ALGUNO DICE QUE NO! El programa nr 1 de la comunidad italiana en la Argentina. De lunes a viernes de 11 a 12 hrs. Por AM990 Radio Spendid Conduccion: Tullio Zembo
L ITALIANO
ALGUNO DICE QUE NO! Il programma nr 1 della collettività italiana in Argentina Da lunedì a venerdì dalle 11 alle 12. Am990 Radio Splendid Conduce: Tullio Zembo
ANNO III - NUMERO 139 - MARTEDI’ 28 LUGLIO 2009 • QUOTIDIANO PER GLI ITALIANI NEL MONDO • WWW.LITALIANO.IT • ITALIA 0,50 • ARGENTINA $ 1
L’inchiesta a sfondo sociale ed economico condotta dagli studiosi specializzati di Idesa rivela che nel paese almeno un giovane su tre non ottiene una formazione scolastica tale da poter affrontare le nuove sfide del mondo del lavoro. Sono tantissimi i ragazzi che tra i 15 e i 19 anni lasciano gli studi A LL LL A A A PPA AG G.. 44
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POLITICA ITALIANA
SCENARIO DISASTROSO PER LA SCUOLA ARGENTINA
MARTEDI’ 28 LUG
Polemica nel Governo CALDEROLI PROPONE IL RITIRO E IL MINISTROQuiItalia DEGLI QuiSport QuiPolitica ESTERI REPLICA: “SIAMO LAGGIÙ ANCHE PER Dopo LUI” la Sardegna, l’emergenza incendi IL PD IN L’ESECUTIVO: “NIENTE RITIRO” esplode anche in Sicilia. Paura nel Dopo l’incidente e ilLINEA coma,CONSoldati italiani in Afghanistan: siracusano: fiamme di natura dolosa adesso Massa, il pilota polemica a distanza tra stanno devastando l’isola a pag. 3 brasiliano della Ferrari, il Ministro Frattini e la Lega: QuiMondo Adesso la Corea del Nord scende rischia di perdere un occhio Calderoli chiede il ritiro
Afghanistan, Frattini contro la Lega pag. 7
alla pag. 6
a più miti consigli e cerca la strada del dialogo. Spiragli di trattative con gli Usa sul nucleare pag. 6
MEZZOGIORNO
La polemica tra Lega ealla Pdl sulla presenza militare italiana in Afghanistan si allarga alle altre missioni internazionali, come il Libano e i Balcani. E non basta a placarla la tregua siglata dal governo di Kabul e dai talebani proprio nell'area nordoccidentale del paese, dove è stanziato il contingente tricolore. È toccato a Roberto Calderoli rilanciare il "Riportiamoli a casa" pronunciato da Umberto Bossi e ad aprire il dossier delle missioni internazio-
Il “partito del Sud” agita la maggioranza ItalianinelMondo
Nostra intervista esclusiva all’ex Le politiche per il Mez- deve dirlo chiar leader dellazogiorno Loggia eP2la Licio Gelli che questione governo rimed ‘partito del Sud’ agitano le ha assicurato ci racconta:acque «Fui nel io ad organizzareRicordo, comu centrodestra: dopo la presa di posizione le decisioni in il ritorno di Peron» alla pag. 8 di domenica del premier Silvio Berlusconi, che ha annunciato lo sblocco in tempo rapidi dei fondi Fas e un piano innovativo per
dei ministri si collegialmente condividono an sponsabilità”. I vista rilasciata
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L’ITALIANO MARTEDI’ 28 LUGLIO 2009
POLITICA ITALIANA
Polemica nel Governo CALDEROLI PROPONE IL RITIRO E IL MINISTRO DEGLI ESTERI REPLICA: “SIAMO LAGGIÙ ANCHE PER LUI” IL PD IN LINEA CON L’ESECUTIVO: “NIENTE RITIRO”
La polemica tra Lega e Pdl sulla presenza militare italiana in Afghanistan si allarga alle altre missioni internazionali, come il Libano e i Balcani. E non basta a placarla la tregua siglata dal governo di Kabul e dai talebani proprio nell'area nordoccidentale del paese, dove è stanziato il contingente tricolore. È toccato a Roberto Calderoli rilanciare il "Riportiamoli a casa" pronunciato da Umberto Bossi e ad aprire il dossier delle missioni internazionali. "Il Libano e i Balcani intanto lasciamoli. E sull'Afghanistan ragioniamo", ha affermato il ministro per la Semplificazione. Il primo a reagire è stato il collega di governo Franco Frattini: "In Afghanistan stiamo lavorando anche per la sicurezza dell'Italia, e dunque anche per Calderoli", ha detto da Bruxelles il capo della Farnesina, "Il governo ha una visione già approfondita: le missioni internazionali sono un biglietto da visita dell'Italia nel mondo". In sintonia con l'esecutivo, il segretario del partito Democratico, Dario Franceschini: "Questo non è il momento di far rientrare i ragazzi italiani dall'Afghanistan ma di far completare il loro lavoro. I nostri ragazzi hanno diritto di avere un governo e un parlamento che com-
MEZZOGIORNO
Afghanistan, Frattini contro la Lega
IL MINISTRO DEGLI ESTERI FRANCO FRATTINI
pattamente stanno alle loro spalle". Lo scontro politico schiaccia l'effetto rassicurante delle notizie che giungono dal fronte più caldo. Il governo afghano ha siglato la prima tregua con i talebani, in vista delle elezioni presidenziali del 20 agosto. La tregua è in vigore da sabato nell'area di Bala Murghab, nella provincia nordoccidentale di Badghis. Nell'area di Badghis è presente il contingente italiano. I negoziati per arrivare alla tregua sono durati, ha riferito il portavoce del presidente Hamid Karzai, una ventina di
giorni e si sono conclusi con l'accettazione dei talebani al ritiro da tre aree della provincia. Gli anziani dei villaggi, che hanno messo in campo tutta la loro autorevolezza nella mediazione, si sono assunti il compito di coordinare l'insediamento dei seggi elettorali e delle sedi dei candidati. Non vi saranno poliziotti a sorvegliare i seggi il giorno delle elezioni, condizione richiesta da parte talebana per la firma dell'accordo. I guerriglieri hanno smentito l'accordo, confermato invece da un loro sedicente rappresentante alla
stampa locale. Yousuf Ahmadi, che in altre occasioni aveva espresso la posizione dei miliziani, ha voluto aggiungere che i talebani "non firmano accordi con il governo", ma al tempo stesso che di questi accordi non v'è bisogno perché i miliziani sono "figli e fratelli dei civili". Quella del dialogo è la strada scelta dalla Gran Bretagna. Dopo il mese "horribilis" (19 militari morti dall'inizio di luglio) Londra propone alla Nato di cambiare strategia, tentando il dialogo e il "reinserimento" dei talebani moderati.
Il “partito del Sud” agita la maggioranza Le politiche per il Mezzogiorno e la questione ‘partito del Sud’ agitano le acque nel centrodestra: dopo la presa di posizione di domenica del premier Silvio Berlusconi, che ha annunciato lo sblocco in tempo rapidi dei fondi Fas e un piano innovativo per lo sviluppo del Sud, ieri la vicenda continua ad animare il dibattito politico. In un’intervista rilasciata al Messaggero, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Altero Matteoli difende le politiche del governo sul Mezzogiorno, snocciolando i dati per quello che concerne gli aspetti di sua competenza: “Sulle infrastrutture ho la coscienza a posto. E’ la prima volta che vengono stanziati fondi per le Ferrovie del Sud, sono già disponibili 904 milioni di euro” afferma il ministro, ricordando inoltre come siano state finanziate la statale 106 ionica, la Caltanissetta-Agrigento e come anche la SalemoReggio Calabria sia stata quasi tutta rifinanziata con 1,6 miliardi di euro. “Se qualcuno pensa – aggiunge Matteoli - che non si sia fatto abbastanza per il Sud
deve dirlo chiaramente e il governo rimedierà, come ha assicurato Berlusconi. Ricordo, comunque, che le decisioni in Consiglio dei ministri si prendono collegialmente, quindi si condividono anche le responsabilità”. In un’intervista rilasciata al Giornale, invece, il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla sottolinea come il problema sia solo quello di attuare “il piano a cui lavoriamo già da tempo, per la verità, visto che il Sud, per il governo e per il presidente Berlusconi, è una delle priorità assolute”, piano i cui punti chiave sono sei: “Destagionalizzazione, circuiti integrati, formazione, infrastrutture e trasporti, incentivi alle imprese, promozione centrale”. Sull’ipotesi del “partito del Sud”, così si esprime il viceministro delle Infrastrutture, Roberto Castelli: “Se il partito del Sud - afferma - significa una Lega del Sud che vuole più autonomia, più federalismo e meno sprechi ben venga. Se invece nasce il partito del Sud per l’antico meridionalismo piagnone allora non ci siamo proprio”.
Il capogruppo del Pdl alla Camera difende il decreto sicurezza
L’ex presidente della Camera traccia la nuova linea del partito
Cicchitto: “Gli scontri tra ronde a Massa non c’entrano col ddl”
Casini: “Daremo vita a un movimento che vada oltre l’Udc”
"Le cosiddette ronde di opposto colore, entrambe portatrici di messaggi eversivi e violenti, che si sono scontrate a Massa, non hanno nulla a che fare con le pacifiche associazioni di cittadini di cui parla il decreto sicurezza. Allora, chi, per polemizzare contro le nuove misure per la sicurezza, usa questo grave incidente, che ripete la dinamica di tanti altri avvenuti nel passato anche quando questa legge non era in vigore, lo fa solo per ragioni propagandistiche". Questo il commento di Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, dopo gli scontri avvenuti
"Dobbiamo dar vita ad un movimento che vada oltre l'Udc. Il nostro obiettivo è diventare il perno dell'alleanze politiche in Italia". Così il leader dell'Udc Pierferdinando Casini ha tracciato la linea del partito ieri all'assemblea generale dell'Unione di centro prendendo subito di petto il nodo delle alleanze in vista delle regionali. "Se diventiamo il centro del centrodestra o del centrosinistra - spiega Casini - realizzeremo due occasioni sprecate. Se poniamo adesso il problema delle alleanze, rischiamo di essere subalterni agli altri e di perdere la nostra
sabato scorso a Massa Carrara. Scontri che hanno portato Roberto Pucci, sindaco di Massa eletto in una coalizione di centrosinistra, ad annunciare che tenterà di vietare con un'ordinanza le ronde nella sua città. In un'intervista al Corriere della sera, il primo cittadino di Massa punta il dito contro “il frutto delle ronde”, reso più amaro dalla “provocazione politica”. Ovvero da quelle che si sono costituite con la sigla “Sss. Significato del norme a parte osserva - sono ronde ma non sono ronde, sono ideologiche ma non sono ideologiche. Il loro ideatore, il
FABRIZIO CICCHITTO
consigliere della Destra Stefano Benedetti, le ha create ad arte per fare confusione. Non sono solo bischeri con le pettorine”.
sfida". Infatti secondo l'ex presidente della Camera, il problema delle alleanze va affrontato solo "dopo le assemblee programmatiche regionali, cioè a novembre. Perché nelle alleanze ci siamo collocati in modo difforme dagli altri? Si chiede Casini. E "Perché - si interroga ancora - abbiamo fino ad ora proposto alleanze variabili in periferia e probabilmente ci avvieremo a farlo anche nelle prossime amministrative? Perchèè la sua risposta - noi non siamo subalterni agli altri". Infine un accenno al governo e all'opposizione. "Non mi preoccupa quello
PIERFERDINANDO CASINI
che pensa Berlusconi o Franceschini - dice Casini - ognuno è artefice del suo destino. Ognuno fa il suo gioco e noi facciamo il nostro".
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ATTUALITA’
La Sicilia avvolta dalle fiamme E’ la Sicilia la regione più colpita dalle fiamme. Nel Siracusano è in corso da domenica sera un incendio di vaste proporzioni nella riserva naturale di Cava grande del Cassibile: una delle meraviglie della regione, un’area di singolare interesse naturalistico e scientifico. Il rogo, di probabile origine dolosa, ha colpito in tre punti diversi la riserva naturale nel territorio del Comune di Avola. Sul posto è intervenuta una squadre della Forestale e un Canadair della Protezione Civile mentre squadre dei Vigili del Fuoco e della Forestale, sempre assistete da elicotteri e Canadair, domenica erano dovute intervenire per domare sette incendi in diverse zone della regione in particolare nella provincia di Messina e nel Catanese. In Sardegna invece, la maggior parte degli incendi sono stati domati. Secondo gli investigatori della Forestale su 10 incendi 7 sono dolosi: per questo motivo la Procura di Tempio continua la sua inchiesta e finora sono già state ascoltate decine di persone. Intanto, numero esche incendiarie artigianali, costituite da un mozzicone di sigaretta acceso con dei fiammiferi inseriti all’interno, sono state trovate tra Sindia (Nuoro), Suni (Oristano), Pozzo-
PERICOLO AFA
Incendi: situazione drammatica nel siracusano MOLTI ROGHI DI ORIGINE DOLOSA STANNO DEVASTANDO L’ISOLA IN SARDEGNA TORNA LA NORMALITÀ Torna l’allarme caldo otto città sono a rischio
GRANDE CALDO IN ARRIVO IN OTTO CITTA’ EMERGENZA ROGHI IN ITALIA
maggiore (Sassari) e Bonorva (Sassari). Tracce delle stesse esche sono state rinvenute anche nel sud dell’Isola: a Carbonia, Sant’Antioco (Carbonia-Iglesias) e Villacidro (Medio Campidano). Va ricordato che la Sardegna la settimana scorsa è stata segnata da morti e distruzione: due le vittime, quasi 25 mila ettari in fumo e 1.200 capi di bestiame carbonizzati. Incendi e roghi interessano però non solo il nostro
Paese: sono più di 50 i focolai attivi in tutta la Grecia dove il ministero della marina mercantile ha fatto sapere che domenica sera una cinquantina di bagnanti sono stati evacuati dalla guardia costiera da una spiaggia dell’isola di Zant. Un vasto incendio nella zona di Daphni, non ha, infatti, permesso loro di riprendere il cammino via terra. In Spagna invece, si lavora per spegnere un vasto incendio che ha colpito Las
Hurdes in Estremadura, al confine col Portogallo. Il fuoco ieri notte ha costretto le autorità ad evacuare circa 260 persone. Nel frattempo le temperature continuano a registrare livelli record: l’agenzia statale di meteorologia ha attivato l’allarme per il caldo in 24 province. Il caldo è tra le cause dell’alto numero di incendi che hanno ridotto in cenere più di 70 mila ettari di terreno in tutta la Spagna.
Torna l'allarme caldo in otto città italiane. La Protezione Civile annuncia per domani il 'livello 3', il massimo, per l'ondata di calore che toccherà le città di Civitavecchia e Perugia, con temperature massime percepite rispettivamente di 39 e 36 gradi. Il sistema nazionale di sorveglianza, previsione e allarme per la prevenzione degli effetti delle ondate di calore sulla salute della popolazione ha poi previsto il 'livello 2' a Roma (36
gradi), Frosinone (36), Latina (38), Palermo (36), Pescara (34) e Rieti (35). Per 'livello 3' si intendono "condizioni meteorologiche a rischio che persistono per tre o più giorni' per cui “è necessario adottare interventi di prevenzione mirati alla popolazione a rischio", ovvero bambini e anziani. Il 'livello 2' annuncia "temperature elevate e condizioni meteorologiche che possono avere effetti negativi sulla salute della popolazione a rischio".
Operazione della Guardia di Finanza in Sicilia: nei guai 120 imprenditori attivi nel settore del commercio di metalli
Agrigento: evasione fiscale da un miliardo di euro La Guardia di finanza ha scoperto una maxi evasione da un miliardo di euro in provincia di Agrigento. Nella rete delle Fiamme gialle del Nucleo di polizia tributaria del comando provinciale, sono finiti 120 imprenditori di Ravanusa e Canicattì, attivi nel settore del commercio di metalli e rottami ferrosi. Segnalata all'Agenzia delle entrate la frode relativa alla mancata denuncia della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi e all'Iva non corrisposta all'erario. Gli imprenditori sono stati deferiti per dichiarazione fraudolenta e per emissione di fatture per operazioni inesistenti. Recentemente un'altra società, con sede nel comprensorio di Ravanusa e operante anche questa nella commercia-
lizzazione di rottami ferrosi, è finita nel mirino delle Fiamme gialle. L'attività di verifica ha permesso di accertare e segnalare all'Agenzia delle entrate, per il recupero a tassazione, ricavi sottratti al fisco per oltre 80 milioni di euro e omesso versamento dell'Iva e dell'Imposta sulle attività produttive per oltre 15 milioni di euro. Anche in questo caso è stato scoperto un sistema che ricalca la tecnica dell'utilizzo della cosiddetta “società cartiera” costituita ad hoc e priva di qualsiasi struttura economicaimprenditoriale, che ometteva la presentazione delle dichiarazioni obbligatorie provocando, tra l'altro, una concorrenza sleale. L'azienda così costituita avrebbe permesso, quindi, l'immissione nel mer-
OPERAZIONE DELLE FIAMME GIALLE IN SICILIA
cato di materiale ferroso “in nero” determinando, per il successivo anello della catena commerciale, la necessità di documentare gli acquisti in nero e
quelli fittizi per giustificare le cessioni alle acciaierie, ovvero all'ultimo anello della catena. Nel corso della verifica fiscale si è accertato che l'impianto con-
tabile era inattendibile e la documentazione reperita è risultata frammentaria ed incompleta. Ciò allo scopo di impedire materialmente la ricostruzione del
reale volume d'affari dell'impresa e del conseguente debito con il fisco. Il settore della commercializzazione dei rottami ferrosi e non ferrosi è ritenuto, spiegano dalla Guardia di finanza di Agrigento, da un'elevata "pericolosità fiscale". Il materiale ferroso (scarti di lavorazione, rottami e dismissioni industriali) veniva recuperato e ceduto “in nero” dai cosiddetti “rottamai” senza l'emissione di regolare documentazione fiscale, a grosse aziende dedite alla raccolta che a loro volta rivendevano il materiale al normale prezzo di mercato, a numerose acciaierie e fonderie. Le transazioni commerciali per importi considerevoli avvenivano per cassa e per contanti, con assegno circolare o tramite bonifico bancario.
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QUI ARGENTINA
Solo un giovane su tre è formato per lavorare: secondo il rapporto di IDESA, il paese registra un deficit scolastico enorme a partire dalla scuola media. Non solo: la CEPAL sostiene che nel paese il 18% dei giovani tra i 15 e 19 anni abbandona la scuola
Formazione e scuola, uno scenario davvero negativo per l’Argentina Idesa, un centro di studi multidisciplinari no-profit che si specializza in questioni economiche con orientamento verso la tematica sociale sostiene quindi che c’è uno spaventoso arretramento culturale SALVATORE GIUFFRIDA
BAIRES - Solo uno su tre giovani sono formati per lavorare in Argentina: secondo un rapporto di IDESA, il paese ha registrato un deficit nella scuola media. Non solo: la CEPAL ha detto che in Argentina il 18% dei giovani tra i 15 e 19 anni abbandono la scuola mentre il 15% si trova in una condizione di eccessivo ritardo. Lo studio arriva da IDESA, un centro di studi multidisciplinari no-profit che si specializza in questioni economiche con orientamento verso la tematica sociale. Secondo lo studio si riflette che una delle principali preoccupazioni del mondo sviluppato è il compimento dei suoi sistemi educativi. L'obiettivo principale è quello di garantire che la formazione dei giovani soddisfi le richieste del mondo del lavoro. In questo ambito, tra le altre azioni si annoverano le valutazioni allo scopo di misurare le competenze e le abilità di lettura, matematica e scienze. Per la precisione, la valutazione più importante è chiamata PISA è viene effettuata ogni 3 anni, in tutti i paesi, tra gli adolescenti di 15 anni. Inoltre, tra gli altri vantaggi, permette di misurare i risultati educativi in termini di capacità di lavoro e consente il confronto tra i vari paesi. Inoltre, Argentina partecipato nel 2000 e nel 2006. Prendendo la valutazione delle competenze in lettura, i paesi dell’OCSE raggiunsero una media di circa 500 punti. Contraddittori, invece, i risultati per l'Argentina e il Cile: il primo ottenne, nel 2000, 418 punti e nel 2006 scese a 374 punti; il Cile, al contrario, aumentò da 410 nel 2000 a 442 nel 2006. Inoltre, tra il 10% della popolazione studentesca con le peggiori prestazioni, in Argentina, il punteggio medio è sceso del 23%, mentre in Cile è aumentato del 6%; tra il 10% della popolazione studentesca, con le migliori prestazioni, in Argentina, il punteggio medio è sceso in un -5%, mentre in Cile è aumentato del 10%. I dati mostrano fino a che punto il sistema educativo argentino è immerso nella mediocrità e si stia deteriorando. Non solo è estremamente significativo il fatto che il punteggio medio è diminuito del 11% (da 410 a 374), ma il calo è generale. L'impatto colpisce con particolare intensità coloro
EDITORE Cooperativa Editoriale L’Italiano Soc. Coop. a mutualità prev. Srl P.Iva 09341041003 REGISTRAZIONE Tribunale di Roma: 492007 del 02.03.2007 ROC: 15506 DIRETTORE Gian Luigi Ferretti VICEDIRETTORE Tullio Zembo DIRETTORE RESPONSABILE Salvatore Santangelo COLLABORANO Italia: Luigi Todini, Angelo De Simoni, Stefano Pelaggi, Eugenio Balsamo Simone Nastasi, Fabrizio Nuzzo Pasquale Campolo Mara De Gaetano Argentina: Daniel Bellicoso Salvatore Giuffrida Brasile: Adriano Bonaspetti, Stefano Andrini Paraguay: Elisabetta Deavi, Antonio Fossati Francia: Carlo Erio Germania: Alessandro Chiodo Svizzera: Antonio Zulian Principato di Monaco: Fabrizio Carbone USA: Luigi Solimeo Nino Antonelli ITALIA Redazione: Via C. Magni 41C 00147 Roma Tel.: 0651604709 Fax: 0651601481 redazione@litaliano.it
che hanno mostrato la peggiore performance, ma si estende anche agli studenti di media elevata. Tutto questo contraddice la tesi che il deterioramento della formazione professionale proviene da fattori esterni, soprattutto il contesto familiare che influisce di maniera negativa le prestazioni degli studenti che vivono in famiglie povere. I dati mostrano che il basso impegno educativo è molto intenso tra i poveri (probabilmente perché le carenze delle scuole sono potenziate con problemi di marginalità), ma anche tra gli studenti con ambienti familiari positivi. Altre prove dei problemi del sistema di istruzione è che il Cile, con forti indicatori di disuguaglianza rispetto all'Argentina, è riuscito in sei anni a migliorare il punteggio medio della maggioranza dei loro studenti, sia quelli con voti migliori - e che sicuramente provengono da famiglie più benestanti - che quelli che hanno i voti peggiori - e probabilmente sono la maggior parte membri di famiglie povere. Sono molti e complessi i fattori che spiegano il fallimento dell’istruzione. Uno di fondamentale importanza è la priorità con la quale sono stati applicati al momento di decidere il budget per spesa pubblica. Nel corso di questo decennio, la forte crescita della spesa pubblica - sostenuta da un inedita pressione tributaria alta - è stata assorbita dal governo na-
zionale per sovvenzionare prevalentemente le aziende pubbliche e private. L'istruzione di base, di competenza delle province, praticamente non si è beneficiata della crescita della spesa pubblica e il risultato prevedibile è un aumento degli indicatori di corruzione e una diminuzione in ma-
teria di istruzione. Secondo ECLAC (CEPAL), in Argentina il 18% dei giovani tra i 15 e 19 hanno lasciato la scuola (e un altro 15% è da considerare troppo indietro). Inoltre, secondo la valutazione di PISA il 58% degli studenti 15enni non hanno neanche la capacità minima di
lettura, requisito fondamentale per svolgersi con relativo successo nel mercato del lavoro. Vale a dire che circa 2 su 3 giovani non porta a termini i suoi studi superiori o non hanno la minima capacità di lettura necessaria per incorporarsi produttivamente nel mercato del lavoro.
Drogato e adolescente: 5 rapine commesse in 3 giorni. Entra ed esce di prigione: ha solo 15 anni BAIRES - Ha solo 15 anni, ma è già protagonista di diversi furti ed episodi criminali, tutti nel giro di pochi giorni. Tutti lo conoscono come “Fernandito”, ed è salito agli “onori” della cronaca per aver messo a segno ben cinque assalti a mano armata in soli tre giorni. Di lui si sa che “opera” nella zona di La Plata, che è tossicodipendente, è stato per due volte in carcere e per due volte è stato rimesso in libertà; ma su di lui circolano molte voci, addirittura secondo un commissario sarebbe stato in carcere, in totale, almeno venticinque volte solo in questo ultimo anno. L’ultima volta, risale a giovedì scorso, quando alle 1,30 di notte quando “Fernandito” è stato fermato dalla polizia che lo ha condotto nell’ottava sezione del carcere minorile. In quello stesso giorno, tuttavia, il ragazzo è stato rimesso in libertà e consegnato nelle mani dei genitori, con la sola condizione che venissero rispettati i parametri di sicurezza disposti dal ministero di sviluppo sociale. “Fernandito”, insomma, è il classico esempio del degrado sociale e della povertà che attualmente attanagliano l’Argentina e costringono le classi più povere ed emarginate alla criminalità e alla violenza. “Fernandito” è, in questo senso, la spiegazione vivente all’aumento dei casi di violenza, e di criminalità spicciola per le strade delle città argentine. Tossicodipendente a quindici anni, cresciuto e residente in una zona di periferia, con una famiglia larga composta da sei fratelli; il padre, con problemi di dipendenza da alcol, la madre, sola, senza lavoro fisso e con il problema di tirare su sei figli. Una ricetta tipica del degrado sociale, insomma, difficile, se non impossibile, evitare di crescere nelle strade e quindi di esporsi ai pericoli che da questa ne conseguono. E così a nulla serve la detenzione della polizia e soprattutto la libertà vigilata: dopo essere stato riconsegnato ai genitori, “Fernandito” ha ripreso a fare quello che sa fare: rubare. Sabato scorso, alle 21, l’ultimo assalto ai danni di un commerciante, nella sua casa. Refurtiva, l’auto. Con il veicolo, “Fernandito” è andato a rubare un’altra casa in località Los Hornos. Non è finita: dopo Los Hornos, ha aggredito e derubato una coppietta in zona Villa Elvira. Gli agenti lo hanno trovato nella Honda derubata in compagnia di quattro ragazze minori d’età e un diciottenne. Secondo la polizia, “si stavano preparando per andare verso il centro della città”. Sono stati, invece, fermati dagli agenti. Ma alle 4 del mattino tutti i minori, compreso “Fernadito”, erano di nuovo fuori dal commissariato.
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ESTERI
Nucleare: la Corea del Nord vuole trattare con gli Usa UN PORTAVOCE DEL MINISTERO DEGLI ESTERI: “RIFIUTIAMO I NEGOZIATI MULTILATERALI VOGLIAMO UN TAVOLO CON WASHINGTON”
Pyongyang apre al dialogo La Corea del Nord dice no al ritorno dei negoziati a Sei e propone 'un altro approccio' per superare lo stallo diplomatico, in un tentativo di disegnare un dialogo bilaterale con gli Stati Uniti. Nel giorno dell'anniversario dell'armistizio di Panmunjon (il 27 luglio 1953) a conclusione della sanguinosa guerra di Corea, un portavoce del ministero degli Esteri di Pyongyang, in una nota diffusa dall'agenzia ufficiale Kcna, boccia la proposta del segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, sulla ripresa del dialogo che coinvolge le due Coree, Stati Uniti, Cina, Russia e Giappone, e critica la posizione dei Paesi dell'Asean sullo stesso argomento, definendoli ''ciechi'' quando propongono di ritornare ai colloqui multilaterali. ''Come parte in causa - ha riferito la Kcna -, sappiamo cosa si dovrebbe fare per risolvere il problema molto meglio di chiunque altro. C'è una forma specifica di dialogo capace di affrontare l'attuale situazione''. La svolta del regime, che ha preparato ''solenni festeggiamenti per celebrare e ricordare la grande vittoria del 1953'', giunge all'indomani dei giudizi dell'ambasciatore nordcoreano alle Nazioni Unite, Sin Sun-ho, che ha suggerito il lancio di un canale diretto tra Pyongyang e Washington: ''Noi - ha affermato nel corso di
IL LEADER NORDCOREANO KIM JONG II
un'intervista - non siamo contro i negoziati su questioni di interesse comune''. Con il Giappone impegnato nella campagna elettorale in vista del 30 agosto, è la Corea del Sud, il vicino immediatamente più duro verso il regime comunista, a prendere po-
sizione sulla nuova ipotesi. ''Ci auguriamo che la Corea del Nord torni al tavolo a Sei al più presto'', ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri di Seul, Moon Taeyoung. ''Noi - ha aggiunto - non siamo contrari al dialogo tra la Corea del
Nord e gli Stati Uniti, purché nell'ambito di quello che il segretario di Stato Clinton ha spiegato durante la visita in Corea del Sud: sì ai colloqui, mantenendo una stretta concertazione con Seul''. Per la Russia, vanno considerate un ''segnale positivo''
le posizioni nordcoreane: ''E' un segno della nota flessibilità da parte di Pyongyang'', ha fatto sapere una fonte del ministero degli Esteri. ''Si vorrebbe credere - ha rilevato - che si tratti di un segnale del fatto che cresce sempre più la consapevo-
Sospiro di sollievo per il presidente dopo lo spavento di domenica
Francia: Sarkozy dimesso dall’ospedale Il malore non ha avuto cause cardiache Il presidente francese Nicolas Sarkozy è uscito ieri mattina dall'ospedale militare parigino di Valde-Grace - dove vi aveva passato la notte - dopo che gli ultimi esami fatti, fra i quali una radiografia alle coronarie, hanno stabilito che il malore che l' ha colpito mentre faceva jogging ''non ha alcuna causa cardiologica, né alcuna conseguenza cardiologica''. Sarkozy, che ha 54 anni, ha raggiunto a piedi, mano nella mano con la moglie Carla Bruni, il parcheggio interno dell'ospedale, accompagnato da alcuni medici, dal se-
gretario generale dell'Eliseo Claude Gueant e dal consigliere per la comunicazione Franck Louvier. E' salito poi con Carlà sulla sua auto, a bordo della quale ha lasciato l'ospedale per raggiungere la residenza presidenziale La Lanterne. Niente Eliseo. Sorridente, il presidente ha saluto con la mano dal finestrino i giornalisti e le persone presenti sul marciapiede dall'altra parte della strada. Il capo dello Stato dovrà riposarsi ''alcuni giorni'', ma ''nessun trattamento medico'', indica un comunicato dell'Eliseo, stilato in
accordo con le autorità sanitarie, gli è stato prescritto: si è trattato di un ''malore lipotimico da sforzo, provocato dal grande caldo, in un contesto di fatica legata a un carico di forte lavoro. Non c'è stata perdita di conoscenza''. Sarkozy non sarà oggi, contrariamente a quanto detto domenica, a Mont-Saint-Michel. E' stato invece confermato ieri mattina che sarà domani all'Eliseo per presiedere l' ultima riunione del consiglio dei ministri. Poi vacanze a Cap Negre, nella residenza della moglie Carla Bruni.
PASSATA LA PAURA PER NICOLAS SARKOZY
lezza della mancanza di alternative al negoziato''. Insomma, un passo nella giusta direzione perché, ''pur se confermata la validità del negoziato a Sei, ''sono possibili vari formati'' per le trattative, compresa quella su base bilaterale.
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SPORT
MotoGp VACANZE NEGLI STATI UNITI PER VALENTINO ROSSI CHE, PRIMA DELLA PARTENZA, FA IL PUNTO SUL CAMPIONATO E SULLA LOTTA PER IL TITOLO
“E’ finita la prima manche del campionato e sono davanti di 25 punti, ora andrò in vacanza in America, la seconda manche riprenderà in Repubblica Ceca”. Rossi saluta tutti e chiude idealmente questa prima parte della stagione 2009 tutto sommato con un segno positivo. Alla fine della prima metà del campionato, il Dottore è in testa alla classifica generale, ha 25 punti di vantaggio sul compagno di squadra Jorge Lorenzo e 37 sull'australiano della Ducati Casey Stoner. Al ritorno in pista a Brno il 16 agosto Valentino Rossi si aspetta un prosieguo di campionato sulla falsariga della prima parte, cioè molto combattuto. “Come abbiamo visto - prosegue Rossi - le gare sono molto tirate e mi aspetto che vada ancora così fino alla fine della stagione. Sicuramente non mi posso adagiare e dire: ‘adesso posso controllare la situazione perché ho del vantaggio’. Devo cercare di vincere delle altre gare e stare sempre lì davanti”. Non è certo un'impresa facile quella che si prefigge il Dottore. Il suo compagno di squadra, a meno di altri clamorosi errori, non gli darà tregua, fino alla fine della stagione. Lorenzo è uno di quelli che impara in fretta e anche dalla caduta di Donington avrà archiviato
VALENTINO ROSSI
un’esperienza che non ripeterà. Poi c’è una questione più alta, che è quella della supremazia. Vale e Jorge sono due leoni nella stessa foresta che stanno conquistandosi via via il territorio, in una serie di scontri diretti. Poi ci sono gli altri due antagonisti: Dani Pedrosa (Honda) e Casey Stoner (Ducati). Nella gara di Donington lo spagnolo ha fatto una gara opaca a causa dello scarso feeling con il viscido asfalto inglese, il secondo ha fatto un errore che potrebbe aver compromesso la sua stagione. In casa Ducati, i due piloti ufficiali (Hayden compreso, dunque) hanno utilizzato i pneumatici da pioggia per la gara. Lo sbaglio era evidente, anche perché nessun altro della griglia di partenza
aveva optato una soluzione simile e l’umido che c’era prima del via del Gp non giustificava un tale azzardo. Alla fine alla Ducati dovranno riprendere in mano la situazione su più livelli; il primo, riguarda Stoner, che deve seriamente pensare di curare il suo stato di malessere e scoprire le cause della sua gastrite da gara; il secondo riguarda la gestione della squadra. Se è vero che è il pilota che guida la moto, è anche vero che non dovrebbe essere lui a dettare le scelte tecniche, come, ad esempio, usare in gara pneumatici non adatti. Certo, si può scommettere, ma ci devono essere le condizioni per farlo, non è permesso quando in ballo c’è una stagione così delicata per la vicinanza
Prime parole del nuovo bomber dell’Inter: Grazie Moratti
di quattro piloti in un fazzoletto di meno di 50 punti. Smontata la tenda del circo dall'Inghilterra, per il motomondiale ora ci sono tre settimane di pausa. In questo tempo di riposo e di riflessione, tra quelli che possono sorridere del lavoro fatto fino a questo momento ci sono Andrea Dovizioso, che ha fatto veramente una gran gara domenica, il sanmarinese Alex De Angelis, che si conferma un pilota talentuoso, con due gare nei primi 5, Marco Simoncelli con la Gilera che da campioni del mondo della 250, stanno correndo contro una stagione iniziata male con una vittoria e un quarto posto nelle ultime due gare, e Simone Corsi, che ha iniziato il suo mondiale in una squadra, con la quale non trovava il feeling, ha cambiato per tornare con il gruppo di persone con il quale aveva vinto la sua prima gara, finendo per sfiorare la vittoria in Inghilterra. Mentre i piloti si riposano c’è chi dovrà lavorare. Si tratta dei manager dello sport della moto che dovranno trovare delle soluzioni credibili per non rischiare di avere un campionato, il prossimo anno, con meno di 15 partenti o “contaminato” da moto un po’ di serie e un po’ prototipo che non sono né una né l'altra cosa.
FORMULA UNO
“Stagione tirata, devo vincere ancora molto” “Danni all’occhio sinistro” medici in ansia per Massa
FERRARI IN APPRENSIONE PER FELIPE MASSA
Preoccupazione per Felipe Massa. I medici ieri hanno spiegato che il pilota della Ferrari, colpito al volto dalla molla di un ammortizzatore staccatasi dalla monoposto di Rubens Barrichello nelle prove del Gp D’Ungheria, ha riportato una lieve lesione al nervo ottico sinistro e bisognerà aspettare che sia in grado di aprire gli occhi completamente per capire se avverte fastidi e di quale tipo. Lo ha detto ieri ai giornalisti il professor Robert Veres, uno dei medici che hanno partecipato all'operazione all'ospedale Aek di Budapest sul pilota brasiliano. Insom-
ma, prima di valutare se ci sono danni dovranno essere fatti ulteriori accertamenti. La notizia è arrivata come una doccia fredda dopo che i sanitari del nosocomio, in mattinata, avevano definito le condizioni del pilota “stabili, ma buone”. Ieri intanto, al capezzale di Massa, è arrivato anche il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo. “La nostra priorità ora è che Felipe stia bene. Io sono ottimista, tutti i segnali sono positivi. Felipe non è solo un membro della squadra, è parte della famiglia Ferrari”, ha detto il numero 1 del Cavallino rampante.
Il capitano giallorosso è prossimo al rinnovo del contratto
Ecco Eto’o: per me inizia Totti: Grazie alla Roma una nuova avventura per altri 5 anni di fiducia “Sono davvero contento di essere arrivato all'Inter. Ora è importante ritrovare la condizione fisica e poi raggiungere la squadra per lavorare insieme”. Samuel Eto'o è atterrato ieri a Milano e si appresta a iniziare la sua nuova avventura con la maglia dell'Inter. In attesa delle rituali visite mediche e della firma del contratto, l'attaccante camerunense ha parlato ai microfoni di Sky Sport 24. “Dopo 13 anni in Spagna - ha detto l’ex bomber blaugrana - oggi inizia per me una nuova avventura. Ringrazio il presidente Moratti che è stato importante perché io venissi qui all'Inter”.
SAMUEL ETO’O
“Spero di ripagarlo - aggiunge il calciatore africano all'aeroporto di Milano - con il lavoro sul campo.
Moratti è davvero uomo di cuore”. Ma ieri ha parlato anche Diego Milito, nuovo eroe in casa nerazzurra, dopo la doppietta rifilata al Milan in amichevole. “Io mi sarei trovato bene con Ibra, ma sono certo che mi troverò bene anche con Eto’o - dice El Principe -. E’ facile giocare quando si hanno a fianco grandi campioni”. “Sono partite amichevoli, ma un derby è sempre un derby - ha detto l’ex bomber del Genoa tornando sulla partita con i rossoneri - e che sono contento di aver segnato. Far gol è sempre bello, anche in amichevole, e quando ho esultato ero sincero”.
“Voglio ringraziare il presidente Rosella Sensi che ha deciso di credere in me per altri cinque anni. Speriamo di rivederci ancora qui in Campidoglio se durante questo tempo batterò nuovi record”. Così il capitano della Roma, Francesco Totti, ha annunciato il rinnovo del suo contratto con la società giallorossa per altri cinque anni, durante la cerimonia in Campidoglio dove è stato premiato dal sindaco Gianni Alemanno per i suoi 178 gol in serie A. Incalzato dai cronisti che gli chiedevano se il contratto fosse già stato firmato, Totti ci ha scherzato su. “Quasi, mi manca la pen-
FRANCESCO TOTTI
na”, ma poi ha aggiunto: “penso sia una cosa imminente”. Su un suo eventuale futuro dirigente della società giallorossa, il capitano non si è sbilanciato: “non ci penso, adesso penso solo a questi altri cinque anni da calciatore.
Poi, quando smetterò di giocare vedrò cosa fare”. Quindi qualche parola sul prossimo impegno della Roma in Europa League, prima tappa importante della stagione giallorossa. “Speriamo di fare una buona partita e di chiudere subito la qualificazione - ha detto il fuoriclasse della Roma -. Non è facile, ma affronteremo il Gand con la determinazione giusta e la voglia di fare bene”. “Uno dei miei obiettivi - ha aggiunto Totti - è arrivare primo nella classifica dei capocannonieri. Se dovessi disputare 38 partite nel prossimo campionato è un obiettivo che voglio raggiungere”.
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L’ITALIANO MARTEDI’ 28 LUGLIO 2009
CONTROCOPERTINA
Intervista esclusiva a Licio Gelli «Fui io ad organizzare il ritorno di Peron» SIMONE NASTASI
BUENOS AIRES - La storia di Licio Gelli è nota. I diversi ruoli che ha rivestito lo hanno portato da ufficiale di guerra fino alla scalata della Massoneria, alla guida della loggia “P2”. Con il potere anche le accuse, in particolare, di essere al centro di molti episodi oscuri della storia italiana. Alla fine molti capi di imputazione, tra proscioglimenti ed assoluzioni, cadranno. Resterà invece la condanna per calunnia internazionale e depistaggio delle indagini sulla strage di Bologna. L'intervista che accetta di rilasciare a L'Italiano ha però come argomento chiave la sua partecipazione al rientro del generale argentino Juan Domingo Peron. Nel 1973 infatti, Peron poté rientrare in Argentina, dal suo esilio in Spagna, proprio grazie al piano organizzato da Licio Gelli. Pensare di parlare con un uomo come lui, potrebbe sembrare fin troppo impegnativo, se non altro per quell'alone di mistero che, per tanto tempo, ha accompagnato la sua esistenza. Oggi a distanza di anni, l'ex maestro Venerabile della Loggia “P2” torna a parlare di quella vicenda, il rimpatrio di Peron. L'età, novant'anni compiuti, non sembra voler scalfire la tempra e l'assoluta lucidità di un uomo che rappresenta ancora oggi un testimone importante del dopoguerra repubblicano. L'aria gentile e i modi garbati, non sono quelli del personaggio descritto a tinte oscure in seguito a tutte le sue vicissitudini. Rivelano invece un lato della sua personalità, probabilmente ignoto all'opinione pubblica, che, nei casi come il suo, finiscono sempre per divenire secondari. Il sorriso che accompagna le risposte appare come un segnale di cordialità attraverso il quale mettere a proprio agio il suo interpolatore. I fatti narrati, diventano così motivo di conversazione, attraverso la quale ripercorrere alcuni tratti peculiari di storia novecentesca. Vuole spiegarci, Signor Gelli, quale è stato il suo ruolo nel rimpatrio di Juan Domingo Peron in Argentina? E' stato il mio primo ruolo. Il ritorno l'ho organizzato io. Nelle visite a Buenos Aires, erano
Peròn
incontri per organizzare il suo ritorno. Ebbi infatti un colloquio con l'allora Presidente argentino Lanus, accompagnato dal Generale Viola Edoardo, Capo di Stato Maggiore, e da me iscritto alla Loggia Massonica P2. Nel tempo, Viola, mi aveva presentato anche l'Ammiraglio Emilio Massera, capo della Marina, affinchè potessi avere un incontro con il Presidente. Chiaramente ci fu in tutto questo l'avallo del Gran Maestro Cesar de la Vega, della Massoneria argentina, e del suo segretario Plata. Dovetti convincere prima di tutto loro, perchè non volevano il rimpatrio di Peron. Ricordo una notte di colloqui, nell'allora sede della Massoneria argentina, in Avenida Cangaglio, oggi Avenida Peron, per convincere la Massoneria, della bontà dell'azione. I membri della Massoneria, i migliori si intende, sarebbero stati investiti di alti incarichi. Ogni volta avevo che avevo un incontro, mi recavo così a Madrid, dove Peron era in esilio. Quale doveva essere il piano preciso? In che modo sarebbe stata agevolato il rientro di Peron? Bisognava convincere Lanus a dare le dimissioni. Le elezioni che sarebbero state indette successivamente sarebbero state preparate per permettere la vittoria del dottor Campora. Con Campora al potere il rimpatrio di Peron sarebbe stato agevolato. Il ritorno di Peron avvenne con Lastiri al potere. Perchè eravate così intenzionati al rientro di Peron? Perchè eravamo convinti che il suo rientro fosse necessario. Peron avrebbe ben governato l'Argentina.” Quando avvenne di preciso ? “Nel Giugno del 1973. Partimmo da Madrid salutati dal Generalissimo Francisco Franco. La mattina partimmo molto presto, alle sei, e ad ogni angolo del percorso c'era un ufficiale della Guardia Civil. Quando arrivammo all'aeroporto, eravamo attesi da Franco, che per l'occasione volle essere presente. Ci salutò, e si ricordò stringendomi la mano, di quando venni decorato da lui stesso durante la Guerra Civile di Spagna.” Del rientro di Peron si è det-
Licio Gelli
to. E' noto che Peron guardasse con benevolenza e ammirazione la penisola italiana. Quali erano allora i rapporti tra lui e l'Italia? Erano ottimi. Una motivazione è rintracciabile prima di tutto nella realtà demografica. In Argentina la colonia italiana è numerosissima. La più grande al mondo. Se si sfoglia un elenco telefonico argentino, sembra di avere tra le mani un elenco italiano. Lei ha utilizzato il termine “colonia”. Prima di lei, anche un noto professore universitario, intervistato su queste pagine, ha utilizzato la stessa parola. Anche secondo lei gli italiani sono dei coloni? No, nella maniera più assoluta. Gli italiani sono stati coloni in Libia. Quando vennero trasferite ventimila famiglie. Mussolini fece costruire ventimila case prefabbricate, con tanto di appezzamenti. Le coltivazioni avrebbero fornito all'Italia,ingenti quantitativi di grano. Con quel grano l'Italia, avrebbe potuto essere non dico il granaio dell'Europa, ma almeno dell'Italia. La maggior parte erano contadini del veneto. Grazie alle bonifiche, all'opera di irrogazione, del governo italiano, venne trasformato il deserto in terreno fertile. Nel tempo Gheddafi ha preteso risarcimenti, approfittando della debolezza dei vari governi italiani. Dovrebbe ricordarsi, che è proprio grazie all'Italia, che in Libia sono state costruite infrastrutture, e si è elevato il tasso di alfabetizzazione. Ultimamente poi Berlusconi ha voluto continuare nel costruire la famosa autostrada, impegnandosi in termini finanziari, quando all'Italia mancano i soldi. Vogliamo, a questo punto, dopo questa piccola digressione sulla Libia, continuare a parlare dei rapporti storici tra l'Italia e l'Argentina, al tempo di Peron? Le ho già detto della presenza italiana. Ma poi sono anche da sottolineare altri aspetti. In Argentina, si parlava e si parla ancora lo spagnolo, lingua
molto simile all'italiano. Poi l'Argentina, è molto ricca. Peron diceva sempre che il pesce in Argentina moriva di vecchiaia. C'erano poi tante cose da fare. Il Paese era considerato molto arretrato. Ricordo quando, dopo
“Il voto degli italiani all’estero è nullo. Gli italiani che si recano all'estero, e decidono di farlo, hanno i loro motivi. Decidono di cambiare. Che lo facciano. Ma che si adeguino ai cambiamenti, senza pretendere troppo in cambio” la fine della Repubblica Sociale, il ministro Pellegrini, fuggì in Argentina, costruì la cittadina di Campana, poi lasciata ai figli, dove ancora si produce. In molti dopo la guerra fuggirono in Argentina, quindi. Molti gerarchi giunsero in Argentina. Ricordo che venne un personaggio politico a proporre passaporti destinati a coloro che volevano fuggire. Quanti sono partiti per l'Argentina, per motivi politici e non, hanno ricominciato una nuova vita, contribuendo allo sviluppo produttivo del Paese. Ci vuole fornire, allora, qualche esempio? “Per esempio Pellegrini ha fondato Campana, dove ancora si produce. C' è stato chi invece si è occupato e si occupa
di petrolio. O anche di industrie come quelle calzaturiere, e vinicole. Per esempio l'azienda Bianchi, produce un vino di ottima qualità, esportatrice in tutto il mondo. Ma non solo, anche carne in scatola e altri generi alimentari.” La Comunità italiana è stata molto attiva in Argentina. Oggi però, molti che emigrano all'estero decidono di farlo, per diversi motivi. Parlando con alcuni di loro alla Conferenza Mondiale tenutasi a Roma presso la sede della FAO, alcuni di loro mi hanno esternato la percezione di sentirsi abbandonati. Perché, secondo lei ? Ritengo, a mio modo di vedere, che la motivazione possa essere ricercata in alcune cause, tutte legate all'attualità. Per esempio, la prima, è data dall'assenza dei militari al potere. I militari, pochi lo dicono, erano esperti di economia. Poi ci sono i sindacati, l'azione dei quali, non sempre è fruttifera, anzi. Sono stato per anni direttore della Permaflex, dovevo gestire migliaia di dipendenti, e di conseguenza ho avuto a che fare con i Sindacati e la loro azione. Scusi, lei mi parla dei Sindacati, prima ancora dei militari al potere. Quale è il nesso tra essi e i giovani che si trasferiscono all'estero, e lo stato di abbandono in cui essi, i giovani, dicono di essere? Prima di tutto i militari sono garanzia di disciplina e gerarchia. Oggi i giovani non lavorano, non studiano, anche perchè sono male insegnati. Nel mio lavoro di direzione, io ero severo, ma assolutamente umano. La risposta che cercavo di fornire agli operai, è stata nel corso del tempo, posso affermare con certezza, soddisfacente. Generalmente gli operai, uscivano soddisfatti dai colloqui con il sottoscritto. A questo proposito vorrei raccontarle una cosa. Mi dica… Capitava che in azienda gli operai avessero bisogno di prestiti, che venivano elargiti a costo zero,sulla base però di alcune condizioni. Se per esempio, giungeva un lavoratore che voleva ottenere denaro in prestito, per dei lussi, come una macchina costosa, la risposta fornita di solito era “mi dispiace ma non posso farlo”. Ma se al contrario, i soldi dovevano servire per strumenti di lavoro, o di sostentamento, la porta era sempre aperta. Quando sono andato via, perseguitato anche dal punto di vista giudiziario, le strade vennero riempite con scritte invocanti il mio ritorno. E questo sono in tanti a poterlo confermare. Abbiamo introdotto il discorso sui giovani che emigrano all'estero. Da anni grazie alla “legge Tremaglia” possono partecipare alle tornate elettorali politiche, pur risiedendo fuori dal territorio nazionale. Come giudica quindi il diritto di voto per gli italiani all'estero? Nullo. Il voto è nullo. Gli ita-
liani che si recano all'estero, e decidono di farlo, hanno i loro motivi. Decidono di cambiare. Che lo facciano. Ma che si adeguino ai cambiamenti, senza pretendere troppo in cambio. Dall'estero all'Italia, ragionando sulla politica attuale. Il suo nome è stato molte volte accostato a Silvio Berlusconi, che secondo alcuni vorrebbe attuare il suo “Piano di Rinascita nazionale”. Come giudica la cosa? Che Berlusconi facesse parte della P2 l'ho appreso dai giornali. Ma ci tengo a spiegare una cosa.. Prego… Il piano Rinascita, leggendolo attentamente, prevedeva alcune varianti, giudicate in maniera positiva, da molte amministrazioni. Non solo attuali. Io sono stato e sono tutt'ora un presidenzialista, Di presidenzialismo, in Italia, si parla da molto tempo, già dalla Seconda Guerra Mondiale. Per quanto riguarda la separazione delle carriere nella magistratura, lo ripeto, sono d'accordo. Per un'esatta affermazione della giustizia, organo requirente e organo giudicante devono essere avversari, non complici. É sul contradditorio, accusa e difesa, che si costruisce la giustizia. Nel Piano era stato previsto anche un controllo psichiatrico costante, anche per i membri della magistratura. In ambito costituzionale poi, nel Piano era prevista la presenza di dieci giuristi che avrebbero dovuto occuparsi, solo di Costituzione. Senta Gelli, parlando, lei ha accennato ai suoi problemi giudiziari. Definendoli “persecuzioni”. Perchè? E poi perchè queste persecuzioni sarebbero avvenute? Perchè la P2 dava fastidio. Soprattutto ai comunisti. D'altronde è risaputo, che non avremmo mai permesso che i comunisti arrivassero al potere. I tempi storici non lo permettevano. C'era chi mi diceva, durante i processi, che le accuse contro di me, venivano formulate nelle stanze del Partito Comunista. Lei ha accennato al momento storico, in cui la P2 si è affermata. Erano gli anni del bipolarismo, Est- Ovest. A questo punto, mi consenta un'ultima domanda. Se non ci fosse stata la Conferenza di Yalta, nel 1945, in seguito alla quale americani e sovietici si spartirono il mondo, sarebbe mai esistita la P2? Certamente. La P2 nasce alla fine del 1800. A me consegnarono le chiavi, alcuni anni dopo la fine della guerra, quando i membri erano circa una quindicina. La Loggia P2 esisteva già.
“Che Berlusconi facesse parte della P2 l'ho appreso dai giornali”