Il grande sport n 186 del 22 09 2013

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il grande Sport

pagine di pura passione

(anno IX n. 16) diffusione gratuita quindicinale 22 settembre 2013

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n. 186

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CALCIO

Sulle orme degli Eroi

Marchetti ritorna nel “giro” azzurro |||| a pagina 5

CICLISMO MASTER

Zampese fa il bis al mondiale |||| a pagina 11

Il Grappa teatro del Trail che racconta la grande storia di casa nostra

L’EVENTO

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22 settembre 2013 - 3

primo piano

LE TRE PROVE SPECIALI DEL 30. RALLY CITTA’ DI BASSANO Per il rally internazionale sono tre le prove speciali in programma per 123,25 km sui 394,51 totali. Interessante l’introduzione di un’inedita prova speciale della lunghezza di 19,26 km denominata “Caupo” che sarà ripetuta tre volte, così come il tratto del “Monte Grappa” (km 12,87) che però verrà percorso in senso contra-

rio rispetto alle passate edizioni; a chiudere il percorso la “mitica” prova di “Valstagna” che verrà ripetuta due volte, come sempre palestra del rally nazionale e non solo. Per venire incontro ai giovani, che per regolamento con la licenza “C Nazionale” non avrebbero potuto prendere parte alla gara internazionale, il so-

dalizio bassanese ha chiesto e ottenuto dalla Federazione il nullaosta ad organizzare anche una gara “nazionale” – Rally Nazionale Città di Bassano 2013, appunto. Si svilupperà su di un percorso ridotto: 80,24 km di prove speciali su 344,34 totali con sei tratti cronometrati (tre da ripetere due volte).

Motori Biasion e Siviero apriranno la manifestazione della Bassano Rally Racing in Quartier Firenze

Il Rally Bassano si fa in “quattro”

I nomi dei protagonisti non ci sono ancora (le iscrizioni sono aperte) ma di sicuro quello in programma il 4 e 5 ottobre sarà uno dei rally di Bassano più interessanti della sua storia. E per il trentennale questo e altro, con i campioni Miki Biasion e Tiziano Siviero che apriranno la manifestazionecon la stessa auto di trent’anni fa (Lancia 037 Totip). E così non fa paura agli organizzatori che nelle stesse date ci sia in programma anche la Fiera Franca di Bassano, tant’è che hanno immediatamente ricalibrato la location spostando una gara nel bellunese e portando il fulcro della partenza e dell’arrivo in Quartiere Firenze. Un rally che si fa letteralmente in quattro dal momento che ci sarà una gara internazionale, una nazionale, un rally per auto storiche e una gara di regolarità. E per lo storico anche un palcoscenico d’eccezione a Enego (dove è

previsto l’arrivo) e una festa finale alla birreria Cornale. Per gli altri tre invece lo spazio sarà quello del Quartier Firenze che è stato subito disponibile ad accogliere l’avvenimento, arricchito dal fatto che le sorti dei vari titoli sono ancora aperte e che lo spettacolo sarà assicurato. La Bassano Rally Racing ha presentato la manifestazione in Municipio assieme al sindaco Cimatti e all’assessore allo sport Fabris. Paolo Grandesso e Narciso Paccagnella hanno illustrato le tre prove speciali. Si parte dall’inedita “Caupo”, lunga 19,26 km che sarà ripetuta tre volte, così come il tratto del “Monte Grappa” (km 12,87) che però verrà percorso in senso contrario rispetto alle passate edi-

L’arrivo della scorsa edizione sul Ponte Vecchio e la presentazione della kermesse in Municipio con il sindaco Cimatti e l’assessore Fabris

zioni; a chiudere il percorso la “mitica” prova di “Valstagna” che verrà ripetuta due volte. La distribuzione del radar è prevista per venerdì 27 settembre dalle 20 alle 22 e saba-

to 28 dalle 8 alle 13,30 al bar da Rudy a Rosà mentre sabato ci sarà l’elezione di miss Rally 2013 curata dalla Event di Franca Lovisetto.

Canoa

Lisa veste il tricolore

Lisa Costa in azione: unanno fa seconda, stavolta prima d’Italia. Con lei d’oro altri atleti del Cck: Mandia, Bullo, Costa, Vianello, Pintus e Fiorese

Exploit delle giovani leve del Cck Valstagna ai Campionati Italiani, categoria ragazzi, sulle acque del fiume Stura, a Cuneo, con quattro titoli tricolori, uno anche con il fiocco rosa. La giovane promessa Lisa Signori, di Valstagna, si è imposta nel C1 confermando le ottime prestazioni fatte registrare in questa stagione agonistica. Lisa, infatti, è campionessa regionale di categoria sia nella

canadese, che nel K1. Ottima la prova dei giovani atleti valligiani. Oltre a Lisa, hanno conquistato il titolo nazionale Mandi Mandia e Carlo Bullo nel C2; i due assieme a Luca Costa hanno vinto nel C1 a squadre e Marco Vianello, Giovanni Pintus e Nicola Fiorese nel K1 a squadre. Di rilievo il terzo posto di Carlo Bullo nel C1, e il sesto di Davide Marini nel K1 under 21.

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CENTRO NUOTO TEZZE Bisa e Forato spiccano il volo

L’impresa Presentata nella sede della Frattin l’iniziativa Riding the skies

Testimonianze

Pellizzer torna al Fermi

Frattin Auto ha ospitato la presentazione dell’impresa “Riding the skies”. Sul palco, a salutare i due “pionieri” Roberto Bisa e Antonio Forato si sono alternati Remo Sernagiotto, assessore alle politiche sociali della Regione Veneto, il vicesindaco di Cassola Egisto Miotti, l’assessore allo sport di Cassola Davide Tosatto, l’assessore alla viabilità di Bassano Andrea Zonta, Luciano Dussin sindaco di Castelfranco Veneto e

il vicesindaco Stefano Marcon e il tenente colonnello dell’Aeronautica Militare del 51° Stormo di Istrana Carmelo Longo. Oltre trecento invitati hanno applaudito all’impresa che i due stanno per compiere, ossia la trasvolata Cassola-Sydney in ultraleggero. Bisa e Forato decolleranno dall’aviosuperficie di Cassola il 5 ottobre e voleranno per 110 ore atterrando e decollando da 40 diversi aeroporti, per 22.000 km.

Venerdì 27 settembre all’istituto Fermi si terrà una convention nell’ambito degli eventi e celebrazioni per il loro 50° di Fondazione con importanti ospiti come il tecnico Sandro Donati (noto per le crociate antidoping con vari testi e libri), l’assistente della nazionale azzurra Viscidi e don Luigi Telletin di Facca di Cittadella dell’associazione Libera. E tra i graditi ospiti ci sarà anche il capitano del Cittadella Calcio di serie B Michele Pellizzer, di Casoni di Mussolente, ex giocatore del Bassano Virtus e da tre

anni gran difensore del Cittadella e da quest’anno capitano, che è un ex allievo dello stesso Istituto Fermi, un modello per i giovani e per tutti i suoi coetanei (il suo ex insegnante Lamberto Tellatin di Galliera Veneta lo elogia sempre anche in pubblico per le sue doti umane). La sua presenza, alla vigilia del match Cittadella-Crotone di sabato 28, sarà possibile anche grazie all’interessamento-consenso del presidente Andrea Gabrielli che il 26 ottobre sarà ospite al Fermi ad un altro rilevante appuntamento di economia.

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22 settembre 2013 - 4

sportivamente

B

R

mondo enessere

mondo unning

di Raffaella Toniolo, coaching e psicologia del lavoro e dello sport

di Mirko Chemello, 7° classificato alla 100 Km of Namib Desert 2010

L’allenamento mentale che completa l’atleta

Fino in cima al Cervino una persona di corsa 2h52’02: sembra il tempo di corsa di una maratona su strada, invece l’atleta spagnolo Kilian Jornet Burgada in meno di tre ore il 21 agosto 2013 ha stabilito il nuovo record di salita e discesa dal Cervino (4476 metri) lungo il versante italiano, partendo dalla chiesa di Cervinia (2000 metri). Ad appena tre giorni di distanza dall’ascesa record del Cervino si è laureato nuovamente skyrunning world champion, tagliando per primo il traguardo dei 46 km. della Matterhorn ultraks. A fine luglio inoltre ha vinto la Trans d’Havet e pochi giorni prima ha realizzato pure il record di salita e discesa sul monte Bianco in 4 ore 57 e 40. Kilian a 25 anni è considerato l’atleta di resistenza più forte del nostro tempo. Ha polverizzato il precedente record fatto nel ‘95 dal grande Bruno Brunod , 3 ore 14 mininuti e 44 secondi. Brunod non solo ha fatto il tifo per Kilian ma gli ha fatto anche da consulente tecnico, questo dimostra la grande amicizia e rispetto che c’è tra questi campioni. La sua attrezzatura era veramente ridotta al minimo, scarpette ultraleggere, pantaloncini corti, maglietta e antivento

mo, coraggio e pericolo. L’uomo oramai nell’arco dei secoli ha saputo sempre superare i propri limiti, non solo nel bene ma purtroppo anche nel male. Ragazzi come Kilian sono invece atleti da ammirare e da amare per tutto quello che fanno per il mondo dello sport. N o n bisogna farne dei miti perchè molto spesso i miti ci deludono, ricorrendo a delle strategie che non Sul Cervino con le scarpette ultraleggere vanno Monte Bianco, Elbrus, Cervi- bene. Continuiamo a vedere Kino, Mckinley, Aconcagua e per lian come un supereroe del nostro ultimo l’Everest, cercando di bat- tempo. Per usare le sue parole, tere tutti i record sulle cime più “non siamo runner, nè alpinisti, famose del pianeta. Chi conosce nè sciatori, e nemmeno atleti... queste montagne non può che ri- siamo persone”. manere sbalordito di fronte a queBravo Kilian avanti così, conste imprese. Una miscela da far tinua a dare sorriso allo sport. paura tra alpinismo, corsa, estre-

(solo nel tratto più in alto), occhiali da sole e qualche gel nel piccolo marsupio. Per il resto è stato supportato e assistito da un gruppo di guide alpine e guardie di finanza. Il progetto di Kilian si chiama “summit of my life”.

Nel libro “No limits” Michael Phelps, recordman e nuotatore olimpionico, svela il segreto delle medaglie conquistate sottolineando il “mantra” che l’ha accompagnato nella preparazione e nel corso delle competizioni: “WIN. What’s Important Now”. Win, che significa vincere, è diventato l’acronimo del suo agire: Wath’s Important Now, “cosa è importante ora”. I grandi sportivi sono consapevoli del fatto che le performance eccellenti dipendono dalla condizione fisica così come dalla condizione mentale, ossia dalla capacità di concentrarsi, di essere presenti nel qui ed ora. Quante volte abbiamo sentito dire: “Per vincere bisogna anche avere testa”? Durante la competizione gli atleti sperimentano un insieme di sensazioni, emozioni e reazioni fisiologiche che sono strettamente correlate tra loro. Le sensazioni fisiche inducono stati mentali e, viceversa, gli stati mentali inducono determinate sensazioni fisiche. Ogni prestazione è il risultato che l’atleta ottiene dalla propria preparazione tecnico atletico

strategica, sommata alla propria capacità di accedere a quello “stato mentale” che è il più adeguato per una performance ottimale. L’atleta che impara a riconoscere i propri stati psicofisici vissuti in gara, la loro intensità

Michael Phelps, ovvero “vincere è la cosa importante”

e le loro variazioni può allenarsi a gestirli e a renderli vantaggiosi nelle proprie prestazioni future instaurando così le condizioni che determinano la prestazione ottimale. Ma come fare? Come funziona e cos’è il coaching sportivo? Il Coaching sportivo è un percorso, uno dei tanti che può essere intrapreso, attraverso il

quale una figura professionale adeguatamente formata, Psicologo dello sport o Coach, aiuta un singolo atleta o una squadra a superare determinati ostacoli e a raggiungere il massimo livello delle proprie performance. In questo senso l’allenamento mentale affianca quello fisico e tecnico-strategico per offrire all’atleta la possibilità di padroneggiare, oltre alle abilità tecniche, anche le abilità mentali. Tra gli obiettivi del coaching sportivo e dell’allenamento mentale rientrano: la programmazione e la focalizzazione degli obiettivi, il mantenimento della concentrazione; la gestione delle emozioni durante la performance, la gestione dello stress, la gestione dell’ansia pregara, la “leadership”, lo sviluppo dello spirito di squadra, i rapporti all’interno dello staff e la comunicazione, la gestione delle sconfitte e delle vittorie. Nello sport, e nella vita, la differenza tra successo ed insuccesso sta nella capacità di saper affrontare le difficoltà e trasformarle in possibilità di crescita. www.raffaellatoniolo.it

Mezza del Brenta / Serata al Panathlon

Maddalena e Stefano, runner “di casa”

Come da tradizione, il Panathlon “adotta” i primi due arrivati bassanesi, maschio e femmina, alla Mezza del Brenta. La cosa si è verificata anche quest’anno e così, durante una serata conviviale all’Hotel Camin, per l’occasione dedicata proprio all’atletica, l’artistico trofeo in vetro è stato consegnato ai due runner giunti per primi tra i bassanesi al traguardo di piazza Libertà, entrambi iscritti all’Atletica Bassano Running Store: Stefano Ipino, undicesimo tra i maschi, e Maddalena Boscardin, settima tra le donne. Molto conosciuto Ipino, facente parte di una famiglia di runner con il fratello e la sorella già premiati negli anni scorsi; singolare invece la storia della Boscardin, mamma di 41 anni che ha iniziato a correre solo sei anni fa e che oggi è già competitiva a livello di corse su strada assai impegnative. A chiudere il cerchio del running, i due trofei sono stati creati da Andrea Zen, altro appassionato di corsa nonchè esperto artigiano del vetro. La serata ha visto come ospiti, oltre ai presidenti del club di atletica leggera del territorio, il commissario tecnico della nazionale azzurra Massimo Magnani, il presidente veneto della Fidal Paolo Valente e Dino Ponchio, dirigente del Coni (presidente del comitato di Padova), già ct della nazionale e allenatore, oltre che consigliere del presidente Fidal Giomi e neo commentatore televisivo della Rai ai recenti campionati mondiali di atletica di Mosca. Magnani, ex maratoneta e poi tecnico, e Ponchio hanno illustrato la filosofia del nuovo corso Fidal, che vuol mettere le società sportive e le forze giovanili al centro, uscendo da certe strettoie del passato e favorendo l’afflusso delle promesse alla maglia azzurra. Valente ha spiegato

invece che il progetto del palaindoor di Padova sembra si stia avvicinando alla conclusione: la struttura, vicina allo stadio Euganeo, è conclusa, manca la pista ma si cerca di concretizzare.

In Veneto così funzionerà il secondo impianto del genere in Italia (ne esiste solo uno ad Ancona), diventando fulcro dell’attività invernale al coperto per il Nord Italia e non solo.

Da sinistra Valente, la segretaria e il presidcente del Panathlon di Bassano, Birgit Rastetter e Gianfranco Gottardi, i premiati Maddalena Boscardin e Stefano Ipino, infine Ponchio e il ct azzurro Magnani

MARCE E CORSE

si trovano sul web: da ilgrandesport.it si accede ai calendari veneti e nazionali sui siti: calendariopodismo.it calendariopodismoveneto.blogspot.it

il grande Sport quindicinale

registrazione tribunale di Bassano del Grappa n. 8/2004 del 24.09.2004

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STAMPA Centro Servizi Editoriali Grisignano di Zocco (Vi) Il Grande Sport è free diffuso in oltre 900 punti a:

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22 settembre 2013 - 5

calcio

Il doping e Donati

FISIOTERAPIA

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RIABILITAZIONE

|

TERAPIA

MANUALE

L’accusatore del sistema dice la sua in libreria Serata da non perdere quella con Alessandro Donati, maestro di sport, oggi consulente della Wada, l’agenzia mondiale anti doping: venerdì 27 settembre, alle 20.45, sarà a Bassano, alla libreria La Bassanese (per il ciclo “Incontri senza censura”), per presentare il suo libro “Lo sport del doping. Chi lo subisce, chi lo combatte”. Importante: prenotare il posto gratuito allo 0424 521230, o scrivere a: info@labassanese.com Dagli anni ‘80 in qua Donati, per decenni allenatore di velocisti e mezzofondisti azzurri, è stato il grande accusatore del sistema doping, che ha coinvolto molti atleti di vertice. Col suo libro ha fatto nomi e cognomi di molti big di diversi sport, dimostrando grandi conoscenza e coraggio. Negli ultimi mesi gli scandali del doping si sono susseguiti coinvolgendo “campioni” di diverse discipline. Sarà l’occasione per fare il punto, senza censura, sul sistema sport. Un discorso che parte da lontano, dalla fine del 1984, quando proprio a pochi chilometri da Bassano, ad un convegno svoltosi a Marostica sul post Olimpiadi di Los Angeles, finì sotto i riflettori il metodo dell’emotrasfusione utilizzato per diversi atleti e ci fu anche una sorta di “rivendicazione”, da parte dei responsabili, di quella pratica innovativa e anche pericolosa, ma foriera di medaglie. Oltre ad approfondire i temi del suo libro, a lungo su Amazon tra i 100 bestseller più seguiti, edito dall’associazione Libera di don Ciotti alla quale vanno tutti i proventi delle vendite, Alessandro Donati non mancherà di spaziare sui temi dell’attualità. C’è tanta carne al fuoco e le vicende estive riguardanti Tyson Gay e Asafa Powell, due tra i più veloci atleti del pianeta, hanno tolto ancora più credibilità allo sport internazionale, con una patina scesa pure sulla decantata scuola giamaicana della velocità. Dal nostro sito web riprendiamo una carrellata di dichiarazioni di Donati, di questa estate. Velocità artificiale “I protagonisti mondiali della velocità sono chiari prodotti artificiali già da diversi anni. Ogni tanto ne viene preso qualcuno e ci sono intensificazioni nei controlli. In questo caso specifico, è evidente che il mito dei giamaicani riceve un brutto colpo”… Le giustificazioni Sostanze proibite prese a propria insaputa insieme a integratori? “Queste giustificazioni si ripetono senza soluzione di continuità tra gli atleti accusati di aver fatto uso di sostanze dopanti. E’ sempre un demandare le responsabilità agli altri, come fossero dei bambini della scuola elementare. E invece sono degli atleti supernavigati che girano il mondo e conoscono le lingue, perfettamente informati dai vari manuali diffusi dalla Wada”. Garantismi e realtà “La storia di Armstrong, come peraltro molte altre precedenti, qualcosa dovrebbe avere insegnato. Vale a dire: gli indizi non possono essere sempre accantonati con la logica del garantismo. Ma io mi chiedo: chi garantisce gli atleti innocenti? Nessuno. Sicuramente non quelli che adesso ritornano sulla vecchia proposta di liberalizzazione. Un disastro, perché vorrebbe dire mettere sotto i piedi tutti gli atleti che fanno sport in maniera pulita”. Forza e resistenza “Difficile dire chi potrebbe essere il prossimo campione a essere smascherato, ma certo posso dire che nelle discipline in cui la forza ha un ruolo determinante, i primi 10-15 al mondo sono tutti più che sospettabili di doping.

Perché gli ormoni anabolizzanti modificano la forza in modo così imponente che si apre un baratro con gli altri che non li utilizzano. Discorso analogo vale per le specialità di resistenza in cui l’Epo scava un abisso rispetto a chi non lo assume”. Una via obbligata “Trattare l’argomento del doping, per me, è stata una via obbligata. Quando mi resi conto che il mio lavoro di allenatore ad alto livello, oramai, si scontrava con questa realtà ho deciso di reagire. Stavo all’interno del palazzo, sapevo cose che altri non potevano sapere, non potevo accettare, come facevano tutti, quella situazione”. La curva asintotica “La curva asintotica sale in maniera molto ripida all’inizio, poi, col passare del tempo, tende a diminuire questa tendenza ascensionale, fino al punto che diviene quasi piatta, ovvero non cresce più. Per la legge dei grandi numeri, questo è ciò che dovrebbe accadere con i record. All’inizio di una disciplina, i record verranno costantemente migliorati, ma col tempo e la diffusione, la linea di crescita dei record dovrebbe diventare meno ripida e veloce nella sua ascesa. Se all’improvviso, in questa curva appiattita, ricompaiono dei picchi di crescita, i casi sono due: o è intervenuta un’innovativa scoperta in termini di metodi di allenamento, oppure è intervenuto un fattore esterno, un fattore farmacologico, il doping”. Gli indizi “Quando i valori riscontrati si discostano in modo importante dai valori base del soggetto, diciamo un X%, allora c’è la prova sicura dell’uso di sostanze dopanti”. Giornalisti e struzzi “Molti giornalisti hanno fatto parte della categoria degli onesti ma hanno a lungo pensato che si sarebbero andati a mettere nei guai se avessero supportato certe tesi. Era difficile fornire prove, si rischiavano denunce… ma soprattutto si sarebbe dovuto mettere in discussione un modo celebrativo di fare giornalismo”… “Ma oggi posso anche dire che io non ho mai avuto tanto spazio come attualmente e quindi, analizzando il fenomeno negli anni, ci possiamo accorgere di una evoluzione informativa molto positiva al riguardo”. Responsabilità istituzionali “Ma non solo in Italia eh! Basta leggere la notizia di pochi giorni fa giunta dall’Australia, dove il Governo ha scoperto l’implicazione di diversi soggetti delle istituzioni sportive nella pratica del doping su moltissimi atleti di altissimo livello in diverse discipline. Lo sconcerto è giunto fino alla Wada, dove il presidente è proprio australiano”. Emotrasfusi e epoutilizzatori “L’Epo è tutta un’altra cosa. Di Epo puoi metterne quanta ne vuoi, stando attento a non uccidere la persona se combini bene la somministrazione. Ecco spiegato il perché del salto in avanti dei record mondiali avvenuto in concomitanza dell’avvento sul mercato dell’Epo!”. Le conoscenze “Io sono dentro a diverse indagini giudiziarie, quindi conosco l’altra faccia della luna”. La speranza “Sono stati fatti dei passi avanti, ed essenzialmente grazie alla magistratura ed al suo operato. Inoltre la Wada oggi sa benissimo che il sistema di controlli antidoping fa ridere ed è aggirabilissimo, e dunque si appoggia ad organi come l’Interpol ed alle forze di polizia dei diversi Paesi. In Italia c’è una stagione nuova per la lotta al doping. Quindi perché mollare ora?”.

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CALCIO SECONDA DIVISIONE Il Bassano è già in emergenza a centrocampo

Petrone: «Più cinici»

La vetta della classifica (vabbè, in coabitazione con la Pergolettese, ex Pergocrema), qualcosa che mancava dalla notte dei tempi, cinque anni e mezzo, dal Bassano di Glerean, anno di (dis)grazia 2008. Ma quella era una squadra costruita con grande prosopopea, la formazione di Pirri e Berrettoni, di Lorenzini, Cesca e Zubin, un carrarmato che piallava chiunque, salvo schiantarsi sul più bello dopo aver intascato una Coppa Italia. Questo, Berre a parte, è un gruppo che è una scommessa, costruito con due spiccioli, infarcito di giovani e con un paio di giocatori da rilanciare e riverniciare a nuovo. E soprattutto è l’organico dell’addìo annunciato della proprietà, allestito in qualche modo per traghettare il congedo dei capi. Premesse sufficienti per approntare l’uscita di scena e accelerare il passaggio di mano societario. Invece il Bassano per nulla accreditato sta rovesciando il mondo ribaltando anche la logica: 7 punti in 3 gare (ma avrebbero potuto essere serenamente 9), nonostante infortuni e defezioni gravose, un atteggiamento costantemente propositivo di chi ha il coraggio e l’incoscienza di buttarsi sempre, di non fare calcoli, di vivere il campionato spregiudicato e mai al piccolo trotto. “Ci sono giocatori abituati ad aspettare lo stipendio a fine mese e a timbrare il cartelli-

no - confida Giacomo Cenetti , combattente del centrocampo giallorosso - noi al contrario lottiamo ogni giorno per conquistarci il futuro, per convincere la famiglia Rosso a rimanere, ma anche per garantirci una possibilità di carriera nell’avvenire. Io ho solo 24 anni, ma in rosa ci sono tanti ragazzi alle prime armi. E io a loro dico che si può campare di calcio e anche benino in Lega Pro, ma bisogna essere esemplari nei comportamenti dentro e fuori dal campo”. Daniel Semenzato, il mattatore del faccia a faccia con la Spal spiega molto del Bassano gagliardamente in pista quest’anno. “Petrone ci carica come nessuno - ammette - con lui

il 110% quasi sempre non basta, occorre dare di più ma noi lo facciamo volentieri perchè poi veniamo ripagati dai risultati. E secondo me ci sono ancora margini di crescita notevoli”. E allora eccolo qui il sergentone Petrone che ovviamente punta il dito su quello che non va. “Le partite dobbiamo imparare a chiuderle prima - ammonisce - quando ci sono le occasioni per farlo è delittuoso non profittarne, perchè non potrai sempre pescare il guizzo nel finale. Anzi, rischi di essere castigato in anticipo”. Ora il problema è l’emergenza a centrocampo: dei quattro mediani bassi, Proietti è rotto sino a ottobre, Cenetti si trascina guai all’adduttore e con la Spal è andato dentro con l’anestetico, mentre Fondi non tocca l’ora di autonomia perchè in ritardo di condizione. L’unico sano è Bortoli che però è pure il più giovane coi suoi 19 anni appena compiuti e avrebbe bisogno di essere preso per mano non di guidare da solo, pure se le qualità sono assodate. Al completo e con questa mentalità veemente e prepotente, Bassano può andare in guerra con chiunque. Coi cerotti fa più fatica, tuttavia il Soccer Team attuale potrà anche perdere la partita, ma mai la faccia. Vincenzo Pittureri La trasferta a San Siro per la partita di Coppa Italia con l’Inter, dove la tifoseria granata ha organizzato undici pullman

Calcio serie B

Il Cittadella punta tutto sull’esperienza di Coralli La bomba Coralli è scoppiata all’improvviso e inattesa fra la terza e la quarta giornata di campionato. A mercato chiuso. “Mi ha telefonato il direttore generale Stefano Marchetti – ha detto il bomber di Borgo San Lorenzo per dare una mano negli spogliatoi e in campo al Cittadella, che ha dei giovani interessanti da far crescere”. Il Cittadella conta nella sua esperienza, mentre non sarà a tempi brevi poterlo vedere in campionato. Infatti le sue condizioni fisiche, essendo stato bersagliato da diversi infortuni in questi ultimi due anni, sono in corso di accertamento. Intanto la squadra di Foscarini è incappata nella prima sconfitta di campionato a Modena disputando una prova opaca. Nella successiva al Tombolato con il Latina è arrivato un pareggio (0-0) che non ha entusiasmato il pubblico, mentre si attende ancora la prima vittoria e tutti si augurano che arrivi sabato prossimo, giocando ancora in casa, con la Juve Stabia degli ex Ciancio, Di Carmine e Martinelli. TIFOSI. Dopo la riuscita tra-

sferta a Modena, organizzata dal club “Cittadellese Granata” di Roberto Zanon, il “Salf Granata Club Ristorante Da Godi” del presidente Silvano Birollo, organizzerà la trasferta a Carpi per la partita Carpi-Cittadella. La partenza è fissata per sabato 5 ottobre alle 9,20 dal piazzale del ristorante Da Godi di Fontaniva, sarà visitato lungo il percorso il campo di concentramento di Fossoli, nelle vicinanze di Carpi, e il centro della graziosa cittadina modenese con pranzo allestito all’esterno dello stadio. Dopo la partita il pullman rientrerà con intrattenimento-cena presso il ristorante “Da Godi”. Adesioni entro il 1° di ottobre da Silvano Birollo (339 3391094) con quota di 25 euro onnicomprensiva di pullman, biglietto e buffet. Il club “Angelo Gabrielli granata per sempre”, che ha un centinaio di soci, ha rinnovato il direttivo, a scadenza biennale, portando nuova linfa di giovani e donne per il sostegno ai programmi. A breve il direttivo eleggerà le cariche sociali. Rino Piotto

Calcio Pulcini

Cà Baroncello, un successo il memorial Zanazzo Ha riscosso un grande successo la prima edizione del torneo “Memorial Nicola Zanazzo”, organizzato dal Gruppo Sportivo Ca’ Baroncello e da Giorgio Mattesco nell’ambito della Festa del quartiere Ca’ Baroncello, giunta quest’anno alla quarantunesima edizione e abbinata come da tradizione alla quinta Sagra dei Bigoi de Bassan. Il torneo, riservato alla categoria “Pulcini” anno 2002 e 2003, si è disputato su quattro giornate di gioco, dietro la Chiesa di Ca’ Baroncello. Nove le squadre partecipanti, suddivise in tre gironi da tre. Dopo le tre serate in cui si sono giocati i

gironi eliminatori, a qualificarsi per il girone finale sono state Bassano Virtus, Tezze sul Brenta e Ca’ Baroncello blu. Alla fine, a primeggiare è stato il Bassano Virtus, mai sconfitto, mentre al secondo posto si sono piazzati i padroni di casa del Ca’ Baroncello blu. Sul gradino più basso del podio è salita la formazione del Tezze sul Brenta. La classifica è proseguita poi con Rossano, Ca’ Baroncello arancione, Mussolente, Calcio Rosà, Nove Stefani e Real Stroppari. Ma ciò che è emerso in questo torneo è stato il grande fair-play messo in mostra da giocatori e pubblico.


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Trail degli Eroi Scatta la terza edizione il 29 settembre

“Questa è una manifestazione dove il concorrente deve arrivare con il sorriso in bocca”. Facile a dirsi ma non è così facile dopo essere partiti da Borso del Grappa e a piedi o di corsa aver scalato il Monte Grappa e ritorno per complessivi 46 chilometri. “Ma il sorriso deve essere quello di soddisfazione per aver compiuto una impresa nella storia”. A spiegarlo, “per esperienza personale”, ci tiene a precisare, è Davide Zanetti, presidente del Comitato organizzatore del “Trail degli Eroi Trofeo Scarpa” con l’organizzazione dei “Lupi Team”, una corsa estrema molto particolare perché partirà da Borso del Grappa il 29 settembre, con i concorrenti che dovranno scalare il Monte Grappa, transitare per l’Ossario e quindi scendere fino a Borso dopo 46,5 chilometri e ben 2500 metri di dislivello. “Il Trail degli Eroi spiega Zanetti - incarna in pieno la filosofia dell’escursionista, che ama prima di tutto la natura e, immerso in essa, cerca la performance e la sfida con i propri limiti”. Al punto che quest’anno è stata inserita una novità importantissima e molto significativa dal punto di vista alimentare: “Nei cinque ristori previsti noi daremo agli escursionisti solo acqua. Questo perché vogliamo seguire la filosofia dell’escursionista a tutto tondo. In montagna si trova solo acqua, e quando va bene. Non c’è aranciata, coca cola o altro. Così chi partecipa sa che nei ristori ci sarà solo acqua. Poi quando arriva potrà mangiare quello che vuole”. Il Trail è stato presentato nella sede dell’azienda asolana Scarpa del presidente Sandro Parisotto. “Noi abbiamo creduto da subito a questa manifestazione perché abbina le caratteristiche della nostra azienda, cioè passione e dedizione per il nostro territorio che ha quale punto di riferimento il Monte Grappa e la sua storia, che è anche la nostra storia. Da un punto di vista aziendale invece, il mercato che gira attorno a questo tipo di manifestazione è molto importante per noi. Il trail sta diventando sempre più una prosecuzione di altri sport come il ciclismo o l’alpinismo; c’è una evoluzione in questo campo che noi come azienda dobbiamo seguire. In fin dei conti la nostra azienda copre a 360° tutte le attività di montagna ma curiamo soprattutto il trekking…”. Il Trail ha innalzato il numero massimo di partecipanti, portandolo da 350 a 430. «Abbiamo voluto alzare il numero massimo degli iscritti - ha detto Davide Zanetti, presidente del Comitato Organizzatore - per venire incontro alle numerosissime richieste d’iscrizione. Non vogliamo superare di molto i numeri che abbiamo stabilito all’inizio, il numero chiuso ci permette di tenere alta la qualità dei servizi ai nostri runner». Domenica 29 settembre gli atleti partiranno alla volta della cima del Monte Grappa, Monumento Sacro alla Patria che con il Sacrario Militare ricorda e onora gli eroi caduti nella

La corsa epica con il sorriso sulle labbra

ALTIMETRIA

Grande Guerra. I partecipanti partiranno dal ristorante Antica Abbazia nel comune di Borso del Grappa, per poi attraversare in poche ore quasi tutti i comuni del Massiccio. 46,5 chilometri in autosufficienza alimentare e 2500 metri di dislivello positivo per una gara che è un vero e proprio tuffo nella storia. L’itinerario di corsa segue tutti i principali crinali della Cima Grappa ricalcando, dove possibile, i tratti di trincea della Grande Guerra e l’alta via degli Eroi. Saranno i luoghi simbolo della tragedia della Prima Guerra Mondiale a sostenere il passo dei corridori, e ad accompagnare gli ultimi chilometri saranno proprio i percorsi delle trincee. Per quanto riguarda l’edizione dello scorso anno, Nicola Giovanelli, autore di una bellissima gara, dopo una partenza nelle posizioni di rincalzo, lungo le creste del Finestron ha guadagnato la prima posizione fermando il cronometro in 4.22.20 e stabilendo il nuovo record della gara. In seconda posizione si è classificato Andrea Zanatta con il tempo di 4.35.38, il marocchino Salah Cinaour è salito sul terzo gradino del podio. Tra le donne Maria Chiara Parigi, favorita sin dalla partenza ha chiuso con il tempo di 5.37.06, in seconda posizione si è classificata Rosanna Tavana, Catena Pizzino ha completato il podio in 5.43.32. Gabriele Zanchin

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Alla scoperta del profondo Grappa I runner nei luoghi che hanno segnato il mito del monte sacro

Una lunga galoppata nella storia (Cs) Il Trail degli Eroi vede protagonisti i runner estremi lungo un circuito che tocca le emergenze del Massiccio e i punti dove la storia ha conosciuto momenti topici, nella Grande Guerra ma anche nell’ultimo conflitto mondiale. Alla partenza, dopo Valle Santa Felicita, si corre sulle creste che sovrastano la pianura delal pedemontana veneta, zone di rifornimento italiano. Ma è da Cima Grappa in poi, dove si attraversa la zona sacra del monumentale cimitero in cui riposano italiani e austroungarici, che si entra nel “vivo” dei luoghi della Grande Guerra. Siamo nel cuore di quella linea che ha retto le sorti d’Italia, raccordandosi idealmente con l’Altopiano dei 7 Comuni da una parte e il Piave dall’altra, quando tutto sembrava finito. Si transita per l’Asolone, teatro di infinite battaglie, per il Col della Berretta. Quando i runner cominciano a correre lungo i Colli Alti, sul balcone che si sporge sul Canale del Brenta, calpestano erbe e sassi testimoni di uno degli episodi più cruciali. E’ il 15 giugno del 1918 e, favorita dalla nebbia che impedisce agli osservatori posizionati al di là del Brenta di vedere cosa accade, di prima mattina la fanteria degli Honved ungheresi sferra un attacco micidiale: azione irresistibile che li vede travolgere le postazioni italiane una dopo l’altra, passando dal Col d’Anna al Fenilon e al Fagheron, occupando il Col Moschin, il Col Raniero arrivando a contatto con la linea di “massima resistenza”. Manca solo da conquistare il Col del Gallo, poi gli austroungarici piomberebbero sulla strada Cadorna avendo spianata la via verso la pianura. Nel frattempo l’altra ala ungherese, più verso est, scende la Valle San Lorenzo e arriva all’osteria Il Lepre, a due passi dalla Cadorna. Siamo a un

centimetro dalla caduta italiana, ma a quel punto le nebbie si diradano e dall’Altopiano si comincia a vedere e capire. Parte il fuoco di sbarramento, che congela i reparti autroungarici nei luoghi conquistati ed evita che prendano il Col del Gallo, tagliando dietro a loro la possibilità di essere alimentati da altre truppe. E partono gli arditi d’assalto (“La migliore banda del mondo” li definì Hemingway) a riconquistare, nel silenzio cruento, una per una, le postazioni perdute. Alle dieci della sera anche il Fenilon torna in mano italiana e la giornata che poteva essere l’epilogo della guerra a favore degli austriaci diventa il no alla spallata definitiva, sui cui pochi mesi dopo si costruirà la vittoria. Su quei colli transitano gli Eroi del Trail, seguendo la stessa strada seguita dagli assaltatori ungheresi e che avrebbe potuto cambiare i destini d’Italia. Prima ancora salgono sul Col Caprile, postazione rimasta in mano austroungarica, dove perse la vita a 21 anni, a pochi giorni dalla fine del conflitto, il soldato rumeno-magiaro Peter Pan, che riposa a Cima Grappa e che è protagonista di una storia leggendaria, dovuta al nome e ai particolari del ritrovamento della sua città natale, per decenni introvabile negli archivi storici. Un accenno infine per il giusto omaggio alle vittime del rastrellamento nazifascista del ‘44. Il Trail conduce, specie nell’andata, ai luoghi sopra Borso e a Cima Grappa dove stanziavano i partigiani dell’Italia Libera e della Brigata Matteotti, presi e sterminati dall’imbottigliamento del Grappa, divenuto allora per loro una trappola. Tanti Eroi sul Grappa, dal 1917 al 1944. Oggi, per fortuna, gli unici Eroi sono quelli della corsa e della fatica. Ma la memoria rimane padrona del Massiccio.


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speciale

Trail degli Eroi Per la prima volta tutta la gara online

Diretta streaming su ilgrandesport.it

La partenza all’alba, un rito collettivo e liberatorio Dietro le quinte volontari al lavoro per i runner

Anche il nostro magazine web www.ilgrandesport.it sdi mette a disposizione per ospitare la diretta video del Trail degli Eroi 2013. Sarà possibile seguire in diretta la gara, a partire dall’alba del 29 settembre, riconoscere luoghi e atleti. Quattro le web cam, dislocate in luoghi strategici, che “racconteranno” in diretta streaming l’evento sportivo. Oltre a quello de Il Grande Sport vi sono altri portali che accoglieranno l’iniziativa condotta da Informatica Ezzelina (www.wifilive.it), in collaborazione con Tou®omano (facebook.com/Tou.R.omano), il Consorzio Vivere il Grappa (facebook.com/consorziovivereilgrappa), e ovviamente il sito del Trail degli Eroi (www.traildeglieroi.it), permettendo di vivere ed assistere in prima linea e per la prima volta in live streaming la terza edizione della corsa. Informatica Ezzelina metterà a completa disposizione la propria infrastruttura per la trasmissione dell’evento in diretta via Web a banda larga su un canale dedicato, che verrà poi replicato e promosso su tutti i portali dei promotori. L’evento, ripreso da 4 webcam megapixel e inviato in streaming, permetterà allo spettatore di seguire da vicino gli “eroi sportivi” nei punti più salienti del percorso, assaporando anche quegli scorci storici, panoramici e spettacolari tipici di una zona riconosciuta tra i più interessanti complessi e diversificati ambienti della montagna Veneta: il Monte Grappa.

Intervista Emanuele Battaglia al ritorno dal Tor des Geants

Quando ti possiede quello spirito trail “Del Trail degli Eroi ho fatto entrambe le prime due edizioni. Ci tengo a correrlo anche quest’anno, devo solo vedere se le vesciche rimastemi ai piedi in Val d’Aosta per quel giorno me lo consentono!”. Emanuele Battaglia è uno dei quattro vicentini, e dei sedici veneti, che hanno partecipato al Tor des Geants, la prova più impegnativa e forse più affascinante del calendario internazionale degli ultra trail. Numeri da spavento: 158 ore per fare 33 chilometri ad anello intorno alla Valle d’Aosta, 24 mila metri di dislivelli attivi e passivi. Cancelli orari, ristori ogni 5/10 chilometri e 50 “punti vita” dove si trova la doccia, l’assistenza medica, la possibilità di dormire un po’. “Era la mia prima volta su una gara così lunga - spiega l’ultra runner, di Cassola - ed è stata una cosa bellissima, un’esperienza di vita indelebile, in un’atmosfera unica con gli amici di avventura. Una corsa a rischio, per il recupero fisico non c’è tempo, si corre sempre, di giorno e di notte. Bisogna dare fondo alle energie e fare attenzione agli infortuni, se te ne capita uno non ti rimetti e la gara è compromessa. Bisogan sapersi gestire, l’obiettivo è arrivare. Io sono contento, 333° su oltre 700 partecipanti”. Sei giorni di corsa. Quanto ha dormito? “Direi in tutto nove ore”. Cosa spinge un runner a imprese così estreme? “L’obiettivo di arrivare in fondo e poter dire di aver fatto il Tor des Geants!”. Sono venuti i suo famigliari a sostenerla? “Sì, la mia compagna Lisa con i nostri due gemellini di un anno e mezzo. Alla fine sono venuti da me e sono arrivato con loro in braccio! Emozionante”.

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Lei ha fatto il Trail degli Eroi e il Tor. C’è qualcosa in comune oltre alle diversità? “Il punto di contatto è lo spirito Trail, che è sempre lo stesso, per chi ama la montagna è un qualcosa che ti possiede ed è il massimo. Per il resto sono due gare completamente diverse. E’ come finire il Trail degli Eroi ogni giorno e ripartire per farne un altro dopo un’ora e mezza, per sei giorni di fila. Si va, a volte ti prendono le allucinazioni, non capisci se è giorno o notte...”. Durante il Tor c’è stata una tragedia, la morte del runner cinese Yuan Yang sul Col de la Crosatie. “Di notte, in condizioni meteo difficili, col rischio di ipotermia a tremila metri. E’ scivolato e ha riportato traumi letali, in un punto difficile anche per i soccorsi”. L’avete saputo in gara? “Sì, pensavamo che la bloc-

cassero, eravamo lì per divertirci e non per rimetterci la vita. Ci siamo rimessi alle decisioni degli organizzatori. La gara è continuata. La corsa va avanti e non hai il tempo di pensare o piangere. Alla fine dell’ultra trail i suoi amici cinesi l’hanno ricordato in modo toccante, leggendo una sua poesia”. E’ stata un’impresa incredibile. “Finisher 333 al Tor des Geants 2013, ma accompagnato da 740 Giganti e con la gioia di condividere la felicità con tutti quanti mi hanno sostenuto da casa con il loro calore” ha scritto Battaglia rivivendo la gara epica di cui è stato protagonista. Claudio Strati Nella foto, l’arrivo con in braccio i due figlioletti. Nel magazine web www.ilgrandesport.it gli approfondimenti e il testo integrale del racconto “a caldo” di Emanuele Battaglia

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Personaggi Il portiere Federico Marchetti, il tecnico assistente Maurizio Viscidi e il video analista Antonio Gagliardi

Tre “bassanesi” nel giro azzurro

(S.C.) Alla conquista del Brasile! La Nazionale di Cesare Prandelli, vincendo per due a uno contro la Repubblica Ceca, ha conquistato l’accesso ai prossimi Campionati del Mondo di calcio che si disputeranno nel 2014 nel paese carioca. Tra gli azzurri, compresi giocatori e staff tecnico, sono ben tre i “portacolori” bassanesi, che godono quindi di buone possibilità di compiere nel prossimo giugno il viaggio in terra sudamericana. Il primo è sicuramente il portiere Federico Marchetti. Originario di Cassola, che ha esordito in Nazionale il 6 giugno 2009, a 26 anni, sotto la direzione del ct Marcello Lippi, giocando da titolare nella partita amichevole Italia-Irlanda del Nord disputata a Pisa e terminata tre a zero per gli azzurri. Il 14 giugno 2010 ha esordito nel Mondiale in Sud Africa sostituendo l’infortunato Gigi Buffon all’inizio del secondo tempo di Italia-Paraguay, prima partita del girone. In seguito, vista l’indisponibilità di Buffon, è stato schierato da titolare per le successive partite del primo turno contro Nuova Zelanda e Slovacchia. Le cose, si sa, non sono andate benissimo per gli azzurri in generale e per Marchetti in particolare. Tornato nel giro della Nazionale nel

Hockey pista A1

Un calendario da cambiare

Maurizio Viscidi, Federico Marchetti e Antonio Gagliardi

2013, con il C.T azzurro Prandelli, Marchetti è stato inserito nella lista dei convocati per la Confederations Cup 2013, ed al giorno d’oggi è considerato ilo secondo portiere azzurro dietro Buffon. Altro “azzurro bassanese” è Maurizio Viscidi, tecnico con varie esperienze tra Serie C e Serie B (Lodigiani, Pescara,

Viterbese, Lucchese, Treviso, Vicenza e Modena), dall’Europeo 2012 è entrato nello staff tecnico di Prandelli con il ruolo di assistente. È docente presso la scuola allenatori FIGC di Coverciano e componente della commissione per lo sviluppo del calcio giovanile presso il Settore Tecnico della FIGC. Terzo “moschettiere azzurro” made in Bassano è il video-analista Antonio Gagliardi, colui che passa ai raggi X le partite delle nazionali avversarie per fornire a Cesare Prandelli importanti report strategici. Un vero e proprio professionista dell’immagine e della statistica, che svolge un lavoro oscuro ma di grande importanza. Insomma, anche in Brasile la nostra città sarà rappresentata più che degnamente.

Volley Cambia mezza squadra alla corte di Poletto

Bassano linea verde

È cominciata la nuova avventura del Bassano Volley, nella stagione che vede la squadra bassanese impegnata, dopo sette anni di A2 e tre di B1, nel massimo campionato regionale ovvero in serie C. La squadra, rinnovata per sei tredicesimi e decisamente ringiovanita rispetto alla passata stagione, è ripartita da mister Diego Poletto e dall’onnipresente capitan Guarise, che ha deciso di restare fedele alla maglia giallorossa che veste ininterrottamente da ormai quindici anni. Per il resto sono rimasti i vari Filippi, Frighetto, Sgarbossa, Comacchio, Pontarollo e Vallortigara, mentre si registra anche il gradito ritorno di Matteo Pagotto, il libero che ha giocato da queste parti ai tempi dell’A2. E l’esordio stagionale è stato vincente. In Coppa Veneto, i giallorossi si sono imposti sul campo della Polisportiva Cornedo per tre a due: dopo aver perso i primi due set, i ragazzi di Poletto sono riusciti a rimontare ed impattare sul due a due, per poi vincere il tie-break per 15-12. Il debutto casalingo dei giallorossi è previsto per sabato 21 settembre alle 20.30 al PalaBruel quando Guarise e compagni se la vedranno con i cugini bassanesi dell’A.S. Santa Croce.

Anche quest’ultima formazione disputerà il torneo di serie C, ma non ci sarà il derby di campionato: le due squadre infatti sono inserite in gironi diversi. Questa la rosa del Bassano Volley 20132014: Nicolas Filippi e Giorgio Sabbadin sono i palleggiatori, Mirko Frighetto e Giacomo

Sgarbossa opposti, Federico Comacchio, Eros Guarise e Marco Antonello centrali, Niccolò Pontarollo, Davide Vallortigara, Alessandro Ravagnin e Riccardo Benetti schiacciatori, Matteo Pagotto e Mirko Busatta liberi. Il Bassano Volley schiererà anche una formazione in serie D, che giocherà le partite casalinghe a Mussolente. Nel settore femminile, il Bruel Volley Bassano ha iniziato la sua terza

stagione di vita pallavolistica in riva al Brenta. Molte delle protagoniste della passata stagione, più numerose nuove ragazze arrivate col mercato estivo, stanno per affrontare nuovamente il campionato di B1, e quindi una nuova stagione che si preannuncia tanto impegnativa quanto affascinante per il giovane gruppo di leonesse. Giovane sì, perché anche quest’anno, anzi ancor più che in passato, il Brunopremi.com punterà sulla linea verde schierando anche squadre giovanili molto ambiziose. Confermato lo staff tecnico guidato da mister Atanas Malinov, dalla vice Kamelia Arsenov e dal terzo allenatore Mario Pianese. La prima squadra del Brunopremi. com Bassano esordirà in casa il prossimo 20 ottobre alle 18.00 al PalaBruel contro il temibile Trentino Rosa, squadra che l’anno scorso ha frequentato i piani alti della classifica giungendo quarta a un soffio dai play off. Si preannuncia un inizio in salita dunque per le ragazze di mister Malinov, che quest’anno non giocheranno le Coppe: quindi niente Coppa Italia e niente Coppa Veneto, ma soltanto amichevoli in attesa dell’inizio del campionato. Stefano Cirillo

(V.P.) - Va così nel singolare mondo delle rotelle. Prima che cominci il campionato bisogna aspettare una vita e se l’anno precedente non hai avuto la grazia di approdare in finale scudetto e tirare avanti sino a giugno, la sosta estiva da maggio ad ottobre, 5 mesi senza agonismo, diventa insopportabile per il popolo dell’hockey. D’accordo, c’è la solita nazionale che ogni anno a settembre è sempre in pista, mondiali o europei che siano, quest’anno sono i mondiali nella lontanissima Angola, che francamente non scaldano i cuori. Neppure con Federico Ambrosio e Miguel Nicolas nei convocati del cittì Mariotti. E allora attendere pazientemente il 12 ottobre e il via del campionato è gara dura per i tifosi costretti a un’astinenza onestamente eccessiva. La verità è che i calendari andrebbero riformati, cancellando i turni infrasettimanali al martedì, allungando la regular season giocando solo di sabato (e quindi cominciando il torneo minimo un mese prima) e magari dilatando le serie playoff al tre su cinque sin dal primo turno. Invece si assiste talvolta a intasamenti di date con squadre costrette a giocare 3 partite in sei

giorni, incluse lunghe trasferte continentali, per poi sostare in blocco da primavera ad autunno. Così a riempire la fame di sfide della gente giallorossa e non solo, per il momento c’è il sorteggio europeo con gli spagnoli del Voltregà in Coppa Cers (pessimo incrocio, andata l’8 novembre in Spagna, ritorno il 23), oppure il ripescaggio in serie A1 del Matera al posto del Novara che ha gettato la spugna e non ha le risorse per fare la massima divisione. Oppure la novità è la campagna abbonamenti lanciata dal club con l’introduzione del biglietto a 3 euro (inclusa la consumazione al bar del palasport) per gli under 18, idea apprezzabile per implementare il pubblico più giovane. Quanto alla squadra, con Ambrosio, Nicolas e l’argentino Garcia impegnati nell’Africa nera con la rassegna iridata, Giudice lavora col resto del gruppo al palazzo, ma non col portiere di riserva Marco Vidale (Paoli è rientrato al Viareggio 2), convalescente dopo un lungo e laborioso infortunio, ma pronto indicativamente tra un mesetto. Il fatto è che a digiuno di hockey l’afiiconado scalpita e ha ragione. Lega e Fihp ci riflettino su.

Rugby serie B

Golf

Remonato: «Sarà un girone duro»

Asiago in serie A Vicenza retrocede

Incessante lavoro per il quindici giallorosso, tra Cà Baroncello e il nuovo spazio a San Fortunato non conosce soste. Il preparatore atletico Fontana alle prese con lo stato di forma mentre supervisori in campo il duo Remonato-Segafrado. Pubblicati i calendari della stagione alle porte e per i giallorossi il via tra le mura amiche il 6 ottobre ospitando il Paese. Un avvio non certo tra i più tenui, ma a dare un’occhiata al girone C del campionato di serie B, quello del Bassano per capirci, non c’è da stare tranquilli. Dodici formazioni, molte con un trascorso in serie A come Mirano, Cus Padova, VeneziaMestre, Tarvisium e gli stessi rossoblu di Paese. Non da meno le altre realtà conosciute e consolidate come Casale, Villadose, Villorba. Comincia dunque il conto alla rovescia e per testare lo stato di forma c’è stato un allenamento congiunto con il Valsugana Rugby (capolista indiscussa la scorsa stagione) e un’amichevole con il Feltre che milita nel campionato di serie C Elite. «Ci attende una stagione impegnativa –commenta coach Remonato – tre o quattro squadre sono di un livello superiore, con le altre ce la giocheremo».

Gioie e dolori per il golf della provincia vicentina. Il torneo nazionale di qualifica Ragazzi a squadre di serie A2, tenutosi al Golf Club des Iles Borromées (Stresa), ha sancito la promozione in A1 del Golf Club di Asiago e l’amara retrocessione del Golf Club di Vicenza in A2. Il Golf Club Asiago si guadagna così l’accesso al prossimo Campionato Assoluto sfruttando appieno l’unica occasione annuale concessa dalla Federazione Italiana Golf. Rimangono tre i circoli veneti nella massima serie: Asiago, Montecchia e Ca’ Amata. Durante la manifestazione, tenutasi su tre giorni, e che ha visto la partecipazione di 34 squadre, il Golf Club Asiago ha tenuto testa agli altri Club, completando la classifica con 480 colpi e riuscendo nell’ultimo giorno a completare il balzo da diciassettesimi a dodicesimi, centrando un posizionamento tra i primi 15 che valgono la promozione. La squadra, composta dai ragazzi Davide Longhini, Franco Michelazzo Gemmo e Pietro Bonamin è stata seguita ed allenata dai maestri dell’Asiago Golf Club Academy: Giulia Franchini e Francesco Bonaga con la collaborazione di Niccolò Bisazza.



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22 settembre 2013 - 11

ciclismo

Mtb L’atleta di Mussolente si riconferma campione Master

Zampese, bis mondiale

Appena tre i partecipanti italiani ai mondiali master che si sono conclusi a Pietermaritzburg in Sudafrica, ma con due titoli memorabili. Dopo la buona prestazione di Arturo Dalla Costa (anche lui cicentino di Thiene), 13. tra i master 6 con una prova costante, tutte le speranze erano puntate su Mirco Balducci e Fabio Zampese. Pre gara non favorevolissimo per Balducci, un po’ acciaccato mentre più “liscia” la preparazione in loco di Zampese. Le loro sono state le due ultime gare del programma iridato. Prova Master 2 che segue un copione sperato ma non certo: Mirco Balducci se ne va assieme al campione sudafricano Cordes, poi tra il secondo e terzo giro lo stacca per vincere con relativa sicurezza. Emozionante la prova di Fabio Zampese: vittima di un contatto

nelle prime fasi di gara, si ritrova con la ruota posteriore danneggiata, la sistema e prosegue per l’area tecnica dove una volta sostituita si ritrova ben oltre la 10a posizione. Gara che sembra compromessa ma non nella concentrazione di Fabio, che rimonta con determinazione, fino a riprendersi la seconda posizione, ma il distacco dal primo a due giri dalla fine è ancora sul minuto. Meno 40” a una tornata dalla fine ma il forcing di Zampese trova il riaggancio con il sudafricano Jan Withar, che non regge il confronto diretto ed è un Fabio determinato che taglia il traguardo confermando il titolo conquistato lo scorso anno in Brasile. Lacrime di gioia per lo staff Bike Pro Action, tra la felicità e l’incredulità per una rimonta che sembrava proibitiva. Per il misquilese dunque si trat-

Il podio mondiale conquistato da Fabio Zampese in Sudafrica

ta di una riconferma sul tetto del mondo della mountain bike dopo la vittoria al Campionato del mondo brasiliano nel 2012. Classe ‘82 Zampese ha lasciato tutti a bocca aperta riuscendo in un impresa che rimarrà indelebile nella sua già ricchissima carriera.

Giovanili donne La Sc Bicipiù ospita 150 atlete a Tezze

A Granella vince Nanni

Giornata di ciclismo al femminile a Granella, organizzata dalla SC Bicipiù del presidente Alessandro Andriolo. Oltre 150 le ragazze partenti nelle due gare, tra le esordienti presente anche la maglia Tricolore di Laura Tomasi premiata dalla società organizzatrice poco prima della partenza. La gara riservata alle ragazze esordienti è stata corsa senza nessun tentativo di rilievo con la volata finale con Letizia Paternoster (Team Femminile Trentino ) che ha la meglio su Angela Putin (Team Isonzo) e al 3° posto

Elena Pirrone (Mendelspeck). Vestono la maglia biancorossa di Campionessa Provinciale per le due ragazze del Torre Vicenza Pink Bike, Alessia Viero per il 1°

Dilettanti

anno e Giulia Bonaguro per il 2°. Parte la gara riservata alle allieve e subito dà la sensazione di essere molto più veloce della precedente, numerosi i tentativi di allungare specie in occasione dei traguardi volanti, ma sempre ben ricuciti dal gruppo. All’arrivo poderosa volata dell’emiliana Giulia Nanni (Re Artù Factori Team) seguita da Martina Stefani (Vecchia Fontana) e Sofia Bertizzolo (Giorgione Rosa). Campionessa Provinciale di Categoria Nadia Quagliotto (Schio 1902).

Dilettanti

Il trofeo Bianchin chiude il Grand Prix Città Murata È stato presentato alla Barchessa comunale di Villa Rubbi Serena a Paderno di Ponzano Veneto il 44° Trofeo Gianfranco Bianchin, prestigiosa gara élite-under 23 che si correrà domenica 22 settembre con partenza e arrivo nella località trevigiana e valida quale 5^ ultima prova del Trofeo Internazionale Grand Prix Citta Murata, assegnando quindi l’ambito Premio di Rappresentanza del Presidente della Repubblica, che fregia l’evento accanto ad importanti patrocini istituzionali e sportivi. La classifica è guidata dalla Zalf

Fior con 42 punti (virtualmente vincitrice per l’ottava volta su 12 edizioni), davanti a Marchiol 24 e Colpack 18 e con il Gala di Premiazione previsto come tradizione a fine ottobre con una pubblica cerimonia. Momento speciale con Pierluigi Basso che, a nome anche delle altre gare del Challenge (Longa, Alta Padovana Tour, Medio Brenta. Poggiana di Riese), ha ringraziato la dirigenza per la pluriennale fedeltà e amicizia e spiegato l’importanza del Grand Prix per le sinergie interdisciplinari sviluppate negli anni.

Dilettanti Astico-Brenta

Chinello sfreccia a Schiavon

Podio d’autore sul traguardo dell’89. Astico-Brenta Trofeo Wilier Triestina, classicissima premondiale vicentina per dilettanti élite e U23 disputata oggi con partenza e arrivo a Schiavon. Sul gradino più alto è salito Fabio Chinello (Marchiol Emisfero Site), trionfatore in volata sul gruppo che ha percorso compatto gli ultimi due chilometri di gara dopo aver riagguantato il reggiano Maestri, ultimo fuggitivo di giornata, appena dopo il primo passaggio sotto il traguardo e l’inizio del breve circuito finale. Piazzati nello sprint che ha assegnato la storica corsa vicentina dopo 191 chilometri di percorso inoltratisi fin nel cuore della trentina Valsugana, il campione italiano U23 Andrea Zordan (Zalf Desirée Fior) e il padovano Liam Bertazzo (Trevigiani Dynamon Bottoli). Per Fabio Chinello si è trattato della terza vittoria stagionale, seguita alle due gare di apertura messe a segno a San Michele di Piave e

Castello Roganzuolo. «Questi sono i miei percorsi – ha affermato il vincitore sul podio – perché pur essendo veloce riesco a difendermi su salite non durissime. Sul rettilineo finale ho sfruttato il momento giusto per uscire dalla scia di Bertazzo e Zordan, che non sono poi riusciti a rimontarmi». Nella parte centrale, la bella corsa organizzata da patron Franco Cogo era vissuta su un tentativo di fuga a quattro portato da Gianluca Leonardi (Zalf), Nicolò Rocchi (Marchiol), Michele Scartezzini (Trevigiani) e Tim Mikelj (Slovenia): usciti dal gruppo dopo appena una ventina di chilometri dal via, hanno raggiunto un vantaggio massimo di 6’ e sono stati raggiunti a 30 km dall’arrivo. Scollinato l’ultimo Gpm della Rosina di Marostica, ha poi tentato l’allungo il reggiano Mirko Maestri, ripreso ormai in dirittura d’arrivo dal gruppo in forte rimonta trainato dalla Zalf.

Imprese

Zordan tenta “Tempe” doma l’assalto iridato Plan de Corones Andrea Zordan, 21enne vicentino di Altavilla, correrà la prova in linea riservata agli under 23 ai prossimi campionati del mondo di Firenze. Il campione italiano della categoria, dopo la partecipazione ai campionati europei di Brno, strappa anche il biglietto per prendere parte alla gara più importante dell’intera stagione e riporta la Zalf Euromobil Desirèe Fior al via di una competizione iridata. “E’ una notizia bellissima - ha commentato Andrea Zordan -. In questi mesi ho lavorato molto per centrare questo obiettivo. La mia condizione è ottima nonostante siamo ormai al termine di una lunga stagione, ho l’entusiasmo e la determinazione necessari per farmi trovare pronto anche sul circuito iridato di Firenze”. Un circuito che Andrea Zordan ha già avuto modo di testare nelle scorse settimane, quello che sarà chiamato ad affrontare per ben sette volte venerdì 27 settembre. “La partenza della gara sarà da Montecatini e i chilometri da percorrere in tutto saranno poco più di 170. Si tratta di un percorso molto esigente, ma lo era anche quello del Campionato Italiano dove Andrea ha stupito tutti - ha commentato Luciano Rui, team manager della Zalf Euromobil Desirèe Fior -. Per noi è un onore portare un atleta a questo campionato del mondo. Stiamo vivendo una stagione magica e ora abbiamo la possibilità di centrare il sogno iridato. Si tratta di una opportunità che cercheremo di sfruttare al meglio con Andrea in nazionale”.

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Pensare che sia possibile salire e poi ridiscendere da Plan de Corones da San Vigilio di Marebbe con metà biciletta a dir la verità sembra proprio difficile, ma sembra che a compiere questa prodezza da circense qualcuno ci sia riuscito. Protagonista della singolare impresa Simone Temperato, alias Magico Tempe, il ciclista bassanese che da qualche anno a questa parte si diletta a compiere imprese del genere con la sua mountain bike priva di ruota e forcella. Questa volta ha aggiunto al suo ormai ricco palmares di salite anche quella che secondo lui era la più difficile sotto l’aspetto tecnico visto la presenza nel tratto finale dello sterrato e specialmente delle pendenze che in alcuni tratti superano il 25 per cento.

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