L'ITALIANO

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L ITALIANO MARTEDI’ 2 MARZO 2010 - Anno IV - Numero 40 (868 dall’inizio) QUOTIDIANO DELL’ITALIA NEL MONDO

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Italia 0,50 euro - Argentina 1 peso

Il Segretario di Stato americano Hillary Clinton ha offerto la mediazione statunitense per risolvere il conflitto relativo alla sovranità delle isole Falkland, senza tuttavia specificare i dettagli di un'eventuale iniziativa diplomatica. "La nostra posizione è che tale questione debba essere risolta tra Argentina e Gran Bretagna, ma se possiamo essere di aiuto nel facilitare tali contatti, siamo pronti a farlo", ha spiegato la Clinton alla pag. 4

ARGENTINA-GB: GLI USA MEDIANO QuiItalia

ItalianelMondo

Sport

Ancora non si è insediato in Senato e già piovono indiscrezioni al veleno su Raffaele Fantetti

Razzoli, l’erede di Tomba: lo sciatore emiliano trionfa in Canada con l’oro 22 anni QuiItalia dopo Albertone Record negativo della disoccupazione

alle pag. 5

Sale di tono lo scontro politico per l'avvenuta esclusione della lista del Pdl dalle elezioni regionali del Lazio a pag. 2

alla pag. 8 nel primo mese del 2010. A gennaio,

infatti, il tasso di disoccupazione si posiziona all'8,6%

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QuiMondo Terremoto: il governo cileno ha mobilitato l'esercito per arginare i saccheggi e ha imposto il coprifuoco alla pag. 6


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POLITICA ITALIANA

Napolitano: sì alla piena rappresentanza IL POPOLO DELLA LIBERTÀ ESCLUSO PER RITARDI NELLA CONSEGNA DEI DOCUMENTI, DENUNCIA-QUERELA CONTRO I RADICALI. “VOGLIONO FERMARCI”

L’ITALIANO MARTEDI’ 2 MARZO 2010

Ancora tensioni e polemiche sul caso delle liste elettorali del Pdl nel Lazio. Dopo gli appelli del centrodestra al Quirinale, il capo dello Stato prende una posizione netta: "La preoccupazione di una piena rappresentanza, nella competizione elettorale regionale in Lazio come dovunque, delle forze politiche che intendono concorrervi, non può che essere compresa e condivisa dal Presidente della Repubblica", è la premessa di Giorgio Napolitano. Tuttavia, aggiunge il Presidente della Repubblica, "spetta solo alle competenti sedi giudiziarie la verifica del rispetto delle condizioni e procedure previste dalla legge". Intanto, sempre in mattinata, è partita una denuncia-querela del Pdl del Lazio nei confronti dei radicali presso l'ufficio centrale regionale della Corte d'appello di Roma, che dovrebbe decidere entro le prossime 24 ore se accogliere o meno l'istanza. Si tratta di una denuncia per "violenza privata" nei confronti dei militanti radicali e per "abuso d'ufficio" nei confronti dei componenti dell'ufficio centrale circoscrizionale che avrebbero di fatto impedito "di esercitare il diritto politico di voto. "Mi auguro che prevalga il buon senso e che oltre un milione di cittadini romani

LOMBARDIA

Lazio, è scontro sulle liste Pdl Oltre 500 firme false Escluso anche Formigoni

CAOS NEL LAZIO PER LE LISTE DEL PDL

possano esercitare un diritto che la Costituzione riconosce loro", ha sottolineato Ignazio Abrignani, responsabile elettorale Pdl. Se l'ufficio centrale regionale della Corte d'Appello accoglierà l'istanza del Pdl Lazio, non sarà necessario presentare istanza davanti al tribunale amministrativo regionale. Nel ricorso si sottolinea che tutta la documentazione relativa ai candidati di lista era già stata presentata alle 11.30 presso gli uffici preposti e si mette l'accento sul fatto che questa documentazione è sempre rimasta

a disposizione dei suddetti uffici. Intanto, mentre Renata Polverini ha organizzato una “maratona oratoria” a sostegno delle ragioni della lista Pdl, la polemica politica è al calor bianco. Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, "ai nostri rappresentanti è stato impedito di presentare la lista, prima dalle provocazioni di alcune persone ma essenzialmente dal magistrato responsabile che ha dato ordine alle Forze di Polizia di bloccare i nostri rappresentanti". Di conseguenza, aggiunge, "al PdL è stato im-

pedito l'esercizio di un fondamentale diritto politico che va tutelato da tutti, le varie specializzazioni della magistratura e in ultima analisi anche dai livelli istituzionali". Immediata la replica del Pd, che con il vice segretario, Enrico Letta invita ad abbassare i toni e aggiunge che "la democrazia non è in pericolo - spiega - ed è improprio coinvolgere il capo dello Stato, la magistratura e il Pd in una vicenda che appare semplice e tutta legata a responsabilità dei rappresentanti del Pdl romano".

ROBERTO FORMIGONI

Neanche la Lista per Lombardia di Roberto Formigoni è stata ammessa alle elezioni regioni per invalidità di oltre 500 firme. Lo ha deciso la Corte di Appello di Milano. I giudici della Corte d'appello di Milano dopo un controllo formale delle firme (l'unico consentito in questa sede) ha ritenuto “fondate” le “doglianze” contenute nel ricorso dei radicali. Le firme risultate non conformi sono state 514 sulle 3.935 presentate. Que-

sto comporta che le firme valide sono 3.421, un numero inferiore da quello previsto dalla legge la quale impone che le firme siano non meno di 3.500 e non più di 5 mila. In particolare le irregolarità riguardano la “mancanza di timbri sui moduli”, mancanza di data dell'autenticazione e “mancanza del luogo dell'autenticazione. Il ricorso dei radicali non è invece stato accolto in riferimento alla lista Penati presidente”.

La lettera del senatore al presidente Schifani

Il cda ha deciso a maggioranza, Garimberti contrario

Di Girolamo si dimette “Non sono Lucifero anche se ho sbagliato”

Par condicio, stop ai talk show in Rai verso le Regionali

Il senatore Nicola Di Girolamo ha presentato fa una lettera di dimissioni al Presidente del Senato Renato Schifani. Le dimissioni presentate dal senatore eletto nelle liste del Pdl, Nicola Di Girolamo, dovranno essere votate dall'aula di Palazzo Madama. La data di tale votazione dovrà essere calendarizzata dalla conferenza dei capigruppo del Senato, che è convocata per oggi alle 11. Sia il Pd sia il Pdl avevano depositato in mattinata mozioni per la decadenza del senatore eletto all'estero dal suo seggio, mentre è in calendario per oggi alle 12

una audizione dello stesso Di Girolamo, coinvolto nello scandalo riciclaggio, davanti alla giunta per le Elezioni e le immunità del Senato. Nella lettera indirizzata al presidente del Senato Renato Schifani Di Girolamo ha spiegato di essere “colpevole di uno o due incontri disattenti” ma di essere pronto a “rendere disponibile la mia persona perché chi dovrà giudicarmi possa davvero conoscere i contorni di una vicenda che non è tutta criminale”. Di Girolamo ha spiegato a Schifani di essere stato eletto “da 24.500 elettori non mafiosi né delin-

NICOLA DI GIROLAMO

quenti” e che il suo guaio è stato quello di “giudicare poco e male» alcuni personaggi incontrati durante la campagna elettorale”.

Il Cda della Rai ha approvato a maggioranza, cinque voti favorevoli e quattro contrari, il regolamento varato dalla commissione di Vigilanza che impone lo stop ai talk show e ai programmi di approfondimento giornalistico che trattano temi politici nel periodo che va da oggi alle elezioni regionali, 28-29 marzo. A favore hanno votato i consiglieri di centrodestra, contrari tutti gli altri dell'opposizione. In un comunicato di viale Mazzini è detto che il Cda, "in applicazione" del regolamento varato dalla commissione di Vigilanza, ha

deliberato a maggioranza "la sospensione temporanea, per il periodo relativo alla seconda fase della campagna elettorale, della messa in onda dei programmi di approfondimento informativo 'Porta a Portà (Raiuno), ‘Annozero’ e ‘L'ultima Parola’ (Raidue), ‘Ballaro’ (Raitre), sostituendoli, ove possibile, con tribune elettorali, dando mandato al direttore generale di assicurare i termini e le modalità operative per assicurare il rispetto delle previsioni del citato Regolamento". Le puntate delle trasmissioni sospese "verranno recuperate ap-

PAOLO GARIMBERTI

pena possibile", conclude il comunicato Rai. Un no “convinto” è la posizione del presidente della Rai Paolo Garimberti sulla decisione della maggioranza del Cda. Una scelta che considera un danno per la Rai stessa e per gli utenti, e per la quale si è detto molto contrariato.


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I problemi del Belpaese POSTI DI LAVORO IN DIMINUZIONE, PRESSIONE FISCALE IN AUMENTO, PRODOTTO INTERNO LORDO IN BASSO: È NERA LA FOTOGRAFIA SCATTATA DALLʼISTAT

Il record della disoccupazione Crolla il Pil e aumentano disoccupazione e pressione fiscale: è la fotografia dell'economia italiana scattata dall'Istat. Nel 2009 il prodotto interno lordo è diminuito del 5%. Non era mai andata così male da circa 40 anni e precisamente dal 1971, inizio delle serie storiche. Le ultime previsioni indicate nell'aggiornamento al Programma di stabilità italiano indicavano un Pil in calo del 4,8% mentre la stima provvisoria dell'Istat una diminuzione del 4,9%. L'Istituto di statistica ha anche rivisto al ribasso le stime 2007 e 2008: rispettivamente da +1,6% a +1,5% e da -1% a -1,3%. Vola invece a livelli record il tasso di disoccupazione che a gennaio si è attestato all'8,6% con una variazione congiunturale sostanzialmente nulla ma in aumento dell' 1,3% rispetto allo stesso mese del 2009. Si tratta del livello più elevato dal gennaio 2004 (inizio della serie storiche) quando il tasso di disoccupazione si era attestato all'8,3%. Sono oltre 2 milioni le persone in cerca di occupazione, in crescita dello 0,2% (+5 mila unità) rispetto al mese precedente e del 18,5% (+334 mila unità) rispetto a gennaio dello scorso anno. Da gennaio 2009 sono andati in fumo 307mila posti di lavoro mentre il tasso di disoccupazione giovanile, nel primo mese del 2010 è ri-

CDM

ATTUALITA’

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Arrivano le ‘liste pulite’ nel nuovo ddl anticorruzione

ROBERTO CALDEROLI

CRESCE LA DISOCCUPAZIONE, SCENDE IL PIL

sultato pari al 26,8%, con una crescita di 0,3 punti percentuali rispetto a dicembre e di 2,6 punti percentuali rispetto a gennaio 2009. Per il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, i dati confermano "i livelli di disoccupazione già evidenziati nei mesi precedenti " e si conferma altresì "l'importanza dell'esteso impiego di ammortizzatori sociali e contratti di solidarietà che conservano i rapporti di lavoro, mantenendoci così significativamente al di sotto della media dell'Eurozona". Tornando ai conti pubblici, l'indebitamento netto

in rapporto al Pil è risultato nel 2009 pari al 5,3%, superiore a quello registrato nell'anno precedente, pari al 2,7%. Vola anche il debito/Pil che ha raggiunto quota 115,8% al termine del 2009 sulla base dell'ultime stime elaborate dalla Banca d'Italia che indicavano un debito a 1.761,191 miliardi di euro. Brutte notizie sul fronte del fisco: la pressione fiscale complessiva si è attestata al 43,2%, superiore di 3 decimi di punto rispetto al valore del 2008 (42,9%). Le entrate totali, pari al 47,2% del Pil, sono diminuite dell'1,9%

rispetto all'anno precedente (erano cresciute dell'1,1% nel 2008). La più contenuta riduzione delle entrate complessive rispetto alle entrate correnti è dovuta, secondo l'Istat, all'aumento di introiti di carattere straordinario in conto capitale. In particolare i prelievi operati in base allo scudo fiscale per un importo di circa 5 miliardi di euro. Per quanto riguarda invece le uscite totali sono risultate pari al 52,5% del Pil (49,4% nel 2008), con un aumento del 3,1% rispetto all'anno precedente.

Il ddl anticorruzione approvato in Consiglio dei ministri introduce anche le ‘liste pulite’ per i parlamentari. Il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli ha infatti presentato una “proposta emendativa” al testo entrato in Cdm in base alla quale è stata prevista l”'ineleggibilità alle cariche di deputato e senatore per coloro che sono stati condannati, con sentenza passata in giudicato, per i reati di cui alla lettera B dell'articolo 58 del testo unico degli enti locali, per un periodo di 5 anni”. I reati per cui - in base alla proposta di Calderoli passata in Cdm - saranno ineleggibili al Parlamento coloro che sono stati condannati, in via definitiva, per un periodo di cinque anni sono: peculato, peculato median-

te profitto dell'errore altrui, malversazione a danno dello Stato, concussione, corruzione per un atto d'ufficio, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, corruzione in atti giudiziari, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio del codice penale. La lista è quella prevista dalla lettera B dell'art. 58 del testo unico degli enti locali attualmente in vigore. L'elenco dei reati, tuttavia, verrà ampliato dallo stesso ddl anticorruzione, che includerà anche reati gravissimi quali l'attentato contro l'integrità, l'indipendenza e l'unità dello Stato, le associazioni sovversive o con finalità di terrorismo, assistenza agli associati, attentato contro la Costituzione e, tra l'altro, la turbata libertà degli incanti.

Ieri eventi e cortei in tutto il Paese per lo ‘sciopero degli stranieri’ che ha ricevuto la solidarietà bipartisan di Pdl e opposizione

Si ferma per un giorno l’Italia degli immigrati L'Italia degli immigrati si ferma per un giorno. Con il simbolico lancio di palloncini gialli nei cieli di oltre 60 città ha preso il via il primo ‘sciopero’ dei migranti in Italia: 'Primo Marzo. Un giorno senza di noi-lo sciopero degli stranieri’’. Centinaia le iniziative e i cortei contro il razzismo e la xenofobia organizzati dalle associazioni della società civile e dalle comunità di migranti. Una popolazione di quasi cinque milioni di persone, senza il cui contributo determinante nel settore del lavoro, ammonisce Coldiretti, non sarebbe possibile la produzione di numerose eccellenze del 'Made in Italy' alimentare. Dalla raccolta delle mele della Val di Non in Trentino alla mungitura delle mucche

per il Parmigiano Reggiano, dalla vendemmia dei vini 'Doc' alla cura dei greggi per il pecorino romano fino alla raccolta della frutta Igp dell'Emilia Romagna. E sempre Coldiretti sottolinea come nelle campagne italiane più di un lavoratore su dieci sia extracomunitario, con circa 30mila aziende agricole italiane che assumono lavoratori provenienti da fuori dell'Europa. In occasione della giornata la Cia ha chiesto "subito" la pubblicazione del decreto sugli 80mila stagionali e ribadito l'impegno contro "lo sfruttamento, il lavoro nero e il razzismo". Tra le numerose organizzazioni coinvolte, Legambiente mette l'accento sull'immagine "anacronistica e grottesca" di un'Italia sen-

STRANIERI IN PIAZZA

za immigrati e torna a condannare "i fatti di Rosarno, gli scandali sulla gestione dei centri di accoglienza, la cultura razzista che si sta diffonden-

do" e a chiedere "una nuova cultura dell'accoglienza e della condivisione che superi i limiti delle politiche sull'immigrazione adottate negli ultimi anni".

Unanime il sostegno all'iniziativa da parte del Pdl e dell'opposizione. Se il Partito democratico prende parte compatto alle iniziative di piazza della gior-

nata, molti esponenti del principale partito di governo sostengono l'iniziativa. Così, il vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, Giuliano Cazzola (Pdl) appoggia le motivazioni dello sciopero: "Gli immigrati vogliono dimostrare non solo di esistere - spiega in una nota - ma di essere indispensabili con il loro lavoro alle attività economiche e sociali del Paese: circostanza assolutamente vera". Della stessa lunghezza d'onda il deputato Pdl Benedetto Della Vedova. Adesioni anche dalla candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, Emma Bonino (che parla di "vera integrazione") e dal portavoce dell'Italia dei valori, Leoluca Orlando.


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QUI ARGENTINA

Il Presidente ha ricevuto ieri alle ore 19.30 il segretario di Stato americano Hillary Clinton presso la sede del governo. Il titolare della diplomazia statunitense proveniva da Montevideo. La Clinton si è recata a Buenos Aires; all’ordine del giorno, la crisi dovuta alla questione delle isole Falkland

Faccia a faccia Kirchner-Clinton BAIRES - Il Presidente ha ricevuto ieri alle ore 19.30 il segretario di Stato americano Hillary Clinton presso la sede del governo; era presente anche il cancelliere Jorge Taiana. Il titolare della diplomazia statunitense proveniva da Montevideo, dove ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione del neopresidente Mujica. Dopo l’Uruguay, Clinton si è recata a Buenos Aires; all’ordine del giorno, la crisi dovuta alla questione delle isole Falkland, dove la Gran Bretagna ha annunciato la decisione di dare il via ad esplorazioni petrolifere nei fondali adiacenti le isole. Il presidente argentino ha così ricevuto la Clinton nella Casa Rosada, con tutti gli onori riservati a un capo di stato; l’incontro è molto delicato, anche solo in considerazione del fatto che Washington è una interlocutrice speciale per Londra. Sapere quindi la posizione degli Stati Uniti in questo annoso contenzioso è di fondamentale importanza per poter perorare la propria causa davanti alla comunità internazionale: non bisogna dimenticare infatti che Cristina ha portato la questione all’Onu, che però si è

rifiutato di procedere senza prima poter consultare le carte e, diremmo noi, le posizioni diplomatiche del resto dei paesi. Secondo fonti diplomatiche Usa, Washington sarebbe comunque intenzionata a mantenere una posizione

neutrale tra Buenos Aires e Londra in merito alla vicenda. Ad ogni modo, nonostante l’importanza dell’incontro, dalla Casa Rosada tendono a sdrammatizzare: il ministero degli esteri Jorge Taiana, che ha confermato l’incontro, si

è limitato a dire che “il tema delle Malvinas è una questione costante nella nostra politica estera”. Come dire che non ha importanza cosa si diranno Cristina e Hillary, le Malvinas sono e rimarranno un tema centrale per ogni gover-

no argentino. INAUGURAZIONE AL PARLAMENTO L’importante incontro con Clinton non ha impedito a Cristina di svolgere regolarmente le funzioni governative e la fitta agenda in programma. Il presidente anzi ha inau-

gurato alle 11.30 le attività del Parlamento previste per l’anno 2010: Cristina è arrivata con il marito Nestor, che ha preso posto nel suo seggio di deputato, dopo un freddo saluto con il numero due del governo Julio Cobos, che presidiava l’assemblea. Quello che è iniziato ieri è stata la 128esima legislatura del congresso nazionale: Cristina nel suo discorso ha evidenziato quanto è stato fatto dal suo governo nel corso del 2009 e quanto ci si aspetta di fare per l’anno in corso. Alla fine ha tracciato un bilancio, naturalmente considerato da lei stessa positivo. Cristina ha parlato di un “paese reale” e uno virtuale e mediatico: negli ultimi tempi è esistito un paese reale che ha permesso che fossero supecome rato record l’espansione demografica e dei consumi”. Ma al tempo stesso si è sviluppato di pari passo anche il “paese virtuale, nel quale succedono cose orribili, dove tutto è considerato negativo e niente in positivo”. Secondo Cristina,”il nostro obiettivo specie di fronte alla crisi finanziaria è che riusciamo a evitare, nonostante la critiche imperversa, una serie di licenziamenti di massa.

Per la chiesa argentina le nozze gay non hanno alcun valore legale BAIRES - Il cardinale arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Bergoglio, ha affermato in un comunicato di respingere la decisione giudiziaria che autorizza il matrimonio tra due persone dello stesso sesso e ha chiesto al governo della capitale, guidato da Mauricio Macri, di ricorrere contro questa decisione del giudice Elena Liberatori. “La legislazione civile argentina che ci regge, regola il matrimonio come entità civile composta da un uomo e da una donna – si legge nel comunicato diffuso dal cardinale –. La decisione di un giudice nel contenzioso amministrativo che permette un vincolo matrimoniale tra persone dello stesso sesso è quindi contraria alla suddetta legislazione. Basandosi sul fatto che da epoche ancestrali il matrimonio si intende come l'unione tra uomo e donna, la sua riaffermazione non implica alcuna discriminazione”, aggiunge. “Visto che il Potere Esecutivo della città autonoma di Buenos Aires è il garante della legalità nella città, il capo del governo, attraverso il Pubblico Ministero, ha il dovere di ricorrere di fronte a questa decisione”, termina il testo. Mauricio Macri era già stato messo in discussione dal cardinale Bergoglio nel novembre scorso, quando il capo del governo aveva reso pubblica, attraverso Facebook, la sua intenzione di non ricorrere di fronte alla decisione del giudice Gabriela Seijas che aveva autorizzato le nozze di Alex Freyre e José María Di Bello. La coppia non aveva poi potuto sposarsi per una decisione contraria della Camera nazionale riguardo alle questioni civili, ma ha finito per farlo a Ushuaia, nella Terra del Fuoco, nell'estremo sud del Paese, il 28 dicembre scorso. Membri dell'entourage dell'arcivescovo hanno riferito al quotidiano “La Nación”: “Il nostro atteggiamento non è religioso, discriminatorio o fondamentalista, ma puramente legalista: è parte del compito pastorale difendere l'applicazione delle leggi perché non si commetta un atto di ingiustizia nei confronti degli altri”.

Le banche aumentano i costi: è polemica BAIRES - Le banche hanno aumentato nel 2009 il costo dei loro servizi di ben il 35%. E non finisce qui: per i prossimi mesi almeno cinque grandi istituti finanziari hanno in progetto l’idea di aumentare ulteriormente il costo dei loro servizi. Servizi che si riferiscono al mantenimento dei conti corrente, all’emissione dei libretti per gli assegni, e alle operazioni alla cassa continua. E come ultimo e peggiore dato, questi aumenti non sono stati comunicati ai clienti: in questo modo suona naturale che i reclami e le proteste da parte della cittadinanza si siano moltiplicati e ben l’80% si sono diretti verso il caroservizi. A confermarlo è stata il titolare dell’Agenzia di difesa del popolo di Buenos Aires, Graciela Muniz, secondo cui “la maggior parte degli utenti hanno dimostrato con prove inconfutabili che non sono stati informati degli aumenti o che comunque le comunicazioni non sono state fatte nella giusta ed adeguata maniera”. Nella media, gli aumenti oscillano tra il 17% e il 35% e coinvolgono tutte le operazioni tipiche di una banca nei confronti dei propri clienti; tra queste, anche il rinnovo delle carte di credito, dei bancomat, o qualsiasi operazione di cassa. Una media di 13,48 pesos, mentre inj precedenza il costo di una cassa continua era di circa 11 pesos: aumenti che riguardano tanto gli istituti di credito pubblico quanto quelli privati.


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ITALIANI NEL MONDO

Fantetti e la sua residenza all’estero ROMA - È arrivato il suo momento: Raffaele Fantetti, avvocato il cui nome a prima vista non dice molto al grande pubblico, varcherà tra pochi giorni il portone di Palazzo Madama come trecentoquindicesimo senatore della Repubblica Italiana. Dall’anonimato ai velluti rossi, da due anni di ricorsi all’investitura. Rabbia e attesa, un sito che compare ancora su Google come se le elezioni fossero appena avvenute: votafantetti.org. Perché lui, Fantetti, nella vittoria ha creduto fino in fondo. Mentre il Senato gli congelava per tre volte le speranze, decidendo di non consegnare il senatore Nicola Di Girolamo alla giustizia, Fantetti non si arrendeva. Attendeva che il suo ricorso fosse accolto da qualcuno. Adesso è l’uomo nuovo, spuntato all’improvviso dalle ceneri di un rogo giudiziario che ha travolto un senatore e gli alti vertici della telefonia. Così vuole il regolamento: primo dei non eletti del Pdl nella circoscrizione Europa alle elezioni politiche con 20.400 voti, Fantetti Raffaele, 44 anni, nato a Roma, residente a Londra dal 1992, subentra al probabile dimissionario Di Girolamo Nicola. Da Fantetti, in fondo, è partita tutta questa storia o, almeno, la parte dell’inchiesta «broker» che lambisce la politica. Fu Fantetti a presentare il primo ricorso contro Di Girolamo, il 12 maggio del 2008, alla giunta per le immunità del Senato, contestando una falsa residenza a Bruxelles. Così scriveva Fantetti: «Mentre il Di Girolamo dichiarava alle autorità italiane di essere residente presso il Comune di Etterbeek, in Avenue de Tervuren 143, da una richiesta di accesso da me effettuata risulta che quell’indirizzo non dipenda dal municipio di Etterbeek, ma da quello limitrofo di Woluwe St. Pierre, nel quale il Di Girolamo ha presentato richiesta di trasferimento di residenza solo in data 8 maggio 2008!». Un comportamento «del tutto illegittimo», e che doveva determinare «la decadenza del Di Girolamo dalla carica di Senatore». Ventidue mesi dopo, Fantetti sta per ottenere giustizia. Forse non sembra vero neppure a lui, come quando si sogna troppo qualcosa e, alla fine, nel momento in cui il sogno si avvera, si sente soltanto un senso di vertigine. «Per ora non parla perché non vuol fare sciacallaggio politico», spiega il suo avvocato, Alessandro Tozzi. FANTETTI E LA SUA RESIDENZA ALL’ESTERO -

al ministero, dotato di un numero di telefono, di una scrivania e di una mail (raffaele. fantetti@sviluppoeconomico. gov. it) tuttora valida. E quel Fantetti, o questo, era impegnato all’Eur, nel palazzone dell’Ice, durante la campagna elettorale. E all’Eur ha parcheggiato l’auto anche dopo il 2008. Si chiude il caso Di Girolamo e forse si apre quello, altrettanto strano, del dottor Fantetti. Appuntamento a mercoledì, tra i velluti rossi di palazzo Madama.

EDITORE Cooperativa Editoriale L'Italiano Soc. Coop. a mutualità prev. Srl P.Iva 09341041003 REGISTRAZIONE Tribunale di Roma: 492007 del 02.03.2007 ROC: 15506 DIRETTORE Gian Luigi Ferretti VICEDIRETTORE Tullio Zembo DIRETTORE RESPONSABILE Salvatore Santangelo Sarà il primo dei non eletti, Raffaele Fantetti, a prendere il posto di Di Girolamo al Senato. Non è ancora senatore e già su di lui si sta abbattendo una bufera. Indovinate per che cosa? La residenza all’estero. Su LA STAMPA è apparso un articolo intitolato “Il nuovo italiano all’estero? Lavora a Roma” nel quale sostanzialmente si dice che il Fantetti sarebbe un funzionario ministeriale che vive e lavora a Roma da prima di candidarsi alle elezioni come residente a Londra. Cliccare QUI per leggere l’articolo de LA STAMPA. Anche LA REPUBBLICA dedica un articolo alla vicenda: "Mokbel e il successore di Di Girolamo "Fantetti, nemmeno immaginate" L’ARTICOLO DI REPUBBLICA - Dopodomani in Senato metter piede un nuovo inquilino: Raffaele Fantetti, 44 anni, emigrato a Londra nel 1992, consulente per l’internazionalizzazione delle imprese. Il caso vuole che del candidato, non ancora senatore, abbia gi mostrato interesse Gennaro Mokbel, faccendiere con un curriculum penale sorprendente, oramai famigerato per il vocabolario da padrone col quale teneva al guinzaglio Nicola Di Girolamo (“Tu sei il mio schiavo”), senatore per quarantotto ore ancora, destinato anch’egli a

Regina Coeli. Nel lungo incontro che Mokbel ha in calendario con i giudici verrà approfondita questa frase, raccolta dal deputato Francesco Barbato al termine della sua visita in carcere e poi resa pubblica: “A un certo punto Mokbel mi fa: lei conosce Fantetti, il senatore subentrante? Al mio no aggiunge: “Non sa nemmeno cosa ci sta sotto. Al di là di ogni immaginazione...”. In attesa che i giudici verifichino con scrupolo l’affermazione che rischia di accompagnare tra veleni e sospetti l’elezione del berlusconiano Fantetti. Che ufficialmente l’ha guadagnata sul campo, come rappresentante degli italiani all’estero, grazie all’ottima performance (20 mila preferenze) ottenuta gestendo le migliaia di rapporti con cittadini britannici e dell’Europa intera dal suo quartier generale londinese, al civico 47 di Hall Lane. Fantetti vedrebbe oggi riconoscersi quel che gli fu tolto due anni fa quando Di Girolamo, con la frode, fece credere agli italiani di essere residente all’estero mentre, com’ documentato, la sua ambiziosa vita di avvocato d’affari la conduceva tutta dentro Roma, tra gli incroci del quartiere Prati. “Ha ingannato gli italiani”, disse, anzi scrisse Fantetti, primo dei non eletti della lista del Pdl nella circoscrizione Europa, nel ricorso

del 13 maggio 2008 e tuttora visibile sul sito internet del futuro senatore italiano (www.fantetti.org). Grazie a lui la Giunta scopr l’inganno e sempre grazie a lui propose la decadenza dell’eletto taroccato che poi per l’aula non approv. Tutto bene dunque? Forse s, forse no. A meno che di una clamorosa omonimia, un signore, che si chiama proprio Raffaele Fantetti, ed è questo il secondo giallo della vicenda, viene assunto qualche anno fa, grazie alla legge n.56 del 2005 istitutiva dello Sportello unico per le imprese italiane, al ministero del Commercio Estero. Contratto a tempo determinato, due anni più altri due. Il dottor Fantetti, durante il governo Prodi, cura la promozione dell’import/export italiano. I colleghi lo ricordano molto appassionato all’incarico tanto da capeggiare il gruppo che chiedeva la stabilizzazione del rapporto e la conversione del contratto a tempo indeterminato. “Romano a tutti gli effetti. Non poteva essere altrimenti perchè il suo lavoro lo obbligava a timbrare il cartellino ed essere disponibile alla causa per 36 ore settimanali, cinque giorni su sette. E non credo proprio possibile che possa essere ammesso a partecipare alla selezione un cittadino che non sia residente in Italia. E comunque se era qui non poteva essere a

Londra. E se pure fosse stato dotato del dono dell’ubiquità non poteva privatamente perorare in Gran Bretagna gli affari delle imprese italiane e assisterle nel contempo a Roma da un ufficio del ministero”, ricorda un dirigente che chiede l’anonimato. Romano lui, integrato bene in città con la famiglia, se sono veri i ricordi di chi lo conosce: “Ci diceva che i figli frequentavano l’esclusiva scuola fondata dai Legionari di Cristo all’Eur, l’Highlands Institute”. Frequentavano e forse ancora frequentano. Perchè Fantetti, lui, il neosenatore londinese, o il suo alter ego, il funzionario romano, ancora svolge al ministero il suo lavoro. E lo svolge con successo, a leggere le cronache delle missioni alle quali ha partecipato in qualità di “rappresentante” del ministero delle Attività produttive. Fantetti londinese o romano? Il consulente di Londra, che adesso osserva un rigoroso e determinato silenzio, nel suo lungo e brillante curriculum dichiara proprio di essere “esperto” (ex legge 56/2005) del ministero del commercio internazionale nelle iniziative di promozione dell’import/export delle aziende italiane. Esattamente la stessa qualifica e lo stesso incarico del tizio di Roma che - coincidenza - porta il suo stesso nome e cognome, assunto

ITALIA Redazione: Palazzo Patrizi Montoro Piazza San Luigi de’ Francesi, 37 00186 Roma Tel.: 0664760600 redazione@litaliano.it Stampa: Telestampa Centro Italia Srl Località Casale Marcangeli Oricola (AQ) ARGENTINA Redazione: Uruguay 239 piso 7 apt D C1015ABE Buenos Aires Tel.: 4372-6111 zembot@fibertel.com.ar Stampa: Diario del Viajero Av. de Mayo 666 C1084AAO Buenos Aires Distribuzione: Antonio Felix De Bonis Estados Unidos 1788, 3° piso - 2, Buenos Aires

Unione Stampa Periodica Italiana

F.U.S.I.E.


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ESTERI

Il terremoto IL GOVERNO HA INVIATO 10MILA UOMINI NELLE REGIONI COLPITE DAL SISMA PER EVITARE LO SCIACALLAGGIO È DI OLTRE 700 PER ORA IL NUMERO DELLE VITTIME

L’ITALIANO MARTEDI’ 2 MARZO 2010

Cile, l’esercito contro i saccheggi Il governo del Cile ha inviato 10.000 soldati nelle regioni meridionali, messe in ginocchio dal sisma, tentando di contenere i saccheggi: a Concepcion 55 persone sono state arrestate nella prima notte di coprifuoco mentre a Chiguayante un uomo è morto per un colpo d'arma da fuoco di provenienza incerta. Ma l'assalto degli sciacalli ai supermercati delle città cilene è stata fermata a colpi di lacrimogeni. Il bilancio delle vittime intanto è arrivato a quota 711 ma potrebbe aumentare man man che arrivano i dati dei villaggi crollati o spazzati dalla furia delle acque. Uno di questi è Dichato, una comunità di pescatori con 7.000 abitanti vicino all'epicentro del sisma, su cui si sono abbattute onde gigantesche. "Più del 75 per cento delle abitazioni sono distrutte, in rovina", ha raccontato David Merino, uno degli abitanti. Il governo cileno ha mobilitato l'esercito e ha imposto il coprifuoco nella regione di Maule e nella città di Concepcion. Mentre monta il caso sul mancato allarme tsunami che ha impedito alla popolazione del villaggio costiero di Constitucion di mettersi in salvo, il sindaco di Concepcion ha rinnovato l'appello per l'invio di rilevatori di calore per soccorrere decine di persone intrappolate tra le macerie di un condominio di 15 piani. All'esercito è stato dato il compito di

ESERCITO IN STRADA CONTRO GLI SCIACALLI

fermare i saccheggi che spesso non si limitano a beni di prima necessità, ma sono veri e propri furti da magazzini e supermercati semidistrutti. Guillermo Ramirez, comandante militare della regione di Maule ha il compito di far rispettare il coprifuoco. "I criminali sono avvertiti: non gli conviene sfidare le forze armate altrimenti andranno incontro a una risposta dura, sep-

pure nell'ambito della legittimità". L'esercito ha disperso una folla di persone esasperate dalla mancanza di elettricità e di acqua usando i lacrimogeni e gli idranti, ma il sindaco di Concepcion, Jacqueline van Rysselberghe, ha avvertito che se non saranno distribuiti aiuti e rifornimenti "durante la notte ci saranno grossi problemi di sicurezza e tensioni sociali". La gente, preoccu-

pata di rimanere senza cibo, ha saccheggiato supermercati, farmacie, negozi, in cerca disperata di alimenti e prodotti di base per sopravvivere: una specie di psicosi collettiva che ha contagiato molti a caccia di oggetti di ogni tipo, dal latte ai televisori. E per alcune ore Concepcion si è trasformata in una città senza legge, con i carabinieri di fronte a una situazione incontrollabile.

La ragazzina ha messo tutti in allarme con largo anticipo

Nell’isola di Robinson Crusoe salvati da una bimba di 12 anni Nell'arcipelago Juan Fernandez, una bimba di 12 anni ha avvertito dell'onda gigante che si sarebbe scatenata dopo il sisma devastante in Cile, ha attivato l'allarme e in tal modo lo tsunami che ha devastato l'isola non ha praticamente fatto vittime.Nell'isola di Robinson Crusoe, unica abitata nell'arcipelago al largo delle coste cilene, il terremoto di 8,8 gradi della scala Richter è stato avvertito come un lieve tremore. Ma Martina Maturana, 12 anni, figlia di un poliziotto di stanza nell'isola, ha capito che qualcosa di strano

stava per accadere: ha chiesto al padre chiarimenti e lui, per rassicurarla, ha telefonato nel continente per avere dati più precisi. E quando il nonno, da Valparaiso, ha confermato la tragedia che in quel momento viveva il Cile, si è affacciata alla finestra a guardare le barche nella baia e, vedendo che sbeccavano, ha capito. Martina è corsa nella piazza del paese e ha cominciato a suonare il gong. Pur senza conoscere il codice di emergenza stabilito dalle autorità -due per gli incendi, tre per le frane- ha svegliato gli abitanti del-

l'isola, che hanno anch'essi cominciato a suonare le campane e a fuggire sulle alture dell'isola. Pochi minuti dopo, il maremoto distruggeva la baia dell'isola. A raccontare storie come questa è stato il governatore di Valparaiso, Ricardo Bravo, dopo essere stato nell'arcipelago. Nell'isola di Robinson Crusoe, le onde sono entrate per 300 metri sulla terraferma, inondando la scuola, la piazza e il municipio. Il bilancio è di 8 vittime e 200 persone che hanno subito danni, il 35 per cento della popolazione dell'isola.

L’ARCIPELAGO JUAN FERNANDEZ

La rabbia ha anche spinto qualcuno a scaricare la propria frustrazione su un gruppo di vigili del fuoco, che distribuivano acqua e thè nei termos e ai quali sono state danneggiate le auto. Molti però hanno anche abbandonato la città e si sono sottoposti a lunghe file ai distributori pur di fare il pieno. Intanto, il governo cileno ha ammesso che è stato un "errore" non lanciar subito l'allerta

tsunami dopo la scossa di magnitudo 8,8 che ha devastato diverse regioni del Paese. Anche se la responsabile dell'Ufficio Nazionale Emergenza, Carmen Fernandez, ha fatto notare che "quand'anche fosse stato tutto perfetto non ci sarebbe stato il tempo sufficiente: quando lo tsunami è di origine locale, non ci sono più 7 minuti per reagire. Inutile cercare colpevoli".


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Canada, la cerimonia di chiusura CALA IL SIPARIO SULLE OLIMPIADI INVERNALI DI VANCOUVER E SU TUTTI I SUOI PROTAGONISTI: DALLA VONN ALLA ʻGUERRA FREDDAʼ DEL SIBERIANO

SPORT

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Le avevano ribattezzate le Olimpiadi di ‘Vonncouver’, ma la bionda americana delle nevi, quella Lindsey Vonn attesa come la star dei Giochi dal Canada, ripassa il confine verso casa ridimensionata. Stelle cadenti, ma anche astri nascenti quelli che ogni Olimpiade che si rispetti celebra, anche quando si gioca in inverno, anche quando nel panorama a cinque cerchi lo show è per sport quasi sconosciuti, in cui conta più lo spettacolo della tecnica. Nel borsino di fine corsa il segno meno lo porta proprio l'americana arrivata sui monti di Whistler per fare il Phelps con gli sci, e che invece guadagna un oro nella discesa e il bronzo nel SuperG, mentre nelle altre tre specialità il suo nome passerà alla storia dei non classificati. «Pazienza», ha sorriso la pin up Usa, arrivata con la fanfara mediatica al seguito e qualche acciacco fisico ingigantito ad arte. Tra le star che hanno fatto meno festa delle aspettative un posto lo merita Evgeny Plushenko: lo zar del pattinaggio è d'argento, e l'oro vinto dal rivale americano Evan Lysacek gli va di traverso al punto da scomodare il Cremlino e riproporre il clima da guerra fredda di cui davvero non si sentiva la mancanza. A Sochi, dopo un

APOLO OHNO

tira e molla degno dei migliori vip, dice che ci sarà. E Vladimir Putin tira un sospiro di sollievo. Tra quelli, poi, per i quali la debacle è una legnata senza precedenti la menzione speciale spetta all'Austria dello sci alpino, che, per la prima volta nella sua storia, finisce con lo zero in pagella tra i maschi. Un'umiliazione per gli uomini che sulla neve hanno sempre dettato legge: la

spedizione resta in piedi solo grazie alle donne. Olimpiadi senza mezze misure per Sven Kramer, l'olandese che vola sui pattini: oro nei 5000 metri, se lo vede togliere dal collo sulla distanza doppia perché l'allenatore lo manda sulla corsia sbagliata. Tragedia in panchina, con l'atleta costretto pure a consolare il tecnico. Ma per le stelle che piangono ci sono quelle

Mercoledì Italia-Camerun, il ct non farà sconti a nessuno

che a Vancouver trionfano. Bode Miller è l'altra faccia dello sci a stelle e strisce: a 32 anni, alla sua terza Olimpiade, l'istrionico uomo delle nevi conquista il suo primo oro olimpico nella Supercombinata, e centra pure l'argento nel SuperG e il bronzo nella Libera. Un trionfo vero. Doppio salto nell'oro anche per Simon Ammann: lo svizzero vince le due gare individuali, esattamente come nel 2002 a Salt Lake City. Nel fondo la corona rosa è per Marit Bjoergen, norvegese, 30 anni, e tre ori, con accompagnamento di un argento e un bronzo. Slam vero, nonostante le accuse velate di doping girate sulla pista di Whistler. Tre titoli anche per la cinese Wang Meng, regina dello short track. Nella stessa disciplina la passerella è sempre per Apolo Anton Ohno, star del ghiaccio e della tv, pizzetto e bandana: se ne va a casa con tre medaglie, che lo portano a quota 8 podi olimpici. Come lui nessuno mai negli States. E poi c'è chi ha incantato: Yu Na Kim, nel giorno del disastro di Carolina Kostner, vola sopra la perfezione, in prima serata in America, regalandosi davanti a miliardi di persone e a soli 19 anni l'oro del pattinaggio artistico con un punteggio sconosciuto negli annali di questo sport. .

ROMA

Da Ohno a Plushenko, chiusi i Giochi delle star Pradè: “Ranieri azzurro? La sua nazionale è qui”

CLAUDIO RANIERI

“Non credo che Ranieri sia intenzionato a lasciare la Roma per la Nazionale. La sua Nazionale è la Roma e ha voglia di vincere qualcosa di importante con la Roma. Lui è contento di stare a Roma, per lui qui è un punto di arrivo. Spero il suo cammino con noi sarà il più a lungo possibile”. Per Daniele Pradè, il futuro del tecnico è e resterà sempre in giallorosso. “Ha voglia di essere profeta in patria” ha detto il ds della Roma, spiegando che con l'allenatore di San Saba “c'è un feeling che durava da tanti anni” e se non è arrivato prima nella Capitale è stato per altri motivi, “ma prima o poi doveva succedere”. Qual è il maggior pregio di Ranieri? “È un allenatore pragmatico che studia la squadra in maniera meto-

dica e che la vuole corta e cinica. Lui è stato la nostra svolta: ha subito capito quali erano i nostri problemi ed è stato bravo ridare alla squadra l'autostima persa coinvolgendo tutti”. Nonostante la vittoria sfumata anche a Napoli all'ultimo minuto la Roma è pronta a ripartire: “Siamo convinti di avere una grande squadra”, ha detto Pradè, che ha elogiato Baptista (“professionista serio e colto, un esempio per i più giovani per come si allena”). L'importante ora è recuperare i pezzi migliori: “Toni tornerà in gruppo domani (oggi, ndr)- ha annunciato Pradè - come pure Julio Sergio che è recuperato. Pizarro spero torni presto anche luì'. E a proposito di portieri conferma che la Roma ha una “fiducia illimitata” in Doni.

Il difensore ha fatto sapere che non se la sente di tornare

Lippi: “Non posso pensare Nesta dice no alla nazionale alle partite del weekend” Anche Totti e Balotelli fuori Marcello Lippi avverte Leonardo e tutti gli allenatori delle squadre i cui giocatori sono stati convocati in azzurro: nessuno sconto, mercoledì in Italia-Camerun, perché avrà impegni delicati sabato e domenica in campionato. “Ho letto - ha detto Lippi - che Leonardo ha detto ai suoi nazionali di risparmiarsi. Da novembre a oggi ho solo questi due giorni, non mi posso preoccupare di Juventus-Fiorentina e Milan-Roma. Mi dispiace se qualcuno dovrà giocare 90', ma dico a Leonardo e ai tecnici di Juve, Fiorentina e Roma che non posso fare Italia-Camerun in funzione delle partite di sabato e domenica”.

MARCELLO LIPPI

Nesta ha detto no una volta per tutte alla Nazionale, ma ci sono altri due nomi in lista per l'azzurro al quale il ct dà segnali negativi. “Nesta mi ha detto che non se la sente, e credo sia definitivo. Ho provato a spiegargli quanto ci tenevamo, sarebbe stata anche una scossa, ma rispettiamo la sua scelta” ha annunciato il ct. E Totti? “Totti non c'entra, io stavo parlando di Nesta...”, la replica del ct. Poi Lippi ha parlato di Balotelli e delle sue ambizioni per i Mondiali. “Spero sia determinante mercoledì con l'Under 21 - ha spiegato perché nonostante abbia giocatori importanti come lui non vive un momento fe-

ALESSANDRO NESTA

lice. È un giocatore che ha mezzi e talento. All'Inter stanno facendo un importante percorso per la sua

maturazione. Quando sarà completato, mostrerà il suo talento con sostanza prima all'Inter e poi in Nazionale”.


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CONTROCOPERTINA

L’ITALIANO MARTEDI’ 2 MARZO 2010

L'emiliano vince lo slalom a Whistler 22 anni dopo il grande Alberto Tomba. Petrucci: "Questa è la vera Italia, quella che tutti aspettavamo". Napolitano e Berlusconi gli telefonano per complimentarsi

Razzoli, finalmente è oro «Ho fatto piangere Tomba»

Alberto Tomba felicissimo abbraccia il neo campione Giuliano Razzoli suo erede

Missione compiuta: il nostro campione Razzoli riceve come premio un assegno di 140mila euro consegnato dal presidente del Coni Gianni Petrucci e dal capo delegazione azzurra Pagnozzi

VANCOUVER - Il campione di sci alpino Giuliano Razzoli regala l’unico oro prezioso all’Italia. Due manche da applausi su una pista via via sempre più rovinata e lo sci azzurro festeggia finalmente con lo slalom, all’ultimo tentativo. Partito con il miglior tempo dopo la prima manche, ha chiuso di 16/100 davanti a Ivica Kostelic e di 44 allo svedese Andre Myhrer. Settimo l'altro azzurro Manfred Moelgg: "Sono contento per Giuliano, è stato veloce tutto l'anno, è un titolo olimpico guadagnato e ha fatto una grande gara". "Mi sono divertito, non ho fatto fatica, ho sciato tranquillo" esulta il

25enne di Razzolo, frazione di Villa Minozzo. Applaudito da Giorgio Rocca: "Che andare, che bello". Capace di commuovere Alberto Tomba, che nasconde le lacrime dietro agli occhiali neri. "Non ho parole, non so come ho fatto, l’ho fatta grossa. Per Tomba è stato facile vincere medaglia d’oro, per me è stata dura. Sono sceso tranquillo, sapevo che oggi ero il più forte o almeno dopo la prima manche mi sono convinto che era così. Nella seconda sono stato attento. Non ci credo, ma è tutto vero". Tra il pubblico anche la famiglia e i tifosi del fan club, in 25 fino a qui. A Villa Razzolo erano in centinaia

in piazza. "Questo oro è per i miei tifosi, per Giorgio Rocca, per la mia squadra, per la federazione che in questi due anni mi ha consentito di fare un ottimo lavoro, per la mia famiglia. Adesso papà dovrà chiudere l’officina, ma dovremo metterci d’accordo, se non ha niente da fare non so come sopportarlo tutto il tempo". Soddisfatto il d.t. Claudio Ravetto: "Tutti sapevano, anche gli avversari, che su questa pista il più forte era Razzoli, doveva solo arrivare al traguardo. Un successo per la squadra e tutto il gruppo". LA TELEFONATA DI BERLUSCONI — "È una gioia indescrivibile, una gara dominata dal-

Un brindisi al successo del nostro campione con accanto i responsabili della spedizione azzurra e con il noto cantante Francesco Renga

l'inizio alla fine. Ce la siamo davvero meritata. Questo oro ci voleva per lui, per la federazione, per i tecnici ha detto a caldo Gianni Petrucci, presidente del Coni -. L'Italia è questa che abbiamo visto con Razzoli. Le analisi si faranno complessivamente, ma una vittoria arrivata nel finale consacra l'Olimpiade. È tutto bello, il suo sorriso, il duetto con Tomba. Adesso aspetto solo di sentire l'inno, ci voleva proprio". Anche il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha telefonato a Petrucci per complimentarsi: “È stata una gara eccezionale, l'ho seguita in diretta e mi sono emozionato. Una grande vittoria - ha continuato il premier - che ci ha reso tutti felici. Faccia i complimenti al ragazzo, so che adesso ha la premiazione, lo chiamerò domani per rallegrarmi con lui”. TIFOSO JUVENTINO — Giuliano Razzoli è nato a Reggio Emilia il 18 dicembre 1984 ma vive a Razzolo. Alto 1.82 per 88 kg, è nel gruppo sportivo dell'esercito: in nazionale dal 2003, in tanti, anche per le origini emiliane comuni, lo hanno affiancato ad Alberto Tomba. Ha iniziato a sciare a 5 anni sulle nevi di Febbio. Il padre è ingegnere metalmeccanico ed è stato il suo primo maestro di sci. Negli anni passati soffriva di mal di schiena e fra il 2000 e il 2001 arrivò addirittura a pensare al ritiro. E’ un tifoso juventino, ama leggere i libri di Stephen King (“It”, il suo preferito). E' grande amico di Giorgio Rocca, suo ex compagno di stanza, e naturalmente di Alberto Tomba. In questa stagione ha vinto lo slalom di Coppa del Mondo a Zagabria (pista simile a quella di Vancouver), davanti a Moelgg.

Il campione Razzoli mentre ringrazia gli italiani per la calorosissima accoglienza a Casa Italia Vancouver. Subito dopo viene intervistato dai media italiani

Il momento in cui il capo delegazione Raffaele Pagnozzi firma l’assegno alla medaglia d’oro Giuliano Razzoli

Un cordiale applauso dai due responsabili Petrucci e Pagnozzi (presidente Coni e capo delegazione azzurra) alla medaglia d’oro


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