I Quaderni della Ricerca
Che cos’è la realtà?
Romanae
Disputationes 2022-23
a cura di Gian Paolo Terravecchia e Marco Ferrari
Disputationes 2022-23
a cura di Gian Paolo Terravecchia e Marco Ferrari
Romanae Disputationes 2022-23
a cura di Gian Paolo Terravecchia e Marco Ferrari
© Loescher Editore - 2023
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ISBN 9788820139124
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Siamo giunti, con quella del 2023, alla decima edizione del Concorso nazionale Romanae Disputationes (rd). Esso cerca di promuovere in Italia l’eccellenza nello studio della filosofia a livello di scuola secondaria superiore. In questi anni il Concorso ha offerto a migliaia di studenti del triennio superiore di tutta Italia percorsi di ricerca e confronto aperti a tutti gli orientamenti culturali, svolti in collaborazione con il mondo universitario, ponendo a tema le grandi domande che la filosofia offre. Il Concorso si radica nel lavoro quotidiano dei docenti di filosofia della scuola secondaria superiore che condividono fra loro la propria esperienza di insegnamento per riscoprire, in quella comunità di lavoro che è la Bottega dell’insegnare – Filosofia di Diesse, i contenuti e i testi della filosofia, andando al di là del già saputo e sedimentato 1 .
Nelle rd gli studenti, raccolti in team, vengono sfidati a lavorare sui più affascinanti temi di cui si occupa la filosofia, come la ragione umana, la libertà, la giustizia, la tecnologia, il bello, il desiderio, il potere della parola, gli affetti e i legami, il corpo. Tali questioni costituiscono la trama quotidiana delle lezioni di filosofia a scuola e sono proposte proprio perché possano rioccupare con maggiore centralità e ampiezza il ruolo che spetta loro nella formazione delle giovani generazioni e nella riflessione matura degli adulti.
Il presente testo nasce dal Concorso 2023 sul tema “Che cos’è la realtà?”, svoltosi il 22 e 23 marzo in presenza presso il teatro Duse di Bologna e trasmesso anche in diretta streaming. Si sono tenuti alcuni interventi di grande spessore, la presentazione dei monologhi filosofici finalisti, l’evento musicale serale e il torneo di disputa filosofica Age contra, oltre alla sintesi dei lavori e, naturalmente, le premiazioni finali. Anche quest’anno il Concorso ha rice-
1. Cfr. Prefazione, in M. Ferrari e G.P. Terravecchia (a cura di), Soggetto e realtà nella filosofia contemporanea. Cinque lezioni, Itaca, Castelbolognese 2014, p. 3, in http://www.diesse.org/lebotteghedellinsegnare/filosofia. Le lezioni della Bottega sono pubblicate anche sul portale http://webtv.loescher.it. La Bottega di Filosofia è coordinata da Marco Ferrari e fa parte del progetto Le Botteghe dell’Insegnare a cura dell’associazione Diesse. Tutti i siti Internet qui citati sono stati consultati l’ultima volta nell’aprile 2023.
Che C os’è la realtà? vuto l’attenzione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, infatti il Ministro Giuseppe Valditara ha inviato il suo saluto di cui, grati, riportiamo più oltre il testo.
Il volume cerca soprattutto di offrire del materiale che consenta, a diversi livelli di approfondimento e da molteplici angolature, di rimeditare il tema della realtà a partire da quanto avvenuto durante le varie fasi del Concorso. La prima parte del testo raccoglie alcune riflessioni del Direttore del Concorso per l’edizione 2023 e offre una sintesi delle diverse fasi del lavoro svolto durante l’anno e il suo articolarsi. Segue una notizia sul torneo Age contra, da parte del Presidente del Comitato didattico del Concorso. La seconda parte del volume raccoglie, in primo luogo, il testo di Mario De Caro che costituisce l’intervento di apertura del Concorso, in secondo luogo il testo della lezione finale di Costantino Esposito, in terzo luogo le interviste a Massimo Recalcati e Luciano Floridi sul contenuto delle lezioni che hanno tenuto nel percorso di formazione proposto dalle rd 2023. Le lezioni di Giovanni Giorgini, Bruno Mastroianni e Stefano Velotti sono invece fruibili online2 . La terza parte del testo, infine, offre le informazioni sui vincitori delle varie categorie e raccoglie i materiali presentati dai vincitori del Concorso. Il volume si chiude riproponendo il Manifesto per la filosofia, che sentiamo quanto mai attuale. In particolare, in un contesto sociale segnato da numerosi conflitti verbali, fake news e crisi della fiducia nella scienza, l’insegnamento della filosofia, e quindi della disposizione a ragionare insieme in vista del bene comune, ci sembra sempre più decisivo.
Quanto alla scelta sulle modalità di pubblicazione delle tesine, è opportuno chiarire le ragioni che, anche quest’anno come in precedenza, ci hanno guidato. Quello che in un autore esperto, magari affermato, è motivo di pudore, in un giovane alle prime armi è traccia di un percorso di crescita e perciò può essere a pieno titolo motivo di orgoglio e vanto. La logica di questa parte è di presentare i testi giudicati come migliori, secondo la valutazione delle giurie didattica e scientifica. Ci siamo limitati a correggere i refusi e le mancanze formali a livello tipografico, emendando in qualche raro caso il testo per riportarlo alle intenzioni espressive originarie, con l’autorizzazione di chi lo firma. Abbiamo inoltre sollecitato gli studenti a inserire i riferimenti bibliografici che non di rado mancavano in qualche misura nel testo consegnato al Concorso. Abbiamo però conservato tutto il resto, comprese le carenze a livello espressivo, concettuale e culturale. Gli studenti che li hanno scritti vi troveranno il loro lavoro proprio così come l’hanno presentato (e non una sua ver-
2. Cfr. G. Giorgini, La realtà della politica, https://www.youtube.com/watch?v=xvaYS4nJYTE; B. Mastroianni, La realtà della comunicazione, https://www.youtube.com/watch?v=PQS_LwHuuYE; S. Velotti, Realtà e finzione tra arte e filosofia, https://www.youtube.com/watch?v=0tqx-Z_YdBs. Tutte le lezioni di rd 2023 sono visibili sul canale Youtube di Romanae Disputationes, https://www.youtube.com/channel/UCxmQzzh47V4dvJPFYt2t5XQ.
sione finta e abbellita per l’occasione). Gli insegnanti potranno constatare tra le righe il molto lavoro che è stato svolto dai colleghi e il tantissimo che si sarebbe potuto fare, traendo spunto dall’uno e dall’altro. Gli studenti delle prossime edizioni del Concorso si faranno un’idea di quello che in passato è stato uno standard vincente e potranno cercare di alzare l’asticella. Ci piace pensare che un giorno qualcuno prenderà in mano anche questo testo delle rd e, leggendo le tesine degli studenti, sorriderà di quanto è stato scritto dai team in questa edizione. Ebbene, anche in questo caso, tutti gli autori, con noi, potranno essere orgogliosi di aver compiuto un passo verso quel miglioramento. In un percorso di ricerca è normale che alcune cose non riescano al meglio, soprattutto all’inizio: se si vuole imparare a camminare, non si deve temere di cadere e anzi bisogna essere orgogliosi di quanto intrapreso, pur di non restare fermi. Il lettore dovrà comunque riconoscere che, con tutti i loro limiti, le tesine che raccogliamo presentano, ciascuna, degli elementi di merito e di interesse che noi curatori siamo lieti di pubblicare, anche a motivo della capacità che hanno avuto gli studenti di entrare con tutti se stessi dentro alle questioni, mostrandone molteplici sfaccettature e, soprattutto, il riverbero sincero che la domanda sulla realtà ha suscitato in loro.
A fronte del tanto lavoro svolto per l’organizzazione delle rd, ci pare doveroso ringraziare, insieme agli studenti partecipanti, anche tutti i docenti e i presidi che hanno sostenuto e favorito il lavoro dei propri team, in virtù del grande impegno che le rd richiedono in termini di tempo, di studio e di organizzazione. Allo stesso modo vanno ringraziati gli illustri relatori, gli organizzatori e i collaboratori dell’associazione Amore per il Sapere – ApiS e di tutti gli enti, le associazioni e le università – l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l’Istituto Toniolo, Cimea, l’associazione Incontri esistenziali di Bologna, gli editori Loescher e Laterza, le residenze universitarie della Fondazione Rui, la Cineteca di Bologna, la Fondazione De Gasperi, l’associazione Diesse, l’associazione Filò, l’associazione Jonas, il Museo nazionale del cinema di Torino, l’Orchestra Senzaspine, le Università di Padova, di Bari, di Venezia e di Bologna – che, compartecipando alla realizzazione del Concorso, hanno reso possibile la costruzione di un nuovo luminoso tassello del grande mosaico della buona scuola italiana. Desideriamo poi ringraziare alcune persone il cui contributo per la realizzazione del volume è stato prezioso: Donatella Agnolucci, Elvira Baturi, Elisabetta Bulla, Paolo del Pozzo e Alessia Zoccoli che, in molti modi, hanno contribuito a rendere migliore questo testo.
Infine, ma certo non per ultimo, ci teniamo a esprimere uno speciale ringraziamento a Loescher che continua con generosità a sostenere il Concorso e la pubblicazione dei testi che esso ogni anno produce.
In conclusione, ma guardando avanti, siamo lieti di annunciare che il tema della prossima edizione del Concorso è: Quid est tempus?
Ho ricevuto con molto piacere l’invito alla convention finale della x edizione delle Romanae Disputationes.
Purtroppo, inderogabili impegni istituzionali già calendarizzati in agenda non consentono la mia personale partecipazione all’evento.
Tuttavia, esprimo il mio vivo apprezzamento per l’impegno profuso da ApiS nella promozione e nell’organizzazione di un progetto didattico così innovativo e affascinante quale è il Concorso nazionale di filosofia per le scuole superiori.
Desidero rivolgere le mie più vive congratulazioni agli studenti vincitori e incoraggiare tutti i nostri giovani a continuare a cimentarsi nella riflessione sulla realtà e nell’arte dell’argomentazione e della persuasione, che già nel mondo greco era considerata tanto rilevante da essere personificata in una divinità: la dea Πειθώ.
Infine, vorrei ringraziare sentitamente i docenti che, prendendo parte a iniziative come questa, supportano e valorizzano le eccellenze della scuola italiana.
Certo dell’ottima riuscita della manifestazione, invio a tutti i miei più cordiali saluti.
Giuseppe Valditara Ministro dell’Istruzione e del MeritoIl Concorso nazionale di filosofia Romanae Disputationes ha sfidato quest’anno migliaia di studenti e docenti delle scuole superiori a riflettere sul tema della realtà. In un momento della storia segnato dalla guerra, dai fenomeni migratori e dal crescere delle ingiustizie sociali, abbiamo deciso di interrogarci sulla natura della “realtà”, allo scopo di portare alla luce e riscoprire la misura autentica della vita degli uomini.
Più di 5000 studenti hanno ascoltato il filosofo Mario De Caro il 21 settembre 2022 in occasione della lezione inaugurale del Concorso. Circa 400 studenti hanno partecipato in presenza presso l’aula magna dell’Università Cattolica di Milano in cui si svolgeva la lezione, mentre tantissimi altri l’hanno seguita in diretta streaming dalle proprie scuole. Tutti sono stati comunque mossi dal desiderio di comprendere di più, dal bisogno di ascoltare la voce di un maestro capace di introdurci alla domanda così complessa e generale –“Che cos’è la realtà?” – che è stata posta come tema del Concorso. Il termine “realtà”, infatti, evoca tutto ciò che è prossimo a noi nel tempo e nello spazio, ma, insieme, chiede il senso di tutto ciò che è in noi e attorno a noi.
Mettere a tema la questione della realtà è una grande sfida, quanto mai attuale, in un tempo in cui c’è tanta distrazione e confusione circa la realtà, il suo valore e il suo significato. La recente pandemia, l’aggravarsi dello stato di salute del pianeta, la guerra in Ucraina e le diverse tragedie umanitarie a cui assistiamo di continuo destano molte domande su che cosa sia la realtà, sul senso di ciò che c’è, sulla nascita e la morte di molte persone, spingendo ancora una volta la nostra ragione a interrogarci sul significato delle cose.
Che cos’è reale? Ciò che diviene e si corrompe esiste, oppure si può definire reale solo ciò che permane sempre identico a se stesso? Ciò che è virtuale ha un grado di realtà pari a quello dell’esperienza empirica? Può il linguaggio rispecchiare il reale, oppure la realtà è inafferrabile e non esauribile attra-
Che C os’è la realtà?
verso la parola? Qual è il grado di realtà che caratterizza il sapere? Gli affetti e i legami sono reali? Qual è il ruolo dell’umanità nel contesto della realtà cosmica?
Mario De Caro, con la sua lezione inaugurale, ci ha ricordato che dopo Platone e Galilei si può essere “realisti” in almeno due diversi modi: credere che esista innanzitutto la realtà delle nostre percezioni, dei nostri vissuti, la realtà quotidiana con le sue qualità, oppure credere che in fondo la vera realtà sia quella descritta dalle teorie scientifiche, per cui ciò che vediamo, in effetti, è solo apparenza rispetto a ciò che esiste davvero, ovvero particelle subatomiche e campi di forza che non cogliamo con i cinque sensi. E se la “vera” realtà si trova solo a livello di quanto studiato dalla fisica delle particelle, che valore di realtà possiamo assegnare ai nostri pensieri e desideri, alla nostra libertà, ai nostri valori morali ed estetici, al mondo sociale, fatto di promesse, contratti e istituzioni? De Caro ha proposto di guardare alla realtà come a un complesso di strati e dimensioni diversi e interdipendenti, da quello fisico a quello mentale, concettuale, emozionale e valoriale, evitando ogni riduzionismo materialistico e ogni forma di idealismo radicale. Ciò che esiste a livello mentale ed emozionale dipende dal substrato fisico del nostro corpo ma, allo stesso tempo, i giudizi, i pensieri, i valori, i desideri, la libertà hanno una realtà propria, autonoma e irriducibile al suo sostrato fisico di partenza. Ciò che è reale, insomma, è e si dice in molti: la natura, il corpo, la mente, il desiderio, la libertà, il linguaggio, la cultura e, oggi, il regno del digitale. Perciò diciamo reale tutto ciò che emerge nel campo dell’esperienza, secondo il principio della possibilità.
Nel lavoro di quest’anno sono emerse tante visioni della realtà, aprendo la ricerca sui temi più disparati. Il lavoro che abbiamo svolto ci ha permesso di ridiscutere, ciascuno personalmente, in classe con i compagni e i docenti, quale sia la visione complessiva, il senso che diamo alla totalità della realtà, il senso che assegniamo alle cose per noi. La filosofia è nata e continua a proporsi come una domanda di senso sulla realtà, sull’intero, sulla totalità. Chi siamo? Da dove veniamo? Che cosa cerchiamo? Dove andiamo? Sono ancora domande interessanti per noi? La nostra esperienza del mondo, il modo con cui trattiamo le cose, gli amici, la scuola, noi stessi, i nostri genitori, il modo con cui giudichiamo il passato e attendiamo il futuro, tutto dipende da una premessa di fondo, spesso implicita, e inindagata, che incide su tutto: questa premessa è il giudizio complessivo e sintetico che abbiamo sulla realtà.
Se concepiamo la realtà come un insieme di atomi, se la guardiamo come una natura in evoluzione, se la pensiamo come un complesso senza senso, irrazionale e caotico, se la cogliamo come il dono voluto per noi da un principio divino buono e razionale, se la sentiamo come un mistero che interroga la nostra ragione, ecco, in ciascuna di queste visioni della realtà si radicano
le nostre azioni, le nostre reazioni, le nostre attese, i nostri progetti di vita. Chesterton diceva che «alcune persone, nondimeno, e io fra queste, pensano che il lato più importante e squisitamente pratico di un uomo sia la sua visione dell’universo»1: tutto ciò che c’è di concreto nella nostra vita, in fondo, dipende da quale visione abbiamo dell’universo. Tutto discende dall’ontologia che abbracciamo, consapevolmente o meno, e non viceversa. Anche nella scienza vediamo che le nuove scoperte si radicano sempre in una certa visione del mondo. I singoli fatti del mondo sono tali in virtù di una teoria della totalità con la quale li guardiamo. I fatti, come diceva Popper, sono sempre già carichi di teoria.
La domanda sul senso della realtà dunque riassume tutte le altre: dalle domande insopprimibili del bambino che chiede il perché su tutto, alle domande della fisica, dell’etica, della politica, della storia, dell’economia e di ogni branca del sapere umano. Questa domanda, “Che cos’è la realtà?”, posta in sé, può sembrare assurda, perché non chiede conto di qualcosa di specifico, ma della totalità. Luciano Floridi nella sua lezione ci ha ricordato che le domande assolute non hanno senso. Le domande, invece, assumono senso nel contesto del livello di astrazione da cui le si pone. Ecco che allora chiedere conto del senso della realtà significa interrogare ogni aspetto della realtà. La filosofia, quindi, potenzia l’intelligenza aiutandoci a vedere la domanda di verità sulla realtà totale e, in questo modo, illumina e rilancia le domande particolari che la esprimono e compongono.
Nel lavoro dei team abbiamo verificato quanto afferma Platone nella Lettera vii, ovvero che la filosofia chiede impegno e fatica. Vorremmo che ciò che ci piace fare fosse semplice e senza sforzo. Invece, anche nell’amare si fatica, anche nell’ascoltare, nel conoscere e ricercare – cioè nello studio – c’è una certa fatica da accettare. Non dobbiamo perciò scansare la fatica, ma accettare e stimare la fatica come condizione del lavoro e, cioè, come condizione della nostra realizzazione. Più fatichiamo, insomma, più ci mettiamo all’opera, più ampliamo la conoscenza di noi stessi e del mondo, più godiamo, cresciamo, conquistiamo tutte le dimensioni che ci costituiscono. Vale per noi, come vale per la realtà che abbiamo intorno.
Quando guardiamo la realtà fuori di noi e la realtà in noi, che cosa scopriamo? Che cos’è, dunque, la realtà? Uno scherzo di cattivo di gusto, un inganno, un sogno, un incubo, una strada senza uscita, un vicolo cieco, un inferno di cattiveria? La realtà è semplicemente ciò che è, natura che si sviluppa indifferente allo sguardo degli uomini? Oppure è il teatro delle nostre aspirazioni, il luogo dove cercare la nostra libertà, lo strumento con cui rea-
Che C os’è la realtà?
lizzare la nostra felicità? Che tutto abbia senso o meno, che tutta la realtà sia il frutto del caso, che tutta la natura cosmica sia il movimento di una evoluzione cieca e senza scopo, oppure che essa sia sensata, ordinata da una razionalità immanente, è la sfida che abbiamo davanti.
Quando osserviamo un bel paesaggio, un cielo stellato, una montagna o un mare d’estate, o quando contempliamo il volto dell’amico che abbiamo accanto, di nostra nonna e della persona amata, che cosa vediamo, che cosa conosciamo? Che cosa sentiamo emergere in noi come attesa e come desiderio?
Sentiamo di voler dare un nome alle cose, di scoprire i nessi tra tutte le cose. In fondo, come diceva Aristotele, di fronte alla realtà vorremmo sapere da dove viene, in che cosa consiste e dove è destinata a finire. La realtà ci chiede la fatica di un giudizio, esige che assegniamo a ciascuna esperienza il suo significato: la realtà è lì perché noi possiamo interrogarla, nominarla, conoscerla e infine custodirla nel senso che ci ha manifestato. La nostra ragione è inquieta finché non riposa nella conoscenza del significato di ciò che incontra.
Intelligenza significa capacità di leggere dentro le cose, intus-legere, e al tempo stesso collegare il particolare alla totalità: essere intelligenti significa saper vedere forme, riconoscere relazioni in modo consapevole e secondo l’orizzonte del bene. L’intelligenza si muove lungo due canali, si esprime in due dimensioni che talvolta dimentichiamo: il corpo e l’affetto. L’intelligenza, infatti, si dà nel corpo in cui è incarnata, per cui il cervello arriva fin nelle mani; essa non è mai astratta dalla vita della nostra corporeità. L’intelligenza poi è sempre affettiva, legata alla dimensione dei sentimenti e del cuore. Si conosce, in fondo, solo ciò che si ama. Grazie alla luce dell’intelligenza incarnata e affettiva, possiamo avere una visione dell’intero delle cose, facendo attenzione, nel presente, a ciò che c’è, nella totalità dei suoi aspetti. Senza visione dell’intero l’intelligenza è mero calcolo meccanico, senza attenzione al presente l’intelligenza diventa miope e fa poi violenza alla realtà.
Il compito che abbiamo, allora, è quello di ricordare a noi stessi e a tutti coloro che incontriamo che ogni particolare trova senso se lo guardiamo in rapporto all’intero, alla totalità di cui è parte. Ogni storia, ogni dramma, ogni domanda, ogni rapporto ha senso se lo interroghiamo alla luce di tutta la realtà. Ogni cosa allora ci rimanda alla totalità di cui è parte; ogni cosa è segno di questa alterità che ci sovrasta, che ci supera da ogni parte, che eccede ogni nostra possibilità di misurazione. Ogni cosa, per una ragione attenta, è segno della sua origine e del suo destino ultimo.
La realtà è come un quadro, come un’opera d’arte: unisce in sé la propria immagine e il rimando a ciò che essa significa, alla storia della sua costituzione, al destino a cui ci chiama. La realtà, guardata al culmine dell’intelligenza attenta e interrogante, accolta nel suo darsi gratuito e ordinato, riconosciuta nella ricchezza delle sue molteplici dimensioni e aspetti, sfida la
ragione sempre e ancora ponendole una domanda: tu sai chi sono? Sai da dove vengo? Sai dove vado? Chi dici che io sia? La realtà, come ogni sua parte, è un evento, è un dato, una sfida per la ragione, un segno che interpella l’intelligenza a domandare sulla sua origine. Una origine e un destino ancora tutti da conoscere per ciascuno di noi, con tutte le energie che abbiamo, fino all’ultimo respiro e, prima di esso, nella vita pulsante, nell’amicizia filosofica che abbiamo vissuto insieme e che vogliamo che continui per tutta la vita, nella ricerca inesausta della felicità. In questo anno di lavoro abbiamo scoperto che non siamo caratterizzati solo dal fatto di avere delle domande sulla realtà, bensì di essere in prima persona la domanda di senso su tutto ciò che c’è.
Mettere a tema la realtà, filosoficamente, è anche una opportunità per riconquistare il senso stesso della scuola come il luogo della ricerca del senso della realtà. La scuola vive però oggi in un mondo che sembra aver perso il rapporto con la realtà e la capacità di comprenderla. Sembra che gli strumenti digitali e il mondo di Internet siano più forti a rubare l’attenzione dei giovani rispetto a ciò che la scuola offre loro. Come può, dunque, la scuola riuscire nel suo scopo?
Se lo scopo della scuola è introdurre alla ricerca del significato della totalità della realtà, attraverso i diversi metodi e linguaggi delle discipline, la possibilità del suo successo è tutta nei suoi docenti. Grazie al rapporto con i docenti gli studenti possono scoprire l’amore per il sapere e il gusto per la conoscenza del senso del reale, accettando la fatica della ricerca. La scuola deve poter essere il luogo «dell’incontro che trasporta, muove, anima, risveglia il desiderio»2 . La pensavano così anche Socrate, Platone e i suoi colleghi all’Accademia. Così hanno vissuto la ricerca e l’insegnamento i grandi filosofi della nostra storia, da Aristotele a Galilei, fino alle migliaia di docenti e studenti che vivono con speranza nella scuola di oggi. Persone, queste ultime, che hanno il coraggio e l’intelligenza di mettere a tema la realtà, dentro e fuori le aule, nell’ora di lezione e nel tempo libero, restituendo e ritrovando la propria dignità di esseri liberi e razionali aperti all’altro da sé. Aperti a un mistero certamente invisibile, ma che tuttavia continuamente chiede di noi, chiede la nostra attesa e abita nel nostro misterioso potere di parlare.
Nello studio della filosofia, a scuola, si apre questa occasione affascinante: penetrare con coraggio nella verità profonda delle esperienze più semplici e apparentemente banali e scoprire la ricchezza del nostro essere
Che C os’è la realtà? vivi, ora. Per intraprendere la strada della filosofia è necessaria un’unica condizione: il coraggio di stare sulla soglia di uno stupore carico di spavento, insieme all’umile accettazione della nostra strutturale povertà. È Platone nel Simposio ad avvertirci che non siamo né dèi né animali, ma una strana creatura che vive nella terra di mezzo, dove l’ignoranza confina con la sapienza: «Nessuno degli dèi fa filosofia, né desidera diventare sapiente, dal momento che lo è già. E chiunque altro sia sapiente, non filosofa. Ma neppure gli ignoranti fanno filosofia, né desiderano diventare sapienti. Infatti, l’ignoranza ha proprio questo di penoso: chi non è né bello né buono né saggio ritiene invece di esserlo in modo conveniente. E, in effetti, colui che non ritiene di essere bisognoso, non desidera ciò di cui non ritiene di aver bisogno»3 . Il sentimento avvertito del nostro bisogno ci apre, per Platone, al desiderio di ciò che sentiamo mancare.
La filosofia, a scuola e nella vita adulta, ci aiuta a sfondare con l’interrogazione razionale la superficie cieca e ottusa dei bisogni immediati e ci spinge sempre più in là in vista di un orizzonte in-finito. Discutere del senso ultimo della realtà, strappandola alle ovvietà del senso comune, è una occasione per poter tornare a guardare il mistero da cui proveniamo e riguadagnare, all’interno dell’epoca del digitale e dell’informazione, una postura ancora umana, ovvero libera e razionale, per affrontare il presente dentro e fuori la scuola.
Già da questi pochi e sintetici spunti sul tema della realtà appare chiaro che sfidare i giovani sulle parole fondamentali della nostra storia è un lavoro educativo essenziale. Per il lavoro che è stato svolto dagli studenti, possiamo dire che esso ha aperto risposte sorprendenti che attestano l’importanza dell’interrogare filosofico. I ragazzi, infatti, desiderano conoscere se stessi e comprendere l’esperienza che fanno; attendono degli adulti non cinici né disillusi che li accompagnino dentro le “segrete cose” attraverso parole adeguate, vere, profonde, coraggiose.
Vediamo dunque come si sono svolti gli eventi del Concorso del 2023. La decima edizione delle Romanae Disputationes (rd) si è confermata come una proposta innovativa per la didattica della filosofia nel panorama della scuola italiana. Essa è stata capace di coinvolgere ed entusiasmare migliaia di studenti e docenti della secondaria superiore, insieme ai professori universitari intervenuti come valutatori e relatori. L’iniziativa, come le precedenti, si è svolta in tre tappe successive.
In primo luogo, come anticipato sopra (cfr. p. 11), abbiamo proposto la lezione introduttiva tenuta nel settembre 2022. Si è trattato di un momento, svoltosi presso l’aula magna dell’Università Cattolica di Milano, che ha visto come protagonista Mario De Caro. Questa lezione è stata seguita in presenza e in diretta streaming complessivamente da 5000 studenti e docenti di più di 150 scuole italiane. De Caro ha introdotto le rd 2023 con una lezione sul tema “Che cos’è la realtà?”4. Ha stimolato gli studenti e i docenti ad aprire l’orizzonte della propria riflessione alle problematiche dell’indagine filosofica e personale sulla realtà, facendo tesoro della tradizione di pensiero che va da Platone a Galileo, fino ai filosofi più recenti. Inoltre, le 11 videolezioni con esperti e docenti universitari e diffuse sul sito web delle rd, insieme alle altre lezioni proposte, hanno permesso a studenti e docenti di approfondire il tema della realtà facendo tesoro di alcuni stimoli originali, oltre che del punto di vista dei principali protagonisti della storia del pensiero. La seconda tappa è consistita nel lavoro di ricerca individuale e collettivo dei team che hanno deciso di partecipare al Concorso, accompagnati dai loro docenti referenti. I docenti del comitato didattico hanno proceduto poi a valutare gli elaborati scritti e multimediali secondo un sistema a blind referee. Essi cioè hanno valutato i testi senza sapere chi ne fosse l’autore. Le valutazioni dei docenti universitari del comitato scientifico, sempre con un sistema a blind referee, hanno determinato la graduatoria finale. Per quanto riguarda la categoria degli elaborati multimediali la valutazione è stata compartecipata nella prima fase anche da una speciale giuria tecnica, composta da docenti ed esperti dell’associazione Amore per il sapere – ApiS in collaborazione con esperti della Cineteca di Bologna, e definita nella graduatoria finale dal comitato scientifico del Concorso.
La terza e ultima fase si è svolta il 22 e 23 marzo 2023 in presenza presso il teatro Duse di Bologna e in collegamento streaming. Per due giornate si sono susseguite le lezioni di Costantino Esposito, la presentazione dei monologhi filosofici, la serata filosofico-musicale con Pietro Toffoletto e un sestetto dell’Orchestra Senzaspine di Bologna. Infine si sono svolte le finali del torneo di disputa filosofica Age contra guidato da Adelino Cattani, docente di Teoria dell’argomentazione all’Università di Padova.
La due giorni si è conclusa con le molto attese premiazioni finali dei team vincitori. I numeri confermano il successo di questa decima edizione del Concorso: più di 950 studenti iscritti, accompagnati da 100 docenti referenti, provenienti da 70 scuole di tutta Italia, per un totale, nelle categorie Junior
4. Tutte le videolezioni realizzate per le rd 2023 sono visibili sul sito web di rd alla pagina romanaedisputationes.com/videolezioni/ e sul canale Youtube di rd, www.youtube.com/channel/ UCxmQzzh47V4dvJPFYt2t5XQ.
Che C os’è la realtà?
(iii e iv anno della secondaria superiore) e Senior (v anno), di 125 elaborati scritti, 68 elaborati multimediali e 51 monologhi partecipanti al Concorso.
Tutta questa ricchezza è fonte di grande soddisfazione per gli organizzatori. Le rd sono state realizzate dall’associazione Amore per il Sapere – ApiS in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, l’Istituto Toniolo, Cimea, l’associazione Incontri esistenziali di Bologna, gli editori Loescher e Laterza, le residenze universitarie della Fondazione rui, la Fondazione De Gasperi, l’associazione Diesse, l’associazione Jonas, la Cineteca di Bologna, il Museo nazionale del cinema di Torino e con il patrocinio del Festival di Filosofia della Magna Grecia, delle Università di Padova, di Bari, di Venezia e di Bologna.
Ciò che più di tutto ci rende orgogliosi nel promuovere le rd è la constatazione della novità di metodo che esse rappresentano per il lavoro quotidiano di molti docenti e studenti e, potenzialmente, per tutta la scuola italiana. Tale novità consiste innanzitutto nell’aver scelto di sfidare allievi e docenti sui grandi temi e sulle domande fondamentali della filosofia, domande che, nella didattica ordinaria e in proposte formative apparentemente affini alle rd, rischiano di perdersi in questioni più specialistiche e di dettaglio, talvolta di corto respiro. Per questo, ci pare che sia tanto essenziale quanto coraggioso proporre temi come quello della natura e delle possibilità conoscitive della ragione umana (rd 2014), quello della natura e dell’esperienza della libertà (rd 2015), quello delle radici, delle condizioni e delle espressioni della giustizia (rd 2016), quello del rapporto tra filosofia, tecnica e tecnologia (rd 2017), quello della natura della bellezza (rd 2018), quello della natura e delle possibilità del desiderio (rd 2019), quello del rapporto tra linguaggio e mondo (rd 2020), quello degli affetti e dei legami (rd 2021) e quello del corpo (rd 2022). Il lavoro nei team per la produzione degli elaborati scritti e multimediali ha favorito, in molti studenti e docenti, la percezione che la scuola può essere davvero il trampolino di lancio per conseguire una conoscenza appassionata del mondo e di sé e non soltanto un luogo ripiegato su se stesso che la società obbliga a frequentare in vista dell’università o del mondo del lavoro. Infine la novità della decima edizione, ovvero la categoria Monologo filosofico, ha permesso agli studenti di lavorare singolarmente sugli argomenti e sulla loro esposizione orale efficace e persuasiva. Si tratta della discussione originale e personale di una questione filosofica inerente al tema del Concorso, formulata con stile piano, ma non piatto, ovvero di una conferenza svolta in piedi e senza slide.
Un altro aspetto caratterizzante il lavoro delle rd è la scelta di offrire occasioni di confronto con alcuni tra i più competenti e appassionati studiosi del mondo accademico. Essa trova la sua prima ragion d’essere nella convinzione che il gusto per la ricerca può smuovere energie spesso sopite e dormienti, sia
tra gli allievi che tra i docenti. Guardare e ascoltare uomini in ricerca è un potente antidoto all’autoreferenzialità e alla rassegnazione e permette di fatto la costruzione di nuovi e aggiornati percorsi di lavoro dentro e fuori la scuola. Il fatto stesso che i nostri allievi abbiano potuto fruire dei video realizzati con il sostegno dell’Università Cattolica di Milano sul tema della realtà, svolti da angolature diverse, e insieme fruire in presenza e in streaming delle lezioni di approfondimento tenute da Giovanni Giorgini, Bruno Mastroianni, Stefano Velotti, Massimo Recalcati e Luciano Floridi, ha reso visibile quella continuità tra scuola e università spesso auspicata a parole e raramente realizzata di fatto. Le videolezioni di Paola Muller, Carlo Gentili, Vincenzo Costa, Riccardo Chiaradonna, Giovanni Maddalena, Ciro De Florio, Luca Illetterati, Roberto Mordacci e Stefano Di Bella hanno offerto la possibilità di realizzare la didattica capovolta a centinaia di classi, permettendo un lavoro approfondito e critico su un tema ampio e complesso come quello della realtà.
Infine, anche in questa decima edizione delle rd abbiamo voluto dare agli studenti partecipanti l’occasione di mettere alla prova le loro competenze dialettiche e argomentative attraverso il torneo di disputa filosofica regolamentata Age contra 5 .
L’Age contra dell’edizione 2022-2023, in maniera inedita, si è svolto in forma mista, con le semifinali a distanza e le finali in presenza. La formula del torneo ha dunque coinvolto un totale di 8 squadre per i due tornei, Junior e Senior. Le squadre sono state estratte a sorte il 20 febbraio, tra quelle iscritte alle varie sezioni del Concorso (Scritti, Video, Monologo) che avevano dato la loro disponibilità anche all’Age contra . In tal modo gli studenti hanno avuto abbastanza tempo per prepararsi adeguatamente. Sono state disputate in tutto sei gare (quattro semifinali e due finali), che hanno portato alla proclamazione delle due squadre vincitrici, una per categoria.
Nel pomeriggio del 15 marzo si sono svolte online le due semifinali Junior. Il topico discusso è stato: “La realtà è una vs. vi sono molte realtà”, e si sono confrontati, da un lato, il liceo “D’Annunzio” di Pescara con il liceo “Majorana” di Desio; dall’altro lato, il liceo “Zucchi” di Monza con il liceo “Pitagora” di Nova Siri. I vincitori, cioè il liceo “Majorana” di Desio e il liceo “Zucchi” di Monza, si sono poi sfidati, questa volta in presenza, a Bologna nella bella cornice del teatro Duse, il 23 marzo, sul tema: “Un vero ideale deve essere anche realizzabile?”.
I Senior hanno invece svolto la semifinale nel pomeriggio del 16 marzo, anche loro online. Il topico era: “Reale è ciò che è indipendente dal soggetto”. Un confronto si è svolto tra il liceo “Leopardi” di Macerata e il liceo “Corso” di Correggio. Parallelamente si è svolto l’incontro tra il liceo “M. Malpighi” di Bologna e il polo liceale “Saffo” di Roseto degli Abruzzi. Anche in questo caso, la finale si è svolta al teatro Duse. Il topico proposto, questa volta, è stato: “Reale è ciò che è verificato dalla scienza”. A sfidarsi nella finale, in presenza, sono state le squadre del liceo “Corso” di Correggio e del liceo “M. Malpighi” di Bologna.
Anche quest’anno il torneo è stato diretto e guidato dal professor Adelino Cattani, dell’Università di Padova, che ha seguito i lavori del torneo Senior,
Che C os’è la realtà?
mentre chi scrive ha coordinato i lavori del torneo Junior. I dibattiti filosofici si sono svolti seguendo il protocollo di dibattito Age contra Plus1 .
Il torneo si è svolto regolarmente e, tanto per il girone Junior quanto per quello Senior, si è notato un significativo miglioramento nel passaggio dalla semifinale alla finale. Il protocollo Age contra Plus chiama i disputandi a mettere in campo le proprie capacità logiche, retoriche e dialettiche, dando un peso ampio alle capacità argomentative. Bisogna saper argomentare validamente, bisogna saper formulare un discorso bello e persuasivo e si deve saper evidenziare i punti deboli nell’argomentazione dell’altra squadra. Formarsi a tutti e tre questi ambiti comporta un percorso di anni di studio e di esercizio che, normalmente, non viene offerto dalla scuola. Attirare l’attenzione sui momenti del dire, presentare le principali fallacie e imparare a neutralizzarle, mostrare almeno alcune strategie retoriche nella costruzione di un discorso, studiare gli stili di conduzione del momento dialettico sono tuttavia già passi avanti rispetto all’ordinario che la scuola offre e costituiscono importanti opportunità di crescita per gli studenti e di maturazione professionale per i docenti. Come da prassi in questo genere di attività, alle squadre è stata assegnata d’ufficio la posizione da sostenere, così che gli studenti hanno dovuto argomentare a prescindere dalle proprie convinzioni personali più profonde.
1. Il protocollo Age Contra Plus è stato ideato dal comitato scientifico del torneo nazionale di disputa Age contra (https://www.agecontra.it) e si rifà nelle sue linee essenziali al protocollo Patavina Libertas dell’associazione Palestra di Botta e Risposta dell’Università di Padova.
Fasi
• Prologo pro
2 minuti
• Prologo contro 2 minuti
• argomentazione pro 4 minuti
• d ialogo socratico (condotto da contro) 3 minuti
• argomentazione contro
4 minuti
• d ialogo socratico (condotto da pro) 3 minuti
• Pausa 15 minuti
• e same critico pro
• d ifesa contro (a più voci)
• e same critico contro
• d ifesa pro (a più voci)
• epilogo pro (a più voci)
• epilogo contro
3 minuti
3 minuti
3 minuti
3 minuti
2 minuti
2 minuti
• Pausa a discrezione della giuria
• d ichiarazione di riconoscimento pro 2 minuti
• d ichiarazione di riconoscimento contro 2 minuti
• res tituzione della giuria e (eventualmente) verdetto
• Pro: squadra che difende il topico
• Contro: squadra che non accetta il topico
Prologo
Presentazione del problema e della sua rilevanza, definizione dei termini chiave, dichiarazione di intenti con anticipazione delle argomentazioni che la squadra svilupperà nella fase successiva.
Argomentazione
Presentazione delle prove (ragioni, cause, motivi; dati ed esempi) a sostegno della propria posizione.
Dialogo socratico
e same della posizione dell’interlocutore volta a impegnarlo a fare concessioni utili alla propria posizione, a farlo cadere in contraddizione ponendo domande “alla s ocrate”.
Pausa di 15 minuti, destinata a preparare le repliche alle argomentazioni, selezionando le obiezioni che si ritengono più forti e a predisporre la difesa dalle obiezioni (possibili o già avanzate) avverse.
Esame critico
Presentazione delle considerazioni critiche rivolte agli argomenti esposti dall’altra squadra finalizzata a: individuare e contestare eventuali vizi, fallacie, contraddizioni, premesse non dimostrate, conclusioni non conseguenti, interpretazioni discutibili; fornire definizioni alternative; mostrare conseguenze in -
Che C os’è la realtà?
desiderate di quanto sostenuto dagli altri, con particolare attenzione a verità delle premesse, rilevanza e pertinenza dell’argomento, completezza dei dati.
Difesa (collettiva)
r isposta alle obiezioni avanzate dalla controparte, cercando di ripristinare la validità e la consistenza delle proprie argomentazioni contestate, difendendo i propri argomenti e/o contestando i presupposti su cui si basa la critica. Il focus però è sul consolidamento della propria posizione.
Epilogo
r ie same dei punti salienti del dibattito, mostrando che la propria posizione è preferibile a quella avversa. Conclusione logica e chiusura retorica.
La giuria si ritira per deliberare, le squadre preparano la fase successiva. Il punteggio fin qui raggiunto viene fissato dai giudici, condiviso tra di loro, e non potrà cambiare per nessun motivo.
Dichiarazione di riconoscimento
l a squadra coralmente riconosce i punti di forza, nei contenuti messi in campo e nel modo di presentarli, della squadra con cui si è misurata, e riconosce gli elementi di verità che, durante la disputa, ha riscontrato nella tesi dell’altra squadra.
I giudici, tenendo conto anche di quest’ultima fase, stabiliscono il vincitore.
QUESTO VOLUME, SPROVVISTO DI TALLONCINO A FRONTE (O OPPORTUNAMENTE PUNZONATO O ALTRIMENTI CONTRASSEGNATO), È DA CONSIDERARSI COPIA DI SAGGIO - CAMPIONE GRATUITO, FUORI COMMERCIO (VENDITA E ALTRI ATTI DI DISPOSIZIONE VIETATI: ART. 21, L.D.A.).
Il testo nasce dal Concorso Romanae Disputationes 2023 sul tema: «Che cos’è la realtà?», svoltosi, nel suo momento conclusivo, il 22 e 23 marzo presso il teatro “Duse” di Bologna, con alcuni interventi di grande spessore, il torneo di disputa filosofica Age contra, oltre naturalmente alle premiazioni finali. Anche quest’anno il Concorso ha ricevuto l’attenzione del Ministero dell’Istruzione, infatti il Ministro Giuseppe Valditara ha inviato il suo saluto. La prima parte del testo raccoglie alcune riflessioni del Direttore del Concorso e racconta le diverse fasi del lavoro svolto durante l’anno e il suo articolarsi. Seguono una notizia e alcune riflessioni critiche sul torneo Age contra. La seconda parte del volume raccoglie, in primo luogo, il testo dell’intervento di apertura dei lavori di Mario De Caro, che costituisce l’intervento di apertura del 21 settembre 2022, in secondo luogo il testo della lezione tenuta da Costantino Esposito alla due giorni finale. Seguono poi, come terzo contributo, l’intervento di Luciano Floridi e, infine, un’intervista a Massimo Recalcati. La terza parte del testo offre infine le informazioni sui vincitori delle varie categorie e raccoglie le tesine vincitrici. Il volume si chiude riproponendo il Manifesto della filosofia, che sentiamo quanto mai attuale.
Più di 5000 studenti hanno ascoltato Mario De Caro il 21 settembre 2022 in occasione della lezione inaugurale del Concorso. Nel complesso, le Romanae hanno visto la partecipazione di 950 studenti iscritti al Concorso nelle categorie tradizionali, scritti e video, e nella nuova categoria monologhi. Gli studenti sono stati accompagnati da 100 docenti di 77 scuole da tutta Italia.
Marco Ferrari insegna filosofia e storia al Liceo Malpighi di Bologna, di cui è preside. È ideatore e direttore del Concorso nazionale di filosofia per le superiori Romanae Disputationes, di Age Contra Plus e di Opera Prima dell’associazione Amore per il Sapere - ApiS, di cui è socio fondatore e presidente. È direttore della Bottega dell’insegnare filosofia di Diesse.
Gian Paolo Terravecchia, coautore di manuali di filosofia, insegna filosofia e storia nei licei. È cultore della materia in Filosofia morale all’Università degli Studi di Padova. È presidente del comitato didattico del Concorso Romanae Disputationes e del comitato scientifico del torneo di disputa Age Contra Plus.
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CHE COS’È LA REALTÀ?