il BALBONI B-DUE - Estratto del libro

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Il piacere dell’italiano | 1 Felicità, allegria, gioia e un tocco di malinconia La Danza dei figli di Alcinoo

Canova, il maggior scultore neoclassico italiano (il Neoclassicismo va dalla metà del Settecento all’inizio dell’Ottocento), ti mostra visivamente la definizione di allegria come “stato d’animo gioioso, spensierato, che si manifesta con vivacità d’atti, con ilarità, gioia, contentezza”. Alcinoo regnava sull’isola dei Feaci, dove Ulisse arrivò dopo dieci anni di avventure, segnate dalla nostalgia per la sua patria. L’isola era un luogo felice, dove ogni stagione gli alberi davano frutti e dove regnavano la pace e la gioia, rappresentata dai due figli del re.

Quant’è bella giovinezza

Antonio Canova, Danza dei figli di Alcinoo, 1790-1792

I due figli di Alcinoo danzano felici: sono giovani e si sentono eterni, cioè senza tempo. Ma Lorenzo de’ Medici sapeva che il tempo passa e lo ricordò ai suoi ospiti durante una festa che aprì con una sfilata di ragazzi e ragazze vestiti come gli dei e le dee del mondo classico. Per ogni gruppo di “attori” che entrava nella grande sala, Lorenzo aveva scritto una strofa che si concludeva sempre così: la gioventù (giovinezza) è bella, ma (tuttavia) scappa, va via (fugge): chi vuole essere lieto (= pieno di letizia, di allegria) cerchi di esserlo (sia), perché del futuro (doman) non c’è certezza. Eccoti la prima e le ultime due strofe del Trionfo di Bacco e Arianna, la poesia che Lorenzo scrisse per accompagnare la sfilata (il trionfo). Bacco e Arianna sono i due personaggi principali della sfilata: il primo era il dio del vino e dell’allegria senza freni; la seconda era la principessa di Creta abbandonata sull’isola di Naxos; lì Bacco la trovò e ne diventò l’amante, in una festa che continuò giorni e notti.

Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza. […] Ciascun apra ben gli orecchi, di doman nessun si paschi1; oggi sian, giovani e vecchi, lieti ognun, femmine e maschi2; ogni tristo pensier caschi3: facciam festa tuttavia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza. Donne e giovinetti amanti, viva Bacco e viva Amore! Ciascun suoni, balli e canti! Arda4 di dolcezza il core! Non fatica, non dolore! Ciò c’ha a esser, convien sia5. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza.

1. di doman nessun si paschi: pascersi è una parola antica per nutrirsi: “nessuno si nutra di speranze per il futuro”. 2. oggi sian ... femmine e maschi: “Oggi siamo tutti allegri, giovani e vecchi, femmine e maschi”. 3. ogni tristo pensier caschi: cascare è una forma antica per cadere: “ogni pensiero triste cada, vada via”. 4. Arda: ardere oggi è poco usato e significa "bruciare". 5. Ciò c’ha a esser, convien sia: “È bene (convien) che quello che deve succedere, succeda”, cioè non bisogna lottare contro la natura delle cose, il passare del tempo.

Lorenzo de’ Medici, il più grande banchiere e uomo politico del Rinascimento, nacque nel 1449 e a 20 anni era già “signore”, padrone di Firenze: alla sua corte lavorarono Botticelli, Michelangelo, Leonardo e tutti i più grandi geni del Rinascimento. Morì nel 1492, l’anno in cui Colombo scoprì l’America – che prende il nome da Amerigo Vespucci, un banchiere amico di Lorenzo.

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