Leggere per scrivere

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QUESTO VOLUME, SPROVVISTO DI TALLONCINO A FRONTE (O OPPORTUNAMENTE PUNZONATO O ALTRIMENTI CONTRASSEGNATO), È DA CONSIDERARSI COPIA DI SAGGIO - CAMPIONE GRATUITO, FUORI COMMERCIO (VENDITA E ALTRI ATTI DI DISPOSIZIONE VIETATI: ART. 17, L.D.A.). ESCLUSO DA I.V.A. (DPR 26-10-1972, N.633, ART. 2, 3° COMMA, LETT. D.). ESENTE DA DOCUMENTO DI TRASPORTO.

antologia

IDA

per sc rivere

Bentini - Borri

In copertina: © Stefano Ricci

Leggere per scrivere

IDA

Leggere per scrivere è un’antologia di testi letterari per studenti dei percorsi di I e II periodo didattico dei CPIA (Centri provinciali per l’Istruzione degli Adulti).

leggere per scrivere

▶ Attraverso un’ampia selezione di testi, provenienti sia dalla tradizione letteraria sia dall’attuale panorama letterario (tanto italiano quanto estero), il manuale intende offrire letture che non siano banali né infantili e che, anche grazie a un semplice e originale apparato didattico, possano essere di invito alla scrittura. ▶ La scelta e l’organizzazione delle quattro sezioni tematiche, che segue una direzione di sperimentazione linguistica che inizia dal mondo intimo e personale e si conclude con il mondo della fantasia, facilita un apprendimento graduale e l’esplorazione di diverse tipologie testuali.

Lisa Bentini - Alessandro Borri

Leggere per scrivere

La Linea Edu

Antologia letteraria Per i CPIA

▶ L’apparato didattico propone attività di comprensione, riflessione e interpretazione dei testi. ▶ Sono previsti esercizi che attivano le competenze grammaticali, sintattiche, lessicali e pragmatico-testuali, e attività di scrittura.

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Scrivere

per riflettere sul mondo




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Il treno degli emigranti In questa poesia lo scrittore e poeta italiano Gianni Rodari descrive la fatica di lasciare il proprio paese.

Non è grossa, non è pesante la valigia dell’emigrante... C’è un po’ di terra del mio villaggio, per non restar solo in viaggio… un vestito, un pane, un frutto e questo è tutto. Ma il cuore no, non l’ho portato: nella valigia non c’è entrato. Troppa pena aveva a partire, oltre il mare non vuole venire. Lui resta, fedele come un cane. nella terra che non mi dà pane: un piccolo campo, proprio lassù... Ma il treno corre: non si vede più. [G. Rodari, Un treno carico di filastrocche, Edizioni di cultura sociale, Roma 1952]

Rileggiamo il testo 1 La poesia è composta da 14 versi, raggruppati in sette distici, cioè gruppi di due versi. Ogni distico è in rima: nel primo verso l’ultima parola pesante rima con l’ultima parola del secondo verso emigrante, creando un’identità di suono. Proseguendo: villaggio fa rima con viaggio, frutto con tutto e così via. Individua le parole che rimano tra di loro, evidenziando la rima come fatto finora.

Approfondiamo 2 Perché il cuore non entra nella valigia dell’emigrante? ......................................................................................................................................................................


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sezione 3 Scrivere per riflettere sul mondo

Gli immigrati, un secolo fa In questo testo lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano racconta l’arrivo degli immigrati nell’isola di Ellis Island all’inizio del Novecento. esiliati = persone costrette ad abbandonare la propria patria sbilenca = storta, che pende da un lato sconquassata = ridotta male serrature rugginose = chiusure coperte di ruggine si stipavano = stavano appiccicati, uno vicino all’altro terra promessa = terra desiderata auscultavano = in medicina, ascoltare i rumori provenienti dal cuore e dai polmoni balbettare = pronunciare in modo incerto e confuso delle parole quoziente intellettivo = intelligenza di una persona stabilita in base a un test

Una ciocca di capelli, una vecchia chiave che aveva perduto la sua porta, una pipa che aveva perduto la sua bocca, il nome di qualcuno ricamato su un fazzoletto, il ritratto di qualcuno in una cornice ovale, una coperta che era stata condivisa e altre cose e cosette erano avvolte fra i vestiti nelle valigie degli esiliati. Non era molto quello che ci stava in ogni valigia ma in ognuna ci stava un mondo. Sbilenca, sconquassata, legata con lo spago o chiusa male da serrature rugginose, ogni valigia era come tutte le altre, ma nessuna era uguale a nessun’altra. Gli uomini e le donne giunti da lontano si lasciavano portare, come le loro valigie, da una fila all’altra, e si stipavano, come loro, in attesa. Venivano da villaggi invisibili sulla cartina geografica e, dopo la lunga traversata, erano sbarcati a Ellis Island. Erano a un passo dalla Statua della Libertà, che era arrivata un po’ prima di loro al porto di New York. Sull’isola era in funzione il filtro. I custodi della terra promessa interrogavano e classificavano gli immigranti, gli auscultavano il cuore e i polmoni, gli studiavano le palpebre, la bocca e le dita dei piedi, li pesavano e gli misuravano la pressione, la febbre, la statura e l’intelligenza. Gli esami dell’intelligenza erano i più difficili. Molti dei neo arrivati non sapevano scrivere o riuscivano solo a balbettare parole incomprensibili in lingue sconosciute. Per definire il loro quoziente intellettivo dovevano rispondere, tra le altre domande, a come si spazzava una scala: si spazzava verso l’alto, verso il basso o verso i bordi? Una ragazza polacca rispose: “Io non sono venuta in questo Paese per spazzare le scale”. [E. Galeano, Le labbra del tempo, Sperling & Kupfer, Milano 2004]

Rileggiamo il testo 1 Nel terzo capoverso compare molte volte la parola gli. In italiano gli può essere: un articolo determinativo che accompagna i nomi maschili plurali oppure un pronome personale che significa a lui o a loro. Sottolinea gli quando ha valore di pronome personale.


73 2 La parola neo arrivati si riferisce a persone appena arrivate in un luogo. Infatti il prefisso neo significa nuovo, recente. Abbina le parole al loro significato. neonato laureato da poco neolitico nuova parola neologismo età della nuova pietra (epoca storica) neolaureato abitante della Nuova Zelanda neozelandese appena nato Il prefisso neo è inoltre molto usato per indicare la ripresa di correnti e ideologie del passato: neocolonialismo, neonazismo, neofascismo, neoclassicismo…

Approfondiamo 3 In quale continente sbarcano gli immigrati del testo? Da che cosa lo capisci? ...................................................................................................................................................................... 4 Prova a spiegare il significato di queste due frasi prese dal testo: Ogni valigia era come tutte le altre, ma nessuna era uguale a nessun’altra. ...................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................... Gli uomini e le donne giunti da lontano si lasciavano portare, come le loro valigie, da una fila all’altra, e si stipavano, come loro, in attesa. ...................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................... 5 Che cosa significa che sull’isola era in funzione il filtro? a. che potevi entrare solo se rispondevi a dei requisiti fisici e intellettuali b. che tutti potevano entrare c. che i controlli in entrata erano severi 6 Chi erano i custodi della terra promessa? a. gli abitanti di Ellis Island b. gli immigrati c. gli addetti al controllo degli immigrati 7 Come venivano considerati gli immigrati? Da che cosa lo capisci? ...................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................

Idee per parlare e scrivere All’inizio del testo, Galeano descrive il contenuto delle valigie degli esiliati. Immagina di essere costretto anche tu a lasciare la tua terra: che cosa metteresti in valigia per tenere vivo il ricordo del tuo paese?


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sezione 3 Scrivere per riflettere sul mondo

Ciao Il testo che segue è tratto da Vita di vita, un romanzo di Eraldo Affinati, in cui lo scrittore italiano racconta il proprio viaggio in Gambia insieme all’alunno Kaliq. Il testo descrive il momento in cui Affinati e Kaliq devono tornare in Italia. flagranza di reato = quando una persona viene sorpresa a fare qualcosa che non deve fare scheletriche = molto magre

Vengono a dirci addio. Si raccomandano di non essere dimenticati. Come potremmo? Ciao piccola Leila, che stavi sempre nascosta dietro la colonna e ti vergognavi di parlare con me. Ciao Nadir, coi sandali di gomma azzurra più grandi del necessario e il fazzoletto rosso arrotolato intorno al collo. Ciao Jamal, che riuscivi a stare fermo sulla bicicletta senza mettere i piedi a terra. Ciao Salah, vecchio sapiente dallo sguardo che mi bucava. Ciao Maram, con gli orecchini che dondolavano. Ciao Azhar, coi piedi sul banco. Quando sono entrato in aula, li hai subito tolti, quasi fossi stato sorpreso in flagranza di reato. Ciao Abdul, con il numero 9 di Torres stampato sulla schiena. Ciao Jamila, che allattavi tuo figlio mentre io guardavo la televisione. Ciao Mohamed, che hai pronunciato il mio nome a voce alta davanti a tutti. Ciao Samad, pastore improvvisato. Ciao Wafa, che alzi il pollice per salutarmi. Ciao Zafir, con la palla da tennis fra le mani per distinguerti. Ciao Sherifa, seduta sul cartone che conteneva il cemento. Ciao Nur, luce dei pomeriggi di giugno. Di certo mi ricorderò per sempre di te, Sare Gubu, villaggio nella savana, a due passi dal Senegal. Le vacche scheletriche vicino ai canneti. Gli alberi nella pianura sterminata. Gli uomini in cammino diretti chissà dove. Le motociclette appoggiate alle capanne. Gli uccelli che stridono sulle torri della moschea. Le donne con le taniche dell’acqua. I ragazzi che mangiano le pannocchie. Gli asini. Le pecore. I capretti. Le mucche. Il calesse leggero trainato dal cavallo. Le luci che fanno l’orizzonte a righe. Il niente dei pomeriggi antichi. Il palleggio del piccolo Drogba. Il profilo di Ghada, la bambina più bella. [E. Affinati, Vita di vita, Mondadori, Milano 2014]


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Rileggiamo il testo 1 In italiano il che può avere varie funzioni. Finora abbiamo visto il che congiunzione (credo che….), o il che esclamativo (Che bello…). Il che può essere anche un pronome relativo che sostituisce un nome e mette in relazione due frasi.

Ho comprato una casa. La casa è bella

La casa che ho comprato è bella

Sottolinea i che pronomi relativi nel testo. 2 Nel testo Salah viene descritto come vecchio sapiente dallo sguardo che mi bucava. Sapresti spiegare con le tue parole uno sguardo che buca? ......................................................................................................................................................................

Idee per parlare e scrivere Immagina di dover lasciare il tuo paese: Chi saluteresti e con quali parole? Puoi iniziare il tuo testo con Ciao. Immagina sempre di dover lasciare il tuo paese (villaggio, città, stato): chi e che cosa ricorderesti? Puoi iniziare il tuo testo con Di certo mi ricorderò per sempre di te… Alla fine, chi vuole, può leggere ad alta voce ai compagni i testi che ha scritto.


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sezione 3 Scrivere per riflettere sul mondo

Addio monti Il testo di Affinati, presentato nella pagina precedente, ricorda il famosissimo Addio monti dei Promessi Sposi, uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana. Il romanzo, scritto da Alessandro Manzoni, racconta gli ostacoli che i due protagonisti, Renzo e Lucia, i promessi sposi del titolo, devono affrontare prima di riuscire a sposarsi. Nel breve testo selezionato, Lucia, costretta alla fuga, saluta il proprio paese. cime = montagne inuguali = ineguali, diverse note = conosciute de’ = dei scroscio = forte rumore dell’acqua pendìo = pendenza, inclinazione rispetto a una linea orizzontale; qui riferita alla pendenza del monti branchi di pecore pascenti = gruppi di pecore al pascolo tristo = triste sogguardata alla sfuggita = guardare rapidamente con la coda dell’occhio, senza farsi vedere si figurava = s’immaginava perpetuo = che dura in eterno

Addio, monti sorgenti dell’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! […] Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla sfuggita, passando, e non senza rossore; nella quale la mente si figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo di sposa. Addio, chiesa, dove l’animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore; dov’era promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l’amor venir comandato, e chiamarsi santo; addio! [A. Manzoni, I promessi sposi, Zanichelli, Bologna 1977]


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Rileggiamo il testo 1 I promessi Sposi vengono scritti nella prima metà del 1800 e per questo la lingua italiana è molto diversa da quella usata oggi. All’inizio del testo Lucia dice che le cime vicino al suo paese sono impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari. Che cosa significa? a. che nella sua mente l’immagine delle montagne è più forte di quella dei suoi familiari b. che nella sua mente l’immagine delle montagne è meno forte di quella dei suoi familiari c. che nella sua mente l’immagine delle montagne è forte come quella dei suoi familiari 2 Nel testo viene usata una similitudine per descrivere le ville sparse sul pendio della montagna, cioè le ville vengono paragonate a: ...................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................... 3 In italiano branco è un nome collettivo, cioè un nome che al singolare indica un insieme di persone, animali o cose. Abbina i nomi collettivi della colonna di sinistra con le persone, animali, cose che indicano. stormo insieme di tante persone gregge insieme di navi sciame insieme di pecore flotta insieme di cose in disordine folla insieme di api mucchio insieme di uccelli

Approfondiamo 4 Come si sente Lucia a lasciare il proprio paese? Da che cosa lo capisci? ...................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................... 5 Che cosa si aspettava Lucia e invece non è accaduto? Sottolinea la risposta nel testo e poi prova a rispondere con le tue parole. ...................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................

Idee per parlare e scrivere Che cosa accomuna Ciao di Affinati e Addio monti di Manzoni?


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sezione 3 Scrivere per riflettere sul mondo

La mia primissima Italia avi = antenati, ovvero persone della propria famiglia come i nonni, i bisnonni, i trisavoli gratitudine= sentimento di affetto, di riconoscenza verso qualcosa o qualcuno che ci ha fatto del bene fluire= scorrere pattumiera = recipiente per raccogliere i rifiuti moltitudine = gran numero, gran quantità di persone, animali, cose riunite insieme

In questo testo, condiviso su un social network, lo scrittore algerino Tahar Lamri racconta la sua prima esperienza dell’Italia. La mia prima primissima esperienza dell’Italia è questa: due giorni dopo il mio arrivo, nel lontano 1987, un giorno d’aprile, andai a salutare il mare, a Punta Marina, a qualche chilometro da Ravenna. Presi l’autobus, salutai il mare (è sempre la prima cosa che faccio, salutare i corsi d’acqua, quando arrivo in un posto nuovo, forse perché i miei avi vengono dal deserto del Sahara: gesto di gratitudine verso il fluire dell’acqua). Salutai il mare. Al ritorno, mentre stavo aspettando l’autobus, arriva un signore anziano, col cappello in testa, come ce ne sono meno ora per le strade romagnole. Anche lui si mette ad aspettare l’autobus. Dopo un po’, si gira verso di me e mi chiede qualcosa in italiano, ma io non capivo l’italiano. Lo guardo come qualcuno che non capisce. Il signore, per nulla intimorito dal mio non capire, si avvicina prende il mio braccio, alza la manica della mia giacca e guarda l’ora nel mio orologio. Mi aveva chiesto l’ora. Visto che non rispondevo, mi ha toccato per avere la risposta. Toccandomi, mi ha fatto esistere in Italia e mi ha dato il più bel benvenuto che si possa dare a uno straniero in una terra straniera... Allora lo sapete cosa vi dico: potete fare tutte le manifestazioni che volete contro gli stranieri, gli immigrati e i loro figli, ma il vostro destino è già segnato: la pattumiera della storia. I figli e i nipoti di quel signore col cappello non hanno alcuna paura di toccare i loro fratelli. E ogni figlio di immigrato è una moltitudine. [T. Lamri]


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Rileggiamo il testo 1 Nel testo sono presenti alcuni verbi al passato remoto: li riconosci? Sottolineali. 2 Quali tra gli aggettivi in elenco non sono un sinonimo di intimorito? Sottolineali. impaurito • impaziente • spaventato • preoccupato • irritato

Approfondiamo 3 Perché lo scrittore prova gratitudine nei confronti del mare e in generale dell’acqua? ...................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................... Sottolinea nel testo le parti che ti hanno aiutato a rispondere. 4 Che cosa chiede il signore con il cappello allo scrittore? ...................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................... 5 Perché per lo scrittore è così importante il gesto del signore con il cappello? ...................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................... Sottolinea nel testo le parti che ti hanno aiutato a rispondere. 6 La descrizione dell’incontro con il signore con il cappello si conclude con una profonda riflessione dello scrittore. Prova a riscrivere il pensiero dello scrittore con le tue parole. ...................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................

Idee per parlare e scrivere Chi vuole può raccontare a voce alta la sua prima esperienza in un paese straniero.


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sezione 3 Scrivere per riflettere sul mondo

L’identità, un bel problema! Ecco che cosa risponde Igiaba Scego, scrittrice italiana di origine somala, a chi la interroga sulla propria identità.

dirab = abito femminile somalo unsi = miscela di incenso e profumi angeelo = focaccia conversazione concitata = conversazione agitata, animata la mia terra straziata = la mia terra distrutta 5 maggio = titolo di una poesia molto famosa nella letteratura italiana i motivi più disparati = i motivi più diversi partigiani = uomini e donne italiani che hanno lottato per la libertà del proprio paese durante la Seconda Guerra Mondiale

Non sono un cento per cento, non lo sono mai stata e non credo riuscirò a diventarlo ora. Credo di essere una donna senza identità. O meglio con più identità. Chissà come saranno belle le mie impronte digitali! Impronte anonime, senza identità, neutre come la plastica. Vediamo un po’ mi sento somala quando: 1) bevo il tè con i chiodi di garofano e la cannella; 2) recito le 5 preghiere quotidiane verso la Mecca; 3) mi metto il dirab; 4) profumo la casa con l’incenso o l’unsi; 5) vado ai matrimoni in cui gli uomini si siedono da una parte ad annoiarsi e le donne dall’altra a ballare, divertirsi, mangiare... insomma a godersi la vita; 6) mangio la banana insieme al riso, nello stesso piatto, intendo; 7) cuciniamo tutta quella carne, con il riso o l’angeelo; 8) ci vengono a trovare i parenti dal Canada, dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna, dall’Olanda, dalla Svezia, dalla Germania, dagli Emirati Arabi e da una lunga lista di stati che per motivi di spazio non posso citare in questa sede, tutti parenti sradicati come noi dalla madrepatria; 9) parlo in somalo e mi inserisco con toni acutissimi in una conversazione concitata; 10) guardo il mio naso allo specchio e lo trovo perfetto; 11) soffro per amore; 12) piango la mia terra straziata dalla guerra civile; 13) faccio altre 100 cose, e chi se le ricorda tutte! Mi sento italiana quando: 1) faccio una colazione dolce; 2) vado a visitare mostre, musei, monumenti; 3) parlo di sesso, uomini e depressioni con le amiche; 4) vedo i film di Alberto Sordi, Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Monica Vitti, Totò, Anna Magnani, Giancarlo Giannini, Ugo Tognazzi, Roberto Benigni, Massimo Troisi; 5) mangio un gelato da 1,80 euro con stracciatella, pistacchio e cocco senza panna; 6) mi ricordo a memoria tutte le parole del 5 maggio di Alessandro Manzoni; 7) sento per radio o tv la voce di Gianni Morandi; 8) mi commuovo quando guardo negli occhi l’uomo che amo, lo sento parlare nel suo allegro accento meridionale e so che non ci sarà un futuro per noi; 9) inveisco come una iena per i motivi più disparati contro primo ministro, sindaco, assessore, presidente di turno; 10) gesticolo; 11) piango per i partigiani, troppo spesso dimenticati; 12) canticchio Un anno d’amore di Mina sotto la doccia; 13) faccio altre 100 cose, e chi se le ricorda tutte! Un bel problema l’identità, e se l’abolissimo? E le impronte? Da abolire anche quelle! Io mi sento tutto, ma a volte non mi sento niente. [I. Scego, Pecore Nere, Laterza, Milano-Bari 2005]


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Rileggiamo il testo 1 Ogni punto delle due liste comincia con un verbo. Sottolineali e riscrivili sul quaderno. 2 Abbina i verbi alla voce del verbo e al loro significato. mi commuovo gesticolare cantare sottovoce o a tratti inveisco canticchiare provare emozioni di fronte a situazioni piacevoli o spiacevoli gesticolo commuoversi fare gesti con le mani e con le braccia canticchio inveire rivolgersi contro qualcuno in modo violento e offensivo 3 Sottolinea gli argomenti presenti nelle due liste scritte dall’autrice: storia politica religione • letteratura cinema musica • amore natura guerra • sport migrazione 4 L’aggettivo sradicato viene dal verbo sradicare che significa strappare una pianta dal terreno togliendo le radici. Pertanto nell’espressione tutti i parenti sradicati come noi dalla madrepatria, la scrittrice si riferisce a: a. tutti i parenti che hanno dimenticato le proprie origini b. tutti i parenti che hanno dovuto lasciare la propria terra c. tutti i parenti che vanno in giro per il mondo

Approfondiamo 5 Che cosa intende la scrittrice con l’espressione non sono un cento per cento? b. che si sente più somala c. che ha più identità a. che non ha identità 6 Nell’espressione Chissà come saranno belle le mie impronte digitali! la scrittrice usa un tono: a. drammatico b. ironico c. serio 7 Nella maggioranza dei paesi l’identità delle persone è assicurata dalle impronte digitali. Perché allora la scrittrice definisce le proprie impronte anonime, senza identità, neutre come la plastica e addirittura alla fine propone di abolirle? ......................................................................................................................................................................

Idee per parlare e scrivere A turno ogni compagno dice ad alta voce "Mi sento cinese, marocchino, albanese… quando…" Ognuno scrive sul proprio quaderno una lista di cose che lo fanno sentire cinese, marocchino, albanese… A turno ogni compagno dice ad alta voce "Mi sento italiano quando …" Ognuno scrive sul proprio quaderno una lista di cose che lo fanno sentire italiano. Chi è solo italiano può dire e scrivere "Mi sento italiano quando…" e "Non mi sento italiano quando…" Alla fine, chi vuole, può leggere ad alta voce il testo scritto ai compagni.


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sezione 3 Scrivere per riflettere sul mondo

Alcuni stereotipi, alcuni dei quali non falsi In questo testo lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun si diverte a elencare tutti gli stereotipi del proprio popolo, e cioè tutte quelle immagini, idee, giudizi nei confronti di persone o di gruppi di persone basati su una conoscenza della realtà superficiale e schematica. Per questo, spesso e volentieri, gli stereotipi si possono considerare delle etichette sociali negative. Tuttavia nel titolo di questo testo, l’autore ammette ironicamente che alcuni degli stereotipi elencati sono veri... schizofrenico = che pensa e dice cose opposte, che si comporta in modo contradditorio mocassini e babbucce = tipi di calzature nozione = concetto, idea suscettibile = eccessivamente sensibile, permaloso

Il marocchino non dice mai di no, dice di sì sorridendo. Quando aggiunge ishallàh (se Dio vorrà), significa che declina gran parte delle responsabilità qualora non mantenesse la parola data. Il marocchino sorride spesso e non vuole farti arrabbiare. Il marocchino è ospitale, ti invita a casa sua, ma può fare a meno di presentarti sua moglie. Il marocchino ama che si ami il suo paese. Il marocchino critica costantemente il suo paese ma non sopporta che uno straniero faccia lo stesso. Il marocchino ti promette cose che non può mantenere: è sincero perché capita che mantenga la parola data. Il marocchino è tendenzialmente schizofrenico: è combattuto fra tradizione e modernità, fra abito europeo e jellàba, fra mocassini e babbucce, fra lingua francese e arabo dialettale … fra sé e la propria immagine. Il marocchino ha una nozione del tempo e dello spazio abbastanza vaga. Il marocchino non ha senso civico: non lo hanno educato a fare la coda. Il marocchino è suscettibile. Il marocchino dice spesso mà kàn múshikil (nessun problema); aspettati di affrontare dei problemi. Il marocchino non esiste senza la famiglia. Il marocchino pensa di non essere razzista e che razzista sia sempre l’altro, lo straniero. [T. Ben Jelloun, Marocco, romanzo, Einaudi, Torino 2010]

Idee per parlare e scrivere Elenca sul quaderno tutti gli stereotipi che conosci sulla tua nazionalità. Alla fine, chi vuole, può leggere ad alta voce ai compagni il proprio testo. Osserva insieme ai compagni se gli stereotipi trovati sono veri o falsi, spiegando il perché.


IL VOLUME La struttura ▶ I l volume è articolato in quattro sezioni

tematiche: – Scrivere per parlare di me, raccontarmi per conoscermi; – Descrivere la mia quotidianità: affetti, abitudini, luoghi, cibi; – Scrivere per riflettere sul mondo; – Scrivere per inventare mondi. ▶C iascuno dei testi antologizzati è accompagnato

da un apparato didattico che offre tre tipologie di attività distinte in rubriche: – Rileggiamo il testo prevede attività di comprensione e di ampliamento lessicale e di richiamo di alcune strutture grammaticali di base; – Approfondiamo presenta esercizi e attività che stimolano la riflessione e l’interpretazione dei testi e sui testi; – Idee per parlare e per scrivere suggerisce attività che, partendo dagli stimoli dati dalle letture, mirano a sviluppare la pratica dello scrivere. Tali ultime attività possono essere, di volta in volta, di riflessione, anche autobiografica, o ludiche (completamento di una storia, confronto fra testi ecc.)

poetici, argomentativi ecc.) permette al docente di spaziare tra le varie forme letterarie e non, e di costruire un percorso di lettura che sia il più aderente possibile alle esigenze della classe. ▶ I temi trattati nell’antologia sono stati scelti

tra quelli che possono mettersi in relazione con l’esperienza della quotidianità di adulti e giovani adulti.

Con il logo “MultiLIBRO” Lœscher Editore propone un sistema estremamente avanzato e integrato di comunicazione di contenuti e didattica. Il modo più semplice per entrare nel mondo Lœscher è quello di acquistare un libro di testo e accedere a Imparosulweb con il codice di sblocco presente sul volume. Ogni libro Lœscher può essere comprato anche nella sola versione digitale, che offre gli stessi accessi e le stesse potenzialità di quella cartacea.

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Caratteristiche dell’opera ▶ I testi antologizzati pongono spesso attenzione

agli aspetti interculturali e intergenerazionali. ▶ L a varietà delle tipologie dei testi (testi narrativi,

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