IL PERIODICO DELLA COMUNITÀ ITALIANA DI OTTAWA
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ANNO XLI N. 1959 Lunedì 30 Aprile 2012
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FRANCIA e DEBITO PUBBLICO
ELEZIONI PRESIDENZIALI e "SPREAD"
Chi sarà il nuovo Presidente francese? Se vince la sinistra di Hollande, quali saranno gli effetti sull'economia europea e lo "spread"?
La Francia deciderà domenica prossima fra i due candidati Francois Hollande o Nicholas Sarkhozy per la presidenza del Paese.
Domenica prossima si terrà in Francia il secondo turno del ballottaggio per le elezioni del Presidente e tutti, sia in Francia che in gran parte dell'Europa e del mondo, aspettano con il fiato sospeso. Il risultato di domenica 22 aprile non è stato affatto favorevole per Nicholas Sarkozy, la cui lista si è classificata seconda con 27.1% contro la lista socialista di Francois Hollande con 28. 6%. Il resto dei voti sono andati al Fronte
Nazionale (17.9%) , al Fronte di Sinistra (11.1%) e il Movimento Democratico (9.1%). Vera e propria aria di cambiamento, quindi, in Francia e molti profetizzano in favore di Hollande, che già rilascia commenti e programmi sui cambiamenti che intende fare. Per esempio non è completamente d’accordo con il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, soprattutto
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con l’aumento delle liberalizzazioni e privatizzazioni. Intanto, reattivo o meno, lo 'spread' in molti paesi europei, e
in Italia, è ad oltre 400 punti e tutti, o tanti già se lo aspettavano. Il differenziale italiano tra il Btp decennale e il Bund tedesco ha toccato di nuovo 410 punti. mentre il differenziale della Spagna ritorna a 430 punti e va in tensione anche la Francia con un differenziale che sfiora i 150 punti. La crisi di governo in Olanda e il vento di cambiamento con le elezioni francesi sembrano decisamente pesare sui listini europei. Queste oscillazioni creano degli interessanti fenomeni di sovrapposizione tra 'spread' e politica... allora lo spread è politica?
L’applicazione del Trattato di Stabilità, in fase di ratifica, impedisce, a causa di sanzioni poderose, di uscire dai vincoli imposti dalle banche. Hollande potrebbe allentarli solo minacciando il ricorso, rischioso, a un referendum popolare. I programmi di austerità messi in opera finora non hanno portato, e probabilmente non porteranno, nessun miglioramento al problema del debito che si pretende di risolvere senza crescita. Sullo sviluppo, araba fenice miracolosa, nessuno ha idee e tantomeno “ideone” in Europa. Già nel 1930, nelle sequele
mondiali della crisi del 1929, la politica della destra francese fu stigmatizzata dai socialisti: “La deflazione aggrava la crisi, diminuisce la produzione e il potere d’acquisto e diminuisce le entrate dello stato”. Non erano né premi Nobel, né bocconiani. Lo sbocco vero, purtroppo, fu la seconda guerra mondiale. L’elezione di Hollande rappresenterebbe quindi per l’Europa uno schiaffo formale al sistema bancario ormai integrato dalla BCE [lo testimonia la reazione molto “sensibile” delle borse] e una speranza contro l’assunto che “non c’è alternativa”. ©
La musica del desiderio La speranza, la passione, il futuro
ROMA - Il concertone del primo maggio sta per arrivare e, come ogni anno, inizia il toto previsioni. Il maltempo degli ultimi tempi darà tregua al palco di San Giovanni? Forse. Comunque attesissimo dai giovanissimi e da chi ama la buona musica italiana, il Concerto del 1° Maggio a San Giovanni, un appuntamento che crea aspettative nel panorama culturale del Bel Paese, sia per la scelta degli artisti e del tema, sia soprattutto per la sconfinata libertà d’espressione che i cantanti sfruttano per dare vita a performance sentite, uniche e perché no, politicamente schierate.
Francesco Pannofino e Virginia Raffaele saranno gli MC della serata. Ci si aspetta la partecipazione di Caparezza che ha sempre offerto uno sguardo profondo sulla società, con i testi contro l’ipocrisia, l’indifferenza e la casta. Tornano anche gli Afterhours, capitanati dal leader di sempre Manuel Agnelli, pronti con il loro ultimo album dall’eloquente titolo ‘Padania’. Ci sarà anche Marina Rei, gli Almamegretta, A toys orchestra – una giovane band dai suoni raffinati; e ancora i Sud Sound System, che regaleranno un po’ della spensieratezza della loro terra, i bravi Teatro degli Orrori, che
si sta facendo strada anche in Europa, e poi Dente, Alessandro Manarino e Nobraino. Si esibirà sul palco del concerto della Festa dei Lavoratori anche una band americana, Young the Giant, promessa del rock a stelle e strisce, che presenta il loro album omonimo. E infine il Maestro Mauro Pagani, nei panni anche di
arrangiatore, dirigerà l’Orchestra Roma Sinfonietta, donando a tutti uno speciale tributo a Lucio Dalla e le più belle canzoni degli ultimi cinquant’anni, quelle che hanno scritto la storia e che è impossibile non conoscere: dai Beatles, ai Radiohead, passando per Elvis, gli Who, i Led Zeppelin e i Pink Floyd. /edr/