L ITALIANO MARTEDI’ 8 DICEMBRE 2009 - Anno III - Numero 223 QUOTIDIANO DELL’ITALIA NEL MONDO
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Colori e luci, campioni dello sport e personaggi dello spettacolo, musiche e immagini. Il sorteggio del Mondiale 2010 in Sudafrica ripete la scenografia spettacolare che in questi ultimi anni accompagna le manifestazioni sportive più importanti. Azzurri inseriti gruppo F con Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia. Urna benevola alla pag. 8
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MONDIALI 2010: PER L’ITALIA AVVIO IN DISCESA QuiArgentina
ItalianinelMondo
Il piquetero D’Elia e gli attivisti sfidano Mauricio Macrì: tutti pronti a scendere in strada
Caso Battisti: il verdetto adesso slitta al 2010. Per i giornali brasiliani però Lula ha già deciso
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QuiItalia La commissione Bilancio della Camera ha dato il primo via libera alla legge Finanziaria 2010 e al disegno di legge bilancio
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QuiItalia Omicidio Kercher: il giorno dopo le parole
alla pag. 5 del Sottosegretario di Stato Clinton,
è il ministro degli Esteri Franco Frattini a gettare acqua sul fuoco pag. 3
QuiMondo Clima: i grandi del mondo riuniti nel vertice di Copenaghen. Rasmussen: «Serve mobilitazione senza precedenti» alla pag. 6
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L’ITALIANO MARTEDI’ 8 DICEMBRE 2009
POLITICA ITALIANA
Protesta dallʼopposizione SIʼ DELLA COMMISSIONE BILANCIO CON I SOLI VOTI DELLA MAGGIORANZA CAPEZZONE: A SINISTRA SPINTE ESTREMISTE
La commissione bilancio della Camera ha dato via libera alla Finanziaria, dopo aver approvato il maxi-emendamento proposto dal relatore. Al voto hanno partecipato solo i rappresentati della maggioranza, mentre l’opposizione ha lasciato i lavori in segno di protesta. Sul rispetto del regolamento parlamentare netta la presa di posizione del presidente della Camera, Gianfranco Fini: “E’ stato totale e su questo l’opposizione ha convenuto”; l’esame da parte dell’aula di Montecitorio inizierà mercoledì. Per il viceministro all’Economia, Giuseppe Vegas, il “valore sostanziale” della manovra è di 5,2 miliardi nel 2010 e l’impatto del testo, così come modificato dal maxiemendamento sul saldo netto da finanziare sarà di quasi nove miliardi nel 2010 (8.884 milioni). Quanto alla possibile questione di fiducia, Vegas ha rilevato: “Dipenderà dagli emendamenti presentati”. Dalla maggioranza il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, osserva: “L’atteggiamento dell’opposizione in Commissione testimonia che purtroppo ci sono spinte estremiste”. E Italo Bocchino, vicecapogruppo vicario del Pdl a Montecitorio, sottolinea: “Sulla Finanziaria l’opposizione cerca lo scontro e non ha
PIAZZA FONTANA
Finanziaria: primo ok della Camera
LA COMMISSIONE BILANCIO DA’ L’OK ALLA FINANZIARIA
nessuna intenzione di aiutare il Paese ad uscire dalla crisi economica. L’opposizione non ha fatto altro che cercare la strada dell’ostruzionismo, senza dare alcun contributo costruttivo”. Nella maggioranza c’è la voce critica dell’Mpa di Raffele Lombardo, che con Arturo Iannaccone incalza: “Né governo né opposizione hanno dato centralità al Sud. Il Movimento per l Autonomia, pertanto, valuterà in aula se votare o meno la Finanziaria”. Per l’opposizione il
presidente Udc, Rocco Buttiglione, afferma: “Governo e maggioranza hanno voluto strozzare il dibattito già in commissione. Noi però non ci stanchiamo di ribadire la necessità che la Finanziaria sia effettivamente discussa nell’aula parlamentare, con il contributo costruttivo di tutti. In particolare, rilanciamo il fatto che ci debba essere almeno un inizio di risposta alle domande e alle sofferenze delle famiglie italiane”. Dal Pd Pierpaolo Baretta denuncia: “Quel che è av-
Il ministro leghista critica il cardinale di Milano
venuto è un atto grave e paradossale. Si preannuncia in aula un dibattito molto caldo e noi faremo in modo che lo sia. Di fatto è stato dato luogo a una procedura di fiducia in Commissione con un maxi-emendamento del relatore blindato”. Secondo Antonio Borghesi (Idv): “Berlusconi aveva garantito che non ci sarebbe stato assalto alla diligenza, invece è entrato di tutto di più. Con i soldi dello scudo la maggioranza si è confezionata un emendamento su misura”.
Napolitano: “Su quella strage non tutto è chiaro e limpido” Dobbiamo evitare che i contrasti e le divergenze diventino una minaccia per la vita civile. Lo ha affermato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricordando il 40° anniversario della strage di Piazza Fontana, che cadrà il prossimo 12 dicembre. Napolitano ha incontrato nella sede della Prefettura di Milano e alla presenza del Sindaco Letizia Moratti, i rappresentanti dell’Associazione Piazza Fontana 12 dicembre 1969, del Comitato permanente antifascista contro il terrorismo per la difesa dell’ordine repubblicano, dell’Associazione italiana Vittime del terrorismo e il sindaco di Bresso, autore del libro “Piazza Fontana nessuno è stato”. “Ammiro il vostro impegno, la vostra tenacia in questi 40 anni, la passione civile l’impegno che mostrate per alimentare la memoria collettiva e la riflessione, due cose alle quali l’Italia e la coscienza nazionale non possono abdicare – ha detto ai presenti Napolitano -. Quello che avete vissuto voi mi auguro diventi parte del-
GIORGIO NAPOLITANO
la coscienza nazionale. Ho già detto che comprendo il peso che la verità negata rappresenta per ciascuno di voi, un peso che lo Stato italiano porta su di sé”. Secondo il presidente Napolitano è necessaria “una riflessione” perché “ciò che è avvenuto nella nostra società non è del tutto chiaro e limpido e non è del tutto stato maturato” ed ha poi esortato i rappresentanti delle vittime della strage e le associazioni civili a continuare “a operare per recuperare ogni elemento di verità, io vi sarò sempre vicino e vi rinnovo solidarietà e ammirazione”.
Il presidente della Camera difende gli extracomunitari
Calderoli contro Tettamanzi: “Per fortuna L’attacco di Fini al Carroccio: nella Chiesa non c’è pensiero unico” “Gli immigrati? Il presepe ne è pieno” ‘’Per fortuna all’interno della Chiesa non c’è il pensiero unico e chi mi critica dovrebbe tener conto sia di questa verità sia che le mie critiche non sono di carattere religioso ma politico visto che ho criticato il card. Tettamanzi per quel che ha detto di politico’’. Lo ha detto il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, a proposito delle critiche piovutegli addosso dopo la sua intervista a Repubblica sul cardinale di Milano. ‘’Quel che mi spiace di più - ha aggiunto Calderoli - è veder fare politica a senso unico. Del resto la mia posizione sull’arcivescovo di Milano è chiara da anni.
ROBERTO CALDEROLI
Io sono sempre stato critico sulla Chiesa del Concilio Vaticano II e mi sembra che Tettamanzi sia un nostal-
gico di quella Chiesa. Ma i tempi cambiano. E credo che l’unico che non sbaglia sia Papa Ratzinger’’.
‘’E’ bello che si difenda la tradizione e quindi che si difendano il crocifisso e il presepe, ma se si guarda il presepe, e lo dico con una battuta naturalmente, si vede che è pieno di extracomunitari’’. Così il presidente della Camera Gianfranco Fini, nel corso di un dibattito nella sede di una associazione che si occupa dell’integrazione degli immigrati. Il presidente della Camera ha fatto quest’unico accenno alla polemica tra la Lega e l’arcivescovo di Milano cardinal Dionigi Tettamanzi, nel corso di un dibattito con il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini e il presidente della Commissione parlamentare antimafia
PIERFERDINANDO CASINI E GIANFRANCO FINI
Giuseppe Pisanu tenutosi ieri a Roma nei locali della Comunità Capodarco. Casini ha preso la parola subito dopo le affermazioni di Fini ed ha scherzato: ‘’Anche Gesù era un forestiero’’. Il presidente di
Montecitorio ha replicato in tono altrettanto scherzoso dicendo: ‘’Casini lo può dire’’. A quel punto è intervenuto anche Pisanu che sorridendo ha detto: ‘’Ha dovuto chiedere asilo politico’’.
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Meredith: Frattini smorza le polemiche IL MINISTRO: “E' GIUSTO CHE HILLARY CLINTON ASCOLTI UNA SENATRICE AMERICANA, MI SEMBRA OVVIO” I LEGALI DEI KERCHER: RISPETTARE LA SENTENZA
“Normale l’interesse Usa” - L'interessamento di Hilary Clinton per il caso Meredith ''mi sembra giusto e normale''. Lo ha detto il ministro degli esteri, Franco Frattini, interpellato dai giornalisti a Bruxelles. ''Io ascolto molte persone che mi parlano del caso Forti o del caso Parlanti'', ha detto il ministro, facendo riferimento alle vicende dell'imprenditore trentino Enrico Forti, detenuto da dieci anni in un carcere duro di Miami con l'accusa di omicidio e la condanna all'ergastolo e quella del fisico analista programmatore in carcere in California dal 2005 con una condanna a 8 anni per stupro. ''E' giusto che Hillary Clinton ascolti una senatrice americana'', ha poi aggiunto il ministro. Nel frattempo l'ambasciata americana a Roma esprime il suo chiaro punto di vista sulla vicenda: “Non commentiamo, ma continueremo a seguire il caso con attenzione''. Nella sede dell'ambasciata di via Veneto si sottolinea, inoltre, che la vicenda ''continuerà ad essere seguita come avviene per qualsiasi caso giudiziario che riguardi cittadini statunitensi''. ''Ci vuole più rispetto per questa sentenza che risulta assolutamente equilibrata'': sostiene dal canto suo l'avvocato Francesco Maresca, legale di parte civile per la famiglia
IN CARCERE
ATTUALITA’
E intanto Sollecito non ce la fa più
IL MINISTRO DEGLI ESTERI FRANCO FRATTINI
di Meredith Kercher nel processo ad Amanda Knox e a Raffaele Sollecito. ''Siamo stupiti - ha spiegato Maresca - da una reazione così forte e dalle reazioni da parte dell'opinione pubblica americana, e non solo, per una sentenza emessa da un'autorità italiana così importante come la Corte d'assise di Perugia''. Un pronunciamento ha sottolineato il legale arrivato ''dopo un dibattimento che ha permesso di accertare in ogni particolare tutti gli elementi sostenuti dall'accusa''. La famiglia Kercher non ha commentato ulteriormente nelle ultime ore quanto sta accadendo. Dopo la sentenza si era comunque detta ''sorpresa'' per le polemiche suscitate in ambito internazionale. Rudy
Guede, intanto, si augura che ''ci siano anche Patrick Lumumba (il musicista coinvolto nell'inchiesta null'omicidio di Meredith Kercher dalle dichiarazioni di Amanda Knox ma poi prosciolto - ndr) e i suoi familiari'' tra le persone che Hillary Clinton si è detta disponibile a sentire per la vicenda della giovane americana. L'ivoriano, al quale sono stati inflitti 30 anni di reclusione per il concorso nell'omicidio, lo ha detto a uno dei suoi difensori, l'avvocato Nicodemo Gentile. Il legale ha incontrato Guede nel carcere di Viterbo dove è detenuto. Rudy - ha riferito Gentile si è detto ''meravigliato per i tanti che si sbracciano negli Usa''. Nessuna reazione particolare invece per la sentenza della
Corte d'assise di Perugia che ha inflitto alla Knox e a Raffaele Sollecito 26 e 25 anni di reclusione per l'omicidio Kercher. Gude ha spiegato l'avvocato Gentile - è comunque ''dispiaciuto'' perché i giudici hanno ritenuto sussistere la violenza sessuale, reato contestato a tutti e tre gli imputati ma per l'accusa materialmente compiuto proprio dall'ivoriano. ''E' comunque consapevole ha aggiunto l'avvocato Gentile - che il suo è un giudizio separato che si svolge davanti ad altri giudici''. Guede ha infatti scelto la strada del processo con il rito abbreviato e il 21 dicembre prossimo riprenderà l'appello (nel quale il procuratore generale ha già chiesto la conferma della pena).
RAFFAELE SOLLECITO
''Quando esco? Quando esco? Sono più di due anni che sto in cella...'': sono le parole che Raffaele Sollecito, condannato a 25 anni di reclusione per l'omicidio di Meredith Kercher, ha ripetuto ieri al suo difensore Luca Maori che lo ha incontrato nel carcere di Terni. Il giovane pugliese ieri è stato trasferito nella casa di reclusione ternana da quella di Perugia. Il suo difensore lo ha trovato ''molto provato psicologicamente''. ''Siamo preoccupati - ha detto Maori - per le sue condizioni. Raffaele è comunque ottimamente supportato dal personale di polizia penitenziaria.
Ha avuto un lungo incontro con il direttore del carcere che si è mostrato molto disponibile''. Secondo il legale, Sollecito ''non si rende ancora conto di quanto successo e non sa cosa succederà ora''. ''Ha paura per il suo futuro - ha proseguito - e noi abbiamo cercato di rassicurarlo''. Riguardo alle polemiche delle ultime ore, l'avvocato Maori ha sottolineato che ''il sistema giudiziario italiano è estremamente garantista''. ''Se c'è stato un errore come in questo caso - ha affermato - è in grado di riparare a esso e siamo certi che lo farà nel processo d'appello''.
Franco Corleone: “Non vi era alcuna necessità investigativa” di far vedere le immagini degli abusi nell’asilo Cip e Ciop
Pistoia, il garante: perchè mostrare il video? ''Non vi era alcuna necessità investigativa'' di mostrare il video dei maltrattamenti sui bambini nell'asilo di Pistoia ''ai genitori perché l'identificazione delle vittime era facilmente raggiungibile e per la decisione di costituzione di parte civile era sufficiente la visione del video agli avvocati. Mi è parso un segno di superficialità quello del magistrato che si è assunto la responsabilità di alimentare un clima legato alla giustizia mediatica''. Lo ha detto il garante per i diritti dei detenuti di Firenze Franco Corleone commentando la diffusione del video sull'asilo Cip e Ciop di Pistoia. ''Questa vicenda orribile e le ripercussioni sul carcere – ha detto Corleone - consentono alcune riflessioni sul funzionamento della giustizia e sul senti-
mento che provoca. La giustizia mediatica spinge a richieste insensate, addirittura di tortura o di misure di pena senza alcun senso delle proporzioni. E' grave che si cresca la fiducia in una giustizia sommaria legata all'emozione. Altrettanto incomprensibile la consegna del video ai genitori per farne, magari, anche uso improprio''. Intanto continua la polemica. ''Ne ho parlato con altri genitori ma loro non mi hanno mai creduto. Mi sono trovata da sola. Quindi ho tolto la bambina dall'asilo e non ne ho più voluto sapere nulla'', ha detto Nadia, madre di una bimba che oggi ha 9 anni, che nel 2001 era all'asilo 'Cip e Ciop' di Pistoia. ''Mi ero accorta dei lividi sulla mia piccola - ha raccontato Nadia - ma quando andai a
ANCORA POLEMICHE SULL’ “ASILO DEGLI ORRORI”
chiedere spiegazioni Laura mi rispose che erano dovuti ai giochi dei bimbi e che se facevo denuncia avrebbero creduto a lei e non a me. Ma soprattutto mi ha
detto che avrebbe fatto del male a me e alla bambina. L'ho presa e me la sono portata via. Raccontai questo ad altri genitori, ma non mi credettero''. Sul
caso delle frasi dette, ma non nelle sedi opportune interviene l' assessore comunale all' istruzione Rosanna Moroni. ''Perché nessuno ha denunciato prima?
Perché chi ora dice che sapeva non ha parlato con chi doveva?''. ''Siamo sconvolti dalle immagini e rattristati dal pensiero dei bambini coinvolti, solidali e partecipi del dramma delle famiglie ma sconcertati dal'assenza di segnalazioni pregresse''. Nonostante alcune mamme dicano di aver già denunciato che nell'asilo succedevano cose strane, nessuna segnalazione concreta e' pervenuta al Comune ''e nemmeno in questura o dai carabinieri - dicono gli inquirenti -. L' unica segnalazione, non una denuncia o un esposto, ma solo una segnalazione circostanziata all'ufficio minori della questura e' stata fatta da un poliziotto della stradale nell' agosto scorso, quando stava valutando se iscrivere o meno il figlio in quell' asilo''.
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QUI ARGENTINA
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ll leader della Federazione Tierra y Vivienda questa volta ha organizzato una manifestazione contro il sindaco di Buenos Aires con l’obiettivo di “realizzare una valutazione pubblica con tutte le sigle sindacali e sociali di cosa abbia significato, per la classe più povera, l’arrivo di Macrì al potere della città”
D’Elia e gli attivisti sfidano Mauricio Macrì: tutti pronti a scendere in strada SALVATORE GIUFFRIDA
BAIRES - L’attivista politico D’Elia ha organizzato una marcia di protesta contro il governo municipale e il suo capo, Mauricio Macrì. La manifestazione si svolgerà mercoledì, dalle 15.30, e si prevede una grande congestione del traffico in città per questo evento. D’Elia sarà affiancato da Giacomo Sala, capo del gruppo “Tupac Amaru”, denunciato da Gerardo Morales di aggressione nella zona di Jujuy. Tutto questo mercoledì, alle 15.30, quando il “piquetero” Luis D'Elia porterà a termine una marcia a Buenos Aires contro l’amministrazione di Mauricio Macri, due anni dopo aver preso il potere come capo del governo di Buenos Aires. L'evento avrà inizio presso l’Avenida de Mayo e la 9 de Julio e si concluderà di fronte alla sede del governo, a pochi metri da Plaza de Mayo. Tuttavia, la marcia non è organizzata solamente da D'Elia, che, giova ricordarlo, in questi ultimi mesi ha preso in ostaggio una stazione del commissariato di La Boca, ha colpito un manifestante che si era espresso a favore del settore agrario, si è dichiarato a favore del regime iraniano di Ahmadinejad e soprattutto, è ricordato per aver insultato chiunque si sia
espresso in modo contrario alle sue idee. E così il leader della Federazione Tierra y Vivienda questa volta ha organizzato contro il sindaco di Buenos Aires, Mauricio Macrì, con l’obiettivo di “realizzare una valutazione pubblica con tutte le sigle sindacali e sociali di cosa abbia significato, per la classe più povera, l’arrivo di Mauricio Macrì al potere della città”. È lo stesso
D’Elia a spiegare che quella di mercoledì sarà “una marcia di piena e fiera opposizione”. E a chi gli rimprovera di muovere una manifestazione con motivazioni generali e on con una rivendicazione specifica, D’Elia risponde che “in questo caso basti pensare alle azioni della Unidad de Espacio Publico, che ha represso e violato in maniera del tutto illegale i diritti di almeno
400 poveri, solo in questo anno. Se pensate a questo avrete già un’idea del tono e delle motivazioni della nostra manifestazione”: ma non è tutto. Attraverso un comunicato diffuso dalle altre associazioni che parteciperanno alla sfilata, si tiene a precisare che “abbiamo chiamato una marcia per ripudiare le politiche attuate dal macrismo, così come il suo modello
La criminalità e la violenza dilagano: donna di 54 anni uccisa con un colpo di fucile alla nuca durante una rapina. Accade a Lanus BAIRES - Una donna di 54 anni è morta a causa di un assalto nel corso del quale è stata colpita con una fucilata alla nuca. L’aggressione è stata condotta da due delinquenti, nella zona di Lanus, a soli 120 metri dalla sede del dipartimento di polizia. “L’hanno uccisa peggio di come si farebbe con un cane”; ha detto, affranto, il marito. Il fatto è successo domenica scorsa, poco dopo le 17.00, al numero civico 1200 di Gaebeler; la donna, Ana Maria Castro, che si trovava a casa di alcuni parenti insieme al marito, era appena uscita dall’abitazione e si stava recando verso la sua auto per prendere l’agenda dove aveva conservato i numeri che aveva giocato alla lotteria. Ma tutti si è consumato in un attimo: appena fuori dal palazzo, la donna è stata intercettata e bloccata da due individui che stavano a bordo di una motocicletta. A freddo, uno di questi le ha sparato; chiara l’intenzione di rubarle le sue cose. Secondo le ultime ricostruzioni, la donna era comunque riuscita a far scattare l’allarme, essendosi accorta che qualcosa non andava con quei due individui che giravano intorno alla casa in moto. Proprio l’allarme ha fatto scattare i nervi ai ladri che l’hanno colpita più per vendetta che per rubarle qualcosa: i due infatti sono fuggiti senza rubare niente. La vittima è stata poi aiutata dai familiari e trasportata immediatamente al più vicino ospedale. Ma non c’è stato nulla da fare: è morta prima di arrivare al pronto soccorso. A quanto sembra, non ci sarebbero testimoni del fatto, l’ennesimo, di sangue. I parenti hanno solo sentito il rumore secco dello sparo e quando si sono precipitati al di fuori della casa hanno fatto in tempo solo a vedere due persone che si allontanavano in tutta fretta in moto. Fatto sta che già c’è un primo identikit dei ladri e assassini. A dirlo è stato Mario Valente, sovrintendete di zona della polizia. Gli inquirenti indagano in particolare su un identikit fornito da alcuni testimoni della fuga dei due e anche sulla base delle impronte lasciata dalla moto, ritrovata a poche centinaia di metri dal luogo del crimine. A quanto pare, gli assassini sarebbero gli stessi che a sei isolati di distanza dal luogo dell’omicidio hanno rubato una seconda moto. Ana Maria Castro era una ricercatrice biochimica che viveva nella località balneare di Necochea. Insieme a suo marito, Mario Rodriguez, un ex commissario, era arrivati a Lanus per fare visita a suo figlio.
repressivo di polizia metropolitana e per chiedere un modello inclusivo per la nostra città”. LA REAZIONE DEL GOVERNO - In tutto questo la polemica è aperta e il
governo ci si è infilato dentro. Per prendere le difese di Macrì e delle istituzioni. Secondo il capo di gabinetto, il premier Anibal Fernandez, “ci sono altre forme per protestare e per manifestare il proprio malcontento. Siamo contro i blocchi alle strade”. Fernandez però ci tiene a precisare di non essere contrario alle manifestazioni, ma solo a quelle forme di protesta che causano direttamente o indirettamente disagi alla cittadinanza e i diritti basilari per la convivenza. “Ma il governo non farà alcuna repressione a causa dei rischi che comporterebbe l’uso della forza”, ha aggiunto comunque lo stesso Fernandez. “Sono contrario ai blocchi, sia che a farli sia D’Elia o mia sorella”, ha tuonato il premier: “se usassimo la forza e per questo motivo ci fossero feriti, sarebbe controproducente perché la popolazione di ricorderebbe si indignerebbe per i feriti e non per la situazione che ha prodotto gli scontri”. Quindi, conclude Fernandez, “occorre essere equilibrati e andare con i piedi di piombo”.
Preghiera nazionale per i politici e per un Paese equo BAIRES - Ieri, in tutte le parrocchie dell’Argentina, accogliendo l’invito dei vescovi e in particolare della Commissione Giustizia e Pace, si è pregato per i politici e per una Nazione “senza poveri né esclusi, senza inimicizie e violenze”. In particolare, nel corso delle preghiere dei fedeli delle celebrazioni eucaristiche dominicali, si sono ricordate “le persone che hanno responsabilità pubbliche” e fra loro “i nuovi legislatori che in questi giorni prendono possesso delle loro alte funzioni”. Si è trattato di dare continuità all’invito dei vescovi argentini che alcuni mesi fa nel loro documento a proposito delle celebrazioni del bicentenario dell’Indipendenza nazionale hanno rilevato l’importanza di lavorare in favore di un vero “progetto di Nazione che consenta uno sviluppo integrale e un’autentica promozione umana”. “Come cittadini, compartecipi della vita sociale, politica ed economica del nostro Paese - si legge in una nota della Commissione Giustizia e Pace ci uniamo spiritualmente, al di là delle appartenenze di fedi religiose e posizioni politiche, per chiedere a Dio che illumini tutte le persone che hanno una responsabilità pubblica, in particolare quelli che sono stati eletti per legiferare”. In diverse diocesi, in particolare dove sono state elette nuove autorità, l’ordinario diocesano ha celebrato la Santa Messa come nel caso di Corrientes, dove l’arcivescovo mons. Andrés Stanovnik, ex segretario generale del Celam, insieme con i vescovi di Goya, mons. Ricardo Faifer e di Santo Tomé, mons. Hugo Santiago, hanno lanciato un invito congiunto affinché i fedeli prendessero parte alle preghiere per il futuro del Paese, chiedendo per i responsabili della cosa pubblica saggezza, lungimiranza e responsabilità.
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La stampa brasiliana continua a sostenere che Lula sa già quello che vuole e che la sua scelta è cosa fatta. Il capo dello stato potrebbe davvero ribaltare la sentenza dei giudici, revocando l’estradizione dell’ex terrorista. Sarebbe un incredibile smacco all’Italia
Caso Battisti: la decisione adesso slitta al 2010 SAN PAOLO - Era il 18 di novembre, proprio il giorno in cui il Supremo Tribunale Federale del Brasile, dopo mesi di attesa e discussioni, emetteva la contraddittoria sentenza: no all’asilo politico, ma rimandava a Lula la decisione finale. Il manifesto porta la firma della Polizia Federale che dipende dal ministro della Giustizia, ovvero da Tarso Genro, l’uomo che ha concesso l’asilo politico a Cesare Battisti e ne difende la permanenza in Brasile non mancando giornalmente di insultare l’Italia. Per Tarso Genro Battisti si è battuto per dare il potere al popolo contro uno Stato dittatoriale e una giustizia asservita al potere. L’ultima citazione incredibile è stata quella di paragonare il destino di Battisti in caso di rientro in Italia a quello di Olga, un’ebrea incinta, moglie del segretario del Pcb, Carlos Prestes, che negli anni Trenta fu arrestata e consegnata da Getulio Vargas alla Germania nazista e scomparve nei campi di sterminio. È di alcuni giorni fa l’affermazione che il governo italiano sarebbe pieno di fascisti.Si badi bene che le affermazioni di Genro non solo non trovano appoggio nell’opposizione, ma neppure nella stessa maggioranza che sostiene Lula. Il potente presidente del senato Sarney, il vice presidente della Repubblica Alencar, i principali mezzi di informazione, dai giornali alle televisioni, la pubblica opinione si sono tutti espressi contro l’asilo politico a Battisti. Gli sparuti manifestanti in difesa di Battisti sono del Psol, un piccolissimo partito di estrema sinistra di Heloisa Helena. Nello stesso Pt, il partito di Genro e di Lula, solo il senatore Supplicy ha difeso con forza Cesare Battisti. Ma allora molti si domanderanno il perché dei comportamenti e delle scelte di Lula. La risposta sta nel fatto che Lula è una forte ma complessa personalità, come lo è il Paese che presiede. Non è facile capire con un corrispondente Rai che
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ITALIANI NEL MONDO
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risiede a Buenos Aires, un free lance in Brasile e qualche inviato speciale che tra l’altro prende qualche volta delle cantonate. È il caso de “la Repubblica” che ha scritto che l’avvocato del Pt e di Lula, Dias Toffoli, messo in gran fretta nel Supremo Tribunale Federale, si era dimesso, mentre in verità non ha partecipato alle votazioni scatenando una miriade di ipotesi sul reale comportamento di Lula e sulle sue scelte future. Lula e il Brasile si trovano in un quadro nel quale agiscono un’infinità di fattori. Nel 2010 si vota per le elezioni presidenziali, Lula vuole il Pt unito attorno alla sua candidata Dilma Roussif. Tarso Genro, alcuni dicono che pensava di essere lui
l’erede di Lula, fa parte del nucleo duro del Pt, quello che ha fatto opposizione anche armata al regime militare del passato con un forte aiuto dei cubani, dei loro Servizi segreti e di quella sinistra internazionale che ha aiutato in ogni modo Battisti. Forse sta qui l’origine della scelta di Tarso Genro, sindaco di Porto Alegre quando nacque il Social Forum. Proprio in questi giorni il Pt ha eletto i suoi dirigenti federali, statali e comunali. Lula ha appoggiato la corrente di maggioranza che ha espresso il nuovo presidente, Tarso Genro è il leader di una piccola corrente. Sono tutti fatti che sicuramente hanno pesato e peseranno sulla vicenda Battisti. Lula nel giorno
della coscienza negra, il 20 di novembre, ha affermato che sa già quello che farà, ma non lo ha detto, aspetterà la pubblicazione degli atti del Supremo Tribunale Federale e ci vorrà tempo, dato che tra gli stessi giudici vi è contrasto sulle decisioni prese. Ogni giudice poi ha venti giorni per controllare i verbali. Solo dalla metà di gennaio del 2010 Lula sarà in grado di decidere. Sembra difficile sperare in un risultato positivo se l’Italia continuerà a fare la “buonista”. Minacci di dire al mondo che il Brasile, che fa parte del Consiglio di Sicurezza delle dell’Organizzazione Nazioni Unite, è un “paradiso per i criminali in fuga”.
Battisti autorizzato a partecipare a udienza su falsi documenti: come riuscì ad entrare in Brasile? SAN PAOLO - Il Supremo Tribunal Federal (Stf) ha autorizzato Cesare Battisti ad essere presente all'udienza del processo in cui è accusato di falso ideologico, prevista per giovedì prossimo alle 13,30 locali (le 17,30 in Italia) nel Tribunale di Rio de Janeiro. La misura, ha riferito l'edizione on line del quotidiano Folha, è stata decisa da un giudice dello Stf, Cesar Peluso, relatore nel caso dell'estradizione dell'ex terrorista rosso chiesta dall'Italia. Secondo Folha, nel corso dell'udienza, in cui Battisti dovrà rispondere di aver falsificato documenti per entrare in Brasile, saranno ascoltati dai giudici anche dei testimoni che risiedono a Rio. L'ex terrorista è attualmente nel carcere di Papuda, a Brasilia. Il mese scorso l'Stf, dopo aver autorizzato la sua estradizione, aveva anche deciso che sulla questione dovrà intervenire il presidente Luiz Inacio Lula da Silva. Che, però, non ha vincoli temporali per far conoscere il suo parere. IL COINVOLGIMENTO DELLA FRANCIA: COSI’ BATTISTI NEL GENNAIO 2009 - In un’intervista rilasciata dal carcere a un settimanale brasiliano Cesare Battisti, l’ex terrorista fuggito dalla Francia per non essere estradato in Italia, ha sostenuto che ci sarebbero i servizi segreti francesi dietro la sua fuga in Brasile. Battisti ha rivelato il particolare parlando con il settimanale Istoe: Battisti sostiene anche di non aver mai “ammazzato nessuno” e definisce “esagerata” la reazione dell’Italia alla decisione di Brasilia di riconoscergli lo status di rifugiato. “L’idea della mia fuga in Brasile – dice Battisti – è stata di un membro dei servizi segreti francesi”. E racconta di essere andato in auto dalla Francia alla Spagna e poi in Portogallo. Da Lisbona è andato all’Isola di Madeira e in nave ha raggiunto le Canarie, dove ha preso un aereo per Capo Verde e poi per Fortaleza. Del figlio del gioielliere Pierluigi Torregiani, che è su una sedia a rotelle per colpa di un attentato dei Pac, Battisti dice che “è triste quello che sta facendo Alberto Torregiani: lui sa che io non ho niente a che vedere con tutto questo. Perché ci siamo scambiati delle lettere. Una corrispondenza di amicizia, sincerità e rispetto. Ma lui soffre pressioni da parte del governo italiano. Loro stanno facendo pressioni, visto che possono togliergli la pensione”. “Io continuo ad essere un comunista vero – afferma ancora Battisti. Non nel senso partitico. Le mie idee non sono cambiate, ma la lotta armata è stata un’errore e io non ho mai sparato a nessuno sebbene abbia usato armi in operazioni per il finanziamento delle organizzazioni”.
EDIZIONE SUD AMERICA Redazione: Uruguay 239 piso 7 apt D C1015ABE Buenos Aires Tel.: 4372-6111 zembot@fibertel.com.ar Stampa: Diario del Viajero Av. de Mayo 666 C1084AAO Buenos Aires Distribuzione: Antonio Felix De Bonis Estados Unidos 1788, 3°piso - 2, Buenos Aires Collaborano: Argentina: Daniel Bellicoso, Salvatore Giuffrida. Brasile: Adriano Bonaspetti, Stefano Andrini Paraguay:Elisabetta Deavi, Antonio Fossati EDIZIONE BALCANI Redazione, Stampa e Distribuzione: c/o Gazeta Libertas Rr. Xhorxhi Martini Pall. “Teuta Construction”, Shk. 1, Ap. 4, Tiranë, Tel/Fax: +355 4 2256528 Contatto:Plator Nesturi Collaborano:Fulvia Novellino, Alketa Alibali, Biljana Vukicevic
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ESTERI
Via al vertice di Copenaghen GRANDE ATTESA PER IL SUMMIT SULLʼAMBIENTE RASMUSSEN: “SERVE MOBILITAZIONE POLITICA SENZA PRECEDENTI”
L’ITALIANO MARTEDI’ 8 DICEMBRE 2009
Clima: è il momento di agire E’ il momento dell’azione, ora; e il mondo, se vuole salvarsi, ha un’opportunità che non deve perdere. A Copenaghen, in apertura del summit dell’Onu sul clima, un vertice che molti considerano il più importante mai organizzato dalla fine della seconda Guerra Mondiale, il padrone di casa, il premier danese, Lars Okke Rasmussen, ha chiesto una “mobilitazione politica senza precedenti” e un accordo “forte e ambizioso” per ridurre le emissioni di gas responsabili dell’effetto serra. E il responsabile dei preparativi della Conferenza, Yves de Boer, ha aggiunto che si potrà parlare di successo solo se verranno decise “azioni significative e immediate che entreranno in vigore il giorno seguente la chiusura” del vertice. Ma sul summit, nel giorno dell’apertura, ha aleggiato pesante lo scandalo del climategate. Il capo dell’Upcc, Rajendra Pachauri, presidente dell’Ipcc (l’Intergovernmentak Panel on Climate Change, il gruppo internazionale di ricercatori che studia il surriscaldamento climatico), si è difeso a spada tratta sostenendo che lo scandalo delle e-mail rubate potrebbe essere stato un tentativo per minare la credibilità del suo gruppo. E ha ribadito che i dati impressionanti contenuti nell’ultimo rapporto Ipcc crescita del livello del mare, scarsità d’acqua, sparizione della calotta polare- sono incontrovertibili. “Il Gruppo ha una
E’ PARTITO IL VERTICE INTERNAZIONALE SUL CLIMA
storia di trasparenza e di valutazioni oggettive che va avanti da 21 anni, realizzata grazie a decine di migliaia di scienziati appassionati dei quattro angoli del pianeta”. E ancora: “La collimanza di molteplici linee di prova conferma fortemente il lavoro della comunità scientifica, anche di quelli indi-
cati in queste scambi di email, molti dei quali hanno dedicato tempo e sforzi per validare le loro ricerche”. Ma certo lo scandalo non giova al vertice più atteso dell’anno, dove ai dubbi del ‘come fare’ si aggiungono ora quelli del “perché farlo e a vantaggio di chi”. Rasmussen comunque ha invitato a non
lasciare cadere l’opportunità: agli oltre cento leader che parteciperanno al meeting (tra i quali il presidente Usa, Barack Obama, e il premier cinese, Wen Jabao), il premier danese ha ricordato che il mondo intero guarda con speranza al summit nell’auspicio che i negoziati sul clima salvino
l’umanità:”Nelle prossime due settimane, Copenaghen sarà la capitale della speranza. A conclusione del vertice, dobbiamo essere in grado di restituire al mondo quello che oggi è stato garantito a noi: la speranza di un futuro migliore”. L’annuncio che Obama sarà presente alla fase finale del nego-
ziato ha ravvivato l’ottimismo e l’attesa sui risultati è così palpabile che l’Onu, raggiunta quota 5.000, ha sospeso gli accrediti dei giornalisti. Ma le decisioni importanti arriveranno non prima della prossima settimana, quando nei giorni finali del summit arriveranno i big.
Manifestazioni nell’anniversario della morte di Alexandros Grigoropoulos
Grecia, ancora scontri studenti-polizia Tensione alle stelle in tutto il Paese Una nuova grande manifestazione si è svolta ieri ad Atene per commemorare il primo anniversario dell’uccisione dello studente Alexandros Grigoropoulos e per chiedere ‘’la liberazione degli arrestati’’ alla vigilia degli scontri di domenica che hanno provocato in tutto il paese decine di feriti e contusi e trecentocinquanta fermi. Due giovani che lanciavano bottiglie contro gli agenti sono stati fermati. Manifestazioni sono anche a
Salonicco e in altre città del paese dove sono centinaia le scuole e le facoltà occupate, mentre il resto sono chiuse. Mentre anche ieri mattina sporadici incidenti sono avvenuti ad Atene e Salonicco, migliaia di studenti e insegnanti hanno marciato nella capitale fino al parlamento con cartelli e slogan che ripetono, anche in inglese, ‘remember, remember the 6th of december’. E per chiedere ‘’la liberazione immediata di tutti coloro
che sono stati arrestati a Keratsini’’, il sobborgo della capitale dove la polizia ha fatto sabato irruzione in un centro sociale arrestando alcune decine di persone. Anche il partito di estrema sinistra Syriza ha denunciato l’eccesso di forza usato dalla polizia a Keratsini e chiesto al premier Giorgio Papandreou di intervenire per fermare la ‘’militarizzazione del conflitto’’ voluta dal suo ministro dell’interno Michalis Chrisochoidis. Do-
menica nella capitale vi sono stati almeno ventidue feriti, tra cui 16 poliziotti e il rettore dell’Università di Atene, Christos Kittas le cui condizioni non sono gravi, contrariamente a quanto apparso in un primo tempo. Gli anarchici, accusati dell’aggressione, denunciano peraltro una ‘’manipolazione’’ al riguardo: ‘’Il rettore non si è fatto niente!’’ scrivono sul sito Indymedia mostrando una foto che corroborerebbe la loro tesi.
SCONTRI TRA STUDENTI E POLIZIA IN GRECIA
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Champions: bianconeri e rossoneri al bivio europeo GLI UOMINI DI FERRARA SFIDANO IL BAYERN MONACO PER LORO NECESSARIO ALMENO UN PAREGGIO PATO E COMPAGNI DI SCENA CON LO ZURIGO
SPORT
Primo bivio della stagione per Milan e Juve. Dopo i successi di campionato adesso l’obiettivo è il passaggio del turno in Champions League. La formazione di Ferrara ospiterà i tedeschi del Bayern Monaco, contro i quali sarà necessario ottenere almeno un pareggio per assicurarsi l’accesso agli ottavi di finale. La squadra di Van Gaal, sette punti in classifica, insegue i torinesi secondi a quota otto dietro la capolista Bordeaux, che ha già ipotecato il passaggio del turno. Fuori dai giochi invece il Maccabi Haifa, fanalino di coda a zero punti. Sarà necessario per i bianconeri giocare con tranquillità senza rischiare troppo, dato che i bavaresi paradossalmente avranno il coltello dalla parte del manico, perché non avranno nulla da perdere, anche perché l’accesso in Europa League è già certo. Molto probabilmente Ferrara confermerà in toto gli undici che sabato hanno superato l’Inter. Un Marchisio in grande forma, nonostante il rientro dall’infortunio e un Caceres, piacevole sorpresa del mercato estivo. In attesa che Del Piero rientri in piena forma e Amauri acquisti continuità a livello internazionale. I tedeschi invece dovranno fare a meno di Ribery
TROFEI
Milan e Juventus: il momento della verità
CIRO FERRARA
e Toni (non convocato da Van Gaal), ma potranno contare sulla presenza di Olic e Klose. Il tecnico Van Gaal si è detto sicuro della vittoria prevedendo un agevole 0-1 in casa juventina. Altrettanto fiducioso e spavaldo il difensore del Bayern Lahm: “L’idea di uscire dalla Champions non mi sfiora minimamente. Sono convinto che vinceremo in casa della Juve. Una vittoria darebbe una grande spinta a tutta la squadra”. L’incontro sarà diretto dal fischietto svizzero Massimo Busacca. Si-
mile e non meno complessa la situazione del Milan nel girone C. La squadra di Leonardo, seconda a otto punti, dovrà vedersela con lo Zurigo ultimo a quota tre. I rossoneri però dovranno guardarsi le spalle dall’Olimpique Marsiglia, terzo a una sola lunghezza di distanza. Sulla carta Leonardo e i suoi non dovrebbero correre grossi rischi, ma dovranno vincere o perlomeno pareggiare per non complicare la situazione. Differente la situazione della squadra di Didier Deschamps, che
dovrà vincere contro il Real Madrid e sperare in un risultato negativo del Milan in casa dello Zurigo. L’amministratore delegato Adriano Galliani ha ribadito la necessità di vincere per evitare calcoli: “Pensiamo ad andare a vincere a Zurigo. Non possiamo rimanere con il batticuore di capire se il Marsiglia non vince con il Real Madrid. E' chiaro che se i francesi non vincessero qualsiasi nostro risultato andrebbe bene per la qualificazione, però noi dobbiamo contare sulle nostre forze”.
Mondiale per club: Barcellona in pole Partirà domani negli Emirati Arabi Uniti la quinta edizione del mondiale per club Fifa. Parteciperanno alla competizione i team vincitori dei rispettivi trofei continentali. Il Barcellona del neo pallone d’oro Lionel Messi rappresenterà l’Europa, l’Estudiantes di Veron il Sud America, Tp Mazembe (Congo) e Al Ahli (Egitto) l’Africa, Atlante Futbol Club (Messico) il centro America, l’Auckland City (Nuova Zelanda) l’Oceania e Pohang Steelers FC (Corea del Sud) l’Asia. Ma, nonostante il mondiale per club nasca con l’intento di livellare il calcio internazionale e renderlo una passione globale, il trofeo è sempre una questione a due fra europee e sudamericane. Anche quest’anno infatti la super favorita è il Barcellona, a caccia del quinto titolo stagionale dopo Coppa del Rey, Liga spagnola, Supercoppa Europea e Champions League. L’avversaria più temibile sembra l’Estudiantes, la squadra vincitrice della Coppa Libertadores, nella quale milita Juan Sebastian Ve-
LIONEL MESSI
ron, vecchia conoscenza del calcio italiano. Il torneo si chiuderà il 19 dicembre con le finali per decidere le prime quattro classificate. Gli incontri avranno inizio domani con la partita inaugurale fra Al Ahli e Auckland City. Due giorni dopo si disputeranno Tp Mazembe – Pohang e Atlante Futbol Club contro la vincitrice dei play off. Le vincenti dovranno affrontare direttamente in semifinale Barcellona ed Estudiantes. Dunque, se tutto va bene i blaugrana dovranno giocare solamente due match: semifinale e finale, senza passare per i preliminari. Un’ulteriore conferma del peso specifico del calcio europeo e sudamericano. L’edizione dell’anno scorso andò al Manchester United di Wayne Rooney, che fu nominato miglior giocatore del mondiale.
L’attaccante del Bayern verso il ritorno in patria
Dopo il derby giallorossi pazzi per il portiere brasiliano
Toni: “Torno in Italia ma non so dove”
Roma si gode Julio Sergio “E’ il nuovo Tancredi”
"Del mio Paese mi manca tutto: i tifosi, gli amici, mia madre. Non so ancora in quale squadra giocherò, ma so per certo che tornerò in Italia". Così Luca Toni, ex bomber della nazionale italiana ed ex stella, ora in disgrazia, del Bayern Monaco, si è sfogato in una lunga intervista esclusiva concessa al settimanale "Chi". "Qui in Germania ho commesso degli errori, di cui mi pento. Questi errori probabilmente mi costeranno la partecipazione ai campionati Mondiali in Sudafrica, anche se spero ancora che Lippi mi chiami. Comunque non mi abbatto. La voglia di calcio è ancora forte dentro di me. Smetterò di giocare solo quando
non proverò più emozioni. E questo non è il momento". L'attaccante, che al Bayern ha segnato 58 gol in tre anni ma proprio ieri non è stato convocato per la sfida di Champions con la Juve, non si arrende anche perché al suo fianco c'è sempre la modella Marta Cecchetto a dargli forza. "Marta è la mia vita. Non abbiamo ancora deciso se arriverà prima il matrimonio o un figlio. La data delle nozze si può programmare, l'arrivo di un figlio no. Comunque succederà presto, molto presto". Toni ha anche le idee chiare sul suo futuro lontano dai campi di gioco. "Quando smetterò mi butterò nel mondo della moda come imprenditore”.
LUCA TONI
Da ''miglior terzo portiere del mondo'', battuta detta con una punta di veleno da chi lo relegava costantemente in tribuna, l'ex tecnico giallorosso Spalletti, a giocatore decisivo al quale ora la società deve affrettarsi a rinnovare il contratto, visto che scade a giugno. A bocciare Julio Sergio, più che Spalletti, era stato il suo preparatore dei portieri Adriano Bonaiuti, che ne aveva sconsigliato l'uso al tecnico di Certaldo, dimostrandosi poco lungimirante. La musica è cambiata con Giorgio Pellizzaro, proclamato da un forum di tifosi il miglior portiere del Catanzaro di tutti i tempi e compagno di squadra di Ranieri, quando l'attuale
JULIO SERGIO
tecnico della Roma giocava nella squadra calabrese. Pellizzaro è uno che di estremi difensori se ne intende, il suo lavoro fu molto apprezzato anche ai tempi del Chelsea e chi pensa che nel rendimento di Julio Sergio ci sia anche il suo zampino probabilmente non sbaglia. Ma secondo Pellizzaro ''il merito è tutto
del ragazzo''. ''Se è riuscito a rimanere alla Roma per tre anni senza giocare dice ancora Pellizzaro - e soltanto allenandosi vuol dire che ha un grande carattere. Evidentemente non era considerato all'altezza di giocare in una squadra come la Roma, ma io non boccio in partenza nessuno. Cerco di capire pregi e difetti di ogni ragazzo che mi trovo ad allenare e poi cerco di lavorare su quelli che ritengo i punti deboli''. Ma di Julio Sergio Pellizzaro preferisce evidenziare le qualità: ''Ha, come ho già detto, carattere e poi un'elevata resistenza neuromuscolare. In allenamento ho cercato di potenziare la sua reattività”.
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CONTROCOPERTINA - SPORT
L’ITALIANO MARTEDI’ 8 DICEMBRE 2009
Mondiali 2010: per l’Italia una partenza in discesa Il sorteggio ci mette di fronte avversarie non trascendentali: nel nostro girone Paraguay, Slovacchia e Nuova Zelanda MARA DE GAETANO
CITTA’ DEL CAPO - «Il mondo resterà sorpreso» ha giurato Jaad Zurma, presidente del Sudafrica davanti a Sepp Blatter, presidente della Fifa, prima di aprire le danze del sorteggio. Si riferiva naturalmente all’organizzazione del prossimo mondiale di calcio: gli possiamo credere, sulla parola. Nel frattempo il mondo è rimasto stregato dall’urna di Città del Capo che è stata un vero assist servito agli azzurri campioni del mondo in carica e al suo ct Marcello Lippi. È andata di lusso all’Italia, anche se solo per il girone iniziale: in sequenza Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia sono rivali teneri, decisamente alla portata di Cannavaro e soci. Consentiranno di preparare il mondiale senza ricorrere a brusche accelerazioni, caricando le batterie nelle ultime settimane utili, dopo aver completato una stagione capace di stremare anche la più attrezzata delle armate. Andiamo al sodo: basterà vincere la prima sfida (14 giugno a Città del Capo ore 20.30)per regolare i conti del raggruppamento, è un classico del mondiale. I neozelandesi (alla seconda edizione della loro storia, reduci da una qualificazione ridotta, 8 partite in tutto), appuntamento il 20 giugno a Nelspruit, ore 16, non possono fare ombra, semmai possono fare da ago della bilancia nel girone F, effe come fortuna a pensarci bene, dovessero diventare la nazionale materasso. Alla fine il numero dei gol fatti può orientare la qualificazione il destino successivo di una Nazionale. Più evidente lo spessore tignoso della Slovacchia al debutto in un torneo iridato: è stata capace di sorprendeRepubblica Ceca, re Irlanda del Nord e Polonia messe in fila con uno strepitoso ruolino di marcia (7 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte), lasciando in seconda fila la Slovenia. Può perciò ancora stupire se gli azzurri non dovessero giungere al terzo e decisivo (si gioca a Johannesburg alle ore 16 il 24 giugno) in buone condizioni. Proprio come capitò quattro anni prima durante la cavalcata in Germania: allora Lippi apparecchiò una partenza sprint (2 a 0 sul Ghana), rallentamento con gli Usa (1 a 1) e poi successo di slancio su Nedved (2 a 0 sulla Repubblica Ceca). Hamsik è il suo calciatore simbolo: giovane, arrem-
bante, alimentato dalla voglia di stupire. Dove finisce il burro, per l’Italia, comincia il torrone. Perché poi, leggendo gli incroci resi possibili dal tabellone, la Nazionale dovrà allacciarsi le cinture di sicurezza e chiamare a raccolta le migliori risorse del gruppo. Ecco la sequenza che ha già provocato i brividi lungo la schiena di Lippi: ottavi di finale probabili con Camerun o Danimarca, quindi Spagna o Brasile nei quarti, Germania o Argentina l’eventuale semifinale. C’è una sola consolazione in questo scenario: c’è la sicurezza di non incrociare mai l’Inghilterra di Fabio Capello, uno dei candidati più autorevoli al successo finale. Sarà il bigliettino da visita per reclamare e ottenere la designazione ai mondiale del 2016. Nella storia moderna del calcio italiano, l’edizione successiva alla conquista si è conclusa con un risultato deludente. Enzo Bearzot, con l’aureola in testa, accompagnò in Messico, nell’estate dell’86, una Nazionale mista, composta per metà da reduci, per l’altra metà da giovanotti (tipo Vialli) alle prime armi. L’esito, deciso anche da un ballottaggio tra portieri non proprio esaltante (GalliTancredi), fu deludente. Agli ottavi, lo spietato Platini ci mise alla porta. Lippi e i suoi guerrieri possono fare meglio, solo se avranno, come a Duisburg, grandi motivazioni e una condizione fisica sorprendente. Dovremo trovare almeno due-tre fuoriclasse in qualità di santi protettori. Buffon e Pirlo, se non spolpati, sono due: manca il terzo. Lo si potrebbe trovare tra altri due reduci: Nesta e Totti, qualora dovessero finire, all’ultimo momento, sull’aereo per il Sudafrica. Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio, si è presentato sulla scena in punta di piedi. La coreografia prevista gli assegnava il ruolo più malinconico: la riconsegna della coppa che fino a qualche giorno fa brillava nel suo ufficio di via Allegri, a Roma. «La riconquisteremo» ha detto. Chissà se ne è davvero convinto. Non sarà facile ripetersi dopo quel po’ po’ di mondiale vissuto a Berlino. Anzi, diciamola tutta: è altamente improbabile. Già il quarto posto sarebbe un bel successo. E se avremo sbavato pronostico, pronti a riconoscerlo in pubblico e privato. I COMMENTI DEI PROTAGONISTI - Quando il
presidente della Federcalcio Giancarlo Abete restituisce la Coppa del Mondo al numero uno della Fifa Blatter, l’Italia non conosce ancora le prime tappe del suo Mondiale sudafricano. «È difficile riconsegnare questa Coppa, ma faremo di tutto per riprendercela», dirà con il sorriso Abete. Poi la mano fortunata del mezzofondista etiope Gebrselassie e quella delicata della bellissima
Charlize Theron faranno tirare un sospiro di sollievo alla delegazione azzurra. Un girone agevole, specie se confrontato con quello di Germania 2006. Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia accompagneranno i nostri primi dieci giorni sudafricani, non proprio un inizio da far tremare vene e polsi. «Non sono né pensieroso né soddisfatto - il commento del ct azzurro Marcello Lippi - bisogna
essere realisti, verificare valore e caratteristiche delle avversarie e prepararci ad affrontarle. Un avversario diventa difficile nella misura in cui lo consideri facile». Poi entra nel dettaglio: «Il Paraguay per due anni ha dominato il girone sudamericano prima di essere superato dal Brasile. Anche la Slovacchia ha fatto molto bene, ha eliminato squadre importanti, è cresciuta
molto e ha calciatori che giocano anche da noi. Ora ci prepariamo, studieremo queste squadre e poi le affronteremo. Tutte le avversarie sono temibili, poi diamo un’occhiatina anche agli ottavi e ai quarti». Dove il grado di difficoltà aumenterà. «Tutte le teste di serie possono vincere il proprio girone - sottolinea ancora il ct viareggino -. Nei quarti potrebbe capitare qualcuno di molto importante, se ci arriveremo. Ma non penso agli altri gironi, penso al nostro. Sono collettivi che hanno dimostrato grande valore, bisogna affrontarli con la massima attenzione e considerazione». Lippi aveva trascorso l’immediata vigilia del sorteggio con il presidente Abete al Capo di Buona Speranza, davanti al mare che insieme al calcio è la sua grande passione. E proprio a livello del mare comincerà il suo secondo Mondiale. «Quanto siamo lontani da Berlino? Bisogna giocare e poi potremo verificarlo...». «Speriamo di andare avanti, se riuscissimo a vincere il girone avremmo una partita a Pretoria e poi di nuovo a Johannesubrg - spiega il presidente della Figc Abete -. Ma questa è la logica dei «se» e dei «ma», abbiamo un girone alla nostra portata e un incrocio difficile ai quarti». E i nostri avversari? «Non vorrei vedere Totti in campo, si faccia una buona vacanza», dice il vice ct della Nuova Zelanda Brian Turner. Dovrà aspettare marzo, come ha specificato Lippi a proposito della convocazione del romanista, per sapere se il suo desiderio si avvererà. Intanto sottolinea che «quella sfida prima della Confederation Cup con l’Italia fu fondamentale per avere fiducia nei nostri mezzi. Il gioco degli All Whites? Palla lunga e pedalare, stile inglese». L’argentino Martino, ct del Paraguay, parla di «debutto difficile con gli azzurri, ma di girone abbastanza accessibile, daremo battaglia». E un consiglio arriva anche da Cesare Maldini, alla guida del Paraguay nel Mondiale 2002: «Una squadra tosta, con i piedi sudamericani e l’anima europea, una vera e propria multinazionale del calcio. E attenti a Santa Cruz». Dello stesso avviso il ct del Brasile Dunga: «Italia, occhio al Paraguay». «Sfida emozionante, speriamo di passare noi e l’Italia», l’augurio dello slovacco del Napoli Hamsik.