L'ITALIANO

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Edizione Sudamerica

21 NOVEMBRE 2009 - Anno III - Numero 212 QUOTIDIANO DELL’ITALIA NEL MONDO www.litaliano.it Italia 0,50 euro - Argentina 1 peso - Albania 10 lekë masto uccisoSABATO e altri tre sono stati poral maggiore Alessandro Di Lisio, Uno dei transessuali coinvolti nel "caso Marrazzo" è stato trovato morto nella sua abitazione. uattro mesi. Il dolore dei familiari

Accanto al cadavere, seminudo, c'erano due valigie chiuse, come se il trans fosse in procinto a pag. 3 di partire. Ma potrebbe trattarsi di una messinscena. C'era anche una bottiglia di whisky. I vigili del fuoco sono stati chiamati per un incendio che si stava sviluppando nelle cantine di una palazzina in via Due Ponti, intorno alle alle 4.16 di stanotte. Il corpo era carbonizzato

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ITALIANO

a te

QuiArgentina Finalmente potrebbero avere un volto i killer del poliziotto Marcelo De Bernardi ucciso a colpi di pistola nella località di Caballito

a pag. 4

ItalianinelMondo

La crisi e la recessione imperversano ma il made in Italy resta ben saldo. ag. 6 Lo stile italiano nel mondo non perde colpi pag. 5

TROVATO MORTO IL TRANS BRENDA

Sport

Secondo la stampa spagnola il Barcellona non molla Ibrahimovic. Pronti cinquanta milioni di euro più il cartellino di Eto’o a pag. 8

QuiArgentina

ItalianinelMondo

L’Iran cerca appoggi politici ed economici in Argentina: la Kirchner non gradisce e lancia accuse

Rapporto Migrantes 2009: sono ben quattro milioni i nostri italiani nel mondo, più degli immigrati

alla pag. 4

QuiItalia Il Presidente del Consiglio archiviata la questione sul voto anticipato adesso torna a parlare di Riforme. Berlusconi: «La priorità è la giustizia»

a pag. 2

QuiMondo Critiche e polemiche nei confronti

alla pag. 5 della decisione della Ue su

Van Rompuy e Ashton: nomi di basso profilo

pag. 6

Sport Scopriamo chi sono gli esclusi eccellenti del mondiale 2010 che è alle porte. Ibrahimovich e Shevchenko restano a casa alla pag. 8


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POLITICA ITALIANA

Governo, parla il premier IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO TORNA A PARLARE DI RIFORME. NAPOLITANO: “RISPETTARE GLI EQUILIBRI COSTITUZIONALI”. CHITI: “CARTA NON INTOCCABILE”

Silvio Berlusconi non ha dubbi: "La riforma della giustizia occupa un posto prioritario". Nel giorno in cui, archiviata l'ipotesi di elezioni anticipate, si torna a parlare di riforme, anche sulla base dell'ipotesi bipartisan su cui dovrebbe cominciare a lavorare il Senato, il presidente del Consiglio sottolinea: "È indispensabile una riforma costituzionale della giustizia, che porrà in condizioni di effettiva parità l'accusa e la difesa nel processo. La fiducia degli elettori ci impone di portare a termine gli impegni presi per una giustizia veramente imparziale, più giusta ed efficiente". Sul tema interviene anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ritiene necessari "sereni contributi al delicato confronto in atto su come migliorare e rendere efficiente un servizio pubblico fondamentale, quale è quello della giustizia, nel rispetto degli equilibri costituzionali". Anche per il presidente del Senato, Renato Schifani: "Riformare la giustizia è un compito alto e difficile, non dobbiamo e non possiamo arroccarci su posizioni precostituite. Non servono e non possono essere eretti muri che impediscono il libero confronto. A ciascunoverrà chiesto di fare la propria parte e noi siamo pronti a farla". Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini quando si

CAMPANIA

Berlusconi: “Priorità alla giustizia” Cosentino è sicuro: “Presto l’archiviazione”

NICOLA COSENTINO

SILVIO BERLUSCONI

parla di riforme "occorre riscoprire e valorizzare il sentimento di una comune appartenenza", così accadde con la Costituzione, quando "si ebbe la consapevolezza" della realizzazione del "perimetro della casa comune di tutti gli italiani". Il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, sottolinea: "Nelle riforme bisogna ricercare la condivisione ma non si può impedire la decisione. Il Pdl ha un'attenzione prioritaria sulle riforme e ritiene che l'elezione diret-

ta dei vertici di governo, la riduzione del numero dei parlamentari, il federalismo, la giustizia e altri temi, siano maturi". Dall'opposizione il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti (Pd), nota: "La nostra Costituzione è valida, attuale, fondamentale per la coesione di un Paese sempre più pluralista, ma non è certo intoccabile. Si può aggiornare e i cambiamenti devono esser fatti attraverso intese molto ampie e non dalle sole maggioranze del momento e de-

vono essere coerenti con le linee guida della prima parte" della Costituzione stessa. Secondo il capogruppo dell'Italia dei valori alla Camera, Massimo Donadi: "Il fatto che la riforma della giustizia sia una priorità per Berlusconi la dice lunga sui veri interessi del premier: evitare i processi e garantirsi l'impunità. La priorità per tutti gli altri paesi del mondo in questo momento è affrontare la crisi economica, mentre in Italia il governo è immobile".

“Credo che tra qualche giorno questa vicenda sarà archiviata. Si tratta di un esempio di cattivo rapporto tra giustizia e politica che in questo momento è ai minimi storici”. Lo afferma Nicola Cosentino, sottosegretario all'Economia e candidato in pectore alla regione Campania, parlando con i cronisti in Transatlantico a proposito della richiesta di custodia avanzata dai magistrati campani. Il sottosegretario ripercorre tappa per tappa tutta la vicenda criticando il fatto che “il pentito delinquente di turno possa condizionare non

solo quello che accade sul territorio ed influenzare le persone. Quando ho saputo la notizia mi sono recato presso gli uffici della procura per sapere come mai questioni poste sotto il segreto sia state rese pubbliche. Sono stato mediaticamente massacrato. Ho inoltre più volte espresso - aggiunge - la disponibilità a chiarire per contribuire a far emergere la verità visto anche il ruolo che ricopro. Non ho mai ricevuto risposta, anzi, ogni volta che i miei avvocati lo hanno chiesto è stato risposto loro che non c'era motivo per ascoltarmi”.

L’allarme sui crediti lanciato dal presidente dell’Abi L’ad al processo per l’equity swap per il Lingotto

Faissola: “Sistema bancario in perdita di 20 miliardi nel 2009”

Marchionne: “Senza Ifil non sarei di certo rimasto in Fiat”

Le perdite sui crediti per il sistema bancario italiano a fine 2009 potrebbero raggiungere i venti miliardi di euro. Lo ha detto il presidente dell'Abi, Corrado Faissola, nel suo intervento alla riunione dell'Associazione Banche Estere in Italia, ieri mattina a Milano. "Non ci attendono mesi facili - ha detto Faissola - di questo dobbiamo essere consapevoli". In particolare, Faissola ha citato il problema delle sofferenze:

"Dopo il convertendo l'azionista di riferimento sarebbe cambiato. Io avevo ricevuto indicazioni piuttosto chiare che ci sarebbero stati cambiamenti nella presidenza e nella dirigenza e in quelle condizioni non sarei rimasto in Fiat". Lo ha detto l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, sentito ieri a Torino al processo in corso per l'equity swap con cui Ifil riuscì a mantenere il controllo del 30% del Lingotto nonostante l'esercizio del pre-

"da molti mesi - ha spiegato - il nostro sistema sta registrando una crescita delle sofferenze. A settembre 2009 le sofferenze lorde sono risultate pari a 55 miliardi di euro, in crescita del 25% su base annua, pari a oltre il 3% degli impieghi. Nel primo semestre 2009 - ha aggiunto - le rettifiche di valore netto per deterioramento dei crediti sono state pari a oltre nove miliardi". A quanto risulta dai dati preliminari rela-

BANCHE IN PERDITA

tivi alle undici maggiori banche italiane nei primi nove mesi del 2009, Faissola ha spiegato che tale dato è arrivato a "11 miliardi". "A fine anno - ha concluso - temo che non saremo lontani dal traguardo, che non ci auguriamo di raggiungere, di venti miliardi".

stito convertendo da parte delle banche creditrici. "L'unico obiettivo di Fiat ha detto ancora Marchionne - era avere un azionista di riferimento, che ci avrebbe dato la possibilità di completare il piano. E lo avevamo individuato in Ifil. Tutto il resto - ha aggiunto rispondendo alle domande in aula Lehman Brothers, lo spezzatino, non avrebbe potuto fare lo stesso. Tutte le altre ipotesi non avevano lo stesso obiettivo di noi e Ifil, tutti gli altri non lavorava-

SERGIO MARCHIONNE

no per Fiat"."Non c'era nemmeno una banca al mondo - ha aggiunto ancora l'amministratore delegato di Fiat - che stava lavorando per i fatti suoi per cercare di trovare una soluzione".


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ATTUALITA’

Trovato morto il trans Brenda Il corpo del transessuale Brenda, coinvolta nella vicenda di Piero Marrazzo, è stato trovato carbonizzato all'interno di un appartamento in via Due Ponti a Roma. I vigili del fuoco della capitale sono stati chiamati per un incendio che si stava sviluppando all'interno delle cantine di una palazzina in via Due Ponti alle 4:16 della notte scorsa. Arrivati sul posto alle 4:33 i hanno trovato il corpo della viado ormai carbonizzato all'interno del suo appartamento. Immediato l'intervento della polizia scientifica. La transessuale brasiliana coinvolta nel caso che ha portato alle dimissioni dell'ex presidente della Regione Piero Marrazzo per i rapporti che avrebbe intrattenuto con lui, era stata ascoltata in procura a Roma, come testimone, nell'ambito dell' inchiesta sul presunto ricatto ai danni dell'ex presidente della Regione Lazio il 2 novembre scorso. L'audizione del viado svolta di fronte al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli doveva chiarire tra l'altro, la questione dell'esistenza di un secondo video in cui apparirebbe Marrazzo e del quale hanno fatto cenno alcuni transessuali. Pochi giorni dopo, il 9 novembre, Brenda era ri-

TERRORISMO

Un caso inquietante IL CORPO DEL VIADO COINVOLTO NEL CASO MARRAZZO RINVENUTO CARBONIZZATO NEL SUO APPARTAMENTO APERTO UN FASCICOLO PER OMICIDIO VOLONTARIO

IL TRANS BRENDA

masta coinvolta in una rissa dalla quale era uscita con ferite al volto. Era stata fermata dai carabinieri in via Biroli, sulla via Cassia. I militari in quell'occasione dovettero difendersi perché la trans dava in escandescenza. In quell'occasione gli era stato anche rubato il telefono cellulare. Per la morte del trans Brenda la procura di Roma intende procedere per il reato di omicidio volontario. Ben quattro magistrati hanno effettuato ieri mattina il sopralluogo presso l'abitazione dove è stato tro-

La famiglia di Battisti: “Temiamo il suicidio”

CESARE BATTISTI

vato il corpo del trans: si tratta del pm Pierluigi Cipolla (che era di turno esterno), del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani (che ha la delega per gli omicidi) e dei due che indagano sul caso Marrazzo, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli. Stando a quanto accertato, la casa di Brenda, posta in un seminterrato, era costituita da una stanza di 10 mq, una zona soppalcata di 8 mq (dove è stato trovato il cadavere) e un piccolo bagno. C'è un giallo nel giallo nella

morte di Brenda. La Squadra mobile ha sequestrato un computer nell'appartamento del transessuale brasiliano, un computer pieno d'acqua, immerso nel lavandino. I Vigili del Fuoco, intervenuti per domare l'incendio, hanno operato in una zona diversa da dove era il computer e solo in una ristretta area. Dunque, chi ha riempito d'acqua il computer? Forse la stessa persona che ha causato l'incendio e che non voleva far perdere i dati contenuti nella memoria del pc.

"La paura maggiore è che Cesare faccia davvero quello che dichiara da tempo, scegliendo di togliersi la vita piuttosto che rientrare in Italia". Parole di Vincenzo Battisti, fratello maggiore di Cesare, rilasciate al quotidiano di Latina 'La provincia’ dalla sua casa di Sermoneta, dove la famiglia Battisti vive ormai da anni. Un'intervista rilasciata a margine del verdetto della Corte Suprema che ha concesso l'estradizione all'ex terrorista italiano. "Il verdetto della Corte Suprema

era un'ipotesi che avevamo largamente preso in considerazione, sebbene fino all'ultimo non smettiamo di sperare nella posizione del presidente Lula". La possibilità di concedere o meno l'asilo politico a Cesare Battisti, resta ora infatti nelle mani del presidente brasiliano. "Siamo convinti che Cesare sia innocente - ha dichiarato - Ci sono criminali impuniti, anche di altre parti politiche, latitanti, che si sa dove si trovano, ma nessuno va a prenderli. Invece Casare sta pagando per tutti".

Il gruppo americano comunica il blocco produttivo dello stabilimento del Sulcis Iglesiente: a rischio circa duemila posti di lavoro

Sardegna: chiude l’Alcoa, lavoratori in protesta L'Alcoa ha annunciato la chiusura dello stabilimento di produzione primaria dell'alluminio a Portovesme, nel Sulcis Iglesiente. Lo hanno reso noto i delegati sindacali della fabbrica che ieri sono stati ricevuti dal presidente della Regione Ugo Cappellacci per esaminare una possibile risposta ad una decisione che, se verrà confermata, mette a rischio mille posti di lavoro diretti e altrettanti dell'indotto. I lavoratori di Alcoa si sono riversati davanti ai cancelli dello stabilimento. Per iniziative di mobilitazione e protesta. Il possibile blocco della produzione, dopo che nella riunione al ministero dello Sviluppo economico di giovedì scorso era stato annunciato che gli im-

GLI STABILIMENTI DELL’ALCOA

pianti sarebbero rimasti in funzione, è stato paventato dall'amministratore delegato di Alcoa Italia, Giuseppe Toia. Il ma-

nager, parlando in videoconferenza con i lavoratori, aveva smorzato gli entusiasmi affermando secondo quanto riportato

dai sindacati - che non era stato formalizzato alcun provvedimento per l'allineamento delle tariffe energetiche italiane alla

media europea. Sempre secondo quanto riferito dai rappresentanti dei lavoratori, il 17 novembre è scaduta la tariffa specia-

le di 27 euro a MGh e si è tornati ai 68 euro a Mgh in quanto non è stata adottata la delibera dell'autorità dell'energia per il prolungamento del regime speciale. Ieri Alcoa ha comunicato la decisione della chiusura degli stabilimenti. No si sa quando diventerà operativa ma, da quanto si è appreso, è stato deciso il blocco degli ordinativi dal primo dicembre. I lavoratori si sono riversati nel piazzale della fabbrica e hanno bloccato l'ingresso con dei pesanti tubi di alluminio. Anche le strade d'ingresso allo stabilimento sono state presidiate. È stata anche occupata la direzione dello fabbrica e si è tenuta un'assemblea di tutti i dipendenti.


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QUI ARGENTINA

L’ITALIANO SABATO 21 NOVEMBRE 2009

La presenza di Ahmadinejad non risulterà particolarmente gradita neanche a Buenos Aires, visti i mandati d'arresto internazionali pendenti sulla testa di alcuni funzionari del governo iraniano per l'attentato che, nel 1994, distrusse la sede dell'associazione ebraica Amia nella capitale argentina

L’Iran cerca appoggi in America Latina, l’Argentina si oppone SALVATORE GIUFFRIDA

BAIRES - Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad si prepara a un breve tour latinoamericano che lo vedrà protagonista la prossima settimana. Il leader mediorientale, la cui precedente visita era stata annullata per "impegni elettorali" la scorsa estate, sarà lunedì in Brasile, per poi raggiungere Bolivia e Venezuela. Se l'incontro con gli alleati latinoamericani Evo Morales (Bolivia) e Hugo Chavez (Venezuela) rappresenta un atto "dovuto" nel quadro di un rafforzamento delle relazioni bilaterali e della progressiva espansione della presenza iraniana nella regione, la riunione con Luiz Inacio Lula da Silva assume un significato politico di estremo rilievo nello scacchiere geopolitico mondiale. Negli ultimi mesi il governo brasiliano ha investito molto nel costruire per Brasilia un ruolo di primo piano nelle dinamiche mediorientali, con particolare attenzione per la questione israelo-palestinese e per quella iraniana. Non a caso la visita di Ahmadinejad arriva a pochi giorni di distanza da quella del presidente israeliano Shimon Peres, e da quella del presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas. Lula ha assunto un atteggiamento estremamente conciliante rispetto alle ambizioni nucleari di Teheran, sostenendo l'importanza fondamentale di un dialogo con l'Iran per il raggiungimento della pace nell'area mediorientale. Brasilia si fa forte, di fronte alle critiche ricevu-

te da quella parte della comunità internazionale che ritiene indispensabile una linea dura nei confronti di Teheran, della "investitura" ricevuta da Obama a Londra nel marzo scorso, come ribadito nei giorni scorsi dall'uomo di fiducia di Lula per le questioni internazionali, Marco Aurelio Garcia. Brasilia, del resto, continua a guardare con grandissima attenzione alla possibilità di ottenere un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu e dimostrare di avere la capacità diplomatica di svolgere un ruolo attivo in questa occasione potrebbe essere estremamente importante. Sebbene secondo Garcia

ci sia un accordo informale con il governo iraniano affinché Ahmadinejad eviti di usare toni "forti" nei confronti di Israele o degli Usa, l'arrivo del presidente iraniano sta suscitando non poche polemiche in Brasile, soprattutto da parte dell'opposizione che, secondo alcuni esponenti del Partito democratico, considera la presenza del leader mediorientale "incompatibile con i principi filosofici e costituzionali della democrazia brasiliana". Una dura contestazione nei confronti del presidente iraniano arriverà anche da molti settori della società civile, come le associazioni ebraiche, le organizzazioni per la difesa dei diritti

Al via programma di investimenti nel settore del gas naturale BAIRES - Il Governo argentino annuncerà presto un nuovo programma finalizzato a incentivare le imprese alla ricerca e produzione di gas naturale. Il programma utilizzerà come base un precedente piano di incentivi, conosciuto come ´gas plus´; secondo notizie di stampa, poi confermate dal Ministero della Pianificazione, il nuovo programma permetterà alle aziende del settore di vendere le scorte in eccesso a prezzi più alti di quelli di mercato. Il nuovo programma dovrebbe attrarre investimenti per circa 900 milioni di dollari. Apache Corp. ha recentemente ricevuto l´approvazione per vendere gas naturale a prezzi più alti del normale nell´ambito del programma ´gas plus´. Apache comincerà così a vendere 10 milioni di piedi cubi di gas al giorno di gas naturale a Cammessa, il regolatore argentino della vendita di energia all´ingrosso. L´industria argentina del gas per lungo tempo ha dovuto fare i conti con prezzi insostenibili e politiche fiscali che hanno scoraggiato gli investimenti; da quando, nel 2002, la moneta nazionale è stata svalutata, le aziende hanno sollevato preoccupazioni sulla drastica riduzione dei ritorni dei propri investimenti.

umani e di difesa dei diritti delle donne. La presenza di Ahmadinejad non risulterà particolarmente gradita neanche a Buenos Aires, visti i mandati d'arresto internazionali pendenti sulla testa di alcuni

funzionari del governo iraniano per l'attentato che, nel 1994, distrusse la sede dell'associazione ebraica Amia nella capitale argentina. Le relazioni con il governo della "presidenta" Cristina

Fernandez Kirchner attraversano uno momento non facile, a causa dei forti contrasti sulle politiche commerciali adottate dai due governi per fare fronte alle crisi economica mondiale.

Settimana dedicata ai veneti nel mondo a Buenos Aires BAIRES - Il Veneto che cambia, l’internazionalizzazione delle imprese venete nell’attuale scenario economico, il ruolo che possono avere le nostre comunità all’estero e i rapporti con la terra di origine: sono queste alcune delle tematiche affrontate in questi giorni nel corso di un’intensa sessione formativa a Buenos Aires, in Argentina, rivolta ai componenti della Consulta dei Veneti nel Mondo e ai dirigenti dei Comitati e delle Federazioni delle associazioni e dei circoli dei veneti all’estero provenienti dalle Americhe, dall’Australia, dall’Europa e dal Sudafrica. Con la collaborazione dell’Unioncamere, in queste tre giornate sono stati approfonditi gli scenari economici internazionali, le opportunità e le minacce per le imprese venete ma anche le dinamiche di interazione con il mondo dell’emigrazione. Da tre anni a questa parte l’attività formativa precede i lavori della Consulta dei Veneti nel Mondo, che lunedi e martedì prossimi terrà l’ultima riunione della legislatura a Montevideo in Uruguay, sotto la presidenza dell’assessore regionale alle politiche dei flussi migratori Oscar De Bona. La Consulta viene convocata una volta all'anno per formulare proposte per la programmazione della Regione. L’attività formativa a Buenos Aires si è aperta con il saluto di Mariano Gazzola, presidente del Comitato delle Associazioni Veneti in Argentina (CAVA) che celebra quest’anno il ventennale della sua costituzione, e del presidente dell’Unione dei Triveneti nel Mondo (UTRIM) Dino De Poli. Carmelo Barbarello, consigliere commerciale dell’Ambasciata Italiana a Buenos Aires ha sottolineato l’importanza degli emigrati come ambasciatori dei nostri prodotti, di quelli autenticamente italiani perché è diffuso all’estero l’abuso di commercializzare con nomi italiani prodotti che non lo sono, soprattutto in campo agroalimentare. Il percorso formativo di queste giornate di studio, all’insegna dello slogan “Conoscere il Veneto per portarlo nel mondo”, è stato guidato da Mario Volpe dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e da Valentino Piazza dell’Università di Padova. I rappresentanti del mondo dell’emigrazione veneta hanno avuto modo di incontrarsi anche con Giuliana Dal Piaz dell’Istituto Italiano di Cultura, Susanna Rosano dell’Istituto nazionale per il Commercio Estero e Claudio Farabola della Camera di Commercio Italiana a Buenos Aires con i quali hanno parlato in particolare delle possibili forme di collaborazione per la promozione in campo culturale ed economico.


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Rapporto Migrantes: sono quattro milioni i nostri italiani nel mondo DALLA REDAZIONE

ROMA - Sono circa quattro milioni (3.915.767) gli italiani residenti all’estero, poco più di quanti siano gli immigrati residenti in Italia (3.891.295). Lo rileva il “Rapporto italiani nel mondo 2009” della Fondazione Migrantes. Un equilibrio che nei prossimi anni è destinato a rompersi, visto che il ritmo di crescita degli immigrati in Italia è maggiore, anche se “contrariamente a quanto spesso si pensa” quella degli italiani all’estero “non è una realtà in diminuzione”. L’emigrazione italiana è in prevalenza euro-americana: più della metà dei nostri connazionali emigrati vivono in Europa (55,8 per cento) e più di un terzo in America (38,8 per cento). Non si possono, però, trascurare le collettività insediate negli altri continenti, non solo l’Oceania (3,2 per cento), ma anche l’Africa (1,3 per cento) e l’Asia con lo 0,8 per cento. Il Paese con più italiani è la Germania (616.407) seguita da Argentina (593.520) e Svizzera (520.713) e più indietro Francia, Belgio, Brasile, Stati Uniti. Regno Unito, Canada e Australia. Secondo i dati forniti dal Rapporto il 54,8 per cento degli italiani all’estero è di origine meridionale (oltre 1 milione e 400 mila sono del Sud e quasi 800 mila delle Isole), mentre il 30,1 per cento proviene dalle regioni settentrionali. La prima regione per numero di emigrati è la Sicilia (646.993), seguita da Campania (411.512), Lazio (346.067), Calabria (343.010), Puglia (309.964) e Lombardia (291.476). La provincia con più italiani all’estero è Roma (263.210). Solamente poco più della metà degli italiani residenti all’estero (57 per cento) è effettivamente emigrata, mentre più di un terzo (36 per cento) è nato al’estero, e il 2,9 per cento è iscritto all’Aire per l’acquisizione della cittadinanza italiana. All’estero gli italiani producono anche capitali: un’indagine dell’Associazione nazionale dei costruttori edili, le imprese di costruzione nel 2007 hanno fatturato all’estero quasi quanto in Italia (5,5 miliardi di

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ITALIANI NEL MONDO

euro contro 6,3), mentre i nuovi contratti superano gli 11 miliardi e sono concentrati soprattutto in America Latina. Sempre nel 2007 gli universitari italiani iscritti all’estero sono stati oltre 41 mila (tra figli di emigrati e italiani espatriati solo per motivi di studio), mentre nell’anno accademico 2006/2007 oltre 17 mila studenti italiani si sono recati all’estero per un periodo di studio con il programma Erasmus. Il Rapporto pubblica anche una ricerca promossa dalla Fondazione Migrantes, insieme a un gruppo di Patronati sui nuovi e vecchi emigrati. Gli intervistati, sia in Europa che nel Nord America, hanno raggiunto un livello di vita “soddisfacente” e sono “abbastanza soddisfatti del proprio lavoro”. Il

modello più diffuso di famiglia è quello di un nucleo con due figli. Le difficoltà iniziali di inserimento, ora superate, sono riconducibili alla lingua, alla mancanza di informazioni e alla ricerca del posto di lavoro. Per un terzo degli intervistati, il miglioramento del tenore di vita è intervenuto subito, per gli altri successivamente, cavandosela quasi sempre da soli: uno su cinque degli intervistati non ha fatto progressi o si trova in situazione di disagio. Nei confronti dei consolati si dichiara soddisfatto la metà degli intervistati e circa un quinto ammette di non essersi ancora iscritto all’Aire. Dal sondaggio emerge anche che gli italiani residenti all’estero leggono più la stampa italiana rispetto a quella

locale. I nostri connazionali possono contare su 126 Comitati degli italiani all’estero operanti a livello territoriale in 38 Paesi, 500 Comitati sparsi nel mondo per la promozione della lingua e della cultura italiana, con più di 6 mila corsi. Secondo l’indagine “Italiano 2000”, la lingua prevalente tra gli italiani è quella del paese ospitante (73,6 per cento), senza però che sia dimenticato l’italiano (50,5 per cento) e tanto meno il proprio dialetto (58,2 per cento). Un ruolo rilevante è quello dei media: la comunità italofona radiotelevisiva è molto ampia e include diversi paesi che fanno leva sull’italicità, intesa come legame culturalelinguistico non basato sulla cittadinanza. Inoltre, nel mondo sono state censite oltre duecento 50 radio e circa 50 televisioni che trasmettono programmi in italiano, mentre sono 472 i giornali in lingua italiana all’estero. Per i ricercatori della Migrantes diversi aspetti, che si riscontrano attualmente nella presenza straniera in Italia, “già si ritrovano nell’emigrazione italiana e così anche in molte delle richieste presentate dagli immigrati, riecheggiano quelle avanzate nel passato dai nostri emigrati. L’atteggiamento negativo che tanto afflisse gli italiani all’estero – spiegano - specialmente quando venivano considerati un popolo di criminali, trova un riflesso in quei processi che tendono a fare degli stranieri in Italia un capro espiatorio”. Secondo la Migrantes l’emigrazione merita di essere studiata con attenzione, “non solo per ricordare la storia degli italiani all’estero ed entrare con loro in maggiore sintonia, ma anche per abituarci a convivere fruttuosamente con gli stranieri insediatisi in Italia.

Mar del Plata: incontro Giovani italiani nel mondo-Comites BAIRES - Mar del Plata opsita dal 21 al 22 novembre 2009 , le delegazioni dei giovani italiani provenienti dalle città di Miramar, Tandil, Necochea, Mar de Ajo, Balcarce, Villa Gesell, ecc per il II Incontro dei Giovani Italiani della Circoscrizione Consolare. Si tratta di un incontro per dibattere le tematiche connesse alla realtà e al futuro delle giovani generazioni di Italiani che risiedono in questa parte dell'Argentina. L'incontro rappresenta una opportunità per tutti i giovani, che intende valorizzare un capitale umano di notevole valore sociale, culturale, economico e politico e mettere in relazione i giovani italiani della Circoscrizione di Mar del Plata con il patrimonio della loro identità, riletta ed interpretata modernamente. L'evento, voluto dal Comites di Mar del Plata e dal Consolato , coinvolge più di 150 giovani tra i 18 e i 35 anni, per assicurare una presenza di studenti, lavoratori, professionisti, imprenditori, nonché esponenti della cultura e dello sport, che rappresentano le realtà delle nuove generazioni italiane nella Circoscrizione Consolare di Mar del Plata. L’esigenza di convocare un Incontro dopo la conferenza dei giovani italiani nel Mondo di dicembre scorso a Roma, è stata manifestata negli ultimi mesi, con grande determinazione, dalla collettività italiana di Mar del Plata e zona, al fine di individuare strumenti utili per definire una linea politica per la valorizzazione delle nuove generazioni e favorire il consolidarsi del loro rapporto con Italia. Le tematiche saranno divise in 5 commissioni di lavoro: "identità italiana e interculturalità", "lingua e cultura", "informazione e comunicazione", "mondo del lavoro e lavoro nel mondo" e "rappresentanza e partecipazione". Su queste tematiche saranno articolati i lavori affidati ai membri del Comites ed esperti della comunità italiana : Dottoressa Bettina Favero e Dottor Ruben Pili (Commissione Identità), Dottor Adriano Toniut e Cav. Giovanni Radina Radina (Commissione Rappresentanza), Marcelo Carrara e Professoressa Felisa Pomiglio (Commissione Informazione), Prof. Gustavo Velis, Dottor Hernan Toniut e Sussana Rossi (Commissione Mondo del Lavoro), e membri dell'ufficio Scolastico del Consolato per la Commissione di Lingua. I documenti prodotti dai cinque gruppi di lavoro tematici informa Fantini - saranno presentati all'assemblea Plenaria del CGIE nella prossima riunione.

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L’ITALIANO SABATO 21 NOVEMBRE 2009

ESTERI

Unione Europea SCETTICISMO PER LE SCELTE DI VAN ROMPUY ALLA PRESIDENZA E ASHTON ALLA POLITICA ESTERA: “NOMI DI BASSO PROFILO, COMANDERANNO GLI STATI”

Ue, stampa critica sulle nomine Due semisconosciuti, due personaggi oscuri ai cittadini europei, per una scelta di basso profilo di un'Europa che sceglie il compromesso invece del protagonismo: uniforme il giudizio scettico della stampa europea il giorno dopo le nomine dei due leader della Ue, il neo presidente Van Rompuy e l’Alto rappresentante della politica estera Catherine Ashton. E anche la stampa britannica, il cui Paese con la Ashton ha guadagnato un posto da novanta, ammette come si tratti di una scelta oscura, sebbene necessaria in questa fase. Con le nomine di Ashton e Van Rompuy, scrive il Financial Times, “resta aperto l'interrogativo se l'Unione europea abbia davvero scelto i migliori candidati possibili”. Il loro “basso profilo - spiega il quotidiano britannico - lascia intendere che le decisioni più importanti di politica estera saranno ancora nelle mani dei governi nazionali”. Scegliendo “personaggi semisconosciuti con una scelta minimalista”, dice l'Herald Tribune, la Ue si condanna ad un posto marginale sulla scena globale: “La scarsa notorietà dei nominati enfatizza i problemi dell'Europa invece di dimostrare la sua prontezza ad assumere un posto di rilievo sulla scena internazionale”. Dura la stampa tedesca: “Con il nuovo duo l'Europa punta su due sconosciuti e spreca la possibilità di brillare sulla scena mondiale”, dice l'edizione on line di Spiegel. Per Bild “Bruxelles fa una figu-

IL NEO-PRESIDENTE UE VAN ROMPUY

raccia: la Ue cerca reputazione e fama ma si mette d'accordo su due signor Nessuno”. E, si chiede la Frankfurter Allgemeine Zeitung, “Era davvero necessario fare un vertice speciale a Bruxelles per questo risultato?”. I britannici, soddisfatti dall'aver guadagnato un ministro degli Esteri che sarà anche vicepresidente della Commissione, non nascondono che la baronessa laburista e il premier belga siano “due tecnocrati dal basso profilo” (The Guardian), ma è ciò che serve per questa fase, spiegano. Decisamente ostili solo i tabloid euroscettici: per il Daily Mail, “il grande inciucio europeo: un'amica raccomandata laburista viene fatta ministro degli esteri, così che un fanatico federalista può diventare presidente”. Il Sun rimarca come

CATHERINE ASHTON

Un kamikaze si fa esplodere a Farah facendo 17 vittime

Subito dopo l’appello di Karzai torna il sangue in Afghanistan È di 17 morti il bilancio di un attentato kamikaze compiuto a Farah, nel sud-ovest dell'Afghanistan. L'attentatore, in sella a una motocicletta, ha fatto esplodere la carica vicino al capo della polizia provinciale, Faqir Mohammad Askar, rimasto ucciso insieme a due guardie del corpo e a numerosi passanti. In quel momento era in corso il carico di alcuni camion diretti a

Herat. Nella provincia di Farah, vicino al confine con l'Iran, operano le truppe Usa insieme a quelle italiane. La città si trova 200 chilometri a sud di Herat, il capoluogo della regione Ovest a comando italiano. L'attentato arriva all'indomani del discorso di insediamento per il secondo mandato in cui il presidente, Hamid Karzai, aveva assicurato il suo impegno per ga-

rantire la sicurezza del Paese entro 5 anni. Intanto Abdullah Abdullah, l'ex ministro degli Esteri che non aveva voluto partecipare al ballottaggio contro Karzai per timore dei brogli, ha respinto l'appello del presidente per una riconciliazione nazionale. A suo avviso la proclamazione della vittoria di Karzai è illegittima perchè si fonda su una decisione illegale.

ATTENTATO SANGUINOSO A FARAH

la Ashton “non sia mai stata scelta dagli elettori”, ma sempre nominata. E se lo spagnolo El Pais si unisce al coro degli scettici sul nuovo duo (“due figure grigie e di basso profilo”), la stampa francese è divisa. A Parigi, che assieme alla Germania è stata uno dei motori della scelta europea, Le Figaro descrive Van Rompuy come “un uomo discreto, avvezzo all'arte del consenso”. Mentre nel più duro Liberation Van Rompuy diventa “l'anestetico locale, un presidente per fare tappezzeria”. E conclude con una frecciata all'Italia: “Segno dei tempi, i giornalisti italiani, smobilitati dopo la squalifica di Massimo D'Alema, si interessavano soltanto a una cosa: la Francia rigiocherà la partita contro l'Irlanda...”.


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SPORT

Domenech: “Perché dovremmo scusarci?” LA FIFA RESPINGE LA RICHIESTA DELL’IRLANDA DI RIGIOCARE LO SPAREGGIO CON LA FRANCIA: “REGOLE CHIARE, LA PAROLA DELL’ARBITRO È DEFINITIVA”

La Fifa ha respinto la richiesta della Federcalcio irlandese di far ripetere la sfida di mercoledì contro la Francia. In una nota pubblicata sul proprio sito, la Fifa fa sapere di aver risposto alla richiesta della Fai, la Federcalcio irlandese, spiegando che “il risultato dell’incontro non può essere cambiato e il match non può essere ripetuto. Come è chiaramente citato nelle regole del calcio, durante le partite, le decisioni sono prese dall’arbitro e queste decisioni sono definitive”. La Federcalcio irlandese aveva chiesto la ripetizione della gara disputata al Saint-Denis, valida come ritorno dei play off europei per la Coppa del Mondo 2010, alla luce del netto fallo di mano di Thierry Henry nell’azione che ha portato, al minuto 103 dei supplementari, al pari di Gallas per il definitivo 1-1, risultato che, sommato al successo dei Bleus a Dublino, ha sancito la qualificazione dei transalpini a spese dell’undici di Giovanni Trapattoni. La Fai, tra l’altro, si era appellata a un precedente: nel 2005, il bureau del Comitato organizzatore della Coppa del Mondo, aveva deciso di invalidare il risultato di un match di qualificazione mondiale tra Uzbekistan e Bahrain sulla base di ‘un errore tec-

GIOVANNI TRAPATTONI

nico commesso dall’arbitro dell’incontrò. In quell’occasione, infatti, il giapponese Yoshida, assegnato un rigore agli uzbeki, aveva annullato la trasformazione per l’ingresso di un giocatore in area per poi, anziché far ripetere il penalty, assegnare una punizione al Bahrain. Intanto Raymond Domenech non ci sta. “In campo non ho visto il fatto di mano. Poi ho visto le immagini ed è stato un errore dell’arbitro. Per me questo è il

calcio, non significa imbrogliare e non capisco perchè dovremmo chiedere scusa”. Intervistato dal sito transalpino “lexpress.fr”, il ct della Francia risponde alla critiche piovute su Henry e sui Bleus per la mano ‘galeotta’ che ha viziato il pari contro l’Irlanda, decidendo di fatto la qualificazione ai Mondiali. “Nessuno si è scusato quando l’arbitro della partita con la Serbia ha espulso il nostro portiere quando non era stato

commesso alcun fallo rincara la dose - Nessuno si è scusato, agli Europei, quando un olandese ha intercettato la palla con la mano e ci è stato impedito di pareggiare. Ai miei occhi, la qualificazione si è giocata nella partita d’andata, cosa che sembra essere stata dimenticata. Non sopporto questo tipo di moralismo”. D’altro canto Domenech dice che è “frustrante e spiacevole perdere una partita per un errore del genere, capisco la rabbia degli irlandesi. Al loro posto anch’io griderei allo scandalo. Ma non faremo harakiri perchè l’arbitro ha sbagliato e stavolta a nostro favore - precisa ancora il ct francese - Sono cose che capitano. Quando l’ha fatto Maradona tutti l’hanno trovato ‘straordinario’ eppure ha segnato di mano. Ci sono due pesi e due misure?”. Domenech insiste sul fatto che “abbiamo vinto a Dublino e non mi sembra sia immorale. Penso che tutta la gente che ama la nazionale francese sia contenta della qualificazione. Io pure, ovviamente, anche se con un po’ d’amarezza perchè la gioia si scontra con la brutta partita che abbiamo giocato, con l’errore dell’arbitro e con la reazione dei media. Ma non capisco perché siamo noi i colpevoli”.

OLIMPIADI 2020

Mondiali, niente seconda chance per Trapattoni Petrucci: “Roma e Venezia le sole candidate italiane”

GIANNI PETRUCCI

Il discorso sulle candidature italiane alle Olimpiadi del 2020 “è chiuso”. Lo sostiene il presidente del Coni, Gianni Petrucci, a margine del convegno ‘Sport, giovani e responsabilità sociale”, in corso nella sede della Fondazione Cariplo a Milano. Secondo Petrucci, “le uniche candidature che portiamo avanti sono Roma e Venezia”. Replicando alle numerose offerte giunte al Coni, tra cui la riproposizione di Bari da parte del suo vicesindaco, le avance fatte da Ravenna e l’ipotesi di Palermo avanzata dal presidente della Regione Sicilia, Petrucci ha affermato che “dobbiamo es-

sere realisti, le candidature le fa il Coni al Cio, le altre città non si devono offendere, è questione di serietà del Paese, non si possono presentare troppe candidature”. Secondo Petrucci, poi, “l’Italia si deve misurare con città come Tokyo, Parigi e Istanbul: serve serietà”. Il Coni deciderà i tempi e le modalità per la candidatura in occasione della riunione del prossimo 15 dicembre, mentre nel 2010 sarà decisa la città da presentare al Cio che a sua volta farà le assegnazioni nel luglio del 2013. In lizza per i giochi del 2020 ci sono Tokyo, Istanbul, New Delhi e Doha.

Il camerunense non ha scordato il clima del Camp Nou

Il presidente del Napoli: “Con Mazzarri stiamo studiano i piani”

Eto’o: “Barcellona, se segno non esulto”

De Laurentiis: Candreva e Dossena? Se ne parla”

Un pezzo del suo cuore l’ha lasciato al “Camp Nou” e giocare di fronte al suo vecchio pubblico sarà sempre un’emozione particolare anche perché, a Barcellona ha “più ricordi belli che brutti”. Samuel Eto’o non vede l’ora di ritrovare i vecchi compagni, “perché - confessa all’emittente catalana RAC1 - quando sono andato all’Inter ho pensato che non avrei mai più giocato al Camp Nou. Non ho alcun sentimento di rivincita o rancore, sono andato via con la coscienza a posto. Ma anche se i miei colori sono quelli del Barca e del Maiorca,

“Inler e Candreva? Si parla, ma si parla sempre. A sentire voi giornalisti, ogni giorno accadono un milione di transazioni”. Così Aurelio De Laurentiis ha risposto a chi gli chiedeva a che punto fosse la trattativa per portare a Napoli i due giocatori dell’Udinese. “Con Pozzo c’è amicizia ormai da anni - ha aggiunto il presidente del Napoli, al suo arrivo in Lega Calcio - abbiamo finalizzato l’affare Quagliarella, stavamo finalizzando Di Natale, ma la moglie ha detto che non voleva venire a Napoli. Per il resto, tante voci che voi inventate e nelle quali a volte ci ca-

ora gioco con l’Inter”. Quasi una ‘minaccia’ quella dell’attaccante camerunense, ancora alla ricerca del suo primo gol in Champions con i nerazzurri. La sfida col Barca potrebbe essere l’occasione giusta ma “mai -

SAMUEL ETO’O

aggiunge - festeggerei un gol al Camp Nou. Segnarlo è una cosa, perché il mio lavoro, ma festeggiarlo no”. I tifosi blaugrana non l’hanno dimenticato e anche se non sa che accoglienza lo attende, “se potessi abbraccerei ogni spettatore del Camp Nou, uno per uno”, continua Eto’o, che parla poi di Mourinho. “È incredibile come persona e ho conosciuto pochi allenatori come lui - conclude -. È un piacere essere ai suoi ordini, è molto passionale ma è anche una grande persona, non è un ‘duro’ come pensavo prima di conoscerlo”.

AURELIO DE LAURENTIIS

sco anch’io”. “Io credo - ha proseguito - che Candreva sia un giocatore che obiettivamente piace a tutti. Poi, se Candreva rientra nelle esigenze e nei desideri del Napoli, questo lo deve stabilire anche Mazzarri in un contesto di crescita dove

l’allenatore sa quel che deve fare”. E di Dossena ha già parlato con Mazzarri? “Abbiamo parlato di Dossena, di Molinaro, abbiamo parlato di non prendere nessuno a gennaio e di inventarci altre cose nuove che possono venire da altri continenti.... Non escludo nulla”. Secondo De Laurentiis quella di domenica contro la Lazio sarà per il Napoli una partita “molto complessa. Noi abbiamo Aronica che non gioca e qualcun altro che non è proprio in ordine, come del resto sarà anche nella Lazio. Ma non vi diremo mai con quale formazione scenderemo in campo”.


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CONTROCOPERTINA - SPORT

L’ITALIANO SABATO 21 NOVEMBRE 2009

Mondiali: ecco la nazionale degli esclusi Da Arshavin a Ibrahimovic, da Cech a Shevchenko: sono tanti i campioni che non saranno presenti a Sudafrica 2010 perché già eliminati. Ruolo per ruolo, vi proponiamo una selezione di grandi firme, di stelle del calcio che guarderanno il Mondiale soltanto in tv MARA DE GAETANO

MILANO - i potrebbe chiamare la compagnia degli esclusi. Bravi lo sono, tanta esperienza internazionale, il talento non manca. Ma il peccato è originale: molti sono tesserati con Federazioni poco competitive a livello internazionale; altri non sono riusciti a strappare il pass per Sudafrica 2010. Insieme formano una Nazionale degli esclusi ricca di stelle: 3 portieri, 7 difensori, altrettanti centrocampisti e 6 attaccanti. Un organico virtuale di 23 calciatori. In una selezione dev’esserci un allenatore: il c.t. che più di tutti mancherà quest’estate in Sudafrica è Giovanni Trapattoni. PORTIERI — La certezza

si chiama Petr Cech. La maglia numero 1 si cuce dietro le spalle del portiere della Repubblica Ceca e del Chelsea. In panchina, la dodici è dell’irlandese Shay Given, da gennaio portiere del Manchester City. Mentre per il terzo posto, convocazione per il russo Igor Akinfeev, vice capitano del Cska Mosca, che a soli 23 anni ha vinto già 3 titoli nazionali. DIFENSORI — L’esperienza non manca, il tasso tecnico è di medio livello. Prima le fasce. A destra, l’interista Cordoba (Colombia) e John O’Shea (Irlanda) del Manchester United; a sinistra una cop-

pia tutta “italiana” con il nerazzurro Chivu (Romania) e il giallorosso Riise (Norvegia). Per le tre maglie da consegnare ai difensori centrali, ecco nomi piuttosto affidabili: l’ucraino Chygrynskiy (pagato dal Barcellona 27 milioni), il belga Thomas Vermaelen (passato quest’anno dall’Ajax all’Arsenal, e difensore con il vizio del gol: già 5 centri in questi stagione) e il

finlandese Sami Hyypia (ex Liverpool, adesso al Bayer Leverkusen). CENTROCAMPISTI — Muscoli e tecnica. Ma soprattutto tanta fantasia. La potenza è assicurata dallo juventino Sissoko (Mali), che appena rientrerà dall’infortunio sarà un giocatore si sicuro affi-

damento, il fosforo da Fletcher (Scozia) e Modric (Croazia), la velocità da Z h i r k o v (Russia) e Yossi Benayoun (Israele, di proprietà del

qui la compagnia, d’oro e di talento, degli esclusi, molti dei quali con stipendi elevati e testimonial pubblicitari di grido. Ci sono anche i senza speranza: le loro Nazionali partiranno per Sudafrica, ma loro hanno molte chance di restare a casa. Qualche esempio? Il primo è sulla bocca di tutti: l’azzurro

Francia-Irlanda, Henry insiste: «Era meglio rigiocare la partita» PARIGI - Oggi l'Uefa ha omologato il risultato di Francia-Irlanda, gara di ritorno dei playoff qualificazione ai Mondiali di Sudafrica 2010, gara che ha dato la qualificazione ai transalpini ma con grandi polemiche in seguito al goal segnato da Gallas grazie ad un assist propiziato con la mano da parte di Thierry Henry.Un gesto anti-sportivo che lo stesso attaccante francese ha oggi ammesso di aver commesso. E proprio le dichiarazioni di Henry hanno dato modo alla FAI, la Federcalcio irlandese, di tornare alla carica con una richiesta di ripetizione della partita.Gli irlandesi chiedono alla Federcalcio francese di supportarli in tale richiesta, considerato che il tocco di mano volontario non solo è stato reso evidente dalle immagini televisive ma è stato ammesso dallo stesso protagonista."La Federazione francese - si legge nel comunicato della FAI - si unisca, insieme ai capitani di entrambe le squadre Thierry Henry and Robbie Keane, nella richiesta alla Fifa di ripetere la partita". Giovanni Trapattoni non aveva dubbi: l'Irlanda deve mettersi il cuore in pace. La Fifa ha infatti respinto la richiesta della Federcalcio irlandese di far ripetere la sfida di mercoledì contro la Francia. In una nota pubblicata sul proprio sito, la Fifa spiega che "il risultato dell'incontro non può essere cambiato e il match non può essere ripetuto. Come è chiaramente citato nelle regole del calcio, durante le partite, le decisioni sono prese dall'arbitro e queste decisioni sono definitive". Insomma, il gesto di Thierry Henry fa parte degli incidenti di percorso del gioco del calcio. Curiosa tempistica, poi, per la diffusione di un comunicato dell'attaccante francese che, dopo la decisione Fifa, a Sky Sports News ha mandato la sua riiflessione: "Rigiocare la partita sarebbe stata la soluzione più equa, ma non è una decisione su cui ho alcun potere". "Ovviamente sono imbarazzato per il modo in cui abbiamo vinto e mi spiace davvero per gli irlandesi che avrebbero meritato di essere in Sudafrica", ha scritto in inglese. "Ma non sono un truffatore e non lo sono mai stato. È stata una reazione istintiva, la palla è arrivata velocissima in un'area di rigore affollatissima. Tra l'altro non ho mai negato di aver controllato la palla con la mano. L'ho detto ai giocatori irlandesi, all'arbitro e ai giornalisti dopo la partita". FIFA COI PIEDI DI PIOMBO — La Fifa avanza coi piedi di piombo sulle eventuali conseguenze per arbitro e giocatore. "L'operato dell'arbitro verrà esaminato dalla commissione arbitri, ma si tratta di una procedura normalissima, che riguarda qualsiasi direttore di gara. È estremamente prematuro fare pronostici su una eventuale sanzione", ha comunicato la federcalcio mondiale. Per quanto riguarda una possibile sanzione ai danni di Thierry Henry, la posizione è la stessa: "La commissione disciplinare è un organo indipendente. Deciderà se interessarsi al caso o meno. Comunque esiste la possibilità di sanzionare un giocatore per comportamento antisportivo sulla base di immagini video". Al Mondiale 1994, per esempio, Tassotti subì una lunga squalifica per una gomitata allo spagnolo Luis Enrique sfuggita all'arbitro. E anche Materazzi venne squalificato dalla Fifa per aver provocato Zidane durante la finale del Mondiale 2006.

Liverpool), per la fantasia ci pensano J o v e t i c (Montenegro), sulla strada della completa esplosione quest’anno a Firenze, e Valencia (Ecuador), dal primo luglio al Manchester United. ATTACCANTI — Sei uomini da sogno nel reparto avanzato, per i quali molti presidenti di club farebbero una follia. Ibrahimovic del Barcellona (Svezia) è la stella, Shevchenko della Dinamo Kiev (Ucraina) il rigenerato, poi i colpi di genio di Arshavin dell'Arsenal (Russia), Dzeko del Wolfsburg (Bosnia) e Mutu della Fiorentina (Romania), e la classe di Berbatov del Manchester United (Bulgaria). FANTASMI — Fin

Antonio Cassano, fuori dal progetto-squadra di Lippi; altri, come Vieira e Trezeguet, rapporti chiusi con Domenech; il madridista Raul, out dalla Spagna campione d’Europa. Al massimo saranno tormentoni per i c.t., o fantasmi a spasso nelle emittenti tv di mezzo Mondo. La sostanza non cambia. Anche per loro c’è difficoltà a trovare un biglietto aereo per Sudafrica 2010. L’IRLANDA SPERA L’Irlanda non si arrende. E dopo avere visto respingere dalla Fifa la prima richiesta di ripetere la gara contro la Francia, torna alla carica con una nuova petizione al massimo organo del calcio mondiale. Il pretesto sono le parole di Thierry Henry, autore del fallo di mano che ha portato al gol di William Gallas e alla conseguente qualificazione dei transalpini a Sudafrica 2010: «La soluzione più giusta sarebbe ripetere il match» ha detto il capitano dei Bleus. La Federcalcio irlandese ha colto la palla al balzo, invitando la Federcalcio francese «a chiedere insieme alla Fifa di giocare una nuova partita che preserverebbe l’integrità del calcio nel mondo.


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