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LIFE PEOPLE n.23 MARZO - APRILE 2010



realizzazione del Cafè Pasquini presso il lungomare di Senigallia

ROBERTO GARBUGLI DESIGNER

www.garbugli.com


Un ambiente indovinato nei colori bianco e blu, con legno pregiato e stucchi di ispirazione marina al soffitto, con una bella veranda proprio sulla spiaggia. I camerieri volteggiano tra i tavoli con enormi piatti e composizioni colorate sfiorando con abilitĂ le belle donne e i personaggi famosi.


Progetto realizzato dallo Studio T.F.P. Riccione

Nasce il primo vero ristorante giapponese di Riccione. Il “non solo sushi” ti accoglie in un’atmosfera tipica giapponese affacciato direttamente sul mare. Si potranno gustare sushi e sashimi tradizionali. I piatti creativi del nostro chef sono preparati solo con materie prime di ottima qualità e sono la logica perfetta di armonia ed equilibrio.

Riccione 47838 - P.le Azzarita, 2 - Tel. 0541.648604 - 647866 - www.ristoranteazzurra.com - info@ristoranteazzurra.com



DESIGN

by Luna Genzano



realizzazione del Nero Caffè di Pesaro


OUTLET VIA DELL’ARTIGIANATO 24 – 63018 PORTO S.ELPIDIO (AP) WWW.GIANMARCOLORENZI.COM


INDEX

LIFE PEOPLE N° 26 LUGLIO 2010 15 22 27 30 34 EXTRA-ORDINARY FASHION 38 ANTEPRIME: Pitti Uomo 40 THE STYLIST: Sarah Jessica Parker 55 STATUS SYMBOL: Il Kimono 59 CHIC & SHOCK 62 LIFESTYLE: Urban Golf 65 ACCESSORI 68 ICONE DI STILE: Jacqueline Kennedy 71 FASHION: Formazione e Creatività 75 MAKE-UP 83 FASHION: Jewels 85 COVER STORY: Ludmilla Radchenko 93 GOLD HISTORY: Apple 101 PEOPLE: Eva Kottrova 105 GOLDEN MAN: Giorgio Gori 107 INTERVIEW: Raffaello Tonon 110 STAR BIOGRAPHY: Lady Gaga 114 DREAM INSIDE: Mardan Palace 118 THE CLUB: Clubino 123 ART HOTEL: Molino Stucky 125 DESIGN: Arredo Futuristico 131 DESIGN: Il nuovo Trampolines 138 TOP DESIGNERS: Delfina Deletrez 147 WORLD PROJECT: Imperial War Museum 154 LIFESTYLE: Cocooning 159 DECORTREND 160 DESIGN: Arte Pop o Arte Design 163 (UN)CONVENTIONAL ART: Jaen Michel Basquiat 165 AUTO: Tondeggianti o spigolose? 167 TRAVELS: L’isola di Cefalonia 176 CHARME: Alice e le meraviglie GRIFFE STORY: Calvin Klein STYLE: Mondo Denim NEW BRAND: Brian Dales NEW BRAND: Freitag


Società proprietaria del marchio LIFE PEOPLE : Nero di Bertulli Giacomo P.I. 02270740414 Società a cui è stata data in concessione la rivista: CONSUL COMPANY s.r.l.

LA REDAZIONE Direttore Creativo Giacomo Bertulli Direttore Responsabile Matteo Garofoli Grafica Claudio Sperindei Direttore commerciale Stefano Marangoni Account Manager Enrico Sanchi Servizi giornalistici: Francesco Furiassi Matteo Garofoli Giulia Giovanelli Jean Claude Poderini Federico Sperindei Francesco Sabbattucci Giovanni Zerba Maria Luna Genzano Alan Parker Erika Facciolla Marcello Tosi Marianna Pilato Marina Savarese Samantha Scaloni Valeria Riccobono Fotografo Alessandro Omiccioli Make up & Hair Stylist Nives Rovinelli e Maurizio Martire PER LA TUA PUBBLICITA’ SU QUESTO MAGAZINE MEDIA CALL 071.4608074 348.8552098 - 339.2705653 Distribuzione MEDIA PLAN s.r.l 071.668405 (Società concessionaria del marchio per le province di Rimini, Pesaro Urbino e Ancona) CONSUL COMPANY s.r.l. Senigallia Amministratore Unico Bartocci Augusto 339.1155711 Ufficio di Rappresentanza Milano: Via Morosini, 26 T 02.40043125 E-mail: redazione@lifepeople.it Autorizzazione del Tribunale di Pesaro n°546 del 18/12/2007 Marchio protetto da Copyright

www.life4style.it


FASHION | CHARME

“ALICE E LE MERAVIGLIE” S

enza la magia, la vita sarebbe impossibile. Questo è il messaggio che si legge dall’ultima versione del film “Alice in Wonderland” di Tim Burton. La protagonista rivela la sua innocente giovinezza, non è più vestita con il suo candido grembiulino bianco, è cresciuta e con i suoi diciassette anni indossa un romantico abito di lino azzurro. Ma nel profondo di se stessa rimane sempre il candore della

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fanciulla che è in ogni donna e che trasmette quel fascino di innocente seduzione. Siamo piacevolmente attirati e colpiti dai colori, meravigliati dagli effetti speciali e sorpresi dall’originale e personalissima fantasia della storia. Questi sono gli ingredienti fondamentali della nuova pellicola della Walt Disney. Voglio soffermarmi però sull’aspetto dei costumi per dire che la costumista, con sapiente maestria e sorprendente capacità visionaria e creativa, ha creato abiti magnifici, ha valorizzato e reso ammalianti i personaggi con i loro indumenti eterei come ali di una farfalla. Così come Alice scappa da un noioso party, che vuole rappresentare la vita, ogni donna con una forte dose di fantasia vuole stravolgere il suo look e immergersi in un mondo surreale; è la formula magica che ogni donna possiede e che la rende seducente e sempre più carismatica. Per contro la moda, simbolo della follia e della stravaganza, prende spunto da questa favola e la rende realtà con dei tocchi di pazzia dei nostri sempre più bravi creatori. Facciamo entrare la realtà nei sogni e i sogni nella realtà, e con la moda possiamo veramente dire che un sogno diventa realtà. La moda crea seducenti personaggi che si alternano a innocenti, giovanili e delicate donne. Quel fantastico oggetto del piacere che è la moda, seduce e attrae tutti noi: eclettica, esuberante ed eccentrica, essa dà forma alla fantasia e diventa realtà con abiti aerei e inconsistenti, dai toni acquerello e con materiali sempre più leggeri e trasparenti. Parliamo della moda di questa estate 2010 che, contraria ad ogni aspettativa e contro ogni previsione, si impone come proposta divertente, giocosa e sarcastica. È in questo mondo ludico che troviamo abiti di irresistibile spettacolarità con curiosità inedite e basate su un concetto di surreale, piacevole e di divertita fusione. Curiosità e emozionanti applicazioni, nonché moderni ricami ci conducono in un mondo di drappeggi che risaltano la femminilità con abiti toga, asimmetrici e di diverse lunghezze, dalla mini alla longuette. La stampa non sta a guardare e si manifesta in un global pattern su abiti a kimono con fantasie pop-art o con disegni di ispirazione tribale e folk indiano. Rispuntano nei guardaroba nuovi abiti di gusto esotico con fantasie e colori ripresi dall’India. Si riscoprono abiti kaftano, bermuda e shorts, ampi camicioni anni ’60 e lunghe gonne svolazzanti, tute, salopette e pareo. I tessuti sono sempre più leggeri e lasciano intravedere il corpo nel suo splendore. Parliamo di chiffon, organza e voile, tulle, pizzo e mussole leggerissime e impalpabili, il tutto rigorosamente stampato con colori caldi come arancio spezia, giallo zafferano e rosso rubino. Una leggera brezza estiva la troviamo nei colori glaciali come il turchese mare, il verde pistacchio, l’azzurro cielo e il glicine su fantasie tie&dye. Licenze creative senza censure in cui libellule, fiori, frutta, ricami su fantasie animalier e applicazioni su stampe micro geometriche infondono e interpretano un’idea, un’immagine, un’utopia.

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È decisamente un look estivo per le occasioni di vacanze al mare, ma da portare anche in città con un tocco di sana ironia e leggera ma accettabile irriverenza. Per la sera ci sono tanti bustini che sottolineano e assottigliano la vita, modellando addome e fianchi o seducenti corsetti che rivelano le sinuose curve femminili. Parliamo di un originale stile cocktail Vittoriano, dove con trasparenza e leggerezza di balze e volant ci riconducono a una palette color pastello. I nuovi modelli conferiscono una silhouette di forme armoniche con volute di tessuto e abiti plasmati per un gusto raffinato e trasgressivo che unisce, con i suoi sontuosi panneggi, scivolose pieghe e balze: tradizione e sperimentazione.

L’uomo della nuova stagione estiva lo definiremo combattivo, con la tradizione maschilista, e coraggioso per la sua nuova ricerca di libertà. È in netto conflitto con se stesso, ma predilige trovare la nuova sicurezza nella franchezza e nella disinvoltura. “Mediterranean Journey” è la nuova frontiera dell’uomo alla moda di questa estate 2010. È un’escursione attorno ai paesi che si affacciano sul Meditteraneo, ricchi di folklore e con tradizioni e costumi diversi per idee e millenarie culture. Le stampe sono uno dei leit-motiv della nuova stagione e prendono spunti da culture che passano dalla Persia fino al Marocco, dalla Grecia alla Spagna e tutto il mondo Mediorientale. I colori sono decisi e forti con una palette di rottura e con pigmenti dal blu al porpora, dall’arancio al giallo limone, dal verde al turchese, per terminare con il rosso melograno e l’ocra caldo. Le fantasie sono a volte con disegni geometrici – graphic expression - e a volte astratte.

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I tessuti sono setosi o di garze di cotone fini e trasparenti, che lasciano intravedere un fisico atletico. A coronamento di fantasie multiple troviamo delle riproposte di fantasie patchwork che con giochi trompe l’oeil donano l’idea di una moderna tradizione. Il pantalone stampato è il must, nonchè la nuova chiave del look estivo per l’uomo. Questo freedom man è senza vincoli e spontaneo nell’immagine da “new ager hippie”, che ritrova una indipendenza ricercata da tanto tempo che si rifà al passato degli anni ’60, quelli della contestazione giovanile. È uno spiritual junkster un po’ pazzo, ma divertente e divertito che gli piace vestirsi con scioltezza e spigliatezza. Una nuova realtà invade le strade delle nostre città ed esprime un gusto liberale in un totale permissivismo. Per le occasioni più impegnative, propongo un gusto Copacabana che ci conduce alla famosa spiaggia di Rio de Janeiro; terre lontane per cultura ma di intenso gusto per il colore e il fascino esotico. Si tratta di completi a giacca di pura seta o cotone mercerizzato che mettono in risalto i colori caldi della terra brasiliana. Tutto rosso fuoco o giallo limone, o anche combinazione di citrus coktail con arancio saranno i colori dell’uomo che, libero da ogni vincolo, si propone giocoso e con un forte temperamento.

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FASHION | GRIFFE STORY

CALVIN KLEIN una vita spesa nella moda Matteo Garofoli

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FASHION | GRIFFE STORY

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alvin Klein è uno stilista americano nato nel 1942 nel malfamato quartiere Bronx di New York, che fonda la casa di prêt-à-porter che porta il suo stesso nome nel 1968, oggi universalmente riconosciuta ed apprezzata. Calvin sembra essere uno di quei soggetti nati con una vocazione, che non potrebbero far altro nella vita di ciò che stanno effettivamente facendo: a scuola disegna schizza di figurini sul libro di matematica e a casa, dopo aver finito con malavoglia i compiti, si esercita nel cucito. Nonostante ripetute pressioni opposte, alla fine i genitori assecondano Calvin nella scelta del college, il Fashion Institute of Technology di New York, presso il quale si diploma nel 1962 dopo enorme impegno e smania di concludere gli studi per passare ai fatti. L’impero e la popolarità che tutti noi oggi riconosciamo alla maison, Calvin Klein l’ha costruita assieme al suo compagno di studi storico, colui con il quale è cresciuto, ha vissuto e ha studiato per anni, Barry Schwartz, anch’egli del Bronx così come un altro famoso esponente della moda americana di successo: Ralph Lauren, contemporaneo di Klein. Il percorso che ha portato il nostro ad affermarsi e far conoscere la sua moda in tutto il mondo passa per un periodo iniziale nel quale Klein portava in giro i suoi schizzi in una valigetta. Dopo cinque anni di gavetta ed aver lavorato in varie aziende tessili e ditte di pronto-moda, decide finalmente di mettersi in proprio, specializzandosi nel progettare completi e soprabiti dal taglio nitido. L’immagine personale che lo stilista da’ di se è uno dei punti di forza del suo successo: giovane, attraente, alto, sempre vestito in modo impeccabile, presenzialista ovunque occorra ma mai inflazionato, è capace di godersi intensissimi week-end di svago e di trasformarsi in puntiglioso manager il lunedì mattino, sinonimo di grande duttilità. Successo, ovviamente, ottenuto insieme al talento e alla sapienza sartoriale ma anche pubblicitaria, da sempre a forte carattere erotico, come la campagna per i famosi jeans “K.” per cui sceglie una giovane Brooke Shields. Le peculiarità che hanno contornato la carriera del brand Calvin Klein cominciano già dopo il 1971, a pochi anni dalla nascita, con l’introduzione nelle proprie collezioni di capi sportswear e pratici coordinati, ma dal perfetto taglio sartoriale. Lo stile è sempre molto semplice; i suoi modelli riescono, una stagione dopo l'altra, a interpretare al meglio i desideri di una clientela che ormai contribuisce con fedeltà all'affermazione crescente della griffe, che sa dosare preziosismi e semplicità. I vestiti CK puntano alla praticità, senza troppi fronzoli. Dogma, quello dell’evitare l’eccesso, che si percepisce già dalle sfilate “Calvin Klein”, dalle quali è bandita la moda spettacolo; dettaglio che gli ha meritato l’onore di una critica positiva importante, quella di John Fairchild, il noto e temuto editore dell'unico quotidiano di moda - “Women's Wear Daily” – nonché l’unico che può esaltare o stroncare uno stilista, che parla di lui come di uno dei migliori designer di moda del mondo, una vera rarità nel panorama del

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modellismo americano caratterizzato da ottimo taglio, sebbene con scarsa fantasia. Oltre la linea originale ed originaria “Calvin Klein”, negli anni viene creata una seconda linea d'abbigliamento, la “Ck”, e una linea di intimo che contribuiscono ad ampliare fama e mercati, con sempre maggior giro d'affari, sostenuti dalle campagne pubblicitarie costruite sulle conturbanti foto del celebre fotografo Bruce Weber. Di recente poi, ha lanciato sul mercato europeo la nuova linea per bambini, dal marcato stile americano ma ben mixato a quello del nostro continente, per una collezione di capi intercambiabili e duttili. Per l'eterno “american boy” però non è stato tutto in discesa: star in costante pericolo a causa delle sue intemperanze esistenziali, ha grande importanza l'incontro con Kelly, che diventerà sua moglie, portando ordine nella vita e nell’atelier dello stilista. Ciò nonostante i problemi continuano ad esserci e a manifestarsi, come nel 2003, quando lo stilista ammet-

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te pubblicamente il proprio abuso di sostanze stupefacenti e alcol e decide di sottoporsi a una cura disintossicante. Già una prima volta, nel 1988, il designer era stato ricoverato per gli stessi problemi di droga. Oggi il brand Calvin Klein commercializza non solo abiti, ma numerosi prodotti che vanno dai profumi (celeberrimo il “CkOne”, che assieme agli altri profumi della maison contribuiscono per il 35% al fatturato totale) agli occhiali, passando attraverso numerosi altri prodotti di ogni genere. Nel 2002 la Calvin Klein Inc. passa di mano al colosso Phillips-Van Heusen per 440 milioni di dollari. Klein rimane il design-inspirator delle 12 differenti linee facenti parte della compagnia, che complessivamente fatturano 3 miliardi di dollari annui. Nel corso della sua carriera, Calvin e la sua griffe sono riusciti a battere numerosi record e vincere altrettanti premi di settore, sintomo di una vita che inderogabilmente doveva essere spesa nella moda.


IL CASALE E R I S T O R A N T E

I Sapori della tradizione

Via Abruzzi - RICCIONE ALTA - Tel 0541/604620 Fax 0541/694016 - www.ilcasale.net aperto tutto l’anno

chiuso il lunedì


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STYLE

MONDO

DENIM J

eans, jeans e ancora jeans. Ecco ciò che non dovrebbe mai mancare in qualunque armadio. Indossare un paio di denim fa sentire a proprio agio in qualsiasi situazione. Sì, perché accostati ad una t-shirt un po’ sgualcita o ad una felpa dai toni street, con un bel paio di sneaker, il mood diventa subito teen. Al contrario, possono essere un capo elegantissimo e trendy se uniti a un girocollo in cachemire oppure ad una camicia bianca e un blazer, classico intramontabile; il tutto condito, naturalmente, con l’accessorio giusto, come una pashmina e una tracolla “messenger” dove infilare tutto l’indispensabile per un’uscita con gli amici. Per le stagioni a venire, sia l’estiva che le invernali, non importa che si tratti di un modello extra-large o a vita bassa, del classico 5-tasche o a sigaretta o uno skinny, l’importante è indossarlo in qualsiasi occasione, perché oltre ad essere uno degli indumenti più comodi, è anche il più fashionable, tant’è che sono diversi gli stilisti che lo propongono abbinato ad una giacca da smoking o ad una camicia molto “eccentrica”.

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STYLE

Il 2010 vede la consacrazione dei modelli stracciati, bucati, apparentemente da buttare, ma in realtà nuovissimi con un look volutamente vissuto, che tornano in auge dopo aver vissuto un periodo d’oro qualche anno or sono; altra conferma del ritorno in grande stile degli anni ’80. In concomitanza con la bella stagione, ecco rientrare a pieno regime sulle passerelle lo short-jeans, o pantaloncino in denim soprattutto per lei - delle più svariate lunghezze e versioni: corti, fino a essere quasi inguinali (solo per lei!), oppure fino a metà coscia, arrotolati o con l’orlo definito, stretti oppure larghi. Tanto per rimanere in tema anni ’80, il colore da scegliere deve essere chiaro, slavato. Vera novità/tendenza per la moda jeans femminile di questa stagione estiva, vista sulle passerelle che ne hanno ufficializzato il ritorno in grande stile, il jeans modello 7/8, cioè quello che non copre la caviglia; modello bello ma ambiguo, appannaggio delle ragazze alte che saranno ancora più chic abbinandolo a un paio di tacchi. Soluzione, quella delle scarpe alte e possibilmente scollate, che può donare anche alle ragazze di statura media. Decisamente da evitare, invece, per le basse.

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BRIAN DALES: THE NEW URBAN CHIC 30

a cura di Samuele Daves


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rian Dales si pone come il nuovo brand di ricerca nella creazione di un linguaggio vestimentario, metropolitano ed internazionale, assolutamente uptodate. Sempre più in crisi l'epoca del pret a porter e delle prime linee sarà il nuovo street sofisticato a dettare i trend di mercato e l'interesse di una nuova femminilità sempre più young glam e strong. Nell'eclettismo delle declinazioni che costituiscono i mood della collezione di Brian Dales è evidente la caratterizzazione di un mix and match sofisticato e street, con outfit dalle forme giovani e dinamiche in tessuti ricercati e lussuosi (rigorosamente made in Italy). Questa è la via che richiede e vuole il mercato. Il mantenimento delle prerogative di una produzione di alto livello italiana (Brian Dales ha produzione e quartier generale a Bassano del Grappa) passa attraverso una riconcettualizzazione del ruolo della moda e dell'abito. Considerata ormai completa-

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mente anacronistica l'haute couture e in via di stravolgimento e passaggio il pret a porter, l'urban chic è la nuova via. Le immagini della nuova campagna di Brian Dales sono estrememente significative nel sottolineare la necessità di internazionalizzazione e nel teorizzare questa relazione tra fabbrica e couture, tra la preziosità di una seta stampata o di un taglio sartoriale con un contesto metropolitano al limite del trash. L'utilizzo di modelli internazionali (Ani Alitalo e Michael Seifert, finlandese lei indonesiano di New York lui), di un fotografo di fama (Max Salvaggio) e di un Art Director e antropologo molto noto (Samuele Daves) ha portato da una teorizzazione concettuale ad immagini significative ed eloquenti. Il guardaroba di lui e di lei dallo spirito city-glam interagiscono armonicamente in una fabbrica abbandonata. La particolarità e disinvoltura del look dell'uomo Brian Dales è perfetto tra macchine e lamiere mentre la donna esalta l'esprit femminile con un tocco easy in outfit di sete preziose, anche indossate sul denim tra i copertoni.

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E' il new urban-chic.

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FREITAG IL VENERDI’ “VERDE” DELLA MODA di Matteo Garofoli

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e borse Freitag sono famose e apprezzate perché hanno un’anima “riciclata”, sono cioè realizzate con materiali riciclati provenienti da ogni più strano componente di diversi mezzi di trasporto. Grazie ad un sapiente lavoro di recupero che rende tali materiali praticamente nuovi e una buona dose di fantasia - che consente al brand di confezionare borse di successo, bellissime e molto richieste – ecco nascere le borse per uomo e per donna Freitag, nelle più svariate forme e colorazioni. I materiali di cui si servono i creativi dell’azienda sono soprattutto vecchi teloni di autocarri marchiati indelebilmente dai fumi dei gas di scarico, ma anche cinture di sicurezze di auto, copertoni delle ruote di biciclette e, più recentemente, di airbag. Ognuno di questi elementi è parte indispensabile nella realizzazione del prodotto finale: un oggetto utile, versatile e alla moda che sta riscuotendo sempre maggior successo tra i giovani, ma non solo.

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Il lavoro che c’è alle spalle, oltre al materiale scelto per la fabbricazione, attribuisce grande funzionalità, design, durata e qualità al prodotto. Ma come nasce l’idea, tanto bizzarra quanto fruttuosa, di creare borse derivanti da parti non più utilizzate di camion, auto e biciclette? Nel 1993 due grafici-designer, i fratelli Markus e Daniel Freitag (che tradotto in Italiano significa “Venerdì”), cercavano una borsa funzionale, a tenuta stagna e robusta per il loro lavoro, che contenesse cioè i loro progetti senza rischiare di rovinarli a causa della pioggia o inconvenienti vari. Ispirati dal colorato traffico dei mezzi pesanti che erano abituati a vedere vivendo adiacenti all’arteria stradale di Zurigo (precisamente vicino al ponte Hardbrücke), disegnarono un esemplare di borsa nel tipico formato “messenger”, con un dettaglio: cucirono la borsa con vecchi teloni di camion dismessi, realizzarono la tracolla con cinture d'auto usate e la bordatura con una vecchia camera d'aria di bicicletta. Cominciarono a produrne sempre più esemplari, prima per loro stessi, poi per gli amici. La voce si diffuse e l’idea piacque, tanto che ben presto arrivarono le prime richieste dai negozi. Ora come allora, le borse Freitag sono prodotte all'interno del padiglione della vecchia fabbrica di ingranaggi Maag a Zurigo, su una superficie di 2800 m2, nei pressi del ponte Hardbrücke, rigorosamente a mano e, per questo, ognuna di esse è un pezzo unico, diverso dall’altro proprio perché proveniente da una ritaglio diverso dello stesso telone di camion, con le sue pieghe, le sue cuciture ed il suo unico livello di logorio. I concetti di riciclaggio e riuso sono centrali nella filosofia di Freitag, oltre che essere i capisaldi della mentalità dei due fondatori, abituati sin da piccoli a rispettare l’ambiente e a riutilizzare i materiali. A tutt'oggi l'assortimento conta oltre 50 accessori - tra cui figurano, oltre le borse a tracolla delle più diverse forme e dimensioni, anche borse da viaggio, sporte, custodie per laptop, iPod e iPad, portafogli – a cui lavorano quasi un centinaio di persone e sono venduti in oltre 350 Paesi. Il motivo di questo successo, oltre naturalmente la praticità e la bellezza del prodotto, è anche dovuto alla scelta del veicolamento del brand sul mercato; essendo la Freitag un’azienda giovane e dinamica, lancia i suoi prodotti in modo sempre spettacolare e mai banale: intanto, lo fa sempre di venerdì (freitag = venerdì) e non occupando il palinsesto delle più importanti tv, bensì aggiornando il bel sito web (freitag.ch) e spedendo una mail a tutti gli iscritti alla mailing-list. Queste mail contengono una foto verticale così lunga da costringe ad un lungo scroll della pagina prima di riuscire a vedere il prodotto. Un altro esempio dell’originale campagna di comunicazione svolta da Freitag riguarda la scatola che accompagna ogni borsa acquistata, che può essere trasformata in un televisore di cartone; è poi possibile ordinare diverse immagini per lo schermo. Ad ogni prodotto realizzato viene scattata una foto ed inserita nella borsa con una nota sulla provenienza e sulla realizzazione del modello specifico. Metodo per attestare l’unicità ed originalità del prodotto acquistato. Nota a parte spetta ai negozi, specie quello ritenuto come la sede di Freitag, a Zurigo, composto da una serie di container assemblati uno sopra all’altro, fino a raggiungere i 26 metri d’altezza e una suggestione enorme, alla stregua dei siti storici della città. Anche la personalizzazione è un dettaglio permesso da Freitag e non da sottovalutare: on-line si può infatti scegliere la parte preferita di telone di camion da far tagliare e assemblare su misura. Ogni pezzo unico viene poi spedito in questi packaging accattivanti e multifunzionali cui accennavamo. Belle le idee, belle le borse. Comprare per credere!

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Valeria Riccobono

FASHION | EXTRA-ORDINARY

EXTRA ORDINARY Gilli, idee per tifare con stile

a calura estiva si sente già da un po' e tutti ne abbiamo approfittato per chiuderci in casa con aria condizionata e tv accesa, incollati allo schermo per guardare il tanto atteso appuntamento con i Campionati Mondiali di Calcio 2010. Intanto, qualcuno sarà anche già andato in vacanza e qualcun altro starà facendo il conto alla rovescia all'inizio del meritato riposo estivo, ma lusso e rarità non vanno di certo in ferie!

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illi ha deciso di celebrare l’evento “Mondiali” con due pochette dedicate al nostro tricolore. La maison italiana, infatti, ha omaggiato la Nazionale di Marcello Lippi ideando la collezione Flag Pochette per chi non poteva rinunciare a essere fashion anche durante le partite degli azzurri. Realizzate in capra vintage o in cervo vernice con paillettes rosse, bianche e verdi, le borse della collezione fanno del tricolore il loro segno distintivo ed hanno un valore commerciale rispettivamente di 435 e 465 euro. E per fare acquisti, Gilli ha anche pensato alla Shopping Bag: un investimento di 152 euro per una borsa con la forma del pallone da calcio e tessuto in rete tecno e nylon nero e bianco. Insomma, passati i Mondiali, le Flag Pochette restano sempre per gli scatti di orgoglio nazionalista.

Montblanc per scrivere i Mondiali 2010 Pretty Ballerinas Flag Collection

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er restare in tema di nazionalismi, ecco le mitiche scarpe Pretty Ballerinas, della azienda spagnola di Minorca ormai celebre in tutto il mondo. Anche in questo caso, il marchio ha realizzato una limited edition per tutte le donne che non rinunciano a sostenere la propria squadra del cuore ai Mondiali. Infatti le ballerine di cui parliamo fanno parte della Flag Collection e sono decorate con le bandiere e i disegni delle squadre di calcio che partecipano alla competizione. Le scarpe sono in vendita al prezzo di 175 euro ed è possibile trovarle nei migliori negozi d'Italia e online, sul sito dell'azienda produttrice.

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er concludere con le stranezze “mondiali”, parliamo di Montblanc e Lufthansa che hanno avviato una collaborazione ispirandosi all'evento sportivo dell'anno. La nazionale teutonica ha volato alla volta del continente africano con il primo nuovissimo airbus A380 della compagnia aerea tedesca e Montblanc ha creato una stilografica dallo stesso nome, la Skeleton A380 in edizione limitata. La penna è realizzata in oro bianco con finiture di platino ed impreziosita da 15 diamanti sull'anello del cappuccio, 12 sul corpo e sulla parte posteriore del cappuccio; è disponibile nelle boutique del marchio e negli aeroporti serviti dal nuovo aeromobile.

Occhiali geek di Dzimitry Samal

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i chiama New Retro-Futurism Art. O almeno questo è il nome che Dzimitry Samal ha dato al particolarissimo stile delle sue creazioni. Stiamo parlando degli irresistibili occhiali della linea “6dpi eyewear”, occhiali che si contraddistinguono per il design “pixelato” da veri geek. La linea sembra essere stata progettata da un computer anni 80 e risulta particolarmente adatta a questi nostri tempi di “estetica informatica”. Samal l'ha realizzata in acetato e in un'ampia gamma di colori, dal viola al blu elettrico, fino ai modelli più chic con montatura trasparente. Non è ancora dato sapere il prezzo alla vendita.

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AYFASHION FASHION | EXTRA-ORDINARY

Un tatuaggio è per sempre

Cage Bag, per ogni portafoglio!

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l celebre claim diceva che i diamanti sono per sempre, ma questo è il caso di dire che anche un tatuaggio può essere eterno, soprattutto quello di cui stiamo per parlare. Shimansky, il brand di alta gioielleria con sede a Città del Capo, ha realizzato infatti il tattoo più costoso al mondo, composto da 615 diamanti da 5 carati ciascuno. Le pietre preziose sono applicabili grazie all'uso di una particolare acqua adesiva e l'applicazione sulla pelle di ciascuna richiede ben otto ore di lavorazione. Se siete tipi impazienti è ovvio che non fa per voi, ma un tatuaggio così sarebbe perfetto per essere glamour anche in spiaggia.

Swarovskimania: anche pinzettee auricolari diventano scintillanti

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n must-have delle collezioni primavera-estate 2010 sembra essere la Clutch Bag nella versione proposta da Stella McCartney con la Wooden Accordion che vedete nella foto. Si tratta di una borsa dall'aria un po' retrò a listelli di legno e fodera di seta quanto mai delicata, ma architettonica quanto basta per essere di grande impatto visivo. La stilista inglese la propone al modico prezzo di circa 2000 euro. State già morendo per averla ma pensate che la cifra sia un po' eccessiva? Se avete risposto in modo affermativo, allora fa per voi la Cage Bag di Mimotica Micola, un marchio francese giovane e fresco, ma ancora poco noto, che propone un design originale del modello. La Cage Bag, infatti, era stata già lanciata nel 2008 da Mimotica Micola, ma al prezzo ben più abbordabile di 60 euro. Diciamo che Stella McCartney deve aver “tratto ispirazione” dal brand francese per realizzare la sua costosissima Wooden Accordion e farne un pezzo immancabile tra gli accessori estivi del 2010.

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assiamo adesso ad altri tipi di accessori, anche questi tipicamente femminili: le pinzette. Alleato fondamentale per la bellezza e la cura di ogni donna, la pinzetta è il classico esempio di come anche gli oggetti più comuni possano diventare glamour. Ecco dunque che Tweezerman – un marchio di accessori impiegato da professionisti e make-up artists – ha creato un'edizione speciale: l’acciaio inossidabile è stato rivestito di cristalli in tre differenti colori, il tutto conservato in un astuccio semplice, ma di stile. Se vi interessano, sono in vendita da Harrods, Londra! “2Me Style” ha realizzato la linea Lux Swarovski, che ha trasformato i classici auricolari per cellulare o mp3 in fiori, orsetti, coccinelle, quadrifogli, margherite, fragole e farfalle e, soprattutto, li fa sembrare orecchini in preziose pietre Swarovski. Li trovate in vendita nelle migliori boutique di abbigliamento e su yoox.com al prezzo di 45€. E' la vostra occasione di tornare un po' bambine, ma con stile!

100 Profumerie per Estée Lauder

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arliamo dei rari e quasi introvabili profumi Private Collection che portano la firma di Aerin Lauder, nipote di Estée Lauder, la leggendaria fondatrice del marchio statunitense. Aerin ha debuttato circa tre anni fa inaugurando la sua collezione con la Private Collection Tuberose Gardenia, una gradevole fragranza fiorita con note di lillà, tuberosa, gardenia e gelsomino, seguita l'anno successivo dalla Private Collection Amber Ylang Ylang. La nuova collezione, la Private Collection Jasmine White Moss, porta in sé l'aroma del cuore del gelsomino bianco accompagnato da un accordo di muschio naturale bianco ed è più che mai esclusiva. Aerin ha infatti concesso l'onore della distribuzione a circa cento, selezionatissime, profumerie italiane che venderanno le preziose boccette a 71 € la confezione da 30 ml e a 115€ quella da 75 ml.

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FASHION | ANTEPRIME

PITTI UOMO ALLEGRIA, ARTE E ARTIGIANALITA’

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una nuova testimonianza della vocazione allo stile e al design e della trasversalità delle manifestazioni Pitti, sempre più contenitori pensati per le nuove tendenze del lifestyle di oggi. Martedì 15 giugno si è inaugurato nella splendida cornice fiorentina il Pitti Immagine Uomo che per quattro giorni ha attirato buyer e media da tutto il mondo. Pitti Uomo è la più completa e dinamica manifestazione internazionale di moda maschile ed è per questo che viene scelta dalle migliori aziende per la presentazione della collezioni e dei progetti speciali e per il consolidamento delle strategie wordwide all’apertura della stagione. La fiera che propone le nuove collezioni p/e 2011, risulta in netto anticipo e fondamentale per la comunicazione del prodotto. D’altra parte l’appuntamento fieristico, momento di confronto tra gli addetti ai lavori, si rivelerà ancora una volta un termometro particolarmente significativo del mercato, consentendo agli operatori del settore di formare al meglio le proprie aspettative. Identità più innovazione sono gli argomenti che metteranno in risalto i grandi marchi dell’Uomo. Lo scouting e la ricerca, le opportunità per i designer emergenti e i nuovi brand, l’evoluzione dell’offerta e della sua suddivisione e ibridazione sono una componente fondamentale di un disegno più ampio, che si fonda su principi altrettanto decisivi per il mercato contemporaneo – mantenimento, ripetizione, consolidamento – senza i quali non si darebbero standard e basi solide, matrici originarie a loro volta dei processi di differenziazione e di personalizzazione. Questo è Pitti Immagine Uomo, unico appuntamento a livello mondiale a dare conto sia dell’incessante irrompere del nuovo sia di quelle affermate e fedeli realtà che la loro identità l’hanno già verificata e irrobustita nel tempo e che da molte stagioni scelgono la Fortezza da Basso per rinnovarla in sintonia con i gusti, gli stili e la velocità del presente. Design Watching – il tema che caratterizza l’allestimento generale di Pitti Uomo 78 Un’incursione curiosa e uno sguardo indiscreto, insieme partecipe e partigiana, del mondo della moda sul mondo del design, attraverso le suggestioni e gli appunti visivi, sonori e verbali. Sono stati selezionati dei pezzi che raccontassero invenzione e perizia esecutiva, design e artigianalità: il lato più “handmade” del design contemporaneo. La scelta è una libera adesione chemotiva e restituisce alle cose inerti un afflato di vita: le rende soggetti di una trama che vede a confronto designer e osservatori, nella definizione di un possibile paesaggio della creatività contemporanea. Le cose che scegliamo dicono, più delle parole, di noi e del mondo in cui viviamo. Ecco alcune delle principali novità, i progetti speciali e le anteprime all’interno del salone: Pop Up Store – Le aree speciali riservate a una proposta di accessori di lifestyle: dai gioielli alle calzature, dalle fragranze agli oggetti di design per la tavola fino alle pocket tecnologies. Associano tradizione artigianale, design e stile contemporaneo. My Factory: up and coming style – una nuova sezione per stili emergenti Il nuovo progetto espositivo di Pitti Uomo, è la diretta espressione della sensibilità contemporanea, nata nel trafficato territorio di confine, dove convergono moda, street style, cultura giovanile, musica, grafica e new media, rappresenta un inedito segmento commerciale legato all’odierna cultura metropolitana. Le parole d’ordine di questa community sono ricerca, eclettismo e eco sostenibilità. È un inedito segmento commerciale legato alla cultura urbana di oggi: oltre 40 collezioni e capsule realizzate da giovani creativi e prodotte da brand internazionali, che si presentano al pubblico attraverso negozi di tendenza e vendite on-line. La cultura del prodotto è al centro del progetto che va dal pantalone avant-garde di nuova generazione alle t-shirt con grafiche spiazzanti dall’interpretazione del vintage customizzato ai saponi biologici. New Beat – area speciale riservata ai debutti assoluti, alle anteprime dei nuovi talenti. Giovane laboratorio creativo per designer emergenti che uno scouting attento ha segnalato come i più interessanti , provengono da tutto il mondo e si presentano al primo appuntamento con il pubblico internazionale credendo e scommettendo in una reale ripresa. Fragranze – la sezione con le novità dei marchi del mondo della profumeria artistica e selettiva internazionale che rappresentano un importante elemento di lifestyle del guardaroba dell’uomo.

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TENDENZE Dialettica del nuovo formale è il racconto di una idea contemporanea nel saper scegliere l’autentico lusso. Sono spunti per il guardaroba classico della P/E 2011 che definisce il nuovo interpretando con eleganza la biografia di ogni capo a caccia di idee mai banali. Nel tempo libero, vestirsi come un americano a Parigi. Un guardaroba easy, leggero, solo a tratti formale, con un forte richiamo agli anni ’60 e ’70. Blazer lavati e semicostruiti, camicie stampate – quadri, micro disegni e righe dal gusto marinesco – foulard in seta micro fantasia. La palette colori spazia dal bianco, al blu, indaco e azzurro porcellana. I must-have sono la Field-jacket in tessuto etnico, giubbini in cotone-nylon dall’aria used, giacche e cardigan in leggerissimo lino-cotone e pantaloni dal fit asciutto. Tra gli accessori si evidenziano la slipper colorata e la messenger bag. Shirt Jacket è l’heritage sartoriale che mixa un’immagine più contemporanea, morbido e decostruito, il nuovo blazer asseconda il corpo senza forzature. Dalla camicia ruba la vestibilità, della giacca conserva l’aplomb. L’abito rimodula il formale con giacche sagomate, accostate al corpo e con piccoli rever. Disinvoltura, libertà di movimento: i pesi della camiceria contagiano il mondo delle giacche, dei blouson e dei pantaloni maschili. Trionfano il lino e il jersey. Focus su uno stile decontracté, che profuma di consapevolezza, absolute lightness. Tramature e fantasie ma sopratutto sperimentazione nei lavaggi. Nuove fantasie, inedite microstrutture vestono giacche, camicie e pantaloni lavati. I materiali vengono lavorati con gli enzimi per un effetto più leggero e fresco. I contrasti di cotone tinto capo regalano un’effetto vissuto ai capi. Ai piedi francesine, pantofole, mocassini, e driver per ritorno del dandy. La francesina è bicolore o si veste di vitello abrasivato con profili a contrasto, la slipper di camoscio colorato, il mocassino destrutturato e cucito a mano, la driver dal fondo in gomma con dettagli sofisticati. Doppio registro cromatico tra neutro e colore. Focus sui toni del beige, bianco latte, blu navy, grigio per esaltare la perfezione delle trame. Per la cerimonia vige lo scuro mentre le palette più brillanti vestono polo, t-shirt e cravatte e vanno dal turchese al rosso rubino e all’azzurro. Dialettica del freetime spazia dall’heritage americano alla performance del tecno-tessuto. Uno stile confortevole, creato per un uomo che ama gli sport marini e il racing, ma è a suo agio tra i ritmi della metropoli. Nato in USA, focus sul lifestyle americano: una suggestione che passa dal registro workwear e arriva al Texas, mantenendo una forte accezione vintage. Camicie in stile cowboy, patterns floreali, denim, pantaloni da lavoro e bandane sono elementi chiave. Un ritorno allo stile college che prende spunto dalle divise dei campus, dallo spirito di squadra e dai basic dello sportswear più genuino. Dalle polo in piquet di cotone con i numeri e applicazioni alle felpe gym non garzate che richiamano l’appartenenza a team di polo, rugby e baseball. Tra i must-have: il giubbino antivento iperlight e dal minimo ingombro, spesso in versione reversibile – in nylon o tecnotessuto, il denim dall’aspetto used accanto agli utility pants in

tele cotone, i pantaloni corti, la t-shirt che richiama l’urban graffiti e la camicia in stile Western, la sneaker in canvas colorato e il mocassino sportivo nonché l’immancabile borsone 48H. Il cuore tecnologico dello sportswear sono capispalla tecnici e allo stesso tempo metropolitani che si ispirano agli sport nautici. Dai giubbotti agli smanicati, l’attenzione punta sulla ricerca di materiali e dettagli esclusivi. Tessuti tecnici e funzionali vengono lavorati con filati freschi e attuali. Anima del guardaroba informale, il jeans nuovo fiammante ma con l’aspetto vintage; trattato a mano, con rammendi e finissaggi sofisticati ma, anche nelle versioni più basiche e pulite, sempre dal sapore vissuto. Trattamenti come stone wash diamond e sabbiature ad effetto anticato si accostano a tagli inusuali o recuperati dal passato, costruzioni dal sapore vintage e sperimentazioni sartoriali. Lavaggi, trattamenti e variazioni. In una palette vitaminica. In continuo svilippo l’utilizzo di nuovi trattamenti: dall’impiego di tinture vegetali ai lavaggi a pigmento e sfumature degradè applicate su tessuti piquet stretch e jersey leggeri. La palette spazia dal bianco ottico al glicine, dal verdino prato al blu imperiale giocato nelle sue diverse sfumature. Dialettica modernista tra suggestioni coloniali e citazioni vintage, il percorso dell’uomo innovatore. Ha la valigia sempre pronta per un nuovo viaggio, l’uomo moderno della p/e 2011. Nel suo guardaroba un ricercato utilizzo del colore incrocia la fedeltà alla lezione del tailoring e la passione del fatto a mano. Atmosfere cubane e coloniali si intrecciano a calibrate incursioni army, nello stile vacanziero 2011. The king of wash un percorso virtuale attraverso i lavaggi che portano dal più puro stile militare al look jeans in tutte le tonalità dell’indaco. Un feeling esotico condito da sofisticati accessori da viaggio, tra capi sbiaditi al sole, sahariane, pantaloni militari accostati a giacche destrutturate e camicie cucite a mano. Tra tinture ecologiche e rimandi allo stile biker anni ’60, nuovi significati segnano la reinterpretazione del classico giubbino in pelle. Richiami vintage arricchiscono di glamour nappe e camosci dall’aspetto vissuto, è una nuova vita alla pelle conferita anche dalle fodere fantasia. I must-have sono il giubbino in nappa morbidissima, il gilet effetto seta, il V-nek in cachemire iperlight, la camicia a stampa check, il pantalone limited edition. Dettaglio e accessorio immancabile al braccio o a tracolla, fedele compagna, la postina dall’allure urbana. Borse intese come invito al viaggio e all’arte di viaggiare leggeri. Borse dal concept eco-friendly, hand made, intrise di un’identità culturale. Dettagli e volumi in primo piano: linee essenziali, spazi interni studiati per un utilizzo multifunzionale. Borsoni e sacche, shopping bag, zaini compatti ma soprattutto urban messenger bag il modello di punta, che non rinuncia a un tocco retrò. Il knitwear di cachemire e cotoni ultralight dai pesi leggerissimi veste un’estate urbana che si dipana tra toni accesi e colori morbidi e pastosi, lavorati attraverso finissaggi innovativi. Lo sportsmen style punta su t-shirt extra-light in jersey trattate con tinture a freddo e lavaggi maltinti, da utilizzare multistrato. Al collo sciarpe e stole dal gusto minimal vintage-chic, sofisticate e moderne kefiah dove la naturalità dei materiali si coniuga allo sperimentalismo dei trattamenti. Le garze in lino e canapa si vestono di sensazioni di fibre vissute.

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COR SINE LABE DOLI la collezione di papillon C

or Sine Labe Doli, prende il suo nome dal motto della città natale dei soci fondatori, Corato. « Cuore Senza Macchia Di Tradimento », si rifà infatti ad antichi valori e a un'eleganza perduta, resa avanguardista e up-to-date dall'inedita commistione fra l'oggetto in se, il papillon, e il materiale in cui viene prodotto, la ceramica, la sperimentazione creativa e stilistica di chi lo indossa. Il papillon in ceramica è la prima espressione stilistica del brand. Cor Sine Labe Doli nasce dall'esigenza di ridare vita a una tradizione di eleganza tutta italiana, riattualizzando l'accessorio maschile per eccellenza, il papillon, donandogli nuova vita, nuove forme, nuovi utilizzi e nuovo target di riferimento. Non più limitato a un target adulto ed eccessivamente sobrio, il papillon diviene l'accessorio chiave che dona un tocco glamour, eccentrico ma raffinato, a un gilet, a una camicia colorata o a un little black dress, come anche ad una semplice e classica polo. Disponibili in diverse varianti colore bianco, nero, blu, oro e platino, oltre che nel sensazionale modello bianco con gettata di colore nero effetto macchia, e in diverse finiture, lucido, opaco e “craquelé”. Il papillon Cor Sine Labe Doli è il primo papillon in ceramica e il primo prodotto del brand, è per questo che è stato denominato « Primo ». Cor Sine Labe Doli presenta la sua nuova collezione primavera/estate 2011. Bambino, questo è il titolo della nuova collezione, prende ispirazione da una canzone della celebre cantante Dalida, che parla della semplicità e della spontaneità dei sentimenti, primi valori del brand. Cor Sine Labe Doli scruta il mondo della moda con gli occhi e il cuore di un bambino; giovani, curiosi, vispi, puliti, incondizionati e brillanti di Vita. Scommettiamo che i papillon in ceramica vi faranno battere il cuore “senza macchia di tradimento”?

MASON’S

new washing

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i vesti e ti diverti. La moda d’estate è fatta per osare di più. Nicola Martini, amministratore delegato e creatore dello stile decontratto e rilassato di Mason’s, non ha dubbi: torna il pantalone cargo ma non più “da fatica”, non più solo cinque tasche porta tutto. Oggi è un compagno di vita per tutte le occasioni, un alleato per sentirsi moderni ma in trend, con volumi asciutti e rivisitati che esaltano il corpo. Il mercato, quello delle boutique di culto, lo ha già consacrato capoicona padrone dei lavaggi più avventurosi e perfino esasperati. E’ qui la chiave di volta, qui l’essenza del nuovo stile che non è per tutti. Lavaggi belli e impossibili, quasi pirotecnici, inventati e esclusivi per l’universo creativo di Mason’s: ed ecco i pantaloni delle sorprese, sporcati, macchiati, sfiniti, rotti, lisi e infine, come per incanto, sfumati. Una tecnica avveniristica e suggestiva che è l’ultima invenzione di Mason’s, con colori inattesi creati capo a capo. Verdi militari che affogano in tonalità liquide, azzurri emozionanti, mille e mille contaminazioni cromatiche. La sfumatura contamina tutta questa collezione per la primavera-estate 2011 che abbandona l’effetto divisa pur restando fedele al mito del military look. Insomma, si cambia rimanendo se stessi. E sono le nuove etichette Mason’s, ispirate alla filosofia Peace&Love e ai simboli romantici dell’amore, che danno lo slancio di allegria anche ai bermuda fantasia a righe tinte in filo e accenni floreali. Un messaggio coltivato in tutta la straordinaria storia di Mason’s che è culminato nello show di presentazione a Pitti Uomo, con un lampo di gioia e di allegra fisicità. Ragazzi e ragazze carichi di energia sono scesi dal blindato dopo una missione di pace, belli e sexy, e prima di tornare a casa o di disperdersi felicemente in libera uscita hanno buttano a terra tute, canotte e sahariane e si sono tuffate sotto la doccia in un uragano di seduzione. Per uscirne riposati e composti in cargo e camicia della festa. Liberi e padroni della loro gioventù.

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PARABELLUM military grade È

insolita e originale la combinazione tra i due materiali che colpisce l’attenzione di chi si accosta alla collezione di Parabellum. Si tratta della famosa pelle di bisonte, delle sterminate praterie del Nord America, con ceramica. La collezione è composta di accessori per l’uomo moderno come: cinture, portafogli, custodie per cellulari, porta carte di credito, porta documenti, bracciali, portachiavi e portfolio. Sono tutti realizzati con la più pregiata pelle di bisonte rigorosamente color nero con fibbie e bottoni di ceramica colo bianco o nero. Si nota subito il pregio dei materiali naturali e l’artigianalità del fatto a mano da esperti e sapienti artisti della pellettieri nei loro laboratori di Los Angeles. Gli articoli hanno un sapore che proviene dal passato, con il totale rispetto delle tradizioni, e che rivive nel presente e vuole proiettarsi nel futuro. Questi accessori sempre più indispensabili sono un must di lusso con un’anima country che respira una vita all’aria aperta. Pensata per l’uomo metropolitano che pensa alle sue origini e non si dissocia dalla natura.

TIBERIO FERRETTI cinture d’arte

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llacciare le cinture è per tutti noi un gesto semplice e abituale, così come per la ditta Ferretti è una tradizione e una giornaliera consuetudine realizzare le bellissime cinture firmate Tiberio Ferretti. Sono interamente prodotte in Italia dall'azienda toscana che da decenni realizza questi articoli con arte e continua nonché costante ricerca di originalità. Tre sono le tendenze che caratterizzano la nuova collezione uomo per la primavera / estate 2011. LINEA VINTAGE, che spazia dal tema "safari" al tema "marina" dove le cinture, tutte prodotte in vitello con lavorazioni manuali molto evidenti come i bordi rifiniti "a coltello". Le tinte sono opache e i colori vanno dal coloniale – bianco, havana, kaki e greige - ai colori accesi e primari come il rosso rubino, il blu imperiale, il bianco ottico, l’arancio e il turchese. LINEA CLASSICA. Le cinture realizzate per questa linea sono in vitello scamosciato e in vitello opaco con cuciture e dettagli in contrasto di colore e di materiale. L'effetto bicolore sfumato è ottenuto con una slavatura eseguita a mano. LINEA ESOTICA. Di questa linea fanno parte le cinture realizzate in materiali pregati quali: coccodrillo, alligatore, struzzo e, da questa stagione anche in razza. I colori usati oltre ai classici, per la stagione estiva, sono tutti i colori pastello ICE e sono: giallo lemon, arancio cedro, verdino menta, glicine, azzurro cielo e bluette.

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WOODY

watch & glasses D

al design alla ricerca, la parola d’ordine è eco sostenibilità, è questa la forte ispirazione da cui nasce “WOODY” : la prima collezione di accessori moda, orologi e occhiali, realizzata completamente in legno. Leggerissimo, ecologico, contemporaneo, il ritorno del materiale più utilizzato di sempre, il design prende spunto dalla tradizione, l’industria dall’artigianato, oggetti resi unici dalle venature dei legni scelti dalla ditta Plastichic e da una sapiente manifattura. Sono quattro i modelli di orologio concepiti per lui e per lei, proposti in diverse tonalità e combinazioni di essenze di colore. Ricercate, le linee create dall’ebano utilizzato per l’eyewear di Woody che si presenta in tre differenti disegni e quattro varianti colore. I colori vanno dal: rosa, porpora, lilla, blue, azzurro cielo, acquamarine e nero e prosegue con toni caldi come l’arancio e il rosso per terminare con bianco e grigio perla. Accessori adatti a stili diversi, ma con lo stesso messaggio per il futuro…

DANIELE MARINELLI

la passione non mente

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ellami evocativi e sofisticati identificano lo stile formale, riveduto in versione leggermente dégagé, con effetti saffiano, cocco e spazzolato. Fibbie essenziali lucidissime, di assoluto rigore e sobrietà si alternano a cuciture fatte a mano. L’uomo metropolitano usa l’accessorio come elemento parlante della propria immagine. La dimensione dell’uomo viaggiatore si esprime in pellami vissuti cuoi e bufali, con trattamenti che richiamano una storia fatta di avventure mozzafiato. Le cinture interpretano un vissuto molto intimo grazie a lavorazioni estreme. Le fibbie mostrano tutta la loro forte personalità, metalli invecchiati, preziosi e vissuti, argenti grigi e ossidati. Tutti i dettagli comunicano le avventure dell’uomo che sceglie questi accessori così personali. Non possono mancare le borse minimal, con lo zaino e la week-end che raccontano spaccati di vita. Nuova veste per le bretelle gummy in cromie jellyfish e con un packaging divertente e easy, per chi ha fatto delle bretelle un ingrediente essenziale del proprio modo di essere, non rinunciando a un po’ di humour.

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SEVENTY UOMO ca’ da mosto L

BRADDOCK

a nuova collezione Seventy uomo P/E 2011 punta sulla qualità e sulla ricerca di tessuti innovativi. Un total look non convenzionale, pensato per un uomo che ama la cura dei dettagli, la vestibilità asciutta e non vuole rinunciare all’eleganza sartoriale anche per capi di ispirazione sportswear. In continuo sviluppo l’utilizzo di nuovi trattamenti: marmorizzato, in cui il tessuto viene lavorato con gli enzimi per un effetto più leggero e fresco della maglieria; fayed, realizzato con contrasti di cotone tinto capo che regala un particolare effetto vissuto ai capi. Immancabili le field-jacket in tessuti tecnici, i giubbini in cotonenylon dall’aria vissuta, le giacche e i cardigan in leggerissimo lino-cotone e i pantaloni dal fitting asciutto. L’intera collezione, versatile e metropolitana è ricca di una creatività dove la materia esalta la forma ed ogni dettaglio contraddistingue con originalità. Linea pulita e sportiva per il bomber bicolore in cotone-nylon con tasche applicate, sia all’esterno che all’interno, ed un pratico cappuccio. L’effetto vissuto è ottenuto grazie ad un particolare trattamento in cui il cotone resinato è lavato con la tecnica stone washed. La storica field jacket, un must del guardaroba Seventy uomo, è rivisitata in chiave contemporanea. L’innovativo tessuto, un cotone-nylon dall’effetto stropicciato e dal sapore un pò vintage, regala colori indefiniti e cromature inusuali. Curata nei minimi dettagli presenta quattro tasche sul davanti, un cappuccio a scomparsa e due bottoni per la regolazione al polso.

collezione freetime La collezione BRADDOCK Primavera-Estate 2011 è dedicata all’uomo in movimento che ama sentirsi a proprio agio e sempre alla moda. Urbano e sportivo al tempo stesso, sosticato e sicuro del suo stile questo il nostro uomo di riferimento. I tessuti sono sempre più leggeri, e le linee morbide consentono di soddisfare le esigenze dell’uomo contemporaneo amante della qualità e del comfort. In ogni capo Braddock si respira il profumo di freschezza, di giovinezza e di glamour. Ogni capospalla si presenta diverso, essenziale e coordinato all’insieme nello stesso tempo. La maglieria tagliata si presenta con polo in piquet molto colorate dalle spruzzature e i lavaggi vintage, con mischie di cotoni come i canvas e le gabardine più leggere per colli e mezzelune e giochi di chambray, importante è poi l’impatto grafico e divertente che personalizza la linea. Il risultato è una collezione di capi country-chic creati dalla fusione dei tessuti tecnici con tessuti pregiati dal sapore retrò che conferiscono al capo un’allure decisamente raffinata. Tre i temi della collezione COLLEGE, MILITARY e MOTOR. COLLEGE: I colori sono rigorosamente blu e kaky con tocchi di color rosso acceso su sottocolli o comunque in parti poco a vista per mantenere un ” rigore non rigore”. Troviamo un impatto college su oggetti come giacche e bomberini dal fiting sempre asciutto con interni lavorati in chambray azzurro che dà un vero tocco di stile al capospalla declinandosi anche sulle polo in piquet lavato. MILITARY: Si distingue per i materiali trattati come le gabardine nei colori naturali e kaky dall’aspetto “used”, i canvas ed i cotoni placcati con effetto stone washed.

Gli interni sono particolareggiati da forti contrasti di colore dati dai nylon localizzati su taschini o bordature talvolta rossi, gialli verdi e turchesi, pur sempre dosati nell’insieme. Importanti sono le personalizzazioni che giocano tra loro sotto forma di scritte stampate e patchworck, per dare ai capi un certo riconoscimento e pregio. Le vestibilità si mantengono asciutte per un uomo giovane dentro e fuori! MOTOR: Tema più rigoroso della collezione dove i materiali di natura cotoniera si legano ai tecnici come la cordura trattata, delavata e di nylon, per dare un aspetto di carattere forte e deciso. Non manca il colore che troviamo anche negli accessori come coulisse, zip velcri ecc…mischiati alle basi di cordura trattata, delavata color antracite, nylon neri e cotoni kaky. Le linee presentano un aspetto talvolta ergonomico e i volumi sono ristretti per un’immagine fashion e nel contempo sportiva.

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BETWOIN

painter

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a collezione Betwoin si è ispirata al concetto di arte, intesa come espressione inimitabile dell’artigianato. L’unicità e l’ossessione del dettaglio diventano caratteristiche portanti del nuovo progetto. Oggi Betwoin porta a compimento la fusione tra: tecnologia applicata ai tessuti e artigianato come matrice pura della creazione, coniugata a uno spirito produttivo volutamente innovativo. I pantaloni nascono grazie a un brevetto internazionale che unisce due tessuti uno stretch e uno fisso su di un unico capo rendendolo così inimitabile. Vestibilità regolare o slim, grande varietà di tessuti in cotone e abbinamenti innovativi nylon-cotone delle qualità più pregiate e resistenti, ampia gamma e tonalità di colori e lavaggi, fantasie delicate e dettagli ricercati, danno corpo ad una collezione che offre ampia scelta restando sempre fedele al concetto di comfort e originalità. Per la P/E 2011 viene concepito il pantalone come una tela sulla quale spruzzare colori, brillanti e sgargianti che rendono il capo unico e divertente. I colori sono polverosi, arancio, giallo, violaceo, bianco ,panna, blu e azzurro che grazie a un particolare lavaggio assumono un effetto delavè. Si assiste anche alla nascita del pantalone dall’effetto marmorizzato. Per il tempo libero è stato pensato sia il pantalone che il bermuda con tasche, in colori naturali dal peso ultra leggero, che grazie alla fibra leggera di cui sono costituiti riescono a farsi indossare anche nelle giornate di caldo più afoso. Betwoin ascolta la vitalità del nostro tempo: ritmo, dinamicità, movimento e percezione dello spazio interpretando in maniera concreta l’esigenze di comfort e praticità e soddisfacendo il bisogno di eleganza contemporanea. Di brevetto internazionale è dotata anche la giacca perché montata con l’unione di due tessuti uno fisso che cade sul davanti ed uno elastico posizionato nella parte posteriore della spalla, quest’ultima montata a mano come da antica tradizione napoletana. Un’ eleganza sommessa e mai gridata .

H.M.S. ENDURANCE

trans antarctic expedition

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ryarn è la microfibra in polipropilene più leggera al mondo sino ad oggi utilizzata nello sportswear per creare capi tecnici e tecnologici in grado di accompagnare lo sportivo nella sua performance. Leggera, pratica e confortevole, da sempre una fibra perfetta per essere indossata dagli atleti, è da oggi a disposizione anche nell’urbanwear grazie a H.M.S. Endurance. Idrorepellente e termoregolatrice, batteriostatica, stabile, resistente, ecologica, Dryarn è la fibra ideale per una collezione dove qualità e tecnologia, modernità e comfort rappresentano i plus fondamentali. Nei differenti capi della collezione si apprezzano tutti i vantaggi di questa straordinaria microfibra che è utilizzata da sola o mixata con altre materie prime, come il cotone per offrire ottima vestibilità e grande praticità. Grintosa nel suo aspetto sportivo, e nello stesso tempo metropolitana, la nuova collezione pensata per la stagione P/E 2011. Troviamo giubbotti con dettagli piacevoli, con il logo sempre in primo piano e ben visibile, polo con soluzioni originali e pantaloni corti all’ultima moda tutto realizzato con lavaggi che le conferiscono un aspetto vissuto e dolce al tatto. I colori sono rassicuranti: il bianco e il blu royal, il greige e grigio chiaro per un gusto raffinato e sportivo.

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REINGN

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ESERCITO ITALIANO

eign House, un laboratorio di idee innovative e creazioni all’avanguardia, di assoluta ricerca particolarmente nel denim. Il cuore della collezione Reign primavera-estate 2011 rimane il jeans, attorno al quale si muovono pezzi perfettamente complementari e curatissimi, capispalla, maglieria, camicie e t-shirt. Fin dai suoi esordi, il brand fashion-jeanswear uomo, mostra un’attenzione particolare per il denim, tanto da proporre una vera e propria denim philosophy, quasi una denim theraphy, una cultura del jeans, fatta di lavorazioni sperimentali, dettagli molto curati, e spirito originale, che conferiscono ad ogni singolo pezzo un aspetto “used and worn-out”. Ogni jeans Reign è unico, irripetibile, per trattamenti, abrasioni, tinture, macchie e strappi, tipici dell’aspetto vissuto e delavé di questi capi realizzati artigianalmente a mano, un jeans destinato a durare nel tempo. Il denim, da sempre anima del brand, si presenta con trattamenti artigianali e si incontra con la novita' assoluta della collezione: giacche destrutturate e trattate, pezzi unici ed irrinunciabili dal taglio sartoriale; un’ attenzione particolare al knitwear. La palette colori: nuances morbide e pastello, dal mimetico al grigio, dai toni tortora ai sabbia, sia per i pantaloni che per i capispalla; lavaggi decisi, con piccoli strappi e rotture, risultato di meticolosi trattamenti rigorosamente hand-made. Le collezioni Reign nascono da un concept particolare: catturare i diversi stili metropolitani viaggiando qua e la per il mondo; il rifiuto della griffe a tutti costi; spirito cosmopolita, unconventional, aggettivi che definiscono la quintessenza del giovane marchio italiano. L’uomo che sceglie Reign sceglie uno streetstyle, un equilibrato mix d’innovazione, gusto vintage, tendenze casual, eleganza basica, fondendo regola ed eccezione del vestire. La vestibilità é unica per i "sopra", pezzi outerwear, camicie, giacche/camicie, tshirt dal sapore vintage, diverse invece quelle dei “sotto”, jeans e chinos nelle versioni slim, regular e loose-fit; per ogni singolo pezzo dettagli molto curati, bottoni smaltati multicolor, zip e tessuti di ricerca, così come i lavaggi che sono tra i più particolari ed innovativi, per un aspetto used e vintage.

stile militare metropolitano

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er la prima volta la collezione Esercito Italiano approda al Pitti Uomo di Firenze. Da tre stagioni Esercito Italiano presenta una collezione interamente personalizzata con gli stemmi originali dei diversi settori dell’Arma. Polo, t-shirt, bomber in nylon, pantaloni, camicie, giubbotti in pelle, tutto il mood è ispirato alle vere divise usate dai militari. Non vengono dimenticati dettagli glamour e soluzioni originali: sottocolli stampati, fettucce a contrasto applicate nelle finte interne, applicazioni di tessuto rigato, fodere interne con tessuti di rete stampata tricolore. Il mood della linea maschile è decisamente Urban, sottolineato anche dalla palette di colori: blu navy, verde, beige, bianco, kaki, moro e lime, quest’ultima tonalità utilizzata per i capi più di tendenza. Come motivi, oltre al rigato si aggiunge il camouflage nei toni del verde. Le applicazioni e i ricami sono posizionati talvolta in punti originali, per rendere i capi piu' alla moda. Il guardaroba Esercito Italiano si focalizza sui must dell’abbigliamento militare: stile e silhouette si rifanno, infatti, agli articoli dal sapore sportivo tipici della filosofia dell’arma. Completi grintosi ma raffinati, giacche informali per il tempo libero, sahariane in lino perfettamente abbinate con camicie a righe. La linea è un mix di dettagli sartoriali e di accorgimenti che la rendono molto disinvolta e ideale durante l’arco di tutta la giornata. La grande novità della stagione 2011 è la collezione Sky Collection, una linea esclusiva di capi che nascono dal riutilizzo del tessuto dei paracaduti militari dismessi, con tanto di matricola originale. Punta di diamante è la Sky Jacket che oggi è stata aumentata da l’offerta di altri modelli di giacche e gilet.

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PIRELLI PZERO

i cut/tube jacket S

elf tailoring e termoregolazione: il progetto Pirelli PZero si evolve a misura del singolo con soluzioni che arrivano a personalizzare la temperatura interna dei capi. Mentre, ognuno può tagliare da sé e su se stesso gli orli gommati I cut (“io taglio”). Tube jacket: il nuovo capo spalla in cordura tecnica, ma soprattutto in grado di mantenere costante la temperatura corporea. Grazie agli interni ventilati da una struttura microcellulare traspirante composta al 97% da aria. Una vera e propria tube (“camera d’aria”) che trasferisce l’engineering nell’anima del capo spalla. Totalmente impermeabile, la Tube jacket ha tagli ergonomici, polsini antivento in Lycra, zip gommate e termoadesive. I cut: gomma e forbici come strumento del Self tailoring. Ognuno può calibrare e tagliare la lunghezza dei pantaloni e delle maniche dei trench, grazie a un film gommato che ne impedisce la sfilacciatura. Ogni orlo è accorciabile fino a 6 cm, seguendo le linee tratteggiate a rovescio col Cut to fit: segni che diventano nuovi dettagli del Self tailoring. Tutti i modelli I cut sono venduti con un paio di forbici, “partner ufficiali” di questa nuova interazione con lo stile. Sempre più leggera e ripiegabile, la storica field jacket Pirelli PZero in popeline tecnico, diventa packable. È venduta in una sacca militare dello stesso tessuto del capo spalla. Icona del progetto, la field jacket è personalizzata da spalmature in gomma che sbucano dalla tasca destra: impronte pneumatiche nelle quali è sigillato l’anno di fondazione della Pirelli, 1872. Light gum: 150 grammi al metro quadro per il nuovo tessuto gommato, waterproof e traspirante. Un record di leggerezza per car coat e field jacket dal peso piuma di 350 grammi. Collo a contrasto in felpa bordato di Lycra. Gomma anche per la spalmatura che rafforza l’attacco dei bottoni. Film di poliuretano sui polsi. Light fleece. Ultraleggera anche la maglieria: gilet, cardigan, felpe e V neck in cotone 100% Light fleece tinto in capo con colori “in dissolvenza”. La polo con la gomma intorno. La nuova edizione delle polo Pirelli PZero è sigillata in una fascia di gomma. Ai modelli in piquet tinto in capo soft touch e stretch, si affianca lo studio di un nuovo stone washed enzimato per un inedito effetto used. Materiali leggeri, traspiranti, impermeabili: Light gum, Light fleece, Light nylon. Cotone armaturato con interno in nylon, popeline tecnico, cordura tela tecnica stretch. Double cotton waterproof, smerigliato e bottalato. Colori: blu, bianco, Kaki e grigio con personalizzazioni arancioni.

PIRELLI PZERO CALZATURE

passi ad alta risoluzione

I

l mondo dell’arte digitale e la duttilità della gomma si fondono e danno origine alle Hi-res/Alta risoluzione Rubber Racer: le prime calzature PZero che si distinguono per l’innovativa texture a pixel e la caratteristica “suola d’identità”. Hi-res/Alta risoluzione Rubber Racer Sneaker in gomma con intarsi laterali di tessuto tecnico pixelato: una texture puntinata, come l’ingrandimento delle immagini digitali ad alta risoluzione. Combinazioni di materiali: vitello gommato/suede/ tessuto reflex/rete trasparente in nylon. Suola d’identità in gomma con le caratteristiche della calzatura incise sul battistrada: misura, peso e materiale. Colori: Bianco+argento+rosso. Blu+argento+grigio. Bianco+giallo. Bianco+arancio. Bianco+blu. Beige. Le fodere sono sempre a contrasto color bluette. ANGEL è la Sneaker icona di Pirelli PZero, mutuata dall’omonimo pneumatico per le moto sport touring che cambia impronta sull’asfalto, trasformandosi da angelo in demone. Calibrata sui movimenti del piede, è dotata del supporto shank posto tra intersuola e tomaia per offrire rigidità torsionale, sostenendo il tallone e l’arco plantare. Alla nuova versione estiva in camoscio sfoderato con foratura laterale, si affiancano varianti in suede+felpa o vernice laminata+pellicola TPU con disegno effetto rete metallica. Fondo in materiale termoplastico ad elevato grip. Colori: Argento. Beige, taupe e testa di moro. Rosso e blu. Bianco e nero. Le fodere sono vitaminiche di color lime. Nuova edizione anche per la PZero Rex, la calzatura continuativa con la suola vertebrata. Allacciature col velcro. Abbinamenti di vitello, suede e tessuto tecnico a grintosi laminati e verniciati. Colori: Nero+argento. Bianco+argento. Bluette+giallo+rosso. Bianco, grigio, nero.

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FASHION | ANTEPRIME

BREMA-MENICHETTI avventura in moto G

ià annunciato l’accordo tra Brema e il designer di fama internazionale Roberto Menichetti darà i suoi primi frutti nella collezione P/E 2011, presentata a Pitti Uomo. La collezione, pur essendo unica, avrà al suo interno, oltre ai capi a marchio Brema realizzati dal creativo Umbro, una parte con il logo Brema-Menichetti, un co-branding nato per dare più forza all’operazione. La collezione P/E 2011 di Brema, per quanto riguarda l’estetica, parte dalla storicità del marchio e da quelle che sono sempre state le sue caratterizzazioni estetiche nate dal suo legame con il fuoristrada e con il viaggio-avventura in moto fin dagli anni ’70; le tipologie prodotte saranno ampliate e quindi il capo spalla, che per Brema rappresenta sempre il Core Business, sarà ora affiancato e abbinato a pantaloni, camice e felpe, con l’obiettivo di dare più completezza e identità al marchio. Nuovi sono i tessuti, che, partendo dai basici fino ad arrivare ai super leggeri, hanno un’origine tecnica, ma nel caso specifico, su chiare specifiche di Menichetti, sono stati resi adatti alle esigenze di un utente sempre più orientato a usare il capo in modo polivalente. Grande attenzione è stata riservata al mood ed alla vestibilità di ogni singolo articolo, dove, in modo maniacale, visti anche i trascorsi e la storia del nuovo responsabile creativo, si è cercato di lavorare coniugando praticità, essenzialità ed eleganza delle forme. Anche nel logo, che da sempre contraddistingue il marchio fin dalle origini, l’evoluzione è stata fondamentale e seppure su certi prodotti rimane quello storico, partendo dallo stesso carattere e posizione, ora sono nati anche i macro logo che creano nelle maniche un movimento ed una caratterizzazione davvero particolare e nuova per Brema.

SANTONI

arte e artigianalitá

Q

uattro sono le linee che Santoni ha presentato a Pitti Uomo per la stagione P/E 2011: Classico, Limited Edition, Club e Santoni for AMG. Liet-motiv della nuova collezione è la naturalità dei colori, che spaziano nella gamma dei beige polverosi, delle calde tonalità delle sabbie desertiche, dei colori bruciati delle terre d’Africa e dei camaleontici mimetismi dei mix camouflage. Naturalità anche dei materiali che vengono lavorati artigianalmente nell’ottica di un lusso sostenibile e eco-chic: vitelli lavati e sbiancati con conce al vegetale, nabuk smerigliati senza l’utilizzo di additivi chimici, pellami scamosciati e colorati a mano. A mano sono realizzati anche tutti i processi di invecchiamento delle pelli, lavorazione rappresentativa della tradizione Santoni che dona alla scarpa sfumature uniche e irrepetibili. I pellami sono martellati e trattati per ottenere un effetto used, quasi vintage, e vengono usati sfoderati per dare ai modelli più classici una forma destrutturata. Questi i concept più rappresentativi della nuova collezione. Scarpa fatta ad Arte: Santoni rompe gli schemi e presenta la classica doppia fibbia in un’edizione limitata “fatta ad arte” . In vitello naturale grigio, la scarpa è impreziosita da spruzzi di colore che ricordano l’action painting di Pollock. Shabby Chic Destrutturata: stringata destrutturata senza puntale e senza contrafforte in cuoio effetto used tipico della linea Shabby Chic. Super flessibile e leggera, si presenta flessa in un packaging “a scatola di fiammiferi” .

Stringata Safari: la classica stringata Oxford con motivo a coda di rondine è presentata in un camaleontico effetto camouflage. In suede anticato a mano e anticato al naturale, la scarpa richiama i caldi colori del safari e ha una suola ultra leggera che ne migliora la performance. Gloria Mondial: ispirata al film di Hudson “Momenti di Gloria” e celebrativa dei Mondiali di Calcio 2010. Interamente in pelle vintage con il pattern della bandiera Sudafricana, presenta un fondo di sapore retrò. Eton: in tela yuta naturale e suede bianco, un mix elegante dalle linee vagamente vintage. Si avvicina al mondo dello streetwear ed è uno dei modelli di punta della linea Club.

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FASHION | ANTEPRIME

POST&CO

pirati gitani U

n naufrago della contemporaneità che naviga verso orizzonti infiniti e misteriosi, costantemente spinto da un’implacabile sete di nuove avventure ad un confine ogni volta allontanato di qualche miglia da quello precedentemente conosciuto. La collezione P/E 2011 di Post&Co cavalca l’onda della citazione gitano-piratesca attraverso degli accessori “vissuti”... carichi di ricordi e significati! Un gioco di accostamenti sofisticati come ammiccanti teschi e borchie per delle cinture “corsare” dove trionfa la creatività applicata alla tradizione. Particolari lavorazioni di infilature ed intrecci di materiali leggeri e naturali come juta, rafia che si alternano a cuoio vegetale, crosta a pelo lungo, vitello e cavallo nabuk rievocano a pieno la cultura di paesi lontani. Colori che diventano protagonisti semplici e diretti dall'essenza polverosa e calda come azzurro, blu oceano, taupe che si alternano ad infinite varietà di beige, bronzo, grigio e marrone.

wild minimal A

ccenti selvaggi, ricordi di antiche scorrerie e terre lontane, splendide foreste al confine del Brasile e Paraguay, toni verdi accesi e marroni in tutte le nuances, che rimandano ad immense piantagioni di cotone, cactus, pioppi, racchiusi nella nuova linea firmata Post&Co. Il fascino e la ruvida consistenza di pellami come coccodrillo, pitone bicolore delavè, vitello stampato cocco anni sessanta, cuoio vegetale e vitello invecchiato, reinterpretati in cinture minimal dalle suggestioni tropicali. Tipiche lavorazioni di infilature argentine, intrecci con fili di cotone, doppi strati di pelle impreziositi da applicazioni manuali di anelli e borchie, fibbie “vissute” in argento e ottone slavate e sovrattinte. Una linea dinamica, che concilia irregolarità e armonia, pensata per un uomo che ama dettagli personali e maschili per evidenziare il proprio corpo con un tocco vagamente sauvage.

BORGIOLI

scarpe toscane

L

eggerezza, comfort, freschezza e attenzione ai dettagli sono i mood che ispirano la nuova collezione Borgioli P/E 2011. Una collezione che sa sorprendere e che affronta concept diversi con uno stile semplice e riconoscibile. Una scarpa 100% made in Toscana che ha nella qualità e nella sapiente costruzione un plus identificativo che la fa riconoscere e distinguere. Accanto alla linea d’eccellenza Borgioli presenta i classici mocassini che vengono declinati in colori come il panna e il celeste, e in morbidi pellami a lavorazione tubolare. Un prodotto di qualità che coniuga tradizione e artigianalità. Ecco il College in camoscio blu e sabbia con suola micro che lo rende ultraleggero, l’intramontabile modello Barca reinterpretato sia in vacchetta bottalata sia in camoscio rovesciato idrorepellente antimacchia. Pellami pregiati di altissimo livello lavorati a mano, colori che vanno dal sabbia, cuoio, azzurro fino alle tonalità più decise del bordeaux, del grigio fumo e del notte. Design semplice ed elegante per le francesine in vitello al vegetale tamponato a mano con intreccio adattissimo nelle serate estive. Riletto in chiave avant-gard, il tradizionale Charleston, viene proposto in pellame bicolore bosco/panna. Per la serie Eventi Gigolò ecco pantofole di elevatissimo comfort e deciso appeal conferito dal contrasto del cavallino bianco e nero con il velluto e la vernice. Nata da un’attenta analisi delle caratteristiche di utilizzo, prosegue con successo l’escursione di Borgioli nell’area del casual. Modelli ultracomfort, destrutturati e dall’effetto used sono concepiti per un uomo che ama essere ricercato in ogni occasione. É ormai un’evergreen il modello Vintage tinto in capo con stringhe bicolore e fibbia, color blu marin, affiancata dal classico mocassino color cuoio. Molto easy anche lo stivaletto in morbido vitello abbinato ad un tessuto leggero e traspirante. Completano la proposta due scarpe ultracomode: Walking in vitello blu, con plantare anatomico e City trend, pantofola in vitello resinato color turchese, leggerissima, morbida e flessibile.

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a Riccione

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dove i tuoi desideri si avverano

Per il tuo matrimonio il sogno a portata di mano si chiama Grand Hotel Des Bains dove ogni particolare parla di eleganza e charme.

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FASHION | THE STYLIST

LE TENDENZE DETTATE DALLO STILE DI

SARAH JESSICA

Rihanna

Marianna Pilato

PARKER T

C

hi non ricorda il ragazzo alternativo pieno di piercing e tatuaggi, ai suoi primi esordi musicali con il nome di Dj Francesco? Seppur ancora così vivido nelle nostre menti, quel look anticonformista il figlio del cantante dei Pooh (l’altrettanto famoso Roby Facchinetti) l’ha definitivamente accantonato. Avendo ricoperto negli ultimi tempi un ruolo molto più impegnativo come conduttore del talent-show “X Factor”, Francesco Facchinetti ha dovuto adeguarsi, anche in fatto di moda, optando per dei completi molto più eleganti e seri. Per la costituzione del suo nuovo stile, al cantante/showman non sono mancati naturalmente i consigli da parte degli esperti, fra cui in primis quelli di sua sorella Alessandra, ex-stilista di punta della maison Valentino. Forse, però, ciò che ha influito maggiormente sulla decisione finale di Emporio Armani come brand principale per le sue apparizioni pubbliche,

Jennifer Lopez

rendy come il suo personaggio in “Sex and The City”, telefilm che l’ha lanciata e resa celebre in tutto il mondo, Sarah Jessica Parker ha dimostrato nel corso delle sue apparizioni pubbliche una vera passione per i capi alla moda. L’attrice 45enne, originaria dell’Ohio, ha sempre dimostrato un certo interesse per le grandi firme e l’alta moda, anche italiana; non a caso, alla recente premiere del sequel della trasposizione cinematografica della serie televisiva di successo, tenutasi lo scorso maggio a New York, si è presentata con un brillante abito giallo lungo monospalla di Valentino Couture, abbinato a delle scarpe argentate Ferragamo (le calzature con tacco alto sono fra i suoi cavalli di battaglia preferiti, non essendo di elevata statura). Che dire, poi, dello splendido vestito bustier con gonna foulard di Emilio Pucci, che la Parker indossa con disinvoltura in alcune scene della pellicola? La stessa creazione, fra l’altro, troneggia sulla locandina pubblicitaria di Sex and the City 2.

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L’enoteca di recente apertura, è situata nei pressi del centro, facilmente raggiungibile sia a piedi che in auto in quanto dotata di parcheggio privato. È gestita con impegno e passione da Giuseppe Bernardi che rappresenta la terza generazione di una famiglia di vinai. L’enoteca è provvista di un assortimento di circa 350 etichette fra nazionali ed estere e prestigiose bottiglie distillati oltre a olii salumi e formaggi tipici. Propone inoltre la mescita di 15 vini doc e igt sfusi della regione e non accuratamente selezionati dallo stesso titolare. In un ambiente spazioso e accogliente si organizzano degustazioni e piacevoli serate a tema. L’enoteca è strutturata anche per effettuare servizio a domicilio e spedizioni. È aperta tutti i giorni esclusa la domenica con orari: 8:30 – 12:30, 14:30 – 19:30.

Via Circonvallazione Meridionale, 42/B RIMINI T.0541/901680


FASHION | THE STYLIST

Rihanna

Jennifer Lopez

Anche lontano dal set e dalle occasioni ufficiali, l’interprete è stata paparazzata sempre in ordine e abbigliata con molta cura. Di solito, per la vita di tutti i giorni, preferisce mixare vari stili abbinando, per esempio, una giacca bianca da smoking ad un abitino di pizzo, accompagnando quasi sempre i capi con accessori shiny e numerosi bijoux. Sarah è stata vista girare spesso per le strade della sua amata New York anche in jeans e canottiera nera, con qualche particolare che però riesce, ad ogni modo, a farla distinguere dalla massa (es. un foulard verde militare allacciato sulla nuca). Essendo diventata un’icona in fatto di stile, l’attrice americana ne ha quindi approfittato per far uscire sul mercato un profumo a lei intitolato – Lovely - e la linea di abbigliamento completa “Bitten”, in vendita presso la catena Steve & Barry’s. I modelli da lei disegnati

sono abbastanza basic e casual, seppur non manchino nemmeno dettagli glamour e all’ultimo grido. La Parker, inoltre, presta la stessa attenzione anche verso le tendenze beauty: alla notte degli Oscar, infatti, all’altezza del polso insieme ai bracciali di diamanti, ha mostrato uno dei temporary tatoo che la maison Chanel ha lanciato da poco. Per quanto riguarda l’acconciatura dei capelli, invece, la star è a dir poco camaleontica. Nel corso degli anni l’abbiamo vista passare dai carré spettinati alle acconciature retrò, dalle chiome ondulate al liscio perfetto, dalle sfumature calde dei castani a quelle fredde e luminose dei biondi. Difficile scegliere il look che le sta meglio dal momento che, a prescindere da cosa la bella Sarah decida di portare, riesce sempre a conquistare la critica e i fan per la sua simpatia.

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DISCO DINNER S.S. Adriatica Nord 51/4 Senigallia (AN) chiuso la Domenica

DISCO - LAP

Via dei Salici 17-21 Marina di Montemarciano (AN)

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FASHION | STATUS YMBOL

IL

Marianna Pilato

KIMONO D l’abito tradizionale giapponese adottato in tutto il mondo

opo il successo di film come “Memorie di una Geisha” di Rob Marshall o “Seta” di Francois Girard, che hanno riportato in auge il fascino dei costumi orientali, la forma del tradizionale kimono giapponese è stata ripresa in considerazione da numerosi stilisti occidentali. Il capo fa la sua comparsa in estremo oriente nel XII secolo, epoca in cui era indossato esclusivamente dai membri dell’aristocrazia. La sua evoluzione è legata strettamente allo sviluppo delle tecniche di tessitura e dei tessuti giapponesi, che sono cambiati nel corso dei tempi (seta cinese, broccato, e in seguito lana, cotone e velluto, classificati a seconda dello spessore e della qualità della trama). La sua particolarità principale, comunque, consiste nel fatto che, a differenza della confezione del nostro abbigliamento, il kimono viene tagliato per adattarsi ed evidenziare le forme di chi lo sfoggia, eliminando lo spazio fra corpo e abito. Esso, appunto, è creato cucendo insieme pezzi rettangolari di seta filata a mano; questo tipo di struttura a blocchi rende più facile sostituire le parti una

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FASHION | STATUS YMBOL

volta logore, oltre che aumentarne o ridurne le dimensioni. Morbido e sciolto, il modello a kimono si caratterizza per le maniche ampie e per essere fermato in vita dall’obi, ovvero una fusciacca alta 30 cm e lunga 4 metri, generalmente di seta lavorata. I diversi modi di annodare quest’ultima e girarla intorno alla vita delle donne assume significati differenti, che vengono poi tramandati di generazione in generazione. Fin dall’antichità, insomma, la composizione del kimono era considerata un’arte vera e propria, che veniva insegnata ad alcune donne, fin da bambine, in un addestramento che durava anni e che comprendeva diverse discipline (cerimonia della vestizione, realizzazione del trucco da geisha, preparazione del tè, ecc…): le stesse, ora, vengono insegnate nei diversi corsi che si tengono anche in Italia. Con i cambiamenti dettati dalle tendenze della moda e l’incombere della rivoluzione industriale, il kimono apparve sempre più ricco di incantevoli ricami ed elementi decorativi a più colori. All’inizio del Novecento, inoltre, tale vestito orientale fu raffigurato spesso in opere pittoriche di alto prestigio, eseguite da celebri artisti quali Tolouse-Lautrec, Gustav Klimt e Mucha. Esso, infatti, era stato adottato ormai anche dalle dame europee, che lo amavano sia per la sua raffinatezza, sia per la sua comodità. Tornando all’attuale stagione primavera-estate, molti creativi hanno voluto riproporre, seppur in maniera rivisitata, lo stile del kimono e dei suoi disegni: fiori di ciliegio, farfalle e meravigliosi broccati impreziosiscono le mise estive. Dolce & Gabbana, per esempio, ad una sottoveste nera in pizzo abbina una vestaglia/kimono fatta di stampe orientali su base rossa, con un effetto davvero molto sexy. Emporio Armani, al contrario, accenna a eleganti richiami orientali nei top da abbinare a lunghe gonne argentee, che donano al corpo femminile la forma di una filiforme sirena. Queste mise estive saranno senza dubbio molto gettonate dalle aspiranti e moderne geishe che, come le giapponesi del passato, cercheranno di conquistare i propri uomini con un look estremamente sofisticato.

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PLATINUM | CHIC&SHOCK

CHIC

Samantha Scaloni

&

SHOCK

ALADINO DOCET B

uone notizie per gli aspiranti Aladino, fan sfegatati di pantaloni alla turca e buffe pantofoline con la punta all’insù: grazie a “Nanimarquina”, azienda leader nel settore del design, il tappeto volante si trasferisce dalle lontane dune d’oriente a casa nostra, modernissimo e polivalente. Il “Flying Carpet” disegnato da Ana Mir e Emili Padros, realizzato al 100% con lana neozelandese, ricrea l’effetto “sospensione aerea” grazie ad un sapiente utilizzo di poliuretano e schiuma. L’unico difetto è che non vola davvero, ma le facce che faranno i vostri amici appena lo vedranno compenserà alla perfezione la sua magica mancanza.

CHIC

ECCELLENZA ITALIANA S

i chiama “Vicious” ed è uno dei modelli di punta della nuova collezione di Stabole, luxury brand emergente firmato dal giovane designer Lorenzo Pezzi. Realizzata in pelle di culatta di cavallo nera e lavorata in una storica conceria toscana, Vicious interpreta al meglio lo stile del marchio che esalta l’autenticità artigianale del made in Italy con le sue storiche lavorazioni, i materiali di qualità e la dinamica sperimentazione contemporanea in cui linee, forme e volumi parlano dell’oggi e del domani. Il sito stabole.com vi invita al matrimonio dell’anno, quello fra tradizione e modernità. Dress code: una Stabole, of course!

SHOCK

MONDIALI PREZIOSI F

ebbre Sudafrica: quest’anno le cose si fanno in grande. A onorare la World Cup 2010 ci ha pensato “Shimansky”, azienda sudafricana che, per l’importante occasione, ha realizzato il pallone più lussuoso al mondo: un trofeo di 2,2 kg interamente trapuntato di diamanti Made in South Africa (6620 bianchi e 2640 neri, per la precisione). 3500 carati per la “Diamond Soccer Ball” che sfiora i 2,5 milioni di dollari e che ha richiesto ai mastri orafi della maison ben tre mesi di lavoro: un guinness souvenir da chiudere in cassaforte e riesumare ogni quattro anni. Altro che palleggi e finezze da area di rigore.

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PLATINUM | CHIC&SHOCK

SHOCK CHIC

NOBLESSE OBLIGE D

i anelli di lusso su cui imbastire sogni e desideri ce ne sono un’infinità, ma per le fanciulle più speciali Michael Beaudry ne ha realizzato uno davvero prezioso. Su un nido di filigrana in platino rifinito a mano, arricchito dal bagliore dei diamanti e dalla maestosità delle forme, si è rannicchiata una perla nera di Thaiti, pregiata e straordinaria come le sorprese più belle. Suggestive le alchimie grafiche evocate dal gioiello, misteriosa e nobilissima l’atmosfera creata dalla perla che profuma di poesia e opulenza regale. Il prezzo non delude tanta magnificenza: 27mila euro e l’anello da imperatrice oscura sarà vostro.

GUERRE A CINQUE STELLE P

er la gioia degli appassionati di Star Wars, EFX ha recentemente rilasciato alcuni caschi di Darth Vader. La serie, ovviamente in edizione limitata, conta 250 pezzi e si ispira ad alcune vecchie illustrazioni di Ralph McQuarrie realizzate durante lo sviluppo dell’epica serie cinematografica. Il prezzo degli elmetti non scoraggerà di certo gli appassionati più accaniti e i più infaticabili collezionisti di memorabilia della saga di Lucas, ma non è certo un dettaglio irrilevante: 900 euro, di cui 250 di acconto all’atto della prenotazione. Che la forza sia con loro.

CHIC

SHOCK

TUTTE PAZZE PER IL PIZZO C

apricci di pizzo e dettagli preziosi per questa meraviglia targata Philip Treacy. In occasione della sua collaborazione con la maison Valentino, il cappellaio matto più famoso tra le star ha creato una vera e propria opera d’arte: uno stiletto romantico e rubacuori che richiama i vezzi di delle maliziose lingerie di pizzo. Al suo debutto sulle passerelle parigine ha lasciato tutti a bocca aperta, anticipando i nuovi trend e confermando la teoria che una scarpa può sedurre, eccome. Cenerentole di tutto il globo, siete avvisate!

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LIFESTYLE

Matteo Garofoli

URBAN N GOLF

LA DOVE C’ERA UN GREEN, ORA C’E’ ASFALTO!

on si vestono col classico maglioncino dal collo a V e la fantasia a rombi, o le tipiche polo Lacoste come fanno i giocatori doc di golf, anzi. Con i loro “antenati”, i giocatori di “Urban Golf” hanno solo la passione in comune, per il resto, nessuno assomiglia all’altro. Primo esempio della differenza col canonico sport borghese e chic è il sito web dell’associazione che riunisce tutti gli appassionati di questa trasposizione della storica disciplina, la Nbg - Natural born golfers – che vede campeggiare nel logo due mazze con un teschio al centro. Non proprio la raffigurazione classica che si ha nell’immaginario. L’Associazione nasce ad Amburgo, dove si vuole che nasca il trend dell’Urban Golf, che riunisce i golfisti di strada provenienti dalle più svariate città della Germania e del mondo: San Francisco, Varsavia, Parigi, Kuala Lumpur. Quando si decide di giocare, quelli dell’Associazione tappezzano di poster il quartiere scelto come “campo”; basta il simbolo e un avvertimento per avere campo libero. Infondo, per le vie di Amburgo sono abituati a trovarsi palline da golf in macchina o sull’uscio di casa, per cui basta un avvertimento che nessuno lascia nulla in strada! Una volta scelta la location, avvertito la cittadinanza e radunato consensi, si da il via al gioco: allo stadio, dai tetti dei palazzi, sugli edifici e perfino sulle navi. Non c’è gara o competizione, ma solo giocare tanto per giocare: ognuno si sceglie il bersaglio che vuole e non ci sono punti da contare, birdie o par a cui puntare. Gli Urban golfer, se così possiamo chiamarli, sono aggressivi ma anche egualitari, specie la “fazione” statunitense, cui contendono l’invenzione dello sport quelli della Nbg. Infatti, oltre al sito web ufficiale del gruppo tedesco, c’è anche urbangolf.org, alter ego americano, nel quale vengono enunciate poche regole, ma stringenti, come ad esempio: - Peggio giochi, più ti diverti; - Non c’è nessun leader: se ti senti un dio, puoi pure andare in cima a una montagna a fondare il tuo culto, basta che ti levi di mezzo; - Rispetta la proprietà privata, cerca di non disturbare la privacy di nessuno ed evita risse con la polizia. Chiaro no?! Ma come nasce l’Urban Golf? Leggenda vuole che due tizi, Torsten e Nikola, durante i viaggi di lavoro preferivano giocare a minigolf per i corridoi invece di annoiarsi al bar dell’albergo, ma ovviamente ci stavano un po’ stretti; soluzione: trasferire mazze e palline per strada. Era il 1992; una volta rientrati in città, i due hanno fondato il “NBG”, organizzato il primo torneo e coniato il loro slogan: “questo non è uno sport, è rock and roll”. Oggi, dopo anni e anni di scorribande cittadine, sono 150mila gli iscritti da ogni parte del mondo, ed esistono perfino una decina di istruttori. Chissà se anche questa branca del golf diventerà a breve disciplina olimpica!? Rock’n Hole a tutti!

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piano bar stuzzicheria serate a lume di candela pernottamento accoglienza

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i accogliamo per coccolarti in un ambiente intimo e discreto, dove a luci soffuse potrai organiz zare le tue serate a lume di candela, cene aziendali, addii al celibato, compleanni... L’atmosfera scandita dalle note di un pianoforte garantirà in qualsia si occasione una serata piacevole e rilassante da ricordare. E se l’etilometro sconsiglia di partire si potrà pernottare in confortevoli camere.

Misano Adriatico

via A. Ascari, 5 c/o

Ingresso Autodromo

Tel. 0541 615083

Livio 335 68 28 114

Aldo 338 90 88 489



FASHION | ACCESSORI

ACCE

UOMO INTIMO TRICOLORE

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mondiali sono un momento di unione, in cui lo spirito di ogni nazione si fonde con la passione per lo sport nazionale. Ed ecco che palloni e tricolori appaiono ovunque, a partire dall’underwear. Così la nota casa Intimissimi propone boxer nei quali la forma esagonale che ricorda il pallone è mixata ai classici colori verde-rosso-bianco della nostra bandiera. Per veri appassionati. Euro 13,90

OUR FLAG

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l brand super-italiano “Italian Independent” non poteva non dare il suo contributo per i mondiali; ed ecco gli occhiali in edizione limitata “Our Flag”: montatura di colore verde, il frontale bianco e le lenti hanno una specchiatura rossa multistrato. Numerati e disponibili solo in 100 negozi, saranno in vendita a soli 157,00 euro. Supportate la vostra nazionale.

CATENA O CINTURA?

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asce come una sottile cintura in pelle borchiata, ma le 30 catene di metallo che pendono da un lato potrebbero rimanervi utili in serate “hard” con la fidanzata di turno. Dsquared propone un ritorno alle catene pendenti, così che la cintura non sia solo un’utile accessorio per tenere su i vostri pantaloni, ma anche un orpello ornamentale della vostra persona (e del vostro look). Euro 364,00 su www.luisaviaroma.com

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GEMELLI’S ARE BACK

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a sempre dettaglio di stile, ultimamente sono poco usati, soprattutto dai più giovani. Ma ecco che a dare un tocco di novità a questo piccolo accessorio ci ha pensato Delfina Delletrez, jewelery designer, figlia di Silvia Venturini Fendi e Bernard Delettrez. La serie di gemelli teschiati è irriverente, moderna, rock’n’roll e adatta ad un pubblico giovane, purchè lo stipendio mensile sia consistente. La coppia di gemellini, infatti, è in vendita al prezzo di 275,00 Euro.


PLATINUM FASHION | CHIC&SHOCK | ACCESSORI a cura di Marina Savarese

SSORI DONNA STAR CHIC SPECIAL EDITION

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a “donna del pallone” per eccellenza, Simona Ventura, di calcio se ne intende parecchio. Ecco perchè la sua collezione di tute “Star Chic” si è arricchita, per questa estate, di una limited edition veramente nostrana: felpe in ciniglia con cappuccio in raso tricolore tempestato di Swarovski. Presentata all’ultimo Pitti Uomo, la signora ha fatto gol. Per tutte le amanti del calcio, dei calciatori o del pallone a 250,00 euro.

AGGREGAZIONI VINTAGE

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hiamarle semplicemente collane a lei non piace. Per questo, le creazioni di Chiara Trentin, si chiamano “Aggregazioni” (ma sempre al collo si portano)! La designer del marchio “Chimajarno” recupera, assembla e dà nuova vita a bottoni vintage, componendo dei monili esclusivi, unici ed eco-chic. Ce n’è per tutti i gusti e da tutti i prezzi. Questo il sito dove potete trovare il negozio più vicino a voi: www.chimajarno.blogspot.com

ECO-CHIC DESIGN

TIFOSE ON THE BEACH

uarnizioni della moka, specchietti rinfrangenti e tutto quello che attira la sua attenzione o che colpisce il suo immaginario, viene preso e ri-assemblato secondo l’ispirazione del momento. Questo è quanto succede a Lusilla Voci e alla sua linea di collane e pendenti, realizzati con materiali insoliti che rivivono nelle sue creazioni. Originali, pezzi unici ed esclusivi, verranno assolutamente notati attorno al vostro collo. Perchè accontentarsi delle solite collane? A Roma li potete trovare nel suo store LI.Boh al Pigneto. www.liboh.it

iscreto ma tricolore è il bikini proposto per questa calda estate mondiale da Parah. Perline bianche, rosse e verdi sono ricamate sul minuscolo triangolino di stoffa, per supportare la Nazionale anche comodamente sdraiate in spiaggia. Un modo insolito per essere sportive. Euro 135,00 (prezzo sportivissimo).

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by Jean-Claude Poderini

JACQUELINE KENNEDY “LA FIRST LADY D’AMERICA”

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n’eleganza innata, uno stile inconfondibile, un’immagine unica e raffinata: ecco la grande donna che ammiriamo e apprezziamo da decenni in ogni angolo del mondo. Signora di cultura, abile, di acuta intelligenza, astuta e con esigenti aspettative era impegnata a sostenere l’arte e la storia già prima di essere la signora Kennedy. La frequentazione di famose e prestigiose scuole private di New York e Parigi hanno ulteriormente influenzato e plasmato il suo senso della moda e dello stile. Era considerata una delle donne più belle d’America: alta, esile, mora di capelli con occhi grandi e neri che le conferivano uno sguardo malinconico e luminoso al tempo stesso. Ha saputo migliorare la sua immagine con sapienti accorgimenti e ha cercato di valorizzare e rendere pregevoli alcune sue caratteristiche. Ma cosa succede quando una donna come Jacqueline sposa un uomo politico famoso, che da lì a poco diventerà il Presidente degli Stati Uniti d’America? Jacqueline Lee Bouvier diventerà, naturalmente, First Lady d’America e sopporterà bene questo ruolo, dichiarando che le sue priorità in quella veste saranno i bambini, la cura del marito e la privacy della sua famiglia. L’investitura di John F. Kennedy nel 1961 porta alla Casa Bianca, e nel cuore della nazione, una donna di notevole bellezza, giovane e con figli piccoli.

Famoso l’abito che indossò per l’insediamento, disegnato dallo stilista Oleg Cassini, che era di twill di seta avorio e doppiato di raso. Il modello era maestoso e suggestivo; è stato un colpo di maestria, di creatività e un new-look con una sobria e moderna eleganza. Se sposandosi Jacqueline ha dovuto adattarsi con intelligenza al nuovo ruolo della moglie di una delle figure più energiche della politica del paese, per il ruolo di First Lady ha dovuto portare alla Casa Bianca un’ondata di buon gusto e di cultura, aiutando e sostenendo il marito con idee nuove e straordinarie, trasformando totalmente l’immagine della famiglia presidenziale. Era consapevole della posizione che l’amministrazione Kennedy avrebbe avuto nella storia e lei ha saputo cogliere e promuovere al meglio un rinnovato, nonché esemplare, stile di vita. Con impeccabile e innato istinto politico, la signora Kennedy ha avuto lungimiranza e con le armi della seduzione ha saputo stupire il mondo, attraverso mosse attentamente orchestrate per rafforzare l’immagine vitale di Kennedy con un’alta, raffinata e giovanile ondata culturale. Insomma, il suo impatto sulla cultura americana è stato significativo e rinnovò la mentalità conservatrice degli anni ’50. Si trasformò in una perfetta padrona di casa, modificando la Casa Bianca in un museo di storia americana, arte decorativa, oltre che residenza di

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una nuova e moderna famiglia americana. Ha ospitato spettacoli di opera, balletti ed eventi culturali di prestigio internazionali; le sue apparizioni in pubblico erano limitate, ma di grande enfasi. Jacqueline viaggiò molto all’estero sia con il Presidente, sia da sola. Quando incontrava gli altri Capi di Stato, questi rimanevano affascinati dalla sua bellezza e dal suo straordinario savoir-faire; si ricorda che sia Charles De Gaulle, sia Nikita Kruscev furono sedotti dal suo aspetto raggiante. Jacqueline Kennedy indossava modelli d’abiti di alta moda per le occasioni ufficiali con un’impressionante naturalezza, si sentiva a suo agio sia con abiti di moda francese, sia con quelli di design americano. Il suo portamento emanava fascino e abbagliava chi la vedeva; Jackie - così la chiamavano in America - aveva compreso il potere dell’immagine e della comunicazione che aveva l’abbigliamento e l’ha utilizzato per riflettere l’internazionalismo dell’amministrazione Kennedy e la rinnovata promessa degli anni ’60. Per la cena presso il Palazzo di Versailles, ospiti del Presidente francese e la signora De Gaulle, Jacqueline si presentò in un raffinato abito da sera di seta color avorio e ricamato con filo di seta, nastri e perline disegnato da Givenchy. Altro memorabile impegno fu la cena al Castello di Schönbrunn a Vienna, ospite dal Presidente austriaco, dove ha abbagliato il premier sovietico Kruscev in un guscio raffinato color rosa di chiffon di seta e georgette ricamato di paillettes, disegnato da Oleg Cassini. Il suo look piaceva perché sapeva, con intelligente capacità, mescolare diverse culture e i suoi abiti emanavano sempre un forte messaggio di elegante armonia. Per contro, nel quotidiano era diverso l’approccio con la moda: se in pubblico era elegante e regale, in privato amava vestire casual, sbarazzina e irriverente; voleva essere libera e comoda nel suo abbigliamento. Con totale

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disinvoltura indossava pullover con v-neck e scolli a barca attillati, pantaloni Capri e gonne A-line, sandali che scoprivano i piedi e occhiali da sole oversize; passava dal jeans a un maxi soprabito double-face cachemire e raso di seta. Il tutto era di colori insoliti come il grigio, il nero, il blu marine e il rosa chiaro. Il suo stile, quindi, non era pura vanità ma un modo di vivere e di creare dei codici di rinnovato buongusto. La sua personalità e la sua moda hanno immediatamente attirato l’attenzione internazionale. Più di ogni altra First Lady, il suo stile è stato copiato da un ampio segmento di donne, sia in America sia in Europa. È apparsa in gran parte dei media, immortalata dai paparazzi nelle sue apparizioni private, creando un interesse del pubblico per il suo stile di vita e per le attività dei coniugi presidenziali. Jackie era conosciuta da tutti come la moglie di John F. Kennedy, dopo l’assassinio del quale ha conquistato l’ammirazione del mondo per il suo coraggio e la sua compostezza di fronte al dramma. La sua grazia e il suo contegno furono esemplari per la nazione intera e fu molto apprezzata per questo suo comportamento. Da donna moderna e intelligente, dopo alcuni anni decise di sposare uno degli uomini più mondani e potenti al mondo, l’armatore greco Aristotele Onassis. Da allora divenne nota a tutti con il nuovo nome di Jackie O. Visto che era già una luminosa icona di stile, di eleganza e di gusto impeccabile, la curiosità riguardava il vestito che avrebbe indossato al matrimonio; per le sue seconde nozze Jackie indossò un abito di pizzo beige disegnato dal nostro Valentino. Il suo esempio è stato prezioso per molti; l’indimenticabile grazia, lo stile e l’intelligenza che emanava ci fa sentire fortunati di averla avuta tra noi.




FASHION

FORMAZIONE E CREATIVITA’ N

ello scenario della formazione, nel campo della moda, in Italia esistono molte e differenti realtà. In questo comparto l’Italia è sempre stata molto propositiva; la moda è sempre stata una voce importante nello scenario economico del Paese, specie da quando Palazzo Pitti di Firenze attira con i suoi famosi defilé compratori da tutto il mondo, specialmente dall’America. La moda in Italia è sempre stata apprezzata e il mondo intero abbina il concetto del fashion con l’Italia. Da tutto questo è nata l’esigenza di creare delle scuole di indirizzo professionale nelle quali formare le nuove leve della moda e del design. Attualmente vi sono molte realtà scolastiche che combinano la moda con il design ed il marketing; istituti che preparano le nuove promesse della moda e del design, che già lasciano intravedere i primi risultati. Sapientemente e con tanta costanza e dedizione hanno, nel tempo, formato giovani stilisti molto creativi. È da queste realtà che il mondo produttivo, con molte aspettative, attinge i nuovi creativi; progettisti dal design innovativo e rispondenti a una logica di produzione semplice ed efficiente. Esistono molte scuole e formazione universitaria in cui si tengono corsi di disegno di moda. Sia che si cerchi un corso di specializzazione a tempo pieno o a livello universitario o, più semplicemente, un corso serale, l’ampia varietà di opzioni permette di trovare una soluzione ed il tipo di corso per tutte le esigenze. Ogni corso di fashion-design si differenzia anche per programmi e contenuti, ma principalmente per l’anima del corso, che è l’insegnante. Il maestro infonde nei giovani talenti la sua personalità, la sua esperienza ma soprattutto stimola la creatività e l’espressione degli allievi. Le scuole più importanti in Italia sono nelle tre capitali della moda, cioè Milano, Roma e Firenze. A Milano la moda è più impostata sul pret-a-porter, a Roma è più dedita all’alta moda e a Firenze su una moda più creativa, artistica e sperimentale. Una realtà importante che si distingue è l’Associazione Arte Moda (www.artemodascuola.it) di Fano, con sede anche a Pesaro. È dal connubio tra arte e artigianalità che nasce Arte Moda, con la volontà di creare una scuola dove si mantengano le tradizioni e la cultura del cucire con l’arte del creare e realizzare abiti e modelli originali e su misura. Importante è la figura della direttrice del corso, Michela Ricci, che dalla sua grande esperienza riesce a infondere sulle allieve la passione e l’amore per questo mondo. Dalla ricerca di unicità e personalità, ogni fine corso si presentano al pubblico i nuovi modelli nella sfilata che raccoglie sempre grandi consensi di pubblico. Abiti che con sapienza artigianale e perfezione nella vestibilità, insieme all’innovazione nella ricerca dei materiali e delle silhouette contemporanee, permette alle stiliste di esprimersi al meglio delle loro capacità. Dall’esigenza di creare un concorso nasce la collaborazione tra l’Associazione Arte Moda e la prestigiosa rivista Life People; alla base di questo legame ci sono aspetti quali la ricerca di eleganza, la qualità dei prodotti e l’apertura all’innovazione. È per entrambi una grande opportunità per consolidare le proprie potenzialità. Dal concorso istituito quest’anno, sono stati scelti da esperti del settore della redazione, i modelli risultati i più interessanti, originali e creativi. Nelle pagine seguenti le fotografie e i disegni dei modelli premiati. Jean-Claude Poderini

Cinotti Giada Abito realizzato in pizzo e tulle color sabbia con nastri in raso. Modello a balze arricciate e corto con piccole maniche di doppie ruche. Masterpiece della nuova collezione per l’estate è il modello della stilista Cinotti Giada. Con semplicità e intelligente gioco di balze ha affascinato il pubblico e gli esperti del concorso nella sfilata che si è da poco svolta al Lido di Fano.

Crediti: disegni realizzati da Cristina Saginario

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SEZIONE COUNTRY: Anna Rita Mazzanti Abito molto ampio e svasato con motivi di balze, sorretto da piccole bretelle. Realizzato in pizzo di Sangallo e viscosa, operato con trasparenze tutto monocolore bianco latte. Un modello interessante pieno di brio e movimento. È un invito al viaggio e pensato con arte per diverse occasioni. Realizzato con tessuti innovativi, dalla linea morbida a trapezio risulta rassicurante e multifunzionale.

SEZIONE COUNTRY: ANGELA PERUZZINI Abito realizzato in twill di seta a stampa provenzale e voile di seta goffrata con stampa microfloreale. Il modello è con taglio in vita e grande balza arricciata, sorretto da larghe bretelle e arricchito da un grande fiore applicato lateralmente sul seno. Linea essenziale, tessuti intriganti combinati tra loro, stupisce l’armonia che emana questo modello di chiara ispirazione provenzale. È moderno, con un sapore dei tempi che furono e mantiene intatto il sapore di naturalezza nella sua modernità.

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SEZIONE COUNTRY: ALEXANDRA SANTILLI di Lucrezia Abito color crema, modello tubino–mini, realizzato in pizzo di seta e satin color crema e sabbia. Maniche corte a palloncino con arricciatura sull’orlo con pizzo chantilly sul bordo e taglio sul seno. Elegante, raffinato nella sua semplicità, il modello della giovane stilista Alexandra Santilli denota una forte personalità. Con carattere e dedizione ha maturato una capacità creativa frutto della ricerca di originalità. Sempre in costante studio della moda dei grandi e affermati stilisti è alla ricerca di una sua propria identità che le darà lo slancio per un futuro roseo.

SEZIONE BABY: ANTONELLA BERTULLI Abito realizzato in raso di seta color arancio con macrostampa floreale posizionata nel bordo gonna, modello smanicato con scollo a V, taglio sul seno bordato da una fascia con pieghe. Grande capacità e conoscenza approfondita della materia e del tessuto si nota subito vedendo i suoi modelli. Originale il modello presentato questa stagione con una linea che ci porta indietro di decenni quando la moda era uno status-symbol del quotidiano di ognuno.

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SEZIONE COUNTRY: ANNA NEGUSANTI Abito realizzato in voile di seta in tinta unita color grigio/glicine. Scollo asimmetrico con una sola manica formata da fiocchi, da portare con cinta dello stesso tessuto e con fiocco laterale. Grande personalità traspare dal modello della stilista Anna Negusanti. Un’allieva geniale e tecnicamente molto capace. I suoi modelli si distinguono per originalità e senso della moda con la M maiuscola. Totalmente asimmetrico, con manica composta da tanti fiocchi che ne accentuano la femminilità e lo spirito ludico del tema. Il modello è stato laborioso ma realizzato con molto amore e passione, doti che l’allieva ha saputo dimostrare in questi anni nei corsi della scuola.

SEZIONE SPAGNOLA: CRISTINA SAGINARIO Abito realizzato in raso di seta e crepe georgette con stampa a piccoli fiori; il modello è formato da un corpetto con stecche e bordato da una passamaneria pieghettata, la gonna è un modello a palloncino arricciato con bordo di pizzo sul fondo. Ironia e buonumore, questi sono gli elementi fondamentali che contradistinguono la collezione di Cristina Saginario. È forte la personalità che traspare dalla giovane stilista che ha appena terminato il primo anno alla Scuola Arte Moda. Con la sua allegria ha saputo interpretare il tema, come quello della Spagna, dandogli una vena di delicata irriverenza ma piacevole per la genialità del modello che dimostra un messaggio ben preciso e immediato nel suo stile. Completano l’outfit un simpatico strascico che parte da un grande fiocco e accessori come fatali e lunghi guanti rossi e un delizioso capellino portato sulle 23.

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SEZIONE SPAGNOLA: VALENTINA MARONGIU Abito realizzato in jersey di seta color rosso e pizzo color nero, con nastro di satin nero. Il modello è arricciato sul seno e la gonna è un godet con pieghe; sul taglio è appoggiato un sopragonna di pizzo nero, al centro un grosso fiore rosso e nero. Una innocente seduzione pervade questo modello di chiaro mood spagnolo. Carismatici i suoi colori nero profondo e rosso rubino che conferiscono e evidenziano il modello giovanile e stravagante. È un abito prezioso per essere protagonisti in una calda sera d’estate.

SEZIONE CUT-OUT: ANTONELLA BERTULLI Top realizzato in tessuto elastan con riporto in voile goffrato e drappeggiato al centro, monocolore bianco latte sorretto da una bretella a cordone annodato e intrecciato con accessorio di anelli argento. Il pantalone è un modello a sigaretta realizzato in tessuto di cotone elastan color grigio perla. Simpatico e pratico il completo top e pantalone realizzato per giovani ragazze che amano distinguersi. Modello realizzato con un fit asciutto, sboccia in un piacevole movimento di drappeggio sul top. Ben costruito con un abbinamento di colori molto attuale, risulta piacevole per le occasioni più importanti.

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SEZIONE JEANS: ANNA NEGUSANTI - BEATRICE MAURI Giubbino realizzato in denim color blu stone washed, modello corto e attillato con due grandi fiocchi sulle spalle. La gonna in jersey color avorio è un modello mini svasata con balzine realizzati in tulle elastan. Outfit realizzato in squadra dalla stilista Anna Negusanti e dalla giovanissima e promettente Beatrice Mauri. Risulta interessante il lavoro di equipe dove si confrontano diverse personalità per ottenere un prodotto facilmente abbinabile. È quello che avviene nei redazionali delle grandi e famose riviste di moda. È il denim e la sua cultura a ispirare Anna per il giubbino con giochi di nodi e arricciature. Mentre un tessuto più difficile come il tulle elastan ha sfidato le capacità di Beatrice nella realizzazione per il simpatico gonnellino pieno di piccole ruche.

SEZIONE JEANS: SABINA SORCINELLI Abito realizzato in denim color bronzo con trattamento stinto a tratti, modello mini con scollo a top e movimento di pieghe a raggiera sulla gonna. Eccentrico e interessante l’abito della stilista Sabina Sorcinelli. Ha saputo interpretare molto bene un tessuto come il denim, con originalità e femminilità. Il modello è giovane e nello stesso tempo denota una raffinata personalità. Interessante il colore scelto che si differenza dalla consuetudine, il fondo è blu con insoliti toni bronzato che gli conferisce una profondità maggiore sottolineata da un trattamento per ottenere un effetto leggermente vintage.

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SEZIONE SERA: LINDA MUNGHERLI Abito con corpetto aderente e gonna a palloncino operato. Tessuto shantung di seta color grigio perla e pizzo color grigio fumo. Geniale e originale l’abito della stilista Linda Mungherli di Pesaro. Realizzato con un abbinamento di tessuti di seta e pizzo, con tonalità in leggero contrasto, emana una forte energie e risulta un modello effervescente. Dopo un corpetto aderente spunta una gonna dove il tessuto è movimentato e fermato con maestria e capacità non usuali.

SEZIONE SERA: VALENTINA GIANANTONI Abito lungo da sera realizzato in georgette di seta intarsiato con parti in pizzo e inserti plissettati. Color nero con riflessi cangianti. Eclettico e statuario l’abito che la stilista Valentina Gianantoni ha scelto per rappresentare l’eleganza per l’estate 2010. È un insieme di eleganza, raffinatezza e buongusto per una sera speciale. È ricco di combinazioni di tessuti lavorati a intarsio, georgette di seta, pizzo e plissè arricchiscono un modello raffinato e suggestivo. Pensato per la sera è stato scelto il color nero per indicare un gusto elegante e rassicurante dove affiora una combinazione tra mistero e classicità.

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BEAUTY | MAKE UP

speciale

MAKE - UP Samantha Scaloni

ELISIR D’AUTORE

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uando arte profumiera e design s’incontrano, ecco che la fragranza si tramuta in pozione magica. Stavolta l’alchimista è il designer israeliano Ron Arad che per la nuova essenza di Kenzo ha disegnato un packaging ai limiti dell’aerodinamica. Realizzato in una speciale lega chiamata Zamac, il flacone è un vero oggetto d’arte: esposto anche al Centre Pompidou di Parigi e al Moma di New York, il nuovo profumo d’autore non ha nome. La forma parla da sé, si fa notare e riconoscere. In questo caso le parole si rivelano superflue, quasi moleste: a comunicare ci pensa la bellezza. E la magia di un’idea geniale.

“H

o preso i colori universalmente più affascinanti che una donna può indossare e li ho reinventati in maniera moderna e autorevole”: dopo aver fatto incursione nel mondo del cinema, stavolta lo zio Tom (Ford) invade il settore beauty con una nuova linea di make-up assolutamente cool. La Tom Ford Lipstick include piccoli gioielli all’avanguardia dal design accattivante e un’ampia gamma di nuance. Ognuna delle dodici diverse tonalità è custodita in uno scrigno d’avorio con profili in oro, splendidi da vedere, perfetti da indossare. Per labbra speciali e baci da ricordare. Con eleganza.

fida le leggi della natura. E’ il beauty secret (rivelato) di star e celebrità. Tutti la considerano il miracolo cosmetico del nostro tempo: è “Creme de La Mer”, crema-gioiello inventata dal fisico aerospaziale Max Huber per curare le ustioni al volto che si era procurato nel corso di un esperimento, ed oggi è l’oggetto del desiderio di pelli secche, spente e invecchiate di tutto il mondo. I cofanetti deluxe della nuova limited edition (quindici in tutto il mondo) racchiudono in uno scrigno di legno con specchio la perla più preziosa de La Mer. Il prezzo? Circa 1.135 euro, ma d’altronde “chi bella vuol comparire…”

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he ti sei messa in testa? Per chi se lo sente sempre chiedere, ecco la risposta più creativa: libellule e margherite per il cerchietto visionario di Louis Mariette, brand londinese che arreda con incanto e fantasia le teste esclusive di celebs e aristomodelle. Joan Colllins, Jerry Hall e Jodie Kidd non possono più fare a meno delle sue eleganti tiare e dei suoi diademi ultrachic, rapite dal sogno che il designer originario del Malawi modella e ripristina ad ogni creazione. Dedicato a chi si sente principessa dentro o a chi lo è per davvero, per spezzare le convenzioni e aprire le porte al prodigio e alla meraviglia.

OCEANO MARE

LA PERLA DE LA MER

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HEAD COUTURE

GIOIELLI RUBABACI

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l make-up della stagione è wet. Lo sa bene Re Giorgio che nella sua Giorgio Armani Bronze Collection 2010 include ombretti e mascara per occhi che uccidono. Al grido di “Eyes to Kill”, il Waterproof Mascara assicura ciglia a tutto volume per 24 ore non-stop e la nuova armonia di ombretti, sulla scia dei toni lunari del turchese e del grigio smokey, vestono lo sguardo di una luce tutta nuova. Ciglia lunghissime da diva del cinema. Texture soffici e setose, facili da stendere e da mixare. Colori rubati alle palette del mare, ma con un deciso tocco fumé. Il trend dell’estate è stupire con gli occhi, ma con licenza di uccidere.

S.O.S. ACQUA

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mergenza idratazione: d’estate il caldo si fa insopportabile e la pelle ne risente. La crema idratante intensiva Hydraenergy di Korff risolve il problema con maestria grazie alla sua storica competenza nel rispondere efficacemente alle varie esigenze cosmetologiche. Hydraenergy è il top della tecnologia cosmetica la cui formula naturale, arricchita con olio di enotera e avocado, disseta e idrata a puntino anche le pelli più secche. Ad azione profonda, fa miracoli e si assorbe in fretta: per la serie “Veni, Vidi, Vici”.

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FASHION - JEWELS

JEWELS a cura di Matteo Garofoli fotografo: Alessandro Omiccioli modella: Simona Zanghetti

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l gioiello è un vezzo a cui nessuna donna, da che il mondo è mondo, può rinunciare. Dietro ogni prezioso c’è una parte di tradizione assieme a una di innovazione; ma c'è soprattutto la classe, quella che fa di ogni donna una signora e fa di ogni accessorio un prezioso. Creazioni pregiate, diverse, importanti, più o meno colorate e sorprendentemente eleganti, da indossare con disinvoltura e classe; ogni stagione ha i suoi trend e la sua moda da seguire e rispettare. Solo una cosa non cambia: l'esigenza di non poter prescindere dall'indossare un gioiello. Per questa estate 2010 le proposte sono molteplici: differenti gioielli, da quelli sobri e semplici a quelli più importanti e colorati, adatti ad adornare un abito rendendolo chic e prezioso...come la donna che li ha indosso.

Ciondolo in argento 925 e oro rosa 750 con quarzo rosa, ametiste, ioliti e perla rosa caratterizzato dalla sinuosità delle linee di contorno, impreziosito dalla sfumatura di colore data dalle tonalità delle pietre. Anello in argento 925 e oro rosa 750con prenite, labradorite e quarzo rosa. Bracciale in argento 925 ispirato ai gioielli dell'antica epoca romana.

FRANCESCO RIDOLFI ORAFO P.zza Filippini, 3 47841 CATTOLICA (RN) T.0541.962303

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FASHION - JEWELS

FRANCESCO RIDOLFI ORAFO P.zza Filippini, 3 47841 CATTOLICA (RN) T.0541.962303


FASHION - JEWELS

Bracciale argento 925 e oro rosa 750 con perla tahiti, labradoriti, iolite e acquamarina milk realizzato per costruzione. Orecchini cerchi oro giallo 750 realizzati per costruzione a filo battuto, nati per impreziosire il volto della donna. Ciondolo in oro bianco, giallo e rosa 750 con perla rosa e brillanti,realizzato in tecnica mista, costruzione e fusione. Ispirato dal concetto della stella e dall'effetto creato dal contrasto di superfici lisce e frastagliate, irregolari. Anello oro rosa 750 con prasolite, nato da un'ispirazione momentanea, impressa direttamente sul metallo.

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FASHION - JEWELS

FRANCESCO RIDOLFI ORAFO P.zza Filippini, 3 47841 CATTOLICA (RN) T.0541.962303


Orecchini pendenti oro bianco e rosa 750 realizzati per costruzione, giocando sul contrasto di superfici liscie e battute.

Anello in oro rosa 750 con perla chocolate, realizzato per costruzione a filo battuto.

Ciondolo in argento 925 e oro rosa 750 con perla rosa,realizzato per costruzione e ideato interpretando la natura, trasformandola in un gioiello di forte impatto visivo.

JEWELS

FASHION - JEWELS

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FRANCESCO RIDOLFI ORAFO P.zza Filippini, 3 47841 CATTOLICA (RN) T.0541.962303



Specialità di Pesce Ristorante - Pizzeria Viale d’Annunzio, RICCIONE 94/C Tel.0541.644124 - 0541.666287


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LUDMILLA RADCHENKO LA PITTRICE a cura di Matteo Garofoli

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ensi a Ludmilla Radchenko e va da sÊ che viene in mente la bella ragazza protagonista di tante sfilate di moda e numerosi programmi tv. Pensi ad una starlette come tante e non viene da immaginarsi una ragazza colta e dedita alle arti, se non l’arte di sfoggiare un fisico mozzafiato.

Location: Villa Rinalducci (Strada comunale Montegiove - Fano) www.villarinalducci.it Fotografo: Alessandro Omiccioli Make up & hair stylist: Nives e Maurizio (Marotta)

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Invece è proprio questa Ludmilla Radchenko: nata nella fredda Siberia, prima di far carriera in Italia come modella e soubrette televisiva, studia alla “scuola delle Arti” - dove vince un premio di pittura. Successivamente prosegue gli studi all’Istituto di Design dove si diploma in Arte e Design. Sfogliando i suoi trascorsi studenteschi, non si può certo asserire che Ludmilla sia una soubrette come tante che ha deciso di intraprendere carriere a lei non consone, anzi; ha le carte in regola (e diplomi, anche) che attestano la sua competenza in ambito artistico e specificatamente pittorico, che sfoggia al momento giusto, in età matura e adatta a fare scelte - anche rischiose - lasciando fama e successo comprovati per qualcosa di appassionante ma incerto. Tutto ciò ha fatto di Ludmilla Radchenko una pittrice fatta e formata.

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Location: Villa Rinalducci (Strada comunale Montegiove - Fano) www.villarinalducci.it Fotografo: Alessandro Omiccioli Make up & hair stylist: Nives e Maurizio (Marotta)


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Location: Villa Rinalducci (Strada comunale Montegiove - Fano) www.villarinalducci.it Fotografo: Alessandro Omiccioli Make up & hair stylist: Nives e Maurizio (Marotta)


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Di lei, nella sua nuova veste di pittrice e delle sue opere, hanno parlato e scritto in molti; autorevoli firme dell’arte nostrana e internazionale hanno speso critiche positive e lodi sincere per tele che Ludmilla espone in gallerie, mostre, riviste, collettive e personali di indiscusso valore.Dei suoi quadri, tutti sono concordi nel giudicarli di una solarità assoluta, grazie all’uso copioso ma saggio dei colori. Una delle opere più rappresentative della Ludmilla Radchenko artista, nonché una delle sue prime espressioni pittoriche rese pubbliche, sono i quadri di musicisti pop degli anni ‘90 e di oggi, ad ognuno dei quali ha assegnato un titolo che rappresentasse al meglio la personalità del cantante ritratto, in una simil pop-art moderna ma rivisitata da Ludmilla; ci sono, ad esempio, una “exaggerate Amy Winehouse” o una Lady Gaga “Bad Girl”: insomma, particolari che identificano il personaggio e/o che Ludmilla percepisce in quel modo. Non solo cantanti, ma alla loro stregua sono stati rappresentati anche veri e propri mostri sacri del cinema, della letteratura e, ovviamente, della pittura.Accanto allo “star system” anche moniti, suggerimenti e richiami all’attenzione su problemi reali e tangibili cui tutti dovremmo prestare più attenzione; a ricordarcelo sottoforma di arte pittorica, Ludmilla propone anche opere dai titoli inequivocabili, come “Save the world”, “Freedom”, “Be happy” o “Be Smart”. Tutti consigli da seguire incondizionatamente.Il percorso espositivo della Radchenko è caratterizzato da situazioni di indiscusso spessore, sia di visibilità che di qualità: la prima occasione le è offerta col progetto “Gli Angeli Ribelli” nel 2008, per il quale installa la sua prima mostra presso lo studio “Iroko” di Milano.

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Successivamente ci saranno, tra gli altri, l’esposizione a Cremona della sua collezione “London Times” sempre nel 2008, così come il progetto “L’arte di essere donna” allegato alla rivista Maxim e, successivamente, esposta a Milano. L’anno successivo, il 2009, “New York Underground” e “Madonna Live Style” presentate a Milano mentre, più recentemente, Ludmilla ha partecipato alla Cow Parade 2010 di Roma, dove ha realizzato “Lady Candy Pop” mentre ad aprile, durante “Fuori Salone”, espone nello spazio design “Robertaebasta” in zona Brera a Milano, oltre a realizzare due opere per il progetto Resins Solutions, dove ottiene una installazione artistica presentata alla “Triennale Di Milano”. Dal 29 aprile i lavori di Ludmilla sono esposti al “Nhow Hotel” di Milano e rimarranno visibili per alcuni mesi.

Location: Villa Rinalducci (Strada comunale Montegiove - Fano) www.villarinalducci.it Fotografo: Alessandro Omiccioli Make up & hair stylist: Nives e Maurizio (Marotta)


di Ludmilla Radchenko www.ludmillapopart.it via Varanini, 12 MILANO ludmilla.popart@gmail.com

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foto: Luca Patrone styling: Elisa Rampi


Ristorante - Pizzeria - Disco

Terrazza Panoramica Location adatta per addii al celibato/nubilato e cene aziendali Durante tutte le sere le cene sono seguite da spettacoli Aperto tutte le sere tutto l’anno

Lungomare di Riccione - Viale D’Annunzio, 150 - altezza bagni 134 - Zona Marano per info e pren: T.0541.660841 - F.0541.663175 Luigi: 329.1820160 - Adina: 320.1468687 www.palmabeachparadise.it info@palmabeachparadise.it


THINK D IFF ER EN T

PEOPLE | GOLD HISTORY www.life4style.it

LA CREATURA DI STEVE JOBS REGINA DELL'ICT

C’

era una volta la Apple, un'azienda informatica di Cupertino (Silicon Valley - California) che negli anni ‘80 era sinonimo di innovazione per la produzione di software e computer Macintosh. A fondarla, nel 1976, fu un giovane Steve Jobs, all'epoca dipendente dell'Atari, insieme all'amico e collega Steve Wozniak. Quell'azienda non solo c'è ancora ma, dopo aver cambiato pelle, sviluppato nuovi prodotti ed esser arrivata da pochi giorni a capitalizzare sul mercato borsistico più di Microsoft, storica concorrente, può esser oggi considerata una delle imprese informatiche più evolute

by Giovanni Zerba

APPLE, del mondo. Un successo senza pari quello della Apple, che ha avuto nel suo fondatore ed attuale CEO Steve Jobs un leader visionario, in grado di anticipare le tendenze dell'Ict con prodotti sempre più accattivanti e futuristici. Oltre ad aver impresso il proprio marchio nel mercato dei computer a partire dagli anni 80, la Apple ha dato una svolta al proprio business rivoluzionando l'industria musicale con la presentazione, nel 2001, dell'iPod, il lettore Mp3 per eccellenza e, successivamente, dell'iTunes Music Store. Proprio il negozio virtuale di musica è diventato la gallina dalle uova d'oro per la

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Apple; infatti siglando accordi con le case discografiche, l'azienda di Steve Jobs è diventata uno degli snodi principali del mercato discografico: nel 2003, nelle prime 2 settimane di attivazione, gli utenti arrivarono ad acquistare sull'iTunes Music Store quasi 2 milioni di brani. Il connubio fra Apple e musica portò negli anni a venire alla nascita di diverse generazioni di iPod. Il lettore musicale divenne sempre più versatile nella versione mignon, lo shuffle, così come in quelle nano e video. Il successo di Apple non si fermò però qui perché, nel 2007, Steve Job stupì nuovamente tutti con un nuovo progetto, un concentrato di tecnologia che racchiudeva le funzionalità dell’iPod e quelle di un telefonino. Era nato l’iPhone, il telefonino più completo e desiderato di sempre. Dopo aver dettato il trend nell’informatica e nell’industria musicale, Jobs sfonda nella telefonia mobile, un settore nuovo per la Apple e, soprattutto, affollato di concorrenti. L’iPhone della Apple rivoluziona il concetto di smartphone e con le sue molteplici App, le applicazioni multimediali, lo rende un dispositivo utile per chiunque ed in qualsiasi occasione. L’ascesa della Apple in questi ultimi tre anni è la sintesi della capacità innovativa che un’impresa può esprimere, anche in tempi di crisi, venendo incontro alle richieste degli utenti. Richieste che per prima ha saputo soddisfare, come dimostrano i tentativi di imitazione dei concorrenti per ogni singolo prodotto pensato dalla casa di Cupertino. Sebbene Apple sia riuscita a conquistare sempre più nicchie di mercato con il suo alto potenziale innovativo, non tutto è andato per il meglio per il suo fondatore. L’uomo più famoso di Cupertino, mentre Apple macinava record di vendite e consensi, è

stato costretto a ritirarsi dalla vita aziendale per curarsi. Dopo il tumore al pancreas che l’ha colpito nel 2004, Jobs è stato costretto ad allontanarsi nuovamente dall’azienda nei primi sei mesi del 2009 e a cedere le redini del suo gruppo al direttore operativo, Tim Cook. Solo più tardi si verrà a conoscenza dell’odissea clinica di Jobs che, dopo aver viaggiato per tutti gli States alla ricerca di un donatore compatibile, ha subito un trapianto di fegato nell’aprile dello scorso anno. Questa storia appartiene però già al passato di Apple. Il presente infatti si chiama iPhone 4 e, soprattutto, iPad. La tavoletta con schermo multi-touch, già campione di incassi nei primi giorni di vendita, è un dispositivo che racchiude le funzionalità di diversi strumenti: una sintesi tecnologica che comprende le potenzialità di un net-book, di un iPhone e di un eReader. Una scommessa che sembra aver accolto i favori del mercato e che si appresta a diventare l’ennesimo successo per Jobs & C. Una risposta tecnologica che in molti attendevano e che gli editori di giornali sperano possa venire in aiuto al loro settore. Così come l’iPod ha ridato vitalità al mercato discografico mettendo in luce quella che era una crisi del supporto CD e del suo mercato, l’iPad potrebbe essere ora un alleato fondamentale per un’industria editoriale in crisi di identità, presa fra il calo di vendite dei giornali e la crescita dei costi di stampa. Con l’iPad potrebbe imporsi un nuovo modello, più veloce nella circolazione delle opere editoriali e più economico per produttori e fruitori. La trasformazione, già in atto con Kindle, l’eReader di Amazon, ha ora un nuovo trampolino di lancio. Agli editori, ora, l’opportunità di saperlo sfruttare.

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EVA KOTTROVA LA SOMMELIER DEL MADE IN ITALY

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va Kottrova è un’affermata sommelier, ma non solo: è lei che esporta e fa conoscere ai paesi mitteleuropei le più elevate espressioni della nostrana cultura del cibo e del buon bere, promuovendone i prodotti tipici. Il suo lavoro consiste nell’organizzazione di incontri, meeting, eventi, ma anche rubriche bilingue inerenti i saperi e i sapori di casa nostra, l’Italia, in un contesto multiculturale. Un impegno, questo, che ha sollevato i favori e l’apprezzamento dei principali addetti ai lavori del settore, oltre che degli esponenti di istituzioni e della stampa estera. Eva stessa ci spiega come nasce questa sua passione e motivazione nel fare questo lavoro, ma anche nel corredare con tanto di promozione all’estero le eccellenze italiane: « La mia profonda convinzione è che l’Italia non sia solamente pizza, spaghetti e luoghi comuni. I turisti, generalmente, associano la tavola italiana a un ristrettissimo numero di pietanze: pizza, pasta, cappuccino e poco altro, non conoscendo la smisurata molteplicità delle prelibatezze nella terra dei mille campanili» afferma Eva. «Ho avuto la possibilità e la fortuna di conoscere, oltre alle bellezze artistiche disseminate ovunque lungo la Penisola, una moltitudine di prodotti enogastronomici in lungo e in largo per tutta Italia, provenienti da una biodiversità e da una cultura di antica sapienza unica al mondo. Questo immenso tesoro raccolto in molti anni non volevo rimanesse tutto per me; sentivo mio dovere condividerlo con quelle persone distratte o mal informate, dissipando confusioni e sfatando miti inesistenti». Non solo divulgazione e promozione per il sommelier di origine slovacca, ma anche opera di riposizionamento e salvaguardia del made in Italy: «La mia mission consiste

anche nel combattere tutte le contraffazioni del Made in Italy e nel proporre sapientemente abbinamenti tra cibi e bevande, rendendo godibile la degustazione di ogni preparazione culinaria. Tutto è nato lentamente e senza forzature, con passaggi fisiologici, seguendo quasi una trama già scritta ed evolvendo con il passare del tempo in corsi, concorsi, presentazioni di eccellenze enogastronomiche e conduzioni di rubriche su testate e media di vari paesi». Così facendo, da indossatrice e organizzatrice di eventi che era, la Kottrova è diventata prima una sommelier e “barlady”, dopodiché una promoter di prelibatezze enogastronomiche e opinion leader nelle manifestazioni di settore e nelle convention. Una carriera importante che le ha permesso di riscontrare pareri favorevoli, tanto che molti organi di informazione, sia italiani che europei, si sono occupati della bella Eva. Carriera, la sua, naturalmente preceduta da sacrifici e studi, senza i quali non sarebbe arrivata ad essere master nel suo campo, ad esempio percorrendo l’Italia in lungo ed in largo alla ricerca delle specialità territoriali e dei buoni sapori di antica memoria, fino a diventarne “ambasciatore” in ogni sua occasione professionale. Tra le molteplici partecipazioni, nella capitale ungherese la sommelier ha organizzato una presentazione di prodotti "Made in Italy" rivolta ai compratori che appartengono alle fasce più elevate del mercato di nicchia e agli opinionisti dei mezzi di informazione. Inoltre ha organizzato presso l'Università di Budapest una serie di incontri a tema "La cultura italiana dell'eccellenza nelle produzioni di nicchia", nelle quali ha illustrato la filosofia d'impresa e la capacità di produrre esclusività da parte di alcune aziende del settore enogastronomico.

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GIORGIO

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il burattinaio della tv italiana Giovanni Zerba

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Ci sono uomini che “bucano” lo schermo della TV. Sono attori famosi, presentatori, comici e show-man; il grande pubblico li segue e li ama. Altri, molto meno noti, contribuiscono con il loro lavoro a far diventare quelle perfomance artistiche dei veri e propri “prodotti televisivi” o, se preferiamo, format. I format sono oggi le colonne portanti della tv commerciale e pubblica. Sono le fondamenta dell’immaginario televisivo da cui nascono tutti i programmi, siano essi reality, fiction o approfondimenti giornalistici. Chi li crea, o decide quale mandare in onda su una determinata emittente, ha un potere enorme nella Tv di oggi. C’è poi chi si trova, in momenti diversi della propria vita, a poter fare l’una e l’altra cosa. E’ questo il caso di Giorgio Gori, fondatore della casa di produzione televisiva Magnolia, che produce da anni programmi televisivi di successo per le reti italiane e spagnole ma, guardando

il suo curriculum, si può vedere ben altro e capire la storia stessa della Tv commerciale. L’uomo che ha portato in Italia telefilm come A-Team e programmi come Il Grande Fratello è diventato uno dei massimi esperti internazionali di format televisivi, oltre ad essere stato direttore di rete dei principali canali TV di casa Mediaset. L’enfant prodige del management televisivo si è inventato progetti e prodotti inediti per il pubblico del biscione che, negli anni 80, cominciava ad affezionarsi alla Tv commerciale. La parabola televisiva di Gori nasce al termine di un’esperienza giornalistica a Bergamo Oggi nel 1984; dopo aver incassato il licenziamento dal direttore Vittorio Feltri, Gori va a lavorare per Rete 4, il canale della Mondadori, come braccio destro del direttore Carlo Freccero. Dopo l’acquisto della rete da parte di Berlusconi, il giovane Gori, all’epoca poco più che ventenne, passa ad occuparsi di telefilm per

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Canale 5. A chiamarlo è il direttore Roberto Giovalli che apprezza una relazione di Gori sul telefilm A-Team. Il lavoro sui telefilm durò per anni e finì con il passaggio al palinsesto ed infine alla direzione dei programmi. Dal 1991 al 1997 Gori è direttore di Canale 5, per poi passare a Italia 1 con il compito di ridare forma ed identità alla rete. Vi rimane due anni, un periodo sufficiente per lanciare programmi come Le Iene, con Simona Ventura. Dopo la parentesi di Italia 1, Gori torna a Canale 5; il rientro sulla rete ammiraglia avviene con un prodotto di punta. Gori compra infatti dalla società olandese Endemol i diritti de Il Grande Fratello. Per lui è un altro grande successo, una scommessa vinta a dispetto dello scetticismo che c’era in Mediaset su questo format. Il salto della barricata Gori decide di farlo nel 2001, anno in cui fonda la casa di produzione televisiva Magnolia, oggi controllata dal gruppo De Agostini, e diventa un produttore televisivo indipendente. Ha ormai l’esperienza per saper giudicare un prodotto televisivo con gli occhi di un editore e conosce alla perfezione il mercato dei format che ha gestito da direttore di rete. Magnolia si afferma ben presto in Tv ed oggi si spartisce insieme alla Endemol la maggior parte delle più importanti produzioni televisive. Sono affidati a Magnolia le produzioni di fiction quali “Il coraggio di Angela” e “Anna e i cinque” e programmi del prime-time Rai come L’Isola dei famosi o X-Factor, ma sono di Gori anche Markette (in onda fino a un paio di anni fa su La7 con grande successo), Camera Cafè e SOS Tata, solo per citarne alcuni. Progetti di successo, spesso esportati sulla TV spagnola dalla filiale iberica di Magnolia, come avvenuto con SOS Adolescentes, versione rivista di SOS Tata, o con il celebre Camera Cafè. Il gruppo è forte di un’articolazione in 5 società di produzione specializzate: Magnolia Spagna, Magnolia Fiction, Quadrio, Milano-Roma e NeoNetwork, che ha raggiunto un fatturato vicino ai 53 milioni di euro ed è entrato a far parte del gruppo De Agostini dal 2007, aumentando le sue capacità produttive su scala internazionale, in particolare nel digital entertainment. Giorgio Gori è riuscito in questo modo a valorizzare Magnolia, vendendo la maggioranza della società ma rimanendo amministratore delegato, oltre ad introdurre il gruppo nell’orbita di un produttore di dimensioni internazionali come la Zodiak Entertainment della De Agostini.


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by Matteo Garofoli

RAFFAELLO TONON IL “CONTE” LAVORATORE Fotografo: Alessandro Omiccioli Location: Victoria Palace Hotel (Cattolica)

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affaello Tonon è un “non giovane” milanese di quasi 31 anni; è opinionista tv, ex concorrente di reality-show (“La fattoria”, che ha vinto nel 2005) e televenditore. E’ stato rinominato “il conte” per i suoi modi regali e la sua voce impostata ed imponente che tutto fan credere, tranne che sia appena trentenne; una convinzione evidenziata ancor di più dal suo modo di vestire (sempre in doppiopetto o comunque giacca e cravatta), di condurre la sua vita votata tutt’altro che al sacrificio e alla fatica, dalla sua somma intelligenza e dalle sue passioni. Il personaggio televisivo di Tonon nasce grazie a Maurizio Costanzo che lo invita sul palco del “Costanzo Show prima, e di “Buona Domenica”, poi. Da lì, come detto, il cammino lo ha visto partecipare a “La Fattoria”, ma anche a diventare speaker radiofonico o consulente per l'Accademia di moda di “Milano Fashion Uptodate”. Oltre al suo lavoro in tv, Tonon ha anche esperienze (poco positive) in altri ambiti totalmente diversi, e ce li siamo fatti raccontare direttamente da lui, insieme a molte altre curiosità sul conto…del “Conte”. Hai vissuto 7 anni di depressione in età adolescenziale; da cosa era dato il “Male Oscuro” e come l’hai vinto? Era dato dalla mancanza di entusiasmo: entusiasmo per gli amici, le uscite, l’età adolescenziale spensierata; in poche parole, per la vita. La tv è stata per me, e sottolineo “per me”, un’occasione di rinascita. Per una fortuita serie di circostanze mi sono ritrovato al Maurizio Costanzo Show e all’accensione della luce rossa della telecamera è caduto il velo di depressione che mi opprimeva. La televisione ha potuto ciò che non hanno potuto farmaci, medici e psichiatri; è ovvio che non tutti trovino piacere nel fare le stesse cose. Caratterialmente come ti definisci, più estroverso o più introverso? Mi definirei un prezioso introverso, nel senso che do il meglio di

me a che mi sta vicino, anche se al primo sguardo posso risultare un estroverso; fondamentalmente però, sono un timido che se non è a proprio agio si sente in imbarazzo e non mi vergogno di queste mie fragilità. Preferisco una serata in solitudine con un buon libro ad un’uscita con persone con cui non mi sento a mio agio. Non avessi avuto le opportunità che ti ha dato la tv, come avresti adoperato la tua intelligenza? Pensavo che sarei diventato avvocato o politico; politicamente ho avuto effettivamente un’esperienza, ma mi ha molto deluso. Oggi, a quasi 31 anni, nel caso la tv non fosse la mia strada definitiva, chiuderò a malincuore questa parentesi magnifica e cercherei un impiego nel settore commerciale; un lavoro che mi faccia stare a contatto con la gente e mi faccia guadagnare, ovviamente. Un anno fa sei diventato assessore alla “Comunicazione, trasparenza e legalità” di Campobello di Mazara, in provincia di Trapani: Che esperienza è stata? Sono stato nominato assessore il 31 luglio 2009 con un avviso di appena 4 giorni; non essendo io disponibile nell’immediato a causa di impegni già presi, giunta e sindaco hanno deciso di nominarmi ugualmente, per poi arrivare a farmi dimettere in quanto, probabilmente, hanno visto nella mia persona un richiamo a Mediaset, quindi a Berlusconi e, di conseguenza, al Pdl, facendo però leva sulla mia perenne assenza. Effettivamente però, so che essendo quella di Campobello una giunta del centro-sinistra, hanno ritenuto inopportuno il mio impegno visto da dove arrivavo. La cosa ammetto che mi ha deluso non poco e mi ha fatto cambiare idea su un mio eventuale futuro in politica. Da questo esempio personale, capisco molte cose sull’andamento dell’Italia.

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Cosa c’è di positivo e cosa di negativo nei giovani di oggi, magari rispetto al passato? Non vedo grandi differenza tra i giovani di oggi e quelli, ad esempio, degli anni ’60, se non fosse per l’individualismo della comunicazione dato dalle chat, da Facebook e dai social network. L’uomo ha necessità di comunicare, ma una volta ciò avveniva personalmente, in piazza. Nell’era di internet manca dialogo, specie all’interno del nucleo familiare; la società è diversa da quella di 40 anni fa, e diverse sono le difficoltà da superare. Che ne pensi dell’Italia? La adoro, non sono un esterofilo nonostante siano palesi limiti e carenze della nostra Terra; non solo a livello artistico, ma anche umanamente gli italiani sono unici al mondo. Il dna del nostro popolo, da nord a sud, ha una tradizione popolare radicata e da salvaguardare che ci differenzia e ci fa apprezzare dal resto del mondo. So di te che leggi una decina di quotidiani al giorno e hai letto circa 1000 libri, e spendi 600 euro in creme di bellezza per il viso. Sono due vizi o due “versioni opposte” di una stessa persona? Sono due mie virtù: quella della cura della mia pelle è una forma di rispetto e amore che ho verso me stesso; quella della lettura è una forma di rispetto della mia mente e della mia cultura. Se mai un giorno dovessi avere problemi tali da indurmi ad una scelta, abbandonerei la spesa per la bellezza esteriore data dalle creme, ma mai rinuncerei al sodalizio con la lettura. Ciò che s’investe in cultura, è qualcosa che rimane per sempre, fino alla morte. Ho imparato, però, che il deodorante non è un vezzo, ma un dovere sociale; il resto (palestra, massaggi, ecc…) sono dettagli;

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infondo, se non penso io a me stesso, non ci pensa nessun altro. Dall’altro lato, la lettura permette di avere senso critico, che a sua volta permette di confrontarsi e, magari sbagliare, ma non essere mai imbrogliati. Una volta hai detto: "L’unica volta che ho lavato i piatti, mi è venuta la cervicale e ho portato il collarino per 40 giorni"; realtà o esasperazione del tuo ruolo di “conte”? E’ una frase che mi rappresenta molto. Credo che la vita sia breve ed intensa, e credo che vada vissuta al massimo delle proprie possibilità; io amo ridere e ridere di me stesso, esasperando modi di dire ed esempi riguardanti Raffaello Tonon. Non mi manca nulla e devo ritenermi fortunato, per cui rido delle vicende che mi accadono e sono ironico con gli altri. Insomma, facciamoci 4 risate! Un sogno che vorresti vedere realizzato? Spero, una volta morto, di non lasciare lacrime ma buoni sentimenti. Vorrei che qualcuno traesse giovamento da qualcosa che ho fatto in vita; parlo di un patrimonio non solo economico, che certo non mi dispiacerebbe poter lasciare ad un congiunto, una associazione, a figli o nipoti. Nel caso di povertà improvvisa? Mi rimboccherei le maniche facendo lavori “concreti”, sporcandomele, le mani. Di fame non ci morirei sicuramente perché so adattarmi e so lavorare. Non potrei fare il muratore perché non è nelle mie corde, ma se devo fare, imparo. Non ricercherei per forza il lavoro che mi permetta di avere il colletto bianco, perché quello non è garanzia di sussistenza, ma solo immagine. Ecco, un sogno sarebbe quello di fare il Ministro dell’Agricoltura per valorizzare le nostre eccellenze, esaltarle, tutelarle e dar loro il giusto merito. Sei davvero antipatico o è il personaggio che ti sei creato che lo richiede? Io non sono antipatico, lo divento quando la tv propone al pubblico modelli falsi e sbagliati, che a quel punto stronco, risultando antipatico. Do voce alle persone più normali, quelle che fanno parte del pubblico, il popolo insomma. Faccio in modo che queste persone abbiano un portavoce e facciano sentire che c’è qualcuno che ha la stessa loro idea in merito a qualcosa o qualcuno. Così facendo, questa parte di popolo non si sente presa in giro ma, anzi, ha qualcuno che dà voce ai loro pensieri riguardanti la tv. Questo non implica l’offesa, perché il rispetto non deve mancare mai. Un personaggio tv che ammiri e uno che non stimi? Ammiro Maurizio Costanzo, perché è intelligente: grande giornalista e grande conduttore oltre ad aver saputo interpretare il mercato, per il quale non ha avuto rivali in tv. In più, naturalmente, perché mi ha lanciato lui. Non stimo, invece, qualunque personaggio uscito da un reality, perché sono quelli che credono di essere arrivati, mentre non sono nemmeno partiti. Più che poca stima, è quasi pena. Cosa dà e cosa toglie un reality show? A me non ha tolto nulla, anzi mi ha dato molto; in fondo il reality è una rappresentazione della vita vera, di ciò che accade quotidianamente lontano dalle telecamere. Per quanto mi riguarda, ho imparato tanto, compreso ammettere la ragione di mio padre che diceva che, quando avrei capito la mia strada, avrei fatto di tutto per raggiungerla. Infatti, dacché non mi ero mai rifatto nemmeno il letto, sono andato a spalare letame per avere quella lucina rossa della telecamera addosso. Ora, speriamo che non si spenga più.

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LADY GAGA LA NUOVA ICONA DEL POP L

ady Gaga, vero nome Stefani Joanne Angelina Germanotta, nasce a Yonkers, cittadina della contea di Westchester, nello stato di New York a pochi passi dal Bronx, il 28 marzo 1986 ed è una cantautrice statunitense di chiare origini italiane. Il suo stile è influenzato dalla pop-music degli anni ‘80 di mostri sacri del genere, come Michael Jackson e Madonna, oltre che dal rock glamour di artisti come David Bowie e i Queen, i quali l’hanno ispirata profondamente anche nella ricerca e scelta del proprio nome d'arte, un chiaro richiamo alla hit “Radio Ga-Ga”. Il suo debutto è datato 2008 con l’album “The Fame”, pubblicato per la “Interscope Records”, dal quale vengono estratti singoli che riscuotono subito un enorme successo, partendo da USA, Canada, Nuova Zelanda, Australia e Italia, Paesi nei quali infrange record e guadagna milioni di fan. Ricordiamo, tra gli altri, i più famosi brani che sono ancora oggi hit radiofoniche e da discoteca estratti da “The Fame”: Poker Face e Paparazzi. La vera storia vuole che, originariamente, Lady Gaga firmò un contratto con la “Def Jam” a 19 anni, dopo che il discografico L.A. Reid l'aveva sentita cantare in corridoio dal suo ufficio. Nonostante questa grande opportunità, la cantante e Reid non si trovarono e il contratto fu rescisso dopo soli tre mesi. Stefani Germanotta cresce nel Lower East Side di Manhattan, dove inizia a studiare pianoforte ad appena 4 anni e a 13 compone la sua prima ballata per pianoforte. Date le sue straordinarie doti da musicista, a soli 17 anni è una delle circa 20 persone in tutto il mondo ad ottenere l'ammissione anticipata alla “Tisch School of the Arts” alla New York University. Oltre ad un’innata dote musicale, Lady Gaga affina anche la sua abilità di scrittura componendo saggi e documenti incentrati su temi importanti come religione ed arte. Nonostante tali premesse, decide di ritirarsi dalla

New York University e, a 20 anni, inizia a scrivere testi per la Interscope Records, appunto, lasciando tutti impressionati per il suo orecchio per la melodia e per la sua predisposizione a scrivere testi da mettere in musica. Con tali premesse viene assunta come cantautrice e arriverà a scrivere canzoni pop per artisti quali Pussycat Dolls, per la Konvict Muzik - l'etichetta del rapper Akon - e per artisti come Fergie dei Black Eyed Peas e Britney Spears. In età ancora adolescenziale e prima del grande successo planetario, la ricerca d’indipendenza porta Stefani Joanne Angelina Germanotta ad esibirsi nei club del Lower East Side con svariati gruppi musicali, oltre a lavorare come cameriera e spogliarellista per arrotondare le sue entrate, lasciando interdetto il padre, imprenditore affermato, nello scoprire la figlia semi nuda in un locale bourlesque assieme a drag-queen e spogliasrellisti. Musicalmente parlando, la maturazione professionale di Lady Gaga avviene dal momento in cui, intenta a trovare un proprio stile musicale, decide di fare qualcosa di nuovo e provocatorio sulla scena underground e rock 'n roll newyorkese, cioè la pop-music. Prima ancora di incidere il suo primo album, per tutto il 2007 Lady Gaga ha collaborato assiduamente con la Dj e ballerina Lady Starlight, sua grande amica; le due hanno iniziato ad esibirsi live in famosi locali come il Mercury Lounge e il Rockwood Music Hall e le loro esibizioni, denominate "The Ultimate Pop Burlesque Rock Show", erano un omaggio ai varietà degli anni ‘70. Non paga della sola stesura di testi conto terzi, Gaga arriverà a studiare un prodotto tutto suo grazie alla collaborazione con Akon, lavorando totalmente al suo debutto discografico al fianco di un team di produttori tutto per lei. Dopo aver inizialmente incentrato la sua musica sulla dance

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elettronica, trova il proprio percorso musicale nel pop e nel glam rock cui accennavamo in precedenza; ma non solo musica, si direbbe: infatti, intanto che i suoi dischi sono tra i più venduti nei negozi, una volta raggiunto il successo musicale, Lady Gaga inizia a lavorare al progetto denominato "Haus of Gaga", dove vengono realizzati abiti, scenografie e si sperimentano nuovi suoni. Al progetto partecipano stilisti e produttori, dando vita ad un team creativo sul modello della “Factory” di Andy Warhol. Dopo tanti successi di vendite, arrivano copiosi anche i riconoscimenti di settore: il primo nel 2009, quando il brano “Just dance” viene nominato come "Miglior produzione dance" ai Grammy Awards; oppure quando viene ritratta nuda, dal fotografo David LaChapelle, per la copertina del noto magazine musicale “Rolling Stone”. Sempre nel 2009 prende il via il primo tour della cantante in nord America, il "The Fame Ball Tour", prodotto sul modello di "Haus of Gaga", cioè con performance multimediali e concentrandosi, oltre che sulla musica, sulla moda e sulla tecnologia, quasi fosse una mostra-museo itinerante. Nota a sé spettano i videoclip della cantante, mai banali e scontati ma, anzi, fonte di discussioni e spesso censure in molti Stati. Come si può evincere proprio da quanto mostrato nei suoi videoclip, la sessualità per Lady Gaga è un fattore tutto personale, tanto da dichiarare di essere bisessuale, definendosi un gay intrappolato nel corpo di una donna.

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MARDAN PALACE

il paradiso terrestre delle vacanze di Federico Sperindei

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PLATINUM | DREAM INSIDE

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er costruire il Mardan Palace Hotel di Antalya, in Turchia, il magnate russo Telman Ismailov ha speso quasi un miliardo e mezzo di euro. Alla sua inaugurazione, nel 2009, ci fu una vera sfilata di star internazionali: Richard Gere, Mariah Carey, Tom Jones, Sharon Stone, Seal, Paris Hilton e Monica Bellucci. Bastano questi dettagli a rendere l’idea dello sfarzo assoluto che caratterizza un hotel da 180.000 metri quadrati e 560 camere, fra cui due incredibili Royal Suite comprensive di pianoforte e di stupefacenti terrazze che si affacciano sul mare, da un lato, e sulle montagne dall’altro. Costo della prenotazione: circa 16.000 euro a notte. Le quattro Presidential Suite poi, ognuna caratterizzata da stile, arredamento e confort peculiari (alcune sono dotate, ad esempio, di una sala

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PLATINUM | DREAM INSIDE

da gioco privata con tavolo da biliardo), non sono affatto da meno. La cura delle decorazioni, dell’architettura e dell’arredamento - con preziosi pezzi d’antiquariato a nobilitare sia le camere che gli spazi comuni - rendono l’intera struttura ammaliante in ogni suo dettaglio, ricca di fascino come l’antico stile ottomano alla quale l’edificio si ispira, con legno scuro e finiture in oro a dominare la scena, pur concedendosi qualche digressione in atmosfere diverse (l’ala “europea”, ad esempio, esibisce uno stile postmoderno e luminoso). Se la presenza di ogni possibile servizio e confort (compreso un maggiordomo a disposizione 24 ore su 24) è da ritenersi scontata, degna di nota è invece la piscina da 24.000 metri quadrati, la più grande in Europa e terza al mondo, che divide in due l’intero complesso ed è attraversata da un ponte costruito sulle sembianze dei disegni del Ponte Galata di Leonardo da Vinci. Non meno straniante è la spiaggia privata, con 10.000 tonnellate di sabbia bianca importata dall’Egitto, nei cui spazi di mare nuotano migliaia di specie di pesci diverse, tra cui squali ai quali sono stati tolti i denti per consentire agli ospiti del Mardan di immergersi in acqua senza rischi. L’immensa Spa di 7.500 metri quadri offre servizi di benessere d’ogni genere, comprese le Snow Caves, grotte ghiacciate piene di neve vera! Bar e ristoranti (ce ne sono più di venti sparsi in tutto il complesso) costituiscono un universo a parte, ciascuno caratterizzato da un’atmosfera e una concezione del lusso particolari. Da segnalare è sicuramente l’elegantissimo Onyx Bar, immerso fra le cascate; ma il Mardan non si nega nemmeno la presenza di un Night Club, il Monkey, all’interno del complesso!



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Wine bar American bar

accoglienti locali per feste di laurea, compleanni addii al celibato-nubilato

Lungomare Alighieri, 9 - SENIGALLIA (AN) - 335.6662249


PLATINUM | THE CLUB

CLUBINO SELEZIONE ED ESCLUSIVITA’ by Federico Sperindei

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ella storia del Clubino di Milano, uno dei circoli più esclusivi d’Italia, c’è una sorta di spartiacque, un mese che non sarà mai dimenticato: marzo 2007, quando i soci respinsero la domanda d’iscrizione nientemeno che di Alessandro Benetton. Uno smacco gravissimo. Il metodo di votazione adottato dai circoli d’elite (un voto contrario all’ammissione ne annulla cinque a favore) rende sempre possibili le imboscate ma la consuetudine, nei casi in cui si percepisca la probabilità di un esito favorevole, è indurre l’aspirante socio a ritirarsi evitando l’umiliazione della bocciatura, che peraltro implica quasi automaticamente le dimissioni dei tre soci che, come da regolamento, avevano introdotto il candidato stesso. A Benetton, invece, è toccato il massimo dell’onta, e secondo qualcuno l’insuccesso dell’imprenditore trevigiano sarebbe stato una conseguenza della sua non perfetta adeguatezza alle regole di un club che in nome della massima riservatezza rifiuta chiunque abbia una vita, potenzialmente, oggetto di scoop e gossip televisivi. I membri del Clubino sono persone influenti più che vip, classe dirigente più che aristocrazia. Grandi uomini d’affari si incontrano nella stupefacente sede della Casa degli Omenoni (palazzo cinquecentesco dal gusto vagamente barocco, che per anni ha ospitato anche importanti opere d’arte, fra cui i disegni del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci) col pretesto dello svago e la finalità ben più profonda di tessere relazioni che permettano di rinsaldare il proprio potere. Non si tratta di fare affari durante gli incontri del club – tanto che il regolamento vieta l’accesso con cellulari o strumenti di lavoro di qualsiasi tipo - ma di consolidare la reputazione personale e i

rapporti con chi potrà favorire l’espansione del proprio business. Del resto già nel 1901, anno della sua nascita ad opera di Giulio Ceretti e altri fondatori, il circolo era destinato alla borghesia, o al massimo a un’aristocrazia illuminata, non a nobili annoiati e dissoluti. Certo, questa nota di “emancipazione” contrasta con una regola fondamentale che tuttora governa il club: divieto d’accesso alle donne. Le mogli e le figlie degli oltre 500 soci, come qualunque altro ospite, possono entrare da visitatrici nella foresteria e in altri locali “minori” del palazzo, ma non nelle sale più lussuose e riservate ai membri ufficiali (tutti uomini, appunto). Tra i soci storici si annoverano i Tronchetti Provera, i Moratti, i Pirelli, gli Sforza, i Campanini Boroli e numerosi altri; frequentatore del club era anche Gianni Agnelli che, pare, amasse soggiornare nelle lussuosissime camere da letto con palestra messe a disposizione all’interno della stessa Casa degli Omenoni. Naturalmente partecipare agli incontri del Clubino significa, anche e soprattutto, immergersi in un mondo di lusso, convenzioni e regole ferree. Ad esempio, in occasione di pranzi e cene, nessuno sceglie il proprio posto a tavola: ci si accomoda rigorosamente in ordine di arrivo, per favorire una socializzazione quanto mai “totale”. Di altissimo livello anche la cucina: ai soci è consentito portare con sé ricette di famiglia richiedendone ai cuochi la realizzazione, ma il piatto forte del Clubino resta un risotto alla milanese che, a quanto si dice, sarebbe il migliore dell’intero capoluogo lombardo. Peccato solo che possano assaggiarlo in pochi ( e selezionatissimi).

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MOLINO STUCKY HILTON VENICE

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ull’isola della Giudecca, in uno dei luoghi più antichi e affascinanti della laguna veneziana, affacciato sull’omonimo canale, sorge il complesso monumentale del “Molino Stucky Hilton Venice”, lussuoso cinque stelle di recente inaugurazione realizzato sulle spoglie di un complesso architettonico industriale tra i più noti della città e annoverato tra i più bei mulini italiani. Il primo progetto del mulino risale, infatti, al 1884 su iniziativa dell’industriale veneziano Giovanni Stucky, che commissionò all’architetto tedesco Ernst Wullekopf i lavori di edificazione. In pochi anni, da un semplice edificio in laterizi rossi, il mulino si trasformò in una grande struttura sviluppata su un’area di 30.000 mq e arricchita da una torre, un deposito di farina, eleganti esterni neogotici, un pastificio e un silos. Nel frattempo, la Giudecca diventava sempre più il fulcro di un vivace fermento culturale, tanto che nel 1529 fu rifugio di Michelangelo Buonarroti, esule da Firenze. A cavallo dei secoli XIX e XX, l’isola fu spettatrice della vita mondana dei principi residenti che erano soliti ricevere autorità e personalità importanti, contribuendo a rendere la Giudecca una destinazione molto rinomata e prestigiosa. Gli anni successivi sono ricordati per l’avvento dello sviluppo industriale sull’isola, del quale la famiglia Stucky fu protagonista. Perfettamente in armonia con residenze private e aree verdi, sorsero rapidamente fabbriche di ogni tipo: cantieri, mulini, pastifici, birrerie, tessiture, orologerie. Nel frattempo, il mulino rafforzava

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sempre più l’attività produttiva già di per se intensa e fiorente, soprattutto grazie alle innovative tecnologie impiegate nella produzione di pasta e farina. Per tutti questi motivi, il mulino rappresentò per molto tempo uno dei motori propulsori dell’economia veneziana, prima di conoscere una fase di lento declino aggravata dai due conflitti mondiali che lo ridussero a un edificio-fantasma. Solo nel 1988 il Ministero dei Beni Culturali decise di avviare la trasformazione del mulino in un complesso alberghiero e culturale di pregio. Un progetto ambizioso, avviato 14 anni dopo, teso a preservare lo stretto rapporto che l’edificio aveva sempre avuto con la storia di Venezia. Dal 1 giugno 2007, il mulino è stato trasformato in un magnifico hotel 5 stelle, sorto dal restauro dei 13 edifici dell’impianto originario, conservandone il nome in memoria dello storico fondatore Giovanni Stucky. Da una struttura fatiscente lasciata per oltre mezzo secolo in completo stato di abbandono, il Molino Stucky Hilton Venice è divenuto uno degli edifici più imponenti e caratteristici della città lagunare. La storia dell’ex-granaio si riflette nelle sue travi imponenti e nei soffitti a forma di silos, nelle torrette appuntite e negli esterni restaurati di mattoni rossi, nei giardini rigogliosi e nelle finestre alte e strette. Il mosaico originale del mulino, rappresentante Demetra, la dea della mietitura, impreziosisce il soffitto della Penthouse Tower. Un elegante orologio è situato sopra l’ingresso principale di uno degli edifici e la campana originale, che annunciava la fine della giornata lavorativa, è ancora appesa nella lobby. L’hotel dispone di 379

lussuose camere divise in 5 Guest Room, 182 Deluxe Room, 51 Deluxe Plus Room, 4 Deluxe Plus Suite, 30 Executive Room, 58 Executive Plus Room, 9 Spa Room dotate di Jacuzzi; 4 Mini Suite; 4 Deluxe Suite; 2 Gran Deluxe Suite; 17 Executive Suite e 7 Executive Plus Suite; 5 Tower Suite situate nella torre dell’hotel; 1 Presidential Suite situata alla sommità della torre, composta da 2 camere Twin & King, living room, area fitness con Jacuzzi, meeting room, cucina, bagno per gli ospiti e con una vista privilegiata su Venezia. Inoltre la Suite Presidential è l’unica ad avere accesso alla torretta. Sono tanti i primati di cui questo albergo può vantarsi, e tanti i risultati raggiunti dal giorno della sua inaugurazione ad oggi. Innanzitutto la Presidential Suite, con i suoi 35 metri di altezza dalla base della struttura e i suoi 300 mq di ampiezza è la suite più alta e più grande di Venezia. Grazie alla sua posizione privilegiata è l’unica dell’hotel ad avere accesso diretto alla torretta neogotica da cui godere di una emozionante vista sull’intera laguna. La suite è composta da due camere, una Twin e una King, entrambe dotate di cabina armadio, ampio salone, cucina e quattro stanze da bagno in marmo. È la suite più lussuosa, dove l’eleganza si fonde col benessere in un connubio perfetto: gli ospiti della Presidential hanno a propria disposizione un’area benessere privata, dotata di Jacuzzi in vasca a mosaico dorato e doccia emozionale. L’atmosfera è stata curata studiando apposite soluzioni di arredamento e design per rendere il soggiorno un’esperienza indimenticabile. Grazie alle 44 finestre a ogiva, la luce del sole entra nella suite e

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si riflette sui lampadari di murano e sui preziosi tessuti. I mobili d’ispirazione antica e il caminetto creano un ambiente accogliente ed elegante. La suite dispone inoltre del servizio Magic System - l’esclusivo maggiordomo informatico firmato Hilton creato appositamente per la gestione avanzata delle chiamate in arrivo, per l’accesso ai servizi dell’hotel e per altri servizi utili tra cui trasporti, musei ed eventi in città. L’altro fiore all’occhiello del Molino Stucky è il suo Centro Congressi, sviluppato su una superficie di ben 2.500 mq che lo rende il più grande centro congressi di tutta la laguna. Si tratta di un’area polifunzionale studiata per ospitare eventi di alto livello, come meeting, sfilate di moda, convegni, lanci di prodotti e convention aziendali. Un ambiente dove le tecnologie più all’avanguardia si mescolano con il fascino antico di un luogo ancora fortemente impregnato dei colori della Venezia di cinquant’anni fa. Ma i primati del Molino Stucky non finiscono qui. La vera gemma dell’hotel si chiama “E’SPAce”, un favoloso centro benessere di 600 mq realizzato nell’area un tempo occupata dagli uffici di Giovanni Stucky, laddove è stata posata la prima pietra dell’edificio nel 1898. Questo spazio è dedicato esclusivamente alla bellezza e al relax, in un ambiente elegante e confortevole, in grado di accogliere i suoi ospiti all’insegna della massima raffinatezza e professionalità. Il Centro Benessere comprende anche le aree Beauty & Wellness con attrezzature cardio-fitness e Kinesis di Technogym, vasca idromassaggio, bagno di vapore aromatizzato, sauna, bagno turco, area relax con musicoterapia, area massaggi. Tutti i trattamenti portano la prestigiosa firma di Carita e Decléor, del gruppo Shiseido. Uno staff internazionale di professionisti è sempre a disposizione degli ospiti con un ampio ventaglio di trattamenti estetici e benessere godibili in qualsiasi momento della giornata, anche nella privacy della propria camera. E’SPAce è suddivisa in due aree distinte, un ambiente umido e uno secco, comprendenti 2 saune, bagno turco, vasca idromassaggio, sala relax con cromo e aroma terapia, 5 cabine individuali per trattamenti di benessere e 1 per il couple massage, area fitness dotata di palestra, attrezzature cardiofitness di ultima generazione by Technogym e l’innovativa Kinesis. Particolare attenzione al buon cibo e al buon bere sono un’altra delle prerogative del Molino Stucky, con diversi ambienti pensati per deliziare i palati dei propri ospiti nei diversi momenti della giornata. Al piano terra l’Aromi Restaurant & Bar si presenta come un vero atelier di cucina mediterranea contemporanea, intimo e allo stesso tempo sofisticato. Durante la stagione estiva offre ai propri ospiti la possibilità di cenare sulla terrazza panoramica con vista sul Canale della Giudecca. Il segreto è racchiuso in prodotti semplici ma di altissima qualità, selezionati seguendo il ritmo delle stagioni dall’Executive Chef Franco Luise, che da sempre nutre un grande rispetto per la cultura gastronomica italiana. Il Molino Restaurant (piano terra, adiacente alla Lobby) è un luogo accogliente e informale, sviluppato sui due edifici nel cuore dell’hotel e attiguo al Rialto Bar & Lounge luogo ideale di ritrovo per un aperitivo, un caffè oppure un pasto veloce ma pur sempre suggestivo grazie ai caratteristici motivi architettonici che riportano al passato dell’antico mulino. All’ottavo piano dell’edificio si trovano, infine, lo SkyLunch Pool Restaurant - ideale per coloro che preferiscono rilassarsi all’aria aperta e godersi il sole durante la bella stagione – e lo Skyline Rooftop Bar, perfetto per sorseggiare un cocktail godendosi una spettacolare vista su Venezia. Di recente il Molino Stucky ha raggiunto un traguardo importante: ha dimostrato, infatti, di possedere i requisiti e gli standard che gli consentono di essere qualificato nel ristretto numero delle aziende certificate Uni en Iso 14001-2004. Questo riconoscimento è un’ulteriore prova dell’impegno organizzativo e gestionale espresso in questi anni non solo a favore della qualità dei servizi, ma anche a tutela dell’ambiente.

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a cura di Erika Facciolla



AMERICAN BAR RISTORANTE GELATERIA

Via Dante Alighieri, 1 - Senigallia (AN) T. 071.7927242 www.cafepasquini.it info@cafepasquini.it


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ARREDO FUTURISTICO PER BAR DA “VEDERE” a cura di Matteo Garofoli

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el corso degli anni il concetto di arredamento di un locale da bar si è modificato in modo consistente ed una nuova filosofia ispira oggi la progettazione degli arredamenti dei locali pubblici. Ora il locale è un lounge bar, piuttosto che un wine bar o un american bar, ovvero luoghi che si adattano ai differenti momenti della giornata, dal caffè alla cena, passando >>

Progetto a cura del Designer Roberto Garbugli (Pesaro) www.garbugli.com Location: CafèPasquini (lungomare di Senigallia) www.cafepasquini.it Arredo bar e complementi d’arredo: Bartolucci Arredamenti (Ancona) www.bartolucciarredamenti.it GMD - Glass Metal Design (Calcinelli di Fano) Fotografo: Alessandro Omiccioli

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per il brunch e l’aperitivo. Il locale si trasforma nel luogo dove l’uomo contemporaneo concilia etica ed estetica, la funzionalità con l’efficienza, il bisogno con il piacere e dove l'ospite viene liberato da condizionamenti, siano essi relazionali o architettonici. Tecnologia e innovazione, attenzione ai trend e passione, oltre naturalmente a design e tradizioni, sono le caratteristiche principali che contraddistinguono un locale adeguato alle esigenze clientelari moderne, dalle quali non si può prescindere al fine di rispondere alle sempre più esigenti richieste del fruitore. Arredare un locale equivale a realizzare un’opera d’arte. L’estetica di un bar è molto>> importante e svolge un ruolo fondamentale per attirare la clientela, motivo per il quale va curata nei minimi dettagli, senza tralasciare nessun particolare dell’ambiente circostante. L’elemento d’arredo chiave per la creazione di un bar di design è il suo banco bar, che non solo ha una funzione fondamentale legata all’estetica dello spazio, ma diventa >>

Progetto a cura del Designer Roberto Garbugli (Pesaro) www.garbugli.com Location: CafèPasquini (lungomare di Senigallia) www.cafepasquini.it Arredo bar e complementi d’arredo: Bartolucci Arredamenti (Ancona) www.bartolucciarredamenti.it GMD - Glass Metal Design (Calcinelli di Fano)

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elemento indispensabile per l’attività per cui nasce, ragion per cui va scelto con attenzione e criterio. Una volta scelto il banco, il passaggio successivo è creare l’ambiente che viene a svilupparsi intorno al suo stile. L’arredo deve avere un design moderno o classico, a seconda dei gusti, ma è importante che rispecchi la clientela, così da far sentire gli avventori in un luogo bello, ma anche confortevole e a loro misura. Un locale dall’arredamento moderno, per essere al passo coi tempi e rispondere alle aspettative dei trend in fatto di architettura e design, deve possedere essenzialmente due qualità fondamentali: la versatilità, ovvero spiccate capacità di adeguarsi alle diverse esigenze di servizio nei vari momenti del giorno; eclettismo, cioè flessibilità nell’armonizzarsi alle più diverse situazioni ambientali. A questo, non bisogna dimenticare un’alta tecnologia, sia

Progetto a cura del Designer Roberto Garbugli (Pesaro) www.garbugli.com Location: CafèPasquini (lungomare di Senigallia) www.cafepasquini.it Arredo bar e complementi d’arredo: Bartolucci Arredamenti (Ancona) www.bartolucciarredamenti.it GMD - Glass Metal Design (Calcinelli di Fano)

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DESIGN nella costruzione sia nella scelta dei materiali; il design permette di identificare un'estetica di forte connotazione stilistica e visiva che conferisce, insieme ad una curata scelta dei materiali, un elegante impatto estetico. L'efficienza di materiali hi-tech, unitamente ad un design attuale e moderno sono, insomma, le regole auree per un progetto che sia soluzione ideale per arredare un locale all'insegna della moderna concezione dell’ospitalità. Un esempio di come si siano mescolati a puntino design, efficienza, ospitalità e cura del cliente si ha nella sempre attenta alle tendenze Riviera adriatica, col CafèPasquini di Senigallia che ha il suo locale distribuito in un “quarto di luna” affacciato sulla famosa Spiaggia di Velluto. Un locale che fa degli spazi aperti e delle ampie vie di fuga per lo sguardo la sua ragion d’essere, grazie ad un arredamento che non lascia nulla al caso ma, anzi, asseconda il gusto per il design e la ricercatezza nell’arredamento e nella scelta dei materiali. L’architettura del caffè trae ispirazione da elementi topici del mare e dell’acqua, con intersezioni di materiali così diversi tra loro da sembrare inappropriati in partenza, ma che si sposano perfettamente nel risultato finale. >>

Progetto a cura del Designer Roberto Garbugli (Pesaro) www.garbugli.com Location: CafèPasquini (lungomare di Senigallia) www.cafepasquini.it Arredo bar e complementi d’arredo: Bartolucci Arredamenti (Ancona) www.bartolucciarredamenti.it GMD - Glass Metal Design (Calcinelli di Fano)

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DESIGN Il Caffè Pasquini è un progetto di Roberto Garbugli che, come tutti i suoi progetti, è un insieme di diversi materiali selezionati che si sposano tra loro per soddisfare i molteplici occhi di chi passa, che non potrà fare a meno di lasciare uno sguardo all’interno del locale e lasciarsi suggestionare da esso. Il modus operandi dell’architetto è un continuo sperimentare e allontanarsi dalla consuetudine e ripetitività delle mode passeggere; uno sperimentare tanto da rischiare con progetti che sembrano tentativi di generare qualcosa di nuovo, di mai visto, ma che riescono sempre ad incontrare il gusto di clienti e quello dei fruitori finali con ambienti moderni, vivi. Come detto, la parte del leone per un locale spetta al banco bar; nel caso in esempio è di staron nero e vetro, sempre nero, per il contorno, mentre per rivestire le colonne che delimitano il perimetro del locale sono stati scelti vetri fusi flashati. Le sedute girevoli sono bianche nell’area ristorante, completata poi da tavoli con base in acciaio e due diverse tipologie di materiali per il piano: tavoli piccoli in staron nero e tavoli più grandi con piane di rovere. Il tutto, sotto grandi lampadari “medusa” con illuminazione a led che passano dal blu capri al fucsia in una ricca scala di colori a seconda di quanto succede nella vicina grande parete in vetro che racchiude al suo interno un camino a bio alcol e che dona ammirevoli giochi di luce ad avventori e non. Un locale che è l’esempio di uno studio curato e perfezionista di design, tecnologia e cura della persona del cliente, fatto con sapienza dallo studio Garbugli. Infondo, è risaputa la vena creativa del designer che, anche a lavori in corso d’opera, stravolge e riparte da zero nel caso di necessità, di nuovi stimoli o di lampi d’improvvisazione creativa che porteranno in frutto un risultato finale d’eccellenza, tanto da lasciare piena libertà a Garbugli nel work in progress. Come in tutte le ricette, anche per il piatto più semplice la difficoltà consiste nel sapiente utilizzo degli ingredienti; quello di allontanarsi dal classico stile minimal, fatto di pochi materiali e ancor meno forme, è una soluzione controcorrente ma appropriata che dona vita ad un locale di design come il CafePasquini.

Progetto a cura del Designer Roberto Garbugli (Pesaro) www.garbugli.com Location: CafèPasquini (lungomare di Senigallia) www.cafepasquini.it Arredo bar e complementi d’arredo: Bartolucci Arredamenti (Ancona) www.bartolucciarredamenti.it GMD - Glass Metal Design (Calcinelli di Fano)

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ILNUOVO TRAMPOLINES LA PROGETTAZIONE DI UNA STORIA DI MARE fotografo: Alessandro Omiccioli

Ristorante “Trampolines” - Riccione


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l Trampolines non è un edificio come gli altri. A renderlo diverso non sono le facciate, progettate come una scocca navale che lo rendono il primo edificio in Italia rivestito in Corian. A renderlo diverso non è nemmeno il fatto che si tratti di uno dei primi alberghi in Emilia Romagna che risponde alle certificazioni di risparmio energetico previste dalla regione. A renderlo unico è la sua storia. Il suo passato. Il Trampolines è un micro frammento, una scheggia degli ultimi quarant'anni di storia Italiana. Una storia minore, di provincia; una storia di fatiche, di poche ore di sonno, di sacrifici, di tanti figli. Una storia di chi lavora davanti al mare e non sa nemmeno nuotare. Il Trampolines è un luogo cresciuto per tentativi, buona volontà e tanta passione, nel boom economico che ha investito l'Italia negli anni sessanta, in uno dei luoghi che sono sempre stati uno dei più importanti laboratori sociali del paese, la riviera romagnola. Non è possibile comprendere la riviera, così come non è possibile comprendere il Trampolines se non sotto le lenti di questa premessa. >>

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Ristorante “Trampolines” - Riccione


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Oggi, il completamento dei lavori di pedonalizzazione del lungomare portano Riccione alla stregua delle principali capitali balneari europee, un intervento di riconfigurazione urbana unico in Italia. Il nuovo Trampolines ha colto questa sfida e la ha rilanciata. Un locale come tanti altri costruito per parti, pezzo dopo pezzo, inverno dopo inverno, figlio dopo figlio, stagione dopo stagione. In piĂš di quarant'anni di attivitĂ , lo hanno portato da uno dei primi parchi divertimenti attrezzati con tappeti elastici, da cui il nome, ad un ristorante con piĂš di trecento posti a sedere e poi un albergo con diciotto junior suite affacciate sul mare. >>

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Ristorante “Trampolines” - Riccione


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Il nuovo Trampolines è stato progettato da ACD (Architecture and Conceptual Devices www.conceptualdevices.com). Gli interni sono stati realizzati e progettati con la consulenza e la direzione di cantiere di Gianluca Sanchi, studio Sinventa di Morciano di Romagna (www.sinventa.it). ACD è uno studio di architettura con sede a Zurigo e diretto da me che sto scrivendo. ACD opera nella convinzione che gli edifici siano solo uno dei tanti modi possibili di fare spazio e che l'architettura sia fatta in primo luogo dalle persone che la abitano. Con questo spirito il nuovo Trampolines è stato progettato come una "cover rock" del vecchio locale. L'interno è stato realizzato a partire dalla campionatura delle palette che componevano uno spazio stratificato costruito pezzo dopo pezzo in più di quaranta inverni. >>

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Il progetto d'interni del nuovo Trampolines si organizza intorno a tre macro dispositivi spaziali, tre attori, tre luoghi, tre distinte aree, tre esperienze spaziali: una veranda che funge da filtro tra interno ed esterno; una linea di banchi concepita come quinta teatrale che mette in scena i vari settori e la preparazione dei cibi, e una platea centrale, costituita da quattro quadrati circoscritti da archi, ognuno dei quali inquadra come in un unico piano sequenza ciascuno dei settori di lavoro del ristorante. Ad entrare in scena è il Trampolines stesso, il Trampolines che è e quello che è stato. Un luogo con una storia che il nostro progetto vuole continuare a raccontare.

Ristorante “Trampolines” - Riccione




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DELFINA DELETTREZ macabro design di Federico Sperindei

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ssere figlia di Silvia Venturini Fendi e del gioielliere francese Bernard Delettrez l’avrà di certo aiutata ad accelerare la propria carriera, ma Delfina Delettrez ha anche talento da vendere. Designer di gioielli, a soli 22 anni ha già in curriculum svariate collezioni e addirittura un posto nelle esposizioni permanenti del Louvre, guadagnati esprimendo una creatività che si ispira, in modo quasi atipico per una donna tanto giovane, più ai lati oscuri (talvolta catastrofici) dell’esistenza che a un semplice concetto di eleganza. Dopo aver studiato negli Stati Uniti e aver fatto gavetta in Francia, Delfina vive, nel 2007, l’anno delle svolte: la prima figlia - avuta con l’attore Claudio Santamaria - e la prima collezione di gioielli, presentata a Parigi. A emergere è subito la vena gotica, a tratti inquietante, delle sue creazioni; i teschi si impongono come forma dominante di orecchini, pendagli e anelli, ma frequenti sono anche le riproduzioni di animali dall’aura misteriosa o legati al mondo delle fiabe: serpenti, insetti e rane su tutti. Originale anche nella scelta dei materiali (ferro, marmo, vetro di Murano, oltre che pietre preziose dalle tonalità spesso cupe), nello stesso anno Delfina apre giovanissima la sua prima boutique monomarca nel centro di Roma.

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L’universo noir non è l’unica fonte di ispirazione della Delettrez, che trova nel corpo umano la sua seconda ossessione, in parte legata alla prima perché il corpo, per lei, è anche e soprattutto mistero. Da queste suggestioni nasce la linea di gioielli “Anatomik”, che rivela il tentativo di ispirarsi ai disegni anatomici di Leonardo da Vinci e che nel 2009 apre a Delfina le porte del Louvre: un bracciale con lo scheletro di una mano (in argento) che si sovrappone alla mano della donna che lo indossa, un anello a forma di occhio e uno che riproduce una dentatura, orecchini a forma di naso, fino al collier di perle e “pezzi di dita” d’argento con unghie a cui si può perfino cambiare il colore dello smalto. Accanto

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agli occhi, alle bocche e alle mani, tra le forme dei gioielli troviamo anche nuove creature horror, come l’incredibile anelloragno su cui sono incastonati 20.000 diamanti scuri. Del resto, l’abitudine a modellare oggetti “spaventosi” e insetti corrisponde a una precisa strategia psicologica (e di marketing) che cerca di sconfiggere con la bellezza alcune paure tipiche soprattutto dell’universo femminile, tanto che Delfina ha dichiarato di disegnare insetti “preziosi” per esorcizzare la propria fobia degli insetti veri. La paura diventa tema esplicito nell’ultima collezione della designer, “My World”, presentata lo scorso 4 marzo a Parigi in occasione della settimana della moda: la fonte d’ispirazione è niente meno che il calendario Maya, con le sue previsioni sulla fine del mondo nel 2012! Da questo riferimento arriva con tutta probabilità la crescente attitudine a utilizzare sfere nelle nuove creazioni: sfere che rappresentano il globo, il mondo in balia dei disastri climatici. I soliti animali e teschi, che continuano a popolare i gioielli della Delettrez, acquistano quindi un significato ancora più inquietante, così come i messaggi incisi su alcune delle creazioni. Se l’anello a forma di mani che si uniscono, quando lo si apre per toglierselo, rivela all’interno la scritta “sposami”, in altri casi le parole che si leggono sui gioielli contengono molta meno speranza e recitano, ad esempio, “ricordati che devi morire” o “divertiti finché sei in vita”…


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L’universo noir non è l’unica fonte di ispirazione della Delettrez, che trova nel corpo umano la sua seconda ossessione, in parte legata alla prima perché il corpo, per lei, è anche e soprattutto mistero. Da queste suggestioni nasce la linea di gioielli “Anatomik”, che rivela il tentativo di ispirarsi ai disegni anatomici di Leonardo da Vinci e che nel 2009 apre a Delfina le porte del Louvre: un bracciale con lo scheletro di una mano (in argento) che si sovrappone alla mano della donna che lo indossa, un anello a forma di occhio e uno che riproduce una dentatura, orecchini a forma di naso, fino al collier di perle e “pezzi di dita” d’argento con unghie a cui si può perfino cambiare il colore dello smalto. Accanto

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agli occhi, alle bocche e alle mani, tra le forme dei gioielli troviamo anche nuove creature horror, come l’incredibile anelloragno su cui sono incastonati 20.000 diamanti scuri. Del resto, l’abitudine a modellare oggetti “spaventosi” e insetti corrisponde a una precisa strategia psicologica (e di marketing) che cerca di sconfiggere con la bellezza alcune paure tipiche soprattutto dell’universo femminile, tanto che Delfina ha dichiarato di disegnare insetti “preziosi” per esorcizzare la propria fobia degli insetti veri. La paura diventa tema esplicito nell’ultima collezione della designer, “My World”, presentata lo scorso 4 marzo a Parigi in occasione della settimana della moda: la fonte d’ispirazione è niente meno che il calendario Maya, con le sue previsioni sulla fine del mondo nel 2012! Da questo riferimento arriva con tutta probabilità la crescente attitudine a utilizzare sfere nelle nuove creazioni: sfere che rappresentano il globo, il mondo in balia dei disastri climatici. I soliti animali e teschi, che continuano a popolare i gioielli della Delettrez, acquistano quindi un significato ancora più inquietante, così come i messaggi incisi su alcune delle creazioni. Se l’anello a forma di mani che si uniscono, quando lo si apre per toglierselo, rivela all’interno la scritta “sposami”, in altri casi le parole che si leggono sui gioielli contengono molta meno speranza e recitano, ad esempio, “ricordati che devi morire” o “divertiti finché sei in vita”…

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Marco Correggiari

LIBESKIND un ponte tra passato e futuro

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architetto Daniel Libeskind, che afferma di ascoltare le pietre, di cogliere i volti intorno a sé, “di costruire ponti verso il futuro fissando il passato con occhi limpidi”, è “ispirato dalla luce, dal suono, da spiriti invisibili, dalla netta coscienza del luogo e dal rispetto per la storia” è, ad oggi, considerato uno dei rappresentanti più creativi dell'attuale panorama architettonico. Icona dell’architettura de costruttivista, interpreta un linguaggio nuovo che esce dagli schemi, privo di codici predefiniti. Egli desidera che l'architettura possa esprimersi come in un racconto che, sollecitando le emozioni, possa arrivare a descrivere l'animo umano. Libeskind è convinto che se noi tutti pensiamo ad un determinato periodo storico, o ad una civiltà, quello che ci verrà subito in mente sarà una architettura che in sé rappresenta lotte e speranze del tempo in cui è stata costruita. Da questa concezione di vedere l’architettura nascono le sue opere, delle quali l'Imperial War Museum North ne è una testimonianza. Nel progetto di questo museo di guerra situato a Salford Quays, Trafford, Greater Manchester, l’architetto ha cercato di dare forma a questi quesiti; ha dichiarato: «Volevo creare un edificio che la gente trovasse interessante e desiderasse visitare, pur riflettendo la natura seria della guerra. Ho immaginato la crosta del globo terreste rompersi in frammenti e ne ho preso i pezzi per modellare l'edificio; tre frammenti che insieme simboleggiano il conflitto sulla terra, nell'aria e sull'acqua».

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DESIGN | WORLD PROJECT

I frammenti della terra, dell'aria e dell'acqua, insieme al fuoco delle esposizioni, sono gli elementi compositivi del progetto, assemblati insieme in un unico edificio. L'obiettivo è mostrare la fragilità e nel contempo l'unità del nostro pianeta nelle guerre del passato, che non sono state scritte su un astratto foglio di carta ma combattute duramente: in terra dalla fanteria, nei cieli dall'aviazione e sui mari dalla marina. La struttura si compone di tre frammenti (shard), che rappresentano la guerra su terra, mare e nel cielo; la torre larga è conosciuta come Air Shard, è alta 55m ed è a cielo aperto. Al suo interno si trova una piattaforma panoramica, raggiungibile con un ascensore, da cui si gode una vista del The Lowry e di Salford Quays. L'Earth Shard ospita gli spazi pubblici del museo, lo spazio espositivo e le gallerie per le mostre speciali. Il Water Shard si affaccia sul Manchester Ship Canal e al suo interno si trova un ristorante. Il museo ospita una mostra chiamata The Big Picture; una volta ogni >> ora, le luci della sala di esposizione principale vengono abbassate e fotografie e citazioni di scene di guerra sono proiettate su tutti i muri, e l'eco dei suoni registrati si diffonde nelle sale. Questa esibizione completa la snervante esperienza per infondere la quale il museo è stato progettato. Il museo è diverso a seconda dei punti di vista e, dal suo interno, offre nuove prospettive sulla città, un panorama che diviene parte del museo stesso e delle storie della gente del nord in esso raccontate. L'Imperial War Museum parlerà ai suoi visitatori del mondo nella sua integrità e non delle diverse nazioni; riguarderà le interconnessioni proprie dell'era della comunicazione globale e mostrerà come i danni dei conflitti mondiali del ventesimo secolo si ripercuotano ancora sulla nostra società.

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COCOONING il comfort in casa I

by Matteo Garofoli

l “cocooning” è un particolare stile di vita tipico di colui il quale desidera vivere in una casa piena di confort, circondato dalla propria famiglia e al riparo dalle insidie mondo esterno. Un desiderio sempre più marcato di vivere in casa, riscoprire il nido familiare, ritrovare valori “avvolgenti” come sicurezza, affettività, affidabilità e armonia che preservino l’uomo dalle difficoltà della società contemporanea, le quali hanno evidenziato questo desiderio sempre più forte di chiudersi in casa. Ecco, quindi, la nascita di neologismi (per noi italiani) che spiegano questi nuovi bisogni e palesano nuove necessità: nesting (dall’inglese “nest”, nido) e, soprattutto, cocooning (da “cocoon”, letteralmente “bozzolo”), che significano tutto ciò che ha a che fare con coccole, voglia di privacy, di casa e bisogno di protezione dalle imprevedibili situazioni del mondo esterno. Assistiamo, di conseguenza, alla comparsa di un rinnovato amore per il protettivo ambiente domestico e per tutti quei dettagli che possono migliorare la qualità della nostra vita. E se la casa rimane il fulcro delle nostre esistenze - e si riafferma il piacere di condividere con altre persone la tranquillità e la pace di un ambiente confortevole e accogliente – si comincia anche a percepire la natura come domicilio di tutti, da curare e preservare come fosse casa propria. Il nuovo must sembra essere quello di investire negli interni e risparmiare fuori. Meno cose, ma di maggior qualità. Si ha, insomma, un’attenzione maggiore all’arredamento della casa, che deve essere in grado di far sentire a proprio agio padroni e invitati. Ecco allora che cambia l’organizzazione classica degli spazi, dove si possono trovare dei micro-cosmi nei quali sono insite funzioni diverse e dove i materiali privilegiati sono quelli che danno una sensazione di benessere e calore. La ricerca di sicurezza, fiducia e benessere non coinvolgono, naturalmente, il solo ambito domestico, ma si estendono a tutti quei luoghi – quali, ad esempio, hotel, uffici, scuole – nei quali trascorriamo buona parte del nostro tempo e nei quali avvertiamo, sempre più incalzante, la necessità di un ambiente confortevole, pensato per rispondere al meglio alle nostre esigenze, alla nostra voglia di sentirci a casa. Un ambiente dove ci si possa anche isolare davanti al

computer, oppure aggregarci quando la situazione lo richieda, basando tutto sul concetto “al lavoro come a casa” o “a casa per lavorare”. Come anticipato, al cocooning si affianca anche il “nesting”; la parola "nesting" è usata per descrivere l'insieme di tutte le attività che si svolgono in casa propria al fine di ottenere dei miglioramenti nell’arredo e, di conseguenza, nella sua vivibilità ed accoglienza. In genere queste attività comprendono il sistemare in modo nuovo mobilia ed oggetti, eseguire lavori di manutenzione o trasformazioni, acquistare nuovi arredi o suppellettili per far si che l’ambiente sia quanto più confortevole possibile e a misura d’uomo. Queste attività hanno un risvolto pratico e reale che si concretizza nel lavoro fatto ma, a livello mentale, hanno comunque uno sviluppo importante, andando a soddisfare quel bisogno di protezione che solo il focolare domestico sa regalare. Le varianti del cocooning e del nesting domestico abbracciano anche altri settori importanti nella vita quotidiana di una persona, come ad esempio la moda, dove il significato emozionale delle due parole è ricercato negli abiti. Coccolarsi tra l’abbraccio di un maglione di soffice lana o caldissime giacche può dare quell’agio e senso di protezione di cui tanto si ha bisogno in periodi cupi della propria vita.

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LP DESIGN | DECORTREND

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DESIGN

ARTE POP E ARTE DESIGN Daniele Gazzetti

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rte, Moda e Design si incontrano creando brand, tendenze e personalità della società moderna. Numerosi artisti emergenti sposano oggi differenti discipline per potersi esprimere al meglio e valorizzare la propria arte: tra questi, Ludmilla Radchenko, nata come soubrette televisiva e oggi conosciuta come artista Pop Art. Ludmilla si è avvicinata al mondo del Design e dell'Architettura incontrando l'art director Massimo Del Monte dello studio "DARCHITETTURA" di Fano, che ha realizzato per lei l'arredamento del suo loft di Milano. Da questo incontro è nata una forte sinergia tra Ludmilla Radchenko e lo studio di Massimo Del Monte, che assieme partecipano ad eventi sia a Milano che nelle Marche, presentando nella stessa cornice l'arte pop di Ludmilla e i mobili disegnati e prodotti dalla Darchitettura. L'incontro di differenti visioni si materializza attraverso contrasti e atmosfere complementari che valorizzano ambienti ed opere attraverso luci, materiali ricercati e colori, sottolineando come nell'arte (sia essa pop art o alto design) le contaminazioni spesso possano dare nuova linfa vitale al linguaggio attraverso cui essa viene proposta.

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Ristorante - Pizzeria

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DESIGN | (UN)CONVENTIONAL ART

by Giulia Giovanelli

JEAN MICHEL BASQUIAT Enigma dell’opera

U

no dei più importanti esponenti del graffitismo americano, insieme a Keith Haring, è Jean-Michel Basquiat - figlio dell'haitiano Gerard e di Matilde Andradas - giovanissimo artista newyorkese che segnerà indelebilmente la storia dell’arte contemporanea mondiale. La sua formazione fu tutt’altro che artistica, accademica o di qualunque altro stampo tradizionale, anzi; nelle sue interviste ricorda che disegnava fin da bambino, ma che a scuola le sue immagini non piacevano né ai docenti, né ai suoi compagni. Superficialmente, le sue opere potrebbero apparire naïf e ricche di manie di protagonismo. Basquait, a dire il vero, era un’artista dell’anima, un artista nato al quale la cultura lo affascinava talmente tanto che, alla sua morte, furono trovati migliaia di libri su ogni argomento ammucchiati in casa sua: archeologia, arte, scienza, medicina. Colto, anzi coltissimo e divoratore di libri, amante della musica - in particolare del jazz - manifesta la sua anima artistica grazie alla madre, la quale lo accompagna spesso al Brooklyn Museum, al Metropolitan Museum ed al Museum of Modern Art di New York. Tra il 1978 ed il 1980 firma i suoi lavori con la sigla SAMO©, uno pseudonimo dietro al quale il giovanissimo Jean-Michel Basquiat si nascondeva. Il significato di questo monogramma proveniva da un gioco di parole derivante dalla frase "Same Old Shit" (letteralmente "sempre la stessa merda"), intesa come l'erba che era solito fumare con i suoi compagni e amici artisti. Segno distintivo dell’artista newyorkese era l’utilizzo delle parole, o di elementi simbolici, all’interno delle sue tele e dei suoi graffiti, con innumerevoli richiami ai testi da lui studiati. Molto spesso questi riferimenti sono però di difficile decifrazione; addirittura alcune parole sono cancellate per catturare l’attenzione e conferire maggiore enfasi al testo. L’uso della parola, dunque, costituisce parte integrante dell’opera di Basquiat che, a volte, riporta interi elenchi di animali, frutta e perfino nomi e numeri del telefono (per la maggior parte recapiti telefonici di amici). Ci fu però la rabbia per le discriminazioni subite per il colore della sua pelle che non lo abbandonò mai e questo forte sentimento

lo trasporta in quasi tutti i suoi lavori. Attualmente, le tele di Basquiat raggiungono quotazioni con cifre da capogiro nelle aste più importanti, da Christie’s a Sothebye’s. Ci sono poi alcune curiosità sul conto dell’artista che contribuiscono ad incrementarne l’alone di mistero che lo avvolge: ad esempio, Jean-Michel Basquiat nasce a Brooklyn il 22 dicembre 1960; all’età di 8 anni viene investito da un'autovettura e, a causa delle gravi lesioni interne, è obbligato ad asportare la milza. Durante il mese di degenza al King's County, la madre gli regala il testo di anatomia Gray's Anatomy di Henry Gray, il quale lo influenzerà molto. Non a caso, nelle sue opere riporterà poi numerosi elementi anatomici. “Gray” si chiamerà anche il gruppo musicale che Basquiat fonderà insieme agli amici Vincent Gallo, Michael Holman, Wayne Clifford, Nick Taylor e Shannon Dowson. Jean-Michel morirà ad appena 27 anni, a New York, il 12 agosto 1988 a causa di un’overdose di eroina.

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SPEED | AUTO

TONDEGGIANTE O SPIGOLOSA ? M

by Francesco Sabbatucci

eglio Belen Rodriguez o Kate Moss? Meglio Porsche o Lamborghini? In un recentissimo studio, il professor Claus-Christian Camborg, docente dell’ università tedesca di Bamberg, è giunto a sostenere che il cervello umano preferirebbe le forme curve a quelle spigolose. A dire dell’accademico, le forme più morbide sarebbero maggiormente gradite perché riecheggianti di figura materna, mentre i tratti spigolosi richiamerebbero alla mente sensazioni legate al dolore. Solleticati dalla tematica, ma lungi dall’ esprimere giudizi di merito, noi di Life People abbiamo deciso di presentarvi una carrellata di top-car, selezionate per voi tra le più blasonate del momento, rispondenti per caratteristiche estetiche al confronto in questione, e quindi utili allo sviluppo dello stesso. Dacché c’è chi, parlando appunto di auto, in risposta indiretta al professor Camborg sostiene che in chiave automobilistica la spigolosità sia invece prerogativa imprescindibili di grinta e sportività. A mettere d’accordo comunque tutti vi è sicuramente il fatto che, tondeggianti o spigolose che siano, le “perle” che andiamo ora a mostrarvi rappresentino indiscutibilmente veri e propri sogni. Sogni su quattro ruote. Una sola raccomandazione: è necessario fare attenzione a non (s)cadere in pur facili associazioni mentali del tipo “una marca, uno stile”, poiché se è vero che ci sono case che da anni riconfermano i propri canoni estetici (vedi Porsche nel “tondeggiante” e Lamborghini nello “spigoloso”), c’è anche chi, come Ferrari, cerca di ospitare sotto il medesimo tetto tutti i palati (vedi 458 Italia e 599 gtb) Senza trascurare il fatto che esistono designer capaci di coniugare “morbidezza” e “fendenza” nell’ambito di un ‘unica, straordinaria, auto (vedi Bmw serie 6 coupè e Chrysler Crossfire). >>

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LAMBORGHINI GALLARDO

Motore: 5.2>> cc CV: 560 Km/h: 325 0/100: 3,7 secondi Prezzo: 175.200 Euro

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SPEED | AUTO

ASTON MARTIN DBS Motore: 6.0 cc V12 CV : 517 Km/h : 307 0/100: 4,3 secondi Prezzo: da 243.300 Euro

AUDI R8 Motore : 5.2 V10 CV : 525 Km/h : 316 0/100 : 3,9 secondi Prezzo : da 145.500 Euro

BENTLEY CONTINENTAL GT Motore: 6.0 V12 CV: da 560 a 629 Km/h: da 312 a 329 0/100: da 3,9 a5,1 Prezzo: da 192.000 Euro

BMW M6 Motore :5.0 CV: 507 Km/h: 250 0/100: 4,6 secondi Prezzo: 123.150 Euro

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SPEED | AUTO

BUGATTI VEYRON Motore 16.4 cc CV : 1001 Km/h: 407 0/100 :2,5 secondi Prezzo: 1.000.000 Euro

CHRYSLER 300 C Motore :3.0 cc CV: 431 Km/h :230 0/100: 5,0 secondi Prezzo: 40.040 Euro

CHRYSLER CROSSFIRE Motore : 3.2 cc CV: da 218 a 334 Km/h : da 240 a 255 0/100: da 6,5 a 5,3 Prezzo .da 34.850 Euro

CORVETTE ZO6 Motore: 7.0 CV: 513 Km/h: 320 0/100: 3,9 secondi Prezzo: 94.690 Euro

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SPEED | AUTO

FERRARI 458 ITALIA Motore: 4.5 cc V8 CV: 570 Km/h:325 0/100:3,4 Prezzo : 197.000 Euro

JAGUAR XK COUPÈ Motore: da 3.6 a 5.0 CV: da 256 a 510 Km/h: da 243 a 250 0/100: da 7,6 a 4,8 Prezzo: da 78.950 Euro

KOENISSEGG CXX Motore : 4.7 cc V8 CV : 1018 Km/h : 417 0/100: 3,2 secondi Prezzo: 1.500.000 Euro

LAMBORGHINI MURCIELAGO Motore: 6.0 cc V12 CV : 517 Km/h : 307 0/100: 4,3 secondi Prezzo: da 243.300 Euro

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SPEED | AUTO

FERRARI 599 GTB FIORANO Motore: 6.0 cc V12 CV: 620 Km/h: 330 0/100: 3,7 secondi Prezzo: da 251.300 Euro

LEXUS SC Motore: 4.3 cc CV: 286 Km/h: 250 0/100 : 6,4 secondi Prezzo : 81.700 Euro

LOTUS EVORA Motore :3.5 cc CV: 280 Km/h: 250 0/100: 5,0 secondi Prezzo: da 62.749 Euro

MASERATI GRANTURISMO Motore: da 4.3 a 4.7 cc CV: da 405 a 439 Km/h: da 285 a 295 0/100: da 5,2 a 4,9 secondi Prezzo: da 114.340 Euro

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MERCEDES SLS AMG Motore: 6.2 cc Cv: 571 Km/h: 315 0/100: 3,8 Prezzo: 183.800 Euro

NISSAN 370 Z COUPĂˆ Motore: 3.7 CV: 330 Km/h: 250 0/100: n.d. Prezzo: da 41.050 Euro

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L'ISOLA DI L’ by Francesco Furiassi

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isola di Cefalonia è l’esempio “vivente” di quanto siano belle e suggestive le coste ioniche. Quest'isola, rimasta vergine ed immune dal turismo di massa, è la più grande dello Ionio ed è situata al largo della costa antistante Patrasso (Grecia). La morfologia dell'isola, la costa alta ed impervia, la dislocazione delle spiagge migliori distanti chilometri l'una dall'altra, “impongono” ai visitatori di munirsi di un proprio mezzo di trasporto.Il consiglio è quello d'imbarcarsi al porto di Ancona con macchina o, meglio, moto e sbarcare a Igoumenitsa, percorrere una settantina di chilometri sino al piccolo porto di Vassiliki per approdare, finalmente e comodamente a Cefalonia, dopo un paio di ore di traghetto. Sapientemente istruito, decido di alloggiare a Sami, un piccolo paese sulla costa orientale dell'isola; questa scelta non è casuale, ma nasce dalla constatazione che questo paesino è ottimamente servito dai traghetti (ne partono quotidianamente per Patrasso, Igoumenitsa, Itaca ed altre affascinanti destinazioni) ed è posizionato al centro della costa orientale di Cefalonia. Da qui ogni spostamento per gli altri punti dell'isola è grossomodo equidistante, quindi ogni tragitto verso la meta stabilita non supera mai l'ora di viaggio. Guidare in moto lungo l'isola è veramente piacevole, la rete stradale è in buone condizioni e la maggior parte dei percorsi è veramente suggestivo. Costeggiare la sua parte nordoccidentale implica il percorrere alcuni chilometri a 150 metri di altezza a strapiombo sul mare mentre, attraversandola, si riesce


TRAVELS

CEFALONIA a viaggiare su strade che si inerpicano tra monti coperti di foreste. La vetta più alta è il monte Enos che raggiunge quota 1.628 metri; questo monte offre una vera rarità floristica ai suoi visitatori, infatti solo qui cresce l'abete nero. A Sami le strutture ricettive e turistiche sono piacevolmente organizzate e ben si integrano nella tranquillità del paesino e a pochi chilometri dal molo si trova la spiaggia di Antisami, una grande baia tra due promontori. Il primo impatto è incredibile e la vista dall'alto offre un vero spettacolo, dove le colline sembrano rivestite di un tappeto verde e dove la spiaggia di ciottoli bianchi e l'acqua turchese di ”Antisami Beach” sono un vero e proprio spettacolo per lo sguardo. Oltre il mare, a pochi chilometri di distanza, si erge l'impervia isola di Itaca, che rievoca nella mente il viaggio di Ulisse e le sue vicende. Durante questo soggiorno ho avuto il privilegio di osservare il mare dalla fortezza di Assos, un grazioso paesino, simile alla vecchia Portofino, dove nelle incantevoli taverne sul lungomare si servono freschissime aragoste. A pochi chilometri si stende l'incantevole golfo turchino di Mirtos, considerato da tanti uno dei più belli d'Europa. Durante il soggiorno mi imbatto, qua e là, nei resti lasciati dalla produzione americana del film “Il mandolino del capitan Corelli”, che ha usato l’isola quale scenografia naturale del film. In ogni ristorante, come preziose reliquie, si trovano appese ai muri le fotografie, con rigorosa dedica, di Nicolas Cage, Penelope Cruz e gli altri membri del cast assieme al personale del

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TRAVELS

ristorante. Il film racconta l'eccidio di migliaia di soldati italiani della “brigata Aqui” da parte dei tedeschi, durante la seconda guerra mondiale. Ancora oggi, vicino alla capitale Argostoli, è possibile visitare il monumento dedicato ai nostri connazionali caduti sull'isola. Dovunque ci si immerga a Cefalonia, l'acqua è chiarissima e trasparente, di tipo caraibico. L'eterogeneità della costa offre un'ampia varietà paesaggistica tra golfi profondi, ripide scogliere e spiagge dorate, come quelle antistanti Argostoli. Il capoluogo è una frizzante cittadina abitata da circa 20.000 persone; purtroppo, la città vecchia è stata totalmente distrutta nel terremoto del 1953, fatta eccezione per il magnifico ponte e l'obelisco posto nel mezzo che ricorda l'anno della sua costruzione.La Grecia è un vero scrigno pieno di pietre preziose e dopo questa visita posso dire che Cefalonia è sicuramente una di queste.

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