IL PERIODICO DELLA COMUNITÀ ITALIANA DI OTTAWA
203 Louisa Street, Ottawa, ON K1R 6Y9 Tel: 613 232-5689 Fax: 613 563-2573 E-mail: info@loradiottawa.ca web: http://loradiottawa.ca
ANNO XLI N. 1981 Lunedì 5 novembre 2012
$1.00 tasse incluse
URAGANO SANDY METTE IN GINOCCHIO
LA COSTA EST DEGLI USA
ITALIA: d.l. porta le Province da 86 a 51 Da nord a sud è un coro di voci contro un riordino vissuto come un'usurpazione
Almeno 82 morti - Danni per oltre 60 miliardi di dollari - Obama ha sospeso la sua campagna elettorale per visitare il New Jersey
Una scena del devastante effetto di Sandy su New York
"L’America sta attraversando un momento molto duro e difficile, ma insieme, aiutandoci gli uni con gli altri ce la faremo a ricostruire tutto. La Casa Bianca e il governo federale con la Fema sono al fianco degli stati in difficoltà a partire dal New Jersey che è il più colpito e non smetteremo fino a quando il lavoro non sarà finito. Rispoderemo entro 15 minuti a tutti le vostre chiamate, siamo al vostro fianco", ha detto Barack Obama dopo il giro in elicottero sulle zone del disastro insieme al governatore Christie. Continua a crescere il numero delle vittime causate dall'uragano Sandy. L'uragano ha toccato terra nello stato di New Jersey martedì scorso. Dopo aver attraversato le isole dei
Caraibi, Cuba e le Bahamas, si è diretto in direzione nord -est e ha virato verso la costa in direzione nord - ovest. Il suo effetto devastante si è sentito in tutte le zone della costa nord-orientale degli Stati Uniti dove risiedono circa 50 milioni di abitanti. Le città più severamente colpite sono state New York, Jersey City e Atlantic City. Il sindaco di New York, Bloomberg, aveva già dato l'allarme durante il weekend e aveva ordinato di chiudere scuole e uffici dal lunedi 29 ottobre. Ma l'effetto disastroso dell'uragano è stato più catastofico di quel che ci si aspettasse. Palazzi crolla, città allagate, alberi divelti, strade dissestate, ospedali evacuati: l'ultimo in Manhattan il Bellevue Hospital con 500 pazienti perché sono saltati i
SEGUE A PAG 3...
URAGANO
I ministri Anna Maria Cancellieri e Filippo Patroni Griffi mostrano la mappa sulle nuove province
Roma - Arriva la 'nuova Italia': il consiglio dei Ministri ha approvato mercoledì scorso un decreto-legge a completamento del percorso avviato nel mese di luglio per il riordino delle province e l'istituzione delle città metropolitane. La notizia è stata data attraverso un post su Twitter dal Ministero della Funzione Pubblica e poi confermata dal ministro Filippo Patroni Griffi. Attualmente, in totale, le Province italiane sono 110. Di queste, 86 sono quelle delle Regioni a statuto ordinario e proprio queste verranno eliminate. Per quelle delle Regioni a statuto speciale, invece, il governo ha altri sei mesi di tempo. Quindi, dopo il decreto, che ora deve essere convertito in legge, le Province totali diventano 75. Una vera e propria rivoluzione questo riordino delle province che taglia, accorpa, unisce, cancella e porta da 86 a 51 il numero delle province nelle Regioni italiane a statuto ordinario. La Regione che perde più Province è la Toscana che ne perde sei, mentre Basilicata, Molise e Umbria resteranno Regioni 'monoprovincia'; la Lombardia passa da 12 a 7, la Calabria torna a 3, l'Emilia Romagna perde 4 province, il Piemonte 3; resteranno 3 province nel Lazio, due in Abruzzo. In
Veneto Rovigo va con Verona. Nelle Marche Ascoli va insieme a Macerata. I ministri Patroni Griffi e Cancellieri hanno sottolineato che «la riforma si ispira ai modelli europei, dove ci sono tre livelli di governo».
SEGUE A
PAG 15...
MENO PROVINCE
"Il processo è irreversibile ha aggiunto Patroni Griffi - e da gennaio verranno meno le giunte provinciali ... Si tratta di un provvedimento di tipo ordinamentale e strutturale nella logica avviata con la spending review, ha proseguito. "Il governo si è mosso tra spinte al mantenimento dello status quo e spinte alla cancellazione totale delle Province ... sono Province nuove per dimensioni e per sistema di governance". Ma non si sono fatti attendere a lungo commenti e proteste contro il decreto - legge che taglia 35 province e accorpa territori storicamente divisi da ostilità e vecchie inimicizie. Sindaci,