L'ITALIANO

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ALGUNO DICE QUE NO! El programa nr 1 de la comunidad italiana en la Argentina. De lunes a viernes de 11 a 12 hrs. Por AM990 Radio Spendid Conduccion: Tullio Zembo

L ITALIANO

ALGUNO DICE QUE NO! Il programma nr 1 della collettività italiana in Argentina Da lunedì a venerdì dalle 11 alle 12. Am990 Radio Splendid Conduce: Tullio Zembo

ANNO III - NUMERO 106 - GIOVEDI’ 11 GIUGNO 2009 • QUOTIDIANO PER GLI ITALIANI NEL MONDO • WWW.LITALIANO.IT • ITALIA 0,50 • ARGENTINA $ 1

Tra Italia e Libia è stata avviata "una nuova stagione di pace, amicizia e collaborazione" dopo anni di "rapporti difficili a causa dell’eredità coloniale" che ha causato "sentimenti di dolore nel popolo libico". Lo ha detto il nostro premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa a villa Madama insieme al colonnello Muammar Gheddafi. ALLA PAG. 2

ITALIA-LIBIA: ROMA ACCOGLIE GHEDDAFI Il Pdl all’estero non si culli nel sogno, si dia una seria struttura sul territorio. Altrimenti il risveglio potrebbe essere molto amaro Alcune considerazioni sul voto degli italiani all’estero nelle elezioni europee ROMA - Passata la sbornia elettorale, sarà bene ricominciare a pensare. Abbiamo scritto, noi ed altri, dello storico risultato del Pdl nel voto degli italiani residenti in Europa. Non vorrei che finissimo col crederci davvero e ci rilassassimo senza mettere mano ad una seria struttura organizzativa sul territorio supportata da un adeguato piano propagandistico. Perché potremmo avere poi un brusco risveglio dal mondo dei sogni. Intanto hanno votato 79.594 persone, cioè un misero 6,56%. Il che significa che, per un motivo o per l’altro, non ha votato il 93,44% degli elettori, che quindi non sappiamo come la pensano. Poi c’è da considerare che queste elezioni non interessavano ai “capobastone” della sinistra. Non si sono attivati i patronati e tutti gli altri strumenti organizzativi di cui dispone il Pd come invece fanno – eccome – in occasione delle elezioni politiche o di quelle dei Comites. Tutto ciò considerato, lasciate che vi sussurri nell’orecchio che non vanno sopravalutati i numeri del “trionfo”. Nelle Europee del 2004 questi furono i risultati dei partiti che ora sono confluiti nel Pdl: Forza Italia 25,58%, Alleanza Nazionale 6,11%, Alternativa Sociale della Mussolini 1,46. Provate a sommare, il risultato fu 33,1. Questa volta il Pdl ha preso esattamente il 33,1. Uguale, altro che storico. GIAN LUIGI FERRETTI

QuiItalia Economia, dati contrastanti in Italia: il Pil sempre in calo, ma dopo 11 mesi di flessione la produzione industriale riprende ad aumentare

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QuiArgentina La febbre suina mette a nudo le carenze sanitarie del paese: scarseggiano medici e mezzi per affrontare l’emergenza Giuffrida pag. 4

Sport Real Madrid scatenato: secondo la stampa spagnola le merengues starebbero per chiudere anche per Cristiano Ronaldo De Gaetano a pag. 8


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L’ITALIANO GIOVEDI’ 11 GIUGNO 2009

POLITICA ITALIANA

E’ iniziata la storica visita GHEDDAFI È ARRIVATO A ROMA A MEZZOGIORNO ACCOLTO DAL PREMIER BERLUSCONI: CITTÀ BLINDATA, INCONTRO ANCHE CON NAPOLITANO

Muammar Gheddafi è arrivato ieri a Roma per la visita di Stato di tre giorni in Italia. L'Airbus con a bordo il leader libico è atterrato a mezzogiorno all'aeroporto di Ciampino. Il colonnello, in alta uniforme, è sceso lentamente lungo la scaletta dell'aereo ed è stato accolto dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che lo ha abbracciato e gli ha detto che con questa visita "si chiude una luna pagina dolorosa". Sul petto il colonnello aveva una foto dell'eroe della resistenza anti-coloniale, Omar alMukhtar, dopo la cattura nel 1931 a cui seguì la sua impiccagione. Il figlio ottantenne di Mukhtar fa parte della delegazione libica. Il primo impegno ufficiale per Gheddafi è stato al Quirinale per la colazione con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato ha detto di prevedere l'avvio di una "nuova fase" nei rapporti con Tripoli. "Abbiamo convenuto con il Colonnello", ha spiegato il presidente della Repubblica al termine del colloquio, "sull'obiettivo di rendere il Mediterraneo un'area di pace, stabilità e benessere intensificando le relazioni politiche e diplomatiche, ma anche rafforzando la cooperazione economica, culturale ed in materia di immigrazione, anche nel contesto dei più stretti

IL COMMENTO

Italia-Libia, via alla nuova fase Murdoch al Cavaliere “Nessun complotto”

RUPERT MURDOCH GHEDDAFI A ROMA

legami con l'Ue". Nel tardo pomeriggio il leader libico è stato a Palazzo Chigi dove insieme al presidente del Consiglio ha firmato una serie di intese bilaterali. Tra queste un accordo per evitare le doppie imposizioni, un memorandum per la facilitazione del rilascio dei visti, un memorandum di cooperazione economica

e scientifica nel settore delle risorse marine e uno scambio di lettere per borse di studio a un centinaio di studenti libici. Imponenti le misure di sicurezza nella capitale, su cui vige un divieto di sorvolo per tutta la durata della visita mentre tiratori scelti sorvegliano tutti i percorsi. A Villa Pamphili, il parco roma-

no dove è stata montata la gigantesca tenda beduina che accompagna il leader libico nei suoi viaggi all'estero, è stato vietato ogni genere di eventi e manifestazioni. Intanto proseguono le proteste dei radicali e dell'Italia dei Valori per l'intervento che Gheddafi pronuncerà domani mattina nell'aula del Senato.

Rupert Murdoch ha smentito che l'attenzione dedicata dal Times di Londra al cosiddetto 'Noemigate’ sia una rappresaglia contro Silvio Berlusconi per aver aumentato le tasse a Sky in Italia. In un'intervista alla sua Fox News sul cambio al vertice della News Corporation (la capofila del suo impero mediatico), andata in onda lunedì scorso, Mur-

doch ha sostenuto che si tratta di un'accusa senza senso: "Noi non abbiamo fatto rappresaglie o detto qualcosa in proposito. Io non controllo quello che dice il direttore del Times di Londra o quello che dice l'Economist quando lo attacca. Il New York Times, lo sa Dio, io lì non ho influenza", ha spiegato il magnate di origine australiana.

Pd, Udc e Idv scrivono al presidente della Repubblica

Romani: testo modificato con il contributo della sinistra

Intercettazioni, scontro governo-opposizione sul voto di fiducia

E i magistrati sono contro il ddl: “Presenta errori tecnici”

E’ scontro sulla fiducia al ddl intercettazioni tra il governo e l'opposizione che, unita, scrive al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Pd, Udc e Idv insieme contestano il ricorso al voto di fiducia, con cui viene imposto il ddl intercettazioni, metodo che compromette pericolosamente l'equilibrio fra governo e maggioranza e fra maggioranza e opposizione, e denunciano il contenuto di una proposta che nel merito - con l'introduzione degli evidenti indizi di col-

Sulle intercettazioni piovono le critiche anche della magistratura. Il segretario nazionale dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Cascini, denuncia: il ddl contiene "clamorosi errori tecnici" . Il "problema di fondo è la filosofia del provvedimento" che "limita drasticamente per le forze dell'ordine e della magistratura la possibilità di utilizzare le intercettazioni telefoniche come strumento di indagine. È un gravissimo colpo alle attività di indagi-

pevolezza - pregiudica il contrasto alla criminalità e compromette il ruolo della libera stampa. "Confidiamo, signor Presidente - conclude la lettera firmata dal capogruppo del Pd, Antonello Soro, dal vicepresidente dei deputati Udc, Michele Vietti, e dal capogruppo Idv, Massimo Donadi - nel suo intervento, nelle forme che riterrà opportune, per restituire pienezza di contenuti democratici al dibattito parlamentare sulle leggi". Il "dubbio legittimo è che il Governo usi

GIORGIO NAPOLITANO

impropriamente l'istituto della fiducia come strumento di controllo della propria amplissima maggioranza", denunciano ancora i rappresentanti dell'opposizione nella lettera a Napolitano.

ne". La maggioranza difende il provvedimento: "È errato parlare di un'imposizione del Governo al Parlamento. Il ricorso alla fiducia e il fatto che del testo in materia di intercettazioni se ne parli da troppo tempo ha portato a renderlo finalmente legge", dice il viceministro allo Sviluppo economico, Paolo Romani, e aggiunge: "Il testo è stato largamente modificato rispetto a quello iniziale anche e soprattutto con il contributo dell'opposizione".

GIUSEPPE CASCINI


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ATTUALITA’

Pil in calo, ma riparte l’industria Rialza la testa l'industria italiana ma il Pil si conferma in calo nei primi tre mesi dell'anno. Di fatto, segnala l'Istat, dopo 11 mesi consecutivi di flessione la produzione industriale torna a crescere ad aprile con un aumento congiunturale dell'1,1%. Resta in rosso tuttavia l'andamento tendenziale con un calo pari al 25,4% per il dato grezzo e al 24,2% per quello aggiustato per i giorni lavorativi, il risultato peggiore dall'inizio della seria storica. Per il Pil invece si registra il quarto calo consecutivo nel primo trimestre con una contrazione del 2,6% rispetto ai tre mesi precedenti e una caduta del 6% su base annua. L'Istat ha rivisto così al ribasso la stima diffusa il 15 maggio scorso che prevedeva una riduzione congiunturale del 2,4% e tendenziale del 5,9%. Entrambi i dati sono i peggiori dall'inizio della serie storica nel 1980. Il dato acquisito per il 2009 è pari a -4,7%, contro il 4,6% stimato dall'istituto di statistica in prima battuta a metà maggio. In termini congiunturali, le importazioni di beni e servizi sono diminuite del 9,2%, il totale delle risorse (Pil e importazioni di beni e servizi) del 4,1%. Dal lato della domanda, le esportazioni sono diminuite dell'11,8%, i consumi fi-

NAPOLI

Economia, dati contrastanti DOPO 11 MESI DI FLESSIONE LA PRODUZIONE RIPRENDE AD AUMENTARE: AD APRILE +1.1%. QUARTO CALO CONSECUTIVO PER IL PRODOTTO INTERNO LORDO Camorra, blitz dei Carabinieri contro il clan Vollaro

NAPOLI, BLITZ CONTRO LA CAMORRA DATI CONTRASTANTI SULL’ECONOMIA ITALIANA DA PARTE DELL’ISTAT

nali nazionali dello 0,8%, gli investimenti fissi lordi del 5%. Nell'ambito dei consumi finali, la spesa delle famiglie residenti è diminuita dell'1,1%, quella delle amministrazioni pubbliche è rimasta stazionaria. In termini tendenziali, le esportazioni sono diminuite del 21,7%, le importazioni del 17%. La spesa delle famiglie sul territorio nazionale è scesa, in termini tendenziali, del 2,8%. Nel suo ambito, i consumi di beni durevoli sono calati dell'11,2%, i consumi di beni non durevo-

li del 2,6%, gli acquisti di servizi dello 0,3%. Gli investimenti fissi lordi sono diminuiti del 12,6% (contrazioni del 29,8% per i mezzi di trasporto, del 14,6% per i macchinari e gli altri prodotti e del 7,9% per le costruzioni). Sul fronte della produzione salgono in termini congiunturali i beni di consumo (+2,2% il totale, +2% i beni non durevoli, invariati i beni durevoli) e l'energia (+1,3%). Variazioni negative si registrano invece per i beni strumentali (-0,8%) e per i beni intermedi (-0,7%).

Tutti negativi gli andamenti tendenziali corretti per gli effetti di calendario: -33,1% per i beni intermedi, -26,8% per i beni strumentali, -13,1% per l'energia e -12,7% per i beni di consumo (20,1% i beni durevoli, 10,8% quelli non durevoli). Per il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, i dati Istat dimostrano "che abbiamo passato il peggio a marzo. Che la crisi ci sia - spiega ancora Scajola è un dato evidente ma c'è anche un inizio di timida ripresa".

I Carabinieri del Comando provinciale di Napoli hanno eseguito con un blitz un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli nei confronti di 32 tra capi, affiliati e fiancheggiatori del clan Vollaro, attivo a Portici, ai confini con Napoli. Le accuse vanno dalla essociazione per delinquere di stampo mafioso alle estorsioni, al traffico di droga e violazione della legge sulle armi. In particolare le estorsioni erano condotte a tappeto su tutte le attività commerciali imprenditoriali. Se-

questrata anche armi e munizioni e smantellate le principali piazze di spaccio nel comune limitrofo a Napoli di cocaina e marijuana. Complessivamente sono cinquanta gli episodi di estorsione continuativa documentati negli anni dalle indagini, per un giro d'affari di decine di milioni l'anno, utilizzati poi per approvvigionarsi di droga da spacciare a Portici e nelle zone limitrofe. In manette anche i sei figli del capo clan, conosciuto come "'o califfo" proprio per la sua prolificità.

La Corte Suprema Usa dà il via libera alla vendita della casa di Detroit. Scajola: in settimana l’incontro con i sindacati

Fiat-Chrysler, la situazione si è sbloccata La Corte Suprema Usa sblocca la vendita di Chrysler a un nuovo gruppo guidato da Fiat e respinge il ricorso dei fondi pensione dei poliziotti e degli insegnanti dell'Indiana, consentendo così al Lingotto di chiudere l'intesa con il gruppo statunitense. L'"annunciata alleanza strategica globale tra Fiat e Chrysler" può finalmente partire" spiegano dal Lingotto, con la definizione del passaggio ai creditori di Chrysler di 2 miliardi di dollari di fondi del governo americano e la fuoriscita di Chrysler dall'amministrazione controllata, attraverso la cessione degli asset della casa automibilistica Usa a una nuova

società, di cui Fiat avrà una quota iniziale del 20%, destinata successivamente a salire al 35% e poi fino al 51%. La Corte Usa ha sostenuto che coloro che tentavano di ostacolare l'accordo non hanno presentato gli estremi per giustificare tale azione e il semaforo verde dei giudici all'intesa Fiat-Chrysler è stata accolta con entusiasmo dalla Casa Bianca, preoccupata che un protrarsi del rinvio della vendita portasse al fallimento di Chrysler e facesse saltare la mega-bancarotta di Gm, studiata sul modello della procedura veloce adottata da Chrysler. Il titolo Fiat, sull'onda del sì dei giudici Usa, sì è im-

SERGIO MARCHIONNE

pennato in Borsa. Intanto il ministro per lo sviluppo economico Claudio Scajola fa sapere che l'incontro tra Fiat e sindacati si terrà nei prossimi giorni. "Dopo la decisione Chrysler - ha spiegato il ministro - l'incontro che auspicavo per questa settimana dovremmo cercare di realizzarlo nei prossimi giorni, in tempi brevi, con un confronto in modo chiaro e schietto sui riflessi in Italia". Scajola ha aggiunto che bisogna "sempre tenere presente che per il governo i cinque stabilimenti devono rimanere in Italia. Siamo disponibili - ha concluso a che il percorso di consolidamento in Italia possa essere garantito".


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QUI ARGENTINA

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La richiesta di medici a domicilio è stata più che quadruplicata se paragonata ai dati dell’anno scorso. Le cifre sono state fornite dalla Camera di Emergenze mediche di Buenos Aires.

Febbre suina, il sistema medico al collasso Non ci sono risorse per fronteggiare l’emergenza del pubblico così esagerata”. Ancora Mendiola ha detto che in base al collasso assoluto del sistema medico, abbiamo dato la prima e necessaria attenzione medica ai minori di cinque anni e agli anziani over sessantacinque che abbiano limiti e handicap per ambulare, così come a pazienti con problemi fisici. In ogni caso in tutto il caso non esiste un sistema medico a domicilio che possa assistere ai pazienti in caso di una febbre”. Ad ogni modo, qualcosa si sta facendo: ci sono molto medici che sono stati trasferiti al centralino per rispondere

DALLA REDAZIONE

BAIRES - Ancora febbre suina in primo piano: la richiesta di medici a domicilio è stata più che quadruplicata se paragonata ai dati dell’anno scorso. Le cifre sono fornite dalla Camera di Emergenze mediche di Buenos Aires. Secondo il vicepresidente della struttura, non ci sono risorse né tecniche né umane sufficienti per dare assistenza a tutta la richiesta che ci viene inoltrata”. Tutto questo nonostante sia certamente usuale che nel mese di giugno si registri un picco nella domanda di medici a domicilio, questo anno si aggiunge il fatto che “la gente ha il timore per l’influenza A”. A dirlo è stato il medico Jorge Mendiola, numero due della Camera: secondo lo scienziato, il 95% delle consulte ha a che fare con casi di influenza stagionale, che

però vede terminare i suoi effetti (solitamente) in 96 ore, si può eliminare con medicinale antitermico, un bel pò di ripo-

so e buona idratazione e soprattutto “non richiede la necessità di alcun medico a domicilio”. “Ho un’esperienza di

24 anni in questo campo – ha detto ancora il dottore – e questa è la prima volta che vedo una domanda da parte

E’ l’ora di comprendere la realtà argentina BAIRES - “L’importante è non equivocarsi con la realtà” e non confondere i motivi e le condizioni che hanno portato l’Argentina alla crisi finanziaria che ha dovuto subire alla fine del 2001. Va detto - e sarebbe bene che venisse oltremodo approfondito anche in altre sedi specializzate - che l’Argentina ha superato una crisi finanziaria, e non economica, unicamente con i propri mezzi, anzi non solo senza aiuto di altri paesi ma addirittura senza neppure l’aiuto dello Stato stesso. Sono stati gli imprenditori che hanno provveduto a ripristinare il sistema economico e l’attività di esportazione, quasi ferma da circa dieci anni, e creando in tal modo, in pochissimi anni, la ricrescita di questo paese. Quali altre nazioni sarebbero riuscite a fare altrettanto senza aiuti? Prendendo ad esempio la crisi attuale, come sarebbero riusciti gli Stati Uniti e gli altri Paesi europei ad affrontare il grave problema che li ha colpiti senza un forte intervento statale? Chi ha pensato ad una crisi economica dell’Argentina è caduto in un grossolano errore: nel 2001 il governo argentino aveva riportato la propria moneta alal quotazione reale, abolendo la parità col dollaro che aveva istituito dieci anni prima. E sono stati dieci anni di caduta delle esportazioni, del turismo, del commercio estero, causando invece un debito verso l’estero: una situazione di cui hanno approfittato taluni speculatori e soprattutto taluni Paesi che hanno potuto esportare i loro prodotti verso l’Argentina. Il motivo della parità col dollaro era stato avanzato dalla possibilità di creare infrastrutture interne, migliorare i servizi e sviluppare un’industria di trasformazione dei propri prodotti. Ma in parte a causa dell’incapacità politica, in parte per non aver creato una programmazione seria ed adeguata ad uno sviluppo ordinato e un po’ per l’azione di taluni stati esteri che sono intervenuti per fare in modo da sfruttare a loro favore tale situazione, i buoni propositi iniziali sono franati. Quanto sta accadendo oggi, invece, dimostra il recupero di una produttività propria degli imprenditori argentini e della loro volontà di progredire creando risorse sia personali che per il Paese, reinvestendo a beneficio dell’intera collettività. L’ondata di smarrimento politico-finanziario dell’anno 2001 è terminata ed oggi l’Argentina è determinata come mai a riprendere il posto che le compete tra le grandi del mondo. Gli investitori di altri paesi, come Brasile e Cina, se ne sono resi conto e capitalisti statunitensi già da tempo si sono inseriti nel territorio argentino ottenendo notevoli benefici e producendo per poter esportare nei loro paesi e per commercializzare con altri. La realtà è che la potenzialità argentina è ancora vastissima: in pochi anni la produzione agricola è triplicata e nei prossimi anni può ulteriormente triplicare; l’estensione territoriale, nove volte l’Italia, permette di svilupparsi ancora di più e di questo l’Italia, gli italiani residenti nella penisola, dovrebbero approfittare. Quale può essere l’interesse di un investitore italiano in Argentina? Investire per produrre per poi reinvestire; produrre ulteriormente e quindi ancora reinvestire: tre stagioni di produzione e di crescita per ricavare in tre anni quanto si otterrebbe in Italia in dieci. Inoltre, con una politica estera adeguata, con una alleanza strategica mirata, con una collaborazione tra italiani (visto che circa la metà della popolazione argentina è di origine italiana) i benefici reciproci sarebbero addirittura esaltanti. Comprendere la realtà argentina significa pianificare uno studio di investimento produttivo e creare le condizioni per ottenere correttamente e chiaramente una ricchezza per entrambi i paesi. Ma non si faccia l’errore di ritenere che sia l’Argentina ad avere bisogno dell’Italia! L’opportunità di crescita dei nostri Paesi è reale, concreta e dimostrabile, ma l’Argentina ha le risorse per svilupparsi anche attraverso altri investitori di altri paesi. Approfittino, dunque, gli italiani peninsulari: gli interventi e le proposte avanzate dal Sottosegretario Scotti vengano esaminate con attenzione e sia attuato un adeguato studio di mercato. Le possibilità esistono, le opportunità sono alla portata di quanti vogliano migliorare e crescere: si tratta di non perdere un’occasione che verrebbe utilizzata da altri.... per poi doversene pentire. EUGENIO SANGREGORIO

alle chiamate ricevute e cercare cosi di effettuare una prima diagnosi per telefono. L’obiettivo è quello di eliminare alla radice il problema del sovraffollamento, convincendo alla gente che non c’è bisogno di chiamare il medico. E che secondo Mendiola nel 90% dei casi si curano senza assistenza medica”: la situazione quindi è al collasso, dato che abitualmente in questo periodo dell’anno si registrano 500mila consulte mediche nei sistemi privati della capitale, ma tale cifra si è raggiunta in una settimana.

Nasce centro donatori di sangue promosso dai Trentini nel Mondo CORDOBA - A Cordoba sorgera' un centro di donatori di sangue promosso dall'associazione Trentini nel mondo e dall'Avis del Trentino. L'iniziativa rientra nel progetto dell'Associazione volontari argentini del sangue (Avas) ''L'Avis e l'Argentina: un legame di sangue che si rinnova''. E' gia' stato istituito un nucleo iniziale di Avas a Buenos Aires ed e' partita una sperimentazione in alcune province centrali dell'Argentina nelle quali e' significativa la presenza di emigrati italiani.

Ancora scontro tra i militari e Nilda Garrè BAIRES - Continua la polemica a distanza tra il ministro della difesa e le forze armate: Garrè non ha infatti lesinato critiche al generale che ha dato le proprie dimissioni perchè in aperto contrasto con lei. “Ci sono alcuni che credono di salvare le forze armate attraverso un comportamento e un atteggiamento di solidarietà e di corporazione”, ha detto la ministra, che fa un chiaro riferimento alla richiesta di dimissioni nei confronti del generale Altieri dopo lo scontro con quest’ultimo a causa della proibizione a velare secondo gli onori di stato il feretro del generale Wehner. Una proibizione originata da un processo tuttora aperto nei confronti del generale defunto con un capo d’imputazione che non può certo passare inosservato: sospetta lesione dei diritti umani specie durante il periodo della dittatura militare. E così la ministra Nilda Garrè è tornata nell’occhio del ciclone e dopo lo scontro sul generale Wehner è di nuovo polemica questa volta ancora più dura: anche perché è con uno dei più importanti militari della marina, Altieri. Il quale aveva chiesto che si creasse una camera ardente nelle strutture del V reggimento di cavalleria: una richiesta che è stata negata direttamente dal ministro Garrè in persona, che al contrario ha predisposto che qualsiasi celebrazione e atto funerario venisse sospeso. La stessa Garrè ha difeso la sua posizione nonostante ancora Wehner non sia stato riconosciuto colpevole. “per fortuna la grande maggioranza delle forze armate ha capito che quello della dittatura è un capitolo di vergogna e che bisogna chiuderlo mediante l’ordinamento giudiziario. Questa è l’unica forma di porre fine e cicatrizzare le ferite e poter così iniziare un processo di avvicinamento e di definitiva riconci(S.G.) liazione tra le forze armate e la società”.


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ITALIANI NEL MONDO

CHIUDONO 17 CONSOLATI ED UN’AMBASCIATA LA RELAZIONE DEL SOTTOSEGRETARIO MANTICA ALLE COMMISSIONI ESTERI DI CAMERA E SENATO ROMA - Il sottosegretario Mantica ha presentato il piano di ristrutturazione consolare alle commissioni esteri di Camera e Senato. Chiudono 17 consolati e un’Ambasciata (Lusaka, in Zambia), ne vengono declassati 4. Nei prossimi giorni verrà presentato al Comitato di Presidenza del Cgie (23-24 giugno) per il parere previsto dalla legge, mentre la rete diplomatica – ha precisato Mantica – è già stata informata. Le chiusure interessano Europa, Africa, Nord America ed Australia. Rimane fuori il Sud America, per via delle enormi distanze da una città all’altra. Questa la tabella stato per stato così come presentata dal sottosegretario. BELGIO (chiudono Genk, Liegi e Mons). "Il paese verrà idealmente suddiviso in Nord e Sud (Fiamminghi e Valloni). Bruxelles diventerà il Consolato del Nord, accorpando consolato e ambasciata. Chiuderà il Consolato Genk. Il Sud farà capo a Charleroi, chiuderanno le sedi di Liegi e, in prospettiva, Mons. Il consolato di Charleroi sarà rafforzato, ha già locali ampi ed idonei a servire un’utenza di 230 mila persone. La sede di Bruxelles, dopo la chiusura di Genk, ne servirà

130 mila". FRANCIA (chiudono Lille e Mulhouse) "In Francia abbiamo considerato l’estensione del territorio e la densità della nostra collettività. Rimarranno 6 sedi di riferimento. A Nord Parigi, ad Ovest Tolosa, a Sud Marsiglia e Nizza, al centro Lione, ad est Metz. Ricordo che in Francia ci sono già sportelli consolari permanenti a Bastia, Digione, Grenoble e Chambery. Chiudono i consolati i Lille e Mulhouse". Le competenze di Lille verranno trasferite su Parigi che vedrà l’utenza "potenziale" salire a 110 mila persone;

mentre la chiusura di Mulhouse porterà Metz a 80 mila persone". GERMANIA (chiudono Mannheim, Saarbrucken, Norimberga ed Amburgo) "Abbiamo suddiviso il Paese in quattro parti, selezionando le sedi rispettando il delicato equilibrio delle diverse aree. A Sud rimarranno Monaco e Stoccarda e Friburgo; in centro Francoforte, Colonia e Dortmund; a nord Hannover e l’agenzia consolare di Wolfsburg, ad Est la cancelleria consolare di Berlino. Chiudono Mannheim, Saarbrucken, Norimebrga ed Amburgo". Le competenze di Amburgo verranno spostate ad Hannover, la cui utenza diventerà di 35 mila persone; quelle di Saarbrucken a Francoforte (130mila persone), quelle di Norimberga passeranno a Monaco (90 mila persone), quelle di Mannheim a Stoccarda (150 mila utenti). REGNO UNITO (chiude Manchester) "Per il Regno Unito abbiamo considerato la struttura del Paese, le distanze geografiche e la consistenza della collettività italiana. Rimarranno le sedi di Edimburgo per il Nord e Londra per il Sud, oltre allo sportello consolare di Bedford. Si tenga presente che nel

paese ci sono molti uffici consolari onorari. Chiude Manchester". Le competenze della sede saranno suddivise tra le due rimanenti: le contee a nord (dove risiedono i 2/3 degli italiani) verranno servite da Edimburgo che avrà così un’utenza complessiva di 30mila persone, quelle a sud da Londra che arriverà a 140 mila utenti. SVIZZERA (chiudono Losanna, Coira, declassato Basilea) "Il piano per la Svizzerta è stato molto dibattuto anche al nostro interno perché è un caso particolare. Abbiamo ipotizzato di dividere il Paese in 4 aree in cui sud ovest permarrebbero le sedi di Ginevra, Neuchatel e Sion; a centro nord Berna, l’agenzia consolare di Wettingen e Basilea; a nord est Zurigo e San Gallo; a sud Lugano. Chiuderebbero Losanna e Coira, mentre il Consoalto generale di Basilea verrebbe declassato a Consolato. Abbiamo tenuto conto delle distanze relativamente percorribili, della densità di italiani nelle aree compiendo delle scelte che secondo noi salvaguardano l’utenza". Questi i trasferimenti di competenze. Ginevra riceve Losanna (100 mila utenti complessivi), Coira passa a San Gallo (50 mila).

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F.U.S.I.E.


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L’ITALIANO GIOVEDI’ 11 GIUGNO 2009

ESTERI

Cina, la rivolta passa dal web IL GOVERNO DI PECHINO IMPONE L’INSTALLAZIONE DI UN SOFTWARE CHE BLOCCA SITI E PROGRAMMA, GLI UTENTI PER LA PRIMA VOLTA PROTESTANO

Internet, i cinesi contro la censura Per la prima volta, gli internauti cinesi si sono ribellati alle limitazioni imposte dal governo di Pechino alla libera circolazione delle informazioni su Internet. A scatenare la rivolta è stata una circolare del Ministero dell'industria e della tecnologia informatica che impone a tutti i costruttori di personal computer di dotare gli apparecchi di un software che blocca automaticamente una serie di siti indesiderati. La circolare, la cui esistenza è stata rivelata dal Wall Street Journal, afferma che l'obbligo di montare sui propri pc il software, chiamato Green Dam-Youth Escort, entrerà in vigore dal 1/o luglio. In un sondaggio pubblicato dal Beijing Times, l'83% degli interpellati afferma di ritenere che l'installazione obbligatoria del Green Dam sia una “violazione” della loro privacy. Inoltre, il 74% pensa che comunque non funzionerà e il 93% dichiara di non aver intenzione di pagare un costo addizionale per il software. L'opposizione di gran parte degli internauti cinesi alla nuova forma di censura si è espressa anche in interventi sui blog e le chat-line su Internet e con lettere ai giornali. “Qual è la definizione di contenuto 'sgradito’? Perché i cittadini che pagano le tasse devono sostenere il costo dell' in-

CINESI CONTRO LA CENSURA DI INTERNET

stallazione (sui pc) di un software obbligatorio ma privo di senso?”, si è per esempio chiesto un giovane intervenuto sul sito Sohu.com. Il software, prodotto dalla Jinhui, è stato già installato su decine di milioni di computer venduti dai produttori ci-

nesi sul mercato interno e nei sistemi di alcune scuole. Ecco quello che ha scritto un insegnante sul popolare blog EastSouthWestNorth: “...siamo stati costretti ad installare questo software, per questo sono venuto su questo sito web, per maledirlo.

Dopo l'installazione, è impossibile aprire alcuni dei siti più innocenti... gli studenti amavano i giochi come il 4399 ma non riescono più ad aprirli... un sito chiamato 'Network News' è stato bloccato perché 'pornografico’...”. La rivista ufficiale Caijing

(Economia e Finanza) ha scritto che imporre l'uso di Green Dam equivale a “buttare via il bambino con l'acqua sporca”. A difendere il nuovo software sono rimasti in pochi, tra cui il fondatore della Jinhui, Bryan Zhang, secondo il quale l'unico obietti-

Via alle ricerche nell’Atlantico per chiarire l’accaduto

Un sottomarino francese a caccia delle scatole nere dell’Airbus Il sottomarino nucleare francese "Emeraude", che ha un sofisticato apparato sonar specializzato nello scandagliare i fondali marini, è arrivato nella zona dove, lo scorso 1 giugno, si è inabissato l'A330 del'Air Fance con 228 passeggeri a bordo per iniziare le operazioni di ricerca delle due scatole nere del Airbus. Il sottomarino -ha spiegato il portavoce dello Stato Maggiore dell'esercito francese, Chtistophe Prazuckdovrebbe riuscire a setacciare ogni giorno un'area di circa 20 miglia nautiche quadrate, cioè 36 chilometri quadrati. "Cambierà zona ogni giorni e non sono stati fissati

limiti", ha aggiunto, spiegando che l'Emeraude sarà raggiunto nell'area dal Mistral, un mezzo navale specializzato in operazioni anfibie. Le autorità francesi sanno che le ricerche non saranno facili. Le scatole nere potrebbero essere in acque profonde fino a 6.100 metri, a circa 1.150 chilometri dalle coste brasiliane. Se il sottomarino localizzerà il segnale, la nave ricerche francese Pourquoi Pas invierà un mini-sottomarino - lo stesso utilizzato per individuare il relitto del Titanic- per recuperare i registratori di bordo. "L'Emeraude è quasi come un aereo che sorvola una catena mon-

tuosa e guarda con i binocoli", ha sintetizzato da Parigi il capitano Jerome Brulin, portavoce della Marina francese. In questo caso il ruolo dei binocoli sarà giocato dai sonar, microfoni sottomarini molto sensibili progettati per intercettare i sottomarini che trasportano missili a testate nucleare che si muovono praticamente senza far rumore nelle profondità marine. Intanto si stanno attrezzando due rimorchiatori equipaggiati con altri sondar prestati dal Pentagono. Le scatole nere sono progettate per inviare segnali per circa un mese e dunque bisogna far presto.

AIRBUS CADUTO, AL VIA LE RICERCHE CON IL SOTTOMARINO

vo del software è quello di “proteggere i giovanì' dall'esposizione a pericolosi siti pornografici. “Le vacanze estive si avvicinano - ha dichiarato - e molti genitori cinesi si preoccupano di quelle che possono vedere (sulla rete) i loro figli... questo è lo scopo del software”. Dello stesso parere il portavoce del ministero degli esteri Qin Gang, che ha risposto ad un fuoco di fila di domande dei giornalisti stranieri affermando che “chi ha un figlio o sta per avere un figlio può capire” le ragioni dell'imposizione. Funzionari delle filiali cinesi di alcuni dei grandi produttori di pc, come la Dell e la Hewlett-Packard hanno confermato che stanno “discutendo col governo” sul modo di applicare la direttiva. Negli Usa, a Washington, quattro associazioni di produttori di pc - l'Information Technology Industry Council, la Software & Information Industry Association, la TelecommunicationsIndustry Association e la TechAmerica hanno diffuso un documento col quale chiedono al governo di Pechino di “...riconsiderare l'applicazione del nuovo software obbligatorio per il filtraggio” e hanno aggiunto che “accoglierebbero con favore qualsiasi opportunità di un dialogo costruttivo”.


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SPORT

La conferenza del capitano IL DIFENSORE TORNA SULLE POLEMICHE CON I TIFOSI “LE PAROLE DI BERLUSCONI MI HANNO RINFRANCATO” E SU KAKÀ: “LA SUA CESSIONE È UN BRUTTO COLPO”

PAOLO MALDINI

A tre settimane dalla contestazione della curva sud in occasione della sua ultima partita al Meazza, Paolo Maldini non ha ancora smaltito del tutto l'amarezza per il comportamento della dirigenza del Milan. “Mi aspettavo qualcosa di diverso, Galliani nel suo comunicato - ha spiegato l'ormai ex capitato del Milan in una conferenza stampa - l'ha presa come qualcosa di personale, ma la società non è identificabile in una sola persona”. “Invece, le parole di Berlusconi mi hanno messo il cuore in pace, ha detto ciò che avrei vo-

luto sentire subito dopo quella partita”, ha spiegato Maldini sottolineando di non aver mai voluto intrattenere rapporti con il tifo organizzato: “Fu Franco Baresi nel 1985 il primo a dirmi di tenere un atteggiamento distaccato. E ho fatto bene a seguire il consiglio. Se - ha continuato per ottenere uno striscione dalla curva devo andare a cena con loro, quanto può valere?”. Maldini ancora non ha deciso quale strada intraprendere nel suo futuro, ma non ne esclude una in comune con il club di via Turati: “Il dialogo

resterà sempre e se ci sarà occasione di collaborare con un ruolo di responsabilità - ha spiegato - sarà difficile rinunciare, ma non accetterei un ruolo di facciata. Mi è stato proposto il settore giovanile, ma non è la mia aspirazione e lì servono persone con esperienza specifica”. Maldini si è poi soffermato sulla partenza di Kakà: “Posso dire come la vedo da tifoso, perché sono e rimarrò tifoso di questa squadra. E' un cambio quasi epocale, Kakà è il primo giocatore di quel livello che viene ceduto, nel passato mai presa in

considerazione ipotesi del genere". Si tratta perciò di "un brutto colpo per i miei compagni e per i tifosi, uno dei 5 giocatori più forti al mondo, logico guardare ai conti ma anche fissare obiettivi - precisa Maldini -; pensare di vincere la Champions League senza giocatori come Kakà può diventare un obiettivo utopistico. Dinho? Avrà più responsabilità, ha già fatto vedere cosa può valere" – ha aggiunto Maldini sulla cessione del fuoriclasse brasiliano al Real Madrid. - Non ho sentito Ricky, per ora sarà bombardato di telefonate...". Infine il capitolo allenatore. "Non so su cosa investirà la società ma bisognerà aspettare, vedere che squadra si darà in mano a Leonardo, un tecnico alla prima esperienza, anche lui si dovrà mettere alla prova, non ha mai allenato neanche le giovanili. Una scommessa, una delle scommesse che in passato al Milan sono state vinte". L'ex difensore e capitano rossonero ha aggiunto: "La speranza di tutti i tifosi è che questa volta si possa arrivare di nuovo ad un risultato nuovo. C'e' un cambio importante: vediamo, ho la speranza che la squadra possa restare ai vertici. Guardiola mi ha dedicato la Champions League vinta con il Barcellona? Quel gesto assolutamente spontaneo è stato bellissimo, un tecnico giovane come lui un minuto dopo aver vinto pensa me…”.

LA LEGGENDA

Maldini al Milan: “Mi aspettavo un addio diverso” Rossonero per 25 anni con 7 titoli e 5 Champions

MALDINI ALZA LA CHAMPIONS 2007

Si scrive Paolo Maldini, si legge “mito”. L'ex difensore del Milan, che ha fatto la conferenza-stampa d'addio, negli ultimi 25 anni è stato l'uomo immagine della squadra rossonera, il capitano inossidabile, esempio di professionalità dentro e fuori il rettangolo di gioco. Con il 'Diavolo’ ha stretto un patto di sangue, fatto di 902 presenze ufficiali. La prima assoluta a 17 anni, il 20 gennaio 1985 allo stadio Friuli contro l'Udinese. A buttarlo in campo nemmeno maggiorenne ci pensò il 'barone’ Nils Liedholm, sicuro delle qualità del ragazzo. Qualità che il tempo non ha scalfito visto che nell'ultima di campionato, in casa della Fiorentina, Maldini ha timbrato il cartellino numero 902. La sua bacheca personale, per peso e nume-

ro dei trofei, non ha eguali. In 25 anni di Milan, Maldini ha conquistato sette scudetti, cinque Champions League, altrettante Supercoppe europee e italiane, tre coppe Intercontinentali, e una coppa Italia. I primati di Maldini, però non si limitano alla maglia rossonera. Da registrare ci sono infatti anche le 647 presenze in serie A condite da 29 reti, le 174 nelle competizioni Uefa per club, e poi le 126 con la maglia della Nazionale con 7 gol. L'azzurro è stato forse il vero cruccio della carriera di Maldini. Le delusioni più grandi sono arrivate infatti da campionati Mondiali (terzo posto nel 1990 e secondo nel '94) ed Europei (sconfitta in finale con la Francia al golden gol nell'edizione del 2000 in Belgio e Olanda).

Il bilancio del presidente del Comitato Olimpico italiano Mundo deportivo, accordo di massima con l’Inter

Petrucci: “A Sydney il momento più bello”

Stampa spagnola, Ibra è vicino al Barcellona

"Il momento più bello della mia presidenza sono le mie prime Olimpiadi. Chiaro che fare il presidente del Coni alla prima Olimpiade a Sydney con l'entusiasmo straordinario e con tanti italiani lì è stata una bella esperienza, con ottimi risultati poi anche a Torino. Sono onorato di essere presidente del Coni nel giorno della ricorrenza dei 95 anni della nascita. Coni che ha avuto nella sua storia grandi presidenti e il più grande è sta-

Secondo il quotidiano sportivo catalano Mundo Deportivo un accordo di massima sarebbe intervenuto fra Inter e Barcellona sul trasferimento di Zlatan Ibrahimovic al club blaugrana. Il giocatore svedese passerebbe al Barca in cambio di Samuel Etòo più 10 milioni di euro. Alla finalizzazione dell'accordo manca solo, secondo Mundo Deportivo, il via libera di Eto’o. Stando al quotidiano di Barcellona, i dirigenti blau-

to Giulio Onesti". Lo ha detto Gianni Petrucci, presidente del Coni, intervistato in diretta da Sky Sport 24. "Quando nacque il Coni, con i rappresentanti di allora, c'erano poche federazioni: calcio, auto, canottaggio e scherma e fecero una riunione da dove nacque il Coni. Oggi siamo, lo dice il Cio, il primo comitato al mondo. C'è una vigilanza del Governo, con la presenza dell'Onorevole Crimi, abbiamo mantenuto autonomia e forza per-

ché c'è una struttura solida, che comprende 45 federazioni ed altre riconosciute che sono discipline associate. I presidenti che mi hanno preceduto, da Onesti, Carraro, Gattai, Pescante, hanno mantenuto questa forza perché il Coni gode di questa autonomia. In altre parti del mondo ci sono altre realtà. Siamo tra le prime cinque federazioni al mondo - aggiunge Petrucci - e questo la dice tutta sulla bellezza dello sport mondiale".

ZLATAN IBRAHIMOVIC

grana avrebbero ottenuto una riduzione della richiesta iniziale di Massi-

mo Moratti, che chiedeva per Ibra 40 milioni più il giocatore africano.


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CONTROCOPERTINA - SPORT

L’ITALIANO GIOVEDI’ 11 GIUGNO 2009

La stampa spagnola dà per certo il passaggio del pallone d'oro ai “blancos”: si deciderà tutto il 30 giugno. Se dovesse arrivare anche la stella del Manchester, i Galacticos formererebbero con Kakà una coppia da mille e una notte capace di vincere davvero tutto

Real Madrid scatenato: l’obiettivo ora è Cristiano Ronaldo MARA DE GAETANO

MADRID - Chi l'ha detto che chi si accontenta gode? Nelle intenzioni del Real c'è spazio per ben altro, dato che secondo indiscrezioni emerse dal quotidiano spagnolo “Mundo Deportivo”, Cristiano Ronaldo dal prossimo 30 giugno andrà ad allungare la lista dei campioni che vestiranno la “camiseta blanca”. L'attuale pallone d'oro, in vacanza a Los Angeles, non ha confermato né smentito l'esistenza di una trattativa: dichiarazioni, si sa, che lasciano il tempo che trovano (Milan e Kakà insegnano …). Florentino Perez ha deciso di tener fede all'accordo siglato dalla precedente gestione del Real con il giocatore e con il suo procuratore Jorge Mendes, inten-

zionato a sborsare 89 milioni di euro al Manchester United per accaparrarsi le gesta dell'attaccante. Questa, dunque, la cifra corrispondente alla clausola rescissoria che permetterebbe al portoghese di liberarsi dai Red Devils e di volare in quel di Madrid per costituire la coppia offensiva stellare che ogni club vorrebbe. Dal canto suo, lo United pare aver scelto la via della resistenza passiva; nessuna possibilità di trattativa o sconti, nelle casse del Manchester dovrà essere versata la cifra pattuita, né un centesimo in più né uno in meno. Lo ha fatto sapere senza mezzi termini il numero uno inglese David Gill, disposto pertanto a cedere il suo gioiello solo se saranno rispettati gli accordi precedenti. Poco male per il

Real, perché Perez ha deciso di rimetter mani al portafogli, nonostante l'acquisto di Kakà l'abbia abbondantemente alleggerito. Patti chiari e amicizia lunga quindi, anche se, rafforzare l'organico di una diretta concorrente per la Champions League non sarebbe da annoverare propriamente tra i gesti amichevoli … Da ulteriori indiscrezioni della carta stampata spagnola, sarebbe emerso che l'ennesimo super-colpo di mercato del neopresidente del Real, dovrebbe soltanto mettere nero su bianco i dettagli concordati fra l'ex boss blanco Calderon e Jorge Mendes; un'eventuale retromarcia avrebbe metterebbe gli acquirenti nelle condizioni di dover sborsare la stratosferica cifra di 20 milioni, denaro che anche un club

dalla spesa facile come il Madrid non potrebbe permettersi di sperperare. Se l'affare volgerà a compimento, lo scherzetto frutterà al procuratore di Cristiano Ronaldo 8,7 milioni di commissione. Secondo il quotidiano catalano, il Real ripeterà lo stesso comportamento messo in atto per velocizzare l'affare Kakà, spedendo a Los Angeles due medici ed un rappresentante legale del club. La “missione” avrà il compito di verificare le condizioni fisiche del giocatore, il quale a breve dovrà sub i r e un'operazione

Seedorf ringrazia Ancelotti ma non vuole lasciare Milano: «Resto qui» MILANO - “Kakà è tra i 5 giocatori più forti al mondo: senza di lui vincere la Champions è un’utopia”. Sono parole di Paolo Maldini, all’ultima conferenza stampa della sua carriera. Inizialmente era in programma dopo il suo addio a San Siro contro la Roma, ma le contestazioni dei tifosi avevano fatto saltare tutto. Il capitano rossonero (ufficialmente ancora fino al 30 giugno) ha ammesso di non aver ancora smaltito l’amarezza: “Mi aspettavo qualcosa di diverso soprattutto dalla società; con il suo comunicato Galliani ha dimostrato di essersela presa sul personale ma il Milan non è identificabile in una sola persona”. Tornato sulla cessione di Kakà al Real Madrid, l’ha definito un cambio epocale: “Da quando sono qui è la prima volta che un giocatore di quel livello viene mandato via; mai nel passato era stata presa una decisione del genere”. “Un brutto colpo per i compagni e i tifosi”. Infine, il numero 3 rossonero ha detto la sua su Leonardo: “Una scommessa coraggiosa che potrebbe pagare come no”. “Dipende dalla squadra che avrà ma c’è da considerare anche che non ha mai allenato neanche una squadra giovanile”. SEEDORF NON VUOLE LASCIARE MILANO - Kakà se n'è ormai andato, Pirlo ha lasciato in sospeso il suo futuro, ma Clarence Seedorf resta al Milan. Lo conferma direttamente il giocatore, che chiude così definitivamente la porta al Chelsea di Ancelotti, che lo voleva con sé nella sua nuova avventura con i 'blues'. "E' bello che Ancelotti mi voglia, ma io resto qui - ha detto il giocatore olandese, che nell'ultimo campionato è stato spesso fischiato dai tifosi rossoneri - Io resterò anche il prossimo anno, ho un contratto con il Milan e sto bene qui". Le dichiarazioni di Seedorf sono apparse sul suo sito internet ufficiale: "Spero di giocare ancora almeno altri tre o quattro anni. Poi avrò davanti a me una vita intera per fare del bene". KAKA’ COME BECKHAM - Laporta ha parlato di cifre spropositate. I quasi settanta milioni di euro spesi dal Real per arrivare a Kakà sembrano, in effetti, uno sgarbo all'attuale crisi economica. Ma le merengues hanno fatto bene i conti. E alla fine vedranno tornare indietro quel denaro molto presto. Come? Grazie all'impatto commerciale che il brasiliano avrà nel corso della sua prima esperienza spagnola. A confermare lo studio è Simon Chadwick, direttore del CIBS (Centre of International Business of Sport), presso l'Università di Coventry: "Kakà, così come Cristiano Ronaldo, può essere considerato allo stesso livello di David Beckham per quanto concerne l'impatto commerciale da un punto di vista globale". L'effetto-Beckham lo conosciamo bene: "Quando arrivò a Madrid - spiega Chadwick - riuscì a vendere un milione di maglie in sei mesi. Se Kakà porterà un effettivo vantaggio al Real e, magari, gli permetterà di far bene in Champions, arriverebbe alla stessa cifra". Solo dal merchandising delle magliette ufficiali la società madrilena potrebbe incassare la stessa cifra pagata al Milan per il trasferimento del giocatore. Senza considerare che l'impatto mediatico di Ricky chiamerà a raccolta più gente allo stadio e qualche sponsor. Partendo da una prospettiva simile, Perez, da ora in poi, potrà aprire il portafogli con maggiore serenità. Ma nella consapevolezza che di Kakà ce n'è uno solo. NO DEL WOLFSBURG AL MILAN PER DZEKO - Edin Dzeko resterà un giocatore del Wolfsburg anche nella prossima stagione. Questo garantisce Jurgen Marbach, direttore generale della società vincitrice della Bundesliga, intervistato dal settimanale Kicker. Marbach conferma apertamente l’interesse del Milan per il calciatore, ma il leit motiv è chiaro: “i contratti si rispettano”, il giocatore dell’anno del campionato tedesco non si muove. Dzeko non è in vendita. Abbiamo avuto dei contatti con il Milan ma non abbiamo parlato di soldi. La nostra posizione resta la stessa: ci sono dei contratti e saranno rispettati E Stephan Gruehsem, dirigente del Wolfsburg rincara la dose: “può presentarsi anche il Galactica Football Club, ma noi non lo cediamo“. Arrivato nel 2007 dal Teplice Dzeko è un investimento che ha pagato molto in termini di rendimento per i verdi della Bassa Sassonia e lo sponsor della squadra, il colosso automobilistico Volkswagen, non ha la necessità di monetizzare proprio nel momento in cui si prepara all’esordio assoluto in Champions League. Il Milan dovrà guardare altrove per riprendersi dallo choc della cessione di Ricardo Kakà.

di ernia e, soprattutto, di porre la firma su un contratto già bello e pronto. L'ottimismo, seppur scaramanticamente velato degli spagnoli, lascia intendere che il prossimo 30 giugno, il Santiago Bernabeu, oltre alla presentazione dell'ex milanista, ospiterà anche quella dell'asso portoghese. Che dire … beati loro!


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