L ITALIANO GIOVEDI’ 4 MARZO 2010 - Anno IV - Numero 42 (870 dall’inizio) QUOTIDIANO DELL’ITALIA NEL MONDO
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L’ex senatore del Pdl per il quale il gip di Roma ha ordinato la custodia cautelare nell'ambito dell'inchiesta su frodi e ricettazioni nella telefonia, si è costituito in serata alle forze dell'ordine nella capitale. Lo riferiscono le principali agenzie stampa. Le forze dell’ordine, contattate da Reuters, non hanno né smentito né confermato la notizia. Il fatto sarebbe avvenuto ieri sera in una stazione dei Carabinieri dei Parioli alle pag. 2 e 5
DI GIROLAMO SI E’ COSTITUITO QuiArgentina
Sport
Le isole Falkland saranno difese. Lo ha assicurato la vice primo ministro inglese Harriet Harman
La Juventus è la società di calcio più ricca d’Italia. Superate nei ricavi Inter e Milan
alle pag. 4
QuiItalia Frattini: «Basta parlare male dell’Italia e del nostro premier Silvio Berlusconi all’estero. Occorre maggiore coesione» a pag. 2
QuiItalia Omicidio Fragalà: nell’indagine
alla pag. 8 sulla morte dell’avvocato palermitano
ex deputato tra le fila di An si segue la pista di un ex cliente
pag. 3
QuiMondo Lacrime e sangue: quasi un intero mese di salario in meno per gli statali in Grecia e blocco agli aumenti delle pensioni alla pag. 6
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POLITICA ITALIANA
Lʼesponente del Pdl non è più senatore LE ULTIME PAROLE DA PARLAMENTARE: “NON HO PORTATO IN QUESTʼAULA LʼINDEGNITAʼ DELLA MAFIA GLI ITALIANI ALLʼESTERO RESTANO UNA RISORSA”
L’ITALIANO GIOVEDI’ 4 MARZO 2010
Nicola Di Girolamo non è più un senatore della Repubblica. L’aula di Palazzo Madama, con 259 sì, 16 no e 12 astenuti, ha accolto a voto segreto le dimissioni presentate dal parlamentare del Pdl, per il quale la Procura di Roma aveva spiccato una richiesta di custodia cautelare. L’accettazione favorevole del voto sulle dimissioni ha precluso le altre mozioni presentate dall’opposizione, che riguardavano la richiesta di decadenza di Di Girolamo e l’annullamento dell’ordine del giorno di De Gregorio, che già nel 2009 aveva sospeso la delibera della Giunta delle elezioni relativa all’ormai ex senatore con residenza a Bruxelles. “La maggioranza decide di assolvere se stessa archiviando il caso Di Girolamo” aveva ammonito prima del voto il presidente della giunta per le elezioni e le immunità, Marco Follini, sottolineando come sarebbe stato necessario “dare priorità alla decadenza”. Prima della discussione e del voto, Di Girolamo aveva fatto la sua ultima comparsata in Senato leggendo alla platea la lettera di dimissioni presentata già lunedì al presidente Renato Schifani e ribadendo che la sua “non è una storia criminale. Non ho portato in quest’aula l’indegnità della mafia e della 'ndrangheta”. Parlando delle foto apparse sui giornali Di Girolamo ha precisato:
FARNESINA
Di Girolamo, sì alle dimissioni Frattini: “Basta parlare male dell’Italia all’estero”
PALAZZO MADAMA APPROVA LE DIMISSIONI DI DI GIROLAMO FRANCO FRATTINI
“In campagna elettorale si fanno centinaia di foto e non sempre si conoscono le persone. Per queste foto è stata annientata la mia vita professionale e politica". Di Girolamo ha concluso il suo intervento parlando poi degli italiani all’estero: "Sono una realtà e parte di un circuito virtuoso, una risorsa per il Paese. Con tutte le modifiche che ritenete opportune, considerate che gli italiani all'estero non posso essere ignorati”. Insomma, Di Girolamo ha ribadito un concetto già espresso in questi
giorni (“non sono Lucifero, non sono l’untore”) e ha perfino ottenuto un applauso dai banchi del Pdl, al centro di un botta e risposta tra la capogruppo Pd Anna Finocchiaro (“una cosa impressionante”), quello dell’Idv Belisario (“vogliono farlo passare per eroe solo per il fatto che si è dimesso”) e il sottosegretario Carlo Giovanardi (“esiste anche il lato umano della vicenda”). Un altro piccolo caso riguarda adesso la sostituzione di Di Girolamo: la questione è stata sollevata dal se-
natore D’Alia (Udc), secondo il quale “potrebbero esserci dei problemi nella sussistenza dei requisiti di Raffaele Fantetti (secondo dietro Di Girolamo per voti ottenuti in Europa con il Pdl, ndr) relativi alla residenza all’estero, dal momento che ci risulta essere un dipendente del ministero delle Politiche Comunitarie”. La questione, ha chiosato Schifani, sarà affrontata dalla Giunta per le elezioni: “Valuteremo i titoli del subentrante quando la Giunta se ne sarà occupata”.
Basta parlare male dell'Italia e del premier Silvio Berlusconi all'estero, perché così facendo si finisce per danneggiare tutto il Paese. E' questo l'appello che il ministro degli Esteri Franco Frattini lancia in un'intervista al quotidiano francese di area cattolica La Croix. Secondo il titolare della Farnesina, in Italia, dove pure “creatività e genio” abbondano, “ci manca una grande forza” rispetto ad altri paesi come la Francia: “La capacità di difendere gli interessi nazionali”.
“Non ho mai visto un gruppo di socialisti francesi attaccare la Francia fuori della Francia - argomenta il capo della diplomazia italiana - mentre gli esempi di membri della sinistra italiana che insultano il loro paese all'estero sono innumerevoli! Una delle principali debolezze dell'Italia è la mancanza di senso dello Stato e del bene collettivo”. “Moltiplicare le dichiarazioni contro Silvio Berlusconi nuoce a tutto il paese”, ha concluso Frattini.
Il ministro: “Dobbiamo accelerare, ma ce la faremo”
Il leader dell’Idv sulla polemica interna al centrodestra
Scajola: “La costruzione del Pdl si è rivelata più dura del previsto”
Di Pietro punge: “Fini si è finalmente accorto di chi è Berlusconi”
Per il ministro dell'Innovazione e Sviluppo economico, Claudio Scajola, “la costruzione del Popolo delle Libertà è stata un po' più complessa del previsto. Questa fase di crescita, anche per la vicinanza delle elezioni, - ha detto Scajola - ha creato qualche difficoltà tra centro e periferia”. Secondo Scajola, si deve “migliorare, dobbiamo costruire un partito unico, ma dobbiamo darci regole e avere una più forte partecipazione dei nostri militanti nella gestione di que-
sto partito”. Scajola ha infine ribadito che “è un percorso che dobbiamo costruire con maggiore celerità. Dobbiamo accelerare questo percorso, ma non ho dubbi che ci riusciremo”. Sull’avvenire del partito è intervenuto anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che, ai cronisti che chiedevano un suo parere sull’ipotesi di rivedere l'assetto del Pdl dopo le elezioni, e a prescindere dal loro esito, ha risposto con un laconico: “Se ne riparlerà a tempo debito”.
CLAUDIO SCAJOLA
''Meno male che anche Fini si è accorto di chi è Berlusconi'': lo ha affermato il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro rispondendo ad una domanda sulle tensioni all'interno del Pdl tra Berlusconi e Fini. ''L'Italia dei Valori - ha detto Di Pietro - dal primo giorno in cui Berlusconi si è messo in politica ha avvertito gli italiani che lui sta alla politica come Fede sta all'informazione. Ne ha un interesse semplicemente personale. Lo scopo politico di Berlusconi è
quello di farsi leggi per non farsi processare e per assicurare interessi privati suoi e dei suoi amici. Meno male che anche Fini adesso se ne è accorto. Perché noi - ha sottolineato - abbiamo bisogno in un sistema bipolare di partiti da una parte e dall'altra che fanno politica per i cittadini. Mi auguro - ha concluso - che la politica torni a svolgere il ruolo che le compete, quello di essere al servizio dei cittadini e non soltanto al servizio proprio''.
ANTONIO DI PIETRO
PAGINA L’ITALIANO GIOVEDI’ 4 MARZO 2010
Indagato per lʼomicidio un ex cliente dellʼavvocato FRA IL SOSPETTATO E LA VITTIMA UNA LITE PREGRESSA: LʼUOMO ACCUSAVA IL LEGALE DI AVERLO DIFESO MALAMENTE IN UN PROCESSO
Fragalà: si segue una pista E' un uomo di 50 anni, titolare di una profumeria alla periferia di Palermo l'indagato per l'omicidio del penalista Enzo Fragalà. Si tratta di un ex cliente della vittima che il penalista aveva assistito in passato. L'uomo era stato arrestato per detenzione illegale di un fucile e avrebbe rimproverato a Fragalà una cattiva difesa. L'avvocato avrebbe garantito all'uomo la scarcerazione, che poi non ci sarebbe stata. L'indagato, interrogato dai carabinieri, avrebbe fornito un alibi sui suoi movimenti la sera dell'omicidio che gli investigatori stanno verificando. La sua foto è stata mostrata ai testimoni oculari dell'aggressione - tre persone a cui poi si è aggiunta una quarta - ma dal riconoscimento non sarebbero emerse indicazioni decisive anche perché il killer indossava un casco. L'indagato avrebbe una corporatura massiccia come quella che, secondo i testimoni, aveva l'assassino. Secondo le prime ricostruzioni l'uomo, a cui il legale avrebbe assicurato l'imminente scarcerazione, non sarebbe stato, invece, liberato. Il cliente avrebbe rimproverato alla vittima anche la richiesta di una parcella ''esagerata'': 20 mila euro. ''Ci teniamo a ri-
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Novi Ligure: scarcerato Omar “Ora lasciatemi tranquillo”
SCARCERATO OMAR FAVARO
OMICIDIO FRAGALA’: CI SAREBBE UN INDAGATO
badire - ha precisato il procuratore aggiunto Maurizio Scalia, che coordina le indagini - che si tratta di una delle piste seguite e che non c'è ancora nulla di decisivo''. L’ex esponente di An è stato intanto salutato da un lungo applauso e un minuto di silenzio alla Camera. Il presidente Gianfranco Fini ne ha ricordato la “barbara e
vile aggressione che ha riempito tutti di sdegno”, aggiungendo che Fragalà “portò in Parlamento una passione civile da tutti riconosciuta e la convinta adesione ai principi della Costituzione, spendendo il suo impegno per il rispetto pieno ed incondizionato della legalità contro ogni mafia. Fragalà credeva al rispetto della legge - ha
proseguito Fini - credeva al primato della legge come presupposto della libertà contro ogni forma di mafia. Ne sentiremo la mancanza. E' stato e sarà un fulgido esempio per le giovani generazioni di avvocati”. Fragalà è stato poi ricordato, con voce più volte rotta dalla commozione, da Nino Lo Presti (Pdl) e da Paolo Corsini del Pd.
''Voglio stare tranquillo''. Lo chiede Omar Favaro da ieri ufficialmente un uomo libero dopo avere espiato la condanna inflittagli per la tragedia di Novi Ligure. Lo sfogo lo ha fatto ai suoi legali Lorenzo Repetti e Vittorio Gatti. ''Pur non dimenticando la tragedia - precisano i due avvocati del giovane - siamo soddisfatti perché in questo momento si è completato il lungo e faticoso percorso rieducativo e Omar finalmente può essere reinserito a pieno titolo nella società avendo espiato le sue colpe. Ora davanti a lui c'è la prospettiva di vivere una
vita da ragazzo come tutti gli altri''. Secondo quanto riferiscono le guardie della polizia penitenziaria, Omar sarebbe stato un ''detenuto modello”, “un ragazzo molto cambiato'', come aggiunge chi lo ha seguito durante la detenzione rispetto a quel 21 febbraio 2001, giorno della tragedia che gli ha cambiato per sempre la vita. Per quel delitto efferato le coltellate inflitte alle due vittime, Susi Cassini e Gianluca De Nardo, furono decine – il ragazzo venne condannato a 14 anni, due in meno rispetto alla pena inflitta a Erika.
Epifani: “Dall’esecutivo in atto una controriforma”. Sacconi: “Polemica in malafede di chi vuole accendere la tensione sociale”
Lavoro: è scontro Cgil-governo sull’articolo 18 "Il ddl sull'articolo 18 opera una vera e propria controriforma delle basi del diritto di lavoro italiano": lo ha detto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, a margine del congresso bolognese della Cgil. Per Epifani, il ddl porterebbe sostanzialmente ad una "forma di arbitrato obbligatorio che farebbe saltare le forme tradizionali di tutela contrattuale e della libertà dei lavoratori di potere adire a queste scelte. In questo modo naturalmente - ha detto ancora Epifani - si rende il lavoratore più debole, se lo si fa addirittura al momento del suo ingresso nel lavoro, lo si segna per tutta la vita. Per questo - ha concluso il segretario generale della Cgil - siamo contro
questo principio, questo criterio e speriamo che non venga approvato. In ogni caso faremo ricorso se ci sono le condizioni di legittimità costituzionale". A Epifani ha risposto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, a margine del XV congresso della Uil: “La polemica dei soliti noti su un testo di legge alla quarta lettura in Parlamento, dopo due anni di esame, è l'ennesima prova della malafede di chi vuole sempre accendere la tensione sociale. Il lavoratore - ha aggiunto - avrà la possibilità in più di ricorrere all'arbitrato e tutto sarà regolato dai contratti collettivi. Non per nulla, tutti tranne la Cgil hanno condiviso questa norma. Punto”. Sulla questione è intervenuto anche Giulia-
IL MINISTRO DEL LAVORO MAURIZIO SACCONI
no Cazzola, deputato Pdl e vicepresidente della Commissione Lavoro: “La possibilità di ricorrere a un arbitro - spiega Cazzola c'è sempre stata. Sono
sempre esistiti strumenti di conciliazione e arbitrato e in alcuni casi è addirittura previsto dalla legge. La nuova norma (il disegno di legge 1167-B) se
sarà approvata consentirà l'introduzione di clausole compromissorie nei contratti nazionali di lavoro e nei contratti individuali purché queste clausole
siano certificate da una commissione di garanzia che ha il compito di accertare l'effettiva volontà delle parti a voler sottoporre a procedura extragiudiziale le eventuali controversie di lavoro”. Insomma secondo Cazzola, relatore del disegno di legge alla Camera, “a maggior tutela della volontà dei lavoratori la norme prevede che queste procedure siano volontarie. Cadono così - ha proseguito - tutti i tentativi di concilazione extragiudiziali obbligatori”. La polemica che è stata sollevata dunque, ha concluso Cazzola, “è abbastanza strumentale ed è prigioniera di una concezione della tutela dei diritti per cui o vai in giudizio o altrimenti sei indifeso”.
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QUI ARGENTINA
Le isole Falkland saranno “pienamente difese”. Lo ha assicurato alla Camera dei Comuni la vice primo ministro del Regno Unito, Harriet Harman, durante un question time. Rispondendo al deputato laburista Gerald Kaufman, che invocava “la riaffermazione della lealtà di questo governo” al popolo delle Falkland, la numero due di Downing Street ha ribadito la posizione britannica sul tema: Non esiste una questione di sovranità sulle Falkland
Gb ribadisce: «Difenderemo le Falkland» BAIRES - Le isole Falkland saranno “pienamente difese”. Lo ha assicurato alla Camera dei Comuni la vice primo ministro del Regno Unito, Harriet Harman, durante un question time. Rispondendo al deputato laburista Gerald Kaufman, che invocava “la riaffermazione della lealtà di questo governo” al popolo delle Falkland, la numero due di Downing Street ha ribadito la posizione britannica sul tema: “Non esiste una questione di sovranità sulle Falkland, né sul loro diritto all’autodeterminazione. Tanto meno è in dubbio il fatto che le isole saranno pienamente difese”. Il problema delle Falkland, territorio oltremare britannico la cui sovranità è rivendicata dall’Argentina, è riemerso in seguito alla decisione di alcune aziende inglesi, in particolare la Desire Petroleum, di compiere esplorazioni energetiche nelle acque intorno Una all’arcipelago. mossa aspramente contestata dal governo di
Buenos Aires, che ha imposto la richiesta di
un’autorizzazione preventiva alle navi dirette
alle isole Argentina
note in come
Malvinas. Richiesta ignorata dalla società britan-
nica, che alla fine del mese scorso ha fatto arrivare nel territorio conteso la piattaforma Ocean Guardian con i relativi strumenti di trivellazione. La “presidenta” argentina Cristina Kirchner lunedì ha chiesto al segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, di fungere da mediatore nei negoziati con la Gran Bretagna. L’ex first lady, tuttavia, pur non escludendo un proprio ruolo di facilitatore in caso di volontà delle due parti di giungere a un accordo, ha ricordato che la questione può essere risolta solo attraverso intese tra Regno Unito e Argentina. Il governo britannico ha comunque escluso ogni interferenza da parte degli Stati Uniti. Chris Bryant, sottosegretario agli Esteri, martedì ha infatti ribadito la linea del suo Paese: “Non crediamo che ci sia alcun bisogno di negoziati o discussioni perché non c’è niente da discutere in termini di sovranità sulle Falkland. È esclusivamente una questione di autodeterminazione”.
Allarme maltempo: scatta l’operazione prevenzione BAIRES - I Vigili del fuoco della polizia federale si sono dispiegati in diversi quartieri di Buenos Aires per prevenire la possibilità che le inondazioni aumentino ulteriormente a causa dell’insistenza con cui stanno cadendo le ultime piogge. L’allerta meteo è scattata dopo l’ultimo bollettino del servizio meteorologico nazionale che prevede sulla capitale “forti tormente”, non solo su Buenos Aires ma anche sulla parte nordorientale del territorio metropolitano, a sud di Chaco, a Cordoba, nella provincia di Corrientes,Entre Rios, San Luis,Santa Fe e nella parte meridionale di Santiago del Estero. Lo stesso bollettino ha poi avvertito che potrebbero registrarsi "occasionali raffiche di vento e abbondanti grandinate con abbondanti precipitazioni”. E così prima dell'avviso scattata l’operazione prevenzione: i i vigili del fuoco dalla polizia federale hanno lanciato un'operazione speciale per fronteggiare le probabili inondazioni e allagamenti che ha già dovuto sopportare la capitale con gli ultimi temporali, che hanno mandato in tilt la viabilità e le reti di comunicazione. L’allarme è serio, al punto che in alcune zone della città i pompieri hanno persino previsto l’uso di barche e mezzi anfibio per poter trasportare cose e persone. Il timore infatti è che i cittadini possano rimanere bloccati dentro le proprie case circondate dall’acqua alta e dalla fanghiglia. L’instabilità e l’allarme meteo continuerà fino a oggi, massimo domani, secondo il servizio meteorologico: tuttavia, nelle ultime ore le condizioni sembrano essere migliorate in tutte le zone citate e già coperte dall’intervento dei vigili del fuoco; il bollettino parla però di probabili temporali con forti raffiche di vento senza scartare la possibilità di grandinate nella parte orientale di Cordoba, al nord di Santa Fe e nella parte sud di Corrientes. Meglio prevenire che fronteggiare nuove emergenze, dunque: davanti a tutti è ancora vivo l’allarme e i disagi provocati dalle inondazioni del 15 febbraio nella capitale, che hanno portato alla chiusura preventiva del centro assistenziale Pedro Lagleyze, Importante ospedale oftalmologico, il centro Lagleyze non è ancora operativo e i cittadini, insieme con i medici hanno già messo in atto una protesta con un picchetto su viale Juan J. Justo, per sensbilizzare il governo capitolino che ancora, nonostante le promesse, non ha potuto provvedere ad aggiustare le installazioni dell’ospedale. Secondo medici e sanitari, infatti, la struttura “può contare su acqua, luce, il sistema elettrico funziona, insomma, potrebbe essere già operativo ma non lo è per questa decisione senza fondamento”, fanno sapere i lavoratori. Tutto a causa del temporale che si è abbattuto sulla città il 15 febbraio scorso, quando i sotterranei dell’ospedale si sono inondati. Ora il dispiegamento dei vigili del fuoco serve ad evitare che, in caso di altri temporali, si verifichino altre inondazioni e altri problemi.
Damian e Jorge, ecco i primi gay sposati BAIRES - Damian e Jorge sono la prima coppia omosessuale a sposarsi a Buenos Aires. I due, Damian Bernath e Jorge Salazar, si sono presentati ieri mattina al registro civile numero uno della capitale, sulla base di una sentenza della magistratura che permetteva loro di contrarre matrimonio dal punti di vista civile. E così, nonostante le proteste e lo sciopero decise dal personale della struttura giudiziale, Damian e Jorge hanno potuto coronare il loro sogno d’amore, al contrario di Alex e Josè Maria, che in precedenza si erano presentati davanti al magistrato d’ufficio senza però poter contrarre matrimonio. Ma per Damian e Jorge le cose sono cambiate: i due ragazzi si sono potuti sposare sulla base della decisione del giudice Elena Liberatori che ha autorizzato il matrimonio civile, conferendo la necessaria validità e ufficialità all’atto. Superare poi le difficoltà presentatesi per lo sciopero del personale del registro civile, è stato al confronto un gioco da ragazzi: una legge prevede espressamente che si effettuino i matrimoni nonostante le misure di protesta. A confermare l’avvenuto matrimonio è stata Maria Rachid, presidente della federazione argentina di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (Falgbt). Ad ogni modo, la sentenza del giudice Liberatori non ha smesso di scatenare polemiche: venerdì scorso il procuratore del contenzioso amministrativo e tributario di Buenos Aires, Maria Del Carmen Gioco ha fatto ricorso alla sentenza della Liberatori, sulla base della motivazione che la decisione e il tema, per la sua natura, deve essere discusso dalla Camera dei deputati. “La funzione e l’ambito del procuratore è limitato – ha risposto Florencia Kravets, legale della coppia – i procuratori hanno l’obbligo di difendere il processo e il dibattito in tutti i loro aspetti, e far in modo che siano rispettate tutte le regole dell’amministrazione. Ma in questo la competenza del procuratore è limitata”.
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ITALIANI NEL MONDO
Di Girolamo si dimette e si costituisce ROMA - "Non scontino per la mia vicenda le persone innocenti: sta già accadendo innanzi tutto per la mia famiglia, ma in questo momento anche la realtà degli italiani all'estero è stata annientata, massacrata. Mi piacerebbe che le riflessioni che voi farete dopo la mia partenza da questa Camera Alta siano tali per cui gli italiani all'estero possano essere considerati una realtà, una parte di un circuito virtuoso e, quindi, un'opportunità e non un problema come da sempre sono stati considerati. Pertanto, con tutte le modifiche che riterrete opportuno apportare a talune modalità della legge elettorale, vi invito a considerare che gli italiani all'estero non possono essere dimenticati né esclusi dalle vita politica del Paese perché ne sono parte essenziale a tutti gli effetti", (Dallo stenografico della seduta al Senato) DI GIROLAMO Signora Presidente, onorevoli senatori, ho rassegnato le mie dimissioni dalla carica di senatore della Repubblica italiana. Dopo tanto fango, dopo l'ignominia di un'esposizione mediatica che mi ha descritto agli occhi del Paese come un mostro, usurpatore della politica e del mandato elettorale, credo fermamente che sia arrivato il momento della responsabilità e della verità dei fatti. Sono convinto di dover rendere disponibile la mia persona, la mia storia personale, la mia esperienza recente, perché chi dovrà giudicarmi possa davvero conoscere i contorni di una vicenda che non è tutta criminale e che potrà finalmente essere vagliata lontano dai riflettori e dal clamore delle prime suggestioni. Sono entrato nell'Aula del Senato forte di una delega affidatami da 24.500 elettori di tutti i Paesi europei, 24.500 cittadini italiani né mafiosi, né delinquenti. Di una piccola parte di costoro avrebbe abusato un gruppo di individui probabilmente inquinati da frequentazioni criminali. Non mi interpreti come troppo ingenuo, signora Presidente, non ero consegnato anima e corpo a questi figuri. La frenesia della campagna elettorale mi ha spinto a valutare poco e male, e lei, mi auguro, immaginerà che non si diventi mafioso nello spazio di un mattino, colpevole come sono di uno o due incontri disattenti. Sono entrato in Senato da professionista del diritto incensurato. La mia non è stata una storia
Thaler Ausserhofer, Galperti e Rossi Paolo. Molti senatori del Gruppo PdL si fanno attorno al senatore Di Girolamo manifestando solidarietà). ULTIM’ORA - Dopo che Palazzo Madama ha approvato le sue dimissioni Nicola Di Girolamo si è costituito alle forze dell'ordine. Indagato nell’ambito dell’inchiesta riciclaggio e accusato, tra le altre cose, di essere stato eletto con i voti della criminalità organizzata, per Di Girolamo si aprono le porte del carcere.
semplice. Orfano già in fasce di un prestigioso economista docente universitario, figlio unico, educato al rigore e alle buone maniere da una madre nobile, ho da sempre dovuto provvedere al sostentamento della mia famiglia e sono rimasto negli anni quello che ero: una persona perbene, incapace tuttavia di difendersi innanzi alla protervia dei malevoli e dei menzogneri. In politica ne ho incontrati alcuni, figli di un'altra storia, ben diversa dalla mia, capaci di fagocitarmi nella smania delle promesse. Ho ceduto, certo, signora Presidente, ma le mie colpe verranno circoscritte dalla verità che saprò esporre ai magistrati cui ho deciso di consegnarmi, forte della convinzione di collaborare alla ricerca della verità e della certezza che dovrò riscattare faticosamente il mio onore innanzi alla mia famiglia, ai miei amici ed all'Assemblea del Senato alla quale ho partecipato con orgoglio e dedizione. Intendo con questa ferma decisione allontanare dalla Camera Alta del nostro ordinamento l'ignominia che mi ha riguardato e che saprò ricondurre alle circostanze ed ai fatti che possono essermi ascritti; quelli, signora Presidente, che riguardano le mie responsabilità e non certamente i contorni di un quadro di compromissioni che oggi mi vengono attribuite ma che non appartengono al mio vissuto reale. Le chiedo scusa, signora Presidente, di averle procurato imbarazzo. Le scuse più profonde le devo
tuttavia a mia moglie ed ai miei figli per quanto hanno patito in questi giorni terribili. Dovranno fare a meno della mia presenza per un lungo tempo. Sarà durissima per me e per loro, ma avrò guadagnato con questa sofferta decisione l'orgoglio del riscatto per me, per il Senato, per la politica tutta. Forse sarò l'unico ad essere ricordato per aver rassegnato le dimissioni; è un evento davvero poco usuale in questo drammatico momento di storia nazionale. Non importa. Mi affido alla Provvidenza pronto a sfidare ogni falsità, confidando nella verità ed abbracciando con la mia famiglia il progetto di Dio in Cristo, sperando nella vocazione posta nel cuore e nella mente di ogni uomo. Un'altra parola solamente, Presidente. Avevo scritto questo appunto perché volevo che fosse ben chiaro il percorso che ho voluto e che dovrò affrontare. Vorrei solamente dedicare due parole all'Assemblea per dire che è stata per me una esperienza esaltante ed altissima poter far parte di questa Camera Alta. Non ho assolutamente portato all'interno dell'Aula l'indegnità della 'ndrangheta o della mafia, così come mi è stato ascritto. Ho visto una serie di fotografie sui giornali. Vorrei che chi è qui con me in questo momento riflettesse su cosa accade in campagna elettorale. In quell'evento specifico, quella sera ho fatto circa 250 fotografie davanti a quella torta. Vi era quel signore che
dicono essere un mafioso, che a me era stato presentato come un ristoratore, proprietario di una catena di ristoranti anche all'estero, quindi persona con relazioni per poter votare all'estero. Ho fatto la fotografia davanti a quella torta successivamente con il parroco del paese, con il sindaco, con il maresciallo dei carabinieri, con 300 persone. Credo che anche voi abbiate fatto delle fotografie e non credo che abbiate preventivamente chiesto in campagna elettorale i documenti o i carichi pendenti alle persone che hanno fatto le fotografie con voi. Però, per queste foto e nel giro di tre giorni è stata completamente annientata la mia vita, la mia vita professionale, politica e quant'altro. Vorrei in ogni caso ringraziare tutti coloro del Gruppo con il quale mi sono onorato di condividere questi due anni della mia vita. Non farò dei nomi, Presidente e colleghi, e me ne scuserete, perché qualsiasi nome facessi oggi, visto che io sono l'untore ed il Lucifero della situazione, se mi riferissi ad un collega chiamandolo per nome si direbbe che lo stesso è colluso con me ed è mafioso. So che i colleghi sanno a chi è diretta questa indicazione di amicizia e di riconoscimento, ma per loro stessa tutela non li richiamerò nome per nome. Ciò vale anche per dei componenti dell'opposizione che sono stati vicino a me in alcune realtà, in alcuni sogni: il sogno di poter fare qualcosa a livel-
lo internazionale, per aiudella l'ingresso tare Turchia in Europa, per un riconoscimento di Cipro, per delle ragioni che sicuramente esulano dalla mia vicenda personale, che sono alte, altissime e che non voglio minimamente infangare. Signora Presidente, concludo il mio intervento, e non vi tedierò più, con l'auspicio che non scontino per la mia vicenda le persone innocenti: sta già accadendo innanzi tutto per la mia famiglia, ma in questo momento anche la degli italiani realtà all'estero è stata annientata, massacrata. Mi piacerebbe che le riflessioni che voi farete dopo la mia partenza da questa Camera Alta siano tali per cui gli italiani all'estero possano essere considerati una realtà, una parte di un circuito virtuoso e, quindi, un'opportunità e non un problema come da sempre sono stati considerati. Pertanto, con tutte le modifiche che riterrete opportuno apportare a talune modalità della legge elettorale, vi invito a considerare che gli italiani all'estero non possono essere dimenticati né esclusi dalle vita politica del Paese perché ne sono parte essenziale a tutti gli effetti. Mi premeva sottolineare tutto questo; sicuramente ho dimenticato alcune affermazioni importanti, ma non dimenticherò mai quelli che tra voi mi sono stati amici e vicini in questo periodo e che spero non dimenticheranno me e la mia famiglia. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP e dei senatori Pinzger,
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F.U.S.I.E.
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ESTERI
Approntati tagli per 4,8 miliardi PREVISTO UN RINCARO DELL'IVA, IL CONGELAMENTO DELLE PENSIONI, UNA TASSA SULLE PROPRIETAʼ ECCELESIASTICHE E SUI BENI DI LUSSO
L’ITALIANO GIOVEDÌ 4 MARZO 2010
Grecia: pronto il pacchetto anti-crack Il governo greco ha varato la stretta per evitare il default: approvate misure aggiuntive anti-deficit per 4,8 miliardi di euro. Il nuovo piano prevede misure aggiuntive pari al 2% del Pil, di cui 2,4 miliardi di euro di aumenti fiscali. Nel pacchetto è previsto un rincaro dell'Iva dal 19% al 21%, il congelamento per quest'anno delle pensioni, una patrimoniale una tantum per chi guadagna oltre 100 mila euro l'anno, il taglio del 30% dei bonus percepiti dai lavoratori del pubblico impiego durante le vacanze di Natale, di Pasqua e di agosto, una riduzione del 12% delle indennità salariali dei dipendenti pubblici, un incremento di 3-8 cent al litro delle tasse sui carburanti e un aumento di quelle su alcool e tabacco, una tassa sulle proprietà eccelesiastiche e sulle attività commerciali della chiesa e nuove tasse sui beni di lusso (yacht, gioielli, auto). Intanto la Germania ha chiarito che non intende offrire nessun aiuto finanziario alla Grecia al prossimo vertice che si terrà domani a Berlino tra il cancelliere, Angela Merkel e il premier greco, George Papandreou. Lo rende noto un portavoce del governo tedesco, il quale fa anche sapere che la Germania accoglie con soddisfazione le nuove misure anti-deficit varate
IL GOVERNO GRECO SI PREPARA A FAR FRONTE ALLA CRISI
dal governo greco, aggiungendo però che Atene dovrà implementarle. Il capo della Confindustria tedesca, Hans Peter Keitel, ha sostenuto invece che Germania e Francia dovranno offrire aiuto alla
Grecia per evitare che finisca in bancarotta. "Dobbiamo pensare a soluzioni bilaterali - dice Keitel nel caso in cui non ci dovesse essere una ristrutturazione gestita dal Fmi". Fonti del governo greco ri-
velano infatti che il premier George Papandreou potrebbe rivolgersi al Fondo monetario internazionale per avere aiuti se non riceverà adeguato supporto da parte dell'Europa. Infine l'Unione
europea sta studiando la messa a punto di "strumenti di solidarietà" a favore degli Stati della zona euro che si trovano in difficoltà: lo ha confermato, presentando la strategia per l'Europa nel 2020, il
Accolte parte delle proposte dell’opposizione
Usa: Obama punta sulla “reconciliation” per far passare la riforma sulla sanità Sarà all'insegna della 'reconciliation' e del compromesso con i repubblicani l'ultima fatica di Barack Obama per far diventare una realtà la riforma della Sanità pubblica Usa. L'offerta in extremis verrà presentata nelle prossime ore al Congresso Usa dalla Casa Bianca e lo stesso Obama interverrà per sollecitarne la rapida approvazione. La proposta del presidente Usa prevede di incorporare "le migliori idee" (in particolare quattro) avanzate dall'opposizione. Tra le proposte dell'opposizione Obama potrebbe accettare quella del senatore repubblicano
Tom Coburn contro le frodi assicurative e quella di Chuck Grassley di estendere i rimborsi ai dottori che lavorano con il programma Medicaid, il sistema federale sanitario Usa. Seconda mossa politica di Obama, quella di applicare la procedura di 'reconciliation', usata solo per la legge Finanziaria, anche per la riforma della Sanità. In questo modo il provvedimento verrà votato a maggioranza semplice evitando l'ostruzionismo dei repubblicani, soprattutto al Senato, dove a gennaio i democratici hanno perso 60 seggi qualificati. La 'reconciliation' è una mossa
per evitare il confronto tra partiti, creata nel 1974 proprio per sbloccare situazioni parlamentari difficili, e utilizzata ad oggi ben 22 volte, l'ultima da Bush per far passare la legge di riduzione fiscale. Nel suo discorso, ha spiegato il suo portavoce Robert Gibbs, "Obama esorterà il Congresso a passare rapidamente al voto sulla legge. Sul tavolo ci sono due progetti distinti adottati al Congresso dalla Camera e dal Senato che si dovranno accordare su un testo di riconciliazione in modo che la il 'sogno' di Obama di una sanità per tutti diventi realtà”.
IL PRESIDENTE STATUNITENSE BARACK OBAMA
presidente della commissione europea Jose' Manuel Barroso, aggiungendo che in questa fase "delicata", caratterizzata da un "intenso dibattito sulla situazione greca", non si può entrare nel dettaglio.
PAGINA L’ITALIANO GIOVEDI’ 4 MARZO 2010
Vancouver 2010 IL PRESIDENTE DEL CONI FA IL BILANCIO SULLʼOLIMPIADE DEGLI AZZURRI: “CI ASPETTAVAMO DI PIÙ, MA NON È STATO UN DISASTRO E ABBIAMO DIRITTO A PERDERE”
SPORT
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"Ci aspettavamo qualcosa in più, le previsioni non erano queste. Non siamo andati bene, non è stato un disastro. Non è esaltante il bottino di medaglie che abbiamo conquistato a Vancouver ma per primi ci siamo dati come voto 5". Lo ha detto il presidente del Coni, Gianni Petrucci, in un bilancio del rendimento della squadra azzurra alle recenti Olimpiadi Invernali in Canada. "Nel nostro Paese ci dovrebbe essere il diritto a perdere. Siamo reduci da Olimpiadi trionfali, da Salt Lake e Pechino. Questa non è andata bene ma analizzeremo i problemi con le Federazioni, senza scaricare a loro responsabilità ma correggendo cosa non è andato. Stampa ingenerosa con i risultati degli azzurri? La stampa ha scritto quello che ha visto - sottolinea Petrucci - le medaglie di legno sono quarti posti, non sono offese per gli atleti. Nel nostro Paese si esagera quando si vince e allo stesso modo quando si perde. Non abbiamo mantenuto la promesse ma ribadisco che c'è il diritto a perdere. Ci rifaremo, l'Italia nello sport fa bene, analizzeremo le cause senza scaricare sulle Federazioni le responsabilità". Petrucci, sul deludente risultato di Carolina Kostner, precisa: "Ho
SCI
Petrucci dà il voto all’Italia: “Siamo da cinque” Razzoli: “Per scherzare avevo promesso l’oro”
GIANNI PETRUCCI
detto che in questa Olimpiade non è stata una campionessa. Non si può rimproverare a me di non aver creduto in lei perché è già stata la nostra portabandiera. Abbiamo investito in lei, a Torino nel 2006 e in Canada quest'anno. Non significa che non confidiamo in lei. Non credo che si vinca solo perché ci sono queste figure. Non devo riappacificarmi con la Kostner perché non l'ho offesa. Ancora non ci siamo parlati, non ho detto che è una schiappa. Il campione si vede nelle manifestazioni importanti e non
mentre passeggia". Alla domanda se urge cambiare la preparazione degli atleti, Petrucci risponde così: "È un'analisi che sarà fatta a mente fredda, si fanno sempre processi. Nello sport siamo andati sempre bene, questa volta no. Dobbiamo essere critici con noi stessi. Ha funzionato Razzoli, una medaglia importante arrivata nello slalom da questo ragazzo straordinario, tutto questo ha un peso straordinario. Non è stata un'Olimpiade esaltante ma nemmeno tutta da buttare. Servono finanziamenti? Assoluta-
Il presidente della Fifa elogia il lavoro fatti sugli stadi
mente no, sono soddisfatto del lavoro del Governo. Avevamo tutte le possibilità per fare una buona figura, non bisogna fare piagnistei. Non siamo stati all'altezza ma non significa che è tutto da buttare il lavoro delle Federazioni che seguiterò a difendere. Abbiamo parlato con il presidente della Repubblica Napolitano conclude Petrucci - abbiamo parlato con lui e con Berlusconi, così come con Crimi e Letta. Hanno fatto i complimenti per Razzoli, nessuna critica. Tutti hanno rispettato il nostro lavoro".
GIULIANO RAZZOLI
“Alla festa del fan club ai primi di febbraio, prima di partire per il Canada, ho scritto questo biglietto con una previsione per Vancouver: medaglia d'oro. Un modo anche per convincersi, perché non si va là per arrivare secondi, altrimenti non si vince. Io ho dato il mio meglio”. L'episodio è stato raccontato da Giuliano Razzoli, me-
daglia d'oro nello slalom alle Olimpiadi invernali di Vancouver, durante un'affollatissima conferenza stampa convocata all'aeroporto di Malpensa subito dopo il suo arrivo in Italia. Razzoli ha detto di voler fare “una dedica speciale a tutti i fan, a tutti quelli che mi hanno guardato sabato: un’Olimpiade non si vince mai da soli”.
Non cambia il podio: Spagna davanti a Brasile e Olanda
Blatter in Sudafrica Ranking Fifa, l’Italia “Fatti grandi progressi” sempre al quarto posto Il presidente della Federazione internazionale delle Associazioni di Calcio (Fifa), Sepp Blatter, ha espresso la sua soddisfazione per i "progressi" fatti dal Sudafrica dal giorno in cui fu scelto per ospitare il Mondiale 2010. In una dichiarazione fatta a Durban mentre assisteva alle celebrazioni per i cento giorni dal più grande evento sportivo dell'anno, Blatter ha espresso al governo sudafricano e alle città che ospiteranno gli incontri tra le 32 nazionali qualificate i suoi complimenti "per aver saputo costruire stadi che probabilmente saranno riprodotti nei testi di architettura per
JOSEPH BLATTER
la loro bellezza stilistica". Gli stadi realizzati in Sudafrica", ha aggiunto Blatter, "non sono solo posti fat-
ti per tirare calci a un pallone, ma opere degne di far parte dell'eredità culturale di un Paese".
Non cambia il podio nel mese di marzo nel ranking Fifa. Al primo posto si conferma la Spagna (1642 punti), che precede il Brasile (1594) e l'Olanda (1324). Fuori dal podio e ancora al quarto posto l'Italia di Marcello Lippi, campione del mondo in carica, con 1226 punti. Sale in quinta posizione la Germania (1208), con tedeschi che prendono il posto del Portogallo, ora sesto con 1201 punti. Al settimo si conferma la Francia (1171); balzo in avanti di una posizione per l'Inghilterra di Fabio Capello, ora ottava con 1109 punti. Scivola alla nona posizione l'Argentina di Maradona
MARCELLO LIPPI
(1087 punti), entra in top ten la Grecia che dal dodicesimo sale al decimo posto
con 1074. Lippi intanto ieri ha spiegato che “le liste per i Mondiali le faccio io”.
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CONTROCOPERTINA - SPORT
L’ITALIANO GIOVEDI’ 4 MARZO 2010
Ricavi, superate Inter e Milan. Bergero: «E con il fair play finanziario saremmo più competitivi»
Alla Juventus lo scudetto dei conti La Vecchia Signora è la più ricca d’Italia TORINO - A quasi 4 anni da Calciopoli, la Juve almeno sul piano finanziario è tornata al suo posto. Secondo il rapporto Deloitte pubblicato ieri, la società di corso Ferraris è di nuovo la più ricca d'Italia, quanto a fatturato: nel 2008/09 è arrivata a 203,2 milioni di ricavi complessivi (depurati da plusvalenze di calciomercato, mutualità diritti tv, Iva e altre tasse relative alle vendite), superando Milan e Inter (196,5), nonché la Roma (146,4), che l'anno scorso la precedevano. Non resta che attrezzarsi anche in Europa, dove il gap con le altre big si fa sempre più ampio. Prima del costoso passaggio in B la Juve era 3ª, ora è 8ª. Comandano le spagnole (Real Madrid 401,4, Barcellona 365,9) con cifre quasi doppie, seguono le inglesi: dal 3° al 7° posto ci sono le top-four di Premier League (Manchester Utd, Arsenal, Chelsea, Liverpool) e il Bayern. Tutto ciò vuol dire scordarsi per molto tempo un trionfo in Champions? No, forse solo fino a quando Platini non avrà vinto la sua battaglia per il fair play finanziario in ambito Uefa (rinviato ieri dal 2012 al 2015). Analizzando le voci bianconere, si scopre che il club è ai vertici per diritti tv (terzo posto con 132,2 milioni contro i 160,8 del Real e i 158,4 del Barcellona del Grande Slam), mentre arretra sul fronte commerciale, cioè sponsor e merchandising (54,3 milioni contro i 64,1 del Milan), e come le altre italiane boccheggia sui ricavi da stadio: con 16,7 milioni segue le connazionali (Roma 18,8, Inter 28,2, Milan 33,4) e incassa sette volte meno del Manchester Utd (127,7). «Da questo punto di vista siamo deboli - analizza Michele Bergero,
play finanziario che imporranno conti a posto e tetti al deficit, qualcuno - come le inglesi o lo stesso Real - potrebbe trovarsi in difficoltà. «La filosofia che l'Uefa porta avanti - chiude Bergero farà bene al sistema calcio. Noi abbiamo chiuso l'ultimo esercizio in attivo e siamo pronti, altri dovranno mettersi in regola e saranno più morigerati». E allora sì che il famoso scudetto del bilancio potrà trasformarsi in un triangolino tricolore o in una vera coppa da alzare. Mara De Gaetano
direttore finanziario bianconero e non è possibile colmare il gap con Spagna e Inghilterra. Questione di mentalità: lì tutti i tifosi comprano la maglia ufficiale, da noi c'è molto tarocco. Inoltre la nostra tifoseria è distribuita in modo omogeneo in tutta Italia, il che ci penalizza nelle presenze allo stadio. Infine, il merchandising: all'estero lo gestiscono direttamente, noi l'abbiamo inserito nel contratto con la Nike che scadrà nel 2015». La Juve però ha un asso nella manica: il nuovo stadio pronto nell'estate del 2011, più bello e
capiente, «con cui contiamo di raddoppiare i ricavi, attestandoci sui 40 milioni, recuperando rispetto alle altre italiane. Ma le straniere sono irraggiungibili». Quanto ai diritti tv, il fatto che dal prossimo anno in Italia si proceda alla vendita collettiva non spaventa il club, che - avendo oggi il miglior contratto con più di 110 milioni a stagione - dovrebbe perderci più di tutti. «La stima per il primo anno - racconta Bergero - è di dire addio a 6-7 milioni, poi cercheremo di recuperare vendendo amichevoli, allenamenti e così via». E non è
detto che non si superi il tetto dei 900 milioni a stagione garantiti da Infront alla Lega, da distribuire alle società per il 40% in parti uguali e per il 60% in base a bacino d'utenza, palmarès e risultati. Altra voce è la Champions: 25,8 milioni nel 2007/08 (ottavi) e 22 quest'anno (fuori nel girone). Ma dove Madama crede di poter recuperare in Europa è in tutto ciò che nello studio Deloitte non si vede: costi e bilanci. Cioè debiti e perdite, che alla Juve del «calcio sostenibile» non sono di casa. Quando l'Uefa di Platini renderà legge le regole del fair-
In cima alla classifica ci sono i paperoni di il Giornale Spagna: Real e Barcellona la fanno da padrone Mercoledì 3 marzo 2010
ROMA - Qualcuno sospettava che nella classifica dei ricchi d'Europa in testa non ci fossero i Paperoni di Spagna? Real Madrid primo davanti a Barcellona e a Manchester United. Questa la classifica dei club europei che tiene conto dei fatturati. La prima società italiana è la Juventus, ottava, che precede Inter e Milan subito a ruota. Dodicesima invece la Roma. E' quanto emerge dal rapporto della società di consulenza e revisione Deloitte, che sarà presentato domani e di cui la Lega Calcio ha pubblicato un'anticipazione sul proprio sito. Le cifre si riferiscono alla stagione 2008/2009 e dicono che il Real ha registrato un fatturato di 401,4 milioni di euro. Secondo il Barcellona con 365,9 milioni, terzo il Manchester United a quota 327 milioni. Seguono il Bayern Monaco (289,5), l'Arsenal (263), il Chelsea (242,3) e il Liverpool (217). Tra l'ottavo e il decimo posto si trovano Juventus (203,2 milioni), Inter e Milan (con lo stesso fatturato, 196,5 milioni). La Roma è al dodicesimo posto con 146,4 milioni di euro.
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CAMPIONI DI FATTURATO Il Barcellona è la squadra che maggiormente ha aumentato i propri ricavi in un anno, seconda solo al Real
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