L'ITALIANO

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L ITALIANO GIOVEDI’ 28 GENNAIO 2010 - Anno IV - Numero 17 (845 dall’inizio) QUOTIDIANO DELL’ITALIA NEL MONDO

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Un accordo segreto tra Italia e Brasile per liberare Cesare Battisti. Le voci sempre più insistenti rimbalzano da Rio de Janeiro a Roma. Il presidente brasiliano Lula non ha infatti intenzione di estradare l’ex terrorista rosso condannato a due ergastoli. Il governo di Brasilia ha già approntato la strategia per giustificare il prolungamento dell’asilo politico nonostante la recente sentenza della Corte suprema brasiliana a favore dell’estradizione. Lula attribuirà la scelta di far rimanere in Brasile l'ex terrorista a «ragioni umanitarie». ALLE PAG. 5

CASO BATTISTI: INQUIETANTI VOCI DAL BRASILE QuiItalia

QuiArgentina

Sport

Caso Telecom: l’Etno, l’associazione europea operatori telecomunicazione, chiede l’intervento di Barroso

Juventus: Ciro Ferrara è già un allenatore con la valigia. Al suo posto Zaccheroni o Claudio Gentile

alla pag. 4

Fiat: è scontro tra i vertici del Lingotto e il Ministro dello Sviluppo Economico. Scajola ribadisce il suo no alla scelta della cassa integrazione

a pag. 2

QuiItalia Giornata della Memoria, l’intervento

alle pag. 8 del presidente della Camera Fini:

«Il ricordo dell’orrore sia un presidio morale per tutti» pag. 3

QuiMondo Haiti: rientra subito il caso diplomatico nato tra Italia e Stati Uniti. Pace fatta dopo le tensioni nate dalle parole di Bertolaso alla pag. 6


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POLITICA ITALIANA

Operai in cassa integrazione IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO: DECISIONE INOPPORTUNA DA PARTE DEL LINGOTTO, PIÙ DIFFICILE ADESSO LA VERTENZA PER TERMINI IMERESE

L’ITALIANO GIOVEDI’ 28 GENNAIO 2010

“Questa rapidità di decisione della Fiat di annunciare la cassa integrazione per tutti gli stabilimenti mi pare una decisione non opportuna. Con la Fiat i nostri contatti sono continui, ma non sapevamo che avesse deciso l'annuncio. Questo rende tutto più difficile. Mi auguro che si possa riannodare il filo. Ma sicuramente questa decisione non opportuna in questo momento rende più difficile la vertenza su Termini Imerese”. Così il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, definisce la decisione del Lingotto – motivata con il calo degli ordini - di fermare la produzione nei propri stabilimenti per 2 settimane, l’ultima di febbraio e la prima di marzo, mandando in cassa integrazione i circa 30 mila lavoratori di Pomigliano, Cassino, Sevel, Termini Imerese, Melfi e Mirafiori. Il ministro ha inoltre ricordato “l’effetto boomerang” messo in atto dagli incentivi - ''il mercato è in qualche modo drogato – ha detto -, in modo specifico nell'anno scorso, negli ultimi mesi” – così che ''ci aspettavamo che a gennaio la domanda fosse in forte calo”. “La cassa integrazione – spiega Scajola - serve proprio ad adeguare la produzione alla domanda, per mantenere i posti di lavoro e

IL MINISTRO

Fiat, Scajola contrario alla Cig

IL MINISTRO SCAJOLA

far tornare i conti” “Noi stiamo valutando – aggiunge - di ripetere gli incentivi non soltanto nel settore dell'auto, ma anche per altri settori per rilanciare i consumi. Non c’è dubbio che gli incentivi sono un fenomeno che turba l'andamento normale del mercato. Tant’è vero che stiamo pensando

di farlo per un periodo limitato con cifre meno consistenti per accompagnarlo fino alla cessazione degli stessi”. “Gli incentivi – precisa il ministro - non sono un problema solo Fiat ma riguardano tutte le case automobilistiche”. Nel messaggio di saluto all’incontro annuale di Quattro-

ruote, commentando l’operazione Fiat-Chrysler, Scajola si è inoltre augurato che “a questo successo della Fiat corrisponda anche un successo dell’Italia con un aumento della produzione dell’auto nel nostro Paese, che oggi è uno dei pochi che immatricola più auto di quante ne produca”.

Sacconi: “Lavoreremo per ricucire un dialogo” “Lavoreremo per riannodare il filo del dialogo, abbiamo il compito di ricucire”, ha detto il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi sul caso Fiat. “Si tratta di una decisione unilaterale – spiega il ministro, che rivela di aver appreso la notizia dalla stampa - e in quanto tale mette in discussione il dialogo sociale. Abbiamo messo a disposizione gli ammortizzatori sociali con l'impegno a condividere il percorso ed evitare decisioni unilaterali. Speriamo di riannodare il dialogo sociale che non voglio ritenere spezzato''. Intanto ieri a Pomigliano D’Arco i 36 operai cui non è stato rinnovato il contratto hanno proseguito le loro proteste bloccando alcune strade cittadine; nello stabilimento di Termini Imerese, inoltre, la produzione è ferma e lo rimarrà, spiega l’azienda in una nota, “sino a quando verrà ripristinato il flusso delle merci”. Martedì, infatti, i familiari dei 13 dipendenti della Delivery Email - da otto giorni su uno dei capannoni per difendere il po-

MAURIZIO SACCONI

sto di lavoro -, avevano bloccato l'ingresso degli automezzi. Lavoratori e sindacati, però, contestano la decisione dell’azienda, che Roberto Mastrosimone (Fiom Cgil) definisce presa “in modo unilaterale e senza alcuna comunicazione preventiva al sindacato”; il sindaco di Termini, Salvatore Burrafato, denuncia a proposito dello stop alla produzione: “Si vuol far calare il sipario su Termini Imerese. Si vuole spegnerlo lentamente ma inesorabilmente”. Sulla scelta della Cig, i sindacati sono sul piede di guerra: ''È un modo singolare di procedere. Qualcuno lo chiamerebbe un ricatto” afferma senza mezzi termini il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni.

Il leader centrista chiede l’appoggio alla maggioranza

Lazio, l’impegno della candidata Pdl con Confcommercio

Puglia, Casini al Pdl: “Cercare convergenze sulla Poli Bortone”

Polverini: “Il commercio passa per una solida programmazione”

"Se si realizzasse su Adriana Poli Bortone una convergenza più ampia, io sarei disponibile". Lo ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini riferendosi ad una possibile convergenza tra i centristi e il Pdl alle regionali in Puglia. L'ex presidente della Camera ha aggiunto che "In Puglia il dialogo è aperto con tutti e ci mancherebbe che non lo fosse con il Pdl che in questi anni sono stati come noi all'opposizione in consiglio regionale. Noi abbiamo messo in campo non un candidato qualsiasi: la personalità di Adriana Poli Bortone è

l'unica che può battere Nichi Vendola, che con il suo populismo è sicuramente un candidato forte. Gli amici del Pdl sono chiamati a una riflessione, non c'è un candidato più forte della Poli Bortone in grado di realizzare un'alternativa vincente. Invito tutti a una riflessione pacata - continua - depositiamo gli animi bellicosi". Secondo Casini, "in Puglia hanno perso D'Alema e Bersani, ma devo dare atto a questi leader politici di essere stati coerenti. Il problema è che In questo bipolarismo che noi vogliamo cambiare chi dà le carte rischiano di esse-

ADRIANA POLI BORTONE

re Bossi e Di Pietro". Il leader dell'Udc infine ribadisce le sue critiche al metodo delle primarie: "dico scherzosamente: ma con le primarie il popolo avrebbe mai scelto Alcide De Gasperi? Le primarie non necessariamente scelgono il migliore, ma danno spazio a un'idea della politica populista e plebiscitaria, attraverso una pseudo evocazione democratica”.

"Tenere insieme pianificazione urbanistica e tessuto programmazione commerciale". È questo l'impegno che si è assunta, Renata Polverini, candidata alla presidenza della Regione Lazio, dopo l'incontro avuto con i vertici di Confcommercio di Roma e del Lazio: "Abbiamo parlato di come tenere insieme la pianificazione urbanistica e il tessuto commerciale: il commercio e i piccoli commercianti son la vita stessa dei nostri quartieri, in periferia e nel centro delle grandi città". Grazie a loro "i centri urbani sono più vivi e più sicuri", ha

aggiunto Polverini. La pianificazione urbanistica è anche al primo posto di quello che il presidente di Confcommercio Roma, Cesare Pambianchi, chiama un "cahiers de doleance": "La nuova Regione che nascerà il prossimo aprile si troverà ad avere a che fare con una crisi dura e difficile. Per noi la programmazione commerciale deve essere integrata ad una pianificazione urbanistica" a cui si devono aggiungere "infrastrutture, che sono il problema principe della nostra regione. Senza di esse", continua Pambianchi, "si limita la circola-

RENATA POLVERINI

zione delle merci, ma soprattutto il turismo che è la vera linfa vitale del nostro territorio". Una sponda, quella di Pambianchi, offerta alla candidata che spiga: "Il turismo è il futuro del Lazio: Roma capitale deve essere il volano che favorisce lo sviluppo di altre province dai patrimoni artistici che devono essere valorizzati".


PAGINA L’ITALIANO GIOVEDI’ 28 GENNAIO 2010

La Giornata della Memoria LʼINTERVENTO DI FINI: “Eʼ UN PRECISO DOVERE DI TUTTE LE ISTITUZIONI TENERE DESTA LA COSCIENZA DEGLI UOMINI CONTRO NUOVI ORRORI E ATROCITÀ”

“Il ricordo è un presidio morale” “E’ preciso dovere di tutti e in specie delle Istituzioni tenere desta la coscienza degli uomini, e specie dei più giovani, contro la cecità, l’ignoranza, il cinismo che rischiano di aprire la strada a nuovi orrori e nuove atrocità”. Il presidente della Camera Gianfranco Fini è intervenuto nell’aula di Montecitorio in occasione della Giornata della Memoria e per dare il benvenuto alla Camera dei Deputati al Premio Nobel per la Pace Elie Wiesel, i cui testi letterari, sottolinea Fini “raccontano in modo magistrale l’incredibile brutalità cui può giungere la natura umana, e al tempo stesso esaltano la magnifica capacità dell’essere umano di sopravvivere anche a sofferenze infernali e di tramandare esperienze e valori”. Di Wiesel, sopravvissuto ai campi di campi di sterminio nazisti le cui atrocità ha raccontato nei suoi libri, Fini ricorda “l’impegno morale, l’energia del suo carisma intellettuale e umano, la forza del suo impegno civile per non dimenticare e per far progredire la causa dei diritti umani e della pace nel mondo”. La memoria, attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, della violenza delle stragi naziste, dice Fini, è “un presidio

GIANFRANCO FINI

morale e civile” affinché “mai più accada che l’aberrante logica di un potere totalitario si abbatta sugli inermi, sugli innocenti, su interi popoli contro i quali decretare le discriminazioni più odiose per motivi di razza, di religione, di genere, di condizione sociale, in una folle progressione criminosa capace di raggiungere il genocidio”. “Oggi – aggiunge Fini - il dovere della testimonianza è più che mai attuale e necessario per combattere l’inverosimile barbarie e l’aberrante stupidità del negazioni-

smo della Shoah, che punta a dimostrane l’inesistenza o a contestarne la dimensione accertata dagli storici o a irriderne le modalità o ancora perfino ad accusare gli ebrei di averne avuto una qualche responsabilità”. Un odio antiebraico che, sottolinea il presidente della Camera, “si indirizza oggi, in particolare, contro lo Stato d’Israele. L’antisionismo nega la fonte ispiratrice dello Stato ebraico, attaccando ieri le ragioni della sua nascita e oggi della sua sicurezza”. “Quando oggi si parla di distruggere

Israele – afferma Fini - si parla nuovamente di sterminare gli ebrei, e lo dimostra una quantità di inquietanti episodi, a partire dai proclami non solo di tante organizzazioni estremiste e integraliste ma purtroppo anche di Capi di Stato, nei confronti dei quali – è mia personale opinione - è troppo flebile la protesta della comunità internazionale”. Per tenere viva la memoria delle stragi naziste contro il popolo ebraico, il presidente Fini ricorda le iniziative “piccole ma simboliche” della Camera dei Deputati che “nel 2000, su proposta degli onorevoli Colombo e Levi, istituì alla unanimità la Giornata della Memoria” e che ha “istituito una speciale commissione per un’Indagine Conoscitiva sull’Antisemitismo, il cui lavoro durerà almeno per tutto il 2010”, inoltre, sottolinea Fini “nel dicembre del 2008, sempre alla unanimità, è stata decisa la posa di una lapide nella Sala della Regina a ricordo perenne della vergogna delle Leggi razziali che nel 1938 vennero approvate per volontà del Fascismo proprio a Montecitorio –circostanza che è doveroso rammentare – e che rappresentano una delle pagine più buie della storia italiana”.

LE REAZIONI

ATTUALITA’

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Berlusconi, Napolitano, Papa Appelli a non dimenticare

PAPA BENEDETTO XVI

Nel giorno della memoria Giorgio Napolitano ribadisce il diritto dello Stato di Israele a vivere in sicurezza di fronte alle nuove minacce iraniane. Salutando il premio Nobel per la pace Elie Wiesel, al Quirinale per la cerimonia ufficiale in ricordo delle vittime dell'Olocausto, il presidente della Repubblica ha espresso pieno sostegno agli "ideali comuni", come "la lotta per la libertà e il pieno riconoscimento dei diritti dei popoli, e in particolare per il diritto dello Stato di Israele di vivere in sicurezza". Anche Silvio Berlusconi, in una lunga nota, ricorda il dovere

delle istituzioni di lavorare affinchè la memoria ed il suo lascito non vadano perduti. Benedetto XVI, papa tedesco,i ricorda la liberazione del campo di Auschwitz con queste parole, pronunciate nella sua lingua madre: "Esattamente 65 anni fa le sconvolgenti testimonianze dei sopravvissuti mostrarono al mondo a quale orribile crimine la megalomania disumana e l'odio razzista dell'ideologia nazista portarono in Germania". "Il ricordo di questi fatti, ci ricorda sempre più il dovere dell'assoluto rispetto della dignità della persona e della vita umana".

Il premio Nobel per la pace esprime gratitudine “per una nazione straordinaria che è un modello per la commemorazione”

La rabbia di Wiesel: “L’antisemitismo è un’infamia” “Esprimo gratitudine e rispetto per una nazione straordinaria che costituisce un modello per la commemorazione della giornata della memoria”. E’ quanto ha dichiarato Elie Wiesel sopravvissuto ai campi di sterminio tedeschi e insignito del Premio Nobel per la Pace nel 1986, durante il suo intervento nell’Aula di Montecitorio in occasione delle celebrazioni per la Giornata della memoria. Salutato da un lungo applauso dei deputati che lo hanno accolto, in piedi nell’Aula gremita, Wiesel si è detto “emozionato di essere qui” ed ha ringraziato il presidente della Camera Gianfranco Fini, per “il calore della sua accoglienza e la sincerità delle sue parole”. L’intervento di Wiesel,

ascoltato in silenzio dai deputati, è doloroso, emozionante e molto duro. Ricorda il suo numero nel campo di sterminio, “7713”, e quello di suo padre, “il numero 7712”, che alla segregazione non è sopravvissuto, “morto di inedia e malattia nel campo di Buchenwald”. Ricorda Wiesel quella epoca della storia “che ha avvolto nelle tenebre l’umanità” quando i tedeschi “hanno torturato e ucciso 6 milioni di uomini, donne e bambini solo perché discendenti di un popolo antico, l’unico popolo sopravvissuto all’antichità”. L’emozione a tratti lascia spazio alla durezza delle accuse contro chi poteva fare qualcosa e non lo ha fatto e contro chi oggi minaccia

ELI WIESEL

l’esistenza dello Stato d’Israele. “Come si può trattare con il presidente di una nazione, Ahmadinejad, che è il primo a voler distruggere Israele, uno stato membro delle

Nazioni Unite. Coma osa?” afferma Wiesel in Aula e poi dichiara: “Dovrebbe essere arrestato e tradotto davanti alla Corte dell’Aja e accusato di crimini contro l’umanità”. Ai

parlamentari italiani Wiesel chiede di diventare “nostri testimoni” perché quando “l’ultimo di noi sopravvissuti non ci sarà più chiunque ascolta un testimone diventa a sua volta testimone”. “Non era così difficile salvare una vita umana” ricorda con amarezza Wiesel “non sarebbe stato difficile bombardare i binari che portavano ad Auschwitz. Perché non è successo? Ho fatto questa domanda a molti presidentei americani e nessuno mi ha dato una risposta valida” ha detto in Aula. Wiesel si rivolge poi al presidente della Camera Fini e al presidente del Consiglio Berlusconi presente in Aula, e loro chiede di attivarsi affinché “gli attentati suicidi siano condannati

come crimini contro l’umanità”. “Voi - dice Wiesel a Fini e Berlusconi - potreste essere i primi a fare una legge per stabilire che gli attentati suicidi sono crimini contro l’umanità” in un momento in cui “il Medio Oriente è in grande tumulto” e “la pace tra Israele e Palestina è ancora un sogno ma prima o poi arriverà” afferma convinto Wiesel che ricorda però le guerre in Ruanda, Cambogia e Darfur e si domanda “cosa abbiamo davvero imparato dal passato?”. “Che il razzismo è stupido e l’antisemitismo è una infamia” è la risposta di Wiesel che conclude con un appello il suo intervento: “Non dobbiamo consentire che il nostro passato diventi il futuro dei nostri figli”.


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QUI ARGENTINA

L’ITALIANO GIOVEDI’ 28 GENNAIO 2010

L’Associazione europea degli operatori di telecomunicazioni, ha chiesto al presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso di intervenire concretamente nel contenzioso che vede il governo argentino contrapposto a Telecom Italia, a cui è stato imposto di cedere la quota del 50% nella holding che controlla Telecom Argentina

Caso Telecom: la Etno chiede l’intervento del presidente Barroso BRUXELLES - Dopo la recente interrogazione dell'Europarlamento alla Commissione europea, la vicenda Telecom Argentina è stata sollevata anche da Etno, l'associazione europea degli operatori di telecomunicazione, con una lettera a José Manuel Barroso. "Alla luce delle relazioni Ue-Argentina - incoraggiamo la Commissione a prendere tutte le misure necessarie verso il governo argentino per chiarire che un clima politico e regolatorio affidabile e sicuro è condizione fondamentale per tutti gli investimenti, presenti e futuri, delle imprese europee in Argentina", si legge nella lettera indirizzata al presidente della Commissione, all'alto rappresentante per la politica estera, Catherine Ashton, e ai commissari designati Neelie Kroes (Digital Agenda), Karel De Gucht (Trade) e Antonio

Nella lettera, ancora, si legge che "certe recenti decisioni delle istituzioni argentine si traducono, de facto, in una confisca della partecipazione di Telecom Italia in Telecom Argentina. In particolare, Telecom Italia ha ricevuto

l'ordine di disinvestire i propri asset in Argentina in un periodo di tempo brevissimo, sottostando a termini e condizioni stabiliti da parti terze". Nel richiedere alla Commissione Ue di intervenire, Etno ha sottolineato

come le recenti azioni del governo argentino nei confronti di Telecom Italia "costituiscono misure ingiuste e minacciano il valore degli investimenti sul mercato argentino di un'azienda che fa parte di Etno".

Dramma Diego Maradona: la compagna perde il bimbo BAIRES - Dramma per Diego Armando Maradona. La compagna Veronica Ojeda ha perso il figlioletto che portava in grembo da 19 settimane in seguito ad una brutta caduta in casa. L'episodio è avvenuto a Buenos Aires. La donna è stata subito trasportata alla clinica Suizo-Argentina, ma per il piccolo non c'è stato nulla da fare. "Il colpo ricevuto, avvenuto dopo un calo di pressione, non è stato molto forte, ma tale da provocare l'aborto", ha affermato il medico Carlos Fabian Prigola. La Ojeda è stata già dimessa della clinica e si è ricongiunta con i familiari, compreso Maradona. Il ‘Pipe de Oro' era appena rientrato da un'amichevole che l'Argentina ha disputato contro il Costa Rica. Tajani (Industria). I timori di Etno nascono dai recenti sviluppi che stanno colpendo l'attività di Telecom Italia in Argentina

e i possibili rischi che le azioni del governo argentino possono avere sui futuri investimenti europei in quel Paese.

Allarme caldo a Buenos Aires BAIRES - Mentre l’Europa e l’Italia stanno attraversando l’inverno più freddo degli ultimi decenni, l’Argentina, nell’altro emisfero dove ora è estate, lancia un allarme caldo, simile a quelli del terribile anno 2005 nel vecchio Continente. A Buenos Aires e in molte province argentine il termometro sta salendo vertiginosamente ed ora si teme che la temperatura diventi tanto alta da trasformarsi in un vero pericolo. Si teme che il rischio della mortalità per le persone anziane o malate salga nel prossimo weekend del 60 per cento e si ricordano con raccapriccio i bilanci dell’anno terribile per il Sudamerica, il 2001, quando in un solo giorno di gennaio morirono nella capitale federale argentina 248 persone per il caldo. A Buenos Aires la temperatura prevista per il weekend è sopra i 35 gradi con pesanti tassi di umidità. Nella più grande stazione balneare di Mar del Plata, a sud della capitale, siamo ancora sopra. Gli esperti di climatologia annunciano, quindi, che siamo a un passo dall’allarme rosso.

Esercito e sicurezza, Solà contro Duhalde BAIRES - Solà ha criticato a Duhalde per aver detto che i militari dovrebbero partecipare alla sicurezza. Secondo il deputato “è troppo brutto quello che è successo in questo paese e nei successivi 35 anni, dire cioè che è necessario utilizzare l'esercito contro la criminalità. Un uomo che è stato il presidente di questo paese non può dire queste cose a cuor leggero”. Insomma, la sua opinione è totalmente negativa, ha fatto sapere Felipe Solà consultato su che cosa pensasse della dichiarazione di Eduardo Duhalde, secondo cui le forze armate sono necessarie e devono essere coinvolte per far fronte alla crisi dovuta all’insicurezza. Il deputato antikirchnerista ha detto a Longobardi in diretta che, anche se c'è il problema di insicurezza, "la soluzione non è l'esercito, ma che la polizia sia essere più stretta e dura, più vicina alla gente e più lontana dalle caserme”. Egli ha inoltre affermato che Duhalde ha sbagliato a dire che maltratta le forze armate: "Non è vero. Sono maltrattati coloro che sono stati bloccati dal colpo di stato militare. Un uomo che è stato il presidente non può dire liberamente di tornare a usare le forze armate in funzione della sicurezza interna”.

Barrios: esami del sangue per il pugile accusato di omicidio. Le indagini vanno avanti BAIRES - Si sono svolte ieri le indagini per gli esami tossicologici, per determinare se "La Iena" ha consumato alcol o droghe prima dell'incidente. Intanto il pugile è tenuto preventivamente in cella in attesa dell'esito delle prove, che influiranno non poco nella decisione sul grado di imputazione per il quale accusarlo. Le indagini tossicologiche mirano infatti a stabilire se Rodrigo "La Iena" Barrios era ubriaco o drogato al momento dell'incidente che ha causato a Mar del Plata e a causa del quale ha ucciso una giovane donna incinta. Le analisi, secondo quanto riportato dagli inquirenti, sono iniziate ieri; in particolare saranno decisive le analisi di sangue e dell’urina fornite, senza opporre resistenza, dal pugile. Tuttavia, oggi non ci sarà alcun risultato determinante per la causa, “anche se potrebbe essere che veniamo a conoscenza di alcune questioni preliminari”, ha detto un portavoce del ministero locale. L'inizio delle indagini è stato confermato anche dal legale della "Iena" Barrios, Jose Vera, che ha spiegato che alcuni studi supplementari della prova della droga dovranno essere effettuati dagli esperti di La Plata, entro venerdì. Con questi studi si cercherà di determinare se Barrios era sotto l'influenza di alcool o droghe domenica pomeriggio, al momento di speronare un furgone BMW X5 ad una Fiat 145 al semaforo all'angolo della Avenida Independencia e Ayacucho; uno scontro che ha ucciso una giovane donna incinta provocando il ferimento di altre tre donne. Non solo: le analisi che sono state avviate permetteranno di sapere se nelle ore successive all’incidente, durante le quali Barrios non si è presentato dinanzi al giudice, potrebbe aver preso qualcosa per ridurre al minimo gli effetti di eventuali sostanze che aveva ingerito e quindi evitare il rilevamento in un momento successivo. Giova ricordare che dopo la collisione, il pugile è fuggito dalla scena, prendendo una strada anche in contromano, e una volta giunto all’incrocio tra viale Antartide e Argentina, che collega Mar del Plata a Miramar, ha speronato una Ford F-100, dove si trovava una famiglia, che è rimasto illeso. Con la sua auto fuori servizio, Barrios ha dovuto interrompere la sua fuga motorizzata, ma ha continuato a nascondersi alle forze di polizia in un appartamento di un amico: solo dopo quattro ore di inseguimento si è consegnato agli agenti. Un comportamento reputato molto strano dagli agenti, che sospettano che la “Iena” abbia assunto qualche sostanza stupefacente che fosse in grado di nascondere eventuali droghe. Secondo la difesa di "Iena", ha lasciato la scena dello scontro perché era spaventato, e ha detto di non sapere che ci sono stati feriti. SALVATORE GIUFFRIDA


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ITALIANI NEL MONDO

Accordo Italia-Brasile per liberare Battisti? Inquietanti voci da Rio SAN PAOLO - Il ministro della Giustizia Tarso Genro, notissimo in Italia per via della concessione dell’asilo politico a Cesare Battisti e le relative schermaglie con svariati politici del Belpaese, ha dichiarato che dovrebbe lasciare il Governo nella prima quindicina di febbraio, per dedicarsi esclusivamente alla campagna elettorale: nel prossimo ottobre sará il candidato del Partido dos trabalhadores e della sinistra intera alla carica di governatore dello Stato del Rio grande do sul. Ha aggiunto che l’ultima parola sará di Luiz Inácio Lula da Silva, ma che comunque ritiene conclusa la propria missione alla guida del dicastero. Secondo le malelingue si tratta di una pessima notizia per Battisti. ACCORDO POLITICO IN VISTA? - L’estradizione di Cesare Battisti sarebbe finita “nella contropartita dei contratti miliardari firmati tra Italia e Brasile”, è quanto sostiene Il Tempo rilanciando voci provenienti dalla stampa sudamericana in base alle quali l’ex terrorista dei PAC verrebbe liberato. Il quotidiano afferma che il presidente brasiliano Lula starebbe già approntando una strategia per giustificare il prolungamento dell’asilo, nell’attesa del prossimo faccia a faccia del 18 febbraio con Silvio Berlusconi in cui verranno rafforzati i vincoli di amicizia tra Roma e Rio de Janeiro. IL FATTO - Un accordo segreto tra Italia e Brasile per liberare Cesare Battisti. Le voci sempre più insistenti rimbalzano da Rio de Janeiro a Roma. Il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, non ha infatti intenzione di estradare l’ex terrorista rosso Cesare Battisti condannato in Italia a due ergastoli. Il governo di Brasilia ha già approntato la strategia per giustificare il prolungamento dell’asilo politico nonostante la recente sentenza della Corte suprema brasiliana a favore dell’estradizione. Lula attribuirà la scelta di far rimanere in Brasile l'ex terrorista a «ragioni umanitarie». Il presidente brasiliano ne parlerà con Silvio Berlusconi il prossimo 18 febbraio quando il premier sarà a Brasilia per rafforzare i vincoli di amicizia. Il terrorista tempo fa, quando si pensava che dovesse essere estradato, dichiarò «Credo che rimarrò in Brasile. Francamente credo che Berlusconi non ha interesse in questa storia». Giusto un anno fa Il Tempo promosse una campagna per chiedere l'estradizione del terrorista dei Pac, Cesare Battisti. Hanno aderito migliaia di cittadini, molti esponenti politici, di entrambi gli schieramenti, e molti ministri del governo Berlusconi. Oggi dopo 12 mesi quella mobilitazione sembra dimenticata. La stampa brasiliana spiega che il «caso Battisti» è finito nella dei contratti contropartita miliardari firmati tra Italia e Brasile. «Non so quanto vere siano tutte queste voci - spiega Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso a Milano nel 1979

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dai Pac - So che si fanno sempre più insistenti. C'è questo accordo commerciale, un grande business. Vorrei capire meglio. Vorrei un chiarimento da Berlusconi. Gli altri non mi bastano. Ho chiesto un incontro con il Presidente del Consiglio, ma non ho ancora ottenuto risposta. Spero che mi dia un appuntamento prima di partire per il Brasile». «Il punto fermo per me e per la grande famiglia delle vittime di questo terrorista e degli Anni di piombo, è la giustizia - precisa Torregiani - Il fatto che Cesare Battisti non sia ancora stato estradato in Italia è una presa in giro delle famiglie delle vittime e dei cittadini che in tanti hanno chiesto questo. Vendersi per trenta denari è troppo. Qui si parla di un assassino, di uno che ha ucciso due persone e ne ha fatte uccidere altre due, uno che si è fatto beffe dell'Italia. Mi chiedo che cosa bisogna dimostrare ancora per far capire a certi personaggi che cosa deve essere fatto». «Ci sono personalità che sono più brave di noi a spingere per ottenere che non vada in galera, accusa Torregiani. Forse anche noi dovremo cominciare ad avere gli atteggiamenti che hanno gli altri. Non credo che ci si debba incatenare a un cancello per ottenere che sia rispettato un proprio diritto, però dopo un po' si perde la pazienza. Arriveremo anche a quello».

«Con gli altri famigliari delle vittime ci stiamo pensando a fare un gesto eclatante, continua Torregiani. Le pallottole di Battisti ci hanno strappato i nostri cari, ma il mancato rientro di un delinquente comune, ci strapperebbe per sempre la fiducia nello Stato. E soprattutto la speranza. Sarebbe un tradimento dello Stato. Non si può barattare la dignità per quattro carri armati». Battisti sostiene di essere innocente e perseguitato dall'Italia... «Se Battisti fornisse le prove della sua innocenza, io diventerei il suo primo sostenitore. Non provo odio e non ho desiderio di vendetta. Noi vittime vogliamo soltanto giustizia, e se davvero lui non fosse responsabile di quanto è accaduto, noi marceremo al suo fianco. Un vero uomo non sfugge alle accuse, qui la Costituzione garantisce ancora un giusto processo». «Da prima di Natale la questione è stata messa in stand-by. Nessuno guarda le famiglie. Non abbiamo voce. E questo non funziona, non può funzionare in uno Stato di diritto. Ha più spazio Battsiti, gli ex terroristi e i loro sostenitori. No così non va». LA PAZIENZA HA UN LIMITE - Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso dai Proletari armati per il comunismo, commenta con amarezza e rabbia a CNRmedia l'indiscrezione secondo cui il presidente brasiliano Lula potrebbe concedere l'asilo

politico al terrorista rosso Cesare Battisti Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso a Milano nel febbraio del 1979 dai Proletari armati per il comunismo, commenta con disappunto ai microfoni di CNRmedia l'indiscrezione pubblicata dai media brasiliani secondo cui il presidente Lula potrebbe concedere a marzo l'asilo politico a Cesare Battisti, dopo la visita del premier Berlusconi in Brasile, prevista per il 18 febbraio. "Qui si parla di un assassino, di uno che ha ucciso due persone e ne ha fatte uccidere altre due, che ha rovinato quattro famiglie, è uno che si è fatto beffe dell'Italia e della Francia, mi chiedo che cosa bisogna dimostrare ancora per far capire a certi personaggi che cosa deve essere fatto" dice Torregiani, ferito e rimasto paralizzato nell'agguato del commando dei Pac . "Dietro di lui ci sono personalità che sono piu' brave di noi a spingere per ottenere che Battisti non vada in galera. Forse anche noi dovremo cominciare ad avere atteggiamenti che hanno gli altri, atteggiamenti che a me non piacciono pero'" prosegue il figlio del gioielliere. "Non credo che ci si debba incatenare a un cancello per ottenere che sia rispettato un proprio diritto, però dopo un po' si perde la pazienza. Questo vuol dire prendere in giro le famiglie delle vittime, il governo, le istituzioni e i cittadini" è lo sfogo di Torregiani.

ITALIA Redazione: Palazzo Patrizi Montoro Piazza San Luigi de’ Francesi, 37 00186 Roma Tel.: 0664760600 redazione@litaliano.it Stampa: Telestampa Centro Italia Srl Località Casale Marcangeli Oricola (AQ) EDIZIONE SUD AMERICA Redazione: Uruguay 239 piso 7 apt D C1015ABE Buenos Aires Tel.: 4372-6111 zembot@fibertel.com.ar Stampa: Diario del Viajero Av. de Mayo 666 C1084AAO Buenos Aires Distribuzione: Antonio Felix De Bonis Estados Unidos 1788, 3°piso - 2, Buenos Aires Collaborano: Argentina: Daniel Bellicoso, Salvatore Giuffrida. Brasile: Adriano Bonaspetti, Stefano Andrini Paraguay:Elisabetta Deavi, Antonio Fossati

Unione Stampa Periodica Italiana

F.U.S.I.E.


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ESTERI

Haiti, diplomazie al lavoro PACE FATTA TRA ROMA E WASHINGTON DOPO LE TENSIONI PER LE PAROLE DI BERTOLASO: CONTINUANO LE SCOSSE, ESTRATTO VIVO UN ALTRO UOMO

L’ITALIANO GIOVEDI’ 28 GENNAIO 2010

Italia e Usa, il caso è chiuso

TENDE DA CAMPO A HAITI

Caso chiuso tra Italia e Stati Uniti dopo le tensioni seguite alle critiche di Guido Bertolaso alla gestione dell'emergenza Haiti. Italia e Stati Uniti. L'ambasciatore americano a

Roma, David Thorne, ha assicurato che "l'incidente è chiuso" e che "le relazioni tra i nostri due Paesi sono forti”. "È un ex caso, una questione assolutamente chiarita", ha

confermato da Firenze il ministro degli Esteri, Franco Frattini. L'incontro a Washington tra il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, e Frattini, e il comunicato di Palazzo

Chigi "hanno chiarito assolutamente tutto", ha spiegato il portavoce della Farnesina, Franco Frattini, assicurando che "i rapporti con gli Stati Uniti restano eccellenti, basati sulla massima collaborazione e chiarezza". Intanto una scossa di assestamento di magnitudo 4,9 sulla scala Richter ha fatto tremare Haiti a due settimane dal devastante terremoto del 12 gennaio. Lo ha riferito il servizio geologico Usa. L'epicentro del sisma registrato alle 20 ora locale (le due di notte in Italia) è stato localizzato a nord-ovest di Jacmel, a una profondità di 10 chilometri. Poche ore prima un uomo di 35 anni era stato estratto vivo da un edificio nel centro di Port-au-Prince, dopo esser rimasto per 12 giorni sotto le macerie. Rico Dibrivell era rimasto vittima di un crollo avvenuto in seguito a una scossa di assestamento, due giorni dopo il sisma del 12 gennaio. È stato individuato da alcuni haitiani nelle macerie di un negozio che era stato ripetutamente saccheggiato ed è stato tratto in salvo dai militari americani dell'82ma divisione aerotrasportata. L'uomo indossava solo le mutande e aveva una gamba e un piede fratturati, ferite al viso ed era molto disidratato. Si tratta della 134ma persona estratta viva dalle macerie

Iran, duro messaggio dell’ayatollah: il regime sionista sparirà

L’ira di Khamenei su Israele “Un giorno sarà distrutta” “Un giorno verrà in cui le nazioni della regione assisteranno alla distruzione del regime sionista”. A parlare è la guida suprema iraniana ayatollah Ali Khamenei che torna così a invocare la scomparsa di Israele. Ali Khamenei ha parlato martedì sera, quando ha incontrato a Teheran, il presidente della Mauritania, Mohamed Ould Abdel Aziz. È una dichiarazione forte quella dell’ayatollah, una provocazione che arriva in concomitanza con le celebrazioni della “Giornata della Memoria” per le vittime dell’Olocausto: “Il regime sionista - ha continuato, infatti, Khamenei - attra-

verso le pressioni, il blocco e il genocidio vuol fra sparire la Palestina dalle nazioni islamiche, ma non ci riuscirà”. La dichiarazione della guida suprema è stata riportata sul suo sito: “Sicuramente - ha precisato la guida suprema - un giorno verrà in cui le nazioni della regione assisteranno alla distruzione del regime sionista. Quando e come questa distruzione avverrà – ha concluso - dipenderà dal modo in cui le nazioni islamiche affronteranno la questione”. Proprio mentre il mondo ricorda la Shoa, la guida suprema dell’Iran rilancia dunque l’appello del presidente

Mahmoud Ahmadinejad a “cancellare Israele dalla mappa del mondo” e a interpretare l’Olocausto come un “mito”. Le dichiarazioni sono, infatti, riportate sul sito web della guida spirituale, impegnata con Ahmadinejad a compattare la Repubblica Islamica contro il nemico storico anche per superare le non poche difficoltà politiche interne. Intanto, Khamenei ha esortato la Mauritania a chiudere definitivamente le relazioni con Israele: una strada su cui tuttavia Nouakchott si era già indirizzato un anno fa, con la sospensione delle relazioni diplomatiche.

L’AYATOLLAH KHAMENEI

e, anche se era rimasto sepolto in un momento successivo rispetto al primo devastante terremoto, con 12 giorni è la vittima del sisma haitiano che ha resistito più a lungo sotto le macerie. Sabato scorso il governo haitiano aveva dichiarato conclusa la fase delle ricerche tra le macerie. Il presidente della Commissione europea,

GUIDO BERTOLASO

Josè Manuel Barroso, ha annunciato che l'Unione Europea metterà a punto "al più presto" una forza di intervento "rapida per far fronte ai disastri naturali". La forza opererà in coordinamento con i 27 membri dell'Unione, Un team dell'Unesco, infine, è in partenza per Haiti per valutare i danni al patrimonio artistico e ai musei.


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Serie A, caccia allʼesemplare raro LA PANINI CELEBRA IL ʻTITOLO PROVVISORIOʼ DEI NERAZZURRI CON UNA COPIA SPECIALE NELLʼALBUM ʻPREMIʼ ANCHE A BORRIELLO E DI NATALE, TOTTI E FREY

SPORT

Una figurina speciale celebrerà l'Inter campione d'inverno e potrà essere inserita nell'album Calciatori 2009-10. Nella nuova collezione, infatti, la Panini ha previsto la sezione "Film del Campionato", che sintetizza i momenti salienti dei gironi d'andata e di ritorno della Serie A. La figurina dedicata alla squadra nerazzurra sarà accompagnata da altre cinque figurine speciali dei maggiori protagonisti del girone d'andata: si tratta di Marco Borriello (Milan) per il gol più spettacolare, realizzato in semi-rovesciata; Antonio Di Natale (Udinese) come capocannoniere; la squadra del Bari come "sorpresa" di questa prima parte del campionato; Sèbastien Frey (Fiorentina) come "saracinesca" della sua squadra; e Francesco Totti (Roma) come calciatore con la "magicmedia" della Gazzetta dello Sport più alta. Queste sei figurine speciali saranno distribuite in omaggio sabato prossimo 30 gennaio abbinate a Sport Week, il settimanale della Gazzetta dello Sport. I collezionisti potranno applicarle nell'apposita sezione dell'album Calciatori 2009-10. "Con questa figurina vogliamo rendere omaggio all'Inter capolista e, insieme alle altre cinque figurine della 'corsa d'invernò, raccontare la prima parte del campionato" ha dichiarato Antonio

JUVENTUS

Una figurina per l’Inter campione d’inverno

LA FIGURINA SPÈCIALE DELL’INTER

Allegra, Direttore Mercato Italia Figurine e Card di Panini. "La collezione verrà poi completata da altre 6 figurine sullo "sprint scudetto" che verranno distribuite in abbinamento con Sport Week il 5 giugno. L'album Panini diviene sempre il più fedele cronista dell'intera stagione". La collezione Calciatori 2009-10 è composta da 734 figurine adesive sui giocatori di Serie A e B, I e II divisione di Lega Pro, Serie D e Serie A femminile. Ogni club di Serie A è rappresentato dalle figurine di 20 giocatori, oltre a quella dell'allenatore, della squadra schierata e del-

Mourinho difende Ferrara “In Italia allenatori eroi”

CIRO FERRARA

lo scudetto. Le figurine dei singoli calciatori contengono una serie di dati e informazioni, espressi con appositi simboli, relativi al numero di maglia e ai trofei di club vinti in Italia e in Europa, mentre quelle degli allenatori riprendono i mister in una doppia immagine, in primo piano e "In azione" durante le partite. Ogni squadra di serie B ha invece 18 giocatori (in figurine con un nuovo originale formato: in ogni figurina fustellata 3 giocatori con immagine singola), oltre a squadra schierata e scudetto. Ai team di I divisione è dedicata la figurina di squa-

In uscita una biografia sul campione argentino della Lazio

dra schierata e scudetto, per le squadre di II divisione e di serie D solo lo scudetto e per i club di serie A Femminile la figurina della squadra schierata. La collezione Calciatori 2009-10 contiene diverse sezioni speciali, tra cui "Calcio d'autore Le grandi firme del calcio italiano", che contiene le figurine in azioni spettacolari di 12 campioni della serie A: di queste figurine, ne esistono 600 a tiratura limitata (50 per ciascuno dei 12 calciatori), che sono state autografate in originale dal singolo giocatore e distribuite casualmente all'intermo delle bustine.

Inter e Juve si ritrovano stasera in Coppa Italia con un Ferrara sempre più in bilico, e Josè Mourinho commenta i tanti cambi di tecnici avvenuti quest'anno in serie A: “In Italia un allenatore che inizia e finisce il campionato sulla stessa panchina non è un allenatore, ma un eroe”. “Se guardo - riflette Mourinho - da quando sono arrivato in Italia quanti allenatori sono gli stessi sulla stessa panchina, ne conto al massimo 5-6, Gasperini, Prandelli, Allegri e forse me ne dimentico al massimo uno o due, e questa è una cosa assolutamente in-

credibile. Un allenatore non può innovare, deve sopravvivere e questa è una cosa incredibile”. Mourinho assolve gli allenatori italiani perché “di certo non è colpa loro che sono bravi e di qualità. Forse ci sono troppi soldi nel calcio e i club hanno i soldi per pagare tanti allenatori”. Per quanto riguarda la situazione di Ciro Ferrara, suo avversario domani con la Juventus nel quarto di finale di Coppa Italia, Mourinho spiega che “tutti i tecnici vivono momenti belli e altri più difficili e in questo momento Ferrara non vive una situazione facile”.

Il commissario tecnico parla in vista del Sei Nazioni

“Così parlò Zarate” Mallett: “Mi aspetto Ecco il libro del bomber un’Italia competitiva” "Così parlò Zarate". È in uscita in tutte le librerie, il primo libro-biografia di Mauro Zarate. Il calciatore sudamericano gioca con l'autrice, Gabriella Greison, tra ricordi e quiz, tra retroscena e particolari inediti della sua vita. "Hanno iniziato a chiamarmi campione per la prima volta a sei anni, quando giocavano nel torneo dei piccoli, organizzato dalla Liga Argentina. A casa mi allenavo tirando le punizioni da dietro un muretto, senza neanche vedere la por-

ta. Ai miei allenatori mi affeziono, sono come dei maestri di vita. Quando la Lazio perde non dormo la notte: ripenso alla partita, e cerco di capire da solo cosa abbiamo sbagliato e come migliorarci. Il sogno che faccio spesso, è sempre lo stesso...". E poi i suoi commenti sul presidente Lotito, sull'allenatore Ballardini, e l'ammissione: "Sono fidanzato solo con la Lazio". Zarate con l'autrice gioca anche al "Se fosse": "Se la Lazio fosse una bevanda sarebbe la Tequila. Se

fosse un cane sarebbe un pitbull. Se fosse un film sarebbe Braveheart". Nel libro interviene anche il suo primo allenatore biancoceleste, Delio Rossi, che svela, in una simpatica intervista con l'autrice, i lati nascosti di Zarate: "È un diamante grezzo: sta crescendo, sta imparando a fare movimenti nuovi. Prima prendeva la palla e la voleva portare in porta sa solo: adesso ha capito che intorno a lui c'è una squadra. Diventerà un fuoriclasse”.

Verso il mondiale 2011 l'Italia prosegue la sua crescita, anche senza il suo capitano Sergio Parisse: alla vigilia dell'11/a apparizione al Sei Nazioni il ct degli azzurri di rugby Nick Mallett si aspetta conferme dopo l'exploit di San Siro contro la Nuova Zelanda e la vittoria contro Samoa. “Sono molto orgoglioso dei miei giocatori le parole di Mallett, a margine della presentazione londinese del torneo -. Hanno dimostrato di potersela giocare anche contro avversari che li prece-

NICK MALLETT

dono nel ranking mondiale. A questo Sei Nazioni chiedo cinque partite nelle quali la mia squadra sia sempre competitiva”. Assente Parisse i gradi di capitano sono stati dati al

tallonatore Leonardo Ghiraldini: “Sono orgoglioso ma anche dispiaciuto per Sergio. Sarà un'emozione particolare essere capitano ma siamo pronti a dare battaglia”.


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CONTROCOPERTINA - SPORT

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La Signora ora è malata. Ma è l’unica che non lo sa 34

SPORT

Mar

COSA SI NASCONDE DIETRO LE DIFFICOLTÀ JUVENTINE?

La Signora è malata. Ma è l’unica che non

Non c’è alcun bianconero che ancora abbia capito cosa stia succedendo. c’è alcun bianconero che ancora abbia capito cosa stia succedendo. E così le contraddizioni ENoncosì le contraddizioni aumentano: pesano certe scelte tattiche, eppure lo au pesano certe scelte tattiche, eppure lo spogliatoio è con il tecnico. Manca un vero leader, però il grup spogliatoio è con il tecnico. Manca un vero leader, però il gruppo è unito IL VI scelte nostalgiche. Ha capito, anche, che l’impegno asElkann. Haconfronti capito forse che sunto nei di MarLippi sta condizionanècello inutile spendere denari in do tutto di l’ambiente e ha incambio mezze figure o tossicato i rapporti i tiscelte nostalgiche. Hacon capito, fosi. che l’impegno assunanche, Insomma la Juventus è aldi di Marcello to nei confronti l’inferno ma finge essere Lippi stase condizionando non in paradinel limbo tutto l’ambiente e ha che intossiha la rabbia era so. Non una idelle suecon caratteristicato rapporti i tifosi. che da sempre che semInsomma la eJuventus è bra traslocata all’inferno ma fingeall’Inter, di essenon in panchina e in nelha limbo se non in parare campo i leader capaci di afdiso. Non ha la rabbia che frontare anche le sconfitte era una delle sue carattericome si dovrebbe. Non ha, stiche sempre e che nello da spogliatoio, il semcapo bra traslocata non che sia il punto all’Inter, di riferimen-

Tony Damascelli

Notizie dal fronte: MarDE GAETANO chisioMARA si ferma per tre settimane. Altre novità? Alla Juventus non sanno se aspetTORINO - Notizie dal tare Hiddink o si Milingo. fronte: Marchisio ferma Non c’è un’anima viva bianper treche settimane. conera sappia cheAltre cosa novità? Alla Juventus non effettivamente stia accasanno aspettare dendose alla squadra.Hiddink Eppuo c’è un’anima reMilingo. tutti ne Non parlano, molti ne scrivono, la situazione viva bianconera che sappiaè grave maeffettivamente non è seria. stia che cosa Ad aggiungere alle feaccadendo allasale squadra. rite ecco l’ombra dell’Inter Eppure tutti ne parlano, che è come un elefante nelmolti ne scrivono, la situabianconera, la cristalleria zione grave ma non è peggioèdei campioni d’Itaseria. lia, feroci e vincenti, non potevano esserci per JuAd aggiungere salelaalle ventus. Lal’ombra squadradell’Inter sta con ferite ecco Ferrara, avendo capitonella che che è come un elefante non è quello il problema. cristalleria bianconera, pegSta con un ex collega, in algio d’Italia, cunidei casicampioni ex compagno di feroci non potevastanzae vincenti, e di campo. Un po’ no esserci perchi la èJuventus. meno sta con arrivato

La squadra sta con Ferrara, avendo capito che FALLIMENTO? È la non crisi è quello il problema. Sta con di un gruppoin che un ex collega, alcuni casi pensava di sfruttare ex compagno di stanza e di campo. Uninpo’ meno sta con l’eredità eterno chi è arrivato per ultimo e ha assunto atteggiamenti sconper ultimo e ha assunto atteggiamenti scontrosi, artrosi, arroganti, superbi. roganti, superbi. Qualsiasi Qualsiasi riferimento a riferimento Melo è Felipe Meloa èFelipe puramente puramente voluto, di certo voluto, di certo il brasiliano il brasiliano nulla o poco fa nulla o poco fa eper integrarper integrarsi farsi almesi farsivolere almeno noeben daiben suoivolere soci, dai suoi soci, visto e considevisto e considerato che non c’è nessun tifoso che scomrato che non c’è nessun tifometterebbe un tappo un di so che scommetterebbe gazzosa di lui. Il Metappo di su gazzosa sucaso di lui. Il lo, insieme con la nebbia caso Melo, insieme con la

DI NUOVO A TERRA Claudio Marchisio distrazione di primo grado al retto femorale della coscia destra: 20 giorni di stop

che avvolge Diego, spiega nebbia che avvolge Diego, in parte cammino della spiega in ilparte il cammino squadra. Le scelte tattiche della squadra. Le scelte tattidi Ferrara e del e delsuo suo assiassiche di Ferrara stente Maddaloni hanno stente Maddaloni hanno complicato la vita dei difencomplicato la vita dei difensori. sori. Per esempio non si è anPer esempio non si è cora capito perché l’allenatore noncapito abbiaperché abbandonaancora l’alleto la formula delloabbandoschieranon abbia natore mento quattrodello puntando nato la aformula schiesu quello a tre. Forse per ramento a quattro puntando

proteggere Grosso le per su quello aFabio tre. Forse cui prestazioni fase diproteggere FabioinGrosso le fensiva sono a dir pocodifendisacui prestazioni in fase strose. Inatal ci si dosiva sono dirsenso poco disastromanda perché il sacrificase. tal senso ci si domanto, Inbocciato, emarginato il sacrificato, bocda sia perché stato Molinaro, il quale, ciato, emarginato sia stato almeno, sapeva svolgere il Molinaro, il quale, almeno, suo compito con risultati superiori al campione del sapeva svolgere il suo commondo fu. Poi ci sono pito con che risultati superiori al Caceres edel Zebina che rapcampione mondo che fu. presentano due modi diffePoi ci sono Caceres e Zebina

renti di pensare il football: due che rappresentano l’uruguagio fa molto fumo, modi differenti di pensare il attacca, dribbla, si muovefae football: l’uruguagio si dimentica essere un dimolto fumo, diattacca, dribfensore. Il francese avrebbla, si ha muove e sidoti dimentica be, le avute, atletiunper difensore. Il di cheessere e fisiche poter vivefrancese avrebbe, le preha re di rendita ma la sua avute, dotiparigina atleticheloeha fisiche sunzione portato poter a unavivere «pigrizia» negli per di rendita allenamenti e a comportaparima la sua presunzione mentilocapricciosi gina ha portatoinacamuna po. Non sono dettagli e di«pigrizia» negli allenamenti

Stasera Roma-Catania

[Lapresse]

importanti caprice decieventano a comportamenti sivi ininuna formazione che ciosi campo. Non sono non puòevivere di rendita dettagli diventano impor-e di memorie, tanti e decisivi come in una l’espeformarienza di Cannavaro dodi zione che non può vivere vrebbe insegnare. e di memorie, rendita Il fronte della societàcome è iml’esperienza Cannavaro mutato ma,diimprovvisadovrebbe insegnare. mente, sotto esame. Se ne è accorto, in della ritardo, John Il fronte società è Elkann. Hama, capito forse che immutato improvvisaè inutile spendere denari mente, sotto esame. Se ne è in cambio di mezze figure o accorto, in ritardo, John

ha in panchina e in campo i leader capaci di affrontare RETROMARCIA Solo ora anche le sconfitte come si il presidente s’è accorto dovrebbe. Non ha, nello spoche l’impegno Lippi gliatoio, il capocon che siaha il punto di riferimento vero, condizionato l’ambiente autorevole, autoritario. to vero, Detto autorevole, così sembraautoriil fallitario. In verità è la crisi di mento. cosìche sembra il falliunDetto gruppo pensava di mento. In verità è la crisi di sfruttare l’eredità in eterno. un gruppo che pensava di È la crisi di chi governa da sfruttare l’eredità in etersoli trelaanni nulla in no. È crisi edisono chi governa abitato piranhas un mare da soli tre anni eda sono nulla un mare daalibi pieinsquali. Non abitato si tratta di e squali. Non trateranhas di giustificazioni masimenta distampa alibi e diegiustificaziopubblico si tre ni ma mentre stampa e pubdi questi errori sono accorti blico si sono accorti di queestidierrori queste difficoltà, il nuovo e di queste difficolmanagement pensato di tà, il nuovo ha management andare avanti con gli slogan ha pensato di andare avanti connel gli slogan nel footche footballche durano il ball durano il tempo di un tempo di un calcio d’angolo. calcio d’angolo. San Siro A San Siro non si A decide solnon si decide soltanto la tanto la panchina di panchina di Ferrara. Ferrara.

Il testamento di Ferrara: «Non devo aver vergogna» TORINO - Ciro Ferrara è già prontoSTAMPELLE ad andarsene. Si è presentato in conferenza stampa come uno con la valigia in mano. I dirigenti della sono impegnati a contattare traghettatori a cui Luca Toni Juve si della E lui è chiamato a metterci la faccia. «E non affidare la squadra nella seconda fase ferma per stagione. una lesione di comunicheranno qualcosa di diverso ne prenderò atto. Fino ho nulla da vergognarmi. Quando mi serietà, professionalità e rispetto di un ambiente e di una a quel momento mi comporterò conprimo-secondo grado società che a me ha dato tanto e a cui hoaldato tanto. Non per ultimo la possibilità di allenare la sinistro Juve. Questo è il mio spirito, anche polpaccio se leggo, ascolto, ma fino a quando nessuno mi comunicherà rimediata contro qualcosa, io mi comporterò così. E poi accetterò il mio destino. L'idea di abbandonare o trovare la Juve altre soluzioni non mi è mai passata per la testa per rispetto nei confronti della società. E per rispetto ala mia coscienza. Ogni scelta l'ho fatta così, e quindi alla mattina quando mi alzo mi guardo allo specchio e vado avanti. Anche se i risultati non mi danno ragione. Alla mattina mi chiedo cosa sia successo: nelle difficoltà ho fatto scelte con coscienza. Se mi fossi reso conto di avere un ambiente ostile, forse avrei pensato alle dimissioni, ma così non è. E non dirò mai nulla contro la Juventus». Sembra un testamento e forse lo è. «Non credo che mi abbiano delegittimato nei confronti della squadra. Ho a disposizione calciatori professionisti, si comporteranno come tali fino alla fine», «In queste situazioni non ci vuole coraggio, ci vuole responsabilità e coscienza del dice Ferrara. Marcello Di Dio momento e del ruolo che svolgo. Sono qui in questo ruolo, devo accettare critiche e polemiche. Roma Il crac allapolpaccio nelmomenti gelo di Torino costerà a meno belli». faccia nei positivi e in caro quelli Devo metterci Toni. Gli esamistato hanno evidenziato una risollevare lesione tra illa squadra che, invece, da oltre 2 mesi è Il Luca tecnico è sempre convinto di poter primo e il secondo grado. I tempi recupero sono sprofondata in una crisi senza fine.di«Potrei stare quidaanche a trovare alibi, ma non voglio. Questo definire, ma è facile prevedere uno stop di 30-40 giorni tipo di esperienza mi risulterà comunque molto utile, questi 6 mesi di Juventus valgono 10 anni per l’attaccante che salterà così, tra le altre, le sfide da ex dacon un'altra parte». Josè Mourinho, allenatore dell'Inter, Fiorentina (il 7 febbraio) e Palermo (il 13) e le partite ha definito «eroe» qualsiasi tecnico capaper un ilanno su una panchina italiana. cediEuropa di resistere Leaguecon Panathinaikos. «Midà molto fasti-«Lo ringrazio per le sue parole, mi fa piacere,diofermarmiora,ma ma non ritengo che un allenatore possa esseretegoconsiderato un eroe. Forse si riferiva al tornerò presto»,così Toni.Una la non da poco percommenta Ranieri, cheFerrara. stasera alle 21 (Rai3) in un Ferrara Balboa», ambiente euforico ma con uno stadio quasi vuoto, metteFerrara non ha ricevuto comunicazioni ufficiali dalla Juventus ma risponde indirettamente a ràin campo RomaB nel quarto Coppa Italia. Avverstato indifendibile anche se ci fosse stato Moggi», dice riferenMoggi. «Con una questi risultati, sarei di sario il Catania di Mihajlovic, ex fischiatissimo nella sua dosi all'ex direttore generale bianconero che lo considera vittima dell'attuale gestione societaria. ultima all’Olimpico (era tecnico del Bologna) dopo le di-

Tegola per Ranieri: Toni out 30 giorni

chiarazioni al veleno su Totti. Il capitano non ci sarà così come Toni, Vucinic, Julio Baptista (giocheranno Okaka e Menez) e il portiere Julio Sergio, sostituito da Doni. «Dimentichiamo la Juve, troppa euforia è un rischio, vorrebbe dire che non siamo una squadra forte - ha sotto-

Ciro Spu ma è un

Domen

Ne ierima to le id dirigen fatti. O cambi saeJoh ta a Bla rò, dop enomi vo tecn trovato lemav che an sera,aM laparti cente a Italia. C immag però q perché di ved nemm sì, dop mesed ciatala rara:il certam lo nera ridotta tunati chelag sio: il l’inizio rà lui o

INFER stop ( Marc con la

meno del mi rosa, a zione d morale comel gono m Amaur glie no di una che co nelle p Non somm Quant ra, anc un tra cui affi scaden Betteg mente come i Zoff. L corrers che se ultime soprav no i so cheron che la cercato ferta fin restran nonha ca del cia Qu «conil


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