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Vedo tutti quei solidi, quelle figure geometriche pene di orifizi, quelle cose chiamate comunemente edifici. O anche case e palazzi, dipende da come li vuoi chiamare. Comunque sia li guardo e penso,”Dio se sono brutti”. A guardarli non diresti mai checi abita della gente, eppure. Che dire? L’umanità può apparire un mistero metafisico di quelli grossi se solo la si guarda perun pò coi miei occhi dalla mia postazione. Perchè io mi fisso a un punto tale che gli edifici si spogliano di tutta la loro illusione architettonica per diventare purivalori plastici. Non chiedetemi come faccio, ma vedo palazzi senza più le persone che ci vivono dentro. In pratica li riconducono alla loro inabitabile essenza. Davanti a me si staglia allora uno spazio di immensa e sublime solitudine, di costruzioni depurate di qualunque presenza umana. Anzi di più. Di qualunque forma di vita. Fissandomi sugli edifici deserti, le strade piste, il cielo di petrolio, io quasi mi sento meglio riguardo la mia esistenza. Ed è davvero strano perchè non ce ne sarebbe alcuna ragione. Sapete cosa? Secondo me è che a forza di fissare quel che si vede dalla finestra della mia posizione, comincio a vedere le cose come mi capita di vederle, quel che ne viene fuori è un paesaggio che ispira un senso di
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nobile attesa, serena rasseganzione.
2006
Tommaso Pincio