ALGUNO DICE QUE NO! El programa nr 1 de la comunidad italiana en la Argentina. De lunes a viernes de 11 a 12 hrs. Por AM990 Radio Spendid Conduccion: Tullio Zembo
L ITALIANO
ALGUNO DICE QUE NO! Il programma nr 1 della collettività italiana in Argentina Da lunedì a venerdì dalle 11 alle 12. Am990 Radio Splendid Conduce: Tullio Zembo
ANNO III - NUMERO 93 - VENERDI’ 22 MAGGIO 2009 • QUOTIDIANO PER GLI ITALIANI NEL MONDO • WWW.LITALIANO.IT • ITALIA 0,50 • ARGENTINA $ 1
TORNA L’ALLARME TERRORISMO NEGLI USA. A LANCIARLO È IL PRESIDENTE OBAMA IN PRIMA PERSONA. «AL QAEDA STA ATTIVAMENTE PIANIFICANDO DI ATTACCARCI DI NUOVO E GLI STATI UNITI SONO IN GUERRA CON AL QAEDA E LE SUE AFFILIAZIONI», LO HA DETTO OBAMA, IN UN DISCORSO A WASHINGTON SERVIZIO alla pag. 6
USA: TORNA L’INCUBO DEL TERRORISMO ISLAMICO L’ITALIANO VENERDI’ 22 MAGGIO 2009
PAGINA Confindustria 3 ATTUALITA’ TE DEL CONSIGLIO LANCIA I SUOI STRALI Caos nella tvQuiAttualità pubblica QuiArgentina QuiPolitica TOGHE: “SENTENZA MILLS SCANDALOSA” Cristina Kirchner si confessa ai media POLEMICHE TRA MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE MENTO: “PLETORICO E GRANDI CON TROPPI POTERI” Grandi polemiche dopo in una lunga intervista: la candidatura
POLITICA ITALIANA
L’ITALIANO VENERDI’ 22 MAGGIO 2009
All'indomani delle prime nomine Rai, continuano le polemiche tra maggioranza e opposizione. E nello scontro, più sul metodo che nel merito delle scelte, è intervenuto anche il presidente della vigilanza Rai Sergio Zavoli. "La spaccatura del Consiglio di amministrazione della Rai, non solo da me fortemente temuta e nei limiti delle mie responsabilità quasi annunciata, rischia di ridurre l'efficacia e il vincolo dell'indirizzo espresso dalla commissione parlamentare di vigilanza", ha detto Zavoli. Dunque, ha aggiunto, "occorre ristabilire subito gli equilibri nel vertice Rai, specie ora che si affacciano
IL COMMENTO
sconi: “Giudici estremisti” "L'iter della legge sul federalismo fiscale smentisce la tesi dell'inevitabile tramonto del ruolo del Parlamento come legislatore, della sua presunta marginalizzazione nella definizione delle leggi". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è tornato a sottolineare il ruolo del Parlamento nel quadro istituzionale del Paese in un convegno a Montecitorio
CONFINDUSTRIA
Processo Mills, nonDOPO LE NOMINE DI MERCOLEDÌ: PER ZAVOLI “OCCORRE del marito e il suo futuro di presidente GLI nomine EQUILIBRIalla AL VERTICE” le nuove Rai. si placa la tensione.RISTABILIRE SUBITO del paese pag. 4 E’ spaccatura tra Berlusconi attacca:Rai, è spaccatura nel Cda ItalianinelMondo Marcegaglia: subito riforme maggioranza e opposizione Al ballerino Roberto Bolle «Sentenza scandalosa» per uscire dalla crisi alla pag. 3 sarà consegnata la medaglia d’oro alla pag. 2 La replica di Fini per la promozione della cultura italiana nel mondo “L’aula è ineludibile” pag. 5 Sport Ranieri e la Juve, dalla panchina al tribunale. L’ormai ex tecnico pretende la rescissione del contratto e vuole sei milioni di euro De Gaetano a pag. 8 EMMA MARCEGAGLIA
Riforme immediate. Delle pensioni, della giustizia, dell'Università, della burocrazia, della pub-
sidente, di riforme a costo zero, perché le risorse che servono possono essere trovate tagliando la
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Il premier a Confindustria IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO LANCIA I SUOI STRALI CONTRO LE TOGHE: “SENTENZA MILLS SCANDALOSA” E SUL PARLAMENTO: “PLETORICO E CON TROPPI POTERI”
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POLITICA ITALIANA
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Silvio Berlusconi interviene all'Assemblea di Confindustria e va all'attacco sul caso Mills e sulla riforma della giustizia. "La realtà è esattamente il contrario di quanto scritto dai giudici perché si tratta di giudici estremisti di sinistra e noi ci batteremo perché non ci siano più partiti all'interno della magistratura" afferma il presidente del Consiglio che torna a definire la sentenza "scandalosa". "Non sono solo indignato ma anche esacerbato e devo comunicare la mia indignazione perché quando queste cose succedono a Berlusconi, lui ha le spalle larghe, ma se succedono ad un cittadino normale sono cose che possono rovinargli la vita". "Credo che nessuno - ha detto il premier - accetterebbe Mourinho arbitro designato per la partita Milan-Inter, con tutto il rispetto per Mourinho". Per il premier lo stato della giustizia penale in Italia "è patologica", "oggi leggo sui giornali che un cittadino non è giusto che critichi i giudici, io credo invece che sia diritto di ogni cittadino criticare i giudici". "C'è tutto il mio impegno a riformare la giustizia penale e separare le funzioni - ha aggiunto - finché non ci sarà questa si-
IL COMMENTO
Berlusconi: “Giudici estremisti”
BERLUSCONI, AFFONDO AI GIUDICI
tuazione in Italia nessun cittadino italiano sarà certo di avere un giusto processo". Pronta la replica di Giuseppe Cascini, segretario Anm: "Tutti coloro che hanno a cuore le regole della convivenza democratica e il principio di separazione dei poteri, dovrebbero intervenire per fermare questo metodo distruttivo del confronto democratico". E dal Pd Pierluigi Bersani afferma: Silvio Berlusconi "inserisce veleni nella democrazia e con gli at-
tacchi al Parlamento tende a picconare la Costituzione materiale". "Questo tema non dovrebbe essere affrontato solo dall'opposizione, qui oggi c'era la classe dirigente del Paese che non dovrebbe sorridere di fronte a certi messaggi" che soprattutto nei confronti della magistratura Bersani giudica "preoccupanti". Poi il premier torna anche sul rapporto governo-Parlamento: "La legislazione va cambiata, perché il presidente
del Consiglio non ha nessun potere", "tutti i poteri ce li ha il Parlamento, che però è pletorico". Ma per snellire il Parlamento e "arrivare a questo ci sarà bisogno di un disegno di legge di iniziativa popolare, perché non si può chiedere ai capponi e ai tacchini di anticipare il Natale". Immediata la replica di Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, che ha chiesto cosa pensi di queste parole il presidente del Senato, Renato Schifani.
La replica di Fini “L’aula è ineludibile” "L'iter della legge sul federalismo fiscale smentisce la tesi dell'inevitabile tramonto del ruolo del Parlamento come legislatore, della sua presunta marginalizzazione nella definizione delle leggi". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è tornato a sottolineare il ruolo del Parlamento nel quadro istituzionale del Paese in un convegno a Montecitorio sulla 'Transizione verso il federalismo fiscale”. Per Fini "il Parlamento, quando riesce a operare attraverso procedure 'aperte’, è e viene percepito dalla società come un interlocutore ineludibile, qualificato e impegnato". In particolare, proprio l'esempio di un provvedimento così importante come la riforma del federalismo fiscale ha dimostrato che "l'approfondimento parlamentare di una serie di questioni non ha affatto impedito l'approvazione in tempi più che ragionevoli. Il recupero di un corretto metodo di lavoro parlamentare - ha det-
L’ad del Lingotto si sbilancia: l’accordo è possibile
I lavoratori tedeschi si organizzano
Fiat-Opel, Marchionne: “Abbiamo oltre il 50% di possibilità”
Montezemolo ottimista, Epifani preoccupato: “Non faremo sconti”
“La Fiat ha più del 50% di possibilità di farcela nella sfida per la Opel”. Lo afferma, secondo quanto riportato oggi dal quotidiano La Stampa, l’amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne che ha presentato a Berlino l’offerta della Fiat per l’acquisizione della casa automobilistica tedesca. Parlando con si suoi collaboratori al Centro prove Fiat mentre era in corso l’assemblea degli azionisti della Giovanni Agnelli & C. Sapaz., Marchionne si è detto convinto delle ottime possibilità del Lingotto perché ha spiegato “alla fine la nostra è l'unica offerta con contenuti e valori indu-
striali. Le altre o non hanno consistenza produttiva o sono sostanzialmente finanziarie”. Diversa invece la previsione della stampa tedesca che da per favorita l’offerta di Magna. Secondo il periodico tedesco Spiegel infatti, la General Motors proprietaria di Opel, preferirebbe l’offerta degli austro-canadesi ed il piano presentato dal Lingotto sarebbe soltanto al terzo (e ultimo) posto dopo quello dell’americana Ripplewood. Certo nella scelta finale peserà molto anche il giudizio del governo tedesco che per il rilancio della casa automobilistica dovrà concedere un prestitoponte e con cui l’ad del
SERGIO MARCHIONNE
Lingotto Marchionne è sicuro di aver costruito un ottimo rapporto. “Il governo tedesco è un interlocutore serio, preciso e severo” è stato il commento di Marchionne ai suoi collaboratori ai quali ha precisato che “la sovrapposizione tra Fiat e Opel non è scontato che si traduca in esuberi di personale”.
Ottimista sul buon esito della trattativa tra Fiat e Opel si è detto anche il presidente della casa automobilistica torinese Luca Cordero di Montezemolo che ha dichiarato: “La Fiat ha presentato un pacchetto estremamente interessante” e, “il know-how di Fiat di grande interesse e fondamentale anche in termini di innovazione tecnologica e in un'ottica di tutele ambientali”. Dunque non resta che aspettare l’esito delle trattative, mentre in Germania i lavoratori si stanno organizzando con una proposta alternativa, nel caso tutte e tre le offerte presentate per l’acquisizione della Opel dovessero essere ri-
fiutate. Un consorzio formato da lavoratori e concessionari Opel sarebbe infatti pronto a entrare nel capitale della casa automobilistica tedesca se le trattative si dovessero concludere con un nulla di fatto. “Se tutte le altre soluzioni dovessero fallire, i dipendenti ed i concessionari della Opel presenterebbero un’offerta comune” ha fatto sapere il presidente del consiglio di fabbrica della Opel, Klaus Franz, al Frankfurter Allgemeinen Zeitung. In Italia invece cresce la preoccupazione dei sindacati per il futuro degli stabilimenti. Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani commentando la
GIANFRANCO FINI
to ancora Fini - conferma che le grandi riforme, che coinvolgono il Paese nel suo complesso, devono essere realizzate attraverso il più ampio confronto. Forzature e chiusure pregiudiziali non servono se non ad esasperare il tono del dibattito politico".
LUCA DI MONTEZEMOLO
mancata convocazione del sindacato da parte di governo e Fiat ha fatto sapere che “non si faranno sconti a qualcuno” e che prioritaria sarà “la difesa di tutti gli stabilimenti e l'occupazione”. Sì alla tutela degli stabilimenti anche per il leader della Uil Luigi Angeletti che dichiara: “La Fiat è un'azienda che ha condizioni di mercato e industriali migliori rispetto alla Chrysler e alla Opel e quindi non si vede perchè debba essere sacrificata”.
Caos nella tv pubblica GRANDI POLEMICHE TRA MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE DOPO LE NOMINE DI MERCOLEDÌ: PER ZAVOLI “OCCORRE RISTABILIRE SUBITO GLI EQUILIBRI AL VERTICE”
Rai, è spaccatura nel Cda All'indomani delle prime nomine Rai, continuano le polemiche tra maggioranza e opposizione. E nello scontro, più sul metodo che nel merito delle scelte, è intervenuto anche il presidente della vigilanza Rai Sergio Zavoli. "La spaccatura del Consiglio di amministrazione della Rai, non solo da me fortemente temuta e nei limiti delle mie responsabilità quasi annunciata, rischia di ridurre l'efficacia e il vincolo dell'indirizzo espresso dalla commissione parlamentare di vigilanza", ha detto Zavoli. Dunque, ha aggiunto, "occorre ristabilire subito gli equilibri nel vertice Rai, specie ora che si affacciano adempimenti non meno delicati e gravosi". "In pochi giorni Berlusconi ha reso drammaticamente evidente l'insopportabile anomalia italiana", ha dichiarato Marina Sereni, vicepresidente dei deputati Pd, "dall'arroganza sul caso Mills, alle nomine Rai, agli attacchi alla libera informazione rea di fare domande sulla vicenda di Noemi Letizia, stiamo assistendo a una somma di abusi e manifestazioni di strapotere". Duro anche il commento di Antonio Di Pietro. "Al banchetto delle nomine Rai noi dell'Idv non partecipiamo, perché riteniamo immorale che il
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ATTUALITA’
CONFINDUSTRIA
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Marcegaglia: subito riforme per uscire dalla crisi
EMMA MARCEGAGLIA
SERGIO ZAVOLI
controllato nomini il proprio controllore", ha spiegato il leader dell'Idv, "è immorale e anti-democratico che la politica metta le mani nell'informazione". Critiche sono arrivate poi dall'associazione di telespettatori cattolici. "Le logiche che hanno portato ieri alle nomine Rai dimostrano che il servizio pubblico è destinato sempre più a svilir-
si", ha spiegato il presidente dell'Aiart Luca Borgomeo, "non discutiamo la professionalità e le competenze di chi nominato, è chiaro però che la politica è sempre più invasiva in Rai". Con le nomine di mercoledì si è determinata "una lesione del pluralismo che sta diventando ignobile e inaccettabile", ha detto poi Francesco Storace, leader de La De-
stra. Di avviso opposto Gianfranco Rotondi. "Minzolini e Mazza sono scelte di assoluta eccellenza, professionalità e serietà. L'opposizione alza ingiustamente la voce perché il nuovo direttore del Tg1 e il nuovo direttore di Rai1 rappresentano nomi giusti ai posti giusti", ha affermato il ministro dell'Attuazione del programma di governo.
Riforme immediate. Delle pensioni, della giustizia, dell'Università, della burocrazia, della pubblica amministrazione. E' questa l'unica strada per uscire dalla crisi economica e fare in modo che l'Italia sia in grado di cogliere la ripresa non appena si ripresenterà sulla scena internazionale. Nel corso della sua relazione all'assemblea annuale, la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, lo ha ripetuto più volte: le riforme strutturali sono impellenti, vanno fatte subito e il premier, Silvio Berlusconi, presente in sala insieme a tanti ministri del suo governo, deve mettere a frutto il grande consenso raccolto in questi mesi per realizzarle. Si tratta, ha precisato la pre-
sidente, di riforme a costo zero, perché le risorse che servono possono essere trovate tagliando la spesa pubblica improduttiva, ma anche eliminando la serie infinita di enti inutili che costituiscono ''un vero scandalo nazionale''. Oltre che per uscire dalla crisi, la nuova stagione riformista è essenziale anche per evitare rischi di tensioni sociali. ''Senza le riforme - ha detto - al passo corto che l'economia italiana ha mostrato negli ultimi 10 anni, il ritorno sui livelli produttivi pre-crisi non avverrebbe prima del 2013. Un arco di tempo troppo lungo per non avere conseguenze negative sulla vita dei lavoratori, delle imprese e sulla stessa coesione sociale''.
Tra oggi e domani la Protezione civile innalzerà il livello di allerta a quota tre, il massimo: Roma, Firenze e Latina sopra i 30 gradi
Caldo, sarà un weekend di fuoco per l’Italia Quello che sta per arrivare è sarà un weekend di fuoco. L'ondata di calore è alle porte dell'Italia. Oggi e domani, secondo le previsioni che la Protezione civile pubblica sul suo sito internet, in almeno quattro città il livello di allarme salirà al gradino più alto: il terzo. A Roma e a Perugia già da oggi la temperatura massima toccherà i 31 gradi (ieri erano 30 alle 14). Poi anche a Firenze e a Latina il termometro segnerà, con un mese esatto di anticipo sul calendario, temperature tipiche della stagione estiva. Ad Ancona, Firenze, Latina e Venezia ieri si raggiungerà il 'livello 2': 30-31 gradi sul termometro. Oggi alle 8 a Roma il termometro segnerà 22 gradi,
alle 14 ben 31 (uno in più di ieri). La temperatura massima percepita sarà di 30 gradi. Stessa situazione si prospetta per la giornata di sabato. Secondo gli esperti con l'ondata di calore è necessario adottare interventi di prevenzione mirati alla popolazione a rischio. Particolari precauzioni devono prendere gli anziani, le persone non autosufficienti e quelle che assumono regolarmente farmaci. I dati vengono forniti dalla Protezione civile che - attraverso il sistema nazionale di sorveglianza, previsione e di allarme per la prevenzione e gli effetti delle ondate di calore sulla salute della popolazione - ha il monitoraggio delle condizioni meteorologiche di 27 città italiane.
ALLARME CALDO NEL WEEKEND
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QUI ARGENTINA
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INTERVISTA A LARGO RAGGIO AL PRESIDENTE DELLA NAZIONE, CHE HA FATTO RIFERIMENTO ALL’ELEZIONE DEL MARITO “FIGLIO DELLA CRISI DEL 2001”, ALLE CRITICHE AL GOVERNO E AL RUOLO DELLE DONNE. POI, UNO SGUARDO AL FUTURO, AL 2011: “RICANDIDARMI? E’ LONTANO ANNI LUCE. ORA PENSIAMO A LAVORARE”
Cristina si confida a tutto campo SALVATORE GIUFFRIDA
BAIRES - “Nestor è figlio della crisi del 2001”: parole di Cristina, moglie dell’ex presidente e attuale premier della nazione. Che ieri ha parlato a proposito degli anni scorsi e della presidenza del marito, che sarebbe arrivato alla Casa Rosada nel 2003 come conseguenza della crisi economica e politica che visse il paese. Ma ieri il presidente ha parlato a tutto campo, non solo dei quegli anni bui, ma anche del momento attuale che sta attraversando l’Argentina, con le sue difficoltà in campo sociale e le proteste degli agrari, le critiche al governo e le prossime elezioni del 2011. Dal suo ufficio della Casa Rosada, il presidente ha riconosciuto che “se non fosse stato per la crisi del 2001 Nestor
probabilmente non sarebbe stato mai presidente. Lo è diventato perché c’è stato il 2001, ma se non fosse successa una crisi così profonda non sarebbe mai arrivato alla casa Rosada. Lui è figlio del 2001”. Per quanto riguarda le critiche che sta ricevendo il suo governo e la sua amministrazione, ha replicato che “a Kirchner rinfacciavano che non riusciva ad aggiustare quello che era considerato di base per il paese, mentre a me mi criticano per il contrario”. Secondo Cristina, “la critica in realtà serve a nascondere altre cose. Sarebbe molto brutto infatti se quelli che lo fanno mi dicessero ad esempio che non piace loro che io mi preoccupi per i diritti umani. Per questo motivo cercano ogni appiglio per vedere cosa è criticabile e cosa non va, se-
Benetton in Patagonia: la doppia faccia dell’impresa dal volto pulito BAIRES - Indignazione e rifiuto da parte degli abitanti del paese argentino. La Benetton, proprietaria di grandi estensioni di territorio ha installato una recinzione che impedisce il passo sulla strada “Ruta 40”, chiudendo l'accesso anche a fiumi e torrenti che costituivano punti d'accesso e di ritrovo importanti per gli abitanti del luogo. Già dal 2005 la Benetton aveva tentato di accaparrarsi il consenso degli abitanti, “regalando” 7.000 ettari al governo del Chubut, che avrebbe poi dovuto ridistribuire ai mapuche. Un regalo che venne rifiutato dagli indigeni senza esitazione in quanto “nessuno può regalare ciò che non gli appartiene”. Inoltre Benetton non aveva calcolato che, in questi casi particolari, a caval donato si guarda in bocca. Ed anche molto approfonditamente: l'istituzione destinataria della filantropica propaganda, decise infatti di affidare un'indagine approfondita all'istituto nazionale di tecnologia agricola. Un'indagine che portò ad esiti negativi per l'immagine di Benetton: la terra regalata era incoltivabile e per renderla produttiva ci sarebbe stato bisogno di un investimento sproporzionato, di molto al di là delle possibilità economiche sia dei cittadini che delle istituzioni. La protesta, per ora pacifica, della popolazione consiste al momento in una catena spedita in email. Ecco il testo originale: “Prensa del Pueblo: Esta usurpación de espacios públicos por empresas internacionales ya se ha hecho costumbre de los millonarios extranjeros, que son amparados por el poder político y judicial de las provincias patagónicas. Nuevamente los derechos de todos los habitantes son cercenados por la avaricia de los poderosos y su impunidad al ser apoyados por los gobiernos. Hace pocos meses, en la Comarca Andina muchos vieron atónitos cómo el propio intendente de El Bolsón, Oscar Romera, impedía con su "patota municipal" una manifestación, que vecinos de la Patagonia le hacía a la empresa Lago Escondido por impedir el paso al espejo de agua. Benetton: El empresario que más contamina en PuelMapuDueño de un imperio textil internacional, cuenta con 900.000 hectáreas en la Patagonia, una mega curtiembre y negocios mineros de oro y cobre que producen graves daños en el Medio Ambiente. Mientras tanto, pasea con su yate ecológico por el mundo y se califica como 'un defensor del futuro del planeta'” Il senso del testo, anche per chi non mastica lo spagnolo è chiaro. E' una accesa protesta, un diniego forte e profondo che sale dal profondo dell'anima di chi è costretto a subire senza avere modo di ribellarsi. “Questa usurpazione degli spazi pubblici da parte delle imprese internazionali è diventato un'usanza dei milionari stranieri che sono protetti dal potere politico e giudiziario delle provincie della Patagonia. […] Benetton: l'impresario che più inquina e contamina il Puel Mapo, [...] un impero tessile internazionale che conta 900.000 ettari in tutta la Patagonia, una grande conceria e affari minerari riguardanti oro e rame che producono grandi danni. […] Mentre intanto gira con il suo panfilo ecologico per il mondo e si presenta come 'un difensore del futuro del pianeta'”. Siamo certi che la Benetton che da anni investe in programmi di sensibilizzazione e campagne anti-razzismo, che è diventata celebre proprio per il suo impegno a favore delle popolazioni del terzo mondo e che è ricordata ovunque per le proprie pubblicità raffiguranti bambini di ogni etnia, in particolare proprio quelle dei paesi meno fortunati, riesca in qualche modo a venire incontro alle richieste degli abitanti del Chubut.
Si invece sempre più nell’eolico BAIRES - In Argentina il Governo e alcuni investitori privati sono giunti ad un accordo: costruiranno un parco eolico da 40 MW in Patagonia, nel sud del Paese, nella cittadina di Koluel Kayke. L'investimento sarà superiore ai 100 milioni di dollari, necessari all’istallazione di venti generatori di ultima generazione del peso di 218 tonnellate, che avranno pale con un diametro di 90 metri. Verranno inoltre impiegati altri 67 milioni di dollari per l’ampliamento dell’impianto di Arauco per far si che si producano fino a 25 MW, sufficienti a soddisfare il 45% del fabbisogno locale. In questo modo la provincia si avviciner? molto all’autonomia energetica.
condo loro, senza che però possa sembrare politicamente scorretto. Ma in verità le differenze sono altre e non si possono nominare”. Un attacco
quantomeno sibillino, quello del premier, che fa riferimento in realtà a una sorta di strumentalizzazione politica delle critiche fatte ad arte al governo. Quindi, il presidente ha espresso anche i suoi dubbi della richiesta che il governo apra un dibattito sulle decisioni che prende. “Il governo non deve aprire una discussione su ogni cosa che decida, il governo deve governare. C’è un luogo adatto al dibattito, ed è il Parlamento. Se ogni decisione o decreto che firmo fosse oggetto di un dibattito, significherebbe disconoscere cosa dice il concetto di funzione esecutiva”. Poi, fa un passo indietro, all’anno scorso, quando iniziò il conflitto con il settore agrario. A proposito del quale afferma che “nel 2008 non ci fu alcuna crisi economica, solo c’è stata una discussione di carattere politico che aveva a che fare con la redistribuzione del reddito”. In particolare, secondo il presidente, il dibattito verte “su due modelli ai quali può affidarsi
il paese: uno che prevede maggiori saldi di esportazione per avere più liquidità”. Ma Cristina non ha eluso neanche la possibilità che non finisca il suo mandato: “Non possiamo ignorare cer5ti comportamenti, che secondo molti sono destabilizzanti. La cosa peggiore che può succedere in democrazia è il mancato rispetto della volontà popolare”: Quindi, si ripresenterà alle elezioni del 2011? “Non lo so, è una data ancora lontana 20 milioni di anni. La cosa più importante è lavorare adesso. Mi piacerebbe che i libri di storia mi ricordino come una donna che ha lottato per l’eguaglianza sociale e per aver dato le stesse opportunità a tutti gli argentini”. Infine, un messaggio alle donne argentine (e non solo): “la lotta sarà lunga, io, seduta qui, rappresento il progresso delle ultime decadi. E alle donne che si incaricano della casa, io porto tutti il massimo rispetto e impegno per continuare a lavorare duro”.
Liberati sei narcotrafficanti, è polemica BAIRES - Ancora una scarcerazione facile: alcuni narcotrafficanti sono stati liberati ieri dai giudici Nestor Parra, Roberto Falcone e Mario Portela, che hanno lasciato liberi sei presunti spacciatori dopo una maxi operazione di ieri notte nelle città di Mar del Plata, Tandil, capital federal e Tres de Febrero. Secondo i magistrati, “bisogna uscire dal diritto notturno e condannare il chiasso delle armi con il quale sono state effettuati gli arresti”. Una polemica decisione, non c’è che dire: i sei fermi sono la conseguenza di 23 blitz simultanei delle forze dell’ordine, tutti portati a termine nella notte: proprio questo è stato condannato dai giudici, che ricordano come il Codice di Procedura Penale proibisce operazioni del genere. Tuttavia, i magistrati non hanno chiarito a proposito dell’esistenza di eccezioni a questa regola. Tutto questo dopo che un’inchiesta della magistratura portata avanti dal giudice Castellanos, per due anni aveva portato alla luce un traffico di droga gestito appunto dai sei malviventi fermati ieri. Nelle stesse operazioni, la polizia ha sequestrato armi, bilancini e strumenti per tagliare la droga. Ma ora tutte le intercettazioni telefoniche, filmati e pedinamenti, sono rimasti carta straccia: mentre i sei arrestati sono liberi per le strade del paese.
Il governo controllerà le agenzie di rating BAIRES - Il titolare della Comision Nacional de Valores (Cnv), Eduardo Hecker, ha reso noto che si appresta a presentare al presidente Cristina Fernandez de Kirchner un progetto, che avrà carattere di decreto, che prevede l'istituzione di un organismo indipendente che regoli e controlli l'operato delle agenzie internazionali di rating. Lo ha reso noto oggi il quotidiano 'Pagina/12', precisando che l'annuncio è stato fatto nel corso di un seminario internazionale su tale tema svoltosi nella sede del Banco Nacion. Secondo Hecker, l'organismo, di cui faranno parte specialisti economici e università pubbliche, potrà esaminare le analisi e le valutazioni delle agenzie in merito alle offerte pubbliche (azioni, obbligazioni negoziabili e fideiussioni) che si realizzano nel Paese. Intanto, secondo il quotidiano 'El Cronista Comercial', le filiali locali di Standard & Poor's, Fitch e Moody's hanno già ricevuto istruzioni dalle case madri per modificare varie norme. Tra esse, rileva il giornale, quelle che stabiliscono che non potranno più effettuare consulenze per imprese che si propongono di creare, disegnare o strutturare strumenti finanziari, né accettare regali dai clienti o inviti a pranzi o cene che eccedano i 25 dollari.
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L’ITALIANO VENERDI’ 22 APRILE 2009
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ITALIANI NEL MONDO
Sarà il sottosegretario Mantica a consegnare il premio presso la sede dell’Accademia della Crusca
A Roberto Bolle la medaglia d’oro per la promozione della cultura italiana nel mondo dell’eccellenza culturale italiana nel mondo", ha spiegato il sottosegretario Mantica. "Dopo un grande attore come Albertazzi, la scelta è caduta su un altro artista capace di trasmettere forti emozioni, l’étoile della danza internazionale Roberto Bolle", che, ha ricordato Mantica, "nonostante la sua giovane età, si è già distinto in tutto il mondo per la sua capacità interpretativa, oltre che per l’abilità comunicativa della sua danza. Tra le sue innumerevoli attività, tutti ricorderanno quella del febbraio 2006, in cui Bolle ha danzato alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Torino, interpretando una coreografia appositamente creata per lui". Mantica si è anche detto particolarmente lieto di "ricordare che dal 1999 Bolle è "Ambasciatore di buona volontà" per l’Unicef, partecipando a tutta una serie di iniziative, fra cui l’importante viaggio dell’estate 2006 nel Sud del Sudan, contributo per mantenere viva l’attenzione mondiale sulla tragica situazione in cui versano le popolazioni del luogo".
DALLA REDAZIONE
ROMA - Sarà il sottosegretario agli Affari Esteri Alfredo Mantica, presidente della Commissione Nazionale per la Promozione della Cultura Italiana all’Estero del Ministero degli Affari Esteri, a conferire la medaglia d’oro per la promozione della cultura italiana all’estero all'étoile della danza internazionale Roberto Bolle. La cerimonia avrà luogo oggi, 22 maggio, alle ore 19.00, nella sede dell’Accademia della Crusca di Firenze, la Villa Medicea di Castello, a margine del convegno "La piazza delle lingue. Esperienze di multilinguismo in atto". Istituita nel 2003, la medaglia d’oro vuole essere un riconoscimento annuale per le personalità che si sono particolarmente distinte nel diffondere l’italianità nel mondo. In passato è stata assegnata a Papa Giovanni Paolo II, Ennio Morricone, Giorgio Vittadini, Franco Zeffirelli e, dopo una pausa nel 2006-2007, Giorgio Albertazzi. "Cerchiamo ogni anno di premiare una personalità
Verso le elezioni europee
100 siciliani di successo provenienti da Agevol a zi o ni di vi a ggi o per tutto il mondo si incontrano a Siracusa gli italiani all’estero che tornano a casa per votare
PALERMO - Cento siciliani di successo provenienti da tutto il mondo, sono a Siracusa da ieri fino al 24 maggio nel corso della prima edizione del "World meeting of sicilian businessmen", organizzato dalla regione siciliana, in collaborazione con la Csna, la Confederazione siciliani del Nord America, e Sviluppo Italia Sicilia. Grazie all'idea, partita dall'assessore all'industria della regione siciliana, Pippo Gianni e sposata con entusiasmo da tutto il Governo regionale, cento personaggi di successo nei settori dell'imprenditoria, della ricerca, della cultura e del sociale, selezionati dalla rete delle associazioni presenti in tutto il mondo, con il coordinamento della Csna torneranno in Sicilia per confrontarsi fra loro, ma soprattutto per conoscere le opportunità offerte dalla regione siciliana per la creazione di partnership siciliane e straniere. "Organizzando il primo World Meeting of sicilian businessmen – ha detto Gianni - abbiamo voluto creare una occasione annuale di aggregazione per gli imprenditori siciliani nel mondo allo scopo di creare un business network tra l’imprenditoria all’estero e l’imprenditoria Siciliana". "Si tratta – afferma Gianni – di una occasione impor-
tante che dobbiamo utilizzare al meglio per raccogliere subito questo patrimonio di disponibilità finora disperso e frammentato. I nostri obiettivi sono: dotare le imprese siciliane di uno strumento efficace in grado di offrire loro nuove e privilegiate prospettive di partnership, grazie alle esperienze acquisite sul campo dagli imprenditori siciliani che all’estero lavorano e hanno creato talvolta aziende di primissimo piano; offrire un valido sostegno alle attività istituzionali di promozione degli interessi della Sicilia all’estero; agevolare il trasferimento
di tecnologie dall’estero all’Italia e viceversa; favorire l’attrazione di investimenti verso la Sicilia". "L’innovazione – conclude Gianni - in materia di tecnologie ambientali, lo sviluppo di energie rinnovabili, sono solo alcuni dei settori ad alto potenziale di crescita che possono costituire un'opportunità anche economica per chi in Sicilia vuole creare la propria impresa. Credo che questi possano essere alcuni dei campi di fruttuosa collaborazione con gli imprenditori che vorranno approfittare di questa nostra disponibilità".
ROMA - Anche per le prossime elezioni europee, in programma in Italia il 6 e 7 giugno e nelle sedi diplomaticoconsolari italiane dei Paesi Ue il 5 e il 6 dello stesso mese, il Ministero degli Esteri ha reso note le agevolazioni di viaggio concesse agli elettori residenti all’estero che torneranno in Italia per votare. Confermati gli sconti di parte del viaggio concessi da Trenitalia S.p.A. (tratte ferroviarie); Tirrenia, Toremar, Caremar, Siremar e Saremar (tratte marittime); Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori – AISCAT (tratte autostradali): tutte prevedono riduzioni del costo del biglietto, per i soli percorsi di andata - dal confine nazionale al Comune di residenza - e ritorno. Per aver diritto agli sconti, gli elettori, al momento dell’acquisto del biglietto ferroviario o marittimo o del pagamento del pedaggio autostradale, dovranno esibire la tessera elettorale o, in mancanza, la
cartolina-avviso inviatagli dal Comune di iscrizione elettorale, ovvero la dichiarazione dell'Autorità consolare attestante che il connazionale interessato si reca in Italia per esercitare il diritto di voto; un documento di identità non scaduto. Per fruire delle stesse agevolazioni durante il viaggio di ritorno, sempre per la tratta compresa tra il Comune di residenza e il confine nazionale, i connazionali dovranno esibire la tessera elettorale munita del bollo della sezione presso la quale hanno votato, insieme al documento di identità.
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Unione Stampa Periodica Italiana
F.U.S.I.E.
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Usa, torna lʼombra del fondamentalismo LʼFBI SGOMINA UNA CELLULA CHE PROGRAMMAVA ATTENTATI CONTRO LA COMUNITÀ EBRAICA NELLA GRANDE MELA: ERANO PRONTI A ENTRARE IN AZIONE
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ESTERI
L’ITALIANO VENERDI’ 22 MAGGIO 2009
Presi a New York 4 terroristi
NEW YORK, SVENTATA UNA SERIE DI ATTENTATI
L'Fbi ha sgominato una cellula che aveva in programma attentati contro la comunità ebraica di New York e contro una base aerea militare nel nord dello stato. L'ombra del fondamentalismo torna così a stendersi sugli Stati Uniti proprio nel giorno in cui Barack Obama si prepara ad ammettere che il Paese ha perso la sua strada nella lotta contro il terrorismo e rinnova l'impegno a chiudere il carcere di Guantanamo. In quattro sono stati arrestati al cul-
mine di un'operazione sotto copertura durante la quale gli agenti del Bureau si sono spacciati per trafficanti di armi in grado di mettere a disposizione esplosivo e missili terraaria. La Procura di White Plains ha incriminato James Cromitie (noto come Abdul Rahman), David Williams (che si faceva chiamare Daoud), Onta Williams (Hamza) e Laguerre Payen (Amin), tutti nati negli Stati Uniti e tutti musulmani, alcuni convertiti in carcere. "Le minacce
alla sicurezza nazionale a New York sono tristemente fin troppo reali" afferma in una nota il sindaco della città, Michael Bloomberg. Secondo Lev Dassin, procuratore del Distretto Meridionale di New York, "i sospetti avevano selezionato gli obiettivi e cercavano le armi necessarie a portare a termine loro piani". Secondo dell'Fbi e del Dipartimento della Polizia locale, i quattro volevano far esplodere un'autobomba piena di plastico vicino alla sinagoga di Ri-
verdale, nella parte settentrionale del Bronx, una zona residenziale abitata da uomini d'affari. Un altro obiettivo erano gli aerei militari nella base della Guardia Nazionale di Stewart, 85 chilometri a nord di New York City. L'indagine, andata avanti per una anno, era partita dalla segnalazione di un informatore dell'Fbi che aveva raccontato che Cromitie, i cui genitori sono afghani, era arrabbiato per l'intervento Usa in Afghanistan e "voleva fare qualcosa al-
Il presidente andrà fino in fondo anche contro il parere del Congresso
Barack Obama conferma il suo impegno “Guantanamo chiuderà contro tutto e tutti” Il carcere di Guantanamo sarà chiuso, anche contro il parere del Congresso. Barack Obama è pronto a ribadire il suo impegno a smantellare il centro di detenzione in cui si trovano i 'nemici combattenti catturati durante la guerra al terrorismo. "Il risultato che abbiamo fin qui raggiunto è sotto gli occhi di tutti" ha detto una fonte della Casa Bianca anticipando i contenuti di un atteso discorso del presidente "invece che renderci più sicuri,
la prigione di Guantanamo ha indebolito la sicurezza nazionale dell'America. Il presidente onorerà l'impegno che ha preso di chiuderla". La fonte ha aggiunto che gli Stati Uniti devono obbedire all'ordine di rilasciare 24 detenuti, sottolineando che questo però non ha alcun legame con la decisione di chiudere il centro di detenzione. Negli ultimi otto anni, è la convinzione di Obama, gli Stati Uniti hanno perso la giusta via nella guerra
contro il terrorismo e sarà messa in discussione anche la decisione - presa dall'amministrazione Bush - di creare un approccio ad hoc nella lotta contro l'estremismo che si è dimostrato inefficace e non sostenibile e che non rispetta né i valori né le istituzioni americane. "Questo è il motivo per cui abbiamo perso la strada" ha detto la fonte anticipando brani dal discorso di Obama, "questo è il motivo per cui ci siamo alienati gli alleati".
BARACK OBAMA
l'America". Dall'ottobre del 2008 l'informatore iniziò una serie di incontri regolari con lui e con altri fondamentalisti in una casa che l'Fbi aveva riempito di microspie e telecamere nascoste. Il gruppo "manifestò il desiderio" di colpire obbiettivi a New York e chiese all'infiltrato di procurare esplosivi e missili terra-aria. Nell'aprile del 2009 la cellula fece un passo avanti cominciando i sopralluoghi sulla sinagoga da colpire e fotografando gli aerei da
abbattere. "Se avessi una pistola sparerei in testa a ognuno di loro" disse una volta Cromitie indicando gli ebrei che andavano al tempio e aggiunse che colpire la sinagoga "sarebbe stato un vero piacere". Gli arresti, secondo la Cnn, sono stati compiuti nel giorno in cui i quattro erano pronti a entrare in azione: avevano appena ricevuto dall'infiltrato tre borse che credevano fossero piene di esplosivo e un missile Stinger che in realtà era inattivo.
Milan, operazioni in stand-by LʼAMMINISTRATORE DELEGATO RIMANDA IL DISCORSO SULLA PANCHINA ROSSONERA DEL PROSSIMO ANNO: “VAN BASTEN? È STATO UN GRANDE GIOCATORE” L’ITALIANO VENERDÌ 22 MAGGIO 2009
SPORT
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"Non ho mai parlato con nessun allenatore di nessun tipo, sfido chiunque a dimostrarlo. Non ho mai pensato ad altri allenatori, al Milan non c'è caos come ha scritto qualcuno ma abbiamo le idee chiarissime che verranno comunicate a Champions acquisita". Adriano Galliani, a margine dell'inaugurazione del nuovo Centro Fondazione Milan all'Ospedale dei Bambini Buzzi di Milano, continua a non sbilanciarsi sul futuro della panchina rossonera. "Van Basten? È stato un immenso giocatore, un grande giocatore del Milan", la risposta dell'amministratore delegato rossonero che ribadisce come priorità la partita di domenica contro la Roma. "Dobbiamo assolutamente vincere per essere certi dell'accesso diretto in Champions - insiste - Non che sia proibito poi vincere o pareggiare a Firenze ma sarebbe complicato e preferiamo chiudere il discorso domenica per poi concentrarci su Paolo", riferendosi all'ultima gara di capitan Maldini. Quale sarà comunque la scelta del Milan, sarà una scelta fatta di comune accordo con la proprietà. "Parliamo con Berlusconi da trent'anni, prima per cose televisive e dopo calcisti-
INTER
Galliani: “Mai parlato con nessun allenatore” Suarez svela Mourinho “L’idea Real Madrid lo tenta”
LUISITO SUAREZ
ADRIANO GALLIANI
che - aggiunge Galliani - e quando prendiamo una decisione è sempre condivisa". Arrivato in Lega Calcio, Adriano Galliani ha ribadito che "tutto verrà comunicato quando il Milan, mi auguro già dalla prossima settimana, sarà in Champions League" e questo vale anche per il mercato, anche se in
Spagna insistono sul fatto che l'amicò Florentino Perez possa portare Kakà al Real Madrid. "Le cose di cui parlo con lui non le riferisco", afferma Galliani, aprendo le porte di Milanello a Gourcuff. "Se il Bordeaux non lo riscatterà entro il primo giugno, Gourcuff tornerà al Milan con il grande rispetto e
Champions, il ministero degli Esteri britannico si spiega
l'attenzione che si merita un giocatore che abbiamo scovato pressoché sconosciuto e adesso è diventato una star - aggiunge - Sui giornali si parla sempre degli acquisti sbagliati del Milan. In questo caso, se Gourcuff andrà via, il Milan avrà fatto una grande plusvalenza, quindi è un acquisto azzeccato".
“Sì, credo proprio che Mourinho possa essere tentato dall'andare a Madrid per allenare il Real. Non vedo perché non potrebbe andare”. La considerazione è di Luis Suarez, ex Pallone d'Oro e protagonista della Grande Inter, ed attuale emissario di Massimo Moratti in Spagna. Suarez aggiunge che “a Mou piacciono le esperienza nuove e cambiare ancora una volta club è un'esperienza nuova in ambito Europeo”. Ma secondo 'Luisito’ l'eventua-
le addio del portoghese non creerebbe molti problemi. “Credo che l'Inter non soffrirebbe troppo di una sua partenza - spiega lo spagnolo -: il problema non riguarda l'allenatore portoghese ma la programmazione: con Mourinho o senza Mourinho l'Inter vincerebbe lo stesso, basta soltanto non perdere i giocatori migliori. Non è Mourinho che fa la differenza, ma i giocatori di cui può disporre un tecnico, i campioni presenti in rosa”.
Il presidente della Lazio apre ancora al bomber macedone
L’Inghilterra si scusa Lotito: “Se Pandev vuole, “Roma città tranquilla” possiamo sempre trattare” “Rispetto ad alcuni titoli che attribuiscono al Foreign Office la definizione di Roma “città dei coltelli” il ministero degli Esteri britannico non considera né ha mai considerato Roma la 'città dei coltellì, nè alcuna indicazione contenuta sulle pagine del suo sito web con i consigli utili ai tifosi può lasciare supporre questo”. La precisazione è del portavoce dell'ambasciata britannica a Roma, Pierluigi Puglia, che ha confermato anche “la piena fiducia” dell'ambasciata britannica, così come del Foreign Office, nella polizia e nelle autorità italiane. “Siamo particolarmente grati - ha aggiunto il portavoce - per il grande lavoro e l'impegno profuso al fine di garanti-
re la massima sicurezza a tutti i tifosi che interverranno a Roma per l'incontro del 27 maggio”. “Abbiamo letto diversi articoli sulla stampa italiana - ha dichiarato inoltre il portavoce dell'ambasciata britannica a Roma - che sembrano attribuire al Foreign Office, ovviamente erroneamente, pulsioni ansiogene o intenzioni quasi diffamatorie nei confronti della città di Roma in vista della finale di Champions League della prossima settimana. Per dovere di precisione, 'Stab City' è, secondo quanto riportato da alcune testate britanniche, il soprannome che alcuni tifosi inglesi hanno dato alla città di Roma in seguito ad alcuni episodi di violenza che
hanno in passato coinvolto tifosi inglesi in trasferta a Roma. Nell'attribuzione di questo soprannome, il Foreign Office non ha ovviamente alcun ruolo né pertanto alcuna dichiarazione da rilasciare”. “Ogni informazione pubblicata sul sito del Foreign Office a beneficio dei tifosi che verranno a Roma - ha aggiunto Puglia - è il risultato di una serie di incontri e di informazioni messe a nostra disposizione dalla polizia e dalle autorità italiane coinvolte nella preparazione di questo grande evento sportivo. Il Foreign Office si è pertanto fatto ambasciatore di messaggi utili alla sicurezza di tutti i tifosi che verranno a Roma la prossima settimana”.
Se Pandev volesse andare via, la Lazio è pronta a trattare anche se "la società non ha interesse a venderlo". Il presidente biancoceleste, Claudio Lotito, ha le idee chiare ma avverte il macedone. "Tutti quelli che sono andati via dalla Lazio hanno fatto una brutta fine, in termini sportivi ovviamente puntualizza Lotito -. Credo che Pandev, dal punto di vista tecnico, abbia ancora la necessità di un processo di maturazione di un paio d'anni per poi lanciarsi in una serie di esperienze che potrebbero portarlo alla ribalta del calcio". Nonostante tutto la società è pronta a "sentire le ragioni del giocatore", continua il numero uno della Lazio, visto che "leggo che lui vuole andare via e che non è un problema economico".
CLAUDIO LOTITO
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CONTROCOPERTINA - SPORT
L’ITALIANO VENERDI’ 22 MAGGIO 2009
Ranieri e la Juve ai ferri corti Il tecnico bianconero si è rivolto al proprio legale per definire la rescissione del contratto. 6 milioni di euro la cifra della discordia MARA DE GAETANO
TORINO - Esonero non significa rescissione; Ranieri riceverà lo stipendio, ma resterà a disposizione. E' la posizione assunta dalla Juventus in merito alle decisioni riguardanti il futuro dell'attuale allenatore. Un legame, quello fra il tecnico ed
i bianconeri, interrotto bruscamente dopo quasi due anni, che rischia di veder protrarsi nel tempo gli strascichi di un malessere comune. Il Dio Denaro spesso ci mette lo zampino, e sarebbero proprio 6 milioni di euro, l'oggetto della contesa. Claudio Ranieri si è infatti rivolto al proprio legale,
l'avvocato Mattia Grassani, per definire al più presto la questione. Morale della favola, secondo quanto sostenuto dal difensore del tecnico, l'esonero equivarrebbe al recesso, e l'accordo tra l'allenatore ed il club sarebbe stato di tipo “inglese”. “In Italia il tecnico viene pagato sino fino al termi-
ne del mandato ha detto Grassani - e se se ne vuole andare prima, perché trova un nuovo incarico, deve accordarsi prima con la società”. Invece,
Ferrara, esame di maturità Può essere più di un “traghettatore” Blanc: hai le carte in mano, giocale TORINO - «La squadra l’avete in mano voi. Giocatevi le vostre carte». Vinovo, ore 15,24. Comincia la Juve di Ferrara di cui abbiamo registrato l’ora dell’inizio ma sulla quale non azzardiamo quella della fine perché l’orizzonte si potrebbe spostare oltre le prossime due partite. Con Ciro e il suo staff trapiantato di peso dal settore giovanile, Jean Claude Blanc aveva parlato in mattinata: poche parole con l’intento di motivare i motivatori e far capire loro che possono conquistarsi il futuro. Spalletti, Gasperini e Conte, le tre candidature in ballo da più di un mese, hanno una concorrenza in più ma la Juve si è messa in pausa. La questione dell’allenatore sarà congelata per quindici giorni e quando il frigorifero sarà riaperto potrà succedere di tutto, anche che Ferrara il «traghettatore» diventi un capitano di lungo corso e che si chiuda almeno per un anno la confusa ricerca di un nuovo tecnico. L’obiettivo comunque è salvare il salvabile nei 180 minuti che restano senza che la squadra sia distratta e condizionata dalle strategie per la prossima stagione. Nel primo giorno dopo il ribaltone, Blanc ha dovuto anche parlare ai giocatori, rimasti all’oscuro della decisione. Molti l’avevano appresa dai telegiornali. «Negli ultimi tempi - è la sintesi del discorso durato una ventina di minuti - la società è intervenuta più di una volta sia con voi che con Ranieri per ricordarvi che cosa ci attendevamo. La situazione invece di migliorare si è complicata. Ranieri non c’è più, restate voi: nel bene e nel male sarete i responsabili di quello che accadrà». Con i giocatori, l’amministratore delegato non è sceso nei dettagli del siluramento del tecnico romano. Alla base della decisione, antistorica per la Juve, c’è tuttavia un retroscena. Dopo la riunione del Consiglio di amministrazione di martedì scorso la dirigenza si aspettava una squadra motivata: Ranieri era stato tranquillizzato sul proprio destino e la sconfitta del Milan invitava ad accorciare lo svantaggio, insomma c’erano le condizioni per affrontare l’Atalanta con sicurezza e senza balbettii. E’ per questo che il naufragio ha creato l’allarme e Ferrara era la sola scelta praticabile, con il vantaggio di poter comprendere e risolvere da ex difensore i difetti che hanno portato la Juve a incassare 14 gol in 7 partite. Non è una certezza: non basta affidarsi a Van Basten perché una squadra segni più gol e la difesa della Juve avrebbe bisogno di Ferrara in campo più che in panchina. Ma di fronte a una situazione complicata si è pensato anche a questo dettaglio. Ora tocca alla Juve. Ciro non stravolgerà la squadra di Ranieri né potrebbe farlo. Il suo primo allenamento da tecnico, sotto un sole feroce perché quella è l’ora in cui si gioca in campionato, ha ricordato moltissimo quelli di Lippi in Nazionale. Grande uso del pallone, la cura di appoggiare personalmente sul campo gli oggetti utili per gli esercizi, l’ampio spazio riservato alla partita nella quale sono state conservate le coppie d’attacco dell’ultimo periodo con lo stratega del Testaccio. Amauri e Iaquinta stavano con la formazione più accreditata per affrontare il Siena, Del Piero e Trezeguet nell’altra in cui Giovinco faceva da fantasista. A prendere per buone certe indicazioni, Alex resterà ancora fuori nonostante l’arrivo in panchina di un suo caro amico. Trezeguet invece potrebbe imporsi come titolare al posto di Amauri del quale è evidente la flessione. Ferrara dovrà comunque fare i conti sulle assenze. Ieri ad esempio ha provato Grygera sulla sinistra non sapendo se De Ceglie recupererà dalla botta presa domenica. Ma sono dettagli. Le fortune della Juve di Ciro passeranno per la voglia e un nuovo spirito, non per il nome di chi ci sarà.
per quanto riguarda la situazione di Ranieri, “la stretta di mano” con la Juventus, avrebbe comportato, in caso di licenziamento, il versamento di una sorta di buona uscita (o penale), equiparabile ad un anno di
contratto, ma la libertà immediata dell'allenatore. Se tutto ciò fosse accaduto il primo anno, Ranieri avrebbe percepito lo stipendio sino al termine del secondo; in questo caso, gli sarebbero stati versati gli emolumenti fino al 2010, con la rinuncia ai premi. Grassani ha ribadito che il suo assistito sarebbe “tenuto in ostaggio”, perché la Juve non ha intenzione di trattenerlo, ma negandogli la rescissione del contratto, applicando cioè il punto di vista italiano, ne impedirebbe la libertà decisionale. Un passo inevitabile verso il contenzioso, che finirebbe ovviamente col trascinarsi non si sa fino a quando. Qualora Ranieri dovesse ricevere un'offerta allettante da parte di altre squadre interessate all'ingaggio, si troverebbe costretto a declinarla o a scendere a patti con la Juve, che lo metterebbero nelle condizioni di moderare le pretese economiche. Secondo Grassani “estremizzare non conviene a nessuno; il signor Ranieri mi ha dato un mandato per operare con dialogo e buon senso affinché prevalgano il fair-play ed il gentleman agreement iniziale”. Dal canto suo la società fa invece sapere che non esiste nessun patto di sorta tra le parti, se non i contratti in essere. Intanto, Ranieri, raggiunto telefonicamente, ha commentato con una frase che lascia non pochi dubbi sul suo reale stato d'animo: “Sono sereno, quello che dovevo fare l'ho fatto”. Difficile sapere quanto di vero ci sia in questa dichiarazione, perché a giudicare dall'epilogo della situazione, sembra che il tecnico intenderà togliersi più di qualche sassolino dalle scarpe. “Con questa squadra ho già fatto un miracolo, ho lottato con l'Inter per lo scudetto. A quel punto, chi non conosce il calcio, ha cominciato a parlare di scudetto. Intanto si sono dimenticati che con questa squadra avevo battuto due volte il Real Madrid e vinto il girone di ferro della Champions League. Ho fatto certe scelte anche per rispettare il budget della società; sono stato un aziendalista, ma per me questo è un complimento. Dicevano che mi avrebbero riconfermato, ma intanto andavano a pranzo con Lippi”. Parole inequivocabili, che hanno esclusivamente il sapore di amarezza. Tra la Juve e Ranieri, la partita è appena cominciata.