IL PERIODICO DELLA COMUNITÀ ITALIANA DI OTTAWA
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ANNO XLI N. 1977 Lunedì 8 ottobre 2012
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STORIE DI MAFIA: VITO RIZZUTO TORNA IN LIBERTÀ
Vito Rizzuto, detto 'Teflon Don”, il 66enne padrino di Montreal, ha lasciato il weekend scorso il carcere americano della Florence Federal Correctional Complex in Colorado, dove stava scontando una condanna a dieci anni per triplice omicidio. Montréal e Toronto sono sicuramente le due destinazioni possibili dove il boss andrà. «La prima cosa che farà sarà quella di rivedere i suoi figli e la sua famiglia che naturalmente sarà molto contenta di riaverlo con sé – afferma Adrian Humphreys giornalista del National Post e autore insieme con Lee Lamothe del libro The Sixth Family – Poi dovrà reintegrarsi e da lì si vedrà...». Le ipotesi più accreditate dagli inquirenti sarebbero un possibile rientro a Montreal del padrino o il tentativo da parte dello stesso di trovare rifugio temporaneo in Venezuela, come aveva già fatto il padre nel corso della guerra di mafia degli anni ’70, in attesa di riorganizzarsi e di riprendere il controllo di Montreal. Ad alimentare dubbi sulla prima ipotesi, la scelta di mettere in vendita per un milione e mezzo di dollari la villa di proprietà dei Rizzuto. Ad avvalorare la seconda possibilità, il rischio di dover rispondere dei reati per i quali
è già stato condannato in Italia, visto che in Venezuela sarebbe molto più facile per il padrino sfuggire alle maglie della giustizia. Eppure, si fanno sempre più insistenti le voci che vorrebbero Vito Rizzuto in Ontario, dove già sul finire degli anni ’90 aveva interessi immobiliari [alberghi nella zona di Vaughan] e nelle attività di smaltimento dei rifiuti. A Vaughan, agli inizi del 2011, si è tenuto un 50° anniversario di matrimonio al quale hanno partecipato esponenti di primo piano della ‘Ndrangheta e di Cosa Nostra. Considerato il fatto che ci si trovava nel pieno del conflitto per il controllo del porto di Montreal, quell'incontro è ancora un punto interrogativo. Forse segno di una pax mafiosa tra le due opposte fazioni, nella quale rientrerebbe lo stesso Rizzuto? Che ci sia comunque un collegamento tra le ‘ndrine calabresi e le famiglie siciliane, apparve evidente fin da quando i sospetti sull’attacco alla ‘Sesta Famiglia’ caddero su Salvatore Montagna, detto 'Sal il fabbro', nativo di Montreal, originario siciliano e salito alla ribalta della mafia di New York. Montagna, dopo essere stato deportato in Canada, pare avesse ottenuto la
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benedizione dei padrini calabresi affinchè venisse annientato il clan dei Rizzuto, un’operazione che difficilmente sarebbe potuta avvenire senza quantomeno la neutralità delle cinque famiglie newyorkesi. Montagna venne però ucciso nel novembre dello scorso anno, dopo l'incontro a Vaughan. Il ritorno di Vito Rizzuto in Canada potrebbero però incontrare ostacoli: il primo è una multa di $250mila che deve ancora pagare anche se il legale della famiglia ha assicurato alla Gazette de Montréal che questo non può considerarsi un problema. Mentre il secondo è una richiesta di estradizione proveniente dall’Italia che potrebbe spingere il Canada a liberarsi di “Teflon Don” per consegnarlo alla magistratura del suo Paese d’origine. Fino a qualche mese fa pendevano due richieste: per l’infiltrazione nell’appalto del ponte sullo stretto di Messina e per il processo Orso Bruno riguardo a una maxi operazione di riciclaggio di denaro sporco attraverso la Made in Italy Spa. Vito Rizzuto era finito in prigione negli USA dopo aver ammesso di aver preso parte al triplice omicidio di tre esponenti considerati ribelli del clan Bonanno, una delle 5 'famiglie' newyorkesi (Philip “Phil Lucky” Giaccone, Dominick “Big Trin” Trinchera, and Alphonse “Sonny Red” Indelicato). "La mafia di oggi", dice Mike Amato, detective della polizia dell'Ontario: "Sono i proprietari di garden center, istituti finanziari, panifici, servizi di limousine, aziende di smaltimento di locali notturni "... uomini d'affari e leader aziendali che riciclano nelle loro imprese il denaro 'sporco'. Cosa possiamo aspettarci allora? /edrC/
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entro MERCOLEDÌ 31 OTTOBRE
CHE RACCONTO ... FIORITO!
Franco Fiorito durante l'intervento al programma Porta a Porta
Franco Fiorito, l'ex sindaco di Anagni e ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, è stato arrestato la scorsa settimana dal nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza: l'accusa parla di appropriazione indebita di circa un milione e 300mila euro. Pericolo di fuga, reiterazione del reato e inquinamento delle prove: queste le molle che hanno convinto i magistrati ad emettere l'ordinanza di custodia cautelare per Fiorito. Una decisione che ha "sorpreso e profondamente dispiaciuto" Fiorito, prelevato martedi' scorso dalla sua casa romana ai Parioli. La sua prima dichiarazione alla stampa dopo l'arresto e' stata: 'Urlo forte la mia innocenza ... Su cosa punterò per difendermi? Sulla verita ... Non ho paura del carcere, sono un uomo forte e mi sento innocente, sono certo che verrà dimostrato. E poi in carcere non credo che troverò gente peggiore di quella che ho frequentato in regione e nel partito.Anzi ... Di certo non mi aspettavo di essere arrestato, e non credo che sia giusto".Nel
registro degli indagati sono finiti anche, come emerso ieri, alcuni esponenti politici che avrebbero preso parte a una riunione del Pdl del 12 settembre scorso nella quale si decise di affidare alla stampa, e dunque di pubblicare, alcune fatture del gruppo Pdl della Regione. Quelle fatture però arrivarono sul tavolo della riunione già falsificate, non semplicemente ritoccate sottolineano i pm ma ''fotocopiate e poi riempite con cifre false". Dunque, chi partecipò a quella riunione autorizzò la diffusione di un documento falso. Questo risulta dalle affermazioni rilasciate da Fiorito nell'interrogatorio reso in procura il 19 settembre scorso: "Io ho segnalato spese discutibili collezionando le fotocopie di alcune fatture presentatemi dai consiglieri e poi trasmesse ai quotidiani, ai coordinatori regionali e nazionali del partito e infine all'onorevole Birindelli, assessore all'agricoltura della Regione, denunciata Segue a pag. 2 FIORITO
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