ALGUNO DICE QUE NO! El programa nr 1 de la comunidad italiana en la Argentina. De lunes a viernes de 11 a 12 hrs. Por AM990 Radio Spendid Conduccion: Tullio Zembo
L ITALIANO
ALGUNO DICE QUE NO! Il programma nr 1 della collettività italiana in Argentina Da lunedì a venerdì dalle 11 alle 12. Am990 Radio Splendid Conduce: Tullio Zembo
ANNO III - NUMERO 88 - VENERDI’ 15 MAGGIO 2009 • QUOTIDIANO PER GLI ITALIANI NEL MONDO • WWW.LITALIANO.IT • ITALIA 0,50 • ARGENTINA $ 1
A POCHE ORE DALL’EFFERATO DELITTO, EMERGONO NOVITA’ SCIOCCANTI SULLE MODALITA’ DEL CRIMINE. MA SOPRATTUTTO SEMBRA ORMAI CHIARO CHE IL PRESUNTO KILLER ERA APPENA USCITO DAL CARCERE DOVE HA SOCNTATO DIVERSE CONDANNE. E’ DI NUOVO ALLARME CRIMINALITA’ GIUFFRIDA ALLA PAG. 4
OMICIDIO DI LANUS: L’ARGENTINA PIANGE PER DANIEL 6 PAGINA
L’ITALIANO VENERDI’ 15 MAGGIO 2009
del Quirinale Emirato instabile IDENTE DOMANI DELLA REPUBBLICA INTERVENTI IL PAESE ALCHIEDE VOTO PER LA TERZA VOLTA HI È INMonito FONDO ALLA SCALA SOCIALE” E AVVISA di Napolitano sul Kuwait al voto per la terza IN TRE ANNI PER IL RINNOVO DELLʼASSEMBLEA: O “LA RETORICA PUBBLICA” DI QUESTI IL MOVIMENTO FEMMINILE FORTE delicato argomento della È INGIORNI voltaCRESCITA in tre anni: le donne
POLITICA ITALIANA
QuiItalia
ESTERI
QuiMondo
L’ITALIANO VENERDI’ 15 MAGGIO 2009
QuiItalia La Banca Centrale Europea lancia l’allarme: la crisi c’è ancora, la crescita economica subisce nuovi rallentamenti pag. 3
«No alla tentano la scalata ItalianelMondo o aimmigrazione: intolleranza e xenofobia” Kuwait, le donneal Governo tentano la scalata xenofobia» Sfatare il mito del “non c'è due senza tre” è possibile: ne sono convinte le candidate in lista per le elezioni legislative in Kuwait che si ripresentano per la terza volta nonostante nelle precedenti tornate elettorali nessuna abbia ottenuto abbastanza preferenze per entrare in Parlamento. Domani i cittadini dell'Emirato petrolifero saranno chiamati alle urne per il rinnovo dell'Assemblea nazionale per la seconda volta in un anno, la terza in tre anni. Un ritmo elettorale che racconta l'annoso braccio di ferro tra governo e Parlamento e che, dicono le 19 aspiranti candidate
OK DALLA CAMERA
ro Paehe credi intolobia a dersi di ca che rporare È dalla ale del o delle to alla dizione, o Stato no desi della seguaella crin solo: il Repubuovi indi “coo in fonale perno conizione”.
Forti le parole del Segretario del Cgie
alla pag. 2
pag. 6 Carozza nei confronti del
Berlusconi: “Sulla sicurezza la legge era necessaria” Sì della Camera al ddl sicurezza, che introduce tra l'altro il reato di clandestinità; il provvedimento torna al Senato. Per il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: "È una legge assolutamente necessaria. Bisogna affrontare il fenomeno dell'immigrazione con senso della giustizia, ma anche con determinazione, perché non possiamo lasciare che la situazione resti quella che c'era con la sinistra, che
Sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica
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Qui Sport Nuovi intrecci di calcio mercato: Milito sempre più vicino all’Inter, il Barcellona però non molla l’obiettivo Ibrahimovic
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L’ITALIANO VENERDI’ 15 MAGGIO 2009
POLITICA ITALIANA
Monito del Quirinale IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CHIEDE INTERVENTI “PER CHI È IN FONDO ALLA SCALA SOCIALE” E AVVISA CONTRO “LA RETORICA PUBBLICA” DI QUESTI GIORNI
Anche nel nostro Paese c’è il rischio che crescano fenomeni di intolleranza o xenofobia a causa del diffondersi di “retorica pubblica che non esita a incorporare questi accenti”. È dalla Conferenza annuale del Centro Europeo delle Fondazioni, giunto alla sua ventesima edizione, che il Capo dello Stato Giorgio Napolitano denuncia l’aggravarsi della povertà e le diseguaglianze causate della crisi economica. Non solo: il presidente della Repubblica ha chiesto nuovi interventi a favore di “coloro che si trovano in fondo alla scala sociale perché non rimangano confinati in quella posizione”. “Questo - ha spiegato Napolitano - è tanto più importante nei nostri paesi dove le differenze in termini di origini etniche, religiose e culturali sono aumentate. Qui – ha aggiunto - il rischio che queste differenze si traducano in un fattore di esclusione è sempre presente ed è aggravato dal diffondersi di una retorica pubblica che non esita, anche in Italia, ad incorporare accenti di intolleranza o xenofobia”. Il pensiero di Napolitano va però oltre: “Dobbiamo chiederci se le politiche pubbliche non abbiano concorso anch’esse a determinare questo processo, sia per le loro manchevolezze tecniche, sia perché la tensione verso l’eguaglianza e la solidarietà, che a lungo è stata una forza trainante in gran parte delle culture politiche europee, abbia
OK DALLA CAMERA
“No a intolleranza e xenofobia”
GIORGIO NAPOLITANO ED EMILIO RUI VILAR, PRESIDENTE DI TURNO DELL’E.F.C.
finito per affievolirsi”. Napolitano ha inoltre sottolineato che “abbiamo il dovere di innescare un nuovo ciclo di sviluppo che non intacchi i livelli di equità e di coesione sociale raggiunti” perché “le nostre società devono dimostrare che questo è un obiettivo raggiungibile” un “sentiero stretto e impervio, ma è l’unico che l’Europa può ragionevolmente percorrere”. “Se si vuole far fronte alle sfide che provengono dalla povertà vecchia e nuova - ha proseguito il presidente della Repub-
blica - ed a disuguaglianze inaccettabili fra e all’interno delle nazioni, non possiamo certo rispondere con la mera conservazione e la difesa degli interessi nazionali”. Dunque secondo il presidente delle Repubblica, di fronte alla crisi economica che allarga l’area delle povertà e i rischi di intolleranza, l’Europa è uno dei soggetti che deve scendere in campo per contrastare questi fenomeni. Intanto, per quanto riguarda il decreto sicurezza, dopo la fiducia la Camera ha ap-
provato il ddl. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni a Gaeta per la consegna delle motovedette alla Libia ha inoltre respinto le critiche rivolte dalla Cei, giudicandole “infondate” e “frutto di pregiudizi”. In riferimento alla contrarietà espressa dall’opposizione ha poi aggiunto: “E’ chiaro che se uno è contrario in linea di principio a qualunque provvedimento restrittivo o più severo al contrasto dell’immigrazione clandestina e della criminalità organizzata dirà sempre di no”.
Berlusconi: “Sulla sicurezza la legge era necessaria” Sì della Camera al ddl sicurezza, che introduce tra l'altro il reato di clandestinità; il provvedimento torna al Senato. Per il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: "È una legge assolutamente necessaria. Bisogna affrontare il fenomeno dell'immigrazione con senso della giustizia, ma anche con determinazione, perché non possiamo lasciare che la situazione resti quella che c'era con la sinistra, che incentivava l'immigrazione clandestina". In un intervento il Presidente della Repubblica ha avvertito: "Si diffonde una retorica pubblica che non esita, anche in Italia, a incorporare accenti di intolleranza e xenofobia. Dobbiamo dare - ha aggiunto Napolitano - nuovo impulso al contrasto delle vecchie e delle nuove povertà all'interno dei nostri paesi, ma non possiamo permetterci di dimenticare che siamo la parte ricca di questo pianeta". Berlusconi commenta: "Sono contro la xenofobia da sempre. Da parte nostra c'è sempre stato un atteggiamento di netto contrasto di ogni espressione di xenofobia". Netta la presa di posizione del ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli: "La retorica pubblica non ci appartiene. La Lega e il gover-
SILVIO BERLUSCONI
no hanno scelto la strada non delle parole, ma dei fatti e del rigore contro un fenomeno, quello dell'immigrazione clandestina, che è già emergenza. La retorica è di chi, attraverso l'immigrazione incontrollata, vorrebbe scatenare una guerra dei poveri". Intanto, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, conferma che il contrasto del traffico di esseri umani è "un obbligo morale" e che proseguirà "in ogni modo e con ogni mezzo. Questo non vuol dire chiudere le porte a chi scappa dalla guerra e dalla fame". Con l'approvazione del ddl sicurezza le forze dell'ordine avranno altri strumenti, che però "non possono essere sufficienti se manca la collaborazione internazionale".
Franceschini: la maggioranza trasforma i barconi in spot Il coordinatore del Comitato promotore
L’opposizione insorge: “Noi vogliamo aiutare l’immigrazione regolare”
Referendum, Segni: “Non è vero che il sì favorisce il premier”
Insorge l'opposizione dopo l’ok della Camera al ddl sicurezza. Il segretario del Pd, Dario Franceschini, afferma: "Noi siamo pronti a usare la durezza che serve per contrastare tutto ciò che c'è di criminale legato all'immigrazione clandestina, ma vogliamo aiutare l'immigrazione regolare. È il metodo migliore per contrastare l'immigrazione irregolare. La maggioranza ha scelto di
"Il messaggio che il referendum fa un regalo a Berlusconi è una grandissima balla". Lo afferma Mario Segni, coordinatore del Comitato promotore nazionale dei referendum elettorali. "I numeri parlano chiaro - prosegue - se si vota domani mattina, Berlusconi da solo prende 331 deputati con la legge attuale, 331 depu-
trasformare i barconi in spot elettorali per qualche voto in più". Per Antonio Di Pietro, leader Idv, "introducendo il reato di clandestinità non solo non si risolveranno i problemi, ma si complicheranno. La verità è che questo governo e questa maggioranza vogliono trasformare l'Italia in un paese intollerante e fascista, xenofobo e piduista". Il leader centrista, Pier Ferdinando Casini,
DARIO FRANCESCHINI
rileva: "Lo Stato deve governare, non può eccitare gli animi e non deve essere nè cattivo nè buono. Deve essere giusto, includente verso gli immigrati disperati ma non criminali, perchè senza di loro parti del nostro paese si fermerebbero”.
tati con la legge referendaria. Già oggi con il 'Porcellum' non ha alcun bisogno della Lega e di altre alleanze per avere il 55 per cento dei deputati". "Tutte queste polemiche sul regalo - conclude Segni - non hanno nulla a che fare con il referendum ma sono un gioco dei partiti per le europee e per i loro congressi".
MARIO SEGNI
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La crisi cʼè ancora LA BANCA CENTRALE EUROPEA CORREGGE AL RIBASSO LE STIME DEL PIL: NEL 2009 CONTRAZIONE DEL 3,4%, DISOCCUPAZIONE VERSO QUOTA 9,3% L’ITALIANO VENERDI’ 15 MAGGIO 2009
CRIMINALITÀ
Bce, la crescita rallenta ancora Prospettive di crescita per Eurolandia peggiori del previsto: il Pil nel 2009 subirà una contrazione del 3,4% rispetto all'1,7 precedentemente stimato. È questo il quadro delineato dagli esperti della Bce che hanno corretto al ribasso - di 0,4 punti percentuali - anche le aspettative per il prossimo anno che indicano ora un aumento dello 0,2%. La disoccupazione raggiungerà invece il 9,3% quest'anno (con una revisione al rialzo di 0,6 punti percentuali) per poi aumentare al 10,5% nel 2010 (con una revisione al rialzo di 1,1 punti percentuali). L'inflazione resterà sotto il 2% nel 2010 e l'istituto di Francoforte si aspetta di "assistere a un'ulteriore contrazione" dell'indice dei prezzi al consumo che per qualche mese intorno alla metà dell'anno resterà su livelli negativi e in seguito riprenderà ad aumentare. L'economia mondiale, area euro compresa, conferma un "forte rallentamento, con la prospettiva di un continuo marcato ristagno della domanda sia interna che esterna nel 2009" ma la Bce vede una "graduale ripresa" nel corso del 2010.Per l'Eurotower, infatti,gli ultimi dati economici parlano chiaro e "forniscono incerti segnali di stabilizzazione su livelli molto contenuti, dopo un primo trimestre nettamente più negativo delle attese". In vista un ulteriore deterioramento del-
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ATTUALITA’
Mafia, 46 ordini di carcerazione emessi in provincia di Taranto
MAFIA, 46 MANDATI DI CATTURA
LA BCE RIVEDE AL RIBASSO LE STIME DEL PIL
le condizioni del mercato del lavoro. L'Eurotower lancia poi l'allarme sulle pensioni. "Dalle proiezioni aggiornate della Commissione europea e del Comitato di politica economica su incarico del consiglio Ecofin - si legge nel bollettino mensile emerge che per la maggior parte dei Paesi costituisce un arduo compito affrontare l'impatto dell'invecchiamento demografico sui bilanci". Per la Bce è "indispensabile che i Paesi assumano un impegno risoluto e credibile
a compiere un percorso di risanamento per il ripristino di solide finanze pubbliche, nel pieno rispetto del Patto di stabilità e crescita". La conferma che la crisi non è ancora finita arriva anche dai dati sulle immatricolazioni di auto in Europa. Ad aprile, secondo l'Acea, nell'Europa a 27 paesi più quelli Efta sono scese del 12,3% rispetto allo stesso mese del 2008 a 1.251.862 unità. In Italia le immatricolazioni sono calate del 7,5%. In Europa occidentale sono scese
dell'11,6%. Crescono invece le vendite in Germania (+19,4%) grazie agli incentivi e calano del 45,6% in Spagna e del 24% in Gran Bretagna. In controtendenza la Fiat che con oltre 116.300 vetture immatricolate, ottiene un incremento del 5 per cento delle vendite e vede schizzare la quota di mercato al 10 per cento 1,6 punti percentuali in più rispetto ad aprile 2008 - posiziandosi così al quarto posto nella classifica dei principali costruttori europei, sopra Gm.
La Direzione Investigativa Antimafia di Lecce, in collaborazione con il Comando Provinciale dei Carabinieri di Taranto, a seguito di sentenza definitiva, ha dato esecuzione a 46 ordini di carcerazione, di cui 16 da notificare a soggetti detenuti, emessi dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Taranto. L'operazione, denominata "Orrilo", a seguito delle indagini condotte dalla Dia di Lecce, si era conclusa a novembre del 1997 con l'esecuzione di 97 ordinanze di custodia cautelare ed il rinvio a giudizio di altre 60 persone, re-
sponsabili, a vario titolo, di aver fatto parte di un'associazione di stampo mafioso armata, di un'associazione finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, di omicidi tentati e consumati, di una pluralità di estorsioni in danno di imprenditori commerciali, di attentati dinamitardi, tra cui quelli in danno di una caserma di Carabinieri e degli uffici comunali di Taranto, tutti reati commessi con modalità mafiose e per motivi di supremazia dal clan mafioso "Cesario-MarteraCianciaruso", attivo in Taranto dal 1991 al 1995.
Il Papa Benedetto XVI in visita alla Terra Santa si ferma a Nazareth, dove ha celebrato una funzione davanti a 40mila fedeli
“Cristiani e musulmani respingano l’odio” Cristiani e musulmani respingano “il potere distruttivo dell’odio e del pregiudizio, che uccidono l’anima umana prima che il corpo”, edificando “ponti” e trovando “modi per una pacifica convivenza”. Da Nazareth, dove ha celebrato la messa davanti a 40 mila persone, la più affollata dall’inizio del suo viaggio in Terra Santa, il Papa ha lanciato un appello affinché non si ripetano le tensioni degli anni recenti “che hanno danneggiato i rapporti tra la comunità cristiana e quella musulmana”, invitando “le persone di buona volontà” a riparare “il danno che è stato fatto, e in fedeltà al co-
mune credo in un unico Dio, Padre dell’umana famiglia, ad operare per edificare ponti e trovare modi per una pacifica coesistenza”. Benedetto XVI ha anche esaltato il valore della famiglia e, rivolgendosi allo Stato ebraico perché la sostenga, ha sottolineato come la famiglia rappresenti il “primo mattone per la costruzione di una società ben ordinata e accogliente”. Ricordando l’Antico Testamento, dal quale l’ebraismo trae i suoi insegnamenti, il Santo Padre ha spiegato che la famiglia è “una scuola che educa i propri membri nella pratica di quelle virtù che portano alla felicità autenti-
ca e ad un durevole appagamento”. Ratzinger è inoltre tornato a difendere la “dignità” delle donne, per il loro ruolo di madri e per il loro essere “vitale presenza nella forza lavoro e nelle istituzioni della società”. Solo così potrà nascere “l’ecologia umana” indispensabile al mondo: un ambiente in cui i bambini imparino “ad amare e rispettare gli altri, ad essere onesti”, e a capire il “perdono”. Il Papa, che ha trascorso l’intera giornata a Nazareth, dopo il pranzo con gli ordinari della Terra Santa, ha incontrato nel pomeriggio il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
BENEDETTO XVI A NAZARETH
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QUI ARGENTINA
L’ITALIANO VENERDI’ 15 MAGGIO 2009
A POCHE ORE DALL'EFFERATO OMICIDIO AVVENUTO A LANUS, EMERGONO NOVITA' SULLE MODALITA’ DEL CRIMINE. MA SOPRATTUTTO RISULTA CHE IL PRESUNTO KILLER ERA APPENA USCITO DAL CARCERE DOVE HA SCONTATO DIVERSE CONDANNE. E’ ALLARME CRIMINALITA’ NEL PAESE
Inquietanti i particolari sul delitto di Lanus SALVATORE GIUFFRIDA
BAIRES - Non si placano gli echi dell'efferato delitto occorso a Lnus, da parte di due malviventi che nel tentativo di rubare la macchina di un giovane lo hanno ammazzato con due colpi alla testa. E le novità emerse fanno infuriare ancora di più i residenti, già sul piede di guerra per l'aumento della criminalità e soprattutto per le cosiddette “scarcerazioni facili” da parte dei giudici. E proprio di quest'ultimo si tratta, anche in questo caso: il killer di Daniel Bonnassiolle, Cesar Avalos Lencina, per il momento il principale accusato del delitto, era già stato in carcere, a Sierra Chica. L'uomo ha infatti scontato una condanna di sei anni e sei mesi dopo essere stato riconosciuto colpevole del reato di violazione illegale di libertà. Proprio ieri Avalos Lencina è tornato in carcere: è stato arrestato dagli agenti di polizia insieme al presunto complice, Luciano Causine, di 31 anni. In
base a quanto riferito dalle autorità poliziani, Avalos Lencina era stato arrestato nel 1999: oltre al reato di violazione della libertà, ha dovuto rispondere di furto con scasso, detenzione illegale di armi e munizioni da guerra, attentato e resistenza contro l'autorità. Un curriculum di tutto rispetto, insomma, per Lencina nel 1999 era addirittura minorenne. Ma non è tutto: Lencina venne condannato nel 2001 dal Toc, il tribunale Orale Criminale, di Lomas de Zamora, a sei anni e mezzo di carcere. Recuperò la libertà nel 2006, anche se poi all'inizio del 2008 è stato nuovamente arrestato con per furto con scasso. Una vita fuori e dentro la galera, dunque: ora però dovrà rispondere dell'accusa più grave, omicidio. Il caso è quello ormai conosciuto, del quale ora iniziano a emergere i particolari: la vittima è stata identificata come Daniel Bonnassiolle, di 37 anni, residente a El Calafate, in procinto di fare ri-
Il governo annuncia aumento per gli statali BAIRES - Il governo nazionale ha annunciato un aumento del 15% destinato ai lavoratori dello stato. Si tratta di un accordo che entra in vigore per un anno e beneficerà a più di 200.000 lavoratori che fanno parte del “Frente de Gremios Estatales”. L'aumento sarà pagato in due rate: secondo il ministro del lavoro, “Continueremo a lavorare per mantenere la capacità di acquisizione del salario”, ha detto il ministro del lavoro. Il governo ha annunciato inoltre l'accordo salariale al quale si è arrivati con le sigle sindacali grazie al quale i lavoratori statali riceveranno un incremento per la precisione del 15,56%. La prima quota sarà del 8% della somma totale, e riguarderà i corrispettivi dovuti per il mese di giugno, mentre, del 7%, avrà come riferimento il mese di agosto. Ad annunciare la misura è stato il capo di gabinetto, Sergio Massa, insieme al ministro del Lavoro Carlos Tomada e il titolare dell'Union Personal Civil de la Nacion (UPCN), Andres Rodriguez. La decisione è stata presa dopo una riunione fiume con il presidente della nazione, Cristina, a testimonianza di una (ri)trovata unità con il governo per quanto riguarda almeno la gestione del personale. Unità che i tre principali protagonisti dell'accordo hanno voluto reiterare con l'annuncio comune. L'intesa, accordata non a caso con le sigle sindacali dei lavoratori statali, avrà durata di un anno e al tempo stesso prevede inaugurare una nuova stagione di concorsi pubblici che andranno ad assumere personale i cui posti sono stati già inseriti nel budget annuale ma che tuttavia non sono stati ancora assegnati. Chiaro l'intento di favorire in questo modo l'occupazione: a dirlo è lo stesso Tomada, secondo cui “in Argentina così manteniamo alta non solo l'occupazione, ma continuiamo a lavorare per mantenere il potere d'acquisto del salario dei lavoratori”.
Corridonia: dall’Argentina torna a casa dopo 61 anni ROMA - Ha deciso di ritornare nel paese che gli ha dato i natali dopo ben 61 anni. Celestino Romagnoli, emigrato in Argentina il 3 maggio 1948, è ritornato a Corridonia e in pochi giorni ha sentito il grande affetto della città e dell’Amministrazione comunale. Il sindaco Nelia Calvigioni ha, infatti, ricevuto il signor Celestino Romagnoli per dargli ufficialmente il saluto di benvenuto a nome dell’intera città. Oltre alla visita della casa in cui era nato in contrada San Giuseppe, l’incontro con gli amici d’infanzia detti “Pippo de lu Gattu” e “Mario de Frascarellu” e con i parenti, il saluto ufficiale della città attraverso il sindaco e il dono di una targa del Comune ha davvero emozionato il signor Celestino Romagnoli che, forte dei suoi 70 anni, ha ringraziato Nelia Calvigioni e l’intera Amministrazione comunale con queste parole “Grazie all'incontro con Lei, ho sentito l'affetto di Corridonia per tanti suoi emigranti. L'Argentina ne è piena e tutti ricordano i luoghi natii con tanta, tanta nostalgia. Grazie Signora Nelia per la sua profonda umanità e cordialità”. Quello della scorsa settimana non è stato il primo ritorno di emigranti nella propria città natale. Già lo scorso anno diversi italiani emigrati in Argentina hanno deciso di ritornare per un breve soggiorno a Corridonia. Tra questi anche il presidente dell’associazione “Marchigiani in Argentina”. La città di Corridonia, quindi, nonostante i tanti anni passati all’estero è rimasta punto di riferimento e nel cuore di tanti emigranti.
torno a Lanus per visitare la famiglia. Era appena arrivato davanti alla porta di casa, quando i due delinquenti lo hanno fermato per rubargli l'auto con la quale viaggiava. L'episodio è avvenuto ieri mattina, all'alba, quando il fratello della vittima, Andrea, uscì di casa per riceve-
re Daniel e sgomberare il garage di alcuni borse, in modo da custodire l'auto al sicuro. Fu in questo momento che si avvicinò un Fiat Uno bianco, dal quale scesero tre uomini, uno dei quali armato, che subito minacciarono a Daniel. Il quale ha subito mostrato evidenti segni di nervosismo,
pensando magari che i ladri volessero entrare nell'abitazione dei genitori. Di qui alle urla, per attirare l'attenzione dei residenti, fu un attimo, così come rapidissima fu la reazione del delinquente armato, che, per zittire la vittima, gli ha scaricato tre colpi alla testa. Dopo l'attacco, la banda di malviventi è fuggita senza impadronirsi della macchina, mentre usciva il padre dalla casa, allertato dal rumore degli spari. In tutto questo la criminalità e i furti non hanno risparmiato neanche i tribunali: ieri alcuni malviventi hanno svaligiato gli uffici del tribunale del magistrato Maria Servini de Cubria. In particolare gli sconosciuti si sono portati via un fascicolo riguardante un processo politico a loro sfavore. Tutto questo nonostante lo stesso giudice da mesi sta lanciando appelli perché “da tempo soffre di intimidazioni e minacce. Mi hanno rubato la documentazione di un giudizio politico nel quale avevo preparato la linea di difesa. Quanto successo è la conseguenza che da mesi mi stanno avanzando minacce, anche io non mi lascio intimorire da nessuno”. In realtà, il furto è stato effettuato nella notte tra sabato e domenica, anche il giudice si è accorto del fatto solo questo mercoledì.
Carcerazione preventiva per gli assassini di Mastinu e Marras BAIRES - Si trasforma in carcerazione preventiva in attesa di un processo, il fermo di polizia deciso dai giudici del tribunale di San Martin, in Argentina, l'8 maggio scorso nei confronti sia dei mandanti che degli esecutori del sequestro, della tortura e dell'uccisione dei cognati Martino Mastinu e Mario Marras, i due giovani emigrati sardi di Tresnuraghes (Or), operai e sindacalisti che lavoravano nei cantieri navali di Buenos Aires, negli anni Settanta e vittime del regime golpista. "I responsabili sono gia' stati condannati dalla Corte d'Assise di Roma il 6 dicembre del 2000 e ora - ha riferito oggi Luigi Cogodi, avvocato di parte civile delle famiglie delle vittime, in una conferenza stampa tenuta a Cagliari - sono stati trasferiti all'Unita' penitenziaria 28 di Marcoz Paz". Durante la conferenza stampa, organizzata dall'Associazione 'Mastinu-Marras Tresnuraghes - Centro sociale di documentazione e di iniziativa per la difesa dei diritti umani' l'avvocato Cogodi ha affermato che ''per le notizie che arrivano dall'Argentina esprimiamo soddisfazione, preoccupazione e nuovo impegno. Soddisfazione, perche' finalmente sono stati arrestati i mandanti e gli esecutori dell'assassinio dei giovani emigrati sardi Martino Mastino e Mario Marras". "Preoccupazione, - ha detto Cogodi - perche' l'assegnazione della scorta di protezione a Santina Mastino (sorella di Martino e vedova di Mario Marras) indica una condizione di permanente pericolo per i famigliari dei desaparecidos che apertamente difendono i propri diritti''. ''Nuovo impegno, perche' la fase attuale di riapertura dei processi interni contro i crimini della dittatura militare argentina - ha concluso Cogodi - apre nuovi e positivi scenari di tutela piena, sul piano penale e civile, in favore delle vittime e delle loro famiglie. Sono ancora moltissimi i desaparecidos di origine italiana e sarda in attesa di giustizia. La Sardegna, doverosamente, ha fatto molto e puo' ancora contribuire con merito di tutti nel perseguire in questo impegno civile''. Gli imputati in carcere, ha riferito Cogodi, spiegando che il tribunale argentino ha utilizzato l'istruttoria dei giudici romani, sono il prefetto navale Juan Carlos Gerardi e i sottufficiali Roberto Rossin, Alejandro Puertas, ed Hectori Maldonado.
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ITALIANI NEL MONDO
Carozza ha parlato fuori dai denti Forti parole del Segretario Generale del Cgie per stigmatizzare l’atteggiamento del Sottosegretario Mantica DALLA REDAZIONE
ROMA - Il Segretario Generale del CGIE, nella sua relazione introduttiva ai lavori dell'Assemblea del Cgie, ha stigmatizzato "il silenzio che ha contrassegnato questi mesi succedutisi ad una Finanziaria dagli effetti distruttivi per la promozione della lingua e cultura , per lo sviluppo dei rapporti commerciali, per l'assistenza diretta ed indiretta, per l'assistenza sanitaria, per la formazione, delle comunità italiane all'estero nel breve, medio ed ancor più nel lungo periodo". "Un "cahier de doléance", anzi di diritti sottratti perché sono impegni dovuti a chi ha dato ed ancora offre il proprio contributo a questo Paese nel momento del bisogno, che attiene anche alla stessa rete consolare, con quanto significa in termini di servizi all'estero. La punta emergente di un iceberg che si è abbattuto in maniera dirompente su un mondo che è parte integrante di questa nostra società. E non -ha rivendicato Carozza - un mondo malato da riconvertire, sminuire o valorizzare agli utili della combinazione politica di turno.” Di fronte alla determinazione, espressa nei giorni scorsi in Senato dal Sottosegretario con delega per gli italiani all'estero, Sen.Alfredo Mantica, di incidere ancor più “pesantemente” sugli istituti di rappresentanza di questo settore, il CGIE non intende demordere" ha fatto presente Carozza. "Le ragioni di questo impegno - ha spiegato- sono tutte racchiuse nella vitale e concreta rispondenza del CGIE alle esigenze di rappresentatività delle comunità all'estero, cui fanno riferimento i Comites, le rappresentanze regionali, l'associazionismo in Italia ed all'estero, le stesse rappresentanze diplomatico-consolari ed in buona parte anche la rappresentanza parlamentare. Demonizzare o ritenere
inutile fardello il pluralismo della rappresentanza - come affermato dal Sen. Pedica - è considerare l'esercizio democratico un superficiale e inutile mezzo da utilizzare in tempi di vacche grasse per vanificare la sua portata ed impegno in tempi di crisi” ha sottolineato il Segretario Generale, rispondendo al concerto di iniziative abolizioniste o riformatrici del CGIE e degli stessi Comites posto in essere in questi ultimi mesi, all'indomani del rinvio del rinnovo di entrambe le rappresentanze. Per Carozza ancor più preoccupante è stata l'affermazione del Sen. Mantica il quale, dopo aver soddisfatto l'esigenza di chi propendeva per il rinvio delle elezioni dei Comites e dello stesso Consiglio, espropriando le nostre comunità all'estero del diritto di espressione democratica del voto, ora ne sostiene il tentativo di cancellazione in virtù di una non ben chiarita funzione di riforma dell'uno e degli altri. Lo stesso CGIE nel 2007 aveva presentato un proprio documento di riforma ma
oggi il dibattito sulla riforma di CGIE e Comites arriva nel momento meno opportuno, quando ancora non si è concretizzata la riflessione parlamentare sulla riforma istituzionale dello Stato. Ed oltretutto si vuol presentare nel contesto di un processo evolutivo del CGIE in atto e di cui le diverse proposte parlamentari non tengono conto. D'altra parte, il Governo sembra non essere informato del fatto che il CGIE è strumento di rappresentanza esemplare sul piano europeo, come è stato evidenziato a Parigi nel settembre 2008 dal documento sull'"Europe en mouvement" nell'incontro dei Consigli Generali dei migranti fuori dei confini del Paese di origine nella UE, organizzato dal Governo francese. Carozza si è, quindi, soffermato sul "fermo biologico" impresso agli organismi di rappresentanza riguardo al rinnovo dei Comites e CGIE, nonostante l'impegno e la volontà dei giovani italiani all'estero che intendono offrire al Paese d'origine impegno e capacità per un futuro più solida-
Al Cgie chieste le dimissioni di Mantica Presentato, con molte firme, un durissimo ordine del giorno. Ecco il testo: L'Assemblea del Cgie ha approvato il seguente ordine del giorno: Il Cgie, ascoltata la relazione del Sottosegretario Mantica, esprime la sua profonda insoddisfazione per un'impostazione di fondo ispirata ad un senso di fastidio per la realtà degli italiani nel mondo che si esplicita in insofferenza verso i Comites e il CGIE e nella volontà di tornare ad una situazione antecedente alla grande conquista degli organismi di rappresentanza delle comunità all'estero. Per il Sen. Alfredo Mantica la realtà degli italiani all'estero è caratterizzata da assistenzialismo e conservatorismo, con attività che sprecano o mal utilizzano le risorse pubbliche ad essi destinate. Il Cgie auspica pertanto un diverso atteggiamento da parte di chi - per lo meno per dovere istituzionale - dovrebbe avere a cuore le sorti dei connazionali all'estero e adoperarsi per affrontare e risolvere i loro veri problemi. Qualora il Sottosegretario Mantica dovesse sottrarsi ad un doveroso chiarimento, il Cgie chiede che ne tragga le conseguenze rinunciando alla delega per gli italiani all'estero. A tal fine il Cgie chiede al Ministro Frattini di intervenire per favorire questi chiarimenti.
le. Giovani che hanno risposto concretamente ale iniziative pro terremoto, alle manifestazioni da loro stessi organizzate per il 25 aprile... Motivi di grandissimo valore sul piano morale e politico, nazionale ed internazionale, di cui mi auspico si prenda concretamente atto in ambito governativo e parlamentare” ha detto Carozza, sottolineando come l'Italia possa ancora contare sulla partecipazione determinante delle sue comunità all'estero, nonostante il trascorrere del tempo e la miopia politica ed istituzionale dimostrata in questi ultimi mesi. Migliaia di cittadini italiani che vivono nel mondo ed esprimono tutta la loro passione attraverso il volontariato, di cui i giovani hanno raccolto il testimone. Gli stessi giovani ai quali finora il Governo non ha dato nulla se non il drastico taglio dei corsi di lingua e cultura italiana ! "Forse il CGIE verrà presto definito "Scomodo" - ha affermato Carozza - come la voce di chi denuncia gli appuntamenti e gli impegni istituzionali non mantenuti e ne persegue l'attuazione, luogo di coordinamento della rappresentanza territoriale e di consulenza delle istituzioni dello Stato... la presenza delle rap-
presentanze regionali in questa sala testimonia la condivisione delle Consulte dell'emigrazione degli assessorati regionali competenti nel voler tenere fede all'indizione della Terza Conferenza Stato/Regioni-Province Autonome/CGIE. In ogni caso è istituzionalmente doveroso tener conto di questi importanti assunti e non indulgere in un cinismo dialettico, oltre che di pensiero, che talvolta va ben al di là di un realismo più di maniera che di sostanza." "Mi scuserete se mi permetto di concludere con una considerazione prettamente personale. Probabilmente, caro Sottosegretario, Lei rimuove la militanza in un partito che ha fatto in tempi non remoti della battaglia per gli italiani nel mondo una bandiera senza temere lo scontro né partitico, né istituzionale. Glielo sta ricordando un uomo di sinistra! Non Le chiedo quella assunzione di responsabilità ma almeno un impegno che non sia ad ogni piè sospinto preconcetto e che spesso può essere interpretato come un insulto alla dignità dei nostri connazionali all'estero ! Donne e uomini che ancor oggi sono capaci di offrire generosamente, ed ai quali occorre dare doverosamente concrete risposte alle loro rivendicazioni, esigenze, aspirazioni e anche sostegno nel momento del bisogno !" Infine il Segretario Generale del CGIE ha espresso la preoccupazione degli italiani all'estero per gli avvenimenti che si succedono in questi giorni e per le stesse affermazioni delle istituzioni del nostro Paese che negano la realtà dei fatti e dei diritti degli individui! “Siamo preoccupati - ha concluso Carozza - per la deriva a cui assistiamo impotenti, noi “cittadini del mondo”, che viviamo in un mondo multiculturale e multietnico, abbiamo difficoltà a capire il rifiuto di un'Italia siffatta. Noi che abbiamo vissuto in passato sulla nostra pelle le stesse battaglie, i cui risultati hanno permesso l'evolversi sociale e politico dei Paesi che ci hanno accolto e che abbiamo contribuito significativamente a rendere civili e forti”.
Micheloni sconfessato dal PD ROMA - Il Sen. Micheloni è stato sconfessato dal suo partito prima nel corso di un burrascosa riunione, dove si è trovato isolato ed ha reagito in maniera scomposta alle critiche che gli piovevano da tutte le parti. “Non mi toccare” ha urlato all'On. Laura Garavini che si era permessa di sfiorargli il braccio. Poi ha aggredito verbalmente l'On. Porta. La sua sconfessione è stata anche pubblica, in piena Assemblea del Cgie. Luciano Neri ha proclamto: “Il Sen. Micheloni non rappresenta le posizioni del PD”. Non gli si perdona l'aver presentato una proposta di legge per la riforma dei Comites e del Cgie praticamente sotto dettatura di Mantica.
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Unione Stampa Periodica Italiana
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ESTERI
Emirato instabile DOMANI IL PAESE AL VOTO PER LA TERZA VOLTA IN TRE ANNI PER IL RINNOVO DELLʼASSEMBLEA: IL MOVIMENTO FEMMINILE È IN FORTE CRESCITA
Kuwait, le donne tentano la scalata Sfatare il mito del “non c'è due senza tre” è possibile: ne sono convinte le candidate in lista per le elezioni legislative in Kuwait che si ripresentano per la terza volta nonostante nelle precedenti tornate elettorali nessuna abbia ottenuto abbastanza preferenze per entrare in Parlamento. Domani i cittadini dell'Emirato petrolifero saranno chiamati alle urne per il rinnovo dell'Assemblea nazionale per la seconda volta in un anno, la terza in tre anni. Un ritmo elettorale che racconta l'annoso braccio di ferro tra governo e Parlamento e che, dicono le 19 aspiranti candidate e gli analisti politici, aiuterà le donne a conquistare alcuni dei 50 seggi dell'Assemblea. Già nelle elezioni del 2006, debutto assoluto per elettrici e candidate, e ancora nel 2008, i numeri dell'elettorato, oltre il 55% donne, avrebbero dovuto favorire una venatura rosa in Parlamento. Tuttavia, il diffuso ostracismo sociale e culturale da una parte, la scarsa esperienza politica delle donne dall'altra, hanno scritto cronache di sconfitte femminili in entrambe le occasioni. Diversa la situazione oggi. Ad una società frustrata dalla paralisi delle riforme e da una situazione economica in peggioramento per i continui, ris-
KUWAIT DOMANI AL VOTO
sosi stalli politici, si affianca un'immagine delle donne-politico più definita. E degna di fiducia. “Durante le precedenti elezioni mi sono dovuta battere per visitare i diwan (gli spazi dove si riuniscono gli uomini), dice Tikra Al Rashidi, - quest'anno ho ricevuto talmente tanti inviti da non aver potuto onorarli tutti.” Che l'atmosfera sia molto
cambiata, ed in meglio, è anche opinione di diversi analisti. Lo scarso rendimento delle precedenti legislature “raddoppierà le possibilità delle donne”, prevede Falah Al Mudairis, secondo il quale giocherà in loro favore anche l'insufficiente conoscenza dei diritti delle donne da parte dei parlamentari uomini.“L'esperienza politica delle donne si è no-
tevolmente ispessita”, dice Ahmad al Sharif che inoltre sostiene “l'incompletezza del processo democratico del Paese senza una rappresentanza femminile in Parlamento”. La questione rosa, nelle sue varie sfaccettature, ha aperto la sua strada in campagna elettorale: hanno fatto appello a una maggiore parità delle opportunità diversi candi-
dati uomini, sono stati ricordati i diritti non ancora acquisiti in fatto di divorzio, eredità e trasmissione delle cittadinanza per le kuwaitiane sposate con stranieri e si è discusso molto di “quote”. Una strada preferenziale al Parlamento non sempre, però, apprezzata. “Non dovremmo affrettarci nel trovare ulteriori modi per garantire l'in-
La dissidente Nobel per la Pace costretta a lasciare gli arresti domiciliari
Birmania, San Suu Kyi torna in carcere dopo l’intrusione della ‘straniero misterioso’ A pochi giorni dalla scadenza degli arresti domiciliari, la dissidente storica birmana Aung San Suu Kyi è tornata in cella. Ora la Premio Nobel per la Pace rischia cinque anni di carcere per violazione delle condizioni dei suoi arresti domiciliari dopo la misteriosa intrusione di un presunto attivista americano nella sua abitazione alcuni giorni fa. San Suu Kyi, 63 anni, che ha trascorso agli arresti circa 13 degli ultimi 19 anni e ora accusa problemi di salute, è stata tradotta oggi dalla sua villa di Rangoon al carcere di Insein, a nord della città. Qui è com-
parsa davanti ai giudici che l'hanno formalmente incriminata e stabilito che il suo processo inizierà lunedì prossimo. Almeno fino ad allora dovrà restare in carcere. Con lei sono stati incriminati anche due suoi collaboratori domestici. In base all'art. 22 della Legge a salvaguardia dello stato contro il pericolo di elementi sovversivi - com'è chiamato il provvedimento imposto dalla giunta militare che governa la Birmania col pugno di ferro dal 1962 rischia fino a cinque anni di carcere. I termini degli arresti domiciliari, a cui è sottoposta dal 2003, sarebbero scaduti il pros-
simo 27 maggio e il partito della Nobel, la Lega nazionale per la democrazia (Nld) ha messo in relazione l'episodio con l'avvicinarsi delle elezioni del 2010, che la Giunta ha promesso nell'ambito della sua “Road map verso la democrazia” varata qualche anno fa. L'americano, John William Yeattaw, 53 anni, residente nel Missouri, che dieci giorni fa si introdusse furtivamente nella villa della dissidente dopo aver attraversato a nuoto il lago che la circonda, rimanendo nascosto nella residenza per due giorni, e fu poi arrestato mentre riattraversava a nuoto il laghetto in
uscita, è stato a sua volta incriminato. La data del suo processo non è stabilita ma dovrà a sua volta rispondere di violazione delle regole sull'immigrazione e della legge sulla sicurezza. Mercoledì l'uomo ha contattato la sua ambasciata. Non è chiaro perché abbia compiuto il suo gesto, ma oggi l'avvocato di Aung San Suu Kyi lo ha definito un “imbecille”, aggiungendo che è lui il responsabile del nuovo arresto e dell'incriminazione della leader dissidente. Nei giorni scorsi il legale aveva definito l'intruso “un avventuriero” che aveva agito “di sua propria iniziativa”.
SAN SUU KYI
gresso delle donne in Parlamento”, obietta Kawthar Al Joana, direttrice dell'Istituito per lo sviluppo femminile, “perché spiega - le donne hanno già ottenuto pieni poteri politici, la Costituzione ha sancito l'uguaglianza tra i generi e le donne devono conquistarsi i seggi con tempo, pazienza e adattabilità”. Quel tempo, forse, è già arrivato.
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SPORT
Tim Cup, vittoria biancoceleste IL PRESIDENTE INCONTENIBILE DOPO IL TRIONFO IN COPPA ITALIA AI CALCI DI RIGORE: “ADESSO VOGLIAMO CRESCERE IN ITALIA E IN EUROPA” È la sua giornata ed è logico che Claudio Lotito sia più incontenibile e polemico del consueto con quei critici che avrebbe avuto il torto di sottovalutare la sua Lazio e la politica della società biancoceleste, capace invece di vincere la coppa Italia dopo una tirata finale contro la Sampdoria, risolta ai calci di rigore dopo l’1-1 nei 120’ firmati Zarate e Pazzini. Per quanto riguarda Delio Rossi poi “il problema non è all'ordine del giorno”. “Intanto si vince tutti insieme e si perde tutti insieme - dice Lotito a chi gli domanda se la riconferma di Delio Rossi sia a questo punto cosa fatta -: tutti sono utili e nessuno è indispensabile. È una regola. Però chi ha mai detto che dovevo sostituire qualcuno? Fino al 30 maggio Delio Rossi è l'allenatore della Lazio con la quale il contratto scade il 30 giugno”. Lotito si toglie qualche sassolino dalle scarpe ricordando come “i giocatori che sono andati via dalla Lazio sono tutti morti, sportivamente s'intende”. “Con le cessioni di Behrami e Oddo non è successo niente, anzi abbiamo raggiunto pure un trofeo. Chi ha un progetto nella testa e la capacità di attuarlo - aggiunge - deve avere la capacità anche di intercam-
SAMPDORIA
Lazio, Lotito festeggia e conferma Delio Rossi Mazzarri: “Era scritto, dovevano vincere loro”
WALTER MAZZARRI CLAUDIO LOTITO
biare i protagonisti. Altrimenti si diventa ostaggio di qualcuno che, per ipotesi, può pure impazzire”. - Poi Lotito spiega che “la Lazio vuole ripartire per raggiungere nuovi traguardi. Come li raggiungo, lo stabilisco io perché mi sembra di aver dimostrato di avere un po’ di capacità per farlo”'. Si può puntare ad una posizione Champions per la prossima
stagione? “La Lazio - risponde Lotito - ha l'interesse ad accrescere il proprio potenziale e ad affermare in campo nazionale e internazionale i valori di cui è portatrice”. Un progetto del quale Zarate dovrebbe fare parte. “Diciamo che la società risponde Lotito - ha messo in campo tutti gli sforzi possibili e immaginabili e tutti gli aspetti tecnico giuridici per far sì che ciò
accada. Poi si saprà il primo luglio quando i contratti verranno depositati in Lega”. La mattina dopo il trionfo, nessuna gioia per i 'zero titoli’ dei cugini romanisti. “Non rientra nei miei valori, nel concepire lo sport basati sulla lealtà e sul rispetto dell'avversario. Non viviamo sul mancato raggiungimento degli obiettivi da parte di altre squadre”.
All'Olimpico l'inferno di Coppa è blucerchiato. Nonostante l'esodo di ventimila tifosi, le splendide coreografie e l'incitamento alla propria squadra, la roulette dei rigori punisce la Samp complici due errori all'inizio e alla fine di Cassano e Campagnaro. E il sogno svanisce nell'amarezza. “Ancora non abbiamo realizzato quanto è accaduto, ma la delusione è tanta - le parole del tecnico dei doriani,
Walter Mazzarri -. Abbiamo fatto una grande gara e onorato la finale. Era comunque scritto che doveva vincere la Lazio. Ora dobbiamo rimboccarci le maniche e finire bene il campionato. Quello che ha fatto l'arbitro l'hanno visto tutti e non voglio fare altri commenti. Il mio futuro? Ora non è il momento di pensarci, occorre smaltire l'enorme amarezza che abbiamo, poi vedrò”.
Dal presidente della Juve messaggio ai tifosi bianconeri L’attaccante brasiliano non ha intenzione di tornare in Europa
Cobolli: “Dopo Diego previsti altri colpi”
Fred gela la Roma “Resto al Fluminense”
Stiano tranquilli i tifosi bianconeri: il mercato non finisce con l'acquisto di Diego e non esiste un problema per il rinnovo del contratto di Del Piero. Sono questi i due messaggi che il presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli ha lanciato ai sostenitori juventini rispondendo alle domande sul mercato al suo arrivo in Lega Calcio. “Il budget non è finito con l'arrivo di Diego, è gestito con grande intelligenza e oculatezza ma anche nel senso di voler investire da parte di Blanc”, ha detto. “E non esiste - ha precisato Cobolli - un problema di rinnovo del contratto per Alex Del Piero che è il nostro capitano, la no-
Fred ‘gela’ Villarreal, Roma ed i sauditi dell'AlNassr, ovvero le squadre che sembravano, almeno secondo quanto risulta in Brasile, fortemente interessate ad assicurarsi le prestazioni del bomber ex Lione. Intervistato da Tv Globo Fred (reduce dalla sconfitta per 1-0 contro il Corinthians di Ronaldo in Coppa del Brasile) fa infatti sapere che non intende lasciare Rio de Janeiro ed il Fluminense. “In questa epoca dell'anno - spiega l'attaccante - vengono sempre fuori voci su un mio possibile trasferimento, e ormai ci sono abituato. In realtà non ho molto da dire su questo ar-
GIOVANNI COBOLLI GIGLI
stra colonna portante e l'anno prossimo credo che farà di tutto per riuscire a giocare ai Mondiali”. “Mi aspetto quindi - ha concluso il presidente - un prossimo anno incredibile da parte di Del Piero che è un
ragazzo di grandissima classe e di grandissimo carattere. E l'anno prossimo discuteremo anche il futuro di Del Piero. Come sapete, il suo contratto scade al termine della prossima stagione”.
FRED
gomento, se non ricordare che ho cinque anni di contratto con il Fluminense e nessuna voglia di an-
darmene. Sono tornato in Brasile per rimanerci, e qui voglio segnare molti gol e vincere titoli”.
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CONTROCOPERTINA DUE KO ALLA SAMP IN UNA STAGIONE
PRINCIPE DI GENOVA
Genoa, l’unico en plein 44 anni fa. Ma non servì a evitare la B
BOMBER Gianfranco Zigoni, l’uomo che decise i derby ’64-65
Con la vittoria di ieri, il Genoa ha fatto l’en plein di derby in una stagione dopo 44 anni. Grazie in particolare a Diego Milito, che ha segnato la rete decisiva all’andata e addirittura una tripletta (la prima nella storia della stracittadina genovese) al ritorno. L’unico precedente in materia di en-plein genoani risale infatti alla stagione 1964-65, sempre in serie A, quando i rossoblù si imposero all’andata per 2-1 con i gol di Zigoni e Gilardoni contro quello blucerchiato firmato dal brasiliano Da Silva. E al ritorno vinsero di nuovo con un’altra rete di Gianfranco Zigoni, il Milito di quei due derby. Ironia della sorte, però, ai genoani non bastarono quelle due vittorie nel derby per evitare la
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retrocessione: a fine stagione i rossoblù (guidati prima dal brasiliano Amaral e poi da Lerici) scesero in B con 28 punti, mentre i cugini (allenati prima da Ocwirk e poi da Baldini) si salvarono a quota 29. Quest’anno, invece, i 6 punti potrebbero servire al Genoa per raggiungere un traguardo storico, la qualificazione alla Champions League.
Diego Milito, 30 anni il prossimo 12 giugno. L’attaccante argentino ha già messo a segno 20 reti in questo campionato. Sotto uno dei tre gol nell’ultimo derby e la sua esultanza finale
«E ADESSO SOGNO LA CHAMPIONS»
Il principe Milito da stella del derby a re del mercato Ma chiede di non parlare del futuro: «Per rispetto alla società e a questi tifosi» DALLA REDAZIONE Genova Sss, zitti tutti. Silenzio. Lo
chiede anche lui, Diego Alberto Milito. Non ai tifosi, ma per i tifosi. Non lo chiede con il dito sul naso e il mento in su, ma con un sorriso, quasi a scusarsi, e gli occhi bassi. Non ha voglia che gli si chieda del mercato, o se sarà lui il Principe erede al trono di Ibrahimovic. « Per respetoa questa sosietà, a questi tifossi », si giustifica. Il futuro? Per lui la vita è adesso, è una serata con il figlio Leandro che il prato del Ferraris, con la maglia del Ge-
TRIPLETTA Vialli, Mancini, Skuhravy, Pruzzo: nessuno ha mai segnato tre reti in una sfida della Lanterna noa addosso, l’ha già calcato nella notte magica del derby. Il futuro è una fetta di asado che anche il medico sociale gli concede volentieri. Il sogno? Sì, quello lo ammette: « La Ciampion, sì ». Ma aggiunge subito: «È unsogno,questitifossi se la meritano». I suoi tifossi sono quelli della Gradinata Nord che a settembre non l’hanno accolto comeun figliolprodigo perché non si sono mai sentiti traditi da lui quando, nella maledetta
estate del 2005, andò via da Genova dicendo arrivederci. E lui, uno che-perrendere l’idea - sbaglia più gol che parole,anche stavolta non cerca il dribbling ad effettodavanti ai microfoni. Potrebbe cavarsela con una frase fatta, preferisce non parlare, non promettere dieci, cento, mille campionati in rossoblù. L’amore eterno alla maglia non ha bisogno neppure di ribadirlo, quello lo ha già fatto con quattro gol in due derby, tre in una partita sola. Impazziscono gli storici, ma non c’è nulla da fare: nessuno ha mai fatto tre gol in una stracittadina della Lanterna. Nessuno, neppure i Vialli, i Mancini, i Pruzzo, gli Skuhravy o gli Abbadie hanno mai sognato una media-gol-vittorie del genere. È il miglior fuoriclasse rossoblucerchiato passato e presente e per lui che non vive di futuro basta così. E allora non resta che attaccarsi al-
la Champions , per capire che fine farà Milito, il Principe che qualcuno vuole incoronato già Imperatore proprio laddove la sede è rimasta vacante. Il presidente del Genoa Enrico Preziosi ha detto che non lo venderebbe mai. Alla pagina 777 significa che non sarà certolui a preparargli le valigie, ma anche che il rapporto tra i due è tale che non gli strapperà il biglietto se è questo che desidera. I tifosi del Genoa hanno imparato a fidarsi di uno che quando c’è di mezzo un gioco, dai Gormiti a un pallone milionario, ci azzecca sempre. A Genova,
INCEDIBILE Il presidente Preziosi non vorrebbe venderlo. Ma alla fine dovrà arrendersi. All’Inter? insomma, il calciomercato come arma di distrazione di massa non funzionapiù. Il Genoa la corsa alla Championsla continua. Poi, se sarà qualificazione, si rivolgerà ai suoi gioielli per chieder loro cosa fare, ben sapendo che con mister Gasperini anche Mirko Gasparetto sembrava goleador da Inter. E che se l’asado lo cucinano bene Zanetti e compagni, i piattiforti, da queste parti,si pagano comunque cari.
Milito pronto a firmare per Moratti. Il Barca insiste per Ibrahimovic MILANO - Diego Milito (19 gol con il Genoa) si avvicina all’Inter, ma nulla è ancora certo; Zlatan Ibrahimovic (21 gol in campionato) si allontana. I dirigenti nerazzurri (Ghelfi, Oriali e Branca) hanno incontrato il manager dell’argentino, Hidalgo e dal summit è emersa la volontà dell’attaccante di trasferirsi a Milano, ma non è ancora l’ora dei dettagli (durata del contratto di tre o quattro anni e altro) e non c’è fretta, perché il quadro generale non è ancora definito, con la posizione di Ibrahimovic destinata a condizionare le strategie interiste. La palla passa ai due presidenti; Preziosi e Moratti proveranno a definire l’entità del trasferimento ma in tempi lunghi, anche perché il n. 1 interista, fra crisi economica e gli annunci di Platini, che predica l’autofinanziamento dei club, non intende spendere troppo per un giocatore di 30 anni (il 12 giugno). Ibrahimovic sta consolidando le basi per il trasferimento al Barcellona, che lascerà andar via Eto’o, perché non vuole rinnovare il contratto che scade nel 2010. Sarà un caso (e non lo è), ma ieri da Montecarlo il procuratore di Ibrahimovic, Mino Raiola, ha detto di no a un incontro con i dirigenti del Chelsea. È evidente che chi si permette di snobbare un’eventuale proposta del club di Abramovich deve avere in mano qualcosa di interessante. D’altronde lo svedese non ha mai nascosto come il suo sogno sia giocare al Camp Nou, con Messi, Henry e Iniesta. E sta lavorando in questo senso. C’è addirittura chi sostiene che Ibrahimovic abbia già firmato un precontratto con il club di Laporta. Per evitare equivoci, ancora ieri Moratti ha ribadito ai suoi collaboratori due concetti.base: 1. il no di partenza alla cessione del giocatore; 2. nel caso in cui si arrivasse a una rottura non più ricomponibile, non saranno possibili sconti o cedimenti sulla cifra indicata il 23 marzo a Roma dallo stesso Moratti (100 milioni). Il presidente intende mantenere l’organico nerazzurro a un alto livello di qualità, ma la strategia per l’attacco, nel caso in cui Ibrahimovic dovesse restare, sarebbe diversa da quella ipotizzabile in caso di partenza dello svedese. Nel secondo caso, Milito diventerebbe importante; nel primo caso, si potrebbero trovare anche soluzioni differenti. MARA DE GAETANO