L ITALIANO MERCOLEDI’ 20 GENNAIO 2010 - Anno IV - Numero 11 (839 dall’inizio) QUOTIDIANO DELL’ITALIA NEL MONDO
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I militari Usa hanno iniziato a lanciare con il paracadute dagli aerei gli aiuti in beni di prima necessità per la popolazione di Haiti. In questo modo viene aggirata la strozzatura dell’aeroporto di Port-au-Prince. Lo dice un portavoce militare Usa. Si tratta di circa 14.000 pasti pronti e di circa 15.000 litri di acqua da bere, che sono stati paracadutati da un aereo cargo C-17 su una zona messa in sicurezza dai militari a nord-est della capitale Port-au-Prince ALLE PAG. 6
HAITI: GLI AIUTI ARRIVANO DAL CIELO QuiItalia
QuiArgentina
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Continua la disperata ricerca di padre Antonio Mancuello e degli altri argentini dispersi nell’inferno di Haiti
Allarme criminalità: a Monte Grande donna rapinata dell’auto e ferita a colpi di QuiItalia pistola. E’ in fin di vita Monito del Capo dello Stato:
alla pag. 4
Il Presidente del Senato Schifani celebra Bettino Craxi a dieci anni dalla sua scomparsa: «Fu solo una vittima sacrificale»
a pag. 2
alle pag. 4 Napolitano parla della piaga della
criminalità organizzata. «In Calabria c’è ancora la mafia peggiore» pag. 3
Sport Sfuma il sogno inglese per il patron del Cagliari, Massimo Cellino. Il West Ham acquistato dalla cordata Gold-Sullivan alla pag. 7
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POLITICA ITALIANA
Schifani celebra il leader socialista a 10 anni dalla morte IL POLITICO SCOMPARSO Eʼ STATO RICORDATO PRESSO LA BIBLIOTECA DEL SENATO LA FIGLIA: “LA SUA COLPA FU SFIDARE IL MARXISMO”
L’ITALIANO MERCOLEDI’ 20 GENNAIO 2010
A dieci anni dalla morte, Bettino Craxi è stato ricordato in una sede istituzionale, la Biblioteca del Senato, in una manifestazione organizzata dalla Fondazione che porta il suo nome. E il saluto del presidente del Senato Renato Schifani non si è fermato alla ritualità della circostanza, ma è entrato nel vivo della biografia di una figura decisiva nella storia politica recente. Schifani, ascoltato in prima fila dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha evitato ogni commento, ha indicato in Craxi una ‘’vittima sacrificale’’ della tragedia di Tangentopoli, abbandonato al suo destino da ‘’un ceto politico intimorito ed esausto’’. Per Schifani ‘’quella esperienza, ed anche la sua tragica conclusione, ci deve essere oggi di monito, innanzitutto quanto alla necessità di portare a compimento la lunga transizione, ridefinendo con un metodo condiviso un nuovo sistema di regole’’. Parole impegnative, scelte con cura da Schifani per gettare un ponte ideale fra le intuizioni riformatrici di Craxi e la necessità di compiere oggi quel ciclo lasciato incompiuto dal leader socialista. Al messaggio di Schifani si è ricollegata Stefani Craxi, sottosegretario agli Esteri, per ricordare che se la stagione delle riforme ‘’porterà i suoi frutti vorrà dire che vedremo germogliare molti semi sparsi da Craxi tanti anni fa’’. ‘’Mi auguro che in suo nome si possa lavorare - ha aggiunto - perché le idee di Craxi appartengono a tutta
IL DEFUNTO LEADER SOCIALISTA BETTINO CRAXI
la nazione’’. Stefania Craxi ha ringraziato il presidente del Senato Renato Schifani per aver ospitato l’evento di questa mattina: ‘’E’ un riconoscimento che mi ripaga di tante amarezze’’. Quindi per smentire le ‘’molte falsità’’ che ancora si rincorrono sul padre, ha ripercorso la sua attività politica individuando nel ‘’risanamento economico il suo capolavoro’’: ‘’Non è vero che lo fece aumentando il debito pubblico’’, ha precisato. Il punto più alto della sua tragedia ‘’fu proprio essersi messo contro il pensiero marxista – è la chiosa di Stefania - che aveva occupato le università, contagiato gli intellettuali e anche una parte dei cattolici’’. ‘’Craxi ha cambiato la cultura del Paese opponendo la tradizione riformista liberale al-
l’egemonia del marxismo comunista. Forse la tragedia di Craxi sta tutta qui, nell’imparità delle forze contro un pensiero che aveva occupato le università, sedotto gli intellettuali, persino contagiato frange del mondo cattolico’’. Non poteva mancare un richiamo al messaggio fatto pervenire dal presidente Napolitano alla moglie di Craxi, Anna. Stefania Craxi ha detto di augurarsi, come è negli auspici di Napolitano, che nel nome di Craxi ‘’si potrà lavorare per oltrepassare quella sorta di cultura di guerra, che è alla base, oggi, del linguaggio politico italiano. Nell’esilio di Hammamet Craxi dirà di aver cercato per tutta la vita, senza trovarla, una maggioranza in grado di realizzare la Grande Riforma.
Oggi il momento sembra arrivato: auguriamoci che il risultato sia pari alle attese’’. Tante, e con poche differenze, le voci ascoltate nella sala della Biblioteca del Senato. Identità di vedute fra il segretario della Uil Luigi Angeletti e il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, nell’indicare il decreto sulla scala mobile del febbraio 1982 e nel successivo referendum del 1984, uno dei ‘’capolavori’’ politici di Craxi, che osò sfidare, in nome della modernizzazione, una parte della Cgil e del Pci fermamente contrari al taglio di tre punti di scala mobile. Il profilo internazionale di Craxi e la sua capacità di intuire le linee di forza sullo scacchiere mondiale è stato tracciato dal ministro degli Esteri. Franco Frattini ha indicato nella politica mediorientale di Craxi, di sostegno alla causa palestinese e di solidarietà allo Stato di Israele, uno dei punti di forza dei suoi governi. Insieme alla lealtà all’alleanza occidentale, misurata dal dispiegamento degli euromissili, ma senza mai venir meno alla difesa della dignità nazionale, come dimostrò l’episodio di Sigonella allorché i carabinieri fronteggiarono i marines che volevano prelevare il terrorista palestinese Abu Abbas. Seduti fra il pubblico c’erano, fra gli altri, la presidente dei senatori del PD Anna Finocchiaro, il capo della segreteria del Pd Filippo Penati e il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini.
LA POLEMICA
“Craxi? Fu vittima sacrificale” Sicilia: l’Udc contro la giunta Lombardo Una campagna contro “il ribaltone” siciliano e un ordine del giorno contro la relazione del presidente Lombardo “che sicuramente verrà bocciato perché, se, come credo, il Pd è dentro il governo, non potrà che fare altrimenti. Se venisse approvato, invece, si tratterebbe a tutti gli effetti di un atto di sfiducia cui Lombardo è abituato: il più importante è quello dei siciliani che in un recente sondaggio lo hanno bocciato”. Con queste parole il segretario regionale dell’Udc, Saverio Romano ha criticato nuovamente il governo regionale e il Pd, durante la presentazione della campagna di “informazione contro il ribaltone in Sicilia”, nella sede della segreteria politica dell’Udc, a Palermo. La campagna prevede due manifesti dal titolo “Coppia di fatto con prole” e “Questa strada retrocede la Sicilia”, che saranno affissi per strada e nei gazebi. Il primo simboleggia una coppia con i volti di Mpa e Pdl Sicilia che stringono per mano un piccolo Pd; il secondo rappresenta una formazione di calcio in campo dalle attuali forze politiche che “stanno affossando l’economia delle piccole e medie imprese della Sicilia”: Marcello Dell’Utri e Beppe Lumia allenatori, Raffaele
RAFFAELE LOMBARDO
Lombardo capitano e Gianfranco Micciché suo vice; Fabio Granata (Pdl) e Giovanni Pistorio (Mpa) in difesa, l’assessore alla Sanità Massimo Russo, Lino Leanza (Mpa) e Salvatore Cardinale (Pd) a centrocampo, insieme all’assessore alle Attività produttive Marco Venturi, ritenuto gradito dal Pd, e da Pippo Scalia (Pdl). In attacco l’ex segretario regionale del Pd Franco Genovese e il capogruppo del partito all’Ars Antonello Cracolici. “Non c’è Lupo in squadra - dice Romano – perché speriamo che si ravveda anche se siamo pessimisti. E’ la squadra del Ribaltone-Sicilia: ritiriamola e mandiamola a casa perché nessuno l’ha iscritta a questo come a nessun altro campionato”.
Il governatore pugliese sulle indagini sulla sanità
Il leader del Pd contro i progetti dell’esecutivo
Vendola: “Non ho nulla di cui vergognarmi di questi cinque anni”
Bersani: “Una riforma dell’immunità oggi è improponibile”
‘’Non c’è nulla in questi cinque anni di cui debba vergognarmi’’. Lo ha sottolineato il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, interpellato dai giornalisti sulle voci circolate da lunedì sera circa una sua possibile iscrizione nel registro degli indagati nell’ambito di indagini sulla sanità regionale. A Vendola, che ha ribadito di non aver mai ricevuto avvisi di garanzia, è stato chiesto anche se un’eventuale ufficializzazione della iscrizione nel registro
degli indagati cambierebbe per lui qualcosa. ‘’No ha detto - il fatto cui sarebbe legata l’indagine è quello che ho raccontato e che ho letto sui giornali: se ci fosse l’iscrizione probabilmente sarebbe contemporanea anche una richiesta di archiviazione’’. ‘’Per questo spero - ha continuato Vendola - che se ci sono intercettazioni telefoniche vengano sbobinate e rese pubbliche. Voglio che la gente possa valutare cercando di capire direttamente di che cosa
NICHI VENDOLA
si tratta. Per me è il fatto di uno scienziato di livello internazionale e che io possa essermi interessato al suo rientro; al fatto che con i suoi titoli potesse vincere un concorso’’.
“Lo ripeto come un mantra: noi non consideriamo nulla fuori da una riforma di sistema, a cominciare dall’immunità che oggi è improponibile”. Lo ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, a chi gli chiedeva un commento sull’ipotesi di una riforma dell’immunità, per la quale anche alcuni senatori Pd hanno presentato una proposta. E sempre in tema di giustizia, Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato, ha dichiarato: “Il disegno di
legge sul processo breve è uno scempio della giustizia italiana perché manda al macero centinaia di migliaia di processi, perché centinaia di migliaia di persone non avranno giustizia e perché questo testo, se il relatore manterrà questa impostazione, travolgerà anche i procedimenti contabili, cioè tutti quelli che riguardano la responsabilità degli amministratori per il cattivo uso del denaro pubblico, con un conseguente danno molto consistente all’erario”.
PIERLUIGI BERSANI
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ATTUALITA’
“In Calabria la mafia peggiore”
GLI ACCUSATI
Monito del Capo dello Stato NAPOLITANO PROGRAMMA UNA DUE GIORNI A REGGIO “PER CONTRASTARE LA CRIMINALITAʼ ORGANIZZATA FORSE OGGI PIUʼ INSIDIOSA” Morlacchi e Virgilio: “Non siamo brigatisti”
MANOLO MORLACCHI, PRESUNTO NEOBRIGATISTA
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
Non trattiene la commozione, il presidente della Repubblica, ricevendo i familiari di Paolo Borsellino e degli uomini della scorta uccisi insieme a lui. “L’impegno che state portando avanti è importantissimo”, dice ricordando “i tanti nomi di magistrati, uomini politici, agenti di polizia e carabinieri che hanno perduto la loro vita vittime della mafia”. Il nodo alla gola sale, nonostante “siano passati molti anni”. Il bilancio della lotta alle cosche siciliane non è certo del tutto negativo. Al contrario: “Dobbiamo essere consapevoli che ab-
biamo compiuto davvero un percorso significativo e raggiunto risultati consistenti”. Basta “ricordare come 15, venti anni fa fosse così presente la sordità e riluttanza” di tanta parte della società civile, “anche delle organizzazioni imprenditoriali” e confrontare “quello che le stesse organizzazioni fanno oggi”. Insomma, “siamo riusciti a far progredire la consapevolezza della insopportabilità del fenomeno mafioso” in un processo che parte dalla società civile e trova “il momento culminante nell’attività delle forze dell’ordine e della magistra-
tura”. Le indagini sulla morte di Paolo Borsellino stanno andando avanti, facendo emergere un “intreccio complesso”. “Comprendo lo scrupolo e l’attenzione da parte della magistratura, che vuole tutelare nell’interesse generale la propria indipendenza e autonomia, per fare piena luce su vicende così terribili”. La lotta al crimine organizzato è uno dei “momenti tragici e tormentosi del cammino della democrazia in Italia”, ha proseguito Napolitano, “bisogna dare ogni possibile sostegno per vincere una battaglia non ancora del
tutto vinta”. E per questo che da oggi Napolitano sarà per due giorni a Reggio Calabria: “per mobilitare i giovani” contro una “organizzazione criminale, forse la più insidiosa” del momento, e incontrare i magistrati “che conducono in prima persona una lotta che è indispensabile per ottenere i successi ottenuti in Sicilia”. Anche per questo non bisogna trascurare “l’esigenza della piena applicazione della legge Rognoni- La Torre”, perché “in Calabria c’è il problema irrisolto della gestione dei beni confiscati” al crimine organizzato.
Respingono le accuse sostenendo di non aver mai fatto parte di alcuna organizzazione terroristica, Manolo Morlacchi e Costantino Virgilio, arrestati lunedì a Milano nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla procura di Roma. Lo ha riferito il loro difensore, l’avvocato Giuseppe Pelazza, che preannuncia l’intenzione dei suoi assistiti di respingere gli addebiti nell’interrogatorio di garanzia di giovedi’. “Faremo ricorso al tribunale del riesame per la revoca della custodia cautelare”, dice Pelazza. Morlacchi, figlio di uno dei fondatori delle Brigate Rosse, e Virgilio sono rinchiusi in una cella in isolamento. “Siamo ai paradossi - ha affermato il legale -: essendo stati perquisiti a giugno e poi oggetto di os-
servazione e controllo, ritengo che le esigenze cautelari nei confronti di Morlacchi e Virgilio non possano sussistere nel momento in cui da allora non c’è stata alcuna condotta di carattere criminoso. I miei assistiti inoltre non hanno benché minimamente pensato di darsi alla fuga - ha continuato Pelazza - né di inquinare la prove”. L’avvocato Pelazza ha aggiunto che i due non hanno alcuna accusa di detenzione di armi e di aver progettato attentati. “Il ministro degli Interni ha concluso il difensore potrebbe quindi riservare le sue dichiarazioni a fatti più concreti invece che a imputazioni del solo reato associativo che, come costume dilagante, copre il totale vuoto investigativo”.
Il 27 gennaio il Paese si ferma per ricordare le vittime dell’Olocausto con eventi, celebrazioni e rievocazioni
Shoah: l’Italia si prepara al Giorno della Memoria L’appuntamento ‘’culminante’’ sarà la celebrazione ufficiale al Quirinale con il presidente Napolitano il 27 gennaio, ricorrenza del decimo anniversario del Giorno della Memoria, ma sono molte altre le iniziative ‘’ufficiali’’ illustrate ieri dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta in una conferenza stampa a Palazzo Chigi insieme all’altro sottosegretario Paolo Bonaiuti e a Renzo Gattegna presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche (Ucei) Coordinate da un Comitato ‘’ordinatore’’ - previsto da recente decreto del presidente del consiglio per ‘’coordinare’’ le attività - le manifestazioni partono appunto con la celebrazione ufficiale il 27 mattina al Quirinale con Napolitano che premierà
le classi vincitrici del concorso ‘I giovani ricordano la Shoah’. Poco prima lo stesso Letta consegnerà, per il secondo anno, le medaglie d’onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti. In tutto circa 80 persone. La sera del 26 gennaio alla Sala dello Stenditoio di San Michele sarà invece rappresentato ‘Salonicco ‘43’, testo teatrale per la regia di Ferdinando Ceriani con Massimo Wertmuller, Carla Ferraro e le canzoni di Evelina Meghnagi, sulle attività, a favore degli ebrei perseguitati, da parte del console italiano dell’epoca nella città greca Guelfo Zamboni. ‘’Un progetto ha detto l’ambasciatore Paolo Caravai, autore del testo insieme a Ceriani e al giornalista Antonio Ferrari
IL CANCELLO D’ENTRATA DI AUSCHWITZ
- che nasce sotto la stella di Maurizio Scaparro e che ha una grande importanza non solo per ricordare il passato, ma anche per contrastare i fenomeni di anti-
semitismo di oggi’’. Sempre il 26, al Vittoriano sarà la volta dell’inaugurazione della Mostra ‘AuschwitzBirkenau’ - curata da Bruno Vespa e Marcello Pez-
zetti, direttore del Museo della Shoah di Roma e realizzata da ‘Comunicare organizzando’ di Alessandro Nicosia - sul sistema concentrazionario del maggiore campo di sterminio europeo. ‘’Per la prima volta ha spiegato Pezzetti - saranno mostrati i documenti originali delle ‘Transport list’, ovvero delle liste dei deportati, stilati dagli autori del genocidio. Un mondo per contrastare il negazionismo di oggi’’. Il 27 a Milano sarà presentato il libro di Liliana Picciotto, del Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec), sul campo di concentramento italiano di Fossoli intitolato ‘L’alba ci colse come un tradimento’ (Mondadori). Lo stesso giorno a Bari si svolgerà un convegno dedicato a ‘Gli
ebrei in Albania sotto il fascismo. Una storia da ricostruire’. Sempre il 27 - che è la giornata in cui fu liberato il campo di Auschwitz dalle truppe sovietiche - a Torino prende il via la mostra ‘1938-1945. La persecuzione degli ebrei in Italia. Documenti per una storia’. Il 25 gennaio al cinema Barberini di Roma sarà proiettato in anteprima il film ‘Mi ricordo Anna Frank’ - trasmesso da Raiuno il 27 sera - tratto liberamente dalle memorie di un’amica della ragazzina ebrea uccisa a Birkenau Hanneli Goslar. ‘’Non a caso - ha detto Letta chiudendo la conferenza stampa - il significato di queste manifestazioni è ben rappresentato dal logo del Comitato: un filo spinato intrecciato ad un ramo di ulivo’’.
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QUI ARGENTINA
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Le squadre di soccorso continuano a scavare nel tentativo, ormai sempre più difficile, di salvare la vita al religioso sudamericano e di estrarre vivi dalle macerie gli ultimi sopravvissuti al sisma che ha devastato Porto au Prince. E in questa situazione si riducono al lumicino le possibilità di trovare vivo il francescano Antonio Mancuello, i cui familiari hanno fatto sapere di essersi messi in contatto con lui solamente prima della tragedia
Continua la disperata ricerca degli argentini dispersi nel terremoto di Haiti BAIRES - Continua incessantemente la ricerca del sacerdote argentino che risulta scomparso nell’inferno di Haiti. Le squadre di soccorso continuano a scavare nel tentativo, ormai sempre più disperato, di salvare la vita al francescano e di estrarre vivi dalle macerie gli ultimi sopravvissuti al terremoto che ha devastato Porto au Prince. E in questa situazione si riducono sempre di più le chance per Antonio Mancuello, i cui familiari hanno fatto sapere di essersi messi in contatto con lui solamente prima della tragedia. Ovvero, da martedì non si hanno più notizie del prete, che dunque secondo i suoi familiari risulta ancora sotto le macerie. Oltre al sacerdote argentino, anche quattro brasiliani risultano dispersi da domenica scorsa. Ed è proprio per salvare la vita a loro cinque che sono impegnate le squadre di soccorso latinoamericane, ma non solo: nell’inferno di Porte au Prince non c’è tempo né modo di fare una netta distinzione tra le nazionalità delle persone disperse. Tra queste, appunto, Antonio Mancuello, di 57
anni, che si trovava nel paese caraibico da almeno due anni per una missione religiosa. Antonio è un sacerdote francescano, ha detto il fratello, Martìn: da giorni sta cercando di chiamarlo al cellulare, che squilla a vuoto. Antonio, di bassa statura, con barba e vedente solo
da un occhio, non risponde. Intanto le squadre sudamericane continuano nel lavoro di soccorso: capitanate dall’esercito brasiliano, che mantiene il controllo delle forze di pace delle Nazioni Unite impegnate nell’isola dal 2004, a seguito dei disordini che si sono verificati
Rapinata dell’auto e ferita ad un polmone da un proiettile: è ancora dramma criminalità BAIRES - Ancora un ennesimo fatto di sangue ha sconvolto la vita quotidiana di Buenos Aires in località Monte Grande: una donna è stata colpita con un’arma da fuoco quando un gruppo di delinquenti ha tentato di rubare il suo veicolo. Un proiettile le ha perforato un polmone e si è conficcata vicina alla colonna vertebrale. Il fatto è successo domenica scorsa, a Monte Grande, nella provincia di Buenos Aires. Dove la paura relativa all’insicurezza e alla criminalità è tornata a farsi sentire e a impossessarsi degli abitanti. Tanto più che la vittima, alla quale alla fine l’auto è stata rubata, era non vedente: a raccontare l’episodio è stato il marito, che si trovava all’interno della macchina, mentre la moglie aveva accompagnato la madre fino alla porta di casa sua. Proprio in quel momento, un altro veicolo si è fermato nelle vicinanze, proprio di fronte al portone, e senza proferire parola, sono scesi dalla macchina sparando all’impazzata. Colpi diretti alla donna. Quindi, i due malviventi si sono diretti verso l’auto, hanno estratto a forza l’uomo e sono fuggiti con il nuovo bottino. L’uomo ha subito chiamatoli 911, che è accorso immediatamente e ha portatola donna all’ospedale. Dove attualmente la donna si trova ricoverata in prognosi riservata. SALVATORE GIUFFRIDA
nel paese per motivi politici, si stima che dovranno rimanere nell’isola anco-
ra cinque anni. Anche perché, secondo quanto ha già fatto sapere Nelson
Jobim, ministro della difesa di Brasilia, ora la permanenza delle truppe dipenderà da come (e se) il paese caraibico saprà risollevarsi da questa ennesima catastrofe. Intanto è possibile stilare una prima e approssimativa conta delle vittime: quindici morti e cinque dispersi per il Brasile; due dispersi per il Costa Rica; due morti e 24 dispersi per la Spagna, sei morti per la Repubblica Dominicana. In tutto questo l’aereo Hercules che trasporta il corpo senza vita del sergente Gustavo Gomez arriverà questa mattina nel settore militare dell’aeroporto Jorge Newbery, per poi essere portato a Posadas, a Misiones. Gomez ha perso la vita a causa del terremoto haitiano: sarà ricevuto da una rappresentanza delle Nazioni Unite, dalla moglie e dai familiari diretti, e dal ministro di giustizia. SALVATORE GIUFFRIDA
Governo: entro febbraio pronta una nuova offerta tango-bond BAIRES - L'Argentina sta cercando di rinegoziare il debito contratto con i possessori delle obbligazioni coinvolte nel default del 2001 e che non hanno accettato le condizioni proposte da Buenos Aires nel 2005 Il governo argentino pensa di poter presentare la nuova offerta per il cambio dei cosiddetti "tango-bond" a febbraio. Lo ha detto il ministro dell'Economia Amado Boudou spiegando che Buenos Aires dovrebbe presentare entro venerdì le risposte alle eccezioni mosse dalla Sec (Security and Exchange Commission) alla bozza licenziata nelle settimane scorse. Un passo necessario perché Buenos Aires possa procedere con la presentazione al mercato della nova offerta. L'Argentina sta cercando di rinegoziare il debito contratto con i possessori delle obbligazioni coinvolte nel default del 2001 e che non hanno accettato le condizioni proposte da Buenos Aires nel 2005. L’offerta interessa da vicino anche l’Italia: circa 250 mila connazionali non accettarono la precedente offerta, che prevedeva un taglio di circa il 70 per cento del capitale. E proprio in questi giorni l’Afta (American Task Force Argentina, associazione che rappresenta alcuni risparmiatori statunitensi) sta facendo campagna anche in Europa perché non si accetti il nuovo negoziato. Secondo il presidente dell’associazione, Robert J. Shapiro, l’Argentina avrebbe depositato presso la Banca dei regolamenti internazionali, in Svizzera, risorse disponibili a soddisfare il debito senza dover chiedere ulteriori sconti: “Riserve per oltre 40 miliardi di dollari”, sostiene Shapiro.
Trema ancora la terra: altre due scosse di terremoto nel nord ovest del paese BAIRES - La terra continua tremare in Argentina: dopo la scossa di lunedì nell'Oceano Atlantico di fronte alla Terra del Fuoco e quella di ieri, nel nord ovest del Paese, in questa stessa regione oggi è stato registrato un sisma di 5,4 gradi Richter nella provincia di Catamarca e 4,6 gradi in quella di San Juan. Lo ha reso noto l'Istituto nazionale per la prevenzione sismica (Inpres), precisando che non vi sono stati né danni né vittime ma che la popolazione ha reagito "con inquietudine", sia per la scossa di ieri che per quanto è accaduto ad Haiti.
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ITALIANI NEL MONDO
Caso Giacchetta, per fortuna c’e’ il Senatore Di Girolamo. Ma a Zurigo c’è anche chi depista ZURIGO - Zurigo si sa, è l’Eldorado dell’emigrazione italiana nel mondo. E mi piace assai leggere presso gli “esperti” della nostra gente all’estero che l’Europa non è il mondo. No davvero, geograficamente, ma conta più Zurigo politicamente (e finanziariamente) che lo stesso mondo messo insieme. 440 miliardi di vecchie lirette si pappano i patronati del mondo. E una bella fetta piove proprio in Svizzera. Premesso questo, passiamo alla seconda contestualità. C’è un tale intreccio d’interessi a Zurigo, fra patronati, enti, scuole, e comitati che dovrebbero essere di “sorveglianza” tipo Comites, che non basterebbero dieci James Bond a sviscerarne i segreti. Ma un bel pool di magistrati seri e volenterosi, potrebbero venirne a capo per la soddisfazione di tutti i nostri concittadini. E se proprio vogliamo, per la soddisfazione di quelle persone altrettanto serie che operano ovunque. Perfino nei patronati. Ed è per questa ragione che noi, giornale serio, non vogliamo fare di un’erba un fascio. L’altro giorno quindi ho preso il cavallo e mi sono recato a Zurigo. Ho fatto un giro nei saloon per tastare il posto agli avventori. Insomma, volevo capire bene il caso Giacchetta, da dove è nato, come si sia sviluppato e naturalmente, come abbiano potuto, volponi della politica nostrana come i Narducci e Micheloni, dichiarare nella loro lettera pubblica, che bisogna colpire il solo Giacchetta e non l'Inca. Mah. Non è da volponi questa loro convinzione. Proprio no. Oppure lo potrebbe anche essere, visto che non se l’aspettavano che ad un certo punto della storia irrompesse nella scena l’ Avv. Di Girolamo. Senatore Tradizionalmente, del resto, non avrebbero avuto tutti i torti quei due. Infatti, non ci fosse stato un Di Girolamo a prendere le difese del Comitato delle vittime (ma meglio dire dei truffati) e ad indirizzare giustamente la colpa specifica sul patronato Inca, presso cui “lavorava” il Giacchetta come Direttore e non come sguattero, probabilmente le vittime truffate rimarrebbero eternamente tali, e al massimo, potrebbero spuntare un risarci-
mento minimo. E tutti a casa come prima, anzi, meglio di prima, visto che il terremoto avrebbe lasciato inalterato l’edificio Inca. Comunque, fa specie anche la lettera autoaccusatoria dello stesso Giacchetta. Suggeritagli o no dai suoi avvocati, è evidente il tentativo di attirare a sé tutte le colpe. Penosa in tutto il suo contenuto, essa dimostra solo una cosa: che qualcuno gli sta offrendo una strategia d’azione tesa a fare del suo ex patronato una vittima (come in effetti l’Inca vorrebbe dimostrare). Ma ci si domanda: in cambio di che cosa? Possibile che il truffatore non adotti nemmeno un minimo tentativo di difesa? Copre forse qualcuno? Già, viene spontaneo credere all’esistenza di qualche suo complice. Nel frattempo però, c’è ancora qualcuno (ma non di più) che insiste nel dire che il settimanale La Pagina di Zurigo e il patronato
INAC, presso cui il Giacchetta si recò a lavorare dopo essere stato licenziato, una qualche complicità con lui l’abbiano avuta. Allora rimonto a cavallo e trotterello fino alla sede dei due indicati. E qui è proprio il caso di farla breve. La Pagina, per bocca del suo editore Santo Salamone, spiega che al Giacchetta aveva subaffittato una stanza. Punto e basta. E che qualcuno tra le vittime era furibondo con lui in quanto in un suo articolo aveva ipotizzato non tanto l’intento truffaldino del Giacchetta, bensì che tutti i risparmi a lui affidati, potevano essere andati in fumo causa investimenti sbagliati. Ma questo scritto risale al 2 settembre scorso, quando ancora non si sapeva molto dell’affare. Una pura e semplice ipotesi personale. Che però non esclude la truffa in parola. Interessanti invece le dichiarazioni del sig. Mario Della Corte del
patronato Inac zurighese. Che lascio parlare a ruota libera: "Noi abbiamo assunto il Giacchetta nel febbraio del 2009 come collaboratore volontario. Se sapevamo delle sue truffe? No, assolutamente. Sapevamo però che era stato licenziato dal suo patronato per 'problemi con la dirigenza Inca', così ci disse. E non è vero niente, come ha detto il signor Amaro, rappresentante dell’Inca Italia alla riunione del 12 settembre con il Comitato delle vittime, che noi lo dovevamo sapere in quanto la direzione Inca Svizzera aveva diramato un comunicato a tutti i patronati del territorio con su scritto cosa il Giacchetta aveva combinato. Mai visto noi quel comunicato. Mai neppure intravisto. E del resto basta poco per smentire le chiacchiere sulle nostre presunte colpe: quanto da lui combinato, carte in mano, risale ad un periodo precedente, cioè quando era alla direzione dell’Inca. L’abbiamo pure denunciato appena saputo che si spacciava come nostro dipendente. Ma poi c’è stata anche una ispezione di carabinieri e finanza nei nostri locali, e l’Inac, il mio patronato, è risultato pulito. Pu-li-to" Trotterellando verso casa capisco che 220 milioni di euro annui, di cui una bella fetta va al primo classificato che è l’Inca-Cgil , sono tanti, e che si potrebbero risparmiare avessimo noi italici all’estero almeno la sensazione che è tempo di toglierci dalle grinfie di certi pseudo tutori di una emigrazione che sa solo parlare attraverso le bocche meno indicate e più politicizzate. Difensori accaniti del concetto secondo cui più sono le pratiche (ormai ce ne sono di tutti i tipi) e più punteggio conseguono i patronati. E più alti sono i punteggi, più soldi piovono nelle loro casse. Truffati a parte, è proprio giunta l’ora che la nostra gente si affidi a se stessa. O alle locali istituzioni, no? Sì, il Comitato dei truffati era a Zurigo alla Casa d’Italia col loro magnifico fazzoletto azzurro al collo, ad ascoltare Di Pietro. Pim pum pam. Ma a questo punto, ammazza se il Sen. Avv. Di Girolamo fa paura. Perché fa sul serio. ANTONIO ZULIAN
Caso Giacchetta: chi lo capisce Di Pietro? ZURIGO - Riportano le cronache dell’incontro in Svizzera che il leader dell’Italia dei valori, On. Di Pietro, parlando “in veste di magistrato e non di politico” alle vittime di Giacchetta in sala con foulards azzurri al collo ha spiegato: “Se volessi prendere i vostri voti vi direi che risolveremo il problema, per dovere di sincerità però devo dire che nessun partito può risolvere questa questione perché è di natura giudiziaria”. Almeno in questo ha perfettamente ragione. Meno comprensibile il prosieguo: “Io e Razzi ci impegniamo a incontrare il segretario Guglielmo Epifani per vedere se si può intentare una causa per responsabilità oggettiva della Cgil che non ha controllato a dovere”. Non si vede il motivo di incontrare il capo della Cgil Epifani. "Scusi, lei ritiene che il suo patronato sia responsabile?". "Ma quando mai!". Fine dell'incontro. Comunque, in attesa dell’incontro Razzi-Di Pietro-Epifani, lo studio dell’Avv. Di Girolamo, Senatore del Pdl eletto in Europa, è partito con la causa all’Inca/Cgil. E' molto più interessante l'opinione della Magistratura che quella di Epifani.
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Unione Stampa Periodica Italiana
F.U.S.I.E.
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ESTERI
Gli Usa lanciano cibo e acqua dagli aerei IL CAOS ALLʼAEROPORTO DI PORT-AU-PRINCE HA SUGGERITO LA SOLUZIONE ALTERNATIVA APPRENSIONE PER I CINQUE ITALIANI SCOMPARSI
L’ITALIANO MERCOLEDI’ 20 GENNAIO 2010
Haiti: gli aiuti giungono dal cielo Per aggirare lo stallo del principale aeroporto di Haiti e la congestione delle strade causata dal terremoto, l’esercito statunitense ha cominciato a lanciare dall’alto, sul Paese caraibico, cibo e acqua: nelle ultime ore sono stati fatti cadere a terra con i paracadute qualcosa come 14.000 pasti pronti all’uso e 13.000 litri d’acqua in una zona a nord-est della capitale. E adesso si pensa di allargare la zona di azione. Il lancio del cibo dall’alto arriva tre giorni dopo che il segretario alla Difesa, Robert Gates, aveva detto di ritenere troppo pericoloso il lancio dall’alto del cibo, soprattutto in considerazione della estrema insicurezza a terra. Ma la congestione all’aeroporto di Port-auPrince, dove una sola pista è agibile, ha ritardato oltre misura la distribuzione del cibo. I pacchi di cibo Ready-to-Eat (pronti da mangiare) sono considerati sufficienti alla razione alimentare di un soldato in azioni di combattimento, ma di solito bastano a sfamare un paio di persone. Il responsabile Affari Umanitari dell’Onu John Holmes, ha assicurato che, nonostante qualche incidente, la situazione sul terreno è tranquilla; e il generale statunitense, Ken Keen, che guida l’imponente missione umanitaria Usa, ha aggiunto che attualmente la situazione a Port-au-Prince è più tranquilla di prima del sisma.
CONTINUA L’EMERGENZA UMANITARIA AD HAITI
Intanto, il giorno dopo la conferma della seconda vittima italiana, la Farnesina ha annunciato che ormai sono solo cinque gli italiani che mancano all’appello, ma due di loro si teme che non siano sopravvissuti. Ad Haiti si continua a scavare sotto le macerie ed è ormai una corsa contro il tempo per estrarre persone ancora vive. Annunciando che, in una settimana dal sisma, sono state recuperate 90 persone, l’Onu ha comunque detto che c’è ancora
speranza di trovare qualcuno vivo. Nelle ultime ore, è stata recuperata una bimba di appena diciotto mesi, estratta coperta di polvere ma ancora in vita. Ma mentre i medici negli ospedali si trovano ad affrontare una situazione che non ha precedenti e sono costretti ad amputare arti che sono solo fratturati, il timore è che il peggio debba ancora venire: il diffondersi di malattie infettive, facilitato dalla mancanza di acqua. “Molte
persone hanno subito fratture multiple e ferite interne”, ha spiegato Jon Andrus, della Pan American Health Organization, il braccio americano dell’Oms (l’Organizzazione Mondiale delle Nazioni Unite). Quando vengono frettolosamente dimessi e senza ulteriori cure, i sopravvissuti rischiano di vedere infettate le loro ferite. Tetano e gangrena, sono il rischio immediato, ma c’è anche il pericolo di epidemie di morbillo e meningite.
Rapporto delle Nazioni Unite: bustarelle per 2.500 milioni di dollari l’anno
Onu, in Afghanistan corruzione dilagante: impossibile ottenere servizi senza mazzette La corruzione è “il male peggiore” dell’Afghanistan e muove un giro di affari dal valore di 2.500 milioni di dollari l’anno, pari a un quarto del pil nazionale. Lo denuncia l’Onu in un rapporto dal punto di vista delle vittime appena pubblicato dell’Unodc, l’ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine. Il rapporto mostra che la grande maggioranza della popolazione afgana (59%) ritiene che la quotidiana vittimizzazione da parte dell’autorità pubblica è una preoccupazione più grande dell’insicurezza (54%) o della disoccupa-
zione (52%). “Gli afgani affermano, in modo chiaro e tondo, che è impossibile ottenere un servizio pubblico in Afganistan senza pagare una mazzetta”, riferisce il Direttore Esecutivo dell’Unodc Antonio Maria Costa. Il rapporto si basa su un campione assai vasto, interviste con 7.600 persone in 12 provincie, in oltre 1.600 villaggi e trascrive le esperienze reali (piuttosto che le percezioni) dei cittadini in zone urbane così come rurali, intervistando uomini e donne, funzionari e capi tribù, tra l’autunno 2008 e l’autunno 2009. Un afgano
su due ha confermato di avere dovuto pagare almeno un pizzo ad un pubblico ufficiale nell’arco dell’inchiesta (12 mesi). Più della metà delle volte (56%), la richiesta di pagamenti sottobanco è stata fatta esplicitamente dall’incaricato al servizio. Nella maggior parte dei casi (3/4), i baksheesh, le mazzette, sono state pagate in contanti. La tangente media è stata di 160 dollari in un paese dove il reddito medio pro-capite è di 425 dollari l’anno. “La corruzione è una tassa esorbitante estratta ad una popolazione tra le più pove-
re al mondo” ha spiegato Costa. Il problema enorme sotto ogni punto di vista, incluso quello macro-economico. In aggregato, gli afgani hanno speso 2.500 milioni in corruzione negli ultimi 12 mesi, corrispondenti ad un quarto (25,2%) del Pil del paese. Per coincidenza, l’industria della droga genera un ammontare analogo (2.800 milioni nel 2009). “Droga e corruzione sono le due maggiori fonti di reddito in Afganistan. Insieme generano transazioni illegali pari circa la metà del Pil ufficiale” ha detto il capo dell’Unodc.
E’ EMERGENZA CORRUZIONE IN AFGHANISTAN
PAGINA L’ITALIANO MERCOLEDI’ 20 GENNAIO 2010
Il 50% della società rilevato da Gold e Sullivan SFUMA IL SOGNO INGLESE DEL PRESIDENTE DEL CAGLIARI GLI EX PADRONI DEL BIRMINGHAM CITY NUOVI SOCI DI MAGGIORANZA DEGLI “HAMMERS”
SPORT
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E’ svanito il sogno di Massimo Cellino di diventare il primo presidente italiano di un club di Premier League: il West Ham è stato acquistato dalla coppia David Gold e David Sullivan. Dopo una settimana di frenetiche trattative, meeting e speculazioni, dunque, il club allenato da Gianfranco Zola ha trovato una nuova proprietà. Per il momento gli ex presidenti del Birmingham City hanno rilevato solo il 50% del pacchetto azionario per un valore che si aggira sui 55 milioni di euro. Ma hanno ottenuto anche un’opzione per acquistare più avanti la restante metà. La loro proposta è stata ritenuta la più vantaggiosa dall’attuale proprietà, la finanziaria islandese CB Holding, soprattutto dopo che nella notte era uscito di scena Tony Fernandes, capo della scuderia di Formuna Uno Lotus. Gold e Sullivan, che lo scorso novembre hanno venduto il Birmingham City al milionario di Hong Kong Carson Yeung, erano ormai mesi che corteggiavano il club di Boleyn Ground. Una delusione per Cellino che anche durante l’ultimo fine settimana aveva espresso la sua fiducia per un esito positivo dell’acquisto del club. Ieri alcuni bookmakers inglesi avevano sospeso le scommesse sul futuro di Zola, indicato come l’inevitabile prossimo esonero della Premier. Ma secondo le prime di-
UEFA
Beffa Cellino: niente West Ham per il patron sardo
IL PRESIDENTE DEL CAGLIARI MASSIMO CELLINO
chiarazioni dei nuovi proprietari, che in sette anni vogliono arrivare in Champions League, almeno fino al termine della stagione il tecnico italiano resterà in panchina. Cellino ha espresso a Sky Sport 24 la sua delusione per il mancato acquisto: “Sono atterrato a Londra – ha detto – ieri [lunedì – ndr] a mezzanotte perché avevo un accordo con i legali per la chiusura, ho fornito tutte le garanzie che mi avevano chiesto. Avevo chiesto informazioni sui bilanci e a questa domanda ho trovato un po’ di rigidità - continua . Come sono atterrato mi è stato detto che la metà della società era stata
venduta. Ci sono rimasto male? No, attonito. La mia offerta era per il 100% con pagamento di tutti i debiti con le banche. Forse l’acquisto è saltato per la brutta pubblicità su di me della stampa inglese. Ringrazio il presidente del Banco di Sardegna e tutti gli amici che mi avevano incoraggiato e dato una mano. Noi parliamo sempre in termini molto positivi dell’Inghilterra e invece c’è molto meno pulizia di quella che avrei pensato di trovare. Gli altri paesi sanno nascondere meglio di noi le cose e non sono migliori di noi. Devono ancora imparare a fare calcio”. Cellino parla anche di quelli
Il centrocampista della Lazio ancora sul mercato
che erano i progetti tecnici per il West Ham “Arrigoni allenatore? Confermo, avevo anche la disponibilità di Gianluca Festa che parla bene l’inglese e avrebbe fatto il vice. Avevo anche calciatori di primo livello. Zola? Avrei valutato insieme a lui. Non avrei portato nessuno del Cagliari, ma avevo la possibilità di portare Robert Acquafresca. Non avrei tolto soldi al Cagliari, quello che ho fatto per questa società continuerò a farlo. Se ora investirò di più nel Cagliari? Non serve nessuno. I giocatori li ho sempre comprati quando servivano e non quando li ha chiesti la stampa o la piazza”.
Platini: “Ricandidarmi? Decido dopo i mondiali” “Può darsi, non lo so ancora, non ci ho pensato e ho bisogno di rifletterci, in fondo mi sembra di essere stato eletto ieri”. Vera indecisione o una precisa strategia? Michel Platini dice di non aver ancora pensato alla scadenza del suo mandato come presidente Uefa. Le prossime elezioni sono in programma nel marzo del 2011, ma l’ex fuoriclasse della Juventus ha spiegato, in un’intervista rilasciata a “France Football”, che deciderà soltanto dopo i Mondiali di quest’estate in Sudafrica. Secondo la rivista francese, dietro
l’indecisione di Platini ci sarebbe il sogno di andare a guidare la Fifa. “Vediamo, ci sono molti passi avanti da fare”, una delle risposte di Platini che farebbe nascere il sospetto di un interessamento alla successione di Joseph Blatter, grande capo del calcio mondiale. “Una stronz...”, la replica di Platini che spiega: “Non so ancora cosa farò domani, figuratevi dopodomani, ci penserò su”. Nella stessa intervista Platini ha ribadito che la moviola sarebbe “la morte del calcio, anche perché è impossibile tecnicamente”.
MICHEL PLATINI
Proposta bianconera per Allegra Agnelli presidente
L’agente di Ledesma: I tifosi della Juventus “Inter? Nessun accordo” reclamano la “Famiglia” “Non credo che tutto si risolva nella prima udienza del 26 gennaio. Entro il 30, però, ogni cosa andrà chiarita anche perché chiuderà il mercato. L’Inter? Nessun accordo, in corsa sono tutti e nessuno, perché in questo momento pensiamo solo ad aspettare il lodo arbitrale”. Lo ha dichiarato il procuratore di Cristian Ledesma, Vincenzo D’Ippolito, intervenendo sulle frequenze di Kiss Kiss Napoli. “Anche il Napoli s’è fatto avanti? Tutti hanno una percentuale, anche un
CRISTIAN LEDESMA
paio di squadre estere, so che ci sono società che hanno parlato con Lotito, ma il presidente non ha voluto cederlo, il ragazzo avrebbe anche bloccato il ricorso, ma Lotito ha rifiutato ogni offerta. Sono soddisfatto, comunque, perché pur non giocando da sei mesi, la gente ricorda la validità di Ledesma. Sono certo anche che il club che se lo assicurerà farà un grande affare, non solo per l’aspetto tecnico, ma anche per lo spessore umano di Christian”.
Un nome nuovo per la presidenza della Juventus: Allegra Agnelli. Lo chiede un gruppo di tifosi bianconeri, ‘’Associazione nazionale amici della Juventus’’, presieduta dal docente universitario torinese Paolo Bertinetti, che assicura la propria presenza pacifica alla manifestazione dei tifosi sabato prossimo e dichiara: ‘’Il progetto dell’estate 2009 è naufragato. Il reclutamento di Bettega è il segno che se ne è preso atto. Ora è necessario andare fino in fondo. A par-
TIFOSI DELLA JUVE
te le necessarie soluzioni tecniche, ci sembra poi indispensabile che la Juve debba avere un presidente come Allegra Agnelli, un presidente che di per sé, per la sua rappresentatività e prestigio, sappia ottenere da tutto il mondo del calcio il rispetto che la Juventus merita e di cui ha bisogno’’. Allegra Agnelli, vedova di Umberto, era ed è tifosissima juventina ed era sempre presente allo stadio accanto al marito presidente a seguire le partite della Juventus.
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CONTROCOPERTINA - SPORT 8LA CADUTA DEL REAL MADRID
L’ITALIANO MERCOLEDI’ 20 GENNAIO 2010
Clamoroso l’autarchia batte ibatte Galacticos Clamorosoa Bilbao, a Bilbao, l’autarchia i Galac
Impresa dell’Athletic composto di soli giocatori baschi, come vuole lo statuto Impresa dell’Athletic composto di soli giocatori baschi, come vuole lo statuto del club, contro Kakà e R del club, contro Kakà e Ronaldo. La storia di una squadra che ha sempre La storia di una squadra che ha sempre difeso la propria identità, dai tempi di Franco a quelli del calc difeso la propria identità, dai tempi di Franco a quelli del calcio globale
32esima scende neches impron talento esaurito ne. In mai stat Dittat aristocr due squ diversi. mico, p finanza sor. Que stato b «pure» d solol’an di bilan Real di problem traKakà biol, e San Seb cosa co
Marco Zucchetti MARA DE GAETANO
MegliononscomodareDaBILBAO - Meglio non scovideeGolia,perunavolta.MenSENZA SENZAPAURA PAURA modare Davide Golia, per MamesediBilbao esultre ilSan Gorka Iraizoz, portieGorka Iraizoz, portieuna volta. Mentre il Sanha ta per l’1-0 con cui l’Athletic re re dell’Athletic Bildell’Athletic BilMames di Bilbao esulta per battuto il Real Madrid, ci si acbao, fa capire a Cristiafa capire a Cristiabao, l’1-0 con cui l’Athletic ha batcorgecheilluogocomunebiblino no Ronaldo che aria tira Ronaldo che aria tira tuto il Real ci sidel co buono perMadrid, ogni sconfitta al San Mames. Nella Ca-Caal San Mames. Nella accorge che il luogo comune clubpiùvincented’Europa,statedral deldel calcio basco calcio basco tedral biblico buono per ogni sconvoltanonfunziona.Perchéquel’accoglienza perper i bianl’accoglienza i bianstoRealMadriddigigantehasofitta del club più vincente chichi di Madrid non è mai di Madrid non è mai lo il budget e il palmares, e sod’Europa, stavolta non funstata molto garbata. EE stata molto garbata. perché l’Athletic Bilprattutto ziona. Perché questo Real sera i galacticos sabato sabato sera i galacticos bao che haha compiuto Madrid disabato gigante solo il il sonousciti conunasconconunasconsonousciti «galacticidio» non ha proprio budget e il palmares, e fittanon proprioprevenproprioprevenfittanon niente del mite pastorello. soprattutto perché l’Athletic L’Athletic haha vintivata. tivata. L’Athletic vinBibQuesta Bilbao che storia, sabatopiùhadella comconcon unun golgol segnato 1-0 to 1-0 segnabia,potrebbetirareinballoipopiuto il «galacticidio» non ha to da Fernando Llorente, Fernando Llorente, to da emi omerici. La sfida i baproprio niente del tra mite unodei duesoli nazionaduesolinazionaunodei schi indipendentisti e la squapastorello. squadra basca, li della li della squadra basca, dra«reale»simbolodelcentraliQuesta storia, più della dopo appena 3 minuti di di dopo appena 3 minuti infinita.inDa smo spagnolo, gioco. Dopo di che è staBibbia, potrebbeè tirare Dopo di che è stagioco. una iparte l’eleganza/arroganautentico assedio to un to un autentico assedio ballo poemi omerici. La zadeiprimidellaclasse,dei più deldel Real, mama il portiere Real, il portiere sfida tra i baschi indipendendell’Athletic si si è dimodell’Athletic è dimotisti e la squadra «reale» simdegno erede deldel strato strato degno erede bolo del centralismo spagnoORGOGLIO Una delle VIVAIO grandeIribar,unodeimigrandeIribar,unodeimilo, è infinita. Da una parte gliori numeri 1 della stogliori numeri 1 della stosquadre più nobili didei Lloren l’eleganza/arroganza deldel calcio spagnolo riaria calcio spagnolo primi della classe, dei più Spagna, mai retrocessa Iraizoz forti e dei più ricchi. Dall’altra nella seconda tutto f l’orgoglio di chi èdivisione arrivato prima (l’Athletic nasce nel ma c’è(ililReal tuttosquadra esaurito Raul, Guti, di piedi, di persone, di sei proforti il e dei piùnel ricchi. Dall’altra imbaraz lo» e chi parla di razzismo pri- no il capitano Raul, un Guti,paio un paio terra storico di 1898, Real 1902) e si milioni si evita la retrocessione. In e ileportiere limitrofe: come sedove la riserve l’orgoglio chi è arrivatodai pri- vince meMich ma guardi in Primavera, di riserve il portiereCasillas. Casillas. se Franco,mentrelasinistra«abersente storia di a prescindere uguali: mai Sono opposti opposti in tutto, non potesse pescare ma (l’Athletic nascedi nelchi 1898, riatono giocailBalotellidiBiscaglia,Rain tutto, Athle- una tzale»cosa bascasono affonda da sempre risultati; il carisma è il Roma in Segunda division. e Real. Dalorganizzato, tifo orga- state lontano di Frascati. Nella Athletic Realobbligato nel 1902) edal si sente storia a più giochi. malho. Dall’altra parte, invece, tic e Real. Dal tifo le radici nella squadra: il padre stato franchiEta,è stato regionalicon gli «Ultras Sur» attuale, ad esempio, il nizzato, ce,hasp c’è una multinazionale del palprescindere dai risultati; il cari- rosa congli«UltrasSur»madrilenidi delDittature, terzino Koikili perfila prosmo ad abbandonare aristocrazia: tuttogiosi destra di estrema è nato in madrileni lone,Amorebieta con 15 stranieri in rosa: smainimitabile di chi è stato obbligato estremadestra e gli «Herri Nor- smi, no detenuto). Al Bernabeu parrarsi pria, lingua (l’eu-dal solo tra d’Oro due esquadre «Herri NortediTaldea» da genitori Olanda, Brasile, Mali,baschi. Polonia. etegli franchismo abbandonare Taldea» bilbaini simpatie mescola cano i Palloni si fischia Marcos skera, unicoad idioma non la Venezuela per motivi diversi. radicali e grandi pazienza se nel calcio glo- bilbaini propria,inimitabilelingua(l’euradicalidie simpatie antifasciste, al retroe San Jo se non si vince la Liga per la indoeuropeo del continente, E SolocinquesononatiaMadrid: skera,unicoidiomanonindoenelverd vietato per legge dal Caudillo) bale può sembrare anacroni- antifasciste, al retroterra sto- Anche sul piano economico, uropeo del continente, vietato stico e masochistico. I soci rico (il Real squadra di perché il calcio di oggi è sa dei P e che in virtù di queste impoper legge dal Caudillo) e che in hanno deciso così, i tifosi Franco, mentre la sinistra finanza, cataste di euro e Perfo sizioni ha visto pure cambiadi queste ticos no to virtù il nome ingleseimposizioni della squa-ha sono d’accordo, il valore «abertzale» basca affonda sponsor. Quello che per un conti in visto cambiato il nome in- «nazionale» vale più di un da sempre le radici nella secolo è stato bandito dalle dra da pure Athletic ad Atlético. glese squadra daè Athletic leCham E chidella di autarchia stato «titulo» e chi parla di razzi- squadra: il padre del terzino casacche «pure» dei Leones ad Atlético. stateen ferito, con l’autarchia reagi- smo prima guardi in Koikili è stato perfino detenu- baschi e che solo l’anno scorautarchiacondisce è stato feri- Primavera, dove gioca il to). Al Bernabeu giocano i so, per esigenze di bilancio, è fideiuss sce. EEchi didiautarchia di Biscaglia, Palloni d’Oro e si fischia se stato accettato. Il Real di to,conl’autarchiareagisce.Edi rotondi ogni sfida, per impari che sia. Balotelli autarchia condisce sfida, Ramalho. Dall’altra parte, non si vince la Liga per la Florentino Perez questi protori e m Perché l’Athletic - perogni statuto non lidella ha: in estate - tra volta; alla Catedral perimparichesia.Perchél’Athel multinazionacalcio televisivo 32esima degli urlatori, zarazu, l’unico blemi straniero storia del Quelli c societario - può tesserare invece, c’è una Ronaldo, una formacon 15 stranie- scende in campoclub) letic - per giocatori statuto societario bato - o può avereKakà, diritto diCristiano vestire la camisesolamente nati o - le del pallone,delleiperboli,dellepartiteincuitut“r” e Albiol, e Xabi Alonso (basco Brasile, zione che sfoggiata più segnan puòtesseraresolamentegiocarojiblanca. toèstraordinario,l’unicochesarebcresciuti in Euskal Herria (il ri in rosa: Olanda, di San Sebastian) - ha speso “x” alnegli impronunciabili Solo cinque che l’ju tori nati o cresciuti Euskal Mali, Polonia. NelcalciodeldopoBosman,infatti,l’Athlebe autorizzato a gridare miracoPaese basco) o figli di in baschi. (il Paese basco) o figli perauna settimana è proprio il telecronitic Bilbaonei sarebbe stato destinato finire di risolver qualcosa come 259amilioni cognomi che talento nati Madrid: il capitaUnHerria bacino di poco più di tredi sono lo baschi. Un bacino di poco più stadiAthletic-Real.Ilveromiracolodelcal- stritolato dall’invasione straniera che ha cio d’an di tre milioni di persone, di sei cioeuropeoèquelloche-aldilàdell’impre- snaturato qualsiasi squadra del continentenacci province limitrofe: come se la sadisabato -si vive quotidianamente a Bil- te. E nel momento in cui l’Uefa e la Fifa non di un t Roma non potesse pescare più bao. La sfida con i galacticos dell’altra sera sannopiùachesantovotarsipertutelarele gioco«a lontano di Frascati. Nella rosa poteva finire 259 a 2 (milioni spesi sul mer- scuole nazionali e i vivai, quella di Bilbao è to del cu attuale,adesempio,ilsoloAmocato), come tutte le stagioni da dieci anni a l’unica risposta vera, coraggiosa, anche se me scri Per ri rebieta è nato in Venezuela da questapartedovrebberoteoricamentefini- estrema alla «legge Bosman». di casa genitori baschi. E pazienza se re con la retrocessione di questa squadra, ABilbaononvincononienteda25anni?Venel calcio globale può sembrache invece resiste orgogliosamente nella ro,maprovateamandarealSanMamesun meaRio re anacronistico e masochistisuadimensioneantistorica,incuisolochiè Real fatto di soli castigliani, un’Inter o un ne. E ch co. I soci hanno deciso così, i tinato tra Irun e Bilbao (o al massimo a St. Milan di soli lombardi, poi ne riparliamo... del Bilb fosi sono d’accordo, il valore JeandeLuz,PaesiBaschifrancesi,comeLimos ho Elia Pagnoni «nazionale»valepiùdiun«tituServon MANCHESTER - Era la prima sfida contro una vera big, per il Mancini inglese. E l'ha vinta, battendo 2-1 nientemeno che Ferguson e il suo Manchester United. Era solo l'andata della semifinale di coppa di Lega (Carling Cup), ma può euro, imbarazzando anche marcano gli attaccanti. Quelli diventare l'inizio della fine del complesso di inferiorità per il City. Era anche la partita di Tevez, ex polemico e passato ai uno come Michel Platini, che che - come Llorente sabato rivali di sempre. Carlitos ha lasciato il suo segno, trasformando il rigore del pareggio, dopo il vantaggio di Giggs, e poi il proletariato non sa manco ogni tanto scappano e segnaanche il gol del 2-1. Aveva detto che non avrebbe esultato: non ce la fa, per la gioia dei suoi tifosi. Lo United si sveglia in che ruolo giochi. L’Athletic no. Per ricordare a tutti che tardi, ma serve il miglior Given per evitare il pari. Bilbao, invece, ha speso 2,3 l’urocalcio si può anche risolI GOL — Il gol dello United arriva al 16' e parte da un cambio di gioco di Evra: Valencia se ne va sulla fascia, cross in milioni per accaparrarsi vere con un golletto su calcio mezzo per il piatto di Rooney: Given ci arriva in qualche modo, la palla rimbalza su Boyata e da lì sui piedi di Giggs: tutto gente del calibro di De d’angolo e 88 minuti di catefacile per l'1-0 e il 152° gol del gallese. Un tiro da fuori di De Jong scalda le mani a van der Sar, ma ci vuole un rigore di lalaurea Marcos, De Cerio, Xabi naccio, parate miracolose prese per riportare il punteggio sull'1-1: al 41' Bellamy se ne va in velocità sulla sinistra, Rafael lo trattiene due volte, prima un tale chiamato Gorka ea riprende Castillo e San José. Ragazzini l’ok fuori area, poi dentro. Sulla seconda la punta va giù, fornendo a Tevez sul dischetto la palla dell'1-1. Rigore puntualmengioco «all’unisono con il batcresciuti nel verdissimo giarnel settembre te trasformato, ed esultanza non trattenuta, alla faccia delle promesse della vigilia. Anzi, l'argentino si prende un rivincidinetto dinostro casa dei Paesi tito del cuore del pubblico», nale di calcio;forse lui èrivolto la mia ai polizza. analogo:concluselastagione,aveze proibite -. Nel menti,neanchelaresistenza.QuePineto in A2. «F ta facendo il gesto della papera ("parlate, parlate"), suoi ex tifosi, forse a Rooney che gli aveva detto qual- - ricorda come la non stampa baschi. Ebbe il coraggio di comunicarmi va35anni,lasciòdopoleOlimpiasportildopingnonesiste,nonsersto è un vanto delscrive volley: si basca. da mille euro a cosa al momento del rigore. Esultanza diversa, ma senso simile, sul secondo gol: mani alle orecchie al 20' della ripresa, Per ricordare che nell’asiPer fortuna, alla fine, i che dovevo smettere e pure di ridi di Atene. Birarelli cambiò invevirebbe a giocare meglio, la tecnipuò barare, solo allenarsi». anni Birarelli s dopo aver spinto in porta di testa una palla rimessa in mezzo da Kompany, su azione di corner (molto dubbio). CITY, lod'anni di casailsiBira impara Galacticos non calciano gli paio mettereil in la sua decisioandò aMancini lavorarevaina ruba caètroppodeterminantepertrarPer un smisea giocare bondantement NON SOLO TEVEZ — Robinho è in panchina, Citygioco of Manchester è pieno,ce la mestiere, sciarpa modello nello come a Rio, a Manchester a zeri dei conti in banca, non ne». Birarelli giocava ad Ancona, uno studio da geometra, mentre a re vantaggi da pratiche illecite. difrequentareipalazzetti.«Conoinonazionale e shop del club (l'hanno chiamata "Bellissimo"). Il Mancio mette in campo un City col 4-4-2, con Bellamy e Tevez in attacLione. E che come dice ilrivelare qu dribblano le Champions inA1,aveva21anni,afuriaditenepropriespeseeffettuavaanalisi. «I Puoianche saltare due metri,avescevo tutti i ragazzi, sarebbe stato non co, Wright-Phillips e il difensore Zabaleta sulle fasce a centrocampo. Dietro, c'è il giovane Boyata in mezzo, in una coppia tecnico del Bilbao Caparros League conquistate e non incontrarli re le una braccia perlivello, murare e la medicibrancolavano nel buio, un reche muscoli enormi per tirare bor- doloroso e spiegare la Al -centrale m tutta belga con Kompany: entrambi faranno garaalte di alto con struttura difensiva voluta da Mancini non hombres, a uomo le fideius«quieremos marcano Con i suoi muri è schiacciare danneggiò un'arteria paio sospettarono l'uso di sostandatefortissimemacontanoimovimia storia. Feci l'allenatore di setun unico tragua regge. Davanti, oltre all'immenso Tevez e al sempre pericoloso Wright-Phillips, si segnala la corsa continua, il pressing e nombres». Servono uomini, sioni. Calciano palloni rotonstato fondamentale. In diciotto cosa con l'Ital la capacità di ripartire lucidamente di Bellamy. Il resto lo fa Given, fondamentale per tenere il 2-1. mesihavinto,edatitolare,scudetdi, dribblano altri giocatori e non nomi. di Pechino sia CON TRENTO In Qatar ha LA PAURA «Smisi per una to,ChampionsLeagueelamanifecon tanto ram IN FESTA ischemia al braccio. Tornai stazione mondiale reintrodotta conquistato il mondiale per pei due mesi Emanuele dopo 17 stagioni. E malgrado la club. È in testa al torneo di A1: Birarelli, geometra e, una volta guarito, prossimo da n battuta d’arresto di ieri con il Cusarebbe stupe centrale fui ingaggiato a 1000 euro» neo,lasuasquadraguidalaclassi- «Ora voglio vincere in azzurro» unamedaglia.A di 28 anni
lo spillo
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