ALGUNO DICE QUE NO! El programa nr 1 de la comunidad italiana en la Argentina. De lunes a viernes de 11 a 12 hrs. Por AM990 Radio Spendid Conduccion: Tullio Zembo
L ITALIANO
ALGUNO DICE QUE NO! Il programma nr 1 della collettività italiana in Argentina Da lunedì a venerdì dalle 11 alle 12. Am990 Radio Splendid Conduce: Tullio Zembo
ANNO III - NUMERO 90 - MARTEDI’ 19 MAGGIO 2009 • QUOTIDIANO PER GLI ITALIANI NEL MONDO • WWW.LITALIANO.IT • ITALIA 0,50 • ARGENTINA $ 1
LA SQUADRA DELLA NOSTRA COMUNITÀ’ HA CONQUISTATO MATEMATICAMENTE CON DUE GIORNATE DI ANTICIPO LA PROMOZIONE ALLA SERIE B NAZIONALE ARGENTINA alla pag. 8
L’Italiano Campeón QuiPolitica
QuiMondo
Europee: l’appello del Ministro Frattini in vista del voto. «Basta con le risse» alla pag. 2
San Suu Kyi torna alla sbarra: ricomincia il processo all’icona della dissidenza QuiArgentina E’ polemica per gli aiuti previsti dal birmana alla pag. 6
QuiItalia Ancora scontri a Torino durante il G8 dell’Università: disagi e tensioni in città. Scontri tra studenti manifestanti e polizia pag. 3
Governo nei confronti dei rurali. Pronto un fondo per la coltivazione dei cereali, ma i produttori non sono contenti
pag. 4
ItalianinelMondo Più di 3mila persone alla kermesse di Italiani nel Mondo presentata da Barbara Chiappini con la partecipazione dei Sen. Di Gregorio, Di Girolamo e Caselli a pag. 5
PAGINA
Lʼappello della Farnesina IL MINISTRO FRATTINI RICHIAMA LʼATTENZIONI SUI TONI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE: “COSÌ LA GENTE NON VA A VOTARE”. FRANCESCHINI: “DA NOI NESSUNO SHOW”
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POLITICA ITALIANA
L’ITALIANO MARTEDI’ 19 MAGGIO 2009
Basta battutacce o gli italiani non andranno a votare. L'allarme viene dal ministro degli Esteri Franco Frattini e richiama l'attenzione su toni e modi della campagna elettorale, con immediate prese di posizione anche da parte di Pd e radicali. "Nel migliore dei casi il risultato è che la gente non vada a votare - mette in guardia Frattini - Nel peggiore è che scelga formazioni massimaliste o populiste". Frattini punta l'indice contro il Pd: "Vedo che tanti si accontentano di battutacce, come Franceschini che, davanti a Berlusconi che fa la sua analisi della crisi, replica affermando che l'ottimismo non si mangia... Mai una proposta o una soluzione dal vertice del Pd, eh? Solo battute e istigazioni alla rivolta...". Ma non è troppo tenero nemmeno con la maggioranza: "Purtroppo anche dalla nostra parte ci sono eccessi verbali da evitare. Vorrei che si capisse che così facendo si eccitano solo le propensioni a chi garantisce maggior xenofobia o a chi si propone di salire sulle barricate anche contro la Cgil. Occorre dignità". Ma il leader del Pd, Dario Franceschini, da Pavia replica: la campagna elettorale del Partito democratico è "un pò all'antica" è fatta cercando di incontrare il maggior numero di persone per ascoltare i loro bisogni "non è solo un
ANM
“Europee, basta con le risse”
IL MINISITRO FRATTINI
show mediatico in televisione". Franceschini sottolinea l'importanza "più che di parlare di ascoltare le persone e i loro bisogni. Questa è una cosa che deve fare chi ha una responsabilità di governo o si candida, e non solo durante le elezioni ma anche dopo". Soltanto così si può incontrare "l'Italia vera che non è fatta solo di luccichini e lustrini, dove la ricchezza cade dal cielo. L'Italia vera non è quella che ci viene rappresentate in televisione". E la delicata situazione economica impone
una maggiore "serietà, ci deve essere corrispondenza tra ciò che si dice e ciò che si fa". Questa serietà è alla base anche della scelta delle liste del Pd alle Europee, che è fatta di persone che rimarranno a Strasburgo per tutto il mandato "a differenza di quello che ha scelto di fare il presidente del Consiglio e anche purtroppo alcuni esponenti dell'opposizione, che una volta eletti si dovranno dimettere il giorno dopo. Questa è una cosa che accade solo in Italia e nessun altro dei 26 paesi
dell'Unione Europea". Dura Emma Bonino: "Da tempo diciamo che queste non sono elezioni democratiche, ogni giorno che passa si trovano ulteriori conferme". Emma Bonino commenta così a 'Radio Radicale’ lo sciopero totale della fame e della sete iniziato da Marco Pannella venerdì scorso a mezzanotte, iniziativa fondata anche, precisa una nota Radicale, su un sondaggio in base al quale solo il 3% della popolazione sa che alle prossime elezioni europee si presenta la Lista Bonino Pannella.
I magistrati a Bossi: “La Costituzione va difesa” Magistrati eletti dal popolo? Così si calpesta la costituzione e non si garantisce l'indipendenza della magistratura dal potere politico a garanzia dei cittadini. "La Costituzione, su questo punto, va tutelata evitando qualsiasi discriminazione". Afferma il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati Luca Palamara commentando la proposta del leader della lega Nord Umberto Bossi di una magistratura eletta dal popolo. A Palamara fa eco il segretario dell'associazione Giuseppe Cascini: "L'Italia è un Paese che tutto il mondo guarda con attenzione e rispetto per la capacità che ha avuto la magistratura italiana di contrastare fenomeni come la corruzione della politica, la mafia, il terrorismo e i loro legami con centri di potere più o meno occulti. E questo è stato possibile grazie all'elevato livello di professionalità e di indipendenza dei magistrati italiani. Certamente è difficile immaginare che certe inchieste potessero solo essere avviate in un sistema in cui il pm fosse stato strettamente le-
LUCA PALAMARA
gato al potere politico". Per Palamara, la proposta di Bossi "non tiene conto di quanto previsto dalla Costituzione per realizzare la più ampia professionalità e indipendenza della magistratura a garanzia dei cittadini. Cioè - spiega tramite la previsione di un concorso selettivo e non tramite una elezione popolare che, inevitabilmente, comporterebbe una politicizzazione della nomina e quindi del potere giudiziario".
Non si placa la polemica tra il governo italiano e l’Onu Frattini difende l’operato della Difesa
L’Unhcr a La Russa: “Negativi e infondati i suoi commenti”
Fini: “Il problema immigrazione non sia solo un tema elettorale”
Non si placa la polemica tra l'Italia e le Nazioni unite sul tema dei rimpatri dei clandestini. Ieri mattina l'Alto commissariato Onu per i Rifugiati, Antonio Guterres, ha definito "negativi e infondati" i commenti rivolti all'Unhcr e "a singoli funzionari da un esponente del governo italiano". "Attacchi immotivati e personali sono inaccettabili", ha scritto Guterres, "non mutano e non muteranno l'impegno dell'Unhcr nel perseguire il suo mandato e la sua missione umani-
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa non sembra cedere dopo le reazioni: il governo è compatto nel dire che l'Unhcr sbaglia nel criticare l'Italia sui riaccompagnamenti. La Russa ha sottolineato che nel governo anche il ministro Frattini dice che ha sbagliato la Boldrini. "Comunque - ha aggiunto nel corso di una intervista radiofonica - concordo con il ministro degli Esteri nel dire che dobbiamo sempre rispettare gli organismi internazionali, anche quando sbagliano. In cosa sba-
taria". E ha spiegato: l'agenzia Onu "ha una responsabilità globale nella protezione dei diritti dei rifugiati" e per questo "continueremo a esercitare questo mandato in Europa così come lo facciamo in altre parti del mondo". Di immigrazione ha parlato anche il Papa: "Possano le nostre comunità, all'interno delle quali convivono persone di diverse culture e religioni, crescere nello spirito di accoglienza e di rispetto reciproco", ha scritto in un messaggio al vescovo di Macerata.
L’ONU CONTRO LA RUSSA
glia l'Unhcr? Nel ritenere non adeguato il comportamento dell'Italia in generale e, dico io, dei marinai italiani nel riaccompagnare in Libia i clandestini che vengono intercettati sui barconi". Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini: "Dovremmo sforzarci di affrontare una questione così complessa e importante per la società italiana senza cadere nella tentazione di dare vita ad un confronto tutto finalizzato unicamente al voto europeo". "Il Parlamento dell'Ue -
GIANFRANCO FINI
ha ricordato - viene rinnovato tra qualche settimana, la questione dell'integrazione e del rapporto tra l'Europa e i Paesi da cui provengono gli immigrati è un problema del futuro della nostra società che andrà oltre il 7 giugno”.
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ATTUALITA’
L’Onda contro il G8 dell’università Situazione ancora tesa a Torino dopo la manifestazione dei lavoratori Fiat: scontri tra studenti e polizia, traffico in tilt, tafferugli, lacrimogeni, cassonetti rovesciati. A protestare davanti al Castello del Valentino, sede della facoltà di Architettura sono stati un centinaio di ragazzi: gli studenti dell’Onda questa volta hanno manifestato contro il G8 dell’Università, vertice sull’istruzione superiore che vede coinvolti 40 rettori provenienti da 19 paesi. La protesta è partita ad inizio mattinata: i giovani hanno bloccato la circolazione in corso Massimo D’Azeglio stendendo dei fili tra i semafori, improvvisano sit-in agli incroci, creando non pochi disagi al traffico. Il corteo degli studenti lasciata la stazione di Porta Nuova, ha proseguito per piazza Carlo Felice, dove c’è stata un’altra piccola carica delle forze dell’ordine, via Roma, piazza San Carlo, piazza Castello e via Po, dove ha raggiunto il Rettorato, protagonista di un’occupazione nei giorni scorsi. I ragazzi hanno urlato slogan: “Chiudono l’università, noi ce la riprendiamo”, “Noi la crisi non la paghiamo”, e alcuni avevano il volto coperto. Tra loro anche diversi studenti stranieri, soprattutto francesi, inglesi e greci. Le forze dell’ordine hanno fatto cariche “di alleggeri-
alcune contusioni. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in un messaggio ha sottolineato che il G8 rappresenta “un’occasione di dialogo” e di “scambi proficui” mentre a proposito dei disordini è intervenuto il ministro per i Beni e le attività culturali, Sandro Bondi: “Si tratta di una minoranza, ma estremamente organizzata, che coglie ogni occasione per contrapporsi in modo anche violento alle istituzioni e alle forze politiche, comprese quelle della sinistra”. “In Italia - ha continuato siamo abituati periodicamente a scoppi di estremismo di sinistra che non vanno drammatizzati, ma neppure sottovalutati. Vanno monitorati con grande
Chiamparino: “Molto grave l’aggressione a Rinaldini”
SERGIO CHIAMPARINO
TORINO NEL CAOS PER IL G8 SULL’UNIVERSITÀ
mento” per allontanare i manifestanti, sono volate così le prime manganellate, mentre i giovani hanno tirato uova contro polizia e carabinieri. Molti negozianti hanno abbassato le saracinesche dei negozi e dei giovani sono stati fermati dalle forze dell’ordine per essere identificati. Mentre sono già stati rilasciati due dei tre studenti che erano stati fermati dalla polizia per essere identificati dopo le proteste avvenute al Castello del Valentino per il G8 dell’Università. Secondo i ragazzi dell’Onda, nel corso degli scontri due giovani avrebbero riportato ferite alla testa e alle braccia e anche un agente di polizia è andato in ospedale per farsi visitare per
TORINO
Caos a Torino DOPO LA MANIFESTAZIONE DEI LAVORATORI FIAT, ANCORA TENSIONI NELLA CITTÀ DELLA MOLE: SCONTRI TRA STUDENTI E POLIZIA E DISAGI NEL CENTRO
attenzione perché nel passato, come tutti sanno, questi piccoli gruppi di estremismo di sinistra hanno creato il terreno di coltura proprio del terrorismo. Anche se oggi le condizioni politiche sono diverse”. Non si è fatto attendere nemmeno il commento del segretario del Prc, Paolo Ferrero che ha invece definito “barbare e inaccettabili le cariche della polizia avvenute a Torino”. “Di fronte ad azioni di protesta del tutto non violente e simboliche le forze dell’ordine hanno aggredito i manifestanti, coinvolgendo molte persone rimaste ferite, tra cui la responsabile scuola della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista” ha detto Ferrero.
"È un episodio grave e preoccupante. Un episodio cercato e voluto. È il segno che qualcuno cerca di pescare nel torbido". Così il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino ha definito l'aggressione sul palco sabato scorso ai danni di Gianni Rinaldini della Fiom. "Io sono stato a lungo nel corteo con gli operai e non c'era il minimo segnale di preoccupazione - ha aggiunto Chiamparino -. Ora ci vuole un'azione congiunta per isolare queste frange, soprattutto a livello sindacale. Non ho i mezzo per parlare di neobrigatismo come ha fatto il ministro Calderoli, però ci sono frange che puntano a far leva su elementi di preoccupazione e
malcontento per portare avanti contrapposizioni radicali ma che in realtà sono contrarie agli interessi dei lavoratori". Chiamparino ha detto di guardare con ottimismo alle mosse sul mercato della Fiat: "Il contesto genera preoccupazioni, come il calo della domanda mondiale dell'auto del 30-40%, e gli operai stolti non sono. Però io dico: è più facile affrontare la sfida se siamo all'offensiva e non sulla difensiva. Se Marchionne riesce a creare un grande gruppo mondiale con la Fiat protagonista, sarà più facile affrontare il problema delle necessarie razionalizzazioni senza effetti traumatici".
L’amministratore delegato Marchionne assicura i governatori del Lander tedeschi che il piano salverà tutti gli stabilimenti
Fiat, nessun rischio di chiusura per gli impianti Opel Nessun rischio chiusura per tutti gli impianti dell'Opel, qualora andasse in porto l'acquisto della casa automobilistica tedesca. Lo ha garantito l'ad di Fiat Sergio Marchionne il quale, nella volata finale prima del 20 maggio, termine ultimo per la presentazione delle offerte su Opel, punta a rassicurare i governatori dei laender con impianti della Casa di Ruesselsheim. Il quotidiano 'Bild' rivela che domenica pomeriggio il top manager si è incontrato all'hotel Hyatt di Colonia con il governatore del Nord Reno-Westfalia, Juergen Ruettgers (Cdu), al quale avrebbe promesso di salvare lo stabilimento di Bochum. Il giornale scrive che al momento di con-
gedarsi, Ruettgers "è apparso soddisfatto, perché si è fatto garantire ancora una volta il mantenimento dei posti di lavoro a Bochum". Il quotidiano economico 'Handelsblatt' scrive che Marchionne ha in programma di incontrare il governatore della Turingia, Dieter Althaus (Cdu), al quale sta invece a cuore il salvataggio dell'impianto di Eisenach, mentre sarebbe prevista anche una visita lampo di Marchionne nella centrale Opel di Ruesselsheim. La rivista automobilistica Automobilwoche, che chiama in causa una persona ‘vicina’ a Sergio Marchionne, scrive invece che, sulla base del piano dell'ad di Fiat, "la Lancia verrebbe chiusa in favore proprio di Opel". Nel
L’AD FIAT SERGIO MARCHIONNE
frattempo Angela Merkel ha ribadito l'intenzione del suo governo di mantenere l'opzione di un'amministrazione fiduciaria di Opel, in caso di fallimento di Genaral Motors. Nel corso di una trasmissione dell'emittente televisiva privata Rtl, il cancelliere ha aggiunto ieri che le trattative su Opel sono ormai giunte in una "fase decisiva". Anche il ministro dell'Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg, ha confermato la soluzione dell'amministrazione fiduciaria: "Se le offerte avanzate non fossero valide e Opel dovesse avere problemi di liquidità - ha spiegato - non vedrei come altra soluzione che quella di un'insolvenza regolata".
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QUI ARGENTINA
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PARTE UNA SERIE DI INIZIATIVE DA PARTE DEL GOVERNO A FAVORE DELLA REPERIBILITA’ DEL DENARO: SI TRATTA DI PROVVEDIMENTI A FAVORE DEL SETTORE AGRICOLO E IN PARTICOLARE ALLA COLTIVAZIONE DEI CEREALI. MA E’ TUTTA L’ECONOMIA ARGENTINA AD AVERNE BISOGNO
Via al credito per i rurali, ma è polemica SALVATORE GIUFFRIDA
BAIRES - È sempre più attivo il governo sul fronte del sostegno al credito. L’esecutivo nazionale è in procinto lanciare un piano di aiuti e sostegni per il settore agricolo e rurale: l’iniziativa, che secondo alcune indiscrezioni dovrebbe essere annunciata questa settimana, comprende un fondo di 800M di pesos, e sarebbe in particolare destinata a favorire la coltivazione di cereali. Nel dettaglio, si tratta di una somma che sarà elargita alle aziende agricole sotto forma di credito: la coltivazione di cereale infatti, è considerato un settore a rischio dato che inizierà il mese prossimo ma soprattutto potrebbe essere condizionata dalla attuale siccità che sta mettendo a dura prova l’intera provincia di Buenos Aires. L’iniziativa sarebbe il risultato di una indagine che è stata presentata direttamente al presidente Kirchner dal segretario di Agricoltura,
Carlos Cheppi, il quale ha raccomandato caldamente alla presidenza di aiutare i produttori del settore, in palese difficoltà. Secondo il pro-
gramma finanziario stilato quindi dall’ufficio tecnico, il credito sarebbe disponibile in brevissimo tempo, mentre dovrà essere restituito a di-
Bimbo sequestrato per errore e liberato poco dopo: è avvenuto a La Ensenada BAIRES - Attimi di panico, di paura e terrore, ma era tutto un errore. Un tragico sbaglio, ai danni di un bambino, un minorenne, sequestrato e rilasciato subito dopo. Tutto è successo nella località platense di La Ensenada: un bimbo di dieci anni che frequenta le elementari al collegio “Inmaculada”, si stava dirigendo verso la scuola, per le lezioni. Una normale mattinata come tante altre, quando all’improvviso due uomini gli si sono avvicinati, chiamandolo “Tomas”. Senza aspettare risposta, lo hanno preso di forza e lo hanno fatto salire su un’auto che era nei paraggi ad aspettare. Tra lo stupore e lo spavento del bimbo. Il quale, dopo i minuti iniziali, si è ripreso dal panico iniziale e ha fatto sapere che lui non era Tomas, non era insomma il bambino che stavano cercando. A questo punto il sequestro non ave a più senso: i malviventi hanno fermato l’auto e lo hanno fatto scendere, presso una stazione di servizio di Berisso. Quel che è certo, tuttavia, è che ora l’allarme è alto: il personale del collegio ha già preso le precauzioni necessarie, prendendo contatto con l’area di gestione privata della direzione generale di cultura ed educazione della provincia di Buenos Aires, ma soprattutto hanno telefonato a tutti i genitori degli alunni del collegio per sapere quanti avessero figli con il nome di Tomas, al fine di metterli in guardia. Intanto, il direttore tecnico pedagogico di Educazione e Gestione Privata, Oscar Camelli, ha segnalato che è stato attivato un sistema di ispezione tanto a livello di scuole elementari quanto superiori, con l’obiettivo di “portare la tranquillità e al tempo stesso rafforzare le misure di sicurezza in fase di entrata e uscita degli studenti nello stabile”. Ma quello che sorprende più di tutti è il fatto che, secondo la polizia, il tentativo di sequestro potrebbe essere riconducibile all’attività sindacale dello studente ricercato dagli aguzzini. Tuttavia, nonostante questo indizio, non è ancora trapelato nulla in merito all’identità della (potenziale) vittima.
Economia: scendono la produzione e la domanda di automobili BAIRES - La produzione di automobili in Argentina, il terzo maggior produttore di automobili dell´America Latina, potrebbe subire un calo del 30 per cento nel 2009, a causa delle conseguenze della crisi economica. Negli ultimi 5 anni il settore in Argentina ha assistito a una crescita esplosiva, contribuendo in maniera determinante ad alimentare la crescita; la crisi economica ha tuttavia portato a una drastica caduta della domanda, sia interna che estera. Secondo le stime, la produzione per il 2009 dovrebbe attestarsi a 420.000-450.000 vetture, contro le 611.000 del 2008. A pesare in modo particolare è il crollo delle esportazioni verso il Brasile, il principale mercato di riferimento del settore. Circa il 70 per cento dei veicoli prodotti in Argentina è infatti destinato al mercato brasiliano, dove la riduzione delle tasse ha portato ad una crescita della domanda che ha consentito nel recente passato di bilanciare la diminuzione della domanda interna. Tra i principali produttori del Paese vi sono Renault, General Motors e Peugeot Citroen. Nonostante le prospettive negative, nel settore è diffuso un moderato ottimismo su una parziale ripresa nella seconda metà dell´anno.
stanza di sei mesi a partire dalla prima semina. Si tratta di un lasso di tempo che non è stato scelto a caso: dopo
la semina, devono passare sei mesi prima di avere il primo raccolto. Subito dopo il produttore dovrà restituire il denaro. Certo, si tratta comunque di un rischio per i produttori, i quali se dovessero andare incontro a un raccolto insufficiente, si troverebbero nella non facile situazione di morosità. Ma secondo l’istituto nazionale di tecnologia agricola, i rurali sono disposti ad assumersi il rischio. Nonostante tutto, non c’è piena soddisfazione tra i produttori: non sono pochi coloro che hanno criticato l’iniziativa del governo, affermando che la somma di denaro stanziata è “altamente insufficiente”. Secondo Jorge Srodek, di Carbap, la somma è insufficiente: “si ha bisogno, come minimo, di 1.600 milioni di pesos”. E come lui la pensano anche i consorzi regionali di sperimentazione agricola. Ma l’attività del governo a favore del credito alle imprese non si può fermare al mon-
do rurale: Enrique Wagner, titolare della Camera Argentina di Costruzione, ha affermato ieri che “con la presente relazione tra tasso di interesse e salario non è possibile che la classe media e bassa possa avere accesso alla casa propria”. Per l’imprenditore, insomma, attualmente non c’è libero accesso al credito a lungo termine, e quindi c’è bisogno di uno strumento che permetta di avere finanziamenti a basso tasso d’interesse e nel lungo periodo”. Wagner ha poi ricordato che “nel 2001 è fallito il sistema di titolarizzazione di ipoteche e se riprendesse a funzionare si potrebbe riattivare il mercato”. Sempre per Wagner, tuttavia, attualmente non si corre il rischio in Argentina che si abbia una crisi delle ipoteche così come successo nel caso dei mututi subprime negli Usa. Anche se, “dati alla mano, il livello delle attività produttive è sceso tra l’8e l’11% rispetto al 2008”.
America Latina: ecco l’offensiva cinese Chiuso accordo da 10 miliardi di dollari con il governo di Buenos Aires La penetrazione economico-commerciale della Cina nell'America centro-meridionale minaccia la già declinante influenza statunitense nel continente. Con buona pace della dottrina Monroe BAIRES - In tempi di crisi, si sa, chi ha un po’ di soldi può fare ottimi affari, magari a spese altrui. E così la Cina, forte di enormi riserve valutarie accumulate in anni di attivi commerciali con gli Stati Uniti, da qualche tempo a questa parte si è lanciata alla conquista dell’America latina. Cioè di ciò che Washington, sin dall’Ottocento, considera il proprio cortile di casa, in ossequio a quella dottrina Monroe con cui, nel 1823, un’America in piena ascesa bandì ogni influenza esterna (europea, figuriamoci cinese) dal “suo” emisfero occidentale. Possiamo ipotizzare che il presidente Monroe si stia rivoltando nella tomba. Di fatto, ne avrebbe tutte le ragioni. In un momento in cui i paesi latinoamericani sono, chi più chi meno, alle prese con una brusca frenata economica, il crollo dei prezzi delle materie prime (voce importante del loro export) e un ristretto accesso al credito, Pechino appare sempre più determinata ad impersonare il ruolo di grande salvatore. Ovviamente, in cambio di congrui benefici. Recentemente, il governo cinese ha siglato una serie di accordi significativi. Il primo prevede un raddoppio, da 6 a 12 miliardi di dollari, dell’aiuto al Venezuela, in cambio di un sostanzioso aumento (da 380 mila a un milione di barili) dell’export venezuelano di greggio verso la Cina. Vi è poi il prestito di 1 milione di dollari all’Ecuador, per la costruzione di una centrale elettrica (che sarà realizzata da imprese cinesi). Ma gli accordi più importanti sono, probabilmente, quelli conclusi con Argentina e Brasile. Alla prima Pechino ha promesso 10 miliardi di dollari in aiuti, con cui Buenos Aires si impegna a pagare l’importazione di merci cinesi. Il fatto, poi, che questo prestito (come molti altri) sia stato concesso in yuan, potrebbe aprire la strada ad un eventuale uso della la valuta cinese come moneta di riserva, affianco o finanche in sostituzione del dollaro. Storia simile per il Brasile, alla cui compagnia petrolifera di Stato, Petrobras, l’Impero di Mezzo ha staccato un assegno di 10 miliardi di dollari (poco meno degli 11,2 miliardi elargiti in totale dalla Banca interamericana nel 2008, fanno notare a Brasilia). Questi andranno a finanziare la ricerca offshore, in cambio dell’impegno brasiliano ad esportare in Cina almeno 100 mila barili di petrolio al giorno. Insomma, in un momento in cui l’amministrazione Obama affronta lo spinoso problema dell’erosione dell’influenza statunitense in America latina, dall’altra parte del Pacifico una Cina con molti soldi e pochi scrupoli appare intenzionata a sfruttare appieno la debolezza americana. Perché, in tempi di magra come di abbondanza, chi si ferma è perduto.
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ITALIANI NEL MONDO
Più di 3mila persone alla kermesse di Italiani nel Mondo Presentata da Barbara Chiapini con la partecipazione dei Senatori Di Gregorio, Di Girolamo e Caselli
EDITORE Cooperativa Editoriale L’Italiano Soc. Coop. a mutualità prev. Srl P.Iva 09341041003 REGISTRAZIONE Tribunale di Roma: 492007 del 02.03.2007 ROC: 15506
NAPOLI - Il Sen. Sergio Di Gregorio ha organizzato una grande kermesse al Palapartenope di Napoli sabato scorso, con la partecipazione di oltre 3.000 persone, per l’apertura della campagna elettorale del Movimento politico Italiani nel Mondo. Erano accanto a lui i senatori Nicola Di Girolamo ed
Esteban Caselli oltre ad Erminia Mazzoni, in corsa per le europee per il Pdl e Luigi Cesaro candidato alla presidenza della Provincia di Napoli. La presentatrice Barbara Chiappini ha chiamato sul palco, uno a uno, tutti i 25 candidati del Pdl alla provincia di Avellino ed i 40 al comune di Avellino.
DIRETTORE Gian Luigi Ferretti VICEDIRETTORE Tullio Zembo DIRETTORE RESPONSABILE Salvatore Santangelo COLLABORANO Italia: Luigi Todini, Angelo De Simoni, Stefano Pelaggi, Eugenio Balsamo Simone Nastasi, Fabrizio Nuzzo Pasquale Campolo Mara De Gaetano Argentina: Daniel Bellicoso Salvatore Giuffrida Brasile: Adriano Bonaspetti, Stefano Andrini Paraguay: Elisabetta Deavi, Antonio Fossati Francia: Carlo Erio Germania: Alessandro Chiodo Svizzera: Antonio Zulian Principato di Monaco: Fabrizio Carbone USA: Luigi Solimeo Nino Antonelli
“Metteremo a disposizione duecento dei nostri giovani per un grande piano di marketing territoriale che possa favorire un nuovo sviluppo di Napoli: la città non può essere abbandonata al proprio destino” , ha detto il Sen. Di Gregorio, che ha continuato annunciando un grande progetto internazionale per tutta la Regione.
A Padova incontro del coordinamento dei Giovani Veneti nel mondo PADOVA - Come annunciato, ha avuto luogo il 16 u.s. a Padova una riunione del Coordinamento dei Giovani Veneti nel Mondo. Presieduto dalla coordinatrice Patrizia Burigo e con la presenza del dirigente del Servizio Flussi migratori della regione del Veneto Egidio Pistore, l'incontro si è soffermato soprattutto sulla organizzazione dell'ormai vicino "Meeting dei giovani Veneti nel mondo", giunto alla IV^ edizione, che avrà luogo a Venezia, nell'isola di San Servolo, dal 21 al 28 giugno prossimi. Lo rende noto un comunicato dei Bellunesi nel mondo. Al meeting converranno sia i giovani rappresentanti delle Associazioni regionali dell'emigrazione, sia i giovani delle Federazioni venete all'estero; a questi ultimi sono state riservate le prime due giornate.. Seguiranno incontri con i presidenti delle Associazioni regionali, con l' Unioncamere del Veneto, con rappresentanti dell'imprenditoria giovanile veneta; rilevante sarà anche la parte culturale con vari eventi. Il Coordinamento ha anche accennato a progetti futuri riguardanti, in particolare, la realtà e le problematiche dei giovani veneti in Europa .Infine i convenuti hanno espresso soddisfazione per la realizzazione del progetto di formazione di giovani insegnanti di italiano all'estero, con l'arrivo in Veneto, oggi 18 maggio, di dodici docenti di italiano - sempre veneti o di origine veneta - provenienti soprattutto dall' America latina, che frequenteranno, fino al 30 maggio a Rovigo, un corso di perfezionamento di lingua italiana con il conseguimento del relativo diploma rilasciato dalla "Dante Alighieri". Si tratta infatti di un'iniziativa promossa e realizzata dallo stesso Coordinamento e finanziata dalla Regione.
Iniziato il viaggio degli oriundi veneti in Romania. Le tappe sono Petrosani e Campung Muscel BUCAREST - E’ iniziato lo scorso 11 maggio il soggiorno di una ventina di oriundi veneti di Romania, provenienti in massima parte dalle località di Petrosani e Campulung Muscel, dove sono attive due nostre "Famiglie". I più sono originari dei comuni di Castellavazzo, Longarone e Ospitale di Cadore. Lo rende noto un comunicato dei Bellunesi nel mondo. Nei primi giorni hanno avuto luogo anche degli incontri con le istituzioni locali: così la delegazione è stata ricevuta dal presidente e da altri dirigenti dell'ABM, dal presidente dell'Amministrazione Provinciale Sergio Reolon e, a Palazzo Balbi a Venezia dall'assessore regionale ai flussi migratori Oscar De Bona, e, infine, a Feltre dall' ass.re Elio Sacchet. In tali incontri è stata ricordata la lunga e talora difficile storia della presenza veneta in Romania, nonché i successi della nuova emigrazione, costituita in buona parte da attivi operatori industriali dell'intero Veneto, che vi hanno esportato il frutto della nostra tecnologia e della nostra imprenditorialità. Da parte degli ospiti è stato espresso il profondo ringraziamento per questa esperienza che consente loro di visitare, per la prima volta, i luoghi da cui a fine '800 partirono i loro antenati. Il soggiorno sta ora proseguendo con varie visite a località della Provincia e della Regione. Ricordiamo che l'iniziativa è organizzata dalla nostra associazione e gode del contributo della Regione del Veneto.
La miniserie su Caravaggio di scena alla Settimana del Cinema Europeo a Buenos Aires
BAIRES - Nell’ambito della Settimana del cinema europeo, in programma a Buenos Aires dal 18 al 24 maggio prossimi, l’Italia presenterà al pubblico argentino la miniserie "Caravaggio" girata nel 2007 da Angelo Longoni con Alessio Boni ad interpretare l’artista, Claire Keim, Jordi Molla, Paolo Briguglia, Benjamin Sadler, Elena Sofia Ricci e Sarah Felberbaum. La miniserie, che ha debuttato in anteprima mondiale a New York nell’ambito della rassegna "Open Roads: The New Italian Cinema" due anni fa, racconta la vita del celebre pittore del barocco italiano, tra luci ed ombre. Arricchita dalla musica di Luis Bacalov e con Vittorio Storaro come direttore della fotografia, l’opera si incentra sulla fama di artista maledetto che ha sempre accompagnato il mito di Caravaggio, mostrandolo in tutte le sue ambivalenze e contraddizioni. Amante appassionato, ma incapace di stabilire un legame duraturo con chicchessia, artista sensibile e uomo iracondo, fermamente credente, tanto della Sacra Scrittura quanto della realtà materiale, Caravaggio ci viene svelato nei suoi lati più turbolenti e crudeli. La Settimana del cinema europeo è promossa dalla rappresentanza dell’Ue a Buenos Aires, dall’Alianza Francesa, dal Ministero degli esteri italiano, dalla nostra ambasciata in Argentina e dal locale Istituto Italiano di Cultura.
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ESTERI
Myanmar, caso nazionale INIZIATO, E SUBITO AGGIORNATO A OGGI, IL PROCESSO ALLʼICONA DELLA DISSIDENZA BIRMANA, ACCUSATA DI AVER VIOLATO GLI ARRESTI DOMICILIARI
San Suu Kyi torna alla sbarra Protetto da un imponente schieramento di forze dell'ordine e in un'atmosfera di totale segretezza, è iniziato a Rangoon il processo contro l'icona della dissidenza birmana Aung San Suu Kyi, accusata di violazione delle condizioni dei suoi arresti domiciliari in seguito all'intrusione di un mormone americano due settimane fa. La prima udienza nella corte speciale del carcere di Insein è servita in sostanza solo a dare il via al procedimento. Prima dell'aggiornamento a stamattina, la corte ha però respinto la richiesta della difesa di aprire i lavori al pubblico. I procuratori hanno inoltre avuto tempo di presentare il primo dei 22 testimoni a sostegno dell'accusa, un colonnello della polizia che ha avvistato John William Yettaw all'alba del 6 maggio nel lago Inya, di ritorno dalla residenza del premio Nobel per la Pace. Secondo il rapporto, l'imputata avrebbe parlato e offerto cibo all'inattes oospite, fermatosi due notti. Aung San Suu Kyi, che ha 63 anni e ha passato 13 degli ultimi 20 da prigioniera in casa, non avrà occasione di parlare finché le deposizioni di tutti i testimoni dell'accusa non saranno completate. Ma i legali della leader del Nld (Lega nazionale per la democrazia) e delle due dome-
SAN SUU KYI
stiche, incriminate con le stesse accuse, professano ottimismo: “Se le cose andranno secondo la legge, vinceremo sicuramente il caso”, ha dichiarato uno di loro, Nyan Win, prevedendo che il processo possa durare tre mesi. Sebbene ai giornalisti sia proibito assistere alle udienze, il quotidiano thailandese The Nation riporta un piccolo gesto di sfi-
da dell'icona della dissidenza birmana: interpellata dalla corte solo con l'appellativo di Suu Kyi (una prassi che il regime utilizza anche per nascondere il fatto che sia figlia del generale Aung San, un eroe nazionale), la donna - che rischia cinque anni di reclusione - si sarebbe inizialmente rifiutata di entrare in aula. All'esterno del carcere,
circondato da barricate di filo spinato e da centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa, circa 200 persone hanno manifestato per chiedere la liberazione della loro beniamina, i cui termini degli arresti domiciliari sarebbero dovuti scadere il 27 maggio. Nonostante il carattere pacifico della protesta, almeno uno dei dimostranti è stato arre-
stato. Tre gruppi di attivisti dell'opposizione hanno esortato i cittadini birmani a mobilitarsi, riunendosi in veglie di preghiera. Mentre il caso continua ad attirare le critiche della comunità internazionale - l'Unione europea sta considerando l'ipotesi di rendere ancora più severe le sanzioni contro il regime, gli Stati Uniti le hanno già estese - la giun-
Il governo di Colombo annuncia la conclusione delle attività belliche
Sri Lanka, finite le operazioni militari “Uccisi tutti i leader della guerriglia tamil” Nello Sri Lanka la guerra è finita. Il governo di Colombo ha annunciato che “tutti i leader della guerriglia tamil sono morti”, anche se ancora non è stato confermato ufficialmente il ritrovamento del cadavere del leader storico del gruppo, Vellupillai Prabhakaran. Il comandante in capo dell’esercito cingalese ha però messo fine alle operazioni contro le Tigri Tamil, assicurando che i ribelli separatisti sono stati completamente sconfitti e i militari hanno riconquistato il controllo dell’intera isola, spezzata in due dal 1983, anno in cui era
scoppiata la guerra civile. Nella battaglia finale, hanno aggiunto fonti militari, sono stati uccisi circa 250 separatisti, praticamente l’intera leadership dell’organizzazione ribelle. Da una prima ricostruzione dei fatti, sembra che il leader storico delle Tigri Tamil sia morto mentre tentava di fuggire all’assedio dell’esercito a bordo di un’ambulanza insieme a due stretti collaboratori. Prima di Velupillai Prabhakaran, i militari hanno ucciso suo figlio, Charles Antony, le cui immagini sono state diffuse stamane dalla televisione di Stato dello Sri Lanka. Già due gior-
ni fa il presidente dello Sri Lanka, Mahinda Rajapakse, aveva annunciato nel corso di un summit del G11 in Giordania la sconfitta delle Tigri Tamil, dichiarazioni che erano state confermate da Selvarasa Pathmanathan, il capo del servizio diplomatico internazionale dell’esercito di Liberazione dei Tamil, che però aveva denunciato la strage dei civili perpetuata, nonostante gli appelli, dall’esercito dello Sri Lanka. Intanto, ieri mattina oltre un migliaio di manifestanti ha protestato davanti all’ambasciata britannica di Colombo, lanciando sassi che han-
no mandato in frantumi un paio di finestre della sede diplomatica, in segno di protesta contro le critiche sollevate dalla Gran Bretagna nei confronti del governo cingalese. Londra ha inoltre sollecitato l’apertura di un’inchiesta sull’uccisione di vittime civili. Manifestazioni sono state organizzate anche a Palermo, dove un centinaio di persone di etnia tamil si sono raccolte davanti alla prefettura, all’interno della quale si trovava il ministro della Giustizia Angelino Alfano, per denunciare il “genocidio” compiuto nello Sri Lanka.
SRI LANKA, SCONFITTI I TAMIL
ta militare ha risposto oggi negando l'ingresso in aula a quattro ambasciatori di Paesi della Ue, tra cui quello italiano. È sstato lasciato entrare solo il console statunitense, in quanto Yettaw è anch'egli sotto processo ma con un procedimento separato, con le accuse di essere entrato in zona chiusa al pubblico e di aver violato le leggi sull'immigrazione.
PAGINA L’ITALIANO MARTEDI’ 19 MAGGIO 2009
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SPORT
Dopo il tricolore I NERAZZURRI, MESSO IN BACHECA IL DICIASSETTESIMO SCUDETTO, PENSANO A BLINDARE IBRAHIMOVIC, A PORTARE A MILANO MILITO E ALLA CHAMPIONS
Sarà che la vittoria finale era ampiamente nell’aria praticamente già dall’inizio del campionato, sarà che il calendario ha voluto i nerazzurri vittoriosi davanti alla tv, sta di fatto che in casa Inter la festa per il 17esimo scudetto sembra essere già terminata. Tutti guardano già – con perplessità, speranza o entusiasmo a seconda dei casi – alla prossima stagione. I pensieri di tutto l’ambiente nerazzurro si concentrano su Zlatan Ibrahimovic, di gran lunga il giocatore più importante della stagione interista. Lo svedese, coccolato da tecnico e società, mostra tuttavia un’inquietudine di fondo, senza peraltro far nulla per dissimularla. Fra dichiarazioni ambigue, gestacci al pubblico e liti con i compagni, l’ex attaccante di Ajax e Juve preoccupa non poco l’ambiente di Appiano Gentile. Anche in occasione del match-passerella contro il Siena, Ibra ha lanciato alcuni messaggi dei suoi: “Nel calcio non c'è garanzia – ha detto – nel futuro non so dove sarò, non sono certo un uomo che rimane nello stesso club tutta la vita”. Il presidente dell'Inter Massimo Moratti, dal canto suo, si è detto convinto che al 90% Ibrahimovic resterà, glissando sul comportamento nervoso dello sve-
L’AD DELL’INTER ERNESTO PAOLILLO
dese: “Non ho avuto molto tempo per pensarci - ha spiegato - è un fatto caratteriale, e poi è una caratteristica dell'Inter, quindi meno male che è tornata fuori anche ieri, altrimenti non riconoscevo la squadra e la società”. Ostenta serenità anche l'amministratore delegato dell'Inter, Ernesto Paolillo: “Per il prossimo anno Ibrahimovic resta. Non sono preoccupato. Il suo è il nervosismo del grande campione che vorrebbe dare sempre di più e dimostra la sua voglia di essere sempre al top”. Archiviato almeno apparentemente il caso Ibrahimovic, l’agenda dei nerazzurri vede un appuntamento ben segnato in rosso: quello con la Champions. La fame arretrata di scudetti è stata ben presto placata nell’abbuffata post-Calciopoli. Ora il terreno di sfida in cui mi-
surare le ambizioni dei nerazzurri è l’Europa. “Faremo di tutto per arrivarci, è nel Dna dello stesso Mourinho, ma non deve diventare un assillo” avverte Paolillo. Del resto anche Mourinho, al termine del match con il Siena, aveva evitato i facili proclami sulla questione Champions: “Quest'anno – ha riconosciuto il tecnico – se dimentichiamo l'Arsenal che non è una squadra più forte di noi, mi sembra che le altre tre squadre che sono arrivate in semifinale sono più forti di noi. Ovviamente noi abbiamo avuto un po' di sfortuna a Manchester, però sono assolutamente consapevole che loro sono più forti di noi. Chissà, con i 3-4 giocatori che noi stiamo lavorando e cercando per rinforzare la squadra, sicuramente la squadra andrà a un altro livello. Però
dire che giocheremo per la Champions è difficile, perché non credo che il Barcellona, il Manchester e il Chelsea siano più deboli l'anno prossimo. Ci sarà anche il Real Madrid, il Milan, la Juve, noi, il Bayern Monaco, il Porto, squadre che vogliono provare la loro fortuna”. Sotto con il mercato, quindi. E’ di nuovo Paolillo a spiegare che la filosofia della società, per il prossimo anno, sarà “quella di una ringiovanimento complessivo con alcuni innesti dalla squadra Primavera e qualche nuovo innesto. Ma i cambiamenti saranno pochi, quattro o cinque. Sarà una squadra diversa sotto il profilo tattico, Mourinho non ha preteso grandi cambiamenti, ha adattato le sue idee al carattere dei giocatori a disposizione”. E chissà che il prossimo anno Special One non debba adattarsi alle caratteristiche di Diego Milito. Paolillo, tuttavia, non si sbilancia: “In questa fase si deve parlare il meno possibile di queste cose, perché diventa più caro il prezzo del giocatore oppure perché si possono accendere appetiti di altre squadre che solo per toglierci un rinforzo magari sarebbero disposte a fare qualche sacrificio. Meglio fare nomi solo dopo la firma del contratto”.
IL PARERE
Inter, dopo la festa si guarda già al futuro Tronchetti: “E’ il titolo di Moratti e Mourinho”
MARCO TRONCHETTI PROVERA
Ogni tricolore ha la sua storia e il suo fascino ma quello vinto sabato senza nemmeno scendere in campo, grazie alla sconfitta del Milan a Udine, "dopo tutte le fatiche e le sofferenze come tifoso e presidente dell'Inter, è soprattutto lo scudetto di Massimo Moratti". Per Marco Tronchetti Provera, presidente di Pirelli e membro del Cda nerazzurro, è il patron del club di corso Vittorio Emanuele II il grande artefice del 17esimo titolo, il quarto di fila. Un successo arrivato con un 'regalo’ dei cugini e in effetti "farci consegnare dal Milan lo scudetto è stato fantastico - ammette ancora Tronchetti - ma la vera fe-
sta è stata ieri a San Siro, con uno stadio pieno e un entusiasmo meraviglioso". Festa a parte, comunque, per il consigliere d'amministrazione nerazzurro lo scudetto è arrivato anche grazie a "un nuovo allenatore, che si è trovato a gestire un team nuovo e complesso" e in "un campionato con avversarie rafforzate come Milan e Juventus e new entry come il Genoa". Grandi meriti a Mourinho, dunque, di cui Tronchetti Provera ha apprezzato "la capacità di leadership, di essere sincero anche quando appare talvolta non simpatico ma è un uomo diretto e che lavora molto seriamente. Non ho mai visto un allenatore lavorare come lui, e poi ha rispetto per tutti, per la società, per i giocatori. Gli uomini di qualità sono rari e lui è un uomo di qualità. A volte può risultare non simpatico, a volte rigoroso ma alla fine è uno che quando si vede in spogliatoio ha più cuore di quanto non si veda dall'esterno".
Fatale al tecnico il pareggio con l’Atalanta in casa
La Reggina non molla l’idea di evitare la retrocessione
Ranieri esonerato, la Juve a Ferrara
Foti: “La salvezza? Ci crediamo e ci speriamo”
La Juventus comunica di avere esonerato dall'incarico l'allenatore Claudio Ranieri. Adesso la guida tecnica della Prima Squadra è affidata a Ciro Ferrara. La Juventus, si afferma in un comunicato, ringrazia Claudio Ranieri "per il lavoro svolto in questi due anni" e al nuovo allenatore Ciro Ferrara va "l'augurio di immediati successi". Ciro Ferrara è nato a Napoli l'11 febbraio 1967. Ha giocato 500 partite in serie A, di cui 247 con la maglia del Napoli e 253 con la Juventus, squadra nella quale ha militato dal 1994 al 2005. Ha vinto otto scudetti (di cui uno revocato), due Coppe Italia, cinque Supercoppe italiane, una Coppa Uefa, una Champions League ed una
C'è ottimismo e speranza in casa della Reggina dove, fino all'ultimo, si continuerà a lottare per conquistare la salvezza in serie A. “Il campionato - ha detto il presidente degli amaranto, Lillo Foti - ci dà ancora delle possibilità, che noi intendiamo raccogliere. So che dovremo innanzitutto vincere entrambe le gare che rimangono nelle ultime due giornate e so anche che la nostra sorte dipenderà da quello che faranno alcune delle nostre dirette antagoniste. Noi ci crediamo e non intendiamo mollare e verificheremo queste nostre aspettative domenica dopo domenica”. Dopo il risultato positivo di domenica contro il Cagliari, tra gli amaranto ora c'è appren-
CLAUDIO RANIERI
Coppa Intercontinentale. Ha fatto parte dello staff della Nazionale italiana campione del mondo del 2006, come collaboratore tecnico di Marcello Lippi. Dal 2006 è responsabile del
Settore Giovanile della Juventus. Con il ritorno, nel 2008, di Lippi sulla panchina della Nazionale, è tornato a ricoprire il ruolo di collaboratore tecnico del c.t. azzurro.
LILLO FOTI
sione in attesa di conoscere quando e dove si disputerà la gara contro Lazio. La squadra proprio non vuole sentir parlare di retrocessione e tutti sono pronti a dare il proprio contributo per assicurarsi la permanenza in serie A. “Prima di tutto - ha detto l'allenatore Nevio Orlandi dobbiamo pensare a fare
noi risultato pieno nelle due gare che rimangono. In questo momento siamo in apprensione per sapere dove e quando si giocherà la gara fissata per domenica in calendario sul campo della Lazio. Non intendiamo mollare questo nostro tentativo e le nostre ultime prestazioni ne sono la testimonianza”.
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SPORT - ARGENTINA
L’ITALIANO MARTEDI’ 19 MAGGIO 2009
L’Italiano Campeón DALLA REDAZIONE
BAIRES - Lo Sportivo Italiano conquista un posto in seconda divisione. Lo fa di prepotenza nella terzultima giornata di campionato battendo per 2-1 Flandri e arrivando dunque alla certezza matematica della promozione in serie B Nazionale. Quella stessa certezza che già una settimana fa sembrava raggiunta fino a otto minuti dalla fine della partita con Templerley, che proprio in quel momento portava il punteggio in parità e obbligava i nostri a tenere il fiato sospeso ancora per una settimana. L’Italiano è la squadra della comunità italiana. Si è chiamata in vari modi, A.C.I.A., Deportivo Italiano e ora – per riaffermare in maniera forte la sua identità - Club Sportivo Italiano. Ma il suo simbolo è sempre stato il tricolore e la sua maglia quella azzurra. Adesso i “tifosi” (si chiamano proprio così) stanno organizzando la grande festa per il 30 maggio, quando l’Italiano giocherà l’ultima partita di campionato in casa.
La squadra della nostra comunità ha conquistato matematicamente la promozione alla serie B argentina
Le “Nuevas Generaciones” col Club Sportivo Italiano Sportivo Italiano in B, le felicitazioni di Curcio, Console generale d’Italia BAIRES - Sono veramente felice che il nostro "Sportivo Italiano" abbia conquistato, con diverse giornate d'anticipo, il passaporto per la serie "B" argentina. Proprio la scorsa settimana ho partecipato ai festeggiamenti per la ricorrenza della fondazione dell'Associazione e ho avuto modo di formulare ai numerosissimi soci e tifosi presenti i miei più calorosi auguri per la successiva partita che avrebbe permesso di guadagnare la meritata serie B nazionale. Oggi lo Sportivo Italiano è l'unica società di calcio di collettività che milita nel torneo cadetto, lasciando tutte le altre società di calcio di comunità straniere in Argentina nei gironi inferiori. Questo straordinario risultato, raggiunto grazie alla determinazione e al convinto sostegno del Presidente, dei membri del Consiglio direttivo e di tutti i suoi sostenitori è una vittoria anche della collettività italiana che ha dimostrato una volta di più che quando vi è volontà, la nostra comunità può ottenere sempre più importanti e lusinghieri traguardi. Allo Sportivo Italiano le mie felicitazioni più sentite ed ogni augurio di sempre maggiori successi. Giancarlo Curcio Console Generale d’Italia a Buenos Aires
BAIRES - "Nuevas Generaciones" col Presidente della FACA Dr. Fiumara (primo a sinistra) e Jorge Otranto, Vice Presidente del Club Sportivo Italiano (secondo da sinistra) festeggiano allo stadio.