L ITALIANO MARTEDI’ 23 FEBBRAIO 2010 - Anno IV - Numero 35 (863 dall’inizio) QUOTIDIANO DELL’ITALIA NEL MONDO
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Italia 0,50 euro - Argentina 1 peso
Non ci sara’ nessuna conseguenza negativa nelle relazioni tra Italia e Brasile se Battisti, come credo, non verra’ estradato”. Lo ha affermato l’avvocato difensore di Cesare Battisti, Luis Roberto Barroso, in un’intervista rilasciata nella giornata di ieri a Cnrmedia. alla pag. 5
BARROSO RILANCIA: BATTISTI RIMARRA’ IN BRASILE QuiArgentina
Controcopertina
Vertice di Rio: Cristina chiede aiuto per le Falkland Il presidente Chavez risponde subito presente
Festival di Sanremo: si chiude la kermesse delle sorprese e delle polemiche. Ma scoppia il caso televoto
alle pag. 4
QuiItalia Ddl anticorruzione, il Guardasigilli Alfano stoppa il presidente della Camera Fini: "A decidere devono essere i partiti" a pag. 2
QuiItalia Pioggia e neve non danno tregua al
alla pag. 8 Belpaese a causa di una perturbazione
atlantica con rovesci e temporali di forte intensità
pag. 3
QuiMondo Pace in Medioriente, appello di Francia e Spagna: "Ue deve assumersi delle responsabilità" e proporre un calendario dei negoziati" alla pag. 6
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POLITICA ITALIANA
Il ddl anti-corruzione IL MINISTRO ALFANO ESCLUDE UNA LEGGE SULLA INCANDIDABILITÀ “PER NON DARE ULTERIORI POTERI ALLA MAGISTRATURA. LE ELEZIONI CI PREMIERANNO”
L’ITALIANO MARTEDI’ 23 FEBBRAIO 2010
Tocca ai partiti compiere un “severo vaglio” dei candidati, evitando di mettere in lista coloro che hanno “curricula non brillanti”; diversamente, qualsiasi legge sull’incandidabilità rischia di essere inutile o, peggio, di affidare alla magistratura una indebita supplenza. Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ribadisce che il ddl anticorruzione, “arricchito delle proposte dei ministri Calderoli e Brunetta”, tornerà presto all’esame del Consiglio dei ministri, forse già in settimana. Ma sulla questione ‘liste pulite’ precisa: “Non credo che le leggi che determinano le incandidabilità siano strumenti efficacissimi. Men che meno - aggiunge a margine della sua visita al Cairo preparatoria del vertice dell’Unione per il mediterraneo che si terrà in Italia in maggio - filtri politici che fingono di trincerarsi dietro scelte legislative: le nostre carceri sono piene di presunti innocenti e la nostra storia recente ci consegna tanti esempi di uomini accusati, poi assolti e nel frattempo politicamente finiti”. Piuttosto - sostiene - è necessario un “severo vaglio all’interno dei partiti, ai quali senza dubbio può sempre sfuggire qualcosa ma, ed è bene riconoscerlo, soprattutto nelle loro organizzazioni co-
TERMINI IMERESE
“Liste pulite? Vigilino i partiti” Fiat, scattati ieri altri 15 giorni di Cig
TERMINI IMERESE
IL MINISTRO ALFANO
munali e provinciali i partiti sono piccole comunità, dove tutti sanno tutto di tutti e dove se c’è la volontà politica il filtro può essere ben più efficace di quello postumo che la magistratura talvolta è chiamata a fare”. Alfano tra l’altro tende ad escludere ripercussioni negative sul voto di marzo dall’inchiesta di Firenze sugli appalti del G8 in cui
sono indagati esponenti del Pdl. “Il voto di marzo ci premierà. E va tenuto conto che su 13 regioni chiamate alle urne è in due che noi governiamo mentre le altre sono amministrate dalla sinistra”. Quindi l’affondo: “La sinistra farebbe bene a non affermare alcun primato morale, neanche a parole: i casi di corruzione andrebbero affrontati senza
la loro classica tentazione di separare il mondo in buoni e cattivi”. “A questa tentazione - secondo Alfano - anche l’attuale sinistra ha ceduto e ne ha pagato pegno, perché scoprire un caso di corruzione dentro il proprio partito desta grande amarezza, scoprirlo quando si è detto di rappresentare la via, la verità e la luce è ancora più brutto”.
Sono scattate ieri altre due settimane di cassa integrazione per gli operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. Lo stop coinciderà con il fermo degli impianti dell’indotto. Le tute blu riavvieranno la catena di montaggio il prossimo 8 marzo. Nel frattempo rimangono accesi i motori della protesta. Per ieri mattina il sindaco della cittadina a 35 km da Palermo, Salvatore Burrafato, ha voluto convocare in municipio i colleghi dei Comuni del comprensorio termitano, l’arciprete Francesco Anfuso e i sindacati per organizzare le nuove iniziative finalizzate a tenere desta l’at-
tenzione sul caso Fiat. Nei giorni scorsi le amministrazioni avevano organizzato delle fiaccolate nei centri dove sono presenti anche le fabbriche dell’indotto; sabato scorso la ribalta sanremese, con la presenza di tre operai sul palco dell’Ariston intervistati da Maurizio Costanzo. Per sabato prossimo, invece, è in preparazione un’altra mobilitazione che vedrà ancora i primi cittadini e le comunità protagonisti: previsto un corteo e un presidio ai cancelli dello stabilimento per chiedere all’azienda di rimanere e al governo nazionale di fare pressing in questa direzione.
La nota del governo contro le notizie della stampa
Il capo della Protezione civile va per la sua strada
Palazzo Chigi smentisce “Balducci non è mai stato qui da noi”
Bertolaso: “L’affetto della gente mi aiuta a tenere duro”
"L’ing. Balducci non è venuto a Palazzo Chigi né il 28, né il 29, né il 30 gennaio e neppure nei giorni successivi". Così in una nota Palazzo Chigi smentisce quanto riportato da due quotidiani nazionali che hanno pubblicato alcune intercettazioni secondo cui Angelo Balducci, presidente del Consiglio nazionale per i lavori pubblici, aveva annunciato che avrebbe incontrato alcuni esponenti politici proprio nelle sede del Governo. "E non è certo a Palazzo Chigi - prosegue la nota - quello ‘zio’ che qualcuno cerca il 30 gennaio e neppure quel fantomatico ‘altro’ con il quale
qualcuno vorrebbe ‘fare il punto’ il 29. Neanche le ripetute insinuazioni di qualche giornale possono modificare quella che è la verità", conclude la nota di palazzo Chigi. Intanto da Firenze il Procuratore Capo Giuseppe Quattrocchi non replica alle accuse lanciate dal Procuratore capo di Roma Giovanni Ferrara, pubblicate dal ‘Corriere della Sera’ nel corso delle quali afferma di non aver mai saputo nulla di ufficiale di reati commessi nella Capitale. "Le notizia apparse sui giornali - dice - sono del tutto parziali e possono essere fuorvianti: sono amareggiato per questa vicenda, soprat-
ANGELO BALDUCCI
tutto per i riflessi che ha sull’onorabilità dell’ufficio che dirigo". Alla procura di Roma, infatti, lavorava fino a pochi giorni fa il procuratore aggiunto Achille Toro, finito sotto inchiesta nelle indagini di Firenze (e ora condotte dalla procura di Perugia) per i reati di corruzione e favoreggiamento.
"Sento moltissimo affetto e tantissima solidarietà che mi spingono a tener duro e andare avanti, ma questo indipendentemente dalle decisioni che vorrà prendere il governo. È noto che quando è avvenuta questa vicenda così drammatica per me e la mia famiglia, ma anche per tutta la Protezione Civile, io ho immediatamente messo il mio mandato nelle mani del presidente del consiglio: sono un funzionario dello stato, contrariamente a quello che dice qualcuno. Io non me ne posso andare perchè se lascio qualcuno deve sostituirmi per gestire queste situazioni di
emergenza." Queste le parole pronunciate da Guido Bertolaso ieri a "Mattino Cinque". "Io - ha aggiunto Bertolaso - non ho mai assegnato nessun appalto. Ogni volta che abbiamo fatto dei lavori abbiamo affidato alle istituzioni pubbliche e competenti questo genere di incombenza. Balducci non è stato il mio vice, ma è stato molto più importante, è il Presidente del Consiglio Superiore dei lavori pubblici, il massimo organo del Ministero delle infrastrutture del nostro paese, che fa grandi opere, appalti e realizza le opere principali. Anemone ha vinto una gara che è stata
organizzata dall’ingegner Balducci; io ho avuto rapporti con Anemone come ne ho con tanti altri imprenditori e quando li incontro li incentivo a fare meglio, presto e bene. Quando incontravo Anemone gli dicevo le stesse cose: lui è stato coinvolto in una delle sfide più importanti e cioè realizzare alla Maddalena un centro congressi, alberghi, un polo nautico e velico tra i più importanti del Mediterraneo. Pensare che io mi possa vendere per 10 mila euro fa sorridere qualsiasi italiano. Quello che voglio è continuare a lavorare con i miei ragazzi."
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ATTUALITA’
Italia tra maltempo e valanghe Prosegue l'ondata di maltempo che sta investendo l'Italia conseguente ad aria fredda di origine polare che sta transitando sull'Europa centrale. Nessuna regione è risparmiata. Da nord a sud la bassa pressione fa sentire i suoi effetti e l'instabilità, assicurano gli esperti, durerà almeno fino a metà settimana a seguito di una nuova perturbazione che porterà piogge e anche neve sui rilievi alpini. Intanto vento forte e mare mosso nel golfo di Napoli hanno determinato lo stop ai collegamenti veloci con aliscafo tra la città e le isole di Procida, Capri e Ischia. Solo nel prossimo fine settimana si potrà avere un anticipo di primavera al centro, al sud e nelle isole. Maltempo che crea disagi, soprattutto alla circolazione. Ieri mattina, infatti, forse proprio a causa delle avverse condizioni climatiche, in provincia di Brescia si è ribaltato ed è precipitato in una scarpata uno scuolabus. A bordo 11 bambini, tre dei quali sono stati consegnati ai genitori senza problemi. Otto i feriti: tre codici verdi, tre gialli e due trasporti con l'elicottero ai Civili di Brescia (un trauma facciale e un trauma addominale). Alle 7.30 la zona era interes-
L’OMICIDIO
Emergenza ambientale PROSEGUE LʼONDATA DI INTEMPERIE IN TUTTA LA PENISOLA, BERTOLASO IN GIRO PER LA CALABRIA LEGAMBIENTE: PAESE A RISCHIO IDROGEOLOGICO
Benzinaio ucciso nel varesotto Via a interrogatori e perquisizioni
CASO DI CRONACA IN PROVINCIA DI VARESE
ANCORA MALTEMPO IN TUTTO IL PAESE
sata da un'abbondante nevicata. Nel frattempo, proseguono i sopralluoghi del capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, nei comuni della Calabria sferzati dalle intemperie. Bertolaso, che domenica era stato in Sicilia e poi aveva fatto il punto della situazione calabrese a Lamezia Terme, ha raggiunto ieri in elicottero la provincia di Cosenza ed in particolare Rogliano per poi raggiungere San Benedetto Ullano e Corigliano Cala-
bro. Nel pomeriggio Bertolaso si è spostato a Catanzaro per un sopralluogo a Janò, la frazione in cui 70 famiglie sono state fatte sgomberare, e a Maierato, il paese i cui 2.300 abitanti sono stati trasferiti a causa della minaccia di una frana che incombe sul centro storico. Nel capoluogo sono decine le persone che hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni nella zona nord. E a certificare le instabilità del territorio nazionale
anche Legambiente. In Italia il territorio è "quasi totalmente" a rischio idrogeologico: 5581 Comuni, pari al 70 per cento del totale, sono a potenziale rischio elevato. Il 100 per cento del territorio di Calabria, Umbria e Valle d'Aosta è in questa situazione, mentre nelle Marche riguarda il 99 per cento e in Toscana il 98. È la fotografia delle condizioni del suolo del Belpaese scattata nel dossier 'Ambiente Italia 2010' presentato a Roma.
Interrogatori e perquisizioni negli ambienti della malavita locale per risalire al fuorilegge che ieri mattina ha ucciso con diversi colpi di pistola il gestore della stazione di servizio Shell di via Monte Grappa, in località Prospiano di Gorla Minore, la strada che collega il paese a Marnate. Intanto l'auto della vittima, usata dall'assassino per la fuga, è stata ritrovata in zona. Il bandito potrebbe aver sparato in risposta ad una reazione del benzinaio che era appena entrato nel gabbiotto adibito ad ufficio dove sono stati trovati circa mille euro, frutto degli incassi automatici del fine settimana e che Canavesi aveva appena prelevato dalle colonnine. Lo sconosciuto ha esploso alcuni colpi da distanza ravvici-
nata e probabilmente non ha fatto in tempo ad arraffare il bottino per il sopraggiungere di uno dei figli del benzinaio, Emanuele, insieme alla mamma e alla sorella Sara. Canavesi era ancora vivo ma è deceduto pochi minuti dopo nonostante l'arrivo immediato dei soccorsi dalla vicinissima sede della Croce Rossa. Pare che Emanuele abbia tentato senza successo di inseguire l'omicida. A Gorla la gente è scioccata per l'accaduto, tutti concordi nel definire la vittima "una persona squisita". Per le ricerche dell'assassino sono stati mobilitati anche due elicotteri grazie ai quali si è potuto individuare l'auto di Canavesi abbandonata in zona. Si sta cercando di capire se fosse solo o se avesse altri complici.
Quattro ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla Dia nel comune milanese: in manette ex sindaco Pd e consigliere Pdl
Trezzano, quando gli arresti sono bipartisan Quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state eseguite dagli uomini della Dia (Direzione distrettuale antimafia) nell'ambito di un'operazione riguardante il Parco Sud di Milano: tra gli arrestati per corruzione anche alcuni funzionari pubblici e uomini politici di Trezzano sul Naviglio (Milano). Le indagini costituiscono il seguito di indagini che, nel novembre 2009, portarono gli investigatori della Dia ad eseguire 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere e al sequestro di beni immobiliari e quote societarie a carico di affiliati al clan della 'ndrangheta “Barbaro – Papalia” e di persone e società ad esso contigue. Gli arrestati sono: Tiziano Butturini, esponente politico del Pd e
già noto come ex Sindaco di Trezzano sul Naviglio, oggi presidente del Cda di Tasm S.p.A. e di Amiacque s.r.l., aziende pubbliche che si occupano della tutela e della gestione delle risorse idriche dell'area milanese; Michele Iannuzzi, esponente politico del Pdl, è stato fino al giugno 2005 assessore ai Lavori pubblici ed ecologia del Comune di Trezzano sul Naviglio, oggi consigliere comunale e ore componente della Commissione Edilizia nonchè del Cda di Tasm S.p.A.; Gino Terenghi, geometra comunale responsabile dell'ufficio Area Territorio del Comune di Trezzano sul Naviglio e Andrea Madaffari, presidente e vicepresidente della Kreiamo spa, una delle società coinvolte e favorite negli appalti dai
TIZIANO BUTTURINI, TRA GLI ARRESTATI A TREZZANO SUL NAVIGLIO
funzionari pubblici. Butturini è accusato di corruzione in quanto, tra le altre cose, avrebbe ricevuto 5000 euro e la promessa di altre somme di denaro
non quantificate “per affidare a due imprese di ingegneria partecipate da Kreiamo incarichi in violazione del principio di imparzialità amministrati-
va”. Una somma stabilita “in percentuale sull'ammontare del conferendo incarico”. Gli investigatori spiegano che le indagini, coordinate, tra gli altri, dal pm Ilda Boccassini, hanno portato alla luce “un sistema consolidato di pagamenti illeciti, funzionali all'ottenimento da parte del gruppo Kreiamo di favori, autorizzazioni, approvazioni, concessioni nonchè incarichi di consulenza da pubblici funzionari. La prassi era emersa dal ritrovamento di una contabilità occulta della società. L'analisi di “voci di spesa prive di giustificazione lecita” e ulteriori indagini hanno consentito la scoperta di “un vero e proprio sistema di corruzione. Alfredo Iorio e Andrea Madaffari, presidente e vicepresidente di
Kreiamo, operante nel settore immobiliare, sono in carcere dal 2009 per corruzione e per la società è stata disposta nel dicembre scorso la sospensione temporanea dell'amministrazione dei beni. Iannuzzi, è accusato, tra l'altro, di aver ricevuto 12 mila euro “al fine di compiere atti contrari ai doveri d'ufficio e in particolare al fine di garantire l'approvazione (intervenuta in data 7.2.2007) di un piano di lottizzazione inerente l'area sita in Trezzano sul Naviglio via Maroncelli, in palese violazione” del Piano regolatore. Avrebbe anche ricevuto, nell'occasione, la promessa di ulteriori 100 mila euro. Sono anche stati sequestrati i conti correnti degli indagati per un valore di 256 mila euro.
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QUI ARGENTINA
L’ITALIANO MARTEDI’ 23 FEBBRAIO 2010
Kirchner parteciperà al vertice del Gruppo di Rio e chiederà supporto per la questione delle Falkland: il presidente parteciperà al Vertice dei Capi di Stato e di Governo dell'America Latina e dei Caraibi, assieme ai suoi omologhi dei paesi membri del Gruppo di Rio.
Vertice di Rio: Cristina chiede aiuto per le Falkland BAIRES - Cristina Kirchner parteciperà al vertice del Gruppo di Rio e chiederà supporto per la questione delle Falkland: il presidente parteciperà al Vertice dei Capi di Stato e di Governo dell'America Latina e dei Caraibi, assieme ai suoi omologhi dei paesi membri del Gruppo di Rio. Nel corso del quale, si incontrerà con il presidente eletto del Cile, Sebastian Pinera. Ha inoltre annunciato la creazione di un'organizzazione internazionale che riunisce tutti i paesi dell'America Latina e dei Caraibi. L'attività si svolgeranno nel Grand Hotel Velas dalle 12:45 (ora locale in Argentina) con il saluto del presidente messicano Felipe Calderón per il resto dei Capi presenti, e alle 13:15 avrà inizio la sessione plenaria, che si protrarrà fino al 17 per poi procedere con la foto ufficiale ed il pranzo. Il Presidente ha programmato un incontro bilaterale con il presidente cileno eletto Sebastian Pinera, alle 20 ore dell’Argentina, e mezz'ora dopo parteciperà alla seconda sessione plenaria. Durante questi incontri, Kirchner lancerà un appello per ottenere il sostegno dei paesi latino americani per quanto riguarda la polemica attuale sull'esplorazione di petrolio nelle Falkland, arcipelago del quale l'Argentina sostiene la propria sovranità. “L'Argentina sta compiendo importanti progressi diplomatici tra i 33 Ministri degli Esteri dell'America Latina e dei Caraibi per rafforzare la posizione del nostro Paese sulla questione Malvinas”, ha detto ieri il ministro degli esteri argentino. Nella XXIesima riunione del Gruppo di Rio si annuncierà anche la creazione di una nuova organizzazione internazionale che riunisce tutti i paesi dell'America Latina e dei Caraibi, un
nuovo organismo regionale che ha ancora un nome e si fonderà gli strumenti del Gruppo di Rio e del Vertice dell'America Latina e dei Caraibi per quanto l’integrazione riguarda economica e commerciale della regione. Anche tra i temi da discutere in questo vertice si mette in evidenza le conseguenze del terremoto in Haiti e la continuità del processo politico in Honduras dopo il golpe contro l'ex presidente Manuel Zelaya. L’Argentina sostiene la proposta di costituire uno spazio di convergenza regionale attraverso un processo graduale, in considerazione delle asimmetrie esistenti nella regione, e i vari sotto-processi di integrazione regionale e la disponibilità di entrambi i processi. La Dichiarazione dei Capi di Stato e di Governo integrerà gli accordi sulla crisi finanziaria internazionale, il commercio, dell'energia, delle infrastrutture, della scienza e della tecnologia, dello sviluppo sociale, dell’istruzione, della sanità e dei servizi pubblici, della sicu-
rezza alimentare e nutrizionale, le migrazioni, i cambiamenti climatici, i diritti umani e la cooperazione Sud-Sud. Parteciperanno i Presidenti e Capi di stato da 22 paesi membri del Gruppo di Rio, ad eccezione Honduras, che riunisce i Paesi dell'America latina e dei Caraibi: l'Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Venezuela, Messico, Ecuador, El Salvador, Haiti, Guatemala, Guyana, Nicaragua, Paraguay, Panama, Perù, Uruguay, Repubblica Dominicana, Belize, Cuba e la Comunità dei Carabi: per Cuba sarà la prima partecipazione a un Vertice del Gruppo di Rio, dopo essere stato accettato come membro a pieno titolo il 17 dicembre 2008. In questo vertice la Segreteria Pro Tempore, in carica al presidente messicano Felipe Calderón, passerà alla cilena Bachelet, e dall’11 del mese prossimo passerà a Pinera, che assumerà quel giorno la presidenza del suo Paese. Nel precedente vertice, tenuto-
si a marzo del 2008 a Santo Domingo, in Repubblica Dominicana, la discussione si era concentrata sulla incursione militare dalla Colombia in Ecuador durante quel mese. ACCUSE A LONDRA «Il tema Falkland-Malvine è un chiaro esempio di come nel diritto internazionale, e da parte di chi ha un posto permanente al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, può violare una e mille volte le decisioni dell'Onu»: lo ha sottolineato la presidente argentina, Cristina Fernandez Kirchner, in merito al contenzioso diplomatico con la Gran Bretagna sulle Falkland-Malvine. «Il resto degli altri paesi, invece, è obbligato a rispettare tali normative, altrimenti rischia di essere dichiarato un paese nemico o di essere invaso militarmente», ha sottolineato la presidente in un discorso nell'apertura di un vertice in Messico tra i leader di una trentina di paesi latinoamericani.Nel suo intervento, la Fernandez ha d'altra parte «ringraziato» per il
sostegno che Buenos Aires sta ottenendo da parte dei paesi latinoamericani nelle proprie proteste contro lo sfruttamento petrolifero da parte di Londra dei fondali nelle vicinanze delle isole dell'Atlantico del sud. L’APPOGGIO DI CHAVEZ - I vertici argentini in Messico, per cercare alleati nel braccio di ferro con il Regno Unito sullo sfruttamento petrolifero delle isole Falkland-Malvinas. Il capo di stato Cristina Fernandez Kirchner è sbarcata domenica a Cancun. Parola d’ordine al vertice del Gruppo di Rio: assicurarsi l’appoggio di altri paesi sudamericani e rispondere con fermezza al via delle trivellazioni, annunciato da Londra proprio per queste ore. “Gli inglesi continuano a minacciare l’Argentina – ha tuonato il presidente venezuelano Hugo Chavez, rivolgendosi alla sovrana -, ma i tempi sono cambiati, cara regina. Non siamo più nel 1982. Se l’Argentina viene attaccata, può stare sicura che non resterà sola come in passato”. La piattaforma incriminata è a un centinaio di chilometri a nord delle isole. Ad ovest, secondo la compagnia petrolifera, anche Buenos Aires avrebbe iniziato le trivellazioni Eredità dell’impero britannico dal diciannovesimo secolo, le FalklandMalvinas erano state oggetto di una contesa con l’Argentina, fra l’aprile e il giugno del 1982. Una guerra lampo conclusa con quasi 900 caduti e la conferma della sovranità britannica. Escluso un nuovo intervento militare, l’Argentina ha però ora imposto una stretta nell’accesso alle isole dalle proprie acque. Ferma la replica del ministro degli esteri britannico Miliband: “Il diritto internazionale ci dà ragione”. LA PARTITA DEL DIO PETROLIO - Le Isole
Falkland o Malvine, un arcipelago dell’Atlantico con appena 3mila abitanti, tornano ad infiammare i rapporti tra Argentina e Gran Bretagna. Per il loro controllo si sono gia’ combattute tre guerre: nel 1833, con la prima invasione britannica; nel 1914, durante la Prima guerra mondiale, con una battaglia navale anglo-tedesca; nel 1982, quando l’attacco navale argentino fu respinto dalla Royal Navy di Margaret Thatcher. Questa volta la sfida si gioca sui giacimenti di petrolio un centinaio di chilometri a nord dell’arcipelago, dove si stima vi siano riserve pari a 60 miliardi di barili di greggio. L’esplorazione e’ stata affidata alla britannica Falkland Oil & Gas in collaborazione con Bhp, la piu’ grande multinazionale del settore minerario. La settimana scorsa l’ambasciatore britannico a Buenos Aires e’ stato convocato al ministero degli Esteri argentino per una protesta contro quella che viene considerata una violazione della sovranita’ nazionale. Ma Londra tiene duro e ha fatto sapere che alle societa’ argentine sara’ offerta eventualmente solo una partecipazione con quote minoritarie. Con l’Argentina si e’ schierato il presidente venezuelano Hugo Chavez che ha definito irrazionale l’iniziativa e ha chiesto la restituzione dell’arcipelago a Buenos Aires perche’ “il tempo per gli imperi e’ finito”. Per il ministro degli Esteri britannico David Miliband ha assicurato l’attivita’ estrattiva e’ “del tutto conforme al diritto internazionale”. Il primo ministro britannico Gordon Brown ha avvertito che il governo “ha in atto tutti i preparativi necessari per assicurare la sicurezza degli abitanti delle isole Falkland”.
Torna l’incubo dei pirati sul Rio Paranà BAIRES - Chi crede che i pirati esistano ancora ha pienamente ragione. Chi pensa che questi operino solo nel golfo di Aden si sbaglia di grosso. E' notizia di questi giorni che la forza pubblica paraguayana sta dando la caccia da diverso tempo a un gruppo di pirati che spalma le sue gesta criminali all'interno delle acque del Rio Paranà, grande via fluviale lungo 2,570 chilometri che delimita i confini fra Argentina Paraguay e Brasile. Tutto nasce dalla crescente quantità di denunce per furto di barche piovute sulle scrivanie del commissariato del dipartimento dell'Alto Paranà. "Barche rubate e riutilizzate per assaltare altre imbarcazioni al fine di sottrarre con la forza, grazie all'uso delle armi, il carico dei malcapitati navigatori" dicono dagli uffici della polizia. Ad ogni modo le azioni dei pirati possono variare e non hanno sempre come obiettivo il carico trasportato dalle imbarcazioni. Capita infatti, che i pirati prendano di mira il personale che viaggia sulle barche e lasci perdere il carico trasportato. Spesso colpiscono di notte, quando il buio favorisce gli attacchi. "In uno degli ultimi attacchi" racconta Jesus Nuñez "i pirati hanno raggiunto di notte una delle isole del Rio Paranà. Hanno bloccato e minacciato con le armi in pugno le persone che su quell'isola stavano riposando per la notte e hanno portato via tutto: beni personali, soldi, merce di ogni tipo. Per fare in modo che le vittime non avvisassero la polizia nazionale i pirati hanno rubato anche i telefoni cellulari". La speranza oggi è che questi gruppi non inizino a usare la violenza e che la polizia sia comunque in grado di fermarli quanto prima. Ma il vero "colpo del secolo" i pirati l'avrebbero messo a segno qualche tempo fa quando in diciassette assaltarono un'imbarcazione carica di riproduttori cd, computer, macchine fotografiche e videocamere e altri elettrodomestici, per un valore elevato in termini monetari. Vittime degli attacchi dei pirati anche due deputati argentini che si erano concessi qualche ora di svago pescando nelle acque del fiume. Anche loro sono stati abbordati dai pirati, scortati fino a riva e derubati di tutto. Anche della barca che stavano usando per navigare sul fiume.
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Il legale di Battisti è sicuro: «Lula non concederà mai l’estradizione» ROMA - "Se Battisti è così tranquillo che il presidente Lula gli conceda l'immunità io non capisco perchè continui a parlare". Lo dice ai microfoni di CNRmedia Alberto Torregiani, figlio dell'orefice ucciso dai PAC di cui Cesare Battisti faceva parte, replicando a Luis Roberto Barroso, avvocato dell'ex terrorista. Alberto Torregiani, figlio dell'orefice ucciso dai PAC replica a Luis Roberto Barroso, avvocato dI Cesare Battisti che ha ribadito l'innocenza del suo assistito. Il legale poi esprime fiducia sulla possibilità di un "no" di Lula all'estradizione e fa sapere che Battisti vorrebbe incontrare i parenti delle vittime. "Se Battisti è così tranquillo che il presidente Lula gli conceda l'immunità io non capisco perchè continui a parlare" dice Torregiani a CNR. "Ma mettiamoci a confronto risponde Torregiani - a questo punto sono anche un po' stufo di rispondere alle televisioni, alle radio e parlare tramite i media. Battisti ha il coraggio di venire davanti a me e dire "Io sono innocente"? Vediamolo". "Si possono anche fare degli accordi, ma un senso di giustizia ci deve essere - prosegue Torregiani - non è possibile che a lui venga data immunità. Il punto è che comunque che lui è accusato di aver sparato a due persone e di averne fatte uccidere altre due. E' la sua innocenza rispetto a questo che deve dimostrare". DIFESA: NESSUNA CONSEGUENZA TRA ITALIA E BRASILE SE NON CI SARA’ ESTRADIZIONE - “Non ci sara’ nessuna conseguenza negativa nelle relazioni tra Italia e Brasile se Battisti, come credo, non verra’ estradato”. Lo ha affermato l’avvocato difensore di Cesare Battisti, Luis Roberto Barroso, in un’intervista a Cnrmedia. “La Francia ha recentemente negato l’estradizione di una ex terrorista italiana dello stesso periodo e nego’ la prima richiesta di estradizione di Battisti,
EDITORE Cooperativa Editoriale L'Italiano Soc. Coop. a mutualità prev. Srl P.Iva 09341041003 REGISTRAZIONE Tribunale di Roma: 492007 del 02.03.2007 ROC: 15506 DIRETTORE Gian Luigi Ferretti VICEDIRETTORI Tullio Zembo - Edizione Sud America DIRETTORE RESPONSABILE Salvatore Santangelo COLLABORANO Italia: Stefano Pelaggi, Eugenio Balsamo, Simone Nastasi, Pasquale Campolo, Mara De Gaetano Francia: Carlo Erio Germania: Alessandro Chiodo Svizzera: Antonio Zulian Principato di Monaco: Fabrizio Carbone USA:Luigi Solimeo, Nino Antonelli
che rimase sul suolo francese per piu’ di un decennio. Ma non mi pare che tra Francia e Italia le relazioni siano peggiorate” ha aggiunto l’avvocato. Barroso, ha sottolineato il ruolo di Lula in tutta la vicenda. “La decisione finale spetta solo al presidente. Il Supremo Tribunale Federale, la piu’ alta carica brasiliana, ha riconosciuto espressamente che la competenza per questo tipo di decisione spetta al Presidente della Repubblica, che puo’ fare una propria valutazione politica sulla questione”. Nel caso il presidente decida di non consegnare Battisti, ha aggiunto Barroso, “ci sono diversi appigli consistenti che possono giustificare la sua decisione”. “E’ importante dire - ha affermato - anche che la competenza del capo del potere esecutivo in questa materia e’ riconosciuta in molti paesi, ad esempio gli
Stati Uniti, la Spagna e la Francia. Non ci sarebbe quindi niente di eccezionale se il Brasile non concedesse l’estradizione di Battisti” ha concluso l’avvocato. BERLUSCONI IN BRASILE: SI MA QUANDO? - Alcuni giornali italiani danno per certa l’imminente visita ufficiale del presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, in Brasile. Quelli verdeoro non vi accennano affatto, se non per riportare qualche lancio d’agenzia proveniente dall’Italia. Comunque sinora mai un viaggio di un premier italiano in terra straniera era stato preparato dalla diplomazia del Belpaese in modo tanto discreto, quasi di soppiatto. Si sussurra che nel corso dell’incontro col presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, Berlusconi dovrebbe promuovere i gioielli dell’industria
militare italiana, e affrontare il caso Battisti solo per dovere istituzionale. Anzi, secondo le ormai note ricostruzioni della stampa brasiliana, vi sarebbe un tacito accordo tra i due leader affinché la decisione di Lula sull’ex militante italiano venga in ogni caso rimandata alla fine del prossimo mese. Tutto ció per non turbare questi negoziati commerciali – cui la visita dovrebbe dare un fondamentale impulso – giacché pare probabile che il Planalto intenda confermare a Cesare Battisti quell’asilo politico giá concesso oltre un anno fa. A reagire con forza a questi rumors é stato soprattutto il centrista Rocco Buttiglione, che ha dichiarato: «Non vorremmo che per ottenere qualche commessa in più si umiliasse la dignità della nazione, il dolore delle vittime e dei loro familiari, nonché la nostra giustizia».
L’EDITORIALE: Usque tandem? ROMA - La mia casella di posta elettronica è continuamente intasata da quattro tipi di messaggi: a) banche di tutti i tipi e Poste che, per il mio bene, mi richiedono i miei codici segreti; b) improbabili società cinesi che vogliono vendermi prodotti elettronici a prezzi stracciati; c) venditori di Viagra; d) personaggi che si denigrano fra di loro e, tutti insieme, denigrano il Pdl al quale dichiarano di appartenere. Fra tutti i più molesti sono proprio questi. Proprio ieri un matto ha scritto a mezzo mondo qualcosa del genere: Ho sentito per caso al bar che qualcuno diceva che tu avevi combinato qualcosa. Non so chi e non so cosa ma tu devi giustificarsi se non hai nulla da nascondere. Un altro spiegava che l’uno forse è pagato da un Senatore che lui loda e che l’altro sicuramente lo è stato nel periodo nel quale non lo attaccava. Anzi, già che c’era, rendeva nota la sua certezza che quest’altro fosse anche al soldo del deputato dipietrista Razzi. Infine ci si è messo, eccitatissimo, anche un parlamentare di quelli che non hanno fatto il test anti droga. Stupefacente! Che domenica, ragazzi! Io ero a casa con il mal di gola, ma possibile che gli altri non avevano di meglio da fare che buttare feci nel ventilatore per divertirsi a vederle schizzare via per ogni dove? Il guaio è quando qualcuno li prende sul serio e addirittura pubblica i loro messaggi. E’ stato così che il mio amico Carlo Erio si è rotto le scatole. Constatato che l’ambiente non è adatto alle persone normali come lui, ma sembra fatto apposta per mitomani, pettegoli, frustrati e soprattutto candidati a candidato, deve avere pensato: “ Ma come? Metto a disposizione il mio tempo e le mie energie senza chiedere nulla in cambio e devo starmene buono e zitto a ricevere palate di melma in faccia da chiunque si svegli la mattina col nervoso perché la sera prima ha trovato la moglie a letto con un altro?”. Conseguenza: arrivederci e grazie, si è dimesso da Coordinatore del Pdl in Francia. Naturalmente Di Biagio ha prontamente ricusato le dimissioni. Ci mancava altro. Anche se c'è stato chi sceso giu dalla montagna con la piena - ha finto di non capire i motivi del gesto. Usque tandem? Fino a quando dovremo sopportare? Guai a chi chiede di essere cancellato dalle catene del pettegolezzo o addirittura tenta di controbattere: Zitto tu che all’asilo hai rubato una mela! Taci tu che non sei normale: in Internet c’è la prova che sei andato con una donna! Chiudi il becco tu che sei amico di uno che è parente di un signore che conosce un Consigliere di nomina governativa del Cgie! No. Non se ne può più. Sto impazzendo. Finirò col comprare il Viagra da un’improbabile ditta cinese pagando da una banca che richiede il mio codice segreto. Pur di non ricevere più i messaggi di quei quattro o cinque deficienti che giocano a fare gli untori mentre aspirano a diventare mascalzoni patentati. Lucius Sergius Catilina
ITALIA Redazione: Palazzo Patrizi Montoro Piazza San Luigi de’ Francesi, 37 00186 Roma Tel.: 0664760600 redazione@litaliano.it Stampa: Telestampa Centro Italia Srl Località Casale Marcangeli Oricola (AQ) EDIZIONE SUD AMERICA Redazione: Uruguay 239 piso 7 apt D C1015ABE Buenos Aires Tel.: 4372-6111 zembot@fibertel.com.ar Stampa: Diario del Viajero Av. de Mayo 666 C1084AAO Buenos Aires Distribuzione: Antonio Felix De Bonis Estados Unidos 1788, 3°piso - 2, Buenos Aires Collaborano: Argentina: Daniel Bellicoso, Salvatore Giuffrida. Brasile: Adriano Bonaspetti, Stefano Andrini Paraguay:Elisabetta Deavi, Antonio Fossati
Unione Stampa Periodica Italiana
F.U.S.I.E.
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ESTERI
Il Consiglio dei ministri degli Esteri APPELLO DI MORATINOS E KOUCHNER: “NON CʼÈ PIÙ TEMPO DA PERDERE, DOBBIAMO CONTRIBUIRE ALLA PACE CON UN TAVOLO NEGOZIALE”
L’ITALIANO MARTEDI’ 23 FEBBRAIO 2010
Medio Oriente, la Ue ha fretta Non c'è “più tempo da perdere”: l'Unione europea deve “assumere adesso le sue responsabilità” per contribuire alla pace in Medio Oriente. Questo il messaggio lanciato dai ministri degli Esteri di Francia e Spagna, Bernard Kouchner e Miguel Angel Moratinos, in un intervento pubblicato sul quotidiano Le Monde. In particolare, i capi della diplomazia di Parigi e Madrid chiedono ai Ventisette di fissare un “calendario negoziale” sulla questione dello status finale dello Stato palestinese nonché una “conferenza al vertice per la pace”. “Al di là dei colloqui in prossimità (proposti dagli Usa) - aggiungono Kouchner e Moratinos - oggi necessari ma insufficienti, dobbiamo proporre un calendario negoziale limitato, sull'insieme delle questioni dello status finale(sicurezza, frontiere, acqua, rifugiati, Gerusalemme) e un meccanismo di inquadramento serio, che tragga le conclusioni dagli errori del passato”. E ancora: l'Ue “potrebbe anche accogliere una conferenza al vertice per la pace che consenta di avvalorare e inquadrare questa dinamica nonché incoraggiare la ripresa dei contatti per una pace definitiva tra Siria Libano e Israele”. Al termine
MIGUEL ANGEL MORATINOS
di questo processo, “l'Europa, come già si era impegnata a fare, riconoscerà collettivamente lo Stato palestinese”, tagliano corto i due ministri. Inoltre, secondo Kouchner e Moratinos, l'Ue deve “oggi avanzare
proponendo delle garanzie politiche, di sicurezza, finanziarie per aiutare israeliani e palestinesi”. I due responsabili propongono anche che Bruxelles promuova “già da adesso (...) sul terreno delle misure di fiducia”
per aiutare simultaneamente il rilancio delle trattative che - insistono i due ministri - devono ripartire “subito”. “I moderati dei due campi e i donatori hanno bisogno, per proseguire i loro sforzi, di essere ricom-
pensati dall'apertura di una reale prospettiva politica” spiegano Kouchner e Moratinos ricordando che l'Ue fornisce oltre il 50% dell'aiuto ai palestinesi. I due ministri non riprendono tuttavia l'idea avanzata lo scorso
Goeldi lascia l’ambasciata dove risiedeva da 19 mesi
Berna-Tripoli, c’è una svolta nella crisi diplomatica dei visti La crisi diplomatica tra Berna e Tripoli è a una svolta, e si apre uno spiraglio per la questione dei visti di Schengen, ancora sospesi per i cittadini che viaggiano nel Paese africano. I due svizzeri rifugiati nella rappresentanza diplomatica l'hanno lasciata, uno per partire alla volta della Tunisia e l'altro per consegnarsi alle autorità libiche, che lo trasferiranno in carcere. Goeldi, aveva sottolineato in precedenza il ministro degli Esteri libico, Mussa Kussa, "deve scontare la sentenza", ovvero quattro mesi di carcere comminati per violazione delle leggi sull'immigrazione.
I libici avevano dato in mattinata una prova di forza. La polizia aveva circondato l'ambasciata svizzera e lanciato un ultimatum con scadenza a mezzogiorno per la consegna di Goeldi. Goeldi era nell'ambasciata da diciannove mesi insieme con Rachid Hamdani, un altro imprenditore nei confronti del quale fu intentato un processo per analoghi reati ma con esito diverso. La magistratura lasciò cadere le accuse nei suoi confronti. Il destino di Max Goeldi è diverso. Sconterà la pena nel carcere di Ain Zara, dove è a sua disposizione un interprete. La prova di forza li-
bica è l'ultimo capitolo di una vicenda che cominciò nel luglio del 2008, quando la magistratura elvetica fece arrestare il figlio di Gheddafi, Hannibal, per maltrattamenti nei confronti di due domestici. La pubblicazione sui giornali svizzeri della foto di Hannibal in manette suscitò ulteriore irritazione nel Paese africano. Da bilaterale la crisi si è poi estesa ad altri Paesi dopo che Berna ha stilato una lista di 186 libici "non graditi" sul proprio territorio, tra cui la famiglia Gheddafi, e Tripoli ha reagito sospendendo i visti per i cittadini provenienti dai Paesi Schengen.
MAX GOELDI. SVIZZERA-LIBIA, SI SBLOCCA LA SITUAZIONE
fine settimana dallo stesso Kouchner di un riconoscimento dello Stato palestinese prima ancora di un accordo con Israele sulla questione delle frontiere. Un'idea che il capo della diplomazia francese, che ieri ha visto a Parigi il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas), aveva avanzato a titolo personale. Abu Mazen incontrerà questo pomeriggio sempre a Parigi il presidente francese Nicolas Sarkozy. Moratinos, il cui Paese assume la presidenza di turno dell'Ue, si è detto anche "estremamente preoccupato" per l'uso di passaporti europei da parte del commando che ha assassinato a Dubai un capo di Hamas, Mahmud al-Mabhouh. ''Noi siamo molto preoccupati che dei passaporti europei che sono dei documenti legali rigorosi, siano stati potuto essere utilizzati a scopi diversi dal loro uso'', ha detto Moratinos. I ministri degli Esteri della Ue hanno discusso in giornata della vicenda relativa all'assassinio di uno dei fondatori del braccio armato di Hamas Mahmoud Al-Mabhouh, il 20 gennaio scorso in un hotel di Dubai. I killer erano in possesso di passaporti europei: della Gran Bretagna, Irlanda, Francia e Germania.
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SPORT
Sorrisi in casa bianconera SECONDA VITTORIA CONSECUTIVA IN CAMPIONATO PER LA JUVE, PER IL TECNICO SEGNALI EVIDENTI “MA NON PRENDETEVELA CON DEL PIERO” "Diego deve abituarsi al campionato italiano. È un tre-quarti straordinario. Deve adattarsi al campionato italiano perché sul piano del far giocare male gli avversari siamo i più bravi del mondo". Il tecnico della Juve Alberto Zaccheroni elogia il brasiliano che sta crescendo parecchio nelle ultime settimane. "Siamo sulla strada giusta - continua - Giocare in Europa League il giovedì e non potersi allenare normalmente non è facile - Se prima la squadra giocava contro Ferrara? Io guardo solo dal mio arrivo in avanti, non posso stabilire cosa possa essere accaduto. Io non credo assolutamente che questi giocatori possano aver giocato contro qualcuno. Avevano solo bisogno di ritrovare l'autostima e questa arriva dai risultati". Zaccheroni sta facendo benissimo, eppure il suo rapporto con la Juve potrebbe chiudersi a fine stagione. "Altre volte avevo il contratto biennale e non sono rimasto - continua - Nel calcio ci sta tutto. Con la proprietà ho un rapporto chiaro, ci siamo detti firmiamo fino alla fine della stagione e poi si vedrà. Io sono qui, non ho fretta di andare da nessuna parte, ho solo voglia di allenare perché tre
ALBERTO ZACCHERONI
anni in tribuna sono tanti, accompagnato dal detto ‘Zaccheroni non ha più voglia’, che non è assolutamente vero". "Quando mi hanno chiamato - continua Zaccheroni - non ho chiesto il perché, mi hanno detto 'abbiamo bisogno di disputare la Cham-
pions League’ e io ho risposto che secondo me la squadra era in grado di centrare l'obiettivo. Servono allenatori che sappiamo motivare e gestire il gruppo, come tutte le aziende. Mettere in condizione i giocatori, attraverso il modulo di gioco,
di giocare ognuno al proprio posto e creare questo clima di compattezza". Zaccheroni parla anche di Amauri e delle sue possibilità di giocare in nazionale: "In questo momento sta molto bene, anche se è discretamente affaticato perché ha giocato spesso. In nazionale? Ho rispetto nei ruoli, c'è Marcello Lippi per questo, del resto non è che li può chiamare tutti. Con il ct ho un ottimo rapporto da sempre. Ci siamo sentiti dopo 2-3 giorni dal mio arrivo qui a Torino, ci siamo scambiati un in bocca al lupo. Cercherò di fare in modo di centrare l'obiettivo primario alla Juve, ma anche di mandargli i giocatori in nazionale nelle migliori condizioni possibili". Tornando a Del Piero e alle polemiche sui rigori e anche alle sue esultanza Zaccheroni dice: "A Del Piero si può contestare di avere attraversato periodi poco brillanti dopo gli infortuni, ma attaccare la sua immagine è una bestemmia. Noi abbiamo la possibilità di vedere attraverso la moviola se c'è stato contatto o meno, in campo i giocatori non possono farlo. Quando si segna un rigore è normale sfogare la tensione di una settimana".
MERCATO
Zaccheroni: “Diego migliora, Ale inattaccabile” Moratti: “Silenzio stampa per mantenere le energie” "Cannavò in questo momento mi avrebbe bacchettato perché non avrebbe capito le esibizioni di qualcuno all'interno della squadra". Così il presidente dell'Inter Massimo Moratti, a margine del Candido day, esordisce per parlare dell'attuale momento dell'Inter e di tutto quello che sta succedendo attorno alla squadra nerazzurra. "Ci aspettiamo di andare bene, devono andare bene -ha detto in relazione a quello che si aspetta quest'anno -. Abbiamo questa partita adesso (contro il Chelsea, ndr), speriamo di fare bene, ci vuole fortuna. C'è molta attenzione, concentrazione, diciamo che il criticatissimo silenzio stampa è anche un modo per non disperdere energie. Se l'ho imposto io? È figlio di un ragionamento abbastanza normale, per tutti i casini che ci sono". Certo, affrontare il Chelsea in questo momento di grande forma della squadra di Ancelotti non è il massimo, ma Moratti confida
MASSIMO MORATTI
sul fatto che mercoledì si giocherà a San Siro. "Il Chelsea è particolarmente in forma in questo momento, però giochiamo a Milano. Senza complessi di inferiorità? No, no". E sulla squadra che sabato ha retto anche in 9 contro 11 al cospetto della Sampdoria, Moratti ha detto: "Conforta ma stanca, però il fatto di condurre in porto una gara in 9 darà alla squadra coraggio quando giocheranno in undici".
L’ad del Milan: “Berlusconi non voleva attaccare Leonardo” Il presidente della Figc contro polemiche e proteste
Galliani: “Domani vediamo Abete invita alla calma se il campionato è riaperto” “Rispettiamo lo sport” "Cannavò era innamorato dello sport, un grande appassionato di tutte le discipline, amava il calcio, come il ciclismo, la F.1 e gli sport olimpici. Un ricordo affettuoso e un saluto a candido". Così Adriano Galliani, ricorda a un anno dalla scomparsa l'ex direttore della Gazzetta dello Sport Candido Cannavò. Parlando di calcio giocato il campionato di serie A sembra essersi riaperto per la lotta al titolo. "Sarebbe importante per tutti, mezzi di informazione e tifosi continua - Cinque punti non sono tantissimi, noi siamo a 7 punti con una partita da recuperare, vediamo a quanti punti saremo mercoledì sera. Più
facile rimontare l'Inter o il Manchester? Non faccio l'indovino. Le parole di Berlusconi? La frase del presidente era riferita a qualcuno che diceva che bisogna comprare altri giocatori, non c'era nessun attacco a Leonardo, mi rendo conto di essere ripetitivo. Il Milan ha un gruppo che ha vinto tanto, cinque trofei internazionali in questo secolo, siamo gli unici, vuol dire che è un gruppo forte, coeso che sa riprendersi". Galliani invece tiene ad invitare tutti i colleghi ad evitare polemiche per non avvelenare il clima. "Io sono il presidente della serie A, questi gesti eccitano gli animi. Non ho mai visto un pubblico ec-
citato come al ritorno nel derby. Non c'è nessun attacco a Mourinho o all'Inter, inviterei gli addetti ai lavori ad abbassare i toni, altrimenti avremo allo stadio gente sovraeccitata. Non è un problema di inter e di Milan, ma generale". Galliani parla anche di Champions e del rischio che l'Italia possa perdere una rappresentante in Europa il prossimo anno. "Dico che noi stiamo rischiando di perdere già dal 2011 una squadra, quindi mentre in campionato siamo concorrenti, solo chi è autolesionista può tifare contro una italiana. Ancelotti è un mio amico, ma questo è un altro discorso".
Ogni volta che si va oltre nei gesti e nei toni si crea un'esasperazione che non può essere giustificata solo per la fase che si sta vivendo. Per tutti questa è una fase delicata, ma serve rispetto per tutti gli altri protagonisti, l'idea di un calcio sovraeccitato non fa bene. Così il presidente della Figc, Giancarlo Abete, ha commentato l'innalzamento dei toni che coinvolge allenatori, giocatori, società e arbitri. Tanto che parlare di etica in questo momento potrebbe risultare fuori luogo. "Ognuno abbia la capacità di capire in che contesto opera, ci vuole la capacità di essere protagonisti di un tipo di cultura
GIANCARLO ABETE
che rispetti lo sport e non solo quella di portare avanti le proprie istanze a livello individuale. Si possono portare avanti le proprie istanze nel rispetto dei valori comuni". Abete è anche tornato sulla telefonata che ha avuto ieri con il presidente dell'Inter Massimo Moratti, all'indomani della gara di San Siro contro la Sampdoria. "Con Moratti è stata una chiacchierata tranquilla, positiva, come è nel costume delle chiacchierate tra dirigenti sportivi. Ci siamo rappresentati alcuni scenari, è stato un momento di confronto naturale che avviene di frequenza non soltanto con Moratti" ha concluso Abete.
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CONTROCOPERTINA 8 BOOM DI ASCOLTI MA ANCHE TANTE POLEMICHE PER LA KERMESSE
L’ITALIANO MARTEDI’ 23 FEBBRAIO 2010
Sanremo: a sorpresa vince il giovane Valerio Scanu so inceppi nel sistema: «Non è andato in tilt, ha funzionato sempre, sono invece cambiati i flussi. Con il variare dell'orario la platea diminuisce e i flussi mutano». E ha respinto il sospetto che diversi voti assegnati tramite sms siano stati respinti automaticamente. Restano sconosciuti, quindi, il numero di votanti, il numero di voti assegnati a ciascun cantante e l’andamento dei flussi.
SANREMO - Dopo il boom di ascolti della finale, con 12 milioni 462 mila telespettatori e uno share del 53,21%, che ha confermato l’ottimo andamento di tutto il festival, l’eco su Sanremo non si spegne, grazie anche alle polemiche che si sono accese durante e dopo la puntata sull’esito e sullo stesso meccanismo del televoto. IL VINCITORE – La vittoria di Valerio Scanu, vent’anni, sardo, secondo classificato all'edizione 2008 di Amici, si può quasi inscrivere nella scia di Marco Carta dello scorso anno, arrivato al festival da vincitore della precedente edizione del talent show di Canale 5. Scanu, eliminato dalla guiria demoscopica e ripescato dal televoto, ha superato anche Marco Mengoni, vincitore dell’ultima edizione di XFactor ed apprezzato anche dalla critica, con un risultato che sembra quasi rispecchiare i dati d’ascolto dei rispettivi programmi tv. Subito dopo la vittoria, il ragazzo è stato sballottato come di consueto tra set
LA RIVOLTA DEGLI ORCHESTRALI – Ma l’edizione 2010 sarà certo ricordata anche, e forse soprattutto, per la storica rivolta degli orchestrali, che all’annuncio
Auditel, che hanno registrato un picco alle 22,13 di 15 milioni e 195 mila spettatori. Un successo che ha sorpreso probabilmente i suoi stessi
La vittoria di Valerio Scanu, vent’anni, sardo, secondo classificato all'edizione 2008 di Amici, si può quasi inscrivere nella scia di Marco Carta dello scorso anno. E’ il trionfo della scuola di Maria De Filippi fotografici, agenti, uffici stampa, assistenti e discografici. E a questi ultimi ha rivolto un ringraziamento: “sono stati fondamentali perché i miei genitori sono potuti venire solo il primo giorno, per il resto accanto a me ci sono stati solo loro". Scanu ha ringraziato anche Alessandra Amoroso, altra creatura ormai affermata di Amici, che ha duettato con lui per due sere, e ha dedicato il premio ai suoi fan. Ha detto, inoltre, di aver ricevuto una telefonata di complimenti di Maria De Filippi, che “mi ha parlato come una mamma parlerebbe con il figlio che l'ha fatta contenta facendo qualcosa di bello". Sull’esperienza sanremese, Valerio l’ha definita non solo “un'esperienza artistica, ma proprio un'esperienza di vita”, che gli avrebbe insegnato ad essere più disponibile e “meno antipatico”, motivo che, aveva dichiarato qualche giorno prima, avrebbe spinto la giuria ad escluderlo momentaneamente. Anche se lui giura di non essersi montato la testa e di considerare quest’esperienza come un punto di partenza. IL SUCCESSO – La giornata di domenica è iniziata, naturalmente, con l’esultanza dei vertici Rai per i risultati
fautori, e di certo ha smentito i molti che si aspettavano un crollo dopo l’ultima edizione firmata Bonolis. Il direttore di Raiuno Mauro Mazza, anche lui esordiente al festival, ha detto infatti: «Sanremo è tornato a piacere a interessare la gente di qualsiasi età perché le nostre indagini parlano di un pubblico trasversale; chi guarda la gara partecipa, si infervora, fa il tifo. D'altra parte se nel momento finale c'era il 77,34% di share vuol dire che chi aveva votato con sms o da telefono fisso voleva vedere quanto il suo voto avesse inciso sull'esito finale». E il direttore si è ampiamente complimentato anche con la conduttrice, indiscussa vincitrice a sorpresa della kermesse: «Presentatrice e padrona di casa simpatica e affabile ma capace di tenere la barra dritta quando sembrava che le cose potessero sfuggire di mano». La stessa Clerici è apparsa ovviamente soddisfatta e raggiante: «Non mi sono mai divertita così tanto, non avevo mai visto l'Ariston diviso come sabato sera. Negli occhi della gente c'era il tifo vero, quello calcistico. Quando per la tua squadra sei disposto a urlare, sbraitare. Questo Festival è un ricordo che porterò nel cuore
per tutta la vita». Eppure la presentatrice ha già annunciato di non volersi ripetere il prossimo anno, e alle domande sulla futura conduzione il direttore Mazza ha risposto: «Lo condurrà un volto Rai. Non posso ancora farvi dei nomi (anche se gira già quello di Carlo Conti, ndr) ma abbiamo fatto molti sforzi per riportare questa manifestazione ai livelli di un tempo e ora la facciamo presentare dalla star di un'altra azienda? Sarebbe un paradosso!». Maurizio Costanzo, invece, al rientro ufficiale in Rai, ha commentato così la contestazione e le critiche alla sua scelta di portare sul palco tre operai di Termini Imerese e di allestire un dibattito politico sul tema: «Ieri sera qualcuno dal loggione ha fischiato quando sono saliti sul palco gli operai e Bersani e Scajola hanno parlato. A gente così gli metterei le mani in faccia! Probabilmente si trattava di una cellula impazzita». E ha concluso con una battuta sul possibile ritorno al Question Time giornaliero nel 2011: «Fatemi arrivare all'anno prossimo e poi ne parliamo». LA DENUNCIA DEL CODACONS – Molti, però, hanno avanzato dubbi sulla trasparenza del risultato, contestato platealmente anche dall’orchestra, che da regoladovuto mento avrebbe incidere con il suo voto del 50%. Così, è sceso in campo anche il Codacons, che ha chiesto la sospensione dei risultati finali e, assieme all’Associazione utenti radiotelevisivi, il sequestro dei televoti alla Guardia di Finanza di Sanremo e all’autorità delle Tlc. L’associazione dei consumatori ha ritenuto l’intervento necessario ad escludere che si tratti di utenze collegate ad agenzie specializzate» e a verificare se «le società private che gestiscono il televoto abbiano interessi o rapporti economici con alcuni dei partecipanti alla gara».
Anche perché, ha ricordato il Codacons, «in passato alcuni soggetti hanno confessato apertamente di avere acquistato pacchi di televoti da agenzie specializzate che usano una quantità di utenze telefoniche a loro collegate per far convergere migliaia di televoti “popolari” su questo o quello». Sul business del televoto è intervenuto anche Nino D’Angelo ai microfoni della Rai: «Se il voto è democratico, allora non si deve pagare». I vertici Rai hanno cercato di smussare la polemica, venendo parzialmente incontro alle proteste di questi giorni. Il direttore di Raiuno Mazza ha promesso: «Sul televoto ragioneremo insieme», anche se crede che il successo di pubblico sia dovuto anche a questo meccanismo. Il direttore artistico del festival Gianmarco Mazzi, invece, si è dichiarato contrario da sempre: «È in apparenza il sistema più democratico e giusto, ma nella realtà non lo è. Favorisce che artisti determinati appartengono a determinate zone di Italia. Chi verrà dovrà fare modifiche, si dovrà lavorare a un sistema nuovo». Il riferimento, forse, è anche alla provenienza regionale dei vincitori delle ultime due edizioni, Marco Carta e Valerio Scanu, entrambi sardi. In ogni caso, la Rai non ha reso pubblici i dati del voto telefonico popolare, perché, secondo il capostruttura di Raiuno Antonio Azzalini, il regolamento non lo consentirebbe. Azzalini ha replicato a Mazzi che «il televoto ha sempre funzionato» e che Valerio Scanu ha superato il trio PupoEmanuele Filiberto-Luca Canonici solo negli ultimi minuti, con l'ultima esecuzione del brano «Per tutte le volte che». Ci sarebbe stato un testa a testa tra Scanu e Pupo, ma quando il ragazzo ha cantato per l'ultima volta, è scattato il flusso forte di televoti a suo favore, mentre per il trio era successo lo stesso in misura inferiore. Azzalini ha poi esclu-
un “gesto del tutto improvvisato, nato d’istinto. Il pubblico ha iniziato a fischiare quando la Clerici ha annunciato le tre canzoni che si giocavano la finale e soprattutto quelle che ne erano escluse. Nella baraonda, ho visto volare il primo spartito e dopo pochi secondi sui leggii turbinavano fogli di musica”. Il contrabbassista non è d’accordo sulla mancanza di professionalità del gesto, anzi lo ha definito “solo un modo per dire che non si è d’accordo. E ha una lunga tradizione”. Parrinello ha negato che si trattasse di una gag preparata: lo sfogo è nato spontanea-
L’edizione 2010 sarà certo ricordata anche, e forse soprattutto, per la storica rivolta degli orchestrali, che all’annuncio degli esclusi dal podio, e in particolare al nome della loro favorita Malika Ayane, hanno lanciato alcuni fogli in aria in segno di disapprovazione. degli esclusi dal podio, e in particolare al nome della loro favorita Malika Ayane, hanno lanciato alcuni fogli in aria in segno di disapprovazione. Un atteggiamento che non è piaciuto al direttore artistico Mazzi: «Non l'ho apprezzato, i musicisti devono essere dei professionisti. Anche se l'ho interpretato come un atteggiamento protettivo nei confronti di Malika e mi auguro sia così». Così, la nuova figura del Lanciatore di Spartiti è diventata protagonista della scena, e su Facebook il gruppo «Orchestra della Rai in rivolta a Sanremo 2010» ha totalizzato 7 mila adesioni in poche ore. Il direttore d’orchestra Marco Sabiu ha detto di aver «democraticamente consentito alla giuria di manifestare il dissenso», mentre Mauro Parrinello, contrabbassista della Sanremo Festival Orchestra, ha rilasciato un’intervista in proposito alla stampa, nonostante l’irritazione e i possibili veti posti dalla Rai. Parrinello ha raccontato come il lancio degli spartiti sia stato
mente perché “l’orchestra si è sentita presa in giro perché tutti sapevamo che i nostri voti erano andati ad altre canzoni e soprattutto non a quella”. Con evidente riferimento al trio Pupo – Principe –Tenore. Il voto dell’orchestra era segreto e veniva espresso in numeri da 1 a 10 dopo le prove del pomeriggio con “scheda chiusa e un notaio a verificare il documento d’identità e a certificare la regolarità”. Parrinello ha svelato che, come facilmente intuibile, l’orchestra aveva premiato Malika Ayane e Irene Grandi, seguiti da Noemi e Cristicchi, con un buon risultato anche per il terzo classificato Mengoni. Il problema, ha sottolineato il contrabbassista, sta nella mancanza di chiarezza sulle proporzioni con cui il voto dell’orchestra abbia contribuito al risultato finale. In ogni caso, la rivolta è stata molto apprezzata dal pubblico, e Parrinello ha raccontato come l’orchestra sia stata acclamata fuori dall’Ariston: “Mai presi tanti applausi”! CLAUDIA BORGIA
Molti, però, hanno avanzato dubbi sulla trasparenza del risultato, contestato platealmente anche dall’orchestra, che da regolamento avrebbe dovuto incidere con il suo voto del 50%.