L'ITALIANO

Page 1

BUENOS AIRES, VenerdĂŹ 17 Maggio 2013

Anno VII N. 1662 $ 4,00

www.litaliano.com.ar

Europa League al Chelsea. Benfica beffato al 93’. Lampard e compagni pazzi di gioia

Stati Uniti: spionaggio di Ap. Il Presidente Obama era all’oscuro di tutto

Ingroia ad Aosta ci resta solo per due ore poi decide di andare subito in ferie

Sport alla pag. 12

AttualitĂ alla pag. 8

AttualitĂ alla pag. 3

IL PREMIER CHIEDE TEMPO SULLA DEFINITIVA CANCELLAZIONE DELLA TASSA: ÂŤVOGLIAMO FARE SCELTE CON I PIEDI PER TERRAÂť

Letta frena sull’Imu: non è decreto dei miracoli Il Pdl alza di nuovo la voce: stop entro agosto oppure faremo cadere il governo

QuiEconomia

ROMA - ÂŤVogliamo fare scelte concrete, scelte con i piedi per terra, sapendo quello che possiamo fare. Il decreto di domani non sarĂ un decreto dei miracoli. Ci consente solo di avere 100 giorni, di avere il tempo per poter fare delle riformeÂť. Parole e pensieri del premier Enrico Letta a Varsavia, parlando del decreto legge che il Consiglio dei ministri dovrebbe licenziare venerdĂŹ sull'Imu. Proprio negli stessi minuti in cui le agenzie battevano l'aut aut di Brunetta, capogruppo Pdl, al governo durante la trasmissione Porta a Porta: ÂŤEntro agosto bisogna fare la riforma complessiva della tassazione degli immobili, compresi i capannoni, altrimenti cadrĂ il governo LettaÂť.

Debiti Pa, sbloccati i primi 40 miliardi. La Camera approva, sĂŹ di Lega e Sel, M5S si astiene Via libera a quelli dei ministeri

alla pag. 2

QuiPolitica

alla pag. 2

QUIPOLITICA

Sulla legge elettorale e muro contro muro. Il Pd vuole cancellare il Porcellum, ma il Pdl chiede le riforme costituzionali. Franceschini: ÂŤSi parte il 29 maggioÂť ALLA PAG. 3

Intercettazioni, il Pdl torna all’assalto. Presentato disegno di legge fotocopia di quello di due anni fa

CRONACHEITALIANE

alla pag. 3

Genova si ferma per piangere i suoi morti. Lungo addio alle vittime del porto. Napolitano abbraccia i parenti alla pag. 4

QUIITALIA

BAMBINI PICCHIATI E UMILIATI DUE ARRESTI IN UN ASILO ALLA PAG. 9

Assalto al cantiere Tav. Caccia ai responsabili per tentato omicidio Azione non coordinata di una frangia estremaÂť alla pag. 5

A info@litaliano.it puoi scrivere le tue opinioni, i tuoi suggerimenti o segnalare se non trovi il giornale nel tuo chiosco abituale


PAGINA

PRIMO PIANO

2

L’ITALIANO VENERDI’ 17 MAGGIO 2013

» Imu sospesa, ma non per le imprese LA POLITICA I PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO

Nel decreto solo prima casa e soldi per la Cig. Il ministro Giovannini annuncia entro giugno un “pacchetto” per i giovani ◗ ROMA

Stop Imu sulla prima casa, rinvio per le imprese con i loro capannoni. Domani il Consiglio dei ministri decreterà la sospensione della prima rata dell’Imu solo per la prima abitazione e il Pdl non nasconde la sua insoddisfazione. Nel provvedimento d’urgenza saranno anche contemplati gli interventi a tutela dei lavoratori in Cig - con il rifinanziamento di quella in deroga ma con una bassa dotazione- e l’eliminazione dello stipendio dei membri del governo con lo status di parlamentare. Per il resto, vale a dire pacchetto occupazione per i giovani, rivisitazione della riforma pensionistica e sterilizzazione dell’Iva bisognerà attendere. Forse entro giugno, non appena saranno chiare le coperture finanziarie necessarie. Il Pdl che aveva puntato tutto sulla sospensione generalizzata della rata dell’Imu (dalla prima casa ai capannoni) non l’ha presa bene e ieri ha convocato un summit urgente dei propri ministri per discutere anche «della dignità del Pdl all’interno del governo». Ma la riunione tra i ministri e i presidenti dei gruppi parlamentari del Pdl non è stato un «gabinetto di guerra», precisano in serata Schifani e Brunetta. Le decisioni da sottoporre al Consiglio dei ministri erano state assunte da un vertice al quale avevano partecipato Letta e Alfano con i ministri Saccomanni e Giovannini. Il decreto che sarà varato domani per quanto riguarda l’Imu riguarderà dunque solo la sospensione dell’imposta per la prima casa, mentre per quanto riguarda le imprese si approfondirà in una fase successiva. Potrebbero esserci misure per le case rurali. Alla base del rinvio per quanto riguarda i capannoni industriali e agricoli è il «peso» finanziario complessivo: sette miliardi attualmente di difficile copertura. Per questo l’argomento è stato rinviato. Fonti del governo fanno trapelare che a settembre dovrebbe essere varata la riforma complessiva della tassazione sulla casa. In ogni caso la

sospensione è attesa da una lunga lista di richiedenti: dai capannoni delle imprese ai negozi degli esercenti sino agli alberghi e a i proprietari di immobili costruiti e rimasti invenduti. Una platea enorme che non avrà quasi sicuramente risposte positive per la scarsità di risorse, l’Anci comunque avverte: «Se non ci sarà anticipo di cassa dallo Stato sulla prima rata dell’Imu ci saranno enormi problemi per i Comuni». La richiesta è l’immediata compensazione. Il governo ha dovuto anche tenere conto della difficoltà a reperire fondi per la copertura della cassa integrazione. Per la Cig si profila comunque un intervento minore alle aspettative. I sindacati avevano sti-

mato un fabbisogno di 1 miliardo e mezzo per rifinanziare quella in deroga. L’importo trovato sembrerebbe inferiore al punto che i ministri avrebbero assunto la decisione di rimpinguare la dotazione con più solide coperture sin dai prossimi mesi. Al momento si attingerà dunque al Fondo per le politiche della formazione e al fondo per la produttività. In pratica si stornerebbero delle cifre confidando di poterle reintegrare con la legge di stabilità. Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini ha inoltre annunciato che entro giugno il governo punta a mettere a punto un pacchetto articolato per l’occupazione giovanile.

Il premier Enrico Letta, il vicepremier Alfano e il ministro Franceschini al “conclave” di Spineto

Debiti Pa, sbloccati i primi 40 miliardi

La Camera approva, sì di Lega e Sel, M5S si astiene. Saccomanni: «Via libera a quelli dei ministeri» Ora tocca al Senato discutere e votare ma il provvedimento arriva blindato. I fondi saranno erogati in 2 anni (entro il 2014). Ci sarà un’ulteriore tranche senza i temuti tagli alla scuola

◗ ROMA

Prima il via libera del Parlamento al decreto legge per sbloccare i crediti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, in serata anche la firma del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni che consente lo sblocco del pagamento dei debiti scaduti dei ministeri. La Camera ha approvato il testo con 450 sì, tra cui il parere favorevole di Sel e Lega, l’astensione del Movimento 5 Stelle, e nessun voto contrario. Ora la palla passa al Senato dove però il provvedimento arriva blindato: «Per il governo si chiude qua» taglia corto il sottosegretario al Tesoro Alberto Giorgetti, chiudendo all’ipotesi di ulteriori modifiche. In attesa del varo definitivo del decreto legge, ecco le misure principali. 40 miliardi in 2 anni. Il provvedimento sblocca 40 miliardi, tra il 2013 e il 2014, di pagamenti da parte della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. Fase due. Con una modifica approvata alla Camera si pongono le basi per un’ulteriore tran-

La votazione del decreto legge ieri alla Camera

che: le nuove erogazioni potranno essere effettuate attraverso operazioni di tutti gli operatori finanziari, compresa Cassa Depositi e Prestiti. Tagli a ministeri, scuola salva. A pagare gli oltre 550 milioni di euro che servono a copertura del decreto legge nel 2014 sarà l’incremento dell’Iva dovuto al pagamento delle nuove fatture, mentre nel 2015 saranno i tagli lineari ai ministeri, con l’eccezione di scuola e università. Salvi anche l’Expo e i fondi per la cooperazione allo svilup-

po. Patto stabilità enti locali. Escluso per il 2013 dal Patto di stabilità interno i pagamenti di debiti di parte capitale. Ok al Patto di stabilità interno verticale: le regioni possono modificare, a invarianza di contributo, gli spazi finanziari ceduti a Province e Comuni. Durc. Le imprese per ottenere i pagamenti dovranno dimostrare di essere in regola con i contributi. Compensazioni. Possibile compensare crediti e debiti fino al-

la soglia di 700.000 euro. Con una modifica approvata alla Camera si prevede inoltre che siano interessati i ruoli emessi fino al 31 dicembre 2012. Regioni, niente nuove tasse. Anche le Regioni non potranno aumentare le tasse per pagare i crediti. 30 giorni per pagare. Comuni e Province avranno al massimo un mese dall’erogazione degli anticipi del Tesoro per corrispondere alle imprese il dovuto. Stretta anche per le società in-house.

In ordine cronologico. Spetterà alle amministrazioni identificare i soggetti che hanno diritto, e gli importi da pagare. Se gli importi superano le disponibilità sarà seguito il criterio dell’anzianità del credito scaduto. Cessioni crediti detassate. I contratti di cessione dei crediti sono esenti da imposte e tasse. Dimezzati gli onorari notarili. Certificazioni. Le certificazioni delle pubbliche amministrazioni dovranno contenere la data in cui sarà effettuato il pagamento nei confronti delle imprese. Monitoraggio. Tutte le amministrazioni dovranno effettuare una ricognizione completa dei debiti commerciali accumulati entro fine 2012. Redditi. Le imprese che vantano crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni dovranno indicare in un allegato della dichiarazione dei redditi l’elenco dei crediti. Appalti pubblici. Le imprese, fino al 2015, potranno sospendere i lavori, nel caso in cui il mancato pagamento raggiunga il 15% dell’importo netto contrattuale.

A info@litaliano.it puoi scrivere le tue opinioni, i tuoi suggerimenti o segnalare se non trovi il giornale nel tuo chiosco abituale PROPUESTA ITALIANA

“Un’aria fresca tra l’Italia e l’Argentina” Todos los sábados de 12 a 13 hs. Radio Cadena Eco - AM1220 La radio en todo el Pais

L ITALIANO

SEI SERVICIO EDITORIAL ITALIANO S.A. Avda. Córdoba 1237 Piso 5 (1055) C.A.B.A. - Tel.: 4811-0462 DIRECTOR: Tulio Zembo IMPRENTA: Agenciacid.com, Calle 5 Nº 619 - Mercedes, Buenos Aires 6600 - Tel.: 02324-40011 DISTRIBUCIÓN: Interdiario de H. H. Alonso, Calle Mexico 2061 CABA Tel 4943 0430 Propiedad intelectual en trámite L’Italiano no se responsabiliza por las opiniones de los columnistas.

ITALIA Coop. Editoriale L’Italiano Soc. Coop. a mut. prev. Srl, Via Ardeatina 590 - 00178 Roma P. Iva 09341041003 - Tel. 065018721 REGISTRAZIONE: Tribunale di Roma 492007 del 02.03.2007 - ROC: 15506 DIRETTORE RESPONSABILE: Salvatore Santangelo DIRETTORE EDITORIALE: Gian Luigi Ferretti CAPOREDATTORI: Alfredo Iannaccone - Stefano Pelaggi ASSISTENZA LEGALE: Avv. Fabio Massimo Cantarelli - Avv. Patricia Sackmann Sala


L’ITALIANO VENERDI’ 17 MAGGIO 2013

PAGINA

PRIMO PIANO

» Intercettazioni, il Pdl torna all’assalto

3

LA POLITICA LO SCONTRO

Presentato disegno di legge fotocopia di quello di due anni fa. Il Csm scrive al ministro Cancellieri: «Ci difenda» ◗ ROMA

In Parlamento sale la tensione sulla giustizia. Pochi giorni dopo la requisitoria nel processo Ruby del procuratore Ilda Boccassini che ha chiesto 6 anni di reclusione per Silvio Berlusconi e gli attacchi alle toghe lanciati a Brescia dall’ex premier, il Pdl riapre il fronte «caldo» delle intercettazioni. Materia indigesta alla sinistra. Ieri sono stati presentati alle Camere due progetti di legge: uno a Montecitorio a firma di Maurizio Bianconi e uno al Senato di Domenico Scilipoti. Un altro disegno di legge è stato presentato da Enrico Costa capogruppo in commissione Giustizia fotocopia del disegno di legge Alfano approvato nel 2011 (in via non definitiva) che mirava ad una stretta sulle intercettazioni. Non solo. Annunciata anche la presentazione di un altro ddl sulla responsabilità civile dei magistrati e un nuovo inasprimento delle norme sulla diffamazione a mezzo stampa. Tutto questo, poche ore prima che alla giunta delle autorizzazioni della Camera arrivasse la richiesta per l’autorizzazione all’ascolto di conversazioni telefoniche di Denis Verdini, Nicola Cosentino e Marcello Dell’Utri. «Sulle intercettazioni telefoniche, il Pdl vuole arrivare allo scontro» è stata la reazione di Felice Casson, vicepresidente della commissione Giustizia. E che la questione Giustizia e i processi dell’ex premier pesino come macigni sulla tenuta del governo lo conferma la presa di posizione del neo segretario del Pd, Guglielmo Epifani, che ha posto subito l’altolà ai falchi del Pdl. «Non siamo noi a mettere in difficoltà il governo in cui crediamo, ma il centrodestra. Alzare la tensione sulla giustizia e mettere in primo piano le intercettazioni non aiuta il governo che invece di lavorare rischia di galleggiare». Silvio Berlusconi da parte sua, sembra non voler sentir parlare d’altro che delle sue vicende giudiziarie. Ieri ha convocato all’ora di pranzo a Palazzo Grazioli il suo collegio difensivo, off limits per gran parte dello stato maggiore piddiellino. La rabbia del Cavaliere per quello che considera un «accerchia-

Il sondaggio Le vicende giudiziarie di Berlusconi potrebbero pesare sulla stabilità del Governo Letta? Sì

No

45

49

Il "Processo Ruby" nell'opinione degli italiani Appanna l'immagine di Berlusconi senza influire sul consenso

Potrebbe segnare la fine dell'esperienza politica del Cavaliere

23

52

È ininfluente e si concluderà senza danneggiare Berlusconi

Non sa

6

25

L'indagine è stata condotta dall'11 al 13 maggio 2013 dall'Istituto Nazionale di Ricerche Demòpolis su un campione di 1.018 intervistati

mento» da parte dei pm inizia ad essere difficile da contenere anche per i suoi fedelissimi. Con i suoi più stretti collaboratori si sarebbe lasciato andare ad un lungo sfogo: «Ogni settimana arriva una richiesta di rinvio a giudizio, ditemi se i magistrati non vogliono minare il clima di pacificazione». Berlusconi non avrebbe comunque in-

tenzione di mettere in difficoltà il governo, ma l’ingorgo dei processi a suo carico non giova al delicato equilibrio su cui poggia l’esecutivo. Lo scontro con la magistratura è ai massimi livelli tanto che ieri il Csm ha incalzato il neoministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri invitandola a rompere il silenzio sulle pesanti accuse alle toghe

lanciate nei giorni scorsi dagli esponenti delle istituzioni e dei partiti a Brescia, ma anche sulle riforme che intende portare avanti. A mettere alle strette il Guardasigilli è stato un documento approvato dal plenum ad ampia maggioranza. Un documento che ha avuto un iter complicato con una parte del Csm che voleva inserire una fra-

se in cui si sottolineava il silenzio del ministro durante «l’ennesima puntata del conflitto tra giustizia e politica» con una chiara allusione alla manifestazione di Brescia. Parte eliminata solo quando si è trovata una frase di «compromesso» in cui si definiva «indispensabile» che tra tutte le istituzioni vi sia il «massimo rispetto». Il ministro ha dato una risposta cercando di spegnere le polemiche: «Non c’è nessun problema, un incontro al Csm è già in cantiere», ha detto chiarendo però che dei temi della giustizia parlerà prima di tutto venerdì al Consiglio dei ministri «poi li porterò in Parlamento la settimana prossima». Insomma, le parole pronunciate da Berlusconi a Brescia hanno lasciato l’ennesimo segno nei difficili rapporti tra toghe e politica. Intanto la famiglia Berlusconi torna apertamente all’attacco dei magistrati. Questa volta è la primogenita dell’ex premier, Marina. In un’intervista rilasciata alla rivista Panorama ha definito il processo Ruby in cui il padre è accusato di concussione e prostituzione minorile «una farsa che non doveva neppure cominciare».

Ingroia ad Aosta solo per due ore poi subito in ferie È durata poco più di due ore la prima giornata di servizio ad Aosta del neo sostituto procuratore Antonio Ingroia. Accompagnato dalla scorta, è arrivato alle 10 a palazzo di Giustizia per prendere possesso del nuovo incarico e se ne è andato alle 12. In questi 120 minuti il magistrato ha partecipato alla cerimonia di “immissione in possesso” davanti al tribunale in composizione collegiale e ha avuto i primi contatti con i colleghi. Poi si è chiuso nell’ufficio del procuratore capo Marilinda Mineccia per discutere di ferie: Ingroia, d’intesa con il Csm, ha chiesto di smaltire 68 giorni di vacanze ma gliene sono stati concessi 30 per esigenze d’ufficio. Tornerà in servizio il 20 giugno, a meno che il trasferimento non venga sospeso dal Tar il prossimo 23 maggio.

Sulla legge elettorale è muro contro muro

Il Pd vuole cancellare il Porcellum, ma il Pdl chiede le riforme costituzionali. Franceschini: «Si parte il 29 maggio» ◗ ROMA

Dario Franceschini

Cresce il fronte nel Pd per abrogare il Porcellum ma il Pdl fa muro e avverte: niente riforma delle legge elettorale prima delle modifiche costituzionali. Enrico Letta resta dell’idea delle necessità di mettere «in sicurezza il sistema di voto, adattandolo ai rilievi della Consulta» e i democratici fanno, una volta tanto uniti dai renziani fino a Epifani, pressing sul Parlamento per arrivare il prima possibile almeno alla riscrittura del sistema di voto. Ma a via dell’Umiltà fanno la voce grossa e avvertono: la vita del governo sarà breve e travagliata se si comincerà dalla riforma del sistema di vo-

to. La politica prova a dettare l’agenda delle riforme, fissando una settimana «costituente» per far partire l’iter delle riforme. La prima tappa sarà il 22 maggio con l’audizione del ministro Gaetano Quagliariello davanti alle commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato. Il percorso proseguirà attraverso il confronto tra il governo e i gruppi parlamentari per approdare alla data del 29 maggio quando nella aule di Montecitorio e di palazzo Madama saranno discusse le mozioni di indirizzo per l’istitiuzione della Convenzione. «Dopo trent’anni il governo si fa parte attiva per rendere concreto il percor-

so delle riforme nel rispetto del Parlamento», annuncia entusiasticamente Dario Franceschini, ministro per i rapporti con il Parlamento. Ma la strada non è affatto in discesa. A partire dal nodo della riforma elettorale e dalla stessa composizione della Convenzione che il governo immagina presieduta da Sisto e Finocchiaro, presidenti delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato e alla quale una legge costituzionale dovrebbe attribuire «poteri redigenti» per dirla con il democrat Sanna. Per ora però è la riscrittura della legge elettorale a creare le maggiori fibrillazioni nella maggioranza. L’urgenza di modifi-

care la legge elettorale dei democratici, dettata dal rischio che qualcosa vada storto e che si debba presto tornare alle urne, non è affatto gradita dal Pdl che arriva a mettere in discussione la stessa tenuta della maggioranza. «Non occorre essere scienziati della politica né fini analisti per comprendere che chi sia affanna per cambiare d’urgenza la legge elettorale lavora per una vita molto breve (e travagliata) della legislatura», avverte l’ex portavoce di Berlusconi, Daniele Capezzone. Ma anche l’ideatore del Porcellum il leghista Calderoli avrebbe pronta una proposta di legge per tornare al Matterellum.

La pasta numero 1 del Sud Italia Marco Di Meo Presidente DIGIMPEX S. R. L. Importador Exclusivo Divella S.p.A. Reconquista 522 Piso 11 C.A.B.A. Tel/Fax. +5411 - 4393-0772 Cel. +54911-153-597-2976 www.divella.com.ar


PAGINA

L’ITALIANO VENERDI’ 17 MAGGIO 2013

ATTUALITA’

4

◗ GENOVA

Genova si ferma davanti a un dolore che da giorni non conosce tregua. Quando i feretri delle otto vittime del crollo della Torre Piloti entrano in cattedrale per le esequie solenni alla presenza del Capo dello Stato le sirene delle navi in porto suonano. Otto colpi di sirena, otto come le vittime ritrovate tra le macerie della Torre squassata dalla Jolly Nero. Il presidente Giorgio Napolitano siede accanto al presidente della Camera Laura Boldrini. Poco distante, i familiari delle vittime. In prima fila il padre e le sorelle, la fidanzata di Gianni Jacoviello, il sergente della Capitaneria di porto il cui corpo ancora non si trova. Piangono piano, mani che cercano mani per sentire un poco di calore: lo stallo che avrebbe dovuto contenere la bara di Gianni è ancora vuoto. «Sono triste come voi, facciamoci forza insieme» ha detto ai familiari il presidente Napolitano. «Fatevi forza», ripete stringendo loro le mani e abbracciandoli. Una forza che sembra abbia abbandonato tutti, in questa chiesa gremita, un dolore «per tutti noi e per l’Italia», dice il presidente della Camera Laura Boldrini, prima di entrare in chiesa. «La sciagura che ha colpito il porto ha lasciato incredula e stordita la città - afferma il cardinal Angelo Bagnasco -. L’intero Paese, di fronte a tanto dolore, s’inchina e invoca che mai più accada». Ma è successo e Genova davvero si ferma a guardare questo dolore che sembra invadere chiunque: le migliaia di persone in strada,

Da sinistra in senso orario uno dei feretri delle vittime; Giorgio Napolitano e l'ammiraglio Felicio Angrisano ai funerali; il cardinale Angelo Bagnasco

Genova si ferma per i suoi morti

Lungo addio alle vittime del porto. Napolitano abbraccia i parenti. Bagnasco: «Mai più tragedie così» quelle in piazza davanti al maxischermo, la gente del porto che si ferma. Fermi, come se lo stare immobili facesse sentire meno il male. Daniele, Davide, Marco, Giuseppe, Michele, Sergio, Maurizio, Francesco sono uno accanto all’altro. Insieme, come quella sera maledetta del 7 maggio, quando la Torre è crollata trascinando con sé no-

ve persone e tutto il loro mondo, i genitori, le fidanzate e le mogli, gli amici e i colleghi. «Benedici nella cadente notte il riposo del popolo e benedici noi che per esso vegliamo sul mare», dice la preghiera del Marinaio letta da un ufficiale della Capitaneria con la voce incrinata. E la benedizione che il cardinale impartisce si ag-

giunge a lacrime di cui sono intrise bandiere e bare, le foto e i berretti. E sullo stallo rimasto vuoto in attesa di Gianni Jacoviello, il berretto e un pallone da basket. I suoi amori, insieme a quella ragazza minuta con i capelli biondi e lunghi che avrebbe dovuto sposare tra un mese. Tra i banchi la gente non può non commuo-

versi quando suona il “Silenzio”. Tra loro il capo della polizia Alessandro Marangoni, il capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, il comandante generale dell’Arma Leonardo Gallitelli, il comandante generale delle Capitanerie di Porto Pierluigi Cacioppo, l’ammiraglio Felicio Angrisa-

no. È tutto finito: le bare portate a spalla escono dalla chiesa. Daniele, Davide, Marco, Giuseppe, Michele, Sergio, Maurizio, Francesco se ne vanno. Gianni prima o poi li raggiungerà. Restano solo le parole di un’altra preghiera, quella del Navigante: «Benedici chi giace in fondo al mare».

Ofrece asistencia gratuita para: Jubilaciones y pensiones ARGENTINAS - Jubilaciones y pensiones ITALIANA Formularios del I.N.P.S. y del I.N.A.I.L - Declaraciones de réditos (Mod. RED/EST) Obtención de documentos en Italia - Asesoramiento para ciudadanía italiana Asesoramiento para asistencia social - Informaciones en general

AVENIDA CORDOBA 1237 5°PISO - C1055AAC BUENOS AIRES TEL. 1148119941 - FAX: 1148130406 - ENASARGENTINA@GMAIL.COM Apoyando desde siempre al L'Italiano! Desde hace mas de 100 años en el país, brindando coberturas de seguros de vida y salud a grupos de personas y organizaciones. Sede central: Calle Montevideo 431 Piso 5. Capital Federal Tel 4372-6115 www.asv.com.ar


L’ITALIANO VENERDI’ 17 MAGGIO 2013

PAGINA

5

ATTUALITA’

Assalto al cantiere Tav Caccia ai responsabili per tentato omicidio

Dopo lo sfratto torna in casa e si getta nel vuoto Si è ucciso perché sfrattato dall’alloggio Ater in cui viveva da anni. «Torno in casa a prendere una cosa che mi sono scordato», ha detto ai vigili urbani che lo avevano fatto uscire dal condominio. Ma una volta rientrato in casa ha aperto la finestra e si è buttato di sotto. Un volo di dieci metri per G.D.B., pensionato, 65 anni, conosciuto da tutti a Lonigo, piccolo comune del Vicentino. Qualche giorno fa era entrato nel bar con una busta appena ritirata alla Posta. «Hai vinto un’eredità?», avevano scherzato gli amici. E lui, terreo: «Mi sfrattano». Aveva un figlio, ma in quella casa ci viveva da solo. «Qui in chiesa non veniva molto, ma lo conoscevo e qualche tempo fa gli ho dato anche un piccolo aiuto - dice don Mariano, il parroco - ma non avevo capito che la situazione era così seria. Purtroppo è il segno dei tempi questa disperazione».

Gli inquirenti: «Azione non coordinata di una frangia estrema» Proposta di legge del M5S per bloccare il trattato Italia-Francia ◗ TORINO

C'è anche il tentato omicidio tra le ipotesi di reato avanzate dalla procura di Torino per l'assedio al cantiere della Tav in Valle di Susa avvenuto nella notte tra lunedì e martedì. Tra le altre imputazioni che gli inquirenti stanno vagliando, vi sono anche i reati di danneggiamento, porto di materiale esplodente e altri reati correlati. Intanto, proseguono le indagini sull'episodio: il sostituto procuratore Andrea Padalino ha aperto un fascicolo contro ignoti sui fatti della notte del 13 maggio, quando venti-trenta persone a volto coperto hanno stretto d'assedio il cantiere del tunnel esplorativo per la linea ferrovia ad alta velocità Torino-Lione, bersagliandolo con razzi, bengala e bottiglie molotov, per poi allontanarsi cercando rifugio nei boschi all'arrivo delle forze dell' ordine. L'attacco non è stato rivendi-

Una molotov usata nell’attacco

cato, ma l'ipotesi è che i suoi autori appartengano all'area degli autonomi, già coinvolti in un analogo episodio l'8 febbraio, quando le reti del cantiere erano state tagliate ed alcuni mezzi di trasporto erano stati danneggiati. Secondo le prime ipotesi investigative, si tratterebbe di una frangia oltranzista che ha deciso di agire senza coordinarsi con il

movimento No Tav “ufficiale”, composto dai comitati di cittadini della Valle di Susa contrari all' opera. Gli inquirenti mettono sotto la lente le modalità dell'attacco, che suggeriscono un'azione preparata con cura, ma in assenza di accordi con il movimento, come per alzare l'asticella della protesta. Al vaglio degli inquirenti sono anche le frasi comparse sul blog di ispirazione No Tav Maverick, secondo il quale gli operai che lavorano al cantiere Tav di Chiomonte «tradiscono la propria comunità e la loro terra. [...]La loro scelta egoista individuale li mette fuori dalla loro comunità e li condanna meritatamente a una difficile convivenza sul territorio». Intanto le misure di sicurezza intorno al cantiere si preparano a diventare più stringenti: la zona rossa verrà allargata e le forze dell'ordine schierate a presidio del cantiere riceveranno rinforzi. Ma il percorso della Tav potrà incontrare un nuovo ostacolo a livello legislativo: ieri a Roma i

La visita dei parlamentari di Sel e M5S al cantiere il 23 marzo

parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno depositato a palazzo Madama un disegno di legge per la richiesta di abrogazione della legge di ratifica del trattato internazionale della Torino-Lione, firmato nel 2001 a Torino, che dava il via alla realizzazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità. «Non vi è alcuna ragione per proseguire con il pro-

getto, oramai obsoleto, ma vi è anzi l'urgenza immediata di annullare l'accordo per salvaguardare le nostre finanze, le finanze francesi e le finanze comunitarie, in presenza di spese che inspiegabilmente continuano a generarsi sia in territorio italiano che in territorio transalpino in relazione a determinati lavori», ha spiegato il primo firmatario,

il parlamentare valsusino Marco Scibona. Polemiche, poi, per la visita del regista premio Oscar Gabriele Salvatores ai No Tav e che «avrebbe condiviso le ragioni del movimento». «Una visita che è un insulto all’intelligenza», dice il senatore Pd Stefano Esposito.

taranto

«Favorì l’Ilva», arrestato presidente della Provincia ◗ TARANTO

Non c’è stato quasi il tempo di notificare il provvedimento di dissequestro dei prodotti fermi sulle banchine da oltre cinque mesi, firmato due sere fa. Le inchieste giudiziarie che da tre anni travolgono l’Ilva per inquinamento hanno avuto un’altra violenta impennata. Il presidente della provincia, un ex assessore, un ex dg dell’ente e un ex dirigente dell’azienda siderurgica: sono le figure che rappresentano il presunto intreccio perverso tra politici e uno dei più

grandi gruppi siderurgici europei finite nel mirino della magistratura. Concussione l’ipotesi di reato, una tentata e l’altra consumata, e sullo sfondo le pressioni che sarebbero state esercitate per far rilasciare l’autorizzazione per la discarica di rifiuti speciali pericolosi Mater Gratiae, all’interno del siderurgico e gestita dall’Ilva. In carcere sono finiti Giovanni Florido, 61 anni, esponente Pd, presidente della provincia di Taranto e a capo dal 2004 di una giunta di centrosinistra, e l’ex assessore provinciale all’Ambiente

Michele Conserva, 53 anni, che già il 26 novembre scorso era andato ai domiciliari per la stessa inchiesta. Nel carcere di Taranto, dov’è detenuto sempre dal 26 novembre ma per l’inchiesta-madre sull’inquinamento, i finanzieri del comando provinciale di Taranto hanno notificato il provvedimento all’ex dirigente dell’Ilva Girolamo Archinà, 67 anni. Ai domiciliari invece l’ex direttore generale della provincia, e attuale segretario generale del comune di Lecce, Vincenzo Specchia, 60 anni, che è stato sospeso dall’in-

Il presidente della provincia di Taranto, Giovanni Florido

carico. L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip Patrizia Todisco. “Ambiente svenduto” è denominata l’inchiesta, e nelle 101 pagine dell’ordinanza sono riassunte le testimonianze, le intercetta-

zioni, anche ambientali, le informazioni e i documenti raccolti che comproverebbero, secondo i pm, le pressioni esercitate da alcuni politici per favorire l’Ilva. Pressioni che avrebbero preso di mira i dirigenti del

Via libera alla sperimentazione di Stamina La controversa terapia sarà trattata dall’Agenzia del farmaco con il paletto della sicurezza dei pazienti ◗ ROMA

Manifestanti in piazza Montecitorio

Mentre in piazza Montecitorio le famiglie dei malati e varie associazioni da tutta Italia manifestano chiedendo di poter curare i propri bambini con la terapia a base di cellule staminali messa a punto dalla Fondazione Stamina, la commissione Affari sociali della Camera approvava un emendamento “chiave” al decreto Balduzzi che affronta la questione delle cure compassionevoli: un voto unanime ha dato il via libera alla sperimentazione di terapie avanzate a base di staminali mesenchimali,

quelle usate da Stamina, promossa dal ministero della Salute con Agenzia del farmaco (Aifa), Istituto superiore di sanità e Centro nazionale trapianti, e con l’unico paletto della sicurezza dei pazienti. «Abbiamo voluto consentire la possibilità di fare una sperimentazione clinica con le staminali, e in questo caso a Stamina Foundation. Ma con un unico paletto: ciò che somministrano non deve essere nocivo ai pazienti», ha spiegato Pierpaolo Vargiu, presidente della Commissione e relatore del decreto staminali, al termine del voto

degli emendamenti al testo già approvato dal Senato lo scorso 10 aprile e in scadenza il 25 maggio. Ma se per Vargiu «è andata bene» - la sperimentazione durerà 18 mesi, con uno stanziamento di 3 mln di euro e l’istituzione di un osservatorio per il monitoraggio - opposto è il giudizio del presidente di Stamina Davide Vannoni, che giudica le modifiche apportate al decreto una «sconfitta» poichè tutto «sembrerebbe ricondotto alla sperimentazione nell’ambito della produzione di farmaci». Il Senato, chiarisce Vannoni, «ha già previsto una sperimentazio-

ne della terapia, fatta con tutti i protocolli e in più ospedali italiani». Fare invece diventare la sperimentazione di tipo farmaceutico «significa fermare totalmente la nostra metodica». Nei laboratori farmaceutici, secondo Vannoni, sono richiesti requisiti tecnici e metodologici non utilizzati dal protocollo Stamina. In questi termini dunque, afferma, la sperimentazione diventa «inapplicabile». Rilievo al quale Vargiu replica dicendo che sarà Stamina a stabilire le «regole d’ingaggio» portando nei laboratori «gli ingredienti che ritiene». Intanto, ricorda

settore Ecologia della Provincia. Luigi Romandini, dirigente dal 2006 fino al 30 settembre 2009, avrebbe resistito - scrive il gip accogliendo le richieste della procura - tanto da essere trasferito in altro ufficio; «una peste» lo definisce in una intercettazione Archinà, che premeva per l’Ilva. Ignazio Morrone, successore di Romandini, alla fine avrebbe ceduto per poi decidere di andare in pensione nel 2011. Florido, Conserva e Specchia, operando «in piena unità di intenti - scrive il gip - hanno rivelato una inquietante, forte inclinazione comportamentale ad asservire il pubblico ufficio, i pubblici poteri rispettivamente esercitati, al conseguimento di obiettivi di favore economico a beneficio di determinati soggetti, in spregio dei principi di buon andamento ed imparzialità della pubblica amministrazione».

Vannoni, sono «84 i pazienti già in cura agli Spedali di Brescia con il metodo Stamina, ma ci sono 600 famiglie pronte a fare ricorso per ottenere le cure». La realtà, incalza, è che è in atto «l’azione della lobby Aifa-Farmindustria per fermarci». E proprio per dire “no” allo stop al metodo, famiglia e associazioni si sono ritrovate a Roma. Qualche momento di tensione con la Polizia, mentre alcuni manifestanti cercavano di oltrepassare il cordone di sicurezza per raggiungere Montecitorio, e tanti slogan contro i politici. In piazza anche vari bimbi malati ed il papà della piccola Sofia, già in cura a Brescia: «Il rischio - ha sottolineato - è che riportando la sperimentazione sotto il controllo dell’Aifa, le cure in atto possano risultare “illegali” ed essere sospese».


PAGINA

ATTUALITA’

6 MADRID

È

la cronaca di una morte annunciata questa storia d’altri tempi che accade nella Spagna di oggi. Un ragazzo senegalese di 28 anni è morto in una pozza di sangue, stroncato da una malattia curabile come la tubercolosi. Ma dietro la morte del giovane Alpha Pam, da 8 anni residente a Maiorca, non c’è solo la tisi. C’è anche e soprattutto la riforma della sanità del Partido popular, che dallo scorso settembre ha stravolto il modello assistenziale spagnolo, vincolandone l’accesso al requisito della residenza fiscale. Per gli immigrarti senza permesso di soggiorno - come Alpha Pam - è una vera e propria condanna, perché la condizione di clandestinità impedisce loro, a priori, di soddisfare i requisiti della nuova legge e quindi di beneficiare delle cure mediche gratuite. Un circolo vizioso che «contravviene ai diritti umani», spiega Inés Díez, legale di Red Acoge, un’associazione per la tutela dei migranti che insieme a Médicos del mundo (Mdm) e Amnesty international sta lottando per ripristinare l’accesso universale alle cure mediche. «Ma per contrastare la riforma abbiamo poco margine di manovra: l’unica possibilità, come già hanno fatto alcune regioni, è agire sul piano amministrativo contestando al governo un’invasione di competenze». La ge-

L’ITALIANO VENERDI’ 17 MAGGIO 2013

SIN PAPELES · Stravolto il modello assistenziale, da settembre niente più cure mediche gratuite

Spagna, l’apartheid della riforma sanitaria

Storia di Alpha Pam, viveva da 8 anni a Maiorca, è morto di tubercolosi perché non curato stione sanitaria, infatti, spetta alle singole regioni, che in molti casi si avvalgono dell’autonomia decisionale per attutire gli effetti più duri della riforma. In attesa che il Tribunale costituzionale decida sul ricorso presentato da Catalogna, Paesi baschi, Canarie e Navarra, sono molte le comunidades autónomas disobbedienti che continuano a tenere aperte a tutti le porte degli ambulatori. In questa lista di regioni dissidenti non rientrano però le Baleari - la comunidad governata dal Pp nella quale viveva Alpha - nonostante Mdm avesse già segnalato alle autorità alcuni gravi casi di mancata assistenza a malati cronici o a pazienti con malattie infettive, segnalati soprattutto nell’ospedale di Inca. Lo stesso in cui Alpha Pam, per due volte si è visto negare una visita medica. Solo al terzo tentativo e dopo insistenti proteste il ragazzo è riuscito a strappare una visita di cinque minuti: non gli viene fatto nessun esame e - nonostante i sintomi della tubercolosi fossero evidenti, secondo quanto riferisce Mdm - anziché essere ricoverato, viene congedato con una lista di medicine (a suo carico) e una fattura per la visita. Qualche settimana dopo Alpha Pam muore solo nella sua abitazione e diventa - ed era solo questione di tempo - la prima vittima diretta dell’austerità. Un’austerità esercitata sulla pelle dei più vulnerabili, che, pur macchiata di sangue, è rivendicata dal governo: con la riduzione dell’accesso alla sanità pubblica, l’esecutivo conta di risparmiare fino a 500 milioni di euro; e se mezzo miliardo in più nel bilancio (una parte comunque minima del budget della sanità)

può significare qualche vita in meno, pazienza. I conti innanzitutto. Peccato però che siano sbagliati. «Secondo tutti gli studi che abbiamo a disposizione - spiega Manuel Espinel, medico di pronto soccorso e dirigente di Médicos del mundo la spesa medica per gli immigrati sarebbe persino inferiore, dato che si tratta generalmente di persone giovani e in buona salute. Meno del 10% dei pazienti che ricorrono al servizio sanitario nazionale, incluso pediatria e pronto soccorso, sono immigrati». Inoltre la limitazione dell’assistenza di base potrebbe paradossalmente far lievitare i costi della sanità, invece di contenerli: «Eliminando l’assistenza medica primaria - continua Espinel - si fomenta l’utilizzo del pronto soccorso, che ha dei costi molto più elevati rispetto a un’assistenza preventiva di base». E allora perché il governo - mentre la Chiesa tace - infierisce su un collettivo già così debole? La componente ideologica pesa probabilmente più di quella economica e le pressioni della corrente più reazionaria e conservatrice del Pp - come nel caso dell’imminente riforma dell’aborto hanno avuto senz’altro un ruolo determinante nella decisione del governo. Alle limitazioni della riforma fa da tuttavia da contrappeso il senso di responsabilità di molti medici (la maggior parte) che, anche nelle regioni che applicano la riforma senza sconti, prestano assistenza a tutti e in alcuni casi stilano una vera lista di pazienti «irregolari» parallela a quel-

Un circolo vizioso che «contravviene ai diritti umani», denunciano i Médicos del mundo SPAGNA, LA PROTESTA DEI SIN PAPELES CONTRO LA RIFORMA SANITARIA

IN FUGA · Per la prima volta dal 1996 cala la popolazione

Emorragia demografica, gli immigrati tornano a casa MADRID

N

on è un paese per immigrati. O, meglio, non lo è più, perché fino a poco fa, negli anni così vicini e così lontani del boom economico, la Spagna è stata terra d’immigrazione, assorbendo un terzo del flusso migratorio verso l’Europa a arrivando a censire, nel 2010, 5.747.734 cittadini stranieri residenti. Ora la tendenza si è invertita. Sarà per il giro di vite sull’assistenza sanitaria; per la disoccupazione che ha sfondato il tetto dei 6 milioni e tiene con le braccia conserte circa un terzo della popolazione; sarà per la desolante mancanza di prospettive, riflessa dal tasso di disoccupazione giovanile che supera il 55% e confermata dal del Fondo monetario internazionale che ha recentemente pronosticato altri 5 anni di purgatorio per l’economia spagnola. Il fatto è che, per la prima volta dal 1996, cioè da quando esistono dati affidabili, la popolazione del regno di Spagna, risulta, in diminuzione. È quanto emerge dai dati diffusi dall’Instituto nacional de estadistica (Ine), che hanno segnalato una contrazione demografica di più di 200mila persone rispetto al 2012. Un dato, probabilmente, da correggere al rialzo, sommando il numero dei giovani spagnoli che, sempre più numerosi, abbandonano il paese per latitudini più nordiche. Uno stillicidio diffi-

cile da quantificare dato che rappresenta un flusso migratorio che si muove soprattutto all’interno dell’area Schengen. Quasi impossibili da quantificare anche le partenze degli immigrati irregolari che lasciano la Spagna alla volta di mete più accoglienti. Tuttavia la parte più consistente di questa emorragia demografica è costituita dagli stranieri residenti, che, stando ai numeri dell’Ine, rappresentano la quasi totalità delle partenze: 216mila immigrati hanno puntato su un «ritor-

La quasi totalità delle partenze si registra tra gli stranieri residenti: in 216mila hanno scelto di fare le valigie no al futuro» nei paesi d’origine. C’era un tempo in cui gli stranieri che sceglievano la nazione iberica come paese adottivo aumentavano di 350mila all’anno, con punte 750mila nel 2007, apice dell’epoca dorata dell’economia. La popolazione spagnola è cresciuta di quasi sei milioni nel decennio 2000-2010, e, nello steso periodo, il numero di stranieri residenti è passato da circa un milione a più di 5,5 milioni. Il confronto con il passato recente è impie-

toso: nel 2009 il numero degli stranieri è aumentato solo di 99mila persone rispetto al 2010, mentre nel 2011 l’incremento è stato soltanto di 4mila. La maggior parte della cosiddetta emigrazione di ritorno è composta da cittadini extra Ue. Gli ecuadoriani sono quelli che più di tutti fanno le valige per tornare a casa, spronati forse dalla crescita economica del paese e dell’area dell’America latina. Anche i colombiani, infatti, intraprendono sempre più spesso la via del ritorno, preceduti però dai rumeni che in Spagna costituiscono una comunità numericamente importante. Molti di coloro che fanno in senso contrario il percorso che ai tempi della bonanza li portò in terra di Spagna, sono ex lavoratori del settore edile, vittime dello scoppio della bolla immobiliare e della conseguente paralisi dei cantieri in quasi tutto il paese. Nonostante tutto, qualcuno continua a scegliere il paese iberico: gli italiani per esempio, che, alla data della rilevazione dell’Ine, sono 246 in più rispetto all’anno passato. In espansione anche la comunità cinese (+3647) e quella pachistana (+730). La regione che fa segnare il numero di partenze più elevato è la Comunidad di Madrid (che conta quasi 60mila residenti stranieri in meno), seguita dalla Catalogna e dalla Comunidad Valenciana (rispettivamente -32mila e -24mila), che però non sono le regioni in cui la densità di abitanti stranieri è più alta: da questo punto di vista, il primato spetta alle Baleari, i cui abitanti sono per il 20% stranieri; poi le comunidades di Valencia e Murcia. La regione insulare è anche quella che fa registrare la diminuzione relativa più consistente: il 7,8% dei non spagnoli ha abbandonato le Baleari per cercare fortuna fuori dal paese. Una perdita di capitale umano che non aiuterà la Spagna sulla via della ripresa.

A info@litaliano.it puoi scrivere le tue opinioni, i tuoi suggerimenti o segnalare se non trovi il giornale nel tuo chiosco abituale

la ufficiale. Il problema sono però le medicine, che, per chi non ha la tessera sanitaria, costano a prezzo pieno. Lo sa bene Maria Tanya Tigre Castro una dei pochi sin papeles che ha accettato di raccontare la sua storia. Maria Tanya, un lavoro in nero come badante, è diabetica cronica. Tredici anni fa arrivò in Spagna dall’Ecuador e da 8 la sua vita dipende dalle iniezioni quotidiane di insulina, che fino allo scorso settembre erano coperte dal sistema sanitario. «Poi un giorno - racconta Maria Tanya - il mio medico mi ha detto che ero stata cancellata dal sistema e ho dovuto farmi carico delle medicine sostenendo uno sforzo economico incredibile». Solo la pressione di Mdm e della dottoressa di Maria Tanya - che per un periodo ha persino contribuito personalmente all’acquisto delle medicine - ha fatto in modo che l’amministrazione madrilena tornasse a farsi carico della terapia. La vicenda di Maria Tanya è tutt’altro che eccezionale: «I casi di esclusione più frequenti - precisa Espinel - riguardano diabetici e portatori di Hiv. La maggior parte di essi non va dal medico se non in caso di urgenza perché crede di non poter ricevere aiuto. Uno degli effetti più nefasti di questa riforma - prosegue Espinel - è proprio quello di aver generato confusione e paura tra gli immigrati». Un effetto secondario che non fa che aumentare il senso di emarginazione di questo collettivo, penalizzato doppiamente: alla negazione del diritto alla salute si aggiunge lo stigma sociale che la riforma del Pp proietta sui sin papeles.


PAGINA

L’ITALIANO VENERDI’ 17 MAGGIO 2013

7

ATTUALITA’

Il 2013 è partito malissimo e i paesi della moneta unica accumulano un anno e mezzo in negativo. Nei 17 dell’Eurozona il Prodotto interno lordo cala a -0,2%, nell’Ue a 27 a -0,1%, rispetto ai primi tre mesi del 2012. La Francia con due trimestri consecutivi con il segno meno entra ufficialmente nel gorgo. La Germania si salva per un soffio

DATI OCSE

Boom disoccupazione Aumenta il divario tra ricchi e poveri

L

PARIGI, SALDI PER CRISI /FOTO REUTERS

PARIGI

L

a zona euro sta attraversando la recessione più lunga della sua storia. La brutta notizia è stata confermata di nuovo ieri dai dati Eurostat. Nel 2008-2009 c’era stata la Grande Recessione. Era più intensa di quella di oggi, ma era durata meno. Adesso, la zona euro è in recessione da un anno e mezzo, dal quarto trimestre del 2011 ha registrato complessivamente un pil in calo. E nel club dei paesi in recessione è entrato un nuovo membro, la Francia, che ha registrato due trimestri consecutivi di calo del pil (meno 0,2% nei primi tre mesi di quest’anno, che fanno seguito a un analogo calo nell’ultimo trimestre 2012). La Germania si salva per un pelo, con un più 0,1% nei primi tre mesi di quest’anno, dopo un calo dello 0,7% (più alto del previsto) nell’ultimo trimestre 2012. Ma Berlino ha registrato una diminuzione del 3,9% dell’export nella zona euro, esportazioni diminuite anche dello 0,2% fuori Europa. Solo tre paesi sono in leggera crescita: oltre alla Germania, il Belgio (+0,1%) e

Hollande in difficoltà, tutti i fattori di crescita sono in negativo. Bruxelles pretende un programma di riforme la Slovacchia (+0,3%). L’Austria è ferma, con crescita zero. Per tutti gli altri, il segno è negativo: oltre alla Francia, l’Italia è a meno 0,5%, che porta la caduta del pil a meno 2,3% su un anno, il peggiore regresso dopo Grecia, Cipro e Portogallo. Per la Grecia, i dati non sono di Eurostat ma dell’istituto nazionale di statistica Elstat, che ha registrato un meno 5,3% del pil ellenico nei primi tre mesi del 2013. Cipro è a meno 4,1%, il Portogallo a meno 0,3%, la Spagna ancora a meno 0,5% (che porta il crollo a meno 2% su un anno). I primi tre mesi del 2013 sono stati negativi anche per due paesi del fronte del rigore, che hanno finora spalleggiato la Germania nella richiesta di proseguire nella stretta di bilancio: la Finlandia e l’Olanda hanno registrato un meno 0,1% nel primo trimestre di quest’anno. E le cifre a 27 non sono molto migliori, con un meno 0,7% su un anno. Anche se il calo non è fortissimo e resta inferiore al crollo della Grande Recessione del 2008-09, bisogna considerare che l’impatto resta molto forte - prima di tutto in termini di disoccupazione - perché si abbatte su un tessuto economico già deteriorato. Per la Francia, c’è anche un altro dato molto negativo: il potere d’acquisto è calato dello 0,9% nel 2012 secondo l’Insee (l’Istat francese), cioè il più forte ribasso da 29 anni. Così tutti i fattori che determinano la crescita sono in rosso: consumo

L’Europa vede rosso, Parigi in recessione delle famiglie, investimenti privati, spesa pubblica e bilancia commerciale. «La produzione totale è a un punto morto, il consumo atono, le spese di investimento in declino, le esportazioni calano ancora» ha riassunto l’Insee. Ieri, François Hollande è andato a rapporto a Bruxelles, dove ha incontrato tutti i commissari. «Un’umiliazione» per il Front de gauche, un’occasione per spiegare la posizione di Parigi, secondo Hollande, che ha di nuovo parlato di «attrezzi» pronti all’uso per recuperare competitività e oggi organizza all’Eliseo la seconda conferenza stampa della sua presidenza. «La Francia deve proporre un programma credibile di riforme» ha insistito il presidente della Commissione, José Manuel Barroso. Olli Rehn, commissario agli affari economici e monetari, ha infatti conses-

so alla Francia due anni in più - come alla Spagna - per rientrare nel parametro del 3% di deficit (le previsioni per Parigi sono di un deficit del 3,9% quest’anno e del 4,2% nel 2014). Ma, in cambio, Bruxelles pretende un impegno preciso sulle «riforme», che sono la solita litania: tagli alla spesa pubblica, riforma delle pensioni, accresciuta flessibilità del lavoro. Per Hollande, che è oggettivamente con le spalle al muro tra le pressioni di Bruxelles e il crollo di popolarità, il problema è che questo tipo di riforme (che equivalgono a un programma politico di destra) prima di dare qualche risultato aumentano la disoccupazione e, intraprese in un periodo di recessione, rischiano di scatenare una spirale depressiva. Per Hollande la navigazione diventa estremamente rischiosa. Ma l’entrata in recessione della seconda eco-

nomia della zona euro ha permesso di smuovere la Germania dalle sue certezze e ha portato all’allungamento delle redini del rigore di fronte all’evidenza delle cifre, in Francia e altrove: l’austerità non dà i risultati ricercati, anzi, perché la recessione porta a un aumento del debito che si voleva combattere. «Nella prospettiva delle europee del 2014, dopo il successo di Beppe Grillo in Italia e le manifestazioni a Cipro - ha spiegato il ministro degli affari europei Thierry Repentin - nessuno ha voglia di vedere crescere il campo degli euroscettici». Secondo i dati dell’inchiesta annuale dell’istituto Usa Pew Research Center realizzata in otto paesi europei, tra il 2012 e il 2013 l’approvazione dell’Unione europea è calata dal 60 al 45%: «La popolarità dell’Ue è al livello più basso nella maggior parte dei paesi europei».

ITALIA · -0,5% nel periodo gennaio-marzo. Sette trimestri di fila in calo, è record

Il Pil va giù, peggio del previsto L

a ripresa non si vede: i consumi sono in picchiata, la produzione è ferma al palo, gli ordini alle imprese non arrivano. Questa è la fotografia scattata dall’Istat sull’Italia 2013, un paese che si è lasciato alle spalle la recessione inoltrandosi nelle paludi della depressione economica. Dall’inizio della crisi l’Italia ha perso il 7% del Pil, il suo debito è aumentato di 80 miliardi in un anno (a marzo era a 2.034,7 miliardi di euro), a fine 2013 la disoccupazione arriverà al 12%, i redditi reali sono tornati al valore del 1986. Come ha ricordato Paul Krugman, nella «grande depressione» negli Usa tra il 1929 e il 1933 il Pil crollò del 30%. In Italia non siamo certamente a quel punto, ma il «traguardo» del 10% cioè la soglia che dichiara tecnicamente la «depressione» - è ormai vicino. Diversamente da quanto annunciato dal Documento di Economia e Finanza licenziato dal governo Monti, l’Istat ieri ha squadernato la realtà. Nel trimestre gennaio-marzo 2013 il Pil è diminuito dello 0,5% rispetto ai tre mesi preceden-

ti e del 2,3% a confronto con il primo trimestre del 2012. Per il settimo trimestre consecutivo il Pil è calato, -0,5% solo tra gennaio e marzo. In questa situazione l’idea che il crollo del Pil si fermerà a fine anno a meno 1,7% è persino ottimistica. Non è un caso che più di qualcuno, nelle ultime settimane, abbia prefigura-

-0,5% PIL è calato nel primo trimestre 2013 rispetto al trimestre precedente e del 2,3% sullo stesso periodo del 2012. Che sull’anno vuol dire una decrescita già acquisita dell'1,5%. Il governo prevedeva -1,3% annuo

to un Pil negativo al 2%. Tutto lascia pensare che con l’abolizione dell’Imu, che indurrà gli enti locali ad aumentare alle stelle l’Irpef, il calo dei consumi e l’aumento della disoccupazione, questa soglia verrà abbondantemente superata. Sempre che il governo Letta non decida di aumentare l’Iva dal 21 al 22% (cosa che tutti tendono ad escludere), perché in questo caso l’incubo diventerà realtà. L'unica nota positiva, in un quadro recessivo sia per l'industria sia per i servizi, è l'aumento congiunturale del valore aggiunto dell'agricoltura. Tuttavia la terra resterà ancora per poco un bene anticiclico perché sconterà l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Ieri il ministro del lavoro Enrico Giovannini ha riconosciuto che «il nostro sistema economico non è fuori recessione e che la riduzione dei tassi di produzione è ancora consistente». Il Codacons va invece al sodo e chiede al governo Letta di schierarsi nella lotta di classe in corso: «Vada a prendere i soldi, per una volta, da quelli che li hanno».

a lotta di classe la fanno i ricchi. Lo dice l’Ocse in un’indagine sulle conseguenze dei tagli alla spesa pubblica e del rigore di bilancio. Le disuguaglianze tra i redditi - stima l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo - sono cresciute dal 2007 al 2010 più che nei 12 anni precedenti. Considerato che le politiche di austerità sono state adottate in quasi tutti i paesi Ocse nel biennio successivo è probabile che questo gap sia nel frattempo cresciuto. Nel 2010 il 10% più ricco della popolazione nei 34 paesi maggiormente industrializzati guadagnava 9,5 volte il reddito del 10% più povero rispetto al rapporto di 1 a 9 del 2007. Il divario è più ampio in Cile, Messico, Turchia, Stati Uniti e Israele e più basso in Islanda, Slovenia, Norvegia e Danimarca. Stesso scenario in Italia dove, alla fine del 2010, il 10% della popolazione più ricca poteva contare su un reddito 10,2 superiore rispetto al 10% più povero. Nel 2007 questo rapporto era fermo all'8,7%. Per l’organizzazione internazionale le politiche dell’austerità hanno un doppio effetto: da un lato allargano la frattura tra i ricchi e i poveri, dall’altro lato non permettono ai poveri di lavorare e guadagnare di più. I soggetti più colpiti dagli effetti della crisi sono i bambini e gli adolescenti. Tra i primi la povertà è cresciuta dal 13% al 14%, tra i secondi dal 12% al 14%. Andamento opposto tra gli anziani dove l’Ocse registra un calo della povertà dal 15% al 12%. Non solo dunque l’austerità aumenta le diseguaglianze classiche tra chi ha un patrimonio e chi non ha nulla se non il proprio reddito da lavoro, ma incide anche sulle differenze generazionali. Il prezzo della diseguaglianza è sia economico che generazionale. Il suo principale effetto è quello di scatenare una guerra tra poveri con redditi e età diverse: disoccupati di lunga durata contro quelli congiunturali, precari contro parasubordinati garantiti ancora per poco, giovani contro anziani. In base ai dati Ocse è possibile osservare questa situazione anche sul tasso di disoccupazione. A marzo era in lieve calo, dall'8,1% all'8% della forza lavoro complessiva: 48,3 milioni di persone. Nella zona euro la disoccupazione ha tuttavia raggiunto il record del 12,1% (19,2 milioni di persone), mentre negli Usa è scesa ad aprile al 7,5%, anche perché il settore privato ha ricominciato ad assumere. In Italia è all’11,5%, ma nel 2013 aumenterà fino a sfondare il tetto del 12%. Tra i paesi europei il tasso di disoccupazione segue lo stesso andamento della distribuzione dei redditi. Sono i più giovani, tra i 15 e i 24 anni, a essere penalizzati. La disoccupazione giovanile resta invariata al 24%, ma aumenta nei paesi dell’Europa meridionale. In Italia è salita al 38,4% a marzo (contro il 37,8% di febbraio). Fanno peggio solo la Grecia con il 59,1% di gennaio e la Spagna con il 55,9%. Di solito a questi ragionamenti condotti sugli indicatori del mercato del lavoro sfugge più di qualcosa, ma almeno un dato può essere considerato: in Italia la disoccupazione giovanile è il triplo di quella di chi ha una posizione lavorativa stabile. Per il segretario generale dell’Ocse Angel Gurria questi dati impongono «di proteggere la parte più vulnerabile della popolazione, specie se i governi perseguono la necessità di tenere sotto controllo la spesa pubblica». La disuguaglianza nella distribuzione dei redditi è un problema strutturale pertanto l’Ocse chiede di «aumentare la crescita e l'occupazione, al fine di assicurare più equità, efficienza e inclusione». La crescita riduce il deficit e migliora l’equità tra i redditi. Il problema resta la riduzione del debito e i tagli alla spesa che nessuno considera quando si parla di «temperare» l’austerità. Senza una radicale messa in discussione dei suoi principi, gli unici vincitori della depressione saranno i ricchi.


PAGINA

CRONACHE DAL MONDO

8

TURCHIA/GUERRA IN SIRIA · A Washington contro la mediazione raggiunta da Kerry e Lavrov

Erdogan soffia sul fuoco I

l governo turco dell’Akp evocò per la prima volta una no-fly zone sulla Siria nel novembre 2011, quando gli scontri erano ben lontani dalla gravità della guerra attuale, maturata grazie alle ingerenze internazionali e al ruolo chiave della stessa Turchia nel passaggio di armi e combattenti dal confine turco-siriano. Lo stesso ha fatto a più riprese il Qatar – fra i maggiori sponsor dei gruppi salafiti che combattono contro il governo siriano – il cui primo ministro Hamad bin Jassim al Thani già nel settembre 2012, si diceva sicuro dell’approvazione a breve di un «piano B per salvare il popolo della Siria», con zone cuscinetto e no-fly zone, sempre «per salvare vite umane». E oggi il premier turco incontra a Washington Barack Obama per ripetere la richiesta: vuole un intervento più deciso della comunità internazionale in Siria a partire da una zona di interdizione al volo. Per gli aerei siriani, non per quelli israeliani, s’intende.

Per il direttore del Centro di studi sul Medio Oriente e sul Caucaso, Stanislav Tarasov, la politica della Turchia verso la Siria sta subendo un fallimento: può scegliere tra appoggiare il comunicato di Ginevra, che fra l’altro ha firmato, impegnandosi nell’elaborazione di una nuova road map, o prenderne le distanze e venendo così emarginata dal processo di pace. Da questo punto di vista l’ultimo atto terroristico avvenuto l’11 maggio nella città turca di Reyhanli potrebbe essere un tentativo di forze regionali di silurare la nuova conferenza sulla Siria. Aggiungeremmo che in Turchia, la sinistra radicale e studentesca è ormai da mesi in piazza contro l’impegno militare della Turchia (e della Nato) in Siria. Intanto al centro di Damasco, presso la moschea degli Omayyadi, una nuova esplosione ha fatto molti feriti. E ad Aleppo gruppi armati hanno cercato di far esplodere un’autobomba fuori da una prigione, secondo il sito londinese proopposizione Osservatorio siriano per i diritti umani.

LIBIA

Ancora violenze a Bengasi, attacco al commissariato Nuove violenze a Bengasi. Dopo l’autobomba esplosa nel parcheggio di un ospedale, che ha ucciso una quindicina di persone, fra le quali molte donne e bambini, e le granate contro tre stazioni di polizia, un altro attacco al commissariato. E il Pentagono - memore dell’attentato al consolato Usa che, lo scorso 11 settembre ha uccis l'ambasciatore Chris Stevens e altri tre statunitensi - ha fatto sapere che gli Stati uniti sono decisi a intervenire qualora vi fossero altre minacce al proprio personale diplomatico. Forze militari nordamericane sono per questo pronte, di stanza nella base della Nato di Sigonella, in Sicilia. Bengasi, fulcro delle rivolte che hanno portato alla caduta e al linciaggio di Muammar Gheddafi nel 2011, è da allora teatro di violenze e attentati, prevalentemente orchestrati dagli islamisti radicali vicini ad al Qaeda, e preda delle scorribande delle milizie armate che hanno ingaggiato un braccio di ferro con Tripoli.

Ankara vuole un nuovo «caso Libia», cioè un’altra no-fly zone, cavallo di Troia di un intervento diretto della Nato

ANKARA · Solidarietà dei kurdi alle vittime di Reyhanli

Il caso della Libia nel marzo 2011 ha dimostrato che la no-fly zone è un sicuro cavallo di Troia per un intervento diretto. A poche ore di distanza dall’approvazione da parte del Consiglio di sicurezza Onu della risoluzione 1973 che prevedeva un’interdizione al volo sui cieli della Libia sulla base di notizie false circa attacchi aerei governativi sui civili, partirono i bombardamenti francesi dell’Odissey Dawn. Il casus belli fu provocato dai ribelli che avevano in precedenza catturato e fatto alzare in volo un Mig governativo. Tanto bastò per una campagna di raid della Nato che durò fino a ottobre. A diversi analisti la mossa turca appare un tentativo della Turchia di sabotare – o almeno influenzare tirando la corda - una «Ginevra 2», una conferenza internazionale di pace sulla Siria sulla linea degli accordi di Ginevra del giugno 2012, dunque con un negoziato per un governo di transizione che preveda la presenza di tutte le parti e non l’esclusione a priori dell’attuale governo e in particolare del presidente Bashar al-Assad. Un difficile accordo in questo senso è stato trovato il 7 maggio fra il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov e il segretario di stato Usa John Kerry. Ma la linea della Turchia, e dei cosiddetti «Amici della Siria», è che Assad deve sparire. Per rafforzare la sua pretesa di voler «difendere i civili», Erdogan ha ripetuto che Damasco ha oltrepassato varie volte la linea rossa stabilita da Obama, usando armi chimiche contro la popolazione. Un’accusa non provata, alla quale la Siria ha risposto sostenendo di avere invece le prove che armi chimiche turche sono state usate dai «ribelli» a Khan el Assal ad Aleppo - come ha sostenuto anche l’incaricata Onu Carla Del Ponte con la morte di decine di soldati e civili pro-governativi.

di il confine nel nord, accolti da altri guerriandele accese in diverse province glieri del Pkk istallati nel Kurdistan irachedella Turchia. In questo modo, i kurno. Baghdad ha denunciato «una violaziodi del Congresso Democratico del ne della propria sovranità». Il governo fedePopolo (Hdk) hanno ricordato le vittime derale iracheno ha anche manifestato l’intenzione di protestare presso il Consiglio di sigli attentati di Reyhanli, avvenuti l’11 magcurezza delle Nazioni unite. I kurdi - tra i gio, e hanno chiesto al governo turco la veri25 e i 37 milioni - sono dispersi in quattro tà sul massacro. Due deputati dell’Hdk si paesi del Medioriente, l’Iran, la Turchia, sono recati sul posto per porgere le condol’Iraq e la Siria. In Iraq, nell’entità politica glianze agli abitanti, convinti che la refederale che ne ha riconosciuto l’autonosponsabilità non sia del governo di Damamia, sono circa 5 milioni. Due i loro partiti sco, ma dell’Esercito siriano libero. L’Hdh principali, il Partito democratico del Kurdiha accusato il Partito per la giustizia e lo stan (Pdk), che ha come leader Massud Barsviluppo (Akp), al potere in Turchia dal zani, presidente della regione, e l’Unione 2002, di essere all’origine delle violenze: patriottica del Kurdistan (Upk), diretto da «Sono le politiche di guerra condotte dalJalal Talabani, vicepresidente dell’Iraq. l’Akp contro la Siria ad Tuttavia, dopo tanti falliaver provocato questo doPer il movimento menti - tutti scontati dal lore alla popolazione. Scenmovimento kurdo - questa deremo in strada per dire indipendentista, volta sembra ben avviato il no a queste scelte», hanno il governo turco sta piano di pace stabilito tra il dichiarato i deputati. Quinministro turco Redi hanno «esortato il govercercando di coprire primo cep Erdogan e il leader indino Akp a cessare la sua poil massacro pendentista Abdullah Ocalitica di sostegno all’Esercilan, all’ergastolo sull’isola to libero siriano che alimenta la guerra cidi Imrali. Le trattative si sono formalizzate vile in Siria», hanno invitato «tutte le popoil 21 marzo con il cessate il fuoco dichiarato lazioni in Turchia a condividere il dolore da Ocalan e l’inizio di una progressiva smodi quella di Reyhanli e a dimostrare solidabilitazione della guerriglia kurda. La seconrietà verso le nostre manifestazioni per fida fase del piano prevede la messa in sicunirla con le politiche di guerra». rezza dei circa 5.000 combattenti, che hanPer l’Hdk, il governo turco sta cercando no preso le armi nel 1984 e che hanno scondi coprire il massacro, censurandolo «come tato gran parte delle perdite durante il conha fatto con quello di Roboski». Il 28 dicemflitto (45.000 morti). bre del 2011, gli aerei da guerra turchi hanIn Siria, si trovano 2 milioni di kurdi, prinno ucciso 34 civili kurdi, ma la Commissiocipalmente nel nord-est del paese, e nel corne parlamentare per i diritti umani ha reso della crisi hanno preso il controllo di imcentemente concluso che non c’è stata alcuportanti zone. L’egemonia politica è esercina azione deliberata da parte del governo, e tata dal Partito dell’unione democratica la Piattaforma per la Memoria Sociale, che (Pyd), vicino al Pkk. Insieme al Consiglio naassiste le famiglie delle vittime, continua a zionale kurdo, che riunisce sedici partiti ed protestare sotto il parlamento. è vicino a Barzai, ha fondato il Comitato suIntanto, i primi gruppi di combattenti del premo del Kurdistan. Nonostante le diffePartito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) sorenze interne, i kurdi siriani pesano e contano arrivati in Iraq. Hanno attraversato a pieno di dire la loro.

Il Pkk in Iraq, Baghdad protesta

C

NIGERIA STATO D’ASSEDIO CONTRO BOKO HARAM Colonne di militari nigeriani hanno invaso ieri le città di Maiduguri e Yola - capitali rispettivamente del Borno e dell’ Adamawa – tra lo sconcerto e la paura incombente delle popolazioni per le quali l’esercito governativo rappresenta una minaccia tanto quanto Boko Haram, il gruppo integralista islamico che almeno dal 2009 tiene sotto scacco il Paese maggior produttore di greggio e seconda economia più grande dell’Africa. Scuole e negozi serrati e pochissima gente per strada ha assistito intimidita all’arrivo dei camion militari. Il disteso dispiegamento di truppe nella regione nordorientale della Nigeria fa seguito al decreto del presidente nigeriano Goodluck Jonathan di dichiarazione dello stato d’emergenza negli stati del Borno, dell’Adamawa e dello Yobe contro l’intensificarsi degli attacchi di Boko Haram delle ultime settimane. Accolto con freddezza anche dai governatori del Nord, il decreto rischia di inasprire i rapporti già tesi con i leader politici della regione settentrionale. Proprio lunedì infatti il Nigeria Governors' Forum, organo rappresentativo dei 36 Stati nigeriani, aveva messo in guardia Jonathan contro l'imposizione di uno stato di emergenza in risposta alla rivolta di Boko Haram.(ri.plan.) IRAQ ANCORA VIOLENZE, ATTENTATI A KIRKUK Almeno una decina di morti e 21 i feriti a seguito di diversi attentati e violenze, in Iraq. A Kirkuk, nel nord, un’esplosione ha provocato otto morti e altrettanti feriti, mentre un’autobomba ha causato sette feriti. A Tarmiyah, a nord di Baghdad, un kamikaze si è fatto esplodere a un posto di blocco uccidendo un agente. A Mossul, un ordigno ha causato un’altra vittima.

L’ITALIANO VENERDI’ 17 MAGGIO 2013

STATI UNITI

Spionaggio di Ap, Obama all’oscuro Per denunciare lo spionaggio di 20 linee telefoniche, subito per due mesi l’anno scorso, il direttore esecutivo dell’agenzia di notizie dell’Associated Press, Gary Pruitt, ha inviato una lettera di protesta al procuratore generale americano, Eric Holder. Sostiene che la decisione di tenere sotto sorveglianza l’agenzia di notizie provenisse dal Dipartimento di stato nordamericano: forse per conoscere le fonti che hanno rivelato ad Ap i termini di un’operazione della Cia condotta nello Yemen per sventare un attentato di al Qaeda sui voli aerei diretti negli Stati uniti, a maggio del 2012: «Un’intrusione senza precedenti», ha scritto Pruitt, che viola pesantemente i diritti dell’informazione e la vita privata dei fruitori delle 20 linee telefoniche, utilizzate da oltre 100 giornalisti: degli uffici di New York, Washington, Hartford, Connecticut e le postazioni Ap nella sala stampa della Camera dei Rappresentanti. «Crediamo fortemente nella libertà di stampa», ha replicato la Casa Bianca, che ha respinto le accuse. Se pure il Dipartimento della giustizia Usa ha potuto spiare i giornalisti di Ap, dunque, la Casa Bianca ne era all’oscuro e il presidente Barack Obama ha appreso la notizia solo dai giornali.

GUERRA IN SIRIA

La teologia oscena della «sexual jihad» la legittima. Ora, se pensiamo che la isha aveva nove anni quanmaggioranza dei combattenti contro do il Profeta Maometto la il regime di Assad, che appartiene alsposò». Questa dichiaraziola minoranza alawita vicina gli sciiti, ne del predicatore saudita Al-Arifi, risono invece sunniti, capiamo subito lasciata il mese scorso in occasione la palese strumentalizzazione politica di una, peraltro, desueta tradiziodi una sua visita in Tunisia, illumina ne religiosa. Di fatto il «matrimonio di una luce sinistra il retroterra strutemporaneo» serve a giustificare l’avmentalmente «teologico» a giustificavio alla prostituzione di numerose zione di una nuova violazione dei dibambine, quasi sempre minorenni, ritti delle bambine, che oggi viene che vengono utilizzate per soddisfaproposta come rispetto di una antica re, solo per alcune ore, gli appetiti tradizione religiosa. Parliamo del sessuali dei combattenti jihadisti. «matrimonio temporaneo». Le ragazzine sono ritenute idonee Se la guerra è il contesto in cui avper la «sexual jihad» ovvero per la prevengono le peggiori violazioni dei distazione sessuale, già a 14 anni. In Turitti umani, l’esperienza degli ultimi nisia sono stati documentati diversi anni ci dice che in una guerra civile casi di vero e proprio lavaggio del cercon componenti religiose, come nel vello a giovanissime ragazze indotte caso della Siria, questo avviene ancor a prostituirsi per sostenere la guerra più. Nello specifico del santa. Il giornale tuniconflitto siriano emergosino Al-Hayat ha rifeno, oramai con drammaLe adolescenti rito di una video intertica frequenza, forme vista in cui una ragazspecifiche di violenza tunisine costrette minorenne spieganei confronti delle bama prostituirsi per za va di essere appena bine, legate a questo coi mujahedin. Ma tornata dalla Siria dostume religioso che, a colpi di fatwa, viene rie- con la benedizione po «essere stata convinta dai salafiti a resumato e di conseguencarsi nel paese per soza strumentalizzato, per attribuire il stenere i mujaheddin». La vicenda è carisma della sacralità a episodi di veentrata così a piano titolo nello sconro e proprio incitamento alla prostitutro tra governo islamico e società civizione minorile. Per capire quanta falle laica, tanto che Balkis Mechri-Allasificazione ideologica ci sia in questa gui, capo della Lega tunisina per i Diriproposizione, al di là del dato oggetritti Umani, ha dichiarato che, inditivo dello sfruttamento minorile, dipendentemente dal numero delle ciamo che, storicamente, la mut’a, giovani tunisine coinvolte in questo ossia letteralmente in arabo «matritraffico, «ciò che conta è che queste monio di godimento» era un istituto ragazze vengono attirate verso la originariamente vigente nel contesto jihad in Siria e noi dobbiamo prendeislamico sciita che regolamentava un re posizione contro questo problematrimonio «a termine prefissato», il ma». In realtà, i casi documentati soila ajal mussmma, secondo la formuno la punta di un iceberg che tende la araba. L’istituzione ha origini preiinevitabilmente ad assumere dimenslamiche, se ne trovano tracce anche sioni sempre più preoccupanti, data nella biografia del Profeta, ma venne l’impossibilità per le agenzie umaniabbandonato, almeno secondo l’intarie di poter agire nel conflitto siriaterpretazione sunnita, dopo il ritorno al fianco delle popolazioni, a cauno dalla spedizione militare contro sa dell’altissimo tasso di realpolitik Khaybar. Il sunnismo ritiene che alloche muove le scelte delle nazioni che ra il Profeta decidesse di abolirla ma giocano con le vite dei cittadini siriaquesta versione viene respinta dagli ni, e non solo, la loro partita sul torsciiti che, infatti, seguitano a ritenermentato scacchiere medio orientale.

«A


PAGINA

L’ITALIANO VENERDI’ 17 MAGGIO 2013

I pm: le prove in un video

Bambini picchiati e umiliati Due arresti in un asilo a Roma Ai domiciliari una maestra e la dirigente della materna San Romano Offese a un piccolo che si era fatto la pipì addosso. Increduli i genitori ROMA

QQQ «Scemo», «zozzo», «bastardo». E poi giù botte, maltrattamenti, umiliazioni nei confronti di bimbi tra i 3 e i 4 anni, alcuni con disagi psicoinfantili. Il presunto asilo degli orrori è stato scoperto ieri dai poliziotti della Capitale, che hanno arrestato la maestra Franca Mattei, di 63 anni, e la dirigente della scuola materna San Romano, Maria Rosaria Citti, di 57. Le due, ai domiciliari, sono accusate di maltrattamenti e percosse. L’insegnante per aver materialmente commesso i reati, la coordinatrice per essersi moralmente resa complice dei misfatti, non avendoli mai impediti né denunciati. Questo avrebbero accertato gli inquirenti, grazie alle immagini delle telecamere nascoste nell’istituto a seguito di alcune segnalazioni. Filmati alla luce dei quali il gip di Roma Elvira Tamburelli, la stessa che aveva ordinato l’arresto per le maestre di Rignano Flaminio, ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti della dirigente e dell’insegnante. Quest’ultima, mentre gli agenti la portavano via, sorrideva con sarcasmo, al contrario della Citti, tanto incredula da pensare che si trattasse di uno scherzo e dire: «Non siete poliziotti veri». Intanto il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha disposto un’ispezione nell’istituto e il sindaco Gianni Alemanno ha fatto sapere che il Campidoglio si costituirà parte civile. L’inchiesta è partita lo scorso marzo dopo le segnalazioni di maestre e bidelli, che avrebbero cercato di fermare i maltrattamenti nell’asilo di via di San Romano 93, a Portonaccio. E si sarebbero rivolti anche alla dirigente, che però avrebbe disincentivato le denunce, minacciando ritorsioni. Raccolte le segnalazioni, il pm Eugenio Albamonte ha disposto le intercettazioni ambientali e l’installazione delle telecamere nascoste, che hanno portato alla

luce le condotte della Mattei. Comportamenti, definiti dal gip «vessatori, offensivi e violenti», che durerebbero da anni e interesserebbero soprattutto i maschietti. Molti gli episodi in cui la maestra sarebbe ricorsa alla violenza per farsi obbedire. Inoltre avrebbe incitato alcuni dei bimbi al ruolo di kapò, spingendo i più grandi a picchiare i piccoli e quelli con difficoltà psicoinfantili, ai quali venivano rivolte offese come «scemo», «zozzo» e «bastardo». «Va da lui e schiaffeggialo», ordinava in un clima di terrore, che richiama le scene dell’asilo Cip e Ciop di Pistoia. L’episodio più grave è avvenuto il 24 aprile. Nel video la Mattei molla uno schiaffo a un bambino e insulta un allievo con difficoltà di relazione e parola. L’unica «colpa» del bimbo quella di essersi fatto la pipì addosso, come è riportato nell’ordinanza del gip, che racconta tutta la scena. L’insegnante, per umiliarlo davanti alla classe, dice: «Se l’è

:::

GLI ULTIMI CASI

2012 Schiaffi, calci e strattoni in un asilo in provincia di Rovigo. Arrestata una maestra di 48 anni per maltrattamenti sui bambini. Comportamenti violenti anche in un asilo in provincia di Brescia 2011 All’Asilo Mazzanti di Conselice botte, insulti anche a sfondo razziale, bimbi messi con la testa nel water e chiusi in uno sgabuzzino: agli arresti domiciliari finiscono due maestre di 48 e 41 anni. Al Manzini di Bologna due maestre accusate per abuso di mezzi di correzione per episodi subiti da almeno tre bambini, schiaffeggiati, presi a calci e legati alla sedia con lo scotch

LA SCUOLA Il cancello della scuola materna San Romano a Roma. Una insegnante e la coordinatrice dell’asilo sono state arrestate dalla Polizia con l’accusa di maltrattamenti e percosse a minori. Dalle indagini sarebbero emersi comportamenti violenti, vessatori, offensivi e mortificanti della dignità dei bambini -

fatta sotto, è uno schifoso». Poi lo costringe a inginocchiarsi e asciugarla con lo scottex, minacciandolo di fargliela pulire con la faccia. Rilevante anche il racconto di una bidella riguardo a un piccolo molto vivace seduto sul water: «La Mattei a un certo punto gli da un “pizzone” in faccia. Poi si è resa conto che c’ero io, si è girata e mi ha detto: “Oddio, mi sono sbagliata, gli volevo dare una carezza”. E io: “Ma tra uno schiaffo e una carezza c’è differenza». Scene terribili, per la madre del bimbo autistico: «La direttrice e l’insegnante partecipavano alle riunioni come se niente fosse. Sono sconvolta, voglio la verità e andare in fondo a questa storia». La maggior parte dei genitori, però, non crede ai maltrattamenti e prende le difese delle arrestate. «Mio figlio adora questa persona. Finché non vedo il video non ci credo. La maestra, è una donna distrutta», ha riferito Stefania Stellina.

Il caso dell’elettricista di Mestre

L’eroe di San Giuliano licenziato per tumore L’uomo, 52 anni, a luglio aveva salvato una donna dal suicidio. Ora perde il lavoro: «Troppi giorni di malattia» ha fatto altro che rispettare le normative. La vicenda dell’eroe di San Giuliano però, come viene chiamato Biancato in paese dal giorno del salQQQ Lo scorso luglio, Oliviero Biancato, 52 anni, vataggio, fa venire un nodo alla gola. Perché non all’epoca elettricista di un’azienda di Mestre siamo di fronte a una storia di assenteismo, - la Ma.Fra - era balzato alle cronache per bensì a un caso drammatico. A un calvaaver salvato la vita a una donna che rio cominciato nel 2005, anno in cui aveva deciso di suicidarsi buttandosi Biancato si era sottoposto a un interdal cavalcavia di San Giuliano, nel vento chirurgico per sconfiggere la Veneziano. La signora si era gettata malattia. Da quel momento era ininelle acque del Canal Salso, ma ziato l’andirivieni dall’ospedale. Le Biancato era riuscito a portarla in terapie sembravano funzionare, ma salvo prima che fosse troppo tardi. A lo scorso febbraio Biancato era stato distanza di dieci mesi, l’ex elettricista, costretto a un nuovo ricovero. che da otto anni lotta contro un tumore alNonostante la malattia, Oliviero Biancato lo stomaco, è stato licenziato per aver acl’eroe di San Giuliano voleva cumulato troppi giorni di malattia, più di tornare in fabbrica. La moglie 274 in 36 mesi, oltre la soglia stabilita dall’articolo 19 racconta che la prossima settimana il marito dovrà del contratto collettivo dell’industria metalmecca- sottoporsi al sesto ciclo di chemioterapia e che se la nica. Dopo essersi sottoposto a cinque massacranti tac avesse dato esito confortante, avrebbe ricomincicli di chemioterapia, si è ritrovato senza lavoro. E il ciato a lavorare. E invece no. I dirigenti dell’azienda licenziamento, purtroppo, è legittimo. La ditta non l’hanno convocato pochi giorni fa per comunicargli VENEZIA

9

CRONACHE ITALIANE

il licenziamento. Già a ottobre Biancato aveva provato a rientrare in fabbrica ma, per colpa della crisi, era stato costretto a smaltire i giorni di ferie arretrati. Ora, con un assegno di invalidità di 800 euro al mese, e un affitto di 600, non può più lavorare. La moglie però non ne fa un problema economico, quanto di dignità. Il marito non si rassegna all’idea di andare in pensione prima del tempo. «Altrimenti» si chiede la donna «se per curarsi si perde il posto, uno per che cosa lotta a fare?». L’ex operaio si è rivolto a un consulente del lavoro, ma la ditta pare che non abbia alcuna colpa. Biancato, però, si sente vittima di «una legge assurda, perché non sono certo un falso invalido». Poi aggiunge che è stato il suo medico curante a prescrivergli i giorni di malattia, e che dopo le pesanti cure alle quali si era dovuto sottoporre non riusciva nemmeno a reggersi in piedi. Insomma, sarebbe rientrato al lavoro non appena ne avesse avuto le forze. Ma adesso, l’eroe di San Giuliano, rimasto senza un impiego per colpa di un maledetto tumore, deve vincere un’altra importante battaglia.

L’angolo della giustizia

È la stessa Costituzione a non riconoscere il matrimonio gay ::: BRUNO FERRARO* QQQ Nel precedente articolo del 1° maggio è stato presentato un quadro, necessariamente incompleto, degli orientamenti riguardanti le coppie di fatto, etero e omosessuali, vigenti in Europa. Da noi il tema si prospetta con innegabili aspetti di peculiarità, risentendo gli effetti di pregiudiziali ideologiche e religiose fortemente radicate nel costume italiano. Da tali pregiudiziali, tuttavia, occorre affrancarsi, spostando l’attenzione sul terreno dei principi costituzionali, ovvero dei valori nei quali si identifica la radice dell’unità nazionale e per la cui realizzazione è impegnata la società civile e, con essa, lo Stato ordinamento. GLI ARTICOLI DELLA CARTA Così inquadrato, corre l’obbligo di partire dall’art. 3 della Carta Costituzionale, il quale sancisce che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Compito della Repubblica è quello di rimuovere gli ostacoli che limitano l’uguaglianza e la libertà dei cittadini, impedendo il pieno sviluppo della persona umana. Da tale norma discende il cosiddetto principio di uguaglianza sostanziale, che impone di trattare in modo eguale situazioni uguali e consente invece un trattamento differenziato quando le situazioni uguali non sono. D’altro canto, il successivo art. 29 afferma che la Repubblica riconosce (leggasi ha l’obbligo di riconoscere) i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Tale compito è reso ancora più evidente nell’art. 31, secondo cui la Repubblica deve agevolare con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti ad essa relativi, in primis la protezione della maternità. Dal combinato disposto delle due norme discende che la famiglia, intesa come cellula primordiale della società, preesiste alla stessa Costituzione, essendo essa basata su una legge di natura che lo Stato, nel momento stesso in cui sorge, ha l’obbligo di riconoscere, proteggere e tutelare, da essa dipendendo la sopravvivenza e il futuro della società civile. GIURIDICAMENTE INSOSTENIBILE Se il quadro è quello appena tracciato, la pretesa di porre sullo stesso piano l’unione tra uomo e donna e l’unione tra due soggetti dello stesso sesso è giuridicamente sbagliata e costituzionalmente insostenibile. Da quando è sbocciata sulla terra l’umanità si è sempre concepito, senza surrogati, l’incontro tra un uomo e una donna; ad essa e solo ad essa è stato riferito l’istituto del matrimonio; ad essa e solo ad essa è stato fatto risalire il compito, attraverso la paternità e la maternità, di contribuire alla perpetuazione della specie; la parola matrimonio ha avuto sempre un unico significato, quello di sancire, con valore giuridico nell’ordinamento e con valore religioso nella sfera del sacro, la legittimità di un rapporto finalizzato alla procreazione e quindi necessariamente basato sull’incontro tra due persone di sesso diverso. Ciò è tanto vero che la Costituzione si preoccupa, con l’art. 30, di disciplinare la condizione dei cosiddetti figli naturali (cioè nati fuori dal matrimonio) stabilendo che ad essi è dovuta la stessa tutela riconosciuta ai figli legittimi purché «compatibile con i diritti della famiglia legittima». Evitiamo, quindi, ogni confusione. La famiglia è una sola, il matrimonio ne è il fondamento, il matrimonio è l’unione di un uomo e una donna. Parlare di matrimoni tra omosessuali allontana perciò dalla Costituzione, a prescindere dalle convinzioni religiose. Diverso discorso è quello dei cosiddetti diritti civili, di cui parlerò nel prossimo articolo. * Presidente Aggiunto Onorario Corte di Cassazione


PAGINA

CRONACHE DAL MONDO

10

L’azienda cresce in Borsa

Google la butta in musica e se gli parli ti risponde

L’ITALIANO VENERDI’ 17 MAGGIO 2013

ERA PARTITO DAGLI USA DUE SETTIMANE FA

Il colosso web sfida Apple e Spotify e punta sull’interazione col sistema Android. Il cofondatore Larry Page affetto da paralisi alle corde vocali QQQ!Il futuro del web e del mondo della telefonia inizia da San Francisco. Ieri, alle ore 18 ora italiana, sul palco del Moscone Center luogo simbolo delle presentazioni di Apple e di Microsoft, Google ha dato il via all’attesissima edizione 2013 del suo I/O, evento durante il quale il coloratissimo colosso del web con sede a Mountain View ha presentato al pubblico di fan e ai programmatori novità e aggiornamenti dei prodotti dalla «grande G». Assente di rilievo Larry Page, cofondatore dell’azienda colpito da una malattia rara iniziata ben 14 anni fa che l’ha portato alla paralisi delle corde vocali. A fare le sue veci, Vic Gundotra, Senior Vice President Engineering di Google su cui i media hanno puntato i riflettori da quando si parla di Android, di novità Google e di gadget innovativi come i Google Glass. Tra le novità più succulente, l’avvio del servizio Google Play Access. Un programma musicale basato sulla tecnologia cloud che lancia un vero e proprio guanto di sfida all’ormai internazionale Spotify. Il prezzo, poi, sarà più che competitivo: il servizio musicale di Big G sarà disponibile a 9,99 dollari al mese con 30 giorni di prova illimitata totalmente gratuita. Per chi attendeva il nuovo Google Phone, invece, una sorpresa dal sapore un po’ amaro: la Google Experience

:::

LA SCHEDA

EVOLUZIONE Google, uno dei giganti del web, ha come obiettivo prossimo quello di espandere Android e Chrome grazie all’ausilio di un focus ampliato sui servizi di intrattenimento. Questo è un mercato in continua evoluzione ed espansione dominato da Cupertino, Spotify e Pandora S4 Google non si è fermata ed ha presentato all'I/O 2013 una versione speciale del Galaxy S4, lo smartphone fiore all’occhiello della gamma di Samsung. Il telefono in questione è il Galaxy S4 Google Experience. Potrà essere aggiornato da Mountain View e supporta le ultime versioni Android. Disponibile dall’estate sul Play Store a 694 dollari

arriverà sui dispositivi mobile Samsung Galaxy S4 a partire dall’estate a un prezzo base di 649 euro. Nessun dispositivo innovativo, dunque, solo un sistema operativo interno del tutto simile alla proposta lanciata da Facebook nelle scorse settimane. L’innovazione della Big G colpisce anche il primo social network della casa di Mountan View. Sono 41 le novità per Google + che vanno da uno stream totalmente ridisegnato, con i post saranno automaticamente “catalogati” con degli hashtag che riconosceranno l’argomento del post e ne colleghe-

ESTUDIO BMR Asesoriamento y Servicios Impositivo Asesoriamento y Servicios Contables Asesoriamento Societario Asesoriamento y Servicios Laborales y Provisionales Tucuman 834 Piso 8°-CP 1049 Ciudad Autonoma de B. Aires Tel. (+54) 11 4322-5594/ 5237-0610 bmr@estudio-bmr.com.ar

www.estudio bmr.com.ar

ranno tutta una serie di informazioni relative, fino al nuovo servizio Hangouts che cambierà totalmente il sistema della messaggistica online offrendo agli utenti la possibilità di salvare nel cloud le conversazioni, in modo da poter avere una cronologia continuativa nel tempo. G+ integrerà anche alcuni tools che permetteranno anche ai meno esperti di modificare e rendere le proprie foto meravigliose direttamente online senza l’utilizzo di complicati programmi di fotoritocco. Google nasce come motore di ricerca e, certamente, tutto si riconduce alle novità anche nel campo delle domande poste online. Da oggi Google non solo mostrerà immediatamente la risposta, ma sarà in grado di prevedere la successiva domanda e offrire un ventaglio di ulteriori campi di ricerca. Grazie a Google Conversation, poi, un innovativo sistema di riconoscimento vocale darà la possibilità agli utenti di parlare con il motore di ricerca e ottenere risposte precise. E poi ancora mappe super aggiornate, per i dispositivi mobile iOs e Android, che garantiranno una ricerca veloce e precisa che scongiurerà il rischio di ritrovarsi dispersi nel nulla. La tecnologia non si ferma, e così anche la continua crescita a livello monetario: solo nella giornata di ieri le azioni del colosso dalla grande G hanno superato i 900 dollari portando il valore di mercato dell’azienda oltre i 300 miliardi di dollari.

A piedi in Brasile per i Mondiali Ma muore investito da un camion

.

Richard Swanson aveva 42 anni e un progetto calcistico - in onore dei prossimi Mondiali - davvero curioso. Voleva andare a piedi, dagli Usa al Brasile, portando con sé solo uno zainetto, un sacco a pelo, una mappa e - ovviamente - un pallone. Già, una vera impresa (a scopo benefico). Richard aveva organizzato tutto dei dettagli: avrebbe percorso i 16 mila chilometri a tappe -

in modo da arrivare a San Paolo giusto in tempo per il fischio d’inizio della Coppa del Mondo di calcio del 2014 - e avrebbe tenuto un diario online. Due settimane fa l’uomo era partito da Seattle, prime fatiche, primi scatti (fotografici) e primi palleggi. Due giorni fa, però, la tragedia. Richard è stato investito da un camioncino a Lincoln City, nell’Oregon. Ed è morto [Ansa]


PAGINA

11

L’ITALIANO VENERDI’ 17 MAGGIO 2013

COSTUME & SOCIETA’ ! " #

qualche antica varietĂ , ma al frutto del lavoro di un genetista della prima metĂ del 900: Nazareno Strampelli, che per i suoiincrocivenneÂŤsponsorizzatoÂť dal mitologico senatore Cappelli. Tra l'altro Strampelli ful'inventore del grano Ardito, cioè del cultivar che permise al fascismodivincerelacosiddetta ÂŤbattaglia del granoÂť e riuscĂŹ ÂŤad aumentare la produzione italiana di frumento dai 44 milioni di quintali del 1922 agli 80 milioni del 1933, quasi senza ampliare la superficie coltivataÂť. Mentre per molta della paDelresto,raccontaBressani- che troviamo su confezioni sta oggi prodotta la varietĂ utini, anche la dicitura ÂŤPasta di esclusive di penne spaghetti e lizzata è la Creso, frutto di un granoduro Senatore CappelliÂť paccheri non si riferisce a una esperimentodiesposizionealle radiazioni nucleari. Insomma, molto spesso, per quanto riguardalaproduzione di cibo, i richiami allanaturasoÂŤZero chimica, 100 per cento naCi sono differenze apprezzabili no solo furbe turaleÂťrecitaunacampagnapubblitra le uova di tipo 0 e quelle di tipo 3? mistificaziocitaria sulla mortadella. Ma non è Perchè un consumatore dovrebbe ni: ÂŤIl fatto cosĂŹ. Prima comprare che un alidituttoperuova ÂŤaltermento sia o chè tutto è nativeÂť vinonsia“natuchimica. E sto che non rale" non ha poiperchè i ne ha alcun niente a che conservanvantaggio vedere con le ti in realtĂ dalpuntodi sue proprietĂ ci sono. Ma vista nutrisalutistiche. lo sbaglio vero è l’equazione ÂŤnatuzionale.? Alla fine meglio spendere Smettiamo di rale=buonoÂť e ÂŤartificiale=cattiqualche centesimo in piĂš per uova brandirequevoÂť.Usareilterminechimicainsenprodotteconmetodiche garantiscosto termine so spregiativo è una stupinounmiglioretrattamentodeglianicomeunacladaggine mali vaperchiudere i discorsiÂť, scriveBressa nini. Discorsosimileperleuova: tra quelle di tipo 3, che provengono daallevamentiingabbietristemente piccole (meno di unfoglio A4la superficie cheognigalliÉ assurdo sostenere che è naha a sua diinnaturaleberelattedaadulsposizione) e ti. Siamo stati geneticamenquelle tipo 0 te selezionati proprio grazie (4 metri quaai vantaggi forniti da questa dri a volatile, bevanda e nel consumarla mangime non facciamo nulla che vada bio), le diffecontro la nostra fisiologia. La renze nutripersistenza della lattasi è prozionali sono babilmente il miglior esempio minime, e codicoevoluzionetrageneecultum u n q u e ra avvenuta nell’uomo in periodi ÂŤnon giustifirelativamente recenti. Darwin cano il prezzo avrebbe brindato alla cosa con un piĂš alto che i buon cappuccino... consumatori pagano per le produzionialternative,chenel2008costavano dal 39 al 95 per cento in piĂš rispetto alle uova "normali"Âť. Fatta salva l'empatia per i pennuticonvengonoleuovacomuni, insomma. Mala sorpresa divertente arriva dalle ricerche sul vino. Scrisse Eschilo: ÂŤIl bronzo è lo specchiodelvolto,ilvinoquello della menteÂť. E Bressanini conferma: dalle ricerche risulta che il gradimento è influenzato dalla consapevolezza del prezzo:ÂŤIlvinopiĂšcostosoèeffettivamentepiÚèbuono:ilcervello risponde segnalando unasensazionedipiaceremaggioreÂť. Un consiglio allora: ÂŤLa prossimavoltacheavreteospiti a cena, accennate al fatto che il vino che si apprestano a bere è molto costoso (anche se lo avete comprato a 5 euro al supermercato): lo apprezzeranno davvero di piĂš!Âť.

isti i prezzi si potrebbe adattareatuttalafilosofia ÂŤbioÂť la famosa citazione di Leo Longanesi: ÂŤIl comunismo? Roba da ricchiÂť. Ma ben oltre l'etichetta sugli tratta di normali ibridi F1, non que indicativo del fatto che scaffali, il fatto è che spesso di Ogm come qualcuno ha de- una supposta tradizione è stal'ideologia del biologico, e so- nunciato, ma il caso è comun- ta inventata, e da poco. prattutto del prodotto dop o igp da gran de distribuzione, è soltanto mitologia.Peresempio, l'idea UniversitĂ , esperti, sommelier: ci Il Kamut è il cereale che ha conche i grissini hannoprovatotuttiafareesperimenquistandol’Italia,suo maggior conal kamut siati di assaggio ÂŤciecoÂť di vini di prezzi sumatore. Ăˆ una varietĂ di frumennounprodotdiversi. I rito che, setooltrechecosultati, dice condo una stoso anche Bressanini, leggenda, ÂŤnobileÂť, è sono confuriscopersballata;ilfatvergenti: la to in una tochele patamaggior tomba egite al selenio parte degli zia. Di sicurendano piĂš appassionaro un agriintelligenti è ti non professionisti non avverte cocoltore americano ha registrato il una bufala. E memiglioriivinichenonsapiĂšcostomarchio. Gli esperti dubitano che proposito del si.Alcontrario,quandol’assaggiatosia piĂš salutare del grano duro, ma simpaticoovire sa che il vino è piĂš costoso, la sua costa il quadruplo e viene no, spesso la percezione viene influenzata. importato. mozzarella di bufala che troviamo al supermerca to e sulla pizza contiene percentuali variabilidilatte di vacca. Lo raccontaLe bugie nel carrello,unlibro di Dario Bressanini in libreria oggi (edito da Quando un prodotto diChiarelettechiara a volte in maniera inre). direttadipossedereproprieL'autore, tĂ salutistiche sarebbe il cachimico, doso prima di informarsi. Cocente univerme far passare il selenio presitario e foodsente in alcune qualitĂ di pablogger, giĂ tate,eneiterrenicheleprodunel 2009 avecono,come un prodotto natuva chiarito il ralequandoinvecenonloè.Corapporto cosĂŹ come far credere che l’assunsti-benefici zionediseleniomigliorilacircoladella genetizionesanguignaelefunzioniintelca applicata lettive.NonècosĂŹ. Lapatatanonèinalla coltivatelligente... zione con ÂŤOgm,traleggenda e realtĂ Âť; poi si era dedicato a smascherare i luoghi comuni dei produttori alimentari con ÂŤPane e bugieÂť. Il discorso continua con l'ultimo libro: racconto in prima persona,supportatodaunadocumentazione scientifica seria, di una visita virtuale in quellasortadimuseodellaproduzione, della tecnologia (e della disinvoltura promozionale mascherata da correttezza alimentare) che è il supermercato. Un esempio? Il pomodoro Pachino, prodotto Igp dal 2003, non è affatto di Pachino, inSicilia. Sitratta di due rispettabili varietĂ ibride introdotte nel 1989 dalla HazeraGenetics,aziendasementieraisraeliana: il ciliegino Naomi e il Rita a grappolo,che,traglialtrimeriti, hanno quello di rimanere inalteratiperdue otresettimane dopo la raccolta. Certo si

$ % & '

( )

*

+ ,


PAGINA

L’ITALIANO VENERDI’ 17 MAGGIO 2013

SPORT

12

Corruzione, Ecclestone a processo in Germania ◗ BERLINO

Bernie Ecclestone, storico patron della Formula 1

In Germania la procura di Monaco di Baviera ha chiesto l’imputazione per il patron della Formula 1, Bernie Ecclestone. Secondo il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, s il britannico Ecclestone sarebbe finito nel mirino della procura per due reati, corruzione e istigazione alla malversazione in

relazione alla vicenda della vendita di parte della proprietà del circus automobilistico alla società Cvc. Ad accusare direttamente l’82enne Ecclestone è l’ex banchiere Gerhard Gribkowsky, già condannato nella stessa vicenda per corruzione e altri reati a otto anni di carcere. Secondo Gribkowsky il manager britannico gli avrebbe pagato

44 milioni di dollari in nero per pilotare la vendita delle azioni della Formula 1 in mano alla BayernLB, l’istituto di credito per cui lavorava. Ecclestone ha sempre respinto le accuse, spiegando di aver corrisposto denaro al banchiere perchè ricattato. Intanto nel circo della Formula 1 tiene banco la notizia che la Honda si prepara al ritor-

no in Formula Uno: appuntamento per il 2015 come fornitore di motori per la McLaren. L’indiscrezione arriva da «Kyodo News», che cita fonti interne all’azienda giapponese, con l’annuncio ufficiale previsto per oggi da parte del presidente Takanobu Ito. Già nello scorso febbraio aveva preso forza questa voce sulla base delle dichiarazioni dello stesso Ito. La Honda, che ha lasciato il circus nel 2009, fornirebbe i motori alla McLaren al posto della Mercedes, il cui contratto scade proprio tra due anni.

L’EuropaLeaguealChelsea IlCagliarirestasenzaunostadio AlRocco prezzi bassi con laLazio Benficabeffatoal93’ SOPRALLUOGHI AL “SANT’ELIA”

Accade tutto nella ripresa. Fernando Torres porta avanti i Blues, il lusitano Cardozo ristabilisce la parità su calcio di rigore. In pieno recupero Ivanovic firma il trionfo BENFICA CHELSEA

1 2

Reti: 14’ st Torres (C), 22’ st rig. Cardozo(B), 48’ st Ivanovic (C) BENFICA: Artur; Melgarejo (20’ st John), Garay (31’ stJardel), Luisao, Almeida; Matic, Perez; Rodrigo (20’ st Lima), Salvio, Gaitan; Cardozo. All.: Jorge Jesus. CHELSEA: Cech; Azpilicueta, Cahill, Ivanovic, Cole; David Luiz, Lampard; Mata, Oscar, Ramires; Torres. All.: Rafa Benitez.

Una recente partita del Cagliari al “Rocco”

◗ CAGLIARI

Arbitro: Kuipers (Ola). Note: amminiti Oscar (C), Garay (B), Luisao (B).

Il capitano Frank Lampard alza le braccia ed esulta per la vittoria del Chelsea

◗ AMSTERDAM

Il Benfica gioca, il Chelsea vince. I Blues dopo la Champions League dell’anno scorso conquistano anche la “coppetta” dell’Europa League superando con tanta difficoltà un Benfica tornato ai fasti di un tempo (e che forse avrebbe meritato più della semplice finale): 2-1 all’Amsterdam Arena, grazie a un gol a 30 secondi dalla fine di Ivanovic che basta e avanza per tornare a Stamford Brigde con il trofeo. Il Benfica torna a leccarsi le ferite e a contare la settima finale continentale persa. Il Benfica, o forse sarebbe meglio chiamarlo “ben-sfiga”, fa la partita (alla fine conta un possesso palla vicino al 60%) ma là davanti incide poco. Tanto

basta a uno svogliato Chelsea, più preoccupato delle voci sul futuro che alla finale europea, per portarsi a casa l’intera posta. Il Chelsea passa in vantaggio dopo un’ora di gioco in cui non aveva mostrato granchè: il gol è una sorta di abc del gioco del calcio sui campetti di periferia, con Cech che rinvia lungo con le mani, bucano tutti ma non “El Niño” che si presenta davanti ad Artur, lo salta e mette dentro. Il vantaggio Blues ha il merito di svegliare la partita, con i londinesi che si mostrano improvvisamente animati e più spregiudicati. La scossa dura però pochi minuti, complice una sventurato braccio di Azpilicueta in piena area: rigore e gol di Cardozo che ristabilisce la

parità. Subito dopo è il Chelsea a chiedere il penalty per una marcatura un pò troppo amichevole di Luisao su uno scatenato Torres che si lascia un pò cadere in area. All’82’ gran parata di Cech su sinistro velenoso di Cardozo dal limite, il portiere ceco la mette sopra la traversa in tuffo. Quando tutto sembra portare ai tempi supplementari (anche se uno splendido tiro di Lampard a due minuti dal termine su stampa sulla traversa doveva far presagire qualcosa), al 92’ e 30’’, è il serbo Ivanovic a risolvere con un’incornata su calcio d’angolo che finisce dove Artur non può arrivare. È il match point che vale l’Europa League. Rafa Benitez per l’ennesima volta prende la coppa e saluta.

Gran Bretagna

Loic Remy del Qpr in cella per stupro Il francese Loic Remy, centravanti del Queens Park Rangers, è stato arrestato con l’accusa di stupro. Il 26/enne attaccante, acquistato dal Marsiglia lo scorso gennaio per dieci milioni di euro, è stato prelevato dagli agenti di Scotland Yard direttamente dal suo appartamento di Fulham. Con lui sono state incriminati e fermati suo cugino e un amico. La denuncia è di una donna, che accusa i tre di averla drogata per abusare di lei lo scorso 6 maggio. Nel calcio inglese sbronze e violenze varie sono sempre più diffuse tra i giocatori.

Si allontana la possibilità che il Cagliari utilizzi lo stadio Sant’Elia per il prossimo campionato di Serie A. È quanto, in sintesi, emerge da un comunicato congiunto dei tecnici del Comune e da quelli della società rossoblu che si sono incontrati due giorni fa per tentare di trovare una soluzione che consenta l’utilizzo della struttura. In una nota Comune e Cagliari Calcio hanno comunicato di aver «convenuto sul fatto che la soluzione temporanea proposta che avrebbe riportato la squadra a giocare allo stadio Sant’Elia già a partire dalla prossima stagione non è allo stato percorribile anche per i costi necessari». Il Cagliari Calcio continuerà quindi «a perseguire una soluzione alternativa in corso confidando in un esito positivo entro la fine del mese, altrimenti potrà riprendere un confronto sul Sant’Elia per renderlo almeno in parte utilizzabile già da fine agosto con costi il più possibile contenuti».

Resta in ogni caso la volontà del Comune e della società «di continuare a lavorare per pervenire a un’intesa che, seppur non nell’immediato, riporti la squadra rossoblu a giocare nella propria città, che resta la sua sede naturale, in uno stadio Sant’Elia moderno e efficiente». Nel caso, tra le alternative possibili c’è come al solito Trieste, anche se sarebbe scelta tutta da definire. Di certo c’è, invece, che i sardi giocheranno domenica sera alle 20.45 allo stadio Rocco la loro ultima partita del campionato “in casa ma in trasferta”, incontrando una Lazio ancora alla ricerca di un posto in Europa. Per cercare di avvicinare quanti più tifosi del calcio all’evento il Cagliari, che dalle forzate trasferte e dai mancati incassi ci ha rimesso una barcata di soldi, anche stavolta propone prezzi popolari: tribuna Pasinati a 20 euro e tutte le curve consentite (una è riservata agli eventuali laziali in trasferta) a 10 euro.

CON MAROTTA, PECCHIA E ALTRI ADDETTI AI LAVORI Balotelliciripensa:«Sesentirò altri buu razzisti lascerò il campo» Ilcalciosiimparaall’Università:corsoallaSanRaffaelediRoma ◗ MILANO

«Ho sempre detto che se fosse successo in campo non avrei fatto nulla, ora ho cambiato idea. Se mi sarà rivolto un altro coro razzista, uscirò dal terreno di gioco»: lo dice Mario Balotelli in una intervista rilasciata alla Cnn. «Domenica - aggiunge Balotelli - ho parlato con Boateng e stavo per abbandonare il terreno di gioco, poi avrebbero potuto pensare che lo avevamo fatto perchè stavamo avendo difficoltà nella partita e volevamo avere la vittoria (a tavolino ndr) per 3-0 e allora sono rimasto». L’attaccante si riferisce alla partita contro la Roma, sospesa

per 90 secondi all’inizio del secondo tempo a causa dei cori razzisti degli ultras giallorossi. In quell’occasione, ripreso in una foto che ha fatto il giro del mondo, SuperMario si era fermato in mezzo al campo e, rivolgendosi alla curva dei romanisti, aveva portato il dito al naso per invitarli a tacere. Oltre alla riprovazione del tecnico della nazionale Prandelli e di tutto il calcio italiano, sulla vicenda si è espresso anche Joseph Blatter, presidente Fifa. «Penso che non abbiamo imparato la lezione - ha detto - è incredibile che dobbiamo ancora vedere tali incidenti soprattutto nella Serie A italiana».

◗ ROMA

Giuseppe Marotta (Juventus)

Il calcio sbarca all’università. Con tanto di professori, libri ed esami. Primo caso al mondo di una laurea interamente dedicata al calcio, l’iniziativa è stata presentata ieri all’università telematica San Raffaele di Roma. Nasce da un’iniziativa congiunta con l’Associazione calciatori (Aic), ha avuto il patrocinio e l’incoraggiamento di tutte le istituzioni calcistiche nazionali, e si avvale in forma particolare della collaborazione della Juventus, che presta il suo ad Beppe Marotta nel ruolo di docente. Troppe volte la gestione del calcio è affidata a persone ap-

passionate e volenterose, ma prive di qualunque formazione specifica su tutti quegli argomenti (legali, amministrativi, economici, organizzativi, ecc.) che sono fondamentali per guidare un club. Su questo tema Fabio Pecchia, ex centrocampista di Juve, Napoli e Bologna, e fra i docenti del corso di laurea, ha detto la sua con schiettezza: «il più grave errore che ho fatto nella mia carriera è stato credere che bastasse essere stato un giocatore per poter continuare a lavorare nel calcio, come allenatore». Pecchia ha ricordato i suoi trascorsi di calciatore e studente (poi laureato in legge): «studiavo la mattina, il pomeriggio mi alle-

navo. Era una grande fatica, non sempre tenevo il ritmo, però poi mi sono accorto di quanto fosse importante» ha spiegato, ricordando che il corso di studi è aperto anche a tutti calciatori ancora in attività, professionisti e dilettanti. «Anzi, è utile studiare e giocare contemporaneamente. Nella mia ultima esperienza di tecnico avevo alcuni giocatori-studenti, il loro ruolo pesava di più in campo riuscivano a seguirmi meglio». « Fra i professori del corso di laurea sul calcio anche il direttore del Guerin Sportivo Matteo Marani, l’ex arbitro Trentalange, l’ex calciatore Diego Bonavina.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.