da allora ogni collaborazione del colosso svedese crea sconquasso nel mondo depresso della moda afflitta dalla recessione economica. I negozi di Hong Kong e Milano, Shanghai e Los Angeles, Madrid e New Delhi ospitano file dalle prime ore del mattino ogni volta che H&M mette in pista una nuova collaborazione: da Sonia Rykiel a Matthew Williamson, da Jimmy Choo a Roberto Cavalli a Lanvin. Orde di consumatrici, la casalinga accanto all'imprenditrice, che si strappano dalle mani pantaloni e giacche, camicie e scarpe, con scorte che si esauriscono il giorno stesso. Così nella recente liason, datata 17 novembre scorso, con Versace, 40 capi da donna e 20 da uomo. Stampe, borchie, divani e cuscini, lo stile Medusa declinato nell'affordable chic di H&M. Alla recente Fashion Week di New York il pop-up store di Target a Times Square e' stato, un bel giorno, letteralmente preso d'assalto. Motivo? Usciva la collezione Missoni for Target, sapientemente anticipata sul sito da un accattivante e nostalgico video retrò dove Margherita Missoni, figlia di Angela ed erede della dinastia, presentava gli abiti e spiegava come abbinarli, tra i saloni della sua casa milanese e i caffè' di Brera. I celebri motivi zig zag declinati in poncho e cappottini a $ 39,99,

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perfino i manichini delle vetrine sono stati spogliati da fameliche e incredule consumatrici. Anche Uniqlo, il retailer giapponese che propone, in antitesi allo stile Zara e H&M, moda colorata e chiassosa ha dedicato una nicchia alla collezione +J, che vive il suo atto finale con l'attuale Fall Winter 2011. Disegnata da Jil Sander, pensionata di lusso, che ha ceduto il suo marchio eponimo per togliersi qualche sfizio, tipo adattare il suo chic algido e sartoriale ai canoni frenetici di Uniqlo. Il risultato è una collezione sorprendentemente fresca e giovane. L'italianissima Oviesse, nella sua strategia di rilancio commerciale, ha anch'essa seguito la strada tracciata dai suoi competitori, rivolgendosi ai fratelli Capasa di Costume National per creare, da questa stagione, E=, ovvero E Equal, collezione uomo e donna composta da 50 capi stagionali che dovrebbe trainare la proposta Oviesse e rinfrescarne il nome. Persino un integralista come Gianbattista Valli, rappresentante dell'alta moda italiana a Parigi, si è lasciato attrarre dal livello differente. Lui, sempre refrattario al prêt-aporter. Contattato da Macy's, il grande magazzino per antonomasia di New York, ha creato, per la collezione crociera di dicembre, 40 abiti da cocktail, "summa di tutte le mie ossessioni", come ha dichiarato. Quindi, il lusso democratico, pare essere la nuova frontiera, in questi tempi incerti e confusi nel pianeta Moda. E' una contaminazione che appariva impensabile ma pare destinata a durare. E' solo la conseguenza dell'incertezza economica o serve da traino e crea comunque interesse per le collezioni importanti?

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FASHION | THE STYLIST

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FASHION | THE STYLIST

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e star emergenti Blake Lively e Leighton Meester, oltre ad essere state lanciate entrambe dal telefilm Gossip Girl, hanno in comune il fatto di essere divenute dei veri e propri esempi di look per le teenager e le giovani ragazze di oggi. Le celebri attrici ventenni, pur avendo superato da poco la maggiore età, hanno già il privilegio di indossare capi e accessori di griffe famose in tutto il mondo. La bionda Blake Lively (di cui si è molto parlato per la sua interpretazione nel kolossal Lanterna Verde) ama molto occuparsi in autonomia della ricerca di nuovi abiti adatti alla sua immagine. Quest’ultima, ormai, è associata automaticamente dal pubblico e dai media a prodotti di lusso, in quanto Blake è la testimonial attuale della campagna riguardante la borsa Mademoiselle di Chanel. A prescindere da tale immaginario, lo stile di questa star cambia in continuazione perché segue il suo umore personale. Casual o elegante che sia, esso appare sempre vincente: il punto di forza di Blake, infatti, è l’idea precisa che ha di se stessa e la sicurezza che ha dimostrato più volte durante varie apparizioni mondane. In linea di massima, il look della diva è molto originale poiché basato sui contrasti. Spesso è solita abbinare un giubbino di pelle a un vestito femminile, o portare delle scarpe da sera Louboutin su un completo più casual. All’inizio di questo autunno, inoltre, è stata fotografata con indosso il celebre cappotto con le maniche in pelliccia di Burberry London, divenuto già un capo molto ricercato e all’ultimo grido per l’inverno 2011/2012. Anche in fatto di accessori, la versatilità di Blake Lively non è da meno: dei gioielli che adora e che la fanno apparire frizzante sono i bracciali rigidi più o meno elaborati di Lorraine Schwartz, come pure i complementi moda in stile Sixties, ispirati alle tendenze newyorkesi lanciate all’epoca da Andy Warhol. Un altro pezzo del guardaroba che l’attrice cerca di utilizzare il più possibile è una doctor bag vintage che ha scovato a Parigi. Non solo grandi

Marianna Pilato

LO STILE DI BLAKE LIVELY E LIEGHTON MEESTER, E’ IMITATO DALLE GIOVANI DONNE griffe, insomma, per questo talento emergente del cinema, ma anche capi particolari che Blake si diverte a trovare in mercatini e negozietti di varie città metropolitane visitate durante viaggi di lavoro. Stesso discorso può essere fatto sugli acquisti effettuati dalla collega Leighton Meester, assidua frequentatrice degli outlet, degli store vintage e dei cosiddetti consignment shop (es. Fish for the Hip a Chelsea e Ina) della Big Apple. Come il personaggio che interpreta in Gossip Girl a cui deve la notorietà (Blair Waldorf ), l’attrice è considerata al pari di una vera trendsetter, oltre ad essere stata indicata come “la nuova Sarah Jessica Parker” (altra diva del grande schermo che è riuscita a diffondere delle mode). Secondo lei la regola numero uno per trovare il look adatto a sé è comprare esclusivamente capi che si addicono al proprio fisico, senza preoccuparsi più di tanto delle tendenze del momento. Ad ogni modo, è convinta che esistano dei capi base che ogni donna dovrebbe avere all’interno dell’armadio: una giacca smoking, un paio di jeans neri, le classiche scarpe pumps nere di Vuitton che si addicono quasi su tutto, calzature con plateau e tacco alto, magliette comode e un orologio dal cinturino color oro che fa sempre chic. In merito ai suoi gusti personali, invece, Leighton afferma di essere una collezionista appassionata di scarpe (tra cui cita quelle firmate da Prada, Margiela, Alaїa e Proenza Schouler). Per l’abbigliamento, infine, spazia da un semplice vestito nero corto a tubino, al glitterato o a quello lungo con stampa fantasia (es. il modello di Marc Jacobs con cui è apparsa al Met Ball del 2010), dai jeans stretch in tessuto morbido ai top femminili di Chloé e ai maglioncini bon ton con motivi a losanghe. Chissà se il suo recente debutto come cantante la indurrà a rinnovare ancora di più il suo style, o se non rivoluzionerà l’immagine da brava ragazza con la quale è conosciuta ora. Quel che è certo è che il suo look attuale ha riscosso i consensi sia dei fan più sfegatati sia del pubblico televisivo/cinematografico in generale.

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BOUTIQUE REGGIO EMILIA

Dress boutique e sartoria , con i suoi 25 anni di esperienza, rappresenta uno dei piu’ importanti negozi della citta’. Ambiente elegante e personale qualificato ne fanno un punto fermo per chi ama vestire con gusto. All’interno del punto vendita si trovano delle aree specifiche per ogni genere di abbigliamento: Sportivo, Classico, Sposo e su Misura. Marchi come Fred Perry e Versace insieme a prodotti fashion, si mescolano per creare il look piu adatto a voi. Via Monzermone 10/12 Centro storico di Reggio Emilia tel. 0522-434978 mail dress@live.it

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VALENTINO La scommessa di Pitti Immagine Uomo

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di Samuele Daves samueledaves.com

ramontata l’era di Valentino Garavani e dei brand legati al loro fondatore (oggi sono le grandi holding del lusso a gestire la moda) il marchio storico è oggi diretto dal duo stilistico composto da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, che proprio il grande Maestro dell’Alta Moda aveva nel 1999 voluto a realizzare una linea di accessori estremamente lussuosi che riflettessero l’attenzione di Valentino per i ricercati dettagli sartoriali di ogni suo abito. Approdato nel 2008 alla direzione creativa, il duo ha definito con specificità una visione stilistica fuori dai canoni, sintetizzando nell’abito la natura fragile e pericolosa, il culto dell’unicità e della distinzione della personalità. Durante il Pitti Immagine Uomo Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli presenteranno in anteprima mondiale assoluta la loro collezione uomo Valentino 2012-2013 sfilando per la prima volta nel cuore della Firenze antica. Con la presenza di una delle maison iconiche del made in italy, Pitti Immagine Uomo continua a sostenere la moda italiana contemporanea, come ha dichiarato in modo chiaro Raffaello Napoleone, amministratore delegato della manifestazione fiorentina: “L’ospite speciale di Pitti Immagine Uomo sarà Valentino”. Siamo molto lieti che Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli abbiano accettato il nostro invito. Il loro lavoro declina con uno spirito dinamico e contemporaneo il savoir faire sartoriale di una casa che ha fatto la storia della moda. Nel loro approccio, visionario e pragmatico, tradizione e innovazione si intrecciano senza soluzione di continuità: un carattere che Pitti Immagine apprezza e cerca, da sempre, nei fashion designer. Abbiamo seguito il lavoro di Chiuri e Piccioli fin dalle prime presentazioni a Parigi. In breve tempo hanno sviluppato una poetica sicura e uno stile preciso. “Era il momento giusto per offrire loro un palcoscenico come quello di Pitti, sul quale mettere in scena con una sfilata la nuova visione dell’uomo Valentino”. La considerazione sociologica da fare è certamente legata alla domanda del se l’ospite speciale di Pitti Immagine sia un effettivo e futuro riferimento per il business moda o costituisca piuttosto un ideale regolativo kantiano di stile. Ai buyer l’ardua sentenza.

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FASHION | ACCESSORIES

FARHAD RE La Sacca Di Alta Moda di Michele Scudo

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ggetto di culto per la donna esigente, la borsa è l’accessorio che rappresenta la cornice di un bell’abito. Oggi non è solo un accessorio o una bella cornice, attualmente la donna è esigente e molto attenta e pretende che la sua borsa la possa soddisfare in tutto, a partire dalla forma, dai pellami, dai colori e dai dettagli che contraddistinguono senza ombra di dubbio una bella borsa. Restringendo la ricerca, dai tanti modelli proposti, possiamo parlare della borsa a sacca, capiente e molto funzionale, da utilizzare dalla mattina alla sera cambiandone ovviamente il contenuto, dall’indispensabile al superfluo. Farhad Re, brand giovane (nasce nel 2001 a Roma) decide di focalizzare tutte le sue sinergie sulle borse, la eterna amica della donna. Lo stilista (nato a Roma 35 anni fa) sa bene cosa cerca la donna che lavora e quindi concentra il suo sforzo creativo nella sacca che ben aderisce alle esigenze della sfera femminile. La donna nella borsa ha tutto il suo mondo. Le foto delle persone care, gli indirizzi degli amici, le chiavi della sua casa e auto, il suo ufficio e tante altre cose che determinano il suo mondo. Farhad vuol far conoscere al mondo femminile la vera funzionalità di una borsa e lo fa partendo dalla forma, dando così vita alla “SACCA”, must della collezione. Sempre più ristretta la sua ricerca, trasforma la borsa in un oggetto molto apprezzato non solo nella forma, bensì anche nei pellami e negli accessori che la completano. Di seguito nasce così la Sacca con il doppio manico, quello da giorno realizzato con lo stesso pellame della borsa e quello gioiello da sera in metallo intrecciato (nickel o color oro), la sostituzione di uno con l’altro è facile bastano due semplici click laterali, ed ecco che la borsa da giorno è diventata una elegante e capiente sacca da sera. La sacca è proposta in due pellami diversi e contrastanti tra di loro, pelle vintage, invecchiata e rovinata prima della finitura lucida attraverso diversi passaggi tra cui una centrifuga con pietre che la rendono all’occhio quasi vecchia e vissuta, e la versione in crosta non molto leggera al fine di mantenere, grazie alla rigidità, il volume e le forme dovute e volute. All’interno è proposta una pochette nella stessa tinta e lavaggio, legata con una catenella agli anelli laterali della borsa, molto utile in una borsa capiente, soprattutto per gli oggetti più piccoli. Entrambi i materiali ad effetto vissuto, la rendono simile ad una sacca anni ‘60/’70 originale, con la particolare possibilità di trasformarla in un oggetto chic sostituendo il manico, volutamente vistoso e lucido, che lascia trasparire l’effetto voluto dell’invecchiamento della pelle.

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FASHION | ACCESSORIES

Proposta in tre diverse misure, grande, media e la piccola pensata con l’idea delle dimensioni di una pochette ma in una visione totalmente nuova, non più rigida e sagomata a cui siamo abituati ma bensì morbida e senza specifica forma. Per questo motivo, la scelta del designer di rifinire le sacche senza foderarle per non influire e modificare il movimento naturale delle pelle. Tutta la collezione Farhad Re dai pellami agli accessori è rigorosamente Made in Italy. Il suo stile forte, graffiante e al contempo elegante e sontuoso, lo rende da subito riconoscibile e di grande attualità. Le sue collezioni che pur nella loro modernità, riflettono il suo gusto per il lusso estremo, fanno di lui, uno dei giovani stilisti più seguiti dalla stampa e dagli addetti ai lavori, nonchè più amato dalle stelle e dame del jet-set internazionale attirando l’attenzione di donne come: Catherine Denueve, Brigitte Nielsen, Ursula Undress, Joan Collins e molte altre.

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FASHION | ANTEPRIME

MIPEL The bag show

D Angi Designer

di Jean-Claude Poderini

al 18 al 21 Settembre si è svolta il “Mipel”, Mostra internazionale di Pelletteria e Accessori, negli spazi di fieramilano a Rho. L’edizione è stata memorabile perché era la N° 100. È stato un evento fatto di eventi. La centesima edizione di una fiera storica che, negli anni, si è trasformata in momento cardine e imprescindibile per gli operatori del settore. Tanti sono stati gli appuntamenti in programma che hanno celebrato i cinquant’anni di una manifestazione che ha visto muovere i primi passi dei grandi nomi della pelletteria italiana. I 429 espositori, di cui 270 italiani e 159 stranieri (di cui 52 di India), hanno realizzato un focus su tendenze e collezioni per le primavera/estate 2012. Erano esposti migliaia di modelli nei quali trovare il meglio delle produzioni di borse, valigie e borse da viaggio, ombrelli e articoli in pelle come portafogli, agende e piccola pelletteria. Nel primo semestre del 2011, il settore pelletteria ha evidenziato una ripresa, innescata dalle griffe, sospinte a loro volta dalla domanda trainante dei mercati emergenti, tra i quali la Cina sta giocando un ruolo sempre più importante. Spunti decisamente positivi quindi per l’alta gamma griffata, ma anche per i brand meno noti al grande pubblico che operano nelle nicchie del lusso accessibile. Ora vediamo le tendenze della borsa per l’estate 2012. Dal cahier di Roberto Ricci vediamo un dichiarato ritorno alle linee classiche, eleganti e pulite dove la novità è tutta nel dettaglio. La prossima estate sarà all’insegna della sobrietà. Vince l’equilibrio di una borsa dalla dimensione media, pratica, bella e perfetta per durare nel tempo. L’attualizzazione e la tendenza, c’è, ma vive nei materiali e nelle applicazioni, a volte inattesi, su un accessorio dalle linee estremamente pulite. Sarà un oggetto che trasmette grandi sensazioni tattili, qualcosa di morbido e soffice da toccare. Una bag utile, ma anche piacevole da accarezzare.

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FASHION | ANTEPRIME

Aleanto Collezioni

Marigroup

Le forme sono le classiche, dalla shopping alla boston alla busta. È una conferma di modelli intramontabili che, realizzati con materiali pregiati e di ottima qualità, rendono un prodotto duraturo che sopravvive più di una stagione. Ma siccome la moda esige sempre e comunque qualcosa di nuovo, ecco che la novità si manifesta nei dettagli e negli accessori di metallo che evidenziano i logo dei vari brand. Tante sono i modelli a tracolla e a spalla, ma non solo per un fattore estetico, ma bensì per praticità, con la semplice funzione di liberare le mani mantenendo la borsa vicino al corpo. Se tramonta quasi del tutto il maxi volume, ritroviamo ancora la piccola dimensione della pochette. Quella da giorno non sarà micro, anzi avrà più di uno scomparto perché dovrà contenere il necessario per la giornata lavorativa e per la cena di lavoro. Per i materiali e le applicazioni la parola d’ordine, per la prossima stagione estiva, sarà morbidezza, sofficità e naturalità. Si alle borse paffute, piacevoli al tatto, e che prevedono come materia base il tessuto. Una scelta, questa, che è vincente e si accorda con il costo finale, più contenuto della pelle. Le applicazioni saranno evidenti e rimandano la memoria a un che di selvaggio e di primordiale. I dettagli, dai profili ai bordi, riprodurranno l’effetto rettile, mettendo in primo piano, anche i classici cocco e pitone. C’è la “Kelly” di midollino, una borsa dalla linea elegante sdrammatizzata da un materiale estivo come un semplice arbusto. Ci sono tante frange, anche in forma di nappine tira lampo fino al portachiavi. E anche tantissimi intrecci: di pelle, di tessuto, di metallo e altro, basta che sia intrecciato. Una menzione a parte meritano le impugnature: ancora intrecciate, di bambù. Le fibbie saranno piccole opere d’arte. I Colori e le stampe diventano protagonisti indiscussi. L’essenza prevede una palette di colori tinta unita, dove i must estivi come il bianco e l’argento, saranno abbinati a coloriture cuoio, taupe, sabbia e tutti i toni naturali della terra. Per chi sente di incarnare l’anima gitana preferirà la borsa con dettagli color vino, arancio becco d’oca e giallo vivace e oro. Le stampe saranno all’insegna dei fiori di tutte le dimensioni: piccoli e cinesi per le borse dalla linea più classica. Dimensioni mega, come i girasoli e i tropicali sulle bag che devono colpire e stupire. Poi c’è la serie delle stampe effetto rettile, di tutti i tipi, ma sempre molto evidenti, come livrea, nel corpo della borsa, oppure a impreziosire profili e manici.

Sorelle d'Italia

Puntotres

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FASHION | ACCESSORIES

I GUANTI di Michele Scudo

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entisette piccole ossa e una moltitudine di nervi e muscoli compongono una meravigliosa creazione: la mano. Questa estremità umana, così complessa e utile, deve essere sempre protetta e accarezzata. È la parte del corpo che, come nessun’altra, è in grado di soddisfare tanti movimenti, assumere forme diverse e realizzare molteplici azioni. La consapevolezza di questo eccezionale ruolo che ricopre nella vita di ogni uomo, ha indotto alcune persone a interessarsi ad essa. Il guanto, è l'indumento che ha la funzione di proteggere la mano dal freddo, dall’umidità e da fattori esterni. Deve adattarsi, alla mano, come una seconda pelle e allo stesso tempo, deve essere flessibile al fine di adeguarsi ai movimenti e alle forme mutevoli. Anche se la qualità di un guanto di pelle è determinata principalmente dalla scelta della materia prima, il processo di taglio è fondamentale. È qui che la specialità della Otto Kessler, dal 1923, simboleggia una garanzia, unendo originalità e tradizione artigianale. Per questo brand la mano si trova al centro di tutto il proprio lavoro. Abilmente e utilizzando i vecchi segreti del mestiere creano una copertura protettiva e sensuale per le nostre mani. Ogni modello di guanti è tagliato a mano, i bottoni e gli intrecci sono applicati con creatività e grande attenzione ai dettagli. Con abilità e perfezione sono assemblati e cuciti insieme, ogni singolo pezzo, per ottenere guanti di alto valore qualitativo.

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FASHION | ACCESSORIES

Prodotti secondo i canoni della tradizione e sempre in linea con le tendenze moda, realizzati con le migliori materie prime e le rifiniture pi첫 accurate, producono da tre generazioni guanti di pelle, tessuto, pelliccia, sia da uomo e sia da donna. Questa produzione con elevati contenuti moda consente di stimolare tutti i sensi. Partendo dal

naturale e delicato profumo della pelle agli accattivanti ed emozionanti colori vivaci dei materiali, la delizia tattile crea una sensazione di dolce tocco mano-pesca vellutata che lusinga la pelle delle mani. Con un paio di guanti, ogni movimento della mano risulta morbido e soave.

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FASHION | JEWELS

Un brivido di luce sulla pelle

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l brand Giorgio Visconti, nasce nel 1946 a Valenza, dal famoso designer di gioielli che da nome alla griffe. Da subito è apprezzato per il suo stile ricercato e di gran classe, con forte identità e aggiornamento alle mode. Tutte le sue creazioni sono curate nei minimi dettagli, realizzate in oro bianco, in oro giallo e in oro rosa, con diamanti perle e pietre preziose, dai colori intensi, raffinati ed eleganti ma anche contemporanei e spiritosi. Pianifica e produce gioielli artigianali con tecnologie all’avanguardia, affermandosi nel panorama internazionale. La bellezza dei modelli Visconti è l’incontro tra la perfezione e la qualità, gioielli raffinati e contemporanei realizzati con una cura maniacale al dettaglio e all’eccellenza. La Maison, oltre a creare collezioni con gioielli distinti e tradizionali, riconosce ed elabora soggetti del mondo animale e altro come: coccinelle, gufi, rane, fragole, fiocchi e cuori trasformandoli in gioielli bon-ton, dalla linea trendy e chic, tempestati di brillanti e gemme preziose, piccole opere d’arte dalle forme ricercate, da indossare in ogni occasione.

Per la collezione 2012 Giorgio Visconti presenta ALCHIMIA, una linea di gioielli dai colori intensi dove possiamo riconoscere pezzi unici, nati dall’esperienza dell’artigianalità orafa italiana e dal forte desiderio di novità. Nella collezione abbiamo come protagonisti rubini, zaffiri e smeraldi usati in accostamenti policromatici in modo da realizzare straordinari effetti luminosi e iridescenti. È stata pensata per una donna elegante e glamour, che ama i gioielli voluminosi, con colori pieni e vivaci. Un altro protagonista della collezione è il diamante nero, che è presente in diverse linee, accostato o intrecciato, insieme a diamanti bianchi, su montature in oro bianco per avere un effetto “Black & White”. In tutte le linee di questa collezione possiamo riconoscere sinuosità, concentricità e voluminosità, effetti di tridimensionalità, dati dagli accostamenti di pietre in gradazione per colore e dimensione.

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La realizzazione e la finitura di quest’ultima collezione, sono sempre più sofisticate, grazie a un’artigianalità all’avanguardia, con l’utilizzo di particolari microscopi che consentono l’incastonatura completamente a mano sia delle pietre sia dei diamanti, anche quelli più piccoli, a volte quasi invisibili ad occhio nudo, i quali vengono usati per le realizzazioni dei pavè.Le linee presentate nella collezione Alchimia sono tredici, pezzi unici di alta gamma, dove abbiamo splendidi pendenti, ciondoli, orecchini e anelli. Nella linea PHILOSOPHY, grazie al motivo decorativo dei diamanti crea un delicato effetto “ricamo”, abbiamo una parure composta da anello, orecchini, e girocollo in oro bianco nella versione diamanti bianchi e brown o nella versione più romantica dove abbiamo l’accostamento di diamanti bianchi e rubini. Nella linea FREEDOM, possiamo ammirare anello e girocollo con diamanti a “rilievo”, in un effetto optical Black & White, in oro bianco con pavè di diamanti bianchi e neri con decori di fiori e farfalle. Nella linea ECLIPSE, girocolli, orecchini e anelli su base oro bianco, con diamanti bianchi, abbinati a rubini o diamanti neri, a creare preziosi effetti concentrici in cui la luce dei diamanti bianchi si irradia della preziosa pietra centrale verso l’esterno. Nella linea JOY, riconosciamo un’atmosfera retrò, in oro bianco con diamanti che creano un delicato motivo floreale in rilievo, su una base di diamanti neri e brown. Queste sono solo quattro delle splendide linee della collezione Alchimia, gioielli senza tempo che ci catturano in un attimo conquistandoci per sempre. Questo famoso brand, ha oltrepassato metà secolo, oggi è presente nelle vetrine dei migliori gioiellieri di tutto il mondo, grazie al loro design, dalle linee semplici e raffinate, pezzi unici e contemporanei nati da una grande tradizione che si evolve mantenendo la classe e la qualità, intramontabile nel tempo e in ogni occasione.

di Monica Pucci

GIORGIO VISCONTI


FASHION EVENT

MONDO

PREZIOSO IL SALONE DEL GIOIELLO CONTEMPORANEO

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di Monica Pucci

ondo prezioso è un tradizionale evento autunnale, conosciuto a livello internazionale, il quale si svolge solitamente presso il TARI’ (Marcianise – Caserta) quest’anno aperto dal 9 al 7 ottobre 2011, dove su 9500 mq di esposizione sono state presentate le ultime novità, da oltre cinquecento aziende espositrici provenienti da tutta Italia e dall’estero. Il Tarì nasce nel 1996, Centro Orafo aperto esclusivamente agli operatori del settore, da subito viene riconosciuto una realtà senza confronti, grazie alla sua struttura architettonica in grado di stupire, realizzata come una vera e grande città, dove all’interno quotidianamente oltre 3.500 persone sono impegnate a disegnare, produrre, distribuire, comunicare e vendere il Gioiello. Esso rappresenta anche un esempio imprenditoriale grazie alla capacità organizzativa di visione e condivisione di obiettivi comuni. Il suo naming “Tarì” deriva da un’antica moneta aurea araba, diffusa nel regno di Napoli fino all’età aragonese, la parola è semplice è pronunciabile in tutte le lingue, l’identità con il prodotto prezioso ne fanno la più idonea identificazione di un luogo dove la storia e l’innovazione sono parte dello stesso percorso. AL Tarì si svolgono tre manifestazioni fieristiche all’anno a Maggio, a Giugno e a Ottobre. Le sfide di questa struttura riguardano ogni volta la competitività delle aziende italiane del settore, le quali lavorano sull’innovazione e sulla difesa del Made in Italy, grazie alla ricerca, alla formazione e al design proponendo e implementando sempre di più il gioco di squadra, con l’obiettivo di diffondere e sostenere la cultura straordinaria e unica del gioiello italiano, in Italia e nel mondo. >>

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FASHION EVENT

Tra le novità di questa edizione abbiamo il TD Lab “Tarì Desing Lab”, osservatorio sul gioiello, punto di riferimento a livello internazionale, il quale pianifica, effettuando indagini, gli acquisti dei gioielli e delle tendenze. Il Design e la Creatività sono i protagonisti del Tarì, quest’anno la Galleria del gioiello è stata intitolata, “ Ritorno al passato, oltre il futuro: L’età del bronzo.”; dove materiali come il legno, il bronzo, il rame e l’ottone sono le materie prime principali di un grande flashback per una stagione che vedrà creazioni con materiali duttili e naturali reinterpretati e resi moderni con accostamenti di colore inusuali, unificando passato, presente e futuro nell’universo scintillante del gioiello; Ma non solo, anche pietre preziose, diamanti per le collezioni più classiche ma sempre attuali delle più prestigiose Maison. Grazie a diverse statistiche rilevate dall’osservatorio del gioiello su trecento gioiellerie in tutta Italia, il mercato del gioiello sta cambiando, il consumatore è sempre più attendo al brand, ma soprattutto ai consigli del proprio gioielliere di fiducia, il quale molte volte incentiva sulla conclusione della vendita. Recentemente negli acquisti si riconoscono molto gli oggetti regalo, come ultima novità, infatti, abbiamo “La Lista Regalo”, nuova moda per gli acquisti di alta gioielleria; Quando il budget del singolo non consente, un’occasione speciale riunisce tante quote in un gruppo di amici che regala alla fortunata o al fortunato un gioiello o un orologio di valore. Con il Natale alle porte, la parola chiave è regalare un gioiello e come novità per questa circostanza sono stati presentati gioielli particolari che richiamano il mondo animale, declinato in più varianti, gioielli

animalier come ciondoli, orecchini, bracciali e anelli maxi, preziosi serpenti che si avvolgono tra le dita e nei polsi, tempestati di diamanti e pietre preziose, simpatici gufi, rane e farfalle con pietre incastonate, rivisitando gli anni cinquanta e sessanta. Anche l’orologio è classico, di tendenza e grande, per l’uomo e prezioso per la donna, con materiali nobili e innovativi anche con diamanti, aprendo il design dell’orologeria alla moda, ma rispettando sempre le tradizioni e la propria identità di marca. Secondo le statistiche, la novità è rappresentata dal gioiello per l’uomo, in particolare il bracciale, in diverse forme e mille materiali, come l’oro, l’argento il bronzo, la ceramica e tanti altri. Esso è riconosciuto il prodotto più acquistato sia per lui che per lei o per se o per regalo seguito da collane, anelli, orecchini e ciondoli dove ancora in primis abbiamo il cuore. L’alta gioielleria come tutti i beni di lusso non conosce crisi, l’anello si riconferma grazie al suo grande valore simbolico, selezionato tra i più preziosi e i più desiderati. Nella grande realtà del Tarì dove si possono ammirate tante novità e ottimi classici, esiste anche la possibilità di essere informati tramite il Magazine semestrale stampato in cinquemila copie, sia in italiano sia in inglese, riconosciuto come importante mezzo di comunicazione istituzionale, che offre aggiornamenti su attività e strategie del centro orafo. Il Magazine non è solo per gli operatori professionali del settore ma soprattutto anche per opinion leader, istituzioni e stampe nazionali, per un’informazione costante sulle attività del centro e sulle iniziative imprenditoriali e istituzionali che si svolgono sul territorio Campano con rilevanza e interesse nazionale. Il Tarì, nel suo insieme è concepito e curato come un oggetto prezioso, il quale sviluppa strategie, analizzando aziende e mercati, individuando potenziali clienti con strategie che influenzano il processo d’acquisto, creando valore e generando fiducia nel consumatore finale.

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EVENTI

MODA PRIMA

Marcello Tosi

Antecipazioni e focus

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Firenze “Modaprima 71”, salone di riferimento del fast fashion di qualità, ready-to-wear abbigliamento e accessori uomo e donna, ha presentato le collezioni autunnoinverno 2012/13, con un focus sui best-seller per le collezioni primavera-estate 2012. Dal 26 al 28 novembre, per la prima volta nei suggestivi spazi ottocenteschi della Stazione Leopolda (significativo passo in avanti per rafforzare e rendere ancora più bella, vivace e internazionale la manifestazione), questa edizione numero 71 del salone ha visto presenti 150, tra le migliori aziende italiane e 1.600 buyer con oltre 700 presenze dall'estero, da circa 50 paesi. “Da quando nel 2006 Pitti Immagine ne ha assunto la gestione, ha sottolineato l’amministratore delegato Raffaello Napoleone, Modaprima è diventato uno degli appuntamenti internazionali più autorevoli per mettere in contatto la grande distribuzione organizzata di tutto il mondo con una rete vasta e qualificata di aziende che producono in Italia collezioni di abbigliamento e accessori donna e uomo”. “Crediamo molto in questa manifestazione”, dice Agostino Poletto, vice-direttore di Pitti Immagine. “Vogliamo che il salone Modaprima continui a migliorare e che diventi sempre più un punto di riferimento internazionale per la grande distribuzione e per il fast fashion di qualità. Per questo proseguiremo a investire su di essa anche in termini di promozione e di comunicazione. L’intensa strategia di internazionalizzazione del salone punta a incrementare la partecipazione di buyer stranieri attraverso missioni dai mercati consolidati e dalle econo-

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mie emergenti, e questa edizione si è concentrata sui compratori provenienti dalla Russia, Spagna e Giappone”. Modaprima si è pertanto confermato il più importante appuntamento fieristico aperto al mercato internazionale per il fast fashion e la media e grande distribuzione. “Abbiamo preso in gestione il salone nel 2006, e da allora Modaprima è cresciuta stagione dopo stagione”, aggiunge Poletto. “Presentiamo una selezione delle più importanti aziende dei nostri distretti industriali, che sono in grado di offrire un prodotto fast fashion di qualità e interamente Made in Italy. Anche a questa edizione abbiamo fatto un grande lavoro sulla qualità delle aziende protagoniste, e in parallelo continuiamo - come ad ogni stagione - a spingere sulla promozione all’estero, attraverso campagne mirate sui mercati di riferimento e sui nuovi scenari”. Da segnalare la presenza a Modaprima 71, di brand di riferimento come: Andrée Maurice, Ann Max, Bianca Maria Caselli, Creazioni Rosanna & CO, Incontro, Nuovi Sarti, Qubhà, Cristina Rej, Venezia, Vezzo e Zanetti. Con la nuova edizione hanno partecipato nuove griffe come: Adore, Averardo Bessi, Andrea Bossi, Correale & CO., Franco Ferro, Landredi Biella 1962, Cafè a Trois, Danivè, Sartorie, Annie P. e Denny Italianline. Con significativi esempi di nuova creatività, come quella di Danivè Mode, con “Oriental Fashion”, collezione omaggio al fascino immutabile dell’Oriente. Un’idea per la nuova collezione Primavera/Estate 2012 che la stilista Valentina Cremona ha elaborato ispirandosi all’artista cinese Wang Xijing.


EVENTI

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FASHION | GUEST

L’ORIGINALE CREATIVITA’ DI

OLYMPIA LE-TAN S

di Samuele Daves samueledaves.com

arà Olympia Le-Tan, giovane fashion designer francese, l’ospite d’onore di Pitti W (sta per Woman) di gennaio 2012, giunta alla nona edizione. Ideatrice di alcune delle più eccentriche e acclamate collezioni di borse e accessori delle ultime stagioni (è del 2009 il lancio della collezione “ You can’t judge a book by it’s cover” dove piccole borse realizzate a mano sono ispirate alle prime edizioni di classici del XXI secolo) che per la loro originalità hanno attirato l’attenzione di riviste, celebrities e collezionisti di tutto il mondo, diventando in poco tempo dei piccoli oggetti di culto, la Le Tan creerà una speciale performance site-specific sull’onda della sua ultima riuscitissima presentazione (andata in scena alla celebre libreria Shakespeare & Co di Parigi) caratterizzata dalla visione di un visionario cortometraggio “Mourir Aupre de Toi”, che racconta l’avvincente storia d’amore tra la Mina di Dracula e lo scheletro di Macbeth. Nata a Londra ma vissuta a Parigi, ha lavorato con Karl Lagerfeld e Gilles Dufour, ma ha ampliato la sua visione della moda oltre la stessa, cimentandosi anche come acclamata sound designer (contribuendo al successo del night club La Baron di Parigi) e dimostrando così tutto il suo eclettismo creativo. Circa la sua partecipazione a Firenze, Olympia Le Tan dichiara: “sono felicissima e onorata di partecipare al prossimo Pitti W di gennaio. Ho studiato letteratura italiana all’Università e sarei dovuta venire a Firenze per un anno di studio all’estero ma sfortunatamente non mi è stato possibile. Per questo sono entusiasta di cominciare a frugare tra i miei vecchi libri di Dante, Boccaccio, Pirandello, Verga e Manzoni, per vedere quali di questi potrebbe essere perfetto per le mie bag”. Certamente le attuali considerazioni legate allo sviluppo e alla tendenza del crossover (la contaminazione tra lusso e trash che ha generato il nuovo segmento di mercato definito Urban-chic) e del riciclo glamour fanno della Le-Tan una designer di riferimento molto interessante per capire gli sviluppi sociologici della moda contemporanea. Non ci resta che osservare attenti gli sviluppi di questo nuovo mood.

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PEOPLE | EVENTI

JOSHUA FENU EYEWEAR

Il nuovo occhiale delle star Enrico Sanchi

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clettico e funambolico personaggio, conosciuto e amato da molte star italiane e internazionali, Joshua Fenu ha sempre dimostrato grande capacità creativa e imprenditoriale. Conosciuto al pubblico per aver vestito e prodotto star internazionali del calibro di Coolio, Snoop Dogg e Lenny Kravitz, tra gli altri, ha recentemente creato una collezione di occhiali dal carattere giovane, fresco e deciso ispirato dalla stravaganza che contraddistingue il suo estro. Una linea, la sua, che mescola la tradizione e l’eleganza dell’occhialeria Made in Italy, con il glamour internazionale, coniugando praticità, comfort e classe, a forme decisamente più futuristiche e dove la raffinatezza domina su tutta la collezione con montature in acetato o in metallo, lucide e opache, impreziosite dal logo e da intarsi e scudetti in metallo, oro e argento. Colori must sono: il nero, il blue, il sabbia, il bianco, il rosso e il trasparente, che si alternano a lenti fumè, specchiate o neutre, dalle forme a mascherina, goccia o squadrate o retrò. In occasione della settimana della moda Donna milanese 2011, Fenu ha presentato la sua nuova collezione primavera/estate 2012 in una modalità molto internazionale e divertente, utilizzando personaggi noti e televisivi come testimonial on stage o meglio “in the party” del suo prodotto, firmato dal noto fotografo Dario Plozzer La nota modella Aida Yespica in primis ma con lei anche la splendida italiana Emanuela Postacchini hanno così presenziato al suo party d'eccezione (“SENSUAL EMOTIONS” presso L’ELEVEN CLUB ROOM) indossando a lato delle modelle tradizionali (in un look rigorosamente nero per far valorizzare l’occhiale) le sue creazioni dove i colori must sono stati valorizzati ed esaltati nel migliore dei modi.

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FASHION

La nuova collezione Fabiana Filippi dona un volto alle emozioni. I capi parlano di creatività, arte, passione e cultura, piacere per il bello e per la tradizione. Un vento molto personale che avvolge e travolge. Alla base semplicità, purezza formale, e femminilità. Per donne che amano lo stile e non gli stereotipi.

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a moda cambia volto. Parla d’inverno. Nuove sono le cromie di colori da scegliere e da abbinare in armonia con il proprio stato d’animo. Nella rosa dei venti: un visone melange, sofisticato, pieno corposo da abbinare liberamente senza schemi, un miele rassicurante e un bianco nella sua totale monocromia. Ai neutri si contrappongono colori pieni, sicuri dai contorni e dalle sfumature decise. Spiccano: un viola ametista, note speziate come quelle di un color zafferano e l’aspetto piccante di un peperoncino. Nuove finezze, leggere come quelle di un merinos, sottili e preziose come quelle di una cashmere-seta, nascono mix di filato che creano aspetti interessanti. Combinazioni insolite creano capi dall’aspetto bottonato stile country chic. Giacchine dalla forma trapezio e dall’aria retrò, cappottini dalla forma svasata o a sacchetto con maniche a tre quarti e spalle scivolate plasmati da una micro spina o un macro herringbone mono o bicolore ottenuti mediante particolari lavorazioni. In questo, la Fabiana Filippi fa da magister dando lezioni di stile, poiché sa che un semplice filo di lana, va ascoltato nel profondo. Il piacere dell’eleganza si esprime attraverso maglie dalle linee morbide pulite ed essenziali. Forme

di Michele Scudo

FABIANA FILIPPI asimmetriche e oversize si contrappongono a quelle più mini e slim. Lavorazioni sottili o dall’aspetto quasi tricot. Eleganti crepe de chine o evanescenti garze di lana intervengono a delineare il look degli abiti perfetti per l’evening time, i cui tagli svelano una nuova sensualità. Vezzose mussole per il dettaglio di un fiocco, classici popeline dalla mano scattante per le camicie, un suntuoso raso da indossare nelle serate più glam. Una ventata di folk è donato dal principe di Galles di un pantalone con le pinces o la fantasia tweed di una gonna con drappeggio. Una flanella rinnovata nell’aspetto con una mano più garzata per un pantalone modello cargo e un fresco lana più deciso per una gonna tubino. Riscaldano e mettono in risalto il volto, le pashmine che diventano parti integranti dei capi. Nuovo trend della collezione. Leggere, soffici ed evanescenti, con o senza paillettes avvolgono ed impreziosiscono lo scollo o adornano i bordi di un cardigan. Microsfere sfaccettate, come polvere di stelle, fanno brillare una cappa per una serata scintillante. Borchie macro di metallo, dall’aria più grintosa, diventano applicazioni décor e donano luminosità. >>

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FASHION

Morbidi e carezzevoli sono i colli realizzati in marmotta o in volpe che adornano le maglie, pelo dall’aspetto scomposto e “disordinato” per lo xyangao che diventa capo cult nella forma di un bomberino o di un kimono con le spalle ad aletta da un côté più modaiolo. A scaldare il look: un cappottino montgomery realizzato interamente in visone e stretto in vita da una cinta che definisce e scolpisce la forma per una donna che si candida a diventare una vera “furry lady”. Troviamo tracce selvagge nel cappottino di shearling dalla mano vellutata con interventi di maglia e per un bomberino bon-ton realizzato interamente in morbidissimo suède dalla tonalità pastello. A prova di vento, ma non solo, i Piumini. Speciali nei tessuti: Hi-tech, waterproof e caldissimi realizzati in vera piuma d’oca. Chic nelle silhoutte iper femminili, inediti nei dettagli. Cinte di gros segnano la vita, inserti di jersey o maglia lavorate a coste sono parti di una manica o di un collo. Varietà di forme e di lunghezze. Un gilet, modelli stile parka, una cappa più stravagante e dall’aria un po’ avveniristica e infine un mini-coprispalle adornato da un collo di pelliccia. Look glam-sport perfetto da indossare in città e non solo. Il vento soffia e con sé porta anche una ventata di novità negli accessori che ovviamente non possono mancare consapevoli del proprio ascendente sull’universo femminile.

Catturano lo sguardo le borse che si divertono a sperimentare nuove forme e proporzioni. Sac à main, bauletti o tracolle realizzati con materiali che mixano dettagli di maglia o di tessuto con una morbida nappa dall’effetto un po’ invecchiato. A renderle un pò più egocentriche charm con pon- pon di visone realizzate in puro cashmere. Accessori vivi e vivaci, come i guanti, altro must di stagione. Dai più semplici e lineari con motivi di arricciature laterali o con righe bicolore dall’effetto di finto doppio ai più stravaganti con risvolti di shearling o lunghi realizzati in un morbidissimo plongè impreziositi da dettagli di visone. Perfette per ogni occasione le cappe da mixare con capi e accessori per creare nuove combinazioni. Lunghe, corte, con inserti di shearling, con dettagli di volpe raggiungono il loro apice con il master piece: la kappa-plaid in puro cashmere con frange. Nessuna paura di eccedere. Ogni stravaganza è concessa per i bijoux che si fanno talmente importanti e voluminosi. Accendono il look e moltiplicano lo charme del guardaroba. Quasi sculture: il bracciale e la collana torchon multifili impreziosita da cristalli swarovsky. Più tribale ed etnica la collana doppio giro che mixa dettagli di corno e boules rivestite in prezioso satin. Per un look wild chic il bracciale a “presa di polso” interamente in visone e collane che lo intrecciano con punti luce. Creazioni uniche e insolite, arte da indossare.

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BEAUTY

SOTHYS Una leggenda sotto il segno della bellezza

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di Enrico Sanchi

n una notte celeste, Saturno incontrò la giovane stella Sothys, astro di rara bellezza che gli rapì il cuore. Venere, gelosa di tanta bellezza si vendicò su Sothys e la fece sprofondare nella notte e scomparire nelle tenebre. Un giorno però Sothys riapparve e consegnò il suo segreto di bellezza a tutte le donne del mondo; gli uomini per onorarla ne fecero di lei una dea. Oggi Sothys si dedica alla donna per preservarne bellezza e fortuna. Questo è il nome evocatore scelto da un gruppo di fama internazionale, fautore di una bellezza eterna e radiosa, attivo nel mondo dell’estetica professionale. Fin dalla nascita, il gruppo Sothis, fedele alla sua mitica ispiratrice, si è sempre consacrato con passione alla bellezza delle donne. Nel 1946 nasce l’istituto di bellezza parigino Sothys che è poi acquistato dal Sig. Bernard Mas (Presidente e fondatore della società) nel 1966 che imprime una svolta epocale ai metodi di produzione e alle cure estetiche. Negli anni ’70 sono impiantate le prime unità produttive a Brive, nel cuore della Francia. Oggi il marchio è distribuito in centodieci paesi e la crescita esponenziale della propria clientela impose a Sothys di dare forma a una nuova vetrina: nel 1985 nasce il lussuoso ed esclusivo Centre Beautè Sothys, situato al 28 di Rue Faubourg Saint Honoré, nel cuore pulsante della capitale francese. E nel 2004 sono creati i Giardini Botanici Sothys, con lo scopo di prelevare i principi attivi per la Ricerca Fondamentale. Sempre al passo con la ricerca cosmetica, Sothys non ha mai cessato di essere fedele all’estetica e all’estetista ovunque nel mondo, riservando i propri prodotti e le proprie tecniche cosmetiche ai soli Istituti di Bellezza e alle Spa. Ancora oggi Sothys continua a confidare nell’estetista, che è e rimane il partner ideale. Le mani dell’estetista sono sempre messe in primo piano in tutta la comunicazione visiva poiché è proprio su questo che si basa la filosofia aziendale. È la mano della professionista che ti accompagna in un viaggio sensoriale e professionale con la sua expertise e savoir-faire.

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BEAUTY

Della vasta gamma di prodotti, punta di diamante elitaria è la linea di prestigio anti-age Secrets de Sothys, sublimazione dei sensi. Quintessenza del savoir-faire tecnico e scientifico, Secrets de Sothys è la risposta globale anti età per viso e corpo. Immaginate un momento cocoon in cui il tempo sembra sospeso e lo stress rimane fuori dalla porta. Lusso, quiete e tepore, tutto ciò che si vede, si tocca, si respira è fonte di puro benessere. Privilegio dei sensi, il Soin Excellence Secrets de Sothys è un momento di cura del corpo, ma anche un invito polisensoriale a compiere un viaggio fuori dal comune, che stimola i 5 sensi. La pelle rinasce e, come per metamorfosi, il viso ritrova giovinezza e nuovo splendore. Due ore di relax ed efficacia suddivise in due fasi: viso e corpo. Altra linea di eccellenza e di comprovato successo è quella anti-age [C] Collagene Hyaluronique. Attivi innovativi e di tendenza, come il collagene e l’acido ialuronico sono alla base della gamma concepita per soddisfare ogni donna con un trattamento mirato e personalizzato. Partendo dal concetto che l’età della pelle non necessariamente corrisponde all’età anagrafica, Sothys sviluppa uno strumento diagnostico atto a stabilire il reale grado d’invecchiamento della tua pelle, per poi trattare la pelle del tuo viso con il prodotto adatto esclusivamente a lei. Quattro gradi di invecchiamento si declinano in quattro sieri, quattro prodotti domiciliari e tre referenze generali per fare in modo che il risultato sia immediato e visibile fin dal primo trattamento. Ultima nata dai laboratori di Ricerca Avanzata Sothys è la gamma corpo Evasion. Il nome dice tutto: un viaggio polisensoriale in totale relax tra profumazioni diverse che più si adattano ai gusti personali di ciascun cliente. Due sono i Trattamenti Signature: Hanakasumi, d’ispirazione giapponese, alla dolce e raffinata fragranza di fiori di ciliegio e fior di loto. Cérémonie d’Orient, un viaggio allo zenzero e cannella che ti trasporta in un bazar orientale, attraverso un massaggio effettuato con spezie e pietre calde intinti in un olio tiepido. Un trattamento “su misura” per te: gommage al sale e zucchero e novità assoluta: un modelage creato ad hoc dal cliente che sceglierà il prodotto con cui effettuare il massaggio in base alla texture che preferisce (olio, crema o cera) dalla profumazione neutra, a cui si aggiunge un’essenza profumata anch’essa scelta dal cliente tra: fiori d’arancio e legno di cedro, limone e arancia amara, vaniglia e legno di sandalo. Il cliente si sentirà coccolato a 360°. Anche in questo caso l’accento è posto in primis sulla professionalità dell’estetista, che con le sue mani esperte vi accompagnerà in un viaggio di totale relax, ma con il vantaggio di esservi costruiti il vostro trattamento, diverso da tutti gli altri, fatto su misura per voi. Soin Evénement Corpo, che nasce dall’unione di un fiore, un frutto e un colore. Lampone e fiore di gelsomino è la profumazione della prima edizione di questo trattamento gourmand, che cambierà di anno in anno. Gommage fondente e sciroppo de modelage per un trattamento veloce, efficace e totalmente rilassante.

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BEAUTY

GO-GO

di Michele Scudo

MULTIREFLECT F

erma! C’è una collezione che permette alle donne, a tutte le donne che si sentono più o meno spregiudicate, di dare libera rappresentazione alle proprie unghie. Oggi non solo l’abbigliamento e gli accessori sono importanti, la cura della pelle e dei capelli crea una condizione di estetica importante. L’attenzione delle unghie, sia delle mani sia dei piedi, provoca quella differenza che le donne hanno adottato volentieri per essere più attraenti. In tema di ricostruzione unghie, una volta ricostruite, appariranno estremamente raffinate o anche sofisticate ed eccentriche. La filosofia di KyLua è quella di mantenere le unghie naturali sane e protette. Le donne che scelgono le produzioni gel lo fanno perché trovano affidamento e sicurezza nonché libertà d’azione nel tema della ricostruzione. Le tecniche si sono evolute e causano disegni esclusivi e innovativi. La manicure che hanno sempre curato le estremità delle donne, oggi si aggiornano costantemente sia sulle nuove tecniche sia sui prodotti per avere un valido supporto per la loro vita professionale. La nuova generazione di estetica propone un ventaglio di prodotti per

l’autocura con creme specifiche e smalti rinnovati. La continua ricerca e sviluppo di questi prodotti indica delle gamme professionali di articoli inediti ed esclusivi che allungano e ristrutturano. I colori poi definiscono il tutto con una palette di nuove nuance arricchite da inediti riflessi olografici e originali splendori. È un kit olografico e si chiamano “Go-Go MultiReflect”. I nuovi prodotti hanno qualcosa di veramente unico, il loro effetto glitterato, conferisce al gel oltre che il colore, anche un effetto olografico. Questo stravagante e inedito luccichio, assumerà, colpito dalla luce, un reale fulgore tridimensionale! L’alba dei nuovi colori cristallo, argenteo e multi colorato è il risultato di una ricerca e uno sviluppo continuo. L’ultima Fiera: Aestetica - Salone Mediterraneo del Benessere e della Bellezza si è svolta a Napoli dal 5 al 7 Novembre 2011. Sono state presentate inedite anticipazioni, come ad ogni fiera del settore, e si sono vista le nuovissime decorazioni, gli accessori, le linee di creme trattamento di bellezza mani e piedi e ancora i nuovi smalti e le penne curative.

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BEAUTY

HOTEL CHALET

DEL BRENTA Il benessere diventa stile

di Enrico Sanchi

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adonna di Campiglio è una delle mete turistiche invernali italiane più conosciute nel mondo, per la bellezza dei luoghi e degli scorci naturali che è possibile ammirare, ma anche per l’organizzazione e l’ospitalità delle strutture che dalla metà del 1900 a oggi hanno acquisito invidiabile fama per l’alto livelli dei servizi offerti. Tendenza in forte crescita è comunque legare il fashion al concetto di neve, montagna, e di conseguenza la località turistica invernale Madonna di Campiglio si propone da sempre con capaci e affermate sinergie con realtà diverse come Riccione e Milano specialmente per il ponte dell’8 dicembre, il classico ponte di Sant’Ambrogio, dove la località si proietta e diventa centro di ritrovo per molti mondani amanti della montagna ma anche del divertimento notturno grazie alle famose discoteche. Immerso nel fascino e nella mondanità di Madonna di Campiglio, nello scenario unico delle Dolomiti di Brenta e dei ghiacciai dell'Adamello e della Presanella, sorge l'Hotel Chalet del Brenta. Una nuovissima struttura quattro stelle inaugurata nel Dicembre 2009 . E’ situato nel centro di Madonna di Campiglio, più precisamente a 300 m dallo Spinale e 250 m dalla zona pedonale. L’Hotel dispone di 56 camere suddivise in cinque tipologie, Superior-Room, FamilyRoom, Deluxe, Family Suite, e Junior Suite tutte dotate di tutti i comfort degni dell’importante struttura. I garage interni sono posizionati su tre piani interrati e dispongono di ski room riscaldato in ogni piano. Il servizio navetta gratuito da e per gli impianti è garantito per tutto l’arco della giornata. Seducente ospitalità è l'obiettivo dell'Hotel Chalet del Brenta. Si scopre un'ospitalità speciale, attenzioni che sapranno emozionare, buon gusto ed esclusività, scoprire con quanto affetto si voglia interpretare e soddisfare i desideri di ogni ospite. Ci si innamora del calore degli ampi spazi e conoscere quanto è dolce tornare in hotel dopo una giornata sugli sci o dopo un lungo trekking. >>

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BEAUTY

Bollicine di benvenuto; Ingresso illimitato nell’elegante Centro Benessere Allsenses di 500mq con sauna, bagno turco, docce di reazione e cascata di ghiaccio, piscina idromassaggio con lama cervicale e doccia; emozionale, percorso water paradise, tisaneria e molteplici zone relax. L’albergo offre molteplici e innovativi servizi: Sky Gold Tv e wi-fi in camera, cena con raffinato Menù alla carta e sommelier a disposizione, possibilità di organizzare attività con guide alpine, servizio navetta gratuito da e per impianti sci sono gli ingredienti per una ricetta di successo che comprende anche i servizi del moderno e innovativo centro benessere di 500 mq con piscina, idromassaggio, bagno turco, water paradise, parete di sale il nuovissimo trattamento Nuvola e l’area wellness. La Spa dell’Hotel Chalet del Brenta è il nuovo punto di riferimento per il wellness a Madonna di Campiglio e soluzione ideale per rilassarsi e completare una giornata fatta di sport. Un centro benessere unico, un grande spazio per scegliere di vivere un soggiorno dedicato al relax, in qualsiasi momento dell’anno. Il concetto innovativo che guida Allsenses è nell’esclusiva possibilità di provare percorsi molteplici, percorsi che cambiano in base ai diversi ambienti e alle diverse temperature della spa. Il ristorante è un altro fiore all’occhiello dello Chalet del Brenta: lo chef, propone tutte le sere un menù alla carta diverso, mentre il sommelier presenta la cantina dei vini con più di 300 etichette tra nazionali ed estere. Insomma questa struttura si propone come eccellenza nel panorama delle vacanze invernali e delle proposte di settimana bianca in Trentino.

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PEOPLE

PAOLO SORRE NTINO UN ITALIANO IN AMERICA

Approdato a Hollywood per il suo esordio in lingua inglese, il talentuoso regista partenopeo si cimenta in un road movie di classico stampo statunitense ma impreziosito dal suo originale approccio europeo. di Simone Contardi

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opo varie pellicole realizzate in Italia, nell’edizione di quest’anno del Festival Internazionale di Cannes è avvenuta la definitiva consacrazione ad astro nascente del cinema internazionale di Paolo Sorrentino. Napoletano, classe 1970, ironico, riservato, appassionato di musica e scrittura (è stato finalista al Premio Strega l’anno scorso con Hanno tutti ragione), i suoi riferimenti cinematografici spaziano tra Michelangelo Antonioni, Federico Fellini, Martin Scorsese e i fratelli Coen. Muove i primi passi tra cortometraggi e sceneggiature, fino a esordire nel 2001 con il suo primo lungometraggio, L’uomo in più, da lui scritto e diretto, che presenta al Festival di Venezia. In questo debutto affronta il lato oscuro della fama, descrivendo la caduta in disgrazia di due personaggi pubblici – una stella del pop melodico napoletano e un campione del calcio – che per uno strano caso di omonimia sono accomunati dallo stesso nome ma anche da vite che, malgrado siano distanti tra loro seguono lo stesso sventurato percorso esistenziale. Il secondo film, Le conseguenze dell’amore, partecipa al festival di Cannes e ottiene cinque David di Donatello. Rispetto al precedente è un film più soffertamente involuto, più complesso, in cui il protagonista è soggetto a un processo di forte cambiamento interio-

re che lo condurrà a una tragica fine. Sempre nella città rivierasca lancerà i film successivi. Nel 2006 L’amico di famiglia, una squallida storia incastrata tra i gorghi dell’usura, ancora una volta Sorrentino indaga il male insito negli individui, in una provincia kitsch e perdente. Si arriva a Il Divo (2008) quarto e ultimo film finora realizzato in Italia. Un avvincente racconto di intrighi politici e crimine organizzato, di foschi e occulti legami tra politica e malavita, ambientato ai tempi della cosiddetta Prima Repubblica, basato sulla contraddittoria vita di Giulio Andreotti. Una sorta di biografia immaginaria che porrà il regista al centro di un dibattito nazionale a causa della controversia del tema. Questo film lo catapulta alla ribalta cinematografica internazionale, facendogli ottenere il Premio della Giuria a Cannes. Premio che gli sarà consegnato dal presidente della stessa, Sean Penn. Da questo incontro partono le premesse per un nuovo film, un progetto ambizioso, un progetto che testimonia il desiderio e il coraggio di Sorrentino, non sempre scontati per un italiano, di immaginare un cinema che vada aldilà dei ristretti limiti dei canoni attuali, chiusi tra “cinepanettoni” e mega “americanate” a 3D. Intitolato This must be the place, è il suo primo film in lingua inglese ed è filmato tra Dublino, New York e

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New Mexico. Il protagonista, Cheyenne, interpretato da uno strepitoso e fortemente istrionico Sean Penn, è una gloria del passato, leader di una vecchia rock band che ancora si agghinda alla maniera dark, con tanto di cerone e rossetto (chiaro il riferimento a Robert Smith, cantante dei Cure). Questi vivacchia stancamente a Dublino, trascorrendo le proprie giornate tra ansie e depressione, fino a quando avviene un evento imprevisto: la morte del padre, con il quale ormai non aveva più rapporti da decenni. Decide di partire alla volta di New York per il funerale. Qui riscopre le sue radici ebraiche e viene a conoscenza del progetto segreto del padre: vendicarsi dell’ufficiale nazista che era stato il suo aguzzino durante gli anni passati in campo di concentramento. Cheyenne, uscendo dal suo decennale torpore, decide di ereditare la missione e intraprende il suo viaggio attraverso gli Stati Uniti. Da questo momento Sorrentino, scandagliando grandi profondità psicologiche come la paternità ricercata, il peso del tempo, il senso della perdita, lo smarrimento e la voglia di rinascita, ci accompagna in questa avventura on the road, reinventando le radici pop americane con originalità e sensibilità europee.

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PEOPLE | GOLDEN BOY

ALBERTO

GASPARINI Uno startupper italiano per l’internet mobile

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ortare innovazione nel mondo dell’Ict non è facile. Servono idee, coraggio e, non ultimo, finanziamenti per poter sviluppare nuove iniziative imprenditoriali quando sono in fase di start-up. Molti giovani italiani hanno idee di successo ma per realizzarle hanno bisogno di finanziatori che credono nelle potenzialità di un’idea e che vogliono rischiare con loro. Per questo motivo Intesa Sanpaolo ha deciso di organizzare alcune settimane fa a Milano un evento, la “Start Up Initiative”, che ha permesso ai più interessanti startupper dell’Ict italiano di incontrare una platea di investitori: fondi di investimento, fondi seed e venture capitale. A loro hanno presentato le proprie iniziative ed esposto i loro business plan aziendali. Fra le start-up presenti ce ne erano anche alcune focalizzate sull’internet mobile come Radio-Touch di Alberto Gasparini. La sua idea, lanciata ufficialmente al RadioTV Forum di quest’anno, si propone di trasformare l’ascolto radiofonico su smartphone rendendolo più dinamico e multimediale con una radio “app” che permette alle emittenti radiofoniche di monetizzare anche i contenuti multimediali che producono. Laureato in Ingegneria e specializzato nello sviluppo di software, Gasparini cresce nel gruppo Fiat. Vi rimane per tre anni e poi prosegue la sua attività di sviluppatore con altre multinazionali italiane, dove si specializza nell’integrazione di piattaforme web e mobile. Come nasce l’idea di Radio Touch? Dal mio know-how tecnologico e dal fatto di essere quotidianamente ascoltatore della radio. Mentre ero in coda in macchina a Milano mi è venuta l’idea di alleviare la noia con uno strumento interattivo in grado di coinvolgere l’ascoltatore in modo più divertente e pieno. Quali sono stati i primi passi della tua iniziativa? Il primo passo è stato descrivere e depositare le domande di brevetto. Poi la partecipazione a un concorso di idee internazionali dedicato al mobile, il SIMagine, contest associato al Mobile World Congress di Barcellona. La manifestazione più importante del mondo mobile. Radio-Touch è arrivata in finale e questo mi ha dato molta confidenza con il progetto, tanto entusiasmo per realizzarla. Da qui siamo arrivati alla prima realease della piattaforma. Quali obiettivi ti poni ora come imprenditore? L’obiettivo è conquistare il mercato italiano e poi espandersi sul mercato europeo, essendo un’applicazione web molto innovativa. Voglio dare un vantaggio competitivo alle radio che l’adotteranno.

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di Giovanni Zerba

Perché una radio dovrebbe acquistare questa tecnologia per smartphone? Smartphone e radio hanno aspetti di complementarietà molto importanti. La radio è ovunque come il mobile ma il mobile è più interattivo. Da qui al 2014 il 40% della popolazione avrà in tasca uno smartphone, l’accesso a internet in mobilità sta aumentando e anche l’ascolto della radio sul telefonino. Questi sono tre trend che spingono questa tecnologia. Il fine è far interagire le radio con gli ascoltatori. E’ una cosa che già fanno ma in modo molto rudimentale e tradizionale. Con questa tecnologia possono capire il comportamento degli ascoltatori e fare forme di advertising molto più avanzato e redditizio. Quali i vantaggi per l’editore radiofonico? Avere un’arma in più sull’advertising, con la possibilità di verificare il gradimento degli ascoltatori. Si parla di Direct Response Advertising, possibilità di aver una risposta immediata al messaggio pubblicitario, cosa che ora alla radio è preclusa. Può suggerire un acquisto ma non sa se il proprio suggerimento è stato determinante nella scelta del consumatore. Con questa piattaforma può saper subito che tipo di seguito ha avuto il proprio annuncio. Quali sono i problemi che incontrano le start up in Italia? La burocrazia, servono soldi e giorni di lavoro buttati in burocrazia, poi l’ostacolo è il reperimento di fondi. In altri paesi più tecnologici e dove il rischio d’impresa è più diffuso, è facile trovare investitori e persone che vogliono mettersi in discussione in una iniziativa rischiosa come una start up.


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MATTEO

MANASSERO La promessa del golf italiano by Giovanni Zerba

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iccoli Tiger Woods crescono anche nel Bel Paese, partecipano a concorsi e vincono tornei. Fra i tanti talenti che il golf italiano sta coltivando spicca il nome di Matteo Manassero. Un giovane ragazzo veronese, classe 1993, che può essere annoverato a tutti gli effetti come uno degli astri nascenti del golf nostrano ed uno degli ambasciatori di questa disciplina all’estero. Come tanti campioni e promesse dello sport anche Matteo ha preso in mano la prima mazza da golf in tenera età, aveva solo 3 anni. Comincia a giocare a golf vicino a casa, presso il circolo Golf Club Villafranca. Nel 1998 arriva al Garda Golf Country Club in provincia di Brescia dove incomincia ad allenarsi con Franco Maestroni che ne cura la formazione tecnico-atletica fin dai primi passi. Nel 2009, a soli 16 anni, accede alla ribalta internazionale vincendo il prestigioso The Amateur Championship, uno dei due maggiori tornei per dilettanti, diventando il più giovane vincitore di sempre nella sua categoria e garantendosi l'invito a partecipare al torneo Major The Open Championship. Nonostante la giovanissima età, grazie a una prestazione maiuscola, Matteo si piazza al 13° posto a pari merito con il numero uno del golf italiano, il torinese Francesco Molinari. Il 9 aprile 2010, all'età di 16 anni, Manassero batte il record del sudafricano Bobby Cole che resisteva dal 1967, divenendo il più giovane giocatore di sempre a passare il taglio e a qualificarsi per i due giri finali del Masters di Augusta.

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PEOPLE | GOLDEN BOY

Passa professionista nel maggio del 2010. Il suo primo torneo dopo il passaggio di categoria lo gioca all'Italian Open, sul campo del Royal Park di Torino, classificandosi tra i primi 30. Il 24 ottobre 2010, a soli sei mesi dal passaggio a professionista, Matteo Manassero vince il torneo di golf Castello Masters in Spagna diventando a 17 anni sei mesi e cinque giorni il più giovane vincitore di una prova dell'European Tour, superando il neozelandese Danny Lee, che nel febbraio 2009 aveva vinto il Johnnie Walker Classic a Perth, in Australia. Il 30 novembre successivo viene eletto Rookie dell'anno del PGA European Tour, riconoscimento in passato ottenuto anche da Nick Faldo, Tony Jacklin, Sandy Lyle, José María Olazábal e Colin Montgomerie. Nell'aprile 2011 conquista il suo secondo torneo dell'European Tour, imponendosi nel Malaysian Open disputato a Kuala Lampur. Il golf però, come tutti sanno, è anche uno sport per ricchi e può premiare chi lo pratica anche dal punto di vista economico grazie a sponsor generosi che fanno a gara per avere come testimonial i giovani campioni. Matteo, conquistando due tornei del Pga European Tour ha vinto quasi 1,5 milioni di euro. Il suo viso, bello e pulito, ha anche conquistato tanti sponsor che fanno a gara per avere la sua immagine. La Ferrero l’ha fatto testimonial del suo progetto Kinder+Sport, l’Abu Dhabi Tourism Authority lo ha trasformato, ancora minorenne, in ambasciatore del paese asiatico. E’ entrato nella rosa dei testimonial Rolex, sponsor della Pga, ma anche Carpisa, il brand italiano attivo nel settore della pelletteria, ha appena firmato un contratto con Matteo. Ma non finisce qui, in occasione dell’Italian Open, sponsorizzato da BMW, il giovane veronese, ha ricevuto, direttamente da Franz Jung, Presidente di BMW Group Italia, le chiavi di una BMW X3 xDrive20d. La vettura è però troppo potente per Matteo che, neo patentato, non può ancora guidare questo bolide. Quello con la BMW è però solo il primo passo verso una nuova partnership per il giovane campione veronese.

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JIMMY

WALES E WIKIPEDIA LA RIVOLUZIONE DEL SAPERE di Simone Vegliò

I primi furono gli illuministi Diderot e D’Alembert. Loro, il primo tentativo di raccogliere tutto il sapere umano, “ogni arte”, in un contenitore cartaceo chiamato Encyclopédie. Esattamente 250 anni dopo, ecco l’idea rivoluzionaria di Jimmy Wales: rendere, tutti gli esseri umani, partecipi al progetto enciclopedico, un sapere finalmente collettivo e universale. Nel Gennaio 2001, nasce Wikipedia, diventerà in brevissimo tempo la più grande e utilizzata delle enciclopedie mai state scritte.

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enciclopedia è sempre stato un oggetto riservato agli studiosi e a individui con particolare interesse verso il mondo del sapere, o tutt’al più un arnese accantonato dalla maggioranza delle persone al mondo ricordi, come le ricerche ai tempi delle scuole elementari e medie. Probabilmente oggi sarebbe ancora nella stessa maniera se un uomo, solamente dieci anni fa, non avesse avuto una folgorante idea che cambiò radicalmente il rapporto di questo affascinante oggetto con i suoi usufruitori. Stiamo ovviamente parlando di Jimmy Wales e della sua creatura, Wikipedia. Nato in Alabama nel 1966, Wales dedica gli studi alla finanza, fino a diventare agente di borsa. Intanto s’interessa anche al mondo del web, e alcune esperienze all’interno della rete lo conducono a un’idea precisa: costruire un’enciclopedia adatta a quello spazio. Intraprende il percorso nel 2000 con Neupedia, subito si accorge che la cosa non scivola fluida come immaginava, il lavoro è lento e la decisione del controllo dei contenuti da parte di esperti quasi paralizza il progetto. Un anno di tempo e le cose cambiano: basta circoli ristretti, basta passività degli utenti, l’enorme potenzialità della rete deve portare a una conoscenza condivisa e partecipata, se c’è qualcosa da aggiungere, togliere o variare, che lo facciano gli utenti. Nasce Wikipedia, l’enciclopedia fatta dai lettori. “L’idea era quella d’immaginare un mondo in cui ogni singola persona avesse libero accesso alla somma di tutta la conoscenza umana, un’enciclopedia collaborativa scritta da migliaia di volontari in tutto il mondo, e distribuita da una licenza libera”, così poche settimane fa Wales, ospite a Bologna (al Festival Collettivo dell’Intelligenza), riassumeva l’essenza del progetto. Decisamente riuscito. >>

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PEOPLE | GOLD HISTORY

Già dal principio l’espansione è smisurata, e nel 2007 l’edizione inglese di Wikipedia raggiunge le due milioni di voci, è l’enciclopedia più grande mai stata scritta. Oggi presente in oltre 270 lingue, è un oceano di informazioni a portata di click. Ma come è stato possibile? L’intuito di Wales è quello di utilizzare il sistema Wiki, ossia una pagina aggiornata dagli stessi utilizzatori grazie ai forum, discussioni per cui è possibile accordarsi sulle modifiche, dunque chiunque può partecipare, a patto di rispettare le (poche) regole. Il successo è straordinario. Chi non ha mai aperto nemmeno una volta una pagina di Wikipedia? L’enciclopedia raggiunge un utilizzo popolare e frequentissimo, da chi compie voli pindarici all’interno dei suoi lemmi, a chi con rapide toccate e fughe risolve fastidiosi dubbi apparsi all’improvviso. Sempre lì, pronta e rapidissima, e disponibile a migliorarsi. Lo stesso Wales a Bologna parla di “democrazia digitale”, un cambio di rotta possibile in virtù delle nuove tecnologie che danno la possibilità a tutti di partecipare nella costruzione del sapere, ma aperte a ogni altro utilizzo nel corso di “un’era di grandi opportunità”, come dimostrato dal rapporto instauratosi tra la “primavera araba e i mezzi di comunicazione”. Nasce un sapere finalmente critico? Non ancora. Il risultato è senza dubbio quantitativamente impressionante e costruito collettivamente, molte riserve però permangono dal punto di vista qualitativo, generate soprattutto dal criterio fondamentale dello sviluppo dell’enciclopedia: il punto di vista neutrale. Nel tentativo del successo, i wikipediani si scontrano nelle discussioni concernenti le voci più controverse, stabilendosi il più delle volte in una posizione centrale che difficilmente aiuta la comprensione. Quindi il rischio, e talvolta il risultato, è la mediocrità, descrizioni superficiali e a specifiche lungi dall’essere esaudenti, utili soltanto all’acquisizione di un significato rapido e generico. Il sistema della citazione delle fonti per quanto fruttuoso non argina questa falla, è però di notevole interesse la presenza della modalità che permette di ripercorrere la genesi delle voci, osservando così la varietà dei punti di vista e la loro

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lotta fino al raggiungimento della definizione corrente. Comunque la si voglia vedere, il tempo gioca decisamente dalla sua parte. D’altronde l’errore forse sta nel pensare Wikipedia come un qualcosa che non è. Contenitore vastissimo di rapida consultazione, l’enciclopedia digitale è spesso confusa come approfondita riserva informativa, rifocillando silenziosamente numerosi testi, articoli di giornale e tesi di laurea. Dopotutto il suo “Re”, come lo definiscono i media, Jimmy Wales, è un seguace convinto della corrente filosofica dell’oggettivismo. Crede nell’oggettività dei valori e della conoscenza, in opposizione alla soggettività degli stessi. Risiede quindi in lui la convinzione dell’esistenza di una verità definitiva e fuori dalle opinioni singolari: cos’altro potrebbe aiutare realizzarla se non un’enciclopedia popolare che, in maniera definitiva, concentri il sapere di tutte le individualità?



PEOPLE | FAMOUS

Hollywood sposa la moda

TOBEY

MAGUIRE PROTAGONISTA “PRADA UOMO” INVERNO 2011/2012 di Annalisa Perazzini

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a appena finito di girare “The Dealingers” e presto sarà sui nostri schermi con il remake di “Il Grande Gadsby”, l’ex divo eroe di “Spiderman” di Sam Raimi è uno che non si gongola certo sugli allori, anzi si da parecchio da fare e non rinuncia proprio a nulla o quasi. Sarà forse anche per questa sua indomabile tenacia da instancabile stacanovista che Miuccia Prada lo ha scelto come testimonial per la sua campagna pubblicitaria invernale di abbigliamento per uomo under 50 over 20, facendo così parlare di sé come sempre sui tabloid e le vetrine di mezzo mondo, da Occidente a Oriente e viceversa. Prada, lo sanno anche i sassi, è ormai nota alle nostre bocche e occhi da tempo memorabile per il suo stile impeccabile, a tratti lussurioso ma anche minimalista, essenziale e comodo per l’uomo che ha bisogno in ogni momento di dare il meglio della propria immagine, sia sul lavoro sia nel tempo libero, di catturare, coinvolgere, e a volte pure eroicizzare … perciò in due parole “Ok” ovunque comunque. La nuova collezione inverno 2011/2012, presentata sullo sfondo di una città metropolitana, viva ventiquattro ore su ventiquattro come New York, con il volto di Tobey Maguire, infatti non fa che confermarne e rappresentarne tutta l’essenza elegante, creativa e sofisticata. Un biglietto da visita d’eccellenza e per eccellenza, e chi di voi ha sperimentato almeno una volta l’esperienza di indossare anche solo per dieci secondi un capo Prada sarà d’accordo senz’altro con me. Poi, ciò che colpisce maggiormente oltre ai colori abbinati alla perfezione

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dalla giacca, alla cravatta, al jeans, all’abito da sera, sono gli occhi del testimonial assoluto, fotografato da David Sims in un’atmosfera ancora una volta tutta cinematografica e artistica. Maguire davanti a una finestra piena di luce, con indosso un bellissimo gessato nero, elegante, il prodotto di punta della griffe e della campagna, e un pullover dolcevita a scacchi che ti toglie il fiato, insieme al suo sguardo sensuale, fiero benché perso nel vuoto a inseguire chissà quale immagine. Una scena degna di Hollywood e Prada, da miliardi di dollari a film o spot. E se tanto mi da tanto altro che inverno freddo, questo per molte donne sarà un inverno caldo e bollente, anche solo fermandosi un istante a guardare il poster della campagna davanti alle vetrine dei negozi o andando a cliccare su internet il video integrale dello spot, per altro già lanciato in rete in anteprima a luglio 2011, quando Maguire non aveva ancora ufficialmente stretto accordi con Prada per la campagna e pensava soltanto a girare i suoi kolossal. In effetti, inizialmente l’idea era una piccola apparizione nello slogan degli accessori, trenta secondi di cameo con addosso l’ultimo modello ultramoderno e tecnologico di occhiali da sole del marchio Prada, poi Maguire ha stupito tutti con la sua dichiarazione passionevole alla stampa su Miuccia Prada, fondatrice e creatrice della maison italiana diventata una icona internazionale e sul suo genio artistico, guadagnandosi così il posto in prima fila dietro la macchina da presa e gli scatti di David Sims da sempre scelto anche lui da Prada per le sue campagne pubblicitarie.


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FOLLIE VIP

LUX, LUXURYA I RICCHI DEL VENTUNESIMO SECOLO Stella McCartney mette una scultura preziosa nel suo negozio di Las Vegas, Cindy Crawford e la sua Bentley Continental, Black Centurion: esce sul mercato una nuova carta di credito per acquisti di lusso e riservata a pochi adepti e tanto altro nella rubrica di questo mese… By Annalisa Perazzini

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Stella McCartney

e dicembre rimane sempre il mese dello spendi spandi, tra regali sotto l’albero, vacanze in villaggi esotici o all’estero, fuggi, fuggi dalle città, verso paradisi fiscali e cene di fine anno nei locali più alla moda ed esclusivi, tutto, ogni follia possibile nonostante la recessione e la crisi di governo; i vip sono senz’altro quelli che ne approfittano e anche quelli che non si lasciano certo pregare a lungo per convincersi e cedere e concedersi a qualche piccolo capriccio. E… che capriccio! Tanto che la American Express, leader mondiale nella creazione di carte di credito all’avanguardia per privilegi ed agevolazioni e differenziazione soprattutto nei servizi del mezzo più versatile e comodo di pagare e acquistare, ha pensato bene di tirare fuori sul mercato per questo Natale 2011 una nuova versione della Black Centurion: ovvero la carta di credito prepagata riservata a pochi eletti, 10.000 persone in tutto il mondo, meglio a coloro che possiedono innanzitutto un conto in banca superiore al miliardo di dollari, disposti a spendere mediatamente 250.000 dollari l’anno e a pagarne di abbonamento 2500. Non reclamizzata ne presente in moltissimi siti e istituti di credito e sconosciuta persino ai più; realizzata inoltre in titanio che non lascia tuttavia passare indisturbati sotto il metal detector, è uno status symbol ormai dal 1999 in America, Australia, Medio Oriente e presto…prestissimo potrebbe diventarlo anche in Europa, aprendo a chi ne fa uso costante privilegi esclusivi come acquisto di biglietti di primissima classe sui mezzi di trasporto in anticipo sul resto della massa usufruente sempre della carta di credito; ingressi gratuiti in clubs esclusivi, eccetera, eccetera. Ma se le feste sono fatte per lo più anche per brindare e starsene accoccolati in poltrona davanti al fuoco scoppiettante del camino, sorseggiando whisky di alta qualità da calici di vetro prestigioso allora The Dalmore è la marca che fa per voi e che sempre quest’anno ha deciso di uscire dal suo guscio e di stringere collaborazione con Lutwyche, leader mondiale questa volta delle scarpe e dell’abbigliamento maschile di lusso, affacciandosi insieme sul mercato dei mocassini da uomo per l’inverno 2011/2012 e diversificando la propria offerta di prodotto con una pubblicità 2. Trussardi esclusiva e da togliere il respiro, cercando non solo di battere >>

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FOLLIE VIP

anzi di eclissare la concorrenza dei Fratelli Rossetti e del loro mocassino Portofino. E sempre rimanendo in tema di abbigliamento, chiunque di voi avesse la necessità di un bustier: ovvero un bustino o top per la serata dell’ultimo dell’anno non deve far altro che cliccare su internet alla ricerca di qualche foto sul blog dedicato alle pop star femminili più IN per farsi un’idea o più precisamente all’avanscoperta dell’unico inimitabile bustier che ha accompagnato per anni Madonna in tutti i suoi concerti nel mondo e che ora la regina del pop ha deciso di dismettere dal suo guardaroba e di venderlo all’asta per la modica cifra di acquisto di 45 mila sterline: uno status symbol anche questo di lussuria e lustrini, fin troppo forse per un capo d’abbigliamento femminile che poche dee o ragazze nel mondo possono permettersi di indossare. Se ancora dopo tutto questo gossip non siete soddisfatti, cari lettori appassionati non mi resta che deliziarvi e chiudere l’articolo in bellezza con il mio asso nella manica, anzi nelle tasche di Cindy Crawford con la descrizione dell’ultimo gioiello di casa Bentley, una Continental decappottabile dal rombo del motore ruggente e sexy come la sua proprietaria in passerella o dietro e davanti all’obiettivo di una fotocamera digitale o di una videocamera. Signore e Signori, un trionfo di scienza e tecnologia unite insieme alle quali la statunitense regina per anni delle passerelle non ha saputo davvero resistere e vi ha posato gli occhi e le mani per una cifra tutt’ora quasi esagerata quanto sconosciuta ai tabloid di tutto il mondo per una macchina dalla linea sportiva ed elegante, i cerchioni in lega di titanio, un cofano e un bagagliaio capienti ma non ingombranti o fastidiosi alla linea stessa della macchina e delle sue prestazioni, da farci stare dentro un baby Minotauro e infine dei sedili in pelle di lusso ma resistenti ad ogni tipo di urto, trazione, assalto …a prova in sostanza di bomba! Insomma che volete di più?

Madonna

Cindy Crawford

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REM Dopo 31 anni la fine di una storia incredibile Giovanni Franciosi

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l'eterno dilemma dell'artista: lasciare la scena quando la creatività' è all'apice o essere costretti a farlo dall'inevitabile parabola discendente? Mostrare coraggio e coerenza nel confessare di non potere più raggiungere certe vette creative o ripetere stancamente certi cliché già abusati? L'annuncio dello scioglimento dei R.E.M., arrivato alla metà di settembre direttamente dal sito della band, giunge inaspettato. Un fulmine a ciel sereno. L'ultimo album “Collapse Into Now”, è uno dei più ispirati dell'ultimo periodo, e il tour dell'estate 2009 ce li aveva presentati in ottima veste. D'altra parte i Rolling Stones continuano a portare in giro il loro circo da più di cinquant'anni, anche se Mick Jagger e Keith Richards non si sopportano da tempo. Gli Who si sono riuniti, Bob Dylan, splendido settantenne, vive in giro per il mondo nel suo “Never Ending Tour” . Quindi? Cosa ha portato Peter Buck, Mike Mills e Michael Stipe a mettere la parola fine a un magico percorso durato trentun'anni? " Un saggio disse: la capacità di partecipare ad una festa è nel conoscere quando è il momento di andarsene", dice Stipe, "Tutte le cose devono finire, e volevamo farlo nel giusto modo". Ma ancora più' illuminante è Peter Buck: " I dischi che abbiamo fatto e le canzoni che abbiamo scritto significavano tanto per i nostri fans che per noi stessi, essere parte delle loro vite è stato un incredibile regalo ". E ciò è tanto più vero se si pensa che Buck, Mills e Stipe stessi sono nati fans di Byrds, Velvet Underground e Big Star, nella scena universitaria fine anni settanta di Athens, Georgia. Fan del rock che diventano

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rockstar, la storia perfetta di un gruppo perfetto. Nato dall'incontro tra due anime opposte: quella di Michael Stipe, l'artista sognatore, dal canto spiritato che pare avvolto in una coltre di nebbia e dalla gestualità epilettica, folgorato una notte del 1975 dall'ascolto di Horses di Patti Smith, e quella di Peter Buck, commesso al negozio di dischi Wuxtry con le stimmate del vero rocker, il look trasandato da studente fuori corso e una spiccata predisposizione alla vita “on the road “. L'innamoramento per me scatta nel 1983. Avevano già pubblicato un EP, Chronic Town, due anni prima. E un 45 giri, Radio Free Europe, che gli aveva procurato i primi ingaggi a New York. Ma è Murmur, con quella copertina da inquietudine nel bosco delle fiabe, a sconquassare il rock americano dei primi anni ottanta, quando il punk stava esaurendo la sua benzina e i percorsi nuovi portavano alla New York dei Talking Heads, dei Blondie e dei Ramones. Un album già perfetto, pieno di grandi canzoni, ed era solo il debutto! Il suono jingle/jangle della Rickenbacker di Peter Buck, la sezione ritmica oscura e avvolgente, la vocalità sognante ed eterea di Michael Stipe erano già un marchio di fabbrica. R.E.M., ovvero Rapid Eye Mouvement, il rapido movimento oculare, l'impercettibile battito dell'occhio che caratterizza la fase del sogno. E la loro musica è sempre rimasta sospesa in quel limbo, tra sogno e realtà, in album di rara bellezza e coerenza artistica, anche quando, accasati con un contratto multimilionario alla Warner Brothers, hanno conosciuto il successo mondiale con Losing My


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Religion. Un perfetto connubio tra rock e melodia, tra forza e leggerezza e la penna per scrivere le migliori canzoni pop dai tempi dei Beatles. La consacrazione del mio idillio personale arriva nell'autunno 1987. Concerto al Radio City Music Hall di New York, probabilmente il loro punto più' alto, dopo il trittico Fables of The Reconstruction, Life's Rich Pageant, Document; esplosioni rock e suggestioni folk allo stato puro. Nel 1989 il primo tour italiano, quello dell'album Green, della forte presa di posizione ecologista e dell'appoggio politico al debole democratico Dukakis contro Bush Jr. nella corsa alla Casa Bianca. Il vecchio palazzetto di Bologna vibra sotto i fendenti rock di una band che insidia il primato mondiale degli U2. E Stipe si trasforma, si trucca, si depila la fronte. E' ormai un animale da palcoscenico. La perfezione pop arriva però nel 1992 con Automatic For The People, grande album di poche chitarre, molte tastiere, canzoni indimenticabili e la voce di Stipe su tutto. Il 1994 è l'anno di Monster, un ritorno al classico rock, in concomitanza con l'ascesa del grunge e in ricordo della vita buttata di Kurt Cobain. Nel 1996 il duetto con Patti Smith in “E-bow The Letter”, un emozionante tributo a colei che le tracciò la via. Poi “Up”,“Reveal”, “Around The Sun” e “Accelerate”, dischi che pulsano un rock moderno con coralità sempre più rubate ai Beach Boys di Brian Wilson. Estate 2009, l'ultimo tour della band. Alchimia irresistibile tra la durezza e l'impegno degli esordi e la placida maturità di adesso. Nella suggestiva cornice dell'Arena di Verona e, ancora meglio, al palasport di Bologna, dove i ragazzi sono letteralmente trascinati dal pubblico emilianoromagnolo, il primo a decretarne il successo nostrano. Incontrato a una sfilata della recente Fashion Week di New York, avevo avuto l'impressione di un Michael Stipe sfuggente ed enigmatico. Non immaginavo certo questo epilogo. Procuratevi l'ultima antologia “Part Lies Part Heart Part Truth Part Garbage 19822011”. Sempre che questa sia davvero la parola fine.

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di Enrico Sanchi

MARCO SIMONCELLI “Bisogna credere in quello che fai e non mollare mai, anche se ti trovi in difficoltà lotta per raggiungere il tuo obiettivo…fosse l’ultima cosa che fai”

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Le immagini riviste tante volte in tv di quella maledetta domenica di ottobre gettano tutti nello sconforto alle 10,56 ora italiana dopo il secondo giro della Moto Gp in Malesia a Sepang. Marco Simoncelli, 24 anni, tragicamente ci ha lasciato praticando lo sport della sua vita, finendo sotto le ruote delle moto di Collin Edwards e del “fratello maggiore” Valentino Rossi. Nato a Cattolica nel 1987 residente a Coriano comincia a correre da giovanissimo all’età di 7 anni sulle minimoto e il suo innato talento viene subito notato e aiutato dalla famiglia dal papà Paolo che arriva a chiudere la sua attività commerciale per seguire il figlio. Simoncelli nel 2002 diventa la prima volta campione europeo della classe 125 e nello stesso anno debutta nel mondiale a Brno in Repubblica Ceca. Ventunesimo, il suo piazzamento di quell’anno, e nel 2004 undicesimo, prima di passare in classe 250. Nel 2006 vede un anno di ambientazione prima delle soddisfazioni vere nel 2007 e l’incoronamento del titolo nel 2008 proprio sul circuito di Sepang, dove lo vede finire la carriera nel peggiore dei modi con l’incidente fatale del 23 ottobre 2011. >>

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Nel 2009 inizia la stagione in salita per infortunio alla mano che comunque gli permette di chiudere al terzo posto il campionato, prima dell’esordio vero nel 2010 nella classe moto GP con il team Honda Fausto Gresini e chiude l’anno all’ottavo posto, arrivato pilota ufficiale e con contratto HRC. Pilota sempre schietto e disponibile, lotta da guerriero e combattente si è sempre contraddistinto per i suoi duelli in pista. Fisico possente e grande per le classi 125 e 250 dove si costruivano codini più lunghi per agevolarlo alla guida, contestato per la sua guida aggressiva, ma mai scorretta ha sempre risposto direttamente alle critiche mosse senza alcun timore reverenziale. Ha sempre dimostrato di possedere le qualità del fuoriclasse di chi avrebbe fatto sognare intere generazioni dando il meglio di sé con la sua moto che amava quanto la sua vita e tutti lo definivano l’erede di Valentino Rossi. Ma oltre a tutto ciò Marco Simoncelli è stato esempio di entusiasmo e forza per tanti giovani di sani e veri valori impegnato nel sociale in aiuto dei più deboli e un esempio raro di famiglia con solidi principi e sani ideali

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così come nella tragedia hanno saputo regalare conforto amore e speranza a circa 20.000 persone intervenute a Coriano per dargli l’ultimo saluto. Oggi ci si rende conto che Sic era a soli 24 anni un ambasciatore di questa terra, in lui erano riassunte le caratteristiche della gente di Romagna, la forza d’animo, la spavalderia, il sorriso, la grinta, la caparbietà che ti spinge a raggiungere qualsiasi obiettivo facevano di Marco qualcosa di speciale. E le sue caratteristiche erano anche quelle di una grande famiglia come la sua: papà Paolo, mamma Rossella la sorella Martina. Quindi a maggior ragione importante è mantenere il ricordo del grande campione non come semplice commemorazione, ma come ferma volontà di far continuare a vivere ciò che lo rendeva speciale perché ci ha lasciato un grande vuoto ma anche insegnato una grande semplicità. Ciao Sic, non ti dimenticheremo mai sarai sempre nei nostri cuori!!!

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TALENTI ITALIANI TIMES SQUARE NEW YORK di Enrico Sanchi

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un Ben Dj in gran forma, quello che è appena tornato da New York. "Si è esibito in uno dei locali più prestigiosi della Grande Mela, il Lavo. E sempre a NY, circondato da bellissime modelle, ha girato il nuovo videoclip del suo prossimo lavoro", racconta il top dj milanese. Pronto, appunto, a dare alle stampe un nuovo singolo. "Si chiamerà Rockit - continua - e sarà sì una canzone electro dance, ma con dentro l'energia del rock. Sarà qualcosa di divertente e assolutamente nuovo e spiazzante, vedrete. Al microfono ha chiamato nientemeno che l'interprete della hit estiva degli Swedish House Mafia, Save The World: una garanzia".Ma Rockit non è l'unica produzione che lo riguarda. "E' vero: sta ricevendo degli ottimi feedback con Everytime That I Need Your Love, che ha pubblicato su Bootylicious (l'etichetta di Pain & Rossini, ndr) assieme all’amico e collega Marco Lys. E poi ha fatto uscire anche un album, 'Ben Dj & Friends - Remix 2011". Di cosa si tratta? "E' un disco edito da Tambour, nel quale ha racchiuso i remix delle sue produzioni. A realizzarli ci hanno pensato amici come Outwork, Relight Orchestra, Paolo Aliberti, Dj Ross, Wolfgang Gartner e Lissat & Voltaxx. Il totale è di 14 produzioni house ricche di contaminazioni elettroniche e non solo, e dove sono sempre e soltanto le grandi melodie a trionfare. Dentro trovate il suo remake di French Kiss di Lil' Louis, che, assieme a Relax Your Mind (The Ignorantz Remix), gode del supporto del mitico Roger Sanchez; ma anche Sorry nella versione dei citati L&V, finita nella playlist di Erick Morillo, e The Mistress, che è da tempo nei mixati di Pete Tong e Dr. Kucho".Insomma, meglio di così si muore...

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STEFANO RAVARA Grande organizzatore di eventi e party glamour esclusivi per pochi eletti, vero e proprio leader della mondanità internazionale.

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on è un semplice pr come tanti ma il numero uno tra gli organizzatori di eventi e party esclusivi in Europa. Stefano Ravara nasce e cresce a Mirandola, in provincia di Modena, nelle case popolari e da allora a oggi di strada ne ha fatta raggiungendo piacevoli gratificazioni. Non rinnega il suo passato e la sua difficile infanzia dove è cresciuto senza agi ne privilegi, ma essendosi creato e costruito il suo personaggio con grinta e tenacia. Ora vive a Riccione con la sua figlia di undici anni e alla soglia dei cinquant’anni crede che la famiglia sia molto importante per star bene e godere le gioie della sua vita tutta da raccontare come se fosse un film. Con la classe l’eleganza e soprattutto l’umiltà che l’ha sempre contraddistinto, ancora tutt’oggi riconosce che la sua abilità e capacità professionale sia dovuta al fatto di essere cresciuto in una zona povera con una vocazione però in mente sin da ragazzo “lo spettacolo, il glamour” e l’ambizione a poter concedersi lunghi viaggi per conoscere lingue posti e gente nuova. La sua avventura parte da Porto Cervo in Sardegna, dove dal 1989 al 1998 è stato proprietario del club Madrugada un punto allora di riferimento e forte attrattiva per vip mondiali, fino quando dopo anni di successi decide di cedere il locale a Flavio Briatore che ne modifica l’immagine e il nome trasformandolo nell’attuale “Billionaire”. È proprio in quegli anni che conosce personaggi a livello mondiale specialmente nel mondo arabo: sceicchi, principi, magnati petrolieri mediorientali, oltre il jet set televisivo italiano e lo star system. Dal 1998 infatti lasciando le redini del suo locale a Briatore comincia a organizzare eventi da sogno e da oltre vent’anni in Italia, Francia, Inghilterra, fa parlare di se e delle sue notti glamour, fatte di ricevimenti nei migliori club del vecchio

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di Dan Mc Sword

continente, ristoranti, hotel, feste esclusive esagerate innaffiate da pregiato champagne solo per gente importante. Oggi organizza spostamenti di personaggi super ricchi e famiglie reali importanti dell’Arabia e del Kuwait ottenendo rispetto e fiducia nel gestire movimenti importanti di svariate centinaia di migliaia di euro per organizzare al meglio le feste e le loro serate. Di recente al festival di Cannes e come ogni anno da dieci anni a questa parte ha accompagnato e organizzato il party vip, per il principe arabo, e nell’occasione ha ingaggiato il rapper più famoso al mondo, Snoop Dogg per poter così invitare l’attore Leonardo Di Caprio che si è presentato puntualmente assieme a George Clooney a una cena super blindata, accompagnata da sei graziose violiniste per duecentocinquanta ospiti: costo finale della serata 650 mila euro. A Venezia per il compleanno di un altro principe Kuwaitiano dove ha preso in affitto un vecchio palazzo storico in piazza San Marco, ha gestito il budget della serata sul milione di euro. Inoltre ricorda la serata del principe Said Ben Abdallah Ben Turkish organizzata a Modena alla discoteca Fellini e dove nell’occasione è arrivato a bordo della sua fiammante Ferrari, con guardie del corpo al seguito; il principe ha puntato occhi e cuore su una stupenda studentessa universitaria di Bologna, rompendo il ghiaccio con pregiato champagne Cristal e regalandole una parure di brillanti del valore di duecentomila euro, per poterla corteggiare nel migliore dei modi. Non da meno il compleanno per duecento invitati e ottanta fotomodelle mozzafiato del principe Al Habtoor per dimenticare la ex fidanzata Naomi Campbell. Nell’occasione Ravara segretario di fiducia personale, ha impiegato settimane per organizzare la grande festa a Dubai senza badar a spese e raggiungendo un milione di euro, tra fotomodelle,


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viaggi e trasferimenti aerei, miglior dj di Saint Tropez, tre gruppi musicali, centodieci ospiti da tutto il mondo, dove nell’occasione il principe ha offerto anche alloggio in hotel a Dubai Burj Al Arab, unico sette stelle denominato La Vela per la sua costruzione e forma architettonica, undici Rolls Royce, e Cristal Mathusalem da sei litri del valore di 50 mila euro a bottiglia oltre a prelibatezze degli chef di corte. Tra gli amici comuni Luca Toni il fuoriclasse modenese del Bayern Monaco, Alberto Tomba e Paolo Maldini che sono stati suoi ospiti e sono andati a trovarlo fino a Mirandola, inoltre Francesco Totti della Roma dove la sua fama conquistò lo sceicco arabo Saud Bin Mohammed. Ravara accompagnò all’Olimpico lo sceicco per vedere giocare Totti che regalò a lui e al principe diciotto biglietti della centralissima tribuna Monte Mario dedicando a loro il gol segnato quella sera. Cinque giorni prima della partita di coppa il capitano giallorosso passò tutte le serate mondane nei migliori locali romani, tra i quali la famosa discoteca Gilda, accompagnato sempre dal principe e Stefano. Svariate le presenze in televisione ospite del Maurizio Costanzo Show, Stefano Ravara si consacra tra i miglior pubblic relation manager a livello italiano ed europeo e mentre la crisi attanaglia il paese e non solo, lui anche quest’anno tra Porto Cervo, Saint Tropez, Cannes, Montecarlo (dove organizza party post formula 1 accompagnando i suoi clienti al nuovo Billionaire) scivolava sul mare della costa azzurra a bordo dello yacht milionario di 130 mt del principe del Quatar dove si sono dati appuntamento attori, principi, modelle, e uomini d’affari e anche in questa occasione il tutto è stato organizzato impeccabilmente, con cibo e vini straordinari; poiché Ravara conosce mezzo mondo e a colpo sicuro ha

fatto tappa nelle migliori gastronomie ed enoteche della Croisette e della Costa Azzurra facendosi recapitare a bordo dello yacht vini da re, cibi prelibati e un numero imprecisato di bottiglie di champagne più pregiati al mondo. Infine ha sempre avuto un occhio di riguardo anche per la sua Italia, nonostante giri il mondo per organizzare feste e viaggi per i principi, ama il suo lavoro divertendosi e non essendo mai stanco di ciò che fa, il lavoro gli permette sempre cose nuove, vedere posti diversi e organizzare eventi originali. Sovente cerca di organizzare feste nel suo paese per incentivare l’economia come d’estate con i suoi ospiti è di casa nella sua Costa Smeralda a Porto Cervo tra Billionaire e Sottovento, a Venezia per Festival del Cinema, al Pineta club di Milano Marittima e per la settimana della fashion week Milanese, quando prenota suite e svariate camere al Principe di Savoia per i segretari e la suite presidenziale di 490 metri quadrati da diciassette mila euro al giorno per il principe che ama l’Italia. Altri aneddoti simpatici che ci racconta entusiasmato; la volta che la principessa Noaf, sorella del Re di Arabia Saudita, finì i cioccolatini a palazzo Al Rhiad e chiese di farli avere al più presto. Stefano il giorno seguente al ricevimento del matrimonio della figlia, si presentò con cinquanta chili di prelibati cioccolatini e la principessa gli regalò una lussuosa automobile. Per non parlare della volta che il principe del Kuwait atterrò a sorpresa con l’elicottero davanti le case popolari di Mirandola per gustare la pasta fatta in casa dalla nonna, che ricevette in regalo duemila dollari per andare a giocare la sua passione, ovvero la tombola e il bingo; tutto avvenne in quelle case dove iniziò la magnifica storia di Stefano Ravara.

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CENTRE

POMPIDOU A METZ

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LA LIBERTA’ DELLA LEGGEREZZA Shigeru Ban e Jean De Gastines perseguono con coraggio la propria idea di architettura, tesa a innovare e rinnovare, coniugando sperimentazione e tradizione nella scelta di forme, materiali e tecnologie.

di Kowalski

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l nuovo Centro Culturale di Metz (Francia), inaugurato nel maggio 2010, è stato progettato da Shigeru Ban e Jean De Gastines, in collaborazione con lo studio ingegneristico Ove Arup, che ha elaborato le ardite soluzioni strutturali, e con lo studio Hermann Blumer, che si è occupato dell’intelaiatura lignea della copertura. Proprio la copertura rappresenta la parte formalmente e tecnologicamente più affascinante dell'edificio, che s’incarica del compito di catturare l'attenzione e di identificare univocamente e immediatamente il Centro, attribuendogli lo status di markland, di segno identificativo di un determinato territorio. Questo alto grado di iconicità era un requisito basilare del committente, il Centre Pompidou di Parigi, che per sopperire alla propria carenza di spazi espositivi ha optato per l’apertura di una seconda sede distaccata, sfruttando l’appeal di un nome che è divenuto un vero e proprio marchio, che da tre decenni richiama nella capitale francese milioni di visitatori ogni anno. Il peso di un nome così importante deve aver rappresentato una sfida emozionante per i progettisti: il Centre Pompidou di Piano e Rogers è entrato fin dalla sua inaugurazione (nel 1977) nei libri di storia dell'architettura ed è riuscito a ritagliarsi un ruolo di >>

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landmark estremamente identificabile e identificante su un territorio già saturo di architetture ad alto tasso di iconicità quale è la città di Parigi; la scelta dei progettisti di evitare il confronto diretto è stata intelligente, inevitabile e vincente (Ban stesso sostiene che i due edifici non hanno in comune “niente, eccetto l'innovazione”): liberi da vincoli referenziali e deferenziali gli architetti hanno potuto affermare con decisione la propria idea di architettura, tesa verso l'innovazione strutturale e il rinnovo delle tipologie. Ed è proprio l'innovazione formale e tecnologica espressa dalla copertura a identificare l'edificio. La forma è ispirata ad un cappello cinese tradizionale, fatto di foglie intrecciate, ed è stata realizzata con un complesso telaio in legno lamellare, rivestito da una membrana tessile in fibra di vetro e Teflon autopulente, sostenuto da una torre che, nella forma esagonale della pianta, richiama la maglia strutturale “a nido d'ape” del telaio della copertura. L’ideazione e la realizzazione di un dispositivo di tale complessità è stato reso possibile dalle moderne tecniche di progettazione digitalizzata, che hanno consentito l’elaborazione di modelli tridimensionali accuratissimi, dai quali si sono ricavati direttamente i programmi per le macchine a controllo numerico che

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hanno effettivamente realizzato i 1800 pezzi di legno lamellare (la cui lunghezza complessiva ammonta a 18 km!) che compongono il telaio, ognuno caratterizzato da una propria specifica curvatura. Il risultato di questa sfida creativa e produttiva è un dispositivo che copre 8.000 mq e che dall’esterno appare come un fazzoletto in balìa del vento, fluttuante sopra la vegetazione circostante, così come all’osservatore che si trovi sotto di esso appare sospeso a mezz’aria, grazie alla perizia con cui sono stati celati i giunti con le strutture verticali. Il susseguirsi di pieni e vuoti e la disposizione delle gallerie per le esposizioni (tre lunghi parallelepipedi disposti su altrettanti livelli, ruotati di 45° uno rispetto all’altro, che perforano la copertura) accrescono nel visitatore una sensazione di indefinitezza spaziale per cui i concetti di dentro e fuori, sopra e sotto, perdono il loro abituale valore assoluto. L’elemento che s’incarica di raccogliere e legare tra loro le parti altrimenti slegate è la copertura, che con la sua massiccia trave perimetrale circonda i singoli pezzi e delimita lo spazio proprio dell’edificio. Il Centre Pompidou di Metz dimostra che il legno è un materiale ad alto grado di innovazione formale e strutturale, che consente di perseguire soluzioni esteticamente affascinanti e tecnologicamente ardite. Riteniamo però che ci sia un contrasto eccessivo tra la sensazione di leggerezza perseguita e l’effettiva pesantezza della struttura lignea: la forma “a cappello cinese” è perseguita solo esteriormente e sebbene pretenda di evocare la semplicità di un prodotto della tradizione artigianale, in realtà necessita di una struttura molto pesante per resistere alle trazioni esercitate dalla membrana tessile. Inoltre ci pare doveroso sottolineare come il legno, trattato così massivamente, sfrutti solo marginalmente quelle caratteristiche di sostenibilità che ne fanno il materiale a basso impatto ambientale per eccellenza (attualmente è l’unico rigenerabile).


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Palazzo Sormani


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NUSCO INCONTRO TRA LUSSO E DESIGN di Valentino Cristofalo

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ualche anno fa guardando una porta potevamo pensare solo ed esclusivamente a un elemento funzionale, un qualcosa di estremamente utile per separare un ambiente da un altro. Segno di apertura e di chiusura. Con il tempo anche le porte hanno subito una vera e propria evoluzione, passando da oggetto “freddo” a particolare elemento di arredo. È un concetto chiaro e fondamentale all’interno dell’azienda Nusco SpA, leader in Italia e nel Mondo per la produzione di porte per interno e infissi. Il company profile ci parla di 250 dipendenti, 1000 unità di produzione giornaliera, 200.000 porte vendute annualmente. Dagli anni Sessanta a oggi l’impresa è cresciuta, si è specializzata e ampliata con diciotto punti vendita nel nostro Paese e 50 rivenditori autorizzati all’estero tra Europa, Asia ed Africa. Una mission che poggia sulla qualità, sull’attenzione al cliente, al particolare e sulla continua ricerca dell’innovazione, nei materiali e nelle tecnologie. La famiglia Nusco ha da poco inaugurato un nuovo ed esclusivo showroom a Cinisello Balsamo, nella provincia milanese, aggiungendo un tassello in più al servizio del cliente. Cresce l’organizzazione e aumentano i risultati. La continua ricerca del dettaglio ha spinto i vertici aziendali a sviluppare un forte senso di responsabilità sociale verso l’ambiente, promuovendo politiche di salvaguardia e tutela della natura, oltre che riducendo il proprio impatto in termini di inquinamento e rifiuti. Undici sono le linee di prodotto, dalla Linea Elitè costituita da porte tranciate e laccate secondo un concetto classico di design, alla Linea Modo, moderna nello stile e nei materiali. Investimenti nelle analisi di mercato e nell’innovazione delle ultime tecnologie di produzione hanno portato a un ultimo nuovo prodotto che sta conquistando il mercato e diversi esperti del settore.

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DESIGN DESIGN

Dall’intuizione e dalla creatività della giovane design & innovation manager, Matilde Durante, è stata presentata la linea Diamonds. Porte nate dalla sinergia tra design, arte e lusso per concretizzare un’idea di luxury design e trasformarla in un oggetto d’arredo di spicco. Prima creazione della linea Diamonds è la Total Shine Door, che ha stupito e illuminato gli addetti ai lavori per l’incontro tra cristalli e acciaio satinato, capace di provocare un accurato gioco di luci e riflessi. Suggestiva la Gioconda Shine Door: rivestita in ecopelle di pitone, raffigurante sull’anta il celebre volto di Monna Lisa attraverso ben 31.707 cristalli Swarovski in otto diverse tonalità, reinterpretando in chiave moderna il gioco di chiaroscuri. Elegante la Lucy Shine Door, da una parte caratterizzata da tre linee verticali di cristalli che arricchiscono il legno di una materia preziosa, e dall’altra mantiene la sua pura semplicità con un carattere chic in più. Unica la Mode Shine Door valorizzata da un elemento speciale nel suo genere, un punto luce centrale di forma quadrata realizzato con ben 560 strass. Essenziale, semplice, sobria la Line Shine Door. Una porta non vistosa ma curata nel dettaglio: all’altezza della maniglia spicca una sottile linea di cristalli che si sviluppa in orizzontale donando un sobrio ma sorprendente tocco in più. La Ideal Shine Door, altro prodotto di primo livello, potremmo definirla come porta fine, quasi delicata. Centrale elemento di arredo per un ambiente di lusso, è formale nella tonalità scura e vitale nei 910 strass distribuiti lungo tutta l’anta. Infine preziosa è la Sea Shine Door, una creazione che trova nel mare la sua più profonda ispirazione, originale nell’onda cristallina e brillante che valorizza la porta nella sua totalità. Esempi, prodotti, modelli Made in Italy. Un elenco forse troppo sintetico ma necessario per dettare almeno i particolari significativi. Porte che si adattano a un ambiente lussuoso, ricercato ed elegante. Elementi di arredo che si trasformano in opere d’arte, che in alcuni casi rievocano il passato e in altri vanno alla scoperta di un mondo nuovo, moderno e di altissima qualità.

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DESIGN | HOTEL DI DESIGN

photo by aldo e cristiana martinelli

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DESIGN | HOTEL DI DESIGN

PALAZZINA

G

a cura di Erika Facciolla

Il lusso a Venezia

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N photo by ivan terestchenko

el cuore della Venezia dell’arte, in un edificio cinquecentesco affacciato sul Canal Grande di fianco a Palazzo G, sorge il primo hotel realizzato da Philippe Starck in Italia: Palazzina G. Sogno, poesia, romanticismo e tradizione, rivisitati dalla genialità del poliedrico creativo francese, si sono uniti in questo cinque stelle lusso, dando vita a una nuova generazione e filosofia di ospitalità. Emanuele Garosci, l’ideatore di Palazzina G, che con Starck condivide il profondo amore per Venezia e la sua cultura millenaria ha immaginato e creato un luogo unico; uno spazio in cui tradizione e sperimentazione, dimensione onirica e tecnologia sorprendono l’ospite e lo trasportano in una Venezia storica, ma anche di avanguardia, nella personalizzazione dei servizi offerti e nell’eccezionalità degli interni. A Palazzina G i materiali e i decori della tradizione veneziana: specchi, mogano, vetro, mattoni antichi, si uniscono ai tratti del design contemporaneo più innovativo. 2.800 metri quadrati su tre piani in cui trovano posto 16 camere e 6 suite, il PG’s Club Restaurant di ispirazione veneziana - inedita >>

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DESIGN | HOTEL DI DESIGN

“cicchetteria” di lusso e un bar, completamente avvolti nel mogano veneziano e caratterizzati da lunghi e scenografici tavoli gioiello e una Krug Lounge (la seconda al mondo). Emanuele Garosci, imprenditore torinese, decide di creare in questa città un progetto di ospitalità mai visto e immagina Philippe Starck l’unico creativo in grado di portare la nuova dimensione che sogna nel paesaggio della laguna. La visione e il desiderio dell’imprenditore è di mettere a disposizione dei visitatori più sensibili e curiosi un luogo capace di proiettare, fuori e dentro l’albergo, in un viaggio in ciò che Venezia è stata, e sa essere, per gli occhi e gli spiriti più sensibili e fare sentire ciascun ospite “temporaneamente veneziano”. Un grande patrimonio è già a sua disposizione: un edificio ricco di storia e atmosfera e un’idea di accoglienza e conciergerie in grado di proporre esperienze ogni volta diverse. Starck interviene “incastonando” in questo edificio nobiliare, in cui si sono avvicendate abitazioni di nobili, magazzini di mercanti e uno stabilimento termale, un vero e proprio gioiello: summa dei materiali, delle sensazioni e delle architetture della città. L’atmosfera di Palazzina G è oggi quella di una casa vissuta, intrisa di fascino e di vita, nella quale la straordinarietà degli ambienti si unisce a pezzi e complementi di arredo unici, a una lunga teoria (quasi 300) di specchiere retroilluminate, ad opere in vetro dell’artista francese Aristide Najean e a una selezione dei più raffinati oggetti del collezionismo di lusso, tra cui libri pregiati, vetri antichi e pezzi di luxury vintage.

photo by ivan terestchenko

photo by stefano guindani

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Due accessi principali e, opposti, introducono a Palazzina G: da un lato, il maestoso e trafficato Canal Grande e, dall’altro, la più defilata Calle Grassi a due passi da Campo Santo Stefano. Su entrambi i portoni non si trovano targhe e indicazioni dell’hotel. Al loro posto occhieggiano, e accolgono gli ospiti, teste di toro stilizzate, opera dell’artista Aristide Najean. Una volta entrati nessun reception desk attende il visitatore. Lo fanno invece grandi specchiere, l’una di fronte all’altra, sulle quali spiccano le straordinarie opere in vetro, interpretazioni della Serenissima: due immaginifiche creature della laguna danno il benvenuto all’ospite che arriva dalla porta d’acqua e due figure tentacolari accolgono i clienti che accedono da Calle Grassi. Una lunga serie di motivi multicolore - enormi tappeti dai disegni originali e dalle tinte vivide - avvolgono i passi di chi attraversa le sale dell’hotel. Intorno, si susseguono materiali e colori mutuati dalla tradizione veneziana più raffinata, re-interpretati da Starck: stucchi, vetro, marmo, legno, mogano, terrazzo veneziano e sfumature pastello che virano, a sorpresa, nel rosso vivo e nel verde mandorla acido. Il Club Ristorante PG’s e il bar, al piano terra, innalzano l’esperienza sensoriale in cui l’hotel proietta i suoi ospiti. Una cornice ellittica di colonne ottocentesche apre il varco sulla dining hall in cui si stagliano due alti tavoli. Uno in marmo e l’altro in specchio, i due monoliti di oltre 7 metri racchiudono e circondano i tavoli e le sedute disposte al centro della sala. Lo show kitchen, su cui il lungo desco del ristorante



EVENTI

a cura di Enrico Sanchi

ARMANI HOTEL MILANO Il concetto della nuova ospitalità

I

l piacere personale del ricevere, il desiderio di reinterpretare il concetto di ospitalità, l’intuizione di offrire in ogni dettaglio l’estetica Armani. Nasce così Armani Hotel Milano, il secondo hotel ad aprire le porte, del progetto Armani Hotels & Resorts, in collaborazione con Emaar Properties PJSC. Dopo l’hotel di Dubai, situato all’interno del Burj Khalifa, l’edificio più alto del mondo, apre oggi l’Armani Hotel Milano: nel cuore della città, nello straordinario palazzo di via Manzoni 31, in stile razionalista, progettato originariamente da Enrico A. Griffini nel 1937. In questo edificio dalle linee potenti e austere, Giorgio Armani ha creato un mondo di armonia, di privacy, di attenzione alle esigenze degli ospiti. Il lusso, la calma, e la bellezza sono declinati nel più puro stile Armani, dando al concetto di comfort un’estetica nuova. “Mi sono concentrato su ciò che volevo offrire seguendo la mia personale visione dell’estetica e un’idea precisa del comfort”, spiega lo stilista. Mohamed Alabbar, Presidente di Emaar Properties, ha commentato: "Armani Hotel Milano, la più recente aggiunta al portafolio internazionale di Emaar costituito da progetti lifestyle di respiro internazionale, dimostra la nostra fiducia nella filosofia di design di Giorgio Armani

che ha cambiato il mondo della moda." Fondamentale la distribuzione dello spazio che permette di creare un piccolo ingresso in ogni stanza, evitando di presentare immediatamente alla vista l’intimità della camera. Le 95 stanze e suite offrono diverse soluzioni: dall’Armani Deluxe alle suite Armani Signature e Armani Presidential, le cui dimensioni variano dai 170 ai 200 metri quadrati, articolate a doppia altezza con una magnifica scala dal forte impatto architettonico. Minibar, impianti hi-tech, armadi che scompaiono nelle pareti - un gusto per l’ordine e la spaziosità che Giorgio Armani sperimenta da anni nelle proprie case - accentuano l’impressione di caldo nitore e ampiezza. Ogni stanza da bagno, idealmente strutturata per due, offre i migliori servizi e la riservatezza di una cabina doccia il cui vetro permette la vista soltanto dall’interno verso l’esterno. Il pavimento e le pareti, nelle sfumature naturali di un crema-marrone, sono realizzati con una pietra dalla texture regolare, Silk Georgette, proveniente dall’Asia. Tutti gli arredi dell’hotel si ispirano alle collezioni Armani/Casa realizzati appositamente per l’albergo in varie preziose finiture che riflettendo l’atmosfera d’epoca del palazzo: dai divani lineari >>

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EVENTI

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EVENTI

rivestiti di raffinati tessuti, alle testate di legno retro illuminate dei letti. Completa l’esperienza dell’Hotel Armani un concetto unico di servizi sotto la supervisione del reparto lifestyle. I lifestyle manager sono infatti il punto di riferimento per i clienti, perché si impegnano a soddisfare bisogni e desideri con un’assistenza continua e discreta. Dal momento della prenotazione si prendono cura dell’ospite, facilitando ogni procedura e rispondendo a ogni esigenza. Fin dal primo incontro nella lobby, affacciata su via Manzoni, quando il Lifestyle Manager accoglie il cliente e lo accompagna al settimo piano. Tutti gli spazi comuni sono concentrati al settimo e ottavo piano, nel “cappello” di vetro, come viene chiamato, che regala una spettacolare e inaspettata vista su Milano, dal Duomo ai nuovi grattacieli. Al settimo piano si trova l’Armani ristorante, dedicato alla ricca tradizione gastronomica italiana, con un’enoteca esclusiva, una sala da pranzo privata e un tavolo dello Chef all’interno della cucina. Sul lato opposto l’Armani lounge si affaccia sulla città con l’Armani bamboo bar, un ambiente raffinato e di grande impatto visivo, che si affaccia su via Manzoni e su Piazza Croce Rossa. Il soffitto è a doppia altezza - 6 metri e mezzo - e la parete è realizzata con un’immensa vetrata dotata di louvres. Gli elementi in onice retro illuminati, gli arredi e la buona musica creano l’atmosfera ideale per gustare un pranzo informale, un afternoon tea o un aperitivo prima di cena. Mentre un ponte di collegamento interno è dedicato all’area fumatori.

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EVENTI

L’ottavo piano, su una superficie di 1200 metri quadrati, è interamente dedicato alla bellezza e al relax e raccoglie tutti i trattamenti e le terapie che infondono armonia tra mente e corpo. L’Armani SPA comprende sei sale trattamento dedicate, una couple suite - per la coppia inseparabile - una palestra fitness e una piscina progettata per bagni rilassanti che grazie alla possibilità di regolare la temperatura, favorisce uno stato di completo relax. Le pareti frangisole regolate in modo da filtrare i raggi e il soffitto con magnifica vista sulla città danno un’atmosfera di leggerezza surreale. La palestra offre anche un vasto assortimento di attrezzi per l’allenamento cardiovascolare e muscolare, con accesso 24 ore su 24. 24 ore al giorno è disponibile anche l’Armani Business Centre: 200 metri quadrati, con una sala meeting privata e due saloni consiliari. Oltre a una dotazione di audiovisivi, attrezzature informatiche e per conferenza, controllo a distanza dell’illuminazione e una propria kitchenette in grado di servire direttamente le sale rispondendo alle richieste degli ospiti. Tutto nell’hotel è concepito per soddisfare le esigenze di lavoro, relax e piacere, secondo quell’ideale di eleganza e semplicità che contraddistingue lo stile Armani. “Stay with Armani” non è soltanto uno slogan, ma la filosofia profonda di questo hotel. Un albergo realizzato in un palazzo che le esigenze dell’architettura hanno tratteggiato come un’immensa ‘A’, visibile soltanto dall’alto e nei disegni originali di Griffini. Un gioco del destino, un caso.

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ARTE

LA GUAINA MOLLE DI

FEDERICO ERRANTE Presentate alla Myowngallery di Milano le sculture molli al di lĂĄ del tempo e dello spazio di Laura Bruscia

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hilippe Daverio e Jean Blanchaert presentano in anteprima nazionale La Guaina Molle: le magiche opere dell'eclettico Artista, Designer e Musicista Federico Errante, la cui ricerca estetica e filosofica crea una forma d'arte. Un vero e proprio linguaggio artistico. Miriadi di forme, oggetti che diventano ricordi e memorie, racchiuse in numerosissime guaine originali, sono il risultato di questa stupefacente sperimentazione durata oltre dieci anni. Grazie ad uno speciale materiale, una sorta di plastica morbida che si altera se viene toccata, ma che ritorna sempre alla forma originaria, il nostro creativo ha cosÏ ricoperto alcuni oggetti a lui cari, facendo parlare di sè. Dal 9 al 21 Novembre, presso MyOwnGallery di Milano, sono state esposte le sue opere e un'istallazione: la stanza poetica di Errante, che all'esterno mostra una parete nera con un ammasso di ferraglie e motori. E' il ricordo dell'anima della fabbrica, che evoca la nostalgia dello stabilimento. All'interno, invece, il bianco luminoso rievoca una stanza della meditazione dalle cui pareti ergono tromboni, porte e bottiglie. >>

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ARTE

Nella camera delle nove opere, i tubi e i sifoni sono un groviglio di forme chiare e pure; il cumulo di canne per annaffiare è diventato involontariamente la rosa a cui dava acqua. I motori scuri sembrano avere ancora l'olio lubrificante e pare che si senta ancora l'odore... Stupefacente, infine, un particolare soffitto dal quale sembrano cadere infinite bolle plastiche bianchissime che suscitano la tentazione di voler toccare. Il coinvolgimento tattile dello spettatore, non a caso, è l'elemento fondamentale di Errante. Se Burri esalta la trasparenza e la consistenza plastica, alterandone la forma con il fuoco, Errante isola “l’attimo fuggente” della plastica liquida, fermando il tempo, cioè intrappolando la materia nella sua aria. A livello concettuale lo spazio è così fuso con il tempo, originando opere al confine tra pittura e scultura “fermate” in un preciso istante della propria esistenza. Anche il grande Burri ha creato nuove strutture plastiche intese come superfici innovative con numerosissime pieghe e “solchi” dal grande impatto visivo. Errante, invece, crea a tutto tondo, per catturare l'anima, non il corpo delle cose, lasciando alle impronte che vediamo il compito di descriverci di che anima si tratti. “Se spingiamo con la mano la sua scultura, la forma si flette e, per un attimo, possiamo entrare nell'essenza dell'oggetto inguainato. In questo modo l'artista riesce a creare una sorta di biografia spirituale del nostro tempo che spesso ridà dignità a un'immondizia dimenticata”.

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PEOPLE

ANJA J I DJ PREFERISCONO LE BIONDE La vocalist più cool del momento si racconta ai lettori di Life People Magazine di Dan Mc Sword

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i origine canadese, trascorsi da modella, da dieci anni Anja J è una delle vocalist più apprezzate nel panorama clubbing italiano e internazionale. Tra le sue performance internazionali, da ricordarsi in particolare quelle al Winter Music Conference di Miami e nel Principato di Monaco, durante la settimana del Gran Premio di Formula Uno. Spesso e volentieri si esibisce negli after-show delle Fashion Week, per stilisti e griffe quali: Dolce&Gabbana e Andrew McKenzie. Voce ufficiale di Fashion Tv, partecipa in tutto il mondo come cantante e vocalist ai party ufficiali del canale satellitare. Merito della sua voce, della sua classe, della sua verve e dei suoi look sempre particolari e adatti a ogni circostanza. Con Joe T. Vannelli si esibisce da diversi anni come vocalist della one-night Supalova, sia a Milano sia in tutta Italia. A giugno 2011 la collaborazione con Jtv assume una dimensione discografica. Sua è la voce in “Mul Mantra”, il nuovo singolo vannelliano che sarà presentato nelle più importanti location europee, da Ibiza a Mikonos. A dicembre esce la compilation Supalova – 10th Anniversary, un doppio cd, la cui intro è scritta e interpretata proprio da Anja J. Quali sono i tuoi progetti per il 2012? “Nel 2012 si concretizzeranno molti progetti nei quali ho investito tanto e nei quali ho sempre creduto. Sarò sempre voce ufficiale nei party ufficiali del canale satellitare Fashion Tv, e sarò guest resident al Made In Italy di New York City, che già in passato aveva creduto in me. Questo non significa che trascurerò l’Italia, paese che sarà sempre nel mio cuore. Io sono ‘Born in Canada, but made in Italy’. Per quanto concerne le serate, sarò al Supalova di Joe T Vannelli, allo Chandelier Motel di Antonio Coppola, al Billionaire e al Country Club in Sardegna, al The Beach in Versilia, al Gioia Club a Napoli. Sempre nel 2012 inciderò nuovi dischi da solista, sia con il progetto Supernova sia con Joe T Vannelli, per il quale ho appena firmato l’introduzione della sua nuova compilation Supalova”.

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Perché le tue performance sono sempre così particolari? “Il mio cuore è rock, ma la mia anima abbraccia tutti i tipi di musica. Così riesco a seguire e a trasmettere le mie emozioni: lavoro d’istinto scatenando l’animale che risiede dentro di me. Amo stupire il mio pubblico e voglio che rimanga sempre sorpreso dalle mie performance”. Come direbbe Gigi Marzullo, che cosa significa per te essere una vocalist? “Il concetto, vecchio stile, di vocalist non mi appartiene. I miei show coinvolgono stilisti, parrucchieri, truccatori, costumisti; mi ritengo cantante, attrice, vocalist, e con quest’ultimo termine intendo qualcosa molto simile e affine al concept internazionale, che non a quello italiano. Mi piace improvvisare, inventare, trasportare il mio pubblico nel mondo dei sogni”. Quali sono le differenze tra i locali italiani e i locali stranieri? “In Italia la musica house la fa da padrone, sia quella più electro sia quella più commerciale. All’ estero l’hip hop ha più spazi. In Italia sappiamo sempre divertirci e ballare, all’estero a volte il pubblico assiste alle performance senza ballare, quasi come se si fosse a teatro”. Pensi che ci siano dei punti di contatto tra musica e moda? “Si sposano alla perfezione tra di loro. Molti stilisti traggono ispirazione dalle pop e dalle rockstar, e viceversa. Penso a Madonna con Dolce & Gabbana, a Alexander Mc Queen con Lady Gaga, senza dimenticare Giorgio Armani e George Michael. La moda apre la mente di ogni artista, come i viaggi, l’arte, la cultura e il cinema”. Chi sono i tuoi stilisti preferiti? “Balenciaga, Celine B., Givenchy, DSquared, Cavalcanti. Molto diversi gli uni dagli altri, e proprio per questo mi piace mescolarli”. Quali sono i tuoi siti internet? "www.myspace.com/ania.j, oltre ai vari social networks come facebook e twitter”


PEOPLE

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DESIGNER

PHILIPPE STARCK

a cura di Erika Facciolla

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Il poeta del design

mo spalancare le porte del cervello umano": è questa la filosofia che da sempre accompagna e caratterizza i lavori di Philippe Starck, designer e architetto insolito e polimorfo, oltre le convenzioni, sempre presente nel nostro quotidiano, creando oggetti "buoni" prima ancora di essere belli e destinazioni iconiche che conducono i membri della sua "tribù culturale" altrove, fuori da essi stessi, e, soprattutto, li guidano alla quintessenza del meglio. Scoprire un oggetto o un luogo concepito da Philippe Starck significa entrare in un mondo d'intensa immaginazione, di fantasmagoriche e fertili sorprese. Da suo padre, inventore e ingegnere aeronautico, egli eredita rapidamente il desiderio di creare e di sognare. Molti anni e molti prototipi più tardi, Philippe Starck riceve l'incarico di lavorare per il Presidente francese François Mitterrand. Nel medesimo periodo inizia a creare mobili per i più grandi e rinomati imprenditori italiani e internazionali. Sono ormai pochi i settori non esplorati dal creatore: dai mobili per privati alle case in vendita per

corrispondenza, dalle motociclette ai super yacht, ed anche la direzione artistica di progetti di viaggi nello spazio. Le convinzioni ecologiche di Starck erano un'evidenza ancor prima che queste divenissero accessibili a tutta l'umanità per il rispetto del futuro del pianeta. Molto presto, crea il catalogo Good Goods, il catalogo dei non prodotti per i non consumatori del futuro mercato morale, la sua società di prodotti alimentari organici, e più recentemente sviluppa il concetto rivoluzionario di "ecologia democratica", creando turbine eoliche personali a prezzi accessibili, che annunciano anche barche solari e veicoli a idrogeno. Questo cittadino del mondo, instancabile e ribelle, considera come suo dovere condividere la sua visione etica e sovversiva di un mondo più giusto e continua a vivere in coerenza e precedere i nostri sogni, desideri e necessità erigendo il suo lavoro ad atto civico e politico ma sempre con amore, poesia e umore.

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ARTE

MASSIMO

di Maria Teresa Pizziccoli

GURNARI Live fast get rich

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timola la curiosità, vedere cosa presenta nella sua ultima mostra che attualmente è presente a Milano nella seda della Galleria Area B (www.areab.org). Si scopre così un giovane artista (nato a Milano, dove vive e lavora) e guardando le sue opere, la prima impressione è quella dell'artista "maledetto", uno per capirci, con il fuoco dentro che se non si esprime muore. L’artista è Massimo Gurnari e la mostra personale (inaugurata il 29 Novembre e aperta fino al 10 Gennaio 2012) è “Live Fast Get Rich” curata da Igor Zanti. Ha l'esigenza dell'arte e la sua è una ricerca continua e mutevole. Le sue forme d'arte lo dimostrano: inizia il suo percorso per strada come "writing" già nel 1995 firmandosi "Micro". Senza abbandonare questa forma d’arte inizia a dipingere le prime tele. In una sua intervista parla di innovazione, ed è così che dobbiamo vederlo come un innovatore, un'artista a 360° che cerca strade diverse e nuove, ma anche un "dissacratore" uno che va contro corrente e sa di farlo.Un esempio sono le sue tele L'annunciazione oppure Dio, e ancora tante opere tutte realizzate con tecniche diverse, quasi a voler esprimere quello che l'artista prova. Gurnari non è classificabile, difficile attaccargli un'etichetta, non è Pop, anche se forse è il genere a cui è stato più paragonato. Non si ferma alle tele, va avanti, ricerca nuove strade, e diverse forme d’arte come il tatuaggio e altro ancora. Appositamente studiata per gli spazi di Area B “Live Fast Get Rich” è un complesso v i a g g i o nell’immaginario di Massimo Gurnari, che attraversa le influenze a lui più congeniali: dai riferimenti iconografici che >>

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ARTE

spaziano dalla street-art, alle icone della devozione popolare, al modello espressivo della cultura lowbrow. Una mostra che è un diario spazio-temporale: diorami che riproducono ambienti abitati dall’artista, territori più mentali che fisici, che permettono di affacciarsi all’interno della sua intimità creativa; microcosmi in cui tutto s’introduce attraverso una modalità che non ha altra logica se non quella personale. Sono esposte una serie di opere caratterizzate dall’utilizzo di codici differenti; carte, tele, ma anche installazioni con mobili e sculture, che percorrono in modo innovativo i tratti tipici del suo linguaggio: riferimenti iconografici che spaziano dalla west-coast americana all’illustrazione popolare di fine ottocento, con particolare attenzione per l’elemento “freak” degli anni ’60. Durante l’opening della mostra una performance ha dato vita agli eroi immaginari che popolano le opere di Gurnari creando un vero e proprio circo di personaggi direttamente sbucati dal suo imprevedibile mondo fantastico. Live Fast Get Rich è l’accesso all’immaginazione di Massimo Gurnari, luogo favoloso in cui le idee diventano prima concezioni e poi immagini: l’entrata della galleria e quindi della mostra è sostituita con un ingresso appositamente realizzato per facilitare l’apertura al mondo visionario dell’artista, permettendoci così di entrare direttamente nelle stanze della sua psiche.

Eterogenea e frizzante, onirica e surreale, Live Fast Get Rich unisce i diversi linguaggi progettuali utilizzati dall’artista quelli legati all’arte istituzionale, espressi nelle forme consuete quali tele, carte, sculture e quelli popolari, quali il ripensamento e conseguente riutilizzo di oggetti già esistenti, installazioni con oggetti e mobili, codici trasversali che plasmano una innovativa eloquenza ed espressività e che collegano l’arte alla musica, alla moda, alla grafica. È presentata in mostra anche “Live Fast Fet Popular”, una serie di t-shirt appositamente realizzate in una de luxe edition: è anche attraverso questo esempio che la mostra conferma come l’arte contemporanea attinga, sempre più spesso e in maniera sempre più forte, non solo a esperienze già istituzionalizzate, ma anche a quella cultura che mai come in questo caso si può definire “popular”. Gurnari tatuatore, artista eclettico ha realizzato anche disegni per foulard presentati al Pitti Uomo, la cover per il nuovo vinile degli Anuseye e con il suo “Eat Studio” produce grafiche per maglie e altro merchandise. Nel 2012 lancerà la sua linea di abbigliamento Big Head. I curiosi aspettano come il giovane artista saprà sorprenderli e farli meravigliare e magari portarli nel suo mondo sospeso tra fantasia e realtà.

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SPEED | MOTO

DUCATI 1199 PANIGALE S. I

Più che una moto un’opera d’arte

l 2012 per Ducati e per la famiglia Superbike segna l’introduzione di una nuova generazione di moto ad alte prestazioni. Supersportive come la 1199 Panigale, 1199 Panigale S e la 1199 Panigale S Tricolore aprono un nuovo capitolo nella storia di questa iconica azienda e offrono nuovi parametri di riferimento al motociclismo mondiale. La Superbike Ducati di ultima generazione, la 1199 Panigale, supera le barriere ingegneristiche del design motociclistico e fissa lo standard di riferimento più estremo di sempre, tracciando la strada per le sportive del futuro. Sviluppata nell'ambiente delle corse - dove la competitività è ovviamente altissima - e progettata per alzare ai massimi livelli le prestazioni, utilizza soluzioni innovative di derivazione Ducati Corse per rendere fruibile anche agli appassionati una tecnologia da Campioni del Mondo.

Crisi? No grazie! Cosi il costruttore bolognese risponde con determinazione alla crisi di settore lanciano la nuova 1199 Panigale S, più che una moto un vero oggetto di culto. a cura di Andrea Latini

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SPEED | MOTO

Il Superquadro, il bicilindrico di produzione più avanzato e più potente del pianeta, è ora parte integrante di un innovativo telaio monoscocca: insieme, consentono di raggiungere un'impressionante potenza di 195CV per 164kg di peso a secco. Cifre futuristiche offerte da una fuoriclasse tutta italiana. Alla base degli incredibili risultati ottenuti da Ducati con la 1199 Panigale ci sono il rapporto potenza/peso e il rapporto coppia/peso mai raggiunte per una moto di produzione. Con un semplice clic si attivano tre differenti Riding Mode che offrono altrettante combinazioni di sette diverse tecnologie al vertice della categoria: ABS sportivo di ultima generazione, Ducati Traction Control (DTC), Ducati Electronic Suspension (DES), Ducati Quick-Shift (DQS), il nuovo Engine Brake Control (EBC) Ducati di derivazione sportiva e il Ride-by-Wire (RbW), tutti programmati per fornire al pilota un’assistenza elettronica caratterizzata da grande continuità. Perfino il display TFT a colori del dashboard è concepito per adattarsi al Riding Mode selezionato. La 1199 Panigale è una Ducati in tutto e per tutto: racchiude in ogni componente tecnologia avanzata ben integrata con entusiasmanti elementi iconici della casa costruttrice. Il suo approccio senza compromessi al design sportivo e la raffinata attenzione anche ai minimi particolari ne fanno l'espressione più pura della migliore tradizione progettistica italiana. La competizione rappresenta da sempre, per Ducati, un'arena dove misurarsi e raccogliere sfide, uno strumento di disciplina per i progettisti e la base motivazionale di una casa costruttrice per la quale la tensione costante verso la vittoria è diventata una filosofia di vita. Con oltre 300 vittorie nel Campionato del Mondo Superbike e più titoli mondiali di tutti gli altri costruttori messi insieme, e con la passione che ha guidato la spinta innovativa in MotoGP, Ducati è più che mai concentrata sulle supersportive. Oggi Ducati combina l'innovativa soluzione telaistica monoscocca con lo straordinario nuovo motore, il bicilindrico a L “Superquadro”, e con l'elettronica di derivazione racing per produrre la regina di tutte le Superbike. Creata per la pista, educata alla strada, la nuova 1199 Panigale rappresenta una vera 'rivoluzione' della specie, destinata ad

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influenzare l’intero segmento delle sportive. Disponibile dall'inizio del 2012, la nuova moto sarà disponibile nelle versioni 1199 Panigale, 1199 Panigale S e 1199 Panigale S Tricolore. Ogni generazione di Superbike prodotta da Ducati rappresenta un'accurata fotografia dello stato dell'arte tecnologico e delle più avanzate soluzioni ingegneristiche di un determinato momento storico. Alcune caratteristiche quali il telaio a Traliccio e lo scarico sotto-sella si confermano come pietre miliari nella storia delle Superbike: veri e propri punti di riferimento dalla forte carica innovativa, comprovata da innumerevoli imitazioni. Nello spietato mondo delle competizioni, dove la compiacenza espone al rischio di estinzione, un atteggiamento 'darwiniano' di semplice, costante adattamento all'ambiente non avrebbe tuttavia consentito la sopravvivenza. Ducati ha così investito risorse - piuttosto che nell'evoluzione - nella 'rivoluzione' della specie: un progetto ingegnoso e innovativo che ha portato vari elementi vitali a fondersi in un unico organismo, lo scheletro monoscocca della 1199 Panigale. Gli ingegneri e i progettisti della Superbike di ultima generazione avevano avuto carta bianca per creare la 1199 Panigale centrando due obiettivi di apparentemente impossibile realizzazione: una riduzione del peso di 10kg e un incremento della potenza di 25CV. Ad animare ogni particolare, ogni misura, ogni decisione progettuale è stato un solo fine: la volontà di non scendere a compromessi e di creare la Superbike capace di offrire le più elevate prestazioni di sempre. La 1199 Panigale fissa ora lo standard di riferimento più estremo in assoluto, e con il suo arrivo, segna un momento storico di essenziale importanza nell'incredibile avventura delle superbike italiane. Battezzato “Panigale”, il nuovo modello infrange la tradizione delle Superbike Ducati affiancando al numero che da sempre contraddistingue i modelli sportivi Ducati, il nome del quartiere bolognese sede storica della Ducati, rafforzando così il legame con il territorio. In una parte d'Italia denominata “Motor Valley”, dove il mito delle corse e delle prestazioni scorre nelle vene di un popolo di appassionati, Ducati sottolinea con orgoglio la sua vocazione di ambasciatrice del “Made in Italy” e rende omaggio al suo paese natale, da oggi e per sempre racchiuso nel nome della sua ultima Superbike.


SPEED | AUTO

di Andrea Latini

Il SUV premium compatto

AUDI Q3

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Debutto in un nuovo segmento di mercato: la concessionaria Baiauto di Reggio Emilia presenta la nuova Q3.

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udi fa il suo ingresso in un nuovo segmento di mercato. La Audi Q3 è infatti un SUV premium in formato compatto. Si tratta di un’auto sportiva, efficiente e versatile. La Q3, ultima nata della fortunata famiglia di SUV Audi, è la compagna ideale tutti i giorni: di indole urbana, si trova a suo agio ovunque. Attinge al know-how della casa dei quattro anelli in tutti gli ambiti tecnici: carrozzeria, trasmissione, telaio, sistemi d’assistenza e multimediali. La Q3 è la più giovane della famiglia “Q” Audi e la sua linea in stile coupé ne esprime l’indole sportiva. Linee ben definite incorniciano sinuosità eleganti, luci dal design deciso ne modellano lo sguardo e la coda. I fari cuneiformi sono disponibili a richiesta nella versione xeno plus con luci diurne in tecnologia LED e sono abbinati a gruppi ottici posteriori, anch’essi in tecnologia LED. Questo SUV compatto ha una lunghezza di 4,39 metri, una larghezza di 1,83 metri e un’altezza di 1,59 metri. La Audi Q3 è molto spaziosa e può ospitare comodamente cinque persone; ergonomia e qualità delle rifiniture sono ancora una volta un punto di riferimento. Molteplici sono le possibilità di personalizzare anche l’abitacolo ed esprimere così il proprio stile personale

grazie ai molti colori e materiali disponibili. Il cosiddetto “wraparound”, l’elemento stilistico che si estende dalla portiera del guidatore alla portiera del passeggero, è ripreso direttamente dalle serie superiori. La Q3 diventa ancora più versatile e piacevole grazie alle molte soluzioni intelligenti disponibili, tra cui il pacchetto per il vano bagagli o il vano passante. L’equipaggiamento di serie della Audi Q3 è molto ampio e a richiesta sono disponibili optional, tra cui l’“Audi adaptive light” per i proiettori xeno plus, il controllo automatico degli abbaglianti, il tetto panoramico in vetro, un pacchetto luci interne in tecnologia LED e sedili anteriori regolabili elettricamente. La gamma dei sistemi d’assistenza disponibili ridefinisce il segmento dei SUV compatti. L’assistente di parcheggio parcheggia automaticamente la vettura: il guidatore deve solo accelerare e frenare. Il sistema riconosce anche gli ostacoli laterali e avvisa il guidatore. L’ Audi side assist agevola i cambi di corsia tramite sensori radar, mentre l’ Audi active lane assist aiuta a mantenere la vettura nella propria carreggiata, se necessario correggendo la traiettoria.

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Nell’ambito dell’Infotainment, Audi offre una serie di componenti modulari al cui vertice si trova il sistema di navigazione con disco fisso MMI plus: il suo monitor a colori estraibile da 7 pollici visualizza le immagini ad alta risoluzione in 3D. Il Bose Surround Sound System ha una potenza di 465 Watt e 14 altoparlanti. Più avanti sarà disponibile il telefono veicolare Audi Bluetooth online completo di hotspot WLAN, che consentirà alla Q3 di connettersi a Internet (Audi connect). Il nuovo servizio Audi online di informazione sul traffico fornisce informazioni aggiornate e precise sulle condizioni di viabilità dell’itinerario scelto. Audi Q3 è disponibile in una motorizzazione TDI e due motorizzazioni TFSI.La potenza di questi efficienti motori spazia tra 170 CV (125 kW) e 211 CV (155 kW). Nella versione con motore 2.0 TDI da 140 CV (103 kW) e trazione anteriore, la Q3 consumerà in media meno di 5,2 litri di carburante ogni 100 chilometri. L’autotelaio della Q3 è molto elaborato e prevede retrotreno a quattro bracci, servosterzo elettromeccanico e cerchi di diametro da 16 a 19 pollici.

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Robusta, possente, sportiva – la Audi Q3 non passa certo inosservata; il suo design all’avanguardia è intimamente legato al linguaggio formale del Marchio. L’elevata qualità della lavorazione, l’handling sportivo, il comfort acustico a bordo e la sicurezza della Q3 hanno un unico denominatore comune: la carrozzeria. È ampiamente costituita da acciai high-end, a cui si deve in misura preponderante l’elevata rigidità statica e dinamica.Anche la Q3 testimonia la grande competenza Audi nell’impiego di materiali ultraleggeri Anche per quanto riguarda la sicurezza passiva, la Audi Q3 è leader nella sua categoria. Di serie questo SUV premium compatto è dotato di due airbag frontali, sidebag per torace e bacino integrati negli schienali dei sedili anteriori ed airbag per la testa. Gli interni della Audi Q3 riprendono la linea decisa e atletica degli esterni. Il cosiddetto wrap-around, l’elemento stilistico ripreso dalle grande serie di modelli Audi, si estende dalla portiera del guidatore alla portiera del passeggero. Dalla linea elegantemente slanciata e differenziata orizzontalmente, la plancia presenta una grande modanatura di fronte al passeggero. La larga consolle centrale, dal design asimmetrico, è orientata verso il guidatore. Tutti i tasti e dispositivi di regolazione sono molto intuitivi e disposti in modo funzionale. Punta di diamante del programma di sistemi d’infostainment è il sistema di navigazione MMI plus, una centrale multimediale high-end che non ha eguali in questo segmento. Grazie all’elevata risoluzione del monitor da 7 pollici le immagini sono molto nitide. I grafici, tra cui anche le cover dei CD musicali e i wizard dei menu principali, sono raffigurati in maniera plastica ed elegante. Il sistema che collega la vettura all’esterno si chiama “Audi connect” e dimostra come anche in questo settore la Casa dei quattro anelli abbia un ruolo di leadership. Nella Q3 il telefono veicolare Audi Bluetooth online integrerà in un secondo momento il sistema di navigazione MMI plus e con un modulo UMTS e un hotspot WLAN connetterà il SUV premium compatto a Internet. Tramite la connessione veloce UMTS il sistema di navigazione carica anche immagini satellitari e aeree di Google Earth, sovrapponendosi all’immagine cartografica. L’hotspot WLAN consente agli occupanti di un’Audi Q3 di collegare a Internet fino a otto dispositivi esterni, dai computer portatili agli smartphone. Per collegarsi online il guidatore della Audi Q3 deve solo disporre di una SIM dati.

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NERO NOTTE Il celebre Club Peter Pan amplia i suoi ambiti anche nel settore automotive, trasmettendo lo stile e il fashion che da sempre lo ha caratterizzato. Di Andrea Latini

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elebri sono le collaborazioni tra le case costruttrici e note case di moda, finalizzate alla realizzazione di edizioni speciali dal look accattivante e il design unico. In questo caso la partnership è tra la Suzuki Italia e il celebre Club Romagnolo per la realizzazione di una limited edition del celebre SUV Gran Vitara. Tutti i dettagli sono ispirati alla notte, con un preponderante uso del nero e grande attenzione ai dettagli interni, con particolare menzione alle rifiniture delle sedute e dei pellami. Vera e propria edizione limitata in quanto, solo 15 modelli saranno immessi nel mercato.

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Piaggio P180 Avanti II

VOLO IN STILE ITALIANO I

l P180 Avanti II, prodotto di punta di Piaggio Aero Industries, unisce l'eleganza e lo stile dello stile Made in Italy, e la silenziosità e il comfort di una spaziosa lussuosa cabina, a prestazioni straordinarie, simili, ed in alcuni casi superiori, a quelle di molti tra i velivoli turbojet più venduti. Tutto questo con costi operativi inferiori fino al 40% rispetto ai jet di pari dimensioni e fino al 25% inferiori rispetto a quelli dei competitors. Un complesso lavoro di ricerca aeronautica, che ha richiesto anni di applicazione e migliaia di test nella galleria del vento, ha prodotto un aeroplano tecnologicamente all'avanguardia, realizzato secondo scelte progettuali e costruttive assolutamente innovative. Grazie all'eccezionale integrazione tra soluzioni tecnologiche e dotazioni dalla comprovata efficienza operativa, il P180 Avanti II è in grado abbinare performance superiori di eccellenza ai più alti livelli di affidabilità e sicurezza. Il P 180 Avanti II è ormai

di Andrea Latini

L’estro e l’eleganza del made in Italy si uniscono ad un importante know-how tecnico per dar luce ad un aereo dalle molteplici finalità tra cui il business luxur y fly in tutto il mondo.

celebre come l'unico velivolo del suo segmento, tra i turboprop e i business jet, dotato di una stand up cabin di 1,75 metri di altezza. Questo consente ai passeggeri di stare comodamente in piedi e muoversi liberamente. Lo spazio all’interno del P 180 è comparabile solo con quello offerto da velivoli di classe, e di costo, notevolmente superiori. Elegante ed economico, offre prestazioni da top class di categoria e per questo è tra i migliori mezzi per voli business, grazie ai suoi sorprendenti bassi costi operativi e il basso livello di emissioni. Ora è possibile essere veloci ed ecologici allo stesso tempo senza sacrificare comfort e prestazioni. Tutto questo grazie alla combinazione di soluzioni aerodinamiche uniche e la potenza sprigionata dai motori Pratt & Whitney PT6A-66B. Silenziosi e funzionali, questi due motori sprigionano una potenza di 1630 HP ciascuno. Il P180 avanti raggiunge un’altitudine di 12.500 m raggiungendo la velocità

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massima di 402 nodi a 9.450 m, con una velocità massima operativa di 0,7 MAC. Tutti i componenti e i sistemi del P180 Avanti sono stati progettati per garantire il più alto livello di efficienza e sicurezza, in tutte le condizioni di volo. Ma la sua vera chiave di successo è il design ricco di soluzioni innovative, la più importante delle quali è la Three-LiftingSurface configuration. Gli interni possono essere completamente personalizzati in base ai desideri dei clienti, i quali possono scegliere tra tre differenti configurazioni della cabina, un ampio ventaglio di materiali pregiati e accessori che, personalizzando gli interni, riflettono il loro stile personale e le esigenze operative. Al fine di concedere un ambiente lussuoso e ospitale e massimizzare il comfort dei passeggeri, il Piaggio Avanti II offre una perfetta pressurizzazione, mantenendo la pressione interna pari a quella sul livello del mare fino ad una latitudine di 7.300 m, il tutto accoppiato ad un eccellente insonorizzazione della cabina. Il massimo livello di disturbo non supera i 68 decibel. Il mix tra soluzioni tecnologiche, comfort di volo e interni lussuosi e funzionali, permette di collocare il P180 Avanti II tra i mezzi che un manager o una importante società deve avere; spostamenti veloci, senza compromettere i tempi di lavoro e mantenendo una comodità estrema, sono i passaggi chiave di questo aereo.

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Nuova e unica concessionaria per Reggio Emilia e Provincia


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IZMIR di Miguel Chimal SĂ nchez

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La perla dell’Egeo

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on l’estate che oramai è un lontano ricordo e la settimana bianca appena consumata, non rimane altra alternativa: una bella vacanza al mare. Izmir (ovvero Smirne di ieri) potrebbe essere una giusta meta, dove esiste un giusto equilibrio tra oriente e occidente. La provincia della Turchia sulla costa dell’Egeo è ambita per il suo clima mite tutto l’anno e per la sua posizione geografica raggiungibile in breve tempo. Si scende dall’aereo e subito si avvertono gli odori del mondo orientale. I suoni dei richiami religiosi avvolgono, come una dolce sciarpa di seta, i turisti appena arrivati. Mentre si raggiunge l’albergo si rimane affascinati da un’orgia di colori che creano un buonumore istantaneo. Si è come immersi in una sorta di benessere e si avverte subito un alone di immenso piacere. Tutto questo fa ben sperare nella riuscita della vacanza. Izmir con i suoi 3,5 milioni di abitanti è la terza città della Turchia ed è famosa per aver dato i natali al poeta Omero e nei tempi più recenti all’armatore Aristotele Onassis. All’arrivo in città si è colpiti dai tanti siti storici che i diversi scavi archeologici hanno riportato alla luce, reperti datati 3000 anni a.C. Per gli amanti della storia oltre ai siti antichi possono soddisfare la propria sete di cultura visitando i numerosi musei archeologici della

città e le infinite Moschee. La ricca storia di questa città, un tempo nella via della seta, ha lasciato delle ferite evidenti. Dal periodo antico con invasioni degli Assiri, al periodo successivo con l’Impero Persiano e quello Romano. Passando poi per il Cristianesimo fino all’Impero Bizantino e poi ancora per le Crociate e il periodo Medievale, fino al secolo scorso dove si sono insediate le basi per la trasformazione di una Turchia moderna. Oggi Izmir è una città giovane e sviluppata, ha un carattere cosmopolita e una rete di metropolitana all’avanguardia. Con i suoi ristoranti e caffetterie lungo il mare e con i festival dell’arte e della musica e importanti fiere a carattere internazionale, si propone come un importante polo produttivo. Altresì con i collegamenti sia aerei e sia navali alimenta un’anima turistica, e per le bellezze storiche, e per le bellissime spiagge che la circondano. Il clima mite tutto l’anno e l’alta qualità della vita rispetto ad altri luoghi la fanno preferire diventando, con passi da gigante, una meta sempre più richiesta. Passando dalle vecchie costruzioni che documentano un passato difficile come i teatri antichi e l’agorà (o mercato), il contrasto si evidenzia con le nuove costruzioni che alimentano una voglia di riscatto e di modernità. >>

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Pur essendo illegalmente affascinanti i quartieri tipici come Basmane e Alsankar dove si trovano costruzioni caratteristiche per le forme e per i loro colori, si rimane senza parole passando con una deliziosa carrozza trainato da un cavallo per i quartieri Bornova e Karsiyaka per le stupende ville che incontri. Si sogna in grande passeggiando nei mercati aperti e chiusi e nei tanti bazzar della cittadella. Le due ore di fuso orario che ci sono tra l’Italia e la Turchia, vengono spalmate dal folclore che si manifesta per strada. Come nei tempi passati, la strada è il luogo dove la musica e le danze ti fanno capire che hai staccato la spina dalle tue abitudini. La musica è ovunque e segue i turisti come un’ombra, va da se che non ci si può sottrarre al fascino dei balli che con semplici percussioni, dei loro tipici tamburelli di coccio, possono coinvolgere con una danza zingara turca (di provenienza greco e bulgara) o con una danza orientale turca che ballerine (fuoriclasse e affascinanti) di prim’ordine, si esibiscono nei prestigiosi locali con uno stile raffinato, dolce, energico e seducente. Per contro non mancano i percorsi religiosi che realizzati sia in treno o in autobus, creano quel pathos molto forte per i più sensibili occidentali. Ma se il detto recita, paese che vai e usanza che trovi, di certo la Turchia non si smentisce, anzi ha fatto del cibo la sua portabandiera all’estero. E se è giusta l’equazione Italia pizza, è altrettanto nota la formula Turchia kebab. A Izmir esistono ottimi ristoranti dove poter assaggiare la cucina turca e le bevande locali. I ristoranti offrono, in un’atmosfera piena di colore, le specialità locali, tra le quali due succulenti tipi di pesce: Tranca e Cipura. >>

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Insieme al pesce, tipico prodotto turco, si possono gustare un’infinità di antipasti tipici sia di pesce e sia di carne. Non meno piacevoli sono le innumerevoli quantità di minestroni che non mancano mai nel menù turco. Per le bevande non ci si può sottrarre a degustare un vino locale senza trascurare ne il thè caldo e ne il tipico caffè turco accompagnato dai particolari e tantissimi tipi di dolcetti di mille colori. Per lo shopping la cultura ricca del paese ci propone tanti prodotti locali e ci suggerisce di evidenziare i famosi tappeti Kilim e le altrettanto famose madreperle. Nelle vie della zona del mercati è possibile trovare affascinanti oggetti antichi, gioielli raffinati, una grande varietà di vestiti, come pure i famosi fichi secchi e l'uva sultanina di Izmir. Lungo la Promenade si possono trovare un ventaglio di boutique moderne e negozi eleganti e trascorrere la serata godendo quell'atmosfera viva dei caffè e dei negozi vicino al mare.

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LIFE PEOPLE PARTY


AT PETER PAN RICCIONE

Restyling del locale By G ARREDAMENTI


HAPPY B-DAY PRINCIPE


MAURICE JUST CAVALLI MILANO

Restyling del locale By G ARREDAMENTI


PARTY ELEVEN


MILANO

Restyling del locale By G ARREDAMENTI


PARTY AT TERRAZZA




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