IL PERIODICO DELLA COMUNITÀ ITALIANA DI OTTAWA
ANNO XLI N. 1950 Lunedì 27 febbraio 2012
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BIMBI BELLI 2012 - Pagina 8 John Mancone nuovo capo di OC Transpo Paolo Siraco
scandali che vedevano protagonisti degli impiegati del sistema di trasporti: autisti che si sono comportati male con il pubblico e un caso di abbandono dell’autobus da parte di un autista estremamente irritato. Incidenti che anche se non attribuibili all’uscente manager, hanno comunque creato tensione nell’atmosfera di cooperazione tra l ’a m m i n i s t ra t o r e e i dipendenti. La nomina di Mancone, fatta da Kirpatrick è appoggiata dal consigliere Diane Deans, capo del Comitato della Commissione Trasporti. Mancone è stato membro del Team dei manager della città per gli John Mancone, il nuovo manager di OCTranspo ultimi undici anni e ha 20 anni di È stato annunciato causa di risentimento e esperienza con la città di mercoledì scorso, dal malcontento dei membri del Ottawa. Secondo Kirkpatrick Manager della città di sindacato che rappresenta “John Manconi ha un buon Ottawa, Kent Kirkpatrick, la gli impiegati di OCTranspo record nei rami di direzione nomina di John Mancone, specialmente in seguito allo di forze di lavoro, costruisce general manager dei lavori sciopero di tre anni fa che rapporti efficaci con sindacati pubblici, al nuovo ruolo di è durato oltre di 54 giorni. e ha fama di restauratore di general manager dei servizi Insoddisfazione era seguita morale e soddisfazione da di trasporti pubblici, in pure all’implementazione di parte degli impiegati”. Da seguito al licenziamento di un nuovo sistema di orari per parte sua, il signor Manconi Alain Mercier. Mercier è da gli autisti. Ultimamente sono nell’assumere il nuovo ruolo, molti ritenuto la maggior arrivati sui media diversi si dichiara pronto a lavorare insieme a Diane Deans e ATTENZIONE dedicarsi agli impiegati. John Gentili abbonati, sopra il vostro nome c’è la data di scadenza è nato a Ottawa, ha studiato a Ottawa e ha iniziato la dell’abbonamento; Gentilmente rinnovate Grazie sua carriera nel comune di Nepean e si è poi trasferito all'amministrazione della nuova amalgamata città di Ottawa. John Mancone, che si dichiara molto fiero delle sue radici italiane, vive a Ottawa con la sua famiglia, e ad Ottawa vivono anche i suoi genitori, che sono oriundi di Ascoli Piceno, nelle Marche. ©
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Immigranti: Strasburgo condanna l’Italia La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato all’unanimità l’Italia per violazione dell’articolo 3 della Convenzione sui diritti umani, quello sui trattamenti degradanti e la tortura.
a Corte europea L dei diritti umani di Strasburgo ha condannato l'Italia per i respingimenti di immigrati verso la Libia. La condanna riguarda il caso ''Hirsi Jamaa e altri contro l'Italia'' risalente al 2009 quando un gruppo di circa 200 immigrati somali ed eritrei provenienti dalla Libia furono rimpatriati dalle autorità italiane nel paese africano. in violazione, secondo Strasburgo, dell’articolo 3 della Convenzione sui diritti umani, quello sui trattamenti degradanti e la tortura. Strasburgo ha quindi creato un precedente rispetto ai respingimenti in mare, condannando quelli indiscriminati in violazione del divieto alle espulsioni collettive, e ha riconosciuto il diritto effettivo per le vittime di fare ricorso presso i tribunali italiani. Il caso Hirsi risale a tre anni fa. Era “il 6 maggio 2009
a 35 miglia a sud di Lampedusa, in acque internazionali, le autorità italiane hanno intercettato una nave con a bordo circa 200 persone di nazionalità somala ed eritrea (tra cui bambini e donne in stato di gravidanza) – è scritto sul sito del Cir, il Centro italiano per i rifugiati - I migranti sono stati trasbordati su imbarcazioni italiane e riaccompagnati a Tripoli contro la loro volontà, senza essere prima identificati, ascoltati né preventivamente informati sulla loro effettiva destinazione. I migranti non hanno avuto alcuna possibilità di presentare richiesta di protezione internazionale in Italia. Di questi 200 migranti, 24 persone (11 somali e 13 eritrei) sono state rintracciate e assistite in Libia dal Consiglio Italiano per i Rifugiati e hanno incaricato gli avvocati Anton Giulio Lana e Andrea Saccucci
dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani di presentare ricorso dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo”. La decisione era molto attesa: “Sarà una sentenza storica, il verdetto sulla prima operazione di respingimento fatta dall’Italia – ha scritto Hein, direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati – Potrebbe vietare in modo definitivo e inderogabile le operazioni di respingimento di migranti intercettati o soccorsi anche in acque internazionali. La pronuncia della Corte marcherà un principio fondamentale di cui anche l’attuale governo non potrà non tenere conto nel rinegoziare gli accordi di cooperazione con il Governo di Transizione Libico”. Ai richiedenti, 11 somali e 13 eritrei, l'Italia dovra' versare un risarcimento di 15 mila euro piu' le spese processuali. /edr/