Austerità

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Quattro campi del design, pi첫 interpretazioni (e reazioni) al tema. Product

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Exhibit

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Fashion

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Graphic


AUSTERITA’ Analisi del contesto sociale, produttivo ed economico in relazione allo scenario contemporaneo dell’austerità.

Eleonora Bompieri Sapienza Universita’ di Roma | Facolta’ di Architettura Corso di Laurea Triennale in Disegno Industriale a.a. 2013 / 2014 Laboratorio di Sintesi Finale per la sperimentazione


Definizione & Significati Etimologicamente:

Dal dizionario:

dal latino “austerus”, letteralmente col significato di “asciutto, secco”. Aggettivo usato per le sostanze e in specie nei confronti dei vini non dolci, che rendono la lingua arida, secca, producendo al palato una sensazione spiacevole.

- Carattere di severo, rigido, inflessibile nei principi e nei modi e nei costumi: dicesi di carattere, di vita, di comportamento, di pensieri; anche nella fisionomia e nell’aspetto; - Solennità, serietà, compostezza di forma: dicesi di oggetti, paesaggi, architetture; - In economia, politica di severo contenimento della spesa pubblica e dei consumi privati, attuata per arginare una crisi economica o per frenare l’inflazione monetaria: dicesi di una linea programmata; di un regime imposto; - Asprezza, rigidezza del clima, della stagione.

Dal dizionario delle belle arti: l’atteggiamento che esclude quasi ogni ornamento, volendo solo fermezza nel disegno e semplicità di composizione, senza accessori che distraggano dal soggetto.

Testi e dizionari provano a dare una definizione quanto più precisa e oggettiva del termine, cercando di tratteggiare il profilo di un concetto astratto, enigmatico nelle sfumature e sui piani di riferimento. Dai vocabolari, possiamo trarre alcune osservazioni: etimologicamente, intuiamo una dimensione dell’austerità esplicata per lo più da un’accezione negativa (“spiacevole”); nelle altre, il concetto si amplifica in dimostrazioni più concrete e, decisamente, più sfumate. Se da una parte, notiamo una neutralità del termine, la cui aggettivazione non implica necessariamente un connotato negativo (“composto, solenne, semplice...”); dall’altra, è chiara l’inclinazione ostile del termine, soprattutto a livello sensoriale ed economico (“asprezza, severo contenimento...”). Detto ciò, con che valore definiamo “austero” un oggetto, un paesaggio o, addirittura, una persona? Per arrivare a definire il nostro tema, effettuiamo una sospensione di giudizio: spogliamo momentaneamente le definizioni trovate di qualsiasi sfumatura che possa influire sulla nostra capacità di valutazione ed estrapoliamone lo scheletro. A questo punto, evidenziamo dalle diverse fonti le parole chiave capaci di dar nitidezza al significato, in un quadro quanto più generale possibile.

inflessibile

serietà fermezza

rigido

compostezza semplicità

severo

solennità programmato


Nove parole, una bozza di ritratto. Quel che ne emerge è una forma mentale almeno tratteggiata, un primo profilo del concetto: l’idea è quella di un sistema preciso, organizzato e pianificato, le cui radici si fondano sull’ordine e sulla semplicità. Proseguendo nella nostra analisi lessicale, poniamo l’attenzione su alcune locuzioni: “escludere, contenere, imporre”...Questi verbi, in quanto transitivi, presuppongono l’esistenza di un secondo soggetto, in rapporto diretto col primo. Essi denotano una forza avversa, un’identità contraria rispetto alla prima, la cui spinta di espansione debba essere “frenata” e/o controllata in modo deciso e, se necessario, forzato. Contradictio est regula veri, non-contradictio falsi: per definire ulteriormente l’identità del nostro soggetto ordinato, perchè non porlo davanti al suo contrario, che lo circoscriva nel carattere attraverso la sua contraddizione? Tale operazione ci mette tra le mani due “personalità”

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opposte e necessarie:

im pro vv

''

Il positivo, infatti, è solo in

rapporto a un negativo, cioè: il positivo, come negativo, è in se stesso la differenza da se stesso. Solo in questa relazione ha un

isa z

ion e

sta appunto nel suo concetto

Con questo metodo d’identificazione, definiamo il profilo del nostro secondo soggetto d’indagine: un’entità dalle priorità opposte, fondata su un caos dalla forma complessa e non strutturata, il cui carattere incostante e malleabile si trova inevitabilmente a scontrarsi col proprio contrario. Tra i due elementivi è quindi una reciproca dipendenza, un rapporto di polarità che implica una condizione di complementarità. Poniamoci un ennesimo interrogativo: tralascando una fase di equlibrio, per lo più statico, in che modo queste due forze si relazionano? Come si sviluppa il loro rapporto, tanto da mantenere la reciproca dipendenza che la volontà di scavalcarsi l’un l’altro, poichè antitetici? Ma soprattutto, ogni individuo come reagisce a questo gioco di forze?

.

significato, cosicché il negativo


Lo scontro di polarità ha in conclusione un risultato inaspettato: ogni forza, eccedendo, coltiva tratti caratteristici della sua opposta, così da mutare nel suo andamento. Nell’estendersi, l’”ordine” diviene “disordine”, e viceversa: il mutamento permette il ristabilirsi naturale dell’equilibrio. Questo meccanismo, di visione entropica, vede lo sviluppo di un momento transitorio e contraddittorio: nell’attimo di massima tensione, i due poli assistono all’assottigliarsi delle proprie diversità. E’ l’ambiguità di questo lasso di tempo a dare inizio ad una scomoda percezione da parte del soggetto uomo, vero interprete e giudice della polarità, che, confuso, si abbandona ad uno sfuggente stato emotivo: l’austerità. Tornando alle definizioni date dai testi, otteniamo la conferma che tale condizione risulti estremamente spiacevole. Questa difficoltà elaborativa data dall’incoerenza di due realtà contrapposte ma divergenti, produce una dissonanza cognitiva, che l’individuo cerca automaticamente di eliminare o ridurre. L’austerità si dimostra come un segnale di pericolo che avverte l’ente perchè esso adotti una strategia per il ristabilimento dell’equilibrio.

l’austerità è un disagio psicologico dato dal disequilibrio dei due poli * quattro fasi di sviluppo: - la manifestazione di una relazione dissonante; - l’insorgenza del disagio; - la riduzione del disagio, con l’adozione di strategie, difensive od offensive; - il ristabilimento della coerenza e dell’equilibrio.

''

La dissonanza nasce tra la conoscenza

del proprio mondo interno e la conoscenza di stare agendo in modo contrario (...) L’uomo ha bisogno di valutare costantemente se stesso, e dall’esigenza che ne deriva di adeguare il suo comportamento a questa valutazione.

Questa

fragilità

induce

l’individuo a modificare aspetti del proprio comportamento, dell’ambiente esterno o del proprio mondo interno fatto di credenze, opinioni, atteggiamenti, al fine di ridurla

.

Leon Festinger


Gli spazi d’invasione La polarità appena discussa non è altro che l’immagine di due modalità d’azione con cui l’uomo cerca di gestire tutto ciò che lo riguarda. Possiamo concretizzare il sistema strutturato in tre parti principali, relazionabili alla spinta opposta a cui reagiscono: lo Stato, per la gestione di spazi e relazioni interpersonali; la religione, per l’orientamento a un sistema di pensiero; l’economia, per la gestione delle risorse individuali e collettive, Poichè l’austerità coinvolge pienamente l’individuo, nella sua singolarità prima ancora che nella collettività, bisognerà necessariamente considerare il soggetto in tutti i suoi campi d’esistenza e necessità.

spazio fisico Necessità biologica: L’uomo, per la sua sopravvivenza come essere naturale, ha bisogno di un ambiente vitale adatto ai suoi bisogni, non solo nelle dimensioni, ma anche nelle opportunità che da esso può ricavarne.

* spazio rigoroso * troppo spazio spazio di espressione Necessità psicologica: L’uomo, in quanto ente pensante, non può far a meno di esporsi in giudizi, espressioni creative, ragionamenti più o meno astratti. Egli ha bisogno di manifestare ciò che lo rende un unicum tra tanti.

* espressione limitata * espressione libera spazio di scelta Necessità economica: L’uomo è un essere economico: è egli stesso a gestire e creare il mercato per soddisfare i propri bisogni. La sua possibilità di scelta è l’espressione della risposta commerciale che egli considera migliore all’occorrenza.

* scelta scarsa * scelta eccessiva


Emergenza periferie: Scampia è un quartiere dimenticato e autonomo

2006

2013

Proteste in Turchia: lo Stato propone la rimozione del parco Gezi a Instabulcc

Lo Stato è un’entità giuridica mirata alla concretizzazione di risposte ai bisogni collettivi, anche in termini spaziali: che succede se ciò non avviene? Quando la struttura scavalca i suoi recinti invisibili, spesso fa sì che le sue soluzioni si dimostrino lesive e contraddittorie rispetto alla sua stessa funzionalità. Non mostrandosi più come interprete delle necessità individuali e collettive, si verificherà una strategia per il ristabilirsi dell’equilibrio, ridimensiondando la parte strutturata attraverso l’ispessimento del suo negativo. Pensando ad una situazione opposta, cosa accadrebbe se la struttura venisse a mancare, lasciando, spazio al disordine? Tale quadro non è molto lontano da alcune realtà attuali: ambienti abbandonati a sè stessi, dove i bisogni umani non solo rimangono irrisoltati, ma addirittura generano ulteriori necessità intralasciabili. Il soggetto, sentendosi abbandonato dallo strumento che egli stesso ha creato, non può che cercare risposte alternative al problema, creando nuove forme d’ordine che, con qualsiasi mezzo, garantiscano sicurezza e soluzioni adeguate al suo status attuale,seppure in scontro con la struttura “ufficiale”.

''

Quando la funzione generale di tutela della collettività viene meno, non rispecchiando le

esigenze sociali, le contraddizioni provocano una situazione di disagio e incertezza, esponendo i soggetti a una necessità di riadattamento. (...) La società complessiva, ogni gruppo particolare e ogni singolo membro partecipante superano le tensioni e i conflitti al proprio interno attraverso equilibri temporanei, e muovono verso nuovi sforzi creativi

.

Park & Burgess


Mark Zuckerberg lancia il suo social network: Facebook

2004

1963

Il monacoThich Quang Duc si auto-immola per protesta contro la politica di oppressione

L’uomo, come essere pensante, ha una necessità innata di manifestare il proprio pensiero, in qualunque forma esso si dimostri. Tale bisogno ha un duplice valore: sia a livello collettivo, come base comunicativa di scambio e identificazione, quanto più su un pianto individuale, in cui ognuno interiormente può aver modo di definirsi e conoscersi. Cosa succede se lo spazio d’espressione è scarso, o completamente assente? Il soggetto si trova costretto in uno stato di blocco: come definirsi in una società tanto diversificata quanto omologata? Per superare il filtro, il soggetto ha due principali possibilità di reazione: costruire un sistema alternativo in cui esplicare se stesso e coinvolgere gli altri (quali sette, partiti, movimenti...); oppure continuare la sua operazione riflessiva a livello individuale, rifiutando l’esterno come veicolo e fine, tanto da spezzare l’idea stessa di società, di scambio per la crescita collettiva. Spostandoci sul problema opposto, notiamo come i nuovi sistemi di comunicazione abbiamo permesso alla società di spostare gran parte dell’informazione su nuovi piani. Internet è diventato un nuovo campo di scambio in cui, teoricamente, chiunque ha libertà di esprimere e condividere dati d’ogni genere. E’ facile intuire i rischi di una comunicazione senza filtri, interpersonale ma fisicamente distante: la vastità e la varietà di dati messi a disposizione sono tali da complicare il vaglio delle notizie, cogliendo le verità. Questo sovraccarico di informazioni, sebbene sia un’innegabile risorsa, è un luogo di confusione il cui sapere è spesso circondato (o seppellito) da notizie subdole e/o poco veritiere che rallentano la crescita collettiva. Come disse Bertrard Russell, “Il pensiero non guarda ai privilegi, alle istituzioni stabilite e alle abitudini confortevoli. Il pensiero è senza legge, indipendente dall’autorità, noncurante dell’approvata saggezza dell’età...”

.


Boom di investimenti cinesi in Italia: cresce la globalizzazione nella spesa

2013

1973

Il prezzo del petrolio ha un innalzamento vertiginoso: l’Occidente è in crisi

La crisi petrolifera, non a caso rinominata come “Austerity”, rappresentò un duro colpo per la società, non solo a livello commerciale, quanto più concettuale: un simile choc mise la collettività di fronte alla sua dipendenza per una fonte energetica, distribuita da un’organizzazione di tipo monopolistico. La situazione fu di grande impatto, determinando una quasi immediata strategia alternativa: dopo aver ottenuto una maggior consapevolezza sull’instabilità del sistema centralizzato, iniziò la ricerca e lo sviluppo di una fonte energetica sostitutiva. Per fronteggiare la difficoltà rappresenta dalla “non-scelta”, l’intera collettività cercò di porsi in una posizione difensiva, instaurando una struttura alternativa a cui affidarsi. Analizziamo ora una situazione dalle caratteristiche opposte: osservando gli scaffali di un supermercato, notiamo immediatamente l’enorme quantità di prodotti in mostra, le varietà di uno stesso articolo. La possibilità di scelta in un’offerta così ampia se, da una parte, conquista il consumatore, dall’altra lo canalizza nel riflesso di una modernità liquida, citando Bauman: il consumo è la priorità di ogni individuo, che vede nel prodotto la possibilità d’acquisto di differenti identità personali, cosicchè il mercato viene rivolto unicamente verso l’appagamento di tale desiderio. Questa proiezione d’identità nei prodotti e nei servizi riesce a spostare in secondo piano le reali necessità del soggetto che, costantemente indotto a nuovi bisogni e periodicamente insoddisfatto, si trova così confuso, incapace di percepire le vere priorità individuali.


Fusione & Sintesi Abbiamo appena visto sei esempi di manifestazione dell’austerità, come il disequilibro si evolva e venga a risolversi nel suo nuovo equilibrio temporaneo. Dopo questa lunga analisi, sorge spontaneo tentar di dare una risposta a uno stato apparentemente inevitabile, dagli effetti costanti in ogni episodio. Come annullare, o almeno trattenere, questo disagio psicologico? La risposta risulta semplice: per eliminare l’austerità, basterebbe sfumare la linea divisoria tra i due poli, alleggereire il divario tra le parti, trovando una giusta proporzionalità così da eviterare il duro confronto e le ambiguità d’identificazione. Ivan Illich sostiene tale ragionamento con la teoria della cosiddetta etica austera diretta:

''

Le società moderne, ricche o povere che siano, possono scegliere tra due strade opposte...

Possono o conservare le loro economie ad alta intensità di mercato, modificando soltanto le caratteristiche tecniche del prodotto, o ridurre la loro dipendenza dalle merci. La seconda soluzione comporta l’avventura di immaginare e costruire strutture nuove in cui gli individui e le comunità possano elaborare un diverso tipo di attrezzatura moderna. Permettere alla gente di modellare e soddisfare direttamente e personalmente una crescente porzione dei propri bisogni

Il filosofo incoraggia quella virtù sociale per cui la gente riconosce e fissa dei limiti che ognuno può rivendicare sugli strumenti, tanto per la propria soddisfazione quanto per servire gli altri. Questa austerità conviviale sollecita la società a proteggere il valore d’uso personale contro l’arricchimento mutilante. Protette dalla perniciosa opulenza, sorgerebbero molteplici culture differenziate, tutte moderne e tutte propizie ad un impiego diffuso degli strumenti moderni. La struttura deve porre basi ordinate per canalizzare e spronare l’espressività di ogni singolo individuo, senza mai imporsi su di esso ma facendosi strumento efficiente per soddisfare qualsiasi tipologia di bisogno, facendosi giusto terreno per dar sfogo alle espressività, ma sempre con fine primo di contribuire alla crescita della collettività. Questo risultato può facilmente trovar sfogo nel design, venendo proprio incontro ai tre diversi campi:

* spazio * espressione * scelta economica

.


Trovare la propria spazialità Ogni utente presenta una propria cognizione spaziale. Questa non si plasma solo in base all’ambiente di riferimento, ma nasce spesso da radici più profonde, affondanti, per lo più sul profilo psicologico e culturale del soggetto. Data questa prefazione, come possiamo quindi rapportarci con lo spazio, così da creare una percezione quanto più generalizzata possibile tra gli utenti? La distanza interpersonale e i rapporti spaziali tra le persone e l’ambiente giocano un ruolo fondamentale nel sentirsi a proprio agio o a disagio in una certa situazione.

La

prossemica

vuole,

appunto,

dar

delle linee guida in questo approccio. Edward Hall, l’antropologo che ha coniato il termine prossemica, definisce questa discliplina “lo studio di come l’uomo struttura inconsciamente i microspazi – le distanze tra gli uomini mentre conducono le transazioni quotidiane, l’organizzazione dello spazio nella propria casa e negli altri edifici e infine la struttura delle sue città”. Con questa disciplina, possiamo impostare e regolare una prima ottica su come e quale sensazione emotiva si debba innestare per dare un’identità psicologica all’ambiente. Altro approccio importante per la definizione spaziale, ma in una visuale più dinamica e transitoria, è rappresentato dal wayfinding. Esso riguarda le modalità per trasferire informazioni ambientali agli individui, attraverso la segnaletica orientativa e/o altri mezzi di comunicazione, supportando in questo modo le strategie che le persone usano per trovare la giusta direzione in ambienti nuovi o familiari, basate sulle loro capacità e abitudini cognitive e percettive.


Prossemica e wayfinding sono teorizzazioni che provano a dare delle regole a questo sottile reticolo di percezioni, sebbene il rapporto utente-spazio rimanga ancora del tutto intimo, soggettivo e, a volte, equivoco. Sono tante le concretizzazioni che hanno tentato di “dar luogo” a una percezione cognitiva che risulti funzionale ma, soprattutto piacevole. Esaminiamo alcuni casi di interazione spaziale:

Il Museum of Arts and Design a New York collezione e presenta manufatti storici e contemporanei d’arte e design. Con la sua nuova apertura al Two Columbus Circle nel settembre 2008, il MAD ha commissionato allo studio Pentagram di creare un sistema di segnaletica e wayfinding sia per gli interi che per gli esterni, statica e dinamica. Quest’ultima ha previsto un sistema interattivo collocato nei bivi tra le gallerie. Numerosi

display

touch,

orizzontali

e

verticali,

accompagnano il visitatore nella visita, fornendo schedati sugli oggetti (in un catalogo di ben 2,200 oggetti classificati per anno, tecnica, provenienza ecc), informazioni riguardanti il museo ed, ovviamente, aggiornamenti su esposizioni ed eventi futuri o in corso. Tale sistema si è dimostrato utile soprattutto per fornire una panoramica generale del complesso, distribuito su ben nove piani. Ad essi, si aggiungono le “trading lines”, le linee guida adesive applicate a terra per accompagnare gli utenti attraverso percorsi di visita specifici. Premiato del Honour Award nel 2009 dal SEGD, Society for Experiential

Graphic

Design,

questo

sistema

di

wayfinding grafico risulta efficace ma poco invasivo, così da non imporsi troppo drasticamente sul vero carattere del complesso museale.


Per Copenhagen Properties, con Re(birth)ception il

Senza trascurare l’estetica all’altare della funzionalità,

team di designer e architetti olandese Bosch & Fjord,

il team ha lavorato su uno stile che ricorda Mondrian,

ha lavorato sul concetto di sala d’attesa come spazio

rifinendo questo mobilio geometrico bianco con inserti

d’interazione, nonché sul design comodo e ideale per

neri e riservando il vistoso rosso agli alloggiamenti ergo-

conciliarla.

nomici. Un’idea sfiziosa che ben sa collocarsi nell’albo

Partendo da un approccio creativo e concettualmente

dei progetti “anti-austerità”: un lavoro che si è focaliz-

artistico, i designer hanno dotato una serie di sostegni

zato su uno degli ambienti oggettivamente più detestati

di forma cubica di appositi alloggiamenti ergonomici

dagli utenti per riscattarne ed ammorbidirne la perce-

per mani, piedi e altre parti anatomiche, allo scopo di

zione. Il fattore “gioco”, nonchè la forte interazione ispi-

conciliare una posizione più comoda a chi è costretto a

rata dall’ambiente, in cui l’individuo si trova necessaria-

sottoporsi a medie o lunghe attese, stimolando e inco-

mente e volutamente a trovar la propria posizione, sono

raggiando al contempo l’interazione con i vicini.

carte vincenti per il successo del progetto conclusivo.

Questo progetto, già di successo a livello ideativo, vede gran parte dei suoi studi basati sui comportamenti individuali. Come ci comportiamo nei momenti d’attesa, che posizioni assumiamo? Sebbene la risposta sembri facile, il progetto a dovuto tener conto di un grande insieme di dati che si adattassero al comportamento singolo e non ne forzassero l’azione.


Yayoi Kusama è un’artista giapponese dall’aspetto

delle due settimane successive, i più piccoli visitatori

piuttosto eccentrico che di mestiere fa l’installation

del museo ricevevano migliaia e migliaia di punti

artist ed è specializzata nel creare effetti speciali con

adesivi colorati e venivano invitati a collaborare alla

gli specchi. Le sue mirror room sono meravigliose,

trasformazione dello spazio in un esplosione vibrante di

suggestive, poetiche e soprattutto lisergiche. Il suo

chiazze di colore. La camera bianca è progressivamente

uso, o meglio, riempimento di spazi nasce dalla volontà

cancellata, lo spazio misurabile cambia con il passare

di innescare inaspettati stati d’animo nel visitatore

del tempo. Un’opera di una semplicità disarmante nella

e condurlo in una vera e propria nuova dimensione

sua composizione elementare.

psicologica.

La “principessa dei pois”, come è stata soprannominata,

In occasione della mostra “Look Now, See Forever”,

mette al centro della sua mostra il concetto di spazio

l’artista

un’installazione

infinito, ben rappresentato nelle grandi installazioni

sorprendente per la Queensland Gallery of Modern Art.

ambientali dove lo spettatore è letteralmente inghiottito

Per

nome

da un’infinità di puntini luminosi moltiplicati da vaste

dell’installazione, Yayoi Kusama ha costruito un

superfici specchianti. Giocosi e definiti pop con troppa

ambiente di grandi dimensioni, dipingendo ogni muro,

disinvoltura – perché ricordano vagamente il mondo

sedia, tavolo, pianoforte, e decorazione di un bianco

colorato dell’immaginario della Pop Art – in realtà i dots

brillante, come una gigantesca tela bianca. Nel corso

della Kusama sono da sempre espressione delle sue

giapponese

“The

ha

Obliteration

realizzato Room”,

questo

il

Prendete una stanza completamente anonima in cui tutti gli elementi sono stati dipinti di bianco e fateci entrare dei bambini armati di post-it colorati. Dite loro che possono fare tutto quello che desiderano, possono imbrattare le pareti e lasciarsi andare a quell’istinto artistico spontaneo e non controllato che solo loro possiedono. Ed ecco comparire i colori, dapprima pochi e isolati, fino a diventare un effluvio irregolare, tanto che la stanza perde forma nuovamente divenendo l’espressione della loro fantasia.


visioni e allucinazioni, delle sue paure e fobie, ma anche

nel 2012. Louis Vuitton ha dato la possibilità all’artista di

manifestazione tangibile della sua densa vita interiore.

contribuire alla creazione di una collezione estremamente

Kusama ha prodotto i suoi primi enormi lavori “infinity”

affascinante. Il filo conduttore di questa collaborazione,

alla fine degli anni ’50 a New York, dove si era trasferita

oltre all’impronta creativa del designer, sono i polka

come giovane artista. L’intrinseco paradosso filosofico

dots, vera e propria firma artistica di Kusama.

di questi lavori, che “l’infinito” possa essere quantificato

I polka dots non costituiscono un semplice pattern, ma

all’interno della cornice arbitraria di una stanza, insieme

danno forma e volume agli oggetti che ricoprono: in un

alle implicazioni più soggettive e ossessive della loro

gioco di tinte forti e alternanze di vuoto-pieno, i capi

genesi, li distinsero dall’astrattismo minimalista che

assumono forme differenti, modellando il corpo come

avrebbe dominato la scena artistica locale parecchi anni

un retino tridimensionale.

dopo.

L’opera di Kusama, in tutte le sue concretizzazioni, ci

Paesaggi surreali, quasi fiabeschi, avvolgono il visitatore

fa esplorare un aspetto polimorfico dello spazio, dove

coninvolgendolo ino stato d’animo estremamente

gli effetti trombe l’oeil e texture in dimensione maxi,

intimo ma, almeno per la maggior parte, di contentezza.

giocano di forte impatto con l’utente, il quale riesce

Questa sua personale riflessione spaziale ha trovato sfogo

a mettersi in discussione rispetto allo scenario: “è

anche nella moda, con un’importante collaborazione

l’ambiente ad essere grande o io ad esser piccolo?”


Campi di espressione Come già sottolineato dall’analisi del contesto, ognuno ha bisogno di esprimersi, comunicare qualcosa di sè stesso. Ciò nonostante, è bene focalizzarsi su quali siano i giusti spazi e, soprattutto, gli strumenti adatti per veicolare l’informazione. Il design, ancora una volta, ci viene incontro fornendoci tanti esempi di piattaforme (che siano strutture concrete o virtuali) per manifestare pensiero, gusto e personalità d’ognuno, senza gravare con un continuo imporsi con gli altri e/o la sovrapposizione di informazioni all’interno di qualsiasi scnario, sociale o fisico. Si tratta di strumenti che si sviluppano proprio grazie al contributo degli utenti, delle basi ordine e soggette al cambiuamento ma non per questo prive di carattere. Un’idea del gruppo Suck è il PaperWatc”. Si tratta di un semplice orologio dove la parte creativa è lasciata all’utente. Come una tela bianca realizzata in Tyvek (un materiale simile alla carta resistente allo strappo). Anche se sembra fatto di carta, come il suo nome parrebbe suggerire, l’orologio paper watch non si sbrindella né si macchia a causa della pioggia. Questo orologio può diventare di qualsiasi stile si desideri, per decorararlo basta un po’ di fantasia ed una penna o matita, oppure pennarelli, vernice, brillantini ... Il cinturino è regolabile e si adatta a qualsiasi polso, di grandi e piccoli. Un’altra interessante idea è quella nata dall’attento designer Paolo Ulian. Una mattonella (“Pagina”) per bagni pubblici, che invece di respingere le scritte, spesso oscene, dei vari avventori, le cerca, le accetta volentieri. Una piastrella che si fa pagina di quaderno per ricordarci della sua vocazione, di accettare i nostri pensieri, le nostre emozioni.

''

In nessun altro luogo siamo noi

stessi come in bagno. In un bagno pubblico poi siamo ancora più liberi. Chissà se qualcuno prima o poi scriverà su Pagina una poesia da pubblicare, sarebbe bellissimo

.


#Untamed è stata la prima esposizione fotografica

Simili interazioni non sono nuove negli ultimi anni:

digitale nel suo genere. Un’installazione con le

instagram e i suoi contenuti sono spesso protagonisti di

immagini Instagram più spettacolari, presentata a

allestimenti ed esperimenti digitali per ampliare il grado

Parigi nel Mercedes-Benz Pop-Up Store. Si tratta un

di coinvolgimento del pubblico.

brillante esempio di come un’opera, o un ambiente,

E’ il caso, ad esempio, del “video in evoluzione” dei

possa nascere dai social media, componendosi

Sigur Ròs: il clip è addirittura e potenzialmente infinito,

da innumerevoli immagini della community. Ogni

perché si alimenta con le foto e i video (grazie alla nuova

secondo nel mondo vengono condivise milioni di foto

funzionalità della app) taggati #stormur, e pubblicati su

su Instagram. Istantanee che mettono in luce da una

Instagram. Per questo ogni esperienza del video sarà

prospettiva insolita aspetti particolari della vita.

diversa a seconda dell’orario in cui ci si connetterà

Mercedes ha raccolto queste immagini uniche per poi

con la pagina appositamente aperta dalla band

proiettarle ed animarle, tramite videomapping, in un

islandese sul proprio sito ufficiale. Gli accostamenti

ambiente appositamente sviluppato. Unica clausola

video così ottenuti, in maniera del tutto casuale,

per la partecipazione alla “galleria”: ottenere il maggior

spesso non rimandano completamente alla musica

numero di like tra le foto inviate, così da plasmare

della formazione: si passa dal filmato appassionato al

un’atmosfera tanto bella nel complesso, quanto nella

contributo inaspettato di qualsiasi utente partecipante.

singolarità delle parti.

Di sicuro è un esperimento riuscitissimo!


E’ un’etichetta di moda fondata da Mary Huang

di disegnare un vestito, trasformarlo in un modello 3D ed

sviluppatasi

inizialmente

esportarlo in un modello tagliabile per realizzare un vero

come parte di un laboratorio di design sperimentale.

abito sulle vostre misure. Un tagliatore laser o un plotter

Continuum Fashion presta studio e creatività per la

ritaglia il modello dal tessuto che viene poi cucito. Tutti

realizzazione di capi partendo da software.

i progetti sono unificati dal tema del tubino nero e dalla

Dopo aver fatto conoscere il marchio grazie alla

triangolazione utilizzata nel software. Questo permette

realizzazione con stampa 3d di scarpe e costumi,

a chiunque di progettare il suo abito personale.

la designer ha voluto incrementare il rapporto col

CONSTRVCT, invece, è un archivio e laboratorio online

cliente tanto da sviluppare un sistema completamente

che permettere di creare, condividere e far realizzare

autonomo e interattivo per la creazione di capi tramite

fashion design. Dopo aver scelto un pezzo base,

internet. Il suo sito permette due scelte: D.dress e

disegnato dalla stilista, il cliente è libero di gestire

CONSTRVCT.

stampa, caricando o scegliendo pattern dalla galleria, e

D.dress, è un vestito disegnabile tramite un’applicazione

misure, renderizzate su un modello live, per poi decidere

con pochi click. Attraverso un manichino e un’immagine

se acquistarlo, venendo così realizzato in una settimana

render a 360°, chiunque può realizzare il proprio vestito dal

tramite cad in stampa 3d. Un nuovo modo di vivere la

carattere minimal e modulare. L’applicazione permette

moda in prima persona.

negli

ultimi

anni,

nata

L’utente può gestire il proprio capo con più modalità: o con la modifica di punti nel pattern di costruzione, come nel caso del D.dress, oppure attraverso i modelli flat presentati dal sito. Se da una parte, questo sistema interattivo riesce a spezzare la distanza tra designer e cliente, dall’altra, quest’ultimo è in grado di vivere in prima persona, seppure in modalità altamente semplificata, la creazione di un capo d’abbigliamento.


Le possibilità di scelta L’utente, nella società attuale, è costretto a misurarsi continuamente con dei canoni economici che inevitabilmente ne delineano un profilo da consumatore. Questa situazione di insistente oppressione e vincolo per l’individuo può essere facilmente superata, o almeno scavlcata, con tanti espedienti e soluzioni. La decontestualizzazione di oggetti e materiali, sia a livello privato che industriale, può già dimostrarsi un’efficace risposta al clima austero, spesso segnato proprio dall’etichettatura dei prodotti, quanto nell’uso che nell’accessibilità e nello status. Questa tendenza raggiunge un ulteriore livello con il nuovo concetto di Cradle to Cradle, ispirata alla ormai diffusa ed affermata la cultura del riciclo, a secondo il quale si tende ad eliminare a priori il concetto di rifiuto. Il prodotto è definito sostenibile solo quando viene provata la sua completa efficacia nel tempo oltre che la sua efficienza legata ad una fase della sua vita. Riciclare solamente non basta, anzi a volte è deleterio visto che molte volte si rischia una manipolazione industriale del materiale di scarto inquinante. Con l’upcycling invece si riusano delle materie prime per ottenerne qualcos’altro, molto probabilmente di qualità superiore.

Torna reinterprato in anelli e bracciali anche preziosi, “Juste un clou”, l’irriverente chiodo di Cartier, disegnato originariamente da Aldo Cipullo nel 1972. Il rilancio è avvenuto in occasione dell’ultimo Salone del Mobile. Il nuovo modello non si allontana molto dall’originale, vista la storia di questo bracciale diventato cult, ed è proposto in taglia piccola e grande, in oro giallo, bianco, rosa, e anche con diamanti (stessa cosa per la versione anello). Questo gioiello, che unisce idealmente il concetto di ricchezza e povertà, è una vera e propria icona degli anni ‘70. Questa stessa contraddizione, nella fusione e nella decontesstualizzazione di materiali modesti, è curato anche da Alice Menter, una designer inglese gia’ affermata. La sua è una collezione interessante che trae vigore da una serie di oggetti lontani al mondo della moda e gioiello ma piu’ vicini ad un officina meccanica o uno sgabuzzino per amanti del D.I.Y. I suoi gioielli incorporano copie di bulloni, viti, chiodi e cianfrusaglie varie, con un risultato che grazie alla perizia e abilita’ artigianale e’ accattivante.


Un’idea rivoluzionaria potrebbe diventare realtà. Un telefono “componibile”? L’idea di poter costruire il proprio smartphone con i “pezzi” che ci interessano di più potrebbe non essere così remota. Il mercato dei telefoni è soggetto a ricambi troppo elevati, e il cosiddetto e-waste (i rifiuti elettronici) stanno crescendo esponenzialmente. PhoneBloks sostanzialmente propone un telefono che non è necessario buttare: gli smartphone di domani potranno essere costruiti con una struttura tale per cui i vari componenti, CPU, memoria, fotocamera, …, si possono assemblare per formare il telefono che andremo ad utilizzare. E quando i componenti diventano obsoleti? Semplice, togliamo il “mattoncino” dell’elemento

del nostro dispositivo, riducendo così gli sprechi (e i costi) al minimo. Dopo due anni dal lancio della proposta, Motorola ha dato il via al progetto ARA. Si tratta di un progetto open-source per la creazione di smartphone altamente personalizzabili, costituiti da una struttura modulare che permette, utilizzando una sorta di endoscheletro, di sostituire ogni singolo componente. L’idea stravolge il concetto di obsolescenza industriale grazie alla possibilità di sostituire all’occorrenza qualcosa di malfunzionante o sorpassato e riducendo nel contempo la mole di rifiuti tecnologici prodotti. I singoli moduli da posizionare sul endoscheletro, potranno essere sviluppati da aziende differenti e

da eliminare e inseriamo il mattoncino dell’elemento più nuovo, tutto questo mantenendo tutto il resto

la competizione, stimolata dalle valutazioni degli utenti, avrà un decremento dei prezzi.


E’ il 1963 quando la Heineken crea il primo esempio di upcycling producendo le Wobo: bottiglie di birra che, una volta usate, possano servire come mattoni da costruzione. L’idea, opera del fondatore della casa e di un architetto, prende forma quando i due vedono una vasta quantità di vuoti di bottiglia seminate sulle spiagge, luogo dove c’è carenza di materiali da costruzione. L’idea geniale purtroppo non ha successo, e le bottiglie diventano così semplici suppellettili. nitidezza al significato, in un quadro quanto più generale possibile. Nel 1973, dopo 10 anni, gli architetti e teorici Charles Jencks and Nathan Silver coniano il termine “adhocism”, con il quale si indica un nuovo modo di progettare che vuole essere di rottura con il tradizionale mondo fatto di burocrazia, gerarchia e specializzazione del settore. In controtendenza si auspica immediatezza dell’atto creativo, che tende a rispondere in modo immediato ed istintivo ad un bisogno (ad hoc, appunto). Usando le loro stesse parole “si tratta di vedere le cose che ci circondano in modo diverso, in modo da dare agli oggetti e alle materie che ci circondano da sempre, ruoli e significati diversi da quelli con i quali siamo abituti a vederli”. Un prodotto innovativo che lascia spazio alla creatività per nuove potenziali applicazioni è un nuovo tipo di quaderno, già in commercio nelle comuni cartolerie spagnole, realizzato con carta derivante dalla roccia piuttosto che dalla cellulosa e che per questa viene chiamata provocatoriamente carta di pietra. Essa non richiede l’uso di acqua o di cloro per la produzione e quando brucia produce solo il 50% di CO2 rispetto agli incendi provocati dalla carta da cellulosa. Stampa meravigliosamente bene con tutte le più comuni stampanti e dà ottimi risultati sia con inchiostri normali che con quelli biologici, come quello a base di soia.


Riflessioni conclusive In conclusione, possiamo affermare senza titubanze, a parere personale, che l’austerità è uno stato psicologico temporaneo e, con le dovute attenzioni, facilmente risolvibile. Lo scenario attuale, pieno di instabilità su qualsiasi piano, è spesso cornice e causa stessa di tale disagio: fattori economici, sociali e, azzarderei, fisici, hanno costruito un habitat ideale per la crisi dell’individuo, costretto a cercare vie di fuga per il suo benessere. Che strategia adottare? Creare spazi, è questa la soluzione. Per essi non si intende solo l’ambiente metrabile, ma soprattutto l’area in cui l’individuo può prendersi cura di sè stesso: lo spazio del pensiero, dell’espressione, della scelta non continuamente oppressa da vincoli o false libertà. Questa non è una conquista da lasciar raggiungere al singolo, ma deve rappresentare un obiettivo a mira dell’intera collettività. Per far sì che crescita e benessere compiano un cammino parallelo tra loro, è giusto interrogarsi sul ruolo che i prodotti, dall’exhibit fino alla moda, occupino rispetto all’utente, se questi scavalchino i loro limiti di utilità e influenza. Dopo tali considerazioni, è quindi necessario formulare un vero e proprio piano di resistenza e risoluzione. Un prodotto che intervenga sulla delicata percezione del soggetto e del collettivo, veicolandone le scelte e i comportamenti senza doverli indurre e limitare. In conclusione, la società ha bisogno di piattaforme con cui manifestare la sua importanza globale e parziale (del singolo), come componente primario e attivo della stessa struttura che sembra “stringerla” e opprimerla o, al contrario, averla dimenticata.

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“Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che

verranno, ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno dipende da quello che farai oggi

.

Ernest Hemingway


Austerità “spiacevole” definizione

“che esclude” “fermo, ordinato” “disordinato

scontro di opposti il disordine

polarità

l’ordine confusione nel riconoscimento dei due poli

l’ordine

il disordine disagio psicologico

strutture concrete

Stato

spazio fisico

Chiesa

spazio espressivo

Mercato

spazio economico

Una strategia d’equilibrio con strutture ordinate e interpretabili

equilibrio “passivo”


Quante Quante

volte volte

l’abbiamo abbiamo

nominata?

usato

questo

termine, negli argomenti più disparati... Ma sappiamo veramente cosa voglia dire? Ci siamo mai soffermati a pensare al suo significato? Soprattutto, in che modo

ci

confrontiamo

con

questo

concetto ogni giorno? Definizione di un piano di riflessione e attivazione rispetto ad un’importante argomento d’attualità.

Eleonora Bompieri Sapienza Universita’ di Roma

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Facolta’ di Architettura

Corso di Laurea Triennale in Disegno Industriale

a.a. 2013 / 2014

Laboratorio di Sintesi Finale per la sperimentazione


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