Guida Isola di Capri

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Capri

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Sommario VIAGGIO SULL’ISOLA Un mito nel Mediterraneo Dieci perle da non perdere

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CAPRI ISOLA DELL’UOMO Capri, un’isola da imperatore

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E il mondo scoprì Capri

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CAPRI D’AUTORE Capri tra cinema e letteratura

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CAPRI DA VEDERE I colori di Madre Natura

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Alla scoperta di Capri

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Anacapri, l’altra anima dell’isola

54/73

CAPRI DA VIVERE Un’isola tutta da vivere

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Tra la terra e il cielo

76/81

Cammina, cammina...

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CAPRI CARATTERISTICA Artisti e artigiani,

vedere e comprare

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CAPRI A TAVOLA Sapori di Capri

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INFORMAZIONI PRATICHE Arrivare, partire, informarsi Elenco inserzionisti

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Capri Viaggio sull’isola

Un mito nel mediterraneo Isola dai mille volti, Capri è un concentrato di emozioni, meta esclusiva per tutti i viaggiatori alla scoperta di una dimensione autentica in cui mito e realtà si fondono.

La Piazzetta vista dai vicoli di Capri (sopra) Capri e le sue superbe scogliere viste dalla Villa San Michele (a lato)

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ISOLA DI CAPRI

Se c’è un luogo, immerso nel cuore blu del Mediterraneo, dove il mito si incontra con la storia e la natura è capace di emozionare l’uomo, ebbene questo è Capri. Aspra e ammaliante, solare e misteriosa, intima e solitaria, frenetica e mondana, abbagliante e ombrosa, dolcemente adagiata nel golfo di Partenope, drammaticamente strapiombante nelle profondità mediterranee, profumata di limoni, coccolata da incessanti echi di risacca, Capri è un’isola dove nessuno giunge di passaggio. Si tratta di una meta ben precisa, una tappa fondamentale nel Grand Tour che ognuno di noi può effettuare nel corso della propria vita. Si può viaggiare per monti e valli, oceani e continenti, ma la tappa caprese è destinata a lasciare il segno che solo i luoghi inimitabili sono in grado di imprimere nell’emozione di chi oltre a viaggiare con la mente, viaggia con il cuore, lasciando che luoghi, momenti, persone tocchino le sensazioni stimolando il gusto della scoperta. Il fascino di un luogo vive anche del suo passato e dei personaggi che vi hanno legato il proprio nome. I primi uomini importanti che hanno scoperto il fascino dell’isola sono stati due imperatori, Augusto e Tiberio che costruirono qui magnifiche ville ancora visibili. Gli appassionati viaggiatori del Grand Tour identificarono nelle acque di Capri i luoghi descritti da Omero nell’Odissea, dove Ulisse avrebbe incontrato le sirene.



Capri Viaggio sull’isola

Dieci perle da non perdere A dispetto delle sue ridotte dimensioni l’isola custodisce decine di tesori che, ognuno per il suo valore, meriterebbero un viaggio. Ecco dieci perle da non perdere.

❚ CAPRI

Panoramica sui Faraglioni dai Giardini di Augusto (sopra) La lunga passeggiata della Via Krupp, a picco sulla baia di Marina Piccola (sotto)

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ISOLA DI CAPRI

Giardini di Augusto. Parco naturale da cui si gode una bellissima vista sui Faraglioni e Marina Piccola. Via Krupp. Senz’altro una delle strade più belle del mondo; misura un chilometro e trecentoquarantasei metri e collega i Giardini di Augusto con Marina Piccola. Arco Naturale. Luogo di inenarrabile bellezza sul versante orientale dell’isola raggiungibile con una bellissima passeggiata da Tragara. Monte Tiberio e Villa Jovis. Panorama superbo sul Golfo di Napoli e la Penisola Sorrentina. La villa dell’imperatore Tiberio, costruita in uno dei luoghi più suggestivi dell’isola, era dedicata al più importante degli Dei e presenta ben 7000 metri quadrati di costruzioni. La Piazzetta. Piazza Umberto I è il cuore pulsante di Capri, in cui sono racchiuse le mille anime dell’isola. Salotto a cielo aperto delimitato dalla chiesa di Santo Stefano, la Torre dell’orologio e il municipio.

❚ ANACAPRI Grotta Azzurra. Icona e simbolo dell’isola. Forse il luogo più turistico ma sempre sorprendente e comunque magico; sulla strada per la grotta si incontrano i ruderi della Villa Damecuta, una delle 12 residenze imperiali di Tiberio.


Monte Solaro e Santa Maria a Cetrella. Tetto dell’isola che guarda dall’alto dei suoi 589 metri tutto il Golfo di Napoli, il Vesuvio, la Penisola Sorrentina, le isole Ischia e Procida e, nelle giornate limpide, anche Ponza e Ventotene. In splendida posizione l’Eremo di Santa Maria a Cetrella, luogo di pellegrinaggi. Villa San Michele. La casa dello scrittore e medico svedese Axel Munthe, costruzione di grande libertà stilistica nata sui ruderi di un’antica residenza romana. La Migliera. Passeggiata con arrivo a un belvedere mozzafiato sulle pareti strapiombanti di Punta Carena. Chiesa di San Michele. Mirabile esempio barocco, opera di Antonio Vaccaro, è famosa per il pavimento maiolicato che raffigura la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre.

Il pergolato fiorito del giardino di Villa San Michele

La spettacolare Punta Carena, dal belvedere della Migliera ISOLA DI CAPRI 9


Capri Viaggio sull’isola

Il turchese del mare di Capri appare improvviso dalla spaccatura dell’Arco Naturale

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ISOLA DI CAPRI


Dal Monte Solaro, fra reperti che rievocano il passato romano dell’isola, emergono i Faraglioni ISOLA DI CAPRI 11


Capri Isola dell’Uomo

Capri un’isola da imperatore “Mentre ch’io parlo, la nave alta veleggia ed ecco qual nebbia lontana i lidi delle Sirene sorgere dal mare…” è con questa immagine poetica di Capri che Omero narra del viaggio di Ulisse verso una terra fantastica

Nei pressi di Tragara, la costa rocciosa si alterna alla ricca macchia mediterranea (sopra e sotto)

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ISOLA DI CAPRI

Un insignificante enorme scoglio, aspro e inospitale. Ecco l’idea che avevano gli antichi greci di Kaprie, nient’altro che una terra rocciosa abitata da capre. A quel tempo l’isola azzurra godeva di scarsa considerazione. Anche in epoca romana erano molto più ambiti i Campi Flegrei e l’isola di Ischia, terre vulcaniche rispetto a Capreae e ricche di sorgenti termali. Il primo estimatore dell’isola fu Augusto che l’acquistò nel 29 a.C. dando in cambio ai Greci la verde Ischia. Si racconta che quando l’imperatore giunse sull’isola un leccio secco tornò a nuova vita. Augusto diede un significato di buon auspicio a questo evento e decise di stabilirsi sull’isola cambiando radicalmente l’aspetto selvaggio del luogo e costruendo ville e abitazioni rurali, cisterne per l’acqua e i primi approdi



CURIOSITÀ

Capri Isola dell’Uomo

di tipo portuale a Marina Grande, Marina Piccola e Tragara. Alla sua morte, nel 14 d. C., fu Tiberio a raggiungere Capri dove trascorse gli ultimi dieci anni della sua vita. Svetonio e Tacito raccontano di un imperatore amante degli ozi e della lussuria, violento, cinico, capace di atti orribili. In realtà le tracce lasciate da Tiberio sono, come per il suo predecessore, di grande giovamento per il territorio dell’isola. Fece costruire infatti dodici ville imperiali, una per ogni divinità, torri di avvistamento e fece ● Capri e Anacapri restaurare le antiche mura greche. La morfologia dell’isola è caratterizzata Con la morte di Tiberio l’isola torna nella sodall’asprezza di rocce calcaree litudine e nella decadenza. strapiombanti e dalla mole del Monte Solaro che divide nettamente l’isola nei Madre Natura contribuisce a rendere più due versanti di levante e ponente. scura la notte postimperiale con due terreDalla prima colonizzazione greca (VII moti (37 d. C. e 62 d. C.) e la tragica erusec. a. C.), questa conformazione zione del Vesuvio del 79 d. C., seguita da ha determinato uno sviluppo demografico simile alle isole dell’Egeo un disastroso maremoto. che prevede il nucleo marino o la città Alla fine del XIV secolo, l’isola con la sua di sotto (Capri e Marina Grande) e la quiete era un rifugio di pace per i monaci città di sopra con funzione di acropoli certosini che vivevano nel monastero della e roccaforte (Anacapri).

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ISOLA DI CAPRI

Reperti romani custoditi nella Villa San Michele (sopra)


bellissima Certosa di San Giacomo, fondato nel 1371 da Giacomo Arcucci, segretario della regina di Napoli Giovanna I. In posizione a dir poco invidiabile, i monaci applicavano la Regola certosina scandendo la vita al ritmo di preghiere, lavoro e solitudine. La vita dei monaci in realtà non scorreva troppo tranquilla tant’è vero che la certosa-fortezza fu costruita anche per difendersi dai frequenti e violenti attacchi dei pirati saraceni che spargevano terrore anche a Capri, sebbene le possibilità di facile approdo fossero molto poche. Va anche detto che per un certo periodo non fu facile la convivenza dei monaci con gli isolani. La Certosa infatti godeva di privilegi ecclesiastici, anche materiali, amministrati in modo “certosino” dai monaci, che mostrarono poca compassione rimanendo indifferenti verso gli isolani colpiti dalla tragedia della peste del 1656. Le incursioni dei pirati spinsero la popolazione a lasciare i nuclei abitativi nei pressi della costa per rifugiarsi sulle alture più impervie. Alla fine del ‘400 risale infatti l’opera di fortificazione del borgo che tuttora si sviluppa tra la piazzetta e il Castiglione.

La Certosa di San Giacomo con annesso il grande chiostro dei monaci (in alto)

❯❯❯ PRIMA CHE FOSSE ISOLA Uno scavo archeologico effettuato nel 1905 nei pressi dell’hotel Quisisana, testimonia la presenza umana e animale sull’isola fin da 400.000 anni fa (Paleolitico Inferiore) quando l’isola era ancora un corpo unico con la Penisola sorrentina: in quella circostanza furono rinvenuti manufatti in pietra e resti di elephas antiquus. ISOLA DI CAPRI 15


Capri Isola dell’Uomo

Imponenti pareti rocciose si tuffano in un mare cristallino (a lato)

CURIOSITÀ

Dal Monte Solaro lo sguardo abbraccia l’intera isola fino alla costa campana (sopra)

Varie dominazioni hanno scandito la storia caprese fino al 1860 quando l’isola diventa Terribili le disavventure che nel italiana: Normanni, Svevi, Angioini, Araperiodo spagnolo colpiscono l’isola. Prima l’assalto di Khair-en-Din gonesi fino al 1503 quando comincia la Barbarossa che nel 1534 trasformò lunga dominazione spagnola con Federico II l’isola in un inferno portando morte il Cattolico. e distruzione, poi l’assalto di Dragut, Nel 1734 Carlo III di Borbone elegge l’isola nel secolo successivo, nel 1656, l’epidemia di peste che si porta via come residenza di caccia, mentre nel 1806 circa un terzo della popolazione diventa presidio militare francese sotto dell’isola. Napoleone. Sono gli ultimi anni di tira e molla tra Inglesi e Francesi, tra Ferdinando IV di Borbone (per gli Inglesi) e Gioacchino Murat, re di Napoli. Nel 1815 torna ad essere piazza d’armi borbonica. La stabilità arriva dunque nel 1860, ma l’isola trova la sua definitiva vocazione in seguito alla scoperta della Grotta Azzurra, per merito del pitto-

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ISOLA DI CAPRI

Ferro e fuoco


re tedesco Augusto Kopisch (1826). Da quel momento Capri diventa un’attrazione mondiale. L’acqua apparve agli occhi dello scrittore tedesco “simile ad azzurre fiamme di spirito acceso! ... Era un cielo ondeggiante, la cui luce azzurra rischiarava quella volta con magici riflessi”. Mater Magna nonché Cibele, dea della Terra, ha dato a questo scoglio forme aspre e selvagge ma col tempo quella primitiva e scorbutica roccia ha cambiato volto. Capri, dopo la scoperta di quella meraviglia naturale, ha cominciato a insinuarsi sempre di più nell’immaginario romantico di viaggiatori in cerca di luoghi da scoprire. Oggi, dopo due millenni, Capri è una delle capitali mondiali del turismo. Da insignificante scoglio a isola di sogno, la metamorfosi è stata totale. Da terra primitiva e spigolosa si è trasformata in una meta esclusiva e imperdibile tappa dei viaggiatori del Grand Tour, affascinati dalle scoperte archeologiche e dall’esplorazione di questi luoghi sospesi tra cielo e mare. L’impatto con l’atmosfera caprese suscita emozione: la piazzetta, i vicoli bianchi, l’eleganza di vetrine d’autore e panorami mozzafiato fanno di questo luogo una meta molto ambita.

La lunga passeggiata sul Sentiero dei Fortini ad Anacapri (sopra)

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CURIOSITÀ

Capri Isola dell’Uomo

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Il turismo dei grandi numeri che affolla la piazzetta e le spiagge è un fenomeno più Nessun luogo come questo racconta la preistoria di Capri. E’ in questa grotta recente di quel movimento intellettuale e infatti che sono state rinvenute le artistico che nel secolo scorso ha contritracce umane più remote sull’isola, con buito a collocare Capri nell’immaginario resti appartenenti all’epoca neolitica collettivo di viaggiatori e turisti di tutto il (4000 - 3500 a.C.) e all’Età del Bronzo (1700 - 1000 a.C.). Questi ritrovamenti mondo. Nei primi anni del secolo erano sotestimoniano un utilizzo della grotta prattutto letterati, artisti e viaggiatori ad esprima rituale o funerario e in seguito sere attratti dall’isola azzurra. Poi, pian piacome abitazione. no, è diventata l’isola di tutti: dai volti noti del jet set, al mondo dorato dello yachting, ai bagnanti della domenica. Non c’è che dire, il fascino notturno della luna caprese che cola argento sul mare ha qualcosa d’irresistibile, ma la Capri di coloro che utilizzano la Piazzetta come passerella è solo uno dei volti dell’isola, forse il più appariscente e non quello più autentico. Quando le luci dell’alba sfiorano delicatamente le aspre rocce dell’“altra” Capri, le uniche voci che si odono sono quelle del silenzio e della risacca ed è arrivato il momento di scoprire la stessa isola di duemila anni fa. ●

La grotta delle felci

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La mitica Isola delle Sirene, custodita dai Faraglioni, si adagia fra cielo e mare (sopra) Lo Scoglio del Monacone, dal Belvedere di Tragara (a lato)

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Capri Isola dell’Uomo

E il mondo scoprì Capri E’ la scoperta della Grotta Azzurra nel 1826 che fa conoscere al mondo questo paradiso nel cuore del Mediterraneo, svelandone segreti e meraviglie: da allora dire ”Capri” equivale a dire “turismo”, in un binomio che le ha dato fama mondiale

Le ceramiche di Sergio Rubino (sopra) La Piazzetta di Capri al crepuscolo (sotto)

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L’isola del mito ha il potere sorprendere sempre. E’ una capitale mondiale del turismo e quasi tutto si conosce di lei anche solo per sentito dire. Chi non ha mai sentito parlare della Grotta Azzurra e dei Faraglioni? Bianca e lucente immersa nel blu offre infiniti volti di se stessa e disegna i suoi profili decisi, netti, ovunque e comunque la si osservi: in una notte di tempesta o in un giorno di calma piatta, sotto la colata d’argento della leggendaria luna caprese e nell’abbagliante luce del mezzogiorno. Drammatica e ammaliante come le omeriche sirene, attrae viaggiatori e turisti, quest’isola cattura l’immaginazione e costituisce un luogo assolutamente unico che nel corso dei secoli riesce a mantenere una forte e precisa identità, nonostante il veloce processo di omologazione che tutto travolge. Quante Capri esistono? Quanti viaggi si possono compiere nella terra delle sirene? A seconda dei punti di vista l’isola è un caleidoscopio capace di offrire una moltitudine di esperienze. In soli 10 chilometri quadrati, tra spazi impervi e poco ospitali ci sono tante Capri. Mondana e luccicante in Piazzetta; vanitosa e


Le austere arcate del chiostro della Certosa di San Giacomo (sopra)

❯❯❯ LA CONCHIGLIA, CASA DELLA CULTURA CAPRESE E’ la libreria per antonomasia; qui si trova tutto sulla storia, le tradizioni, la gastronomia e i personaggi dell’isola. Libri antichi e rari e anche una pubblicazione annuale sulle curiosità di Capri. Ausilia Veneruso e Riccardo Esposito sono anche editori specializzati sull’isola, il Sud e il Mediterraneo. Da sempre il loro obiettivo è quello di affermare l’idea di Capri come laboratorio di cultura e di idee da contrapporre all’isola da consumaI Veneruso nella loro libreria re, recuperando i valori espressi all’inizio del secolo quando era un crocevia della cultura internazionale. Il Mediterraneo, come culla di questo universo letterario e simbolico, ma anche e soprattutto come luogo di incontro e scontro tra civiltà e culture, è la ragione fondante della rivista “Civiltà del Mediterraneo”, semestrale di ricerca e informazioni che viene pubblicato dalle Edizioni La Conchiglia, dal 2001, con articoli e saggi sui problemi più attuali ed anche drammatici dei paesi che si affacciano sul mare nostrum. La Conchiglia si trova a Capri in via Le Botteghe 12 e in via Camerelle 18, tel. 0818376577 e 081837819; ad Anacapri in via G. Orlandi 205, tel. 0818372646. Sulla rete: www.laconchigliacapri.com. ISOLA DI CAPRI 21


Capri Isola dell’Uomo

Un artigiano al lavoro nella sua bottega ad Anacapri (sopra) Lo scoglio del Monacone, sentinella dell’isola insieme ai Faraglioni (sotto)

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innamorata di se stessa come i volti noti dello spettacolo; timida e riservata come la gente di Anacapri; profumata di terra, di mare e di vino come le campagne anacapresi; bella, originale e luminosa come le sue ville e i suoi giardini; antica e affascinante come le sue importanti rovine archeologiche; intima e bianca come vicoli, stradine e scalette dei quartieri storici d’epoca spagnola; artistica come le certose e le chiese; saggia come le sapienti mani dei suoi artigiani; irresistibilmente romantica lungo la passeggiata di Tragara; “bellissima, orribile e ossessionante” come raccontava lo scrittore americano Henry James impressionato dalle strapiombanti pareti e i dirupi calcarei che ingoiano il vuoto quando ci si affaccia dai belvedere della Migliera, del Salto di Tiberio, del Cannone e dalla vetta del Monte Solaro; misteriosa e ricca di trasparenze come le sue grotte marine; calda e accogliente come le sue spiagge; straordinariamente colorata e vitale come le fioriture primaverili che ricoprono le


CURIOSITÀ

sue alture dove finiscono le rocce calcaree. Dunque il genius Le danze loci, ovvero lo spirito del luogo, a Capri ha una natura mul- della tradizione tiforme e si nasconde nelle pieghe di una terra aspra e roc- partenopea interpretate dal ciosa che non a caso brilla di luce propria ma non rinuncia a Gruppo Folcloristico diventare ancor più bella acquistando visibilità con la luce ri- Scialapopolo (sopra) flessa del suo mito. Il turismo a Capri, è inutile negarlo, non può non definirsi massificato, così come accade a tutte le mete più famose del mondo. La conformazione dell’isola però non offre spazi adeguati alle grandi folle. In periodi di alta stagione traghetti e aliscafi scaricano sull’isola migliaia di persone al giorno che poi devono faticare non poco a trovare una confortevole sistemazione nei sessanta alberghi, sulle piccole spiagge, nelle piccole piazze, attraver● Lawrence, Marinetti so gli angusti vicoli e nei minibus che si are Douglas Tra i frequentatori di Capri si ricordano rampicano sulle impervie e tortuose strade David H. Lawrence, autore de L’Amante capresi. Scegliendo i periodi adatti e, in pedi Lady Chatterley, con la moglie riodi di alta stagione i luoghi giusti, anche Frieda; Filippo Tommaso Marinetti quando i turisti assaltano come pirati Capri, futurista e attratto dall’”isola caffèconcerto, spettacolo continuato, notte e è sempre possibile trovare luoghi di pace e giorno” e Norman Douglas letterato ed solitari dove potersi godere l’anima dell’isoesperto viaggiatore che ha terminato il la. E così Capri da quel famoso venerdì (18 Grand Tour della sua vita spegnendosi proprio a Capri nel 1952. agosto 1826) in cui gli artisti Augusto KoISOLA DI CAPRI 23


Capri Isola dell’Uomo pisch e Ernst Fries scoprono la Grotta Azzurra si proietta nella lunga, infinita stagione del turismo. Nascono i primi due alberghi, il Londra e il Vittoria dove la pensione completa costava la bellezza di 8 carlini al giorno, il servizio taxi a dorso d’asino 40 centesimi, il trasporto verso Sorrento su barca con 8 marinai, 1 carlino e 80 centesimi; l’escursione alla Grotta Azzurra è sempre stata molto costosa: 4 carlini e 40 centesimi. Il motore del turismo è la comunicazione e la cassa di risonanza creata in questi ultimi due secoli da artisti, poeti, scrittori, letterati, commediografi e registi che, rimasti affascinati dai mille volti dell’isola hanno raggiunto ogni parte del mondo. A testimonianza di ciò si può citare un aspetto abbastanza curioso che vede l’isola meta ricercata e sognata oltreoceano e, soprattutto nei tempi passati, non così amata e apprezzata dai Napoletani che, a cavallo tra ‘800 e ‘900, preferivano le spiagge vulcaniche e le sorgenti termali di Ischia. Basti pensare che Sophia Loren, già trentenne, ha conosciuto Capri per la prima volta grazie alla Metro Goldwyn Mayer in occasione delle scene girate in compagnia di Clark Gable nel film La baia di Napoli. ➽ Il genius loci Quando Tacito narra di Tiberio le motivazioni che possono aver spinto l’imperatore a vivere sull’isola, suppone che “quella segregazione gli piacesse soprattutto perché il mare intorno non ha alcun porto”.

Il giovane Clark Gable che incantò il mondo (sopra)

Il folclore di Anacapri rivive nella tarantella (sotto)

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ISOLA DI CAPRI



Capri D’Autore

Capri tra cinema Set naturale tra cielo e mare, l’isola ha offerto mirabile scenografia per storie d’amore cinematografiche e non solo, ma per poeti e letterati di tutto il mondo Capri è stata anche luogo di grande ispirazione che ha contribuito a fermare nella memoria pagine di indiscussa suggestione

Da Villa San Michele si scorgono la Baia di Marina Grande, approdo dell’Isola e sul fondo la costa campana (sopra)

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Nessuno come Achille Pisanti, regista e sceneggiatore, gran conoscitore dell’isola, riesce a inquadrare il rapporto che esiste tra Capri e il cinema, quando dice che “Capri non è isola per il cinema perché Capri è già cinema” e poi in maniera chiara e incisiva sostiene che “Capri non può essere set di film perché è già esperienza immaginaria di per sé. Fare un film a Capri è allora un errore di processo, come se il computer mi dicesse: non posso spostare il file cinema dentro il file Capri perché non posso spostare un elemento dentro se stesso”.


e letteratuTra i film che legano le proprie immagini all’isola si segnalano L’imperatore di Capri di Comencini (1949) e Il disprezzo di Godard (1963). Nel primo, una magistrale interpretazione di Totò riesce a dissolvere i grandi e fragili pilastri su cui si regge l’immagine della realtà caprese “svelandone l’intrinseca stupidità autoreferenziale”. Il disprezzo di Jean-Luc Godard invece trae ispirazione da Il disprezzo scritto da Moravia e restituisce immagini di “Capri come fallimento produttivo ed esistenziale... Scenario dell’utopia di cinema e di vita”. Un altro film ambientato a Capri è La baia di Napoli di Melville Shavelson (1960) con Clark Gable e Sophia Loren; in questo caso l’incapacità tutta americana di individuare le peculiarità della nostra cultura e del nostro territorio, fa ambientare a Capri un film pensando che l’isola possa sostituire pacificamente le radici della cultura e delle tradizioni napoletane.

Il Disprezzo, interpretato da Brigitte Bardot e Michel Piccoli

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Capri D’Autore

Le sciantose, gruppo di donne in costume, nella piazza di Anacapri (sopra)

La rossa mole della Casa Malaparte, in posizione panoramica nei pressi dei Faraglioni (sotto)

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Capri e il cinema sono anche storie di amori e cronache rosa. Nel ‘53 Ingrid Bergman e Roberto Rossellini passeggiavano verso Tragara in balia del loro breve innamoramento, così come avveniva due anni prima a Rita Hayworth ritratta in compagnia del marito Ali Khan; mentre tre anni dopo Elisabeth Taylor e Richard Burton non avevano alcun problema a mostrarsi in pubblico nonostante la loro fosse una relazione clandestina. Capri e il palcoscenico della Piazzetta non tradiscono la loro vocazione e ancora oggi sono passerella per divi del cinema che vengono qui a consumare grandi amori come Nicole Kidman e Tom Cruise, prima della separazione. Tracce di parole scritte da penne nobili raccontano gli aspetti più interessanti e originali dell’isola azzurra. Per scrittori e poeti non è stato e non è certamente difficile trovare la giusta ispirazione per scrivere di questi luoghi. Prima di fare un viaggio nei titoli e negli autori consigliamo di scoprire con i propri occhi due luoghi dell’isola legati a scrittori illustri: Villa San Michele ad Anacapri, residenza, laboratorio di idee e creatività dello scrittore svedese Axel Munthe e Villa Malaparte, espressione altissima del razionalismo italiano. La casa situata in splendida posizione non distante dai Faraglioni, venne definita la “Casa come me” e, al di fuori di ogni schema, sembra una fortezza ma in realtà colpisce per la sua grande apertura: abbraccia, respira, vive lo spazio del mare e dell’isola.



Capri D’Autore

Uno dei tanti colonnati capresi che offre ora sostegno alla vegetazione locale (in alto) Reperti e colonne antiche (come nella Casa Rossa di Anacapri) raccontano lo splendore della Capri di epoca romana (sotto e a lato)

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Maksim Gor’kij scrive osservando la piazzetta di Capri: “...tutta la piazza, simile a uno scenario di opera, oscilla diventando ora stretta e scura, ora larga e illusoriamente chiara...” Per Pablo Neruda “l’sola è la cetra che fu collocata sull’alto sonoro e corda per corda la luce provò dal giorno remoto la sua voce”. Per Filippo Tommaso Marinetti Capri è “Romanticismo delle strade a zig-zag, nastri, spirali. Simbolismo degli scogli. Tavolozza impressionista del mare col suo blu, blu, blu...”. Alexandre Dumas rimase colpito dalle ville dell’isola “tutte adorne di colonne marmoree, sormontate da capitelli d’oro e concluse da fregi d’agata” dove “c’erano vasche di porfido entro le quali guizzavano i pesci argentati del Gange, pavimenti a mosaico tassellati di opali, smeraldi e rubini...”. Tra i libri più letti si segnalano Footnote on Capri di Norman Douglas, che aveva scelto l’isola come ambientazione ideale per le sue trasformazioni e interpretava il luogo come “isola mediterranea, sintesi della tensione alla riunificazione con il passato e con la natura, veicolo per passaggi tra dimensioni


diverse, simbolo di una natura ambigua e sfuggente”. Dello stesso autore La Terra delle Sirene, in cui Norman Douglas accompagna il lettore attraverso i luoghi leggendari dell’isola. Poi I Misteri di Villa Lysis, testamento e morte del barone Jaques Fersen, dove l’autore Fausto Esposito, tramite la consultazione del testamento del famoso dandy ricostruisce una figura inedita, poco nota e suggestiva del poeta francese; Alberto Moravia descrive le meraviglie dell’isola nel suo romanzo Il disprezzo e nei racconti La donna dalla cappa nera e La Cosa e altri racconti. Anacapri invece è il teatro del racconto Luna di miele e sole di fiele e del romanzo 1934, una storia d’amore che finisce drammaticamente con la morte di una madre e sua figlia che si lasciano morire lanciandosi nel vuoto alla Migliera. Si svolge sull’isola anche Incontrarsi e dirsi addio, il romanzo dell’ungherese Ferenc Kormendi. Hanno scritto di Capri anche Alberto Arbasino in Fratelli d’Italia e Jean-Paul Sartre ne L’ultimo turista. Tra i testimoni più autorevoli dell’isola c’è senz’altro il medico e scrittore svedese Axel Munthe, autore de La Storia di San Michele in cui descrive, con grande spirito di osservazione, la sua permanenza sull’isola che ruota attorno alla costruzione e alla vita che si svolgeva nella meravigliosa villa di Anacapri. Raffaele La Capria fa un viaggio profondo nell’autenticità dell’isola che riesce a resistere alle trasformazioni e al devastante consumismo di fine ‘900, nella sua opera Capri e non più Capri. Le vicende politiche che hanno caratterizzato la vita isolana sono invece raccontate nei Bozzetti di vita e in Lettere da Napoli. Tra i versi poetici che immortalano Capri, famosissimi sono quelli di Pablo Neruda; oltre alle lettere a Edwin Cerio, scrisse la sublime Chioma di Capri, giustamente scolpita nella roccia lungo la passeggiata dell’Arco Naturale. Tra le poesie capresi più celebri Capri, Piccola Marina di Rainer Maria Rilke, ‘A Grotta Azzurra di Raffaele Viviani, Capri e I Canti dell’isola di Ada Negri.

L’Arco Naturale, che si erge maestoso sulla costa orientale, è una delle meraviglie dell’isola (sopra)

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Capri Da vedere

I colori di Madre Natura Dalle bianche rocce al giallo delle ginestre, dal verde delle alture, all’azzurro del mare, fino agli sgargianti costumi indossati dagli isolani nelle feste, Capri restituisce immagini di struggente bellezza, ma anche indimenticabili suggestioni cromatiche

Insieme a Ischia e Procida l’isola forma l’arcipelago Partenopeo, ma a differenza delle sorelle “Flegree” non è di origine vulcanica. Da un punto di vista geologico infatti Capri è di origine sedimentaria e costituisce il prolungamento naturale della Penisola sorrentina la cui spina dorsale è costituita dai Monti Lattari. Alcuni ritrovamenti e resti di fauna continentale Tra le più pregiate di epoca Paleolitica (400.000 anni fa) testimoniavarietà di fiori locali, no che anticamente l’isola era un corpo unico con l’Orchis Italica è la Penisola sorrentina. In seguito a terremoti e sconmolto diffusa sul volgimenti della crosta terrestre, Capri acquista deMonte Solaro finitivamente l’identità di isola circa 10.000 anni fa (sopra) trovando una certa stabilità e posizionandosi a 5 km dalla Punta della Campanella. Capri si caratterizza per il biancore della sua roccia calcarea e presenta le stesse caratteristiche della Costiera Amalfitana, vale a dire pareti alte e scoscese e impervie scogliere a picco sul mare. Fenomeni bradisismici di innalzamento e abbassamento della crosta terrestre spiegano ˝ Sentieri di Capri resti archeologici di epoca roPer i camminatori che vogliono scoprire gli angoli naturalistici più intimi e originali delmana, visibili sotto il livello l’isola, ci sono due raccolte di itinerari tutte del mare. da seguire: Guida ai sentieri ed ai percorsi L’isola si sviluppa approssimanaturalistici di Capri ed Anacapri (ed. La tivamente per 6 chilometri in Conchiglia - Legambiente) e Capri in Fiore, lunghezza e 2 in larghezza. passeggiate botaniche, proposte da Tullia Lo zoccolo calcareo che si erge Rizzotti (Ed. Giorgio Mondadori). con decisione dal mare pre32

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senta una strozzatura centrale delimitata da due insenature, Marina Grande a Nord e Marina Piccola a Sud. La dorsale del Monte Solaro, maggiore rilievo dell’isola con i suoi 590 metri, divide in due il territorio: a Est l’altopiano su cui si sviluppa il centro abitato di Capri, tra i monti Tiberio e Tuoro; a Ovest il versante digradante verso la costa che ospita il borgo di Anacapri, in magnifica posizione tra l’incombente Monte Solaro e il grande spazio marino che si apre verso le altre isole dell’arcipelago e i Campi Flegrei. I profili decisi e la natura aspra del territorio che si apre spazi verticali tra cielo e mare crea le condizioni per un insediamento umano non propriamente agevole e per lo sviluppo di una natura selvaggia, poco addomesticabile dall’intervento dell’uomo. Aggrappata alla roccia e resistente ai venti salmastri, la macchia mediterranea è l’aspetto dominante e maggiormente visibile della vegetazione che ricopre l’isola: erica, euforbia, mirto, cisto, elicrisio, rosmarino e timo sono le erbe più diffuse che colonizzano le impervie pareti costiere; mentre tra gli arbusti c’è una gran quantità di lentisco, corbezzolo e ginepro. Ombre e frescure sono garantite dagli alberi della macchia: lecci, carrubi, querce e pini di Aleppo; questi ultimi sono i più diffusi sul territorio, essendo ormai ridotta la presenza del leccio. Tra le specie coltivate, nel pieno rispetto della tradizione mediterranea l’ulivo, la vite e gli agrumi. L’isola costituisce una tappa fondamentale nei lunghi viaggi degli uccelli migratori. Tra migranti, stanziali, nidificanti e sver-

L’estremità orientale dell’Isola, dalla Chiesa di S.Maria a Cetrella (sopra) Il verde della macchia mediterranea si alterna alle bianche rocce calcaree (sopra)

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Capri Da vedere Il Faro di Punta Carena, custode della costa sud-occidentale dell’Isola (pagine precedenti) Numerose sono le varietà di fiori che punteggiano Capri in tutte le stagioni tra cui il candido Cisto Marino (sopra e sotto)

nanti si contano oltre 130 specie ornitologiche. Transitano sull’isola facendo tappa durante il Grand Tour dei cieli il falco pescatore e la cicogna mentre tra i nidificatori si segnalano il gabbiano reale, il fal˝ Rarità capresi co pellegrino, il corvo imperiale e il ghepDa un punto di vista naturalistico è di una cerpio. Per quanto riguarda comunque la ta importanza la presenza di alcune colonie di fauna, l’aspetto più particolare è una raPalma nana (Chamaerops humilis) che si possono osservare, talvolta in località impervie, rissima lucertola che a Capri, come la fasulle falesie che sovrastano la Grotta Azzurra e mosa grotta, non poteva che essere azil Salto di Tiberio. La Palma nana è un residuo zurra. La Lacerta coerulea faraglionendella vegetazione tropisis (Podarcis sicula coerulea) si carattecale che caratterizzava rizza per il colore blu del ventre e del doril Mediterraneo sessanta so. In realtà ve ne sono diverse e costimilioni di anni fa. Un’altra rarità è un fiore tuiscono una sottospecie della comune delizioso, la Stellina di lucertola campestre (Podarcis sicula): Capri (Asperula crasuna vive sul Faraglione di Fuori o Scopolo sifolia) riconoscibile per e fu scoperta nel 1870 dal naturalista le piccole corolle giallo Ignazio Cerio; le altre sul Faraglione di pallido. Mezzo e sullo Scoglio del Monacone.

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Dal Monte Solaro, fra reperti che rievocano il passato romano dell’isola, emergono i Faraglioni


Capri Da vedere

Alla scoperta di Capri Un viaggio a Capri necessariamente comincia e finisce con l’attracco e l’imbarco a Marina Grande, per poi raggiungere la famosa Piazzetta, eppure, nonostante le piccole dimensioni, l’isola delle sirene riserva inaspettate sorprese…

z MARINA GRANDE, APPRODO DELL’ISOLA.

Un peschereccio solca le acque capresi (sopra)

L’incantevole panorama dell’Arco Naturale (a lato)

Il cuore di Capri è senza dubbio la famosa Piazzetta ma prima di addentrarci nel borgo si transita per la Marina Grande, il primo e l’ultimo posto di tutti i viaggi capresi. E’ il luogo dell’approdo per imbarcazioni, aliscafi e traghetti provenienti da Napoli, Sorrento, Ischia, Amalfi e Positano. Fino al 1930 Marina Grande era un porticciolo di pescatori e si arrivava a Capri potendo contare solo sulle braccia forti e volenterose di uomini che, due o tre volte alla settimana da Napoli, con le loro barche assicuravano i collegamenti tra l’isola e la terraferma. Era un vero e proprio viaggio, molto spesso avventuroso. La memoria storica degli isolani racconta di

ááá CERIO, UN NOME IMPORTANTE PER L’ISOLA La dinastia dei Cerio ha segnato momenti importanti per la cultura dell’isola, con particolare riferimento agli aspetti naturalistici. A metà dell’’800, Ignazio era medico condotto e coltivava la passione per l’arte e la ricerca naturalistica. I suoi figli furono Giorgio, anche lui medico, Arturo, fotografo e pittore, Edwin, ingegnere navale, poi scrittore e grande amante della natura. Di grandi e aperte vedute, a lui si deve uno storico Convegno del Paesaggio tenutosi nei primi anni ‘20, quando era sindaco di Capri. Nel ‘49 fondò il Centro Caprense Ignazio Cerio dove attualmente si trovano una biblioteca con circa 4000 libri e pubblicazioni riguardanti Capri e un museo di paleontologia con reperti fossili del Paleolitico e del Neolitico.

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CURIOSITÀ

Capri Da vedere l

Bagni di Tiberio (sopra) L’approdo di Marina Grande, sulla costa settentrionale dell’isola (sotto)

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Coccolillo, un pescatore capace di sfidare mare e vento di tramontana anche nei giorni peggiori, una vera forza della natura in grado di assicurare il trasporto di persone, generi di prima necessità e posta. I passeggeri sbarcavano a Capri seduti a cavalcioni sulle spalle di uomini-portantina che li trasportavano così per evitare che si bagnassero le gambe, depositandoli infine su appositi panchetti sistemati sulla riva per opera delle donne isolane. Il viaggio proseguiva poi sull’isola a dorso di mulo. I lavori per la costruzione di un porto e di un approdo che rendesse Capri più facilmente raggiungibile terminano del 1931. Da questo momento si può far cominciare l’epoca moderna dell’isola, già famosa da circa un secolo ma ancora “lontana” da raggiungere. La trasformazione di Marina Grande è il ponte tra l’isola antica, collegata alla terraferma a colpi di remi e l’isola moderna, facilmente raggiungibile da motonavi e traghetti. Questo avvenimento significò anche importanti cambiamenti sul sistema dei trasporti isolani. Insieme ai pescatori-trasportatori vanno in pensione gli asini-taxi; viene co-

I Bagni di Tiberio

Sono le rovine le cui grandi vasche erano destinate dall’imperatore romano all’allevamento delle murene. Seneca, nel dipingere Tiberio come un uomo capace di terribili efferatezze, racconta che per renderle più gustose, le murene venivano cibate con la carne degli schiavi.

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Uno scorcio notturno della animata Piazzetta (sopra)

struita l’attuale strada carrozzabile che sale a tornanti verso il piccolo altopiano di Capri e soprattutto aumentano le corse della caratteristica funicolare, costruita nel 1907, che tuttora è il mezzo di trasporto più utilizzato per raggiungere il borgo: in pochi minuti si arriva dal porto alla piazzetta. Il borgo di pescatori con le grotte-ricovero per imbarcazioni e materiale da pesca si trasformano in osterie, bar e negozi. Rimane poco di quel mondo antico e si concentrano qui i colori forti, globalizzati, spersonalizzati di souvenir, magari made in China... Arrivare a Capri è un’esperienza uguale per tutti. A parte qualche volto arcinoto dei mondi dorati di politica, finanza e spettacolo, emiri, re e principi che si possono permettere di attraccare con lo yacht, si sbarca da aliscafi o navi traghetto, camminando sul molo fino alla movimentata piazza di Marina Grande dove c’è sempre frenetico viavai.

˝ San Costanzo Nei pressi del porto si trova la chiesa di San Costanzo costruita sui resti di un complesso termale di una villa romana del I secolo a.C. La chiesa fu sede vescovile fino al 1596, quando il pericolo di incursioni di pirati indusse la popolazione a spostarsi da Aiano di Sotto, borgo originario, al villaggio medievale e fortificato attorno alla Piazzetta. La leggenda vuole che San Costanzo, vescovo di Bisanzio e patrono di Capri, sia giunto sull’isola intorno al Mille, navigando in una botte per il vino.

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z CAPRI E LA PIAZZETTA “Il grembo solare di Capri”, così definisce la Piazzetta lo scrittore Ettore Settanni identificando in questo modo il luogo che più di ogni altro racconta la vitalità, non solo mondana, di Capri. A tutte le ore del giorno e della notte c’è sempre gran movimento. Dalla frequentazione stanziale di bar e tavolini, al passaggio di capresi doc, coppie di raffinati turisti anglosassoni, camminatori tedeschi, serpentoni di giapponesi e portantini di grandi alberghi stracarichi di valigie, sono veramente tanti che coloro l’attraversano. E poi un dato è certo. Qualunque persona che venga a Capri, anche solo per una giornata, passa o si ferma per la famosa Piazzetta. E’ il simbolo della mondanità caprese perché anche per i volti noti vale la stessa regola: prima o poi passano di qui. Ma come spesso avviene, identificare la varietà di un luogo con una sola immagine, in questo caso la Piazzetta, è decisamente limitativo, soprattutto parlando di Capri che, a dispetto delle sue ridotte dimensioni, offre un’incredibile varietà di esperienze possibili. Dietro a un luogo comune che vuole Capri luccicante e mondana, salottiera e modaiola come qualche volta

Le cupoline fantasiose della chiesa di S. Stefano che vegliano silenziose sulla Piazzetta (sotto)

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Capri Da vedere

La Torre Campanaria della chiesa di S. Stefano, a Capri (sotto)

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appare la sua Piazzetta e dunque omologata e coerente con un certo cliché, c’è una realtà molto più interessante, tra l’altro non difficile da scoprire. Pochi posti al mondo, turistici come lo è Capri, sono così impregnati di contaminazione. Il fascino della notorietà che accompagna come un’ombra i personaggi del jet set si mescola con l’immediata semplicità, fatta di parole semplici e gesti operosi dei Capresi che ormai neanche fanno troppo caso se attraversando la Piazzetta incrociano Dustin Hoffman o Sharon Stone. Lo spazio solare della Piazzetta diventa angusto, talvolta disarticolato e imprevedibile come un labirinto nella Capri cinquecentesca, nata per difendersi dalle incursioni saracene che flagellavano l’isola colpendo con più facilità i villaggi vicino alla costa. Alle spalle del municipio il bianco è il colore dominante e fatica a riflettere il sole che difficilmente conquista queste viuzze ombrose; le voci sono sommesse e raccontano un po’ di vicende di furastieri, un po’ di storie isolane. I capresi dei quartieri Longano, Sant’Anna e Listrieri sono noti come i Chiazzieri. Archi, volte, piazzette, passaggi stretti e case aggrovigliate ricordano vagamente l’atmosfera di una casbah. La scalinata che sale verso la chiesa barocca di Santo Stefano conduce nel cuore della Capri seicentesca che fa bella mostra di sé con l’architettura importante dei suoi monasteri e dei suoi palazzi nobili, con colonne e profili merlati. Austera e severa, diventa familiare quando si integra con l’intimità del villaggio che abbraccia disordinatamente la Piazzetta. Dal cuore del borgo si snodano via delle Botteghe, via Vittorio Emanuele e via Camerelle, dove avviene lo stesso fenomeno di contaminazione da un punto di vi-


sta commerciale. Ai negozietti locali di frutta e verdura o generi vari si alternano vetrine con gli stessi nomi che possono affacciarsi in via Montenapoleone a Milano, via Condotti a Roma o nel centro di New York. E così nei pressi della gastronomia caprese Buonocore c’è Ferragamo, vicino a La Parisienne, sartoria caprese specializzata in pantaloni anni ‘60, ci sono le scarpe Tod’s di Diego Della Valle, non distante dai profumi di Carthusia ci sono Fendi, Louis Vuitton e Gucci.

Gli affreschi seicenteschi del catino absidale della Certosa di S. Giacomo (sopra)

z LA CERTOSA DI SAN GIACOMO La Certosa di San Giacomo è uno dei monumenti più belli dell’isola, eretta in epoca medievale (XIV secolo), dal conte Giacomo Arcucci, plenipotenziario segretario di Giovanna I d’Angiò. I lavori del corpo centrale terminarono nel 1374. Di grande pregio architettonico il com-

˝ Botteghe e Camerelle Via Le Botteghe prende il nome dalle “poteche lorde”, vale a dire i primi negozietti di generi alimentari aperti nel quartiere medievale del borgo. Via Camerelle invece si chiama così per gli ambienti a camera situati in un muro romano, che forse avevano la funzione di cisterne.

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Capri Da vedere CURIOSITÀ

plesso monastico ospita la biblioteca comunale e dal 1961 un liceo. Intorno alla chiesa di San Giacomo, impreziosita da un afSecondo la leggenda, lo scoglio che fresco trecentesco e al grande chiostro cindivide in due la baia di Marina Piccola corrisponderebbe al luogo in cui quecentesco si sviluppano circa sessanta le Sirene apparvero a Ulisse durante ambienti, tra cui le celle dei monaci, con il suo viaggio, tentandolo con volte a crociera, l’alloggio del priore, il chioi loro canti. stro piccolo, la farmacia, in cui vengono ancora custodite spezie ed essenze e il refettorio che ospita le opere del pittore tedesco Diefenbach. Le vicende della Certosa raccontano alcuni eventi che hanno scandito la storia di Capri. I primi grandi problemi si presentano nel 1553, quando il corsaro Dragut mette a ferro e fuoco l’isola, distruggendo la Certosa e derubando il suo tesoro. Dieci anni dopo, un’altra incursione di pirati portò ancora distruzione e morte. Con Napoleone Bonaparte, nel 1807 viene decretata la fine della Certosa. Dopo il Congresso di Vienna e la Restaurazione che coinvolge l’Europa, la Certosa diventa prima carcere e poi ospizio per i reduci di guerra e solo negli anni ‘30, dopo un periodo di rovinoso degrado, inizia il recupero. Il percorso a zig-zag Per la visita: viale Certosa; tel: +39 081 83 76 218; aperta della Via Krupp, dal mar alla dom (ingresso libero). Orario invernale: 9.00lungo 1 chilometro, 14.00 (dom: 9,00-13.00); orario estivo: 9.00-fino al tra346 metri e 60 centimetri (sotto) monto.

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Dove sono le sirene di Ulisse?

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z VIA KRUPP Poco distanti dalla Certosa i Giardini di Augusto, costruiti su antichi resti d’epoca romana, si trovano in magnifica posizione e osservano dall’alto la straordinaria Via Krupp, strada “inventata” dalla volontà di Friedrich Alfried Krupp, industriale miliardario, figlio del fondatore delle acciaierie di Essen, la fabbrica dei cannoni che all’inizio del secolo contava già oltre 40.000 operai. Il magnate scoprì Capri nel 1897 e fu talmente impressionato dalla bellezza del luogo che avrebbe voluto stabilire qui la sua residenza. All’epoca non c’era una strada che collegava Capri con Marina Piccola, sulla scoscesa parete che precipita per circa 100 metri verso il mare. Sembrava pura follia costruire una strada in quel posto ma alla fine i sogni e la cocciutaggine di Alfried Krupp trovano forma in una strada unica al mondo che aggrovigliandosi su se stessa raggiunge il mare di Marina Piccola. L’opera fu affidata all’ingegnere svizzero Emilio Mayer e costò all’industriale tedesco circa 43.000 lire. Il progetto venne approvato non senza contrasti in Consiglio Comunale il 30 giugno 1899: i la-

Il bianco e il blu della roccia e del mare di Capri, tornano nelle caratteristiche abitazioni dell’isola (sopra)

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Capri Da vedere

La piccola e raccolta baia di Marina Piccola, gremita di turisti (sopra)

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vori termineranno già nel 1902.

z MARINA PICCOLA La vocazione turistica di Marina Piccola, per molti anni porticciolo di pescatori di coralli, si deve ad Augusto Weber, personaggio tedesco arrivato qui in barca a remi da Napoli nel 1880. Affascinato dal luogo si stabilì qui costruendo la Strandpension o Pensione Weber (oggi un albergo a 4 stelle). E così, da quel momento l’uomo che si considerava “per nove decimi filosofo e un decimo poeta” aprì le strade al turismo a Marina Piccola. Il testimone storico della sua intuizione è stato raccolto dallo stabilimento balneare simbolo dell’isola, la Canzone del Mare che dagli anni ‘50 diventa il ritrovo più trendy per tutti i vip che vogliono prendere il sole o



Capri Da vedere

Anacapri, l’altra anima dell’isola All’ombra del Monte Solaro e rivolta a Ovest, questa parte dell’isola offre una natura tutta da scoprire e un’intimità tutta da vivere, ben lontana dalla mondanità di Capri ma di impagabile fascino per chi è alla ricerca del volto più riservato di questa terra

Alberi di limoni che si insinuano tra i colonnati (sopra) Le scogliere impervie nei pressi della Punta Carena (sotto)

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Benvenuti dall’altra parte del Monte Solaro dove vive, respira, risplende l’isola accarezzata dalla luce dell’Ovest. Qui la mondanità arriva sempre dopo altre cose: il profumo della terra, l’atmosfera della campagna, ammalianti echi di risacca. Anacapri offre spettacoli che tagliano il fiato e catturano la vista e abbraccia il visitatore nella sua candida intimità fatta di cose semplici, a cominciare dal cuore bianco di un villaggio armonico nel suo disordine, che pulsa di autenticità. Manca la piazza-palcoscenico del jet set perché Anacapri non ha bisogno di fare bella mostra di sé e si concede solo a chi vuole scoprire le sue meraviglie. E’ un luogo adatto per pensare, camminare, amare, e soprattutto vivere senza rincorrere il tempo. Non a caso in uno degli angoli più belli dell’isola, a due passi dallo straordinario belvedere della Migliera, c’è un Parco Filosofico dove Gunnar AdlerKarlsson risveglia la mente con le sue Riflessioni sulla Saggezza Occidentale, piccola guida ricca di spunti da leg-


gere seduti su una panchina o passeggiando dove il dolce paesaggio anacaprese diventa drammaticamente bello, affacciandosi sulle strapiombanti falesie che precipitano in 300 metri di vuoto blu verso la Marmolata, la Cala Spravata e il faro di Punta Carena. Comodamente seduti sulla seggiovia che vola verso il culmine del Monte Solaro, la vista si perde su un acquarello dalle tinte forti: il blu del mare, il verde della campagna e della macchia mediterranea il bianco di Anacapri. Il viaggio anacaprese comincia proprio in quel biancore che racchiude tutto lo spirito del luogo.

Dalla Villa San Michele è possibile vedere tutta l’isola (sopra) Un’artigiana anacaprese al lavoro nella sua romantica bottega

z IL CUORE DEL BORGO Da non perdere una passeggiata senza meta nelle stradine e nei vicoli di Anacapri. Difficile dire se si tratta di vicoli, sentieri o stradine. In ogni caso sarà un modo efficace per osservare l’abilità dei guidatori anacapresi di districarsi disinvoltamente in spazi angusti al limite della percorribilità: con l’Ape a tre ruote o su automobili di “piccola taglia” arrivano dappertutto, parcheggiano in fazzoletti di cortili, salutano tutti col sorriso stampato in volto e la battuta sempre pronta. Il viaggio anacaprese è un filo dall’anISOLA DI CAPRI

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Capri Da vedere

La fronte di Villa San Michele, con le eleganti bifore e il portale incorniciato da un rilievo antico

Freschi abiti in lino e cotone e sandali rigorosamente capresi sono gli indumenti tipici dell’artigianato dell’isola (sopra)

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damento imprevedibile che si snoda tra case modeste, ville importanti, pergolati, orti, giardini e vigneti. C’è tanto da scoprire nel quartiere seicentesco Le Boffe, secondo lo storico Amedeo Maiuri esempio di “schietta e pura architettura paesana”. Sembra che il nome derivi dalle rigonfiature della crosta del pane appena cotto con riferimento ai tetti a padiglione (o in termine dialettale, a boffetta) delle tipiche case anacapresi dette ciammurre, vale a dire con scala esterna e tetto a botte. I quartieri Le Boffe e Follicara sono situati tra la parte alta, fortificata in epoca medievale e le zone rurali del paese, situate più in basso. L’autenticità di questi luoghi ha ispirato molti pensatori, scrittori, poeti e artisti che hanno deciso di trascorrere qui una parte della loro vita. Incamminandosi lungo la Prima traversa Caprile e proseguendo in via Ceselle si arriva al Rosaio, l’abitazione che fu di Edwin Cerio e che fu buen retiro per molti personaggi. In questa casa infatti Ottorino Respighi compose la Boutique Fantasque, Debussy Les Collines d’Anacapri e fu luogo d’ispirazione per gli scrittori inglesi Compton MacKenzie e Graham Greene che l’acquistò


Le trentasette colonne del pergolato di Villa San Michele ad Anacapri (sopra)

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Capri Da vedere

Particolare del mosaico cosmatesco trasformato in un tavolo nella Villa San Michele (sopra)

La chiesa dedicata all’Arcangelo Michele ospita un superbo pavimento maiolicato popolato da bovini, coccodrilli, leopardi e leoni (sotto e a lato)

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nel ‘48. Non distante da qui si trova la Villa Ceselle, la casa che per un certo periodo fu di Elsa Morante e Alberto Moravia e dove egli scrisse 1934, romanzo ambientato sull’isola. Anacapri medievale, quella nei pressi di piazza Vittoria, invece risente delle vicende di un periodo segnato dal pericolo costante di incursioni corsare. Basti pensare alla via Catena che tra il ‘500 e il ‘600 ospitava associazioni civili e religiose impegnate nel recupero di fondi per pagare il riscatto ai pirati saraceni e liberare gli Anacapresi rapiti, spezzando così le catene della prigionia.

z LA CHIESA DI SAN MICHELE Una delle opere d’arte imperdibili del viaggio è senz’altro la chiesa di San Michele caratterizzata da un meraviglioso pavimento maiolicato. Come scrive lo studioso Roberto Pane, si tratta di uno dei più interessanti esempi di architettura barocca napoletana “per il gusto degli stucchi, l’alternato ritmo degli archi e delle nicchie, i lievi raccordi in curva, il biancore discreto che conferisce la massima visibilità al colore”. Autore del progetto fu Antonio Vaccaro. Il pavimento è un trionfo di 2500 piastrelle maiolicate, le cosiddette “riggiole”, che riempiono la pianta ottagonale della chiesa. Giallo, verde e azzurro sono i colori dominanti con cui il maestro riggiolaro Leonardo Chiaiese raccontò nel 1761 la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre.



Capri Da vedere z SUL MONTE SOLARO

Sulla sommità del Monte Solaro sorge il quattrocentesco Eremo di S.Maria a Cetrella (sopra)

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Anacapri è dominata dalla mole del Monte Solaro, facilmente raggiungibile in seggiovia o con una bella passeggiata attraverso orti e vigneti. Dalla cima si gode di un panorama pressoché totale sull’isola, sul Golfo di Napoli e la Penisola sorrentina. Scendendo dalla cima verso la valletta sottostante in direzione di Capri si raggiunge facilmente l’Eremo di Santa Maria a Cetrella. Si tratta di un luogo impareggiabile non solo per il panorama ma soprattutto per l’atmosfera di piacevolissimo isolamento che si respira. I monaci certosini e gli eremiti domenicani che si stabilirono qui, rispettivamente nel XIV e nel XV secolo, non ebbero certo difficoltà a vivere nel silenzio, meditando e pregando. L’eremo sorge in un luogo che in primavera accoglie le fioriture più belle dell’isola con grande quantità di orchidee ed erbe selvatiche.



Capri Da vedere

Il costone roccioso del Monte Tuoro (266m) che domina la Punta Tragara (sopra)

In un’insenatura della roccia, l’Eremo offre un’impagabile vista sui Faraglioni e sul Monte Tiberio (sotto)

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Il nome stesso, Santa Maria a Cetrella, ha origine dalla cedrina o erba cetra, erba aromatica con un profumo di limone che cresce in questo luogo. Bella e ben integrata nel paesaggio, l’architettura tardo-gotica caprese del convento e della chiesa con campanile a pianta quadrata. Anticamente Santa Maria a Cetrella era meta di pellegrinaggio per i pescatori di corallo che, prima di imbarcarsi per lunghe e pericolose navigazioni, venivano a pregare la Madonna per chiedere la protezione divina. Non distante dall’eremo è visibile l’abitazione che nei primi decenni del ‘900 fu dimora dello scrittore inglese Compton MacKenzie.



Capri Da vedere

z LA GROTTA AZZURRA

L’ingresso della Grotta Azzurra con i primi avventurosi turisti (sopra)

L’interno della Grotta Azzurra deve parte del suo incanto al turchese delle acque che si riflette sul candore della roccia calcarea (sotto)

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Infine il gioiello di Anacapri e di tutta l’isola, l’elemento che più di ogni altro ha determinato la vocazione turistica di questo luogo: la Grotta Azzurra. Gli straordinari riflessi che penetrano in questo antro marino lungo 60 metri e largo circa 25, sono dovuti a un varco sottomarino che si apre sotto l’ingresso, un’apertura larga 2 metri e alta 1 metro che si trova al livello del mare. Lo spettacolo a cui si assiste entrandovi in barca è indimenticabile. La scoperta, ma soprattutto la divulgazione di questa meraviglia caprese, si deve allo scrittore e poeta polacco Augusto Kopisch e al suo amico, il pittore tedesco Ernst Fries, che convinti da don Giuseppe Pagano, all’epoca unico albergatore dell’isola, si decisero ad esplorare la grotta in compagnia d’“O Riccio”, al secolo Angelo Ferraro, professione pescatore. Correva l’anno 1826 quando i quattro esploratori entrarono a nuoto nel “Duomo Azzurro”. In realtà la vera scoperta risale al tempo dei Romani. Il ritrovamento di due statue sul fondo della grotta, probabilmente un Tritone e un Nettuno, avvenuto nel 1964, fa pensare a un ninfeo marino voluto da Tiberio. La Grotta Azzurra è facilmente raggiungibile dal porto di Marina Grande con veloci imbarcazioni (circa 25 minuti) oppure via terra da Anacapri percorrendo la via Provinciale Grotta Azzurra fino alla fine. L’ingresso nella grotta avviene con piccole imbarcazio-



Capri Da vedere

AXEL MUNTHE E VILLA SAN MICHELE Villa San Michele è una creazione che sfugge a ogni stile: è luogo per l’anima, il sogno, l’amore, che lascia senza fiato. Axel Munthe, medico svedese che fu anche scrittore, filantropo e amico degli animali, comincia a erigere la villa alla fine dell’Ottocento, realizzando una dimora “ariosa che permettesse ai suoi pensieri e alle sue emozioni di volare sulle grandi questioni della vita”. E’ quanto si può comprendere leggendo La Storia di San Michele, opera autobiografica pubblicata nel 1929 e tradotta in 50 lingue, che racconta la magia di questo luogo: “La casa era piccola, le stanze erano poche, ma c’erano logge, terrazze e pergole tutt’intorno, per stare a guardare il sole, il mare e le nuvole: l’anima chiede più spazio del corpo” e ancora: “L’ho costruita… come un santuario al sole, dove avrei ricercato la conoscenza e la luce da quel dio radioso, che avevo adorato tutta la vita”. L’interno accoglie reperti d’epoca romana, alcuni originali, altri copie in marmo e bronzo, disseminati lungo un percorso che, per la sua dimensione spirituale, è molto più di un museo. L’alternarsi di ambienti chiusi e aperti è spunto per la meditazione e per conoscere l’eclettico autore sensibile alla luce mediterranea. La terrazza con la Sfinge Egizia materializza l’idea di una casa “aperta al sole, al vento e alla voce del mare, come un tempio greco, e luce, luce, luce dovunque”. Il destino è stato crudele con Axel Munthe che, innamoraLa loggia delle sculture to della luce, perse progressivamente la vista e, ormai quasi cieco, lasciò la villa nel 1910 per Torre Materia. Il viaggio inizia con la Sala da Pranzo che ospita un mosaico romano, cui seguono l’Atrium, la Loggia, la Camera con il quattrocentesco letto siciliano in ferro battuto, il Salone Francese, lo Studio col pavimento a mosaico e una testa in terracotta etrusca del 450 a.C., la meravigliosa Loggia delle Sculture ricca di reperti artistici, tra cui il tavolo cosmatesco con mosaico in oro, il Salotto Veneziano fino al Giardino, con una pergola a 37 colonne affacciata sul golfo di Napoli, e la Cappella di San Michele, con la panoramica Terrazza con la Sfinge. Tra le particolarità: il viale dei cipressi provenienti dal giardino di Villa d’Este a Tivoli e la cucina, che custodisce seicenteschi vasi in rame, ceramiche del XVIII secolo e porcellane dell’Ottocento. Per la visita: viale Axel Munthe, 34; Tel: +39 081 83 71 401, aperta da lun a dom (ingr. a pagamento); magg-sett: 9.00-18.00; ott: 9.00-17.00; nov-feb: 9.00-15.30; mar: 9.00-16,30; apr: 9.00-17.00.

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Capri Da vivere

Un’isola tutta da vivere Cosa fare a Capri? A tutte le ore del giorno e della notte, in tutte le stagioni, l’isola offre esperienze che si possono vivere solo qui: scoprirla, assaporarne sapori e profumi o solo godersi il riposo, sono tra gli obblighi di chiunque approdi sull’isola.

Camminare, nuotare, comprare, oziare,

La vegetazione rigogliosa del Monte Solaro e del sentiero verso i Giardini di Augusto fanno di Capri un’interessante meta naturalistica

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mangiare, pensare. Ognuno trova a Capri la cosa giusta da fare. Tiberio vi fece costruire dodici ville, Moravia trovava l’ispirazione per scrivere, Munthe e Malaparte vi hanno costruito la casa dell’anima, Kopisch faceva l’esploratore, Gunnar Adler-Karlsson invita a pensare nel Parco Filosofico, Elizabeth Taylor e Richard Burton si amavano scandalizzando l’opinione pubblica, Luca Cordero di Montezemolo ci va a fare shopping. Una cosa è certa, nessuno torna deluso e Capri lascia sempre un segno forte. Dalla vacanza tutta sole e mare, al soggiorno in Piazzetta e dintorni, dal viaggio culturale alla vacanza da camminare, questi dieci chilometri quadrati in mezzo al mare, tra Amalfi e le altre isole, Partenope e l’inconfondibile profilo del Vesuvio, rappresentano una meta dove la quotidianità e le abitudini sembrano dimensioni lontanissime. Con il costume, gli scarponi da trekking, da soli o in compagnia, ogni istante è buono per salpare verso l’isola del mito. Quando sarà il momento di lasciarla farete come tutti: vi prometterete di tornare.



Capri Da vivere

Tra la terra e il cielo Circumnavigare l’isola o trovare la spiaggia giusta per un tuffo memorabile. Il blu di Capri è a portata di mano ed è una porta aperta verso fondali che riservano sorprese inaspettate

z IL GIRO DELL’ISOLA

La mappa dell’Insulae Capreae riprodotta su ceramica (sotto)

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Il giro dell’isola in barca è un viaggio nel viaggio. In condizioni di mare tranquillo e buone condizioni atmosferiche può risultare un’esperienza indimenticabile perché Capri vista dal mare regala visioni mozzafiato. Le trasparenze marine e l’imponenza di una costa estremamente varia caratterizzata da strapiombanti pareti di roccia calcarea e da una vegetazione rigogliosa accompagnano, in continuo movimento, il viaggio di circumnavigazione. In particolare i versanti settentrionale e orientale dell’isola presentano falesie molto alte che finiscono in fondali decisamente profondi. La costa occidentale e parte del versante meridionale invece sono meno aspri e sono visibili sul



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Per apprezzare fino in fondo la bellezza di calette e scogliere, è indispensabile osservare l’isola dal mare, con un tour in battello (sopra)

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territorio le zone destinate alle coltivazioni e quelle più densamente abitate. Il periplo dell’isola misura circa 9 miglia marine, quasi 17 chilometri. Può essere effettuato su una barca a motore partendo dalla Marina Grande, includendo eventualmente la visita della Grotta Azzurra. Esclusa la visita della grotta, il giro richiede circa un’ora e mezza. Una soluzione più interessante è quella di noleggiare una barca per l’intera giornata e dedicare alla circumnavigazione il tempo sufficiente per potersi godere i luoghi più affascinanti dell’isola nelle ore giuste, fermandosi a mangiare e tuffandosi nelle cale più isolate e tranquille. In piena estate, nei mesi di luglio e agosto, le vie del mare possono essere trafficate e meno piacevoli che non nei mesi di giugno e settembre, quando è possibile navigare e nuotare in completa tranquillità. Per avere un’idea delle coste capresi basta ricordare le parole del pescatore di Massa Lubrense, ‘O Peluso, spedito nel 1808 dai Francesi di Napoleone, a fare un sopralluogo intorno all’isola, per pianificare la “Presa di Capri” a danno degli Inglesi che la controllavano: “Le coste dell’isola si possono scalare solo a ovest, a patto che i soldati avessero le ali”.



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˝ Di grotta in grotta Molte sono le grotte che si aprono nella costa caprese, oltre alla celebre Grotta Azzurra: si comincia dall’Arco Naturale, dove sono degne di nota la Grotta Bianca e quella Meravigliosa: la prima si raggiunge via mare, la seconda, sovrapposta, è collegata da una scaletta: anticamente note come le Grotte dell’Acqua, sono ricche di stalattiti. Nei pressi di Marina Piccola, si aprono altre grotte come l’Albergo dei Marinai, l’Unghia marina, l’Oscura, l’Arsenale e la Grotta del Cas tiglione. A Sud, oltre la Punta Ventroso, sono imperdibili i riflessi multicolore della Grotta Verde; la Grotta Rossa, il cui colore deriva da particolari alghe subacquee e la Grotta dei Santi, in cui l’erosione calcarea e il mare hanno creato forme simili a statue di santi. Presso la Punta del Capo, da notare la Grotta del Bove Marino, luogo degli ultimi avvistamenti della Foca Monaca nel Mediterraneo (primo Novecento) e la spettacolare Grotta di Tiberio, forse collegata alla soprastante Villa Jovis. Secondo la leggenda, nel cunicolo si nasconderebbe ancora il cavallo d’oro dell’imperatore.

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z ANDAR SOTT’ACQUA I fondali dell'isola promettono grandi emozioni agli amanti del diving. grotte, valloni e pareti calcaree si susseguono negli abissi, dove si possono avvistare i tipici coralli neri mediterranei (Gerardia, Savaglia) e le tartarughe. In alcuni punti è richiesta una certa esperienza in quanto le correnti non sono da sottovalutare. Il Capri Diving Club di Anacapri (loc. Punta Carena 8, tel. e fax 081 83 73 487) è il riferimento giusto per escursioni subacquee guidate e corsi nel periodo compreso tra giugno e ottobre con rilascio di regolare brevetto. Tra gli underwater trip più gettonati c'è Punta Carena, caratterizzata, a circa 40 metri di profondità, da una spettacolare spaccatura dove si trova una colonia di corallo nero. Splendide immersioni anche nelle acque dove affondano le radici i Faraglioni e tra i colori viventi della Grotta Segreta, la casa di spugne gialle e paramuricee rosse. Ancora Scuba Diving con noleggio di attrezzature e servizio di ricarica bombole da Whales in via C. Colombo 17, tel. 081 83 78 894.



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Cammina, cammina... L’isola è un vero paradiso per gli amanti delle passeggiate. Si cammina tra cielo e mare, lungo sentieri che volano in alto, ma dai quali è sempre possibile una deviazione verso le spiagge: l’importante è non dimenticare mai costume e asciugamano

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no dei modi migliori per vivere l’atmosfera più autentica dell’isola è camminare. Sono molti i sentieri e le stradine che conducono in tempi relativamente brevi nelle zone più interessanti dell’isola. Camminando si può apprezzare con i tempi e i ritmi giusti il territorio di Capri. L’isola si sviluppa per circa 10 chilometri quadrati e sia in territorio caprese che anacaprese è possibile pianificare escursioni mai troppo impeUna delle varietà floreali dei sentieri capresi (sopra) L’isola vista dal Passetiello, sullo sfondo del Monte Tiberio (a lato)

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gnative e sempre molto spettacolari. I dislivelli non sono proibitivi ma bisogna prepararsi a passeggiate molto varie da un punto di vista altimetrico. Talvolta si cammina su stradine secondarie ma tanti sono i sentieri che si inerpicano su un fondo di roccia calcarea, immersi nella fitta macchia mediterranea che caratterizza tutta l’isola. In inverno, in caso di tempo stabile, può essere molto piacevole camminare alla scoperta dell’isola, mentre i mesi estivi più caldi, luglio e agosto, possono creare qualche problema, a meno che non si decida di mettersi in moto dalle prime luci dell’alba fino a metà mattinata o dalla seconda parte del pomeriggio fino al tramonto. Da non dimenticare anche un giacchino per il vento, un berrettino, gli occhiali da sole e crema protettiva nei mesi più “solari”. Sempre per quanto riguarda l’abbigliamento una particolare attenzione va rivolta alle scarpe: ideali scarponcini da trekking leggeri o, in alternativa, buone scarpe da jogging.

La Sfinge Egizia in marmo rosa custodita nella Villa San Michele domina il paesaggio su Marina Grande e Punta del Capo (sopra)

ááá SECONDO TRADIZIONE Varie le manifestazioni e gli appuntamenti tradizionali che scandiscono feste e ricorrenze durante tutto l’anno. A Natale, Capodanno e Epifania si esibiscono gruppi folcloristici a Capri in Piazzetta, ad Anacapri in piazza Diaz. Nel periodo di Pasqua a Capri si effettua la processione del Venerdì Santo, mentre il 14 maggio per la festa del patrono, la statua di San Costanzo viene portata in processione per le strade di Capri fino alla chiesa di San Costanzo a Marina Grande, per poi tornare due giorni dopo, nella chiesa di Santo Stefano a Capri. Il Santo patrono di Anacapri, portato in processione il 13 giugno, è invece Sant’Antonio. In settembre si svolgono la sagra enogastronomica “Piedigrotta Tiberiana” (7 settembre), presso la chiesa di Santa Maria del Soccorso e la Settembrata Anacaprese, divertente sagra dell’uva, in cui le contrade di Anacaprisi contendono il “Grappolo d’oro”, in una cornice allegra e vivace animata da danze popolari, concerti e appuntamenti gastronomici. ISOLA DI CAPRI

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Capri Da vivere

z VERSO L’ARCO NATURALE Un meraviglioso classico caprese Distanza: 4,5 km Durata: 3-4 ore Dislivello: circa 240 metri Difficoltà: facile ma abbastanza lunga e con dislivelli

Scorci panoramici sulla costa e sul Monte Solaro lungo la passeggiata di Tragara (sopra e sotto)

Si parte dalla Piazzetta di Capri incamminandosi sulla via Vittorio Emanuele. Giunti davanti al grande albergo Quisisana si mantiene la sinistra imboccando via Camerelle che termina nei pressi dell’ottocentesca Villa Discopoli, visibile alla nostra destra. Dopo poco si piega a sinistra raggiungendo la via Tragara che si dirige con decisione verso l’omonimo belvedere da dove si gode di una bella vista sui mitici Faraglioni e sulla costa meridionale dell’isola, con le pareti calcaree che dalla vetta del Monte Solaro precipitano verso il mare. Dal belvedere di Tragara si prosegue sulla via Pizzolungo, uno dei percorsi più spettacolari dell’isola che offre una incompa-

˝ Via Tragara e le sue ville Già i Romani avevano scelto Tragara come luogo per costruire ville importanti. Il pavimento in marmi policromi di una meravigliosa abitazione costruita a Punta Tragara si trova oggi nella chiesa di Santo Stefano, nei pressi della Piazzetta. Tra le ville di Tragara ricordiamo quelle appartenenti all’illustre famiglia Cerio: Villa Ada, Lo Studio e la Gentilina dove Arturo Cerio, pittore e fotografo, ospitò Pablo Neruda. E poi la Villa Quattrocolonne del pittore Goffredo Sinibaldi noto come “il Michelangelo delle rocce” e la Villa Vismara, trasformata nel celebre Hotel Tragara alla fine degli anni ‘60.

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CURIOSITÀ

Capri Da vivere l

L’interno della Grotta di Matermania (sotto)

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rabile vista sulla costa vicino ai Faraglioni. Questo tracciato aggira le falde del Monte Tuoro immergendosi in un tripudio di euforbie (Euphorbia dendroides) e passando nei pressi del belvedere sui Faraglioni, raggiungibile con una scalinata poco dopo aver superato Casa Monacone. L’itinerario prosegue oltrepassando una zona ricca di macchia mediterranea, boschi di pini d’Aleppo, lecci e carrubi. Si passa nei pressi delle case La Solitaria e Romita e poi si raggiunge con un percorso a scale una grotta sulla sinistra, dove comincia una possibile deviazione verso il belvedere di Pian delle Noci. Il percorso procede in un ambiente mozzafiato che si affaccia sull’inconfondibile Casa Malaparte per arrivare nei pressi della Grotta di Matermania, cavità rocciosa anticamente consacrata al culto della Mater Magna, dea della terra; con la presenza di Augusto sull’isola, la grotta fu trasformata in un esclusivo ninfeo. Poco dopo si raggiunge il bivio per il belvedere affacciato sull’Arco Naturale, vera e propria scultura di Madre Natura, in straordinaria posizione a 200 metri sul livello del mare: l’arco si è formato in seguito al crollo di una enorme grotta;

Il “ferro da stiro”

Così molti isolani chiamano la casa di Curzio Malaparte distesa su Punta Massullo. Qui lo scrittore trovò l’ispirazione per scrivere La Pelle e raccontare i disagi della gente di Napoli nel dopoguerra. La “Casa come me” era definita dallo stesso scrittore “triste, dura e severa” e costituiva “quel che amo di più al mondo”.

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formando una grande apertura che è il risultato dell’incessante azione del mare e del successivo sollevamento dell’isola avvenuto per opera del vento in età paleolitica, eventi che hanno allargato l’originaria “bocca”. La parte finale dell’itinerario torna verso il centro abitato di Capri, imboccando via Matermania fino all’incrocio dove si prende a sinistra la via Croce per giungere infine in via Le Botteghe, fino al cuore movimentato della Piazzetta.

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z UN SALTO DA TIBERIO Da Capri a Villa Jovis e ritorno Distanza: circa 3,5 km Durata: 2-3 ore Dislivello: 200 metri Difficoltà: medio-facile

La piccola chiesa di S.Anna, risalente al XII secolo (sopra)

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Dalla Piazzetta di Capri ci si incammina su via Le Botteghe immettendosi nel passaggio tra il Municipio e il Gran Caffè. Si attraversa il centro fortificato in epoca medievale, sulla piccola stradina caratterizzata dalla presenza di archi-contrafforte che collegano le due fila di case e delimitano il tracciato. Dopo poco, all’altezza della terza stradina sulla sinistra, si può fare una breve deviazione verso la chiesetta di Sant’Anna (XII secolo) caratterizzata da un sagrato con due colonne. Il percorso prosegue in via Fuorlovado: è qui che anticamente si usciva dal borgo fortificato. Oggi l’abitato prosegue ma è facile intuire che un tempo questa era aperta campagna in quanto le abitazioni si alternano a spazi verdi come giardini, orti e vigneti. Prima del quadrivio della Croce si passa davanti a Villa Helios, riconoscibile per lo stile arabeggiante e le maioliche blu. Raggiunto l’incrocio, si continua diritti, imboccando via Tiberio proprio nei pressi della piccola chiesa di San Michele, in contrada Cesina. Siamo ora fuori dalla parte abitata di Capri e comincia la parte dell’itinerario più “campestre”. Questo itinerario oltre ad addentrarsi in un magnifico ambiente naturale offre uno sguardo su alcune tra le più belle ville dell’isola: Villa Sarah, dove ha vissuto nella seconda


metà dell’800 Henry Wreford, corrispondente del Times e del L’ombroso pergolato Daily News, poi a seguire La Monetella, Casa Moneta e Villa della Villa Moneta La Schiava caratterizzate da un tipico ingresso con colonna- (sopra) to. Proseguendo per via Tiberio e via Lo Capo, piegando a destra in corrispondenza del civico 41, si può raggiungere Villa Lysis, indissolubilmente legata alla figura controversa del poeta francese Jacques Fersen, qui vissuto e morto (18801923), che così la chiamò in onore di Liside, discepolo di Socrate, consacrandola all’amore e al dolore (“Amori et dolori sacrum”). Tornando indietro su via Tiberio, si procede in salita verso Villa Jovis attraversando una zona che i monaci Certosini avevano destinato a vigneto con un’opera di adattamento del territorio a terrazzamenti. Infatti presso la chiesetta di Santa Maria del Soccorso, costruita sulla rovine di Villa Jovis, si celebrava la Natività della Madonna (8 settembre), inaugurando la vendemmia. Terminata la salita di via Tiberio si prosegue su via Maiuri, costeggiando il Parco Astarita affacciato sulla spettacolare e strapiombante costa orientale dell’isola. ˝ Villa Lysis In breve si raggiunge la Villa Jovis, uno Una delle ville più interessanti di Capri fu la didei luoghi imperdibili di Capri da dove mora di Jacques Fersen, conte, poeta, omosessi può godere di un indimenticabile pasuale, esteta, ostinato e decadente cultore delnorama sul Monte Solaro, il Golfo di la bellezza. Magnifico l’ambiente naturale che la circonda, col giardino e la discesa a mare. Napoli e la Penisola sorrentina. Gli scaPreceduta da una gradinata e da un porticato vi condotti dall’archeologo Amedeo su colonne ioniche, si caratterizza per lo stile Maiuri hanno portato alla luce i resti di neoclassico arricchito da motivi liberty. questa sontuosa villa tra il 1932 e il All’interno si trova una fumeria d’oppio, passio‘37. Gli appartamenti privati dell’impene del poeta e causa della sua morte volontaria. ratore Tiberio, rivolti a Nord, erano uniRecentemente restaurata dall’Amministrazione ti al resto della villa da lungo loggiato, Comunale, la villa è oggi teatro di concerti. da terrazze e dal belvedere affacciati ISOLA DI CAPRI

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Capri Da vivere sulla costa a picco sul mare.

z IL SENTIERO DEI FORTINI Passeggiata sulla costa occidentale con un percorso magico immerso in una solitudine pura e selvaggia Distanza: 5,2 km Durata: 3-4 ore Dislivello: circa 150 metri Difficoltà: decisamente piacevole ma abbastanza lungo Le indicazioni botaniche maiolicate da Sergio Rubino, guidano il visitatore lungo il Sentiero dei Fortini (sopra)

Note: il percorso può essere “tagliato” accorciandolo in vari punti. I più strategici sono il Fortino di Mesola (a sinistra si risale verso Anacapri) e, poco dopo il Fortino del Pino, il punto in cui si passa presso la strada asfaltata che scende al Faro di Punta Carena: in questo caso non si raggiunge la fine del sentiero, per tornare in bus ad Anacapri. in caso di disponibilità di tempo limitata e dovendo scegliere, la parte più spettacolare del sentiero è quella che va da Punta Carena al Fortino di Mesola.

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Il sentiero parte da Punta dell’Arcera, nei pressi di Villa Galatà, poco prima che la strada provinciale della Grotta Azzurra giunga alla fine. Il tracciato è costantemente indicato e segnalato come “Via dei Fortini”. Tutte le indicazioni, non solo di tipo direzionale, ma anche naturalistiche e storiche fanno parte di una mirabile opera del maestro ceramista Sergio Rubino: si tratta infatti di circa duecento installazioni, con maioliche dipinte che accompagnano l’escursionista lungo il cammino. La prima parte del sentiero si snoda tra i cespugli di una fitta e rigogliosa macchia mediterranea dominata dalla presenza di mirto, lentisco e alaterno. Poco più avanti si cammina sfio-


rando una magnifica “macchia bassa” ricca di euforbia e fichi La vista spettacolare d’India. In breve si raggiunge il primo Fortino, quello di Orrico, sul Sentiero dei nel 1808 teatro di un violento scontro fra le truppe francesi di Fortini, tra mirti e fichi d’India Gioacchino Murat e quelle inglesi, avvenimento noto come la (sopra) “Presa di Capri”. Si prosegue il cammino immersi nel verde, costeggiando prima la strada asfaltata che collega Anacapri con la Grotta Azzurra e poi la Cala del Lupinaro e la bellissima Cala del Rio, passando per la scalinata che porta a Via Passo della Capra e proseguendo fino al Fortino di Mesola. Dai suoi ruderi si giunge, attraverso un facile tratto di pietre e roccette la valletta della Cala del Rio Latino, dove si scorge ciò che resta di una vecchia “calcara” per la fabbricazione della calce. Comincia qui il tratto più panoramico e spettacolare che si snoda ora sulle bianche rocce calcaree che separano il verde e il resto dell’isola dalla costa affacciata a Ovest con i profili delle isole fle˝ Colonnati capresi gree, Ischia e Procida fino a Ponza e Magnifici pergolati che si ergono su bianche Ventotene. Un vero e proprio fiordo dicolonne: è questo un motivo architettonico ricorrente. I colonnati di Capri risalirebbero ai segna la Cala di Mezzo dove si cammiRomani. E non è improbabile che il primo perna su una passerella che conduce a un golato, forse in una casa rurale, sia nato su passaggio scavato nella roccia. Il sentieun portico fatiscente. ro, sempre più spettacolare, raggiunge A differenza del giardino romano racchiuso la zona del Fortino del Pino da dove si rinell’intimità delle ville, quello caprese è all’esale verso la strada asfaltata diretta al sterno, e comunque protetto da un muro di Faro di Punta Carena. Consigliamo vivacinta. Ecco alcuni dei colonnati più belli dell’isola: ad Anacapri, Villa San Michele; Casa mente la deviazione segnalata verso il Orlandi, via Finestrale 2; Hotel Bellavista, via belvedere e i ruderi del Fortino di Orlandi 10; a Capri, Albergo Villa La CertoTombosiello, a strapiombo sull’omonisella, via Tragara 13; Casa Solitaria e Villa ma cala. L’itinerario prosegue infine sul Monacone, via Pizzolungo; Casa Moneta e tracciato della Strada Vecchia del Faro Villa La Schiava in via Tiberio 32 e 35. ombreggiata da una pineta. Da qui si ISOLA DI CAPRI

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Capri Da vivere rientra in bus ad Anacapri.

z IL BELVEDERE DELLA MIGLIERA Passeggiata verso uno dei belvederi più celebri dell’isola Distanza: 2,5 km Durata: 2 ore andata e ritorno Dislivello: irrilevante Difficoltà: nessuna Capri sorprende anche per i colori sgargianti o delicati della sua flora (sopra)

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L’itinerario parte dalla piazza Vittoria di Anacapri dove si imbocca subito via Caposcuro, nei pressi della stazione della seggiovia. Il percorso si svolge alle falde del Monte Solaro, digradanti verso occidente. Lungo questa piacevole passeggiata si possono ammirare alcune caratteristiche del paesaggio urbano e agricolo del territorio anacaprese, vale a dire muri a secco, case bianche, orti e vigneti “a palo alto” per rendere possibile sullo stesso fondo la coltivazione di patate, fave, carciofi e cime di rapa. Originariamente le falde del Monte Solaro erano ricoperte di grandi e fitti querceti, scomparsi per l’intenso sfruttamento del legname. I pini d’Aleppo che caratterizzano ora questa parte dell’isola sono il frutto di un intervento mirato al rimboschimento di cui si fece promotore, all’inizio del ‘900, lo scrittore Norman


Douglas. La parte finale del percorso transita nei pressi del Parco Filosofico, forse l’unico parco nato specificamente per pensare. Ideatori di questo spazio immerso nella natura a due passi dallo straordinario belvedere, sono Marianne e Gunnar Adler-Karlsson che invitano ad una passeggiata “filosofica”. In particolare il professor Karlsson è un economista di fama mondiale che ha deciso di preservare “l’ultimo pezzo della natura più bella di Anacapri” spiegando che “viviamo in un mondo commercializzato in cui uomini e donne corrono per ogni parte vivendo esistenze competitive e piene di stress. Al contrario, noi vogliamo offrire una passeggiata meditativa in una natura non commercializzata, alcuni momenti di riflessione, un assaggio della felicità di vita meditativa. Siate molto benvenuti ed entrate!”. L’arrivo al belvedere è letteralmente mozzafiato; il respiro si ferma e lo sguardo precipita nello spazio argenteo della Marmolata che sembra cercare gli abissi blu. La vista spazia dalla Punta Carena col Faro, sulla Punta Ventroso e gli immancabili Faraglioni. Per la via del ritorno si può seguire una variante al percorso già effettuato, proseguendo verso la Torre della Guardia e poi piegando verso la Torre di Materita imboccando la via Vecchia del Faro che raggiunge il punto di

Anacapri: la costa nei pressi della Punta Carena (sopra)

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Capri Da vivere partenza di piazza Vittoria passando per Caprile.

z LA TRAVERSATA DELL’ISOLA Magnifica escursione da Anacapri a Capri passando per la vetta dell’isola, Santa Maria a Cetrella e il Passetiello Distanza: circa 2,5 km Durata: 2-3 ore Dislivello: circa 300 metri in discesa Difficoltà: cautela in alcuni punti Passetiello richiede cautela ma non sono indispensabili capacità tecniche; una certa attenzione è consigliata nel tratto che va dall’arrivo della seggiovia (Fortino di Bruto) a Santa Maria a Cetrella: non è ben tracciato né segnalato e L’Arco Naturale, una si snoda vicino alle pareti strapiombanti del Monte Solaro. delle meraviglie che Note: Il percorso può essere effettuato integralmente a pieCapri riserva agli di salendo a piedi sul Monte Solaro anziché in seggiovia: in amanti della natura questo caso si parte da Anacapri, dalla piazza Vittoria, im(a lato) boccando via Capodimonte e successivamente, in salita la via Monte Solaro. Il percorso così diventa più lungo di circa 2 km, quasi tutti in salita (250 metri il dislivello). Si parte da Anacapri prendendo la seggiovia che in poco meno di un quarto l Il blu di capri d’ora “vola” verso la vetta del Monte Da dicembre ad aprile il blu intenso della Solaro, raggiungendo 587 metri sul liLithodora rosmarinifolia dipinge molti angoli selvaggi dell’isola. Si tratta del fiore simbolo vello del mare. Si lascia la stazione dell’“Isola Azzurra” che costituisce una rarità della seggiovia e il punto ristoro situache Capri condivide con la Penisola to nei pressi del Fortino di Bruto cosorrentina, la Sicilia occidentale minciando a scendere all’Eremo di e alcune isole greche dell’Egeo.

CURIOSITÀ

Vegetazione che si incontra lungo il percorso (sopra)

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Dall’Eremo di S.Maria Cetrella, sul Monte Solaro, la vista spazia fino ai Faraglioni (sopra)

Santa Maria a Cetrella, raggiungibile con un sentiero che percorre il profilo alto del monte, affacciato sulla spettacolare costa meridionale dell’isola, oppure scendere verso il Monte Cappello e il passo della Crocetta ritrovando il sentiero che parte dal centro di Anacapri e attraversa la Valletta di Cetrella. Questa zona della montagna in primavera è una vera e propria esplosione di fioriture con tante specie di orchidee selvatiche. L’Eremo di Santa Maria a Cetrella si trova in un posto a dir poco incantevole e merita una lunga sosta. Da qui il sentiero procede alla volta del leggendario Passetiello, stretto e impervio passaggio nella roccia. Per secoli è stata una delle due vie di comunicazione tra Capri e Anacapri, utilizzata in alternativa alla più frequentata Scala Fenicia. Il Passetiello fu utilizzato dalle truppe francesi nel 1808: dopo aver vinto la resistenza degli Inglesi sulla costa occidentale presso il Fortino di Orrico, lo attraversarono per raggiungere il centro di Capri e cogliere di sorpresa le truppe difensive del colonnello Hudson Lowe. Il sentiero scende nel bosco prima di raggiungere le prime abitazioni tra cui si segnala la bellissima Villa Quattroventi ubicata in via Aiano di sopra, esempio di architettura eclettica arabeggiante caratterizzata da una grande torre centrale con copertura a padiglione in tegole rosse e circondata di trifore che si affacciano verso i quattro punti cardinali. In breve, senza alcuna difficoltà si raggiunge il centro di

ááá LA SCALA FENICIA Poco distante da Marina Grande e dall’Hotel Palatium, eretto sui resti delle cisterne del Palazzo a Mare di Augusto, si raggiunge la Scala Fenicia, usata in passato dagli agricoltori di Anacapri diretti a Marina Grande per vendere i loro prodotti. La storica scalinata fu per secoli l’unica via di comunicazione fra le due zone dell’isola: Capri e Anacapri, separate dall’imponente e aspra mole del Monte Solaro. Il primo tratto si sviluppa all’ombra di una lecceta, avvicinandosi all’imponente falesia del Solaro per proseguire poi con un percorso a zig zag, a tratti scavato nella roccia. In 971 gradini, la Scala raggiunge la cappella della Villa San Michele, raggiungibile dopo aver superato la Porta della Differenza, passaggio simbolico dal territorio di Capri a quello della “città di sopra”, ovvero Anacapri, secondo una differenziazione comune tre le isole egee. Nei dintorni vale una deviazione l’Oasi Naturalistica del Monte Barbarossa (dal nome del castello eretto dall’omonimo corsaro algerino nel 1535) riparo per molti uccelli migratori. Per informazioni: Azienda di Soggiorno tel. 081 83 70 686.

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Capri Caratteristica

Artisti e artigiani vedere e comprare La creatività e l’originalità dell’artigianato rispecchiano il carattere degli isolani: pratico, aperto, allegro. Tra le vie caratteristiche, accanto alle grandi firme, non è infatti raro scoprire piccole e fantasiose botteghe dove trovare un souvenir di Capri da portare con sè

Divi a passeggio per le vie della mondana Capri, negli anni Cinquanta e Sessanta (sopra e sotto)

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Capri dove si può prendere un bus per tornare, se necessario, al punto di partenza. Il richiamo mondano dell'isola non poteva essere ignorato dalle grandi firme come Ferragamo, Gucci, Cartier, Swatch, Hermès. Nomi meno famosi ma figli dell'isola si scoprono andando a curiosare nelle bianche botteghe di Capri. Per vestire caprese una tappa fondamentale dello shopping passa per la Piazzetta dove La Parisienne propone dal lontano 1906 lavori di sartoria per il mondo femminile marchiati Adrian’s; copricostumi e vestiti sempre colorati e vivaci. Tra le clienti affezionate, Maria Callas e Jacqueline Kennedy che impazziva per i caratteristici “Capri Pants” pantaloni alla pescatora. Da quasi 50 anni l’abilità di Pina Verde al telaio si manifesta negli ormai storici scialli a frange molto apprezzati da clienti arabi e americani: il marchio Moda Caprese nacque come una piccola impresa artigianale di maglieria, in seguito specializzatasi in abbigliamento marino; si trova in via Camerelle 61. Per vestire caprese un altro punto di riferimento è la sartoria di Gigino Esposito, ar-


Lo shopping per le vie capresi è un must al quale nessuno si può sottrarre (sopra)

tigiano storico che ha la sua bottega in ˝ Sartoria rapidissima via Cerio 6: i pantaloni di “telaccia” blu Avete fretta e non volete rinunciare per nesalla pescatora o di lino, leggeri e perfetsun motivo a un vestito autenticamente catamente calzanti sono gli elementi carprese? Correte in via Fuorlovado 44 (non didine dell’eleganza isolana. Molto nota stante dal centro, verso via Tiberio) da Aldo tra i vip di questi tempi la bottega di via Spinella; da oltre 50 anni il sarto isolano taglia, cuce, crea giacche, pantaloni e costumi Fuorlovado 29, 100% Capri, tempio del da bagno: un cartello assicura che il prodotlino. to finito può essere consegnato dopo due ore Esclusivamente lino sul filo di mode dall’ordinazione; in realtà qualcuno racconta passate degli anni ‘50 e ‘60 e mode di 19 minuti per un paio di pantaloni da doncontemporanee. E, visto che un'ordina e un’ora e dieci per il modello da uomo. nanza comunale vieta di camminare Provare per credere. con zoccoli di legno, che ne dite di un paio di sandali fatti su misura? In via Camerelle c’è la bottega di Amedeo Canfora, nome storico dell’artigianato caprese. Anticamente erano morbidi mocassini con fiocchetto fatti a mano, oggi è il tempio dei sandali realizzati in pelle e diseISOLA DI CAPRI

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Capri Caratteristica

Artigianato caprese: dai bikini di Susy ai lavori artigianali del falegname Pisanzio (sopra)

gnati in decine di diversi modelli: semplici e classici, eccentrici e originalissimi, con applicazioni e decorazioni in paillettes, pasta di vetro, ottone. Si possono trovare ancora i famosi K, infradito con tre anelli di metallo, che prendono il nome da Jacqueline Kennedy. Se invece si preferisce la comoda corda intrecciata per suole morbide e flessibili e tela caprese per la tomaia, si può andare in via Semaforo 3 presso la Cooperativa Donne Capri. Se invece siete alla ricerca di un bikini su misura, ci penserà Susy in via Le Botteghe: triangoli, laccetti, balconcini mini e maxi, basta chiedere; anche costumi speciali per

˝ Carthusia, i profumi di Capri Fu il priore della Certosa di San Giacomo che svelò ad un chimico piemontese in vacanza le vecchie formule dei profumi capresi e, nel 1948, nacque il più piccolo laboratorio di profumi del mondo. Oggi la tradizione artigianale continua nell'opera di Gilberte De Meyer che considera ogni flacone una sorta di figlio e, come tale, viene coccolato. Oggi in quel laboratorio, a due passi dalla Certosa, si conservano tutti i segreti e le essenze che si avvertono sull'isola. All'uomo si addicono le essenze provenienti dal rosmarino, colto alle prime luci dell'alba sul Monte Solaro, mentre il garofano selvatico di Capri (Garofilium silvestre caprese), specie endemica, sta alla base dei prodotti femminili. Ben 280 sono gli elementi alla base del famoso Carthusia Lady mentre per il Carthusia Uomo vengono utilizzati legno di rosa, lampone selvatico e alghe marine. I negozi si trovano a Capri in via Camerelle 10, via Matteotti 2 e ad Anacapri in via Axel Munthe 28; tel. 081 83 70 368 e 081 83 76 948; www.carthusia.com.

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bambini. Il tutto realizzato in una piccola stanza-laborato- In bilico tra artigianato e arte, rio di due metri per tre. Ad Anacapri, in via Orlandi 75, provvederà Antonio Viva a le botteghe capresi riservano molte soddisfare i vostri piedi: L’Arte del Sandalo Caprese è il no- sorprese, come me della sua bottega, nota in tutto il mondo per la grande la curiosa bottega varietà di sandali artigianali creati a mano da Antonio sot- Luci e Ombre to gli occhi di tutti. I modelli sono tanti: nodino, estroso, ra- (sopra) gno, 3 buchi secondo la moda degli anni ‘60. Ancora ad Anacapri da non perdere una visita nella bottega Pizzi e Merletti: si trova ˝ Prodotti biologici da Elio ed Erika in via Giuseppe Orlandi 189 e costituiAd Anacapri in via La Guardia, appena sotto la località denominata Migliera, c'è il podere di sce un viaggio nella bianca, leggera, Erika ed Elio Attivo dove tutti prodotti della raffinata arte della simpatica signora terra sono coltivati senza utilizzare fertilizBattistina Mariniello. zanti e pesticidi. La specialità è un miele milNon distante, sempre in via Orlando, lefiori dal sapore particolare aromatizzato al civico 126, le capacità creative, i dalle molte specie di piante spontanee della colori e le decorazioni per interni, sono macchia mediterranea presenti sull'isola. il filo conduttore della bottega Luci e Ottimi anche il vino bianco, la frutta e le verdure. Per informazioni, tel. 081 83 72 175. Ombre, vivace e luminosa come Valentina Cappa, giovane e appassioISOLA DI CAPRI

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Il Sentiero dei Fortini tra le Punte Carena e dell’Arcera, lungo la costa Ovest (sopra)

nata artista e restauratrice. Per chi ama il legno lavorato consigliamo una visita al giovane artigiano Marco Pisanzio che ha il suo laboratorio in via Chiusarano 1.

z SERGIO RUBINO, L’ULTIMO GRANDE “RIGGIOLARO”. Lo studio-laboratorio di Sergio Rubino sembra volersi nascondere nel sommesso biancore di Anacapri, nell’intimità di un vicolo della Catena che sembra voler fuggire dalla Capri mondana e modaiola. Come spesso accade, i luoghi riescono a raccontare certi personaggi meglio di tante parole. La Bottega dell’Arte parla con luci e ombre, pensieri e silenzi e un armonico, piacevole, accogliente disordine. Sergio Rubino è un nome importante, indissolubilmente legato alla sua terra e testimone di una delle isole più famose del mondo. Capri e la sua piazzetta luccicano di mondanità, di volti noti, di prestigiose griffe che riescono a mettere nella stessa scatola New York, Piazza di Spagna

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e Porto Rotondo. Oltre il Monte Solaro nei vicoli anacapresi c’è la Bottega dell’Arte. Sergio Rubino ha la faccia di un umile artigiano e l’anima di un grande artista. Dipinge, modella, crea con la forza espressiva, i colori e la luce di un’isola compressa tra il blu di un mare profondo e il blu di un cielo altissimo. Racconta se stesso con la semplicità che solo i grandi artisti della vita sanno comunicare. Sergio Rubino è un maestro “riggiolaro”, figura ormai sempre più rara. Nella tradizione napoletana, soprattutto settecentesca, i “riggiolari” erano maestri ceramisti che producevano le cosiddette “riggiole”, vale a dire piastrelle maiolicate dipinte. I suoi vasi di terracotta sono nei giardini quattrocenteschi del Metropolitan Museum di New York, accanto alla fontana di marmo scolpita nel 1470 da Domenico e Benedetto da Maiano. Le sue panchine e le opere di arredo urbano firmano angoli e piazze dell’isola. La Bottega dell’Arte è un luogo che trasuda creatività, andando oltre la vuota testimonianza di segni e immagini che affollano la nostra civiltà della comunicazione; punto di passaggio e incontro per intellettuali, artisti e viaggiatori. Li dentro è tutto semplice e autentico come le mani di Sergio e il volto scolpito e luminoso di Silke, la sua compagna bavarese col Sud nel cuore che ha trovato su una panchina

Duecento maioliche e una ventina di pannelli ceramici opera di Sergio Rubino (sopra ritratto durante la posa), illustrano le peculiarità naturalistiche e storiche del panoramico Sentiero dei Fortini (sopra e a lato) Il Pulcinella che mangia spaghetti, creato a grandezza naturale da Sergio Rubino, per il suo giardino (pagina precedente)

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Capri Caratteristica

Tra i tavolini dei bar, all’ombra dei cupolini della chiesa di S.Stefano, si svolge il rito mondano dell’isola (sopra)

maiolicata il colore e il calore dell’amore. La Bottega dell’Arte, via Catena 2, Anacapri; tel. 081 83 71 878, www.sergiorubino.it.

z TIRAR TARDI I locali della taverna 'O Guarracino erano nel '600 il frantoio dell'isola. Alla fine degli anni '50 furono trasformati in night club e dalla Piazzetta veniva organizzato un sistema di trasporto in portantina per i clienti. Altri tempi! Oggi è impensabile farsi trasportare come re nei locali notturni ma la vita sotto le stelle e la luna caprese sono un classico che non passa mai di moda. Ci vediamo verso le undici in Piazzetta; è questo l'appuntamento tradizionale per tutti. Seduti sulle scale o intorno a uno dei tanti tavolini si lanciano sguardi alla ricerca di volti noti e meno noti prima di decidere dove andare. Underground ad Anacapri è l'unico discobar aperto tutto l'anno: ambiente giovane e metropolitano, molto gradito agli stranieri; musica al massimo e spettacoli dal vivo il sabato sera.

ááá E QUANDO SI SPENGONO LE STELLE... TUTTI AL BAR. E’ il momento di cominciare la giornata con un dolce e un buon caffè. In Piazzetta ci sono il Bar Tiberio, il Gran Caffè e il Bar Caso. Dove sorge il Bar Tiberio c’era tanti anni fa la “Pietra del pesce”, dove i pescatori vendevano il pesce appena pescato e dove clienti fissi, viaggiatori colti e intellettuali sono di casa. Il Gran Caffè fu idea di Raffaele Vuotto, caprese doc che negli anni ‘30 aveva capito bene quale sarebbe stato il futuro dell’isola: fulcro e passaggio obbligato di volti noti da Ingrid Bergman a Grace Kelly, da Charlie Chaplin a Rita Hayworth. Fino al ‘36 rivendita di arance e limoni il Bar Caso, tradizionalmente con tenda gialla e bianca, è famoso per la torta di carote.

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Una meta classica per il dopocena accompagnati dalle note discrete del pianobar è il Bar dell’Hotel La Palma, centralissimo a due passi dalla Piazzetta. Intramontabile mito caprese, il Number Two incendia ancora passioni notturne in via Camerelle: è una garanzia per chi ama la musica e i nostalgici si emozioneranno al solo pensiero che negli anni '60 era il palcoscenico di Giuseppe Faiella, in arte Peppino di Capri; quasi tutti i vip che frequentano Capri non si lasciano sfuggire una serata in questo luogo che si identifica con la mondanità caprese. Un nome nuovo e già cult è il Panta rei di via Lo Palazzo, che propone una formula originale e decisamente invitante: Day spa alla luce del sole e loungebar dal crepuscolo e sotto la luce delle stelle; l’aperitivo viene offerto sulla terrazza. Aperitivo e dopocena sono i momenti forti di un altro classico caprese, il Quisibar di via Camerelle. E infine due taverne dove il buon umore è assicurato: 'O Guarracino, in via Castello, è la casa di chitarre e cantastorie della migliore tradizione partenopea: canzoncelle e "fatterelli" in piena sintonia con gli ospiti. In via Sella Orta c'è l'altra taverna, Anema e Core: canzonette e ritornelli napoletani, ritmi sudamericani; am-

Le vie animate del centro di Capri, verso l’Hotel Quisisana e la caratteristica tenda a strisce colorate del Caffè Caso (sotto e a lato)

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Sapori di Capri Viaggio sensoriale e tappa fondamentale del Grand Tour caprese. Si comincia con l’Insalata Caprese e si finisce con la Torta, anche lei naturalmente Caprese, per continuare con i vini caratteristici e l’immancabile Limoncello, alla scoperta dei ricchi sapori di una cucina tutta mediterranea

biente eterogeneo, e allegri cacciatori notturni in cerca di prede; si canta e si balla sempre con buonumore, atmosfera leggera e battute a go go.

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La cucina caprese è ricca di piatti a base di mare e di terra. Prima che il turismo diventasse la principale fonte di reddito per gli isolani si viveva di pesca e agricoltura. Le radici di queste tradizioni sono tuttora molto salde e sulle tavole di Capri si possono gustare piatti originali e gustosi, spesso legati indissolubilmente alle usanze locali, talvolta importati dalla vicina Costiera e da Napoli. Mangiare a Capri è un’esperienza sensoriale molto forte che, in qualsiasi stagione dell’anno, può coinvolgere oltre al gusto e all’olfatto anche la vista e l’udito: mangiare potendo guardare il mare e ascoltare gli echi di risacca è cosa possibile in molti ristoranti di Capri e Anacapri. E dove non c’è il mare ci penserà la simpatia, l’immediatezza, lo spirito allegro degli chef e dei ristoratori, sempre pronti ad accompagnare vivaci portate con discrezione, simpatia e allegria; insomma uno spirito positivo che sembra derivare dalla consapevo-

Gli immancabili e semplici ingredienti della cucina caprese: pomodori saporiti, pasta, pesce e naturalmente il buon vino (sopra e a lato)

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lezza di vivere in uno dei posti più belli del mondo. Ecco a voi un viaggio attraverso un menù ideale in cui si concentrano tutti i sapori di Capri condito con storie e racconti di viaggiatori famosi, artisti, letterati, poeti che hanno “degustato” le ricette isolane. L’apertura spetta senza ombra di dubbio a un piatto che spopola anche molto lontano dall’isola delle sirene. L’Insalata caprese è un marchio doc dell’isola, tanto semplice quanto gustoso: mozzarella di bufala, pomodori, basilico, un pizzico di origano e un filo d’olio extravergine d’oliva. Ottima ovunque ma gustata sotto un pergolato caprese a due passi dal mare diventa qualcosa di magico. ˝ L’irresistibile Torta Caprese Storicamente l’insalata caDolce sobrio e insieme carico di passione, la Torta Caprese prese sembra abbia il suo ha l’intensità del cioccolato fusa con la delicatezza mediterranea delle mandorle. La sua consistenza umida e paprimo testimonial in re stosa senza creme la rende fresca e corposa. Lo zucchero Faruk d’Egitto che negli ana velo che la ricopre cela solo in parte la sua anima scura ni ‘50, dopo un bagno a e la rende leggera alla vista. Fu forse ideata a inizio Marina Piccola, ordinò Novecento nella storica Strandpension Weber a Marina “qualcosa di unico per rePiccola, da due zitelle austriache eredi del pittore Augusto stare leggero”. Ma sembra Weber. Un’altra ipotesi è che, originaria della Penisola che la caprese sia stata già Sorrentina, sia stata importata a Capri da una cuoca russa che la serviva agli ufficiali napoleonici nella Campagna di negli anni Venti oggetto di Russia. A colazione, a fine pasto, a merenda, in barca o al culto per Marinetti e comparistorante una fetta di torta caprese, contribuisce al buogni, futuristi nell’anima e innumore. sofferenti a tutto ciò che fos-

Piatto tipico dell’isola, i Ravioli alla caprese, ripieni di gustosa caciotta e conditi con sugo di pomodoro (sopra)

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Uno degli estimatori più celebri dei sapori locali fu Totò, interprete del film “L’imperatore di Capri”, girato sull’isola (sopra)

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se convenzionale come la “stupida pastasciutta”. Loro, che amavano il tricolore del piatto, ne mangiavano in quantità per evitare “il peso, il pancismo e l’obestità”, ignorando evidentemente l’apporto calorico di questa insalata molto gustosa ma non proprio leggerissima... Tra i primi piatti una ricetta che ha le sue radici sull’isola sono i Ravioli alla caprese. Si tratta di ravioli ripieni di caciotta grattugiata, conditi con pomodoro, olio e parmigiano. E’ uno dei simboli gastronomici dell’isola; elemento caratterizzante è il ripieno di caciottella definita da D’Annunzio “candido tenero umido formaggio che serba la più fresca verginità del latte sotto la sua buccia”. Già nel luglio del 1922 l’allora sindaco e scrittore Edwin Cerio aveva deciso che la cena ufficiale in occasione del convegno sulla Tutela del paesaggio si aprisse con i Ravioli capresi. Tra i primi piatti a base di mare non si possono perdere gli Scialatielli al sugo di scorfano, insieme agli Spaghetti alla puttanesca, il



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Numerose sono le aziende vinicole dell’isola che producono ottimo vino, tra cui il famoso Capri blu doc (sopra)

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piatto preferito del principe Antonio de Curtis, in arte Totò, che ne mangiò una grande quantità quando rimase sull’isola nel 1950 per girare, sotto la sapiente regia di Luigi Comencini, “L’Imperatore di Capri”. Tra i secondi piatti un classico che unisce sapientemente le due anime dell’isola, quella marinara e quella contadina, ci sono i Totani con patate. E’ una ricetta semplice che prevede la cottura di totani e patate tagliate a pezzi in una base di soffritto a base di olio, aglio, cipolla e peperoncino, con aggiunta in seguito di pomodorini, vino bianco e prezzemolo. Il “gusto selvatico” dei totani era particolarmente apprezzato da Curzio Malaparte e da Jean-Luc Godard che ambientò proprio nella villa dello scrittore nel ‘53 il film Il Disprezzo. In tema di terra e verdure una delle provocazioni capresi più irresistibili, tutte da gustare, sono le Polpette di melanzane. Sfiziose e saporite vengono preparate con pecorino e parmigiano, prosciutto tritato, uovo sbattuto e pan grattato. Tra i loro testimonial, due tra i personaggi meno conformisti e originali che hanno vissuto sull’isola: Oscar Wilde e Jacques Fersen, che le offriva ai suoi ospiti nelle cene libertine di Villa Lysis, magari prima di una fumatina d’oppio... Un discorso particolare merita il vino caprese, che dal 1991 si fregia della Denominazione di Origine Controllata. Sull’isola si producono vino bianco, con uve di Aglianico, Biancolella,



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Servito nei ristoranti di tutto il mondo, l’autentico Limoncello viene prodotto proprio a Capri con un’antica ricetta (sopra)

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Fiano e Greco, dal colore giallo paglierino chiaro: raggiunge una gradazione alcolica media di undici gradi; il rosso prodotto col vitigno Piedirosso si presenta con una tonalità rosso rubino intensa e sfiora i dodici gradi. In origine furono i monaci i grandi cultori della produzione vinicola locale che si è sempre ben adattata alla cucina di terra e di mare della tradizione isolana. Sembra che Lenin, ospite sull’isola a casa di Gorkij nel 1908 e nel 1910, fosse particolarmente appassionato del vino bianco. Sua moglie Krupskaja raccontava infatti che delle sue vacanze capresi Lenin rammentava solo la bellezza del mare e bontà del vino. Norman Douglas scriveva e beveva godendosi le atmosfere capresi e, a proposito del vino, aveva idee chiare: “E’ stato lodato come l’alleato degli amanti... fa crollare le difese, libera dai freni dà allegria, placa ogni timore negli animi timorosi e scioglie la frigidità. Il vino non può fare di più, ma nelle mani di un maestro basta il suo effetto...”. Prima di lasciare la tavola non si può non sorseggiare un po’ di Limoncello freddo. Oggi si trova sulla tavola dei ristoranti di tutto il mondo ma il limoncello, il liquore fatto con i limoni di Capri e della Costiera, quello vero, si produce solo in queste zone. Viene spontaneo chiedersi dove siano tutti i limoni indispensabili per produrre l’enorme quantità di limon-



Capri Arrivare, partire, informazioni

w ORARI NAVI E TRAGHETTI Come arrivare sull'Isola Capri si può raggiungere facilmente da Napoli, Sorrento, Amalfi, Positano, Salerno, Ischia e Procida con navi veloci e aliscafi. Naturalmente il porto con più collegamenti giornalieri è quello di Napoli Molo Beverello, in pratica piazza Municipio; da Mergellina partono aliscafi veloci della SNAV. Il tempo della traversata varia da 40 minuti in aliscafo a un’ora e venti con la nave traghetto. Gli orari costantemente aggiornati si possono consultare sul sito www.capritourism.com dell’Azienda Autonoma di Cura Soggiorno e Turismo, oppure telefonando agli Uffici Informazioni Turistiche dell’isola. Le compagnie di navigazione che effettuano servizio nel Golfo di Napoli da e per Capri sono: SNAV (Napoli, tel. 081.7612348; Capri Marina Grande, tel. 081.8377577; www.snavali.com, www.volaviamare.it); Caremar (Napoli, Molo Beverello, tel. 081.5513882, 081.5805111; Mergellina, tel. 081.7611004; Capri Marina Grande, tel. 081.8370700; www.caremar.it); NLG Navigazione Libera del Golfo (Napoli, Molo Beverello, tel. 081.5527209; Capri Marina Grande, tel. 081.8370819; www.navlib.it); Taxi del mare (Sorrento, via degli Aranci 180, tel. 800.547500, 081.8773600, www.taxidelmare.it). Aereotaxi e Voli turistici con elicotteri: Napoli Aeroporto di Capodichino, tel. 081.7387257, www.flywithsam.com. Si può contare su un servizio bagagli. Il deposito bagagli si trova a Marina Grande in via Cristoforo Colombo 10 (tel. 081.8374575) e a Capri in via Acquaviva. Facchini e portabagagli hanno la loro

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sede a Capri in piazza Martiri d’Ungheria 18 (tel. 081.8370179) mentre la Cooperativa Portuali Capresi si trova in via Marina Grande 282 (tel. 081.837 0896).

w SPOSTARSI SULL’ISOLA L’imbarco dell’auto sull’isola è sottoposto a rigide restrizioni essendo vietato dal 20 marzo al 30 ottobre e dal 20 dicembre al 7 gennaio. In ogni caso non è conveniente, né indispensabile arrivare con mezzi propri sull’isola, che può contare su una rete di trasporti varia ed efficiente. Funicolare Effettua servizio tra Marina Grande e Capri collegando in circa 3 minuti il porto con la Piazzetta. Dal 1 ottobre al 31 marzo parte ogni 15 minuti dalle 6.30 alle 21.00. Dal 1° giugno al 30 settembre le corse terminano alle 0.30. Il servizio serale e notturno è comunque sempre assicurato da collegamenti in autobus sulla stessa linea ogni mezz’ora fino a mezzanotte. Informazioni: Sippic Funicolare di Capri srl, tel. 081.8370420. Autobus Due sono le compagnie che operano sull’isola: ATC (tel. 081.8370420) sulle tratte Capri-Anacapri, Capri-Marina Piccola, Capri-Damecuta, Marina GrandeAnacapri, Marina Piccola-Anacapri; Staiano Autotrasporti (tel. 081.8371544, 081.8372422; www.staiano-capri.com) sulle tratte Anacapri-Grotta Azzurra e Anacapri-Faro di Punta Carena. Taxi I Taxi capresi sono famosi per il loro look “estivo” con abitacolo open space,


ombreggiato da un tendalino simile a quello utilizzato sulle barche dei pescatori. Effettuano servizio su tutte le strade dell’isola e ce ne sono sempre disponibili a Marina Grande, nei pressi del molo di attracco di navi traghetto e aliscafi. A Capri: piazza Martiri d’Ungheria, tel. 081.8370543, sede: via Acquaviva, tel. 081.8376657. Ad Anacapri: piazza Vittoria, tel. 081.8371175. Capri in scooter Lo Scooter è forse il modo più pratico per girare sull’isola potendo contare su autonomia e libertà di movimento. E vari sono i punti noleggio sull’isola. Capri Capri di Alfano Antonio, via Marina Grande 280, tel. 081.8377941 Capri di Alfano Ciro, via D. Giobbe Ruocco 55, tel. 081.8378018 Oasi Motor, via C. Colombo 47, tel. 081.8377138 Rent an Electric Scooter, via Roma 68, tel. 081.8375863 Rent an Electric Scooter, via Prov.le Marina Grande 210, tel. 081.8375863 Anacapri Alfano Antonio, piazza Barile 26, tel. 081.8373888 Grotta Azzurra, via Tuoro 5, tel. 081.8371486 Oasi Motor, piazza Caprile 3/A, tel. 081.8372444 Seggiovia del Monte Solaro Collega Anacapri con la vetta del Monte Solaro, luogo di grande fascino da dove partono anche spettacolari passeggiate. Effettua poco più di 300 metri di dislivello, dai 286 metri di Anacapri ai 589 metri del Monte Solaro, in circa 12 minuti.

Orario: da marzo a ottobre, dalle 9.30 alle 17.00; da novembre a febbraio, dalle 9.30 alle 15.30. Informazioni: Seggiovia del Monte Solaro, via Caposcuro 10, Anacapri; tel. 081.8371428; www.seggioviamontesolaro.it

w INFORMAZIONI E SERVIZI TURISTICI Sull’isola è presente un efficiente servizio di informazioni turistiche con vari uffici sul territorio. Molte notizie utili si possono anche trovare su internet. Azienda Autonoma Cura Soggiorno e Turismo Isola di Capri, piazzetta Ignazio Cerio 11, Capri; tel. 081.8375308 (sede amministrativa). Uffici turistici: Capri, piazza Umberto I; tel. 081.8370686. Marina Grande, Banchina del Porto; tel. 081.8370634. Anacapri, via G. Orlandi 59; tel. 081.8371524. Informazioni sulla rete: www.capritourism.com (sito dell’Azienda Autonoma Cura Soggiorno e Turismo). www.capritrails.com www.caprioutdoor.com www.capriress.it www.caprinet.it www.caprionline.com Guide turistiche e associazioni Da non sottovalutare l’ipotesi di farsi accompagnare da una guida turistica specializzata, con il vantaggio di capire meglio e in poco tempo le caratteristiche del territorio. Ci sono anche alcune associazioni legate al territorio impegnate nella protezione, salvaguardia e valorizzazione del territorio e delle tradizioni capresi. Ecco alcuni riferimenti: ISOLA DI CAPRI 119


Capri Arrivare, partire, informazioni

Luigi Esposito, via Tamborio 5, Capri; cell. 347.3681699, tel. 081.8375933; www.capritrails.com: guida specializzata per escursioni sui sentieri di Capri e della Penisola sorrentina e Costiera amalfitana. Arcucci Lavinia, Via Matermania 34, Capri; tel. 081.8379007, cell. 333.4868687; laviniaarcucci@katamail.com Capri Centro Guide, tel. 335.5266101, tel. e fax 081.5441832, 081.8373209; info@capricentroguide.it De Gregorio Annamaria, via Madre Serafina 35, Capri; tel. 081.8378635, cell. 339.8645862. Garofano Anna Maria, via Tuoro 7, Anacapri; tel. 0818382018 Associazione Amici di Cetrella, III Traversa Le Boffe 2, Anacapri; tel. 081.8371157. Associazione Capri Outdoors, via Matermania 23/A, Capri; cell. 347.3681699. Associazione Culturale Oebalus, via San Costanzo 8, Capri; tel. 081.8377263.

Capri Yacht Charter, p.zza Vittoria 3, Capri; tel. 081.8370819 CapriMar, via C. Colombo 75; tel. 081.8375581 Capri Relax Boat, via C. Colombo 64, Capri; tel. 081.8374559 Esposito Nunzio, Capri; tel. 081.8377848 Fiore Pasquale, via C. Colombo 40, Capri; cell. 338.7624883 Fiore, di Fiore Marco, via D. G. Ruocco, Capri; cell. 333.7335979 Gaeta Michele, Anacapri; tel. 081.8371660 Guarracino Giancarlo, Capri; tel. 081.8376520 Leomar, Marina Grande (spiaggia), Capri; tel. 081.8377181 Lo Scoglio delle Sirene, Via Mulo 63, Capri; tel. 081.8370221 Sercomar, Via C. Colombo 64, Capri; tel. 081.8378781 Simeoli, Via Marina Piccola 26, Capri; cell. 347.4707452 Whales, Via C. Colombo 17, Capri; tel. 081 8375833

Noleggio imbarcazioni Dedicare uno o più giorni a vacanze “tuttomare” potendo contare su un tradizionale gozzo di pescatori o un pratico gommone, con o senza accompagnatore, è una scelta di cui non si è mai pentito nessuno. Il mare di Capri e l’isola vista dal mare sono esperienze da non perdere. Alberino Gennaro, via C. Colombo 17, Capri; tel. 081.8377118, 081.8375833 Banana Sport, via Marina Grande 12 (spiaggia); tel. 081.8375188 Capri Boats, via Acquaviva 31; tel. 081.8376471 Capri Boat Services di A. Salvia, Capri; tel. 081.8378382, cell. 338.3613328

Agenzie di viaggio Grotta Azzurra, via Roma 53, Capri; tel. 081.8370702 Grotta Azzurra, largo Fontana 64, Capri; tel. 081.8370410 Tiberio Viaggi e Turismo, via Li Curti 2, Capri; tel. 081.8376371 Pansa Travel, via G. Orlandi 79, Anacapri; tel. 081.8372230

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Agenzie di servizi Tra le varie ne segnaliamo due molto originali. Se pensate di sposarvi nell’isola delle sirene troverete un valido appoggio in Wedding in Capri, agenzia specializzata nell’effettuazione delle pratiche


burocratiche e organizzative. Se invece amate la buona cucina, vi piace cucinare e volete conoscere le tradizioni gastronomiche capresi, potrete contattare Capri Dolce Vita e frequentare una divertente scuola di cucina. Wedding in Capri, via Cristoforo Colombo 23, Capri; tel. 081.8377693; www.weddingcapri.com Capri Dolce Vita-Scuola di cucina, via Dentecala 19, Capri; tel. 081.8377106; www.capridolcevita.com Internet point sull’isola Internet Point, via Cristoforo Colombo 20, Marina Grande Capri; tel. 081.8378518. Capritech Internet Corner c/o Bar Gabbiano, via C. Colombo 76, Capri; tel. 081.8376531 Capritech Internet Corner c/o Bar Due Pini, p.zza Vittoria 3, Anacapri; tel. 081.8371404 Capritech Internet Corner c/o Hotel Capri, via Roma 71, Capri; tel. 081.8370003 Telecom Italia, piazza Umberto I, Capri; tel. 081.8375488 Capri Internet Point, viale De Tommaso 1, Anacapri; tel. 081.8373283 SM Informatica, p.zza Caprile 12, Anacapri; tel. 081.8382305 Biblioteche Biblioteca Comunale Popolare “Luigi Bladier”, Viale Certosa 33, Capri; tel. 081.8386241 Biblioteca Centro Caprense “Ignazio Cerio”, Piazzetta I. Cerio 8/A, Capri; tel 081.8376681

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Guardia Medica Notturna e Festiva, tel. 081.8375019. Guardia Medica Turistica, tel. 081.8371012. Polizia Commissariato di Capri, via Roma 70; tel. 081.8374211. Numero pubblico d’urgenza: 113 Carabinieri Via Provinciale di Marina Grande 42, Capri; tel. 081.8370000 Via Timpone 16, Anacapri; tel. 081.8371011 Ufficio Oggetti Smarriti c/o Municipio di Capri, piazza Umberto I; tel. 081.8386203. c/o Municipio di Anacapri, via Caprile 30; tel. 081.8372423. Dove prendere i taxi /Tariffe/ Optionals/Contatti Fino a qualche anno addietro il taxi era considerato un mezzo di trasporto di lusso, riservato ai turisti facoltosi, un mezzo di emergenza scelto all'ultimo minuto per raggiungere la nave in partenza oppure l'ospedale. Oggi, fortunatamente, tale concezione è superata e il taxi è diventato un mezzo di trasporto complementare al servizio pubblico collettivo, alla portata di tutti, grazie anche al contenimento delle tariffe, all'organizzazione del lavoro, alla professionalità degli addetti ed alla sicurezza del servizio. Via Acquaviva, 5; Tel. 081 8376657 Fax 081 8379538

Emergenza Pronto Soccorso, tel. 081.8381205. ISOLA DI CAPRI 121


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COMUNICAZIONE e GRAFICA

Via Capecelatro, 31 - 20148 Milano Phone : 02. 36767660/1 Fax : 02. 36767662 Sito Web: www.limedizioni.com Email : info@limedizioni.com


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