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QUESTO VOLUME, SPROVVISTO DI TALLONCINO A FRONTE (O OPPORTUNATAMENTE PUNZONATO O ALTRIMENTI CONTRASSEGNATO), È DA CONSIDERARSI COPIA DI SAGGIO - CAMPIONE GRATUITO, FUORI COMMERCIO (VENDITA E ALTRI ATTI DI DISPOSIZIONE VIETATI: ART. 17, L.D.A.). ESCLUSO DA I.V.A. (DPR 26-10-1972, N.633, ART. 2, 3° COMMA, LETT. D.). ESENTE DA DOCUMENTO DI TRASPORTO.
/ ITALIANO PER STRANIERI
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Rocca
Guida alla certificazione CELI 1 in contesto migratorio Competenza linguistica e competenza civica
Guida alla Certificazione CELI 1 in contesto migratorio Competenza linguistica e competenza civica
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ITALIANO PER STRANIERI 32576
NELL'ELENCO DEI LIBRI DI TESTO INDICARE L'INTERO CODICE ISBN
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Lorenzo Rocca è il responsabile della certificazione linguistica CELI in contesto migratorio presso il CVCL dell’Università per Stranieri di Perugia. Si occupa dell’elaborazione delle prove e cura la ricerca nel settore dell’insegnamento e della valutazione in tale contesto tenendo corsi di formazione e aggiornamento per docenti di italiano in Italia e all’estero. Dal 2008 coordina il gruppo di ricercazione ALTE LAMI (Language Assessment Migrantion and Integration) e dal 2014 è stato nominato membro LIAM (Linguistic Integration Adult Migrants) nell’ambito della Language Policy Unit del Consiglio d’Europa. Ha pubblicato articoli relativi all’impatto dei test. È autore dei descrittori per stadi di analfabetismo e di manuali di italiano per stranieri.
Guida alla Certificazione CELI 1 in contesto migratorio
Il Centro per la Valutazione e le Certificazioni Linguistiche (CVCL) dell’Università per Stranieri di Perugia è uno dei quattro Enti Certificatori per l’italiano riconosciuti dal Ministero per gli Affari Esteri: rilascia i certificati linguistici noti con l’acronimo CELI articolati nei sei livelli previsti dal Quadro Comune Europeo di Riferimento del Consiglio d’Europa. Ai “tradizionali” CELI per l’italiano generale si sono aggiunti nel corso degli anni altri certificati, distinti per tipologia d’utenza, caratteristiche della medesima e, conseguentemente, per contenuti e metodi di verifica. Tra questi i CELI i (per immigrati adulti), articolati in tre livelli: A1, A2 e B1. Con gli esami per l’italiano generale, tali diverse tipologie hanno in comune il riferimento alla scala del Quadro, il riconoscimento formale di titolo linguistico, le tecniche di verifica e il rigore nel rispettare le fasi del processo di costruzione delle prove. Più nello specifico gli esami CELI i si rivolgono a un’utenza ben definita (cittadini stranieri legati a un progetto migratorio stanziale) prevedendo tre finalità: 1. costituire un incentivo per iniziare e proseguire un percorso formativo, offrendo un riconoscimento tangibile e formale del lavoro svolto; 2. rispondere alla motivazione integrativa che spinge all’apprendimento di una lingua; 3. rappresentare, con particolare riferimento per il CELI 1 i (A2) cui si rivolge il presente lavoro, un titolo idoneo ai fini dell’adempimento degli obblighi di legge.
Lorenzo Rocca
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Un volume per presentare e prepararsi a sostenere l’esame CELI 1 i, certificazione di lingua italiana (livello A2) per migranti adulti inclusiva della verifica di elementi di conoscenza civica elaborata e prodotta dal Centro per la Valutazione e le Certificazioni Linguistiche (CVCL) dell’Università per Stranieri di Perugia.
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Il volume si articola in cinque capitoli presentando successivamente quattro esempi completi dell’esame CELI 1 i (Università per Stranieri di Perugia – CVCL).
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▶ Il primo capitolo presenta lo scenario europeo dei test
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obbligatori per cittadini migranti. Nel secondo l’attenzione si sposta sul contesto italiano per introdurre nel terzo l’oggetto di indagine del CELI 1 i.
▶ Il quarto e il quinto capitolo descrivono rispettivamente impianto d’esame e approccio valutativo adottato.
▶ Seguono i fascicoli del test con la riproposizione delle prove di lettura (A), di scrittura (B), di ascolto (C) e dei materiali in uso per la verifica del parlato. In appendice al volume: i fogli delle risposte e tutte le soluzioni. La trascrizione degli audio relativi alle prove di ascolto.
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Guida alla certificazione CELI 1 in contesto migratorio
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PORTALE di italiano per stranieri (IT2) Attività didattiche per sviluppare la comprensione scritta e orale, audio, video e giochi. Aggiornamenti mensili e schede scaricabili.
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Il corso VOLUME
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Indice Presentazione ...................................................................................................................................................................................................................................................... 5 Introduzione ...................................................................................................................................................................................................................................................... 6 Capitolo 1 Lo scenario europeo: requisiti linguistici e conoscenza civica per il cittadino migrante ...................................................................................................................................................................... 10
Capitolo 2 La normativa italiana e il ruolo del language testing ................................................................................... 14 Capitolo 3 L’esame CELI 1 in contesto migratorio: dall’oggetto di indagine alle tre A ........................................................................................................................................... 18
Capitolo 4 CELI 1 i: struttura e descrizione ................................................................................................................................................. 28 Capitolo 5 La valutazione dei candidati nel CELI 1 i ........................................................................................................................ 43 Conclusione Fra validazione e spendibilità ....................................................................................................................................................... 56 Prove d’esame CELI 1 i Primo esempio PROVA A Prova di comprensione della lettura ......................................................................................................................................................................... 62 PROVA B Prova di produzione di testi scritti .............................................................................................................................................................................. 68 PROVA C Prova di comprensione dell’ascolto ................................................................................................................................................................ 69 Secondo esempio PROVA A Prova di comprensione della lettura ........................................................................................................................................................................... 72 PROVA B Prova di produzione di testi scritti .............................................................................................................................................................................. 78 PROVA C Prova di comprensione dell’ascolto ................................................................................................................................................................. 79 Terzo esempio PROVA A Prova di comprensione della lettura .......................................................................................................................................................................... 82 PROVA B Prova di produzione di testi scritti .............................................................................................................................................................................. 88 PROVA C Prova di comprensione dell’ascolto ................................................................................................................................................................. 89 Quarto esempio PROVA A Prova di comprensione della lettura .......................................................................................................................................................................... 92 PROVA B Prova di produzione di testi scritti .............................................................................................................................................................................. 98 PROVA C Prova di comprensione dell’ascolto ................................................................................................................................................................ 99 Prova orale con elementi di cultura civica e vita civile in Italia Domande guida relative al compito 2 .............................................................................................................................................................................................. 102 COMPITO 2 Descrivere l’immagine e parlare con l’insegnante .......................................................................................................................... 104 Domande guida relative al compito 3 .............................................................................................................................................................................................. 106 COMPITO 3 Descrivere l’immagine e parlare con l’insegnante .......................................................................................................................... 108 Domande guida relative al compito 4 ............................................................................................................................................................................................... 110 COMPITO 4 Parlare con l’insegnante .................................................................................................................................................................................................. 112
Fogli delle risposte ................................................................................................................................................................................................................................ 114 Soluzioni e trascrizioni delle prove d’esame ............................................................................................................................................. 118 Bibliografia ........................................................................................................................................................................................................................................................ 125
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Le pagine che seguono ripercorrono i miei ultimi 15 anni, ricchi di esperienze vissute con amici e colleghi del mondo accademico, dell’ALTE, del Consiglio d’Europa, del Dipartimento Libertà Civili. Sono stati anni di intenso “girovagare”, in particolare per quella Italia bella che ho avuto la fortuna di riscoprire attraverso gli occhi degli oltre 200 Centri EdA che mi hanno ospitato. Proprio con chi si occupa di Educazione degli Adulti ho condiviso prospettive sull’integrazione linguistica che in questo testo ho inteso recuperare. Il mio grazie va a coloro che hanno reso possibile tutto ciò, a partire dalla “famiglia CVCL”, passando per presidi, insegnanti e volontari che quotidianamente operano per l’inclusione sociale. Ma il mio grazie, insieme alla dedica, va soprattutto a mia moglie, che mi ha sempre sostenuto, non facendomi pesare una presenza non certo assidua davanti a quel focolare che mi riscalda ogni volta che torno a casa. Lorenzo Rocca
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Presentazione Il dott. Lorenzo Rocca si occupa dal 2007 di valutazione linguistica in contesto migratorio. In questo ambito ha acquisito negli anni esperienza e competenza, lavorando a progetti nazionali e internazionali, collaborando con istituzioni nazionali ed europee, a contatto con i più importanti esperti di questo specifico settore. Dal 2008, il dott. Rocca coordina il gruppo di lavoro LAMI (Language Assessment Migration and Integration) all’interno dell’ALTE (Association of Language Testers in Europe), promuovendo, con costanza e impegno, iniziative di indagine e di ricerca, pubblicandone i risultati, organizzando panels all’interno di simposi internazionali. Il quadro che ne deriva è legato alla realtà della valutazione linguistica e, con essa, della conoscenza di elementi di educazione civica in contesto migratorio a livello europeo, al suo impatto e al suo utilizzo, spesso finalizzato al conseguimento di diritti civili fondamentali. Su questi ultimi aspetti, in particolare sulla conoscenza di elementi di cultura civica, tutta la comunità scientifica internazionale ha avviato da tempo una profonda riflessione, testimoniata dalle numerose pubblicazioni a riguardo. Lorenzo Rocca è fra gli esperti più partecipi e informati del dibattito che si è conseguentemente sviluppato, anche a livello nazionale, in particolare a seguito dell’Accordo di Integrazione, che prevede tale tipo di conoscenza. In questo quadro complesso e variegato si inserisce la presente pubblicazione del dott. Rocca, che sviluppa e approfondisce quanto appena detto (Capitoli 1 e 2), e si ricollega all’elaborazione e produzione di certificati linguistici che rispondano a standard di qualità internazionali, cioè alla missione istituzionale del CVCL (Centro per la Valutazione e le Certificazioni Linguistiche), del quale il dott. Rocca è parte sin dal 2006. L’approccio del CVCL alla produzione di certificati linguistici in contesto migratorio è stato da sempre quello di legare il certificato a un percorso formativo che porti lo studente immigrato al raggiungimento di quegli obiettivi di apprendimento che vengono poi valutati per l’ottenimento del certificato. Questo deriva dalla convinzione che è il percorso formativo, più del certificato stesso, a rappresentare un’opportunità importante di conoscenza, crescita e inserimento per il migrante. Rispondono a questo preciso obiettivo il Capitolo 3 del presente volume, focalizzato sull’esigenza di valutare anche elementi di conoscenza civica in base a quanto contenuto nell’Accordo di Integrazione, come anche i Capitoli 4 e 5, che descrivono analiticamente i contenuti oltre che i metodi dell’esame CELI 1 i. Occuparsi di valutazione, in particolare in ambito certificatorio, implica, come in ogni processo decisionale, assumersi responsabilità legate all’interpretazione e all’uso che verrà fatto dei risultati dei certificati stessi. Chi elabora e produce certificati linguistici è tenuto a rendere conto di come si sia arrivati al conseguimento di determinati risultati, garantendo qualità alle singole fasi dell’intero processo produttivo e offrendone evidenze. Il volume di Lorenzo Rocca intende rispondere a questo ambizioso obiettivo in un quadro teorico e normativo ben delineato, sia a livello europeo sia a livello nazionale. Gennaio 2017 Professoressa Giuliana Grego Bolli Prorettore dell’Università per Stranieri di Perugia e Direttrice del CVCL
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Introduzione Il Centro per la Valutazione e le Certificazioni Linguistiche (di seguito CVCL)1 dell’Università per Stranieri di Perugia è uno dei quattro Enti certificatori per l’italiano riconosciuti dal Ministero per gli Affari Esteri: rilascia i certificati linguistici noti con l’acronimo CELI2, articolati nei sei livelli previsti dal Quadro Comune Europeo di Riferimento del Consiglio d’Europa (di seguito Quadro)3. L’azione del CVCL consolida una tradizionale esperienza nel campo del language testing, attività istituzionale dell’Ateneo perugino dal 1987. Tale azione interessa tre settori principali: 1. elaborazione, produzione, somministrazione di esami per il conseguimento di titoli linguistici riconosciuti a livello internazionale, distinti per tipologie di utenza; 2. partecipazione a progetti di ricerca nazionali e internazionali; 3. formazione di insegnanti ed esaminatori, in Italia e all’estero. L’Università per Stranieri di Perugia, inoltre, è socio fondatore e membro unico per la lingua italiana dell’associazione ALTE4, al cui interno, dal 2008, coordina il gruppo di ricerca LAMI (Language Assessment Migration and Integration). Il gruppo LAMI lavora con l’obiettivo di monitorare il fenomeno dei cosiddetti tests for migration purposes; fornisce spunti di riflessione, strumenti d’indagine e analizza dati concernenti in particolare la somministrazione degli esami rivolti ai cittadini stranieri adulti5. Un test è uno strumento che ha l’obiettivo di fornire misurazioni che indichino una data competenza. Partendo da questa definizione, gli esami CELI si propongono di elicitare campioni di performance (ovvero ottenere esempi rappresentativi della performance) che consentano di effettuare operazioni di inferenza sulla competenza linguistica, prevedendo così la potenziale capacità d’uso dell’italiano in situazioni reali. Il costrutto teorico assunto dal CVCL e volto a descrivere detta competenza è il modello pluridimensionale di Bachman, noto con l’acronimo CLA (Communicative Language Ability)6. In base a tale modello, la competenza linguistica è bipartita in organizzativa (a sua volta suddivisa in grammaticale e testuale) e pragmatica (distinta in illocutoria e sociolinguistica). Obiettivo dei CELI è garantire la raccolta di macro misurazioni – relative alle abilità di lettura, scrittura, ascolto e parlato (produzione e interazione) – che rappresentano altrettanti processi tesi a legare concetti astratti (costrutto CLA) a indicatori empirici (performance dei candidati) attraverso il compimento di inferenze (processo logico induttivo, da particolare a universale)7. «La sommatoria delle misurazioni porterà alla valutazione finale del candidato, risultante quindi da un processo globale costituito dalla raccolta di informazioni attraverso procedure di verifica»8.
1 www.cvcl.it 2 G. Grego Bolli, M.G. Spiti, La verifica delle competenze linguistiche. Misurare e valutare nella certificazione CELI, Guerra, Perugia 2004. 3 Consiglio d’Europa, Quadro Comune Europeo di Riferimento, La Nuova Italia, Firenze 2002. 4 Association of Language Testers in Europe: oggi consta di 34 membri istituzionali, con 27 lingue rappresentate. cfr. www.alte.org 5 «LAMI fornisce ai somministratori di test una piattaforma per discutere sull’evoluzione dei test e sull’utilizzo dei test in contesto migratorio. Inoltre supporta i membri ALTE nell’assicurare eticità e buone pratiche e nel sensibilizzare sull’impatto della language testing policy.» LAMI, Language Tests for Access, Integration and Citizenship. An Outline for Policy Makers, 2016 (di seguito LAMI Booklet) www.cvcl.it/articoli/nuove-pubblicazioni.html
6 cfr. L. Bachman, Fundamental Considerations in Language Testing, Oxford University Press, Oxford 1990. 7 Si parla spesso di doppia inferenza (o di inferenza e predizione), tenendo conto delle peculiarità proprie della misurazione della competenza linguistica. In base alla definizione che dà Wiggins di valutazione autentica (o alternativa), è necessario «focalizzare l’attenzione non su ciò che uno studente sa, ma su ciò che sa fare con ciò che sa»: non solo e non tanto conoscenza formale della lingua, ma anche e soprattutto competenza d’azione, saper fare con e attraverso la lingua. cfr. G. Wiggins, Educative Assessment, JosseyBass, San Francisco 1998. 8 A. Borri, F. Minuz, L. Rocca, Progettare percorsi di L2, Loescher, Torino 2016, p. 168.
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Introduzione
Trattandosi di certificazioni linguistiche, i test prodotti dal CVCL sono prove di profitto standardizzate9 (proficiency tests), che hanno l’obiettivo di attestare il raggiungimento di un benchmark. Tale benchmark è rappresentato dal Quadro10, mentre gli standard, rispetto ai quali l’Ente è chiamato a fornire forme di evidenza empirica, sono costituiti dai 17 SM dell’ALTE11. Ogni quinquennio i membri istituzionali dell’ALTE sono sottoposti a rigorose procedure di audit, per verificare il rispetto di standard. Con esito positivo dell’audit viene rilasciato il Q-mark, marchio registrato di qualità. In via generale tutte le certificazioni linguistiche sono prove: 1. slegate da programmi didattici specifici. Mirano a scattare un’istantanea della competenza, a prescindere da sillabi di riferimento ovvero dalle caratteristiche del corso di lingua erogato. Per questo motivo vengono anche definite esami “esterni” o “indipendenti”; 2. somministrate contemporaneamente; 3. basate sulla rigorosa descrizione degli obiettivi di apprendimento per i vari livelli di competenza previsti dal Quadro. Tale competenza secondo il framework europeo è operativa, è “saper fare” attraverso la lingua, è sapere procedurale che si concretizza nell’agire12 attraverso la LS o L213, in azioni che coinvolgono processi come la ricezione, la produzione, l’interazione e la mediazione di testi orali e scritti14. Il contesto di tali azioni è dato dai domini, articolati in quattro diversi macro-settori: 1. dominio personale, che comprende le relazioni private dell’utente; 2. dominio pubblico, che riguarda la sfera del sociale; 3. dominio professionale (o occupazionale), che comprende quanto riferibile alle attività e alle relazioni di una persona nell’ambito lavorativo e/o nell’esercizio della sua professione; 4. dominio educativo, che si riferisce al contesto di formazione, enfatizzando la valenza dell’apprendimento permanente. Posto che debbano in primo luogo essere prove sommative, le certificazioni dovrebbero contestualmente essere anche formative15: non solo quindi misurazione e valutazione dell’apprendimento, ma anche misurazione e valutazione per l’apprendimento. Da questo punto di vista i CELI garantiscono al candidato,
9 «Uno standard può riferirsi a linee guida di buone prassi, per esempio uno standard importante in ambito educativo è relativo alle evidenze di validità che i test possono garantire sin dalla fase di elaborazione. Ciò implica di poter rapportare una serie di standard (non uno solo) a un codice professionale o a una serie di linee guida che riguardino tutte le varie fasi dello sviluppo di un test, fino alla fase operativa vera e propria». F. Davidson, Language Testing Standard in Encyclopedia of Language and Education (vol. 7), Language Testing and Assessment, Kluwer Academic Publisher, Dordrecht 1997.
13 La LS è la Lingua Straniera appresa in un contesto ove la stessa non è L1, vale a dire Lingua materna per il pubblico dei nativi. Viceversa L2 è la Lingua seconda, appresa in un contesto ove la stessa è L1 per il medesimo pubblico. A titolo esemplificativo: se un italofono apprendesse l’inglese stando in Italia, tale lingua sarebbe LS; se al contrario emigrasse in Inghilterra, lì apprenderebbe la stessa lingua, stavolta come L2.
11 Standard Minimi, www.alte.org/attachments/files/minimum_ standards_it.pdf.
14 Sul concetto di competenza per il Quadro, cfr. Sillabo A2 a cura degli Enti certificatori: «Le competenze linguistico-comunicative, si articolano in tre diverse componenti: 1. le competenze linguistiche vere e proprie, cioè le strutture morfosintattiche e il lessico; 2. le competenze sociolinguistiche attraverso le quali si selezionano le forme appropriate al contesto comunicativo, sia esso formale o informale, e al ruolo assunto all’interno del contesto stesso (di ricevente o emittente del messaggio); 3. le competenze pragmatiche, vale a dire il valore comunicativo che le forme linguistiche assumono in un dato contesto.», p. 9.
12 Sulla competenza come competenza d’azione, cfr. A. Ciliberti, Dal concetto di competenza linguistica a quello di competenza comunicativa e competenza d’azione, in S. Banz, A. Carli, D. Larcher (a cura di), Agire tra le culture, Educazione Bilingue, Bolzano 1995.
15 Tale dicotomia fra test sommativi e test formativi sembra oggi almeno in parte superata, cfr. il concetto di valutazione dinamica di N. Jones, in http://events.cambridgeenglish.org/alte-2014/docs/ presentations/alte2014-neil-jones.pdf
10 cfr. N. Figueras, B. North, S. Takala, N. Verhelst, P. Van Avermaet, Relating Examinations to the Common European Framework: A Manual, in «Language Testing» 22/3, 2005.
G. Grego Bolli, Il Quadro Comune Europeo di Riferimento e la Valutazione, in M. Mezzadri (a cura di), Integrazione Linguistica in Europa, UTET Università, Torino 2006.
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oltre all’ovvia comunicazione dell’esito in termini di prova superata/non superata, la definizione del suo spettro di competenza; forniscono infatti indicazioni anche parziali, cioé legate ai diversi task, prevedendo bande di punteggio. In tal modo il CVCL si propone di delineare il profilo linguistico dell’esaminato, sottolineando aree di miglioramento e punti di forza. Ogni anno il Centro perugino elabora circa 30 esami per l’italiano generale, rilasciando oltre 20 000 certificati linguistici16. Sono previste tre sessioni annuali, somministrate nelle oltre 300 sedi presenti in tutti i continenti: una sessione estiva (seconda metà di giugno), una autunnale (prima metà di novembre) e una primaverile (a marzo). Le prime due coprono l’intera scala del Quadro, quella di marzo unicamente le fasce A e B. Ai “tradizionali” CELI per l’italiano generale si sono aggiunti nel corso degli anni altri certificati, distinti per tipologia d’utenza, caratteristiche della medesima e, conseguentemente, per contenuti e metodi di verifica; tra questi i CELI i (per immigrati adulti)17, articolati in tre livelli: A1, A2 e B1. Con gli esami per l’italiano generale, queste diverse tipologie hanno in comune il riferimento alla scala di proficiency del Quadro, il riconoscimento formale di titolo linguistico, le tecniche di verifica e il rigore nel rispettare le fasi del processo di costruzione delle prove (così come indicate dai codici etici e deontologici delle associazioni scientifiche e professionali di riferimento, nonché dalla letteratura di settore). Più nello specifico gli esami CELI i si rivolgono a un’utenza ben definita, vale a dire a cittadini stranieri legati a un progetto migratorio stanziale. La loro funzione può essere così descritta: 1. costituire un incentivo per iniziare e proseguire con maggiore costanza un percorso formativo, offrendo un riconoscimento tangibile e formale del lavoro svolto; 2. rispondere alla motivazione integrativa che spinge allo studio di una L2; 3. rappresentare un titolo idoneo ai fini dell’adempimento degli obblighi di legge18. Inizialmente il CELI i prevedeva un’unica sessione per anno solare, in calendario fra la seconda metà di maggio e la prima decade di giugno. A causa dell’alta richiesta di certificazione, in particolare del livello A2, dal 2013 a tale sessione istituzionale si è aggiunto un numero via via crescente di sessioni straordinarie (a oggi sono cinque: nei mesi di febbraio, maggio, luglio, settembre e novembre). Il presente lavoro si rivolge proprio alla tipologia d’esame CELI 1 i, certificazione pensata per un pubblico di migranti adulti e attestante il raggiungimento della competenza linguistica A2. Non solo: dal 2015 il Ministero dell’Interno ha riconosciuto il titolo rilasciato a esito del superamento di detto test come idoneo ai fini del totale adempimento della normativa vigente19; ciò in quanto inclusivo della verifica di quei lineamenti di conoscenza civica richiesti dall’Accordo di integrazione (di seguito Accordo). Oltre 24 000 candidati hanno affrontato la prova del CELI 1 i a decorrere da maggio 2015 e cioè dalla prima sessione che ha visto la valutazione anche dei lineamenti di cui sopra. Un numero certamente elevato che va letto in relazione alla spendibilità del certificato anche in termini di assolvimento di obblighi di legge.
16 Dal 1993 a oggi sono stati oltre 200 000 gli iscritti, con una popolazione d’esame costituita prevalentemente da donne (circa il 70%) e da candidati di età compresa fra 18 e 27 anni. 17 cfr. L. Rocca, Percorsi di certificazione linguistica in contesti di immigrazione, Guerra, Perugia 2008.
18 Dlgs 4/6/2010 - Decreto interministeriale per richiedenti Carta Ue (G.U. dell’11 giugno 2010) e Accordo di Integrazione, DPR 179/2011 tra Stato italiano e cittadino proveniente da Paesi terzi (Decreto del Presidente della Repubblica, G.U. del 13 novembre 2011). 19 Comunicazione Ministero dell’Interno 23/2/15, protocollo 1107.
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Introduzione
Obiettivo di questa pubblicazione è pertanto presentare tale esame collocandolo all’interno della cornice europea dei test for migration purposes, con particolare riferimento a quella tipologia che, in risposta alla giurisprudenza in essere, intende misurare la competenza non solo linguistica ma anche civica. Coerentemente alle finalità appena esposte, il Capitolo 1 si soffermerà sulla cornice di cui sopra; successivamente (Capitolo 2), l’attenzione sarà focalizzata sullo scenario italiano per introdurre (Capitolo 3) l’oggetto di indagine del CELI 1 i come delineatosi rispetto a quanto previsto dall’Accordo; il Capitolo 4 e il Capitolo 5 descriveranno infine l’impianto d’esame e l’approccio valutativo adottato.
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Capitolo 1
Lo scenario europeo: requisiti linguistici e conoscenza civica per il cittadino migrante Test con finalità migratorie Tra il 2007 e il 2013 la percentuale dei Paesi Test con finalità migratorie: membri del Consiglio d’Europa (di seguito CoE) percentuale di Paesi CoE coinvolti che prevede test con finalità migratorie è cresciuta in maniera sensibile, passando dal 58% al 2013 78% (era solo del 29% nel 2001)1. Considerando 78% un corpus di 36 Paesi che hanno risposto all’ul2009 75% tima survey di Strasburgo, ben 29 si sono dichiarati interessati da prove obbligatorie rivolte 2007 a cittadini stranieri. Solo 7 Paesi, a oggi, non 58% richiedono requisiti linguistici o civici connessi al soggiorno: Ungheria, Irlanda, Monaco, Macedonia, San Marino, Serbia e Svezia. Figura 1 – CoE survey, 2014. Negli ultimi 15 anni il test è diventato sempre più strumento di controllo dei flussi migratori, con l’evidente uso del Quadro secondo finalità diverse rispetto a quelle immaginate in origine dal CoE. La Raccomandazione 2034 dell’Assemblea parlamentare europea2 pone l’accento sulle criticità sopra evidenziate a partire già dal titolo «Integration Test: Helping or Hidering Integration?». La domanda aperta sottende infatti un approccio certamente poco in linea con “l’abuso” della certificazione per stranieri. In particolare l’Assemblea rimarca come il Quadro sia «solo un metro di misura delle abilità linguistiche» e pertanto non possa esser ritenuto un indicatore di integrazione nella società, utilizzato per concedere il primo ingresso, il rinnovo del permesso o la cittadinanza. Saville3 insiste sui vari significati, non solo metaforici, della parola “accesso”: accesso nel senso di entrata, primo ingresso nel Paese ospitante, estensione della permanenza, naturalizzazione; accesso come chiave sociale, per aprire la porta dell’inclusione; accesso come accessibilità di percorsi formativi e valutativi ad hoc; e infine accesso alla voce, in termini di diritto alla centralità dell’apprendente4, anche dal punto di vista del feedback che lo stesso deve poter dare5.
1 Council of Europe, Language Policy Division 2014, Linguistic Integration of Adult Migrants: Policy and Practice. Final Report on the 3rd Council of Europe Survey. https://rm.coe.int/CoERMPublicCommonSearchServices/ DisplayDCTMContent?documentId=09000016802fc1ce 2 www.assembly.coe.int/nw/xml/XRef/Xref-XML2HTML-en. asp?fileid=20482&lang=en 3 N. Saville, Language Assessment in the Management of International Migration: A Framework for Considering the Issues, in Language Assessment Quarterly, Volume 6, Cambridge University Press, 2009.
Sul tema, cfr. L. Rocca (Eds.), Language Testing and Access: UK, Belgium and Italy’s Case Studies, in SILT, volume 36, Proceedings of the ALTE Conference in Krakow, Cambridge University Press, Cambridge 2013. 4 cfr. D. Carless, How Assessment Support Learning: LOA in Action, Hong Kong University Press, Hong Kong 2007. 5 L. Rocca, Requisiti linguistici e politiche migratorie: l’approccio del LAMI e il Progetto “Italiano, lingua nostra”, in Nuovi contesti d’acquisizione e insegnamento: l’italiano nelle realtà plurilingui, Atti del VII ConvegnoSeminario CIS. Bergamo, 12-14 giugno 2012, Guerra, Perugia 2012.
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Capitolo 1
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Numero Paesi
25
20
15
10
5
0 Primo ingresso 8
Soggiorno (permesso + Carta Ue) 23
Cittadinanza 26
KoS 18
Grafico 1 – Tipologie di test con finalità migratorie in Europa.
Il Grafico 1 riporta in quattro colonne le finalità dei test6 costituenti la percentuale del 78% di cui alla Figura 1: • 8 Paesi prevedono test legati al primo ingresso, vale a dire prove linguistiche da sostenere addirittura prima di arrivare al confine; • 23 Paesi richiedono requisiti linguistici connessi al rinnovo del permesso di soggiorno ovvero al rilascio della Carta Ue (permesso per soggiornanti di lungo periodo); • 26 Paesi collegano lo status della cittadinanza al superamento di un esame di lingua; • 18 Paesi, vale a dire il 50% del corpus considerato dal CoE, prevedono in aggiunta forme di verifica riassunte dalla letteratura di settore nell’acronimo KoS (Knowledge of Society): accanto alla lingua, in molti Stati viene dunque indagata anche la conoscenza della società. Queste prove sono contenutisticamente piuttosto eterogenee: ci sono item su lineamenti di storia e geografia, altri su elementi di diritto, altri ancora su usi, costumi e tradizioni legate al Paese ospitante. Generalmente i KoS test sono prove chiuse (spesso a scelta multipla), somministrate attraverso modalità informatiche (i cosiddetti computer based tests). Del caso Italia si parlerà diffusamente più avanti: qui si anticipa come sia la seconda che l’ultima colonna del Grafico 1 si riferiscono anche al nostro Paese: nessun requisito viene richiesto né per il primo ingresso né per la cittadinanza. Test obbligatori di lingua e di civica regolano invece il rinnovo del permesso di soggiorno e l’ottenimento della Carta Ue.
6 E. Pochon-Berger, P. Lenz, Language Requirements and Language Testing for Immigration and Integration Purposes - A Synthesis of Academic Literature Institute of Multilingualism, Institute of Multilingualism, Fribourg 2014.
R. Pulinx, P. Van Avermaet, Integration in Flanders (Belgium). Citizenship as Achievement. How Intertwined are ‘Citizenship’ and ‘Integration’ in Flemish Language Policies?, Journal of Language and Politic, 2015.
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Test e integrazione A rischio di apparire demagogici, bisognerebbe porsi domande come: i test linguistici obbligatori risolvono il “problema” dell’integrazione? Van Avermaet7 sottolinea a proposito come tale concetto sia piuttosto vago e cambi al variare di luogo e tempo: multiformi infatti sono le esigenze e i bisogni8 dell’“integrando” che si presentano come commistione tra sapere, saper essere e saper fare. Il concetto di integrazione è cambiato profondamente negli anni: in un intervento del 2004, Kofi Annan disse che «l’integrazione è una strada a doppio senso. La parola integrare significa fare un tutto»9 in termini di reciprocità, non certo di assimilazione. Nei suoi racconti, Igiaba Scego10 scrive: «A Roma tutti vanno sempre di corsa, a Mogadiscio la gente non corre mai. Io sono a metà strada tra Roma e Mogadiscio: cammino a ritmo sostenuto». Per il CoE «l’integrazione è un processo dinamico e bilaterale di interazione reciproca che richiede uno sforzo da tutti i soggetti coinvolti: autorità, istituzioni nazionali e locali, associazioni, comunità autoctona, altre comunità di immigrati già presenti nel Paese ospitante, i migranti stessi»11. Tutto ciò evidentemente non può ridursi a un test, presentato come crocevia per l’integrazione tout court; le pubbliche amministrazioni amano i test, a prescindere, perché delimitano in maniera netta, tracciando uno spartiacque chiaro fra chi è dentro e chi è fuori. I test rappresentano in ciò un forte strumento di potere, relativamente semplice e facilmente utilizzabile, ma non privo di potenziali criticità. È quindi doveroso domandarsi se il test sia equo e sostenibile per il candidato; se garantisca l’eticità richiesta12; se sia appropriato ai bisogni dell’utenza di riferimento; se infine sia adeguato al livello dichiarato oggetto di indagine della prova13.
7 P. Van Avermaet, E. Guus, M. Spotti, Language Testing, Migration and Citizenship: Cross-national Perspectives (Advances in Sociolinguistics), Sally Johnson, 2009. 8 Demetrio propone una tripartizione dei bisogni dell’adulto distinguendoli in: adattativi (tesi all’integrazione nel nuovo tessuto sociale); trasformativi (finalizzati in genere ad un miglioramento delle condizioni di vita); riproduttivi (atti cioè a consolidare precedenti esperienze), in base ad una prospettiva che si presenta come duplice: conservativa (ricongiungimento del nucleo familiare, non abbandono delle radici e dell’identità culturale) e contestualmente innovativa. D. Demetrio, Manuale di educazione degli adulti, Laterza, Roma 1997. 9 La citazione è tratta dal discorso tenuto da Annan il 29 gennaio 2004 davanti ai membri del Parlamento europeo e riprodotto pressoché integralmente in turco nel 2005.
10 I. Scego, Pecore nere. Racconti, Laterza, Roma 2005. 11 CoE, Protocollo di Stoccolma, 2009. Cfr. anche: White Paper on Intercultural Dialogue - Living Together As Equals in Dignity, Council of Europe, 2008. 12 Sul concetto di equità ed eticità di una prova, cfr. codice etico ILTA (www.ilta.int). A. Kunnan, Fairness and Validation in Language Assessment: Selected Papers from the 19th LTRC Orlando, Florida, in Studies in Language Testing 9, Cambridge University Press, Cambridge 2000; con particolare riferimento ai due principi cardine: 1. Principio di giustizia: stessi risultati per persone con stesse abilità. 2. Principio di beneficio: il test dovrebbe portare beneficio all’intera società. 13 B. North, The Development of a Common Frame Work Scale of Language Proficiency, Peter Lang, New York 2002.
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Capitolo 1
Proprio al livello richiesto, che rappresenta una variabile non di poco conto, si guardi la Tabella 1. Paese
Ingresso
Austria
Soggiorno A2 rinnovo soggiorno B1 per Carta Ue
Cittadinanza B1
Andorra
A1/A2 orale in Catalano
Belgio
A2
Cipro
A2 A2 rinnovo soggiorno B1 orale per Carta Ue B1
Danimarca Estonia Finlandia
A2 (solo per russi)
Francia
B2 B1
A2 (solo per russi) A1.1
B1 orale
B1
B1
Grecia
A2
A2
Italia
A2
Lettonia
A2
B1
A2
B1
A2
A2
Germania
Liechtenstein
A1
A1
Lituania Lussemburgo
B1
Norvegia
A2
A2
A2
A2 (senza orale)
A1
A2
B1
B1
Repubblica Ceca
A2 per Carta Ue
B1
Repubblica Moldova
A1/A2
A1/A2
Olanda
A1 (ricongiungimento)
Portogallo Regno Unito
A1 orale (matrimoni)
Russia
A2
Slovenia
A2/B1 orale
Svizzera
A2
A2/B1 orale
Tabella 1 - Livelli del Quadro richiesti dai singoli Paesi (estratto da CoE survey).
Obiettivo del CoE era anche “sciogliere” la percentuale del 78% da cui ha preso le mosse questo capitolo, illustrando scenari attuali, leitmotiv in essere e anticipando andamenti nel breve, medio e lungo termine. Relativamente al livello linguistico, si passa dall’A1.1 della Francia14 al B2 previsto dalla Danimarca. Se si operasse una media aritmetica tripartita per colonne emergerebbero in maniera netta – pur con significative eccezioni – quattro responsi: 1. l’A2 in via generale è il livello maggiormente presente; 2. l’A1 è il livello generalmente richiesto nei casi di requisiti previsti in entrata; 3. l’A2 è di solito il livello chiave per il rinnovo del soggiorno o per il rilascio della Carta Ue; 4. il B1 è mediamente correlato al rilascio della cittadinanza. Sul piano terminologico il Quadro definisce in una sola parola i tre livelli interessati: contatto per l’A1, sopravvivenza per l’A2 e soglia per il B1; si rimandano al successivo capitolo le considerazioni del caso, con l’obiettivo di rapportarle maggiormente al contesto italiano. 14 J.-C. Beacco, M. De Ferrari, G. Lhote, C. Tagliante, Niveau A1.1 pour le français: Référentiel et certification (DILF) pour le premiers acquis en français, Les Editions Didier, Parigi 2006.
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QUESTO VOLUME, SPROVVISTO DI TALLONCINO A FRONTE (O OPPORTUNATAMENTE PUNZONATO O ALTRIMENTI CONTRASSEGNATO), È DA CONSIDERARSI COPIA DI SAGGIO - CAMPIONE GRATUITO, FUORI COMMERCIO (VENDITA E ALTRI ATTI DI DISPOSIZIONE VIETATI: ART. 17, L.D.A.). ESCLUSO DA I.V.A. (DPR 26-10-1972, N.633, ART. 2, 3° COMMA, LETT. D.). ESENTE DA DOCUMENTO DI TRASPORTO.
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Guida alla certificazione CELI 1 in contesto migratorio Competenza linguistica e competenza civica
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Lorenzo Rocca è il responsabile della certificazione linguistica CELI in contesto migratorio presso il CVCL dell’Università per Stranieri di Perugia. Si occupa dell’elaborazione delle prove e cura la ricerca nel settore dell’insegnamento e della valutazione in tale contesto tenendo corsi di formazione e aggiornamento per docenti di italiano in Italia e all’estero. Dal 2008 coordina il gruppo di ricercazione ALTE LAMI (Language Assessment Migrantion and Integration) e dal 2014 è stato nominato membro LIAM (Linguistic Integration Adult Migrants) nell’ambito della Language Policy Unit del Consiglio d’Europa. Ha pubblicato articoli relativi all’impatto dei test. È autore dei descrittori per stadi di analfabetismo e di manuali di italiano per stranieri.
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Il Centro per la Valutazione e le Certificazioni Linguistiche (CVCL) dell’Università per Stranieri di Perugia è uno dei quattro Enti Certificatori per l’italiano riconosciuti dal Ministero per gli Affari Esteri: rilascia i certificati linguistici noti con l’acronimo CELI articolati nei sei livelli previsti dal Quadro Comune Europeo di Riferimento del Consiglio d’Europa. Ai “tradizionali” CELI per l’italiano generale si sono aggiunti nel corso degli anni altri certificati, distinti per tipologia d’utenza, caratteristiche della medesima e, conseguentemente, per contenuti e metodi di verifica. Tra questi i CELI i (per immigrati adulti), articolati in tre livelli: A1, A2 e B1. Con gli esami per l’italiano generale, tali diverse tipologie hanno in comune il riferimento alla scala del Quadro, il riconoscimento formale di titolo linguistico, le tecniche di verifica e il rigore nel rispettare le fasi del processo di costruzione delle prove. Più nello specifico gli esami CELI i si rivolgono a un’utenza ben definita (cittadini stranieri legati a un progetto migratorio stanziale) prevedendo tre finalità: 1. costituire un incentivo per iniziare e proseguire un percorso formativo, offrendo un riconoscimento tangibile e formale del lavoro svolto; 2. rispondere alla motivazione integrativa che spinge all’apprendimento di una lingua; 3. rappresentare, con particolare riferimento per il CELI 1 i (A2) cui si rivolge il presente lavoro, un titolo idoneo ai fini dell’adempimento degli obblighi di legge.
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▶ Il primo capitolo presenta lo scenario europeo dei test
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obbligatori per cittadini migranti. Nel secondo l’attenzione si sposta sul contesto italiano per introdurre nel terzo l’oggetto di indagine del CELI 1 i.
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