IL PERIODICO DELLA COMUNITÀ ITALIANA DI OTTAWA
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ANNO XL N. 1897 Lunedì 17 gennaio 2011
Alluvione in Brasile, 335 morti
R
IO DE JANEIROLe piogge torrenziali e le frane che hanno colpito il Brasile hanno fatto finora 335 morti. La città più colpita è Teresopolis, 100 chilometri a nord di Rio de Janeiro, ma le piogge torrenziale hanno mietuto decine di vittime anche a Nuova Friburgo e nello Stato di San Paolo. Il governatore di Rio de Janeiro, Sergio Cabral, ha chiesto al governo l’intervento urgente di militari e di aerei
in grado di mettere in sicurezza la popolazione. Il presidente brasiliano, Dilma Roussef, ha assicurato che invierà nella regione «tutto l’aiuto possibile» e ha visitato l’area colpita insieme con il ministro della Difesa, Nelson. La Farnesina ha reso noto che tra le vittime non risultano, sinora, italiani. A Teresopolis, in 24 ore sono cadute piogge che in media si registrano nell’arco di un mese. Secondo il ministro dell'Ambiente
dello stato di Rio, Carlos Minc, il numero elevato delle vittime è dovuto alla combinazione di una catastrofe naturale con l'incapacità dimostrata da diversi prefetti. Tuttavia le polemiche hanno investito anche il governo federale, che da anni avrebbe promesso ma mai sbloccato fondi per la sistemazione e la messa in sicurezza della zona - meta preferita di villeggiatura estiva per gli abitanti di Rio - considerata a rischio idrogeologico. Per quel
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15 febbraio 2011
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che riguarda gli sfollati, almeno 1.900 persone sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni a Nova Friburgo e sono al momento ospitate nello stadio situato nel centro della città; le autorità non escludono che il numero dei morti posa aumentare ulteriormente dato che nelle ultime ore si sono registrate numerose frane. Tra i morti nello stato di Rio de Janeiro c’è una nota stilista brasiliana, Daniela Conolly, deceduta insieme a sei membri della sua famiglia, tra i quali il padre, la madre e il figlio di due anni. Lo rende noto la stampa locale, precisando che la Conolly e i familiari sono morti mentre si trovavano in una villa affittata in occasione del compleanno del padre nella località di Itaipava, a un centinaio di chilometri da Rio de Janeiro. La villa è proprietà di Pedro Gouveia, fratello del presidente della Confindustria di Rio (Firjan), Eduardo, e si trova davanti a un villaggio turistico chiamato "Tambo de los Incas", spazzato via dal fango e dalla pioggia, ma che al momento dello smottamento precisano i media - era disabitato. ❐
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Australia devastata dalle inondazioni
Il fiume Brisbane ha rotto gli argini SYDNEY - Sale a nove il numero confermato di morti della piena improvvisa che si è abbattuta sulla cittadina di Toowoomba nell’entroterra di Brisbane, dove un muro d’acqua fino a 8 metri, quasi uno tsunami sulla terraferma, ha spazzato via una collina, portando con sè auto e abitazioni, e si è poi abbattuto su diverse cittadine più piccole nella valle di Lockyer. Nel mentre in una vasta area del sudest dell’Australia continua il diluvio che ha inondato un’area grande quanto Francia e Germania messe insieme. Risultano ancora disperse 66 persone, dopo lo tsunami interno che si è riversato sulla valle del Lockyer, mentre ne sono state ritrovate vive cinque che erano date per disperse. Il bilancio delle vittime potrà più che raddoppiare, ha avvertito la premier del Queensland Anna Bligh. «Madre natura ha scatenato sul Queensland qualcosa di terribile, che continuerà. Tutte le possibili risorse, comprese quelle militari con elicotteri, sono state attivate per cercare le persone che risultano disperse», ha aggiunto. La piena si è diretta a valle verso Brisbane, capitale del Queensland, terza città d’Australia con 2 milioni di abitanti. Il fiume Brisbane ha rotto gli argini, la città è flagellata da piogge torrenziali e temporali e secondo le autorità locali circa 6500 proprietà sono state inondate e altre 16.500 parzialmente colpite. La piena ha raggiunto un alto livello di inondazione giovedì scorso. Migliaia di residenti e negozianti hanno evacuato e nelle strade si sono prodotti ingorghi di auto che tentano di lasciare la città. Ad aggravare il disastro contribuiscono le difficoltà di comunicazione, con linee telefoniche tagliate o congestionate. ❐
Scontri a Tunisi La polizia spara: caos nelle strade
Il coprifuoco imposto in Tunisia per porre fine alle più violente proteste degli ultimi decenni non ha fermato la rivolta. A Tunisi ancora violenze. La polizia spara nel centro città. Caos nelle strade: nubi di fumo e sirene di ambulanze. Nella notte di giovedì scorso ,
intanto gruppi di centinaia di giovani hanno sfidato le autorità in un crescendo di violenza che ha fatto salire a 66 il numero complessivo dei morti. Il tragico bilancio è stato denunciato da Parigi dal responsabile della Federazione Internazionale per i Diritti
Umani, organizzazioneombrello che raccoglie 164 gruppi umanitari di diversi Paesi, Souhayr Belhassen, egli stesso di nazionalità tunisina. Cifre molto diverse da quelle ufficiali fornite dal governo che parlavano di 23 morti. ❐