il grande Sport pagine di pura passione
n. 226
(anno XII n. 10) diffusione gratuita periodico novembre/dicembre 2016
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Io, dopato per forza
CALCIO & FAMIGLIA
«Papà, di calcio ne capisco più io»
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VENICE MARATHON, anche Sammy al traguardo
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L’outing di Di Luca ospite nel Veneto |||| pagina 3
il grande Sport
27 novembre 2016 - 2
sportivamente
R
mondo unning di Enrico Vivian, 35° alla New York Marathon
Sammy vola sulla Joelette nella nuvola gialla di runner e palloncini. Sotto, il podio con mamma e papà e i quattro fratelli Vivian al via: due per correre con Sammy, due per la gara. Per la cronaca, il migliore Luigi, 16. assoluto in in 2h 37’57”.
#SammyRunsVenice, il suo racconto: «Corsa emozione, ho respirato arie bellissime»
Eravamo quasi tutti alla prima presentazione di fine agosto – al Bbq Party di villa Cappello – pochi giorni dopo la conferma di Sammy per costruire il gruppo che lo avrebbe portato al traguardo della maratona di Venezia: prime foto su Joelette, la speciale carrozzina adattabile a qualsiasi percorso, geometria, disabilità, e i primi video attorno al campanile di Cartigliano. Poi tutto il resto è stato incredibile: dalla semina delle t-shirt nel Bassanese agli incontri a ogni livello in Veneto fino al volo social #SammyRunsVenice col sostegno di personaggi normalmente irraggiungibili, felici di farsi fotografare con la scritta gialla su maglia scura. Questa è la forza di Sammy Basso, della sua famiglia e della sua associazione, dedite alla raccolta fondi per lo studio della sua rarissima malattia genetica, un invecchiamento precoce chiamato Progeria. C’entravo poco col gruppo
attorno a Joelette, se non che avevo iscritto alla Venice Marathon già in primavera metà dei partecipanti, altri erano amici o lo sarebbero diventati lungo questa splendida avventura. Erano già una ventina da sincronizzare sul passo di 6’/km verso il quale ho riconvertito anche il mio quando sono stato chiamato dalla panchina. E in gara, con tutto il fiato che mi rimaneva, ho scattato foto e girato video dalla pancia del gruppo in maglia gialla. Ormai son passate settimane e l’emozione non cala, anzi, basta un cenno in chat per scatenare il coro e la memoria dei cori dalla Riviera dei Dogi fino a Piazza San Marco, neanche avessimo portato papa Francesco all’arrivo della Venice Marathon. Vi lascio alle parole riadattate di Sammy, ricordandovi di chiamarlo Sammi e non Semmi … «Da subito siamo stati accolti dagli organizzatori come dei veri e propri protagonisti della Maratona: strano, perché la nostra non era una corsa per fare un record, era una corsa per dare un messaggio forte. Poi tutto è successo abbastanza in fretta: strano, visto che abbiamo percorso 42km in più
di quattro ore, talmente intense che mi è difficile raccontarle senza sminuirle. Ho respirato, e credo di parlare a nome di tutti i miei compagni, un’aria di sostegno e collaborazione bellissima: non solo ci incitavamo tra di noi, ma tutti i partecipanti che correvano e ci superavano trovavano un momento per staccare la testa dalla loro gara per affiancarci e farci i complimenti, darci una pacca sulla spalla, stringerci la mano ed incitarci. Il pubblico lo stesso, è stato calorosissimo, si sbracciava per salutarci e si sgolava per farsi sentire. È stato bello vedere molti di loro con le magliette “Sammy Runs Venice” con la scritta che si rifletteva in quella
B
delle nostre canotte e dei nostri palloncini gialli, riconoscibili a distanza. E mentre io ero comodamente seduto sulla Joelette vedevo che man mano che passava il tempo i miei amici accusavano la fatica. Devo essere sincero: mi è venuta voglia di scendere e cominciare a correre assieme a loro. Le mie gambe però non me lo avrebbero permesso, ma era anche questo il senso della corsa: vedere che gli amici veri
sono coloro che quando sei assieme ti fanno dimenticare ogni tuo limite e sono anche quelli che, quando la realtà torna a mostrarteli, ti spingono letteralmente verso dove non puoi arrivare da solo. Il traguardo è stato unico: siamo arrivati tutti uniti come siamo partiti. Vedere Venezia dopo il lunghissimo Ponte della Libertà è stato emozionante e quando siamo arrivati in Piazza San Marco, meraviglia delle meraviglie, essere immersi in migliaia di persone che ci aspettavano (sì, aspettavano proprio noi) dopo aver svoltato ed essersi trovati davanti alla magnifica Basilica, una perla nella perla, una lacrima di commozione, sono sincero, mi è scesa. Tante altre cose ci sarebbero da dire: l’accoglienza al traguardo da parte del pubblico e degli organizzatori, la stanchezza dipinta sui volti di chi
mi ha portato, la felicità incontenibile di aver fatto anche questa esperienza … Cose indescrivibili! Una sola cosa mi resta da dire: un enorme grazie a tutti i miei compagni di corsa, che si sono dati da fare prima della Maratona, che hanno abbracciato la nostra causa e che poi sono scesi in strada per sostenermi anche fisicamente! Grazie ragazzi, grazie dal più profondo del cuore! Vi voglio bene e sono orgoglioso di voi!». info@scuoladicorsa.it
mondo enessere di Raffaella Toniolo, coaching e psicologia del lavoro e dello sport
di Cosimo Gasparri, nutrizionista e docente di Dietologia/Alimentazione
Sport e traumi, la testa: nuovi studi e nuovi orizzonti
Il potassio nella dieta: quando sì e quando no
L’interessamento alle attività motorie e sportive che sta via via aumentando in questi ultimi anni ha un impatto non solo sul benessere individuale, sociale, collettivo ed economico nel presente ma anche a lungo termine e a volte non esclusivamente positivo. La rilevanza di un impatto negativo dello sport sulla salute è, a livello di informazione pubblica, ben conosciuto attraverso il doping. La rincorsa tra doping e antidoping sembra senza fine e molte sostanze diventano proibite non solo per promuovere una concorrenza leale tra gli avversari ma anche per proteggerli da danni sul loro corpo e sulla loro mente dall’uso ed abuso delle stesse. È importante, da questo punto di vista, integrare mito e realtà della pratica sportiva. Quali sono i probabili effetti della partecipazione ad una disciplina sportiva sul nostro corpo e sulla nostra mente? A titolo esemplificativo, se pensiamo al corpo, possiamo considerare come ogni anno, citando solo i traumi oculari, si verifichino in Italia circa 40 mila casi di traumi agli occhi e il 25% di essi è correlato alla pratica sportiva. Di questi il 30% vedono coinvolti praticanti di età inferiore a 16 anni e va sottolineato che in 9 casi su 10 questi danni sono prevenibili. Non tutte le discipline sportive sono gravate dallo stesso rischio, ogni disciplina ha la sua peculia-
rità e “pericolosità” relativamente agli infortuni cui si può incorrere, ma l’utilizzo di protezioni individuali, accorgimenti tecnici e psicologici può, collaborando, limitare fortemente le conseguenze di questi traumi che a volte hanno esito molto grave. Sebbene si possano riconoscere vere e proprie malattie “professionali” in atleti che praticano alcune discipline per anni, sono le problematiche traumatologiche a conquistare il podio. Di-
venta rilevante occuparsi della salute dell’atleta in una visione globale e a lungo termine. Una recente ricerca della Radiological Society of North America, uscita ad ottobre 2016, si è occupata di divulgare gli studi sui cambiamenti cerebrali nei giocatori di football delle sezioni giovanili, uno sport di contatto in cui la probabilità di incorrere in traumi alla testa è abbastanza elevata. I ricercatori hanno osservato cambiamenti cerebrali misurabili nei bambini dopo una sola stagione di gioco. In Usa ci sono circa 3 milioni di giovani atleti che praticano questa disciplina e l’interesse degli studi si è orientato sui possibili rischi di lesioni cerebrali durante
la pratica della disciplina e sugli effetti che questi traumi possono avere su un cervello in via di sviluppo. Il gruppo studiato, in realtà, era formato da un numero esiguo di atleti, 25 giocatori di sesso maschile di età compresa tra gli 8 e i 13 anni, che sono stati sottoposti a valutazioni pre e post stagione con procedure e tecniche particolari al fine di rilevare cambiamenti microstrutturali della sostanza bianca del cervello. In sintesi i risultati hanno mostrato che l’esposizione continua a colpi sulla testa porta a particolari cambiamenti nella materia cerebrale sotto osservazione, cambiamenti simili ad un trauma cranico. È importante sottolineare, tuttavia, che nessuno dei ragazzi ha avuto segni o sintomi di commozione cerebrale e che non è possibile collegare questi risultati ad eventuali esiti negativi a lungo termine. Di certo si è aperta la strada ad ulteriori ricerche per capire il significato di questi cambiamenti sulla salute a lungo termine nei giovani atleti. Nuove ricerche atte non ad eliminare alcuni sport ma a renderli più sicuri. Come in tutti gli sport possono esserci molti cambiamenti fisici dopo una stagione, cambiamenti che nella maggior parte dei casi nella fase di recupero rientrano spontaneamente ed è importante capire se anche quelli cerebrali, e quali, si comportino allo stesso modo senza particolari conseguenze per le funzioni cognitive, ossia per quelle capacità che permettono di gestire il nostro quotidiano come memoria, attenzione, apprendimento ecc. Perché qualsiasi sport fatto male, fa male. www.raffaellatoniolo.it
Il potassio, il cloro e il sodio sono minerali abbondanti nel nostro corpo, responsabili del mantenimento della pressione osmotica. Sono solubili e velocemente assorbiti nel tratto digerente, eliminati con il sudore e nel caso del sodio e del potassio soprattutto con l’urina. Il potassio partecipa alla regolazione dell’ enzima “pompa sodio-potassio”, interviene in varie reazioni enzimatiche/metaboliche (glicolisi e catena di trasporto degli elettroni, ecc). Secondo la Sinu, Società Italiana di nutrizione umana, nel primo anno di vita il fabbisogno giornaliero è di 0,7 g.; da 1-3 anni aumenta a 1,7 g.; a 46 anni è di 2,4 g.; dai 7-10 anni passa a 3 g., mentre dagli 11 anni in poi si assesta sui 3.9 grammi al giorno. Un deficit di potassio può essere causato da carenze alimentari, da perdite eccessive per via gastroenterica o da un eccesso di diuretici che producono diarrea e vomito: si manifesta con debolezza muscolare, aritmie, tachicardia, confusione mentale e sonnolenza. L’eccesso di potassio è raro e si manifesta invece con astenia, crampi muscolari,
difficoltà respiratoria, aritmie e, in casi estremi gravi, può provocare un arresto cardiaco. Nelle patologie renali come l’insufficienza renale cronica diminuisce la capacità dei reni di eliminare il potassio (anche sodio, fosforo e proteine) soprattutto negli stadi terminali, per cui la restrizione dietetica è importantissima. La limitazione degli alimenti ricchi di potassio deve essere indicata dal nefrologo poiché è presente in molti alimenti,
in particolare nella frutta e nella verdura, nella frutta secca ed essiccata, nei legumi sia freschi che secchi, e poi in patate, olive nere, broccoli, spinaci bieta, rughetta o rucola, spinaci crudi, aglio, pepe nero, tarassaco, cavoli di Bruxelles crudi, carciofi, cavolfiore, cavolini, funghi, ribes, castagne, melagrane, albicocche kiwi, melone, in prodotti integrali ecc., nella carne e nel pesce, nel latte e derivati. Va ricordato che alcune tecniche culinarie come la cottura
MARCE E CORSE
si trovano sul web: da ilgrandesport.it si accede ai calendari veneti e nazionali sui siti: calendariopodismo.it calendariopodismoveneto.blogspot.it
in acqua possono ridurre il potassio degli alimenti vegetali per cui è preferibile consumare principalmente le verdure cotte: si consiglia di bollire le verdure in abbondante acqua, cambiare l’acqua di cottura ed eliminarla dopo la cottura. In questi casi le patate devono essere bollite in un volume di acqua 10 volte superiore al loro peso (ad es. 150 grammi di patate in 1,5 litri di acqua). La bollitura deve essere molto lunga (almeno 1,5 ore). L’ebollizione riduce anche il quantitativo di fosforo. Nella preparazione di verdure crude bisogna tagliuzzare le verdure, lasciarle in ammollo qualche ora ed eseguire dei risciacqui abbondanti. Per evitare il rischio d’iperpotassiemia si può utilizzare anche un farmaco, una resina che si lega al potassio e ne riduce l’assorbimento intestinale (consultarsi con il medico nefrologo). L’iperkaliemia o ipercaliemia o iperpotassiemia (eccesso di potassio nel sangue) può causare una situazione di acidosi metabolica (accumulo di acidi nel sangue dovuto ad una ridotta capacità dei reni di eliminare gli acidi). In questi casi dovrebbe essere assunto bicarbonato di sodio (naturalmente dietro controllo medico). Studio di Dietologia & Nutrizione Umana dietologianutrizione@libero.it nutrizionistabassanodelgrappa.jimdo.com
il grande Sport
27 novembre 2016 - 3
primo piano
Il personaggio A 72 anni Gianfranco Zigoni è tornato in campo per 20 minuti. Ecco il suo modo di giudicarsi
Zigogol, filosofia e arte del pallone (Gz) “Dove mi devo mettere in campo non me lo diceva nemmeno Helenio Herrera…”. Ha lo sguardo torvo ma tra il serio ed il faceto indirizza questa affermazione-imprecazione verso la sua panchina. Gianfranco Zigoni, 72 anni, mitico “Zigogol” è stato il protagonista della partita che ha commemorato i 70 anni dell’Opitergina calcio, giocata allo stadio “Opitergium” contro i giornalisti di “TvPressing”. Zigogol a grande richiesta ha fatto un’apparizione, una ventina di minuti “il dottore me lo aveva proibito perché ho la schiena a pezzi, potrei solo camminare e basta, ma non potevo mancare”. Infatti è stato l’ospite d’onore insieme agli altri due “miti” della storica società trevigiana e cioè Renato Faloppa (rimasto in tribuna) e Ivan Gregori ( che ha giocato eccome, a dispetto dei 69 anni). Ma inutile dire che Zigogol suscita un fascino particolare anche se in campo ci va solo per…onor di firma. Ma va bene così e poco importa se poi la partita termina 1-0 a favore delle vecchie glorie dell’Opitergina perché alla fine è stata la festa di tutti. Ma soprattutto di e per Zigogol: “Io nella
IL CALCIO DEGLI ALTRI
Slovenia, il coraggio di puntare sui giovani (Gz) Slovenia, l’Uruguay d’Europa. Pochi abitanti, due milioni e mezzo, ma che si dividono per passione tra basket e calcio. Sì, anche lo sci visto i campioni che si ritrova, ma senza dubbio lo sport che incuriosisce di più è il calcio. Infatti ci si chiede come fa una nazione così piccola sfornare calciatori ogni anno ad alto livello, che anche il nostro campionato prende a piene mani. E poi proprio dalla Slovenia arriva il nuovo presidente dell’Uefa e cioè Aleksander Ceferin giovane dirigente calcistico ora al vertice del calcio europeo. Ma ritornando ai calciatori, non è mica un mistero che l’Udinese ha sem-
Cordaz, il portiere vittoriese già al Cittadella ed ora al Crotone in serie A. Insomma c’è proprio curiosità intorno a questa piccola nazione che sforna grande calcio e che confina con noi, anzi, era parte di noi... E una parte importante era l’Istria e proprio a Capodistria gioca nella massima serie il Luka Koper. Per capire un po’ il calcio sloveno, abbiamo seguito proprio il Luka Koper contro l’Olimpia Lubiana, partita giocata allo stadio Bonifika. Stadio nuovo costruito nel 2010 che soddisfa appieno le esigenze di una cittadina come Capodistria. Il Koper è a metà classifica e il suo obiettivo principale è la salvezza
pre un occhio di riguardo per questa nazione. Pensate solo all’affarone che ha fatto prendendo un Samir Handanovic giovanissimo, fatto valorizzare anche dal Treviso per poi riprenderselo e quindi venderlo a cifre importanti all’Inter dove è attualmente uno dei migliori portieri della serie A. E poi pensate ad esempio a Zamparini e al suo Palermo che continua ad attingere a piene mani al mercato di calciatori sloveni e non sbaglia un colpo. Ma il calcio in Slovenia non è solo di questi ultimi anni, cioè da quando il piccolo Paese ha raggiunto l’indipendenza. Con la Sampdoria ad esempio negli anni ‘80-90 ha giocato un grandissimo Katanec che ha scritto pagine importanti del club. E che dire poi del Parma che prima di fallire aveva anche acquistato un club sloveno, il Nova Gorica, facendone proprio un punto di riferimento per far giocare giovani calciatori tra i quali anche
mentre l’Olimpia di Lubiana, squadra della capitale, ambisce a ben altri traguardi. E qui spunta fuori uno dei segreti del calcio sloveno e cioè quello di far giocare i giovani. Infatti il Koper manda in campo una squadra dove il più anziano è il portiere ed ha 26 anni! Il resto è formato da ventenni e i più anziani sono in panchina compreso quel Muslimovic che ha fatto tutta una carriera nella nostre squadre. Alla fine vince l’Olimpia con il gol della vittoria segnato a 3’ dalla fine dell’inconto. Ma per i giovanissimi del Koper c’è la soddisfazione di aver tenuto testa alla più blasonata squadra per 85’ di gioco e state certi che un paio di questi ragazzini tra qualche anno li vedremo giocare da noi. Che con il nostro maxi movimento fatichiamo a mettere insieme una nazionale all’altezza.
Gianfranco Zigoni il grande Zigogol, attaccante veneto genio e sregolatezza del gol, in una foto attuale da Hellas1903. A sinistra con la maglia gialloblù del Verona negli anni Settanta
mia vita ho amato un solo giornalista - ha spiegato al termine dell’incontro in una chiacchierata informale - ed è stato Giorgio Lago. Ora invece leggo poco i giornali, leggo poco di sport. Sì, guardo cosa fa mio figlio che gioca con la Spal (è partito dal Treviso ndr) e poi leggo, ecco questo sì con interesse, la rubrica “Passioni e Solitudini” di Alessandra Graziottin…”. Ciò significa che Zigoni si sente solo? “Se getto uno sguardo al pas-
sato penso di aver commesso tanti errori, penso di non essere stato o non essere un buon esempio per i giovani calciatori e sportivi in genere. Per fortuna mio figlio è molto migliore di me anche se non è stato facile all’inizio portare questo cognome ma ora ha superato questa situazione. Ecco sono contento e fiero di lui, veramente…”. Ma lei è stato un idolo per generazioni di sportivi e tifosi. “Già ed ancora adesso mi domando
perché. Io non ho mai segnato tanti gol, non ho mai vinto nulla di importante eppure anche poco tempo fa mi sono venuti a trovare tifosi del Verona, un pullman intero. Ma che ci trovate in me? ho chiesto e loro mi hanno detto che va bene così, non so…il mondo è strano”. Zigoni segue poco il calcio attuale per sua ammissione, a parte suo figlio. Ma anche quelcos’altro. “Seguo quello che fa Francesco Guidolin perché è un bravissimo ragazzo. Lui era giovanissimo ed era in camera con me quando giocavamo a Verona. Ragazzo buono, gentile, generoso con un ottimo carattere. Ecco lo seguo quando posso e spero tutto il bene possibile per lui e la sua squadra…”. Ecco, perché un ricordo di Zigogol? Perché giocatori come lui ed Ezio Vendrame, un giorno avversari ma ora amici, pur non avendo mai vinto nulla sono stati i calciatori che più di altri hanno acceso la fantasia dei tifosi locali. Come dire, il calcio non è solo vittorie, sconfitte ma anche giocate, spettacolo e… qualche gol.
L’outing di Danilo di Luca su doping & C. Il primo atleta radiato dal ciclismo dice la sua: sistema, omertà, solitudine. Un j’accuse totale
«Io, dopato per forza, ai giovani dico: imparate dagli errori miei e dell’ambiente» «Sei a posto? Mettiti a posto». Il consenso-assenso del doping nel ciclismo secondo Danilo Di Luca, primo e unico corridore ciclista radiato dal suo sport, passa proprio attraverso queste semplici affermazione da parte dei responsabili dei vari team. «Sei a posto? Mettiti a posto», mai la parola doping, o droga, è uscita dalla bocca di qualche dirigente, mai affermazioni esplicite ma sempre indirette. Tutto questo Danilo di Luca lo ha ribadito a Cison di Valmarino ospite di “Soligoinrete” il meeting sull’informazione organizzato da Qdpnews.it con il patrocinio del Comune e che ha visto protagonisti, tra gli altri, Mino Taveri di Mediaset, Gianluca Di Marzio di Sky, Luigi Bacialli di ReteVeneta e appunto Danilo Di Luca che ha presentato il suo libro “Bestie da vittoria? I tanti interrogativi sul ciclismo ed il doping da Marco Pantani a Lance Armstrong”, scritto con Alessandra Carati. Danilo Di Luca, personaggio discusso e discutibile senza dubbio. Ma, ma come ha spiegato bene Glauco Zuan direttore di Qdpnews.it che ha diretto il meeting, la presenza di Di Luca a Cison non è stata tanto per commentare o giudicare la sua vicenda quanto per conoscere, sapere, approfondire…Tanto più che Di Luca ha delle affinità con la zona solighese avendo colto la prima vittoria da Junior proprio a Solighetto nel 1994 e poi il campionato italiano a Col San Martino. Di Danilo Di Luca si è sempre parlato come “di un predestinato”: «Io ho sempre vinto, dalla prima gara che ho corso fino ai professionisti, anche se il salto tra i prof è stato assai duro ma non ho mai pensato di mollare e non avrei mai accettato una carriera da comprimario». Da qui il salto al doping? «Non c’è una data in cui possa dire di aver cominciato a doparmi. E’ stata comunque una scelta mia, perché penso che non si possa arrivare tra i primi 10 di un grande giro senza essere dopati. Il doping ti aiuta un 5-7% ma se ci sono dieci corridori tutti uguali fa di certo la differenza, ma attenzione. Tutto questo se sei già forte, altrimenti anche dopandoti non vai da nessuna parte. Chi vince un Giro lo vince sia da dopato che non…». Ed ancora: «Non c’è nessuno che nel mondo del ciclismo ti dice di doparti ma se vuoi fare il prof lo devi fare perché in qualche modo te lo fanno capire…». E questo famigerato sistema doping? «E’ tutto quello che ruota attorno a ciclismo, federazione, organizzatori, squadre, direttori che tutto sanno e non dicono mai nulla. Il ciclista è la parte più debole del sistema». Ecco il sistema: «Il ciclismo è l’unico sport di squadra in cui gli atleti non hanno un tesserino, non appartengono alla squadra ma sono solo legati da un contratto a volte capestro. Ecco allora che quando succedono certe
cose l’unico a pagare è soltanto il corridore che viene lasciato solo mentre la responsabilità - a giudizio di Di Luca - è sempre di tutti perché tutti sanno o sapevano». Come è capitato a Pantani... «Pantani non c’è più perché aveva un carattere debole. Se io sono qui è solo perché ho un carattere forte. Ecco, Pantani , che non è mai stato trovato dopato, sarebbe stato il più forte anche senza doping. Armstrong? Lui aveva il suo doping e il suo sistema. Sono convinto che senza doping avrebbe comunque vinto almeno 4 Tour”. Rifarebbe certe cose? «Io rifarei tutto quello che ho fatto ma in maniera diversa. Ai giovani dico: imparate dai miei errori». Gabriele Zanchin
La partita del cuore fa centro
È stata la Città di Marostica a ospitare la IX edizione della Partita del Cuore organizzata dal Presidente dello Jus Sport Bassano, avvocato Nereo Merlo, che ha portato a complessivi € 26.000 il contributo versato a favore della Città della Speranza. Una giornata, quella dedicata alla lotta contro le leucemie infantili, non solo di calcio, ma anche di animazione per tutta la famiglia, con le esibizioni dei grandi e piccoli ballerini e ballerine di Two Step e con la partecipazione dei giovani ciclisti del Veloce Club Bassano, che hanno consentito ai bambini di provare la gioia delle bici da corsa. Truccabimbi a cura di Erika, caldarroste e un rinfresco le iniziative che hanno completato la ricca manifestazione che ha visto al centro il gazebo della “Città della Speranza”, con il suo materiale informativo. Anche quest’anno il delegato Patrick Pitton, a nome della Figc, ha donato alla manifestazione una maglia della nazionale femminile autografata dall’allenatore Antonio Cabrini che verrà messa all’asta. Non sono mancati poi i personaggi, come ad esempio Stefan Swoch che ha giocato con i Promotori Finanziari di Banca Mediolanum. Questi i risultati del triangolare: Promotori Finanziari di Banca Mediolanum-San Bassiano Football 1 a 0; Jus Sport Bassano-San Bassiano Football 3 a 0; Jus Sport Bassano-Promotori Finanziari di Banca Mediolanum 0 a 0. Hanno vinto il triangolare i Promotori Finanziari di Banca Mediolanum ai rigori contro lo Jus Sport Bassano.
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27 novembre 2016 -5
calcio
Lega Pro Donata anche una somma per il terremoto Serie B I granata hanno dato prova di grande valore
Bassano in quota Vertigini d’alta quota? Non certo per il Bassano Virtus che se la gioca con squadroni pensati e costruiti per compiere il grande salto in serie B. Top team che ogni domenica devono fare i conti con la truppa di D’Angelo, sempre più intenzionata a dare del filo da torcere a ogni avversario. Senza dimenticare la solidarietà. Le presunte dominatrici del torneo e favorite al salto di categoria, Venezia e Parma, sono avvisate. L’obiettivo stagionale doveva essere la salvezza e nulla più. È vero che da qui al termine del campionato manca ancora un’eternità, e quindi tutto può ancora succedere, ma è altrettanto vero che i ragazzi di D’Angelo hanno dimostrato di meritare l’alta quota in virtù dei risultati ottenuti nella prima parte del torneo e in Coppa Italia. «Stiamo disputando un bel campionato – ha ammesso il tecnico virtussino - in un girone difficilissimo ed equilibrato. È presto per fare bilanci, noi dobbiamo solo proseguire su questa strada. La classifica? È relativa, perché vede molte squadre vicine e distanziate di poche lunghezze. Insomma, il cammino è ancora lungo, ma essere lì ci fa piacere e vincere è sempre positivo». In attesa del ritorno di Gianmaria Rossi, a difendere la porta giallorossa è Elia Bastianoni, che ha messo in mostra, tra l’altro, le sue doti di para rigori. «Questo Bassano è proprio un grande gruppo – ha dichiarato il portiere – in cui ognuno dà il cento per cento e questo, credetemi, non è certo una cosa scontata. Negli ultimi anni il Bassano ha sempre concluso tra le prime tre, e non si deve parlare di miracolo o di casualità. Il nostro obiettivo deve essere quello di non avere obiettivi, ma di giocare ogni gara come se fosse una finale. Certo è che se siamo così in alto in classifica è perché l’abbiamo meritato sul campo, anzi qualche punticino lo abbiamo pure lasciato per strada, avremmo anche potuto essere più su». Ma il calcio non è solo agonismo. Ha rivestito un significato partico-
lare la trasferta di inizio novembre della formazione Berretti in quel di Macerata. In un territorio martoriato dal terremoto, che sta mettendo a dura prova la popolazione locale, la formazione più… anziana del settore giovanile giallorosso ha contribuito a offrire un pomeriggio diverso ai locali. «Il terremoto ha danneggiato anche gli impianti sportivi e gli spogliatoi annessi – ha dichiarato Michele Nicolin, responsabile del settore giovanile giallorosso – e ci
eravamo offerti di invertire la gara, giocandola quindi a Bassano. Ma per quelle genti è utile cominciare a tornare quanto prima alla normalità, anche attraverso una partita di calcio, per cui alla fine si è giustamente giocato in terra marchigiana». In più, i Fedelissimi hanno donato 1557 euro, frutto di una raccolta di fondi, all’Arquata Calcio a 5, per contribuire alla ripresa dell’attività calcistica. Bravi. Stefano Cirillo
Il Cittadella piace per la caparbietà
Il Cittadella nella “serata perfetta”, come l’ha definita il presidente Andrea Gabrielli, ha battuto la capolista Hellas Verona con un memorabile 5-1, datato 18 novembre 2016. Dopo 35 secondi gli ospiti erano già in vantaggio con Pazzini. Il gol a freddo avrebbe potuto mettere in ginocchio qualsiasi compagine, invece i granata sono rimasti compatti. Iori ha guidato la riscossa pareggiando i conti, Scaglia ha firmato di testa il 2-1, Litteri il 3-1con tocco vellutato su punizione di Benedetti, il quale sul finire del primo tempo ha pennellato il 4-1. Ancora Litteri nella ripresa ha messo il sigillo per il 5-1 finale. Record di pubblico per il Tombolato e festa grande che cancella l’immeritata sconfitta a Benevento (1-0), nonostante la buona prestazione. In precedenza il Cittadella, dopo il primo stop stagionale al Tombolato contro il Brescia, nel
mese di ottobre aveva perso anche contro il Frosinone con tre errori individuali pagati a caro prezzo: 3-2 per i ciociari il risultato finale con le reti inutili di Chiaretti e Litteri. Male anche la successiva trasferta a Perugia con una prestazione poco propositiva da entrambe le parti e due dormite che hanno concesso all’ex Samuel Di Carmine di fissare il risultato sul 2-0 per gli umbri. Contro l’Ascoli il Cittadella è incappato nella terza sconfitta consecutiva al Tombolato (1-0, rete di Cacia) nell’unica palla-gol concessa agli ospiti. L’arbitraggio di Marinelli da Tivoli, però, ha condizionato la gara con sette gialli e un rosso ai granata (espulso Litteri con un giallo dopo soli 4’, bissato a fine primo tempo per aver chiesto un cartellino anche all’avversario per il fallaccio subito), mentre gli ospiti, nonostante un gioco pesante e intimidatorio, non hanno avuto nessun cartellino contro: due pesi e due
GEMELLAGGI
I tifosi granata sono un esempio per tutti
“La cultura del tifo” è stato il tema del convegno nazionale organizzato dalla Federazione Italiana Sostenitori Squadre di Calcio, che si è svolto a Mantova. Erano presenti anche quattro rappresentanti del Centro Coordinamento dei Club Granata: Gianni e Lorenza Corrizzato, Rino Piotto e Francesco Rebellato. Sono intervenuti il presidente della FISSC Francesco Lotito della Roma, il vice presidente Roberto Checchia del Cesena, l’ex arbitro di serie A Massimiliano Saccani e il vice campione
del mondo Mexico 1970 Roberto Boninsegna che hanno alimentato un interessante dibattito. La delegazione del Cittadella ha ascoltato i segnali che sono emersi da questo consesso nazionale, ed è stata anche ascoltata con attenzione e curiosità. La tifoseria granata ha nello statuto del CCCG l’imperativo categorico di sostenere la propria squadra soprattutto nei momenti di difficoltà perché proprio allora ce n’è più bisogno, inoltre allaccia rapporti di condivisione con altre realtà sportive attraverso ter-
La delegazione granata Francesco Rebellato, Rino Piotto, Lorenza, Gianni Corrizzato e Carla Riolfi (la prima a sx per Verona)
zi tempi e momenti di convivialità. Questi comportamenti, uniti a quelli della società e della squadra, sono stati additati più volte come modello a livello nazionale e hanno avuto riconoscimenti ufficiali come la Coppa Disciplina e il Trofeo Fair Play. Proprio a Mantova durante il pranzo è stato esteso alle delegazioni di Spal, Cesena e Trapani
l’invito alla “5. Festa del Tifoso Granata”. Le tre delegazioni erano presenti sotto la tensostruttura riscaldata in Villa Rina assieme ai quasi 700 tifosi (record di questa iniziativa) che hanno applaudito la squadra, lo staff tecnico, la dirigenza guidata dal presidente Andrea Gabrielli e in particolare il direttore generale Stefano Marchetti. La gestione della cucina
Il bomber Litteri
misure con Chiaretti, ad esempio, che è stato ammonito per simulazione dopo aver subìto un fallo da rigore netto. Voltata pagina, il Cittadella ha colto un tonico e meritato pari (1-1 gol di Arrighini) a La Spezia , poi due nette vittorie al Tombolato con Latina e Salernitana. I pontini sono stati piegati per 2-1 (gol di Iori e Kouamè), ma il punteggio avrebbe potuto essere ben più rotondo; 2-0 con doppietta di Litteri, invece, contro i campani degli ex Busellato e Donnarumma, ma qui gli ospiti di Sannino avrebbero meritato almeno il gol della bandiera. e del servizio tavoli da parte dei Volontari del Comitato Ca’ Onorai è stata impeccabile, come pure l’organizzazione e la presentazione di Pierluigi Basso. Una nutrita lotteria e il ricavato della cena hanno sostenuto il progetto “I sensi della vita” a favore dell’Ospice Casa del Carmine di Borgo Padova. Mercoledì 23 novembre al ristorante “Da Godi” a Fontaniva il Salf Granata Club-Fontaniva Presente ha organizzato la “16. Festa della Fratellanza” per ribadire il significato originario della bandiera olimpica in una sinergia fra mondo sportivo e quello che opera nel sociale con cena solidale alla Cooperativa Fratres, che a Fontaniva segue i ragazzi diversamente abili.
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il grande Sport
27 novembre 2016 -6
sport vari
Calcio & famiglia Le curiose uscite di Stefano su Renzo
Rosso junior rieletto in Lega: «Beh, di calcio ne so più di papà ... »
Stefano Rosso è stato confermato nel consiglio nazionale della Lega Pro. Il presidente giallorosso rimane dunque in una delle stanze dei bottoni del calcio che conta. Insieme a lui rieletto anche Giancarlo Abete, industriale e figura di lungo corso nell’ambiente. E poco prima di essere eletto, confidandosi con un giornalista del Corriere del Veneto, Stefano Rosso, 37 anni, non ha fatto mistero del suo pensiero sul mondo del calcio. Il Bassano, nonostante la pesante battuta d’arresto con la Maceratese, rimanei ai vertici e si è tolto la soddisfazione di stare davanti a corazzate come Parma, Venezia e
Reggiana. Rosso junior ha spiegato che il campionato quest’anno è una specie di B visti i valori sui campi. Rimandando comunque a gennaio qualsiasi tipo di pronostico. Alla domanda fatidica, la risposta che non t’aspetti. Sia sincero: chi ne capisce di più di calcio? Lei o suo padre? «So che si arrabbierà moltissimo ma su questo non c’è il minimo dubbio: ne capisco di più io... Ma ho dalla mia l’aver giocato a calcio a discreti livelli, fino a sfiorare la serie D proprio con il Bassano. E questo è un bel vantaggio». E se lui prevale nel calcio, il padre intanto inaugura l’enensimo store. Stavolta a Porto Rico.
ATLETICA
Zovico presidente regionale una svolta per il Veneto Sembra una svolta notevole, ora starà a lui e ai suoi eletti confermarla nei fatti. Christian Zovico, 44enne legale vicentino, è il nuovo presidente del Comitato Veneto della Fidal, la Federazione di Atletica Leggera. Lo ha eletto l’assemblea delle società venete svoltasi a Bassano. Il pallino rimane nelle mani vicentine, visto che succede a Paolo Valente, ex insegnante e ex vicesindaco di Marostica, che è stato alla guida per 16 anni di Fidal Veneto. Zovico ha vinto agevolmente (anche se alcuni voti alla fine, che erano attesi, sono mancati) sfiorando il 60 per cento dei consensi complessivi mentre lo sfidante Francesco Uguagliati, tecnico, insegnante, ex ct della nazionale negli anni della presidenza Arese, si è fermato poco sopra il 40 per cento. Per la federazione veneta si tratta di un cambio notevole, sia sotto il profilo anagrafico, sia sotto quello della rappresentanza. Perché Zovico ha eletto 9 consiglieri su 12 nel nuovo consiglio e solo tre sono dei ritorni, peraltro non di lungo corso. Nella sua squadra anche il mito veneto Sara Simeoni, olimpionica di Mosca
1980, atleta di grande passato e soprattutto con un pedigree di sportiva estrememente pulita. La sfida di Zovico riguarda la riorganizzazione del Comitato, puntando sull’informatizzazione, e la responsabilizzazione dei consiglieri con incarichi ad hoc. Poi incentivare l’attività su pista e giovanile, che già nel Veneto è tra i vertici italiani, finanziandola con risorse in arrivo da quella su strada. Rinnovamento di strategie, persone e metodi per cercare di navigare in modo più moderno e con nuove idee, prima tra tutte un miglior e proficuo rapporto “politico” con la Regione e una collaborazione a livello tecnico con gli staff delle
altre due regioni del Nordest. Zovico arriva dalla presidenza di Atletica Vicentina, il consorzio di società di base (Fiamm Vicenza, Marconi Cassola, Novatletica Schio, Marostica Vimar, Breganze Asi, Montecchio M., Ovest Vicentino, Dueville, Lonigo ecc.) cha ha saputo fare squadra portando il club tra i primi d’Italia. Ora la stessa capacità di fare squadra viene richiesta a livello veneto per il modello federale. L’atletica italiana ha più che mai bisogno estremo di esempi virtuosi. Foto: Zovico (a destra) e Uguagliati prima dell’assemblea di Bassano
Tennis Il bassanese è stato rieletto per la quarta volta a gran voce alla guida del Comitato Regionale Veneto
Scotton di nuovo presidente
Con 204 voti sui 207 disponibili, Mariano Scotton è stato rieletto per la quarta volta presidente del Comitato Regionale Veneto della Federazione Italiana Tennis. In un salone gremito di presidenti e delegati regionali allo Sheraton di Padova, con l’apertura dei lavori condotta dal vicepresidente nazionale Fit Gianni Milan, Scotton si è presentato come unico candidato, facendo comunque incetta di preferenze e raccogliendo un consenso quasi totale dai circoli della Regione che evidentemente hanno apprezzato il lavoro che ha svolto negli ultimi quattordici anni (ricordiamo infatti che era subentrato nel 2002 a quadriennio olimpico già inoltrato prima delle elezioni del 2004). Tra i suoi punti di forza l’aver fatto crescere l’intero movimento tennistico del Veneto, con incidenza percentuale spesso a doppia cifra, per numero di tesserati, di agonisti, di partecipazione ai tornei e per numero di squadre. E poi ancora aver ideato una serie di Circuiti regionali che raggruppano le varie categorie, dagli under, ai terza e quarta, fino agli Open. Numerosi poi anche i tornei di caratura internazionale che portano nel Veneto l’eccellenza del tennis. Al suo fianco è stato rieletto anche l’intero consiglio, che di fatto ha confermato la squadra presentata dallo stesso Scotton. Otto i consiglieri (sei conferme e due new entry): Andrea Mantegazza (178 preferenze), Susanna Piccolo (176), Enrico Zen (176), Alessandro Zambon (174), Fabrizio Montenero (170), Gianfranco Piombo (168), Nicola Martinolli (166) ed Edoardo Rossi (159).
Nella foto in alto il consiglio del Comitato Regionale Veneto appena eletto. Nella foto sotto il presidente Mariano Scotton
«Il quadriennio di lavoro che si è appena concluso - ha dichiarato Scotton - ci ha regalato ancora una volta grandi soddisfazioni, con un trend positivo in tutti i suoi settori, segnale che il movimento regionale è in salute e che il tennis continua a crescere. L’attività rivolta agli under 8 e under 10 è stata potenziata attraverso appositi raduni, numerosi tornei e campionati, ma soprattutto con il circuito Young
Boys. Le tradizionali Final four giovanili poi sono diventate un appuntamento fisso nella nostra regione. Il Centro tecnico permanente al Tennis Comunali Vicenza poi ha continuato a crescere offrendo la possibilità ai nostri ragazzi più promettenti di confrontarsi, allenarsi insieme e crescere dal punto di vista tecnico sui 4 campi in veloce costruiti appositamente per loro. Grazie all’istituzionalizzazione dei Circuiti di terza e quarta categoria, che ogni anno vengono sostenuti da alcuni sponsor del territorio, abbiamo promosso l’organizzazione di un gran numero di manifestazioni (ben 180 quest’anno), con i giocatori che nel corso della stagione cercano punti per accedere al Master di fine anno. I campionati a squadre hanno raggiunto e superato negli ultimi quattro anni la notevole cifra di oltre 1.200 squadre coinvolte all’anno. Un movimento importante che stimola l’aggregazione, lo spirito sociale del circolo e allo stesso tempo l’agonismo».
il grande Sport
27 novembre 2016 -7
sport invernali
Pattinaggio ghiaccio L’olimpionico roanese allena la nazionale
Enrico ora alleva talenti Un olimpionico “prestato” a tempo pieno alla nazionale e ai suoi gioiellini. La bandiera roanese del pattinaggio su ghiaccio resta in alto e a portarla è sempre Enrico Fabris, come lo chiamavano i suoi fan, l’Eurostar dei Toccoli. Il poliziotto, star per anni del pattinaggio di velocità italiano, medagliato olimpico a Torino 2006, non ha per nulla appeso i pattini al chiodo. Ovvero sì, come atleta, ma ora è impegnato full time come aiuto allenatore della nazionale. «E’ più via da casa adesso di quando pattinava e si allenava in giro per l’Europa per gareggiare - spiega papà Valerio Fabris, da sempre “coltivatore” di talenti sui pattini e promotore della disciplina alla Sportivi Ghiaccio Roana. E’ sempre nella polizia, ma distaccato per l’incarico. Spesso in Germania, dove ci sono gli impianti più importanti, da Berlino a Erfurth, a Inzell in Baviera». Intanto il gruppo di Roana prosegue la sua opera di proselitismo e crescita tra ragazzi e ragazzini, che sono portati naturalmente a provare e praticare lo sport “di casa”. Gli atleti di punta adesso sono Nicola Tumolero, Fiamme Oro da due anni, nei giorni scorsi in Germania in vista delle gare di coppa del mondo, e il collega di squadra Luca Stefani, un esperto che già gareggio con Fabris a livelli mondiali. Il fratello Andrea Stefani è tesserato per la Sportivi, fa parte delle selezioni giovanili azzurre. E dietro decine di giovanissimi e giovani che scalpitano, pattinando verso un sogno.
Enrico Fabris in veste di coach di Nicola Tumolero. A destra il trionfo dell’oro olimpico a Torino 2006
L’AMARCORD
Le medaglie in vista e quel bronzo più pesante degli ori... Dieci anni fa l’Olimpiade Le medaglie olimpiche appese in bella vista nella banca di Roana, «non volevo farle restare al buio», parlano più di qualsiasi altra cosa. E quel bronzo olimpico a Torino 2006 che è quasi più importante dei due ori successivi, perché è stato il podio che lo ha sbloccato, il primo olimpico italiano nel pattinaggio di velocità. Dieci anni dopo Enrico Fabris ha rivisto, spiegando ricordi e sensazioni a Giulia Zonca de La Stampa, il film della sua Olimpiade, quella che fece sbocciare l’amore per il pattinaggio su ghiaccio negli italiani. Alcuni mesi fa, in una lunga intervista (che non a caso lui riporta nella sua pagina facebook) al quotidiano torinese, Fabris ha ripercorso i giorni memorabili del 2006. Passati dieci anni, «ma non mi pare sia passato tanto tempo, sarà che le ripasso spesso quelle gare» ha detto Enrico, aggiungendo che l’immagine simbolo per lui è «il podio dei 5000 metri, un bronzo contro i due ori che sono arrivati dopo, lo so, ma è una medaglia simbolo: la prima olimpica per l’Italia nello speed skating e anche quella che mi ha liberato». Il pubblico ha scoperto il suo sport in quei giorni, osserva la giornalista. «Da zero a 100, era quasi assurdo. Un delirio, pareva esagerato e poi è sparito tutto. Subito ci sono rimasto male».
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cambiato la carriera, la vita no. Sono uno sportivo stra realizzato ma sono rimasto lo stesso». Dispiaciuto che l’Oval di Torino sia stato smantellato? «Era perfetto, sarebbe stato la sede ideale per la nazionale. Pensa allenarsi lì... Ci ho sperato, ma è normale che sia andata così. Non si può pretendere che le grandi masse si buttino sulla pista lunga». Queste le risposte a La Stampa. Sull’Oval si era sognato, si disse che sarebbe rimasto per il pattinaggio. Ma un’idea impossibile per una specialità sportiva così minoritaria. I pochi italiani votati alle gare mondiali allora continuano a solcare l’Europa e i suoi impiantiper diventare forti ed emulare Enrico.Ma un seme così forte ha permesso la nascita del Palaghiaccio di Roana. Non è l’Oval, ma è un preziosissimo fulcro di attività che prima non c’era. L’Eurostar quella volta ha lasciato un segno forte.
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Pedavena vuol superare i 1.500, weekend romantici in palio Scatta il 4 dicembre, alle 10, l’ottava Corsa di Babbo Natale 7. Trofeo Rotari a Pedavena, camminata goliardica e corsa competitiva con il caratteristico costume bianco e rosso, organizzata dalla Pro Loco Pedavena in collaborazione con il Comune di Pedavena, con partenza e arrivo di fronte alla Birreria Pedavena. Gli organizzatori puntano a superare i 1503 partecipanti dello scorso anno. Molto suggestiva la partenza, con il tocco di colore dato dal rosso delle giubbe dei podisti di ogni età pronti a scattare per affrontare i percorsi di 4 km o 10 km. «La manifestazione
- spiega Elvio Cecchet presidente della Pro Pedavena - può contare sulla Rotari Metodo Classico Trento Doc gruppo Mezzacorona che dà un’importante aiuto all’organizzazione». La corsa è valida come gara finale del circuito nor-
dic walking in tour. Sono previsti anche premi per i gruppi di donatori di sangue più numerosi. Preiscrizioni fino a sabato 3 dicembre 13 euro con abbigliamento da Babbo Natale, obbligatorio per chi non ce l’ha, e 7 euro per chi ha
già il kit. Iscrizione il giorno della gara fino a 15 minuti prima della partenza: 17 euro con abbigliamento e 11 euro per chi ha già il completo. Iscrizione per ragazzi e minori 8 euro con abbigliamento e 2 euro per chi lo ha già. A estrazione saranno assegnati quattro weekend in hotel delle Dolomiti bellunesi. Prevista tra i premi l’estrazione tra i partecipanti di weekend romantici all’Hotel Menardi di Cortina e allo Sport Hotel di Padola Comelico Superiore. Info e iscrizioni 0439.301943 martedì e venerdì 18-19.30 prolocopedavena@libero.it www.prolocopedavena.it.
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il grande Sport
27 novembre 2016 -8
sport vari
Il personaggio Il driver di Thiene si è laureato vicecampione del mondo
Un Rigon da mondiale SCI
Maestri... all’inglese anche ad Asiago Anche Asiago “alleva” i maestri di sci più moderni e aggiornati. Nel Veneto la Giunta regionale ha autorizzato l’organizzazione di corsi di aggiornamento professionale per maestri di sci, corsi di qualifica per direttore di scuola di sci e per esperto di lingua inglese. «La norma regionale - spiega l’assessore regionale allo sport Cristiano Corazzari - prevede per il rinnovo dell’iscrizione all’albo professionale dei maestri di sci, triennale, sia subordinato alla frequenza di corsi e prevede che i maestri possano conseguire la qualifica di direttore di scuola di sci e di esperto in lingua straniera, a seguito della frequenza di corsi teorico pratici e di esami organizzati dal Collegio regionale veneto maestri di sci, d’intesa con la Giunta». Queste le attività programmate per il secondo semestre del 2016. Quattro corsi per la disciplina dello sci alpino, della durata di tre giorni: Alleghe dal 5 al 7 dicembre; Cortina d’Ampezzo dal 12 al 14 dic.; Sappada dal 15 al 17 dic.; Asiago dal 19 al 21 dicembre; due corsi per la disciplina dello sci di fondo, della durata di 3 giorni: Cortina dal 12 al 14 dicembre; Asiago dal 19 al 21 dicembre; due corsi per lo snowboard, della durata di 3 giorni: Cortina dal 12 al 14 dicembre; Alleghe dal 5 al 7 dicembre. In aprile 2017 a Belluno corso di qualifica di esperto di lingua inglese.
Con il terzo posto conquistato nell’appuntamento finale del Fia World Endurance Champions corso nel Bahrain, Davide Rigon si laurea vice-campione del mondo contribuendo a riportare a Maranello la Coppa del Mondo Costruttori. Un debutto vincente per la Ferrari 488 Gte che porta a quattro i sigilli della Ferrari in cinque stagioni. Dopo il quarto posto conquistato nella passata stagione, Davide Rigon – in coppia con il britannico Sam Bird – firma il suo primo podio mondiale, frutto di due vittorie conquistate sugli storici tracciati di Silverstone e Spa-Francorchamps e tre podi con un secondo (Nurburgring) e due terzi posti (Austin e Bahrain). Solamente a Le Mans, in occasione della 24 Ore, il driver vicentino è stato lontano dalla zona punti a causa di un ritiro. Un ruolino di marcia importante che consegna Rigon tra i grandi protagonisti del panorama endurance. «Chiudere una stagione così intensa con il secondo posto e la vittoria tra i costruttori con una macchina al debutto è un risultato incredibile, frutto di un lavoro iniziato più di un anno fa. La Ferrari 488 Gte si è dimostrata una vettura competitiva fin dall’inizio e insieme al team AF
Il terzo posto nell’appuntamento finale del World Endurance Champions con la Ferrari 488 Gte è valso al team AF Corse il prestigioso titolo costruttori
Corse abbiamo fatto un lavoro incredibile. In qualifica abbiamo risparmiato un set di gomme, ma nel primo stint non avevamo il giusto ritmo, ritrovato dopo
la sosta. Il lavoro del muretto e dei box è stato ineccepibile. Ora ci godiamo questo successo» è stato il commento di un Davide Rigon che già pensa al futuro.
Due nuovi finisher e altri medagliati
È iniziata bene la stagione agonistica per il gruppo esordienti del Centro Nuoto Rosà, che ha portato a casa un importantissimo primo posto al Trofeo Elena Lago, prima gara della stagione, alle piscine di Tezze sul Brenta, giunta all’ottava edizione. Per la prima volta il Cn Rosà è riuscito a salire sul primo gradino del podio. 23 le medaglie totali, che insieme ai punti conquistati da tutti gli atleti classificati entro il 6º posto, hanno contribuito al grande risultato. Due le migliori prestazioni assolute della manifestazione, la prima per Irene
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Bortolato, Antonio Piovesan, Alice Stangherlin, Francesca Tesser, Valentina Bragato, Lucrezia Tacchetto, Alessia Zilio, Lisa Carrer, Giulia Mastropietro, Marta Candiotto, Benedetta Guidolin, Samuele Bragato, Giorgia Martinelli, Sofia Pegoraro, Greta Stallone, Maya Cesarato, Maddalena Parisotto, Greta Cecchetto, Siria Trento, Chiara Favotto, Giulia Valente, Angelica Fasan, Ginevra Tortato, Azzurra Perin, Margherita Pozzolo, Ettore Trento, Giorgia Tacchetto, Silvia Santinon, Zoe Bertuola, Samira Storgato, Serena Favotto, Eleonora Tortato, Veronica Ferro e Chiara Iob. Allenatori: Diana Fraccaro, Marco Garbui, Francesca Bobbato, Andrea Girotto, Beatrice Finamoni e Claudia Beraldo.
Pronti via e gli Esordienti conquistano il trofeo Lago
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE
PUBBLICITA’ 338 2022152
(gz) Polisportiva Salvatronda prima società ai campionati italiani Acsi di Riccione. Il lusinghiero risultato è stato ottenuto proprio in occasione del campionato nazionale dell’Acsi che ha visto la partecipazione di più di una sessantina di società provenienti da tutta Italia. La delegazione castellana era composta da 42 atleti di età compresa tra i 4 e i 18 anni e sono riusciti a chiudere la settimana di gare con 9 ori, 6 argenti e 5 bronzi. Ma la vittoria più grande è stato il risultato finale poiché, nella classifica delle società, la Polisportiva Salvatronda è salita sul gradino più alto del podio imponendosi sulle altre sessanta società partecipanti provenienti da tutta Italia. «Questo è un risultato che non era mai stato raggiunto prima – commenta con commozione il presidente Damiano Favotto. Frutto di un impegno costante e di una dedizione giornaliera da parte di tutti a cominciare dagli atleti, dei genitori e dagli allenatori che con passione e costanza hanno trasmesso entusiasmo e rigore sportivo». Questa la rosa degli atleti presenti ai Campionati Italiani: Anna Nicoli, Veronica Gian, Sara Carrer, Alex Bortolato, Martina Bragato, Aurora Girardi, Benedetta Pozzolo, Giada Marcon, Patrick
Centro Nuoto Rosà
il grande Sport
Asiago Asolo Bassano Borso Breganze Campolongo Castelfranco Castello di Godego Cartigliano Cassola Cismon Cittadella Conco Crespano Enego Fontaniva Fonte Galliera Veneta Gallio Loria Lusiana Marostica Maser Mason Vicentino Montebelluna Molvena Mussolente Nove Pianezze Possagno Pove Pozzoleone Riese Pio X Romano d’Ezzelino Roana Rosa’ Rossano San Martino di Lupari San Nazario San Zenone degli Ezzelini Sandrigo Schiavon Schio Thiene Solagna Tezze sul Brenta Valstagna...
Le rotelliste trevigiane si tingono del tricolore
RARI NANTES. Triathlon
registrazione tribunale di Bassano del Grappa n. 8/2004 del 24.09.2004
Il Grande Sport è free, è diffuso in oltre 900 punti a:
PATTINAGGIO
Il Triathlon Age Group della Rari Nantes di Marostica si toglie alcune soddisfazioni. Intanto due finisher. Mirco Zanetti all’Ironman di Nizza, con la disavventura della foratura del tubolare a un paio di km dalla partenza del tratto in bici: mezz’ora persa per aspettare la ruota di ricambio portata prontamente dall’albergo dalla moglie Roberta; poi una grande frazione di corsa. E Andrea Passuello al suo primo Ironman, a Zurigo. Ottimi i passaggi in nuoto e bici ma una fastidiosa dissenteria lo ha rallentato nella seconda metà della corsa. Poi Antonio Pupa ha vinto nella sua categoria il triathlon di Cernobbio, mentre Tiziano Zampieri (qualificato ai mondiali delle Hawaii nel triathlon Ironman Xterra) si è classificato terzo nella sua categoria al triathlon Xterra di Scanno. Foto: Passuello e Pupa
Burato nei 50 sl con il tempo di 34”80 e la seconda per Edoardo Messa nei 200 sl con il tempo di 2’10”50. Incetta di podi anche alla prima giornata zonale, a Rosà, per ipiccoli atleti: totale scintillante di 24 medaglie.
ARTI MARZIALI. Pieno di tricolori agli Italiani
Le ragazze terribili e le conferme: Muay Thai 5 titoli
Ai campionati italiani assoluti Kombat League ad Anagni (Frosinone), dove si sono affrontati quasi 500 atleti in varie discipline come la muay thai, kick boxing e Mma, il Muay Thai Clan di Cassola del maestro Alessandro Rossi, scuola ormai nota nel territorio e rappresentante per il Veneto, ha partecipato con cinque atleti. Dopo aver superato le fasi eliminatorie svoltesi a Verona ad ottobre, tentano l’impresa di aggiudicarsi il titolo italiano. Angelica Siracusa, solo 16 anni e fenomeno in crescita costante si aggiudica il titolo nei -50 kg juniores, Ilaria Signori il tito-
lo italiano per ko nei -60 kg e Chiara Tolio il primo posto nella muay thai a contatto leggero. Ancora conferme per Andrea Letizia che vince la cintura di campione prima serie nei -81 kg dopo aver dominato nelle cinque riprese un forte atleta pugliese, mentre Sergio Khudiakov si aggiudica la cintura di campione dei pesi massimi di muay thai e quella di Mma (arti marziali miste). Proprio per Khudiakov, alla luce di questi grandi successi, si è presentata l’occasione di rappresentare l’Italia in Olanda al famoso evento Real Fighters, in un match contro l’atleta di casa Van Bemmelen.
27 novembre 2016 -10 il grande Sport altri sport Karate/1 Sessanta tifosi partiti dal Veneto e capitanati dal Germinal Castelfranco, sono andati a sostenere il loro beniamino
Mattia Busato sale sul tetto d’Europa La finale per il terzo posto nel kata a squadre al campionato del mondo di Karate a Linz (Austria) ha riservato emozioni uniche. Mattia Busato, Alfredo Tocco e Alessandro Iodice sono stati gli italiani in gara nella squadra di kata maschile e che più volte hanno conquistato assieme i podi di competizioni internazionli. Una gara davvero difficile a Linz: il Karate è entrato nelle olimpiadi e la differenza si sente, tante le Nazioni emergenti, molti Paesi che prima non erano competitivi adesso conquistano medaglie importanti. Il Giappone domina il campionato del mondo sia nel combattimento che nella forma. L’Italia fa 4 medaglie, ma emergono Iran, Egitto, Azerbaijan e molti altri. In questo contesto risulta ancora più prestigioso il risultato della Nazionale di Kata maschile. Nelle eliminatorie hanno vinto nettamente contro la nazionale del Sud Africa per 5 a 0, la corsa per l’oro è stata però interrotta dalla Francia che vince 3 a 2 sulla squadra italiana. Messi alle strette, nei recuperi gli azzurri hanno saputo dimostrare grande carattere travolgendo la Germania per 4 a 1 e aggiudicandosi così la finale per il terzo posto. Decisi a portare a casa il risultaro, i tre italiani battono 4 a 1 gli avversari, salendo così sul terzo gradino del podio. Una soddisfazione immensa per tutto il team di tecnici che segue Mattia: Niki Mardegan,
Paride Bressan e Paolo Tiatto. Commenta Niki Mardegan: «È la prima medaglia a un campionato del mondo e siamo felici di questo, un grande grazie va al gruppo sportivo dell’Esercito che ha in forze Mattia, a Daniela Berettoni e a tutti gli ufficiali che lo sostengono. Dobbiamo ringraziare anche la nazionale Fijlkam tra cui il presidente Falcone
e il direttore tecnico Aschieri e tutti i suoi collaboratori che guidano gli allenamenti della nazionale». I tifosi degli azzurri, tra cui i sessanta partiti dal Veneto capitanati dal club Castellano, Germinal Karate Castelfranco, si sono fatti sentire, presenti per sostenere Mattia Busato, sponsorizzato Germinal Bio e ora atleta professionista in
forze nel gruppo sportivo dell’Esercito Italiano. «Ormai siamo abituati ai podi che ci regalano questi tre ragazzi: li abbiamo visti primeggiare quest’ultima stagione in occasione dell’oro alla Premier League di Amburgo, l’argento ai Campionati del Mediterraneo di Toledo, il bronzo della Premier League di Dubai senza dimenticare l’argento ai primi Giochi Olimpici Europei a Baku (Azerbaijan)». Bronzo anche per Luigi Busà, nella categoria 75 kg di combattimento, dopo aver battuto per 3 a 2 l’Americano Thomas Scott. Nel Kata individuale femminile, Viviana Bottaro si è contraddistinta ancora una volta per la potenza e l’eleganza dei sui kata battendo, anche lei per 3 a 2 l’Indonesiana Ora Sisilia Agustiani. Bronzo anche per la squadra di kata femminile, capitanata da Viviana Bottaro e le compagne Pezzetti e Battaglia. Niente da fare e finale sfumata per gli altri azzurri in gara Sara Cardin, Silvia Semeraro, Luca Maresca e la squadra di Kumite femminile. Nel frattempo a Roma, Pietro Binotto, altra giovane promessa in forze al Vedelago Karate Club, sale sul terzo gradino del podio del 27. Gran Premio Giovanissimi Esordienti “A” – Maschile. Gara lunga ma di alto livello tecnico quella che si è svoltasui tappeti del Centro Olimpico Matteo Pellicone di Ostia.
KARATE 2
Il Sakura di Rosà si abbona al podio
Sono ripresi i corsi del Centro Sportivo Sakura di karate e autodifesa a Rosà e a Nove. L’attività agonistica invece ha preso il via in ottobre con l’At Karate Cup a Dueville. Quattro sono stati gli atleti scesi in gara accompagnati dal coach Xenia Caron e si sono aggiudicati 6 medaglie: 3. posto per Lorenzo Bisol nella categoria Kata Esordienti A; 3. posto per Sofia Pilotto nella categoria Kata Cadette; 3. posto per Zeljana Sljivic nella categoria Kata Cadette; 3. posto anche per Cristian Fontana nella categoria Kata Cadetti e 2. per Lorenzo Bisol nella categoria Kumite Esordienti A – 55kg; infine ancora un 3. posto per Sofia Pilotto nella categoria Kumite Cadette – 59 kg. L’attività è proseguita poi a Selvazzano Dentro dove si sono svolti
i Campionati Regionali Esordienti A di Kata e Kumite, valevoli per la selezione dei Campionai Italiani. Per il Sakura ha partecipato Bisol Lorenzo che si è classificato al terzo posto nel Kumite. Oltre ai risultati agonistici, è arrivata anche un’onorificenza direttamente dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano. L’Associazione, già nel 2005 ha ricevuto la Stella di Bronzo al Merito Sportivo (l’onorificenza venne istituita il 20 dicembre 1933 per premiare atleti, tecnici, dirigenti e società che si fossero particolarmente distinti nel dare lustro allo sport italiano), e quest’anno è arrivata anche per il Direttore Tecnico, nonché delegato Fijlkam (Federazione Italina Judo Lotta Karate e Arti Marziali) al Coni di Vicenza, il maestro Giuseppe Luigi Bertoncello.
MOTORI La pedemontana trevigiana sforna campioni d’alta quota
Dopo Basso ecco la promessa Signor Treviso patria del rallismo; pedementana patria dei campioni. Impossibile parlare di rally senza ricordare il mitico Adartico Vudafieri oppure Luigi Pirollo campioni di una stagione sportiva che sembrava finita e invece… Invece il filo conduttore è Giandomenico Basso il quarantenne pilota di Cavaso del Tomba che quest’anno ha vinto il campionato italiano rally, la massima competizione nazionale professionistica. Ora Marco Signor di Caera-
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no San Marco (pochi chilometri da Cavaso) ha conquistato a sua volta il tricolore Wrc altra importante manifestazione ma con meno prove e con piloti dilettanti. Insomma, la pedemontana trevigiana si più fregiare di due tricolori che sono la somma di tutto il movimento rallistico nazionale. A iniziare proprio da Giandomenico Basso, un uomo, uno sportivo, un pilota che meriterebbe senza dubbio la partecipazione al campionato del mondo per la sua bravura e competenza. Infatti il pilota della Brc alla guida della Ford Fiesta R5 navigato dal fido Lorenzo Granai dopo una partenza di stagione a rilento è riuscito a vincere in serie i rally di San Marino, Friuli Venezia Giulia e Roma Capitale e poi grazie ai piazzamenti è riuscito a vincere il suo secondo titolo tricolore della carriera. Un titolo conquistato con la tenacia oltre che con la bravura ed ora a Cavaso del Tomba ci sarà la festa, già annunciata dal suo Fans Club. Festa poi anche a Caerano dove Marco Signor in coppia con Patrick Bernardi hanno vinto il tricolore Wrc proprio nell’ultima gara a Como. Una grande soddisfazione per il pilota caeranese che da due anni si vedeva sfuggire il tricolore proprio di un niente. Gabriele Zanchin
27 novembre 2016 -11 il grande Sport ciclismo L’intervista Matteo Tosatto, quasi a fine carriera, prova a inserirsi nel Giro 2017. E intanto studia da diesse
«Grappa e Asiago, voglio esserci»
Nel 2017 il Giro sull’Altopiano. Sabato 27 maggio si correrà la ventesima e penultima tappa del 100. Giro d’Italia, la PordenoneAsiago di 190 chilometri, corsa gemellata alla Grande Guerra per lo spirito celebrativo del Centenario. Si tratta di una frazione impegnativa se non decisiva ai fini dell’assegnazione della maglia rosa che si snoderà, partendo dal Friuli, in territorio veneto con un pirotecnico finale sulle strade del Vicentino. Da Pordenone i girini attraverseranno le terre friulane e le dolci colline trevigiane, per poi lanciarsi nell’impegnativa scalata del Monte Grappa dal versante feltrino, quindi giù a capofitto per la statale Cadorna sino a Romano d’Ezzelino lambendo Bassano da dove imboccheranno la Valbrenta per affrontare le asperità dell’Altopiano rappresentate soprattutto dalla quindicina di chilometri che da Valstagna portano a Foza, per poi attraversare Gallio e, infine, percorrere il velocissimo finale con arrivo ad Asiago. Chi rischia di non esserci è Matteo Tosatto, 42enne trevigiano di Castelfranco, che le strade del Grappa e dell’Altopiano, dove si allena quotidianamente, le conosce come le sue tasche. La Tinkoff, sua ultima squadra, a fine stagione abbandona l’attività e lui sta cercando un team adatto alle sue motivazioni. Ultimamente c’è stato un raffreddamento con la Bahrain-Merida di Nibali, vero Matteo? “La trattativa con il team capitanato da Nibali si è arenata però ho un discorso aperto con altre due squadre di buon livello che sicuramente prenderanno parte al Giro 2017. Quindi non escludo a priori di essere alla corsa del centenario che passa davanti casa. Non lo nego, ci terrei in modo particolare. Comunque vorrei precisare che non sto facendo nessuna pressione: dopo vent’anni di professionismo so quello che posso dare e credo che anche i due team in questione, di cui per correttezza non faccio i nomi, sanno cosa vogliono dal sottoscritto: non mi devi prendere per tirare tutta la giornata ma piuttosto per fare un po’ il direttore sportivo in corsa, sfruttando la mia esperienza nei momenti decisivi della gara”. Problemi di budget? “Credo che in questo momento ce l’abbiano tutte le squadre ciclistiche prof e non. Comunque non chiedo la luna ma solo quello che valgo. Altrimenti amici come prima e per una porta che si chiude ne cercherò un’altra aperta”. Scelta non facile per un professionista dal 1997 che detiene il record assoluto di presenze nei tre Grandi Giri (Giro, Tour e Vuelta: 31 iniziati e 28 terminati davanti a Sastre e Garate già pensionati, ndr) e 7 volte azzurro... “Ad essere sincero il record a cui tengo di più è un altro e nessuno l’ha mai sottolineato. Sono l’unico italiano ad avere vinto
da gregario quattro mondiali: a Zolder (2006) con Cipollini, a Salisburgo e Stoccarda (2006 e 2007) con Bettini ed a Varese (2008) con Ballan. Poi si deve convenire che gli anni trascorrono inesorabili per tutti e quindi non c’è altro che mettersi l’animo in pace ed accettare la realtà. E lo dico con grande sincerità. Anche se ad essere sincero un piano B io ce l’ho già non appena sarò sceso di bici”. Sempre nel ciclismo? “Certo e se no dove?” Magari su un’ammiraglia. “Mi piacerebbe fare il direttore sportivo: per questo sto frequentando il corso per diesse di primo livello. Un po’ ammiraglia ed un po’ scrivania, partendo dai giovani e cercando di arrivare in alto un gradino per volta. Ma questo dal
Recordman tra Giro Tour e Vuelta (31 volte), a 42 anni cerca una squadra: «Ci sono due trattative» per un ultimo anno alla grande. La corsa rosa del 2017? «Testa a testa tra Nibali e Aru, ma occhio a Chavez» 2018, perché per il 2017 non mi sono ancora rassegnato all’idea di non correre. E se così dovesse essere mi prendo un anno sabbatico per cui il Giro lo seguirò molto da vicino. Immaginarsi la tappa di casa...”. Motivo per cui è la persona più indicata ad illustrarcela. Sarà davvero selettiva e decisiva la penultima tappa del Giro del centenario? “Temuta senz’altro, spettacolare, decisiva forse, ma dura proprio no, almeno ai livelli di salite quali il Mortirolo e altre disseminate lungo il percorso della corsa rosa. E’ una frazione lunga che dopo l’ascensione del
Monte Grappa concede venticinque chilometri di discesa lungo la statale Cadorna ed un’altra quindicina di pianura in Valbrenta in cui puoi tirare il fiato, soprattutto per chi deve difendersi, per l’ultima ascensione sino a Foza da dove, attraversando Gallio, è tutto un falsopiano sino all’arrivo di Asiago. Una scalata quella del Grappa dal versante bellunese che può far male a qualcuno ma che non darà grossi scossoni alla parte alta della classifica generale. Forse affrontandola da Campo Croce ed attaccandola da Baita Camol, come due anni fa, sicuramente sarebbe stata più selettiva e qualche vittima illustre avrebbe potuto anche farla. Poi, come sempre, sono i corridori che fanno la corsa”. Chi ha birra in corpo cercherà di sferrare l’ultimo attacco nella salita finale sull’Altopiano. “Una salita che potrebbe diventare indigesta soprattutto se qualcuno deciderà di far saltare il banco per un successo di prestigio in una tappa con quattro stelle di difficoltà. Al penultimo giorno la classifica, in una frazione che ti consente di recuperare sia dopo il Grappa che nel finale prima dell’arrivo, non subirà grossi scossoni anche perché sarà ormai ben definita. Non è certo da escludere che qualcuno sparerà le ultime cartucce, per chi ne avrà ancora, prima della difficile crono finale: ma non saranno certo i big a darsi battaglia ed animare coì la Pordenone Asiago”. Quali big? “Il pronostico è orientato su di un testa a testa tutto italiano fra Nibali, che a mio avviso resta il favorito, ed Aru che sarà sicuramente il suo successore nelle grandi corse. Ma attenzione a Chavez perché il Giro 2017, almeno sulla carta, è da catalogare fra i più duri che io ricordi”. Nibali uomo da battere anche senza Tosatto al suo fianco? “Assolutamente sì. Nelle grandi corse Vincenzo si trasforma e diventa un leone che quando meno te l’aspetti sferra la zampata che lascia il segno. Tosatto al prossimo Giro comunque ci sarà, o in bici come gregario esperto o al seguito da appassionato per conoscere da esterno un mondo che lo ha coinvolto per una vita e che è deciso a non abbandonare”. L’uomo dei record, lo stakanovista che a 42 anni suonati ancora cerca squadra per il 2017, non lascia ma raddoppia. Anche perché un’altra immensa soddisfazione gli piacerebbe prendersela: quella di correre tutti e tre i Grandi Giri nello stesso anno. “Ma ogni giorno che passa il sogno è sempre più difficile che si realizzi…” ci congeda sorridendo Matteo giustamente già soddisfatto di una carriera da gregario di lusso su cui potrebbe aprirsi, senza cercarla più di tanto, un’ultima stagione come sempre da protagonista. Domenico Lazzarotto
GRANFONDO
Marostica prende la rincorsa
Già aperte le iscrizioni all’edizione 2017 della Granfondo Città di Marostica; la prova di ciclismo Acsi rivolta a tutti gli appassionati della due ruote che avrà il suo cuore pulsante nella cittadina veneta degli scacchi. Non è cambiata la data, confermata per domenica 23 aprile 2017 a ridosso della festa del 25, non son cambiate le quote con la conferma delle proposte dell’edizione 2016 che hanno saputo coinvolgere oltre 2 mila sportivi. Vantaggi sono rivolti ai più veloci che si iscriveranno tramite il sito web www.gfmarostica.it o nelle diverse e pratiche modalità proposte su sdam.it. Fino al 31 dicembre di quest’anno sarà possibile approfittare della tariffa agevolata a 28 euro, con una speciale offerta dedicata alle donne che potranno iscriversi a
soli 19 euro. Per chi darà la sua conferma in anticipo, sarà riservata anche una speciale griglia di partenza con costi a salire. Dal 1° gennaio 2017 e sino al 31 marzo l’iscrizione salirà a 37 euro per gli uomini e 29 euro per le donne, mentre dal 1° aprile 2017 il costo di iscrizione sarà per tutti di 50 euro, con la possibilità essere della gara anche all’ultimo, iscrivendosi dal 20 al 23 aprile alla quota di 60 euro. Il “Castello da basso” sarà la nobile e prestigiosa sede delle segreterie e di tutti i servizi di accoglienza per un contorno davvero unico. L’amministrazione comunale di Marostica metterà ancora una volta a disposizione il suo centro storico e soprattutto la celebre piazza degli Scacchi per la partenza della prova organizzata da Studio Rx sotto l’egida dell’Acsi
nazionale. E dal centro storico scaligero, tra il suono di trombe e tamburi ed i drappi in aria dei vessilliferi, il percorso salirà tra le verdi colline sino all’Altopiano dei Sette Comuni ripercorrendo le strade della passata edizione, pur con qualche interessante variazione che saprà coinvolgere i partecipanti. La Granfondo Città di Marostica sarà la terza prova dello Zero Wind Show 2017, il circuito che racchiude alcune delle più coinvolgenti prove nel Nord Italia e del Maglia Nera by Pinarello con sei tappe da leggenda. Per conoscere nel dettaglio le formule d’iscrizione, percorso, regolamento e programma, non resta che cliccare sul sito ufficiale dell’evento all’indirizzo www.gfmarostica.it
Celebrazioni Confermato il gemellaggio col Cittadella calcio
Il Gp Città Murata dice Zalf
Il Municipio di Tombolo ha ospitato il Gala di Premiazione del 15. Trofeo Internazionale Grand Prix Città Murata, condotto da Mario Guerretta coadiuvato al cerimoniale dalla ammirata miss Martina Caregnato, aperto dalla squadra giovanile del Vc Tombolo e dall’Inno di Mameli. Commoventi il soprano di Tombolo Giulia Didonè e lo spettacolare filmato di Teleciclismo sulle cinque gare della manifestazione: Memorial Gerry Gasparotto-Longa di Schiavon; Alta Padovana Tour; Giro del Medio Brenta; GP Poggiana-Riese Pio X; Trofeo BianchinPaderno di Ponzano Veneto con i referenti Ivan Gasparotto, Sergio Pivato, Michele Michielon, Giampietro Bonin, Cinzia Zanatta. Tra il pubblico autorità, amministratori, ospiti, campioni sportivi, con i saluti estesi dai sindaci di Tombolo e Cittadella Cristian Andretta e Luca Pierobon, assessore regionale Giuseppe Pan, presidente Veloce Club Tombolo Amedeo Pilotto. Quindi l’annuale consegna dei premi Grand Prix sport-cultura e dirigente sportivo dell’anno assegnati a Ruggero Vilnai presidente del Comitato Paralimpico Veneto che ha illustrato uno splendido filmato delle brillanti Paralimpiadi azzurre di Rio de Janeiro e all’allenatore del Cittadella Roberto Venturato, che hanno attratto il pubblico per carisma e valori etico-morali.
A seguire la passerella d’onore con un riconoscimento alla delegazione del Cittadella con il presidente Andrea Gabrielli, il fratello Piergiorgio, il vice Giancarlo Pavin, i due giocatori Manuel Pascali e Cristian Kouamè. Il presidente Gabrielli ha donato una sgargiante maglia granata al collaboratore del Vv Tombolo Andrea Andretta presenza fissa nella tribunetta-disabili del Tombolato, che ha ringraziato felice e commosso. Il Grand Prix 2016, presieduto dall’avvocato Enzo Conte con la direzione organizzativa di Pierluigi Basso e il coordinamento tecnico di Flavio Miozzo, è stato vinto per l’11. volta in 15 edizioni dal team euro-mondiale di Castelfranco Veneto “Zalf Euromobil Désirée Fior”, presente con il patròn Egidio Fior e il ds Luciano Camillo. Di intensa gioia lo speciale
“amarcord” di amicizia e stima tra Egidio Fior e Roberto Venturato, ricordando i tempi in cui il mister granata giocava nel Giorgione. Molto applauditi i titolati campioni azzurri di nuoto reduci dalle Olimpiadi di Rio de Janeiro Andrea Toniato (Fiamme Gialle) e Aglaia Pezzato (Esercito) e i due ciclisti di top-team professionistici Marco Marcato e Enrico Battaglin, che hanno parlato delle proprie carriere e prossimi programmi. L’avvocato Paolo Martelli dell’As San Martino di Lupari-Lupe Basket, presente con Giovanni Birollo e Germana Tellatin, ha spiegato i successi e la struttura societaria con le squadre “Fila” in A1, “Fanola” in A2, in Serie C e varie formazioni giovanili, invitando il pubblico alle partite al palasport e ricevendo dal presidente Amedeo Pilotto il gagliardetto VC Tombolo.
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