L ITALIANO GIOVEDI’ 3 DICEMBRE 2009 - Anno III - Numero 220 QUOTIDIANO DELL’ITALIA NEL MONDO
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Continua il dibattito, dopo il fuorionda tra Fini e il procuratore dell'Aquila su Berlusconi. E il Pdl fa quadrato sul premier ''Le dichiarazioni di Fini dimostrano una volonta' e un'azione diverse dalla linea del Pdl'', dice il ministro Scajola. Frattini invita Fini a rafforzare il Pdl e la leadership del premier.
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IL PDL FA QUADRATO INTORNO AL PREMIER QuiItalia
QuiArgentina
QuiArgentina
Mafia delle medicine, altre teste cadranno: spuntano nomi nuovi nello scandalo sul riciclaggio dei farmaci
Tribunale dell’Aja: la delegazione d’Argentina si schiera contro l’indipendenza QuiMondo del Kosovo Obama: stretta finale su Kabul.
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Pensioni: la riforma non ci sarà. Il ministro Sacconi: «Nessuna modifica al nostro sistema previdenziale»
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alla pag. 4 In arrivo altri soldati, almeno 30mila,
ma è l’ultimo sforzo americano. Poi ci sarà l’atteso ritiro delle truppe
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Sport Julio Cesar: il portiere brasiliano simbolo dell’Inter di Moratti resterà in nerazzurro fino al 2014. «Voglio vincere ancora tanto» alla pag. 8
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POLITICA ITALIANA
Il presidente della Camera fa discutere FORTI REAZIONI DOPO IL FUORIONDA DI FINI: PER SCAJOLA: “È FUORI DALLA LINEA DEL PARTITO” FRATTINI: “ESISTE UNA LINEA STABILITA SU MOLTI PUNTI”
L’ITALIANO GIOVEDI’ 3 DICEMBRE 2009
"Credo che la costruzione del Popolo della libertà sia stato un grande passo avanti nella semplificazione del quadro politico italiano, da troppo tempo ci sono distinguo fuori dalla linea del programma del Popolo delle libertà". Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, commentando le dichiarazioni di Gianfranco Fini nel fuori onda pubblicato da Repubblica. Le dichiarazioni di Fini "dimostrano una volontà e un'azione diversa dalla considerazione e dalla linea del Pdl", ha aggiunto Scajola, "credo che ognuno debba mantenere la propria coerenza fino in fondo". Repliche al fuorionda di Fini sono arrivate anche da altri ministri del governo Berlusconi. "Mi sembra, non una richiesta di chiarimento, ma la necessità di dare un segnale di rafforzamento della leadership di Berlusconi, che Fini non ha mai messo in dubbio" ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, a margine della conferenza nazionale Italia-America Latina e Caraibi, a Milano. Secondo Frattini, tuttavia, "c'è una linea decisa dal partito su molti argomenti. Tra questi, anzitutto l'approccio alla riforma della giusti-
L’EX LEADER DI AN
Il Pdl fa quadrato intorno al premier
IL MINISTRO SCAJOLA
zia. Credo sia necessario - ha sottolineato - attenersi a quella regola". "Chi ha fondato con Berlusconi il Pdl - ha aggiunto il ministro - ha un interesse anche strategico a consolidare il Pdl e non a discostarsi dalla sua linea". Nonostante le acque agitate nel partito, Frattini afferma che "il Pdl è e sarà l'asse portante della politica di questo Paese". Dalle polemiche nate in seguito alle dichiarazioni della terza carica dello Stato, secondo Frattini nascerà "oltre che un chiarimento, un consoli-
damento del Pdl". “Mi auguro che le polemiche nate dalle dichiarazioni del presidente Fini possano rimanere sullo sfondo e si vada avanti perché il paese ha bisogno di un governo forte” ha detto invece il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. “Ho partecipato all'ultimo incontro dell'ufficio di presidenza del Partito delle Libertà e ho registrato il voto unanime su tutte le tematiche all'ordine del giorno, sulla scuola, giustizia e tesseramento del partito”. Gelmini ha quindi sottoli-
neato che “la democrazia interna al partito è un fattore importante” ma “che ci sia la massima compattezza questo rimane un dato di fondo”. Parte all’attacco invece il segretario del Pd Luigi Bersani. "Mi pare che il governo e la maggioranza di centrodestra sono in una situazione di confusione micidiale. Tutte queste sarebbero chiacchiere se non ci fosse una situazione di paralisi e confusione in campo economico dove il governo non riesce a dare risposte alla crisi".
L’elogio alla Iotti: “Super partes senza rinunciare alle sue idee” “Un esempio di imparzialità e di equilibrio che le valse il riconoscimento e la stima di tutte le parti politiche”. Gianfranco Fini ha ricordato così, nella Sala della Lupa di Montecitorio l’ex presidente della Camera Nilde Iotti a dieci anni dalla sua scomparsa. “Essere super partes non significava per lei rimanere estranei al confronto delle opinioni” ha sottolineato Fini ricordando che Nilde Iotti “non rinunciava alle sue idee”. “Come disse Luciano Violante – ricorda il presidente Fini - la sua imparzialità non fu mai neutralità” ma questo “non diminuì affatto l’apprezzamento che la circondava, perché la cultura democratica si fonda, a ben vedere, sul confronto delle idee. E’ da lì che viene la capacità di dialogo e di ascolto”. Il presidente Fini sintetizza il significato dell’esperienza di Nilde Iotti come presidente della Camera in “due grandi obiettivi: garantire in modo imparziale il confronto tra
GIANFRANCO FINI
le forze politiche; promuovere in modo attivo e convinto il buon funzionamento dell’Istituzione parlamentare”. Fini ne ricorda poi “l’impegno sul grande tema dell’emancipazione delle donne”, e le parole pronunciate il giorno del suo insediamento come Presidente della Camera il 20 giugno 1979: “Io stessa – disse la Iotti in quell’occasione - vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti, tenaci, si sono aperte la strada verso la loro emancipazione”.
Il ministro della PA: “Il pubblico deve poter giudicare”
L’appello della Confindustria
Brunetta contro la Rai “In onda gli stipendi dei conduttori tv”
Marcegaglia: “La politica ha bisogno di recuperare il senso della misura”
“Sto cercando di fare inserire nei titoli di testa e di coda i compensi dei giornalisti e dei conduttori. Non è giusto che in Rai ci siano figli e figliastri, contratti milionari e contrattini”. Lo ha detto il ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione, Renato Brunetta, ospite della trasmissione ‘Cominciamo bene’, in onda su Rai Tre. E il ministro ha annunciato che già ne ha parlato al direttore generale della Rai, Mauro Masi: “stiamo lavorando insieme per questo”, ha affermato. “I compensi devono essere attribuiti a prescindere dall'audience”, ha spiegato. Per Brunetta è una questione di “trasparenza”: è un'iniziativa che
serve perché si tratta di “soldi pubblici” visto che “la Rai è pubblica”. “Bisogna dare il giudizio nelle mani dei cittadini”, ha aggiunto. Il ministro si è detto sicuro di portare a compimento il progetto: “ci riuscirò”, ha concluso. Il conduttore Fabrizio Frizzi ha poi domandato a Brunetta se la pubblicazione dei compensi per tutte le trasmissioni della Rai potesse essere inserita sul sito della Rai, ma il ministro ha risposto: “lo guardano in pochi, è una proposta che mi hanno già fatto e ho detto di no”. “Lo sa che i titoli di coda talvolta vengono sfumati...”, ha aggiunto Frizzi. Brunetta ha anche spiegato che è stata esaminato l'aspetto privacy
RENATO BRUNETTA
nei confronti dei separati. “Le vite di tutti sono oggi sempre più complicate ha detto il ministro - mi ha sottoposto il problema proprio un funzionario del ministero la cui moglie ignorava che avesse uno stipendio così alto”. Brunetta è tornato sul tema più volte. “Il cittadino - ha sostenuto - deve poter vedere se un bravo conduttore si merita i due milioni di euro l'anno e una bravissima
conduttrice 150 mila euro”. Occorre “trasparenza sui contratti miliardari nella Rai” ha aggiunto. L'iniziativa non prevede solo la pubblicazione delle retribuzioni ma, ha precisato il ministro, “anche di tutti i costi delle trasmissioni”. Visto che, ha spiegato, “ci sono trasmissioni che costano poco e danno grandi risultati e trasmissioni che costano molto e danno pochi risultati”.
“La politica italiana ha bisogno di recuperare il senso della misura: senza di ciò il rischio è che la politica finisca con l'allontanarsi dai cittadini”: è l'appello che la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia lancia intervenendo a Montecitorio alla commemorazione dei dieci anni dalla scomparsa della ex presidente della Camera Nilde Iotti. Senza il senso della misura, è il ragionamento della presidente Marcegaglia, “la politica finisce con il consumarsi nel dissidio civile e nella delegittimazione reciproca. E questo nessuno lo vuole. La politica ha un ruolo alto: non è possibile che i cittadini per-
EMMA MARCEGAGLIA
dano la fiducia in essa”. Eù la presidente di Confindustria ha ricordato: “le riforme istituzionali sono essenziali per dare fiducia ai cittadini nei confronti delle istituzioni”.
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ATTUALITA’
Pensioni, la riforma non ci sarà No a riforme del sistema previdenziale per reperire fondi da destinare a un eventuale taglio della pressione fiscale. “Bisogna tenere alta la guardia relativa alla stabilità”. È la posizione espressa dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, durante il convegno organizzato della Cassa nazionale di previdenza geometri liberi professionisti. “Ci sono state sollecitazioni a trascurare questo aspetto del rigore in favore dello sviluppo accentuando il peggioramento dei parametri di stabilità. La ragione per la quale abbiamo bloccato i saldi di bilancio per tre anni è dovuta però non tanto al nostro rapporto con l'Ue ma al nostro rapporto delicato con i mercati finanziari. Abbiamo fatto un passo con i mercati per garantire la nostra stabilità. Abbiamo fatto bene a fare ciò e mantenere questa rigorosissima disciplina di bilancio e chi vi parla è un ministro di spesa”. Sacconi ricorda anche le recenti polemiche tra il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta e quello del Tesoro Giulio Tremonti: “Io ho molta amicizia per Brunetta e Tremonti e, al di là dei caratteri, anche il ministro della Funzione Pubblica non è propenso a una crescita significativa della spesa corrente.
LECCE
Il Welfare non cambia IL MINISTRO DEL LAVORO SACCONI: “IL SISTEMA PREVIDENZIALE RIMARRÀ COME È PER REPERIRE FONDI PER ABBASSARE LA PRESSIONE FISCALE”
Bimbo morto, non era H1N1 Medici e pediatra sotto inchiesta
BIMBO DI DUE ANNI MORTO A LECCE: NON ERA INFLUENZA A
IL MINISTRO SACCONI
Tremonti ha fatto bene a tenere la linea della disciplina di bilancio e tutti insieme abbiamo fatto bene a mandare a quel paese il consiglio di fare un 'buon gesto’: cioè con un decreto legge notturno sventare la previdenza pubblica per abbattere la pressione fiscale. Questo è tecnicamente impossibile prima ancora che politicamente. E non ci sarebbe un effetto crash in termini di riduzione fiscale per dare impulso alla crescita”. Sacconi è convinto
inoltre che “nel vivo di una crisi che oltre che economica è sociale non si può spostare avanti l'età di pensione che nel breve periodo è un ammortizzatore sociale”. Il ministro ricorda che la nostra spesa di carattere sociale “è in media con la Ue e il problema può essere un cambiamento della sua composizione. Può esserci uno spostamento nell'ambito del welfare ma non uno spostamento dal welfare”. Insomma la nostra struttura di bilancio
“ha delle macrorigidità nelle quali si deve operare per una composizione più virtuosa. E noi in questo senso abbiamo fiducia nel federalismo fiscale”. Sacconi ribadisce quindi che “dobbiamo mantenere alta la guardia” e guardando al caso della Germania ricorda che “gli stessi tedeschi parlano già di rinviare il taglio fiscale al 2011 e la stessa Confindustria del paese chiede di fare una rigorosa disciplina di bilancio”.
Non è stata l'influenza A la causa della morte del piccolo di 2 anni morto martedì a Lecce. È stato l'assessore alle Politiche della salute a Tommaso Fiore a renderlo noto. Si attendono ora ulteriori accertamenti per scoprire la causa della morte del piccolo di S.Pancrazio Salentino (Brindisi) che ricoverato prima all'ospedale di Manduria era stato poi trasferito al "Fazzi" di Lecce dove è spirato.Una pediatra del brindisino e alcuni medici dell'ospedale di Manduria (Taranto) sono indagati per cooperazione in omicidio colposo in relazione alla morte del bimbo. Ai medici il pm inquirente del tribunale di Brindisi, Silvia Nastasia, ha fatto notificare avvisi di garanzia che - evidenziano fonti giudiziarie - “sono un atto dovuto a garanzia
dell'indagato”. Il bimbo, Cosimo, aveva manifestato i primi malori la sera di giovedì scorso. Nella denuncia i genitori evidenziano il rapido peggioramento delle condizioni di salute del bambino e sospettano errori nella diagnosi e nella terapia. Quindi, indirizzano le loro attenzioni verso la pediatra del piccolo che aveva ritenuto di non poter visitare il bimbo a domicilio, e verso sanitari dell'ospedale di Manduria dove il bimbo era stato ricoverato il giorno dopo, quando le sue condizioni di salute si erano aggravate. Poche ore dopo il ricovero il piccolo Cosimo fu trasferito da Manduria alla rianimazione dell'ospedale 'Vito Fazzi’ di Lecce dove le sue condizioni di salute furono subito giudicate irreversibili.
Ghirga: “Non voleva accusare Lumumba ed era senza avvocato”. Il pm: “La condanna a Guede non scagiona gli altri”
Il legale di Amanda: “Scorretti con lei, assolvetela” La notte del 5 novembre del 2007, quella dell'arresto, Amanda Knox “fece tilt” in questura “al termine di quattro giorni di stress”. Lo ha detto l'avvocato Luciano Ghirga, uno dei difensori della giovane americana, nella sua arringa davanti alla Corte d'assise di Perugia. Il legale ha parlato delle dichiarazioni rese dalla giovane di Seattle che riferì inizialmente di essersi trovata nella casa del delitto insieme a Patrick Lumumba, poi prosciolto e ora costituito parte civile nei suoi confronti per il reato di calunnia. Secondo Ghirga non c'era però “l'intenzione diretta” di accusare il musicista congolese e quindi manca volontà. Ghirga ha così chiesto l'assoluzione su questo capo d'imputazione “perché il fatto
non costituisce reato”. Il legale ha parlato di “coartazione morale non fisica” subita dalla Knox. Riguardo all'ipotesi di movente sessuale del delitto avanzata dagli investigatori, Ghirga ha parlato di “scontro tra le donne della squadra mobile e Amanda”. “Noi non abbiamo sfidato nessuno - ha aggiunto - ma Amanda è stata vittima di un meccanismo che l'ha stritolata”. È stato dunque un “fallo da cartellino rosso” avere sentito Amanda Knox in questura senza legale la notte dell'arresto secondo il difensore della giovane americana Luciano Ghirga. Dopo essere ricorso a un paragone calcistico, il legale ha parlato di “omissione gravissima che non riusciamo a sopportare”. “Perché - ha aggiunto - dobbiamo spiegar-
AMANDA KNOX
la ad Amanda e ai genitori. Altro che partito di Seattle”. “Soffriamo per quello che è successo a Meredith - ha sottolineato Ghirga - ma
anche per il futuro di Amanda”. Il difensore dell'americana ha poi sottolineato di “non avere mai creduto” che il coltello indicato dal-
l'accusa come arma del delitto sia stato effettivamente usato per uccidere la Kercher. “Non ci credevamo prima - ha detto Ghirga - e non ci crediamo ora dopo quanto sentito nel processo”. Il legale ha poi parlato di “involontaria contaminazione” delle tracce di Dna della Knox e della vittima trovato sulla lama e ricavato da quantità “estremamente esigue” di materiale. La colpevolezza di Rudy Guede “non scagiona Raffaele Sollecito ed Amanda Knox, suoi coimputati” nella ricostruzione dell'omicidio di Meredith Kercher fatta dalla procura di Perugia, ha replicato il pm Giuliano Mignini replicando alle accuse rivolte dalle difese dei due ex fidanzati all'ivoriano già condannato a 30 di reclusione.Il magistrato ha detto
che “Rudy è stato processato” dai legali di Sollecito e della Knox. “Accusato di tutto - ha aggiunto - senza la possibilità di difendersi ma le difese non hanno voluto che facessero ingresso nel dibattimento la sentenza di condanna davanti al gup ed i verbali dei suoi interrogatori”. “Amanda e Raffaele - ha affermato ancora Mignini - sostengono di non essere stati in via della Pergola ma sanno tutto: di come Rudy ha sfondato una finestra con un sasso, come si è arrampicato e come ha violentato Meredith. Le loro ‘difese-accuse’ hanno parlato di contaminazione delle tracce biologiche che li riguardano ma quelle di Guede sono certe al cento per cento. C'è stata - ha concluso Mignini - una contaminazione selettiva?”.
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QUI ARGENTINA
L’ITALIANO GIOVEDI’ 3 DICEMBRE 2009
LO SCANDALO SUL RICICLAGGIO DI FARMACI NON CONOSCE TREGUE: ECCO APPARIRE NUOVO IMPUTATI
Mafia delle medicine, altre teste cadranno vengano emessi altri ordini di cattura nei confronti di altri sindacalisti, dopo che sono passati in questa situazione l’ex sottosegretario sanitario di Buenos Aires Alberto Costa e lo stesso Zanola, con sua moglie, Paula Aballay. Nel mirino del giudice Oyarbide, oltre all’associazione sociale dei bancari, anche altre sigle che hanno usufruito medicine nella drogheria San Javier, di proprietà proprio di Lorenzo. Secondo altre indiscrezioni, nel mirino degli inquirenti ci sarebbero anche l’ex funzionario della sovrintendenza di sanità, Hector Capaccioli, che potrebbe risultare invischiato ad altre drogherie e supermercati coinvolti nella “mafia delle medicine”. Insomma, altre teste potranno cadere.
SALVATORE GIUFFRIDA
BAIRES - Lo scandalo farmaci in Argentina ha un nuovo nome: si tratta di Solange Bellone, la ragazza che era la moglie di una delle vittime del triplice omicidio di General Rodriguez. La Bellone è stata arrestata ieri per ordine del giudice federale Norberto Oyarbide, con l’accusa di aver partecipato all’associazione a delinquere che sarebbe stata formata, tra gli altri, dal sindacalista Juan Jose Zanola e Nestor Lorenzo. L’arresto di Solange Bellone è quindi da addebitarsi all’inchiesta sul riciclaggio dei farmaci, la cosiddetta “mafia delle medicine”: la donna è la vedova di Sebastian Forza, una delle tre vittime del triplice omicidio di General Rodriguez, un fatto che, secondo quanto sta investigando il magistrato Oyarbide, potrebbe avere legami molto stretti con l’inchiesta della “mafia delle medicine”. Un omicidio, quello di General Rodriguez, che è invece da addebitare al traffico di droga e per la precisione di efedrina, una sostanza che da molto tempo sta conoscendo in Argentina un traffico florido anche a causa del coinvolgimento di boss messicani. Secondo le ultime indiscrezioni, la stessa Solange sarebbe il nesso
e l’anello di congiunzione tra il delitto di General Rodriguez e l’associazione a delinquere responsabile della “mafia delle medicine”; in particolare la donna sarebbe il nesso tra il discusso e oscuro Nestor imprenditore Lorenzo, proprietario del laboratorio San Javier, e il titolare del sindacato dei bancari, “Bancaria”, Juan Josè Zangola. Tutti e due immischiati fino all’osso nel riciclaggio di medicine scadute e mano-
messe apposta per vendere di più sul mercato, specie nei confronti dei malati di cancro e Aids. Ma le indagini non si fermano di certo con l’arresto della Bellone: lo stesso Oyarbide ha infatti emesso cinque ordini di cattura, grazie ai quali è stato possibile detenere tre persone, tra queste proprio la donna. Al momento non si conosce l’identità delle altre persone fermate. E in tutto questo il magistrato non esclude che nelle prossime ore
Colpi di pistola contro l’insegnante: accade in una scuola di Paranà. Protagonista del folle gesto un 14enne con precedenti penali BAIRES Un terribile incidente è accaduto venerdì in una scuola di Paraná, ma solo adesso è stato reso pubblico: le autorità scolastiche volevano nascondere il fatto. L’ennesimo episodio di bullismo, o meglio di violenza all’interno delle mura delle aule di scuole, e che vedono coinvolti sempre più studenti e insegnanti. A essere colpita è stata la maestra, che è stata fortunatamente solo ferita leggermente, non è in pericolo di vita, insomma. Ma il colpo di pistola l’ha ricevuto, eccome. Protagonista del reato è stato uno studente di soli quattordici anni, che ha fatto il suo ingresso nella scuola di paranà come se fosse una normale mattina di una normale giornata scolastica come tante. Ma venerdì il quattordicenne ha fatto il ingresso con un fucile Tumbera, come se nulla fosse è riuscito a eludere l’attenzione dei bidelli e dei custodi, è entrato in classe, si è seduto, ha atteso che arrivasse la professoressa di inglese e all’improvviso, a sangue freddo, le ha sparato. Per fortuna, il colpo non ha avuto conseguenze letali, anzi la maestra non sarebbe stata neanche colpita. Tuttavia lo shock è sicuramente stato grande, al punto che l’insegnante ha accusato un forte trauma confusionale per la paura. Ma solo grazie alla prontezza di riflessi della donna, di 37 anni, l’adolescente, che presentava già piccoli precedenti penali ed era quindi conosciuto alle forze di sicurezza, è stato fermato dagli agenti e quindi arrestato. E ora è detenuto nella divisioni minori del carcere federale. A sentire il colpo è stato tutto il gruppo dei docenti della scuola di Paranà. “Il nostro problema più grosso è che alcuni funzionari della scuola hanno tentato di mettere a tacere l’episodio e hanno cercato di far intervenire solo la giustizia minorile. Intanto però l’adolescente veniva a scuola, nonostante avesse già numerosi precedenti penali”.
Tribunale dell’Aja: l’Argentina si schiera contro l’indipendenza del Kosovo BAIRES - I rappresentanti dell’Argentina hanno appoggiato davanti alla Corte internazionale di giustizia all’Aja la posizione della Serbia, affermando che la secessione unilaterale del Kosovo ha violato in modo aperto il diritto internazionale e mette a repentaglio l’intero ordine giuridico della comunità internazionale. Il secondo giorno della discussione nella Corte sulla correttezza della separazione unilaterale del Kosovo, il capo della delegazione argentina Susana Ruis Seruti ha dichiarato che la proclamazione unilaterale dell’indipendenza del Kosovo non era in linea con il diritto internazionale e che viola l’integrità territoriale della Serbia e la Risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza. La Risoluzione 1244 ha instaurato la missione dell’Onu in Kosovo e non poteva in alcun modo annullare la sovranità serba in Kosovo. La Risoluzione 1244 ha escluso il diritto all’autodeterminazione degli albanesi kosovari, ed ha stabilito che lo status della regione sarà determinato tramite trattative e compromesso che dovranno essere approvati dal Consiglio di sicurezza. Assolutamente nessuna cosa permette al Kosovo di separarsi dalla Serbia. Questo atto illegale non può essere legittimato in alcun modo, ha sottolineato Susana Ruis Serruti.
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ITALIANI NEL MONDO
Fuga di cervelli: l’Italia vista dall’America WASHINGTON - Quando piu' di un anno fa l'allora direttore di Luiss University Press mi chiese di scrivere un manuale per i laureati dell'Universita' romana (dove il sottoscritto ha insegnato per dieci anni presso la Scuola di Giornalismo) che indicasse come si puo' trovare lavoro negli Stati Uniti la mia risposta e' stata: "Non sono il tipo giusto. Non mi riesce scrivere manuali. Se volete vi scrivo, invece, delle storie di vita vissuta." Ed e' cosi' che e' nato "Ed anche questa e' America!" un libro che ha esaurito la seconda edizione (quella in lingua inglese sta per essere pubblicata). In questo lavoro si raccontano le vicende di Marco e Riccardo, due neolaureati, le loro peripezie scolastiche in Italia, la voglia di trovare un ambiente nuovo, stimolante, le difficolta' della competizione acerrima una volta arrivati in America, la loro affermazione professionale. La parte centrale del libro contiene sette interviste ad altrettanti personaggi italiani e americani ognuno dei quali si e' affermato nella propia nicchia professionale al massimo livello. La terza parte di "Ed anche questa e' America" riporta un selezione delle corrispondenze che vado facendo da un decennio per i canali di Radio Rai, di cui mi onoro essere un collaboratore perche' vi lavorano giornalisti di grande spessore professionale, angustiati da problemi quotidiani di ogni genere. Il Dr. Pier Luigi Celli ha scatenato
EDITORE Cooperativa Editoriale L'Italiano Soc. Coop. a mutualità prev. Srl P.Iva 09341041003 REGISTRAZIONE Tribunale di Roma: 492007 del 02.03.2007 ROC: 15506 DIRETTORE Gian Luigi Ferretti VICEDIRETTORI Tullio Zembo - Edizione Sud America Michele Altamura - Edizione Balcani DIRETTORE RESPONSABILE Salvatore Santangelo COLLABORANO Italia: Stefano Pelaggi, Eugenio Balsamo, Simone Nastasi, Pasquale Campolo, Mara De Gaetano Francia: Carlo Erio Germania: Alessandro Chiodo Svizzera: Antonio Zulian Principato di Monaco: Fabrizio Carbone USA:Luigi Solimeo, Nino Antonelli
molte reazioni, in massima parte positive, con la sua lettera al figlio pubblicata da Repubblica nella quale lo esorta a fare le valigie e andare all'estero, perche' in Italia non vi e' un futuro per i giovani. Non crediamo che il Direttore
Generale della LUISS abbia trovato il tempo di leggere "Ed anche questa e' America!" visti i suoi importanti impegni quotidiani, anche se e' stata pubblicata dalla sua casa editrice. Ma ci rivolgiamo cordialmente a suo figlio invitandolo a sfogliare
questo libro che forse potra' dargli qualche indicazione e suggerimento sulla vita americana e sul fatto che, nonostante tutto, l'America per chi abbia voglia di spendersi e' ancora in Italia. OSCAR BARTOLI
Il futuro di Rai Italia: debutto al Cgie per Renzoni ROMA - Debutto in plenaria per il nuovo direttore di Rai Italia, Daniele Renzoni, che dopo aver incontrato la Commissione Informazione ieri a Villa Carpegna, ha esposto per sommi capi quello che ha in mente per la rete Rai dedicata all’estero nel suo intervento di oggi pomeriggio alla assemblea plenaria in corso alla Farnesina. A dargli il benvenuto il segretario generale, Elio Carozza, che ha invitato Siddi, presidente della I Commissione, a fare un piccolo riassunto dei lavori del giorno precedente a mo’ di introduzione per l’intervento del nuovo direttore. Tanti, ha esordito Siddi, i problemi dell’informazione italiana all’estero ancora irrisolti; problemi, ha aggiunto, "che francamente non credo siano risolvibili ora, con l’editoria in crisi e scarsità di risorse". Se il quadro è fosco, è pure vero che "occorre garantire sempre il pluralismo dell’informazione e gli strumenti disponibili per la circolazione della stessa. E qui il servizio pubblico gioca un ruolo centrale, gioco che, per l’estero, è affidato a Rai Italia", ma che, ha precisato, "dovrebbe coinvolgere tutta l’azienda". Questioni aperte, tante. Prima tra tutte quella dei diritti per la trasmissione dei programmi all’estero per il cui acquisto, tra l’altro, Rai Italia investe il 60% del suo bilancio. Un’operazione costosa che comunque non garantisce la visibilità di tutti i programmi, soprattutto in Europa dove i criptaggi sono all’ordine del giorno. Nel futuro, il digitale che, ha detto Siddi, "consente di vedere più canali all’estero, ma si deve considerare anche che nel frattempo la Rai ha deciso di uscire dalla piattaforma Sky". Insomma, Cgie e Rai, per Siddi, dovrebbero sedersi intorno ad un tavolo per trovare soluzioni specifiche per l’estero. Così come occorre pensare ad una programmazione "pluralista e con più informazione attualizzata, intrattenimento aggiornato e informazione di ritorno grazie alla valorizzazione dei giornalisti italiani all’estero" che, però, "hanno bisogno di più formazione". "Tra pochi giorni scade la Convenzione Presidenza del Consiglio – Rai Italia e già sono stati annunciati tagli per il 20-25%, un’operazione ragionieristica e penalizzante" ha detto Siddi che ha poi annunciato che "il sottosegretario Bonaiuti, rappresentato ieri dal consigliere Mancinelli, si è detto disponibile a incontrare il Cgie per un tavolo di riforma del regolamento e delle modalità di erogazione dei contributi all’editoria periodica". Dal canto suo, la Commissione ha ribadito la necessità di "riformare la Commissione che si occupa dei contributi, integrandola con rappresentanti della Fusie, del Cgie e della Cne". Quanto ai contributi riconosciuti ai quotidiani italiani all’estero (La voce di Caracas, Il corriere canadese, Gente d’Italia solo per il Sud America, America Oggi, La voce del Popolo di Fiume), ma non ancora erogati quest’anno, sono quelli per copie stampate e distribuite nel 2008. Per tutti i quotidiani (editi sia in Italia che all’estero) le risorse verranno diminuite di 6 milioni di euro. Per quelli destinati ai periodici, sempre per il 2008, la commissione si riunirà il prossimo 16 dicembre, ma, secondo Siddi, "va rivista la metodologia della distribuzione, privilegiando testate diffuse oggettivamente e che si avvalgano di professionisti". La parola è quindi passata a Daniele Renzoni, apparso sereno a suo agio in plenaria, mai sulla difensiva come alcuni dei suoi predecessori. "Ho assunto l’incarico da un mese e mezzo e sto ancora "studiando"; so che ci sono situazioni di disagio, che riguardano in primis la ricezione del segnale. Al riguardo, nelle ultime due domeniche sono state fatte prove tecniche con un nuovo sistema di trasmissione per far arrivare il segnale più "pulito". D’altro canto, verificheremo anche le competenze di chi lo riceve, cioè dei distributori all’estero del segnale Rai, per scoprire chi non ha tecnologia all’altezza". Sul digitale, la rivoluzione è "epocale" quindi"ci vorrà tempo per adeguare i nostri mezzi", ha aggiunto Renzoni che tra le "questioni irrisolvibili" ha incluso i criptaggi in Europa. "Non ve lo nascondo: la questione per l’Europa rimane aperta. I diritti costano molto e non ci possiamo permettere di pagarli: questo vale per lo sport, per il cinema, ma anche per la tv dei ragazzi, per la quale le major chiedono cifre altissime". Tra le novità del palinsesto, un ciclo di film per promuovere il nuovo cinema italiano nel mondo. "Procederemo per generi – ha spiegato Renzoni – a cominciare dai comici. Il primo ciclo di 5 film sarà dedicato a Pieraccioni: trasmetteremo i suoi lavori più recenti una volta a settimana". Quanto alla informazione di ritorno, la rete sta lavorando ad una sorta di "contenitore dedicato" cui collaboreranno giornalisti italiani dall’estero per avviare un "dialogo tra tutti i continenti". Il nuovo direttore ha quindi confermato che tra le questioni che gli stanno più a cuore c’è la visione di Rai Italia in Sud Africa - Paese "davvero penalizzato per il fuso orario perché abbinato con l’Asia. Pensiamo ad un quarto canale, ma non sarà facile" – e annunciato che nel futuro Rai Italia tornerà a puntare sulle trasmissioni radiofoniche. "La radio – ha osservato – è un mezzo più immediato della tv, che costa meno, che si trasmette via satellite e ascoltabile anche online". Sempre sul web, l’altra novità è il nuovo sito della rete: "ci sono tutte le informazioni sul palinsesto ed è possibile vedere e scaricare tutti i programmi già trasmessi". Renzoni presenterà il suo piano editoriale la prossima settimana: "conterrà le linee su cui lavoreremo. Lo invierò al Cgie per informare tutti. ce la metteremo tutta anche con poche risorse", ha concluso, dando a tutti "appuntamento in tv". Sul tema dei diritti, il senatore Claudio Micheloni (Pd), presente alla prima parte dei lavori di questo pomeriggio, ha ricordato a Renzoni che già nella scorsa Legislatura era stato chiesto a Rai Italia di confrontarsi con quanto attuato dagli altri Paesi, come la Spagna. In sostanza, ha spiegato, "si tratta di negoziare i diritti in base alle persone cui gli stessi sono indirizzati: nel caso dell’Italia 64 milioni di persone invece di 60". La questione, per Micheloni, è ancora aperta "perché alcuni direttori di Rai Italia sono stati "distratti". In Europa sono state oscurate anche trasmissioni prodotte dalla stessa Rai, come quella su Pavarotti. Invito il nuovo direttore – ha concluso – a sollecitare una risposta dell’azienda sul negoziato-diritti".
ITALIA Redazione: Via C. Magni 41C 00147 Roma Tel.: 0651604709 Fax: 0651601481 redazione@litaliano.it Stampa: Telestampa Centro Italia Srl Località Casale Marcangeli Oricola (AQ) EDIZIONE SUD AMERICA Redazione: Uruguay 239 piso 7 apt D C1015ABE Buenos Aires Tel.: 4372-6111 zembot@fibertel.com.ar Stampa: Diario del Viajero Av. de Mayo 666 C1084AAO Buenos Aires Distribuzione: Antonio Felix De Bonis Estados Unidos 1788, 3°piso - 2, Buenos Aires Collaborano: Argentina: Daniel Bellicoso, Salvatore Giuffrida. Brasile: Adriano Bonaspetti, Stefano Andrini Paraguay:Elisabetta Deavi, Antonio Fossati EDIZIONE BALCANI Redazione, Stampa e Distribuzione: c/o Gazeta Libertas Rr. Xhorxhi Martini Pall. “Teuta Construction”, Shk. 1, Ap. 4, Tiranë, Tel/Fax: +355 4 2256528 Contatto:Plator Nesturi Collaborano:Fulvia Novellino, Alketa Alibali, Biljana Vukicevic
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F.U.S.I.E.
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ESTERI
Afghanistan: in arrivo altri 30mila soldati, poi il ritiro IL PRESIDENTE: “SE NON PENSASSI CHE E’ IN GIOCO LA SICUREZZA DEGLI AMERICANI, SAREI FELICE DI ORDINARE ALLE TRUPPE DI RIENTRARE DOMANI”
L’ITALIANO GIOVEDI’ 3 DICEMBRE 2009
Obama: stretta finale su Kabul Barack Obama ha annunciato che manderà 30.000 soldati in più in Afghanistan entro la prossima estate, ma anche che comincerà il ritiro graduale delle truppe dal luglio 2011. Con un discorso dinanzi ai giovani cadetti dell'Accademia Militare di West Point, molti dei quali partiranno per il fronte nei prossimi mesi, il presidente Usa ha cercato di preparare il Paese al nuovo duro impegno e anche alle altre vittime che la sua nuova strategia è destinata a provocare. Ma ha anche detto, per la prima volta, che le truppe americane cominceranno a rientrare tra 18 mesi, allontanando che lo spettro la guerra finisca come in Vietnam. Con un discorso di 35 minuti nella stessa Accademia dove George W. Bush aveva difeso, nel 2001, la dottrina degli attacchi preventivi, Obama ha avvertito che la guerriglia talebana ha guadagnato terreno e ha ammesso che al Qaeda mantiene i suoi santuari lungo il confine con il Pakistan. "Se non pensassi che in Afghanistan sono in gioco la sicurezza degli Stati Uniti e degli americani, sarei ben felice di ordinare a ogni singolo soldato di tornare a casa domani". "L'Afghanistan non è perduto, ma per molti anni ha camminato a ritroso", ha detto, scommettendo sul fatto che l'aumento di truppe possa risollevare la situazione. Obama ha chiesto l'aiuto dell'Europa, ricordando che "questa non è solo la guerra dell'America"; e si è detto fiducioso che gli alleati risponderanno all'appello perché "quello che è in gioco non è solo una
NUOVE TRUPPE STATUNITENSI IN AFGHANISTAN
prova di credibilità della Nato, ma la sicurezza dei nostri alleati e la sicurezza comune del mondo". Poi ha messo in guardia Hamid Karzai ("Il tempo degli assegni in bianco è finito") e reagito con forza a coloro che paragonano l'Afghanistan al Vietnam, dicendo che danno "una falsa lettura della storia". E si è rivolto direttamente al cuore degli americani: "Lasciatemi essere chiaro: niente di tutto ciò sarà facile. La battaglia contro l'estremismo violento non finirà rapidamente e si espande ben oltre l'Afghanistan e il Pakistan. Ma sarà un test efficace per la nostra libera società e per la nostra leadership nel mondo". Immediate le repliche degli alleati. Il segretario genera-
IN ARRIVO 30MILA SOLDATI A KABUL E DINTORNI
“Bene il cambiamento alla Casa Bianca, ma ora il leader sta lavorando male”
Ma Ahmadinejad si dice “preoccupato”: “Washington prosegue sul binario di Bush” L'Iran è ''preoccupato'' per il presidente Usa Barack Obama che, dopo essere arrivato alla Casa Bianca con promesse di cambiamento, ''potrebbe essere spinto dai sionisti sullo stesso binario seguito dal suo predecessore (George W.) Bush''. Lo ha detto ieri il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, in un discorso pubblico pronunciato nella
città di Isfahan. ''Noi abbiamo accolto favorevolmente le promesse di cambiamento di Obama ha detto Ahmadinejad - e io in un messaggio gli ho detto cosa avrebbe dovuto fare per ottenere il nostro aiuto: smettere di usare la forza e l'aggressione, cessare le discriminazioni, mettere fine all'invio di truppe in Medio Oriente, non sostenere il
regime assassino sionista (Israele, ndr)''. ''Ma Obama - ha aggiunto il presidente iraniano - non ha lavorato bene''. ''Noi non avremmo voluto che nemmeno Bush facesse la fine che ha fatto - ha aggiunto Ahmadinejad - ma lui non ha ascoltato i nostri consigli. Ora speriamo che Obama non faccia quella stessa fine''. "Il regime sionista e i suoi sostenito-
ri - ha continuato il leader iraniano cambiando obiettivo - non possono fare un bel niente per fermare il lavoro iraniano sul nucleare". Nelle centrali, ha aggiunto, andrà avanti il lavoro di arricchimento fino al 20 per cento dell'uranio per utilizzarlo come combustibile nucleare. "La questione nucleare" ha aggiunto, "è chiusa".
MAHMUD AHMADINEJAD
le della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha preannunciato che l'Alleanza Atlantica invierà altri 5.000 soldati nel 2010. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha assicurato un maggior contributo italiano, anche se non ha voluto fare numeri. Per ora Francia e Germania sono in una posizione attendista. La Gran Bretagna ha annunciato rinforzi (500 soldati), la Spagna potrebbe aumentare le truppe di altri 200 militari. La Polonia ne invierà probabilmente 600. Un surge che dovrebbe consentire alle truppe internazionali di sconfiggere "il cancro" di Al-Qaeda. Ma i talebani hanno già detto che la guerriglia alzerà il tiro e aumenterà il livello dello scontro.
PAGINA L’ITALIANO MERCOLEDI’ 3 DICEMBRE 2009
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SPORT
Il ct fa il punto sull’avventura mondiale “CREDO CHE LE SQUADRE VINCENTI DEBBANO ESSERE FORMATE DA GIOCATORI CHE SI METTANO AL SERVIZIO DEGLI ALTRI” Niente prime donne nel gruppo della nazionale azzurra in vista dei mondiali del Sudafrica e futuro dirigenziale nella Juventus ancora incerto. Questi alcuni dei temi trattati dal ct dell'Italia Marcello Lippi, ospite d'onore della conviviale organizzata da tre Rotary Club fiorentini, che si è concesso alle domande dei commensali, molte delle quali incentrate sulla sua idea di Nazionale. ''Credo che le squadre vincenti ha esordito Lippi - debbano essere formate da giocatori che abbiano il valore dell'aggregazione e che si mettano al servizio degli altri, non da chi si sente fenomeno o primadonna. Le squadre composte da questi giocatori, che sono nati con il talento e che credono che tutti debbano essere a loro disposizione, possono giocare bene a periodi, ma non avranno mai continuità''. Il suo 'credo' sembra aver funzionato, se è vero che ''ci siamo qualificati con una giornata d'anticipo, guarda caso come nell'82 e nel 2006, e spero che questo sia di buon auspicio. I 'vecchi' hanno dato una mano, i 'nuovi' hanno fatto abbastanza bene, e quindi sono ottimista: devo ancora completare il gruppo, ma non sarà un compito difficile''. Più complicato sarà provare a ripetersi in Su-
SUDAFRICA 2010
Lippi: “Nella mia Italia niente primedonne”
MARCELLO LIPPI
dafrica, dove secondo Lippi ''saranno da temere Brasile, Argentina, Germania, Francia e Olanda. Ma se arriveremo all'appuntamento in grande condizione fisica e psicologica non dovremo avere paura di nessuno: andremo in Sudafrica per difendere il titolo, anche se sarà difficile perché in Italia c'è riuscito solo Pozzo''. Lippi ha ripercorso il suo passato (''Ho vinto tanto ma niente è para-
gonabile a un mondiale''), la sua storia con la nazionale (''Tre mesi dopo il mondiale mi sono pentito di averla lasciata, poi sono tornato per rivivere quelle emozioni'') e la mancata premiazione di Blatter (''Non è stato bello che il presidente della Fifa non abbia premiato i campioni del mondo, ma non so se ci sono motivi particolari''), e ha parlato anche del momento del calcio italiano (''Non siamo in
crisi, anche se può sembrare così: abbiamo ottimi giovani talenti e una nazionale che è la vera espressione del nostro calcio''). Poi, stuzzicato sul suo possibile futuro dirigenziale alla Juventus, ha messo in guardia tutti: ''Dopo il mondiale è tutto apertissimo e, nonostante se ne parli tanto, nella mia testa ci sono soltanto i prossimi sei mesi di lavoro con la Nazionale, poi cosa succederà non lo so''.
Domani gli abbinamenti con l’incubo Francia Italia-Francia al Mondiale sudafricano, da subito: è solo un'ipotesi, ma è anche il rischio che emerge dalle fasce stabilite ieri dalla Fifa a Città del Capo, a 48 ore dal sorteggio. La Francia è stata infatti esclusa dal gruppo delle otto teste di serie, del quale gli azzurri di Marcello Lippi fanno parte a pieno titolo perché tra le prime nazionali del mondo. Il segretario generale della Fifa, Valcke, ha escluso che la decisione sia una ''punizione'' per i Bleus a seguito del colpo di mano di Henry che ha qualificato la loro nazionale nello spareggio con l'Irlanda. Ma di fatto, i criteri per stabilire le teste di serie sono stati cambiati completamente, non si è tenuto conto dei risultati delle precedenti edizioni, e così la nazionale di Domenech finalista il 9 luglio 2006 a Berlino ha scontato il suo ranking Fifa. Il quale la vedeva al nono posto a ottobre, prima del doppio spareggio contro Trapattoni. E' stata questa infatti la chiave per l'esclusione della Francia, a favore dell'Olanda: non si è tenuto conto delle prime otto al
mondo dopo gli spareggi, ma della graduatoria che precedeva quelle partite. All'ottavo posto c'era la Croazia, non qualificata, ma quella posizione è occupata dal Sudafrica, in quanto paese ospitante. Così la Francia è finita nell'urna 4, quella delle europee, dalla quale uscirà una delle avversarie dell'Italia nella fase a gironi. Gli azzurri in prima battuta eviteranno Brasile, Spagna, Germania, Inghilterra, Olanda e Sudafrica - le altre teste di serie - ma saranno accoppiati a un'asiatica o americana (Australia, Giappone, Corea del Sud, Corea del Nord, Honduras, Messico, Stati Uniti, Nuova Zelanda), a una africana o sudamericana (Algeria, Camerun, Costa d'Avorio, Ghana, Nigeria, Cile, Paraguay, Uruguay) e a un'europea (Danimarca, Francia, Grecia, Portogallo, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Svizzera). Apertissime le possibilità: da un girone difficile con Stati Uniti o Messico, Costa d'Avorio o Ghana, Francia o Portogallo; a uno molto piu' abbordabile, con Nuova Zelanda, Algeria e Slovacchia.
L’argentino avrebbe dovuto fare il commentatore tv
Le autorità: il caso Henry non c’entra con il sorteggio
La Fifa stoppa Maradona niente sorteggi per lui
“Nessuna punizione ai bleu” Valcke fuga tutti i sospetti
''Diego Maradona non potrà venire al sorteggio, ci sono regole che lo dicono'': lo ha detto il presidente del comitato organizzatore dei Mondiali di Sudafrica 2010 Danny Jordaan, smentendo di fatto le voci della stampa sudafricana secondo le quali il ct della nazionale argentina (squalificato per due mesi dalla Fifa dopo le frasi ingiuriose rivolte alla stampa al termine di Uruguay-Argentina), domani presenzierà alla cerimonia dei sorteggi in veste di commentatore tv. ''Maradona è una grande personalità ma non potrà venire al sorteggio, ci sono regole che lo dicono'', ha ribadito ancora
Jordaan che poi rispondendo ad una domanda se il Pibe de Oro possa entrare o meno in Sudafrica, ha detto che non c'è alcun divieto. Anche il segretario generale della Fifa, Valcke
DIEGO ARMANDO MARADONA
ha sottolineato che il ct argentino non potrà partecipare al sorteggio: ''Maradona è stato squalificato non solo per le amichevoli ma per tutte le cose che riguardano il calcio''.
La Francia, campione del mondo del 1998 e finalista nel 2006, non è tra le 8 teste di serie dei Mondiali di calcio di Sudafrica 2010 il cui sorteggio ci sarà domani. Al suo posto è stata preferita l'Olanda. Queste le otto teste di serie: Sudafrica, Italia, Argentina, Brasile, Inghilterra, Germania, Olanda e Spagna. Una punizione per la “fraudolenta” qualificazione, con il fallo di mano di Henry che ha mandato su tutte le furie l’Irlanda di mister Trapattoni? A fugare ogni dubbio sulla decisione della Fifa nella compilazione delle fasce, come si legge sul sito del quotidiano francese "Equipe", ar-
THIERRY HENRY
riva l’immediata smentita del massimo organo calcistico mondiale: "L'assenza della Francia nelle teste di serie non è una sanzione. Non c'è affatto una sanzione contro la Francia", ha detto ieri Jerome Valcke, segretario generale
della Fifa. Valcke ha assicurato che l'episodio del fallo di mani di Thierry Henry nello spareggio contro l'Irlanda non è stato preso in considerazione nella determinazione delle nazionali inserite nelle fasce per il sorteggio.
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CONTROCOPERTINA - SPORT
L’ITALIANO GIOVEDI’ 3 DICEMBRE 2009
Julio Cesar: nerazzurro nel cuore L’estremo difensore rimarrà all’Inter fino al 2014 MARA DE GAETANO
MILANO - Júlio Soares Espíndola, per tifosi e fantallenatori Julio Cèsar, ha rinnovato, con la sua Inter, fino al 2014: un lungo matrimonio, destinato a proseguire, nel tempo. Checchè l'ammaliante Manchester United ne dica, e nonostante le avànces delle altri grandi del panorama calcistico mondiale. Il sito ufficiale nerazzurro ha appena ufficializzato il rinnovo del contratto per il portiere brasiliano: ancora insieme, per altri 4 anni e mezzo, a perpetrare il connubio che già era registrato sino al 2012. "Sono molto contento e ringrazio il presidente Moratti e tutta la società - ha detto al sito ufficiale Julio Con l'Inter ho già vinto tanto, ma la nostra forza è continuare a lavorare per raggiungere tanti nuovi traguardi. Adesso voglio festeggiare con tante nuove vittorie". Soddisfazione e gratitudine vicendevole, dunque, da parte dell'Inter, che per il futuro quinquennio si assicura le prestazioni d'uno dei portieri più forti del mondo, e da parte del brasiliano, che, proprio all'Inter, è esploso, e s'è confermato come tale. Julio Cesar arrivò in Italia nel 2005, e, dopo 6 mesi passati in quel di Verona, a far da secondo a Luca Marchegiani, è tornato alla casa madre nerazzurra, che dal l'aveva prelevato Flamengo. Con i meneghini ha sinora giocato 141 partite in 5 stagioni, vincendo 4
scudetti , una Coppa Italia e 3 Supercoppe Italiane. UN PORTIERE INSOSTITUIBILE - Non sostituirà l’ex juventino Van Der Sar al Manchester United. Non sarà il dopo Valdes al Barcellona. Rimarrà all’Inter sino al 30 giugno 2014. E’ ufficiale il prolungamento dell’accordo tra Julio Cesar e il club nerazzurro. Due anni in più rispetto al precedente accordo, scadenza 2012, siglato a fine maggio del 2007, quando si vociferava che Gianluigi Buffon avrebbe potuto sostituire il brasiliano tra i pali interisti. Ieri l’incontro decisivo con il vice presidente Rinaldo Ghelfi e il direttore tecnico Marco Branca. Giusto il tempo di concludere la trattativa, che andava avanti da qualche tempo, prima della partenza di Julio Cesar per la tournée orientale del Brasile, durante la quale, insieme ai compagni di squadra Lucio e Maicon, affronterà in amichevole l’Inghilterra a Doha (in Qatar) e la selezione dell’Oman. Di recente Moratti aveva annunciato una revisione della politica dei rinnovi con ingaggio meno sostanziosi, ma più premi in base ai successi sul campo. Julio Cesar, che finora guadagnava 4 milioni l’anno, ha inaugurato questa nuova politica. «Sono molto contento. Ringrazio il presidente Moratti e tutta la società», ha commentato il portiere. «Con l’Inter ho già vinto tanto, ma la forza di questo gruppo è continuare a lavorare per raggiungere altri traguardi. Voglio pro-
prio festeggiare con nuovi successi». Tradotto, assalto con ancora maggior forza al “tabù” Champions League, a partire dalla supersfida del Nou Camp del prossimo 24 novembre contro il Barcellona. I blaugrana erano nel novero delle superpotenze calcistiche che stavano facendo più di un pensierino su Julio Cesar. In pole-position c’era però il Manchester United. Un «assedio» rivelato anche da un post (poi comunque smentito e cancellato) sul blog della moglie-attrice Susana Werner. Julio Cesar, nella sua quinta stagione all’Inter, ha finora disputato tutti i 17 incontri ufficiali nerazzurri, rimanendo in campo per tutti i 1.626 minuti disputati dalla squadra (come Zanetti). INTER BRASILEIRA - Più che di rinnovo forse bisognerebbe parlare di adeguamento del contratto di Maicon Douglas Sisenando, 28enne esterno destro dell'Inter e della Seleçao che a suon di prestazioni maiuscole e in virtù di una costanza che ha dell'incredibile si è guadagnato con il trascorrere del tempo l'etichetta di miglior interprete al mondo del suo ruolo. Uno status che ha aiutato non poco il lavoro di tessitura del suo agente, Antonio Caliendo, protagonista di un'estate di fuoco mentre il suo assistito era impegnato nella Confederations Cup (conquistata dal Brasile grazie a un gol di Lucio nella finale contro gli Usa). Le sirene britanniche e spagnole si sono fatte sentire, tra
mezze conferme e smentite, e il brasiliano chiedeva alla società un adeguamento del suo contratto al livello dei big, quale lui si era dimostrato in particolare negli ultimi mesi all'Inter. Poi, la cessione di Ibrahimovic ha aumentato il timore di un'altra possibile rinuncia da parte della società, più attenta ai bilanci. Un pericolo scongiurato dalle parole di Mourinho, che ingoiato il rospo amaro dell'addio dello svedese, ha messo immediatamente la catena al collo di Maicon, dichiarando che Ibra poteva essere sostituito, l'esterno invece no. E così è stato, con una stretta di mano che ha garantito a Caliendo un ulteriore adeguamento del contratto prolungato nel gennaio scorso fino al 2013. Dopo qualche polemiche alcuni giorni fa, coincisa con il presunto del interesse Manchester United nei confronti del giocatore, ieri è arrivata l'attesa conferma della ratifica dell'accordo: al giocatore è stato dato un ritocco economico, mantenendo invariata la durata dell'intesa. "Il contratto scadrà sempre nel 2013 - ha detto Caliendo -, ora è tutto a posto e non ci sono problemi, ma la società rimarrà sempre attenta a eventuali operazioni importanti". Tradotto in soldoni, il manager non esclude che Maicon possa essere ceduto in caso di offerta irrinunciabile. Nulla di nuovo sotto il sole, sono le regole del mercato, ma di certo dopo l'intesa che
ha comportato reciproca soddisfazione, il matrimonio tra Maicon e l'Inter è più solido che in passato. Anche per la gioia di Mourinho, che non può prescindere dalla forza fisica, dalla velocità e dalle sgroppate di un difensore che sa trasformarsi nel migliore degli attaccanti nerazzurri.
La carica dei portieri brasiliani: la Roma scopre Julio Sergio ROMA - Dalla serie B al derby: quando il destino di un giocatore è la più inaspettata delle capriole. Julio Sergio Bertagnoli, alla quarta stagione in giallorosso, si ritrova titolare contro la Lazio, per il debutto che mai si sarebbe aspettato. Dopo l’esordio in serie A, lo scorso 30 agosto, contro la Juve, adesso la sfida contro i biancocelesti. Tutto così in fretta e, incredibilmente, grazie al mercato zero della Roma durante l’estate. Se il brasiliano oggi è titolare lo deve a Sorrentino, portiere chiesto da Spalletti alla fine della stagione scorsa per aspettare Doni, in convalescenza. Le richieste del Chievo, troppo esose per l’autofinanziamento deciso da Rosella Sensi, hanno reso impossibile il trasferimento del portiere della squadra di Di Carlo nella capitale e di conseguenza anche quello dell’attuale titolare romanista in Toscana. Julio Sergio, con un anno di anticipo sulla scadenza del contratto (giugno 2010), aveva già la valigia in mano: era stato promesso al Grosseto. Finalmente poteva giocare. Una decisione di Spalletti che, in attesa del rientro di Doni, avrebbe subito promosso Sorrentino, lasciando Artur come vice. Insomma l’addio a Bertagnoli, dopo tre anni vissuti a Trigoria senza scendere mai in campo (giusto un’amichevole estiva a Leverkusen contro il Bayer), era deciso. E addirittura, sfumato Sorrentino, Julio Sergio è stato in bilico sino a poche ore prima di Roma-Juventus, cioè della partita che ha di fatto cambiato la sua avventura romana. Perché a Trigoria, già da qualche settimana, si allenava Lobont e Spalletti aveva dato l’okay per il tesseramento del rumeno e Bertagnoli, di lì a poche ore, sarebbe diventato l’inutile quarto. Dunque da piazzare. Invece l’errore di Artur nella goleada giallorossa al Kosice all’Olimpico, il 27 agosto, determinò il ribaltone. Anche se l’esordio in A lo deve a Spalletti, Julio Sergio difficilmente riuscirà a spiegarsi come mai per il tecnico dimissionario, per tre stagioni, è stato solo «il miglior terzo portiere mai allenato». Oggi è titolare perché non si può togliere di squadra chi, in un ruolo così delicato, dà garanzie. Ranieri, proprio dopo il successo di Bergamo, ha spiegato che certi errori costano e anche tanto. Perché il portiere, proprio come il derby, fa storia a sé. «E’ facile sbagliare nel nostro mestiere», ha chiarito riferendosi al suo predecessore. «L’anno scorso è successo a me con Buffon: rinunciai a Manninger che stava andando bene, facendo tornare il porta il titolare. Che però ancora non era al top. E a fine stagione ho pagato io». La Juve lo mandò via a due giornate dalla conclusione del torneo. Perseverare sarebbe stato letale. Anche perché Julio Sergio del terzo portiere non ha niente. In Brasile per due volte ha vinto lo scudetto con il Santos, giocando pure la Coppa Libertadores. Non finì nerl giro della Seleçao per colpa della lesione al crociato del ginocchio, nel momento migliore della carriera. Già oltreoceano ha avuto come riserva Doni, l’ultima volta nella Juventude. Le ultime prestazioni di Bertagnoli hanno convinto i dirigenti giallorossi ad anticipare, rispetto alle passate stagioni, la discussione del rinnovo del contratto. Il portiere ha un ingaggio da principiante se paragonato ai compensi dei suo compagni: prende ventimila euro netti al mese (nei primi due anni in giallorosso dodicimila). Dopo Natale, sarà convocato: gli verrà proposto un triennale. Adriano Bonaiuti, preparatore dei portieri di Spalletti, diede l’okay per il tesseramento dopo aver visto alcuni dvd su indicazione dell’ex difensore giallorosso Zago e del manager Lucci. A Trigoria arrivò a costo zero: un affare. Il terzo dal Brasile, dopo Mancini e Doni. Ma per Spalletti era solo uomo-spogliatoio e per Bonaiuti non abbastanza alto (1,84 come Julio Cesar). Per Doni è da sempre un collega: il rapporto tra i due portieri è formale.Julio Sergio, 31 anni e una grande passione per l’arte moderna, ha il passaporto italiano, grazie a un nonno di Ripa Teatina, in provincia di Chieti. Il paese del papà di Rocky Marciano. Abruzzese come Franco Tancredi, il portiere della Roma del secondo scudetto e per una vita giallorosso, lui di Giulianova in provincia di Teramo. L’attuale preparatore dei portieri dell’Inghilterra di Fabio Capello ammette che in alcune caratteristiche il brasiliano gli somiglia. «E’ molto reattivo, proprio come lo ero io».