L'ITALIANO

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Edizione Da oggi L’Italiano esce in Edizione Balcani ed è con distribuito BALCANI col quotidiano Libertas

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Edizione Sudamerica

21 NOVEMBRE 2009 - Anno III - Numero 212 QUOTIDIANO DELL’ITALIA NEL MONDO www.litaliano.it Italia 0,50 euro - Argentina 1 peso - Albania 10 lekë masto uccisoSABATO e altri tre sono stati poral maggiore Alessandro Di Lisio, Uno dei transessuali coinvolti nel "caso Marrazzo" è stato trovato morto nella sua abitazione. uattro mesi. Il dolore dei familiari

Accanto al cadavere, seminudo, c'erano due valigie chiuse, come se il trans fosse in procinto a pag. 3 di partire. Ma potrebbe trattarsi di una messinscena. C'era anche una bottiglia di whisky. I vigili del fuoco sono stati chiamati per un incendio che si stava sviluppando nelle cantine di una palazzina in via Due Ponti, intorno alle alle 4.16 di stanotte. Il corpo era carbonizzato

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ITALIANO

a te

QuiArgentina Finalmente potrebbero avere un volto i killer del poliziotto Marcelo De Bernardi ucciso a colpi di pistola nella località di Caballito

a pag. 4

ItalianinelMondo

La crisi e la recessione imperversano ma il made in Italy resta ben saldo. ag. 6 Lo stile italiano nel mondo non perde colpi pag. 5

TROVATO MORTO IL TRANS BRENDA

Sport

Secondo la stampa spagnola il Barcellona non molla Ibrahimovic. Pronti cinquanta milioni di euro più il cartellino di Eto’o a pag. 8

QuiItalia

QuiBalcani

QuiBalcani

L’Unione Europea adesso pone un ultimatum per la questione del nome macedone

Il Consiglio per l'attuazione della pace della Bosnia ha rinviato la decisione sulla chiusura dell’OHR

alla pag. 4

Il Presidente del Consiglio archiviata la questione sul voto anticipato adesso torna a parlare di Riforme. Berlusconi: «La priorità è la giustizia»

a pag. 2

QuiMondo Critiche e polemiche nei confronti

alla pag. 5 della decisione della Ue su

Van Rompuy e Ashton: nomi di basso profilo

pag. 6

Sport Scopriamo chi sono gli esclusi eccellenti del mondiale 2010 che è alle porte. Ibrahimovich e Shevchenko restano a casa alla pag. 8


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L’ITALIANO SABATO 21 NOVEMBRE 2009

POLITICA ITALIANA

Governo, parla il premier IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO TORNA A PARLARE DI RIFORME. NAPOLITANO: “RISPETTARE GLI EQUILIBRI COSTITUZIONALI”. CHITI: “CARTA NON INTOCCABILE”

Silvio Berlusconi non ha dubbi: "La riforma della giustizia occupa un posto prioritario". Nel giorno in cui, archiviata l'ipotesi di elezioni anticipate, si torna a parlare di riforme, anche sulla base dell'ipotesi bipartisan su cui dovrebbe cominciare a lavorare il Senato, il presidente del Consiglio sottolinea: "È indispensabile una riforma costituzionale della giustizia, che porrà in condizioni di effettiva parità l'accusa e la difesa nel processo. La fiducia degli elettori ci impone di portare a termine gli impegni presi per una giustizia veramente imparziale, più giusta ed efficiente". Sul tema interviene anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ritiene necessari "sereni contributi al delicato confronto in atto su come migliorare e rendere efficiente un servizio pubblico fondamentale, quale è quello della giustizia, nel rispetto degli equilibri costituzionali". Anche per il presidente del Senato, Renato Schifani: "Riformare la giustizia è un compito alto e difficile, non dobbiamo e non possiamo arroccarci su posizioni precostituite. Non servono e non possono essere eretti muri che impediscono il libero confronto. A ciascunoverrà chiesto di fare la propria parte e noi siamo pronti a farla". Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini quando si

CAMPANIA

Berlusconi: “Priorità alla giustizia” Cosentino è sicuro: “Presto l’archiviazione”

NICOLA COSENTINO

SILVIO BERLUSCONI

parla di riforme "occorre riscoprire e valorizzare il sentimento di una comune appartenenza", così accadde con la Costituzione, quando "si ebbe la consapevolezza" della realizzazione del "perimetro della casa comune di tutti gli italiani". Il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, sottolinea: "Nelle riforme bisogna ricercare la condivisione ma non si può impedire la decisione. Il Pdl ha un'attenzione prioritaria sulle riforme e ritiene che l'elezione diret-

ta dei vertici di governo, la riduzione del numero dei parlamentari, il federalismo, la giustizia e altri temi, siano maturi". Dall'opposizione il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti (Pd), nota: "La nostra Costituzione è valida, attuale, fondamentale per la coesione di un Paese sempre più pluralista, ma non è certo intoccabile. Si può aggiornare e i cambiamenti devono esser fatti attraverso intese molto ampie e non dalle sole maggioranze del momento e de-

vono essere coerenti con le linee guida della prima parte" della Costituzione stessa. Secondo il capogruppo dell'Italia dei valori alla Camera, Massimo Donadi: "Il fatto che la riforma della giustizia sia una priorità per Berlusconi la dice lunga sui veri interessi del premier: evitare i processi e garantirsi l'impunità. La priorità per tutti gli altri paesi del mondo in questo momento è affrontare la crisi economica, mentre in Italia il governo è immobile".

“Credo che tra qualche giorno questa vicenda sarà archiviata. Si tratta di un esempio di cattivo rapporto tra giustizia e politica che in questo momento è ai minimi storici”. Lo afferma Nicola Cosentino, sottosegretario all'Economia e candidato in pectore alla regione Campania, parlando con i cronisti in Transatlantico a proposito della richiesta di custodia avanzata dai magistrati campani. Il sottosegretario ripercorre tappa per tappa tutta la vicenda criticando il fatto che “il pentito delinquente di turno possa condizionare non

solo quello che accade sul territorio ed influenzare le persone. Quando ho saputo la notizia mi sono recato presso gli uffici della procura per sapere come mai questioni poste sotto il segreto sia state rese pubbliche. Sono stato mediaticamente massacrato. Ho inoltre più volte espresso - aggiunge - la disponibilità a chiarire per contribuire a far emergere la verità visto anche il ruolo che ricopro. Non ho mai ricevuto risposta, anzi, ogni volta che i miei avvocati lo hanno chiesto è stato risposto loro che non c'era motivo per ascoltarmi”.

L’allarme sui crediti lanciato dal presidente dell’Abi L’ad al processo per l’equity swap per il Lingotto

Faissola: “Sistema bancario in perdita di 20 miliardi nel 2009”

Marchionne: “Senza Ifil non sarei di certo rimasto in Fiat”

Le perdite sui crediti per il sistema bancario italiano a fine 2009 potrebbero raggiungere i venti miliardi di euro. Lo ha detto il presidente dell'Abi, Corrado Faissola, nel suo intervento alla riunione dell'Associazione Banche Estere in Italia, ieri mattina a Milano. "Non ci attendono mesi facili - ha detto Faissola - di questo dobbiamo essere consapevoli". In particolare, Faissola ha citato il problema delle sofferenze:

"Dopo il convertendo l'azionista di riferimento sarebbe cambiato. Io avevo ricevuto indicazioni piuttosto chiare che ci sarebbero stati cambiamenti nella presidenza e nella dirigenza e in quelle condizioni non sarei rimasto in Fiat". Lo ha detto l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, sentito ieri a Torino al processo in corso per l'equity swap con cui Ifil riuscì a mantenere il controllo del 30% del Lingotto nonostante l'esercizio del pre-

"da molti mesi - ha spiegato - il nostro sistema sta registrando una crescita delle sofferenze. A settembre 2009 le sofferenze lorde sono risultate pari a 55 miliardi di euro, in crescita del 25% su base annua, pari a oltre il 3% degli impieghi. Nel primo semestre 2009 - ha aggiunto - le rettifiche di valore netto per deterioramento dei crediti sono state pari a oltre nove miliardi". A quanto risulta dai dati preliminari rela-

BANCHE IN PERDITA

tivi alle undici maggiori banche italiane nei primi nove mesi del 2009, Faissola ha spiegato che tale dato è arrivato a "11 miliardi". "A fine anno - ha concluso - temo che non saremo lontani dal traguardo, che non ci auguriamo di raggiungere, di venti miliardi".

stito convertendo da parte delle banche creditrici. "L'unico obiettivo di Fiat ha detto ancora Marchionne - era avere un azionista di riferimento, che ci avrebbe dato la possibilità di completare il piano. E lo avevamo individuato in Ifil. Tutto il resto - ha aggiunto rispondendo alle domande in aula Lehman Brothers, lo spezzatino, non avrebbe potuto fare lo stesso. Tutte le altre ipotesi non avevano lo stesso obiettivo di noi e Ifil, tutti gli altri non lavorava-

SERGIO MARCHIONNE

no per Fiat"."Non c'era nemmeno una banca al mondo - ha aggiunto ancora l'amministratore delegato di Fiat - che stava lavorando per i fatti suoi per cercare di trovare una soluzione".


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ATTUALITA’

Trovato morto il trans Brenda Il corpo del transessuale Brenda, coinvolta nella vicenda di Piero Marrazzo, è stato trovato carbonizzato all'interno di un appartamento in via Due Ponti a Roma. I vigili del fuoco della capitale sono stati chiamati per un incendio che si stava sviluppando all'interno delle cantine di una palazzina in via Due Ponti alle 4:16 della notte scorsa. Arrivati sul posto alle 4:33 i hanno trovato il corpo della viado ormai carbonizzato all'interno del suo appartamento. Immediato l'intervento della polizia scientifica. La transessuale brasiliana coinvolta nel caso che ha portato alle dimissioni dell'ex presidente della Regione Piero Marrazzo per i rapporti che avrebbe intrattenuto con lui, era stata ascoltata in procura a Roma, come testimone, nell'ambito dell' inchiesta sul presunto ricatto ai danni dell'ex presidente della Regione Lazio il 2 novembre scorso. L'audizione del viado svolta di fronte al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli doveva chiarire tra l'altro, la questione dell'esistenza di un secondo video in cui apparirebbe Marrazzo e del quale hanno fatto cenno alcuni transessuali. Pochi giorni dopo, il 9 novembre, Brenda era ri-

TERRORISMO

Un caso inquietante IL CORPO DEL VIADO COINVOLTO NEL CASO MARRAZZO RINVENUTO CARBONIZZATO NEL SUO APPARTAMENTO APERTO UN FASCICOLO PER OMICIDIO VOLONTARIO

IL TRANS BRENDA

masta coinvolta in una rissa dalla quale era uscita con ferite al volto. Era stata fermata dai carabinieri in via Biroli, sulla via Cassia. I militari in quell'occasione dovettero difendersi perché la trans dava in escandescenza. In quell'occasione gli era stato anche rubato il telefono cellulare. Per la morte del trans Brenda la procura di Roma intende procedere per il reato di omicidio volontario. Ben quattro magistrati hanno effettuato ieri mattina il sopralluogo presso l'abitazione dove è stato tro-

La famiglia di Battisti: “Temiamo il suicidio”

CESARE BATTISTI

vato il corpo del trans: si tratta del pm Pierluigi Cipolla (che era di turno esterno), del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani (che ha la delega per gli omicidi) e dei due che indagano sul caso Marrazzo, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Rodolfo Sabelli. Stando a quanto accertato, la casa di Brenda, posta in un seminterrato, era costituita da una stanza di 10 mq, una zona soppalcata di 8 mq (dove è stato trovato il cadavere) e un piccolo bagno. C'è un giallo nel giallo nella

morte di Brenda. La Squadra mobile ha sequestrato un computer nell'appartamento del transessuale brasiliano, un computer pieno d'acqua, immerso nel lavandino. I Vigili del Fuoco, intervenuti per domare l'incendio, hanno operato in una zona diversa da dove era il computer e solo in una ristretta area. Dunque, chi ha riempito d'acqua il computer? Forse la stessa persona che ha causato l'incendio e che non voleva far perdere i dati contenuti nella memoria del pc.

"La paura maggiore è che Cesare faccia davvero quello che dichiara da tempo, scegliendo di togliersi la vita piuttosto che rientrare in Italia". Parole di Vincenzo Battisti, fratello maggiore di Cesare, rilasciate al quotidiano di Latina 'La provincia’ dalla sua casa di Sermoneta, dove la famiglia Battisti vive ormai da anni. Un'intervista rilasciata a margine del verdetto della Corte Suprema che ha concesso l'estradizione all'ex terrorista italiano. "Il verdetto della Corte Suprema

era un'ipotesi che avevamo largamente preso in considerazione, sebbene fino all'ultimo non smettiamo di sperare nella posizione del presidente Lula". La possibilità di concedere o meno l'asilo politico a Cesare Battisti, resta ora infatti nelle mani del presidente brasiliano. "Siamo convinti che Cesare sia innocente - ha dichiarato - Ci sono criminali impuniti, anche di altre parti politiche, latitanti, che si sa dove si trovano, ma nessuno va a prenderli. Invece Casare sta pagando per tutti".

Il gruppo americano comunica il blocco produttivo dello stabilimento del Sulcis Iglesiente: a rischio circa duemila posti di lavoro

Sardegna: chiude l’Alcoa, lavoratori in protesta L'Alcoa ha annunciato la chiusura dello stabilimento di produzione primaria dell'alluminio a Portovesme, nel Sulcis Iglesiente. Lo hanno reso noto i delegati sindacali della fabbrica che ieri sono stati ricevuti dal presidente della Regione Ugo Cappellacci per esaminare una possibile risposta ad una decisione che, se verrà confermata, mette a rischio mille posti di lavoro diretti e altrettanti dell'indotto. I lavoratori di Alcoa si sono riversati davanti ai cancelli dello stabilimento. Per iniziative di mobilitazione e protesta. Il possibile blocco della produzione, dopo che nella riunione al ministero dello Sviluppo economico di giovedì scorso era stato annunciato che gli im-

GLI STABILIMENTI DELL’ALCOA

pianti sarebbero rimasti in funzione, è stato paventato dall'amministratore delegato di Alcoa Italia, Giuseppe Toia. Il ma-

nager, parlando in videoconferenza con i lavoratori, aveva smorzato gli entusiasmi affermando secondo quanto riportato

dai sindacati - che non era stato formalizzato alcun provvedimento per l'allineamento delle tariffe energetiche italiane alla

media europea. Sempre secondo quanto riferito dai rappresentanti dei lavoratori, il 17 novembre è scaduta la tariffa specia-

le di 27 euro a MGh e si è tornati ai 68 euro a Mgh in quanto non è stata adottata la delibera dell'autorità dell'energia per il prolungamento del regime speciale. Ieri Alcoa ha comunicato la decisione della chiusura degli stabilimenti. No si sa quando diventerà operativa ma, da quanto si è appreso, è stato deciso il blocco degli ordinativi dal primo dicembre. I lavoratori si sono riversati nel piazzale della fabbrica e hanno bloccato l'ingresso con dei pesanti tubi di alluminio. Anche le strade d'ingresso allo stabilimento sono state presidiate. È stata anche occupata la direzione dello fabbrica e si è tenuta un'assemblea di tutti i dipendenti.


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L’ITALIANO SABATO 21 NOVEMBRE 2009

L`Unione Europea ha rivolto al Governo macedone una sorta di "ultimatum" o "avvertimento" chiedendo di sfruttare le prossime settimane per risolvere la controversia del nome con la Grecia. L`ultima proposta del mediatore ONU Nimetz, "Repubblica del Nord di Macedonia", secondo il governo di Atene potrebbe essere una base per la continuazione delle negoziazioni sul nome, ma Skopje ha ancora dei dubbi

L’UE pone un ultimatum per la questione del nome macedone ALKETA ALIBALI

BRUXELLES - L`Unione Europea ha rivolto di recente un appello nei confronti del Governo macedone chiedendo di sfruttare le prossime settimane per risolvere la controversia del nome con la Grecia. Questa sorta di "ultimatum" o "avvertimento" è stato rilasciato attraverso l`ufficio del rappresentante dell'UE a Skopje. Secondo le osservazioni espresse dagli ufficiali europei, la questione della soluzione del nome viene seguita con estremo interesse, tale che l`UE ha valutato che il Governo di Skopje deve trovare un modo per risolverla nelle prossime settimane. Il Presidente dell'Unione Europea, Carl Bildt, ha espresso che la via più sicura per la soluzione della controversia è che i Premier dei due Paesi, George Papandreou e Nikola Gruevski, si incontrino allo stesso tavolo, partecipando a delle negoziazioni dirette a porre fine ad un problema che da 18 anni rende difficile i rapporti bilaterali tra i due paesi. “Ritengo che sia importante che tra i due Primi Ministri si discuta direttamente e con il necessario appoggio tecnico del mediatore delle Nazioni Unite, ma innanzitutto ritengo essenziale un dialogo diretto politico tra Skopje ed Atene", ha affermato Carl Bilt per la Deutsche Welle. Bildt confida molto nella possibilità di un compromesso tra la Grecia e la Repubblica macedone, fino al prossimo incontro dei Ministri degli esteri dell'UE del 7 dicembre. "Questa è una questio-

ne bilaterale, ma penso che sia affrettata la conclusione dei media secondo cui la situazione è così grave. Essa si può risolvere in modo bilaterale, vi è un mediatore dell'ONU e va appoggiato. Ho parlato sia con Gruevski che con Papandreou sull'importanza della questione, penso che entrambi sanno quanto sia importante. Vi una volontà politica di raggiungere un progresso, ora vi è una buona possibilità di invitare Atene e Skopje ad investire in tali sforzi", ha detto Bildt. Dello stesso parere è il Commissario Europeo per l`allargamento Olli Rehn, che ritiene possi-

bile raggiungere una soluzione entro questo periodo di tempo. "Questa è un'ipotesi reale, sulla quale occorre impegnarsi per risolvere il problema e toglierlo dall'ordine del giorno", ha detto Rhen. La parte greca, intanto, per chiarire la propria posizione sul contesto del nome, ha preparatp un documento non ufficiale, in cui presentata tutti i punti che devono essere accettati da parte di Skopje, nel caso essa voglia risolvere la controversia. I dettagli del piano greco, riesaminato dal équipe del Premier Papandreou sono

stati recentemente pubblicati dal quotidiano greco "Etnos". L`identità nazionale, la lingua, i toponimi, i codici internazionali, i nomi delle istituzioni, i libri e i dati ufficiali, nonchè materiali e vari documenti statali a livello interno ed estero, sono stati inclusi nel documento greco, sottoposto all'attenzione del capo di Stato macedone. Su tutti i punti, la parte greca chiede il cambiamento includendo anche il nome come priorità. Così la Grecia chiede di non usare l'aggettivo "macedone", includendo l`identificazione dell'identità, della lingua, delle istitu-

zioni e di tutta l`ampia gamma dei documenti e dati ufficiali. Atene propone che, dopo la scelta di un nome accettabile a contenuto geografico, va regolata anche la questione delle denominazioni interne ed esterne in Macedonia, partendo dunque dall'identità. Atene perciò chiede che, in considerazione della multietnicità del Paese, usi dei sostantivi che vanno a sostituire l'aggettivo macedone. Dunque, se ad esempio il nome sarà "Macedonia del Nord", allora i cittadini si chiameranno cittadini della Macedonia del Nord e non "macedoni del nord". Il

Premier Gruevski non ha pubblicato le richieste greche in maniera dettagliata, lasciando intendere il loro contenuto in modo non chiaro. Secondo quanto dichiarato dal Vice Ministro degli Affari Esteri della Grecia, Dimitris Drucas, l`ultima proposta del mediatore Nimetz "Repubblica del Nord di Macedonia", potrebbe essere una base per la continuazione delle negoziazioni sul nome. Drucas, nel suo tour in vari paesi balcanici, tra cui l`Albania, Serbia, Bosnia Erzegovina e Montenegro, ha escluso Skopje. Da parte loro, i deputati della Macedonia, con un documento ufficiale, respingono l`ultimatum politicodiplomatico dell'UE e dei suoi ambasciatori per il cambiamento del nome costituzionale entro il 7 dicembre, in cambio dell'adesione, al momento comunque incerta. Il Movimento Popolare per la Fyrom-Macedonia, di Janko Bacev, ha inviato una dichiarazione congiunta al Parlamento, nel quale si afferma che “con le pressioni unilaterali, esercitate solo sulla Macedonia, a rinunciare al proprio nome in cambio dell'ordinaria promessa dell'UE, vengono profondamente sottovalutati i suoi cittadini, mentre il Paese viene messo in una posizione non invidiabile, sottomessa e con la dignità distrutta", ha dichiarato Bacev. Egli sottolinea che "nessuno ha il diritto di accusare uno Stato e contestare il suo nome nazionale, che è un diritto sovrano della scelta di ciascun popolo".

Kosovo: la coalizione governativa Il tribunale dell’Aja nomina un PDK-LDK annulla la divisione difensore d’ufficio per Karadzic PRISTINA - La coalizione governativa del Kosovo, tra il Partito democratico (PDK) e Lega Democratica (LDK) di Fatmir Sejdiu ritira la minaccia di dissoluzione, dopo che il partito di Hashim Thaci aveva annunciato ieri la sua divisione. Motivo di tale spaccatura interna sembra essere l'accordo unilaterale che l'LDK aveva stretto con l'Alleanza per il Futuro del Kosovo di Ramush Haradinaj, per i comuni di Prizren e Gnjilane. Thaci si è astenuto da qualsiasi commento circa le conversazioni telefoniche tra i funzionari del PDK e LDK, durante il quale sarebbe stato deciso che Fatmir Sejdiu non sarà più presidente, ma sarà sostituito dall'imprenditore kosovaro Beghjet Pacolli. E' stato anche annunciato che si sarebbe formata una nuova coalizione tra il PDK e l'AKR-LDD di Beghjet Pacolli e i partiti di minoranza. L'accordo in questione avrebbe dovuto essere firmato oggi, ma è intervenuto il ritiro della scissione interna, come reso noto ufficialmente dal PDK attraverso un comunicato stampa. "Il partito rimane fortemente impegnato per la stabilità funzionale delle istituzioni centrali della Repubblica del Kosovo e il processo della costruzione dello stato. Le elezioni locali del 15 novembre, libere, democratiche e con ampia partecipazione, non possono incidere sul buon funzionamento delle istituzioni centrali: il Parlamento, al Presidente e al Governo della Repubblica del Kosovo", riporta un nota ufficiale del partito di Thaci, precisando che ci sarà una seria ricostruzione del Governo di Pristina.

L'AJA - Il Tribunale dell'Aja ha nominato l'avvocato inglese Richard Harvey come rappresentante d'ufficio per il processo dell'ex presidente serbo Radovan Karadzic. Lo annunciano i media olandesi, citando fonti vicine al Tribunale. Il Consiglio di tribunale ha ordinato al Segretario della Corte di nominare un "avvocato stand-by" per Karadzic, che entrerebbe in causa qualora questi decidesse di nuovo di non presentarsi in aula quando il processo inizierà il prossimo 1 Marzo 2010. A Karadzic è stato dato il diritto di continuare a difendersi dalle accuse di genocidio, crimini contro l'umanità e violazioni delle leggi e delle usanze di guerra durante la guerra in Bosnia-Erzegovina. Harvey ha precedentemente lavorato sui casi del tribunale per il Ruanda, e al tribunale dell'Aja è stato rappresentante per gli albanesi che sono stati accusati di crimini compiuti come membri dell'Esercito di liberazione del Kosovo. Harvey si è proposto volontariamente per lavorare sul caso di Karadzic. L'imputato, la settimana scorsa, ha chiesto l'autorizzazione per presentare ricorso al Tribunale nei confronti della decisione di nominare un avvocato e ha chiesto di spiegare su quale base il giudice ha ritenuto che tre mese sarebbero stati sufficienti per prepararsi al lavoro "su un caso così complesso". Il giudice non si è ancora pronunciato sul ricorso mentre ha nominato il legale che dovrà supplire Karadzic, come riportato da Radio Free Europe.


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Il Consiglio per l'attuazione della pace della Bosnia Erzegovina (PIC) ha rinviato la decisione sulla trasformazione o la chiusura dell'OHR perchè “non ancora soddisfatte le condizioni e gli obiettivi fissati”. La riforma costituzionale non è una condizione ma resta importante

L’OHR resta in Bosnia: nessun progresso FULVIA NOVELLINO

SARAJEVO - Il Consiglio di amministrazione del Consiglio per l'attuazione della pace della Bosnia Erzegovina, nella sessione di due giorni a Sarajevo, non ha preso alcuna decisione in merito alla trasformazione o la chiusura dell'OHR. Nel comunicato, diramato dopo la seduta, viene specificato che gli ambasciatori convenuto alla seduta hanno sostenuto gli sforzi nel processo di liberalizzazione del regime dei visti, la redazione dell'elenco delle proprietà statali, così come le tematiche inerenti alla riforma della Costituzione della BiH. Il Consiglio per l'attuazione della pace, ha accolto con favore i progressi significativi che le autorità della Bosnia-Erzegovina hanno raggiunto recentemente per compiere le condizioni per la liberalizzazione del regime dei visti. Esso incoraggia ulteriori sforzi nella realizzazione di tale obiettivo, e ha sottolineato l'importanza delle autorità della Bosnia-Erzegovina nel quadro dell'attuazione dell'Accordo di Stabilizzazione e Associazione con l'Unione Europea, per far fronte alle lacune rilevate nella relazione della Commissione Europea. Alla riunione hanno partecipato il Presidente del Consiglio dei Ministri della Bosnia-Erzegovina e i leader dei sette partiti politici, qual HDZ BiH, HDZ 1990, PDP, SBiH, SDA, SDP BiH e SNSD. Gli ambasciatori del PIC hanno continuato le discussioni sulle prospettive di una transizione dell'OHR, invitando i politici in Bosnia-Erzegovina ad impegnarsi in modo costruttivo nella realizzazione di questo obiettivo e ad astenersi da ogni posizione radicale che possa ostacolare il progresso della BiH verso l'integrazione euro-atlantica. I membri del consiglio del PIC e rappresentanti dei Paesi dell'Unione Europea hanno ribadito che la candidatura della Bosnia-Erzegovina per l'adesione all'UE non può essere affrontata fino a quando esiste l'OHR. Il PIC ha espresso profonda preoccupazione per i progressi insufficienti

nell'attuazione delle autorità della Bosnia-Erzegovina in realizzazione ai cinque obiettivi e due condizioni, che restano essenziali per la chiusura dell'OHR. Esso ha invitato i leader dei partiti politici e le autorità competenti a concludere gli accordi tra i governi di Stato e risolvere la questione sulle strutture militari, nonchè le controversie di proprietà tra lo Stato e gli altri livelli di Governo. A tal proposito, ha elogiato i risultati raggiunti dal team dell'OHR per l'inventario dei beni, che sarà presto completato affinchè possano continuare i negoziati sulla loro distribuzione. "Il Consiglio per l'Attuazione della pace, nel corso della sessione di Sarajevo, non ha preso nessuna decisione in merito alla transizione della sede dell'OHR in Ufficio del Rappresentante speciale dell'Unione europea (EUSR) in Bosnia-Erzegovina, perché i politici non hanno rispettato i cinque obiettivi". Questa la dichiarazione dell'Alto Rappresentante Valentin Inzko. Secondo le sue parole, la comunità internazionale guarda alla chiusura dell'OHR come un passo verso l'obiettivo finale, quando la Bosnia sarà un Paese pacifico, stabile e nel cam-

mino irreversibile verso l'integrazione euro-atlantica. Inzko ha sottolineato che l'unico progresso concreto, che è fatto con l'ultima sessione del PIC, va imputato allo stesso team dell'OHR che, sotto la guida di Jason Taylor, che ha lavorato all'inventario dei beni. Inzko ha annunciato che la lista definitiva delle proprietà immobiliari e delle strutture militari dello Stato sarà completato in un massimo di due o tre settimane. Il Vice Alto Rappresentante Raffi Gregorian, da parte sua, ha detto che non sono state soddisfatte le condizioni per la chiusura della supervisione, intralciate attualmente dalla Republika Srpska. Gregorian ha così osservato che, quando la Srpska rispetterà le decisioni necessarie per il completamento della vigilanza, si prenderanno in considerazione i prossimi passi per la chiusura definitiva di tali organi. Anche se il Consiglio ribadisce che la riforma costituzionale non è una parte degli obiettivi e delle condizioni per la chiusura dell'OHR, alcune modifiche costituzionali sono ancora essenziali per garantire la conformità con la Convenzione europea sui diritti dell'uomo, in conformità agli

impegni assunti nel quadro dell'accordo sulla stabilizzazione e associazione, e per migliorare la funzionalità del Paese nell'attuazione delle aspirazioni europee della Bosnia-Erzegovina. Consiglio per l'attuazione della pace ha accolto con favore l'impegno degli attuali leader politici della Bosnia-Erzegovina ai colloqui sui cambiamenti costituzionali e ha dato loro un incentivo a continuare a rispettare seriamente gli impegni, al fine di raggiungere un consenso politico che permetterà di preparare meglio lo Stato alle sfide future. Il Consiglio di amministrazione ha accolto con favore l'accordo del 6 Novembre 2009 che è stato raggiunto tra i primi ministri delle entità in merito allo sblocco del funzionamento dell'Elektroprenos BH, recuperando così il tempo perso per conformare la struttura alle leggi vigenti. Infine, la Commissione del PIC si congratula con l'Alto Rappresentante e il suo team per il loro contributo alla pace e alla stabilità in BosniaErzegovina. La prossima riunione del comitato direttivo del Consiglio per l'attuazione della pace si svolgerà a Sarajevo il 24 e 25 Febbraio 2010.

Eufor e Bosnia firmano accordo di intesa per il controllo delle armi SARAJEVO - Le autorità della Bosnia e la missione Eufor-Althea hanno firmato giovedì 19 novembre un Protocollo di Intesa per regolare il controllo delle importazioni, esportazioni, transito e il trasporto interno di armi ed equipaggiamenti militari, munizioni, tecnologia duale e materiale nucleare per la Bosnia. Lo stesso accordo conferisce pieni poteri alle Istituzioni bosniache nel settore specifico. Il documento è stato ratificato dal Comandante di Eufor-Althea, Generale di Divisione Stefano Castagnotto ed il Ministro della Sicurezza bosniaco Mijo Kresic, nonchè dal Ministro degli Interni della Republika Srpska, dal Ministro degli Interni della Federazione di BiH, dai Ministri cantonali degli Interni, dal Capo della Polizia del Distretto di Brcko, dal Responsabile dell'Agenzia Statale per il controllo radiologico e sicurezza nucleare. L'evento è stato reso possibile a seguito della recente approvazione della pertinente legislazione. La firma dell'accordo è indubbiamente un risultato di tutto rilievo, raggiunto dopo un processo durato più di cinque mesi e che ha richiesto oltre 70 incontri per perfezionare l'addestramento tecnico degli operatori locali, finalizzare il testo dell'accordo ed adeguare le ITP (Instructions to the Parties). Questo progresso dimostra ancora una volta il proficuo ed intenso rapporto di collaborazione fra EuforAlthea e le Istituzioni locali con il fine ultimo di completare il processo di riforma del sistema di sicurezza del Paese nell'ottica di promuoverne la piena autonomia normativa ed operativa. L'importanza del momento e' stata sottolineata congiuntamente dal Generale Castagnotto e dal Ministro Kresic, che hanno posto in evidenza il risultato raggiunto grazie alla volontà di tutti coloro che sostengono il cammino della Bosnia Erzegovina verso l'integrazione euro-atlantica e ciò è stato reso possibile grazie all'ottimo rapporto di collaborazione tra la European Forse e le controparti locali. “L'evento odierno rappresenta la cessione di responsabilità alle Autorità bosniache dell'ultima delle funzioni esecutive affidate a Eufor-Althea nel settore del Joint Military Affairs, che rimane comunque garante della corretta applicazione della normativa specifica, sulla base del mandato esecutivo recentemente esteso per altri 12 mesi dalla Risoluzione ONU 1895 in data 18 novembre 2009”, ha dichiarato il Comandante di EUFOR in chiusura della cerimonia.

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L’ITALIANO SABATO 21 NOVEMBRE 2009

ESTERI

Unione Europea SCETTICISMO PER LE SCELTE DI VAN ROMPUY ALLA PRESIDENZA E ASHTON ALLA POLITICA ESTERA: “NOMI DI BASSO PROFILO, COMANDERANNO GLI STATI”

Ue, stampa critica sulle nomine Due semisconosciuti, due personaggi oscuri ai cittadini europei, per una scelta di basso profilo di un'Europa che sceglie il compromesso invece del protagonismo: uniforme il giudizio scettico della stampa europea il giorno dopo le nomine dei due leader della Ue, il neo presidente Van Rompuy e l’Alto rappresentante della politica estera Catherine Ashton. E anche la stampa britannica, il cui Paese con la Ashton ha guadagnato un posto da novanta, ammette come si tratti di una scelta oscura, sebbene necessaria in questa fase. Con le nomine di Ashton e Van Rompuy, scrive il Financial Times, “resta aperto l'interrogativo se l'Unione europea abbia davvero scelto i migliori candidati possibili”. Il loro “basso profilo - spiega il quotidiano britannico - lascia intendere che le decisioni più importanti di politica estera saranno ancora nelle mani dei governi nazionali”. Scegliendo “personaggi semisconosciuti con una scelta minimalista”, dice l'Herald Tribune, la Ue si condanna ad un posto marginale sulla scena globale: “La scarsa notorietà dei nominati enfatizza i problemi dell'Europa invece di dimostrare la sua prontezza ad assumere un posto di rilievo sulla scena internazionale”. Dura la stampa tedesca: “Con il nuovo duo l'Europa punta su due sconosciuti e spreca la possibilità di brillare sulla scena mondiale”, dice l'edizione on line di Spiegel. Per Bild “Bruxelles fa una figu-

IL NEO-PRESIDENTE UE VAN ROMPUY

raccia: la Ue cerca reputazione e fama ma si mette d'accordo su due signor Nessuno”. E, si chiede la Frankfurter Allgemeine Zeitung, “Era davvero necessario fare un vertice speciale a Bruxelles per questo risultato?”. I britannici, soddisfatti dall'aver guadagnato un ministro degli Esteri che sarà anche vicepresidente della Commissione, non nascondono che la baronessa laburista e il premier belga siano “due tecnocrati dal basso profilo” (The Guardian), ma è ciò che serve per questa fase, spiegano. Decisamente ostili solo i tabloid euroscettici: per il Daily Mail, “il grande inciucio europeo: un'amica raccomandata laburista viene fatta ministro degli esteri, così che un fanatico federalista può diventare presidente”. Il Sun rimarca come

CATHERINE ASHTON

Un kamikaze si fa esplodere a Farah facendo 17 vittime

Subito dopo l’appello di Karzai torna il sangue in Afghanistan È di 17 morti il bilancio di un attentato kamikaze compiuto a Farah, nel sud-ovest dell'Afghanistan. L'attentatore, in sella a una motocicletta, ha fatto esplodere la carica vicino al capo della polizia provinciale, Faqir Mohammad Askar, rimasto ucciso insieme a due guardie del corpo e a numerosi passanti. In quel momento era in corso il carico di alcuni camion diretti a

Herat. Nella provincia di Farah, vicino al confine con l'Iran, operano le truppe Usa insieme a quelle italiane. La città si trova 200 chilometri a sud di Herat, il capoluogo della regione Ovest a comando italiano. L'attentato arriva all'indomani del discorso di insediamento per il secondo mandato in cui il presidente, Hamid Karzai, aveva assicurato il suo impegno per ga-

rantire la sicurezza del Paese entro 5 anni. Intanto Abdullah Abdullah, l'ex ministro degli Esteri che non aveva voluto partecipare al ballottaggio contro Karzai per timore dei brogli, ha respinto l'appello del presidente per una riconciliazione nazionale. A suo avviso la proclamazione della vittoria di Karzai è illegittima perchè si fonda su una decisione illegale.

ATTENTATO SANGUINOSO A FARAH

la Ashton “non sia mai stata scelta dagli elettori”, ma sempre nominata. E se lo spagnolo El Pais si unisce al coro degli scettici sul nuovo duo (“due figure grigie e di basso profilo”), la stampa francese è divisa. A Parigi, che assieme alla Germania è stata uno dei motori della scelta europea, Le Figaro descrive Van Rompuy come “un uomo discreto, avvezzo all'arte del consenso”. Mentre nel più duro Liberation Van Rompuy diventa “l'anestetico locale, un presidente per fare tappezzeria”. E conclude con una frecciata all'Italia: “Segno dei tempi, i giornalisti italiani, smobilitati dopo la squalifica di Massimo D'Alema, si interessavano soltanto a una cosa: la Francia rigiocherà la partita contro l'Irlanda...”.


PAGINA L’ITALIANO SABATO 21 NOVEMBRE 2009

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SPORT

Domenech: “Perché dovremmo scusarci?” LA FIFA RESPINGE LA RICHIESTA DELL’IRLANDA DI RIGIOCARE LO SPAREGGIO CON LA FRANCIA: “REGOLE CHIARE, LA PAROLA DELL’ARBITRO È DEFINITIVA”

La Fifa ha respinto la richiesta della Federcalcio irlandese di far ripetere la sfida di mercoledì contro la Francia. In una nota pubblicata sul proprio sito, la Fifa fa sapere di aver risposto alla richiesta della Fai, la Federcalcio irlandese, spiegando che “il risultato dell’incontro non può essere cambiato e il match non può essere ripetuto. Come è chiaramente citato nelle regole del calcio, durante le partite, le decisioni sono prese dall’arbitro e queste decisioni sono definitive”. La Federcalcio irlandese aveva chiesto la ripetizione della gara disputata al Saint-Denis, valida come ritorno dei play off europei per la Coppa del Mondo 2010, alla luce del netto fallo di mano di Thierry Henry nell’azione che ha portato, al minuto 103 dei supplementari, al pari di Gallas per il definitivo 1-1, risultato che, sommato al successo dei Bleus a Dublino, ha sancito la qualificazione dei transalpini a spese dell’undici di Giovanni Trapattoni. La Fai, tra l’altro, si era appellata a un precedente: nel 2005, il bureau del Comitato organizzatore della Coppa del Mondo, aveva deciso di invalidare il risultato di un match di qualificazione mondiale tra Uzbekistan e Bahrain sulla base di ‘un errore tec-

GIOVANNI TRAPATTONI

nico commesso dall’arbitro dell’incontrò. In quell’occasione, infatti, il giapponese Yoshida, assegnato un rigore agli uzbeki, aveva annullato la trasformazione per l’ingresso di un giocatore in area per poi, anziché far ripetere il penalty, assegnare una punizione al Bahrain. Intanto Raymond Domenech non ci sta. “In campo non ho visto il fatto di mano. Poi ho visto le immagini ed è stato un errore dell’arbitro. Per me questo è il

calcio, non significa imbrogliare e non capisco perchè dovremmo chiedere scusa”. Intervistato dal sito transalpino “lexpress.fr”, il ct della Francia risponde alla critiche piovute su Henry e sui Bleus per la mano ‘galeotta’ che ha viziato il pari contro l’Irlanda, decidendo di fatto la qualificazione ai Mondiali. “Nessuno si è scusato quando l’arbitro della partita con la Serbia ha espulso il nostro portiere quando non era stato

commesso alcun fallo rincara la dose - Nessuno si è scusato, agli Europei, quando un olandese ha intercettato la palla con la mano e ci è stato impedito di pareggiare. Ai miei occhi, la qualificazione si è giocata nella partita d’andata, cosa che sembra essere stata dimenticata. Non sopporto questo tipo di moralismo”. D’altro canto Domenech dice che è “frustrante e spiacevole perdere una partita per un errore del genere, capisco la rabbia degli irlandesi. Al loro posto anch’io griderei allo scandalo. Ma non faremo harakiri perchè l’arbitro ha sbagliato e stavolta a nostro favore - precisa ancora il ct francese - Sono cose che capitano. Quando l’ha fatto Maradona tutti l’hanno trovato ‘straordinario’ eppure ha segnato di mano. Ci sono due pesi e due misure?”. Domenech insiste sul fatto che “abbiamo vinto a Dublino e non mi sembra sia immorale. Penso che tutta la gente che ama la nazionale francese sia contenta della qualificazione. Io pure, ovviamente, anche se con un po’ d’amarezza perchè la gioia si scontra con la brutta partita che abbiamo giocato, con l’errore dell’arbitro e con la reazione dei media. Ma non capisco perché siamo noi i colpevoli”.

OLIMPIADI 2020

Mondiali, niente seconda chance per Trapattoni Petrucci: “Roma e Venezia le sole candidate italiane”

GIANNI PETRUCCI

Il discorso sulle candidature italiane alle Olimpiadi del 2020 “è chiuso”. Lo sostiene il presidente del Coni, Gianni Petrucci, a margine del convegno ‘Sport, giovani e responsabilità sociale”, in corso nella sede della Fondazione Cariplo a Milano. Secondo Petrucci, “le uniche candidature che portiamo avanti sono Roma e Venezia”. Replicando alle numerose offerte giunte al Coni, tra cui la riproposizione di Bari da parte del suo vicesindaco, le avance fatte da Ravenna e l’ipotesi di Palermo avanzata dal presidente della Regione Sicilia, Petrucci ha affermato che “dobbiamo es-

sere realisti, le candidature le fa il Coni al Cio, le altre città non si devono offendere, è questione di serietà del Paese, non si possono presentare troppe candidature”. Secondo Petrucci, poi, “l’Italia si deve misurare con città come Tokyo, Parigi e Istanbul: serve serietà”. Il Coni deciderà i tempi e le modalità per la candidatura in occasione della riunione del prossimo 15 dicembre, mentre nel 2010 sarà decisa la città da presentare al Cio che a sua volta farà le assegnazioni nel luglio del 2013. In lizza per i giochi del 2020 ci sono Tokyo, Istanbul, New Delhi e Doha.

Il camerunense non ha scordato il clima del Camp Nou

Il presidente del Napoli: “Con Mazzarri stiamo studiano i piani”

Eto’o: “Barcellona, se segno non esulto”

De Laurentiis: Candreva e Dossena? Se ne parla”

Un pezzo del suo cuore l’ha lasciato al “Camp Nou” e giocare di fronte al suo vecchio pubblico sarà sempre un’emozione particolare anche perché, a Barcellona ha “più ricordi belli che brutti”. Samuel Eto’o non vede l’ora di ritrovare i vecchi compagni, “perché - confessa all’emittente catalana RAC1 - quando sono andato all’Inter ho pensato che non avrei mai più giocato al Camp Nou. Non ho alcun sentimento di rivincita o rancore, sono andato via con la coscienza a posto. Ma anche se i miei colori sono quelli del Barca e del Maiorca,

“Inler e Candreva? Si parla, ma si parla sempre. A sentire voi giornalisti, ogni giorno accadono un milione di transazioni”. Così Aurelio De Laurentiis ha risposto a chi gli chiedeva a che punto fosse la trattativa per portare a Napoli i due giocatori dell’Udinese. “Con Pozzo c’è amicizia ormai da anni - ha aggiunto il presidente del Napoli, al suo arrivo in Lega Calcio - abbiamo finalizzato l’affare Quagliarella, stavamo finalizzando Di Natale, ma la moglie ha detto che non voleva venire a Napoli. Per il resto, tante voci che voi inventate e nelle quali a volte ci ca-

ora gioco con l’Inter”. Quasi una ‘minaccia’ quella dell’attaccante camerunense, ancora alla ricerca del suo primo gol in Champions con i nerazzurri. La sfida col Barca potrebbe essere l’occasione giusta ma “mai -

SAMUEL ETO’O

aggiunge - festeggerei un gol al Camp Nou. Segnarlo è una cosa, perché il mio lavoro, ma festeggiarlo no”. I tifosi blaugrana non l’hanno dimenticato e anche se non sa che accoglienza lo attende, “se potessi abbraccerei ogni spettatore del Camp Nou, uno per uno”, continua Eto’o, che parla poi di Mourinho. “È incredibile come persona e ho conosciuto pochi allenatori come lui - conclude -. È un piacere essere ai suoi ordini, è molto passionale ma è anche una grande persona, non è un ‘duro’ come pensavo prima di conoscerlo”.

AURELIO DE LAURENTIIS

sco anch’io”. “Io credo - ha proseguito - che Candreva sia un giocatore che obiettivamente piace a tutti. Poi, se Candreva rientra nelle esigenze e nei desideri del Napoli, questo lo deve stabilire anche Mazzarri in un contesto di crescita dove

l’allenatore sa quel che deve fare”. E di Dossena ha già parlato con Mazzarri? “Abbiamo parlato di Dossena, di Molinaro, abbiamo parlato di non prendere nessuno a gennaio e di inventarci altre cose nuove che possono venire da altri continenti.... Non escludo nulla”. Secondo De Laurentiis quella di domenica contro la Lazio sarà per il Napoli una partita “molto complessa. Noi abbiamo Aronica che non gioca e qualcun altro che non è proprio in ordine, come del resto sarà anche nella Lazio. Ma non vi diremo mai con quale formazione scenderemo in campo”.


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CONTROCOPERTINA - SPORT

L’ITALIANO SABATO 21 NOVEMBRE 2009

Mondiali: ecco la nazionale degli esclusi Da Arshavin a Ibrahimovic, da Cech a Shevchenko: sono tanti i campioni che non saranno presenti a Sudafrica 2010 perché già eliminati. Ruolo per ruolo, vi proponiamo una selezione di grandi firme, di stelle del calcio che guarderanno il Mondiale soltanto in tv MARA DE GAETANO

MILANO - i potrebbe chiamare la compagnia degli esclusi. Bravi lo sono, tanta esperienza internazionale, il talento non manca. Ma il peccato è originale: molti sono tesserati con Federazioni poco competitive a livello internazionale; altri non sono riusciti a strappare il pass per Sudafrica 2010. Insieme formano una Nazionale degli esclusi ricca di stelle: 3 portieri, 7 difensori, altrettanti centrocampisti e 6 attaccanti. Un organico virtuale di 23 calciatori. In una selezione dev’esserci un allenatore: il c.t. che più di tutti mancherà quest’estate in Sudafrica è Giovanni Trapattoni. PORTIERI — La certezza

si chiama Petr Cech. La maglia numero 1 si cuce dietro le spalle del portiere della Repubblica Ceca e del Chelsea. In panchina, la dodici è dell’irlandese Shay Given, da gennaio portiere del Manchester City. Mentre per il terzo posto, convocazione per il russo Igor Akinfeev, vice capitano del Cska Mosca, che a soli 23 anni ha vinto già 3 titoli nazionali. DIFENSORI — L’esperienza non manca, il tasso tecnico è di medio livello. Prima le fasce. A destra, l’interista Cordoba (Colombia) e John O’Shea (Irlanda) del Manchester United; a sinistra una cop-

pia tutta “italiana” con il nerazzurro Chivu (Romania) e il giallorosso Riise (Norvegia). Per le tre maglie da consegnare ai difensori centrali, ecco nomi piuttosto affidabili: l’ucraino Chygrynskiy (pagato dal Barcellona 27 milioni), il belga Thomas Vermaelen (passato quest’anno dall’Ajax all’Arsenal, e difensore con il vizio del gol: già 5 centri in questi stagione) e il

finlandese Sami Hyypia (ex Liverpool, adesso al Bayer Leverkusen). CENTROCAMPISTI — Muscoli e tecnica. Ma soprattutto tanta fantasia. La potenza è assicurata dallo juventino Sissoko (Mali), che appena rientrerà dall’infortunio sarà un giocatore si sicuro affi-

damento, il fosforo da Fletcher (Scozia) e Modric (Croazia), la velocità da Z h i r k o v (Russia) e Yossi Benayoun (Israele, di proprietà del

qui la compagnia, d’oro e di talento, degli esclusi, molti dei quali con stipendi elevati e testimonial pubblicitari di grido. Ci sono anche i senza speranza: le loro Nazionali partiranno per Sudafrica, ma loro hanno molte chance di restare a casa. Qualche esempio? Il primo è sulla bocca di tutti: l’azzurro

Francia-Irlanda, Henry insiste: «Era meglio rigiocare la partita» PARIGI - Oggi l'Uefa ha omologato il risultato di Francia-Irlanda, gara di ritorno dei playoff qualificazione ai Mondiali di Sudafrica 2010, gara che ha dato la qualificazione ai transalpini ma con grandi polemiche in seguito al goal segnato da Gallas grazie ad un assist propiziato con la mano da parte di Thierry Henry.Un gesto anti-sportivo che lo stesso attaccante francese ha oggi ammesso di aver commesso. E proprio le dichiarazioni di Henry hanno dato modo alla FAI, la Federcalcio irlandese, di tornare alla carica con una richiesta di ripetizione della partita.Gli irlandesi chiedono alla Federcalcio francese di supportarli in tale richiesta, considerato che il tocco di mano volontario non solo è stato reso evidente dalle immagini televisive ma è stato ammesso dallo stesso protagonista."La Federazione francese - si legge nel comunicato della FAI - si unisca, insieme ai capitani di entrambe le squadre Thierry Henry and Robbie Keane, nella richiesta alla Fifa di ripetere la partita". Giovanni Trapattoni non aveva dubbi: l'Irlanda deve mettersi il cuore in pace. La Fifa ha infatti respinto la richiesta della Federcalcio irlandese di far ripetere la sfida di mercoledì contro la Francia. In una nota pubblicata sul proprio sito, la Fifa spiega che "il risultato dell'incontro non può essere cambiato e il match non può essere ripetuto. Come è chiaramente citato nelle regole del calcio, durante le partite, le decisioni sono prese dall'arbitro e queste decisioni sono definitive". Insomma, il gesto di Thierry Henry fa parte degli incidenti di percorso del gioco del calcio. Curiosa tempistica, poi, per la diffusione di un comunicato dell'attaccante francese che, dopo la decisione Fifa, a Sky Sports News ha mandato la sua riiflessione: "Rigiocare la partita sarebbe stata la soluzione più equa, ma non è una decisione su cui ho alcun potere". "Ovviamente sono imbarazzato per il modo in cui abbiamo vinto e mi spiace davvero per gli irlandesi che avrebbero meritato di essere in Sudafrica", ha scritto in inglese. "Ma non sono un truffatore e non lo sono mai stato. È stata una reazione istintiva, la palla è arrivata velocissima in un'area di rigore affollatissima. Tra l'altro non ho mai negato di aver controllato la palla con la mano. L'ho detto ai giocatori irlandesi, all'arbitro e ai giornalisti dopo la partita". FIFA COI PIEDI DI PIOMBO — La Fifa avanza coi piedi di piombo sulle eventuali conseguenze per arbitro e giocatore. "L'operato dell'arbitro verrà esaminato dalla commissione arbitri, ma si tratta di una procedura normalissima, che riguarda qualsiasi direttore di gara. È estremamente prematuro fare pronostici su una eventuale sanzione", ha comunicato la federcalcio mondiale. Per quanto riguarda una possibile sanzione ai danni di Thierry Henry, la posizione è la stessa: "La commissione disciplinare è un organo indipendente. Deciderà se interessarsi al caso o meno. Comunque esiste la possibilità di sanzionare un giocatore per comportamento antisportivo sulla base di immagini video". Al Mondiale 1994, per esempio, Tassotti subì una lunga squalifica per una gomitata allo spagnolo Luis Enrique sfuggita all'arbitro. E anche Materazzi venne squalificato dalla Fifa per aver provocato Zidane durante la finale del Mondiale 2006.

Liverpool), per la fantasia ci pensano J o v e t i c (Montenegro), sulla strada della completa esplosione quest’anno a Firenze, e Valencia (Ecuador), dal primo luglio al Manchester United. ATTACCANTI — Sei uomini da sogno nel reparto avanzato, per i quali molti presidenti di club farebbero una follia. Ibrahimovic del Barcellona (Svezia) è la stella, Shevchenko della Dinamo Kiev (Ucraina) il rigenerato, poi i colpi di genio di Arshavin dell'Arsenal (Russia), Dzeko del Wolfsburg (Bosnia) e Mutu della Fiorentina (Romania), e la classe di Berbatov del Manchester United (Bulgaria). FANTASMI — Fin

Antonio Cassano, fuori dal progetto-squadra di Lippi; altri, come Vieira e Trezeguet, rapporti chiusi con Domenech; il madridista Raul, out dalla Spagna campione d’Europa. Al massimo saranno tormentoni per i c.t., o fantasmi a spasso nelle emittenti tv di mezzo Mondo. La sostanza non cambia. Anche per loro c’è difficoltà a trovare un biglietto aereo per Sudafrica 2010. L’IRLANDA SPERA L’Irlanda non si arrende. E dopo avere visto respingere dalla Fifa la prima richiesta di ripetere la gara contro la Francia, torna alla carica con una nuova petizione al massimo organo del calcio mondiale. Il pretesto sono le parole di Thierry Henry, autore del fallo di mano che ha portato al gol di William Gallas e alla conseguente qualificazione dei transalpini a Sudafrica 2010: «La soluzione più giusta sarebbe ripetere il match» ha detto il capitano dei Bleus. La Federcalcio irlandese ha colto la palla al balzo, invitando la Federcalcio francese «a chiedere insieme alla Fifa di giocare una nuova partita che preserverebbe l’integrità del calcio nel mondo.


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