L ITALIANO MERCOLEDI’ 17 FEBBRAIO 2010 - Anno IV - Numero 31 (859 dall’inizio) QUOTIDIANO DELL’ITALIA NEL MONDO
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Buttiglione incalza il presidente del Consiglio: “Il premier che giovedì sarà in visita in Brasile ha il dovere morale e istituzionale di incalzare il presidente Lula perché proceda all’estradizione di Cesare Battisti. Benvengano i rapporti economici e commerciali tra Italia e Brasile, ma la dignità dell’Italia non ha prezzo” alla pag. 5
BERLUSCONI-LULA: ACCORDO PER BATTISTI? QuiItalia
QuiArgentina
Sport
Piqueteros e docenti: ore “calde” per la capitale. Nuove manifestazioni di protesta, la città nel caos
Personaggi: la storia di Wayne Rooney, il bomber che Fabio Capello ha trasformato in campione
alle pag. 4
Caso G8: restano in carcere i tre funzionari e l'imprenditore arrestati nei giorni scorsi con l'accusa di corruzione a pag. 2
QuiItalia Il maltempo delle ultime ore ha u
alla pag. 8 lteriormente aggravato le condizioni
di dissesto idrogeologico del territorio Calabro/Siculo
pag. 3
QuiMondo Blitz della Cia, preso capo militare talebano: Abdul Ghani Baradar è finito così nella rete dei servizi segreti di Washington alla pag. 6
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POLITICA ITALIANA
Inchiesta sui grandi appalti RIGETTATE LE ISTANZE DI SCARCERAZIONE DI BALDUCCI DELLA GIOVAMPAOLA E ANEMONE. DA BERLUSCONI SOLIDARIETÀ A VERDINI, PER BONAIUTI “UN POLVERONE”
L’ITALIANO MERCOLEDI’ 17 FEBBRAIO 2010
Sono state rigettate le richieste di scarcerazione per Angelo Balducci, Mauro Della Giovampaola, Diego Anemone, implicati nell'inchiesta sugli appalti del G8. Resta in carcere anche Fabio De Santis, l'unico a non aver presentato domanda di scarcerazione. Lo ha confermato il Gip di Firenze, Rosario Lupo. "Permangono - ha sottolineato Lupo - tutte le esigenze di custodia cautelare". Da quanto si apprende durante gli interrogatori non sarebbero stati portati elementi nuovi che contrastano con quanto contenuto nell'istanza. Intanto a Perugia si è tenuto il vertice fra i pm umbri e romani relativo alle inchieste sugli appalti per i cosiddetti ‘grandi eventi’, organizzato tra i magistrati per decidere come dividersi la competenza delle inchieste. La procura di Firenze, infatti, ha trasferito gli atti a Perugia perché nelle indagini è coinvolto anche il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro. "C'è molta polvere nell'aria, un polverone che nasconde tutto. Ogni giorno esce un nome. Ho visto troppe volte intercettazioni da una parte e dall'altra distese sui giornali che squadernavano nomi” ha sentenziato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti. Che aggiunge: "Poi, alla sentenza, si è visto come tutte queste accuse si siano dissolte nell'aria". Nel
IL DECRETO
G8, gli indagati restano in carcere Protezione Civile, niente Spa Bertolaso: “Io vado avanti”
GUIDO BERTOLASO
RIMANGONO IN CARCERE GLI INDAGATI SUL CASO DEL G8 ALLA MADDALENA
frattempo il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha incontrato, a margine della presentazione delle quattro candidate donne alle prossime regionali, Denis Verdini. Nel corso del colloquio il premier ha manifestato 'grande solidarietà' al coordinatore del Pdl indagato nell'inchiesta sugli appalti per il G8 della Maddalena. Il senatore del PdL Marcello Pera, già presidente del Senato, mette in dubbio la professionalità della Procura che ha disposto le intercettazioni telefoniche,
“pagate, trascritte e passate ai giornali” e dalle quali si ricava le conversazioni fra la moglie di Denis Verdini e un amico di famiglia al quale chiedeva aiuto per la sistemazione alberghiera dei propri figli. “Quali esigenze giudiziarie - chiede Pera - il procuratore intendeva soddisfare origliando al telefono di un ragazzo? Mi rispondo da solo. Primo, i procuratori non sanno più e non vogliono più fare indagini. A loro - aggiunge Pera basta ascoltare al telefono chiunque e comun-
que, tanto una legge che li costringa ad un minimo di professionalità non verrà mai approvata. Secondo, i procuratori sanno che la loro carriera sarà garantita in ogni caso, tanto le loro telefonate per appaltarsi le promozioni non verranno mai pubblicate. Terzo, c'è un degrado allarmante nel costume pubblico, ma c'è - conclude Pera - una degenerazione anche più grave nelle stanze della giustizia. Chi non vede il primo è cieco, chi ignora la seconda è ipocrita e colpevole”.
La commissione Ambiente della Camera ha dato il via libera a maggioranza al decreto sulla Protezione civile. Approvati tutti gli emendamenti presentati dal governo e dal relatore Agostino Ghiglia, tranne uno che escludeva dal patto di stabilità interno le spese per i grandi eventi, ritirato per problemi di copertura. La novità più importante è la cancellazione dal testo della trasformazione della Protezione civile in società per azioni. E per quanto riguarda il suo capo, "Guido Bertolaso per il momento è dimissionario, ma visto che il Governo gli ha respinto le dimissioni, continua a fare il suo mestiere e il suo dovere. Dopo di che, domani vedremo": Così il capo della Protezione Civile ri-
sponde ai giornalisti al termine dell'audizione in commissione ambiente. E' stata cancellata la Protezione civile servizi Spa? ''L'importante è che non sia stata cancellata completamente la Protezione civile'' ha aggiunto Bertolaso. ''La Spa era una struttura aggiuntiva – dice - non c'era alcuna trasformazione come qualcuno continua a scrivere. Doveva solamente essere una struttura di servizio per rendere la Protezione civile, quella vera, più agile, più funzionale e più concentrata sulle vere attività di propria competenza''. E a chi gli chiedeva se la cancellazione della Spa fosse una sua sconfitta, il capo della Protezione civile ha risposto: ''No, assolutamente''.
Il ministro soddisfatto del conti nel nostro Paese
Il premier ha presentato le candidate donne del Pdl
Tremonti: “L’Italia non sta peggio degli altri in Europa”
Berlusconi: “Regionali sono elezioni nazionali e dunque importanti”
L'Italia non sta peggio di altri paesi in Europa: lo ha affermato il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti, in occasione della riunione dell'Ecofin, e a proposito della crescita del Pil. "Dai numeri non risulta che l'Italia sia peggio degli altri - ha detto Tremonti - e il tempo sarà galantuomo". Il ministro dell'Economia si riferisce ai dati sull'andamento del Pil in Europa nell'ultimo trimestre del 2009, diffusi da Eurostat la scorsa settimana: la differenza
con la Germania, ha sottolineato Tremonti, "non è certo epocale" e quanto alla Francia "credo che a differenza dalla nostra economia, lì c'è un ruolo molto importante svolto dagli aiuti di Stato". A chi gli chiedeva un commento su una possibile candidatura del governatore della Banca d'Italia Mario Draghi alla presidenza della Bce, Tremonti ha poi risposto: “Quando tra venti mesi si porrà la questione l'Italia ha e avrà un ottimo candidato”.
GIULIO TREMONTI
“Si vota in 13 importanti regioni, sono elezioni nazionali che chiamano gli italiani ad una presa di posizione importante, e cioè tra la politica del fare e la sinistra delle parole”. Lo ha affermato Silvio Berlusconi nel presentare le donne del Pdl candidate alla presidenza di regione: sono quattro le ‘signore’ candidate presidenti delle Regioni Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Lazio. Le candidate, tutte sedute in prima fila in una sala gremita, sono state intro-
dotte dalla coordinatrice del Pdl per le Pari opportunità Barbara Saltamartini e dalla vice Beatrice Lorenzin. Anna Maria Bernini (Emilia Romagna), Renata Polverini (Lazio), Monica Faenzi (Toscana) e Fiammetta Modena (Umbria) hanno ricevuto la 'benedizione’ del premier Berlusconi e del ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna. Presenti anche i ministri della Difesa Ignazio La Russa e della Gioventù Giorgia Meloni, il capo dipartimento
SILVIO BERLUSCONI
delle Pari opportunità e moglie del sindaco di Roma Gianni Alemanno Isabella Rauti e la parlamentare del Pdl Alessandra Mussolini.
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Maltempo al Sud IERI SGOMBERATO LʼINTERO PAESE DI MAIERATO, 2300 PERSONE IN PROVINCIA DI VIBO: CʼERA IL RISCHIO DI CROLLI DALLA MONTAGNA. È STATO DI CALAMITÀ
Sicilia e Calabria, è emergenza Continua l’emergenza in Sicilia e Calabria. Dopo l’evacuazione di duemila persone in Sicilia nel comune di San Fratello, da ieri mattina è iniziata l’evacuazione in massa di tutti gli abitanti di Maierato in Calabria (2.300 persone), il paese in provincia di Vibo Valentia che lunedì ha visto un costone della montagna che si trova a ridosso dell’abitato venire giù compatto. La decisione dello sgombero è stata presa dal sindaco, Sergio Rizzo, che ha “deciso di non rischiare” dopo aver definito quanto accaduto “apocalittico” e aver constatato l’incertezza delle condizioni meteo. Così a Maierato si è deciso di sistemare gli sfollati nella scuola di polizia e nel palazzetto dello sport di Vibo Valentia, mentre altri punti di raccolta sono stati allestiti in varie scuole dei paesi della provincia. Intanto la frana che ha colpito San Fratello sui monti Ebrodi nella notte di domenica si è fermata ma anche qui si teme che se dovessero riprendere le piogge intense dei giorni scorsi la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare. In Sicilia e in Calabria intanto l’emergenza è ormai diffusa su tutto il territorio. Nella regione governata da Agazio Loiero i danni sono ingenti e sembra proprio che “con Maierato sta franando l’intera Calabria”. Ieri pomeriggio Lo-
ANCORA PERICOLO DI FRANE AL SUD
iero ha convocato una riunione straordinaria della giunta per dichiarare lo stato di calamità naturale e coinvolgere il governo nazionale negli interventi immediati a favore delle popolazioni evacuate e nei progetti di ricostruzione. Stessa posizione assunta dalla giunta siciliana, compresa la dichiarazione di stato di calamità. Intanto nelle due regioni meridionali più colpite dal maltempo il bilancio degli smottamenti si aggiorna
LE REAZIONI
ATTUALITA’
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Benedetto XVI: “La Chiesa ritrovi la sua credibilità morale”
PAPA BENEDETTO XVI
di ora in ora. Ieri è stata chiusa al traffico anche la strada statale 18, all’altezza di Cetraro, a causa di un costone pericolante, mentre altre frane sono state segnalate a Guardia Piemontese e San Marco Argentano. Una frana ha interessato anche il territorio del comune di San Marco Argentano, mentre è stata interrotta la strada provinciale per Lattarico. Nel capoluogo e nell’hinterland costiero, poi, da migliaia di persone sono ri-
maste senz’acqua a causa della rottura della condotta idrica che alimenta i due terzi dell’acquedotto cittadino, dovuta alla piena del fiume Alli. Gli ospedali e le cliniche del capoluogo sono riforniti di acqua dalle autobotti della Protezione civile regionale. Anche a Cosenza il maltempo dei giorni scorsi ha provocato la rottura di alcune condotte idriche privando di acqua potabile numerosi quartieri della città e dei centri vicini.
Papa Benedetto XVI ha incoraggiato la Chiesa irlandese “ad un rinnovamento nella fede e a ritrovare la sua credibilità spirituale e morale”. È quanto riferisce un comunicato del Vaticano, diffuso al termine dell'incontro avvenuto nel Palazzo Pontificio tra i vertici dell'episcopato d'Irlanda, la Curia e lo stesso Ratzinger, dopo lo scandalo di pedofilia che ha travolto la Chiesa irlandese e in particolare la
diocesi di Dublino. Il Papa - si legge nel comunicato della Santa Sede - ha espresso la speranza che “l'attuale incontro possa aiutare e tenere uniti i vescovi e a renderli in grado di parlare con una sola voce per identificare i passi concreti tesi a guarire le ferite di coloro che sono stati abusati, a incoraggiare un rinnovamento nella fede in Cristo e a riportare la credibilità morale e spirituale della Chiesa”.
L’incidente è avvenuto ieri alle 5 di mattina: hanno perso la vita uno studente, un’accompagnatrice e uno degli autisti
Pullman di francesi si ribalta a Massa, 3 morti Un pullman con a bordo degli studenti francesi provenienti dal collegio di Notre Dame de Riberac, vicino a Bordeaux, che si recavano in visita scolastica a Firenze si è rovesciato sulla A12 all’altezza dello svincolo di Massa, intorno alle 5 di ieri stamattina: tre i morti, si tratta di uno studente, di un’accompagnatrice e di un autista. Secondo i dati forniti dal prefetto di Massa Carrara, Giuseppe Merendino, sul pullman viaggiavano 63 persone in totale, tra cui 56 studenti di età compresa tra i 12 e i 14 anni, 5 accompagnatori e 2 autisti. Attualmente sono ricoverati all’ospedale Versilia 8 bambini nel reparto di traumatologia (6 di loro stanno per essere dimessi), 2 nel
reparto pediatrico per lesioni dovute alle cinture di sicurezza, mentre un bambino è ricoverato in rianimazione, anche se non è in pericolo di vita. Altri sei bambini sono invece ricoverati nella struttura ospedaliera della Misericordia di Lido di Camaiore, nel lucchese. Per quanto concerne gli altri superstiti, 34 bambini, 2 accompagnatori e il preside del collegio sono ospitati nel Turimar, un ostello di Marina di Massa. Il prefetto sottolinea inoltre come la comitiva sia stata soccorsa “quasi in tempo reale” da parte dei vigili del fuoco, della polizia stradale, del 118, della Croce rossa italiana e del volontariato. La causa dell’incidente – secondo quanto emerge dalla ricostruzione
INCIDENTE A MASSA PER UN PULLMAN FRANCESE
ufficiale dell’incidente fornita dalla questura di Massa – potrebbe essere la forte velocità con cui viaggiava il pullman: l’autobus, che si dirigeva sull’A12 in direzione di Viareggio, avrebbe prima sbandato toccando la cuspide che separa la carreggiata dalla corsia di decelerazione che porta al casello autostradale di Massa, poi ancora sbandato imboccando la rampa di decelerazione: infine avrebbe urtato contro il guard-rail e poi si sarebbe ribaltato nella scarpata, rovesciandosi su un fianco. L’altro autista del pullman – che stava riposando mentre è avvenuto l’incidente , è stato portato a bordo di una volante in Questura per essere ascoltato dalla polizia stradale.
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QUI ARGENTINA
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I manifestanti raggruppati presso il fronte Dario Santillan si sono mobilitati per chiedere la distribuzione dei piani di lavoro. Dirigenti attivisti hanno confermato che la loro manifestazione sarebbe durata cinque o sei ore”: in questo modo i disagi e i problemi alla circolazione sono stati immediati
Piqueteros e docenti: ore “calde” per la capitale BAIRES - I manifestanti raggruppati presso il fronte Dario Santillan si sono mobilitati ieri per chiedere la distribuzione dei piani di lavoro. Dirigenti attivisti hanno confermato che la loro manifestazione sarebbe durata cinque o sei ore”: in questo modo i disagi e i problemi alla circolazione sono stati immediati. I dimostranti di fatto sono tornati a paralizzare la città con nuove proteste che hanno come principale punto di riferimento la zona compresa tra viale 9 de Julio, all’altezza di Belgrano, sconvolgendo e paralizzando di fatto il transito nel centro della capitale. Gli attivisti si sono poi rivolti al Ministero per lo Sviluppo Sociale per l'attuazione rapida ed efficace della redistribuzione del reddito e dei piani di lavoro che ha proposto loro il governo. A parlare è stato il capogruppo e portavoce del Frento Dario Santillan che ha detto che “il picchetto sarebbe rimasto in vigore cinque o sei ore”. Inoltre, ha affermato che “se non otteniamo alcuna risposta alle nostre richieste, domani (oggi, ndr) ci sarà un'altra marcia nello stesso luogo e nello stesso momento”. E i problemi non finiscono con il Frente dario
Santillan: dopo la protesta a Belgrano, si è saputo che il movimento Barrios de Pie farà un'altra protesta, sempre oggi, al di fuori del palazzo del governatore di Buenos Aires, a La Plata, per chiedere la distribuzione dei piani di adeguamento sociale.
IL CASO DEI DOCENTI Intanto lo stato di agitazione in città aumenta anche a causa del malcontento della classe docente: gli insegnanti di Buenos Aires si sono riuniti ieri pomeriggio con i funzionari del governo della provincia di Buenos Aires per
discutere l'aumento dei salari. Lo ha detto a Radio 10 Roberto Baradel, leader sindacalista, secondo cui l'atmosfera della riunione è stata “conflittuale”, anche se il dibattito, ha precisato ancora Baradel, continuerà. E così dopo circa un'ora e mezzo di
riunione, i leader dei sindacati degli insegnanti e il direttore dell'Istruzione e della Cultura di Buenos Aires, Mario Oporto, hanno convenuto di convocare questa mattina alle dieci una riunione tecnica per continuare a discutere in maniera approfondita
del salario. L’impressione è che l’accordo si possa fare: Roberto Baradel, segretario generale di Suteba, ha detto il funzionario governativo si è impegnato a versare a poco a poco le trattenute sul salario per gli undici giorni di sciopero avvenuti nel 2009. Tuttavia, non c’è spazio per troppe illusioni: lo stesso Baradel ha detto che l'incontro è stato caratterizzato da un clima di scontro e di confronto “e che a causa della lentezza con cui sono partite le trattative si lavora contro il tempo. Non è un clima favorevole ma di conflitto, un clima di scontro. L'incontro di domani (oggi, ndr) offrirà l'occasione per l’accordo, ma siamo in prova”, ha detto sindacalista a Radio 10. Più tardi, nel dialogo con C5N, il sindacalista ha detto che è in fase di discussione a livello nazionale la questione del salario a 1900 dollari e dei riconoscimenti delle quote versate fino a ora in nero. Tuttavia c’è un certo spazio all’ottimismo: è lo stesso Baradel a riconoscere che “oggi (ieri, ndr) abbiamo avuto un incontro molto buono e possiamo iniziare a lavorare con i rispettivi comitati tecnici salariali”. Salvatore Giuffrida
Il braccio di ferro infinito tra Cristina e gli agrari BAIRES - Gli agrari stanno usando un nuovo strumento per mettere in difficoltà il governo di Cristina Fernández de Kirchner. Da dicembre il prezzo della carne bovina, alimento base della dieta argentina, ha avuto un aumento vertiginoso. Un incremento di quasi il 25% che ovviamente va a colpire le fasce più deboli della popolazione. L’Argentina è il maggior consumatore di carne bovina al mondo (70 chili annui di fronte ai 40 degli Usa e agli 11 della Spagna) e uno dei principali esportatori del pianeta, anche se il suo primato è calato negli ultimi cinque anni. Brasile e Uruguay hanno iniziato a guadagnare terreno nei mercati internazionali e cercano di acquisire la qualità e il sapore tipici che hanno resa famosa la carne argentina. Uno spazio nelle esportazioni apertosi anche per le politiche governative di Buenos Aires, che dal 2005 ha seguito una politica rigida basata su un forte intervento nei prezzi e nei controlli dell’esportazione. Tutto con l’intenzione di tenere un bene così socialmente sensibile come la carne ad un prezzo molto accessibile per il cittadino medio in un Paese in cui il tasso di povertà è salito in modo preoccupante dopo la crisi del 2001. Politiche che, tuttavia, hanno colpito il portafogli dei produttori agricoli, specie di quelli che avevano convertito la loro attività nella produzione di soia, un prodotto fortemente richiesto. La tassazione delle esportazioni di soia, però, non gradite dai produttori, hanno innescato l’annoso braccio di ferro fra il governo e gli agrari. Anche nel settore della carne le esportazioni erano state proibite per tre mesi durante il 2006, e oggi sono regolate dall’esecutivo, che concede un permesso indispensabile per vendere all’estero. Tutto perché i grossi produttori preferivano vendere all’estero a prezzi migliori che destinare i loro prodotti al consumo interno, calmierato. Così, anche stavolta, governo e produttori si rimpallano la responsabilità dell’aumento dei prezzi. Il presidente della Federación Agraria, Eduardo Buzzi, ha attribuito agli “orrori del kirchnerismo” gli aumenti vertiginosi del costo della carne bovina. Mentre la “presidenta” Kirchner ha dichiarato che questo aumento è dovuto agli allevatori, che approfittando delle piogge non mettono in vendita le bestie per ingrassarle e guadagnare di più. “La carne è aumentata e aumentata molto, come pure il prezzo che percepiscono i produttori che stanno incassando come mai hanno incassato da moltissimo tempo” , ha detto la Kirchner. “Sapete perché hanno aumentato? Perché è piovuto molto e allora si tengono tutte le bestie nei campi per ingrassarle facendole mangiare di più. Così si guadagnano più soldi (…).Se chi produce guadagna molto è perché il consumatore paga molto”.
Aumentano i progetti di esplorazione mineraria BAIRES -Bollore' ed Eramet, la societa' mineraria francese di cui e' azionista con il 13%, circa, il finanziere franco-polacco Romain Zaleski, avvieranno lavori di esplorazione in Argentina per valutare le risorse in vista di un progetto per un'unita' produttiva di carbonato di litio, la materia prima utilizzata per le batterie di auto elettriche e cellulari. Ne danno notizia le due societa'. Secondo i termini dell'accordo l'uomo d'affari bretone, e consigliere di Mediobanca, ha siglato, assieme ad Eramet, un contratto di esplorazione con la societa' argentina Minera Santa Rita che include anche l'opzione per acquistare, entro 24 mesi giacimenti di litio. Grazie all'intesa infatti i francesi avranno accesso a delle concessioni su diversi laghi salati ricchi di litio nel nord dell'Argentina. Eramet e' la societa' su cui Zaleski avviato un contenzioso, davanti al Tribunale del commercio di Parigi, per annullare la transazione che ha permesso nel luglio 1999 all'altra famiglia azionista, i Duval, di diventare i piu' grandi azionisti del gruppo (con il 36,6%).
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ITALIANI NEL MONDO
Berlusconi giovedì in Brasile: e si torna a parlare del caso Battisti EDITORE Cooperativa Editoriale L'Italiano Soc. Coop. a mutualità prev. Srl P.Iva 09341041003 REGISTRAZIONE Tribunale di Roma: 492007 del 02.03.2007 ROC: 15506 DIRETTORE Gian Luigi Ferretti VICEDIRETTORI Tullio Zembo - Edizione Sud America DIRETTORE RESPONSABILE Salvatore Santangelo COLLABORANO Italia: Stefano Pelaggi, Eugenio Balsamo, Simone Nastasi, Pasquale Campolo, Mara De Gaetano Francia: Carlo Erio Germania: Alessandro Chiodo Svizzera: Antonio Zulian Principato di Monaco: Fabrizio Carbone USA:Luigi Solimeo, Nino Antonelli
LE RIVELAZIONI DI PANORAMA - Si è dimesso l’uomo chiave del caso Cesare Battisti, il ministro della Giustizia brasiliano Tarso Genro che il 13 gennaio 2009 concesse l’asilo politico all’ex terrorista dei Pac (Proletari armati per il comunismo), condannato in Italia con sentenza definitiva per quattro omicidi. Genro sta ora dedicandosi alla campagna elettorale come governatore dello stato del Rio Grande do Sul in nome del Partido dos trabalhadores di Luiz Inácio Lula da Silva. Il Rio Grande è una delle regioni a più alto numero di brasiliani di origine italiana, il che potrebbe rivelarsi un autogol per l’ambizioso ex ministro. Fatto sta che adesso è Lula ad avere l’ultima parola sul caso, mentre si avvicina l’incontro con Silvio Berlusconi, per la prima volta in visita ufficiale in Brasile il 18 febbraio dopo il rinvio dello scorso anno dovuto proprio al complicarsi del caso Battisti, con tanto di ritiro del nostro ambasciatore. Secondo fonti di Panorama, nel frattempo sarebbe stato stretto un accordo informale tra Roma e Brasilia. Lula non deciderà subito dopo il meeting con Berlusconi, lascerà passare un mese prima di sentenziare su estradizione o asilo. Italia e Brasile, tra l’altro, hanno ripreso a fare business. Nel novembre 2009 la visita del ministro dello Sviluppo Claudio Scajola e del presidente della Confindustria Emma Marcegaglia ha prodotto una serie di accordi commerciali.
Primo fra tutti, una commessa di circa 6 miliardi di reais (oltre 2,5 miliardi di euro) alla Fiat per la fornitura di 2.044 veicoli blindati all’esercito brasiliano. Sul caso Battisti, dunque, potrebbe prevalere la realpolitik. Benché il Supremo tribunale federale si sia già espresso a novembre 2009 a favore dell’estradizione, c’è anche chi ipotizza che Lula possa decidere per un «asilo umanitario» giustificandolo con l’epatite C di cui soffre l’ex terrorista. IL VIAGGIO DI BERLUSCONI - Silvio Berlusconi sarà in Brasile fra un paio di giorni. Una visita, quella nel paese latinoamericano, che fa subito tornare in mente il caso Battisti; ma non al premier, secondo Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc. “Il premier Berlusconi che giovedì sarà in visita in Brasile ha il dovere morale e istituzionale di incalzare il presidente Lula perché proceda all’estradizione di Cesare Battisti. Benvengano i rapporti economici e commerciali tra Italia e Brasile , ma la dignità dell’Italia non ha prezzo". "Il quotidiano Avvenire - continua Buttiglione - ha riportato le ricostruzione del giornale brasiliano Folha de Sao Paulo in base alla quale ci sarebbe un accordo a far slittare la decisione di Lula un mese dopo la visita di Berlusconi, e questo perché tale decisione sarebbe nella direzione di confermare lo status di rifugiato per motivi umanitari a Battisti, condannato in Italia per quattro omicidi. Sarebbe una decisione inaccettabile cui il pre-
mier Berlusconi non deve sottostare né tantomeno deve dare l’impressione di un assenso. La mancata estradizione di Battisti sottintende che l’Italia negli anni del terrorismo, e forse anche adesso, non abbia rispettato i diritti civili. Al contrario noi ci gloriamo che l’Italia abbia battuto il terrorismo sul terreno della legalità, e chiunque lo neghi reca un grave affronto all’Italia e non è amico del nostro Paese. Non vorremmo che per ottenere qualche commessa in più si umiliasse la dignità della nazione, il dolore delle vittime e dei loro familiari, nonché la nostra giustizia delegittimando platealmente la magistratura italiana. I giudici che hanno condannato Battisti - conclude il presidente Udc -sono onesti servitori dello Stato e il loro prestigio sta a cuore a tutti gli italiani”. NEL PARTITO DEMOCRATICO “Concordo con Rocco Buttiglione: il silenzio del governo sulla mancata estradizione di Cesare Battisti a due giorni dal viaggio di Silvio Berlusconi in Brasile è davvero assordante. Tanto da apparire come un’implicita conferma delle ricostruzioni di autorevoli giornali brasiliani che danno per certa – senza nessuna smentita da parte italiana – la conferma dello status di rifugiato ‘per ragioni umanitarie’ all’ex terrorista, condannato in Italia per responsabilità dirette o indirette in quattro omicidi”. Lo dichiara Nicodemo Oliverio, deputato del Pd. “Certo, le iniziative diplomatiche possono essere condotte anche in modo riserva-
to, ma in questo caso – come appunto la stampa brasiliana ha evidenziato – il silenzio potrebbe essere solo parte di una strategia che intende portare il caso nel dimenticatoio – prosegue Oliverio - per poi arrivare a quella soluzione nell’oblio generale. Il presidente Lula continua a posticipare la decisione finale che la Corte Suprema gli ha affidato. Ma i buoni rapporti economici e le forniture militari in itinere col Brasile mi auguro che non possono giustificare questo silenzio, anzi renderebbero il nostro governo complice di una soluzione che, se si dovesse verificare, offenderebbe sia le vittime, sia i magistrati italiani che hanno preparato una richiesta di estradizione avallata a tutti i livelli anche in Brasile sul piano giuridico e che può essere ribaltata solo dai cinici calcoli della realpolitik”. ACCORDO ITALIA-BRASILE, VERITA’ O FANTASIA? L’estradizione di Cesare Battisti sarebbe finita “nella contropartita dei contratti miliardari firmati tra Italia e Brasile”, è quanto sostiene Il Tempo rilanciando voci provenienti dalla stampa sudamericana in base alle quali l’ex terrorista dei PAC verrebbe liberato. Il quotidiano afferma che il presidente brasiliano Lula starebbe già approntando una strategia per giustificare il prolungamento dell’asilo, nell’attesa del prossimo faccia a faccia del 18 febbraio con Silvio Berlusconi in cui verranno rafforzati i vincoli di amicizia tra Roma e Rio de Janeiro.
ITALIA Redazione: Palazzo Patrizi Montoro Piazza San Luigi de’ Francesi, 37 00186 Roma Tel.: 0664760600 redazione@litaliano.it Stampa: Telestampa Centro Italia Srl Località Casale Marcangeli Oricola (AQ) EDIZIONE SUD AMERICA Redazione: Uruguay 239 piso 7 apt D C1015ABE Buenos Aires Tel.: 4372-6111 zembot@fibertel.com.ar Stampa: Diario del Viajero Av. de Mayo 666 C1084AAO Buenos Aires Distribuzione: Antonio Felix De Bonis Estados Unidos 1788, 3°piso - 2, Buenos Aires Collaborano: Argentina: Daniel Bellicoso, Salvatore Giuffrida. Brasile: Adriano Bonaspetti, Stefano Andrini Paraguay:Elisabetta Deavi, Antonio Fossati
Unione Stampa Periodica Italiana
F.U.S.I.E.
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ESTERI
Lotta al terrorismo CATTURATO IN PAKISTAN ABDUL GHANI BARADAR: SOPRA DI LUI CʼÈ SOLTANTO IL MULLAH OMAR SVOLTA NELLʼATTEGGIAMENTO DI ISLAMABAD
Preso il capo dei talebani afgani La cattura in Pakistan del mullah Abdul Ghani Baradar, numero 2 dei talebani afghani, potrebbe aprire una pista che conduce al mullah Omar. Ma soprattutto, l'arresto di Baradar, scrive il New York Times, segna un decisivo punto di svolta nell'atteggiamento del Pakistan verso i talebani. Islamabad li ha sostenuti per anni per avere un alleato in Afghanistan, ma oramai il loro terrorismo Š dilagato oltre confine e minaccia direttamente il Pakistan. La cattura di Baradar, smentita dai talebani, dimostra che Islamabad ha deciso di combatterli seriamente. I particolari dell'arresto, avvenuto giorni fa, ma rivelato solo ieridal sito del NYT, non sono noti. Ma quello che è importante è che a catturare il capo ribelle siano stati gli agenti del servizio segreto pachistano, l'Isi, insieme a quelli della Cia. Proprio l'Isi ha foraggiato per anni i talebani afghani, e settori dei servizi sono accusati di averlo fatto anche recentemente, nonostante la guerra che i fondamentalisti combattono in Afghanistan contro gli Usa, alleati di Islamabad. Gli interrogatori di Baradar sono condotti dai pachistani, sempre con la collaborazione degli americani. Gli Stati Uniti hanno bandito le torture come il waterboarding (autorizzate dall'amministrazione Bush), ma il
PAKISTAN, ARRESTATO BARADAR
Pakistan è noto per utilizzare metodi brutali con i prigionieri. Non è stato rivelato se il mullah stia parlando, ma le fonti del NYT hanno detto che la sua cattura ha fornito elementi
che potrebbero portare alla cattura del mullah Omar e di altri capi talebani. Baradar è un pezzo da novanta dei ribelli afghani. "L'unico uomo più potente di Baradar è Omar" spiega un ex
ufficiale talebano, Wahid Muzhda. Quarantadue anni, esperto capo militare, figurava fra i dieci leader talebani più ricercati. Per gli esperti Usa, oltre a guidare le operazioni militari,
era anche a capo del consiglio al vertice dell'organizzazione, la Shura di Quetta, dal nome della città pachistana dove si riunisce Baradar ha anche mostrato abilità politica. I
Da Pyongyang arrivano segnali di distensione verso Usa e Seul
La Corea del Nord festeggia Kim ed è boom della “Kimjongilia” La Corea del Nord ha celebrato il compleanno di Kim Jong-il, che ha tagliato il traguardo dei 68 anni, secondo i dati anagrafici ufficiali forniti dal regime sul 'supremo leader'. Nel mentre il numero due del regime, Kim Yong-nam, ha ribadito il proposito di mettere fine ai rapporti ostili con gli Stati Uniti con “il dialogo e il negoziato”. La capitale Pyongyang, addobbata a festa, è stata il cuore degli appuntamenti programmati che, come di consueto, hanno visto la lunga e interminabile processione di cittadini allo scopo di depositare cestini di fiori e messaggi alla base della grande statua di bronzo,
sulla Mansu Hill, di Kim Ilsung, padre dell'attuale leader e fondatore del Paese. In particolare evidenza, quest'anno, il festival dei fiori, con l'autentico boom della ‘Kimjongilia’, un fiore rosso della famiglia delle Begonie dedicata a Kim Jong-il e sviluppata - riferisce l'agenzia Kyodo - da Mototeru Kamo, un botanico giapponese della prefettura di Shizuoka. Ottantotto associazioni ed enti, tra cui la General Association of Korean Residents in Japan (che tra l'altro ha organizzato a Tokyo il tradizionale ‘party di compleanno’) e il Korean Committee for Cultural Relations with Foreign Coun-
tries, hanno preso parte al 14/a edizione del Kimjongilia Festival, dove erano esposti qualcosa come 24.000 vasi del fiore del leader. Due manifestazioni sportive si sono tenute lunedì, sempre nella capitale (pattinaggio artistico e nuoto sincronizzato) in onore di Kim Jong-il, che ha preferito partecipare al concerto dell'orchestra Unhasu, organizzato per il nuovo anno lunare, che ha avuto inizio domenica. Il 'supremo leader', ha riportato la Kcna, l'agenzia ufficiale, “ha riconosciuto gli applausi e si è congratulato con tutti per il nuovo anno lunare”. Anche il complesso industriale di Kaesong, quello a sviluppo
congiunto intercoreano, ha visto l'assenza dei lavoratori del Nord (attesa anche mercoledì) per onorare “una delle feste nazionali più solenni del Paesè', ha ricordato un portavoce del ministero dell'Unificazione di Seul. Intanto, Kim Yong-nam, in una riunione per commemorare con alti funzionari del partito e militari il compleanno del dittatore, ha affermato di voler riallacciare i legami anche con la Corea del Sud allo scopo di promuovere la riconciliazione e la cooperazione: “Siamo determinati - ha detto - a migliorare le relazioni Nord-Sud per spianare la strada dell'unificazione nazionale”.
KIM JONG IL
mediatori per la liberazioni dei sequestrati hanno spesso fatto riferimento a lui, e l'anno scorso ha fatto uscire un manualetto nel quale spiegava ai combattenti come evitare vittime civili e come guadagnarsi l'appoggio della popolazione. Il fatto che sia stato catturato in Pakistan non ha stupito gli esperti. Negli ultimi mesi, si ritiene che sempre più capi ribelli afghani si siano rifugiati nella città pachistana di Karachi. Lo stesso mullah Omar secondo alcuni sarebbe lì”. Nelle zone tribali del Pakistan, al confine con l'Afghanistan, i talebani di Kabul possono contare sull'appoggio dei talebani locali, pashtun come loro. Ed è proprio questo allargamento oltre confine del movimento fondamentalista (col suo corollario di attentati sanguinosi) che ha fatto cambiare atteggiamento a Islamabad. I massimi dirigenti pachistani si sono ormai convinti che i talebani rappresentano una minaccia per il paese e non vanno più sostenuti. Secondo l'ex agente della Cia Bruce O. Riedel, l'arresto di Baradar è "una svolta epocale nel comportamento del Pakistan". Nel novembre del 2001, il mullah fu arrestato dalle milizie afghane alleate degli americani, ma fu liberato per l'intervento dei servizi pachistani. Oggi, quel salvacondotto non vale più.
PAGINA L’ITALIANO MERCOLEDI’ 17 FEBBRAIO 2010
Lo special one A UNA SETTIMANA DALLA SFIDA DI CHAMPIONS LEAGUE IL PORTOGHESE PUNGE IL CLUB DI ABRAMOVICH: “SE FOSSI RIMASTO AVREBBE VINTO TANTO”
SPORT
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Josè Mourinho avrà un motivo in più per eliminare il Chelsea e portare la sua Inter ai quarti di finale di Champions League. Lo "special one" ha il club di Stamford Bridge nel cuore, ma non ha mai digerito il benservito che gli ha dato Roman Abramovich a stagione in corso. "Se avessero voluto continuare a vincere non avrebbero dovuto cacciarmi", ha dichiarato Mourinho in un'intervista rilasciata alla rivista "Nuts" e ripresa dal Daily Mirror. A una settimana dalla sfida con i "blues", il portoghese carica se stesso e la sua squadra e attacca il Chelsea e, indirettamente, anche il suo attuale tecnico Carlo Ancelotti. "Il Chelsea ha sofferto negli ultimi due anni e non è una coincidenza che il loro declino sia cominciato quando sono andato via io - spiega Mourinho che a Londra ha vinto due volte la Premier, due Coppe di lega e una Fa Cup -. C'è stato un rapporto unico tra manager, giocatori e tifosi e quando questo feeling si rompe non è facile ritrovarlo. Dopo di me hanno avuto tanti allenatori e forse alcuni non hanno avuto la mentalità giusta per il club, forse si è cercato di cambiare troppo ri-
JOSÉ MOURINHO
spetto a quello che avevamo creato. Sapevo che non c'era tempo per un piano a lungo termine con un proprietario come Abramovich, se non vinci il titolo nella prima stagione puoi dire addio a tutto, io ho dato al Chelsea tutto quello di cui aveva bisogno, ma ho sempre saputo che il mio lavoro non sa-
rebbe durato per sempre, ma forse per loro sarebbe stato meglio non cambiare manager". Dopo Mourinho il Chelsea ha avuto quattro tecnici: Avram Grant, Luiz Felipe Scolari, Guus Hiddink e Carlo Ancelotti, di questi solo l'olandese è riuscito a vincere qualcosa alzando al cielo la Fa Cup. Ancelotti ha
appena cominciato ed è saldamente in testa in Premier League, ma tra l'ex tecnico del Milan e l'attuale allenatore nerazzurro non c'è mai stato grande feeling. Lo "special one" non lo nasconde e torna a ribadire il suo pensiero circa il presunto ostracismo del calcio italiano nei confronti dei tecnici stranieri. "Ancelotti non è mio amico e questo non cambierà. In Inghilterra rispettano l'allenatore straniero che porta la sua esperienza e la sua conoscenza, in Italia sei rispettato solo se sei un tecnico italiano, gli stranieri come me non sono considerati degni. Questo è il motivo per cui dico che sono stato felice di lavorare in Inghilterra". Mourinho sa che la Champions League è l'obiettivo numero 1 per la sua Inter. "La società mi ha chiesto di provare a vincere il trofeo e io cercherò di riuscirci anche per meritarmi una lunga conferma. Ora abbiamo due sfide importanti con il Chelsea e queste saranno ovviamente due partite speciali per me. Io sono nella storia del Chelsea, un club che farà sempre parte di me. Adesso vediamo se Ancelotti riuscirà a ottenere gli stessi successi che ho ottenuto io".
UNDER 21
Mourinho: “Il Chelsea con me ha sbagliato...” Casiraghi: è vietato sbagliare con l’Ungheria
PIERLUIGI CASIRAGHI
Uno stage a Coverciano per preparare la sfida contro l'Ungheria, valida per le qualificazioni agli Europei, in programma il prossimo 3 marzo a Rieti. Una sfida da vincere a tutti i costi. "Pesa non avere Ranocchia, perché a parte l'Under 21 è un giocatore importante per qualsiasi squadra. Sia lui che Paloschi non ci saranno a Rieti, cercheremo di rimpiazzarli al meglio, l'Ungheria è un ottima squadra, si stanno
anche loro preparando con uno stage in Turchia. Per noi deve essere la gara più importante, alla vittoria non c'è alternativa", ha spiegato il ct Casiraghi nella conferenza stampa, nel corso della quale ha anche parlato di Balotelli. "Ha questa infiammazione sotto il piede, valuteremo le condizioni, in attacco non mancano le alternative, penso a Balotelli e Okaka ma anche a Marilungo e a Borini".
Il tedesco sette volte campione del mondo ci crede
Rientra nel gruppo Del Fava dopo l’intervento chirurgico
Schumacher è convinto “Possiamo vincere”
Mallett sceglie i trenta che affronteranno la Scozia
Michael Schumacher si dice pienamente convinto che la sua Mercedes W01 GP sarà in grado di poter lottare per la vittoria del mondiale 2010 di F.1. Il sette volte campione del tempo, tornato dopo il suo ritiro del 2006 ha ammesso, tuttavia, che non è facile capire la vera forza dei vari team nonostante le due sessioni di test. "Sono pienamente convinto che abbiamo una macchina in grado di lottare per il campionato - ha detto Schumacher a formula 1.com -. Dove siamo esattamente però è difficile dirlo. Non ho i dati dalla vettura dello scorso anno. Tornare a guidare una monoposto di F.1 mi ha permesso di riscoprire una sensazione che amo e che conosco così bene.
Nick Mallett, commissario tecnico della Nazionale italiana Rugby, ha convocato trenta giocatori per il raduno di preparazione al test-match contro la Scozia, in calendario sabato 27 febbraio allo Stadio Flaminio di Roma (ore 14.30) e valido per la terza giornata dell'RBS 6 Nazioni 2010. Confermati i ventiquattro atleti scelti per la partita di domenica scorsa contro l'Inghilterra, rientra nel gruppo il seconda linea dell'MPS Viadana Carlo Antonio Del Fava, sottoposto venerdì 12 a Milano, dal professor Piero Volpi, ad intervento chirurgico in artroscopia per l'asportazione di un frammento del menisco mediale destro. Convocati inoltre i flanker del Banca Monte
MICHAEL SCHUMACHER
Solo che le mie batterie erano vuote alla fine del 2006 e per questo mi sono ritirato. Ora sono completamente ricaricato. Ro-
sberg? Non ci sarà alcun problema con il mio compagno di squadra ed è bello poter parlare in tedesco con lui".
NICK MALLETT
Parma Manoa Vosawai e Simone Favaro, i trequarti dell'MPS Viadana Michele Sepe e Matteo Pratichetti e l'estremo della Futura Park Rugby Roma Paolo Buso, che torna con la Nazionale Maggiore a due anni dal suo unico cap conquistato al Millennium Stadium di Cardiff
contro il Galles il 23 febbraio del 2008. La Nazionale si radunerà domenica 21 febbraio presso il Park Hotel "La Borghesiana" di Roma e, nella giornata di martedì 23, la rosa di atleti verrà ridotta a ventiquattro in vista dell'annuncio della formazione titolare da opporre alla Scozia, previsto per giovedì mattina. Questi i convocati: Aguero, Mauro Bergamasco, Mirco Bergamasco, Bernabò, Bocchino, Bortolami, Buso, Canale, Canavosio, Castrogiovanni, Cittadini, Del Fava, Derbyshire, Favaro, Garcia, Geldenhuys, Ghiraldini, Gower, Masi, McLean, Ongaro, Perugini, Pratichetti, Paul Robertson, Sepe, Sgarbi, Sole,Tebaldi, Vosawai, Zanni.
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CONTROCOPERTINA - SPORT
L’ITALIANO MERCOLEDI’ 17 FEBBRAIO 2010
Avanza super Rooney vero erede di Ronaldo con la dritta di Capello «Il ct mi ha detto: stai dentro l’area e dedicati al gol. Sono a secco in Champions, Seedorf ha classe unica»
LONDRA - Ancora una volta Sir Alex Ferguson ha vinto la sua scommessa. Persuaso anche dai mostruosi debiti che gravano sul Manchester United, quest'estate il manager scozzese non si è opposto alla cessione di Cristiano Ronaldo. Ma più che l'offerta del Real Madrid a convincere Sir Alex è stata la certezza di avere già in rosa chi potesse assumere l'ingombrante eredità del portoghese (vedi una valanga di gol). Così, fatta cassa con gli 80 milioni di euro madridisti, ha ridisegnato il suo United ad uso e consumo di Wayne Rooney. Inizialmente mettendogli al fianco Dimitar Berbatov. In seguito, complice l'anemia sotto porta del bulgaro, ha promosso l'ex A Everton, alla sesta stagione all'Old Trafford, terminale ultimo (e unico) dell'attacco. E il suo allievo prediletto non lo ha deluso, protagonista
della migliore stagione in carriera. Superati i 100 gol in campionato la scorsa settimana, addirittura 21 in 25 partite di Premier League. Ma ancora a secco in Champions League. «Però finora ho disputato solo tre partite - le parole di Rooney . Adoro giocare in campo internazionale, è la competizione più eccitante. E la Champions è una ferita ancora aperta». Da gregario di lusso di Ronaldo, quando era costretto a sfiancanti rientri in difesa per lucidare il talento del portoghese, a centravanti dedito in esclusiva al gol. Una mutazione genetica, molto simile ad una maturazione, per la quale Rooney sa chi ringraziare. «È stato (Fabio) Capello ad insegnarmi questo nuovo modo di stare in campo. Prima svariavo di più, ora gioco molto più vicino alla porta. In nazionale mi ha insegnato nuovi
movimenti in area e faccio molti più gol sotto-porta. Anche Ferguson insiste perchè corra di meno e resti sempre dalle parti dell'area di rigore. Anche se la mia indole è quella di girare largo». Grande trascinatore dell'Inghilterra versione mondiale, e sempre più leader dello United che insegue il Chelsea in Premier (staccato di una sola lunghezza) ma soprattutto il quarto trionfo in Europa dopo l'amarezza finale dello scorso anno. «È impossibile dimenticare la sconfitta contro il Barcellona. Avremmo potuto e dovuto giocare meglio, mi capita ancora di sognare quella partita. Purtroppo è andata così, una serata storta. Ma siamo convinti di poter avere un'altra possibilità». Per guadagnare il biglietto per la finale di Madrid prima c'è il Milan, la trasferta a San Siro.
Fiorentina: contro il Bayern per la storia MONACO - “L’occasione per ritrovare se stessi” l’ha definita ieri Cesare Prandelli. Sì, per la Fiorentina la sfida di Champions, stasera, all’Allianz Arena di Monaco di Baviera può essere la partita del miracolo o della disperazione. I viola, in Wpiena crisi, si affidano al match europeo per tessere di nuovo le fila di un gruppo che in campionato sembra a pezzi. A sorpresa ieri Prandelli, durante la conferenza stampa della vigilia, ha annunciato la formazione: contrariamente alle previsioni, Jovetic ci sarà, accanto a Gilardino. Ed è proprio sul centravanti in crisi d’astinenza (da gol) che il mister punta la sua attenzione: “Gila? Segnerà, merita fiducia incondizionata”. Sarà. Lo sperano i tifosi gigliati, in particolare i settemila giunti da Firenze e pronti a sostenere gli uomini di Prandelli sugli spalti di Monaco. Di certo non sarà facile fare risultato. Prudenza tedesca - Ma Louis Van Gaal è uno che non si fida mai. Così ieri il tecnico olandese ha messo in guardia il suo Bayern dalla tentazione di sottovalutare i viola. “Dovremo essere molto felici se riusciremo ad andare più lontano - ha dichiarato il tecnico -. A questo livello tutte le squadre hanno grandi qualità”. E parlando del risultato di stasera Van Gaal dice che gli basterebbe vincere 1-0.
Wayne Rooney, 25 anni, stella dello United. In questa stagione, 21 gol in 25 partite di Premier Wayne Rooney, 25 anni, «È uno degli stadi più belli e storici del mondo. Giocare contro le squadre italiane è sempre difficile perchè sono molto preparate tatticamente. Dopo aver incontrato Capello apprezzo ancora di più il modo di giocare italiano. Il Milan? È una grande squadra, con un grande prestigio. Sono ammirato dal suo palmares internazionale. Anche senza Kakà resta una squadra di livello internazionale». Attenzione a Pato, Pirlo,
anche se la differenza rossonera è nei piedi di Seedorf. «È uno dei giocatori che mi piace di più guardare, ha una classe strepitosa. L'ultima volta che abbiamo affrontato il Milan è stato lui a disintegrarci». All'epoca, dopo la semifinale 2007, il Milan finì per vincere la sua ultima Champions. Da allora lo United ha conquistato due finali, vincendone una. Oltre ai tre titoli di fila in campionato. Ma martedì sera sarà anche l'occasione
per riabbracciare un vecchio amico. «Sarà fantastico giocare con Beckham. Lo United gli appartiene come lui appartiene alla storia di questo club. Immagino la sua emozione quando giocheremo all'Old Trafford. Mi aspetto un'accoglienza da campione. David è un amico, la merita». Neo-papà, con la passione per la boxe, a 24 anni Rooney ha impiegato pochi mesi per spazzare via anche il ricordo di Ronaldo. MARA DE GAETANO