Tempus discendi

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Unità

Lezione 1

La teoria della flessione

Lezione 2

1

La prima declinazione e gli aggettivi della prima classe al femminile

Lezione 3

L’indicativo presente e imperfetto del verbo sum e delle quattro coniugazioni

Lezione 4

L’infinito e l’imperativo presente di sum e delle quattro coniugazioni

Latina verba romanorum vita Metti alla prova le tue competenze

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Finestra sull’autore: Igino teoria in pillole • tavole grammaticali


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Unità 1

Unità 1

Latina verba All’interno di questa sezione troverai alcuni termini piuttosto ricorrenti nella lingua latina, su cui è utile fare alcune riflessioni preliminari.  agricola, -ae, m. Significato del termine ➜ Reca le radici di ager, «campo», e colĕre, «coltivare», e significa «contadino, coltivatore, agricoltore, paesano». Il mestiere del contadino fu sempre tenuto in grande considerazione dai Romani, in quanto esso non presentava i rischi connessi all’attività commerciale né le implicazioni morali proprie del lavoro dell’usuraio. Il commercio, infatti, era reputato pericoloso per le incognite della navigazione, mentre l’usura, ovvero il prestito a interesse, era sí redditizio, ma disonesto: gli antichi Romani la punivano con una pena doppia rispetto a quella dei ladri. Il contadino, al contrario, incarnava un modello di sanità morale, robustezza e serenità di vita.

Esito nelle lingue moderne ➜ Il termine è passato nell’italiano agricoltore, nell’inglese agriculturist e nel francese agriculteur.  amicitia, -ae, f. Significato del termine ➜ In origine afferisce al lessico politico e indica l’alleanza stipulata in quell’ambito tra due o piú contraenti. Nel I secolo a.C. esso assume valore autonomo, evolvendo da «alleanza» a «legame di amicizia». Suo contrario è inimicitia, -ae, «inimicizia», composto da in, prefisso negativo, e amicitia, termine usato per lo piú al plurale. Il sostantivo maschile amicus, -i conserva sia il significato originario di «alleato politico» sia quello di «amico» in senso personale e affettivo; il sostantivo femminile amica, -ae designa anche l’«amante».

Esito nelle lingue moderne ➜ In italiano molti sono i termini derivati dal sostantivo amicitia: è il caso di amicizia, amico, amichevole, nei quali si è persa però l’idea dell’alleanza politica. Il sostantivo è rintracciabile anche nel francese amitié e nello spagnolo amistad; l’inglese ne conserva testimonianza solo in aggettivi propri della lingua astratta, come amicable, e nel sostantivo amicability.  familia, -ae, f. Significato del termine ➜ È traducibile con l’italiano «famiglia», ma con alcune doverose precisazioni. La nostra lingua, infatti, utilizza il termine ponendo l’accento sul legame di parentela, mentre il latino faceva derivare il vocabolo da famuli, propriamente i servi che lavoravano all’interno della casa e vivevano sotto lo stesso tetto del padrone. In questo senso il sostantivo latino era usato per indicare tutto ciò che apparteneva alla vita della casa, compresi poi anche moglie e figli, e che era sottoposto all’autorità del pater familias, colui che, in un’età piú arcaica, aveva potere di vita e di morte su tutti i membri della familia. In questo senso risulta evidente la differenza con il sostantivo gens, che indica un gruppo costituito secondo il legame della parentela.

Esito nelle lingue moderne ➜ Il sostantivo è rintracciabile anche nelle altre lingue europee, in cui sopravvive quasi inalterato: nel sostantivo francese famille e negli aggettivi familial e familier; nell’inglese family e familiar; nello spagnolo familia e familiar; nel tedesco Familie e familiär.  matrona, -ae, f. Significato del termine ➜ Indica la donna sposata, libera dalla nascita e madre; deriva infatti da mater, matris, «madre». Al sostantivo si accompagna spesso un aggettivo qualificativo indicante il rango

elevato o le elevate qualità morali, giacché da lei ci si aspettava un comportamento dignitoso e austero e una totale dedizione alla famiglia. Nonostante la diffusione di un’educazione intellettuale tra le donne di condizione sociale piú elevata, alla fine della Repubblica e durante l’Impero, la matrona non doveva trascurare gli impegni domestici, come sorvegliare il lavoro delle schiave, filare la lana, ricamare. Spesso, infatti, l’epitaffio inciso sulle tombe muliebri recitava: Domum curavit, lanam fecit, «Curò la casa, filò la lana». Esito nelle lingue moderne ➜ In italiano il termine è passato a indicare una donna alta, formosa, dall’aspetto solenne. In inglese il termine matron indicava in passato l’infermiera piú anziana all’interno di un ospedale, la capoinfermiera, responsabile di tutte le altre operatrici e addetta alla supervisione delle cure dei pazienti. Anche nella lingua spagnola rimane il termine matrona, che indica sia la levatrice che l’agente incaricata di perquisire le donne. In francese, infine, il sostantivo matrone fa riferimento ad una donna anziana e rispettabile e, in senso peggiorativo, ad una donna d’età, corpulenta e piuttosto volgare.  pugna, -ae, f. Significato del termine ➜ Traducibile con l’italiano «battaglia», appartiene alla sfera semantica militare e indica piú precisamente il momento dello scontro all’interno di una guerra (bellum, -i è sostantivo della II declinazione, su cui ci soffermeremo nella prossima unità). Il sostantivo può anche significare «duello, gara, schieramento» e, in senso traslato, «disputa a parole, discussione».

Esito nelle lingue moderne ➜ In italiano ne è rimasta traccia nell’aggettivo piú ricercato pugnace, mentre il termine italiano battaglia discende dalla forma latina volgare battuālia, -ae, derivata a sua volta dal verbo battuo, «battere, battersi», usato per gli scontri dei gladiatori o per le esercitazioni dei soldati. Si è mantenuto il significato latino nello spagnolo, dove troviamo i termini da esso derivati pugnar, pugnante, pugnaz, pugnacidad, e nei termini inglesi pugnacious, cioè «pugnace, combattivo», e pugnaciousness o pugnacity, «combattività, indole battagliera, litigiosità». Per indicare la battaglia in senso stretto, anche le altre lingue usano termini derivati da battualia, come bataille in francese, battle in inglese e batalla in spagnolo.

Battaglia fra Romani e barbari (particolare di un sarcofago del II secolo d.C.; Roma, Musei Capitolini).

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Lezione 1

Lezione 1 La teoria della flessione La traduzione in italiano è «delle fanciulle», espressione nella quale notiamo l’uso della preposizione articolata per esprimere lo stesso concetto che il latino indica con una sola parola.

La teoria della flessione

In latino sono sei i casi che esprimono le funzioni logiche di base: u Nominativo: esprime la funzione del nomen per eccellenza, cioè del soggetto e di quanto ad esso si riferisce (attributo, apposizione, predicativo del soggetto, predicato nominale); u Genitivo: esprime la funzione di determinazione propria del complemento di specificazione e in generale l’idea di appartenenza; u Dativo: esprime la funzione di destinazione propria del complemento di termine e in generale l’idea di interesse e attribuzione; u Accusativo: esprime la funzione di transizione e passaggio, è il caso dell’oggetto diretto (complemento oggetto) e di quanto ad esso si riferisce; può esprimere anche la funzione di estensione nello spazio e nel tempo (moto a luogo, tempo continuato); u Vocativo: esprime la funzione di richiamo, è il caso del complemento di vocazione e indica la persona o la cosa cui si rivolge la parola; u Ablativo: esprime le funzioni di origine e allontanamento, strumentale, sociativa (complementi di compagnia, unione, modo) e locativa; è il caso usato per molti complementi indiretti.

Le parti del discorso in latino sono otto, a differenza dell’italiano che ne presenta nove, perché la lingua latina non ha l’articolo. Quattro sono variabili, ovvero soggette a mutamenti nella parte finale della parola, e quattro invariabili, cioè non soggette a mutamenti. Parti variabili: sostantivo; aggettivo; pronome; verbo. Parti invariabili: avverbio; congiunzione; preposizione; interiezione. L’insieme dei mutamenti in fine di parola prende il nome di flessione: – la flessione di sostantivi, aggettivi, pronomi si chiama declinazione; – la flessione del verbo si chiama coniugazione. Nelle parole soggette a flessione si possono individuare due parti: il tema1, che è portatore del significato ed è generalmente invariabile, e la desinenza, che è l’elemento portatore di informazioni grammaticali ed è la parte variabile. In latino la desinenza può indicare il numero e il genere o, nel caso dei verbi, la persona, come in italiano. Nei sostantivi, inoltre, indica la funzione sintattica, che in italiano viene espressa con l’uso delle preposizioni e grazie a una determinata posizione delle parole all’interno della frase.

Solitamente si parla di casi diretti o retti (nominativo, accusativo e vocativo), che esprimono rapporti sintattici diretti, non indicati in italiano da preposizioni, e di casi indiretti o obliqui (genitivo, dativo, ablativo), che esprimono rapporti indiretti, cioè indicati in italiano da preposizioni. In latino troviamo cinque declinazioni, ciascuna con terminazioni proprie, distinguibili empiricamente dalla terminazione del genitivo singolare.

1 1 Flessione nominale o declinazione Nella declinazione latina di un nome, aggettivo o pronome, dobbiamo distinguere il nu-

declinazione

mero, il genere, il caso. Mentre per il primo abbiamo il singolare e il plurale come in italiano, per il genere troviamo il maschile, il femminile e il neutro; quest’ultimo indica per lo piú esseri inanimati (dal latino neutrum, «né l’uno né l’altro»), che non presentano distinzioni di sesso. Questa caratteristica, comunque, si è andata perdendo nel corso del tempo, per cui si possono trovare anche esseri inanimati di genere maschile e femminile (ad esempio liber, -bri, «libro», è maschile). Con il termine caso2 si indica la funzione sintattica che la parola assume nella proposizione: ad esempio nella parola puellarum, che viene da puella, «fanciulla», la desinenza -ārum ci informa che si tratta di un sostantivo plurale, appartenente alla prima declinazione, che potrebbe essere femminile e che esprime l’idea di appartenenza o di possesso.

terminazione genitivo singolare

esempio

prima

-ae

rosae, «della rosa», da rosă

seconda

-i

lupi, «del lupo», da lupus

terza

-is

montis, «del monte», da mons

quarta

-us

fructus, «del frutto», da fructus

quinta

-ei

diēi, «del giorno», da dies

Per conoscere nel modo piú semplice a quale declinazione appartiene un sostantivo, basta osservare la terminazione del genitivo singolare, che è registrata dal vocabolario insieme al nominativo e deve essere sempre detta dopo il nominativo quando si enuncia un sostantivo. Es: rosa, -ae; lupus, -i; mons, montis; fructus, -us; dies, -ēi. no ta bene

1 Il tema talvolta coincide con la radice, elemento irriducibile di una parola, comune ad intere famiglie lessicali; piú spesso, però, tale corrispondenza non si verifica e una parola deriva dall’unione di una radice con suffissi e prefissi che le conferiscono significati particolari. 2 Il termine deriva dal latino cadĕre, «cadere», e significa «caduta»; i grammatici latini usarono il termine riferendosi al fatto che le parole nella declinazione si concludono, cioè «cadono», ora in un modo ora in un altro. La declinazione veniva immaginata come una progressiva deviazione da un’ideale linea retta tracciata dalla «caduta» del primo caso (il nominativo).

La maggior parte dei sostantivi latini appartiene alle prime tre declinazioni, che servono da modelli anche per la declinazione degli aggettivi. Gli aggettivi latini, infatti, si suddividono in due classi: quelli della prima classe, che seguono nel maschile e nel neutro la II declinazione e nel femminile la I, e quelli della seconda classe, che seguono la III declinazione in tutti e tre i generi.

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Unità 1

Lezione 1 La teoria della flessione

1 2 Flessione verbale o coniugazione Il verbo (dal latino verbum, «parola») è la piú importante fra le parti del discorso. Esso for-

nisce una serie di informazioni fondamentali per la comprensione, come la tipologia dell’azione espressa, la parte attiva e quella passiva nel processo verbale, il livello di partecipazione del soggetto, il tempo e le modalità con cui si svolge l’azione. Per esprimere i vari rapporti che assume nel discorso, il verbo modifica la sua parte finale, dando luogo a una flessione chiamata coniugazione. In latino esistono quattro coniugazioni, che si distinguono in modo pratico grazie alla terminazione dell’infinito presente attivo. coniugazione

terminazione infinito presente attivo

esempi

I

-āre

amāre, «amare»; narrāre, «narrare»

II

-ēre

monēre, «ammonire»; vidēre, «vedere»

III

-ĕre

legĕre, «leggere»; ducĕre, «condurre»

IV

-īre

audīre, «ascoltare»; servīre, «servire»

Una voce verbale coniugata fornisce informazioni relative al genere, alla forma, al modo, al tempo, alla persona e al numero. Il genere in latino, come in italiano, può essere transitivo o intransitivo, anche se non c’è sempre corrispondenza tra verbi transitivi e intransitivi nelle due lingue (es. persuadeo, «persuadere», in latino è intransitivo ed è costruito con il dativo, mentre in italiano è transitivo). La forma o diàtesi si presenta dal punto di vista morfologico come attiva e passiva, ciascuna caratterizzata da terminazioni proprie: laudo, «io lodo»; laudor, «io sono lodato». Anche in latino, come in italiano, solo i verbi transitivi possono presentare entrambe le forme, mentre quelli intransitivi presentano solo la forma attiva. In latino esiste poi una serie di verbi, detti deponenti, che hanno la forma passiva, ma il significato attivo (hortor, «io esorto», e non «io sono esortato»). Il modo definisce il punto di vista di chi parla o scrive. Come in italiano abbiamo i modi finiti, caratterizzati da una terminazione particolare per ciascuna persona singolare e plurale, e i modi indefiniti, che non presentano desinenze differenti per le singole persone del verbo, ma una forma unica che, a seconda dei casi, svolge nella frase una funzione assimilabile a quella di un aggettivo o di un sostantivo, tanto da far parlare anche di nomi verbali e di aggettivi verbali. Sono modi finiti: l’indicativo, il congiuntivo, l’imperativo. Non è presente nel sistema verbale latino il condizionale, le cui funzioni sono assorbite dal congiuntivo. Sono modi indefiniti: l’infinito, il gerundio e il supino (nomi verbali); il gerundivo e il participio (aggettivi verbali). Il tempo indica “quando” si svolge l’azione sia in termini assoluti, cioè se si svolge nel passato, nel presente o nel futuro, sia in termini relativi, cioè se l’azione è avvenuta anteriormente, contemporaneamente o successivamente rispetto ad un’altra. Ecco una tabella con i tempi dell’indicativo e le corrispondenti traduzioni italiane.

indicativo latino

indicativo italiano

esempio

presente

presente

amo, «io amo»

imperfetto

imperfetto

amabam, «io amavo»

futuro semplice

futuro semplice

amabo, «io amerò»

perfetto

passato prossimo, passato remoto, trapassato remoto

amavi, «io ho amato, io amai, io ebbi amato»

piuccheperfetto

trapassato prossimo

amavĕram, «io avevo amato»

futuro anteriore

futuro anteriore

amavĕro, «io avrò amato»

Presente, imperfetto e futuro semplice sono detti anche tempi dell’infectum, cioè dell’incompiuto, perché esprimono un’azione in via di svolgimento. Perfetto, piuccheperfetto e futuro anteriore sono detti tempi del perfectum, cioè del compiuto, perché esprimono un’azione compiuta. Questa distinzione può essere notata anche a livello morfologico, poiché i due sistemi temporali presentano temi verbali differenti: i tempi dell’infectum si formano sul tema del presente (sistema del presente); quelli del perfectum, invece, sono costruiti con il tema del perfetto (sistema del perfetto).

Osservazioni

• Come puoi osservare dalla tabella, i tempi dell’indicativo latino trovano in generale esatta corrispondenza

in quelli dell’indicativo italiano; l’unica differenza sta nel perfetto, che corrisponde a tre tempi italiani: passato prossimo, passato remoto, trapassato remoto.

Ecco una tabella con i tempi del congiuntivo e le corrispondenti traduzioni italiane. congiuntivo latino

congiuntivo/condizionale italiano

esempio

presente

presente congiuntivo

amem, «che io ami»

imperfetto

imperfetto congiuntivo/ condizionale presente

amārem, «che io amassi, io amerei»

perfetto

passato congiuntivo

amavĕrim, «che io abbia amato»

piuccheperfetto

trapassato congiuntivo/ condizionale passato

amavissem, «che io avessi amato, io avrei amato»

Osservazioni

• Come puoi notare dalla tabella, anche i tempi del congiuntivo presentano una corrispondenza con quelli

del congiuntivo italiano, ma le forme latine assorbono le funzioni del condizionale italiano. L’imperfetto congiuntivo, infatti, corrisponde anche al condizionale presente italiano, mentre il piuccheperfetto congiuntivo corrisponde anche al condizionale passato.

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Unità 1 – L’imperativo presenta solo due tempi: presente e futuro. – L’infinito presenta tre tempi: presente, perfetto e futuro. – Il participio presenta tre tempi: presente, perfetto e futuro. – Il gerundio, il gerundivo e il supino non possiedono tempi. Per quanto riguarda la persona e il numero, in latino, come in italiano, il verbo si flette con desinenze che indicano la persona (I, II, III) e il numero (singolare e plurale); abbiamo dunque sei desinenze personali di forma attiva e sei di forma passiva. Ecco un prospetto delle desinenze personali valide per tutti i tempi dell’indicativo e del congiuntivo attivi, con qualche modificazione per il perfetto, e per i tempi dell’infectum all’indicativo e al congiuntivo passivi. persona

Sing. I

attivo

passivo

-o, -m

-or, -r

II

-s

-ris, -re

III

-t

-tur

-mus

-mur

II

-tis

-mĭni

III

-nt

-ntur

Plur. I

La voce verbale può presentarsi anche senza fare riferimento ad una persona e assumere la forma impersonale, che coincide con la III persona singolare. Fondamentale è la conoscenza del paradigma, che è in un certo senso la carta d’identità del verbo e viene registrato dal vocabolario; esso presenta la serie di forme fondamentali per risalire ai temi verbali e formare i vari tempi. Un paradigma è costituito da: – I e II persona singolare del presente indicativo, dalle quali possiamo ricavare il tema del presente, con cui si formano tutti i tempi dell’infectum (amo, -as; video, -es; vinco, -is; finio, -is); – I persona singolare del perfetto indicativo, dalla quale possiamo ricavare il tema del perfetto, con cui si formano tutti i tempi del perfectum (amavi; vidi; vici; finivi); – supino attivo in -um, dal quale ricaviamo il tema del supino, con cui si formano alcuni nomi verbali che analizzeremo nelle prossime unità (amatum; visum; victum; finītum); – infinito presente, formato con il tema del presente e una desinenza che indica a quale coniugazione appartiene il verbo (amāre; vidēre; vincĕre; finīre). In queste prime unità ti forniremo i paradigmi ridotti dei verbi utilizzati, ovvero paradigmi che presentano solo tre forme: la I e la II persona singolare dell’indicativo presente e l’infinito (amo, -as, -āre; video, -es, -ēre; vinco, -is, -ĕre; finio, -is, -īre).

Lezione 2

La prima declinazione e gli aggettivi della prima classe al femminile La prima declinazione comprende molti nomi femminili, pochi maschili, nessun neutro; le terminazioni del nominativo e genitivo singolari sono -ă e -ae.

2 1 Nomi femminili e maschili in -ă Ecco, di seguito, lo schema completo delle uscite della prima declinazione. u Nome femminile in -ă

singolare

plurale

Nominativo

puell-ă

la fanciulla

puell-ae

le fanciulle

Genitivo

puell-ae

della fanciulla

puell-ārum

delle fanciulle

Dativo

puell-ae

alla fanciulla

puell-is

alle fanciulle

Accusativo

puell-am

la fanciulla

puell-as

le fanciulle

Vocativo

puell-ă

o fanciulla

puell-ae

o fanciulle

Ablativo

puell-ā

con la fanciulla

puell-is

con le fanciulle

u Nome maschile in -ă

singolare

plurale

Nominativo

naut-ă

il marinaio

naut-ae

i marinai

Genitivo

naut-ae

del marinaio

naut-ārum

dei marinai

Dativo

naut-ae

al marinaio

naut-is

ai marinai

Accusativo

naut-am

il marinaio

naut-as

i marinai

Vocativo

naut-ă

o marinaio

naut-ae

o marinai

Ablativo

naut-ā

col marinaio

naut-is

con i marinai

Osservazioni

• La declinazione dei nomi femminili e maschili in -ă presenta alcune terminazioni uguali, a cui è opportuno prestare attenzione in sede di traduzione:


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Unità 1

Lezione 2 La prima declinazione e gli aggettivi della prima classe al femminile In latino costituisce una semplice apposizione e quindi viene espresso nello stesso caso del nome da cui dipende, mantenendo il proprio genere e numero.

– nominativo e vocativo singolari in -ă; – genitivo e dativo singolari, nominativo e vocativo plurali in -ae; – dativo e ablativo plurali in -īs.

es Oppidum Alesiă oppugnabatur a Romanis. La città di Alesia era assediata dai Romani.

no ta bene

Complemento di specificazione

Si declinano sul modello della prima declinazione gli aggettivi della prima classe al femminile (es. mag­na, misera, pulchra), per i quali il vocabolario riporta le uscite del nominativo di tutti e tre i generi (es. magnus, magna, magnum; miser, misera, miserum; pulcher, pulchra, pulchrum), come vedremo in maniera piú approfondita nella prossima unità.

Il complemento di specificazione è costituito da un sostantivo o da una parte sostantivata del discorso, preceduti dalla preposizione «di», semplice o articolata, che determina o specifica il significato del nome da cui dipende. In latino, il complemento di specificazione è espresso in genitivo e di norma precede il nome cui si riferisce. es Dominae filia pulchra est.

La figlia della padrona è bella.

➜ Forma particolare del complemento di specificazione è il complemento partitivo,

Appunti di sintassi esercizio esercizio

2 6

espresso da un sostantivo che indica un insieme di persone, animali o cose, di cui il sostantivo o il pronome che lo regge rappresenta una parte; è generalmente preceduto dalle preposizioni «di, fra, tra». In latino viene espresso in caso genitivo o con l’ablativo preceduto da e/ex o, piú raramente, de.

Complementi Attributo, apposizione, denominazione, specificazione, termine

Attributo e apposizione

es Militum pars in castra pervēnit. Una parte dei soldati giunse nell’accampamento. Numa Pompilius unus fuit ex septem regibus. Numa Pompilio fu uno dei sette re.

In latino, come in italiano, un sostantivo può essere accompagnato da un attributo, cioè da un aggettivo che qualifica il nome o lo determina fornendo un’informazione che arricchisce la comunicazione. Generalmente l’attributo precede il sostantivo con il quale concorda in genere, numero e caso.

Complemento di termine

es Bona magistra sedulas discipulas laudat. La brava maestra loda le allieve diligenti.

Il complemento di termine indica la persona, l’animale o la cosa verso cui si indirizza l’azione espressa dal verbo ed è introdotto dalla preposizione «a», semplice o articolata. In latino viene espresso in dativo.

➜ Il genere di un nome non dipende dalla declinazione d’appartenenza: poëta, -ae, ad

esempio, è della I pur essendo maschile, mentre fagus, -i è della II declinazione ed è femminile. Se questi nomi sono accompagnati da aggettivi, deve essere mantenuta la concordanza del genere e del numero, ma questo non implica necessariamente che presenteranno le stesse desinenze: avremo infatti bonus poëta, «il bravo poeta», e alta fagus, «l’alto faggio». Come si vede, in questi esempi nome e aggettivo presentano desinenze differenti, ma concordano in genere, numero e caso.

L’apposizione è un sostantivo che «si pone» accanto ad un altro per specificarlo meglio: il fiume Tevere, il dio Marte, il poeta Orazio. In latino l’apposizione è espressa nel medesimo caso del sostantivo cui si riferisce, mantenendo, in quanto sostantivo, il proprio genere e numero. Se l’apposizione è accompagnata da un aggettivo, questo è espresso nello stesso caso, genere e numero dell’apposizione. es Romani Minervam, sapientiae deam, colunt. I Romani adorano Minerva, dea della sapienza. Athenas, pulchram urbem, visitamus. Visitiamo Atene, bella città.

es Puellae dona deae ferunt. Le fanciulle portano doni alla dea.

e sercizi

1

Declina i seguenti sostantivi ancilla, -ae, f. (ancella); insula, -ae, f. (isola); pugna, -ae, f. (battaglia); gloria, -ae, f. (gloria); agricola, -ae, m. (contadino); athleta, -ae, m. (atleta); incŏla, -ae, m. (abitante).

2

Declina i seguenti sintagmi vita beata (la vita felice); victoria clara (la famosa vittoria); antiqua fama (l’antica fama); parva via (la piccola via).

3

Individua caso, numero, funzione logica e nominativo singolare dei seguenti sostantivi della prima declinazione, come nell’esempio

Complemento di denominazione Il complemento di denominazione è rappresentato da un nome proprio che precisa un nome geografico comune, come «città, monte, isola, lago», o sostantivi come «mese, nome, soprannome», ed è preceduto dalla preposizione «di».

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Unità 1

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Lezione 2 La prima declinazione e gli aggettivi della prima classe al femminile

caso

copiam

accusativo

numero

singolare

oggetto

i marinai (compl. ogg.) con le fiere i poeti (sogg.) alla nonna

nominativo singolare

funzione logica

copia

poenis deas

6

  nautas   feras   poëtas   aviae

  nautam   ferae   poëtae   aviarum

  nautārum   feris   poëtā   aviam

Completa la traduzione delle seguenti frasi

famae

1. Agricolarum terra frugifĕra est. ............................................................ è fertile.

dominārum

2. Fluminis aqua limpida est. ...................... del fiume è ......................... .

fortunā

3. Ancillae dominis rosas ferunt. ................................................ portano ........................................ .

vită

4. Dominae villam visitamus. Visitiamo .................................................... .   5. Nautae procellas non timent. .................................. non temono ..................................... .

epistulis

6. Amici mei insulam Siciliam relinquunt. I miei amici lasciano ....................................................... .

iniuriam

7. Cornelia, matrona Romana, pulchra erat. Cornelia, ............................................. , era .................. .

incolārum

8. Longam epistulam tibi mitto. Ti mando ......................................................... .

nautas

9. Poëtae victorias Romanas celebrant. ......................... celebrano ................................... . 10. Incolae deae Vestae templum visitant. ............................ visitano il tempio .................................... .

4

5

Indica la traduzione corretta fra quelle proposte procellis incolam famae poenis historiă deae curae

 le tempeste (sogg.)  o abitante  della fama  le pene (sogg.)  la storia (sogg.)  le dee (sogg.)  la preoccupazione

 alle tempeste   l’abitante (compl. ogg.)  la fama (sogg.)  con le pene   con la storia   alle dee   alla preoccupazione

pugnārum victoriis pecuniā aquae dominas nautae poëtam athletārum

 le battaglie  o vittorie  il denaro (sogg.)  o acqua   le padrone (compl. ogg.)   i marinai (sogg.)  o poeta  agli atleti

  o battaglie   delle vittorie   al denaro   all’acqua  delle padrone  dei marinai  al poeta  gli atleti (sogg.)

  o tempeste  degli abitanti  o fama  alla pena  della storia  o dea   le preoccupazioni (compl. ogg.)  delle battaglie  alle vittorie  con il denaro  l’acqua (compl. ogg.)   alle padrone   o marinaio   il poeta (compl. ogg.)   degli atleti

Indica la traduzione corretta fra quelle proposte della battaglia le preoccupazioni (sogg.) della storia o padrona la dea (compl. ogg.) delle isole

  pugnam   curas   historiae   domină   deas   insulis

  pugnă   cură   historiārum   dominae   deam   insulārum

  pugnae   curae   historiā   dominam   deae   insulas

2

2 Particolarità della prima declinazione

Le particolarità riguardano i casi e il numero di alcuni sostantivi.

 Per i casi dobbiamo osservare che: – nel genitivo singolare il nome familia, «famiglia», presenta, accanto alla forma regolare familiae, un’uscita in -as in alcune formule di carattere giuridico, come pater familias, filius familias, mater familias; – nel genitivo plurale si ha un’uscita in -um, anziché in -ārum, per alcuni nomi di origine greca, come amphŏra, «anfora», drachma, «dracma» (moneta) (gen. plur. amphŏrum e drachmum, accanto ad amphorārum e drachmārum), e in alcuni composti coi suffissi -cŏla (dal verbo colo, «abito») e -gĕna (dal verbo gigno, «genero»), come caelicŏla, «abitante del cielo», o Troiugĕna, «nato a Troia» (gen. plur. caelicŏlum e Troiugĕnum, accanto alle forme caelicolārum e Troiugenārum); – nel dativo e ablativo plurali i nomi femminili filia, «figlia», dea, «dea», e liberta, «schiava liberata», escono in -ābus, per distinguersi dai rispettivi sostantivi maschili della seconda declinazione (filius, deus, libertus) uscenti in -is nel dativo e ablativo plurali, quando i nomi maschili e femminili si trovano uniti in espressioni formulari, come deis deabus­que, «agli dèi e alle dèe»; filiis et filiabus, «ai figli e alle figlie».  Per il numero dobbiamo osservare che: – vi sono nomi comuni e nomi di città usati solo al plurale (pluralia tantum); ecco i piú comuni: deliciae, -ārum delizia Athenae, -ārum Atene divitiae, -ārum ricchezza Cannae, -ārum Canne insidiae, -ārum agguato, insidia Syracusae, -ārum Siracusa nuptiae, -ārum nozze Thebae, -ārum Tebe minae, -ārum minaccia Pisae, -ārum Pisa

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Unità 1

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Lezione 2 La prima declinazione e gli aggettivi della prima classe al femminile   3. Vigiliae urbis portas custodiunt. .................................... custodiscono le porte della città.

– vi sono nomi che al plurale cambiano il significato rispetto al singolare; ecco i piú frequenti:

4. Venatores insidias feris parant. I cacciatori preparano ...................................................... .

copia, -ae abbondanza copiae, -ārum mezzi, truppe fortuna, -ae sorte fortunae, -ārum mezzi, patrimonio littĕra, -ae lettera dell’alfabeto littĕrae, -ārum lettera, testo scritto, letteratura opera, -ae opera operae, -ārum mano d’opera, operai vigilia, -ae veglia, turno di guardia vigiliae, -ārum sentinelle

5. Ancillae magnam amphŏrum copiam ferunt. Le ancelle portano .................................................... .   6. Discipuli litteras Graecas discunt. Gli scolari imparano ...................................................... .   7. Magnae divitiae invidiam excĭtant. ................................................ suscita l’invidia.   8. In silvis magna copia animalium est. Nei boschi c’è ...................................................... di animali.

e sercizi

7

8

10. Fortuna instabĭlis est . ................................ è instabile.

Indica la traduzione corretta fra quelle proposte copiārum minae divitiis Pisārum amphŏrum Syracusas insidias fortunae operă Athenas litteris insidiae vigiliarum nuptiis delicias

9. Hostes Romanorum copias profligavērunt. I nemici sconfissero .................................. dei Romani.

  le truppe (sogg.)   della minaccia   con la ricchezza   Pisa (sogg.)   l’anfora (sogg.)   Siracusa (sogg.)   gli agguati (compl. ogg.)   alla sorte   o opera   Atene (sogg.)   o lettere   l’insidia (compl. ogg.)   le sentinelle (sogg.)   con le nozze   la delizia (compl. ogg.)

9

  dell’abbondanza   alla minaccia   o ricchezza   di Pisa   delle anfore   di Siracusa   dell’agguato   i mezzi (compl. ogg.)   con l’opera   Atene (compl. ogg.)   con le lettere   l’insidia (sogg.)   delle sentinelle   le nozze (compl. ogg.)   le delizie (sogg.)

Indica la traduzione corretta fra quelle proposte alle nozze la veglia (sogg.) la lettera dell’alfabeto (compl. ogg.) di Atene delle anfore o truppe dell’agguato con l’abbondanza l’opera (compl. ogg.) agli operai

  delle truppe   la minaccia (sogg.)   la ricchezza (sogg.)   a Pisa   con l’anfora  Siracusa (compl. ogg.)   l’agguato (compl. ogg.)   dei mezzi   all’opera   o Atene   alle lettere dell’alfabeto   dell’insidia   delle veglie   le nozze (sogg.)   della delizia

 nuptias   vigiliae  litteras  Athenis   amphorae  copiă  insidiae  copiae  operam  operis

 nuptiārum  vigiliă   litteram  Athenārum  amphoris   copiae  insidias  copiis   operas  operas

 nuptiis  vigiliā   litterārum  Athenae  amphŏrum   copiis  insidiārum  copiā   operā  operārum

Completa la traduzione delle seguenti frasi   1. Pater familias filias amat. .................................................... ama le figlie.   2. Dominus praemia libertis libertabusque donat. Il padrone dona dei premi ....................................... .

Appunti di sintassi esercizio esercizio

10 11

Complementi Predicativo del soggetto e dell’oggetto, agente e causa efficiente

Complemento predicativo del soggetto e dell’oggetto Il complemento predicativo del soggetto o dell’oggetto è un aggettivo o un sostantivo, che grammaticalmente si riferisce al soggetto o al complemento oggetto, ma logicamente modifica o completa il senso del predicato verbale. In latino il complemento predicativo del soggetto è espresso in nominativo e si trova generalmente sia con verbi di forma attiva, solitamente intransitivi (existo, maneo, appareo), sia con verbi di forma passiva, di norma i cosiddetti verbi appellativi (vocor, dicor, appellor, nominor, feror), elettivi (creor, elĭgor, constituor), estimativi (iudĭcor, putor, existĭmor, habeor, ducor, cognoscor) ed effettivi (fio, reddor). es Puella bona putatur.

Domina iusta appellabatur.

La fanciulla è considerata brava. La padrona era chiamata giusta.

Il complemento predicativo dell’oggetto, invece, in latino si esprime con l’accusativo ed è attestato prevalentemente con i verbi appellativi (voco, dico, appello, nomino, fero), elettivi (creo, elĭgo, constituo), estimativi (iudĭco, puto, existĭmo, habeo, duco, cognosco) ed effettivi (facio, reddo), sempre in forma attiva. es Romani Dianam silvarum deam dicunt. I Romani chiamano Diana dea dei boschi.

Come si deduce dagli esempi, se il predicativo del soggetto o dell’oggetto è espresso da un aggettivo, questo concorda con il sostantivo cui si riferisce in genere, numero e caso; se invece è espresso da un sostantivo, concorda sempre nel caso, e nel numero se è possibile. Si tenga presente, inoltre, che in italiano la funzione predicativa del sostantivo e dell’aggettivo è introdotta spesso da preposizioni o sintagmi avverbiali come «da, per, come, in qualità di», etc. Anche se in latino tali espressioni avverbiali non si ritrovano, esse dovranno essere inserite nella traduzione qualora la costruzione sintattica e le regole della lingua italiana lo richiedano. es Alexander Magnus magistrum Aristotelem habuit. Alessandro Magno ebbe Aristotele come maestro.

Complemento d’agente e di causa efficiente Il complemento d’agente indica la persona o l’animale, quindi gli esseri animati, da cui viene compiuta l’azione espressa dal verbo di forma passiva; se l’azione è realizzata da un esse-

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Unità 1

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re inanimato, lo stesso complemento prende il nome di complemento di causa efficiente. Entrambi sono introdotti dalla preposizione «da», semplice o articolata. In latino il complemento d’agente viene espresso con l’ablativo preceduto da a/ab; il complemento di causa efficiente, invece, è reso con l’ablativo semplice. es Procellae a nautis timentur.

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Le tempeste sono temute dai marinai. Troia flammis deletur. Troia è distrutta dalle fiamme.

Completa la traduzione delle seguenti frasi   1. Magistra bonas puellas laudat. La maestra loda ..................................................... .   2. Magistra puellas bonas putat. La maestra considera ............................................. .   3. Agricolae terram colunt. .................................. coltivano ........................................ .   4. Puella deae rosas donat. .................................. dona le rose................................... .   5. Marcus, perītus nauta, procellas non timet. Marco, esperto .......................... , non teme .................. .   6. Mare procellis agitatur. Il mare è agitato ..................................................................... .   7. Urbs Roma a poëtis celebrabatur. La città ................................. era celebrata ........................... .   8. Agricolae filiae pulchrae sunt. Le figlie .......................................... sono belle.   9. Romani ab hostium copiis profligati sunt. I Romani furono sconfitti ............................... dei nemici.

3 1 Indicativo presente e imperfetto del verbo sum La coniugazione del verbo sum, es, fui, esse, che corrisponde al verbo italiano «essere», è

una coniugazione anomala o irregolare, cioè con delle anomalie nella flessione. Il verbo sum è usato ampiamente sia come predicativo sia come ausiliare nella forma passiva. La sua coniugazione si basa su due temi verbali distinti: – tema del presente es-, che in alcune persone si riduce a s-, da cui si formano i tempi dell’infectum; – tema del perfetto fu-, da cui si formano i tempi del perfectum. Come si vede dal paradigma, manca il tema del supino e quindi le forme da esso derivate.

11. Domină, deam cole! .................................... , onora ...................... !

Ecco il prospetto dell’indicativo presente del verbo sum.

13. Agricolae, agrorum incolae, serenam vitam ducunt. I contadini,

............................

dei campi,

conducono ......................................... .

11

L’indicativo presente e imperfetto del verbo sum e delle quattro coniugazioni

10. Matronae rosas deis deabusque ferunt. ............................. portano le rose ....................................... . 12. Puella laeta apparet. ................................. appare ......................... .

Lezione 3

persona

Sing. I

indicativo presente sum

sum, io sono

14. Insula Sardinia magna est. .................................................... è grande.

II

es

15. Sedulae discipulae a magistris laudabantur. ....................................... erano lodate ........................... .

III

est

Plur. I

sumus

Completa la traduzione latina delle seguenti frasi

II

estis

1. Le dee sono onorate dalle matrone. ...................................................... honorantur.

III

sunt

2. La concordia dei cittadini salva la patria. Civium .................................................. servat.   3. Le Muse sono lodate dal poeta. .................................................... laudantur.   4. Amiamo l’isola della Sicilia. ................................................... amamus.   5. Alessandro distrugge la città di Tebe. Alexander urbem .............................. delet.   6. La matrona annuncia le nozze della figlia. ........................................................... nuntiat.   7. Il marinaio porta bei doni ai figli e alle figlie. ...................................................... pulchra dona fert.   8. La ricchezza spesso è causa di grandi mali. ........................................ saepe magnorum malorum causa sunt.   9. La città è sorvegliata da molte sentinelle. Urbs .............................................. custodītur. 10. La maestra considera le allieve diligenti. Magistra ........................................................... putat.

Ecco il prospetto dell’indicativo imperfetto del verbo sum. persona

Sing. I

indicativo imperfetto sum

eram, io ero

II

eras

III

erat

Plur. I

erāmus

II

erātis

III

erant


Unità 1

18

Lezione 3 L’indicativo presente e imperfetto del verbo sum e delle quattro coniugazioni

Osservazioni

essi sono

• Come si deduce dalla tabella, il tema es- perde l’e- quando viene a trovarsi davanti ad -u- o -i- (es. sum, sunt

io sono

< *esum, *esunt), mentre la -s- si trasforma in -r- quando viene a trovarsi tra due vocali (es. eram < *esam), per il fenomeno linguistico detto rotacismo.

eri siamo

Esercizi

1

2

Appunti di sintassi

Traduci le seguenti forme verbali sunt, estis, erat, sum, eramus, sumus, eram, erant, es, eras, eratis, est. siamo, io sono, ero, eravate, era, essi sono, erano, sei.

4 5 esercizio 6 esercizio esercizio

Analizza le seguenti voci verbali dell’indicativo presente e imperfetto del verbo sum, individuando tempo, persona e numero, quindi traduci tempo

persona

numero

sumus

es Athenae in Graecia sunt. Atene è in Grecia.

estis erātis

sunt eras es erant

es Dominae (dat.) multae ancillae (nom.) sunt. Alla padrona sono molte ancelle./La padrona ha molte ancelle.

Analizza le seguenti voci verbali all’indicativo presente e imperfetto del verbo «essere», individuando tempo, persona e numero, quindi traduci in latino tempo

era siete eravate sei ero

Agricola in campis est. Il contadino si trova nei campi. Dei sunt. Gli dèi esistono.

Un costrutto particolare e piuttosto comune in latino è il cosiddetto dativo di possesso. In questi casi, il verbo sum è usato in funzione di predicato verbale ed è accompagnato dal dativo della persona che possiede qualcosa in senso proprio o figurato; l’oggetto posseduto è il soggetto della frase latina ed è espresso in nominativo. In italiano è preferibile tradurre questo costrutto con il verbo «avere», ponendo come soggetto il sostantivo latino espresso in dativo e come complemento oggetto il soggetto della frase latina.

eram

erano

Le fanciulle sono felici. Athenae litterarum patria sunt. Atene è la patria della letteratura.

Il verbo sum si trova usato anche come predicato verbale, nel significato di «esserci, esistere, trovarsi».

est

3

Il verbo sum, es, fui, esse, come l’italiano «essere», può costituire un predicato nominale se unito a un sostantivo o a un aggettivo: in tal caso, il verbo sum assume la funzione di copula, e l’aggettivo o il sostantivo quella di parte nominale. Quest’ultima viene espressa in nominativo come il soggetto: se è un aggettivo, concorda anche in genere e numero; se è un sostantivo, invece, mantiene il proprio numero e genere, e concorda solo nel caso. es Puellae laetae sunt.

traduzione

erāmus

Il verbo sum: predicato nominale e verbale; il dativo di possesso

persona

numero

traduzione

4

Completa la traduzione delle seguenti frasi   1. Deae benignae sunt. Le dee ................................................... .   2. Peritia nautarum magna erat. L’abilità dei marinai .............................................. .   3. Graecia Musarum patria erat. La Grecia ...................................... delle Muse.   4. In insulis opacae silvae sunt. Nelle isole .................................................................... .   5. Dominae multae ancillae erant. ......................................................... molte ancelle.   6. Italia magna Europae paeninsula est. L’Italia ...................................................... dell’Europa.   7. Agricolis magnae divitiae non sunt. .................................. non ........................ grande ricchezza.   8. In Italiae silvis cervae et dammae erant. Nei boschi dell’Italia .................................................. .

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Unità 1

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Lezione 3 L’indicativo presente e imperfetto del verbo sum e delle quattro coniugazioni   9. Verae amicitiae rarae sunt. Le vere amicizie ............................................ .

8. Flaminia clara via Romana erat. 9. Senecae sapientia et doctrina erant. 10. Invidia saepe (avv.) discordiarum causa est.

10. Vos carae amicae eratis. Voi .............................................................................. .

Laboratorio di traduzione Impariamo a tradurre

Prima di affrontare il lavoro di traduzione è opportuno sottolineare alcuni elementi. In latino, come in italiano, il verbo è l’elemento essenziale della frase, tanto da essere sufficiente da solo a formare una proposizione; dunque, per sapere quante frasi compongono un testo, basta individuare tutte le forme verbali presenti in quel testo. Dal verbo si può risalire al soggetto, con cui esso concorda in numero (singolare o plurale), persona (I, II, III) e anche genere, qualora la forma verbale sia composta con un participio perfetto. Tuttavia, mentre in italiano l’ordine delle parole è di norma soggetto-verbo-oggetto, in una frase latina l’ordine è libero, in quanto le funzioni sintattiche sono evidenziate dalle terminazioni dei casi e non dalla posizione che la parola occupa nella proposizione. Quindi la frase italiana «La maestra loda le allieve» può corrispondere a piú frasi latine:

Magistra discipulas laudat. Discipulas magistra laudat. Laudat discipulas magistra. Magistra laudat discipulas. È evidente che, traducendo in italiano, dovrai rispettare l’ordine delle parole richiesto dalle regole della sintassi italiana. Ricorda che in latino non esiste l’articolo, mentre in italiano è un elemento fondamentale: soltanto grazie a un’attenta lettura dell’intero enunciato sarà possibile capire se sia opportuno far precedere un sostantivo dall’articolo determinativo o indeterminativo. Quindi, di fronte a una proposizione, è consiglia-

5

6

bile seguire un percorso di analisi di questo tipo: 1) individuare e analizzare la forma verbale, facendo attenzione alla persona, al numero e al genere, valutando se il verbo è transitivo o intransitivo, per postulare o meno la presenza di un complemento oggetto (retto soltanto da un verbo transitivo); 2) riconoscere il soggetto ed eventuali suoi attributi e apposizioni, che presentano la terminazione del nominativo; 3) riconoscere e analizzare le funzioni degli altri sostantivi grazie alle informazioni sintattiche fornite dalle terminazioni dei vari casi e alle caratteristiche del verbo (es. se il verbo è transitivo, cercherai un accusativo per individuare il complemento oggetto; se compare un genitivo, devi sapere che esso esprime per lo piú il complemento di specificazione e che è strettamente legato a un altro sostantivo, per cui non dovrai tradurlo mai subito dopo un verbo, tranne in rari casi; se è presente un dativo, devi sapere che di solito esprime il complemento di termine e quindi, come in italiano, sarà richiesto dal significato di verbi come «donare, dare, consegnare, mandare, scrivere, consigliare», o di aggettivi come «adatto, propenso, utile, vicino, nocivo», etc.); 4) individuare gli elementi indeclinabili, come gli avverbi; 5) scegliere il significato appropriato delle parole attraverso una corretta consultazione del vocabolario e una lettura attenta del contesto; 6) tradurre in un italiano corretto, che tenga cioè conto delle regole sintattiche e delle peculiarità della lingua italiana.

Traduci le seguenti frasi indicando la funzione del verbo sum e il costrutto del dativo di possesso 1. Livia puellarum magistra est. 2. Romanis deis multae statuae erant. 3. In («In», prep. con l’abl.) Germania magnae silvae erant. 4. Sicilia et Sardinia insulae Italiae sunt. 5. Magnae rosarum coronae matronis sunt. 6. Dominae magnae divitiae erant. 7. In («Nei», prep. con l’abl.) silvis ferae sunt.

Analizza e traduci in latino le seguenti frasi 1. Gli abitanti della Sicilia erano contadini e marinai. 2. La matrona aveva molte figlie (usa il costrutto del dativo di possesso). 3. Ad Atene (Athenis) c’erano grandi altari della dea Minerva. 4. La dea Diana ha la faretra e le frecce (usa il costrutto del dativo di possesso). 5. Siracusa era un’antica colonia greca.

3 2 Indicativo presente (attivo e passivo) delle quattro coniugazioni

F

orniamo ora il prospetto della coniugazione del presente indicativo (attivo e passivo) delle quattro coniugazioni. Prima coniugazione Indicativo presente

persona

Sing. I

Indicativo presente

amor, io sono amato

II

amas

amāris (-re)

III

amat

amātur

amāmus

amāmur

II

amātis

amamĭni

III

amant

amantur

persona

Sing. I

Indicativo presente

attivo

passivo

video, io vedo

videor, io sono visto

II

vides

vidēris (-re)

III

videt

vidētur

vidēmus

vidēmur

II

vidētis

videmĭni

III

vident

videntur

Plur. I

Terza coniugazione

passivo

amo, io amo

Plur. I

Seconda coniugazione

attivo

persona

Sing. I

attivo

passivo

vinco, io vinco

vincor, io sono vinto

II

vincis

vincĕris (-re)

III

vincit

vincĭtur

vincĭmus

vincĭmur

II

vincĭtis

vincimĭni

III

vincunt

vincuntur

Plur. I

21


Unità 1

22

Quarta coniugazione Indicativo presente

Lezione 3 L’indicativo presente e imperfetto del verbo sum e delle quattro coniugazioni persona

Sing. I

attivo

passivo

finio, io finisco

finior, io sono finito

II

finis

finīris (-re)

III

finit

finītur

finīmus

finīmur

II

finītis

finimĭni

III

finiunt

finiuntur

Plur. I

9

sono pregati, preghiamo; date, siamo dati; siete visti, vediamo; ordinate, ordinano; sono mandati, mandate; sei condotto, conduciamo; sei punito, puniscono; eravamo, siete, siamo, erano, eri.

10

Osservazioni

Traduci le seguenti forme verbali parant, parantur, paratis, paramur, paras; iubet, iubeor, iubes, iubentur, iubēris; legitis, legunt, legĕris, legimur, legit; auditur, audimur, audiuntur, audiunt, auditis; sum, eramus, sumus, estis, eras. prepara, prepariamo, siete preparati, preparo, sono preparati; ordino, è ordinato, ordiniamo, sei ordinato, siamo ordinati; sono letti, leggiamo, leggi, leggo, siete letti; ascoltiamo, siete ascoltati, ascolta, sei ascoltato, ascolto; eravamo, eravate, ero, erano, sei.

• Come si deduce dalle tabelle, l’indicativo presente attivo e passivo di tutti i verbi si forma dal tema del pre-

sente, che si ottiene togliendo le terminazioni -are, -ēre, -ĕre, -īre all’infinito presente attivo, con l’aggiunta delle terminazioni costituite dalle desinenze personali e dalla vocale tematica propria di ogni coniugazione, senza alcun suffisso temporale. • Per la I persona singolare possiamo notare che: nella I coniugazione la vocale tematica -a- si è fusa con la desinenza -o; nella II e nella IV coniugazione le vocali tematiche (-ē-, -ī-) si sono abbreviate davanti alla -o della desinenza. • Nella III coniugazione possiamo notare che si alternano le vocali tematiche -ĕ-/-ŏ-; la prima si trasforma in diversi casi in -ĭ- (es. mittĭmus, mittĭmur), la seconda, invece, passa ad -ŭ- (es. mittunt, mittuntur). • Nella IV coniugazione possiamo osservare la presenza della vocale tematica -ī-, che si è abbreviata in -ĭ- alla I persona singolare e alla III persona plurale. • La II persona singolare passiva presenta in tutte e quattro le coniugazioni le due desinenze -ris e -re.

Traduci le seguenti forme verbali oratis, oramur, oras; dant, damus, daris; vidēris, vident, videntur; iubes, iubemur; mittitur, mittunt; ducĭmus, ducis, ducunt, ducor; punimur, punitis, puniris; invenior, invĕnis, invenītis; est, sunt, eratis, eram, sumus, erat, es.

11

Analizza le seguenti voci verbali dell’indicativo attivo e passivo delle quattro coniugazioni, individuando tempo, persona, numero e forma, quindi traduci, come nell’esempio tempo

parat

presente

persona

III

numero

singolare

forma

attiva

traduzione

prepara

paramus putatis vident

E sercizi

vidēris ducis ducunt

7

8

punītur

Coniuga all’indicativo presente attivo e passivo i seguenti verbi oro, -as, -āre prego moneo, -es, -ēre ammonisco duco, -is, -ĕre conduco punio, -is, -īre punisco

punīris mittĭmus mittit moneor

Impara a memoria i seguenti verbi e poi traduci le forme verbali presentate do, -as, -āre do iubeo, -es, -ēre ordino mitto, -is, -ĕre mando invenio, -is, -īre trovo

mones rogantur rogamini rogatis

dant, damur, datis, do, datur; iubent, iubemur, iubes, iubemĭni, iubentur; mittĕris, mittit, mittĭtis, mittuntur, mittor; invĕnis, inveniuntur, invenīris, invenītis, invenīmus. diamo, sono dati, dà, siete dati, danno; ordino, sono ordinato, ordiniamo, sei ordinato, ordinate; sono mandato, siete mandati, mandate, mandano, mandi; trova, siamo trovati, siete trovati, trovano, sei trovato.

12

Analizza le seguenti voci verbali all’indicativo attivo e passivo delle tre coniugazioni italiane, individuando tempo, persona, numero e forma, quindi traduci in latino, come nell’esempio

23


Unità 1

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Lezione 3 L’indicativo presente e imperfetto del verbo sum e delle quattro coniugazioni tempo

preghiamo

presente

persona

I

numero

plurale

forma

attiva

traduzione

15

Collega le seguenti forme italiane con le rispettive voci latine amano sumus dicono praebemini siamo puto siamo puniti petimus siete offerti pellimini chiediamo sum sono monetis ammonite amant siete cacciati dicunt ritengo punimur

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Completa le seguenti frasi, inserendo il verbo indicato tra parentesi opportunamente coniugato all’indicativo presente, quindi traduci

oramus

pregano vedete siete visti siamo condotti conduciamo sei punito sono punito è mandato mandano sono ammoniti

1. Deae a matronis .......................................... (colo, -is, -ĕre).

ammonisci

2. Agricola terram .......................................... (aro, -as, -āre).

siete

3. Domina ancillas .......................................... (video, -es, -ēre).

eravate

4. Nos («Noi») patriam .......................................... (amo, -as, -āre).   5. Ancilla a dominā .......................................... (punio, -is, -īre).

13

14

6. Planta ab agricolis .......................................... (caedo, -is, -ĕre).

Trasforma dall’attivo al passivo o viceversa le seguenti forme verbali legit

......................................................

mittunt

......................................................

dicor

......................................................

oratis

......................................................

videmur

......................................................

ducuntur

......................................................

amatur

......................................................

putas

......................................................

praebes

......................................................

inveniunt

......................................................

Collega le seguenti forme latine con le rispettive voci italiane estis mandi videmus siete puniti oras siete timet teme sunt ascolta audit è condotto iubentur vediamo punimini preghi ducitur sono mittis sono comandati

7. Vos («Voi») deae statuam .......................................... (orno, -as, -āre).   8. Puellae multas horas .......................................... (dormio, -is, -īre).   9. Nos ab amicis .......................................... (dilĭgo, -is, -ĕre). 10. Ego («Io») epistulam amicae .......................................... (scribo, -is, -ĕre). 11. A puellis aviă .......................................... (respecto, -as, -āre). 12. Deae statuae a servis .......................................... (orno, -as, -āre).

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 Analizza e traduci le seguenti frasi 1. Ferae insularum silvas habitant. 2. Magistra Paulae audaciam laudat. 3. Cerva sagittis necatur. 4. Poëtarum fabulae Troiae ruinam narrant. 5. Ancilla magnis curis agitatur. 6. Undae insularum oras pulsant. 7. Puellae, gratae magistrae estis. 8. Discipulae magistris obtemperant. 9. Maesta ancilla multas lacrimas effundit. 10. Poëtarum fabulis delectamur.

Attenzione al lessico Oras, da ora, -ae, è un cosiddetto «falso amico». Significa propria-

mente «margine, orlo, limite» e, nell’accezione piú frequente,

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«spiaggia, costa, litorale». L’italiano «ora», unità di misura temporale, in latino si esprime con il sostantivo hora, -ae.

Analizza e traduci in latino le seguenti frasi 1. Gli abitanti dell’Asia obbediscono ai Persiani. 2. La timida colomba è spaventata dall’aquila. 3. Il poeta non cerca la gloria della ricchezza, ma della sapienza. 4. Atene è considerata patria della filosofia. 5. La terra è coltivata dai contadini.

25


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Unità 1

Lezione 3 L’indicativo presente e imperfetto del verbo sum e delle quattro coniugazioni

3 3 Indicativo imperfetto (attivo e passivo) delle quattro coniugazioni

F

orniamo ora il prospetto della coniugazione dell’imperfetto indicativo (attivo e passivo) derivato dal tema del presente. Prima coniugazione Indicativo imperfetto

persona

Sing. I

amābar, io ero amato

II

amābas

amabāris (-re)

III

amābat

amabātur

amabāmus

amabāmur

II

amabātis

amabamĭni

III

amābant

amabāntur

Indicativo imperfetto

persona

Sing. I

vidēbar, io ero visto

II

vidēbas

videbāris (-re)

III

vidēbat

videbātur

videbāmus

videbāmur

II

videbātis

videbamĭni

III

vidēbant

videbāntur

Indicativo imperfetto

persona

Sing. I

Indicativo imperfetto

passivo

vincēbam, io vincevo

vincēbar, io ero vinto

II

vincēbas

vincebāris (-re)

III

vincēbat

vincebātur

vincebāmus

vincebāmur

II

vincebātis

vincebamĭni

III

vincēbant

vincebāntur

Plur. I

Quarta coniugazione

attivo

persona

Sing. I

attivo

rale -ba-, posto tra la vocale tematica e le desinenze personali: es. am-a-ba-m, am-a-ba-r.

• La vocale tematica dei verbi della III coniugazione coincide con quella dei verbi della II (-ē-): es. vid-ē-ba-m (II coniugazione); vinc-ē-ba-m (III coniugazione). • La II persona singolare passiva presenta in tutte e quattro le coniugazioni le due desinenze -ris e -re.

E sercizi

19

20

passivo

vidēbam, io vedevo

Plur. I

Terza coniugazione

attivo

• Come si deduce dalle tabelle, l’imperfetto si forma dal tema del presente con l’aggiunta dell’infisso tempo-

passivo

amābam, io amavo

Plur. I

Seconda coniugazione

attivo

Osservazioni

passivo

Traduci le seguenti forme verbali orabant, orabamur, orabat, orabaris, orabamini; videbaris, videbantur, videbatis, videbam; dabat, dabamini; iubebar, iubebant, iubebamur, iubebatur; mittebam, mittebatis, mittebamur, mittebas; ducebat, ducebaris, ducebam, ducebantur; puniebaris, puniebamini, puniebas, puniebamus; eramus, eram, erant. pregavate, pregavano, eri pregato, pregavo; eravate visti, erano visti, vedevano, vedevo; mandava, eravate mandati, eri mandato, mandavate; punivo, eravamo puniti, punivamo, puniva; eravamo, era, eravate, eri.

21

Analizza le seguenti voci verbali dell’indicativo imperfetto attivo e passivo delle quattro coniugazioni, individuando persona, numero e forma, quindi traduci, come nell’esempio persona

parabaris parabamus videbamur videbaris ducebatis ducebamini puniebatur

finiēbam, io finivo

finiēbar, io ero finito

II

finiēbas

finiebāris (-re)

III

finiēbat

finiebātur

mittebatis

finiebāmus

finiebāmur

monebam

II

finiebātis

finiebamĭni

monebaris

III

finiēbant

finiebāntur

rogabantur

Plur. I

Coniuga all’indicativo imperfetto attivo e passivo i seguenti verbi oro, -as, -āre prego moneo, -es, -ēre ammonisco duco, -is, -ĕre conduco punio, -is, -īre punisco

puniebamur mittebas

II

numero

singolare

forma

passiva

traduzione

eri preparato

27


Unità 1

28

22

Lezione 3 L’indicativo presente e imperfetto del verbo sum e delle quattro coniugazioni Analizza le seguenti voci verbali all’indicativo imperfetto attivo e passivo delle tre coniugazioni italiane, individuando persona, numero e forma, quindi traduci in latino, come nell’esempio persona

eri ritenuto

numero

II

singolare

forma

24

Analizza le seguenti voci verbali all’indicativo presente e imperfetto attivo e passivo delle tre coniugazioni italiane, individuando tempo, persona, numero e forma, quindi traduci in latino, come nell’esempio

traduzione

passiva

tempo

putabaris

ero ritenuto

imperfetto

ritenevo

riteniamo

eravate visti

era ritenuto

vedevamo

ammonisco

conducevate

sono ammoniti

erano condotti

eravate detti

punivamo

dicono

erano puniti

erano ascoltati

eravate

sei ascoltato

erano

siamo cacciati

persona

I

numero

singolare

forma

passiva

traduzione

putabar

cacciavano

23

Analizza le seguenti voci verbali dell’indicativo presente e imperfetto attivo e passivo delle quattro coniugazioni, individuando tempo, persona, numero e forma, quindi traduci, come nell’esempio tempo

orabatis

imperfetto

persona

II

numero

plurale

forma

attiva

25

traduzione

pregavate

oramus putabat

 Analizza e traduci le seguenti frasi 1. Puellae perfŭgis aquam dabant. 2. Armillas et catellas puellae dilĭgunt. 3. Araneae muscas captant et vorant. 4. Agricolă copiosam escam gallinis dabat. 5. Noctuae silvarum speluncarumque densam umbram amant. 6. Vita rustica ab agricolis amatur. 7. Magna advenarum copia Athenas et Thebas visitabat. 8. Divitiae gloriam vanam compărant. 9. Silvarum umbra agricolis grata erat. 10. Magistra a discipulis bona putatur.

Attenzione al lessico

monebaris

Copia, da copia, -ae, è un falso amico. Il termine latino significa, infatti, «abbondanza» e non ha alcuna attinenza semantica con

monent

il derivato italiano «copia», propriamente il duplicato di un documento o di un oggetto.

dicebatis dicunt

26

Analizza e traduci le seguenti frasi 1. Historia vitae magistra putabatur. 2. Amicitiae invidiā delentur. 3. Domină ancillae lacrimis non commovebatur. 4. Germaniae incolae Romae potentiam timebant. 5. Advĕnae insulam Siciliam, nautarum patriam, visitabant. 6. Puellae statuam Minervae, sapientiae deae, rosis ornabant. 7. Athenae a Persarum copiis obsidebantur. 8. A matronis epŭlae filiis filiabusque parabantur. 9. Syracusae nautarum patria erant. 10. Frugifĕra terra olearum et uvae magnam copiam agricolis praebebat.

27

Analizza e traduci in latino le seguenti frasi 1. Gli abitanti delle coste erano terrorizzati dai pirati. 2. Cornelia, matrona romana, visitava l’isola della Sicilia. 3. Lo straniero adorava la statua della dea Minerva. 4. Le ancelle mostravano alla padrona laboriosità e diligenza. 5. Le ombre della sera erano temute dalle fanciulle paurose.

audiebamini audiris pellunt pellĭmur pelluntur scribebant scribimini punīmus puniebam

29


30

Unità 1

Lezione 3 L’indicativo presente e imperfetto del verbo sum e delle quattro coniugazioni

versioni *

3 La vita dei contadini

Leggi attentamente i seguenti brani e traduci

1 L’Italia

[prima declinazione; indicativo presente]

L’Italia è una penisola dell’Europa, particolarmente fortunata per le condizioni geografiche, il clima favorevole, la laboriosità dei suoi abitanti.

Italia, patria nostra, magna Europae paeninsula est. Ibi amoenae orae, amplae planitiae, limpidae aquae, magnae silvae sunt. Incolis et advĕnis gratae sunt orae Liguriae, Tusciae, Campaniae, Apuliae, Calabriae, Siciliae et Sardiniae. In silvis («Nei boschi») multae lusciniae, cervae et dammae sunt. Deorum («Degli dèi») et dearum fama Romam nobilitat. Bai­ ae et Capreae feriis («per le ferie») clarae sunt; in Sicilia («in Sicilia») Syracusarum fama splendet. Italiae uvarum, aristarum, ovicularum, vaccarum equarumque magnă copiă est. Italiae incolarum diligentiă, nautarum peritiă et agricolarum industriă notae sunt. Italiae incolis praecipue agricultura cara est: vita rustica enim parsimoniae et iustitiae magistra ab incolis putatur. Agricolae silvarum deas honorant, matronae filiaeque familias benevolentiam Vestae implorant. Magna est etiam poëtarum scientiarumque fama; in Italia («in Italia») vita iucunda et serena ab incolis et advenis existimatur. Attenzione al lessico Fama, da fama, -ae, è una cosiddetta vox media. Indica propriamente «ciò che si dice di qualcuno o di qualcosa»; è da tradursi quindi, a seconda del contesto, come «notizia (vera o falsa), pubblica opinione, reputazione (buona o cattiva)».

Industriă, da industria, -ae, è un falso amico. Il termine significa

«operosità, zelo, impegno», mentre il sostantivo italiano «industria» è il luogo nel quale si lavora per produrre e, insieme, il settore dell’economia che trasforma le materie prime in beni di consumo.

[prima declinazione; indicativo presente]

In («In», prep. con l’abl.) casa agricolarum non multae deliciae sunt; nam saepe casa est parva et agricolae cum («con», prep. con l’abl.) magnā familiā habitant. Agricolarum casae neque marmoreis columnis («con ...») neque pretiosis tabulis («con …») neque splendidis statuis («con …») ornatae sunt, sed parva lucerna parcam mensam illuminat. In agris («Nei campi») dura et laboriosa vita est, sed iucunda et laeta, quia («perché») agricolae divitias et avaritiam ignorant. Agricolae mane (avv.) surgunt, vaccis et capellis herbam dant, agnas et capellas curant, terram arant et vineas colunt. Villĭca mensam parat, cum ancillis operas domesticas curat, in fluminis aquis («nelle acque del fiume») lanam lavat. In villarum areis saepe gallinae et columbae ab agricolarum feminis aluntur. Sub vesperum («Verso sera») agricolarum casae lucernis illuminantur: tunc a feminis lana tractatur et ab agricolis rusticae opellae curantur. Interim tenebris villa, casae, areae involvuntur: tacent ferae, non sibilant merulae nec cantant alaudae vel lusciniae, solum («solo») noctua importuna stridet et infaustam querellam tollit.

Individua nel testo: • i sostantivi della prima declinazione; • le particolarità della prima declinazione; • i verbi della prima coniugazione e le voci di sum.

Schiavi che pigiano l’uva (II secolo d.C.; Venezia, Museo Archeologico).

[prima declinazione; indicativo imperfetto]

Un’orsa e una lupa litigano per un’agnella, e quest’ultima ne approfitta per mettersi in salvo.

Discordia domestica stulta et damnosa est, ut poëtae fabella docet. Ursa et lupa, amicae bonae, in silva («nel bosco») ambulabant et candidam agnam videbant. Placida agna, insidiarum ignara, teneram herbam carpebat et limpidam aquam fossae bibebat. Praeda beluarum invidiae et discordiae causa erat. Nam ursa clamabat: “Opto agnam vorare”, at lupa: “Avida socia, – inquit («dice») – erras: agna praeda mea est”. Beluae superbae asperam pugnam inchŏabant et agna fugā («con la fuga») vitam servabat. Leaena pugnam videbat, ferarum iram sedabat et exclamabat: “Vobis (dat. plur. del pron. pers. vos) magna stultitia est: nam praeda salva est, vos («voi») plenae plagarum estis!”.

Analisi del testo Individua nel testo: • gli imperfetti indicativi delle quattro coniugazioni e analizzali; • le voci verbali di sum; • le apposizioni e gli attributi.

I contadini vivono in abitazioni semplici e modeste e si dedicano alla coltivazione dei campi e alla cura degli animali domestici.

Analisi del testo

2 Fra due litiganti ... il terzo gode!

31

Attenzione al lessico Casa, da casa, -ae, è un falso amico. Ha il significato generico di

«capanna, casupola, stamberga», ma indicava, in particolare, il capanno posto nei campi, nel quale i contadini erano soliti riporre gli attrezzi di lavoro. Il termine italiano «casa», cioè l’abitazione nella quale viviamo, corrisponde invece al latino domus. Villarum, da villa, -ae, è un falso amico. Non indica, infatti, l’abitazione lussuosa che tutti noi immaginiamo, ma la «fattoria», ovvero una grande casa di campagna dove, accanto all’abita-

Analisi del testo Individua nel testo: • i sostantivi che hanno la funzione di soggetto; • i predicativi del soggetto e dell’oggetto; • le congiunzioni; • le varie forme verbali e analizzale; • i complementi d’agente.

zione dei padroni e degli schiavi, si trovavano le stalle per gli animali, i depositi per gli attrezzi e per la conservazione dei prodotti agricoli. Areis, da area, -ae, è un falso amico. Non indica l’area di una figura geometrica, ma l’«aia», lo spiazzo antistante la casa colonica, in cui i contadini battevano e facevano essiccare il grano e in cui si muovevano gli animali da cortile. In senso piú ampio indica la «piazza», il «cortile», l’«arena» e anche l’«aiuola».


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