L ITALIANO SABATO 23 GENNAIO 2010 - Anno IV - Numero 14 (842 dall’inizio) QUOTIDIANO DELL’ITALIA NEL MONDO
www.litaliano.it
Italia 0,50 euro - Argentina 1 peso
In una breve conferenza stampa la “presidenta” ha attaccato nuovamente il suo vice, con il quale vive una situazione da “separati in casa” già dal 2008, quando questi votò contro una risoluzione del governo sulle tasse di esportazione dei prodotti agricoli - provvedimento di importanza fondamentale nel mezzo di un braccio di ferro con i produttori -, provocandone la bocciatura. ALLE PAG. 4
CRISTINA: «TEMO TRADIMENTO DI COBOS» QuiItalia
Emigrazione
Sport
L’Italia invecchia sempre di più e in 15 anni oltre 2 milioni di laureati hanno lasciato il Meridione
Totti e Del Piero, avversari ma mai nemici: «Siamo noi a pag. 2 le ultime bandiere rimaste nel QuiItalia calcio italiano» Il segretario Guglielmo Epifani della
alla pag. 5
Fini ha parlato del ddl sul processo breve: «Modifiche sono già state fatte dal Senato, altre adesso potrebbe farle la Camera»
alle pag. 8 CGIL ha annunciato che sono pronti
allo sciopero generale i dipendenti e i pensionati pag. 3
QuiMondo Inferno Haiti: dopo aver trovato altre 121 persone vive, adesso vengono sospese le ricerche. Si pensa a curare i superstiti alla pag. 6
PAGINA
2
L’ITALIANO SABATO 23 GENNAIO 2010
POLITICA ITALIANA
Ancora polemiche sulla questione giustizia IL PRESIDENTE DELLA CAMERA: “A MONTECITORIO CI SARA’ UNA DISCUSSIONE SUL PROVVEDIMENTO E IL GIUDIZIO VA DATO SOLO ALLA FINE DELL'ITER”
All’interno del ddl sul processo breve ci sono “questioni che meritano di essere approfondite” come “emergerà dal dibattito alla Camera”. Il presidente della Camera Gianfranco Fini è intervenuto sul contestato provvedimento, appena approvato in prima lettura al Senato, sottolineando che “ora c'è il secondo round al Parlamento, ci sarà una discussione e il giudizio va dato solo alla fine dell'iter”. Parlando agli studenti dell’Università di Tor Vergata dove ha tenuto una lectio magistralis, il presidente Fini ha comunque fatto notare che nonostante le polemiche e le tensioni in aula “ci sono notevoli modifiche, e positive, che sono state fatte al Senato” come la norma, cancellata, che prevedeva l’applicazione del cosiddetto ‘processo breve’ ai soli cittadini incensurati. Polemiche che continuano anche in queste ore e che coinvolgono il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a cui in molti chiedono di non firmare il provvedimento. “Non si può ipotizzare che mentre il Parlamento lavora il capo dello Stato parli: pensare a una cosa del genere significa non conoscere il nostro ordinamento perché quando il Parlamento lavora il capo dello Stato deve tacere” ha te-
CRISI ECONOMICA
Processo breve: possibili modifiche Berlusconi: “L’Italia c’è e va avanti”
SILVIO BERLUSCONI
IL PRESIDENTE DELLA CAMERA GIANFRANCO FINI
nuto a precisare Fini che del presidente della Repubblica dice: “Non si può chiedergli di diventare un attore politico”. Nel suo intervento a Tor Vergata Fini ha più volte ribadito l’importanza della ‘discussione’ tra gli attori della politica e si è detto “fermamente convinto che compito della politica sia quello di promuovere la democrazia partecipativa: un’idea che intende unire la responsabilità politica con un alto grado di riflessione ed un impegno generale allo scambio di ragioni”. “Un governo che si basa
legittimamente sul potere costituito e sui voti è, dunque, un governo autenticamente democratico se sa anche riconoscere le ragioni e le argomentazioni degli altri – ha detto Fini - La democrazia, infatti, ha una sua propria moralità intrinseca, che richiede la protezione costituzionale di fondamentali diritti come quelli relativi alla libera espressione, all’effettiva uguaglianza politica, alla tutela delle minoranze. La democrazia – ha proseguito il presidente della Camera - proteggendo i diritti, limita ciò che le
maggioranze sono in grado di fare agli individui o ai gruppi ed è essenziale, per una democrazia differenziata al proprio interno, creare istituzioni che assicurino che il potere del governo non sia fruibile solo da alcuni segmenti della società, ma venga legittimato, nell’ambito di un quadro di regole condivise, dal consenso del maggior numero di membri della comunità. Questo – sottolinea Fini - è il modo migliore di intendere il sistema dei pesi o contrappesi, o la divisione dei poteri”.
Nonostante la crisi economica, l’Italia c’è e va avanti: lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi, impegnato ieri nella firma di un’intesa sulle infrastrutture con la Regione Toscana. “Nonostante la grave crisi che il Paese vive – ha sottolineato Berlusconi continuiamo a mantenere il progetto di infrastrutturazione dell'Italia con un piano che non è stato rallentato, questo grazie anche ai capitali dei privati, cioè facendo ricorso alla finanza di progetto”. Il presidente del Consiglio ha espresso inoltre soddisfazione perché, ha affermato, “siamo riusciti a non aumentare nessuna imposta e a non mettere le mani nelle ta-
sche degli italiani”. E tutto questo, ha ricordato il premier, è avvenuto “pur in presenza di emergenze straordinarie (Abruzzo, Campania, Viareggio)”. Il presidente del Consiglio, durante la sigla dell’accordo a Palazzo Chigi, ha espresso inoltre apprezzamento alla Regione Toscana per le modalità con cui ha gestito l’emergenza seguita alla tragedia di Viareggio: “Complimenti al presidente Martini e all'assessore Riccardo Conti per come hanno saputo affrontare la tragedia di Viareggio: mi auguro – ha aggiunto - che la prossima amministrazione sia all'altezza di questa che ha dato così buoni risultati”.
Il leader dell’Udc chiarisce la collocazione del partito
Il portavoce del Pdl critica i centristi
Regionali, Casini tiene la barra al centro: “Rimaniamo autonomi”
Capezzone non ci sta: “Decidano dove stare o gli elettori li puniranno”
"Entro la prossima settimana chiuderemo tutto". Pier Ferdinando Casini, al termine dei lavori della Costituente di centro, parla della posizione dell'Udc in vista delle elezioni regionali, annunciando che le caselle delle candidature alla regionali andranno a posto entro la prossima settimana. "C'è una gigantesca campagna mediatica contro l'Udc che ci fa ben sperare, perché vuol dire -sottolinea - che la nostra linea è giusta e dà fastidio. I nostri elettori non ci hanno chiesto di iscriverci né con il Pd né
con il Pdl, ma di difendere la nostra autonomia". "Dalle prossime ore - ha aggiunto - io personalmente scenderò in campo a sostegno della Polverini. Chi si attarda - aggiunge Casini - in polemiche contro la Polverini e l'Udc vuole solo aiutare la Bonino. Non perdiamo altro tempo, a noi non interessano le polemiche". Quanto alla situazione in Puglia, il leader centrista ha chiarito: "Se alle regionali vincesse Vendola non facciamo nessuna alleanza col centrosinistra". E il leader dell'Udc spiega così la sua
PIERFERDINANDO CASINI
posizione: "La vittoria di Vendola significherebbe uno smacco grave per le forze riformiste, e noi a questo punto non faremo sconti".
"Anche a prescindere dalla possibilità o meno di realizzare accordi per le prossime regionali, resta un punto politico di fondo: l'Udc e l'onorevole Casini sembrano pensare troppo ai giochi di palazzo e troppo poco al desiderio di chiarezza che viene dagli elettori. Un partito può stare a destra, a sinistra o da solo: ma non può fare tutte e tre le cose contemporaneamente. Sarebbe un pasticcio che verrebbe giustamente punito dagli elettori". Questa la replica di Daniele Capezzone, portavoce del
Pdl, alle posizioni espresse dall'Udc di Casini. Per Francesco Giro (Pdl), sottosegretario ai Beni culturali, “l’Udc non è (e non deve considerarsi) l'ombelico della politica italiana. Noi non abbiamo mai avuto alcun pregiudizio su Casini e sull’Udc ma oggi sembrano affetti da una certa sindrome di egocentrismo politico. Sono un bel partito. Nulla da dire. Ma piccolo piccolo. Se noi li critichiamo, e di critiche si tratta mai di insulti, è perché fanno il gioco delle tre tavolette o dei due forni. Si scelga la
DANIELE CAPEZZONE
definizione migliore. E questa scelta è oramai evidentissima. Una scelta che noi siamo liberi di criticare come loro sono altrettanti liberi e autonomi di sostenere la radicalissima Bresso in Piemonte e la bravissima Polverini nel Lazio. Le critiche, lo dice sempre Casini, sono il sale della politica. Non siano così permalosi".
PAGINA L’ITALIANO SABATO 23 GENNAIO 2010
Epifani contro il governo IL SEGRETARIO DELLA CGIL: “SULLA QUESTIONE FISCALE ABBIAMO IN MENTE INIZIATIVE MOLTO FORTI NON SI PUOʼ CONTINUARE A PERDERE TEMPO”
“Pronti allo sciopero generale” Sulla questione del fisco per i dipendenti e i pensionati, la Cgil è pronta allo sciopero generale. Lo ha annunciato, a Reggio Emilia, il segretario della Cgil Guglielmo Epifani. ''Abbiamo presentato e inviato al governo una nostra proposta dettagliata di riforma fiscale - ha detto - dove per riforma si intende una cosa semplice: trasferire il peso del fisco dal lavoro dipendente e dai pensionati alle altre forme di reddito, di rendita e di patrimonio. L'unica cosa che non si può fare è perder tempo, perché anno dopo anno il drenaggio fiscale asciuga sempre più le retribuzioni dei lavoratori. Se per tre anni il governo non fa nulla, quando arriveremo alla fine di questa legislatura per un lavoratore medio ci saranno tre punti di tasse in più ed altri invece pagheranno meno. Questo è il punto che non si può reggere e su questo faremo un'iniziativa molto forte''. Anche lo sciopero generale, gli è stato chiesto? ''Sì, certo'', ha risposto Epifani. ''Bisogna distinguere – ha aggiunto – fra l'andamento delle imprese e l'andamento dell'occupazione, per una certa fase le due cose sono state parallele, in questa fase qualche azienda rialza la testa, ma per l'occupazione arriva il peggio. I
GIUSTIZIA
ATTUALITA’
3
“C’è la croce? Niente udienze” Giudice rimosso dall’ordine
IL GIUDICE LUIGI TOSTI
IL SEGRETARIO DELLA CGIL GUGLIELMO EPIFANI
tempi dei riflessi sul lavoro - ha spiegato Epifani - sono sempre più lenti di quelli della ripresa dell'economia. La ripresa poi è così bassa e così disomogenea che lascia sostanzialmente irrisolti e aggrava tutti i problemi dell'occupazione''. Le due richieste al governo di Epifani sono queste: raddoppiare il periodo di disoccupazione per chi perde il lavoro e portarne i massimali a mille euro. ''Noi avevamo chiesto il
raddoppio della cassa integrazione ordinaria - ha detto - il governo ha trovato una via bizantina per risolvere il qualche modo il problema. Il punto più delicato che vedo sono i tempi della disoccupazione, perché un lavoratore che perde il lavoro oggi ha diritto a 8-10 mesi di disoccupazione, a seconda dell'età, e con una crisi come questa bisognerebbe almeno raddoppiare il tempo della disoccupazione, perché un
lavoratore che viene messo sulla strada, non trova lavoro rapidamente con una crisi come questa. Ed anche stare mesi e mesi a 650-700 euro non e' un bello stare. Siccome spesso il ministro dice che i soldi ci sono si potrebbe tranquillamente aumentare il massimale della disoccupazione almeno a mille euro: cosa che si potrebbe fare e non ho capito perché il governo si ostina a non voler fare''.
Luigi Tosti, il magistrato di Camerino (Macerata) divenuto famoso perché si rifiutava di tenere udienze nelle aula nelle quali è esposto il crocifisso, è stato rimosso dall'ordine giudiziario. La decisione è stata presa oggi dalla sezione disciplinare del Csm. Tosti è stato rimosso dall'ordine giudiziario per non aver tenuto udienza in tutto il periodo compreso dal maggio del 2005 al gennaio del 2006. Il magistrato si era difeso spiegando di averlo fatto per la presenza del crocifisso nell'aula giudiziaria, che lui con-
testava. E aveva anche spiegato che finché il crocifisso non fosse stato rimosso avrebbe continuato con questo comportamento. Una posizione che ha convinto la sezione disciplinare del Csm a ricorrere al più drastico provvedimento, perché configurava il rifiuto di compiere atti connessi all'attività giudiziaria. In sede penale Tosti era stato assolto per questa stessa vicenda dall'accusa di omissione di atti d'ufficio, ma solo perché il magistrato era stato sostituito e dunque le udienze erano state regolarmente celebrate.
Il ministro della Salute Fazio assicura: “Possiamo ritenerci uno dei paesi leader nel mondo in questo settore”
Sanità: presentato il piano oncologico nazionale Un Piano Oncologico Nazionale per il triennio 2010-2012 che mira ad offrire standard terapeutici e diagnostici più elevati, riducendo il “gap” esistente tra le diverse aree del Paese, con un occhio rivolto alla riduzione della spesa sanitaria attraverso la razionalizzazione delle risorse. A presentarlo è stato il ministro della Salute Ferruccio Fazio nel corso di una conferenza stampa tenuta presso il suo dicastero. Tra i punti previsti nel Piano c’è il rafforzamento dell’opera di prevenzione attraverso il contrasto a fumo e a alcol, la promozione di campagne che incentivino a stili di vita salubri e maggiori controlli sugli agenti oncogeni negli ambienti di vita e di lavo-
ro. Altri obiettivi fissati sono la riduzione dei tassi di mortalità, il miglioramento dei sistemi di screening attraverso una più ampia partecipazione alle campagne nazionali per tumore mammario, colon retto e cervice uterina, l’aggiornamento tecnologico e la rottamazione di vecchie apparecchiature, il completamento del registro di tumori. Fazio ha ricordato che “Possiamo ritenerci uno dei paesi leader nel mondo in questo settore”, nel quale ulteriori passi in avanti si possono conseguire principalmente attraverso due fattori: “La creazione di una rete oncologica nazionale, in fase di assestamento, che dovrà raccogliere tutte le eccellenze dal punto di vista scienti-
IL MINISTRO FERRUCCIO FAZIO
fico e medico. L’altro aspetto è il piano oncologico nazionale” che ha lo scopo di fungere “da quadro di riferimento” all’interno del quale poi realizzare le politiche attive. Considerata poi la suddivisione delle competenze
in materia sanitaria tra il livello nazionale e quello locale, il ministro aggiunge che “il Piano dovrà essere presentato alle Regioni, per essere con loro condiviso”. Per il ministro l’oncologia rappresenta “Una priorità del Ministe-
ro”, in un Paese nel quale ogni anno si verificano 250 mila nuovi casi e dove la previsione per il 2010 parla di oltre 2 milioni di casi di cittadini che sono, o sono stati, colpiti da tumori. In base ai dati relativi al 2006, in Italia sono stati registrati 168 mila decessi per tumori, pari al 30% del totale: la seconda causa di morte nel nostro Paese - la prima tra gli adulti e la seconda tra gli anziani -. Ancora, nel 2006 sono stati oltre 761 mila i ricoveri con diagnosi principale di tumore: il 9,3% del totale. Secondo l’Airtum, la situazione italiana della registrazione dei tumori, calcolata sul 32% della popolazione, vede una distribuzione geografica che pone al primo posto il Nord con il 48% dei
casi, seguito dal centro (26%) e da Sud e Isole (15%). Infine, altra novità annunciata da Fazio nel corso della conferenza stampa riguarda la realizzazione di un “Nuovo piano nazionale per le liste di attesa”, che verrà definita nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni “tra “Una settimana, dieci giorni”. Il piano porterà a “dividere le liste in base all’urgenza, con l’indicazione della priorità per l’esame richiesto. All’inizio il nuovo piano snellirà, in particolare, le liste d’attesa nel settore cardiovascolare, in oncologia e in ematologia. In aggiunta, si vuole “Realizzare un metodo per far parlare tra loro i Cup regionali, in modo da evitare le doppie prenotazioni”.
PAGINA
4
QUI ARGENTINA
L’ITALIANO SABATO 23 GENNAIO 2010
In una breve conferenza stampa la “presidenta” ha attaccato nuovamente Cobos, con il quale vive una situazione da “separati in casa” già dal 2008, quando questi votò contro una risoluzione del governo sulle tasse di esportazione dei prodotti agricoli - provvedimento di importanza fondamentale nel mezzo di un braccio di ferro con i produttori -, provocandone la bocciatura.
Kirchner: «Rinuncio al viaggio in Cina, temo tradimento Cobos» BAIRES - Il capo di Stato argentino Cristina Fernandez Kirchner ha annunciato ieri che rinuncerà al viaggio di dieci giorni in Cina e in Bolivia per assistere alla cerimonia di investitura del presidente Evo Morales, perché il suo vice, Julio Cobos, “non svolge il ruolo che la Costituzione gli assegna”. In una breve conferenza stampa la “presidenta” ha attaccato nuovamente contro Cobos, con il quale vive una situazione da “separati in casa” già dal 2008, quando questi votò contro una risoluzione del governo sulle tasse di esportazione dei prodotti agricoli - provvedimento di importanza fondamentale nel mezzo di un braccio di ferro con i produttori -, provocandone la bocciatura. “Non solo si è trasformato nel leader dell'opposizione – ha sostenuto Kirchner in riferimento alla candidatura di Cobos alle presidenziali del 2011 - ma fa ostruzionismo contro le misure adottate dalla presidenza”. Il riferimento è alla presa di posizione del suo vice al fianco del presidente della Banca centrale Martin Redrado nella battaglia legale che sta conducendo con la Casa Rosada opponendosi al decreto presidenziale che lo obbliga a consegnare un parte delle riserve del
“Per questo – ha quindi spiegato - il senso di responsabilità mi impone di rimanere nel Paese e gestire la cosa pubblica, perché io ne sono responsabile. Se altri non agiscono nel loro ruolo in maniera responsabile, io lo devo fare, perché è quello che mi chiede la Costituzione e quello che la gente si aspetta”. Il capo di Stato ha quindi annunciato che chiede-
rà un parere non vincolante al Parlamento sulla destituzione di Redrado, dando mandato al capo di gabinetto Anibal Fernandez di chiedere la formazione di una commissione speciale che analizzi la questione. Kirchner ha quindi ribadito che non convocherà una sessione straordinaria del Congresso, attualmente chiuso per le ferie estive, come richiesto dal-
l'opposizione per discutere del decreto su Redrado e di quello con cui richiedeva alla Banca centrale di girare oltre sei miliardi di dollari al Tesoro. Proprio i suoi viaggi all'estero, secondo quanto riportavano i quotidiani argentini, avrebbero potuto offrire a Cobos la possibilità e il potere di usare il suo ruolo di vicario per aprire le porte del Congresso.
Aggredito e ferito per opporsi a un furto Paese al Tesoro per pagare le scadenze del debito pubblico per il 2010. “L'articolo 99 della Costituzione prevede che il capo di Stato sia il capo del governo e il responsabile politico dell'amministrazione generale della n a z i o n e . L'amministrazione nazionale del Paese, la designazione dei funzionari, i negoziati, l'amministrazione della cosa pubblica sono responsabilità del
capo di Stato” ha detto il Kirchner, che ha aggiunto: “Qualsiasi cittadino può dissentire dalle politiche dell'esecutivo, ma non il vicepresidente, perché la Costituzione gli assegna un ruolo chiaro e i m p o r t a n t e . L'atteggiamento assunto nel difendere un funzionario a cui è stato revocato l'incarico dalla presidenza lo rende incompatibile costituzionalmente con il ruolo che occupa”.
Continua l’allarme dengue, un caso “autoctono” BAIRES - Continua l’allarme dengue in Argentina: un funzionario sanitario della zona di Baradero ha detto ieri che le analisi effettuate su uno dei pazienti sospetti ha dato risultato positivo; ora però bisogna attendere la seconda conferma, la controprova, che l’istituto Maiztegui ha ordinato di fare sulle stesse analisi. Di certo, però, l’attenzione (e la tensione) è al massimo livello: anzi, questo caso preoccupa più degli altri precedenti, anche perché secondo il direttore di assistenza primaria di Baradero, Julian Gomez, ha confermato la scoperta del primo caso di dengue autoctono nella provincia di Buenos Aires. Un caso, insomma, non “importato” da persone esterne o straniere di passaggio nel paese, ma un caso interno, tutto argentino. Tutto questo dopo due settimane di attesa per il responso delle analisi relative all’uomo sospettato di aver contratto la malattia. Responso che è stato positivo. Non solo: secondo lo stesso Gomez, nella facciata dell’abitazione della persona contagiata sono state trovate tracce di Aedes Aegypti, ovvero la zanzara che trasmette il batterio. Ad ogni modo il paziente continua la cura e non dovrebbe essere in pericolo di vita: anzi, è stato già dimesso dall’ospedale. Al tempo stesso, le autorità sanitarie locali hanno iniziato una campagna di fumigazione in tutta la zona nella quale risiede la persona. L’attenzione,infatti, è molto alta: anche perché due giorni dopo il ricovero della vittima, altre tre persone sono state assistite dal personale medico del nosocomio Lino Piniero con sintomi di febbre alta e nausea, gli stessi del dengue; senza considerare che questo caso di Baradero non è inserito nella lista dei nove contagi stilata dal ministero di salute capitolino.
BAIRES - Un uomo di nazionalità tedesca è stato aggredito ieri; e avendo opposto resistenza, i ladri gli hanno sparato contro due colpi, colpendolo al braccio e alla gamba. E l’esito dell’assalto sarebbe potuto essere ben peggiore se l’arma con la quale uno dei due delinquenti stava sparando non si fosse inceppata improvvisamente. L’assalto è avvenuto quando la vittima, un imprenditore, era fermo a una pompa di benzina in servizio nella città di Martinez, nella zona di San Isidro, nella parte settentrionale del territorio metropolitano di Buenos Aires, per rifornirsi di carburante; era nell’atto di caricare il serbatoio quando i due malviventi gli si sono avvicinati. L’uomo, di circa 55 anni, si trovava dunque con il suo furgoncino, all’incrocio tra viale del Libertador e Pasteur: i due malviventi (ma potrebbero essere stati di più) erano ben vestiti, pesantemente armati e si trovavano alla guida di una Audi A4. All’improvviso uno di loro si è avvicinato all’imprenditore, con la chiara intenzione di rubargli l’autoveicolo. L’uomo ha opposto resistenza, al punto che il ladro gli ha scaricato addosso la pistola fino a quando questa si è inceppata. Prima di andarsene, però, l’aggressore è riuscito a sfilare dal polso della vittima un orologio di valore. L’imprenditore, a terra, era ferito alla gamba e a un braccio; tutt’intorno, confusione e panico, per gli spari. Proprio in mezzo a tanta confusione gli aggressori sono riusciti a fuggire, dirigendosi, secondo i testimoni, verso il vicino fiume. Una fuga durata ben pochi minuti, dato che gli agenti di polizia sono riusciti a localizzarli nella località conosciuta come “Perù Beach”, appunto nei pressi del fiume a San Isidro. Ma neanche la presenza delle forze di sicurezza ha distolto i ladri dal loro intento di fuggire: tutt’altro. Per nulla intimoriti, i ladri hanno iniziato a sparare contro gli agenti alcuni colpi di pistola, ma ad avere la peggio sono stati i malviventi. I quali hanno provocato uno scontro con la macchina che stavano guidando, al punto da doverla abbandonare, continuando la fuga a piedi. Ma neanche così è stato possibile acciuffarli: uno dei due delinquenti è infatti riuscito a rubare un’altra macchina e ha proseguito la fuga, lasciando a piedi il complice. Poche ore più tardi, il veicolo è apparso abbandonato in una zona agreste in località San Fernando, guarda caso quella più vicina a San Isidro, nel Conurbano di Buenos Aires. Dei ladri, nessuna traccia. SALVATORE GIUFFRIDA
Morire a 5 anni per una partita di calcetto BAIRES - Tragedia nella località di Tabay: un bambino che stava giocando a calcio è morto dopo che una pallonata lo ha preso in pieno petto. In realtà il ragazzino, di soli cinque anni, non stava partecipando alla partita che era in corso, ma guardava i giocatori a un lato del campo sportivo, senza essere protetto da alcuna recinzione. Per la precisione, camminava avanti e indietro per non perdersi nessuna fase della partita, di calcetto. A giocare la partita era un gruppetto di amici di un piccolo club sportivo; all’improvviso un difensore ha calciato con forza il pallone, che è andato a sbattere contro il bambino, colpendolo proprio sotto il mento e sopra il torace. A causa del colpo, il minore, che è il figlio dell’amministratore del club, è caduto di spalla e ha sbattuto la testa contro il pavimento di cemento. Ancora non è chiaro se è deceduto per il colpo subito alla testa in seguito alla caduta o per la pallonata, che è stata chiaramente involontaria.
L’ITALIANO SABATO 23 GENNAIO 2010
PAGINA
5
ITALIANI NEL MONDO
“Cervelli” che fuggono da Sud a Nord: anche questa è emigrazione EDITORE Cooperativa Editoriale L'Italiano Soc. Coop. a mutualità prev. Srl P.Iva 09341041003 REGISTRAZIONE Tribunale di Roma: 492007 del 02.03.2007 ROC: 15506 DIRETTORE Gian Luigi Ferretti VICEDIRETTORI Tullio Zembo - Edizione Sud America DIRETTORE RESPONSABILE Salvatore Santangelo COLLABORANO Italia: Stefano Pelaggi, Eugenio Balsamo, Simone Nastasi, Pasquale Campolo, Mara De Gaetano Francia: Carlo Erio Germania: Alessandro Chiodo Svizzera: Antonio Zulian Principato di Monaco: Fabrizio Carbone USA:Luigi Solimeo, Nino Antonelli
ROMA - Le migrazioni interne della popolazione italiana, l'esodo dei meridionali verso le regioni del Settentrione, sono di ancora di un'attualità spiazzante. Non più valige di cartone legate con lo spago, non più ex braccianti e operai disoccupati, ma migliaia di giovani con un titolo di studio qualificato: tra il 2000 e il 2005, in particolare, oltre 80mila laureati (pari ad una media annua di 1,2 ogni 100 residenti con tale titolo di studio) hanno abbandonato le regioni del Sud per emigrare in cerca di un'opportunità lavorativa. È quanto emerge da un'indagine, appena pubblicata, condotta da due economisti della Banca d'Italia (Sauro Mocetti e Carmine Porello) sulla mobilità del lavoro, che rileva come in 15 anni, tra il 1990 e il 2005, si siano trasferite al Nord quasi 2 milioni di persone e l'emigrazione dal Sud (isole incluse) "ha ripreso vigore nella seconda metà degli anni Novanta, interrompendo un trend decrescente che durava dai primi anni Settanta; all'inizio del decennio in corso il deflusso si è nuovamente attenuato". Lo studio uscito da Palazzo Koch dimostra che "il mezzogiorno diventa sempre meno capace di trattenere il proprio capitale umano, impoverendosi della dotazione di uno dei fattori chiave per la crescita socioeconomica regionale". La caratteristica distintiva delle ultime migrazioni è, infatti, la partenza di ragazzi istruiti, diretti sopratutto verso le grandi aree metropolitane del Centro Nord, come Roma, Milano e
Bologna. Il contesto rispetto ai flussi del passato è completamente cambiato: "I nuovi rapporti di lavoro - è spiegato nel rapporto - e la diffusione dei contratti a termine hanno inciso sugli incentivi alla mobilità geografica, rendendo più incerto il rendimento atteso dallo spostamento". L'emigrazione dei "cervelli", rilevano ancora i due economisti, può comportare "un impoverimento di capitale umano che, a sua volta, potrebbe riflettersi nella persistenza dei differenziali territoriali in termini di produttività, competitività e, in ultima analisi, di crescita economica". In un simile contesto, a parere di Mocetti e Porello, l'intervento dello Stato deve essere mirato ad eliminare le cause che ostacolano, in termini quantitativi e qualitativi, la crescita economica nel Mezzogiorno. Negli ultimi anni, inoltre, è aumentato anche il cosiddetto "pendolarismo di lungo raggio", fenomeno che riguarda coloro che, pur mantenendo la residenza d'origine, vanno a lavorare in una località molto lontana dal proprio Comune nel quale riescono a tornare raramente nel corso dell'anno. Un dato del 2007 rivela, ad esempio, che al centro-nord lavoravano stabilmente circa 140mila persone residenti nel Mezzogiorno (pari al 2,3% degli occupati dell'area); spesso, secondo la ricerca, si tratta di giovani che non hanno ancora raggiunto la stabilità dal punto di vista familiare e occupazionale. E così se una volta era l'emigrato che sosteneva con le sue rimesse la famiglia rimasta del
luogo d'origine, oggi è il contrario: i genitori continuano ad aiutare economicamente il giovane fino al suo completo inserimento nel mondo del lavoro. Quante alle cause, l'emigrazione dal Sud continua ad essere alimentata dalle maggiori opportunità di lavoro esistenti nel Centro-Nord e dunque dalla persistenza, nel Mezzogiorno, di un disagio storico legato alla mancanza del lavoro ed al ritardo di sviluppo e crescita economica. Secondo lo studio di Bankitalia, all'inizio degli anni Duemila a rallentare i flussi migratori dal Sud contribuì il forte aumento dei prezzi delle case al Centro-Nord. Ma anche il cambiamento del mercato del lavoro con il boom del precariato che certo non incentivava le persone, soprattutto i giovani, a spostare la residenza per seguire un lavoro a termine. Infine, conclude lo studio, anche la crescita dell'immigrazione straniera ha contribuito a modificare le scelte migratorie degli italiani, favorendo "l'afflusso dei nativi laureati" e frenando "quello dei meno scolarizzati". In particolare, la concentrazione degli stranieri nel CentroNord avrebbe incontrato una domanda di lavoro che in passato veniva soddisfatta dai lavoratori del mezzogiorno. L'Italia a due velocità - Se ai dati dello studio di Bankitalia aggiungiamo quelli dell'Istat, ci ritroviamo davanti a quella che sembra in tutto e per tutto un ritratto assolutamente statico, immobile ed uguale a se stesso da decenni. I dati dell'Istituto nazionale di statisti-
ca, infatti, rilevano un'Italia sempre più vecchia, con una crescita a due velocità e un Mezzogiorno dove il lavoro irregolare ancora dilaga. "Nel Meridione un lavoratore su cinque resta in nero. Il record è in Calabria dove la quota di irregolari è al 27,3%. Sul mercato del lavoro permangono notevoli differenze: le donne occupate sono il 47,2% della popolazione di riferimento, gli uomini il 70,3%". Con un indice di vecchiaia che conta 143 anziani ogni 100 giovani, l'Italia si colloca poi al secondo posto in Europa, preceduto solo dalla Germania. La regione più anziana è la Liguria, la più giovane la Campania. C'è anche da fare i conti con la criminalità che nel Sud è considerata problema prioritario dal 58,6% della popolazione; la regione dove appare più rilevante è la regione risultata la più govane, la Campania (68,3%). La quota sale nel Nord-Est (62,6%) e nel Nord-Ovest (62,4%): in Emilia-Romagna (67,6%), Veneto (63,8%) e in Piemonte (63,3%). Infine, resta il divario tra Sud e Centro-Nord nella produzione di ricchezza ed emerge "l'insufficienza della produzione del Mezzogiorno, dove tutte le regioni sono costrette ad importare beni e servizi per una quota del Pil spesso superiore a 20 punti percentuali". Insomma, un immagine nella quali differenti potranno essere le percentuali, diverse alcune tipologie sociali, ma sicuramente uguale, concettualmente, a quella di venticinque anni fa.
ITALIA Redazione: Palazzo Patrizi Montoro Piazza San Luigi de’ Francesi, 37 00186 Roma Tel.: 0664760600 redazione@litaliano.it Stampa: Telestampa Centro Italia Srl Località Casale Marcangeli Oricola (AQ) EDIZIONE SUD AMERICA Redazione: Uruguay 239 piso 7 apt D C1015ABE Buenos Aires Tel.: 4372-6111 zembot@fibertel.com.ar Stampa: Diario del Viajero Av. de Mayo 666 C1084AAO Buenos Aires Distribuzione: Antonio Felix De Bonis Estados Unidos 1788, 3°piso - 2, Buenos Aires Collaborano: Argentina: Daniel Bellicoso, Salvatore Giuffrida. Brasile: Adriano Bonaspetti, Stefano Andrini Paraguay:Elisabetta Deavi, Antonio Fossati
Unione Stampa Periodica Italiana
F.U.S.I.E.
PAGINA
6
ESTERI
Emergenza umanitaria DOPO AVER TROVATO 121 PERSONE ANCORA VIVE I SOCCORRITORI SI CONCENTRANO SUI SUPERSTITI AMMASSATI NELLE TENDOPOLI
L’ITALIANO SABATO 23 GENNAIO 2010
Haiti: si fermano le ricerche A dieci giorni dalla spaventosa scossa che ha quasi cancellato Port-auPrince - ma anche molti piccoli centri dell’interno - non ci sono più speranze di trovare ancora sopravvissuti sotto le macerie della capitale e per questo l’Onu ha deciso di spostare il focus dell’azione delle sue squadre di soccorritori dalla ricerca di superstiti all’aiuto alla popolazione. Ora le squadre con attrezzature leggere - quelle che materialmente hanno lavorato sotto le macerie - lasceranno il passo a gru e ruspe. Un segnale inequivocabile che, per l’Onu, è arrivato il momento sempre temuto dai parenti dei dispersi, quando cioè si pensa solo a chi è sopravvissuto non avendo più speranze di trovare persone vive sotto quello che resta di case, alberghi, supermercati, palazzi. Sino al momento della sospensione, comunque, le 43 squadre di esperti, provenienti da tutto il mondo, che ininterrottamente hanno lavorato a Port-auPrince, hanno ottenuto risultati assolutamente stupefacenti, riuscendo a estrarre dalle macerie 121 persone vive. Un record per eventi del genere, sottolineano da Ginevra gli uomini del Bureau di coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite, l’Ocha, che, dal momento della prima, devastante scossa che ha sbriciolato le case della capitale haitiana sono, inin-
terrottamente, a lavoro. Ma da Ginevra puntualizzano che l’ultima decisione se proseguire o meno le ricerche di eventuali sopravvissuti spetta solo al governo di Haiti. Il governo, secondo il New York Times, avrebbe già elaborato un piano per sistemare gli sfollati, che prevedrebbe prima un passaggio in tendopoli e, poi, affidandone la realizzazione a imprese private, in abitazioni. Il principale timore è che la sistemazione nelle tende, per il prolungarsi della fase di rea-
ANCORA EMERGENZA UMANITARIA AD HAITI
I due paesi ai ferri corti dopo che le critiche del segretario di Stato Usa
Google-Cina: scontro fra Washington e Pechino “La Clinton nega la realtà, da noi il web è libero” La Cina ha reagito con durezza alle critiche rivoltele giovedì dal segretario di stato americano Hillary Clinton, che l’ ha accusata di limitare il libero accesso ad Internet. In una nota pubblicata sul suo sito web, il ministero degli esteri afferma che le accuse degli Usa ‘’negano la realtà e danneggiano le relazioni tra i due paesi’’ ma sottolinea che, nonostante le divergenze, Pechino è disposta a proseguire nel dialogo. La Clinton ha messo la Cina nel gruppo dei paesi che ‘’recentemente hanno
ristretto la libertà di Internet’’ con Tunisia, Uzbekistan, Arabia Saudita e Vietnam. Il segretario di stato ha inoltre chiesto a Pechino di avviare una inchiesta, ‘’minuziosa’’ e ‘’trasparente’’ sui recenti casi di pirateria osservati nel paese, in particolare contro il colosso del web Google, che ha minacciato di andarsene anche a causa della censura. ‘’Internet in Cina è aperto e la Cina è il paese più attivo nello sviluppo di Internet’’ prosegue la nota, che poi sottolinea che ‘’alla fine dell’ anno scorso i navi-
gatori cinesi hanno raggiunto la cifra di 384 milioni e ci sono 3,68 milioni di website e 180 milioni di blog’’. ‘’La Cina ha la sua situazione nazionale e le sue tradizioni culturali e gestisce Internet in accordo con le sue leggi e con le pratiche internazionali...la Costituzione cinese garantisce ai cittadini la libertà di opinione...’’, aggiunge il ministero. La nota si conclude esprimendo la ‘’speranza’’ che gli Usa ‘’rispettino gli impegni presi dai leader dei due paesi’’ per uno sviluppo delle rela-
zioni tra i due paesi, ‘’portandole in una nuova fase rafforzando il dialogo, la comunicazione e la collaborazione’’ e ‘’affrontando i disaccordi e le difficoltà in modo appropriato’’. Quella di Internet è solo l’ ultima di una serie di questioni sulle quali sono emergenze divergenze dopo la visita in Cina del presidente americano Barack Obama, nel novembre scorso. I due paesi si sono scambiati accuse su temi che vanno dal commercio, alla situazione nel Tibet e alle relazioni con Taiwan.
HILLARY CLINTON
lizzazione delle case, si dilati oltremodo nel tempo, rischiando di diventare una soluzione definitiva. E mentre continuano le scosse che terrorizzano la popolazione, si muove la macchina della solidarietà. Le star della musica latina - da Gloria Estefan a Ricky Martin - hanno dato la loro disponibilità ad una maratona canora per la raccolta di fondi. Leonardo DiCaprio è andato oltre, donando un milione di dollari al neo istituito ‘’Fondo ClintonBush per Haiti’’.
PAGINA L’ITALIANO SABATO 23 GENNAIO 2010
7
Il brasiliano è lʼuomo in più dei rossoneri “CHIUNQUE DI NOI PUOʼ RISOLVERE LA PARTITA IO SONO CONTENTO DI ARRIVARE BENE A QUESTA SFIDA E AIUTEROʼ LA SQUADRA A FARE I TRE PUNTI”
SPORT
E' l'uomo in più di questo Milan, è il simbolo della rinascita di una squadra che un girone fa sembrava alla deriva, è il campione che tutti invidiavano al Barcellona di Rijkaard. Ed e' anche il rossonero che fa più paura a Moratti. Ride Ronaldinho, ormai non smette più. Da quando è in Italia sta attraversando il suo miglior periodo e la tripletta rifilata domenica scorsa al Siena ne è la dimostrazione. "Sono felice per il momento che sto passando ma ancora di più per il bellissimo momento della squadra dice il fuoriclasse brasiliano ai microfoni di Sky Sport -. Cerco di aiutare i miei compagni con gol e assist, è il mio lavoro, ma io non gioco solo - avverte -. E' tutta la squadra che sta attraversando un momento bellissimo e questo perché tutti i calciatori fanno il loro lavoro bene, ognuno fa la sua parte e per tutti è più facile". Tutti scommettono forte su di lui per far pendere la bilancia della stracittadina milanese dalla parte rossonera "ma chiunque entra in campo può essere l'uomo derby - risponde Ronaldinho -. Io sono contento di arrivare bene a questa sfida e farò del mio meglio per aiutare la squadra a fare i tre punti". Dietro la sua rinascita
SERIE A
Milan: occhi puntati su Super-Ronaldinho Campionato: è l’Inter la più seguita dai tifosi
TIFOSI DELL’INTER
L’ASSO BRASILIANO DEL MILAN RONALDINHO
c'è sicuramente Leonardo e l'asso sudamericano non lo nasconde di certo. "Lui mi fa giocare in una posizione a cui sono abituato, dove ho giocato per molti anni al Barcellona - spiega - e lavorare con un allenatore che è anche un amico è una motivazione in più, lui sa cosa mi fa bene e questo mi aiuta molta". Con queste prestazioni tornare in nazionale appare scontato ("ma adesso la mia testa è al 100 per cento sul Milan, penso solo a fare bene qui e lascio che le cose vadano avanti naturalmente"), prima però
c'è da vendicare l'umiliante 0-4 di agosto contro i cugini nerazzurri. "Bisognerà fare attenzione a tutti - sottolinea Dinho -. L'Inter ha un grandissimo presidente, un grandissimo allenatore, calciatori di altissimo livello, sono una delle squadre più forti al mondo e bisogna fare attenzione a tutto per non avere brutte sorprese". Per evitare la debacle dell'andata, la ricetta è solo una: "Stare attenti per tutti i 90 minuti, per non passare quello che abbiamo passato nel primo derby, altrimenti rischia-
Il tecnico della Sampdoria Del Neri spiega le sue scelte
mo che finisca con lo stesso risultato. Dobbiamo guardare a tutto quello che abbiamo fatto male nel primo derby e cercare stavolta di vincere". Dalla sua parte troverà di fronte l'amico Maicon, "ma quando siamo insieme non parliamo di calcio. E' sempre un piacere stare con lui, nel suo ruolo è il più forte al mondo". Infine un desiderio: invecchiare in rossonero. "Qui sono molto felice, tutto può succedere ma spero di rimanere al Milan molti anni", l'auspicio suo e forse anche dei tifosi rossoneri.
La media spettatori in Serie A TIM si mantiene in linea con l'affluenza negli stadi della scorsa stagione: 24.148 presenze a partita contro le 24.717 del 2008/2009 (due anni fa erano 22.336). Lo rende noto la Lega Calcio in un comunicato. L'ultima giornata registra più di 29.000 spettatori per gara, secondo miglior risultato stagionale dopo i 29.406 della tredicesima di andata. La Serie B TIM perde circa 200 spettatori a partita rispetto all'anno scorso, per una media di 5.211 contro i 5.427 del 2008/2009. La giornata record del campionato cadetto è l'undicesima, quando in media per ogni
gara si registrarono 6.476 ingressi. L'andamento della Serie A, se confermato sino al termine del campionato, permetterà di superare quota 9 milioni di spettatori stagionali, livello oltrepassato solo in due occasioni (2004/2005 e 2008/2009) negli ultimi 10 anni. L'ottimo impatto di Mazzarri sul Napoli influisce anche sul ritorno al San Paolo dei tifosi partenopei (46.852), permettendo al club di De Laurentiis di scalzare il Milan (41.574) dal secondo posto nella classifica presenze, dove comanda sempre l'Inter (52.492), mentre al quarto e quinto posto si confermano Roma (36.604) e Lazio (33.326).
Il tecnico della Roma torna nel suo ex stadio
“Cassano in punizione? Ranieri ritrova la Juve No, è scelta tecnica” “Ma non cerco rivincite” ''Cassano non sarà convocato per scelta tecnica. Non c'è stato nessuno scontro, in trasferta ho bisogno di più fisicità e meno qualità''. Il tecnico della Sampdoria Luigi Del Neri ha spiegato così in conferenza stampa il motivo della mancata convocazione per la trasferta di domenica a Udine. ''Abbiamo parlato e gli ho spiegato le mie idee, ma non c'è stato nessuno scontro, abbiamo avuto un colloquio sereno, da uomini, nella correttezza dei ruoli''. Il tecnico blucerchiato ha voluto sottolineare questo aspetto del suo colloquio con il fantasista barese per smentire la notizia ap-
LUIGI DEL NERI
parsa su una presunta lite tra i due. ''Mi dispiace per le informazioni che sono uscite su quello che è accaduto - ha aggiunto Del Neri - questo lede la nostra immagine e quella dell'ambiente''. Il tecnico ha quindi precisato per la tra-
sferta con l'Udinese ''voglio attaccanti che sappiano pressare. E' una scelta normale per un allenatore ed è normale da parte del giocatore di accettarlo, come è stato. La mia scelta è stata concordata con la società''.
Vietato parlare di rivincita. Per Claudio Ranieri, la sfida contro la Juventus, in programma stasera a Torino, non è assolutamente un'occasione per rivalersi sui bianconeri dopo l'esonero della passata stagione. ''Se voi sapeste - dice Ranieri, rivolgendosi ai cronisti - e capiste quanto sono felice di essere tornato a casa non mi fareste più questa domanda. Per me conta solo la Roma, fare bene per la Roma e con la Roma''. Niente da dimostrare, quindi, per l'attuale allenatore giallorosso che assicura: ''Saluterò e, se possibile, abbraccerò i miei ex giocatori con
CLAUDIO RANIERI
i quali ho condiviso momenti bellissimi. De Piero? Certo, darò la mano anche a lui, come la darò a tutti''. E poi chiude così quando qualcuno gli chiede se abbia voglia di togliersi un sassolino dalla
scarpa. ''Un giorno magari scriverò un libro in cui spiegherò anche com'è andata con la Juventus. No, scherzi a parte, credo che un allenatore sia pagato anche per andare via e tenersi tutto per sé''.
PAGINA
8
CONTROCOPERTINA - SPORT
L’ITALIANO SABATO 23 GENNAIO 2010
Del Piero-Totti: «Noi le ultime bandiere del calcio» Nella vigilia di Juve-Roma c'è anche il fair play fra i due "veterani", da sempre rivali in campionato ma che insieme hanno vinto un Mondiale. Il bianconero: "Sono orgoglioso di affrontare ancora una volta un avversario come Francesco". Il romanista gli fa eco: "E’ sempre una bella sfida giocare contro campioni come te. E’ un vero onore" MARA DE GAETANO
ROMA - Avversari in campo, ma non fuori. Alla vigilia della sfida tra Juventus e Roma, Alessandro Del Piero, dalle pagine del suo sito personale, si rivolge a Francesco Totti, da sempre rivale in campionato ma compagno di Nazionale nella splendida cavalcata del Mondiale 2006. "C'è un gesto che ormai da anni, da quando indosso la fascia di capitano, ripeto ogni volta prima di cominciare una partita sono le parole del bianconero -. Fa parte del 'protocollo', di quei riti che accompagnano gli ultimi
miamo i miei gol e i suoi, superiamo quota 500. Se sommiamo gli anni di carriera con la stessa maglia, sempre e soltanto la stessa maglia, arriviamo a 35 anni. Una vita. Lo stesso discorso valeva per le mie sfide con Paolo Maldini - ricorda il numero 10 della Juventus -. Io credo che non esista il concetto di bandiera, di simbolo di una società, di una squadra, di una tifoseria, se poi non lo riempi ogni giorno di contenuti, sul campo e fuori
dal campo. Per questo per me è un orgoglio avere affrontato e affrontare giocatori così". "Con Francesco continua Del Piero - siamo stati compagni di squadra in Nazionale, sottolineo compagni e non rivali. Siamo molto diversi, ma abbiamo molte cose in comune. Abbiamo vinto un Mondiale insieme e quei ricordi ci legheranno per sempre. Ma soprattutto con i nostri club siamo stati, e saremo, avversari. Ecco, io penso che un campione diventi grande anche attraverso i grandi avversari che affronta. Per questo sarò felice, domani sera, di stringere la mano a Francesco". UGUALE FORZA — "Alessa', è vero. Siamo rimasti noi le ultime bandiere del calcio italiano!". Francesco Totti ha scelto un tono affettuoso e confidenziale
per rispondere, sul suo sito, alle riflessioni ed ai complimenti che Alessandro Del Piero gli aveva indirizzato, sempre via internet, in vista di Juventus-Roma di domani. "È sempre una bella sfida
giocare contro campioni come te. Abbiamo condiviso tanti momenti importanti aggiunge Totti - fuori e
istanti in attesa del calcio d'inizio. Il saluto
all'arbitro, lo scambio dei gagliardetti, la stretta di mano al capitano della squadra avversaria. Gesti che diventano automatici, ripetitivi, per alcuni anche scaramantici, con la testa rivolta a quello che poco dopo accadrà in campo. Se mi fermo però a pensare al valore di quei momenti, mi accorgo che non sono affatto banali. Soprattutto alla vigilia di partite come questa, quando dall'altra parte, con la fascia di capitano, c'è un giocatore come Francesco Totti". OLTRE 500 GOL — Del Piero sottolinea che "se som-
Ranieri sicuro: «Possiamo battere la Juventus» ROMA - Non una vendetta ma voglia di portare a casa i 3 punti. E’ quanto emerge nell’intervista al tecnico della Roma, ex della Juventus, Claudio Ranieri: “Non ho rivalsa, sono un uomo di calcio e so come vanno le cose. Saluterò tutti, sono stati miei calciatori, del resto”. Alla vigilia del big match tra Juventus e Roma emerge la differenza di stati d’animo nei diversi ambienti: a Trigoria l’atmosfera è allegra e priva di tensioni. Ciò nonostante, Ranieri non risparmia delle frecciatine indirizzate ai vertici bianconeri: “ Blanc mi ha esonerato perché mi voleva bene? Allora mi fa pensare che voglia male a Ferrara...", ha commentato il tecnico riguardo il suo esonero. L’allenatore giallorosso tiene a sottolineare come ormai alla Juve sia cambiato qualcosa: “Lo stile Juve era quello delle battute di Agnelli, poi lui è morto e Boniperti non si vede più sui media...”. Stando a quanto dichiarato da Bettega riguardo un risorgimento della Juve contro la Roma (così come il Milan), Ranieri si lascia andare: “ Mi sono grattato... Speriamo non sia cosi!" Eppure Ranieri da grande uomo di calcio quale è sa bene che la trasferta a Torino sarà complicata: “Io l'ho vista spesso, la Juve, col Milan non fu un disastro, fino al gol di Nesta fu un match equilibrato. E il Chievo ultimamente ha fatto soffrire tanti”. In sostanza il tecnico di Testaccio si aspetta di trovarsi di fronte una grande squadra (nata per competere su tre fronti) che, nonostante si sia dimostrata troppo discontinua, abbia voglia di dare un calcio alla crisi. Riguardo la possibilità di scendere in campo all’Olimpico di Torino con il tridente (Totti-Toni-Vucinic), Ranieri dichiara di voler valutare con calma, considerando anche la condizione di forma dei singoli: “ L'abbiamo già fatto con Menez, ma voglio valutare bene. Totti non può essere al top perché è fermo da tempo, lo porteremo gradatamente al top. De Rossi e Mexes? Stanno bene, si sono allenati bene. L'assenza di Baptista? Aveva un affaticamento a tutte e due le gambe, mi spiace, ma si gioca ogni 3 giorni". Sulle voci delle ultime ore di un offerta del Real Madrid per De Rossi (circa 40 milioni di euro) Ranieri è molto esplicito: “Se devo dire la mia io non lo vendo neanche ad 80 milioni". Vietato parlare di rinvicita. Per Claudio Ranieri, la sfida contro la Juventus, in programma domani sera a Torino, non è assolutamente un'occasione per rivalersi sui bianconeri dopo l'esonero della passata stagione. "Se voi sapeste - dice Ranieri, rivolgendosi ai cronisti - e capiste quanto sono felice di essere tornato a casa non mi fareste più questa domanda. Per me conta solo la Roma, fare bene per la Roma e con la Roma". Niente da dimostrare, quindi, per l'attuale allenatore giallorosso che assicura: "Saluterò e, se possibile, abbraccerò i miei ex giocatori con i quali ho condiviso momenti bellissi. De Piero? Certo, darò la mano anche a lui, come la darò a tutti". E poi chiude così quando qualcuno gli chiede se abbia voglia di togliersi un sassolino dalla scarpa. "Un giorno magari scriverò un libro in cui spiegherò anche com'e andata con la Juventus. No, scherzi a parte, credo che un allenatore sia pagato anche per andare via e tenersi tutto per se".
dentro il campo. Ma quello che mi fa sentire più vicino a te è che abbiamo la stessa forza di rimetterci in piedi con tanta voglia di vincere. E domani pronti a scendere in campo da avversari". Due campioni. Avversari sempre, nemici mai.